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Il deepfake e le risposte normative delineate dal legislatore europeo
Nei giorni scorsi, abbiamo assistito alla diffusione in rete di un video falso in cui compare il Presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj che, rivolgendosi ai propri connazionali, li invita a deporre le armi incoraggiandoli alla resa. Ciò, è stato reso possibile grazie ad un uso malevolo dell’intelligenza artificiale e, più in particolare, della tecnica del deepfake.
La vicenda descritta non rappresenta certamente il principale problema di quanto sta accadendo, a livello mondiale, a causa del triste conflitto in corso, tuttavia suscita alcune riflessioni rispetto al fenomeno dei deepfakes e sui rischi ad esso connessi, nonché sulle risposte normative che il legislatore europeo ha, in tempi recenti, cercato di dare al problema.
Cos’è il deepfake
Anzitutto, il deepfake è una tecnica che sfrutta l’intelligenza artificiale per creare ex novo dei contenuti digitali falsi oppure per manipolare contenuti già esistenti al fine di mistificare la realtà in essi rappresentata.La parola è un neologismo nato dalla fusione dei termini fake, ovvero “falso”, e deep learning, una particolare tecnologia basata sull’apprendimento profondo delle macchine.
La recente proposta di Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale, pubblicata lo scorso 21 aprile dalla Commissione Europea, all’art. 52, comma 3, definisce il deepfake come “sistema di intelligenza artificiale che genera o manipola immagini o contenuti audio o video che assomigliano notevolmente a persone, oggetti, luoghi o altre entità o eventi esistenti e che potrebbero apparire falsamente autentici o veritieri per una persona”.
Nella vicenda che ha visto coinvolto il Presidente ucraino, la tecnica descritta non è stata utilizzata in maniera del tutto efficace, per cui il tentativo di disorientare i destinatari non si è affatto compiuto. Tuttavia, talvolta, i contenuti sono creati e/o manipolati con un’accuratezza tale da rendere difficile anche ad altri sistemi IA di rilevarne la falsità.
Per tale motivo, un controllo ed una regolamentazione del fenomeno si ritengono essere più che mai necessari, visti i possibili rischi sottesi ad un improprio uso di tale tecnologia.
In uno studio sui falsi digitali pubblicato nel luglio 2021 dall’European Parliament Research Service, “EPRS”, consultabile qui, è stato rilevato come, nel giro dei prossimi cinque anni, gli strumenti per creare deepfakes diverranno ancora più alla portata e semplici da utilizzare.
L’attuale ascesa delle deepfake-as-a-service companies renderà la tecnicacomunemente usata ed integrata nelle varie tipologie di software prodotte, facendo acquisire agli utenti una sempre maggiore familiarità con tale applicazione IA; familiarità che, naturalmente, comporterà anche una più elevata possibilità di abuso nel prossimo futuro.
Il quadro normativo di riferimento
Dal momento che, come detto, il deepfake costituisce una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale, rilevano innanzitutto le regole per l’uso delle applicazioni IA che nella recente proposta di Regolamento il legislatore europeo ha cercato di delineare.
In secondo luogo, posto che la creazione di un falso contenuto digitale comporta, tipicamente, anche il trattamento di dati personali, trovano applicazione le disposizioni del Regolamento UE 679/2016, “GDPR”.
La proposta di Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale sopra richiamata, come noto, ha l’obiettivo di consentire un uso affidabile e sicuro dell’IA, nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali degli individui.
A tal fine, stabilisce regole armonizzate per lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’utilizzo dei sistemi IA.
In estrema sintesi, il quadro normativo proposto adotta un approccio basato sul rischio, distinguendo tra “rischio minimo”, “rischio limitato”, “rischio elevato” e “rischio inaccettabile” per i diritti e le libertà fondamentali. Esso è volto a vietare l’uso di sistemi che presentino un rischio inaccettabile, mentre per i sistemi che rientrano nella categoria ad alto rischio prevede l’obbligo di effettuare dettagliate analisi e valutazioni d’impatto, nonché di garantire una fase di controllo e di supervisione “umani”.
Con particolare riguardo alla tecnica del deepfake, la proposta di Regolamento consente tale tecnologia, ma articola alcuni requisiti minimi e prevede un obbligo di trasparenza in capo a chi ne fa uso.
Nello specifico, l’art. 52, comma 3, della proposta impone ai creatori di deepfakes di etichettare il contenuto generato in modo che sia chiaro a chiunque che si tratti di un contenuto digitale artificialmente creato e/o manipolato.
Tuttavia, successivamente, lo stesso art. 52 prevede che tale obbligo non si applica “quando l’uso è autorizzato dalla legge per accertare, prevenire, indagare e perseguire reati o se è necessario per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla libertà delle arti e delle scienze garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, e fatte salve le tutele adeguate per i diritti e le libertà dei terzi.”
Un obbligo di etichettatura dei deepfakes potrebbe essere un primo passo verso la mitigazione dei potenziali impatti negativi del fenomeno. Nondimeno, come rilevato dall’EPRS nello studio citato, la natura e la portata della disposizione sono ad ora poco chiare e si rinviene, complessivamente, una certa timidezza regolatoria da parte del legislatore, il quale non prevede neppure una sanzione per l’ipotesi di mancato rispetto dell’obbligo previsto dall’art. 52.
Inoltre, la possibilità di deroga, prevista dalla norma, laddove l’uso del deepfake sia “necessario per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla libertà delle arti e delle scienze”, include un raggio di ipotesi così ampio da svuotare di significato l’obbligo di trasparenza sancito.
Pertanto, la risposta normativa tratteggiata, in tale sede, dal legislatore europeo non è attualmente ritenuta sufficiente a contrastare il problema.
Con riguardo, poi, all’aspetto relativo al trattamento dei dati personali, è da rilevare che, nel contesto dei deepfakes, i dati personali vengono trattati non soltanto nella fase di creazione dei contenuti, ma anche per addestrare il software che, a tal fine, viene utilizzato. Per tale motivo, è bene innanzitutto precisare che il GDPR, in relazione al suo ambito di applicazione, rileva in entrambe le fattispecie.
Con particolare riferimento al requisito di liceità del trattamento, di un certo interesse è la ricerca della base giuridica.
Secondo l’EPRS, nel caso specifico della generazione dei deepfakes, due sono le basi giuridiche cui i creatori potrebbero appellarsi: l’interesse legittimo ed il consenso esplicito dell’interessato. Nel caso in cui il creatore sostenga di vantare un interesse legittimo, quest’ultimo, come noto, per costituire fondamento di liceità, deve prevalere sugli interessi o sui diritti e libertà dell’interessato.
Quando la base giuridica dell’interesse legittimo non è applicabile, l’uso di dati personali per la creazione e diffusione di deepfakes deve essere sottoposto al consenso informato delle persone raffigurate nei contenuti. È importante notare, qui, che il consenso deve essere ottenuto sia dai soggetti del contenuto originale, che dai soggetti che appaiono nel contenuto “fabbricato”.
Il GDPR offre dei rimedi alle vittime dei falsi digitali, attraverso la previsione di alcuni diritti in capo agli interessati, quali il diritto alla correzione dei dati inesatti o il diritto alla cancellazione dei propri dati.
Nel contesto dei deepfakes, il percorso legale può essere piuttosto impegnativo, da intraprendere, per le vittime. In molti casi, è impossibile per la vittima identificare l’autore, che opera quasi sempre in modo anonimo ed illecito.
L’Autorità italiana Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato, sul proprio sito istituzionale, un vademecum sul tema consultabile qui.
Conclusioni
La tecnica del deepfake, se utilizzata illecitamente, pone seri rischi in termini di diritti e libertà dei soggetti coinvolti. Notevoli ripercussioni, poi, possono essere prodotte laddove i deepfakes abbiano ad oggetto contenuti di un certo impatto sociale e politico, come da ultimo accaduto nel contesto del conflitto russo-ucraino.
Non vi sono soluzioni rapide di contrasto al fenomeno, né la risposta normativa di recente approntata dal legislatore europeo, che sopra si è brevemente descritta, sembra adeguata a mitigare i possibili danni derivanti dalla divulgazione illecita di falsi digitali.
Attualmente, dunque, il primo e più efficace strumento di difesa è rappresentato da una maggiore consapevolezza nella navigazione in rete, dalla responsabilità e dall’attenzione degli utenti. Nella speranza che, frattanto, venga apprestato un quadro regolatorio più appropriato da parte delle istituzioni europee, che giocano un ruolo primario in tale contesto.
Gabriella Amato
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Privacy Daily – 22 marzo 2022
EDPB: linee guida sui dark pattern
L’EDPB ha pubblicato le Linee guida sui cosiddetti “dark pattern” sulle piattaforme dei social media e sulle loro potenziali violazioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE. Le linee guida delineano i principi per la trasparenza, la responsabilità e la protezione dei dati fin dalla progettazione, nonché le disposizioni del GDPR che possono aiutare le valutazioni dei “dark pattern”. L’EDPB ha anche redatto una checklist per identificare particolari “dark pattern” La scadenza per i commenti pubblici sulle linee guida è il 2 maggio.
edpb.europa.eu/our-work-tools/…
Come l’UE sta combattendo i giganti delle tecnologia con Margrethe Vestager
Margherita Vestager nominata commissario alla concorrenza della Commissione europea nel 2014 e vicepresidente esecutivo nel 2019, ha portato avanti cause antitrust contro Apple, Google, Meta (ex Facebook) e Amazon, tra gli altri. Ora, con l’UE punta ad attuare una nuova legge antitrust chiamata Digital Markets Act e prepara le sue prossime mosse. Lintervista su The Verge.
theverge.com/22981261/margreth…
I trend dell’intelligenza artificiale del 2022
Ha fatto notizia il pronunciamento di un tribunale di Hangzhou, città a 140 chilometri da Shanghai, oltre che sede del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, che ha dato ragione a Guo Bing, professore di giurisprudenza presso l’Università Tecnica Zhejiang nonché cliente tutt’altro che soddisfatto del Safari Park cittadino. Nel 2019 il professor Bing si era lamentato perché il safari park chiedeva obbligatoriamente a tutti i clienti di essere ripresi dal sistema di riconoscimento facciale, pena il mancato ingresso allo zoo. Secondo il cliente tale requisito violava le norme cinesi a protezione dei consumatori. In questi giorni il tribunale cinese gli ha dato ragione, ha condannato il safari park al rimborso dell’abbonamento annuale e ha dichiarato illegale la cattura dei dati biometrici del volto senza il consenso degli interessati.
notizie.ai/i-trend-nellintelli…
[share author='Informa Pirata #WeAreAllAssange #PiratesForAssange' profile='https://twitter.com/informapirata' avatar='https://pbs.twimg.com/profile_images/1362822279810449412/luhv2IGn_400x400.jpg' link='https://twitter.com/informapirata/status/1505922582171820033' posted='2022-03-21 15:01:36']Elogio del #Fediverso
"In troppi sono già stati danneggiati dalla pessima moderazione delle piattaforme #BigTech. Dobbiamo provare a migliorare le piattaforme, ma anche a renderle meno importanti , dando alle persone l'autodeterminazione tecnologica."
Di @doctorow per @EFF
❗️❗️❗️ISCRIVITI QUI A FACEBOOK facebook.com/groups/4997244215…
❗️❗️❗️ISCRIVITI QUI A TWITTER twitter.com/assange_italia/sta…
Presentazione libro “L’eutanasia della democrazia” – 3 aprile 2022, Capo d’Orlando
La FLE vi invita alla presentazione del libro del suo Presidente Saluti introduttivi: Franco Ingrillì Intervengono: Salvatore Cuffaro, Andrea Pruiti Ciarello, Bartolomeo Romano Modera Franco Perdichizzi Sarà presente l’autore
Kaspersky: “Col nostro software non si fa la guerra”
La famosa azienda russa di antivirus prende le distanze dalla guerra e spiega perché i suoi prodotti sono sicuri dopo l’annunciato decreto che li mette fuori dal mercato italiano
di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 20 Marzo 2022
Il decreto arriva nella serata di venerdì direttamente dal Consiglio dei ministri e mette fuori gioco Kaspersky per il timore che i suoi software possano essere usati contro gli stessi clienti che serve in Italia. Ovviamente nel provvedimento, in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale della versione finale, non si nomina Kaspersky, ma si parla di come la cyber security del Paese potrebbe essere messa a rischio dall’utilizzo di software russi – di cui Kaspersky è produttrice di punta -, perché le aziende di Mosca potrebbero smettere di fornire aggiornamenti e, quindi, esporre i clienti italiani a maggiori rischi, e ne chiede la sostituzione.
Sanzioni alla Russia e settore tecnologico: quanto ne sappiamo davvero?
L’Istituto per le politiche dell’innovazione inaugura un ciclo di pillole di approfondimento sull’innovazione. 30 minuti con esperti, per provare a capire qualcosa in più sul mondo che cambia.
Partiamo giovedì 10 marzo alle 19.30 con Arturo Di Corinto, Lidia Iannibelli e Luca Sambucci parleremo di sanzioni alla #Russia e impatto della guerra in #Ucraina nel settore tecnologico.
Qui il link per il collegamento: lnkd.in/dvZz8v3d
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Privacy Daily – 21 marzo 2022
Per il tribunale federale della Virginia il mandato di Geofence viola la Costituzione
Un tribunale distrettuale federale ha ritenuto che il mandato utilizzato per identificare tutti i dispositivi nell’area di una rapina in banca, compreso quello dell’imputato, “viola chiaramente i diritti sanciti dal [quarto] emendamento”. La corte ha messo in dubbio se mandati simili potessero mai essere costituzionali. Il caso è United States v. Chatrie e affronta uno strumento controverso chiamato “mandato di geofence” . La polizia ha emesso il mandato nei confronti di Google in cerca di informazioni su ogni dispositivo all’interno dell’area della rapina per un periodo di un’ora. L’area geografica era di circa 17,5 acri, comprendenti una chiesa, una catena di ristoranti, un hotel, diversi appartamenti e residenze, una struttura abitativa per anziani, un’attività di self-storage e due strade trafficate.
eff.org/deeplinks/2022/03/fede…
Uno studio inglese sottolinea l’importanza di una password sicura
Uno studio del National Cyber Security Center (NCSC) del Regno Unito ha sottolineato come milioni di persone utilizzino come password il nome del proprio animale domestico, i nomi delle squadre di calcio, la “password” e “123456” per accedere ai servizi online. Ma questo lascia ampiamente esposti agli attacchi informativi: i criminali informatici possono decifrare password deboli in pochi secondi utilizzando strumenti automatizzati.
theguardian.com/technology/202…
Ucraina: aperta istruttoria del Garante Privacy su antivirus Kaspersky. Saranno verificate le modalità del trattamento dei dati degli italiani
Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria per valutare i potenziali rischi relativi al trattamento dei dati personali dei clienti italiani effettuato dalla società russa che fornisce il software antivirus Kaspersky. L’iniziativa intrapresa d’ufficio dall’Autorità si è resa necessaria in relazione agli eventi bellici in Ucraina, allo scopo di approfondire gli allarmi lanciati da numerosi enti italiani ed europei specializzati in sicurezza informatica sul possibile utilizzo di quel prodotto per attacchi cibernetici contro utenti italiani.
garanteprivacy.it/home/docweb/…
La privacy secondo te: la parola a Monica Boggioni
Nella puntata di questa settimana de La privacy secondo te, la rubrica con Italian Tech, abbiamo chiesto alla campionessa azzurra Monica Boggioni, medaglie di bronzo ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, che cosa significa per le privacy. Durante l’intervista abbiamo anche parlato del recente furto d’identità online di cui è stata vittima e dei rischi della reta.
Guarda il video qui.
Crypto Wars: Episodio III
È iniziata una guerra contro crittografia e privacy.
Non è la prima, e probabilmente non sarà l’ultima. La differenza è che stavolta anche l’Unione Europea è tra i principali attori. E non promette nulla di buono.
Crypto Wars è un piccolo arco narrativo in cui racconto la subdola guerra alla crittografia in corso in tutto il mondo.
Questo è il terzo episodio, in cui vediamo insieme il modo (condiviso) in cui si stanno muovendo Stati Uniti, UK e Unione Europea.
Nel primo episodio abbiamo visto insieme cosa è successo negli anni ‘90, durante la prima Crypto War. Vi ho raccontato del maldestro tentativo degli Stati Uniti di installare su tutti i telefoni prodotti in america un chip che gli avrebbe permesso di accedere a ogni comunicazione, con la scusa di proteggerle.
Nel secondo episodio vi ho invece raccontato la strategia europea, che coperta da una facciata virtuosa (la lotta alla pedopornografia) ha fatto il suo primo ingresso nella subdola lotta contro la crittografia e contro la privacy dei cittadini europei.
La “big picture”
Oggi approfondiamo alcuni sviluppi dentro e fuori dall’Unione Europea, per capire meglio la strategia globale di questa nuova Crypto War e il contesto in cui ci troviamo.
Chi come me si diverte ad analizzare eventi e leggi sia in europa che fuori, non può far altro che notare una sempre più evidente convergenza globale contro crittografia, privacy e anonimato. Le strategie messe in piedi dai vari paesi sono spesso anche molto simili tra loro, se non identiche.
Oggi vedremo come Stati Uniti, UK e Unione Europea stanno percorrendo strade molto simili, secondo un unico obiettivo condiviso.
EARN IT 2022 - STATI UNITI
Il 31 gennaio 2022 è stata introdotta al Senato degli Stati Uniti una proposta di legge chiamata Eliminating Abusive and Rampant Neglect of Interactive Technologies Act (EARN IT). È la seconda volta che questa legge viene proposta, dopo aver fallito nel 2020.
Questo Bill propone di modificare la legislazione federale esistente per prevenire la “sexual exploitation of children”; in pratica la pedopornografia.
Oltre alle modifiche normative, la proposta di legge istituisce un ente centrale chiamato National Commission on Online Child Sexual Exploitation Prevention che avrà il ruolo di definire le migliori prassi e regole per prevenire la pedopornografia nell’ambito degli “interactive computer service providers” (Facebook, Twitter, Instagram…). La nuova agenzia probabilmente sostituirà o si fonderà con l’esistente National Center for Missing and Exploited Children (NCMEC).
Cosa propone il Bill?
Art. 3 (A) preventing, identifying, disrupting, and reporting online child sexual exploitation;
In sintesi, la proposta obbliga le aziende fornitrici di servizi di comunicazione a scansionare e sorvegliare messaggi, chat, email, cloud storage, archivi fotografici online e siti web alla ricerca di “contenuti CSAM (Child sexual abuse material)”.
Se questa proposta dovesse passare negli Stati Uniti, avrebbe chiare conseguenze per tutto il mondo occidentale. Sarebbe sufficiente che realtà come Amazon (AWS) o Cloudflare iniziassero a fare questo tipo di sorveglianza per coprire la maggior parte dei servizi Cloud in uso anche in Europa.
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Il discorso di Arnold
noybeu: “👉Your Chance to join the @noyb…”
👉Your Chance to join the @noybeu Team as a #Trainee! 😊
We are looking for young lawyers that want to gain experience in #GDPR litigation and enforcement.
⏩Find out more & apply now for May 2022 onward at noyb.eu/en/traineeship
mastodon.social/@noybeu/107977…
L’ipocrisia è oggi il mio nemico.
L’ipocrisia di un governo che parla di pace inviando armamenti ad un paese in guerra sanzionando nel contempo l’altro belligerante, una chiara posizione interventista, stessa posizione adottata da UE sostenuta dalla NATO.
iyezine.com/il-vero-nemico-e-c…
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L'ipocrisia di un governo che parla di pace inviando armamenti ad un paese in guerra sanzionando nel contempo l'altro belligerante...Mauro Bogliolo (In Your Eyes ezine)
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Rivoluzione batterie, la proposta EU: stop alle pile non ricaricabili e batterie di smartphone e PC sostituibili da tutti
Un pacchetto di norme che regolano le batterie per renderli più sostenibile ha già passato diversi step di approvazione all'interno dell'Unione Europea e si prepara a diventare Regolamento.DDay.it
Mass surveillance and attack on encryption: Civil society protests against EU chat control plans
35 civil society organisations, including European Digital Rights (EDRi), the Electronic Frontier Foundation (EFF), the German Bar Association and the Committee to Protect Journalists (CPJ), are raising the alarms on legislation the EU Commission is to present on 30 March. Similar to Apple’s highly controversial “SpyPhone” scheme, the EU Commission intends to oblige all providers of e-mail, chat or message services to search for and report CSAM by bulk intercepting, monitoring and scanning the content of all citizens’ communications – even where they are so far securely end-to-end encrypted.
The human rights watchdogs call on the EU Commission to „ensure that people’s private communications do not become collateral damage of the forthcoming legislation“, to target suspects rather than roll out mass surveillance and to prevent the creation of CSAM in the first place by exploring social and human interventions. In its press release EDRi warns that the proposal „would undermine the essence of end-to-end encryption“ and would „make the EU a world leader in the generalised surveillance of whole populations“. „How, then, would the EU be able to speak out when undemocratic regimes enact the same measures?“
MEP and civil liberties defender Patrick Breyer (German Pirate Party) comments:
“This EU Big Brother attack on our mobile phones by error-prone denunciation machines searching our entire private communications is the first step in the direction of a Chinese-style surveillance state. Will the next step will be for the post office to open and scan all letters? Organised child pornography rings don‘t use e-mail or messengers. Indiscriminately searching all correspondence violates fundamental rights and will not protect children. It actually puts their private pictures at risk of falling into the wrong hands and criminalises children in many cases.“
In an expert opinion a former ECJ judge pointed out last year that the warrantless interception of private communications violates the case law of the European Court of Justice. According to a poll 72% of citizens oppose the indiscriminate scanning of their private communications.
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Job offer: Patrick Breyer is looking for an Administrative Assistant in Brussels
Member of the European Parliament Patrick Breyer (Pirate Party, Greens/EFA group) is looking for an Accredited Parliamentary Assistant to work in Brussels, with a focus on administration and communications.
Patrick works in the LIBE and JURI committees with a focus on privacy and Internet freedom.
Your tasks will include
- Managing the MEP’s agenda, mailbox and calendar;
- organising events and visits to the EP;
- managing the various budgets;
- supporting and assisting in communications activities;
- coordinating the work with policy advisers in Brussels and local assistants in Berlin and Kiel;
- communicating with institutions and citizens;
- carrying out parliamentary administrative duties.
Requirements
- a general understanding of the European Union and the European Parliament;
- studies or experience in a field relevant to the position;
- organisational skills, flexibility, reliability, proactive approach to work;
- experience with office software;
- fluency in both German and English; proficiency in French, Czech or other languages is an asset;
- an understanding of the core values of the Pirate movement;
- personal integrity and professional approach to work;
- passion for Open Source Software and other open technologies;
- willingness to occasionally travel abroad (mainly to Strasbourg and Germany);
- enthusiasm for working in an international team;
- full support for transparency in public affairs and full respect for privacy in personal matters.
The offer
- Full-time position as Accredited Parliamentary Assistant (APA) in Brussels
- The position will initially be a six months contract as an accredited assistant in the European Parliament, to be extended until the end of the mandate in 2024;
- The salary will depend on experience and will be determined in accordance with parliamentary regulations;
- The opportunity to participate in a meaningful and transparent policy.
See also the brochure “Your job as an Accredited Parliamentary Assistant [en, fr, de]”
Application
- Apply by 28 March 2022 by sending an e-mail to europa@patrick-breyer.de (PGP key), with a curriculum vitae and a cover letter (in English) explaining your motivation and skills. Please use the subject line “Administrative Assistant – YOUR NAME”
- Preferred starting date: 1 May 2022.
Sconto Carburanti!
L'obiettivo del governo è quello di arrivare a ridurre di circa 20 centesimi per tre mesi il prezzo alla pompa utilizzando come copertura l'extragettito Iva accumulato. Una toppa, non una soluzione a lungo termine. Ma è quel che passa il convento. In un quadro internazionale così critico come quello attuale, fare previsioni su cosa avverrà nei prossimi mesi è pressochè impossibile: si parte dal mini-taglio, che dovrebbe essere immediato e che riporterà con ogni probabilità già a inizio settimana prossima il prezzo al di sotto dei 2 euro al litro per benzina senza piombo e gasolio.
Cos'è l'accisa mobile
L'accisa mobile cala al crescere del prezzo di benzina e gasolio per alleggerire il carico complessivo. C'è un ben noto precedente su cui hanno lavorato i tecnici del Mef. Bisogna andare a 15 anni fa, era il 2007-2008 quando, di fronte a un prezzo del petrolio triplicato in 18 mesi nel contesto della crisi finanziaria globale, la manovra di quell’anno stabilì che le accise sarebbero state "diminuite al fine di compensare le maggiori entrate Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio".
Fonte:Today.it
Pirates: Right to repair must also apply to digital devices!
Today, the Internal Market and Consumer Protection Committee (IMCO) called for a “right to repair”.[1] Software functionality updates should be reversible and not lead to diminished performance of the device, the report says. For MEP Patrick Breyer (Pirate Party), the paper does not go far enough:
“We Pirates want users to have control over the technology they use in their daily lives. Users need the right to modify and repair devices. Copyright and patent rights of manufacturers must no longer stand in the way!While commercial manufacturers of IT devices must provide updates for a reasonable period of time according to current laws, there is so far no obligation to patch known vulnerabilities in a timely manner. There is also a lack of manufacturer liability for the often devastating consequences of such vulnerabilities.
When a manufacturer decides to abandon a product that is still in widespread use, the source code and development tools should have to be made public to allow the community to maintain it.
Pirates will continue to advocate for the rights of the consumer, something that has long become lost in the intellectual property debate with corporate interests having steamrollered the development of intellectual property law.”
The EU Commission is considering proposing a draft law on a right to repair in the third quarter of 2022. According to a Eurobarometer survey, 79% of EU citizens believe that manufacturers should be obliged to facilitate the repair of digital devices or the replacement of their individual parts, and 77% would rather have their devices repaired than replaced.
[1] Report, press release
The Queen Is Dead volume 39 – Troops Of Doom \ Pia Isa \ Alunah \ Temple Of Deimos
The Queen Is Dead volume 39 - Troops Of Doom Pia Isa Alunah Temple Of Deimos
Troops Of Doom Pia Isa Alunah Temple Of Deimos: Dal Brasile arrivano i Troops Of Doom, con Antichrist Reborn in uscita per Alma Mater Records di Fernando Ribeiro dei Moonspell.In Your Eyes ezine
AA VV – BOMB YOUR BRAIN VOL. 1
La label indipendente francese Pigmé Records (sempre viva le piccole etichette!) ha assemblato una interessantissima compilation, intitolata "BOMB YOUR BRAIN – BEST OF BASTARD COMPILATION VOL. 1",
iyezine.com/aa-vv-bomb-your-br…
AA VV – BOMB YOUR BRAIN VOL. 1
- La label indipendente francese Pigmé Records (sempre viva le piccole etichette!) ha assemblato una interessantissima compilation, intitolata "BOMB YOURIn Your Eyes ezine
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