Dark Pattern: nuove strategie legislative dagli Stati Uniti
Gli Stati Uniti potrebbero intervenire in via legislativa per arginare il fenomeno del dark pattern.
In estrema sintesi, possono essere definite come pratiche di dark pattern tutte le interfacce con cui i programmatori confondono consapevolmente gli utenti, complicando le modalità per esprime le proprie preferenze effettive o manipolando gli utenti affinché intraprendano determinate azioni. Pertanto, sono pratiche che incidono sulla libertà di manifestazione del consenso, sfruttando baias cognitivi, al fine, in genere, di favorire i consumatori online ad acquistare beni e servizi che non desiderano o a rivelare informazioni personali che preferirebbero non divulgare.
Secondo una ricerca del 2019 della Princeton University, su 11.000 siti passati in rassegna, circa il 10% conterrebbe dark pattern. È interessante notare che, in una ricerca dell’anno successivo, si evidenzia invece che ben il 95% app gratuite disponibili sul PlayStore Google conterrebbe elementi che incidono negativamente sulle modalità di manifestazione del consenso da parte degli utenti. Si tratta di dati forse approssimativi, che però spiegano sia l’estensione del ricorso a tali pratiche, sia, al contempo, la velocità con cui si stanno diffondendo.
Del resto, è opinione diffusa che internet stia vivendo una nuova stagione e che si sia passati da servizi informatici che controllavano gli utenti a servizi informatici che incidono, in maniera manipolativa, sui loro comportamenti. Quindi non siamo più semplicemente al cospetto di un uso dei dati – per lo più in forma aggregata, quali big data – per le finalità più disparate (influenza commerciale, politica, ecc.), ma siamo oramai entrati nell’era in cui i nostri comportamenti sono indirizzati dalle piattaforme. Basti pensare, a titolo di banale esemplificazione, alle immagini che spesso gli utenti condividono sui social network (Instagram, Facebook, TikTok) e alla ripetitività delle situazioni e dei contesti ritratti: foto di caffè, pizze con gli amici, foto in ascensore e così via discorrendo. Immagini (foto o video) che riprendono momenti di assoluta quotidianità, che, di per sé, non hanno nulla di eccezionale, ma che denotano l’esigenza, per dir così, degli utenti di sentirsi vivi e di dimostrarlo all’esterno, coinvolgendo amici e semplici conoscenti nelle proprie attività, spesso banali e ripetitive.
Il dark pattern è alla base di una proposta di legge statunitense, il Deceptive Experiences To Online Users Reduction (DETOUR) Act. Si tratta di una proposta non ancora approvata in via definitiva, per quanto è dato sapere, ma che, ciononostante, offre degli spunti di riflessione interessanti.
Innanzitutto, l’ambito di applicazione soggettiva è circoscritto alle sole piattaforme online più popolari, quelle cioè con oltre cento milioni di utenti attivi mensilmente. Un simile approccio, è noto, è stato seguito anche a livello europeo nella direttiva europea in materia di copyright, recentemente recepita a livello interno, le cui regole di responsabilità sono si basano sul numero di utenti delle piattaforme informatiche, con una esenzione nel caso delle piattaforme più piccole: un modo, questa è la lettura prevalente in dottrina, di non limitare lo sviluppo dei nuovi operatori e, quindi, di non radicalizzare le posizioni monopolistiche o oligopolistiche già presenti sul mercato.
In secondo luogo, il presupposto per l’applicazione – questa volta sotto il profilo oggettivo – è il ricorso ad interfacce che compromettano intenzionalmente l’autonomia, il processo decisionale o la scelta dell’utente. La normativa, laddove dovesse essere confermato il testo in discussione, troverebbe quindi campo solo dinanzi ad un dolo da parte del gestore della piattaforma.
Una scelta che, naturalmente, sarebbe difficilmente imitabile in sede comunitaria, attesa la già ricordata estensione delle pratiche commerciali sleali anche ai casi in cui l’incidenza sui processi volontaristici del consumatore sia determinata da una condotta colposa. Allo stesso modo, adottando una simile conclusione si genererebbe una sorta di probatio diabolica in capo all’utente, chiamato a dover dimostrare la volontarietà della condotta del gestore della piattaforma.
Il punto interessante – seppur ancor vago nella sua formulazione – è quello che riguarda il divieto della suddivisione o segmentazione dei consumatori ai fini di profilazione (o altri esperimenti comportamentali) senza una preventiva informativa al consumatore, informativa che deve essere chiaramente visibile e non “sepolta” in un contratto di servizi.
La soluzione è interessante e tiene conto delle peculiarità anche del mezzo informatico: alcune ricerche accademiche hanno dimostrato chiaramente che la maggior parte degli utenti non legge le condizioni generali dettate unilateralmente dai fornitori dei servizi (un esempio classico sono le licenze per l’utilizzo dei software). La proposta di legge statunitense impone quindi di dare un’evidenza, anche da un punto di vista grafico, a tali comunicazioni: si pensi, ad esempio, all’uso di pop-up, che potrebbero attirare più semplicemente l’attenzione dell’utente.
Si crea, per questa via, una categoria di informazioni che non solo devono essere fornite al consumatore, ma devono essere portate a conoscenza di quest’ultimo separatamente dalle altre.
Ma v’è di più. I grandi operatori delle piattaforme on-line, così come precedentemente qualificati, hanno altresì l’obbligo di inviare un’ulteriore comunicazione agli utenti, con scadenza almeno trimestrale, rammentando l’uso delle informazioni personali per fini di profilazione comportamentale o psicologica degli stessi. Anche in questo caso, l’opzione legislativa sembra finalizzata, più che a imporre una regola formale, a determinare un’effettività della stessa.
Il legislatore americano, quindi, sembra essere consapevole che le informazioni necessarie a determinare consapevolezza negli utenti non raggiungono l’obiettivo prefissato essendo calati in un regolamento contrattuale lungo e di ardua comprensione e che, dunque, siano necessari degli strumenti differenti.
Infine, si prevede una competenza in capo alla Federal Trade Commission, che avrà il compito d fissare i requisiti della nuova normativa. Peraltro, in maniera apprezzabile, si vorrebbe affidare a tale autorità anche la funzione di aggiornare tali requisiti in funzione delle evoluzioni tecnologiche del settore.
Giovanni Maria Riccio
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«Lo stato danese si sta muovendo in una direzione autoritaria prendendo di mira i #whistleblower in base a norme che dovrebbero essere riservate ai traditori.»
Sebastian Stryhn #Kjeldtoft intervista Edward #Snowden che incoraggia il popolo danese a farsi sentire con decisione, perché «il governo sta cercando di punire le persone per aver detto la verità a persone che hanno bisogno di conoscerla.»
politiken.dk/indland/art858226…
Edward Snowden: Det, der foregår i Danmark lige nu, er en demokratisk skandale
Den danske stat bevæger sig i en autoritær retning ved at sigte whistleblowere efter paragraffer, som bør være forbeholdt landsforrædere.Politiken
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“Urgente proteggere le organizzazioni umanitarie dagli attacchi cibernetici”
Dopo il furto dei dati dei rifugiati il presidente della Federazione della Croce Rossa lancia l’appello
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Deep Web e Dark Web: conoscere il mondo nascosto per imparare a difendersi dalle cyber minacce
Non solo traffici di droga e di servizi illegali: il Dark Web è ormai uno strumento fondamentale per il mondo del cyber crimine. Ecco come lo sfruttano i pirati e perché gli esperti di cyber security lo considerano un terreno da presidiaresilvia.colombo@zerounoweb.it (Cyber Security 360)
«Bisogna esigere il rispetto per il lavoro degli altri e occorre rieducarsi alla convivenza civile, si tratta di una priorità che va riscoperta e riaffermata. Sono regole di educazione minimali e nemmeno dovrebbe essere necessario sancirle nella netiquette.
Le persone devono assumersi la responsabilità dei loro comportamenti e auspico che chi ha agito in aperto disprezzo delle regole e del rispetto reciproco sia individuato e sanzionato, in particolar modo per aver leso l’immagine e la dignità delle istituzioni pubbliche e degli illustri relatori che hanno preso parte al convegno. Per questo ho sporto denuncia.»
Il comunicato della Sen. Mantovani riguardo la molesta incursione zoom avvenuta durante una diretta istituzionale è un appello alla responsabilità e al senso di convivenza on-line.
facebook.com/180604862539982/p…
[considerazioni nostre: pur apprezzando l'intenzione, non siamo d'accordo: la fiducia negli altri è un sentimento gentile, ma mantenere la compostezza e l'integrità di una riunione è un dovere di chi la organizza.]
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Registro pubblico delle opposizioni: siamo a un passo dal bloccare il telemarketing anche sul cellulare. Da quattro anni
Il Registro pubblico delle opposizioni si allarga anche alle utenze telefoniche mobili per frenare i call center aggressivi. Una riforma attesa da troppo tempoRaffaele Angius (Wired Italia)
Digital Services Act: Decision in part strengthens, in part threatens privacy, safety and free speech online
Today, the EU Parliament will formally adopt its position on the Digital Services Act (DSA). The Parliament approved language aimed at protecting end-to-end encryption and, in a major victory, added a right to use and pay for digital services anonymously wherever feasible. Still, the Pirates in the European Parliament ultimately decided to oppose the package. Indiscriminately collecting the mobile phone numbers of all uploaders to adult platforms corrupts the right to anonymity and endangers the safety and lives of sex workers in the European Union: a red line for European Pirate Party MEPs.
With amendment 291 letter (a), Parliament seeks to require users to disclose their mobile phone numbers to porn platforms before they may upload content or post comments. This provision violates the fundamental rights to privacy and data protection. In a letter to lawmakers, the EU Sex Workers’ Rights Alliance (ESWA) emphasized that “due to the stigmatised and criminalised nature of adult sexual content producers and other types of sex work, the safety of their data is of utmost importance as any data.” Data leaks would “pose a direct threat to the real-life (offline) safety and wellbeing of sex workers“.
While we recognise the honourable intentions of the amendment, Pirates will not support a proposal that threatens the safety of a group of persons who are already stigmatised. Nor can we support creating a precedent for eliminating anonymous publishing as an acceptable means of deterrence.
Pirates successfully advocated for digital rights
In other regards, Pirate Party Members of the European Parliament made major contributions to improving user privacy. For the first time, users would be able to generally opt out of pervasive surveillance online and the creation of personality profiles for commercial purposes in their apps, which would also spare them from the time-consuming consent banners. Refusing consent would become as easy as giving it. Online platforms would need to give fair access options also to users who refuse to be pervasively tracked.
Furthermore, the end-to-end encrypted services, that are essential to communicating securely, would be shielded against interferences by EU Member States. National data retention or identification requirements would be excluded. As proposed by MEPs and the LIBE Committee, platform terms and conditions that do not comply with freedom of speech, media freedom or other fundamental rights will be void. And in a major last-minute victory, Parliament now wants users to be able to use and pay for digital services anonymously wherever possible.
Pirate Party MEP Patrick Breyer, Civil Liberties, Justice and Home Affairs (LIBE) rapporteur for the Digital Services Act and digital rights activist, comments:
“Parliament’s backing for a right to use and pay for digital services anonymously is a major victory for protecting our privacy and safety online. Only last year, over 500m mobile phone numbers leaked from Facebook/Meta. We cannot accept that every year, data leaks expose millions of EU citizens’ data to cyber criminals.“In the upcoming trilogue negotiations, we shall fiercely defend our successes in protecting our privacy and freedom of expression online, including the Parliament’s intention to exclude mandatory error-prone upload filters, to protect effective encryption and to reject national indiscriminate identification obligations and data retention requirements.
“Yet, many of the LIBE Committee‘s recommendations were not adopted. As a result, ‘illiberal’ EU governments will be able to spy on our online activities and censor content, including content hosted abroad in liberal democracies, without requiring a court order. And the decision fails to fundamentally tackle the monopolies and surveillance capitalist business model of big tech, exposing us to the harms of mud-slinging algorithms and corporate censorship, including by way of error-prone upload filter algorithms and AI.”
MEP Mikuláš Peksa, Chairperson of the European Pirate Party and DSA rapporteur to the Committee on Economic and Monetary Affairs (ECON), comments:
“Users will now be able to ban all websites from using targeted advertising that uses their personal data with a single click in their browser, ending the endless clicking of consent. Platforms will also no longer have to mandatorily filter any content when uploading. But at the same time, there will be a mechanism for people to report objectionable or illegal posts. Our main goal is to protect the interests of individual users and smaller players by clearly defining their rights. From our point of view, letting the authorities in each member state decide about banning ,,illegal” content is a colossal mistake which will fragmentise the market and allow authoritarians like Viktor Orbán to control the online space and oppress the opposition.”
Next, the European Parliament will need to negotiate a deal with the less progressive EU Member States, led by the French government. Trilogue negotiations will take place behind closed doors. Pirate Party MEP Patrick Breyer will participate on behalf of the LIBE Committee.
Some insights into the content of the DSA mandate:
Upload filters
Parliament has learned from the protests against article 13/17 of the Copyright in the Digital Single Market directive and rules out new filtering obligations in the Digital Services Act. However, the promise to ban the “voluntary” use of error-prone filters by internet platforms is not kept. In practice, therefore, nothing will change.
Digital privacy and data securityGovernment authorities will be able to request pervasive records on a person‘s online activities without a court order. On the other hand, the right to secure encryption would be guaranteed. And service providers could not be obliged by national legislation to generally and indiscriminately retain personal user data.The newly introduced right to use digital services anonymously would read: “Without prejudice to Regulation (EU) 2016/679 and Directive 2002/58/EC, providers shall make reasonable efforts to enable the use of and payment for that service without collecting personal data of the recipient.” A recital would explain: “In accordance with the principle of data minimisation and in order to prevent unauthorised disclosure, identity theft and other forms of abuse of personal data, recipients should have the right to use and pay for services anonymously wherever reasonable efforts can make this possible. This should apply without prejudice to the obligations in Union law on the protection of personal data. Providers can enable anonymous use of their services by refraining from collecting personal data regarding the recipient and their online activities and by not preventing recipients from using anonymizing networks for accessing the service. Anonymous payment can take place, for example, by paying in cash, by using cash-paid vouchers or prepaid payment instruments.“
Surveillance advertising
The systematic monitoring and creation of personality profiles of internet users for advertising purposes is not to be banned. However, for the first time, users could generally opt out in the browser (“do not track”) and then also to be spared from annoying consent banners. Refusing consent would need to be just as easy as giving it (ban on “dark patterns”). Users who refuse to being tracked would still have access. Alternative access options would have to be fair and reasonable both for regular and for one-time users, such as options based on tracking-free advertising. Targeting individuals on the basis of their political opinion, health status, sexual preferences or religious belief would be banned.
Freedom of information
Authorities could require the (cross-border) removal of internet publications without a court order – even if they are completely legal in the country of publication. This means that in future Orban can have content deleted throughout the EU, on the basis of his own laws. The promised ban on network-level blocking is not part of the position. Internet platforms will not need to ask users before removing their content. At least, according to the Parliament, automatic suspension of users who have allegedly repeatedly violated copyright or other laws would not be mandated.
Timeline algorithms and user choice
Digital corporations will continue to be allowed to decide on their own what appears in the timelines of users and what does not. Users are not given a right to opt out of the commercial recommender algorithms or use external algorithms of their own choice.
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#web #Sicurezza
Cybersecurity in Italia: 100.000 posti di lavoro disponibili
Il settore cybersecurity e il boom di richieste di lavoro in Italia: nel nostro paese mancano 100.000 lavoratori specializzati in questo ambito.Matteo Polverino (punto-informatico.it)
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Abbiamo purtroppo saputo solo ora della chiusura del server social.isurf.ca.
Riportiamo di seguito il comunicato dell'amministratore @kinetix@mycrowd.ca
iSurf Social chiusura 30 gennaio
Carissime persone fantastiche su iSurf Social e altrove,
mi sto ritrovando per intraprendere un nuovo viaggio, che richiederà un'enorme quantità di energia e tempo. Uno che non mi permetterà di avere il tempo e la libertà di continuare a partecipare a tanti hobby tecnologici divertenti come faccio attualmente, per il prossimo futuro.
Nel prendere le decisioni su quali hobby e responsabilità devo lasciare andare, iSurf Social è uno di quegli elementi con cui non mi è sembrato di tornare a passare molto tempo nell'ultimo anno o giù di lì. È stato molto divertente imparare Friendica e una sfida interessante gestirla e mantenerla. È stato davvero un piacere avere le persone intorno che ha attratto. Tuttavia, è tempo di andare avanti.
Spero che sarai in grado di utilizzare le funzioni di esportazione per spostarti in un'altra istanza da qualche parte nel fediverso (vai su Impostazioni -> Esporta dati personali).
Fate attenzione, tutti, spero che vi terrete in contatto per farmi sapere dove siete nel fediverso.
Adam
iSurf Social Admin
Seguimi su @kinetix@mycrowd.ca
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Su #HackerJournal in edicola si parla di Mastodon
Social libero | Tutti su Mastodon: social per hacker
Un social network non commerciale, federato e decentralizzato
(segnalato da @alessandrogreco@mastodon.uno)
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informapirata.it/risorse-infor…
Risorse informative sul fediverso italiano
La resistenza e l'autodifesa digitale passano anche attraverso la modifica di alcune abitudini, tra cui quella di assaggiare sempre gli stessi sapori dell'universo "social".InformaPirata (Informa Pirata)
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#Fediverso #Mastodon
elenq.gitlab.io/artodon/
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Pinafore è un progetto di @Nolan nato per creare un client web alternativo e leggero per #Mastodon. L'obiettivo principale è quello di realizzare un'interfaccia veloce e fluida anche su laptop o telefoni di fascia bassa.
Il progetto #Pinafore è indicativo di come sia possibile realizzare interfacce agili e razionali per i programmi del #fediverso
nolanlawson.com/2018/04/09/int…
Introducing Pinafore for Mastodon
Today I’m happy to announce a project I’ve been quietly working on for some time: Pinafore. Pinafore is an alternative web client for Mastodon, which looks like this: Here are some of i…Read the Tea Leaves
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Non credo che comprerò tanto presto né uno smartphone (io continuo a trovare incredibilmente più comodi i nokietti) né un nuovo tablet (finché funziona tengo questo), ma se e quando sarà lo vorrò degooglizzato.
Mi piaceva android perché ho usato una volta un tablet aziendale con ios e mi era parso molto limitato nelle cose che un utente può fare, ora mi sembra che anche android si stia muovendo nella stessa direzione...
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Sabrina Web likes this.
Rapita dagli alieni era di cattivo umore e Cronomaestro cercava di tirarla su di morale offrendole degli zigulì e facendo battute come quelle che fa di solito.
E niente, avevo una storia assurda da raccontare.
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Cioè, mi sembro quel parente alla lontana di cui non hai mai sentito parlare prima d'ora, ma che ti capita durante le feste comandate, tipo Natale o Pasqua. Quello che ti dicono "Ma dai, non ti ricordi di lui? Da piccolo ridevi un sacco quando mangiava il vetro!"
E poi passa l'intera giornata a comportarsi come tu non fossi mai cresciuto da allora, perché non ti ha mai visto crescere e anche se c'hai quarant'anni, un mutuo da estinguere, quattro divorzi e rischi il licenziamento, lui continua ancora a comportarsi come allora perché pensa che sia l'unica soluzione plausibile
Cioè mangiare il vetro
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rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
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informapirata ⁂
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Il Fenomeno
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