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Martedì 24 gennaio sarò a Bruxelles, all’evento “Economia digitale e protezione dei dati: cosa ci aspetta nel 2023”, organizzato da Digitalians in collaborazione con la Camera di Commercio Belgo-Italiana e sponsorizzato da Panetta Studio Legale. Un’importante occasione per parlare di Italia ed Europa, strette tra l’opportunità di cogliere i benefici della crescita digitale e l’esigenza di...


Come possiamo sostenere la privacy dei dati e la libertà personale mentre facciamo passi da gigante verso un mondo di trasparenza del cervello? L'intervento di @nxthompson e @NitaFarahany


COME POSSIAMO SOSTENERE LA PRIVACY DEI DATI E LA LIBERTÀ PERSONALE MENTRE FACCIAMO PASSI DA GIGANTE VERSO UN MONDO DI TRASPARENZA DEL CERVELLO? LA CONFERENZA DI NICHOLAS THOMPSON E NITA A. FARAHANY

Siamo pronti alla trasparenza del cervello?
Segnaliamo a tutta la comunità @Etica Digitale una discussione con Nicholas Thompson e Nita A. Farahany che si è tenuta giovedì a Davos durante il World Economic Forum (WEF) che immaginiamo possa interessare gli account di coloro che si interessano di tecnologia, lavoro e risvolti etici (per esempio i follower di @informapirata :privacypride: @Etica Digitale @Tech Workers Coalition Italia ).

In particolare, Nita Farahany, avvocato interessato ai temi etici del Transumanesimo e autrice di "The Battle for Your Brain", durante il suo intervento "Ready for Brain Transparency?" ha affrontato diverse questioni nodali e ha previsto che nel "futuro a breve termine" i dispositivi di interfaccia mentale diventeranno "il modo principale con cui interagiamo con tutto il resto della nostra tecnologia"; ha anche sottolineato che le principali aziende tecnologiche come Meta stanno "studiando modi per rendere questi dispositivi universalmente applicabili" al resto della nostra tecnologia.

La promessa della neurotecnologia di migliorare la vita e di ottenere informazioni sul cervello umano sta crescendo: quella sulla trasparenza del cervello sarà quindi una battaglia fondamentale per evitare che un sogno transumanista divenga un incubo del controllo

Il video dell'intervento è disponibile a questo link



Il Massacro di Istakhr (651)


Il massacro di Istakhr del 651 è un evento brutale che si è verificato durante la conquista araba della Persia. Il massacro è stato il risultato della sconfitta della nobiltà persiana di Ishakr da parteContinue reading

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Isabella Rauti racconta il mondo della Difesa. In punta di anfibi


Dal sostegno alla difesa transatlantica all’attenzione per il Mediterraneo, passando per le necessità e le fide delle nostre Forze armate, fino al ruolo fondamentale ricoperto dalle donne in uniforme. Questi alcuni dei temi toccati dall’ebook “In punta di

Dal sostegno alla difesa transatlantica all’attenzione per il Mediterraneo, passando per le necessità e le fide delle nostre Forze armate, fino al ruolo fondamentale ricoperto dalle donne in uniforme. Questi alcuni dei temi toccati dall’ebook “In punta di anfibi” del sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, presentato ieri presso lo Studio Curtis, Mallet-Prevost, Colt & Mosle LLP alla presenza di vertici politici, militari e industriali del Paese. Un volume che ha raccolto alcune delle rubriche tenute dal sottosegretario sulla rivista Airpress tra il 2017 e la sua nomina al governo. Un racconto esaustivo, che attraversa periodi diversi delle recenti vicende delle Forze armate nazionali, ponendo l’accento sull’importanza che lo sviluppo di una “cultura della Difesa” ha per il Paese e l’opinione pubblica.

Per una cultura strategica

“La guerra in Ucraina ha fatto da effetto disvelante per l’opinione pubblica, che la guerra è un fenomeno presente, possibile, e pende sulle nostre teste”, ha spiegato Gabriele Natalizia, coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info che ha curato l’introduzione al volume del sottosegretario. Secondo il ricercatore, la guerra in ucraina ha “scioccato l’opinione pubblica”, un fenomeno ritenuto ormai passato, o relegato ad aree geografiche percepite come periferiche, è tornato in Europa, a pochi chilometri dall’Italia. “Già da un decennio gli esperti parlavano di questa possibilità”, ha sottolineato, ricordando come di questi temi le riviste Airpress e Formiche ne parlavano già dal 2017 “dedicando una rubrica speciale alla politica militare, di cui il sottosegretario Rauti era l’autrice, in una fase dove a livello di opinione pubblica, non se ne parlava”. Un lavoro che ha contribuito ad alimentare il dibattito e che è capace di definire in maniera specifica l’interesse nazionale grazie alla definizione di una “cultura strategica”.

Donne e forze armate

Sicuramente, un aspetto molto presente nel volume del sottosegretario è il ruolo delle donne in uniforme. “La data fondamentale è il 1999, quando con la legge 380 si apre all’ingresso delle donne nelle Forze armate”, avvenuto effettivamente nel 2000. “Cadeva un muro che nessuno voleva mantenere in piedi”, ha raccontato ancora Rauti, “ma i tempi sono andati un po’ lunghi. Una data non solo simbolica, ma concretamente importante”. Sulla domanda se il Paese sia indietro da questo punto di vista, il sottosegretario risponde: “La crescita è costante, e siamo gli unici, tra gli Alleati, ad avere una sezione dedicata presso lo Stato maggiore della Difesa a politiche di genere”. Tema importante è stato anche quello della maternità. “Le scelte di maternità non sono assorbite in qualsiasi ambito lavorativo, risultando penalizzanti ovunque”. Tuttavia, nelle Forze armate, dove “le gerarchie le fanno i gradi”, il pregiudizio e la discriminazione verso le donne che caratterizzano ancora diversi settori produttivi trovano minore radicamento. “Il grado fa gerarchia, fa disciplina e fa sistema” indipendentemente dal genere.

Gli impegni della Difesa

Per quanto riguarda gli impegni attuali delle Forze armate, dal Baltico all’oceano Indiano, il sottosegretario ha commentato come ci siano scenari di instabilità “aperti a tutte le latitudini”. Massima attenzione va naturalmente al Mediterraneo allegato, ai Balcani, al Medio oriente, ai fronti sud ed est dell’Alleanza. “Tutto è diventato strategico, e la postura aggressiva russa ha creato ulteriori instabilità”. Oggi più che mai, dunque, diventa importante l’impegno Nato, Onu e Ue. Nonostante questo impegno, che vede l’Italia protagonista, rimangono alcune lacune nella cultura della Difesa nazionale. “Non penso che ci sia una avversione culturale – specifica però Rauti – gli italiani amano le Forze armate. Il problema è la percezione, legata a scarsa conoscenza” di quello che concretamente fanno i militari italiani. “Dobbiamo comunicare di più e meglio quello che facciamo nel mondo come costruttori di pace”.

Realismo politico e militare

Di fronte alle instabilità globali, c’è bisogno di un’assunzione di “realismo politico e militare”, ha detto ancora Rauti, chiamando in causa gli aspetti addestrativi delle forze militari italiane. “Dobbiamo guardare la realtà del conflitto, che undici mesi fa nessuno aveva immaginato; siamo ripiombati in un clima di guerra vicino casa”. In questo contesto, allora, “l’addestramento è fondamentale, non può essere eluso. Dobbiamo prepararci a fronteggiare sfide diverse, multi-dominio, una complessità che richiede una formazione sempre più sofisticata”.

Obiettivo 2%

Per quanto riguarda l’obiettivo del 2% da destinare alla Difesa, il sottosegretario è stata chiara: “Abbiamo preso degli impegni, e siamo abituati a rispettarli”. Naturalmente permangono le criticità, non tutti i Paesi hanno raggiunto la quota stabilita in Galles, tra cui l’Italia. Tuttavia, il nostro Paese “ha dedicato l’1,17% nel 2019 e l’1,54 nel 2021. Non siamo lontanissimi dall’obiettivo”. Per Rauti “quello che conta è che abbiamo approvato un emendamento per il raggiungimento della quota entro il 2028, che può significare anche prima”. Ma per questo “l’assenso parlamentare è fondamentale”.

Industria della Difesa e programmi

Sulle dotazioni e gli equipaggiamenti per le Forze armate italiane di domani “l’obiettivo del governo è quello di avere uno strumento militare bilanciato, equilibrato in tutte le sue componenti terrestri, navali, aeree”. Questo obiettivo si intreccia naturalmente con gli sviluppi dell’industria della Difesa “e con la sempre più necessaria sovranità tecnologica che dobbiamo garantire, tutelare e monitorare”. C’è quindi la necessitò di uno sviluppo capacitivo da intrecciare con la competenza, l’innovazione e la competitività internazionale dell’industria. Naturalmente, “l’Italia non può farlo da sola, ma deve sapersi porre con in partner a testa alta”, assumendo la leadership laddove in grado di farlo e stabilendo accordi di collaborazione negli altri settori.


formiche.net/2023/01/in-punta-…



Ma chi costruirebbe le strade?


Un commento alla chiacchierata sull'Arancione Podcast, in cui ho parlato dei nostri temi preferiti: prassiologia e scuola austriaca, Bitcoin, socialismo stradale, moralità e legalità e tanto altro.

Ieri ho avuto il piacere di parlare di anarco-capitalismo, scuola austriaca e molto altro insieme a TheOrangeWay (@Nespa_Bis) in un’intervista del suo Arancione Podcast. Durante l’intervista abbiamo ripercorso e discusso insieme di un interessante episodio del podcast di Saifedean “Who will build the roads w/ Walter Block”, in cui ha intervistato Walter Block.

Walter Block è un economista austriaco e anarco-capitalista che insegna alla School Business di New Orleans. Come moltissime persone, anche lui da giovane era il tipico statalista “liberal” (cioè di sinistra). Fu lui stesso ad affermare: "In the fifties and sixties, I was just another commie living in Brooklyn”. Il suo percorso di redenzione iniziò però nel migliore dei modi, assistendo a una lezione di Ayn Rand. Fu sufficiente una chiacchierata con lei e la lettura di Atlas Shrugged per rinnegare le sue radici socialiste. Fu poi grazie a Rothbard che si convertì definitivamente all’anarco-capitalismo.

Block è famoso per aver scritto il libro Defending the Undefendable in cui affronta e demolisce diversi dogmi statalisti da un punto di vista libertario. La sua intervista offre molti spunti interessanti su cui discutere, che volevo riproporvi anche in forma scritta.

Non tratterò tutti i temi affrontati durante la puntata, quindi per chi volesse qui è disponibile il podcast in cui ne parlo con TheOrangeWay:

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La prassiologia e l’azione umana


Il primo argomento toccato da Saifedean e Block è quello della scuola austriaca e della praxeology. Per praxeology o prassiologia s’intende quella teoria della scuola austriaca che sostiene che:

  • Esistono assiomi fondamentali (leggi economiche) che sono assolutamente veri
  • I teoremi dedotti sulla base di questi assiomi sono quindi assolutamente veri
  • Di conseguenza, non c’è alcun bisogno di testare né premesse né conclusioni
  • In ogni caso, questi teoremi non sarebbero testabili

L’assioma fondamentale della prassiologia è l’esistenza dell’azione umana, di cui Mises scrisse sapientemente. Gli esseri umani esistono ed agiscono. Da questo assioma fondamentale e assolutamente vero nasce e si sviluppa poi tutta la teoria economica austriaca. Alcune delle implicazioni più dirette che arrivano da questo assioma fondamentale sono: la relazione tra scopo e mezzo, le preferenze temporali (alte o basse), la legge del beneficio marginale decrescente, e così via. È l’assioma dell’azione umana che distingue la teoria economica austriaca da tutte le altre.

Rothbard definisce questo assioma come una “legge della realtà”, derivante proprio dall’osservazione della realtà che ci circonda.

Attenzione però: né Mises né libertari o austriaci dicono nulla sulle ragioni dell’azione umana. Non c’è alcun assioma in merito alla razionalità o correttezza dell’azione umana. L’unico postulato è che gli esseri umani agiscono: hanno uno scopo e usano ogni mezzo possibile per raggiungerlo.

Secondo Ayn Rand sono i “valori” ciò che spingono l’uomo ad agire. I valori sono ciò che un individuo agisce per ottenere e perseguire così la sua felicità. Potrebbe essere denaro, ma anche un altro tipo di beneficio psicologico. Un esempio calzante arriva proprio dal protagonista di The Fountainhead, l’architettoHoward Roark. In un passaggio del libro decide di rifiutare un’importante commessa che gli avrebbe fatto guadagnare una piccola fortuna, perché il progetto non era ciò che lui avrebbe voluto fare. Ad Howard Roark piacciono i soldi e gli sono utili, ma non è il denaro il “valore” che lo spinge ad agire. Bensì, la voglia di creare qualcosa di suo, senza ingerenze.

È anche per questo motivo che Rothbard disse che nella “scienza dell’azione umana” è impossibile testare le conclusioni che arrivano dalle leggi economiche fondamentali: i fatti che riguardano la vita e la storia umana sono talmente complessi e con cause diverse tra loro che è impossibile isolarli e testarli in laboratorio.

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Il socialismo stradale


Block prosegue poi su quello che lui chiama socialismo stradale: il monopolio di Stato sulle strade. Lo fa partendo da una semplice osservazione: più di 35.000 persone muoiono ogni anno sulle strade in america.

Gli osservatori dicono che le cause sono molte e diverse: velocità elevata, errori del guidatore, guida in stato di ebrezza, eccetera. Nessuno osa però constatare una verità banale: quando un bene o servizio ha dei problemi, solitamente è colpa del management.

Facciamo l’esempio di un ristorante che fallisce. I motivi, superficialmente, possono essere molti: il cibo faceva schifo, il posto era sporco, la posizione non era ideale, e così via. Ma queste sono solo cause indirette. La causa primaria del fallimento è il proprietario, che non ha assunto uno chef migliore, non ha assicurato un’adeguata pulizia del locale, e non ha scelto con accortezza la posizione in cui aprire il ristorante. La causa ultima ricade sempre sul management.

Chi è il manager del servizio di mercato chiamato strada? Lo Stato. Ciò che è vero per il restante 99.9% dei beni e servizi di mercato deve necessariamente essere vero anche per le strade. Non è quindi assurdo dire che lo Stato è la principale causa delle morti sulle strade.

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Il problema principale, derivante proprio dal monopolio assoluto dello stato, è che non possiamo sperimentare soluzioni diverse. Ad esempio, non possiamo differenziare le velocità in base al contesto specifico o sperimentare tipologie diverse di corsie. Non possiamo neanche sperimentare con diversi materiali e soluzioni di manutenzione.

Se ci fossero strade private con diversi proprietari potremmo verificare empiricamente le differenze sul numero di morti in base alle soluzioni proposte. Magari scopriremmo che la velocità non è sempre un fattore rilevante. O magari scopriremmo che in alcune strade, per il contesto specifico, è opportuno aumentare alcuni tipi di controlli o prevedere specifiche misure di sicurezza. Quello che invece abbiamo oggi è un monopolista che applica le stesse regole e le stesse tecnologie a condizioni estremamente diverse.

Lo abbiamo studiato tutti e non c’è nessuno che oserebbe negarlo: i monopoli sono sempre a danno dei clienti. La competizione libera crea sempre prodotti migliori proprio grazie alla trial & error e ai meccanismi premiali di mercato. Ciò che funziona viene usato e acquistato, ciò che non funziona muore. Lo vediamo con qualsiasi altra attività: servizi postali, sanità, scuola, sicurezza. In tutti questi casi la soluzione privata è più efficiente e meno costosa dell’alternativa statale.

A questo punto lo statalista dirà: ma se le strade fossero tutte private qualcuno potrebbe decidere di non farti più uscire di casa!

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Certo, amico statalista. Ma considera questo: un’attività imprenditoriale nasce per servire i clienti. È l’unico modo in cui l’imprenditore — che ha investito tempo e risorse per costruire e mantenere la strada — può guadagnare e rimanere sul mercato. Inoltre, è chiaro che in un mondo dove le strade sono tutte private l’acquisto di una casa si porterebbe dietro anche un contratto per l’utilizzo delle strade adiacenti. Se l’imprenditore decidesse di violare unilateralmente quel contratto, i clienti avrebbero mezzi per rivalersi. E in ogni caso, non passerebbe molto tempo prima che tutti i clienti a cui è stato vietato l’ingresso si trasferiscano altrove, andando a premiare il competitor. Il mercato tenderebbe naturalmente ad eliminare gli attori malevoli, perché nessuno li pagherebbe.

Le strade sono beni essenziali, sì. Come il cibo. Eppure mi sembra che il (semi)libero mercato alimentare funzioni bene. In 35 anni di vita devo ancora trovare qualcuno che si rifiuti di vendermi cibo per qualche motivo. E se anche fosse, il mondo è pieno di altri che non vedono l’ora di farlo. Perché per le strade dovrebbe essere diverso?

La confusione tra moralità e legalità


Passiamo ora ad un altro argomento amato dagli statalisti: vietare le attività che non gradiscono. L’errore gravissimo e imperdonabile di tutti gli statalisti, socialisti e comunisti in generale è di sovrapporre moralità e legalità fino a non distinguerli più.

Per lo statalista è assolutamente corretto vietare, quindi rendere illegale, ciò che reputa immorale. Nella storia, e ancora oggi, abbiamo innumerevoli esempi: divieto di vendita degli alcolici, di droga, di armi, o di organi umani; divieto di fumo; divieto di prostituzione o rapporti omosessuali; divieto di aborto; divieto dello sport e delle attività ludiche la domenica.

Tutte queste attività a un certo punto della nostra storia sono state vietate in quanto considerate immorali. Non è un caso che lo stato sociale, massima espressione dello statalismo, sia nato proprio da radici religiose (protestanti): da uomini che volevano usare lo Stato come strumento per epurare la società da vizi e azioni che ritenevano immorali. Per chi non l’avesse ancora fatto, consiglio di leggere questo articolo sul tema.

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Eppure, moralità e legalità sono questioni ben distinte tra loro. La moralità — o etica — è ciò che guida l’azione dell’uomo e ci permette di distinguere tra giusto e sbagliato. Ma ciò che è giusto e sbagliato non può mai acquisire una dimensione collettivista e statalista. Sia Mises che Ayn Rand ci ricordano che ognuno di noi agisce con tutti i mezzi possibili per conseguire la propria felicità. I valori che ci permettono di conseguire la nostra felicità potrebbero però essere immorali per gli altri.

L'anarco-capitalista, al contrario degli statalisti, distingue invece tra moralità e legalità. La filosofia libertaria non è una teoria morale, ma una teoria legale. Questo è particolarmente vero se guardiamo alla filosofia di Rothbard e Hoppe. Tutto ciò che non viola la proprietà privata e la vita di una persona dovrebbe essere legale, pur se immorale.

Esempi palesi sono la prostituzione, l’omossessualità o le droghe. Molti pensano che sia immorale prostituirsi, avere rapporti omosessuali o vendere droga. Per questo, secondo loro, dovrebbero anche essere attività illegali. Ma da un punto di vista libertario non ha senso. Queste attività non violano in alcun modo il principio di non aggressione e dovrebbero pertanto essere libere.

In linea teorica, in un mondo libertario perfino i supermercati potrebbero scegliere di vendere eroina. L’eroina è una brutta storia, ma non per questo dovrebbe esserne vietata la vendita. E non sarebbe neanche un problema, poiché il mercato riuscirebbe ad equilibrarsi senza alcun bisogno di divieti. Nessun supermercato si sognerebbe di vendere eroina in una comunità che lo reputa generalmente immorale, per non rischiare di perdere clienti e fallire.

Purtroppo, quando agli statalisti non piace qualcosa e hanno un sufficiente numero di persone che la pensano come loro, allora credono sia giusto assumere qualcuno (le forze dell’ordine) per aggredire coloro che invece la pensano diversamente. Se vogliamo, è proprio questa scelta di aggredire con la forza qualcuno che agisce in modo pacifico per il raggiungimento della propria felicità ad essere immorale.

Attenzione al momento in cui qualcuno reputerà immorale inquinare, mangiare carne o proteggere le proprie comunicazioni e transazioni economiche attraverso protocolli di crittografia. Se ci pensate, è già un processo in atto.

Perché è accettabile proporre l’uso di sistemi di monitoraggio e analisi dell’impatto CO2 delle transazioni personali o di limitazione all’uso delle automobili? Perché inquinare è immorale.

Perché è accettabile proporre leggi di sorveglianza di massa delle transazioni economiche e per il divieto di strumenti di crittografia per la protezione della privacy delle comunicazioni e delle transazioni? Perché nascondersi dallo stato è immorale.

E così via.

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Non tutto è un diritto


Infine, vorrei accennare a un’osservazione molto acuta di Block: bisogna distinguere tra la capacità di ferire le persone a livello emotivo o psicologico e violare i loro diritti (proprietà, vita, libertà).

Ad esempio, se chiedo a una bella ragazza di uscire e lei mi ride in faccia mandandomi via, potrei essere ferito emotivamente. Ma lei è libera di farlo. Ho il diritto di chiedere che sia vietato di rifiutare malamente le persone? Non credo.

O ancora, se nessuno chiede alla ragazza brutta della classe di andare al ballo della scuola, lei potrebbe rimanerci molto male e magari anche arrivare a deprimersi e suicidarsi. Qualcuno dovrebbe essere obbligato legalmente a chiederle di ballare? Non credo.

E questo è molto importante, perché oggi si fa una gran confusione tra azioni che possono avere un impatto negativo sulla persona, senza però violare il principio di non aggressione, e azioni che invece lo violano. Un pugno in faccia non è allo stesso livello di un brutto insulto.

Oggi invece vediamo sempre più spesso la nascita di leggi che vorrebbero tutelare la salute emotiva delle persone contro il cosiddetto "hate speech". Il Digital Services Act in UE è un esempio: c'è un paragrafo specifico in cui si afferma che i social network dovrebbero censurare ogni contenuto che possa ferire o mettere a repentaglio la salute mentale di qualcuno.

Questa è la follia dello statalista woke, che giustifica la violazione di libertà altrui per evitare che qualcuno lo ferisca dicendogli che solo le donne possono partorire o che le tasse sono un furto.


Ascolta l’intervista su Arancione Podcast per approfondire tutti gli altri temi di cui abbiamo parlato e facci sapere cosa ne pensi:

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Tigray, Etiopia – Report Food Cluster – Gennaio 2023


Nel Tigray, 1,32 milioni di persone sono rimaste senza assistenza alimentare urgente per mesi. Di questi, 1,3 milioni (98 %) si trovano in tre zone…

Nel Tigray, 1,32 milioni di persone sono rimaste senza assistenza alimentare urgente per mesi.

Di questi, 1,3 milioni (98 %) si trovano in tre zone (ovest, nordovest, centro), che sono tutte territorio detenuto dal governo federale.

Continuano a essere compiuti progressi nell’ampliamento dell’accesso nella zona nord-ovest e le aree che sono rimaste nelle mani di TDF vengono sbloccate.

L’accesso è ancora bloccato nella zona centrale, ma il volume di distribuzione in quella zona è rimasto al 50% del fabbisogno per la seconda settimana consecutiva, il che è un progresso. Ma non dovrebbero esserci distretti nel Tigray ancora bloccati. Questa è una chiara violazione del CoH.

L’esercito eritreo si rifiuta ancora di consentire aiuti a Irob e in altre aree della zona orientale. I civili dovrebbero attraversare la linea di confine perché i camion degli aiuti sono bloccati.

Irob è bloccato.

Zalambessa è bloccata.

Metà della Zona Centrale è bloccata.

Il WFP e altri partner umanitari nel Tigray non possono togliere l’assedio.

La comunità occidentale dovrebbe smettere di chiedere implicitamente alle famiglie tigrine di _morire di fame in pace_


FONTE:


tommasin.org/blog/2023-01-21/t…



Report Corno d’Africa, Etiopia Tigray – EEPA n. 355 – 20 gennaio 2023


Negoziati di pace (per il 20 gennaio) I residenti di Maychew, città del Tigray, hanno dichiarato alla Tigray Television che a causa del ritardo nella…

Negoziati di pace (per il 20 gennaio)

  • I residenti di Maychew, città del Tigray, hanno dichiarato alla Tigray Television che a causa del ritardo nella ripresa dei servizi di base, la vita dei cittadini in città sta “peggiorando”.
  • Un residente di Maychew ha affermato che ai dipendenti del governo non sono stati pagati gli stipendi nonostante l’accordo di cessazione delle ostilità (CoH – Accordo di Pretoria). Le banche sono aperte, ma non hanno contanti per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici.
  • Fonti interne a Mekelle, hanno affermato che a causa della mancanza di contanti, alcune banche stanno riducendo la quantità di denaro che i clienti possono prelevare alla volta da 5000 a 2500 birr.
  • Il governo federale etiope non ha ancora rilasciato un budget per la regione del Tigray, nonostante le aspettative dopo l’accordo CoH), hanno aggiunto le fonti.

Situazione nel Tigray (al 20 gennaio)

  • Secondo quanto riferito, soldati etiopi ed eritrei stanno dissotterrando i cadaveri dall’aeroporto di Axum e trasferendoli in luoghi sconosciuti, afferma Kassa Hailemariam, sostenitrice dei diritti umani, citando i residenti della città.
  • Le truppe eritree, che erano di stanza all’aeroporto di Axum da dicembre 2020 a giugno 2021, hanno massacrato centinaia di tigrini, secondo diversi rapporti indipendenti.
  • Il colonnello Demeke Zewdu, un leader amhara del comitato di rivendicazione di Wolkait, ha affermato che un ritorno degli sfollati tigrini fuggiti dal Tigray occidentale, porterà la regione di Amhara a “perdere” Wolkait, scrive su Twitter l’ araldo del Tigray .
  • Nelle riprese video, si vede Demeke Zewdu dire: “Se più di 1 milione di persone del Tigray che sono state sfollate dal Tigray occidentale tornano a casa (Wolkait), significa che Wolkait è fuori dalle nostre mani, quindi non torneranno al loro posto ”.
  • Il governo etiope comunica che l’Ethiopian Electric Utility ha ripristinato l’elettricità nel Tigray e che 80 città e paesi hanno riacquistato l’elettricità e 27 città sono in fase di riconnessione.
  • Ethio Telecom ha ripreso i servizi in 27 città del Tigray e ha effettuato la manutenzione di 1.800 km di linea in fibra ottica.
  • Secondo una comunicazione del governo citata dall’APO , 960 miliardi di Eth Birr in contanti sono stati trasportati in aereo a Mekelle e Shire da metà novembre, per pagare le operazioni umanitarie e i costi del personale delle organizzazioni umanitarie.
  • La cifra potrebbe essere un errore (‘miliardi’ dovrebbe essere ‘milioni’). Prima della guerra il budget della regione del Tigray era di 16 miliardi di Eth Birr e 10 miliardi sarebbero stati ricevuti dal governo federale. Il budget annuale nazionale totale è di circa 500 miliardi di birr.
  • Il governo afferma che 21 camion hanno trasportato 830.000 litri di carburante nel Tigray.
  • Il governo è riuscito con i partner umanitari a trasportare 2.740 camion di cibo e 309 camion di forniture non alimentari, tra cui salute, alloggi, istruzione, protezione e forniture idriche, sanitarie e igieniche. I trasporti sono stati effettuati da metà novembre a fine dicembre 2022.

Situazione in Etiopia (al 20 gennaio)

  • Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha proposto oggi (20 gennaio) le nomine di nuovi ministri per l’approvazione del parlamento. I ministri nominati sostituiranno quelli che sono stati sollevati la scorsa settimana, riferisce l’Etiope Press Agency (EPA).
  • Abiy ha nominato Daniel Kibret ministro degli affari sociali. Daniel Kibret è accusato di essere un intransigente che ha usato incitamento all’odio e linguaggio genocida contro le persone del Tigray.
  • I ministri nominati sono il dott. Alemu Sime per i trasporti e la logistica, l’ingegner Habtamu Tegegn per le miniere e la dott.ssa Girma Amente per l’agricoltura.
  • Il primo ministro ha anche nominato un nuovo governatore della banca nazionale e ministro degli affari di gabinetto, aggiunge l’EPA .
  • A causa degli impatti della pandemia di COVID-19 e della guerra, l’Etiopia ha perso circa 3 miliardi di dollari con una perdita di affari di quasi 3 milioni di turisti, afferma VOA citando le autorità etiopi.
  • Il ministero del turismo sta ripristinando l’industria del turismo danneggiata dalla guerra.
  • Si prevede che la ripresa dei voli verso la regione del Tigray e il rinnovato accesso ai siti storici di Amhara miglioreranno il flusso di turisti nel Paese.
  • Negli ultimi sei mesi l’Etiopia ha rimpatriato i suoi 1900 migranti dalla Tanzania, secondo l’ EPA .
  • L’ambasciatore etiope in Tanzania Shibru Mamo ha affermato che circa 5000 etiopi che hanno tentato di entrare in Sudafrica attraverso il Malawi sono detenuti in Tanzania, afferma l’EPA .

Situazione regionale (al 20 gennaio)

  • Il governo somalo ha affermato di aver ucciso oltre 100 militanti di al-Shabaab dopo aver attaccato una base dell’esercito nazionale somalo nel villaggio di Galcad, nella regione di Galgudud, riporta AP.
  • Il portavoce di Al-Shabaab, lo sceicco Abu Musab, ha affermato che i militanti hanno ucciso 150 soldati e ufficiali somali.
  • Al-Shabaab ha attaccato una base militare a Galcad oggi (20 gennaio) uccidendo almeno 7 soldati, compreso il vice comandante, ma è stato respinto, riferisce Reuters.

Situazione internazionale (al 20 gennaio)

  • Il 23 gennaio il Consiglio “Affari esteri” dell’UE discuterà dell’Etiopia.
  • Il ministro per lo sviluppo, Andrew Mitchell, ha annunciato aiuti umanitari del Regno Unito per le regioni di crescente insicurezza all’interno dell’Etiopia per sostenere la siccità e le regioni colpite da conflitti dell’Etiopia.
  • Gli aiuti del Regno Unito sosterranno forniture alimentari essenziali o prodotti nutrizionali per 600.000 persone.
  • Quasi 30 milioni di persone hanno bisogno di aiuti di emergenza in Etiopia, più di qualsiasi altro paese al mondo.

Link di approfondimento:


FONTE: martinplaut.com/2023/01/20/eep…


tommasin.org/blog/2023-01-21/r…



Dovendo acquistare un lampadario e una plafoniera dopo tanti anni, mi sto scontrando con la nuova realtà dei "led integrati". Ovunque vada, c'è una grande offerta di lampadari, applique, plafoniere ecc. di tutti i costi e tutte le dimensioni che devi semplicemente buttare via e rimpiazzare quando si fulminano.
Quelli con portalampada sono una selezione ridotta, scarsamente disponibile anche perché giustamente preferita quando si trova in negozio.
Come può essere una scelta sensata un lampadario da buttare via quando muore il led?


Il cambio di passo di Ramstein. Tocci (Iai) legge il vertice per l’Ucraina


Si è aperta una fase nuova del supporto occidentale all’Ucraina aggredita e potenzialmente un cambio di passo per l’andamento dello stesso conflitto. È accaduto ieri al vertice di Ramstein, in Germania, del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, l

Si è aperta una fase nuova del supporto occidentale all’Ucraina aggredita e potenzialmente un cambio di passo per l’andamento dello stesso conflitto. È accaduto ieri al vertice di Ramstein, in Germania, del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, l’iniziativa lanciata dal segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin per coordinare gli sforzi degli oltre 40 Stati che inviano materiali miliari a Kiev. Al netto delle titubanze che ancora permangono a Berlino sulla concessione o meno dei carri armati Leopard, è innegabile che gli alleati abbiano aumentato il livello del materiale che intendono inviare.

Le nuove dotazioni

In prima linea ancora gli Stati Uniti, con un pacchetto da 2,5 miliardi di dollari: veicoli corazzati da combattimento (Bradley e Stryker) e antimine, veicoli da trasporto M998 Humvee. Il Regno Unito ha promesso 600 missili Brimstone, che si aggiungono ai carri armati pesanti Challenger 2. La Danimarca una ventina di cannoni Caesar. La Svezia i semoventi Archer. La Polonia si è detta pronta a consegnare 14 carri Leopard. Anche l’Italia, per voce del ministro della Difesa Guido Crosetto, continuerà a fare la sua parte “bisogna passare dalle parole ai fatti nel più breve tempo possibile”. Tutti i mezzi decisi al vertice segnano un cambio di passo. Sono mezzi più pesanti, con gittate maggiori e potenze di fuoco più elevate. Sono i segni che qualcosa sta cambiando.

Una fase di svolta nel conflitto

“Al netto del dettaglio tecnico ‘Leopardi sì, Leopard no’, il punto di fondo è che Ramstein si colloca in quella che andrei a definire una fase di svolta, una inflection politica della guerra”, spiega ad Airpress Nathalie Tocci, direttore dell’Istituto affari internazionali (Iai). Una fase la cui specificità può essere determinata da due fattori principali. Il primo: “c’è una crescente consapevolezza diffusa che il presidente russo Vladimir Putin non vuole negoziare e che l’assetto del Cremlino è quello di continuare a pianificare una escalation da parte russa”. L’aspetto da comunicare, spiega ancora Tocci, è che “Ramstein, o le decisioni occidentali sugli armamenti, non segnano o causano una escalation con Mosca, ma sono una risposta a un piano russo di escalation, di trasformazione dell’operazione speciale in una nuova guerra patriottica, anche in vista di una eventuale seconda mobilitazione”.

Per Kiev non ci sarà una seconda opportunità

Il secondo, più implicito, “è il fatto che Putin è intenzionato a continuare senza limitazioni, al contrario dell’Occidente, a partire dagli Stati Uniti, non vogliono che la guerra continui”. Per il direttore dello Iai si sta dunque aprendo una fase nuova, che porterà alla controffensiva ucraina “verosimilmente nella tarda primavera”. Questa controffensiva “sarà frutto delle decisioni sugli armamenti che i Paesi occidentali stando dando a Kiev”. Infatti, in questa fase del conflitto Kiev “dovrà liberare più territorio possibile, perché probabilmente non ci sarà una seconda occasione: quello che c’è da mettere in campo va messo adesso”. Con Ramstein, questa consapevolezza sembra essersi consolidata in Occidente. Si è superato, conclude Tocci, “il pensiero di non volere l’escalation. A escalation russa verificata, il passaggio successivo dell’Occidente deve essere ‘come reagiamo?’”.


formiche.net/2023/01/ramstein-…



Arginare Nordio? Dubito. Contro di lui assedio giustizialista – Il Dubbio


Parla Giuseppe Benedetto, avvocato e presidente della Fondazione Einaudi: «Lo attaccano perché può scardinare il sistema» Giuseppe Benedetto, avvocato e presidente della Fondazione Einaudi, del cui consiglio di amministrazione Carlo Nordio è stato compone

Parla Giuseppe Benedetto, avvocato e presidente della Fondazione Einaudi: «Lo attaccano perché può scardinare il sistema»

Giuseppe Benedetto, avvocato e presidente della Fondazione Einaudi, del cui consiglio di amministrazione Carlo Nordio è stato componente dal 5 dicembre 2018 fino alla sua nomina a ministro della Giustizia: che impressione ha di questi primi mesi del Guardasigilli a via Arenula?

Senz’altro positiva. Sottoscriviamo tutto quello che il ministro ha annunciato e ci auguriamo che presto si possa passare alla concreta realizzazione di una riforma della giustizia che attendiamo da anni. Qualche timida ma positiva indicazione è venuta dalla Cartabia, ora è necessario che da Nordio venga quella spinta per procedere oltre.

Ci sono spinte diverse all’interno del governo in tema di giustizia, tant’è che sarebbe in atto un tentativo di contenere il ministro, così come riportano le cronache giornalistiche. Nordio rischia di essere messo ai margini?

A me piace parlare per fatti concludenti e non per interpretazioni giornalistiche. Ogni giorno leggo di rappresentanti dei vari partiti della maggioranza che prendono le distanze da Nordio. Non possiamo metterci seriamente a seguire voci, impressioni o illazioni. Valutiamolo con i provvedimenti. Certamente se da qui a sei mesi nessuno dei propositi annunciati da Nordio sarà sulla via della realizzazione ne trarremo delle conclusioni, che probabilmente non saranno lusinghiere per questo governo. Ma siamo ancora alle prime battute e limitandoci alle dichiarazioni dico che sono positive.

C’è un aspetto che in molti evidenziano: il suo essere stato per tutta la vita fuori dai palazzi e, in particolare, fuori da quelli romani. Questo suo “spaesamento” è un limite o un vantaggio?

La distanza dai palazzi e dalle sue logiche può essere un vantaggio. Lo svantaggio è che la macchina complessa di un ministero – e in particolare uno come quello di via Arenula – per essere governata ha bisogno o di un’esperienza pregressa o di un accelerato corso di “formazione”. Nordio stesso ha sempre detto che non si è mai occupato, in questo senso, di pubblica amministrazione e dunque il tempo glielo dobbiamo concedere. Ma ripassando le storie personali e politiche di tutti i precedenti ministri della Giustizia non so quanti avessero l’esperienza necessaria.

La giustizia è sempre il terreno di scontro privilegiato tra i partiti ma forse anche quello sul quale, alla fine, si interviene di meno. La fondazione Einaudi, anche insieme allo stesso Nordio, ha più volte proposto delle ricette ed indicato urgenze ed emergenze. Che suggerimenti dà al ministro?

Come ripeto quotidianamente, la riforma delle riforme necessaria per il Paese è quella della separazione delle carriere. Ci ho scritto anche un libro, la cui prefazione è di Carlo Nordio, dal titolo “Non diamoci del tu. La separazione delle carriere”. Oggi con i magistrati alcuni temi non sono più un tabù, però su questo non si può avere un confronto civile, approfondito e chiarificatore. La risposta è sempre: “Non è quello il problema”. Ma se per la Fondazione Einaudi, per l’Unione delle Camere penali – assieme alla quale abbiamo depositato parecchi anni fa una proposta di legge costituzionale – e i Radicali questo tema è fondamentale, perché i magistrati non vogliono affrontarlo? Dalla separazione delle carriere si dipanano mille cunicoli spesso invisibili e sotterranei. Ne dico solo uno: le valutazioni dei magistrati. Come ben sa si valutano tra di loro e la valutazione è sempre l’eccellenza. Il fascicolo delle performance, tra le riforme più semplici della Cartabia, ha addirittura provocato uno sciopero. Com’è possibile? Perché in Italia la casta è questa. I magistrati sono gli unici che ritengono di non poter essere valutati da nessuno. E dunque, la separazione delle carriere e il doppio Csm – perché noi non vogliamo un pm sottoposto al governo o a qualcun altro – servirebbero, ad esempio, per evitare questo genere di intrecci. Perché anche se si tratta di persone perbene può venire il dubbio che oggi il giudizio lusinghiero dell’uno possa servire per ottenere un domani un giudizio altrettanto lusinghiero dell’altro.

E come si realizza questa separazione?

La Fondazione Einaudi ha proposto una snella assemblea costituente per la riforma complessiva della seconda parte della Costituzione. Siamo molto scettici sulla possibilità che una bicamerale, viste le sorti infauste di tutte le bicamerali, possa essere la soluzione. Bisogna dare la parola agli elettori per eleggere 100 costituenti che possano mettere mano complessivamente, senza sbrindellarla a pezzetti, alla nostra Costituzione.

Ha avuto modo di confrontarsi col ministro in questi mesi?

Nelle settimane scorse Nordio, assieme al professore Sabino Cassese, ha partecipato alla presentazione del mio libro a Roma e ha ribadito che il suo essere ministro non gli fa cambiare idee. Certo, il suo ruolo comporta anche momenti di comprensibile equilibrio, perché fa parte di una maggioranza e ha delle responsabilità, ma ha ribadito che se gli fanno fare le cose in cui crede bene, altrimenti si dimette. Beh, è strano che un ministro dica questo subito dopo essere stato nominato: questo è il segno della determinazione di Nordio.

Quindi per tornare alla domanda sui presunti tentativi di arginamento mi sembra che la risposta sia: è difficile che lo consenta.

Non ho motivo di ritenere che Nordio pensi una cosa e ne dica un’altra. Ma lo constateremo empiricamente.

Il tema più divisivo, in questo momento, è quello delle intercettazioni e il ministro è sotto attacco per le sue idee. Lei condivide la sua posizione?

Le intercettazioni, per come sono in Italia, sono una vera indecenza e negare che siano state usate anche per fini poco nobili sarebbe offendere l’intelligenza degli italiani. Nordio è stato netto sul fatto di non voler toccare le intercettazioni, anche le più invasive, purché rispettose della persona umana, contro i reati di mafia. Ma solo chi non è mai entrato in un’aula di giustizia o non abbia mai avuto parte ad un processo può difendere questo sistema. Stiamo attenti, delle intercettazioni si può fare strame, inoltre non sono una prova, ma un mezzo di ricerca della prova. Ma a quanti processi assistiamo, ogni giorno, in cui gli unici elementi di prova portati a giudizio dall’accusa sono solo le intercettazioni? Le indagini non si fanno più e negare questo è violentare barbaramente la verità. Contro Nordio si sta creando un fronte compatto di manettari, tagliagole, giustizialisti di ogni specie perché vedono in lui l’uomo che può scardinare il sistema. Ma a me piacerebbe vivere in un Paese in cui Nordio è la normalità, non l’eccezione.

Simona Musco, Il Dubbio, pagina 1 e 2 del 21 gennaio 2023

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Wang Feng: "Calo demografico non vuol dire per forza declino”


Wang Feng:
Intervista a Wang Feng. Il sociologo ed esperto di demografia della University of California, Irvine, analizza radici e conseguenze del calo demografico cinese

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Giunto ormai al suo nono anno, il sondaggio ISPI realizzato da IPSOS rivolge agli italiani alcune domande chiave sulla politica internazionale degli ultimi dodici mesi.


USA: tetto del debito, default inevitabile?


Negli scorsi giorni, il dipartimento del Tesoro ha annunciato il raggiungimento del tetto del debito (‘debtceiling’, attualmente fissato al 31,4 trilioni di dollari) da parte del governo degli Stati Uniti. Nella stessa occasione, il segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha annunciato l’adozione di “misure straordinarie” (essenzialmente aggiustanti nelle poste di spesa) per fare fronte agli impegni […]

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in reply to informapirata ⁂

@informapirata :privacypride: Chiaro, ma recentemente Standard & Poor’s ha declassato il rating statunitense, portandolo da AAA (outstanding) ad AA+ (eccellente). Questa è la prima volta che sia mai successo e questo impatta su un fondamento dello stato americano (en.wikipedia.org/wiki/United_S… )

Ora se tutti fanno finta di credere alla solidità degli USA tutto funziona ma se qualcuno smette di crederci (chi ha detto Cina?) il castello di carte può crollare

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to Andrea Russo

la Cina ha quasi dimezzato la quantità di crediti verso gli USA (ad oggi il paese che vanta più crediti è il Giappone, seguito dalla Cina e dal Brasile) ma di certo non ha nessun interesse a vedersi volatilizzare i millemilamiliardi (siì, sono proprio 1000.000 mld!) che vanta dagli USA. I quali USA, ti ricordo, possono sempre pagare in missili, bombardamenti e blocchi marittimi... 😂


USA: tetto del debito, Casa Bianca e Congresso allo scontro anche a rischio default?


Negli scorsi giorni, il dipartimento del Tesoro ha annunciato il raggiungimento del tetto del debito (‘debtceiling’, attualmente fissato al 31,4 trilioni di dollari) da parte del governo degli Stati Uniti. Nella stessa occasione, il segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha annunciato l’adozione di “misure straordinarie” (essenzialmente aggiustanti nelle poste di spesa) per fare fronte agli impegni […]

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SFRD: la finanza folgorata sulla ‘via di Damasco’?


Fra qualche giorno (il 25 Gennaio pv), i fondi di investimento europei ESG (Environmental, Social, Governance) dovranno dichiarare all’autorità centrale europea se sono coerenti con art.8 o art. 9 del Regolamento dell’SFDR (Sustainability Related Disclosures in the Financial Services–regolamento 2019/2088). Alcuni di essi potrebbero non essere riconosciuti Fondi ESG perché non ottemperano alle regole di […]

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Manca poco alla terza edizione di OliCyber – Olimpiadi Italiane di Cybersicurezza, il programma di competizioni mirato a favorire e incentivare l’avvicinamento degli studenti alle problematiche della cybersicurezza, attraverso il gioco e la simulazione di scenari reali, dove i partecipanti sono chiamati ad attaccare e difendersi all’interno del mondo cibernetico. Un bel progetto, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione,...

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Can Kicker - Can Kicker


Per un certo periodo, a sangue ormai caldo e con un po’ di buon tempo libero, mi sono molto concentrato sul termine “Grunge” e ho riflettuto su cosa mai volesse significare in musica. @Musica Agorà @Poliverso notizie dal fediverso

iyezine.com/can-kicker-can-kic…



Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” – 4 febbraio 2023, Voghera


4 febbraio 2023, ore 11 – Sala Zonca, Piazza Meardi (Angolo Via Emilia) – Voghera intervengono PAOLO AFFRONTI ALIDA BATTISTELLA DAVIDE GIACALONE FABRIZIO PALENZONA modera NICOLA AFFRONTI L'articolo Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separaz

4 febbraio 2023, ore 11 – Sala Zonca, Piazza Meardi (Angolo Via Emilia) – Voghera

intervengono
PAOLO AFFRONTI
ALIDA BATTISTELLA
DAVIDE GIACALONE
FABRIZIO PALENZONA

modera
NICOLA AFFRONTI

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20 gennaio 2023. Messaggio di Alfredo Cospito al proprio difensore



Il sottoscritto Alfredo Cospito comunica al proprio avvocato Flavio Rossi Albertini che in pieno possesso delle mie capacità mentali mi opporrò con tutte le forze all'alimentazione forzata.
Saranno costretti a legarmi nel letto.
Dico questo perché ultimamente mi è stata adombrata la possibilità di un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio). Alla loro spietatezza ed accanimento opporrò la mia forza, tenacia e la volontà di un anarchico e rivoluzionario cosciente.
Andrò avanti fino alla fine. Contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo.
La vita non ha senso in questa tomba per vivi.
Cospito Alfredo.

#41bis
#Ergastoloostativo



Privacy, pratiche commerciali scorrette e disciplina antitrust non sono mai state così vicine. È la naturale conseguenza della sempre crescente centralità che i dati personali hanno conquistato sui mercati fino a diventare, probabilmente, il principale elemento di globalizzazione, quello che ieri fu l’oro. Ne ho parlato questo pomeriggio durante la Lectio Magistralis che ho avuto...


Just € 5,5 Million on WhatsApp. DPC finally gives the finger to EDPB.


Solo 5,5 milioni di euro su WhatsApp. La DPC finalmente dà il benservito all'EDPB. Dopo Facebook e Instagram, è stata emessa una terza decisione su WhatsApp. Il DPC sembra aver limitato il caso al "miglioramento del servizio" e alla "sicurezza", ignorando le questioni fondamentali. DPC gives finger to EDPB


noyb.eu/en/just-eu-55-million-…



Non sono d'accordo con quanto scrive Concita De Gregorio su La Stampa...
(testo ed immagine dalla pagina FB de La Stampa)

Non mi preoccuperò, nello scrivere queste righe, delle reazioni che scatenerà sui social domattina. Ce la posso fare, devo solo pensare alla vita di prima. Era sano lavorare senza la preoccupazione preventiva del sabba infernale che comunque, anche se ti sforzi di ignorarlo, non ignora te. […]

Amici: usciamo dai social. Non esistono senza di noi. Si sono impadroniti delle nostre vite per il semplice motivo che gliele abbiamo consegnate. Vivono del nostro sangue che gli forniamo ogni giorno […]. Ma se non gli dessimo materia, ai mangiamorte, ci pensate? Non esisterebbero. […]

Le persone migliori che conosco non sono sui social. Senza offesa per chi ci campa e lo capisco: i mestieri di una volta non ci sono più, questo è il mondo come va, bisogna arrangiarsi e starci. Però ripeto: statisti, inventori, poeti, navigatori, gente che pensa e scrive e lavora a costruire mondi. Gente che accudisce persone. Gente che lavora tutto il giorno e che poi si dedica a chi ha intorno, fisicamente: che parla e guarda in faccia chi c'è. Non sono sui social. Non hanno il tempo per farlo, né l'interesse. Hanno da fare.

#LaStampa #social #notizie

in reply to Antonino Campaniolo 👣

sono stata in linea con questo pensiero fino a quando non ho conosciuto mastodon.
Non mi è mai piaciuto essere iscritta ad un social, ma in questo finalmente si 😄

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Prosegue l’iniziativa “Il libro del mese”! Ieri pomeriggio Noemi Di Segni, Presidente dell’UCEI, ha visitato la Biblioteca del Ministero dell’Istruzione e del Merito.


MASTICA ‘ZINE “ERO UNA FANZINE” (AGENZIA X)


Ancora una volta Agenzia X si conferma come una delle realtà più intimamente connesse con il tessuto sociale. “Mastica ‘zine, Ero una fanzine” ne è l’ennesima riprova. Il volume, dato alle stampe nell’estate dello scorso anno, ribadisce ulteriormente come la necessità di confrontarsi e analizzare quelle zone “meno nobili” della società italiana, debba essere vista come azione prioritaria. Non fosse altro che per provare a capire il mondo che ci circonda, anziché viverlo passivamente, o ancor peggio giudicarlo da lontano, per sentito dire. Anziché unirsi al coro dei (finti) indignati, le ragazze di Mastica ‘zine scelgono di andare a fondo nell’analisi di un problema più che mai vivo, anche se poco considerato dai media mainstream.

iyezine.com/mastica-zine-ero-u…

@Poliverso @L’angolo del lettore

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MASTICA ‘ZINE “ERO UNA FANZINE” (AGENZIA X)
Ancora una volta Agenzia X si conferma come una delle realtà più intimamente connesse con il tessuto sociale. “Mastica ‘zine, Ero una fanzine” ne è l’ennesima riprova. Il volume, dato alle stampe nell’estate dello scorso anno, ribadisce ulteriormente come la necessità di confrontarsi e analizzare quelle zone “meno nobili” della società italiana, debba essere vista come azione prioritaria. Non fosse altro che per provare a capire il mondo che ci circonda, anziché viverlo passivamente, o ancor peggio giudicarlo da lontano, per sentito dire. Anziché unirsi al coro dei (finti) indignati, le ragazze di Mastica ‘zine scelgono di andare a fondo nell’analisi di un problema più che mai vivo, anche se poco considerato dai media mainstream.

iyezine.com/mastica-zine-ero-u…

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Campagna "Noi non paghiamo": al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud cena e concerto



Il 14 gennaio 2023 il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud ha ospitato una cena di sottoscrizione e un concerto dei cuneesi #LouTapage e dei #MalasuerteFiSud, band che attorno al CPAFiSud gravita da quasi venticinque anni. Entrambe le iniziative, gremite, sono servite a sostenere la campagna #Noinonpaghiamo.
La #Lega ha deplorato anche di recente l'esistenza del Centro Popolare Autogestito Firenze Sud -che da trentaquattro anni ospita iniziative in cui i "valori" occidentali sono volta per volta confutati, svalutati, disprezzati, disconfermati o semplicemente derisi- e ha deplorato anche l'iniziativa specifica.
Due ottimi motivi per dare a entrambe le cose rilievo in ogni sede. Si è quindi pensato di pubblicare qualche video su Youtube, di scriverne sul Cinguettatore, su Instagram e su Blogger.
Tra i brani suonati dai Lou Tapage una cover di Fabrizio de André esplicitamente dedicata a Alfredo #Cospito, al momento in cui scriviamo vicino ai novanta giorni di sciopero della fame in segno di protesta contro il duro regime carcerario cui è sottoposto al sostanziale fine di chiudergli la bocca.
Ripetiamo.
Cospito è nato a #Pescara e non a #Shiraz e non è nemmeno una bella ragazza.
Soprattutto, certe cose vanno benissimo se fatte a #Tehran, a l'#Avana, a #Minsk o a #Caracas: gli appassionati di #raveparty si mettano fiduciosi sulla strada per #Kiev, troveranno l'approvazione dell'intero gazzettificio peninsulare e delle madri non sposate che si atteggiano a difensori dei valori cattolici cui il gazzettame ha tirato la volata per anni. Attenzione a non sbagliare latitudini perché nell'"Occidente" della democrazia da esportazione l'esistenza delle pecore nere non è prevista e basta una scritta su un muro per vedersela con la gendarmeria politica nel tripudio delle tolleranze zero e dei giri di vite che sono la passione degli stessi gazzettieri di cui sopra.


Fitness normativa: TLC vs OTT. Ora che la multa del #GarantePrivacy irlandese a #Meta ha cambiato lo scenario della pubblicità online, 4 Tlc europee ambiscono a rivoluzionare il settore


FITNESS NORMATIVA: TLC VS OTT. ORA CHE LA MULTA DEL #GARANTEPRIVACY IRLANDESE A #META HA CAMBIATO LO SCENARIO DELLA PUBBLICITÀ ONLINE, 4 TLC EUROPEE AMBISCONO A RIVOLUZIONARE IL SETTORE!

@Etica Digitale

Quattro delle più grandi società di telecomunicazioni europee hanno formalmente informato la Commissione europea di una joint venture per costruire una piattaforma tecnologica per la pubblicità digitale, secondo una comunicazione depositata, pubblicata lunedì (9 gennaio).

Secondo il documento pubblicato un gruppo di pesi massimi delle telecomunicazioni, tra cui Deutsche Telecom, Orange, Telefonica e Vodafone, vuole "offrire una soluzione di identificazione digitale a norma privacy per supportare le attività di marketing e pubblicità digitale di marchi ed editori".

L'articolo di Luca Bertuzzi continua su Euractiv

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Irish Data Protection Authority gives € 3.97 billion present to Meta. Authority allegedly unable to assess financial benefit from Meta's GDPR violations.


L'Autorità irlandese per la protezione dei dati personali consegna a Meta 3,97 miliardi di euro. L'Autorità non sarebbe in grado di valutare i benefici finanziari derivanti dalle violazioni del GDPR da parte di Meta. Il DPC ha chiuso un occhio sui ricavi generati da Meta dalla violazione del GDPR dal 2018. Ignorando la richiesta dell'EDPB di includere le entrate illecite di Meta, ha ridotto la multa di 3,97 milioni di euro. Pot of Gold for Meta


noyb.eu/en/irish-data-protecti…






CONFESSIONI DI UNA MASCHERA GENNAIO MMXXIII


CONFESSIONI DI UNA MASCHERA GENNAIO MMXXIII
Si è chiuso un anno. Nel peggiore dei modi? Probabilmente, ma non per i motivi che si potrebbe essere portati a pensare. Non sono e non possono essere gli imbarazzanti elementi che rappresentano le tre forze di governo a condizionare il nostro umore. Ci sono cose ben più gravi a cui pensare, ad esempio, restando in tema, consideriamo molto peggio l’assenza di un’alternativa a trio di cui sopra. Che sono, è bene ricordarlo, non la causa del male ma i suoi sintomi, la manifestazione conseguente. Il nostro ragionamento deve quindi, per forza di cose, andare oltre, alzarsi da un punto di vista concettuale.

iyezine.com/confessioni-di-una…

in reply to iyezine_com

ah, ok... 😁 😄 🤣

Per quanto mi riguarda, io l'avrei pubblicato comunque in "musica", ma capisco le tue perplessità, perché in effetti il pezzo ha un perimetro più ampio



Cosa succede dopo l’invio della domanda delle #IscrizioniOnline?
Scoprite tutti i passaggi con il video tutorial ▶️ youtube.com/watch?v=13XDnllsh8…


📚 Prende il via da oggi l’iniziativa "Il libro del mese", promossa dalla Biblioteca del Ministero dell’Istruzione e del Merito e inserita fra le attività di valorizzazione del patrimonio librario del MIM.


Nei topi, la rigenerazione delle punte delle dita mancanti dei piedi può avvenire grazie all'aiuto delle cellule alla base dell'unghia


La rigenerazione delle punte delle dita mancanti dei piedi può avvenire grazie all'aiuto delle cellule alla base dell'unghia.

@Scienza e innovazione

Le cellule mesenchimali associate alle unghie contribuiscono e sono essenziali per la rigenerazione della punta delle dita dorsali.
Lo studio di Neemat Mahmud, Christine Eisner, Sruthi Purushothaman, Mekayla A. Storer, David R. Kaplan e Freda D. Miller è stato pubblicato su Science Direct.

Dalle analisi effettuate sul mesenchima induttivo dell'unghia, la base dell'unghia sembrerebbe essere essenziale per la rigenerazione della punta del dito dei mammiferi.

La firma trascrizionale per queste cellule che include Lmx1b è stata individuata e mostra che il mesenchima dell'unghia che esprime Lmx1b è essenziale per la formazione del blastema.

La rigenerazione delle punte delle dita mancanti dei piedi può avvenire grazie all'aiuto delle cellule alla base dell'unghia.

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Firmata in Vaticano da cristiani, ebrei e islamici la dichiarazione "Rome Call for AI Ethics" in occasione di #RomeCall, evento curato dalla Fondazione #RenAIssance diretta da @PaoloBenanti


Firmata in Vaticano da cristiani, ebrei e islamici la dichiarazione "Rome Call for AI Ethics"

@Etica Digitale

Il Papa. «Un’etica per gli algoritmi: non possono decidere la vita delle persone»

Firmata in Vaticano da cristiani, ebrei e islamici la dichiarazione "Rome Call for AI Ethics" per un approccio consapevole e critico all'Intelligenza artificiale, presenti i vertici di Microsoft e Ibm

L'articolo di Francesco Ognibene è su l'Avvenire

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Mastodon Vs Twitter: la soluzione alla crisi delle #BigTech è la decentralizzazione? Edoardo Lisi intervista Filippo Della Bianca su Il Bollettino


[h2]MASTODON VS TWITTER: LA SOLUZIONE ALLA CRISI DELLE BIGTECH È LA DECENTRALIZZAZIONE?[/2]

@devol

Mastodon è ormai l’anti-Twitter, il nuovo spazio social dove confluiscono gli “esuli” dell’uccellino blu. La nuova politica di Elon Musk incentrata sul profitto e la libertà incondizionata di espressione non va giù a utenti e dipendenti, che abbandonano la nave che naufraga. L’ultima decisione del miliardario sudafricano di imporre il lavoro in presenza per aumentare la produttività ha provocato licenziamenti di massa. La soluzione alla crisi delle Big Tech è la decentralizzazione?

L'intervista di @Edoardo Lisi :unverified: a @:fedora: filippodb :BLM: :gnu: è disponibile sul sito de "Il Bollettino"

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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Ciò che Resta di una Stella Distrutta da un Buco Nero | Universo Astronomia

"Utilizzando il telescopio Hubble gli astronomi hanno catturato in dettaglio gli istanti finali della vita di una stella divorata da un vorace buco nero supermassiccio. Quando la stella incauta si è avvicinata troppo all’oscuro oggetto, è stata catturata dalla sua possente stretta gravitazionale ed è stata fatta a pezzi, mentre il gas che la costituiva precipitava gradualmente nelle sue fauci, rilasciando nello spazio intense radiazioni."

universoastronomia.com/2023/01…

Poliverso & Poliversity reshared this.