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Prompt Injection Tricks AI Into Downloading and Executing Malware


[wunderwuzzi] demonstrates a proof of concept in which a service that enables an AI to control a virtual computer (in this case, Anthropic’s Claude Computer Use) is made to download and execute a piece of malware that successfully connects to a command and control (C2) server. [wonderwuzzi] makes the reasonable case that such a system has therefore become a “ZombAI”. Here’s how it worked.
Referring to the malware as a “support tool” and embedding instructions into the body of the web page is what got the binary downloaded and executed, compromising the system.
After setting up a web page with a download link to the malicious binary, [wunderwuzzi] attempts to get Claude to download and run the malware. At first, Claude doesn’t bite. But that all changes when the content of the HTML page gets rewritten with instructions to download and execute the “Support Tool”. That new content gets interpreted as orders to follow; being essentially a form of prompt injection.

Claude dutifully downloads the malicious binary, then autonomously (and cleverly) locates the downloaded file and even uses chmod to make it executable before running it. The result? A compromised machine.

Now, just to be clear, Claude Computer Use is experimental and this sort of risk is absolutely and explicitly called out in Anthropic’s documentation. But what’s interesting here is that the methods used to convince Claude to compromise the system it’s using are essentially the same one might take to convince a person. Make something nefarious look innocent, and obfuscate the true source (and intent) of the directions. Watch it in action from beginning to end in a video, embedded just under the page break.

This is a demonstration of the importance of security and caution when using or designing systems like this. It’s also a reminder that large language models (LLMs) fundamentally mix instructions and input data together in the same stream. This is a big part of what makes them so fantastically useful at communicating naturally, but it’s also why prompt injection is so tricky to truly solve.

youtube.com/embed/3UkLnGQZ6zE?…


hackaday.com/2025/01/26/prompt…



ALLA SCOPERTA DEL FEDIVERSO - Fediverse, Mastodon e Dintorni: un video esplorativo di Vincenzo Iannone

Durante la sua diretta, @storyelle@livellosegreto.it inizia a esplorare un po' il Fediverso per capire meglio il concetto di Social Decentralizzati e di cercar un significato, le ramificazioni, l'identità, il software e così via.

youtube.com/live/dhB9qe0wTJc

@Che succede nel Fediverso?



In un'ipotetica guerra l'esercito italiano potrebbe combattere al pari di potenze di media fascia europea?

non ha molto senso a pensare a guerre inter-europa. che poi è il motivo per cui l'aggressione all'ucraina è stata vissuta in modo così traumatico. non è una delle tante guerre a giro per il mondo. è sul suolo europeo. come all'epoca la jugoslavia, e infatti fu inevitabile un coinvolgimento diretto, per buona pace di chi crede che la nato nasca con intento predatori. all'interno della difesa europea l'italia ha un ruolo di prestigio e importante. non numericamente forse ma qualitativamente si. l'italia in caso di invasione del patto di varsavia era la nazione con la responsabilità di schierare truppe da primo impatto con lo scopo di fermare l'avanzata per il tempo necessario (qualche giorno) all'intera nato di avviarsi e poi mettersi in salvo (non resistere fino alla morte). il resto degli stati europei sono alleati. eccetto la russia ovviamente, che purtroppo fa anche parte dell'europa. un po' come il fratello scemo che non si controlla e va subito a menare le mani sui fratelli. nel mondo attuale collaborare e concorrere per il benessere dell'intero pianeta e del'europa non è fare alla lettera quello che dice l'amico putin ma fare la cosa giusta. è ben diverso. pure putin se non seguisse logiche ottocentesche potrebbe capire.

in reply to simona

quei paesi nel mezzo che dici te, come tutta la nato, dipendeva dalla nostra fanteria d'arresto, per avere tempo di mobilitarsi. e quindi si... servirebbe ancora come difesa europea. e comunque quegli stati nel mezzo sono alleati e il fronte iniziale sarebbe quello, e pure l'italia dovrebbe difenderli...
e comunque nel mondo moderno e la corsa agli armamenti seguita all'invasione ucraina pensare che l'italia non abbia potenziali minacce è quantomeno imprevidente.
poi se guardi gli stati confinanti e pensi che solo quelli rappresentino una minaccia beh... sbagli. specie per l'italia che dipende così tanto dall'estero.
almeno io la penso così, mi spiace.
in un mondo dove i confini per certi versi neppure esistono più... è proprio questo che dimsotra quanto l'ottica di putin sia assurda. il potere nel mondo al limite, volendo fare gli imperialisti, non è certo controllare un territorio, ma controllare la sua economia.
in reply to simona

purtroppo siamo pieni di quinte colonne putiniane in questo paese di ridicoli cialtroni


È Guerra Aperta Sulle AI: La Cina Sfida con DeepSeek R1 i Giganti Statunitensi


DeepSeek R1 è un innovativo modello di intelligenza artificiale open source sviluppato da DeepSeek, un’azienda cinese, che sta facendo scalpore nel mondo dell’AI. A differenza dei modelli linguistici tradizionali che si concentrano principalmente sulla generazione e comprensione del testo, DeepSeek R1 è specializzato in inferenza logica, risoluzione di problemi matematici e processo decisionale in tempo reale. Questa attenzione unica lo distingue nel panorama dell’intelligenza artificiale, offrendo capacità di spiegazione e ragionamento migliorate.

Ciò che distingue davvero DeepSeek R1 è la sua natura open source, che consente a sviluppatori e ricercatori di esplorare, modificare e distribuire il modello entro determinati vincoli tecnici. Questa apertura promuove l’innovazione e la collaborazione nella comunità AI. Inoltre, DeepSeek R1 si distingue per la sua convenienza, con costi operativi significativamente inferiori rispetto ai suoi concorrenti.

Infatti, si stima che costi solo il 2% di quanto gli utenti spenderebbero per il modello O1 di OpenAI, rendendo il ragionamento AI avanzato accessibile a un pubblico più ampio.

DeepSeek è un’azienda cinese di intelligenza artificiale con sede a Hangzhou, nella provincia di Zhejiang, Cina. Fondata nel 2023 da Liang Wenfeng, è interamente finanziata dall’hedge fund cinese High-Flyer, anch’esso con sede a Hangzhou.

Un inizio in sordina


A novembre, DeepSeek ha fatto notizia con l’annuncio di aver raggiunto prestazioni superiori a quelle di o1 di OpenAI, ma all’epoca offriva solo un modello R1-lite-preview limitato. Con la versione completa di R1 uscita lunedì scorso e il documento tecnico di accompagnamento, l’azienda ha rivelato un’innovazione sorprendente: un deliberato allontanamento dal processo convenzionale di fine-tuning supervisionato (SFT) ampiamente utilizzato nell’addestramento di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).

SFT, una fase standard nello sviluppo dell’IA, prevede l’addestramento di modelli su set di dati curati per insegnare il ragionamento passo dopo passo, spesso definito chain-of-thought (CoT). È considerato essenziale per migliorare le capacità di ragionamento. Tuttavia, DeepSeek ha sfidato questa ipotesi saltando completamente SFT, optando invece per affidarsi all’apprendimento per rinforzo (RL) per addestrare il modello.

Questa mossa audace ha costretto DeepSeek-R1 a sviluppare capacità di ragionamento indipendenti, evitando la fragilità spesso introdotta dai set di dati prescrittivi. Mentre emergono alcuni difetti, che hanno portato il team a reintrodurre una quantità limitata di SFT durante le fasi finali di creazione del modello, i risultati hanno confermato la svolta fondamentale: il solo apprendimento per rinforzo potrebbe determinare guadagni sostanziali in termini di prestazioni.

Un passo avanti verso l’AGI?


L’azienda afferma che l’approccio di training di DeepSeek-R1 si discosta dai metodi tradizionali che richiedono enormi set di dati e risorse di elaborazione. Invece, si concentra su:

  • Dati di pre-addestramento e dati sintetici: mentre le leggi di scalabilità suggeriscono che set di dati più grandi producono risultati migliori, l’approccio ai dati ottimizzati e curati di DeepSeek sfida l’idea che di più è sempre meglio.
  • Ottimizzazione post-training: tecniche come Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF) e self-play stanno ridefinendo l’efficienza post-training. I loop iterativi di DeepSeek esemplificano come questi metodi massimizzino le prestazioni senza affidarsi alla forza bruta.
  • Inferenza e calcolo in fase di test: l’attivazione sparsa rappresenta una svolta, consentendo ai modelli di offrire prestazioni elevate con un calcolo minimo durante casi d’uso reali.

Queste tecniche consentono a DeepSeek-R1 di essere circa il 95,3% meno costoso da gestire rispetto a Claude 3.5 Sonnet di Anthropic. La sua architettura Mixture-of-Experts (MoE), che attiva solo una frazione di parametri per token, contrasta nettamente con i modelli di forza bruta che coinvolgono tutti i parametri, gonfiando i costi.

DeepSeek avrebbe addestrato il suo modello base, denominato V3, con un budget di 5,58 milioni di dollari in due mesi, secondo l’ingegnere Nvidia Jim Fan. Sebbene l’azienda non abbia divulgato i dati di addestramento esatti utilizzati, le tecniche moderne rendono l’addestramento su web e set di dati aperti sempre più accessibili. Stimare il costo totale dell’addestramento di DeepSeek-R1 è impegnativo. Sebbene l’esecuzione di 50.000 GPU suggerisca spese significative (potenzialmente centinaia di milioni di dollari), le cifre precise rimangono speculative.

Ciò che è chiaro, però, è che DeepSeek è stato molto innovativo fin dall’inizio. L’anno scorso, sono emersi resoconti su alcune innovazioni iniziali che stava realizzando, su tecnologie come Mixture of Experts e Multi-Head Latent Attention.

DeepSeek R1 funziona anche localmente


Sebbene le capacità di DeepSeek R1 siano impressionanti, potresti chiederti come sfruttare la sua potenza sulla tua macchina. È qui che entra in gioco Ollama. Ollama è uno strumento versatile progettato per eseguire e gestire Large Language Model (LLM) come DeepSeek R1 su personal computer. Ciò che rende Ollama particolarmente interessante è la sua compatibilità con i principali sistemi operativi tra cui macOS, Linux e Windows, rendendolo accessibile a un’ampia gamma di utenti.

Una delle caratteristiche più importanti di Ollama è il suo supporto per l’utilizzo di API, inclusa la compatibilità con l’API OpenAI. Ciò significa che puoi integrare senza problemi DeepSeek R1 nei tuoi progetti o applicazioni esistenti che sono già impostati per funzionare con i modelli OpenAI.

Per iniziare a eseguire DeepSeek R1 in locale utilizzando Ollama , segui queste istruzioni di installazione per il tuo sistema operativo:

  1. Per macOS:
    • Scarica il programma di installazione dal sito web di Ollama
    • Installa ed esegui l’applicazione


  2. Per Linux:
    • Utilizzare il comando curl per un’installazione rapida: curl ollama.ai/install.sh | sh
    • In alternativa, installare manualmente utilizzando il pacchetto .tgz


  3. Per Windows:
    • Scarica ed esegui il programma di installazione dal sito web di Ollama


Una volta installato, puoi iniziare a usare DeepSeek R1 con semplici comandi. Controlla la tua versione di Ollama con ollama -v , scarica il modello DeepSeek R1 usando ollama pull deepseek-r1 ed eseguilo con ollama run deepseek-r1 .

Con questi passaggi, sarai in grado di sfruttare la potenza di DeepSeek R1 direttamente sul tuo personal computer, aprendo un mondo di possibilità per il ragionamento e la risoluzione dei problemi guidati dall’intelligenza artificiale.

Conclusioni


DeepSeek R1 rappresenta un passo significativo nel panorama dell’intelligenza artificiale, distinguendosi per le sue capacità uniche di inferenza logica, risoluzione di problemi matematici e processo decisionale in tempo reale. L’approccio innovativo adottato da DeepSeek, che combina la natura open source del modello con tecniche avanzate come l’apprendimento per rinforzo e l’attivazione sparsa, ridefinisce gli standard dell’AI, rendendola più efficiente e accessibile.

La possibilità di eseguire DeepSeek R1 in locale, grazie a strumenti come Ollama, amplia ulteriormente le opportunità di utilizzo, permettendo a sviluppatori, ricercatori e aziende di sfruttarne le potenzialità senza dipendere esclusivamente da soluzioni cloud costose.

Sebbene alcune sfide tecniche permangano, come l’ottimizzazione delle capacità di ragionamento e l’affinamento dei metodi di addestramento, DeepSeek R1 dimostra che è possibile coniugare efficienza, scalabilità e innovazione. Con costi operativi drasticamente ridotti e una versatilità unica, questo modello apre nuove strade verso un’AI più sostenibile e accessibile, avvicinandoci ulteriormente al sogno di un’intelligenza artificiale generale (AGI).

Il futuro dell’AI non è solo fatto di prestazioni superiori, ma di accessibilità e collaborazione. DeepSeek R1 è la prova concreta che l’innovazione può prosperare anche attraverso approcci aperti e non convenzionali.

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Le Car Botnet Stanno Arrivando! Controllare la Tua Auto a Distanza? Gli Hacker Dimostrano Quanto È Facile


Diversi anni fa, Massimiliano Brolli introdusse il concetto di Car Botnetin un articolo pubblicato nell’aprile del 2019, in un periodo in cui i dispositivi IoT iniziavano timidamente a entrare nelle nostre vite quotidiane. In quell’articolo, ipotizzava un futuro in cui botnet composte da veicoli intelligenti connessi a internet potessero essere sfruttate per compiere attacchi terroristici su larga scala. Oggi, a distanza di cinque anni, sembra che ci stiamo gradualmente avvicinando a scenari di minaccia sempre più simili a quelli prefigurati allora.

Il ricercatore sulla sicurezza Sam Curry ha deciso di verificare la sicurezza della Subaru che ha comprato per sua madre. Circa un anno fa, ha concordato con la casa automobilistica che in futuro avrebbe esplorato la possibilità di hackerare il sistema della macchina. L’opportunità si è presentata a novembre, quando Curry e il collega Shubham Shah hanno iniziato ad analizzare le caratteristiche Internet della Subaru Impreza 2023.

Curry e Shah hanno scoperto delle vulnerabilità nel portale web di Subaru che consentivano loro di controllare a distanza le funzioni del veicolo come l’apertura delle porte, l’allarme, l’accensione e persino il monitoraggio della posizione del veicolo. Inoltre, i ricercatori hanno potuto accedere a un anno intero di dati storici sui movimenti dell’auto, inclusi indirizzi visitati, medici, amici e persino la posizione esatta nel parcheggio.

Le vulnerabilità hanno interessato il sistema Starlink, utilizzato nei veicoli Subaru negli Stati Uniti, Canada e Giappone. Gli hacker hanno potuto riassegnare i controlli a qualsiasi veicolo connesso a Starlink semplicemente utilizzando strumenti basati sul web per i dipendenti Subaru. Dopo aver informato l’azienda a novembre, Subaru ha rapidamente risolto i problemi, ma i ricercatori avvertono che anche altre case automobilistiche presentano vulnerabilità simili.

Tra i problemi identificati nel portale Subaru c’è la possibilità di reimpostare la password di un dipendente conoscendo solo la sua email, oltre a bypassare la verifica delle risposte alle domande di sicurezza. Avendo accesso all’account del dipendente, Curry e Shah hanno potuto cercare i proprietari dei veicoli per nome, numero di telefono o numero di targa. Usando questi dati, potrebbero controllare a distanza le funzioni dell’auto.

Gli hacker sostengono che tali capacità comportano seri rischi per la sicurezza e la privacy. Gli aggressori potrebbero utilizzare questi dati per furti, sorveglianza o altre attività illegali. Sebbene Subaru assicuri che solo i dipendenti appositamente formati hanno accesso ai dati, il problema di preservare la cronologia annuale dei movimenti rimane rilevante.

I ricercatori avvertono che le case automobilistiche stanno trasformando sempre più le auto in “raccoglitori di dati”, minacciando la sicurezza personale dei conducenti. Secondo la Mozilla Foundation , il 92% delle auto moderne offre agli utenti un controllo minimo sui dati raccolti e l’84% si riserva il diritto di vendere o condividere tali informazioni.

Curry ha concluso che tali casi dimostrano la scarsa protezione dei dati nel settore automobilistico e ha chiesto controlli più severi sulla raccolta e l’uso delle informazioni personal

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Nello Spazio, Mosca sarà più aggressiva. Cosa dice il report Rand

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Le paure “esagerate” della Russia riguardo a un possibile attacco preventivo statunitense nello Spazio, insieme alla crescente “tolleranza al rischio” di Mosca, rappresentano sfide significative per gli sforzi degli Stati Uniti volti a mantenere la pace nel dominio spaziale. Questo



Steam Brick Makes Your Steam Deck Headless


A black box with the words "Steam BRICK" emblazoned in white and orange text. It sits on a grey surface with various electronic parts surrounding it.

Handhelds are designed to be portable, but what if you need something smaller than OEM? The Steam Brick pulls basically everything off of a Steam Deck to make it as portable as possible.

[crastinator-pro] found they rarely used the controller or screen on their Steam Deck, and the form factor was too bulky to conveniently chuck into their bag, negating the advantage of owning a portable console. As to be expected from any self-respecting hacker, they did a couple quick tests with components unplugged then got to work with the rotary tool.

After excising the main board from its handheld bonds and trimming unnecessary bits from the aluminum frame around the mainboard, they designed a case that can be tossed in a bag without any special treatment. The case was printed in polycarbonate to better withstand the heat of the console running at full tilt, and the colorful details were added in PLA with a 3D pen.

We’ve discussed using a Steam Deck as a single-board computer before, but if you want to keep it in one piece, you could also get it setup in a slick keyboard case.


hackaday.com/2025/01/26/steam-…



QBot torna a colpire: il trojan bancario evolve in una piattaforma di attacco modulare


Il trojan QBot (Qakbot) attira nuovamente l’attenzione degli specialisti di sicurezza informatica. Il malware, attivo dal 2007, rimane uno degli esempi più persistenti di trojan bancari che si è evoluto in una potente piattaforma di attacco.

Nell’agosto 2024, le forze dell’ordine hanno condotto un’operazione su larga scala per reprimere le attività degli operatori QBot. Ora ZScaler ha scoperto una connessione tra la funzionalità di QBot e altre minacce, incluso il malware Zloader, che utilizza il tunneling DNS per trasferire segretamente i dati.

Durante l’analisi dei file dannosi i ricercatori hanno rivelato dettagli interessanti. Uno dei campioni rilevati, contenente un archivio “pack.dat“, includeva diversi componenti sospetti, inclusi file exe e dll che lavorano insieme per decrittografare un file PE nascosto che avvia ulteriori attività dannose.

L’algoritmo di crittografia RC4 utilizzato indica un elevato livello di sofisticazione da parte dei criminali informatici.

Lo studio ha confermato che QBot si è evoluto, introducendo una nuova struttura modulare che consente di utilizzare il Trojan come piattaforma per l’esecuzione di altri moduli dannosi. Ad esempio, il nuovo modulo BackConnect è stato progettato per monitorare i processi e trasmettere informazioni sui sistemi infetti attraverso canali crittografati.

Gli esperti hanno scoperto che il modulo utilizza funzioni di basso livello per controllare i processi e accedere al registro di Windows, oltre che per aggirare i meccanismi di sicurezza standard e analizzare il funzionamento del sistema.

Un ulteriore monitoraggio ha rivelato che l’attività di QBot era correlata alla campagna ransomware BlackBasta. Le tattiche moderne come il sideloading consentono ai criminali di sviluppare attacchi e aggirare efficacemente i metodi di difesa tradizionali. I ricercatori avvertono che tali tecniche potrebbero essere utilizzate per ulteriori attacchi ransomware.

Per contrastare la minaccia, ZScaler ha pubblicato le regole YARA per identificare nuove versioni di malware. Tuttavia, l’efficacia delle misure dipende dalla velocità della loro attuazione nei sistemi di protezione.

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Telecamere Avtech e router Huawei usati per attacchi DDoS: la minaccia della botnet Murdoc


Gli specialisti di Qualys hanno scoperto una nuova botnet chiamata Murdoc, che attacca le vulnerabilità delle telecamere IP Avtech e dei router Huawei HG532. La botnet ha già infettato più di 1.370 sistemi (principalmente in Malesia, Messico, Tailandia, Indonesia e Vietnam).

È stato riferito che Mirai Murdoc, costruito sulla base del malware IoT, è attivo da luglio 2024.

Per ottenere l’accesso iniziale ai dispositivi IoT, la botnet utilizza vulnerabilità note, tra cui CVE-2024-7029 e CVE-2017-17215 . Dopo aver sfruttato i bug, il payload della fase successiva viene caricato utilizzando uno script di shell. Questo script scarica i principali malware a seconda dell’architettura del dispositivo di destinazione.

I ricercatori scrivono che l’obiettivo finale degli aggressori è utilizzare la botnet per lanciare attacchi DDoS, come nel caso di altre botnet basate su Mirai

Una ricerca tramite Censys mostra che attualmente ci sono oltre 37.995 telecamere Avtech vulnerabili online, la maggior parte delle quali si trova a Taiwan, Vietnam, Indonesia, Stati Uniti e Sri Lanka.

Va inoltre osservato che gli operatori delle botnet utilizzano più di 100 server di controllo che stabiliscono il contatto con gli apparecchi compromessi e diffondono malware.

Ricordiamo che il problema RCE CVE-2024-7029 è stato scoperto nell’estate del 2024. La vulnerabilità è correlata alla funzione Luminosità e consente agli aggressori non autenticati di eseguire l’iniezione di comandi utilizzando richieste appositamente predisposte.

Sebbene il problema riguardi tutte le telecamere IP Avtech AVM1203 con versioni firmware fino a Fullmg-1023-1007-1011-1009, il supporto per queste telecamere è già stato interrotto e la loro durata è scaduta nel 2019. Quindi non esistono patch per CVE-2024-7029 e il produttore non prevede di rilasciarle.

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Capacitor Decoupling Chaos, and Why You Should Abandon 100 nF


Everyone knows that the perfect capacitor to decouple the power rails around ICs is a 100 nF ceramic capacitor or equivalent, yet where does this ‘fact’ come from and is it even correct? These are the questions that [Graham] set out to answer once and for all. He starts with an in-depth exploration of the decoupling capacitor (and related) theory. [Graham] then dives into the way that power delivery is affected by the inherent resistance, capacitance, and inductance of traces. This is the problem that decoupling capacitors are supposed to solve.

Effectively, the decoupling capacitor provides a low-impedance path at high frequencies and a high-impedance path at low frequencies. Ideally, a larger value capacitor would be better, but since this is the real world and capacitors have ESL and ESR parameters, we get to look at impedance graphs. This is the part where we can see exactly what decoupling effect everyone’s favorite 100 nano-farad capacitors have, which as it turns out is pretty miserable.

Meanwhile, a 1 µF (ceramic) capacitor will have much better performance, as shown with impedance graphs for MLCC capacitors. As a rule of thumb, a single large decoupling capacitor is better, while two MLCC side-by-side can worsen noise. Naturally, one has to keep in that although ‘more capacity is better for decoupling’, there is still such a thing as ‘inrush current’ so don’t go too crazy with putting 1,000 µF decoupling capacitors everywhere.


hackaday.com/2025/01/25/capaci…



Falla in 7-Zip bypassa gli avvisi di sicurezza di Windows: dati a rischio


La falla consente agli aggressori remoti di bypassare il meccanismo di protezione Mark-of-the-Web (MoTW) sulle installazioni interessate di 7-Zip. La vulnerabilità richiede l'interazione dell'utente, ma non per questo va presa sotto gamba. Ecco perché la patch è urgente

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Aumenta il phishing, ma è allerta infostealer e malware Android: il report CERT-AgID


Sono i dati che emergono dal report del CERT-AgID che analizza le tendenze delle campagne malevole analizzate nel corso del 2024 e che fotografa un panorama cyber criminale sempre più complesso e minaccioso. Ecco tutti i dettagli

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EDPB, le linee guida sulla pseudonimizzazione dei dati: vantaggi e criticità


La pseudonimizzazione è preziosa perché in grado di ridurre i rischi, proteggendo i dati da accessi non autorizzati senza comprometterne l’utilità. Ecco cos'è, cosa emerge dalle nuove linee guida dell'EDPB e qual è il suo ruolo strategico

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Consent-O-Matic, come si semplifica la gestione del consenso ai cookie


I pop-up per il consenso ai cookie, nati per proteggere la privacy degli utenti, si sono trasformati in un ostacolo. Ecco come Consent-O-Matic combatte l'uso subdolo dei cosidetti "dark pattern"

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Le sfide di cyber security del 2025 secondo il World Economic Forum


Il report è un'analisi dettagliata dei principali fattori che contribuiscono alla complessità del settore. Fornisce preziose informazioni sulle sfide informatiche più pressanti per il prossimo anno e le loro potenziali implicazioni per i leader

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Scoperte falle nell’infotainment Mercedes-Benz: cosa impariamo


Scoperte vulnerabilità nella prima generazione dell'infotainment MBUX della Mercedes-Benz, che la Casa automobilistica ha già risolto. Molte delle falle possono servire per sferrareattacchi DoS. Invece altre possono permettere di ottenere dati, di effettuare iniezione di comandi e per l'escalation dei privilegi. Ecco come proteggersi

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NIS2, cosa cambia nella classificazione degli incidenti: la tassonomia cyber di ACN


A partire da gennaio 2026 scatterà l’obbligo, previsto dalla NIS2, di rispettare le tempistiche e le modalità di comunicazione degli incidenti cyber. A tal proposito, l’ACN ha pubblicato la nuova tassonomia cyber per favorire lo scambio di informazioni e facilitare il processo di notifica degli incidenti. Ecco di cosa si tratta

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I contratti di lavoro devono essere disapplicati se violano il GDPR: la sentenza CGUE


I contratti collettivi nazionali di lavoro devono rispettare la privacy. A stabilirlo è la Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, in una recente sentenza, ha stabilito paletti ben precisi per il rispetto del GDPR in assenza del quale il Garante privacy e il giudice devono disapplicare il Ccnl. Vediamo meglio

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La comunicazione nei sistemi di gestione: pilastro per la sicurezza delle informazioni


Tra i requisiti della ISO 27001, il 7.4 relativo alla Comunicazione è spesso percepito come “minore”, ma riveste, invece, un ruolo essenziale nella protezione delle informazioni e nella conformità normativa. Ecco come identificare contenuti e destinatari, definire tempistiche e responsabilità, mappare le parti interessate e formalizzarla nei documenti del sistema di gestione

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Does a Radome Affect Radio?


Not too far away from where this is being written is one of Uncle Sam’s NATO outposts, a satellite earth station for their comms system. Its most prominent feature is a radome, a huge golf-ball-like structure visible for miles, that protects a large parabolic antenna from the British weather. It makes sense not just for a superpower to protect its antennas from the elements, and [saveitforparts] is doing the same with a geodesic dome for his radio telescope experiments. But what effect does it have on the received signal? He’s made a video to investigate.

The US military radome is likely constructed of special RF-transparent materials, but this smaller version has a fibreglass skin and an aluminium frame. When he compares internal and external sky scans made with a small motorised satellite TV antenna he finds that the TV satellites are just as strong, but that the noise floor is higher and the frame is visible in the scan. It’s particularly obvious with such small dish, and his planned larger array should improve matters.

We would be curious to know whether an offset-fed dish constructed to minimise ground noise reaching the LNB, would improve matters further. It’s no surprise that the frame doesn’t impede the TV satellites though, as it is many wavelengths wide at that frequency. The video is below the break, and meanwhile, we featured the antenna he’s using here in 2023.

youtube.com/embed/cUfDu8PFS9Q?…


hackaday.com/2025/01/25/does-a…



Software Lets You Paint Surface Patterns on 3D Prints


Just when you think you’ve learned all the latest 3D printing tricks, [TenTech] shows up with an update to their Fuzzyficator post-processing script. This time, the GPL v3 licensed program has gained early support for “paint-on” textures.

Fuzzyficator works as a plugin to OrcaSlicer, Bambu Studio, and PrusaSlicer. The process starts with an image that acts as a displacement map. Displacement map pixel colors represent how much each point on the print surface will be moved from its original position. Load the displacement map into Fuzzyficator, and you can paint the pattern on the surface right in the slicer.

This is just a proof of concept though, as [TenTech] is quick to point out. There are still some bugs to be worked out. Since the modifications are made to the G-code file rather than the model, the software has a hard time figuring out if the pattern should be pressed into the print, or lifted above the base surface. Rounded surfaces can cause the pattern to deform to fit the surface.

If you’d like to take the process into your own hands, we’ve previously shown how Blender can be used to add textures to your 3D prints.

youtube.com/embed/6aCyaxZONAI?…


hackaday.com/2025/01/25/softwa…

Joe Vinegar reshared this.



Soviet Wired Radio, How It Worked


At the height of the Cold War, those of us on the western side of the wall had plenty of choice over our radio listening, even if we stuck with our country’s monolithic broadcaster. On the other side in the Soviet Union, radio for many came without a choice of source, in the form of wired radio systems built into all apartments. [Railways | Retro Tech | DIY] grew up familiar with these wired radios, and treats us to a fascinating examination of their technology, programming, and ultimate decline.

In a Soviet apartment, usually in the kitchen, there would be a “Radio” socket on the wall. Confusingly the same physical dimension as a mains socket, it carried an audio signal. The box which plugged into it was referred to as a radio, but instead contained only a transformer, loudspeaker, and volume control. These carried the centralised radio station, piped from Moscow to the regions by a higher voltage line, then successively stepped down at regional, local, and apartment block level. A later refinement brought a couple more stations on separate sub-carriers, but it was the single channel speakers which provided the soundtrack for daily life.

The decline of the system came over the decades following the end of communism, and he describes its effect on the mostly older listenership. Now the speaker boxes survive as affectionate curios for those like him who grew up with them.

You probably won’t be surprised to find twisted-wire broadcasting in use in the West, too.

youtube.com/embed/AvTaNVXGR0w?…

Thanks [Stephen Walters] for the tip.


hackaday.com/2025/01/25/soviet…

Gazzetta del Cadavere reshared this.



Arriva GhostGPT! L’AI senza Censura che aiuta i criminali informatici a colpire senza pietà


Nel 2023, il mondo ha assistito all’emergere dei primi modelli di intelligenza artificiale generativa che potevano essere usati per le attività criminali.

Uno dei più famosi è stato WormGPT, che ha dimostrato la sua capacità di aiutare gli hacker a creare software dannoso. È stato seguito da WolfGPT ed EscapeGPT e recentemente i ricercatori di sicurezza informatica hanno scoperto una nuova utility AI: GhostGPT.

Secondo gli esperti di Abnormal Security, GhostGPT utilizza una versione hackerata del chatbot ChatGPT di OpenAI o un modello linguistico simile, privo di ogni restrizione etica.

GhostGPT, eliminando i meccanismi di sicurezza integrati, fornisce risposte dirette e non filtrate a query pericolose che i tradizionali sistemi di intelligenza artificiale bloccherebbero o segnalerebbero“, ha affermato la società in un post sul blog del 23 gennaio.

Gli sviluppatori di GhostGPT lo promuovono attivamente come uno strumento con quattro caratteristiche chiave:

  • mancanza di censura;
  • elevata velocità di elaborazione dei dati;
  • nessuna registrazione, il che aiuta a evitare di creare prove;
  • facilità d’uso.

Lo strumento è accessibile direttamente tramite un bot su Telegram, il che lo rende particolarmente attraente per gli aggressori. GhostGPT è ampiamente pubblicizzato nei forum di hacking e si concentra principalmente sulla creazione di attacchi BEC (Business Email Compromise).

I ricercatori di Abnormal Security hanno testato le capacità di GhostGPT chiedendogli di creare un’e-mail di phishing utilizzando Docusign. Il risultato è stato estremamente convincente, confermando la capacità dello strumento di ingannare le potenziali vittime.

Oltre a creare e-mail di phishing, GhostGPT può essere utilizzato per programmare malware e sviluppare exploit.

Una delle principali minacce associate a questo strumento è l’abbassamento delle barriere all’ingresso in attività criminali. Grazie all’intelligenza artificiale generativa, le e-mail fraudolente stanno diventando più intelligenti e più difficili da rilevare.

Ciò è particolarmente importante per gli hacker la cui lingua madre non è l’inglese. GhostGPT offre anche comodità e velocità: gli utenti non hanno bisogno di hackerare ChatGPT o configurare modelli open source. Pagando una tariffa fissa, ottengono l’accesso e possono concentrarsi immediatamente sull’esecuzione degli attacchi.

L'articolo Arriva GhostGPT! L’AI senza Censura che aiuta i criminali informatici a colpire senza pietà proviene da il blog della sicurezza informatica.

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Preventing AI Plagiarism With .ASS Subtitling


Around two years ago, the world was inundated with news about how generative AI or large language models would revolutionize the world. At the time it was easy to get caught up in the hype, but in the intervening months these tools have done little in the way of productive work outside of a few edge cases, and mostly serve to burn tons of cash while turning the Internet into even more of a desolate wasteland than it was before. They do this largely by regurgitating human creations like text, audio, and video into inferior simulacrums and, if you still want to exist on the Internet, there’s basically nothing you can do to prevent this sort of plagiarism. Except feed the AI models garbage data like this YouTuber has started doing.

At least as far as YouTube is concerned, the worst offenders of AI plagiarism work by downloading the video’s subtitles, passing them through some sort of AI model, and then generating another YouTube video based off of the original creator’s work. Most subtitle files are the fairly straightfoward .srt filetype which only allows for timing and text information. But a more obscure subtitle filetype known as Advanced SubStation Alpha, or .ass, allows for all kinds of subtitle customization like orientation, formatting, font types, colors, shadowing, and many others. YouTuber [f4mi] realized that using this subtitle system, extra garbage text could be placed in the subtitle filetype but set out of view of the video itself, either by placing the text outside the viewable area or increasing its transparency. So now when an AI crawler downloads the subtitle file it can’t distinguish real subtitles from the garbage placed into it.

[f4mi] created a few scripts to do this automatically so that it doesn’t have to be done by hand for each one. It also doesn’t impact the actual subtitles on the screen for people who need them for accessibility reasons. It’s a great way to “poison” AI models and make it at least harder for them to rip off the creations of original artists, and [f4mi]’s tests show that it does work. We’ve actually seen a similar method for poisoning data sets used for emails long ago, back when we were all collectively much more concerned about groups like the NSA using automated snooping tools in our emails than we were that machines were going to steal our creative endeavors.

Thanks to [www2] for the tip!

youtube.com/embed/NEDFUjqA1s8?…


hackaday.com/2025/01/25/preven…




Le sfide dell’intelligenza artificiale

@Politica interna, europea e internazionale

5 febbraio 2025, ore 11:30 presso la Fondazione Luigi Einaudi, via della Conciliazione 10, Roma Presentazione del rapporto FLE redatto dal prof. Guzzetta Interverranno sen. Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione tecnologica prof.ssa Giusella




Networking History Lessons


Do they teach networking history classes yet? Or is it still too soon?

I was reading [Al]’s first installment of the Forgotten Internet series, on UUCP. The short summary is that it was a system for sending files across computers that were connected, intermittently, by point-to-point phone lines. Each computer knew the phone numbers of a few others, but none of them had anything like a global routing map, and IP addresses were still in the future. Still, it enabled file transfer and even limited remote access across the globe. And while some files contained computer programs, others files contained more human messages, which makes UUCP also a precursor to e-mail.

What struck me is how intuitively many of this system’s natural conditions and limitations lead to the way we network today. From phone numbers came the need for IP addresses. And from the annoyance of having know how the computers were connected, and to use the bang notation to route a message from one computer to another through intermediaries, would come our modern routing protocols, simply because computer nerds like to automate hassles wherever possible.

But back to networking history. I guess I learned my networking on the mean streets, by running my own Linux system, and web servers, and mail servers. I knew enough networking to get by, but that mostly focused on the current-day application, and my beard is not quite grey enough to have been around for the UUCP era. So I’m only realizing now that knowing how the system evolved over time helps a lot in understanding why it is the way it is, and thus how it functions. I had a bit of a “eureka” moment reading about UUCP.

In physics or any other science, you learn not just the status quo in the field, but also how it developed over the centuries. It’s important to know something about the theory of the aether to know what special relativity was up against, for instance, or the various historical models of the atom, to see how they inform modern chemistry and physics. But these are old sciences with a lot of obsolete theories. Is computer science old enough that they teach networking history? They should!

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hackaday.com/2025/01/25/networ…



GAZA. Hamas libera 4 soldatesse. Scarcerati 200 detenuti palestinesi, festa a Ramallah


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli ostaggi sono già in Israele. 70 prigionieri palestinesi sono stati deportati in Egitto e alcuni di loro andranno in esilio in altri Paesi
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Carta e penna salveranno la mente dei nostri ragazzi

@Politica interna, europea e internazionale

Intervista a Cangini nella giornata della scrittura a mano Dalla bulimia all’anoressia, dall’autolesionismo agli attacchi di ansia, di panico fino ai tentativi di suicidio: i disturbi di carattere psicologico dei giovani sono in crescita continua ed esponenziale. Ma tra questi ce ne è uno che non è



io non penso a trump ma agli elettori di trump a cui probabilmente sono rivolte queste dichiarazioni. e rimango dell'idea che non ci sia salvezza se non l'annientamento completo della specie umana. di certo succedesse non si potrebbe sostenere che sia immeritato. chissà se dio intende davvero mantenere la promessa di impedire un secondo diluvio.

agi.it/estero/news/2025-01-25/…




le tragedie che riguardano popoli o persone possono essere inquadrate in modi molto diversi. si può usare una disgrazia specifica per indagare sulla brutalità potenziale dell'animo umano, con l'impegno di migliorare se stessi e gli altri affinché niente del genere succeda più nel mondo. oppure si può voler tutelare solo ste stessi, trasformare l'evento tragico in una tragedia "nazionale", dove non fega niente di tutte le altre ingiustizie e stermini del mondo, e pretendere chi gli altri ti mettano su un piedistallo e diano alle tue vite più valore che ad altre. e in questo caso non ci può essere un sostegno pubblico perché diventa una faccenda privata. questo è quello che fa lo stato di israele. da vittime a carnefici. uno stato che definisco democratico non solo in base al fatto che sia eletto democraticamente, ma che dia valore alla vita umana, tutta, senza discriminazioni. alla fine distinguere un governo democratico da uno totalitario è più difficile e sfumato di quanto sembri, perché non basta ricercare caratteristiche formali, ma sostanziali. formalmente pure quella russa è una democrazia. formalmente. nel mondo di vere democrazie ce ne sono abbastanza poche, ed è interesse di tutti che diventino sempre di più. e parlo di democrazie compiute e sostanziali composte da cittadini consapevoli e informati. non è una buona rappresentanza politica che genera cittadini consapevoli, ma cittadini consapevoli che generano una buona rappresentanza politica. purtroppo.

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Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
simona
@GianK_hill
credo che none sista democrazia senza cittadini consapevoli. volendo "esportare" la democrazia credo sia inevitabile dover per forza partire dall'educazione e dalla cultura nei cittadini, magari cercando di far capire a un governo locale che questo garantirebbe una prospettiva e sarebbe un investimento.




Muri Digitali: La Bielorussia Blocca Internet Durante le Elezioni


Dalle 10:00 del 25 gennaio alle 23:59 del 27 gennaio 2025, i fornitori di hosting bielorussi limiteranno l’accesso all’hosting virtuale dall’esterno della Repubblica di Bielorussia. Questa misura è stata introdotta in conformità con l’ordine del Centro analitico operativo del Presidente della Repubblica di Bielorussia.

Si consiglia ai clienti che utilizzano servizi esterni di prepararsi a possibili limitazioni nella disponibilità delle risorse. Se il record DNS non è indirizzato ai server DNS all’interno del Paese, si consiglia vivamente di modificarlo per ridurre al minimo le conseguenze del blocco del traffico esterno e mantenere la disponibilità dei siti.

In precedenza, il 10 gennaio 2025, in Bielorussia erano già state osservate interruzioni nell’accesso a Internet. Gli utenti hanno segnalato problemi di accesso a siti Web, messaggistica istantanea e YouTube. Secondo le informazioni sul sito web di Beltelecom, durante questo periodo sono stati svolti lavori programmati, durante i quali sono state applicate restrizioni all’accesso a Internet.

Queste restrizioni coincidono con le elezioni presidenziali previste per il 26 gennaio 2025. La votazione anticipata è iniziata il 21 gennaio e durerà fino al 25 gennaio. Cinque candidati sono in lizza per la carica di capo di Stato, tra cui il presidente in carica Alexander Lukashenko, che sta cercando un settimo mandato consecutivo.

Le precedenti elezioni del 2020 sono state accompagnate da proteste di massa e accuse di frode. Le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza, tra cui la possibile chiusura di Internet e il dispiegamento di forze armate per mantenere l’ordine.

Le restrizioni all’accesso esterno a Internet durante il periodo elettorale sollevano preoccupazioni tra gli utenti e gli esperti riguardo alla stabilità e alla disponibilità delle informazioni nel Paese.

L'articolo Muri Digitali: La Bielorussia Blocca Internet Durante le Elezioni proviene da il blog della sicurezza informatica.



AI Mistakes Are Different, and That’s a Problem


People have been making mistakes — roughly the same ones — since forever, and we’ve spent about the same amount of time learning to detect and mitigate them. Artificial Intelligence (AI) systems make mistakes too, but [Bruce Schneier] and [Nathan E. Sanders] make the observation that, compared to humans, AI models make entirely different kinds of mistakes. We are perhaps less equipped to handle this unusual problem than we realize.

The basic idea is this: as humans we have tremendous experience making mistakes, and this has also given us a pretty good idea of what to expect our mistakes to look like, and how to deal with them. Humans tend to make mistakes at the edges of our knowledge, our mistakes tend to clump around the same things, we make more of them when bored or tired, and so on. We have as a result developed controls and systems of checks and balances to help reduce the frequency and limit the harm of our mistakes. But these controls don’t carry over to AI systems, because AI mistakes are pretty strange.

The mistakes of AI models (particularly Large Language Models) happen seemingly randomly and aren’t limited to particular topics or areas of knowledge. Models may unpredictably appear to lack common sense. As [Bruce] puts it, “A model might be equally likely to make a mistake on a calculus question as it is to propose that cabbages eat goats.” A slight re-wording of a question might be all it takes for a model to suddenly be confidently and utterly wrong about something it just a moment ago seemed to grasp completely. And speaking of confidence, AI mistakes aren’t accompanied by uncertainty. Of course humans are no strangers to being confidently wrong, but as a whole the sort of mistakes AI systems make aren’t the same kinds of mistakes we’re used to.

There are different ideas on how to deal with this, some of which researchers are (ahem) confidently undertaking. But for best results, we’ll need to invent new ways as well. The essay also appeared in IEEE Spectrum and isn’t terribly long, so take a few minutes to check it out and get some food for thought.

And remember, if preventing mistakes at all costs is the goal, that problem is already solved: GOODY-2 is undeniably the world’s safest AI.


hackaday.com/2025/01/25/ai-mis…




Da circa un anno ogni sabato pomeriggio alle 13 conduco un programma radiofonico in una piccola radio di Varsavia che si chiama IMI Radio. IMI Radio è una radio fatta in gran parte dagli stranieri per gli stranieri.

Il programma si chiama One Week in Poland, e vi racconto quello che è successo in Polonia nei 7 giorni precedenti. Ah sì è in lingua inglese.

Se avete piacere potete ascoltarlo qui:

imiradio.pl

in reply to FabioTurco

interessante! Ma non è che magari tieni anche una newsletter in italiano con i materiali che raccogli?
in reply to informapirata ⁂

@informapirata ⁂ al momento no. Però qualcosa bolle in pentola 😀
Per il momento in italiano c'è il canale Telegram Polonia e dintorni, mentre con il collettivo Centrum Report ci sono il podcast mensile Václav Podcast e la newsletter culturale Magda

informapirata ⁂ reshared this.


in reply to simona

thx... la mia compagna usa più lo smartphone e me lo aveva chiesto. non che non si possa usare un sito web ma come impaginazione può non essere comodissimo.

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to simona

Raccoon for Friendica è un'app sorprendente. Tra qualche settimana dovrebbe essere disponibile anche sul Play Store di Google. Inoltre Può essere utilizzata anche da chi possiede un account su mastodon.
Purtroppo al momento la parte di iscrizione e gestione delle impostazioni di sistema deve essere comunque fatta via web