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Chiedi cos’è la Striscia di Gaza


Gaza è nuovamente al centro delle violenze. Ecco alcune informazioni per capire cosa è quella che è stata definita 'la più grande prigione a cielo aperto del mondo'

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Chi era Tayseer al-Jabari


Ecco chi era l'autorevole membro del consiglio militare delle Brigate al-Quds della Jihad islamica, ucciso il 5 agosto 2022 in un bombardamento israeliano

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Israele – Palestina: all’origine della guerra perenne


Tutto è iniziato da troppo tempo, tanto che si fatica a risalire alla prima origine degli scontri. Una breve storia degli inizi

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#NotiziePerLaScuola

Studentesse e studenti ucraini accolti nelle scuole italiane: tutte le informazioni nella sezione dedicata del sito del Ministero dell'Istruzione.

La trovate qui ▶️ istruzione.



Testimonianza audio da Gaza: manca l’elettricità, ospedali in ginocchio, soffriamo ancora dei bombardamenti dello scorso anno


Intervista al giornalista Aziz Kahlout che sta seguendo a Gaza gli sviluppi dell'offensiva aerea israeliana contro la Striscia cominciata ieri con l'assassinio mirato di un comandante militare del Jihad Islami. L'articolo Testimonianza audio da Gaza: man

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 6 agosto 2022 – Rischia di allargarsi e di trasformarsi in una nuova lunga guerra, l’offensiva lanciata da Israele ieri contro Gaza.

Della situazione nella Striscia e delle possibilità di una tregua tra Israele e il Jihad islami, abbiamo parlato con il giornalista palestinese Aziz Kahlout, a Gaza.

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IRAQ. Manifestanti assaltano il parlamento


Sono per la maggior parte sostenitori del leader sciita al-Sadr e protestano contro la nomina a PM del capo dello schieramento rivale L'articolo IRAQ. Manifestanti assaltano il parlamento proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2022/07/27/pri

Aggiornamento 30 luglio 2022IRAQ. Nuovo assalto al parlamento, il secondo in una settimana

Pagine Esteri, 27 luglio 2022 – Un gruppo di manifestanti è entrato, mercoledì 27 luglio, nella zona protetta del parlamento iracheno a Baghdad, dove risiedono anche le missioni diplomatiche estere.

I manifestanti, sostenitori del leader sciita Muqtada al-Sadr, protestano contro la candidatura a primo ministro del leader del blocco sciita avversario, Mohammed Shia al-Sudani, filo-iraniano.

Nonostante sia stata la coalizione di Muqtada al-Sadr ad aggiudicarsi il maggior numero di seggi in parlamento (73 su un totale di 329), il leader sciita non è riuscito a trovare i numeri necessari alla formazione di un nuovo governo. Lo stallo prosegue ormai da 10 mesi.

Come fortemente voluto dagli americani durante l’occupazione del Paese, la spartizione delle cariche politiche in Iraq è definita: il primo ministro è assegnato alla corrente sciita, il presidente del parlamento è sunnita e il presidente federale è di nomina curda.

Il Primo Ministro, Mustafa al-Kadhimi si è rivolto ai manifestanti, intimandogli di lasciare immediatamente il perimetro del parlamento, una green zone normalmente inaccessibile. Il primo Ministro ha anche dichiarato che le forze speciali non avrebbero ad utilizzare i mezzi necessari per sgomberare l’area, qualora il suo appello fosse caduto nel vuoto.

Centinaia i manifestanti, in molti sventolavano fotografie del leader sciita Muqtada al-Sadr, che qualche settimana fa è uscito dal Parlamento, assieme ai suoi deputati, in segno di protesta. È stato lo stesso al-Sadr a portare a conclusione, senza spargimento di sangue, l’occupazione del parlamento, chiedendo ai propri seguaci di ritirarsi.

Sabato 30 luglio è prevista la seduta per il voto sulla nomina a primo ministro. Se dovesse essere confermato il nome di al-Sudani, la situazione potrebbe diventare molto più violenta e preoccupante: la spaccatura tra forze sciite pro Iran e quelle vicine ad al-Sadr rischia di portare il paese alla guerra civile.

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Frammenti #02


Il pizzo per la protezione di Stato, un ponte sullo stretto, il riconoscimento facciale per i migranti.

Palermo, il faro luminoso dell’ideologia statalista


Ieri ho scoperto che a Palermo è stato approvato un regolamento “anti evasione” che prescrive la sospensione della licenza commerciale per chiunque abbia debiti superiori ai mille euro verso l’Agenzia delle Entrate.

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La peculiarità è che pare che la sospensione della licenza arrivi con la semplice contestazione della morosità, a prescindere dalla realtà innocenza o colpevolezza del contribuente - che andrebbe definita in giudizio davanti alle Commissioni Tributarie.

Vorrei quindi fare i miei vivissimi complimenti al consiglio comunale e al sindaco di Parlermo, che mostrano al Paese intero la via maestra, affermando con meravigliosa rettitudine i principi fondanti dell’ideologia statalista:

  • I cittadini sono tutti criminali e colpevoli fino a prova contraria
  • Libertà sì, ma solo finché paghi il pizzo

Grazie per l’incredibile lavoro svolto; che nessuno dimentichi mai la natura dello Stato.

Privacy Chronicles - Privacy & Libertà

Il ponte sullo stretto


Salvini ha ritirato fuori il ponte sullo stretto.

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Potrebbe essere un’ottima occasione per ponderare sul tema preferito degli statalisti: ma senza Stato chi costruirebbe le strade?

Cosa sono le strade? Le strade sono una tecnologia che permette di rendere più efficienti gli spostamenti dal punto A al punto B. Il modo in cui questa tecnologia viene impiegata è una questione politica. Creare una strada o un ponte ha effetti rilevanti sull’economia, sulla società e in generale sulla realtà delle persone.

Quando un burocrate crea un piano regolatore urbanistico e decide dove saranno costruite le strade, sta decidendo dela vita di migliaia, a volte milioni di persone. Le strade sono un bene di mercato nato per sopperire a un bisogno umano.

Per quale motivo oggi accettiamo che lo Stato sia l’unico monopolista in grado di mediare la costruzione di strade e ponti? Per quale motivo i cittadini siciliani dovrebbero elemosinare un ponte sullo stretto da politici a cui interessa solo il proprio culo su una poltrona?

Oggi il bisogno umano viene sostituito dal bisogno dello Stato. Strade e ponti non sono beni di mercato utili a conseguire il benessere dei cittadini, ma opere tecnologiche usate per conseguire finalità politiche spesso molto distanti dai bisogni reali delle persone.

Senza Stato (inteso come apparato burocratico monopolista) le strade tornerebbero ad essere un bene di mercato. Serve una rotta commerciale, turistica, per raggiungere un punto da A a B? State sicuri che ci sarà qualche imprenditore disposto a sopperire a quel bisogno. Per guadagnarci, si capisce. È un problema? No. Paghiamo già oggi miliardi in tasse che (in teoria) dovrebbero servire per costruire strade di cui non abbiamo bisogno, in luoghi lontani da noi; per avere le voragini davanti casa. Personalmente preferirei pagare per avere strade in buone condizioni dove mi interessa.

Lo Stato non è mai più efficiente del mercato, semplicemente perché l’interesse di Stato non è l’interesse delle persone. Chi pensa il contrario ha un nome, inizia con la C…

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Riconoscimento facciale sui migranti


Nel Regno Unito spingono sempre più per l’uso estensivo di tecnologie di riconoscimento facciale. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli esperimenti pubblici da parte della polizia, che nelle piazze pubbliche usa telecamere mobili con riconoscimento facciale per individuare ricercati (o semplicemente per schedare la popolazione).

Ieri ho letto in questo articolo che l’Home Office ha deciso di obbligare gli immigrati condannati a indossare braccialetti con riconoscimento facciale e GPS, per tracciare i loro spostamenti e identificarli 24 ore su 24.

In pratica il discorso è molto semplice: perché tenerti in galera se posso rendere la tua vita una galera e tracciarti comodamente a distanza? Probabilmente in galera avrebbero anche più privacy.

Non ho dubbi che questo grande passo in avanti per la civiltà umana possa essere presto usato anche per finalità diverse, ad esempio per controllare che persone sottoposte a quarantena per una malattia qualsiasi siano effettivamente chiuse in casa.

Citazione del giorno


“If any man's money can be taken by a so-called government, without his own personal consent, all his other rights are taken with it; for with his money the government can, and will, hire soldiers to stand over him, compel him to submit to its arbitrary will, and kill him if he resists.”

― Lysander Spooner


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Fatemi sapere se vi piace questa rubrica estiva! Io sono in “ferie” ma Privacy Chronicles continua…

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Covid-19, sono state pubblicate le indicazioni operative per le scuole del primo e del secondo ciclo. Il documento è stato messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità, con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e la Conferenza delle Regioni e…


Si può fare ora


Proposta a chiunque governerà l’Italia Eppure qualche cosa si potrebbe pur fare in quest’estate di una campagna elettorale, che si è avviata all’insegna della confusione, della falsificazione, della gara all’ultimo voto, come se non sapessero tutti e non

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Proposta a chiunque governerà l’Italia


Eppure qualche cosa si potrebbe pur fare in quest’estate di una campagna elettorale, che si è avviata all’insegna della confusione, della falsificazione, della gara all’ultimo voto, come se non sapessero tutti e non sapessimo tutti che il partito che vedrà crescere maggiormente i propri consensi è quello degli italiani che a votare non ci vanno nemmeno o non ci vanno più.

Oggettivamente è una scelta un po’ povera quella cui ci si trova difronte, però qualcosa si può fare. A noi piace sempre cercare di ragionare su quello che è possibile fare di positivo, perché tanto a rimestare nel torbido sono tutti bravi.

Allora proviamo ad evitare che si arrivi alla fine della campagna elettorale con l’incoscienza e l’inconsistenza di “vabbè intanto si vota e poi si vede” ed evitiamo di arrivarci con l’idea che se vince l’altro si distrugge l’Italia, perché queste sono cose sono cose gravi.

Chiunque voglia seriamente governare, chiunque creda che la democrazia non sia solo raccogliere voti, ma anche i consensi, che poi è necessario riconfermare giorno dopo giorno, governando, deve farlo.

La democrazia non è una dittatura che ogni cinque anni va a votare. Continua ad essere una democrazia, anche quando non sono convocate alle urne.

Allora a chiunque voglia governare, intanto noi potremmo dire, oggi, di comune accordo fra le forze politiche di confermare gli impegni presi per i fondi europei del PNRR. L’Italia non deve venire meno alla parola data. Perché la parola l’ha data l’Italia, non il singolo governo. Serve il senso delle Istituzioni: gli impegni che ha preso l’Italia saranno tutti confermati, chiunque vinca se vuol governare.

La sinistra dice che se vince la destra è a rischio la nostra appartenenza all’Europa: è un argomento incosciente, perché non si ragiona così.

Semmai occorre far politica, perché la campagna elettorale è anche questa, e guardare dentro l’alleanza di centro-destra e di quelli che andavano in giro con la maglietta “NO EURO”, quelli che avevano messo l’uscita dall’euro nel loro simbolo: se lo rimangiano o no?

La Meloni dice che garantisce lei per la Lega. Bene, ma l’elettore non dispone della firma di garanzia. Se lo rimangiano oppure no? Questo sarebbe far politica.

L’altra cosa su cui si potrebbe essere d’accordo subito è che nessuno cambi il dettato costituzionale semplicemente sulla base di una maggioranza elettorale, perché questo spaccherebbe il Paese e metterebbe in condizioni di difficoltà e di ansia l’equilibrio istituzionale.

Perché questo impegno abbia un senso, non bisogna chiedere alla destra, che al momento è candidata a vincere: “Ma voi rispetterete la Costituzione?”. Bisogna chiedere alla sinistra: “Voi siete d’accordo a che gli equilibri costituzionali si cambino non solo sulla base di una maggioranza elettorale?”.

Perché se siete d’accordo, dovete rimangiarvi quello che avete fatto nel 2001, quando avete cambiato la Costituzione sulla base di una speranza elettorale e di governo, danneggiandola gravemente e arrecando un danno permanente all’equilibrio istituzionale ed economico dell’Italia. Mi riferisco alla riforma del Titolo V del 2001.

Perché questo impegno abbia un senso, non bisogna chiedere alla destra, che al momento è candidata a vincere: “Ma voi rispetterete la Costituzione?”. Bisogna chiedere alla sinistra: “Voi siete d’accordo a che gli equilibri costituzionali si cambino non solo sulla base di una maggioranza elettorale?”. Perché se siete d’accordo, dovete rimangiarvi quello che avete fatto nel 2001, quando avete cambiato la Costituzione sulla base di una speranza elettorale e di governo, danneggiandola gravemente e arrecando un danno permanente all’equilibrio istituzionale ed economico dell’Italia. Mi riferisco alla riforma del Titolo V del 2001.

Alle urne non si va con una scelta due fazioni che hanno tutte e due ragione: no. Hanno molti torti, da una parte e dall’altra. Potrebbero avere una ragione: la capacità prima del voto di dire che nessuno di loro attenterà a quelli che sono gli interessi e i beni indisponibili dell’Italia.

Sarebbe quasi una dimostrazione di senso di responsabilità.

L'articolo Si può fare ora proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Sud…ditanza


Da terrone ne ho pieni i deliziosi capperi della gnagnera sul Sud arretrato e sulla forbice che s’allarga. Da ultimo sono arrivati i dati Svimez, interessanti come sempre: sia per il ’21 che per il ’22 il Sud cresce meno della media nazionale, che, essend

Da terrone ne ho pieni i deliziosi capperi della gnagnera sul Sud arretrato e sulla forbice che s’allarga. Da ultimo sono arrivati i dati Svimez, interessanti come sempre: sia per il ’21 che per il ’22 il Sud cresce meno della media nazionale, che, essendo una media incorpora anche il Sud, il che comporta una crescita meridionale, ma anche del Centro, significativamente inferiore a quella del Nord (fra parentesi, per gli appassionati: Italia 2021 6.6 e 2022 3.4; Mezzogiorno uguale al Centro 5.9 e 2.8; Nord Est 7.5 e 4.7; Nord Ovest 7 e 3.4).

Prima d’unirmi ai condolenti, però, mi viene in mente che l’Italia, da lustri, cresce meno della media europea, che essendo una media la incorpora, il che comporta il crescere assai meno di chi cresce di più. E mi viene anche in mente che, se si escludono i due anni che stiamo vivendo, anche in questo caso la forbice s’allarga: chi era cresciuto meglio continua a farlo più velocemente di chi era rimasto indietro.

Anche nelle retrovie si cresce (buttalo via, come risultato), ma normalmente capita che i meno sviluppati si sviluppino più in fretta, una volta create le condizioni. Qui non capita. Allora guardiamo le condizioni.

Da terrone amo taluni orgogliosi terroni, fra i quali Leonardo Sciascia, che con il suo occhio semichiuso aveva visto quello che i lettori di numeri non riescono a vedere. Se le forbici che s’allargano sono due, cos’hanno in comune?

Il Maestro di Racalmuto aveva descritto la maledizione dei siciliani: non credono che le cose possano cambiare. Ma aveva anche visto la “linea della palma” salire verso Nord. Climatica e non solo. Quella linea porta con sé l’indebolimento dei diritti di cittadinanza, che comportano anche i doveri, e il crescere dei diritti di sudditanza, che hanno nel lamentio il compenso del mantenimento.

Sono diritti di cittadinanza una scuola decente, un’amministrazione pubblica almeno sufficiente e una giustizia esistente. Vediamo quanto ci si mette a sapere chi ha ragione e chi deve essere condannato, dopo che una ragazza, a Soverato, è stata presa a calci dal datore di lavoro. Non spetta a noi stabilirlo, sulla base di un filmato, ma spetta a un giudice accertare se altri torti s’accompagnano ai calci.

Se non lo sapremo a breve è semplicemente inutile parlare di contratti e legalità. E se è inutile allora la cattiva moneta avrà da un lato la miseria e dall’altra la criminalità. I diritti di cittadinanza devono esserci ai quattro punti cardinali. Ma se prendo scuola, amministrazione e giustizia per bidoni con cui fare assunzioni, addio cittadinanza.

Quel processo di logoramento è andato avanti al punto che si intesta alla cittadinanza un simbolo della sudditanza: l’elemosina improduttiva. Al Sud ce n’è più che al Nord e in Italia ce n’è più che altrove. Così si allargano entrambe le forbici.

Eppure si cresce, perché al Nord, al Sud e ovunque c’è gente che lavora sodo e con competenza, solo che (prego osservare la campagna elettorale in corso) sono considerati contribuenti da spremere, senza scuola decente, amministrazione presente e giustizia esistente. Gli altri, quelli con le false invalidità, le pensioni anticipate e i redditi di sudditanza, invece, l’arato campo ove mietere voti.

Sappiamo benissimo cosa si dovrebbe fare, per stringere la forbice e tagliare via il passato. Sappiamo che i soldi investiti creano ricchezza e quelli distribuiti miseria morale e materiale.

Ma sappiamo anche che se i cittadini non ci credono a essere rappresentati saranno i sudditi, che eleggeranno i loro simili più marpioni, allargatori di forbici. E già quelli dimostrano che la linea della palma non solo avanza, ma parla anche i vernacoli polentoni.

Rassegnarsi è escluso. Arrendersi non è contemplato. Ma ripetersi all’infinito che siamo rimasti indietro e che la forbice s’allarga induce a mettere in salvo i capperi: nel forno, a contornare un coccio, alla pantesca, con zibibbo non filtrato e freddo. Molto freddo, che fa caldo.

La Ragione

L'articolo Sud…ditanza proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



#NotiziePerLaScuola

Campionati studenteschi di tennis: la finale nazionale si terrà a Palermo presso il "Circolo tennis Palermo - Kalta tennis club", dal 26 al 30 settembre.

Info ▶️ miur.gov.



T-shirt “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”


Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento. La maglietta riporta il logo della Fondazione e la

Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento.

La maglietta riporta il logo della Fondazione e la frase “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”.

Il contributo richiesto per la produzione della maglietta è di 10 € oltre le spese di spedizione (ritiro gratuito presso la sede della Fondazione). Le spese di spedizione fino a 50 magliette è pari a 10 euro.

Sarà un modo per contribuire alle attività della Fondazione e per avere un pezzo unico che vi consente di distinguervi in questo delicato momento della vita del Paese.

Si invita a scattare un selfie con la maglietta, pubblicandola sui social e taggando la Fondazione.

Fra tutti quelli che lo faranno entro il 30 settembre 2022, estrarremo 3 partecipanti a cui doneremo il libro del 60esimo anniversario della Fondazione Luigi Einaudi, che sarà pubblicato nei prossimi mesi.

Per ordinarle le magliette seguire le seguenti istruzioni:

1. Effettuare un bonifico pari all’importo dell’ordine che si intende inoltrare: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) al seguente IBAN (per ritiro in sede non si paga la spedizione)

Intestato a: Fondazione Luigi Einaudi ETS
IBAN: IT42X0503403204000000007280
Causale: ordine magliette.

2. Scrivere una mail a gadget@fondazioneluigieinaudi.it scrivendo nell’oggetto “Maglietta”

Nel corpo della mail indicare:

  • nome e cognome;
  • indirizzo di spedizione;
  • numero di magliette desiderate per ciascuna TAGLIA (ad es. 2 magliette M + 1 maglietta L);
  • allegare distinta bonifico pari all’importo dell’ordine: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) oppure chiedere disponibilità per ritiro in sede.

Le taglie disponibili sono XS, S, M, L, XL, XXL

Le spedizioni saranno sospese dal 10 agosto al 22 agosto per chiusura estiva della Fondazione

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T-shirt “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”


Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento. La maglietta riporta il logo della Fondazione e la

Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento.

La maglietta riporta il logo della Fondazione e la frase “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”.

Il contributo richiesto per la produzione della maglietta è di 10 € oltre le spese di spedizione (ritiro gratuito presso la sede della Fondazione). Le spese di spedizione fino a 50 magliette è pari a 10 euro.

Sarà un modo per contribuire alle attività della Fondazione e per avere un pezzo unico che vi consente di distinguervi in questo delicato momento della vita del Paese.

Si invita a scattare un selfie con la maglietta, pubblicandola sui social e taggando la Fondazione.

Fra tutti quelli che lo faranno entro il 30 settembre 2022, estrarremo 3 partecipanti a cui doneremo il libro del 60esimo anniversario della Fondazione Luigi Einaudi, che sarà pubblicato nei prossimi mesi.

Per ordinarle le magliette seguire le seguenti istruzioni:

1. Effettuare un bonifico pari all’importo dell’ordine che si intende inoltrare: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) al seguente IBAN (per ritiro in sede non si paga la spedizione)

Intestato a: Fondazione Luigi Einaudi ETS
IBAN: IT42X0503403204000000007280
Causale: ordine magliette.

2. Scrivere una mail a gadget@fondazioneluigieinaudi.it scrivendo nell’oggetto “Maglietta”

Nel corpo della mail indicare:
– il numero di magliette desiderate per ciascuna TAGLIA (ad es. 2 magliette M + 1 maglietta L)
– l’indirizzo di spedizione.
– allegare distinta bonifico pari all’importo dell’ordine: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) oppure chiedere disponibilità per ritiro in sede.

Le taglie disponibili sono XS, S, M, L, XL, XXL

Le spedizioni saranno sospese dal 10 agosto al 22 agosto per chiusura estiva della Fondazione

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Elsa Fornero: siamo pieni di lacci e lacciuoli, di conventicole e appartenenze che limitano sia l’egualizzazione dei punti di partenza, sia la valorizzazione piena del merito


E' molto più utile cercare di rimediare alle diseguaglianze prima che producano differenze profonde anziché intervenire con rimedi e sussidi a posteriori. L'articolo Elsa Fornero: siamo pieni di lacci e lacciuoli, di conventicole e appartenenze che limit

Professoressa Fornero, è possibile conciliare libertà economica e welfare state?
Deve essere possibile. Il Welfare State, come emerge dal rapporto Beveridge, elaborato a guerra mondiale in corso, viene inizialmente osteggiato perché sembrava fosse troppo vicino a posizioni socialiste, mentre al contrario è stato elaborato da un conservatore. È un grande disegno sociale che ha ispirato il cosiddetto modello sociale europeo. Naturalmente, come tutte le grandi idee, ha trovato nella sua realizzazione pratica non soltanto ostacoli ma anche interferenze da parte di visioni corte piuttosto che lungimiranti, o magari da interessi che non erano in poi in realtà così generali. Così anche il welfare, nel tempo, è finito con l’accumulare difetti. Però il sogno resta, e non come utopia ma come realizzazione. Oggi l’Europa presenta diseguaglianze, anche se meno degli Stati Uniti, ma sono diseguaglianze che non possono comunque essere tollerate a lungo. Vanno gestite in un ambito di democrazia liberale così che, senza negare il principio di libera iniziativa economica, si regolino i mercati e i sistemi di intervento sociale, prima fra tutti la tassazione, in modo da non lasciare indietro nessuno.

Sta parlando della famosa uguaglianza einaudiana dei punti di partenza?
È un’idea molto importante che ha trovato molti illustri sostenitori. Se ci pensiamo, è molto più utile cercare di rimediare alle diseguaglianze prima che producano differenze profonde anziché intervenire con rimedi e sussidi a posteriori. Il punto è che le differenze cominciano alla nascita, con differenze tra chi ha genitori attentissimi e chi invece ha genitori inadatti, che non danno la giusta importanza alla nutrizione, all’istruzione, alla stessa serenità del bambino. Questo vuol dire che ci dev’essere l’intervento di qualcuno che, per carità senza sottrarre i bambini alle proprie famiglie, integri i punti di partenza di chi è meno avvantaggiato, a partire dalla scuola materna e dell’infanzia, per assicurare ai bambini qualcosa in più per ridurre la diseguaglianza. Non sarà mai una perfetta uguaglianza dei punti di partenza, ma è ciò a cui dobbiamo tendere. Una cosa ormai molto documentata è che le diseguaglianze dei primi anni di vita si perpetuano durante tutto il corso della vita.

Una delle diseguaglianze che in Italia appare più grave è quella della partecipazione femminile. Una società moderna che ignora questo problema non è destinata a fallire?
Sì, anzitutto è una questione di giustizia perché la minore partecipazione delle donne non è conseguenza di una minore capacità ma di una minore opportunità. Poi, la mancanza di questa opportunità è il riflesso del fatto che, come società, non diamo importanza all’autonomia economica delle donne, che è fondamentale perché possano avere rapporti paritetici con gli uomini e possano fare valere il merito. Se una donna non ha accesso a certe professioni, come era un tempo, oppure se questo accesso è molto più difficile che per un uomo, allora non è il merito a contare ma qualcosa d’altro come l’appartenenza, l’identità, in questo caso di genere. Oltre alla ragione di giustizia c’è quindi una ragione economica: la scarsa partecipazione delle donne al lavoro e all’economia riduce di molto il benessere sociale perché riduce il Pil e la sua crescita.

L’Italia è un Paese senza merito?
L’Italia è un Paese che cura troppo poco il merito, ma attenzione: il merito non può semplicemente accompagnarsi alla constatazione delle diseguaglianze che le persone già adulte mostrano. Perché il merito, come dicevo, non può prescindere dall’aver reso uguali i punti di partenza. Quando diciamo che gli Stati Uniti sono un Paese meritocratico diciamo una cosa vera, ma vera per segmenti, perché i neri ad esempio non hanno le stesse possibilità che hanno i bianchi. Applicare il merito in tale maniera significa che un nero deve essere più bravo, molto più bravo, molto più dedicato di un bianco per conseguire le stesse mete. Noi siamo pieni, come diceva Guido Carli, di lacci e lacciuoli, di conventicole e di appartenenze che limitano sia l’egualizzazione dei punti di partenza, sia la valorizzazione piena del merito.

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Frammenti #01


Quote CO2 e identità digitale, immigrati che chiedono documenti, suicidio as a service, gente arrestata per meme offensivi.

Quote Co2, identità digitale, social scoring…


Barbara Baarsma, CEO di Rabobank (banca olandese) ha recentemente dichiarato che dovrebbero essere istituiti dei “carbon wallets” con poter cui conservare scambiare carbon credits (quote CO2). In questo modo, secondo lei, i più ricchi potrebbero acquistare crediti CO2 dai meno abbienti, così da poter mantenere il loro stile di vita più inquinante.

Ad esempio io potrei vendere i miei crediti CO2 a un ricco imprenditore di Montecarlo che ne ha bisogno per coprire la quota CO2 della sua vacanza in yacht ai Caraibi. Tanto io non potrei permettermela, no?

Privacy Chronicles - Privacy & Libertà

La stessa banca il 22 aprile 2022 ha attivato un servizio innovativo in beta test per qualche migliaio di fortunati clienti per monitorare l’emissione di CO2 delle loro transazioni. L’idea è di rendere il servizio disponibile per tutti entro la fine dell’estate.

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Neanche a farlo apposta un utente su Twitter scriveva un paio di giorni fa: “Ma voi vi rendete conto? Il mio conto corrente su Intesa, lo rendo pubblico per far capire ai più in che direzione stiamo andando! Lo calcolano su tutto anche su una scrittura su conto corrente!”

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Quote CO2, identità digitale, carbon wallets, social scoring...Quando tutto ciò che facciamo verrà monitorato e collegato alla nostra identità , le quote CO2 diventeranno un token della nostra libertà (di movimento, di parola, economica, ecc.) concesso dallo Stato. Un gioco a somma zero.

Politici e intellettuali del climate change stanno creando i presupposti per creare un mercato della libertà mediato dallo Stato. La direzione è segnata da tante piccole finestre di Overton per bollire le rane. Piano piano.

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Gli immigrati chiedono i documenti, ma sbagliano


A Saluzzo in questi giorni ci sono alcuni scioperi di braccianti immigrati che protestano chiedendo documenti per tutti così da poter avere contratti regolari e tutele.

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Un tipico esempio di barriera artificiale creata dallo Stato, che ha la necessità di schedare e controllare ogni persona presente sul suo suolo. Ma perché chiedere documenti?

Dovremmo invece unirci ai braccianti per chiedere l’abolizione di ogni documento d’identità, perché siamo persone con una dignità e non codici a barre da schedare in un database anagrafico.

Noi italiani siamo fissati coi documenti. La carta d’identità è quasi un rito di passaggio per i bambini. Peccato che sia uno schema di sorveglianza e controllo di massa; motivo per cui nel Regno Unito - paese più civile di noi - furono aboliti i documenti d’identità e distrutti i relativi database nel 2011. Motivo? L’esagerata ingerenza dello Stato nella vita privata delle persone.

Una cabina per suicidarsi


In un mondo di progressisti, woke e attivisti “Ultima Generazione”, che non fanno altro che raccontarci di come l’essere umano non sia altro che uno schifoso parassita che inquina, distrugge e uccide il prossimo, il mercato sopperisce a un nuovo bisogno: quello di ammazzarsi.

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L’ideologia statalista, che esalta la collettività, diventa facilmente ideologia del sacrificio come unico valore morale. Ecco allora che non sembra poi così fuori di testa pensare a un futuro prossimo in cui chiunque potrà essere libero di acquistare un servizio per ammazzarsi comodamente, come le cabine per i suicidi di Futurama.

La responsabilità della libertà di pensiero


Vi ricordate quando Calenda parlava della libertà che non libera e della “responsabilità” della libertà di pensiero? Molto bene, pare che qualcuno stia iniziando a mettere in pratica il verbo.

In UK un uomo è stato arrestato dalla polizia per aver postato online un meme “offensivo” raffigurante la bandiera LGBT sotto forma di svastica. La motivazione dell’arresto è che il meme avrebbe causato uno “stato di ansia” ad alcuni utenti.

La prossima volta che qualcuno vi parla di responsabilità della libertà ricordatevi che in realtà vi sta dicendo che non vede l’ora di potervi denunciare e rendere la vostra vita un inferno a causa delle opinioni diverse dalle sue.

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In periodo di vacanze estive ho pensato di sperimentare una nuova rubrica, in cui commento le ultime notizie in modo conciso. Mi piacerebbe usare questa rubrica per stimolare il dibattito e riunire la community di Privacy Chronicles, che ormai ha abbondantemente superato il migliaio di persone.

Non esitate quindi a commentare e magari condividere notizie e temi che vorreste affrontare insieme in questa rubrica!

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P.S. sono stato qualche giorno a Cagliari per lavoro: città fantastica, ottimo cibo, mare stupendo, caldo pazzesco. C’è qualche cagliaritano/a tra noi?

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Sono disponibili sul sito del Ministero tutte le informazioni su come presentare le istanze per l’assegnazione delle supplenze a tempo determinato per l’anno scolastico 2022/2023.

Qui la pagina ▶️ istruzione.



Sardegna che vieni, Sardegna che vai


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Elezioni 2022, come sopravvivere alla grande fiera delle illusioni | La Fionda

"In altre parole, mentre ci affanniamo a selezionare l’autista da mettere al volante del paese, non ci accorgiamo che la nostra macchina è stata sostituita con un’auto giocattolo, senza ruote e senza motore. Uno Stato di plastica, un guscio vuoto che nemmeno il conducente più formidabile potrebbe mettere in moto.

Da tempo, infatti, le leve della politica economica sono state sottratte alla politica nazionale e spostate a Bruxelles e Francoforte. Significativo in questo senso il disinteresse di Mario Draghi per le vicende elettorali del 2013, quando da Presidente della BCE ci informò che quand’anche fossero giunti al potere i populisti le riforme sarebbero proseguite «come se fosse inserito il pilota automatico»."

lafionda.org/2022/08/03/elezio…



Etiopia, il conflitto che alimenta la violenza sessuale in Tigray


MEKELLE, Tigray – “Abbiamo cercato di fuggire sul retro di un camion, ma ci hanno beccato. Mi hanno portato via, violentata e lasciata nella boscaglia”.…

MEKELLE, Tigray – “Abbiamo cercato di fuggire sul retro di un camion, ma ci hanno beccato. Mi hanno portato via, violentata e lasciata nella boscaglia”. Mahlet* aveva solo 17 anni quando è fuggita di casa nel novembre 2021 per sfuggire al conflitto in corso nella regione del Tigray settentrionale, in Etiopia.

Non ha ripreso conoscenza fino al giorno successivo. Sola, terrorizzata e sofferente, ha detto:

“Non c’era nessuno in giro ad aiutarmi”.


Il conflitto stridente e l’insicurezza in Etiopia hanno decimato il sistema sanitario, con la maggior parte degli ospedali e dei centri medici saccheggiati o distrutti durante i combattimenti. Senza accesso all’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, o altro, quando ha scelto di parlare con l’UNFPA, Mahlet era incinta di sette mesi dal suo stupratore.

“L’ho tenuto segreto perché se uno dei leader della comunità lo avesse scoperto, sarebbe rimasto scioccato e io sarei stata discriminata”, ha detto.

Il reato di violenza sessuale è ampiamente sottostimato su scala globale, ma nei conflitti gli ostacoli alla ricerca e all’accoglienza possono diventare insormontabili. Pochi sopravvissuti parlano mai del loro calvario, per paura di essere stigmatizzati dalle loro famiglie e comunità – e nella pungente consapevolezza che la giustizia comunque probabilmente sfuggirà loro. Costretti da una cultura del silenzio, non osano chiedere l’assistenza umanitaria per cui dovrebbero avere la priorità, poiché molti hanno paura di essere scoperti se cercano di chiedere aiuto.

Una crisi nascosta in bella vista


Mahlet ha trovato da sola la strada per il campo Sabacre 4 a Mekelle per sfollati interni, dopo aver perso la sua famiglia nel caos delle ostilità. Malnutrita, esausta e consumata dall’ansia per il futuro che ora le attende, ha detto di essere sollevata di poter raccontare la sua storia a un consulente in uno spazio amichevole per donne e ragazze supportato dall’UNFPA.

Gli spazi amichevoli sono centri in cui i sopravvissuti possono accedere a supporto psicosociale, kit di dignità contenenti articoli sanitari e sanitari e rinvii a rifugi sicuri. I centri offrono cibo, cure mediche, consulenza legale, supporto psicosociale e formazione professionale, oltre a uno spazio in cui i sopravvissuti possono guarire e iniziare il lungo processo di ricostruzione delle loro vite.

Mahlet è solo una di un numero imprecisato di ragazze che cercano disperatamente di affrontare una situazione che non hanno contribuito a creare, costrette a mettere in pericolo la propria vita per sopravvivere. “Questo isolamento è comune tra i sopravvissuti alla violenza sessuale”, ha affermato il Senait Geber, che gestisce i casi di violenza di genere in uno degli spazi amichevoli. “Diventano invisibili nel campo e ricorrono al sesso commerciale e ad altre attività solo per sopravvivere”.

Quasi 4 milioni di persone nel Tigray e circa 10 milioni nella regione di Amhara hanno bisogno di servizi sanitari salvavita, compreso il supporto sessuale e riproduttivo: oltre l’80% delle restanti strutture sanitarie nel Tigray non ha capacità di salute materna, mentre nel Nella regione di Afar solo 1 struttura su 5 è attualmente funzionante. L’ufficio di coordinamento umanitario delle Nazioni Unite riferisce che la protezione dalla violenza di genere è quasi inesistente, con le vittime di stupro che hanno poco o nessun accesso alla gestione clinica dello stupro o ad altri servizi fondamentali.

Fornire un rifugio sicuro per il recupero e la guarigione


La violenza sessuale può portare a una vita di angoscia per la salute fisica e mentale. Chi rimane incinta e partorisce spesso deve affrontare l’esclusione sociale, l’abbandono e la povertà. “Molti sopravvissuti affermano che preferirebbero morire piuttosto che sopportare un simile trauma”, ha detto un’infermiera in un centro unico sostenuto dall’UNFPA, un altro tipo di struttura che riunisce varie forme di salute riproduttiva, assistenza medica e di altro tipo.

Circa il 70% delle donne in contesti umanitari dichiara di aver subito violenze sessuali, rispetto a circa il 30% a livello globale. In quanto adolescente sfollata e non accompagnata, Mahlet è tra le più vulnerabili in questa crisi pericolosa e devastante.

In tutto il nord dell’Etiopia, l’UNFPA sostiene 11 spazi amichevoli, che hanno assistito più di 15.000 donne e ragazze finora quest’anno, e 20 centri unici. Nelle regioni del Tigray e dell’Amhara, l’UNFPA lavora anche con tre centri di accoglienza per consentire ai sopravvissuti di riprendersi attraverso un’intensa consulenza e supporto. Ad oggi, quasi 25.000 persone nelle aree colpite dal conflitto dell’Etiopia settentrionale sono state raggiunte attraverso programmi di consulenza psicosociale sostenuti dall’UNFPA.

Ci sono circa 130 bambini che vivono nel campo di Sabacre 4 senza famiglia: la maggior parte sono adolescenti come Mahlet. Come ha indicato la signora Senait, alcuni ricorrono al sesso transazionale in cambio di cibo o di una magra somma di denaro. “Come posso andare avanti con questo bambino quando devo mendicare solo per vestiti e cibo?” disse Mahlet. “Non riesco nemmeno a soddisfare i miei bisogni quotidiani.”

Dei 26 milioni di persone in Etiopia che necessitano di assistenza umanitaria urgente, quasi tre quarti sono donne e ragazze. L’ Appello 2022 dell’UNFPA per la risposta umanitaria chiede quasi 30 milioni di dollari per rispondere alle urgenti esigenze di protezione e salute di donne e ragazze in otto regioni colpite dalla crisi in Etiopia.

*Nome cambiato per motivi di protezione.


FONTE: unfpa.org/news/conflict-fuelli…


tommasin.org/blog/2022-08-03/e…



Metti Aquile d'attacco nel mondo di Ace Combat, aggiungici un Maverick in piena forma, una scrittura finalmente buona e avrai uno dei più spettacolari film d'aviazione mai visti. #MicroRecensione #TopGunMaverick #MastoCinema


Elezioni. Rispuntano gli ascari del meno peggio - Contropiano

"Quando arrivano le elezioni scatta sistematicamente l’invocazione alla catarsi, a mettere da parte ogni responsabilità passata e presente del Pd (ieri dell’Ulivo) sulle scelte guerrafondaie e antipopolari perché se fatte dal Pd queste sono potabili, mentre quelle della destra – sulle quali il Pd è convenuto spesso dentro e fuori le aule parlamentari – sono indigeribili.

Insomma se in guerra e al fianco della Nato ci trascina il Pd va bene, se lo fa la Meloni no. Se i sacrifici, le privatizzazioni, i tagli alla spesa sociale li fa il PD ci lamentiamo un po’ ma non si vede l’ombra di un’ora di sciopero, se le fa la destra siamo dentro al baratro."

contropiano.org/news/politica-…



Il 29 luglio 2020 è iniziata la mia avventura al Garante per la privacy.
Sono già passati due anni e sono stati due anni straordinariamente intensi e stimolanti.

Non è facile provare a fare un bilancio come, pure, l’anniversario suggerisce.
Ecco alcuni numeri.
180 provvedimenti dei quali sono stato relatore.
Quasi 14 mila ore lavorate dalla mia segreteria (Daria, Eduardo, Guido e Michela in rigoroso ordine alfabetico!) e da me.
524 numeri di Privacy Daily.
288 puntate di Governare il futuro su Huffington Post.
54 puntate di Garantismi il video-format settimanale con Matteo Flora.
20 puntate de “La privacy secondo te” su Italian Tech de La Repubblica.
15 episodi de “i provvedimenti spiegati semplici” su Agenda Digitale.
Oltre 200 gli eventi pubblici – online e di persona – ai quali ho partecipato.
Sui social le visualizzazioni dei contenuti di #cosedagarante sono state 5,5 milioni su Twitter, oltre 2, 5 milioni su Linkedin, circa 500 mila sulla pagina Facebook e sull’account Instagram, senza contare le centinaia di migliaia di visualizzazioni de “La privacy secondo te” su Italian Tech de La Repubblica, quelle di Garantismi e gli ascolti del podcast di Governare il futuro su Huffington Post.

Credo che si possa essere ragionevolmente certi che di diritto alla protezione dei dati personali e all’identità personale oggi si parli più di ieri e, c’è da augurarsi, meno di domani perché solo rendendo questo diritto un diritto popolare, un diritto di massa, un diritto davvero delle persone c’è qualche speranza di un futuro migliore del passato.

Ma i numeri – questi e qualsiasi altro potessi condividere – non rendono giustizia alle emozioni, esperienze, confronti, dialoghi e scontri che hanno reso semplicemente straordinari i miei primi due anni al Garante.

È, probabilmente, il lavoro più bello che mi sia, sin qui, trovato a fare nella mia vita nella quale, pure, ho sempre avuto la fortuna di fare lavori e ricoprire incarichi capaci di regalare grandi soddisfazioni.

Oggi e qui al Garante, però, è diverso: stare dalla parte delle persone per definizione, dalla parte dei più deboli e dei più vulnerabili, degli utenti, dei cittadini e dei consumatori senza, tuttavia, mai dimenticare le ragioni del mercato e quelle dell’Amministrazione nella gestione del Paese, per di più, nel pieno di un’emergenza sanitaria senza precedenti.

Accompagnare il diritto alla protezione dei dati personali nella sua crescita in una stagione della vita del mondo nella quale i dati – personali e non personali – sono protagonisti indiscussi della dimensione sociale, culturale, democratica e economica oltre che, naturalmente, della vita delle persone è un’esperienza che ritengo unica.
Dai provvedimenti connessi alla gestione sanitaria a quelli adottati nel tentativo di garantire, specie ai più piccoli, una vita più sicura nella dimensione digitale, dai provvedimenti per tenere la sorveglianza di massa a distanza di sicurezza dalla nostra democrazia a quelli volti a scongiurare il rischio della mercificazione dei dati biometrici passando per le decine di pareri con i quali si è cercato di fare in modo che la trasformazione digitale e l’implementazione del PNRR procedessero spedite ma nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà delle decine di milioni di persone che vivono nel nostro Paese.

Impossibile provare a selezionare i provvedimenti ai quali sono rimasto più legato.
Si è fatta, credo, tanta strada ma non c’è dubbio che quella da fare è molto di più di quella che si è fatta.
E non solo perché a fronte dei due anni alle spalle ce ne sono altri cinque davanti.
Ma anche perché le sfide più impegnative, certamente, devono ancora venire.

E se il bilancio di questi primi due anni è, almeno dal mio angolo di visuale, tanto positivo è merito di tante persone che non posso non ringraziare: i miei colleghi del Collegio, per cominciare (Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia), il personale dell’Autorità a cominciare dalla mia Segreteria, le centinaia di stakeholders pubblici e privati con i quali ci siamo confrontati su base quasi quotidiana e, da ultima ma non per ultima, la mia famiglia alla quale, inesorabilmente, ho sottratto tempo e serenità e chiesto pazienza e comprensione.
Semplicemente grazie a tutti.

L’attività qui in Autorità prosegue, probabilmente, senza interruzioni durante tutto il mese di agosto ma le #cosedagarante, oggi si fermano per qualche settimana per tornare tra fine di agosto e i primi giorni di settembre salvo, naturalmente, eccezioni.

Buone vacanze, buon riposo e/o buon lavoro a chi, a dispetto del periodo, ha scelto o è costretto a continuare a lavorare.

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in reply to Informa Pirata

complimenti e grazie! ♥🙏🏼🍀

P.S. Com'è possibile un toot cosí lungo? 🤔😅



Il Drone dell’UE è un’Altra Minaccia per Migranti e Rifugiati – HRW


La sorveglianza aerea di Frontex facilita il ritorno agli abusi in Libia. “Non sapevamo che fossero i libici finché la barca non si è avvicinata…

La sorveglianza aerea di Frontex facilita il ritorno agli abusi in Libia.

“Non sapevamo che fossero i libici finché la barca non si è avvicinata abbastanza e abbiamo potuto vedere la bandiera. A quel punto abbiamo iniziato a urlare e piangere. Un uomo ha cercato di buttarsi in mare e abbiamo dovuto fermarlo. Abbiamo lottato il più possibile per non essere ripresi, ma non potevamo farci nulla”, ci ha detto Dawit. Era il 30 luglio 2021 e Dawit, dall’Eritrea, sua moglie e la giovane figlia stavano cercando rifugio in Europa.

Judith Sunderland, Direttore Associato, Divisione Europa e Asia Centrale
Lorenzo Pezzani Condirettore, Border Forensics

Invece, erano tra le oltre 32.450 persone intercettate dalle forze libiche l’anno scorso e riportate a detenzioni arbitrarie e abusi in Libia .

Nonostante le prove schiaccianti della tortura e dello sfruttamento di migranti e rifugiati in Libia – crimini contro l’umanità , secondo le Nazioni Unite – negli ultimi anni l’Unione Europea ha sostenuto gli sforzi delle forze libiche per intercettare le barche. Ha ritirato le proprie navi e installato una rete di risorse aeree gestite da società private. Da maggio 2021, l’agenzia di frontiera dell’UE Frontex ha schierato un drone fuori Malta e i suoi schemi di volo mostrano il ruolo cruciale che svolge nel rilevamento delle barche vicino alle coste libiche. Frontex fornisce le informazioni del drone alle autorità costiere, inclusa la Libia.
Ricostruzione dell'intercettazione del 30 luglio 2021 facilitata dal drone Frontex. Oltre alla traccia del drone Frontex, la mappa mostra la traccia di Seabird (un aereo Sea-Watch) che ha assistito all'intercettazione. Mostra anche la nave della ONG Sea Watch 3 nelle vicinanze. Non ci sono dati di localizzazione della nave per la motovedetta della guardia costiera libica Ras Jadir o per la nave intercettata. Mappa per gentile concessione di Border Forensics.Ricostruzione dell’intercettazione del 30 luglio 2021 facilitata dal drone Frontex. Oltre alla traccia del drone Frontex, la mappa mostra la traccia di Seabird (un aereo Sea-Watch) che ha assistito all’intercettazione. Mostra anche la nave della ONG Sea Watch 3 nelle vicinanze. Non ci sono dati di localizzazione della nave per la motovedetta della guardia costiera libica Ras Jadir o per la nave intercettata. Mappa per gentile concessione di Border Forensics.
Frontex afferma che la sorveglianza serve a soccorsi, ma le informazioni facilitano le intercettazioni e i rimpatri in Libia. Il giorno in cui Dawit e la sua famiglia sono stati catturati in mare, le forze libiche hanno intercettato almeno altre due barche e riportato almeno 228 persone in Libia. Una di quelle barche è stata intercettata in acque internazionali, all’interno dell’area di ricerca e salvataggio maltese. La traiettoria di volo del drone suggerisce che stesse monitorando la traiettoria della barca, ma Frontex non ha mai informato la vicina nave di soccorso non governativa Sea-Watch .

Human Rights Watch e Border Forensics , un’organizzazione no-profit che utilizza innovative analisi visive e spaziali per indagare sulla violenza ai confini, stanno esaminando come il passaggio dalla sorveglianza marittima a quella aerea contribuisca al ciclo di abusi estremi in Libia . La mancanza di trasparenza di Frontex – hanno respinto la nostra e le richieste di Sea-Watch di informazioni sulle loro attività il 30 luglio 2021 – lascia senza risposta molte domande sul loro ruolo.

Dawit e altri si sono fatti prendere dal panico quando hanno visto la barca libica perché sapevano cosa li aspettava al ritorno. Lui e la sua famiglia sono finiti in prigione per quasi due mesi, rilasciati solo dopo aver pagato 1.800 dollari. Sono ancora in Libia, sperando in una possibilità di raggiungere la salvezza in un Paese che rispetti i loro diritti e la loro dignità.

FONTE: hrw.org/news/2022/08/01/eus-dr…


tommasin.org/blog/2022-08-01/i…

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Elezioni? Tranquilli, tutti aumenteranno sorveglianza e controllo sociale.


Ogni volta cambiano i partiti e le proposte, ma una verità rimane assoluta: ogni movimento statalista non potrà che aumentare la sorveglianza di massa e il controllo sociale.

Pare che il 25 settembre 2022 qualche milione di italiani tornerà a votare. Io probabilmente non parteciperò, perché non sono rappresentato e l’idea di votare per il male minore non mi è mai piaciuta.

Nonostante questo, vorrei spendere due parole per parlare dell’elefante nella stanza di qualsiasi programma politico: l’aumento esponenziale della sorveglianza di massa e controllo della popolazione, che non solo non accenna a diminuire, ma probabilmente aumenterà ancora a dismisura.

Questo è vero per ogni elezione, ma oggi - dopo due anni assolutamente folli, che ci hanno lasciato in eredità una serie di cicatrici profonde nella nostra sfera privata e libertà - è particolarmente rilevante.

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L’elefante nella stanza


Ci sono in particolare alcuni obiettivi dello Stato che per forza di cose necessitano di violentare la sfera privata dei cittadini per essere perseguiti, a prescindere dalle parti politiche.

Evasione fiscale


Il primo è la lotta all’evasione fiscale. Qualcuno potrebbe promettere di diminuire le tasse, ma nessuno mai prometterà di diminuire i poteri di sorveglianza dell’Agenzia delle Entrate, che negli ultimi anni sono aumentati a dismisura.

Dare potere di sorveglianza all’Agenzia delle Entrate non significa però combattere l’evasione fiscale, così come dare potere alle forze dell’ordine non equivale a combattere il crimine. L’unico vero effetto è aumentare la sorveglianza su persone innocenti, dato che per definizione la sorveglianza colpisce solo coloro che possono e accettano di essere sorvegliati, cioé i piccoli contribuenti che non hanno capacità o volontà di proteggere la loro privacy.

Oggi l’Agenzia delle Entrate ha, almeno su carta, anche la capacità di prevedere il rischio di evasione, grazie all’attuazione della legge di bilancio del 2020. A Di questo ne avevo già scritto a maggio. Oggi ci sono informazioni più chiare in merito, anche grazie a una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 20 giugno 2022. La circolare descrive le modalità con cui verranno svolte le attività di analisi del rischio, attraverso un algoritmo chiamato VeRa (Verifica dei Rapporti finanziari):

Con riferimento alle attività di analisi del rischio, le strutture delle Direzioni regionali
competenti per i grandi contribuenti dovranno concentrare le proprie risorse sui soggetti che presentano un maggior rischio fiscale, ovvero su quelli che non esprimono comportamenti collaborativi e trasparenti.

La circolare è chiarissima: l’AdE sarà occupata a valutare il rischio fiscale, soprattutto per quei soggetti che - secondo parametri non meglio specificati - non risultano collaborativi e trasparenti. Ma perché mai qualcuno dovrebbe rinunciare volontariamente alla sua privacy, diritto umano universale? Soprattutto: perché mai accettiamo questo giudizio morale da parte dello Stato, secondo il quale è collaborativo (quindi virtuoso, quindi non a rischio) colui che sacrifica volontariamente un suo diritto individuale? Lo Stato nasce per proteggere i diritti individuali, non per chiederne il sacrificio. Che contraddizione è mai questa?

Qualche partito prenderà posizione contro questa sorveglianza di massa immorale e questa violenza gratuita verso chi non ha nulla da nascondere, ma vorrebbe semplicemente evitare di avere l’Occhio di Sauron fisso sul conto corrente? Ci sarà mai un limite all’espansione dei poteri dell’AdE?

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Riciclaggio


Lo stesso vale per le attività di antiriciclaggio, che col passare del tempo si fanno sempre più pervasive, invadenti e in violazione dei nostri diritti umani.

Da anni ormai ci sono diversi studi che dimostrano quanto le normative antiriciclaggio manchino completamente di proporzionalità, una tesi confermata anche recentemente dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati in una lettera ai commissari europei Reynders (Giustizia) e McGuiness (Finanza).

L’ultimo aggiornamento europeo antiriciclaggio ha come obiettivo primario quello di eliminare ogni forma di anonimato per obbligare ogni cittadino ad essere completamente trasparente “by default” verso lo Stato.

Anche in questo caso chi non collabora, usando strumenti per la protezione della sua privacy e anonimato viene qualificato dallo Stato come persona a rischio riciclaggio. Di nuovo siamo in presenza di un chiaro giudizio morale da parte dello Stato: se collabori e sei trasparente sei un cittadino virtuoso; se invece preferisci tutelare i tuoi diritti e la tua vita privata da aggressioni arbitrarie sei inaffidabile, a rischio.

Come l’evasione, il riciclaggio è un reato senza vittime - danneggia solo lo Stato. In un sistema di libero mercato, con libera moneta, il concetto stesso di riciclaggio perderebbe di ogni significato. Eppure ad ogni aggiornamento normativo perdiamo un pezzetto in più della nostra libertà, senza che nessuno abbia il coraggio di dire basta.

Qualche partito ha mai dichiarato l’immoralità di trattare i cittadini come criminali, sorvegliando, analizzando e giudicando ogni singola transazione economica nello spasmodico tentativo di mantenere il monopolio della moneta e controllare i flussi monetari? Qualcuno dirà mai: basta, adesso è troppo?

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Corruzione


La corruzione è un altro fenomeno che, come per evasione e riciclaggio, danneggia esclusivamente lo Stato (la sua reputazione).

Anche la corruzione ormai giustifica qualsiasi tipo di sorveglianza e controllo dei flussi finanziari e della vita degli imprenditori. Non solo non si vede fine alla pervasività dei controlli, ma ultimamente sono stati messi in campo anche algoritmi che dovrebbero valutare il “rischio di collusione con la mafia, attraverso l’analisi di alcuni parametri come il basso numero dei dipendenti o transazioni “sproporzionate”. Un sistema di questo tipo è già in uso presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Di nuovo, l’assioma dello Stato è che ogni imprenditore debba essere trasparente “by default” e collaborativo, senza alcuna capacità di proteggere la propria privacy o dignità personale.

Come per la sorveglianza e il riciclaggio, la sorveglianza nel campo della corruzione non ha in realtà alcun effetto sulla corruzione. Lo ripeto: le uniche persone disposte a farsi sorvegliare sono gli innocenti. I “criminali” sono tali proprio perché riescono a sfuggire ai controlli dello Stato. E infatti la mafia è la migliore industria italiana, nonostante tutta la sorveglianza.

Volete diminuire la corruzione? È molto semplice, basta eliminare ogni interferenza dello Stato nel mercato e chiudere il Parlamento. Senza Stato non può esserci corruzione. Non serve trattare i cittadini come criminali, a meno che lo scopo della “lotta” alla corruzione, all'evasione e al riciclaggio, non sia in realtà proprio il controllo della popolazione e la difesa degli interessi di Stato dalla libertà delle persone. Perché sì, la libertà delle persone non può coesistere con la libertà delo Stato: quando si espande l’una, deve restringersi l’altra.

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Comunicazioni


La sorveglianza di Stato non è solo finanziaria, ma si estende anche ad ambiti ben più privati, come il monitoraggio delle nostre conversazioni private e dei tabulati telefonici.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle comunicazioni, ve ne ho parlato davvero tanto a più riprese negli ultimi due anni: il tema è quello del Regolamento europeo Chatcontrol, che promette di creare un regime di spionaggio e analisi algoritmica per ogni singola comunicazione (chat, email, social) di ogni singolo cittadino europeo. Lo scopo è combattere la criminalità, ma ancora una volta l’assioma è che siamo tutti potenziali criminali da intercettare con ogni mezzo. Non vorrei ripetermi, ma ancora una volta vale la pena sottolineare che intercettare le comunicazioni di 500 milioni di cittadini innocenti non risolverà affatto la criminalità…

Che dire poi della conservazione dei tabulati telefonici, che in Italia sfora qualsiasi limite di ragionevolezza ed è già stata dichiarata in violazione dei diritti umani da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea?

Qualche partito si è detto contrario all’intercettazione e analisi di ogni comunicazione digitale dei cittadini italiani? Qualcuno ha detto che dovranno essere riformate le politiche di data retention dei tabulati telefonici? No - perché in fin dei conti fa molto, molto comodo che sia così.

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Videosorveglianza


Per quanto riguarda invece la videosorveglianza fisica, è sotto gli occhi di chiunque l’esponenziale aumento di telecamere e termoscanner, anche con riconoscimento facciale, negli ultimi due anni - spesso anche ad altezza uomo. Ci sono alcune stazioni della metro a Milano in cui nello spazio di alcune decine di metri quadri sono state accozzate decine di telecamere.

41350Immagine presa dalla campagna Reclaim Your Face, di cui Privacy Network è partner.

Di nuovo l’assioma è che la videosorveglianza sia indispensabile per garantire la sicurezza delle nostre città - come se fossimo un branco di animali da tenere sotto osservazione. Ovviamente non è vero, è solo una questione di percezione e non di insicurezza reale.

La percezione di insicurezza nelle nostre città viene usata da ormai vent’anni come grimaldello politico per legittimare l’acquisto e l’installazione di sistemi di sorveglianza sempre più pervasivi. Ad esempio, lo scorso anno Calenda ha affermato di voler installare a Roma 6.000 nuove telecamere (a fronte delle attuali 1.300), ammettendo al tempo stesso che in rapporto alla popolazione la città ha meno criminalità di Milano, Napoli, Torino, Firenze e Venezia. Perché allora voler riempire la città di telecamere?

Ogni amministrazione locale che si succede non fa altro che aumentare il numero di telecamere, a prescindere da qualsiasi valutazione di merito. Se nessuna forza politica prenderà mai in mano la cosa, entro una decina di anni ci troveremo le città con più telecamere che persone. Se è davvero questione di sicurezza, perché non rimuovere le telecamere dalle zone che oggettivamente possono essere reputate sicure? Perché nessuno dice: ok, abbiamo reso più sicura una zona della città, ora possiamo essere più liberi dalla sorveglianza?

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Lo Stato sociale vive di controllo


Lo Stato Sociale vive di moralità indotta e imposta dall’alto: i cittadini devono essere collaborativi e trasparenti. Chi non lo è, viene automaticamente messo nella colonna dei cattivi. Per quale assurdo motivo non essere trasparenti “by default” verso lo Stato dovrebbe avere una connotazione negativa, e perfino immorale - secondo gli standard dei più accaniti statalisti?

La privacy è un ostacolo alla realizzazione degli interessi dello Stato. Il potere di proteggere la nostra sfera privata e decidere quali informazioni condividere col mondo è in antitesi rispetto alla necessità dello Stato di conoscere tutto dei comportamenti, delle azioni e anche dei pensieri dei cittadini.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - forse l’unico documento sensato della storia umana, dopo la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti - afferma chiaramente il contrario: la legge, quindi lo Stato, dovrebbe tutelare gli individui da ingerenze arbitrarie nella loro vita privata. Perché allora dal 2001 a oggi sembra che il paradigma si sia capovolto?

La mia idea è che siamo nella fase finale (che potrebbe durare decenni) e discendente dello Stato Sociale. Dopo quasi 200 anni di welfare universale, assistenzialismo, espansione incontrollata dello Stato in ogni ambito umano, siamo arrivati quasi al punto di collasso. Le persone iniziano a capire che un mondo diverso è possibile, che Internet e Bitcoin permettono oggi di avere rapporti umani ed economici senza bisogno di alcun intermediario. Nozioni come riciclaggio, corruzione, evasione, non hanno alcun senso in una società libera, senza ingerenze statali.

Gli Stati sono sempre più indebitati e la povertà aumenta esponenzialmente, e con essa l’assistenzialismo. Per gestire il welfare e mantenere questo equilibrio sempre più precario però è fondamentale conoscere i bisogni delle persone e standardizzare e controllare i loro comportamenti. Così la sorveglianza diventa uno strumento di pianificazione sociale e di protezione degli interessi Statali. Lo stiamo vedendo in Cina e in Sri Lanka e lo abbiamo visto parzialmente anche in Canada.

Chi può, vota coi piedi, emigrando verso Stati più liberali e meno invasivi della sfera privata delle persone. Non stupisce quindi che negli ultimi due anni la California - lo stato più “woke” degli Stati Uniti - abbia perso quasi 400.000 persone/contribuenti.

41351

Forse è arrivato il momento di valutare i programmi elettorali in base a criteri diversi, tornando al senso originario del “patto sociale”: lo Stato esiste per proteggere i diritti individuali e l’incolumità delle persone - non per proteggere e arricchire se stesso alle spalle dei cittadini.

1977642Dichiarazione d’Indipendenza

Quando un governo diventa distruttivo [rispetto alla Vita, Libertà e perseguimento della Felicità] è diritto delle persone alterare o abolire il governo e istituirne uno nuovo, nelle modalità che più sembreranno adeguate per proteggere la loro incolumità e felicità.”

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Rilascio Lemmy v0.16.6: correzioni di bug (19-07-2022)

Scritto da @dessalines@mastodon.social e @nutomic@soc.ialis.me, 19-07-2022

Alcune correzioni di bug:

- Risolto il problema per cui gli attori possono avere una chiave pubblica vuota (correzioni #2347 ) ( #2348 )
- Definizione esplicita della restituzione o meno di attori eliminati ( #2335 )
- Impossibilità di bloccare l'amministratore ( #2340 )
- Aumenta il limite di recupero RSS a 20. Correzioni n. 2319 ( n. 2327 )
- Correzione della lunghezza del campo db post_report.original_post_name (correzioni #2311 ) ( #2315 )
- Aggiunta dell'uso del pub per i db crates in api_common ( #2305 )
- Accetta i "Mi piace" privati ​​( #1968 ) ( #2301 )


join-lemmy.org/news/2022-07-19…

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Ritratto in piedi di Gianna Manzini


Questo libro, vincitore del premio Campiello nel ’71, è in pratica l’ultima opera di Gianna Manzini, scrittrice italiana “scoperta” da Eugenio Montale. Il romanzo, dedicato alla memoria del padre, riconduce il lettore ai conflitti sociali del primo Novecento in Toscana.

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Il Nintendo DS. Basta, non serve dire altro; in fondo, tra nintenditori, ci si intende. Una console che, 15 anni fa, ha saputo innovare il mercato con...


The Queen Is Dead Volume 66 - Motorpsycho / My Sleeping Karma


Tornano i Motorpsycho con un disco che ancora una volta guarda al futuro partendo da un passato ancora non scritto. " Atma " dei My Sleeping Karma è il secondo ed ultimo disco di questa puntata, un disco oscuro ed ipnotico, ad altissimi livelli.

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RILEGGIAMO


RILEGGIAMO “Non piangete la mia morte” di Bartolomeo Vanzetti, edito da Barbès

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“Luglio col bene che ti voglio (vedrai non finirà)”


Estate. Umidità. Canicola. Cicale. Sudore.
Questi gli ingredienti di questi giorni. Nell’ordine che preferite.
Mentre cerco di raccogliere le idee e convogliarle in un qualcosa che abbia un senso logico, l’occhio mi cade sul calendario e mi rendo conto che siamo in quel periodo dell’anno in cui dilaga sui social network la triste gara a chi posta per primo le immagini del 20 luglio 2001.

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THE QUEEN IS DEAD VOLUME 65 – SUPASONIC FUZZ / BLACK CAPRICORN


Per il primo disco non ci allontaniamo di molto dalla sede di In Your Eyes e siamo ad Imperia per il nuovo lavoro dei Supasonic Fuzz, uno dei migliori gruppi liguri e non solo per quanto riguarda hard rock stoner e fuzz. Per chiudere un grandissimo ritorno, quello dei sardi Black Capricorn con " Cult of blood " dove si vola altissimi.

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Non è successo niente: Draghi lascia il posto al suo pilota automatico

"Così, proprio mentre Draghi abbandona Palazzo Chigi sbattendo la porta, la sua spregiudicata agenda politica neoliberista rientra dalla finestra attraverso il nuovo strumento di politica monetaria della BCE. Davanti al fallimento politico dell’ennesimo governo tecnico imposto al Paese, la classe dirigente europea rispolvera l’arma del ricatto del debito che tanto efficace si è dimostrata, in passato, come strumento di disciplina delle economie europee a suon di spread.

Gli eventi di questi ultimi giorni ci ricordano anche che, quale che sarà l’esito delle elezioni del prossimo 25 settembre, il programma di governo è già pronto ed è scritto nero su bianco nel PNRR, messo a punto dall’esecutivo Draghi e vincolante per chiunque uscirà vittorioso dalle urne per tutta la durata della legislatura, pena l’esplosione dell’instabilità finanziaria sotto la spinta della BCE."

coniarerivolta.org/2022/07/22/…



La divinità chiamata Welfare


Dall'ideologia Protestante del 1800 ai Progressisti del New Deal fino al Great Reset: il welfare come strumento di ingegneria sociale che trasforma lo Stato in Divinità.

Oggi vi parlo di welfare, cioè quell’ideologia malsana che da più di 200 anni ormai ci perseguita.

Encyclopaedia Britannica descrive lo stato di welfare come “un concetto di governo in cui lo Stato gioca un ruolo centrale nella protezione e promozione del benessere economico e sociale dei suoi cittadini. Lo stato di welfare di solito include anche servizi come la scuola pubblica, la sanità pubblica e case popolari.”

Penso che la diffusione dell’ideologia del welfare sia stata l’inizio del tracollo della civiltà umana, e credo che oggi rappresenti il pericolo più grande per la nostra libertà, privacy e autodeterminazione. Prima di spiegarvi il perché vorrei però ripercorrere la nascita dello stato di welfare negli Stati Uniti, attraverso l’incredibile lavoro di Murray Rothbard, che ne scrisse sapientemente nel suo libro “The Progressive Era”.

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Ideologia e potere economico


Il seme del welfare venne piantato in America all’inizio del 19° secolo. Secondo Rothbard il welfare fu il prodotto dell’unione d’intenti di una particolare ideologia e del potere economico di alcune grandi corporazioni.

L’ideologia di cui parla Rothbard è quella protestante del “Postmillennial Pietism”, che durante i primi anni dell’800 si diffuse, soprattutto in nord America a macchia d’olio. Come vedremo, questa dottrina religiosa fu il carburante ideologico per la nascita e proliferazione del movimento Progressista, che attraverso un’azione statale sempre più paternalistica arrivò a creare nelle prime decadi del 1900 ciò che oggi conosciamo come stato di welfare.

Da una parte avevamo quindi una legione di intellettuali protestanti alla ricerca di potere e prestigio, dall’altra grandi corporazioni che cercavano di ottenere il monopolio di mercato attraverso l’intervento di Stato. Queste due forze, insieme, avevano tutto ciò che serviva per sfruttare il potere statale a proprio piacere.

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Il PD non è alternativo alla destra - Contropiano

«Su ogni tema di fondo del governo da trent’anni il PD fa scelte di destra liberista, tali che a volte permettono persino alla destra ufficiale di scavalcarlo “a sinistra”.

[...]

Da trent’anni i dirigenti del partito democratico fanno capire che in fondo votare non conti nulla. Perché le scelte di politica internazionale, economica, sociale sarebbero tutte sostanzialmente obbligate. Lo vuole l’Europa, lo vuole la NATO, lo vogliono i mercati, lo vuole la fedeltà euroatlantica.

[...]

Il Partito Democratico è uno dei primi responsabili dello smottamento a destra della politica italiana e non ha alcuna vera credibilità nell’essere un ostacolo ad essa. A parte la propaganda che gli forniscono i mass media confindustriali.

Il PD non è alternativo alla destra perché è anch’esso un partito di destra, che da trent’anni occupa il campo della sinistra.

La vera crisi democratica del paese è l’assenza di una vera alternativa alla destra. Quella che bisogna provare a costruire, alle elezioni e dopo di esse.»

contropiano.org/interventi/202…



Che cos'è Bookwyrm e come importare dati da altri servizi

Un grazie a @FediTips da cui riprendo questo post

BookWyrm è una piattaforma di social reading aperta e federata ed è l'alternativa del Fediverso a GoodReads di Amazon.
Maggiori informazioni su BookWyrm sono disponibili all'indirizzo joinbookwyrm.com/it e un elenco di server a cui è possibile collegarsi all'indirizzo joinbookwyrm.com/instances.
È possibile seguire l'account del progetto all'indirizzo @BookWyrm, e gli account di BookWyrm possono essere seguiti da Mastodon ecc.
È possibile importare i dati dei libri in BookWyrm da GoodReads, LibraryThing, StoryGraph, OpenLibrary e Calibre.
Per importare i dati, prima esportateli dall'altro servizio come file CSV, poi accedete al vostro account BookWyrm, andate su Impostazioni > Importa, selezionate il tipo di dati e poi cercate il file CSV che avete esportato dall'altro servizio. Selezionate l'impostazione corretta della privacy, quindi fate clic su "Importa".

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...qualcuno ha notizie di che fine abbia fatto l'istanza rizomatica.org? ...non è più raggiungibile...

#rizomatica.org

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in reply to emiliomillepiani

GI MEEDIAMO UNA SEERA IO E UURIEL BAANELI E BAAGIAMO IL DEEBUUNGHING DE LAANDI EEDIBO