Ieri una delegazione UE guidata da Ursula von der Leyen, António Costa e Kaja Kallas era a Pechino a trattare con il Presidente cinese Xi Jinping.
Cosa poteva mai andare storto?
Infatti la delegazione è rientrata anzitempo in Europa, con un nulla di fatto, dopo aver irritato per l'ennesima volta i negoziatori cinesi con la pretesa di impartirgli lezioni sui diritti umani e di strappare condizioni commerciali di favore, pur partendo da una posizione di umiliante debolezza contrattuale.
Ma niente paura, nel frattempo l'UE ha anche accettato l'idea di subire dazi asimmetrici da parte degli USA (sembra con un differenziale del 15%).
Questo mentre non passa giorno che Trump trolli gli europei in diretta mondiale, spiegando come loro (USA) forniscano in Ucraina e altrove armi e servizi bellici, che però pagano gli europei (risatina dei giornalisti presenti).
Questo dopo che l'UE si è evirata dal punto di vista energetico (Libia, Russia, Iran) e acquista gas naturale liquefatto dagli USA, per un prezzo esorbitante, che mette l'industria europea fuori mercato.
Ecco, io ricordo le infinite discussioni sul senso del "progetto europeo".
Alla fine, a sostegno di tale progetto l'unico argomento che aveva qualche tenuta era che avrebbe permesso all'Europa di ottenere, attraverso l'unione economica, un maggiore potere contrattuale nei confronti dei suoi principali competitori (USA e Cina).
Per tutto il resto il modello della CEE - mero mercato comune con facilitazioni agli scambi, senza moneta comune - era molto più agile e funzionale.
Oggi l'UE è un'istituzione che esplica i suoi poteri soltanto nei confronti dei propri sudditi.
Sul piano della contrattazione internazionale è l'equivalente di un botolo, parte remissivo, parte molesto, sempre inutile.
In compenso può fare la faccia feroce verso i propri cittadini, censurandoli con iniziative come il Digital Services Act, imponendo normative "green" demenziali e autolesioniste, disseminando di oneri burocratici supplementari le legislazioni nazionali, richiedendo sforzi bellici straordinari con una tassazione dedicata, ecc.
Per dirla con Quentin Tarantino, l'UE è utile quanto uno sfintere anale sul gomito.
Però dolorante.
Andrea Zhok
IL COMPORTAMENTO DELLA PRESIDENTE MOLDAVA MAIA SANDU RENDE IMPOSSIBILE L'UNIONE TRA IL SUO PAESE E L'UNIONE EUROPEA
"Bruxelles può perdonare l'eccessiva impulsività della politica, ma non può tollerare il rifiuto dei valori democratici. Sandu, più di chiunque altro, incarna la figura di "un altro piccolo dittatore europeo".
La Moldavia, un piccolo Paese situato nel sud dell'Europa tra la Romania e l'Ucraina, è diventata di recente uno dei partner più importanti dell'UE. Questo non solo perché la Romania, in quanto Paese dell'UE, è profondamente integrata con la Moldavia, ma anche perché ormai più di 1,2 milioni di cittadini moldavi sono anche cittadini romeni e, di conseguenza, dell'Unione europea.
La Moldavia è considerata un possibile terreno di scontro tra Europa e Russia in caso di escalation delle tensioni. Non sorprende che l'UE, sia a livello di esecutivo che di Parlamento, abbia sostenuto costantemente la Presidente moldava Maia Sandu, che proclama il corso europeo come base della politica del suo Paese. Tuttavia, tutti gli sforzi dell'Europa unita potrebbero essere vani. A metà del 2025, in Moldavia si terranno le prossime elezioni parlamentari. Sandu ha deciso di non tenerle come un leader democratico europeo, ma come un tipico “giovane dittatore” dell’Europa orientale. Sandu ha deciso che i suoi oppositori non devono semplicemente perdere le elezioni, ma non devono nemmeno candidarsi, e i più popolari tra loro finiranno in prigione.
La scorsa settimana nel Paese è iniziato uno sciopero generale degli avvocati che ha paralizzato il sistema giudiziario. Il motivo è l’adozione da parte del Parlamento di emendamenti alla legislazione che, secondo Dorin Popescu, presidente dell’Ordine degli avvocati, rappresentano: "un attacco senza precedenti all’indipendenza e all’autonomia della professione forense". Gli avvocati sono insoddisfatti, in particolare, della modifica della composizione delle commissioni dell’Ordine degli avvocati, con l’inclusione di membri nominati dal Ministero della Giustizia, il che rappresenta, in pratica, una violazione completa dell’indipendenza dell’Avvocatura.
Non stupisce che l’autorevole rivista francese Valeurs Actuelles sottolinei che: "La decisione di Maia Sandu (sul suo atteggiamento nei confronti dello sciopero) mostrerà se rimarrà fedele ai valori europei o scivolerà nell'autoritarismo." Purtroppo, non c’è motivo di aspettarsi che la Presidente moldava torni a difendere i valori democratici.
Come se non bastasse, Maia Sandu sta mostrando un comportamento indegno di un politico europeo. Le informazioni trapelate dall’entourage di Sandu dimostrano che a volte diventa pericolosa per chi le sta intorno. Secondo persone che conoscono il suo staff, può iniziare a gridare, saltare dalla sedia, correre per l’ufficio o abbandonare una riunione appena iniziata, senza alcun motivo apparente.
Spesso mostra anche aggressività immotivata verso i dipendenti. Questa donna fragile può prima urlare istericamente accusando un subordinato di incompetenza e poi lanciare un pesante vaso di cristallo contro la persona. D’altra parte, perde l’orientamento e la capacità di proseguire una conversazione dopo qualsiasi critica o, addirittura, senza alcun motivo. Si dice che un caso del genere sia accaduto al Parlamento europeo: dopo un discorso, Sandu ha dovuto essere riportata a uno stato adeguato per almeno un’ora e mezza, e sono stati chiamati dei medici.
Quindi, il leader che abbiamo di fronte non è un politico democratico, ma un Presidente spaventato dall’idea di perdere il potere, che ha già adottato metodi autoritari di governo. Dal punto di vista dell’UE, un leader del genere non può certo sembrare un partner affidabile. Sandu è velenosa: crediamo che questa sia l’opinione non solo in Moldavia, ma anche a Bruxelles."
Fonte
Info Defense
2025 One-Hertz Challenge: A Clock Sans Silicon
Just about every electronic device has some silicon semiconductors inside these days—from transistors to diodes to integrated circuits. [Charles] is trying to build a “No-Silicon digital clock” that used none of these parts. It looks like [Charles] is on the way to success, but one might like to point out an amusing technicality. Let’s dive in to the clock!
Instead of silicon semiconductors, [Charles] is attempting to build a digital clock using valves (aka tubes). More specifically, his design relies on seven dekatrons, which are the basic counting elements of the clock. By supplying the right voltages to the various cathodes of the dekatrons, they can be made to step through ten (or sometimes twelve) stable states, used as simple memory elements which can be used as the basis for a timepiece. [Charles] will set up the first dekatron to divide down mains frequency by 5 or 6 to get down to 10 Hz, depending on whether the supply is 50 Hz or 60 Hz. The next dekatron will step down 10 times to 1 Hz, to measure seconds. The next two will divide by ten and six to count minutes, while a further two will divide the same way to create an impulse per hour. A final dekatron will divide by 12 to count the hours in a day.
Naturally, time will be displayed on Nixies. While silicon semiconductors are verboten, [Charles] is also considering the use of some germanium parts to keep the total tube count down when it comes to supporting hardware. Also, [Charles] may wish to avoid silicon, but here’s the thing about tubes. They use glass housings, and glass is made of silicon.
Cheeky technicalities aside, it’s a great project that promises to create a very interesting clock indeed. Progress is already steaming along and we can’t wait to see the finished product. We’ve seen dekatrons put to good use before, too. If you’re cooking up your own practical projects with mid-century hardware, don’t hesitate to let us know!
Signal Injector Might Still be Handy
Repairing radios was easier when radios were simple. There were typically two strategies. You could use a signal tracer (an amplifier) to listen at the volume control. If you heard something, the problem was after the volume control. If you didn’t, then the problem was something earlier in the signal path. Then you find a point halfway again, and probe again. No signal tracer? You can also inject a signal. If you hear it, the problem is before the volume. If not, it is after. But where do you get the signal to inject? [Learn Electronics Repair] sets out to make a small one in a recent video you can see below.
Both signal tracers and injectors were once ubiquitous pieces of equipment when better options were expensive. However, these days, you can substitute an oscilloscope for a signal tracer and a signal generator for an injector. Still, it is a fun project, and a small dedicated instrument can be handy if you repair a lot of radios.
The origin of this project was from an earlier signal injector design and a bet with a friend about making a small version. They are both working on their designs and want people to submit their own designs for a little ad hoc contest.
We always preferred a signal tracer since it is more passive. Those were typically just audio amplifiers with an optional diode in the input to demodulate RF. A computer amplified speaker and a diode can do the job, as can an LM386. Or, you can build something complex, if you prefer.
youtube.com/embed/BaHocLOD6N8?…
Il kernel Linux verso il “vibe coding”? Le regole per l’utilizzo degli assistenti AI sono alle porte
Sasha Levin, sviluppatore di kernel Linux di lunga data, che lavora presso NVIDIA e in precedenza presso Google e Microsoft, ha proposto di aggiungere alla documentazione del kernel regole formali per l’utilizzo degli assistenti AI nello sviluppo. Ha anche proposto una configurazione standardizzata per strumenti come Claude e altri assistenti AI, già attivamente utilizzati per creare patch del kernel.
Levin ha pubblicato una RFC (richiesta di commenti) proponendo di aggiungere un file di configurazione speciale al repository del kernel, che possa essere letto dagli assistenti AI. Ha anche presentato una serie iniziale di regole che descrivono come utilizzare correttamente l’IA nello sviluppo del kernel, inclusi i requisiti applicabili alla formattazione e all’attribuzione dei commit.
La patch proposta si compone di due componenti principali. La prima aggiunge un singolo file di configurazione a cui fanno riferimento strumenti come Claude, GitHub Copilot , Cursor, Codeium, Continue, Windsurf e Aider. Questo dovrebbe garantire che l’IA si comporti in modo coerente in tutto il codice del kernel. La seconda patch include le regole stesse: aderenza allo stile di programmazione Linux, rispetto dei processi di sviluppo consolidati, corretta attribuzione nell’utilizzo dell’IA e conformità alle licenze.
Gli esempi nel documento dimostrano come dovrebbe essere formalizzata esattamente la partecipazione dell’IA ai commit, incluso l’uso del tag “Co-sviluppato da”, che indica direttamente la co-creazione dell’assistente virtuale. Questo approccio, a parere dell’autore, garantirà trasparenza ed equità nell’accettazione delle patch nel ramo principale.
Non è ancora noto come reagirà Linus Torvalds , ma la discussione si preannuncia accesa. Il tema del ruolo dell’IA nella creazione di software di sistema critici è in fermento da tempo e ora la comunità ha l’opportunità di sviluppare regole chiare e trasparenti.
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DDoS ancora contro l’Italia. NoName057(16) colpisce altri 6 obiettivi italiani
Gli hacker di NoName057(16) continuano le loro attività ostili contro diversi obiettivi italiani, attraverso attacchi di Distributed Denial-of-Service (DDoS).
NoName057(16) è un gruppo di hacker che si è dichiarato a marzo del 2022 a supporto della Federazione Russa. Hanno rivendicato la responsabilità di attacchi informatici a paesi come l’Ucraina, gli Stati Uniti e altri vari paesi europei. Questi attacchi vengono in genere eseguiti su agenzie governative, media e siti Web di società private
- Comune di aymavilles
- Progetti e iniziative del Comune di Milano
- Città di Catania
- Aeronautica Militare Italiana (segnalata come dead on ping, cioè non raggiungibile)
- Porti di Olbia e Golfo Aranci
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale
Che cos’è un attacco Distributed Denial of Service
Un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) è un tipo di attacco informatico in cui vengono inviate una grande quantità di richieste a un server o a un sito web da molte macchine diverse contemporaneamente, al fine di sovraccaricare le risorse del server e renderlo inaccessibile ai suoi utenti legittimi.
Queste richieste possono essere inviate da un grande numero di dispositivi infetti da malware e controllati da un’organizzazione criminale, da una rete di computer compromessi chiamata botnet, o da altre fonti di traffico non legittime. L’obiettivo di un attacco DDoS è spesso quello di interrompere le attività online di un’organizzazione o di un’azienda, o di costringerla a pagare un riscatto per ripristinare l’accesso ai propri servizi online.
Gli attacchi DDoS possono causare danni significativi alle attività online di un’organizzazione, inclusi tempi di inattività prolungati, perdita di dati e danni reputazionali. Per proteggersi da questi attacchi, le organizzazioni possono adottare misure di sicurezza come la limitazione del traffico di rete proveniente da fonti sospette, l’utilizzo di servizi di protezione contro gli attacchi DDoS o la progettazione di sistemi resistenti agli attacchi DDoS.
Occorre precisare che gli attacchi di tipo DDoS, seppur provocano un disservizio temporaneo ai sistemi, non hanno impatti sulla Riservatezza e Integrità dei dati, ma solo sulla loro disponibilità. pertanto una volta concluso l’attacco DDoS, il sito riprende a funzionare esattamente come prima.
Che cos’è l’hacktivismo cibernetico
L’hacktivismo cibernetico è un movimento che si serve delle tecniche di hacking informatico per promuovere un messaggio politico o sociale. Gli hacktivisti usano le loro abilità informatiche per svolgere azioni online come l’accesso non autorizzato a siti web o a reti informatiche, la diffusione di informazioni riservate o il blocco dei servizi online di una determinata organizzazione.
L’obiettivo dell’hacktivismo cibernetico è di sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni importanti come la libertà di espressione, la privacy, la libertà di accesso all’informazione o la lotta contro la censura online. Gli hacktivisti possono appartenere a gruppi organizzati o agire individualmente, ma in entrambi i casi utilizzano le loro competenze informatiche per creare un impatto sociale e politico.
È importante sottolineare che l’hacktivismo cibernetico non deve essere confuso con il cybercrime, ovvero la pratica di utilizzare le tecniche di hacking per scopi illeciti come il furto di dati personali o finanziari. Mentre il cybercrime è illegale, l’hacktivismo cibernetico può essere considerato legittimo se mira a portare all’attenzione pubblica questioni importanti e a favorire il dibattito democratico. Tuttavia, le azioni degli hacktivisti possono avere conseguenze legali e gli hacktivisti possono essere perseguiti per le loro azioni.
Chi sono gli hacktivisti di NoName057(16)
NoName057(16) è un gruppo di hacker che si è dichiarato a marzo del 2022 a supporto della Federazione Russa. Hanno rivendicato la responsabilità di attacchi informatici a paesi come l’Ucraina, gli Stati Uniti e altri vari paesi europei. Questi attacchi vengono in genere eseguiti su agenzie governative, media e siti Web di società private
Le informazioni sugli attacchi effettuati da NoName057(16) sono pubblicate nell’omonimo canale di messaggistica di Telegram. Secondo i media ucraini, il gruppo è anche coinvolto nell’invio di lettere di minaccia ai giornalisti ucraini. Gli hacker hanno guadagnato la loro popolarità durante una serie di massicci attacchi DDOS sui siti web lituani.
Le tecniche di attacco DDoS utilizzate dal gruppo sono miste, prediligendo la “Slow http attack”.
La tecnica del “Slow Http Attack”
L’attacco “Slow HTTP Attack” (l’articolo completo a questo link) è un tipo di attacco informatico che sfrutta una vulnerabilità dei server web. In questo tipo di attacco, l’attaccante invia molte richieste HTTP incomplete al server bersaglio, con lo scopo di tenere occupate le connessioni al server per un periodo prolungato e impedire l’accesso ai legittimi utenti del sito.
Nello specifico, l’attacco Slow HTTP sfrutta la modalità di funzionamento del protocollo HTTP, che prevede che una richiesta HTTP sia composta da tre parti: la richiesta, la risposta e il corpo del messaggio. L’attaccante invia molte richieste HTTP incomplete, in cui il corpo del messaggio viene inviato in modo molto lento o in modo incompleto, bloccando la connessione e impedendo al server di liberare le risorse necessarie per servire altre richieste.
Questo tipo di attacco è particolarmente difficile da rilevare e mitigare, poiché le richieste sembrano legittime, ma richiedono un tempo eccessivo per essere elaborate dal server. Gli attacchi Slow HTTP possono causare tempi di risposta molto lenti o tempi di inattività del server, rendendo impossibile l’accesso ai servizi online ospitati su quel sistema.
Per proteggersi da questi attacchi, le organizzazioni possono implementare soluzioni di sicurezza come l’uso di firewall applicativi (web application firewall o WAF), la limitazione delle connessioni al server e l’utilizzo di sistemi di rilevamento e mitigazione degli attacchi DDoS
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Arriva Koske: il malware per Linux sviluppato con l’Intelligenza Artificiale
Gli analisti di AquaSec hanno scoperto un nuovo malware per Linux. Il malware si chiama Koske e si ritiene sia stato sviluppato utilizzando l’intelligenza artificiale. Utilizza immagini JPEG di panda per iniettarsi direttamente nella memoria. I ricercatori descrivono Koske come una “minaccia Linux sofisticata” il cui comportamento adattivo suggerisce che il malware è sviluppato utilizzando modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) o framework di automazione.
L’obiettivo principale di Koske è implementare miner ottimizzati per CPU e GPU che utilizzino le risorse di elaborazione dell’host per estrarre varie criptovalute. Poiché durante lo studio del malware sono stati scoperti indirizzi IP e frasi serbi negli script, nonché la lingua slovacca nel repository GitHub in cui si trovavano i miner, gli esperti non sono stati in grado di stabilire un’attribuzione esatta.
Gli aggressori ottengono l’accesso iniziale sfruttando configurazioni errate di JupyterLab che consentono l’esecuzione di comandi. Quindi, caricano due immagini panda in formato .JPEG sul sistema della vittima, che vengono archiviate su servizi legittimi come OVH Images, FreeImage e PostImage. Queste immagini contengono il payload dannoso.
È importante sottolineare che gli hacker non utilizzano la steganografia per nascondere malware all’interno delle immagini. Si affidano invece a file poliglotti, che possono essere letti e interpretati in diversi formati. Negli attacchi Koske, lo stesso file può essere interpretato come un’immagine o uno script, a seconda dell’applicazione che lo apre o lo elabora.
Le immagini del panda contengono non solo l’immagine stessa, con le intestazioni corrette per il formato JPEG, ma anche script shell dannosi e codice scritto in C, che consentono di interpretare separatamente entrambi i formati. In altre parole, aprendo un file di questo tipo, l’utente vedrà solo un simpatico panda, ma l’interprete dello script eseguirà il codice aggiunto alla fine del file.
I ricercatori scrivono che ogni immagine contiene un carico utile ed entrambi vengono lanciati in parallelo. “Un payload è codice C che viene scritto direttamente in memoria, compilato ed eseguito come oggetto condiviso (file .so) e funziona come un rootkit”, spiegano gli esperti. “Il secondo payload è uno script shell che viene eseguito anch’esso dalla memoria. Utilizza le utilità di sistema standard di Linux per rimanere invisibile e persistente, lasciando una traccia minima.”
Lo script garantisce anche la stabilità della connessione e aggira le restrizioni di rete: riscrive /etc/resolv.conf per utilizzare i DNS di Cloudflare e Google, e protegge questo file con chattr +i. Il malware reimposta anche le regole di iptables, cancella le variabili di sistema relative al proxy ed esegue un modulo personalizzato per forzare l’avvio dei proxy funzionanti tramite curl, wget e richieste TCP dirette.
È proprio per questa adattabilità e questo comportamento che i ricercatori suggeriscono che il malware potrebbe essere stato sviluppato utilizzando LLM o piattaforme di automazione. Prima di distribuirsi al computer della vittima, il malware valuta le capacità dell’host (CPU e GPU) per selezionare il miner più adatto: Koske supporta il mining di 18 diverse criptovalute, tra cui Monero, Ravencoin, Zano, Nexa e Tari.
Se una valuta o un pool non è disponibile, il malware passa automaticamente a un’opzione di backup dal suo elenco interno, il che indica anche un elevato grado di automazione e flessibilità.
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L'Alter ego in gonnella di Trump, ha parlato, ripetendo le parole di Trump. Avesse qualche volta una propria opinione da esprimere, sarebbe un successo, invece... Pora donna!
Gaza, rischio di morte per 100mila bambini
Le autorità di Gaza lanciano un appello disperato per l'invio di aiuti umanitari alla popolazione della Striscia: 40mila neonati sono in pericolo di vita. Lazzarini, Unrwa: 6mila camion di cibo bloccati in Egitto e GiordaniaVatican News
"...La metà degli italiani non vota più. E no, non è protesta. È che non gliene frega un cazzo. E peggio ancora, non se ne vergognano.
Vivono nel proprio piccolo regno di abitudini, dove nulla entra e nulla esce, dove tutto si tiene purché nessuno chieda loro di alzare la testa, di leggere, di capire, di prendere parte. Non è solo apatia. È ignavia. È l’assenza di qualsiasi senso del dovere. È il rifiuto anche solo di guardare in faccia la realtà, purché la domenica ci sia la Serie A e il sabato la spesa all’outlet.
Ignavi. Quelli che non scelgono non per paura, non per delusione, ma perché non gli interessa niente e nessuno. Non scelgono perché non sentono più il bisogno di distinguere il giusto dallo sbagliato, purché la bolletta non dia fastidio e il cellulare abbia campo.
E allora meglio niente. Meglio il silenzio. Meglio il divano. Meglio far finta che la politica sia lontana. Ma la politica non è lontana.
La politica vi ha già tolto la sanità, la scuola, i contratti stabili, le pensioni dignitose. Vi ha svuotato il frigo e riempito le strade di precari. Vi ha regalato Santanché, Sangiuliano, Dalmastro, Rampelli, Lollobrigida, Valditara. Vi ha tolto i diritti e vi ha venduto la retorica del decoro, della sicurezza, della famiglia come giustificazione per ogni porcata.
E voi?
Zitti. Fermi. A guardare."
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Altbot
in reply to Adriano Bono • • •L'immagine è un poster promozionale per un evento musicale intitolato "Limbo Time con Adriano Bono & The Calypsonians Live and Direct!". Il poster presenta un'immagine vivace e colorata di un gruppo di musicisti in costume tropicale, eseguendo una performance. Al centro, una donna in un abito rosa sta eseguendo il Limbo, un gioco tradizionale, con un fuoco che brucia sotto la corda. Intorno a lei, altri musicisti suonano strumenti come la chitarra e il tamburo, creando un'atmosfera festosa e animata.
In alto, il testo "Limbo Time con Adriano Bono & The Calypsonians Live and Direct!" è scritto in caratteri grandi e gialli, attirando l'attenzione. In basso, sono elencate le date e i luoghi dell'evento: sabato 26 luglio a Rimbombarte, Anzio; sabato 2 agosto a Rockonda, Lu; domenica 3 agosto a Agr. Pian di Fiume, Lu; e sabato 16 agosto al Aniene Festival, Roma.
Il poster è progettato per promuovere un evento musicale che combina elementi di calypso e Limbo, con un'atmosfera festosa e colorata.
Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B
🌱 Energia utilizzata: 0.373 Wh