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La “Nato araba” vuole essere protagonista del mondo multipolare


Dopo anni di rivalità e ritardi, il Consiglio di Cooperazione del Golfo accelera l'integrazione. Le petromonarchie si allontanano dagli Usa e si avvicinano a Russia e Cina. Il blocco sunnita vuole essere tra i protagonisti del mondo multipolare L'articol

Dopo anni di rivalità e ritardi, il Consiglio di Cooperazione del Golfo accelera l’integrazione. Le petromonarchie si allontanano dagli Usa e si avvicinano a Russia e Cina. Il blocco sunnita vuole essere tra i protagonisti del mondo multipolare

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CUBA. Vince il referendum sul codice delle famiglie: riforme avanzate per adozione e maternità surrogata


Yamila González Ferrer, membro della Commissione di Redazione del Codice della famiglia, ci illustra il cuore delle riforme e il lavoro che spetta ora al governo cubano. L'articolo CUBA. Vince il referendum sul codice delle famiglie: riforme avanzate per

di Davide Matrone –

Pagine Esteri, 13 ottobre 2022 – Il 25 settembre si è svolto a Cuba il Referendum per consentire alla popolazione di votare per il Nuovo Codice della Famiglia che proponeva, tra l’altro, le seguenti riforme: il matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’adozione per persone dello stesso sesso e la gestione della maternità surrogata non commerciale. Alla chiusura della votazione, il Consiglio Nazionale Elettorale Cubano ha emanato i seguenti dati ufficiali: affluenza alle urne 74,22%, voti per il SI 66,85% e voti per il NO 33,15%. Pertanto, il nuovo Código de las Familias è stato approvato.

La consulta popolare del 25 settembre è il frutto di un lavoro che viene da lontano e che vede il coinvolgimento di varie istituzioni cubane che negli ultimi anni hanno generato una serie di dibattiti all’interno della società per rivoluzionare la Rivoluzione. Senza dubbio, le riforme introdotte con questo Referendum sono avanzate nel contesto caraibico e latinoamericano. Una volta ancora Cuba, nonostante le sue contraddizioni interne e l’embargo, si riforma per continuare a costruire un altro mondo possibile. Tra i principali paesi dei Caraibi, dal 25 settembre del 2022, solo Cuba riconosce questi avanzamenti legali-giuridici per la famiglia. Mentre nel continente latinoamericano Cuba si trova in compagnia di altri 7 paesi (Ecuador, Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica ed Uruguay). Nel caso dell’adozione tra persone dello stesso sesso Cuba è in compagnia di Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Porto Rico ed Uruguay. Mentre nessun altro paese dei Caraibi lo riconosce. Infine, rispetto alla gestione della maternità surrogata non commerciale, Cuba ha adottato una misura con una pratica di gestazione solidale senza uso di denaro. Questa misura non mercantilista viene adottata a livello mondiale nei seguenti paesi: Canada, Australia, alcuni stati degli USA, Portogallo e Gran Bretagna, tra gli altri.

L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba ha tradotto il Codice della Famiglia in lingua italiana.

Per saperne di più ho intervistato la Dott.ssa Yamila González Ferrer, Vice Presidente dell’Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba, professoressa presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Avana e membro della Commissione di Redazione del Codice della Famiglia. La Dott.sa Ferrer presto sarà in Italia, invitata dalla Associazione Italia-Cuba, per parlarne in incontri pubblici.

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Dra. Yamila González Ferrer.

Qual è la vittoria principale del Referendum del 25 settembre?

Si adatta alla realtà della famiglia cubana odierna. Risponde ai bisogni, alle richieste e alle urgenze delle nostre famiglie attraverso il rispetto e l’accettazione della diversità familiare. Ha una visione ancora più inclusiva con il proposito di non lasciare nessuna persona e nessuna famiglia senza protezione. Questo ha un grande valore perché ora tutti noi possiamo esercitare tali diritti all’interno dell’ambiente familiare. Inoltre, non stiamo parlando di un singolo problema, né di due, piuttosto di un insieme di problemi, di un insieme di istituzioni e figure che risponderanno e offriranno opportunità e alternative a tutte le persone e a tutte le famiglie allo stesso modo.

È un Codice avanzato e integrale, direi.

Sì! È molto significativo il modo in cui il principio di Uguaglianza e Non Discriminazione sia sviluppato nel Codice. Il riconoscimento della diversità, inoltre, risponde ai bisogni dei ragazzi e delle ragazze adolescenti già visti come soggetti di diritti, rispettando la loro autonomia e puntando sui loro interessi. Lo stesso approccio viene indirizzato anche alla popolazione anziana e alle persone con handicap. Si riconosce la cura della famiglia che, nel nostro Paese, ha un significato del tutto speciale per le condizioni concrete in cui viviamo. A Cuba la cura della famiglia è svolta principalmente dalle donne e con questo Codice si elogia questo sforzo espandendo e rafforzando i diritti delle donne e delle bambine nell’ambito familiare. Questo aspetto è molto importante e si esprime in ciascuna delle istituzioni legali-familiari che interviene per prevenire e proteggere le donne in caso di violenza, siano esse di genere o di altra specie. Ma le stesse Istituzioni intervengono anche nei casi di violenza contro le ragazze e i ragazzi adolescenti, contro gli anziani e le persone con handicap. È un Codice con un approccio ampio e globale

Con la vittoria del Sì, ora, quali sono le sfide?

Dopo il Sì, abbiamo un lavoro immenso su cui dobbiamo concentrarci a fondo come per esempio la formazione tecnica dei nostri professionisti che dovranno interpretare e applicare il nuovo Codice. Inoltre, questo risultato ci spinge verso un cambiamento culturale ulteriore, necessario, profondo e forte.

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Come si è giunti alla convocazione del Referendum del 25 settembre 2022?

Abbiamo davvero un percorso lungo e non partiamo da zero. Collaboriamo da anni con l’Unione Nazionale dei Giuristi di Cuba, sempre con l’accompagnamento della Federazione delle Donne Cubane e delle Facoltà Universitarie. Da anni trattiamo e analizziamo problematiche relative al genere, alla prevenzione della violenza e abbiamo recentemente pubblicato una guida guiridica con l’incorporazione di una prospettiva di genere nell’attività legale per la prevenzione della violenza. Credo che tutto questo sarà un contribuito molto importante per i nostri professionisti dell’ambito legale e giuridico affinché possano studiare questi problemi più a fondo, prenderne coscienza, incorporarli e guardarli con un obiettivo di genere per le loro decisioni. Ma non c’è dubbio che dobbiamo lavorare ogni giorno con più intenzione e volontà eliminando gli stereotipi, i pregiudizi e tutto ciò che ci ferisce profondamente il trattamento legale dei casi di violenza.

Prima di arrivare alla convocazione del Referendum c’è stata una precedente Consultazione Popolare, giusto?

Il processo di preparazione e approvazione del Codice è stata una straordinaria opportunità di apprendimento, approfondimento e scambio di idee. Ognuno di noi ha studiato, ci siamo specializzati in argomenti specifici e queste diverse prospettive sono state molto importanti per la costruzione collettiva di questo nuovo marco legale. Dico sempre che il Codice racchiude questa competenza della tecnica giuridica più avanzata al mondo all’interno delle figure degli Istituti Giuridici-Familiari, anche sulla base di studi nazionali di ciò che è accaduto con la pratica legale. Si tratta inoltre di un Codice che racchiude, fin dall’inizio, una prospettiva multidisciplinare e che ha avuto una fortissima espressione con la Consulta Specializzata che tanto ha contribuito all’elaborazione dei contenuti del Codice che, nella versione 22, fu modificata di un 60% rispetto alle prime proposte. E dopo, viene ciò che è stato recepito dalla saggezza popolare con la Consulta che si è svolta con il nostro popolo tra febbraio e aprile del 2022. Il nuovo Codice delle Famiglie è il risultato di un processo di grande partecipazione popolare che ha avuto anche un’intenzione educativa e pedagogica proprio perché conosciamo la sensibilità con cui vengono affrontati questi temi. Abbiamo, inoltre, riscontrato l’esistenza ancora di una cultura maschilista, omofoba, patriarcale nella nostra società. Per questa situazione questa Consultazione popolare ha svolto anche un ruolo importante nel sensibilizzare la popolazione su questi processi e trasformarli in contenuti reali per il Codice.

Un processo di elaborazione che s’inquadra nella Riforma Costituzionale Cubana del 2019, quindi. Non è cosi?

Sì! Il nuovo Codice della Famiglia è stato generato insieme alla riforma della nuova Costituzione cubana del 2019.

Anche questo processo, culminato in questa prima tappa con la vittoria del Referendum Popolare, ha avuto il suo antecedente o il suo principale impulso determinante nei dibattiti costituzionali dell’anno 2018 dove il tema delle Famiglie ha avuto un grande impatto. Ricordiamo che il 25% di coloro che si sono espressi alla Consultazione Popolare del Testo Costituzionale, hanno centrato le loro preoccupazioni sulle questioni familiari e principalmente legate al matrimonio di persone dello stesso sesso. Questo ha permesso che la Costituzione approvata nel 2019 perfezionasse e approfondisse i contenuti in materia familiare. Oggi con l’approvazione del Referendum abbiamo sancito la volontà popolare di avere una società centrata ancora di più nell’Inclusione, nella Diversità, nell’Uguaglianza, e nella Dignità umana.

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(S)Garante


All’Economia Il “totoministri” è esercizio ozioso. Appassiona pochi. I racconti che se ne fanno non è detto abbiano fondamento, in ogni caso sono irrilevanti e danno l’impressione che il governo tardi a causa del lavorio nella composizione del mosaico. In

All’Economia


Il “totoministri” è esercizio ozioso. Appassiona pochi. I racconti che se ne fanno non è detto abbiano fondamento, in ogni caso sono irrilevanti e danno l’impressione che il governo tardi a causa del lavorio nella composizione del mosaico.

Invece si sta solo attendendo l’espletamento dei necessari e non eludibili passaggi costituzionali. C’è una casella, però, che al di là dei nomi, reali o di fantasia, sembra essere impostata male. Da chi ne parla, perché il presidente incaricato in pectore (l’onorevole Meloni) non ne parla. È la casella dell’Economia.

Ovviamente decisiva, perché l’Italia è molto indebitata, perché ancora furoreggia l’epidemia dei più disparati bonus, perché dai conti dipende molta della nostra credibilità e coerenza europea. I conti pubblici sono parte stessa dell’affidabilità internazionale, visto che l’argine che ci difende dalle speculazioni non è (né potrebbe essere) nazionale. Una casella talmente decisiva da non potere dipendere solo da un nome.

È sbagliato credere che all’Economia debba trovarcisi un “garante” del governo. Qualcuno che, per competenza, conoscenze e relazioni, sia garanzia verso terzi che non solo non si faranno follie, ma ci si atterrà alla ragionevolezza e alla prudenza. Non funziona affatto così e così non potrà mai funzionare. Il ministro dell’Economia non appone una specie di firma fideiussoria sui conti del governo.

Perché quella funzione sia rassicurante è necessario che la competenza specifica si sposi o con la piena condivisione della politica scelta dal governo, e per esso dal presidente del Consiglio, o che sia il governo, e quindi il citato presidente, a riconoscersi per intero nelle scelte del ministro che ha scelto. Altrimenti l’esito, in breve tempo, saranno le dimissioni o la dismissione dell’uno o dell’altro.

La prima cosa è complicata, perché quale sia la politica economica che il governo intenderà seguire non è chiaro. Sappiamo che Meloni e il suo partito s’opposero al reclamare lo “scostamento di bilancio”, ovvero maggiore deficit e più debito. Bravi.

Sappiamo che intendono radicalmente rivedere roba come il reddito di cittadinanza. Bene. Ma per il resto sappiamo poco e anche per queste due cose non sappiamo come intendono agire. Quindi un ministro che condivida quel che non è noto dovrebbe condividere quel che gli viene privatamente rivelato. Il che ne fa calare il peso.

La seconda cosa, che sia quindi il governo ad allinearsi al ministro, è rischiosa, perché se una volta scelto il nome s’intende uniformarsi al suo indirizzo, è come dire che la guida del Paese si troverà non a Palazzo Chigi, ma a via XX Settembre.

L’equilibrio può essere cercato evitando di suonare un solo tasto, usando una più articolata tastiera. Taluni fatti lo suggeriscono e facilitano. La partita economica più rilevante sarà quella relativa alla realizzazione di quanto già previsto e approvato nel Pnrr. Che non è un piano del governo Draghi, ma dell’Italia.

Questo significa che il grosso degli investimenti e delle riforme, per due o tre anni, andrà in continuità. Vero è che i vincitori delle elezioni hanno annunciato e promesso modifiche, ma si sono guardati bene dall’indicare quali e hanno ripetutamente fatto riferimento ai mutati costi. Roba rilevante, ma secondaria.

Ininfluente rispetto al disegno. Se quella sarà la continuità, allora l’influenza e la dimostrata affidabilità di Draghi avranno ancora un peso e, per il governo, saranno spendibili. Se il fulcro della continuità sarà a Palazzo Chigi, come dovrebbe, allora al ministero dell’Economia è bastevole ci sia coerenza e capacità. Se il fulcro fosse in quel ministero allora si metta in conto, più presto che tardi, una crisi. Se la continuità non ci fosse si metterebbero a rischio l’Italia e i suoi conti.

Non si tratta di “totoministri”, ma del governo nel suo insieme. Meloni ne sembra consapevole e mal sopporta le pressioni dei presunti alleati. Nella Costituzione troverà quel che serve a ricordare, ad amici e candidabili, che a lei spetta l’indicazione, mentre la nomina è in altre mani.

La Ragione

L'articolo (S)Garante proviene da Fondazione Luigi Einaudi.




Alarming: Court of Justice may severely limit enforcement of European’s privacy rights


Allarmante: La Corte di Giustizia potrebbe limitare fortemente l'applicazione dei diritti alla privacy degli europei L'Avvocato generale della CGUE ha emesso un parere non vincolante che mira a limitare una delle ultime possibilità per gli utenti di far valere i propri diritti alla privacy ai sensi del GDPR. GDPR damages denied


noyb.eu/en/alarming-court-just…



Legal Analysis: No non-material damages for GDPR violations?


Analisi legale: Nessun danno morale per le violazioni del GDPR? L'Avvocato generale Sánchez-Bordona ha presentato le sue conclusioni sulla causa C-300/21 della CGUE (UI contro Österreichische Post AG), la prima di numerose richieste di pronuncia pregiudiziale sul tema del risarcimento dei danni per violazione del GDPR analysis


noyb.eu/en/analysis-no-non-mat…



Meloni, attenta, non è così certo che comandi tu


Giorgia Meloni continua nelle sue improprie 'consultazioni', attribuendo ministeri a questo o a quello e negandoli a quello o a questo. Si, ma … come nei film western con indiani: alla prima 'chiamata' ad Arcore, lei era lì. È stata una prova di forza: il vecchio capo conta ancora! E quindi il nuovo, il capo giovane, deve stare attenta. E la Lega la sfotte

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Cina: Xi d’Arabia


In crisi con gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita è sempre più vicina alla Cina, sfruttando le ambizioni di Xi Jinping in Medio Oriente. Se Washington e Riyad decidessero una 'pausa di riflessione' nel loro lungo matrimonio d'interesse, Pechino sarebbe pronto se non a sostituire lo zio Sam, almeno provare a farlo costruendo una relazione di sicurezza per la quale ci vorranno anni

L'articolo Cina: Xi d’Arabia proviene da L'Indro.



Intesa raggiunta tra Israele e Libano sul confine marittimo e diritti di esplorazione dei giacimenti di gas offshore. Biden si congratula: “State facendo la storia”.

Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
filippodb ⁂
si certo, si possono nascondere tutti i messaggi contenenti una parola.


Da domani, per due giorni, saremo a Lipari con 300 fra studentesse e studenti per gli “Incontri del Mare”! Ci saranno attività e laboratori dedicati all'approfondimento dei temi connessi alla tutela ambientale.


Occhio. La campagna di iscrizioni spam denunciata da @Fabio Manganiello proviene da veri e propri #Borg. Infatti non si tratta di bot tradizionale, ma di una trollfarm costituita da tanti umani gestiti da un'unica centrale cibernetiche che distribuisce loro i compiti che devono essere utilizzati da un umano.

Sta già succedendo con tutte le istanze del fediverso a iscrizione aperta e sarà sempre peggio.

Oltre a questo fenomeno esiste già da tempo la strategia di creare nuove istanze solo per creare spam (seguire utenti, inviare messaggi pubblici o privati, o saturare le Timeline federate).

Questa escalation comporta un continuo intervento da parte degli amministratori di istanza che invece di poter gestire solo l'ordinaria amministrazione, si ritrovano con il compito arduo di operare una pulizia manuale.

Con sistemi più evoluti come mastodon tutto ciò è decisamente più facile, ma alcuni amministratori come @Carlo Gubitosa :nonviolenza: hanno dovuto introdurre la registrazione previa approvazione.

Tuttavia alcuni sistemi meno evoluti come friendica hanno serie difficoltà anche solo a farsi segnalare dai propri utenti problemi di spam o peggio. Anche per noi perciò l'impegno diventa sempre più gravoso, ma cercheremo di stare sempre sul pezzo per tenere pulito il nostro bel parco pubblico!


#Gitea #spam

25 more spam users have been created today on my Gitea instance.

Again, same patterns - GMail email addresses, spammy links in the description, most of them about services in India (ranging from tours in Ooty or Agra, to help with programming assignments, to escort services in Pune). I've noticed that some of them also started created empty repos.

This is in spite of the block to direct registrations I've put on the website - it's now only possible to register/sign-in through a 3rd-party.

The solution for now has been to run again my script for spam accounts deletion, and to disable logins through the Google OAuth2.

It seems quite clear to me, however, that there are real humans behind these campaigns, even if the registration patterns seem to concentrate around certain times of the day. Me and other Gitea admins reported that even CAPTCHAs couldn't stop them. In my case, with direct registrations disabled on the server, it means that some real humans with some real Google accounts were clicking on the "Sign in with Google" button and signing in. Now if they want to sign in they have to go through some extra steps (having a Twitter, Mastodon or Github account), and I hope that this at least frustrates their efforts a bit. The reason why real humans would spend so much effort targeting a Gitea instance with just about 100 users is still unclear to me though.

@codeberg do other instances report similar patterns as well? Anything we can do to mitigate this flood?


in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

SEO spam. La strategia è quella di prendere di mira quanti più siti possibile con registrazioni aperte. Se su 1000 siti presi di mira almeno 10 scalano il ranking, anche il ranking delle pagine linkate salirà di conseguenza.
in reply to Fabio Manganiello

ah, quindi tutta questa rottura di scatole è solo una strategia di SEO? Ma che li possino...


In Friuli Venezia Giulia il 4 novembre 2020 è scoppiata una guerra…


Quanto leggerai di seguito è una storia che ti sembrerà pura fantasia, ma che racconta una realtà attuale. Leggi tutto fino in fondo e scoprirai…

Quanto leggerai di seguito è una storia che ti sembrerà pura fantasia, ma che racconta una realtà attuale. Leggi tutto fino in fondo e scoprirai di cosa sto parlando.


In Friuli Venezia Giulia il 4 novembre 2020 è scoppiata una guerra, definita da Giuseppe Conte una veloce azione di polizia per fermare i dissidenti.

Il casus belli è stato che il 9 settembre 2020 si sono svolte le elezioni regionali friulane come regione a statuto speciale, mentre il governo centrale a livello nazionale le aveva rinviate causa pandemia.

Dissidenti che governavano fino al giorno prima il Friuli VG, legittimamente eletti come da costituzione. Partito che fu capo coalizione per 27 anni al governo italiano.

Il governo di Roma quindi il 4 novembre 2020 ha messo in atto una “veloce azione di polizia” nei confronti dell’amministrazione regionale, verso il partito che governava il Friuli.

La lotta contro i dissidenti, la veloce azione di polizia per bloccarli e arrestarli, si è trasformata in guerra, guerra dai risvolti etnici e genocidi. Nel primo mese sono stati stimati 60/70000 friulani che sono riusciti a migrare in Svizzera, per mettersi in salvo.

Guerra che è stata svolta fin dall’inizio in totale blackout elettrico e comunicativo del Friuli VG. La regione totalmente isolata e confinata a se stessa, come i suoi abitanti. Ancora oggi non è possibile telefonare o mettersi in contatto via internet con il Friuli: tutto ancora bloccato, come bloccati i conti correnti ed in assenza di carburante.

Dalle forze militari italiane sono state attaccate aree urbane, chiese, sono stati sacccheggiati e distrutti gli ospedali, l’80% del sistema sanitario regionale. La repressione verso i dissidenti politici si è rivoltata contro la popolazione italiana, verso i civili in Friuli: sospettati di supportare il partito contro il governo centrale. I civili hanno iniziato a resistere per la propria stessa esistenza, trovandosi di mezzo a fuoco incrociato: in mezzo a uccisioni, violenze, abusi, crimini… in mezzo ad una guerra non loro. Si sono verificati massacri sui civili, uccisioni extragiudiziali sui civili solo perché parlavano friulano, quindi solo per il sospetto di essere collusi con i membri del partito dissidente in quanto friulani.

Decine di migliaia sono stati allontanati da cariche di stato, posti di lavoro e a Roma sono stati bloccati i loro conti correnti: per il governo Conte era un’azione dichiarata preventiva per perseguire la sicurezza nazionale.

Sono stati arrestati e deportati in luoghi sconosciuti circa 17.000 unità, soldati friulani che facevano parte dell’esercito italiano. Sono iniziati anche gli arresti sui civili friulani in tutta Italia perché potenziali sovversivi. I friulani residenti fuori regione sono stati perseguitati, le forze di polizia governativa è andata casa per casa per perquisizioni anche senza alcun mandato e giustificazione ufficiali. Molti di questi friulani sono stati arrestati e detenuti in campi di prigionia non ben specificati in territorio italiano. Ancora oggi, dopo quasi 2 anni dallo scoppio della guerra ci sono decine di migliaia di friulani agli arresti di cui non si sa nulla sulle loro condizioni e se sono stati scarcerati.

Gli stupri sistematici per vendetta sulle donne friulane da parte delle forze governative sono diventati arma di guerra, crimine. Il governo italiano ha negato per mesi l’alleanza con milizie armate padane e neo fasciste come Forza Nuova e Casa Pound e le truppe austriache, gruppi alleati delle forze militari italiane. Sotto pressione internzionale, il premier Giuseppe Conte, a marzo 2021 in sede parlamentare, ha dovuto confessare la presenza dell’esercito austriaco in Friuli. Esercito che si è macchiato di crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti dei civili e del popolo friulano.

Sono stati bruciati campi, distrutti raccolti e rubato o massacrato bestiame: strategia per affamare il popolo friulano. La fame come arma di guerra.

A maggio 2021 è stato normato dal governo Conte che il partito dissidente, i suoi membri e tutti i sostenitori sono da considerarsi gruppo terroristico e terroristi quindi da perseguire a norma di legge. Sono stati legittimati così i crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati sistematicamente in Friuli e sui friulani che vivono su tutto il territorio nazionale.

Per quasi 9 mesi, dal giugno 2021 al marzo 2022, le agenzie umanitarie dell ONU hanno confermato blocco “de facto” all’accesso umanitario in Friuli Venezia Giulia. Il sistema sanitario martoriato nelle prime fasi dai saccheggi e distruzione oggi è al collasso per mancanza di medicinali e materiale igienico-sanitario: mancano i medicinali da banco, manca insulina per curare decine di migliaia di pazienti facilmente curabili con la dialisi in tempo di pace. C’è un solo ospedale a livello regionale che può fornire la dialisi ma anch’esso oggi è in mancanza di reagenti per i test, insulina. Manca tutto.

Amnesty Interantional e HRW – Human Right Watch in un report congiunto confermeranno i sospetti e le indiscrezioni, le denunce che il popolo friulano e la sua diaspora, il “Fogolâr Furlan” in giro per il mondo ha cercato di far uscire come verità chiedendo giustizia: Confermata attività di pulizia etnica nel Friuli occidentale, nel pordenonese da parte delle milizie fasciste di Forza Nuova e Casa Pound verso i friulani. I gruppi fascisti occupano tutt’ oggi quell’area rivendicandola giurisdizionalmente e storiacmente loro.

Un report della commissione di esperti di diritto umanitario delle Nazioni Unite nel settembre 2022 ha denunciato che il governo centrale di Conte abbia perpetrato crimini contro l’umanità bloccando l’accesso umanitario in Friuli per i milioni di abitanti.

Ancora oggi la comunità internazionale non è riuscita a mantenere la promessa del “Mai più” per tutelare le vite di milioni di friulani dalle volontà politiche genocide del governo italiano. La comunità internazionale ha paura di dichairare effettivamente quel che si sta proponendo sotto gli occhi di tutti, un genocidio.

Un report di marzo 2022 di un team di ricercatori di univeristà belga ha stimato 500.000 morti in Friuli, diretti per la guerra e indiretti per mancanza di supporto alimentare, (morti di fame) e per mancanza di cure e supporto medico.

Le donne friulane stuprate sono stimate in 120.000, ma sarebbero la punta dell’iceberg, perché molte non sono state in grado di denunciare.

Il 90% dei friulani in regione è dipendente dal supporto umanitario, che ancora oggi è bloccato dal nuovo fronte di guerra: gli austriaci, nonostante gli sia stato intimato di ritirarsi dall’Iitalia, dal Friuli Venezia Giulia, continuano ad occupare varie aree e a perpetrare crimini.

Spiegazioni


Quanto hai letto è per darti l’idea attraverso realtà e nomi che conosci per raccontarti quello che da ormai 2 anni sta avvenendo nel Tigray, stato regionale settentrionale dell’Etiopia.

Roma è Addis Abeba, la capitale etiope. Mekellé è “Udine” nel racconto. Le proporzioni geografiche sono più o meno quelle: oggi ad Addis le persone dicono di vivere bene, ma in Tigray, nel “Friuli etiope” i civili, i loro fratelli, i tigrini stanno ancora soffrendo, morendo di fame, per mancanza di cure e perché li stanno ancora bombardando con raid aerei. Le “milizie neo fasciste italiane” sono il soprannome delle milizie fano, gruppi armati non ufficiali di origine amhara. Gli “austriaci” sono le truppe eritree che ancora perpetrano crimini. Infatti bisognerebbe definirla guerra regionale e non civile.

I media italiani non ne parlano come della guerra in Ucraina. Non ne parlano come per tante altre guerre in giro per il mondo. Non ne parlano perché non ci sono risorse in gioco da tutelare per cui vale la pena raccontare una guerra genocida come quella in Tigray.

Se vuoi approfondire e sapere di più, collaboro in modo volontario con Focus On Africa e cerco di portare aggiornamenti sulla catastrofe umanitaria del nord Etiopia.

Recentemente abbiamo sottoposto un appello al governo italiano per chiedere “verita e giustizia per il Tigray”

Puoi leggerli su: Tigray : la Guerra Genocida Dimenticata dal Mondo – Archivio


tommasin.org/blog/2022-10-12/i…

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in reply to Informa Pirata

ma l'Etiopia non è l'Ucraina... (devo ancora capire se dei circa sessanta conflitti in corso ora nel mondo non si parla perché a morire non sono biondi caucasici dalla pelle di porcellana o per che altro)

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in reply to Viviana B.

@Viviana B. @Informa Pirata secondo me più che altro dell'ucraina si parla tanto non per il colore di chi viene ucciso (che insomma, prima della guerra gli ucraini non è che fossero così tanto ben visti), ma perché si ha paura che chi uccide finito con l'ucraina arrivi fin da noi (o quantomeno, su stati che sono membri nato, e quindi diventiamo coinvolti attivamente anche noi).
in reply to Elena ``of Valhalla''

@Elena ``of Valhalla'' questa percezione di nemico alle porte, però non c'è mai stata.

Quindi sì , forse il capello biondo e il basso tasso di melanina aiuta, ma non è sicuramente il motivo principale di Questa discriminazione tra le persone dell'Ucraina e le persone provenienti da altre parti del mondo.

La spiegazione più semplice mi sembra un'altra: gli Ucraini sono stati rappresentati come vittime nel quadro di una narrazione mediatica che ha insistito sull'Ucraina come vittima e sull'identificazione dei suoi abitanti con essa.

Questo ha dimostrato due cose:
- che hanno ragione I complottisti del Piano Kalergi quando sostengono che è possibile indurre un intero popolo a empatizzare con il diverso (come hai ricordato tu, gli Ucraini fino a prima del conflitto non è che fossero così simpatici agli Italiani)
- i complottisti del Piano kalergi hanno completamente torto, dal momento che negli altri casi, proprio quelli di cui solitamente parlano loro, non si è MAI voluta fare una campagna di sensibilizzazione sull'accoglienza del diverso e di empatia nei suoi confronti.

@Viviana B.

Unknown parent

friendica - Collegamento all'originale
Elena ``of Valhalla''

@Viviana B. @Informa Pirata per politica, finanza e stampa, questo è un caso di un aggressore che ha il potere e l'intenzione di influenzare negativamente la nostra economia.

Chi è andato ad ammazzare, chessò, in afghanistan, aveva il potere, ma non, oltre certi limiti, l'intenzione.

L'Etiopia non credo che ne abbia il potere.




Eurodestra


Il bello delle democrazie è che le maggioranze, legislative e governative, possano alternarsi senza che caschi il mondo o si rivoluzioni il sistema. Qualche cosa cambia, naturalmente, e sarebbe semmai preoccupante il contrario, che restasse tutto uguale.

Il bello delle democrazie è che le maggioranze, legislative e governative, possano alternarsi senza che caschi il mondo o si rivoluzioni il sistema. Qualche cosa cambia, naturalmente, e sarebbe semmai preoccupante il contrario, che restasse tutto uguale. Ma non cambiano gli equilibri fra le istituzioni e non cambia la collocazione internazionale.

Quel che cambia, nelle scelte legislative e governative, può piacere o meno, ma l’occasione per fermare o spingere oltre potrà essere colta al successivo appuntamento elettorale. Posto quanto già qui sostenuto, ovvero che non intravediamo pericoli per gli equilibri istituzionali e le libertà fondamentali, aggiungendo che ove la maggioranza appena vincitrice dovesse venire meno, per divisioni interne, sarà il Quirinale a verificare l’esistenza di altre o scegliere il ritorno alle urne, ragioniamo ora di Unione europea. La destra italiana, considerati anche i suoi legami politici europei, costituisce un pericolo? Corriamo il rischio che l’Italia sia isolata?

Per prima cosa va osservato che la maggioranza neanche esiste se non comprendendo una sua componente che è parte del Partito popolare europeo. Ove questa appartenenza e identità non vengano meno, è già un primo elemento rassicurante. Poi si osservi che il partito europeo che l’onorevole Meloni presiede ha la sua componente più importante in Polonia, e che, come si può verificare anche in Italia, l’aggressione russa all’Ucraina ha collocato questo gruppo fra quanti condannano Putin senza cercare sfumature, ribadendo la collocazione atlantica e interamente condividendo le scelte dell’Ue (nel caso italiano: quelle del governo Draghi).

Vero che la Lega a trazione salviniana è su posizioni diverse e per certi aspetti opposte, ma ha una forza ben ridotta e, comunque, non s’è mai spinta oltre le parole, votando a favore delle sanzioni. Su quel fronte (in senso pieno) non ci sono problemi.

E su quello della coerenza europeista, guerra a parte? Qui le cose stanno diversamente. La ragione per cui non basta affatto che ci si dica “patrioti europei” si trova nella storia. Recente. I comunisti, infatti, si dicevano “eurocomunisti”, stringendo rapporti con gli omologhi portoghesi, spagnoli e francesi. Non di meno nessuno li ha mai considerati veramente europeisti e, anzi, fecero il possibile per impedire il processo d’integrazione.

Varrà la pena ricordare che si opposero all’ingresso dell’Italia nello Sme (Sistema monetario europeo), propedeutico all’euro, e che il discorso di diniego fu tenuto, alla Camera, da Giorgio Napolitano. In quelle condizioni non potevano governare e ove l’avessero fatto sarebbe stata una tragedia, per l’Italia. Questa è una pagina importante, specie per quelli che già cominciano a dire che c’è preclusione per la destra: falso, c’è e ci sarà preclusione per gli antioccidentalisti e per gli anti-Ue. Che poi sono quelli amati dalla Russia, nel secolo scorso e in questo.

Qualche tempo dopo la sinistra italiana e Napolitano in particolare s’impancarono a dar lezioni d’europeismo a tutti. Tanto che taluni si sono convinti l’Ue sia una cosa di sinistra (e che siano sinistra la Cdu o la Csu, in Germania, fa morire dal ridere). Poco male: avevamo vinto noi, avevano vinto gli europeisti e non si deve essere gelosi. Succederà la stessa cosa a destra? Più o meno, se vorranno diventare forza e forze capaci di governare, di costruire e non solo di mestare nei cattivi umori. E noi europeisti ne saremo felici.

In particolare ne saremo felici come europeisti italiani, visto che il terreno di prova non sarà la guerra, ma l’accettazione della corrispondenza fra politiche europee e vincoli da quelle generate, specie in campo economico. La prova sarà il sapere fare i conti con la realtà, rinunciando a quanto d’irreale ci si portava dietro. E che quei conti tornino sarebbe un gran bene per la democrazia. Anche nel caso non si dovesse condividere, in parte o del tutto, quel che la maggioranza di destra farà.

La Ragione

L'articolo Eurodestra proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



PayPal, alfiere della censura e del World Economic Forum


Una nuova policy PayPal prevede una sanzione di $2.500 sul conto di chi pubblica contenuti di "disinformazione". Dicono che sia stato un errore, ma le evidenze suggeriscono il contrario.

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Il 7 ottobre 2022 il DailyWire riportava una notizia inquietante: “New PayPal Policy Lets Company Pull $2,500 From Users’ Accounts If They Promote ‘Misinformation” (Una nuova policy aziendale permetterà a PayPal di prelevare $2.500 dagli account delle persone che promuovono disinformazione).

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L’articolo spiega che, in base a un aggiornamento pubblicato sul loro sito, PayPal aveva in programma di aggiornare la sua Acceptable Use Policy, estendendo la lista delle attività vietate anche a “l’invio o la pubblicazione di ogni messaggio, contenuto o materiale che promuova disinformazione o che presenti un rischio per la sicurezza o benessere delle persone.

Grazie alla Wayback Machine di web.archive.org possiamo verificare che in effetti la scorsa settimana è stato pubblicato sul sito di PayPal una Acceptable Use Policy che riportava la data del 3 novembre 2022, contenente questo nuovo paragrafo:

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Più o meno è ciò che riporta l’articolo: a discrezione di PayPal verrà sanzionata la pubblicazione di ogni tipo di messaggio, contenuto o materiale che possa essere dannoso, osceno, violento oppure sgradevole - oltre a numerose altre ipotesi, come messaggi e contenuti che in qualche modo possano discriminare individui o gruppi, o che possano presentare un rischio per la sicurezza e il benessere delle persone.

Qualche giorno dopo PayPal ha “smentito” la notizia, affermando che si trattasse di un errore, e che non era previsto in realtà alcun aggiornamento della loro Acceptable Use Policy.

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La questione è preoccupante e vale la pena commentarla, andando oltre i semplici fatti di cronaca. Sappiamo che PayPal è strettamente connesso col World Economic Forum e questa vicenda non è semplicemente frutto di un errore casuale.

Ma prima di entrare nel vivo, vediamo cosa prevede oggi la loro Acceptable Use Policy.

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L’ultimo aggiornamento dell’Acceptable Use Policy di PayPal risale al 20 settembre 2021. La policy oggi riporta le seguenti attività vietate:

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Estrattivismo dei dati: Davide Lamanna intervista Giacomo Tesio su Monitora PA


ondarossa.info/newstrasmission…

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Oggi, al Ministero dell’Istruzione, si è svolta la prima riunione del Comitato tecnico scientifico del Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD).

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🔍 #PNRRIstruzione, quanto ne sai?

Nella rubrica di oggi approfondiremo insieme un’altra linea di investimento del #PNRR, quella dedicata all’educazione motoria e allo sport a scuola.



Il Presidente Giuseppe Benedetto ospite a “Start” su Sky TG 24 l’11 ottobre 2022


L’11 ottobre 2022, a partire dalle ore 10.30, il nostro Presidente Giuseppe Benedetto è stato ospite di Roberto Inciocchi a “Start” su Sky TG 24. L'articolo Il Presidente Giuseppe Benedetto ospite a “Start” su Sky TG 24 l’11 ottobre 2022 proviene da Fond

L’11 ottobre 2022, a partire dalle ore 10.30, il nostro Presidente Giuseppe Benedetto è stato ospite di Roberto Inciocchi a “Start” su Sky TG 24.

player.vimeo.com/video/7590615…

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BEN(E)DETTO 11 ottobre 2022


Coloro che, legittimamente, in Italia vogliono chiamarsi conservatori, ci spieghino se intendono ispirarsi alla Le Pen o alla Thatcher. Cambia tutto. Ma proprio tutto. La Ragione L'articolo BEN(E)DETTO 11 ottobre 2022 proviene da Fondazione Luigi Einaudi

Coloro che, legittimamente, in Italia vogliono chiamarsi conservatori, ci spieghino se intendono ispirarsi alla Le Pen o alla Thatcher. Cambia tutto. Ma proprio tutto.

La Ragione

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in reply to informapirata ⁂

il primo motivo è valido, il secondo no, perché sul piano economico fu una carnefice dei lavoratori e dei cittadini a basso reddito
in reply to Sentenza

ma su questo sono d'accordo: l'antinomia tra Thatcher e Le Pen è sbagliata, perché sono due visioni diversissime ovviamente ma contigue

@petrstolypin





Dire #MIStaiACuore significa anche imparare come agire nei momenti di necessità.

Flavia Civitelli, studentessa del Liceo artistico “E.



Il 13 e 14 ottobre, a Lipari, 300 studentesse e studenti parteciperanno agli “Incontri del Mare”: due giornate di attività e di approfondimento dedicate alle scuole e allo studio del mare, nell’ambito del Piano ministeriale RiGenerazione Scuola.


Segnalato da Fabio Naif
twitter.com/fpietrosanti/statu…

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Letta che insegue Veltroni: la funzione turistica del PD.


"Il PD si interessa alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati, provenienti da qualche ricca città europea o americana, che si recano in un paese del terzo mondo e guardano con compassione la condizione dei suoi abitanti che, poveri loro!, non godono delle libertà e del benessere occidentale.

Veltroni e Letta esprimono del resto la visione del mondo di gente che vive nei centri storici e che finge di non sapere che spesso la povertà, l’ingiustizia e il degrado sono presenti nelle periferie delle loro stesse città. In qualità di dirigenti politici non possono guardare a queste condizioni di disagio perché la loro fortuna si fonda esattamente su questa ipocrisia.

Letta, Veltroni, Renzi e tanti altri che hanno fatto la storia del PD non avrebbero avuto alcun successo politico se non avessero promosso quelle politiche che hanno generato la questione sociale oggi presente in Italia.

La loro salita al potere è dipesa dal sostegno di forze economiche e finanziarie che hanno chiesto in cambio leggi in favore della precarietà nel lavoro, privatizzazione dei servizi, disfacimento della scuola pubblica, sostegno all’impresa e tanti altri provvedimenti che hanno prodotto le attuali ingiustizie."

kulturjam.it/politica-e-attual…



Verso carestia energetica e fame ma la chiameremo "Frugalità responsabile".


«Continuando con la logica della guerra e delle sanzioni la strada tracciata porterà inevitabilmente alla carestia energetica e alla fame, che non verrà chiamata cosi ma “frugalità responsabile”, per un mondo green e sostenibile.»


Inflazione e resistenza. La questione degli alloggi a New York.


"Il risultato è che gli strati della classe media non possono permettersi di acquistare una casa, mentre le classi lavoratrici, ancora per lo più immigrate, spendono più della metà del loro reddito in affitto."


"Come la Terra, Urano e Nettuno sono mondi blu. Nettuno, sul cui globo color del mare corrono nubi bianche, a un occhio distratto sembrerebbe perfino uno specchio del nostro pianeta. L’azzurro di questi pianeti però non è quello di un oceano, ma è la tinta delle tracce di metano all’interno di un’atmosfera gelida di idrogeno ed elio. A quasi 3 e 4,5 miliardi di km dal Sole, rispettivamente, le atmosfere di Urano e Nettuno oscillano tra i 220 e 230 gradi sotto zero: i pianeti più freddi del Sistema Solare."

https://ift.tt/neV0Jvf




Condizione delle donne e femminismo borghese


«Il “femminismo del potere” si traduce insomma nella richiesta di “parità di genere” nei ruoli apicali del potere stesso, non nel cambiamento della condizione sociale della stragrande maggioranza delle donne. E di certo, dunque, non si pone il problema dell’emancipazione concreta di tutte le donne, ma solo della “rappresentazione spettacolarizzata” di alcune di loro che ottengono il “pass” per entrare nelle stanze dei bottoni.»


Hello @Philipp Holzer , I am administrator of this instance and I am also moderator of an Italian mastodon instance.

I need to contact you urgently to report a user who is using your platform to scam other people!

Thank you and good day




L’obsolescenza degli smartphone e la raccolta massiccia di dati mettono in pericolo il futuro del digitale

Vorrei segnalare un altro articolo molto interessante pubblicato da Basta!, media francese indipendente e autofinanziato (se potete, sostenetelo da qui: basta.media/don):
“L’obsolescenza degli smartphone e la raccolta massiccia di dati mettono in pericolo il futuro del digitale” di Emma Bougerol:
basta.media/l-obsolescence-des…

Questo è il sommario che apre l’articolo:
“Dai minerali indispensabili per gli smartphone all'energia consumata dai data center, la tecnologia digitale ha un pesante impatto ecologico. Anche in questo caso la sobrietà è essenziale, ma non passa necessariamente dalla riduzione dell'uso di Internet”.

Qui sotto trovate una sintesi dei temi trattati, l’articolo è distribuito con una licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0 che non ne permette la traduzione.

L’articolo mette in evidenza alcuni dati dell’impatto della tecnologia digitale sull’ambiente: questa rappresenta in Francia il 10% del consumo di elettricità e il 2,5% dell'impronta di carbonio che sintetizzata in un’immagine piuttosto efficace è l’equivalente delle emissioni di CO2 di 12 milioni di automobili, che percorrano ciascuna 12.000 km all'anno.

L’articolo sottolinea poi come la valutazione dell’impatto ambientale debba tener conto di molteplici fattori: il consumo di tutti i dispositivi usati dagli utenti, ma anche i consumi della rete che trasporta questa enorme quantità di dati e interazioni e quello dei data center che li archiviano.

Il testo prosegue ricordando come la produzione dei terminali degli utenti, televisori, computer, smartphone costituisca la parte maggiore e più dannosa dell’impatto ambientale del digitale (esaurimento delle risorse, emissioni, consumo di energia, produzione di rifiuti).
Buona parte di questi danni ambientali colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo in cui si estraggono i metalli preziosi e quelli in cui vengono scaricati i nostri rifiuti elettronici.
A questo aspetto si aggiunge l’esaurimento di alcuni minerali necessari per la costruzione dei dispositivi, ad esempio litio e cobalto per le batterie o il tantalio per i circuiti degli smartphone.
Anche in questo caso non è possibile pensare che la quantità di dispositivi prodotti possa essere infinita.


Un altro grave problema affrontato è quello dell’obsolescenza dei dispositivi: in Francia la vita media di uno smartphone è stimata tra i due e i tre anni, è chiaro che per ridurre l’impatto ambientale sarebbe necessario aumentare e non di poco la durata dell’utilizzo dei dispositivi, secondo un esperto dell’associazione GreenIT.fr si dovrebbe arrivare ad 8 anni per gli smartphone, 10-15 anni per i computer e 20 per i televisori.


La conclusione dell’articolo si apre con un titolo un po’ forte, "Eliminiamo il digitale ogni volta che è possibile” che però viene meglio articolato nelle righe successive: non si tratta di fermare del tutto lo sviluppo della tecnologia digitale, ma si tratta di optare per scelte “low tech” che pratichino anche alternative analogiche là dove disponibili. Questo processo non può essere un percorso individuale è fondamentale un intervento politico dello stato che deve regolamentare in qualche modo la vendita e la distribuzione dei prodotti digitali.

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Oscar, La Stranezza del palermitano Andò tra i 12 film italiani in gara per la candidatura


C'è anche il film "La Stranezza" del regista palermitano Roberto Andò, con protagonisti Toni Servillo e il duo pure palermitano formato da Salvo Ficarra e Valentino Picone nell'elenco delle 12 pellicole che concorreranno alla designazione del titolo candidato a rappresentare l'Italia nella selezione per la categoria International Feature Film Award dell'edizione numero 95 dell'Academy Awards, il prestigioso Premio Oscar.

gds.it/foto/cinema/2022/09/21/…



Un biglietto per il Metaverso


A Palermo, a Palazzo Reale il futuro è già arrivato, dal 21 settembre, μετα Experience, uno spazio permanente tra arte e dimensioni parallele. Immersi nella dimensione dell'Infinity Room i visitatori potranno assistere alla smaterializzazione e materializzazione dei capolavori d'arte originali e scoprire come avviene la creazione dell'identità dell'opera provando il processo sulla propria pelle.

palermo.gds.it/video/cultura/2…



Palermo, da luogo di mafia a simbolo di riscatto: nel quartiere Cruillas una piccola oasi verde anche per le api


Il progetto Terra Franca nasce nel 2019, promosso dall'associazione Hryo, in un terreno confiscato a Cosa nostra. Obiettivo è restituire alla comunità un luogo naturale in un contesto cittadino che diventi vessillo di inclusione sociale e legalità.

Al suo interno, tra le altre cose, un apiario olistico e una serra della biodiversità.

Fonte notizia: Palermotoday



La leggenda del fantasma della Suora del Teatro Massimo di Palermo


Tra le tante leggende palermitane, non mancano le storie legate a fatti misteriosi, intriganti e suggestivi, come quella del 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗺𝗮 della Suora del Teatro Massimo di Palermo. Pima della costruzione del Teatro furono demolite alcune strutture preesistenti tra cui la Chiesa di San Francesco delle Stimate, compreso il monastero ed il cimitero annessi, consistenti nella Chiesa di San Giuliano e la Chiesa di Sant’Agata che all’interno dei monasteri custodivano anche le tombe di suore, preti e di altri defunti. Secondo la leggenda palermitana, durante il corso dei lavori di demolizione, pare sia stata profanata la tomba di una suora e da allora la credenza popolare vuole che il suo 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗺𝗮 infesti il Teatro.