Il Garante Privacy, in linea con quanto stabilito dal Consiglio d’Europa, ritiene di estrema delicatezza l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale per finalità di prevenzione e repressione reati.
Se questi sono i suggerimenti del #GarantePrivacy, come mai la legge di bilancio prevede una voce di spesa espressamente dedicata alla videosorveglianza? E perché non viene fornita alcuna informazione precisa relativa alla tipologia di sistema di videosorveglianza che i comuni potranno introdurre?
L’assenza di tali informazioni rende difficile un’analisi effettiva dei rischi e delle opportunità di tali sistemi.
Di Francesca Doneda per #PrivacyNetwork
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La Cina regolamenta l’uso deep fake
Dopo la legge sul controllo degli algoritmi arriva il controllo dei deep fake. “Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica curata in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio di Milano. Verrà un deep fake e non avrà i tuoi occhi. Il governo cinese ha emesso nuovi provvedimenti per regolamentare la diffusione dei cosiddetti deep fake, i video creati con ...
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Strage a Jenin. Nuovo raid israeliano: morti e feriti tra i palestinesi
di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 26 gennaio 2023 – Da Gerusalemme Michele Giorgio ci aggiorna su ciò che sta accadendo in queste ore a Jenin, dove l’esercito israeliano ha compiuto un’incursione che ha causato numerosi morti e feriti. Al momento il bilancio è di 9 palestinesi uccisi, tra cui una anziana signora e almeno 16 feriti, alcuni in gravi condizioni. Israele ha dichiarato di aver agito per annientare una cellula terroristica che pianificava un attentato. L’ANP denuncia il massacro e si annunciano scioperi e mobilitazioni in altre città dei Territori palestinesi occupati. Da Gaza Hamas ha fatto sapere di seguire gli eventi con attenzione e di valutare possibili mosse.
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Bando di concorso "Inventiamo una banconota", iscrizioni entro il 3 febbraio 2023.
Gli studenti dovranno realizzare il bozzetto di una banconota immaginaria sul tema: “Il grande caldo, il grande freddo”.
Info ▶️ https://www.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Bando di concorso "Inventiamo una banconota", iscrizioni entro il 3 febbraio 2023. Gli studenti dovranno realizzare il bozzetto di una banconota immaginaria sul tema: “Il grande caldo, il grande freddo”. Info ▶️ https://www.Telegram
ARMI. Firmato il contratto per i droni kamikaze, le forze armate italiane li utilizzeranno nelle missioni di guerra
di Antonio Mazzeo –
Pagine Esteri, 26 gennaio 2022 – I reparti speciali delle forze armate italiane impiegheranno i droni kamikaze nelle future missioni di guerra. Il 13 dicembre 2022 Tenders Electronic Daily, versione online della Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, ha pubblicato gli estremi del contratto sottoscritto a metà luglio dalla Direzione degli armamenti aeronautici del Ministero della Difesa per acquisire il “Sistema di Munizioni a guida remota denominato Loitering Ammunition Hero-30 e relativo supporto tecnico-logistico, a soddisfacimento delle esigenze operative urgenti del Comparto Forze Speciali”. Il valore della commessa è di 3.878.000 euro (IVA esclusa); top secret il numero delle munizioni circuitanti ordinate anche se la consegna è prevista già a partire dall’anno in corso.
L’acquisto dei micidiali sistemi di guerra è avvenuto senza che le autorità italiane pubblicassero preventivamente un bando di gara sulla Gazzetta ufficiale in quanto essi “possono essere forniti solo da un particolare offerente per ragioni tecniche”, riporta in nota Tenders Electronic Daily. A firmare il contratto con il Ministero della Difesa, RWM Italia S.p.A. con sede legale a Ghedi (Brescia), azienda produttrice di bombe e munizioni interamente controllata dal colosso industriale tedesco Rheinmetall. RWM Italia opererà tuttavia per conto di UVision Air Ltd., società produttrice di droni e sistemi bellici automatizzati e semi-automatizzati con quartier generale e stabilimenti nel “Sapir Industrial Park” di Tzur Igal, Israele.
“La Loitering Ammunition Hero-30 di UVision è costituita da un tubo che all’interno contiene un drone azionato e interamente comandato da un solo uomo”, spiega il Ministero della Difesa nella scheda tecnica predisposta per le Camere. “La versione originale ha un peso di 3 Kg circa con un range operativo che varia dai 5 ai 40 km, con un’autonomia di volo di 30 minuti”. I nuovi mini-droni saranno consegnati alle forze speciali di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri: rispettivamente il 9° Reggimento d’Assalto paracadutisti “Col Moschin”, il Gruppo Operativo Incursori del COMSUBIN, il 17° Stormo Incursori e il GIS – Gruppo Intervento Speciale, dipendenti tutti dal Cofs, il Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali, costituito il 1° dicembre 2004 all’interno dell’aeroporto di Centocelle, Roma.
Nello specifico verranno acquisite le munizioni “Hero-30” complete di testate esplosive e tubo lanciatore, gli inerti da addestramento con paracadute di recupero e i relativi sistemi di controllo GCS. L’azienda israeliana assicurerà un pacchetto addestrativo completo per sei operatori, della durata di tre settimane, “da svolgersi in Israele presso la sede di UVision, con 12 sortite con munizionamento inerte”, e un corso di formazione avanzata per quattro operatori della durata di due settimane, anch’esso in Israele. UVision Air Ltd. fornirà inoltre il supporto logistico integrato, comprensivo di manutenzione basica e gestione/sostituzione di alcune parti di ricambio di consumo.
Nonostante le autorità governative italiane abbiano scelto di indicare i nuovi sistemi d’arma a guida remota con il termine meno allarmante di munizioni circuitanti, siamo di fronte a veri e propri droni kamikaze, cioè velivoli carichi di esplosivo che, avvistato l’obiettivo da colpire, si lanciano in picchiata e si fanno esplodere al momento dell’impatto. “Sono letali, precisi, rapidi e sicuri come i droni armati normali perché possono centrare bersagli fissi o anche in rapido movimento senza la necessità di truppe a terra e senza bisogno di aspettare il supporto aereo di elicotteri da attacco o cacciabombardieri esposti al fuoco nemico”, spiega l’Osservatorio MILEX sulle spese militari. “Questi droni, tuttavia, sono decisamente più versatili perché possono essere trasportati, lanciati e manovrati direttamente da piccole unità isolate di incursori. Ecco dunque perché vengono ritenuti un vero e proprio game changer per imprimere una svolta nella tattica militare e soprattutto abbassare di moltol’asticella delle remore all’uso della forza letale. Tanto più se viene fornita a forze speciali che conducono operazioni segrete”.
Le Loitering Ammunitions prodotte da UVision Air Ltd. sono utilizzate da diversi anni dalle forze armate israeliane nei loro raid a Gaza e nel sud del Libano. La società israeliana si poi lanciata con successo alla conquista dei mercato esteri, stabilendo propri uffici di rappresentanza in India e negli Stati Uniti d’America dove sta curando la fornitura di un sistema d’attacco con loitering munitions al Corpo dei Marines. Recentemente sono stati venduti droni kamikaze Hero-120 e Hero-30 alle forze armate argentine e le munizioni circuitanti hanno fatto la loro comparsa pure nel conflitto fratricida russo—ucraino.
Secondo quanto riportato dal sito specializzato statunitense Defense News, UVision avrebbe sottoscritto nel 2021 un accordo strategico con RWM Italia SpA per la produzione su licenza e lo sviluppo dei droni kamikaze di diverse tipologie Hero. “La partnership consente a RWM Italia di operare come prime contractor per il mercato europeo, fornendo e producendo alcune componenti delle munizioni, assemblando sistemi e gestendo il supporto logistico”, riporta Defense News. “La collaborazione con l’Italia assicura alla società israelianal’accesso diretto al mercato europeo e i mezzi con cui promuovere le sue armi alle forze armate del continente”. Con la casa madre di RWM Italia, la holding Rheinmetall, UVision avrebbe raggiunto l’accordo di integrare le munizioni auto esplodenti del tipo “Hero” a bordo di alcuni dei più moderni veicoli militari di produzione tedesca come i blindati 8×8 Boxer CRV, i Lynx infantry fighting e i mezzi a pilotaggio remoto terrestri Mission Master.
Antonio Tessarotto, responsabile del settore vendite di RWM Italia, ha dichiarato a Defense News che gli accordi “riguardano esclusivamente il mercato in Europa, mentre i paesi extra europei non sono coperti dall’agreement con UVision”. Tessarotto ha aggiunto che nel vecchio continente è rilevante l’interesse di conoscere questi sistemi d’arma “che sono particolarmente precisi e minimizzano i danni collaterali”.
Secondo quanto documentato da Flightglobal.com, RWM Italia condurrà il “processo di europeizzazione” dei sistemi Hero e i suoi stabilimenti introdurranno modelli innovativi per l’Hero, oltre a fornire la certificazione secondo gli standard UE e NATO. Le munizioni circuitanti accresceranno le “capacità anti-tank” dei potenziali clienti europei ma potrebbero armare pure le forze navali e aeree. Con l’ufficializzazione del contratto da parte del Ministero della Difesa, i timori paventati dal movimento NoWar sardo sul possibile rilancio delle produzioni belliche e di un ampliamento dello stabilimento RWM di Domusnovas (Sud Sardegna) non appaiono infondati. “A Domusnovas sono state prodotte le bombe aeree per la guerra di sauditi ed emirati arabi in Yemen e ora, dopo il divieto di esportazione decretato dal secondo governo Conte, RWM Italia è alla ricerca di nuovi business”, commenta l’Osservatorio MILEX sulle spese militari.
“Questo nuovo accordo ci preoccupa non poco”, scrivono gli esponenti della Campagna Stop RWM. “È evidente che Rheinmetall-RWM non ha nessuna intenzione di rinunciare agli investimenti fatti nello stabilimento di Domusnovas-Iglesias per realizzare illegalmente i nuovi impianti – come stabilito nella sentenza del Consiglio di Stato del 12 novembre 2021 – e che invece cercherà con ogni mezzo di sanare gli abusi commessi e rilanciare la produzione”.
Anche il Ministero della Difesa ha ammesso la possibilità di un coinvolgimento diretto della società contraente nella manutenzione e nella riparazione di “parti non funzionali del sistema”. “L’impatto occupazionale viene pertanto limitato alla PMI nazionale coinvolta (…) ma ciò potrebbe fungere in prospettiva da stimolo iniziale per l’industria italiana ad occupare quote di mercato in un settore, quello delle Loitering Ammunition, di elevato interesse operativo”, conclude la Difesa.
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Cambiano i governi ma restiamo una colonia irrilevante del liberismo atlantista | Kulturjam
"L'indipendenza e autorevolezza dell'Italia è sbandierata solo nelle campagne elettorali poi, una volta saliti al timone del paese, tutti si accodano al carrozzone del liberismo atlantista, anche quando produce evidenti danni all'interesse nazionale."
In Cina e Asia – Le temperature crollano e la Cina ha poco gas per riscaldare le famiglie
Le temperature crollano e la Cina ha poco gas per riscaldare le famiglie
Le vittime di Covid in Cina sarebbero in calo
Le proteste dei lavoratori migranti cinesi non piacciono ai governi locali
Risparmi record tra i consumatori cinesi
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VIDEOSORVEGLIANZA O CONTRO-SORVEGLIANZA?
La legge di Bilancio 2023 prevede un rifinanziamento dell’ammontare di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, e 2025 finalizzato a potenziare ulteriormente gli interventi in materia di sicurezza urbana. In particolare, la disposizione intende rifinanziare per il triennio 2023-2025 l’autorizzazione di spesa per gli interventi di installazione, da parte dei comuni...
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A proposito del disastro di #Libero e #Virgilio, ricordiamo a tutti coloro che usano quel provider per attività lavorativa che...
COSA È UNA VIOLAZIONE DEI DATI PERSONALI (DATA BREACH)?
Una violazione di sicurezza che comporta - accidentalmente o in modo illecito - la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.
Una violazione dei dati personali può compromettere la riservatezza, l’integrità o la disponibilità di dati personali.
Alcuni possibili esempi:
- l’accesso o l’acquisizione dei dati da parte di terzi non autorizzati;
- il furto o la perdita di dispositivi informatici contenenti dati personali;
- la deliberata alterazione di dati personali;
- l’impossibilità di accedere ai dati per cause accidentali o per attacchi esterni, virus, malware, ecc.;
- la perdita o la distruzione di dati personali a causa di incidenti, eventi avversi, incendi o altre calamità;
- la divulgazione non autorizzata dei dati personali.
garanteprivacy.it/regolamentou…
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Regno unito: nella consultazione pubblica sulle misure legislative per migliorare la risposta delle forze dell'ordine alla criminalità grave e organizzata, si parla di vietare la crittografia su alcuni dispositivi
Sofisticati dispositivi di comunicazione crittografati
Sofisticati dispositivi di comunicazione crittografati sono stati ampiamente utilizzati dai criminali per facilitare la criminalità organizzata. Stiamo prendendo di mira i dispositivi modificati e su misura che consentono l'accesso a piattaforme, simili a Encro Chat, in cui il software/hardware è stato sviluppato per rendere anonimi i suoi utenti e le loro comunicazioni e la sua base di utenti è considerata quasi certamente criminale. Sotto l'Opzione 1, dove verranno specificati gli articoli, prenderemo di mira coloro che forniscono, modificano e possiedono questi dispositivi su misura; le disposizioni non si applicheranno ai telefoni cellulari disponibili in commercio né alle app di messaggistica crittografate disponibili su di essi. I reati proposti cercheranno di affrontare coloro che forniscono e sfruttano questi dispositivi per compiere reati gravi e cercheranno di ridurre la fornitura di questi dispositivi a criminali gravi.
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Riservisti anche per il cyber. Le ragioni secondo l’avv. Mele
“La possibilità di dotarsi di una propria capacità cyber, sia offensiva che difensiva” rappresenta uno degli “elementi imprescindibili atti a garantire l’efficacia d’impiego delle Forze armate”, ha spiegato oggi Guido Crosetto, ministro della Difesa, illustrando le linee programmatiche del suo dicastero nel corso dell’audizione con le commissioni riunite Difesa della Camera e Affari esteri e Difesa del Senato. Il ministro, ha indicato tra le linee di azione da seguite la revisione dello strumento della riserva.
“Negli ultimi 20 anni la Riserva Selezionata ha arricchito i nostri contingenti con professionalità specifiche quanto mai necessarie anche negli scenari moderni”, ha spiegato con riferimento ad analisti, esperti di informatica ed elettronica e alcune figure nel campo ingegneristico. “Questo strumento va ora integrato, per numero e qualità, con una ulteriore aliquota di ‘completamento’ da alimentare sia con il personale che lascia il servizio attivo dopo una ferma prefissata sia, se necessario, con personale privo di pregresse esperienze militari”, ha aggiunto.
“Le parole del ministro Crosetto sono importanti e rappresentano una svolta”, commenta l’avvocato Stefano Mele, partner e responsabile del dipartimento cybersecurity law dello Studio legale Gianni & Origoni. “Anche alla luce dei recenti sviluppi geopolitici con la guerra in Ucraina, è cruciale creare una ‘Civilian Cyber Force’ nel ministero della Difesa con una riserva da chiamare in casi di esigenze specifiche o di crisi di natura cibernetica non gestibili dalle aliquote già in forza. In questo contesto, assume un’importanza decisiva la cooperazione civile-militare anche per il settore cyber”, aggiunge.
L’avvocato avanza poi un’altra proposta: una modifica alla normativa vigente per “creare uno specifico ruolo Interforze in ambito cyber (con l’indicazione di peculiari specialità operative, tecniche, gestionali e legali), al fine di essere competitivi nelle assunzioni e soprattutto nel mantenimento nella forza armata delle risorse arruolate e formate. Garantire, di conseguenza, tutto il percorso di carriera anche agli ufficiali che vogliano specializzarsi e restare nel ruolo cyber”.
In relazione all’introduzione nel nostro ordinamento delle misure di intelligence di contrasto in ambito cibernetico, invece, l’avvocato Mele individua un ulteriore miglioramento possibile: “Creare un assetto altamente specializzato formato da operatori intelligence e militari qualificati nelle operazioni cibernetiche, il quale lavori fianco a fianco quotidianamente per creare i presupposti operativi utili al presidente del Consiglio dei ministri per sfruttare, in caso di necessità, l’opzione della reazione legittima nel ciberspazio ad un attacco subìto”, conclude.
Ghiotta Occasione
Fa piacere sentir dire, dalla presidente del Consiglio, che gli aiuti di Stato determinano una <<distorsione del mercato interno>>. Fa piacere perché eravamo abituati a sentir parlare di nazionalizzazioni e interventi pubblici a sostegno, né la cosa si limitava a una sola persona o a una sola forza politica. In occasioni diverse lo hanno detto un po’ tutti e durante la pandemia è diventato costume generale. Però, effettivamente, è distorsivo. La cosa è tanto più rilevante in quanto investe, dopo l’annuncio tedesco di un programma di “aiuti” per 200 miliardi, i rapporti fra Paesi dell’Unione europea. Chi può spendere avvantaggia i propri operatori economici, chi non può li vedrà penalizzati. È così che stanno le cose? Sì e no.
Sono le regole europee a proibire gli aiuti di Stato, ovvero dei soldi dei contribuenti usati per sostenere questa o quella impresa. È uno di quei “vincoli” che sembravano tanto detestabili e, invece, servono ad evitare distorsioni. Perché con i soldi propri un Paese non può farci quel che vuole? Perché si trova in un mercato comune e se aiuta imprese altrimenti non concorrenziali danneggia sia i concorrenti che l’intero mercato. Tale (giusto) principio era stato vivacemente contestato dall’intero partito unico della spesa pubblica italiana, ma con un vantaggio per chi stava all’opposizione: mentre i governanti devono pur sempre fare i conti con la cassa, gli oppositori reclamavano la protezione per qualsiasi cosa, anche la più bollita.
Quella regola europea è stata sospesa (non cancellata) durante la pandemia, perché non esistevano (sono stati approntati dopo) strumenti comuni e le chiusure rischiavano di far fallire imprese altrimenti sane e competitive. Si è autorizzata, insomma, la terapia intensiva economica. Con l’obiettivo di uscirne al più presto, come da quella sanitaria. Sul limitare della sospensione i tedeschi hanno annunciato il loro piano. Se lo possono permettere perché prima della pandemia i loro conti erano in ordine, il loro debito nei parametri, al contrario della Francia, che naviga attorno al 100% in rapporto al prodotto interno lordo, o dell’Italia, che da tempo si trova oltre l’ultima boa di sicurezza. Una consistente parte di quei debiti sono stati accumulati per proteggere questa o quella impresa o rendita nazionali. Ora si deve impedirlo ai tedeschi?
La Germania è nei guai. Il colpo della rinuncia al gas russo è ben più forte che da noi, la loro ripresa ben più lenta (anche se noi siamo ancora 3 punti percentuali di pil sotto al 2008, ma siamo stati più reattivi rispetto al 2020), hanno un nuovo governo disorientato, devono fare i conti con la modifica della strategia ad Est e con una Francia che non rinnega l’asse portante dell’Ue, ma guarda anche altrove. Per noi italiani c’è un ulteriore dettaglio: una parte consistente del nostro sistema produttivo lavora in sinergia con quello tedesco, sicché è come se mettessero 200 miliardi per sostenere i nostri committenti. Non una brutta notizia.
La cosa va valutata sotto un altro profilo, offrendo un’occasione preziosa al governo italiano. Gli aiuti di Stato nuocciono a chi li riceve. Nell’immediato possono essere salvifici, ma finiscono con il disincentivare qualità e innovazione. Avete presente la Duna o l’Arna? Intestate quella roba agli aiuti di Stato. Gli aiuti, inoltre, sono una droga che dà assuefazione e tolleranza: non si riesce a smettere e ne serve sempre di più. Senza contare che quegli aiuti scatenano le pressioni politiche e sindacali, cui i governi faticano a resistere.
Eppure gli Usa lo stanno facendo, creando una distorsione interna (e ci riguarda poco), ma anche esterna, rispetto all’intero mercato europeo. Ed ecco l’occasione, che consente al governo Meloni di vestire panni europeisti nuovi di zecca: che sia una risposta Ue, non nazionale. Il che comporta delegare e garantire. (Ricordando che c’è sempre da ratificare la riforma del Mes e che rinviare non allevia il dolore per chi ne disse falsi e spropositi, ma lo aumenta).
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Nordio e Meloni, simul stabunt simul cadent
Carlo Nordio non è più, solo, un ministro del governo. È ormai diventato la cartina di tornasole della capacità riformista e della caratura liberale di Giorgia Meloni. La prova del nove della sua aritmetica politica e culturale. Difendere e realizzare le idee di Nordio in materia di Giustizia per Giorgia Meloni è, dunque, una questione vitale: ne va della propria credibilità.
Non è chiaro se lo abbia scelto più per le sue idee o più per la sua autorevolezza. Sicuramente ha usato la sua autorevolezza per impedire che Forza Italia occupasse ancora una volta il ministero della Giustizia ad uso del Cavaliere e che Matteo Salvini ci mandasse Giulia Bongiorno, su cui la premier, così come buona parte degli eletti leghisti, ha serie riserve. Nordio era il più conosciuto, il più stimato, il più autorevole tra i possibili candidati alla funzione di Guardasigilli. E ciò ha consentito a Giorgia Meloni di imporne il nome agli alleati.
Ma non meno note dell’uomo erano le idee che professava. Anni di editoriali, di interviste e di partecipazioni televisive hanno fatto di Carlo Nordio il più riconoscibile e riconosciuto alfiere dei principi garantisti e liberali applicati al sistema giudiziario. Una scelta caratterizzante e innovativa per Giorgia Meloni, il cui partito è da sempre attraversato da un certo populismo giudiziario ammantato da logica securitaria. Una scelta inattesa e coraggiosa, dunque. Anche perché l’impressione è che, semmai le contingenze politiche dovessero imporglielo, difficilmente Giorgia Meloni potrà riuscire a soffocare l’impeto riformista del proprio ministro. Il motivo è semplice: alla verde età di 75 anni, Carlo Nordio non si preoccupa tanto della cronaca quanto della Storia. È questa la sua passione, questa è la sua ambizione. Nordio è un intellettuale che ambisce ad essere ricordato per le proprie idee e per la propria coerenza nel difenderle. Quando parla in un’aula del Parlamento, si capisce che pensa a quel che di lui resterà nero su bianco nei resoconti parlamentari. Un atteggiamento poco “politico”, forse. Ma è l’unico atteggiamento possibile volendo sperare in una sistematica correzione del nostro sistema giudiziario coerente con i principi dello Stato di diritto.
Giorgia Meloni lo ha fortemente voluto, con altrettanta forza dovrà difenderne l’azione.
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Magistratura e separazione delle carriere, il dibattito – lanazione.it
Tanti ieri hanno affollato l’ex chiesino San Giovanni per la presentazione del libro sulla separazione delle carriere ‘Non diamoci del tu’ dell’avvocato e presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto. Presente anche una nutrita rappresentanza del corpo forense di Prato con in prima fila la Camera Penale. Sul palco, nell’incontro organizzato dal laboratorio politico di area liberale, riformista ed europeista, Prato Riparte, accanto a Giuseppe Benedetto c’erano Andrea Cangini (foto), già direttore di QN e del Resto del Carlino ed eletto senatore nel 2018; Benedetta Frucci consigliere politico presso il Gruppo parlamentare di Italia Viva al Senato specializzata in Diritto pubblico-parlamentare; e Marco Mariani, professore universitario e autore di numerose pubblicazioni. Il tema della separazione delle carriere in magistratura è particolarmente attuale. Il libro di Giuseppe Benedetto riporta la prefazione di Carlo Nordio, attuale Ministro della Giustizia, che proprio nella sua nuova veste sta iniziando probabilmente un percorso che porterà la magistratura in quel solco indicato da Giuseppe Benedetto nel ‘Non diamoci del tu’ fra giudici, pubblici ministeri e imputati.
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Etiopia, Appello e Giustizia in Tutela dei Diritti Umani in Tigray – Lettera Aperta
Lettera aperta ai membri del gruppo di alto livello dell’UA – Unione Africana
- SE Uhuru Muigai Kenyatta CGH.
- SE Capo Olusegun Obasanjo GCFR.
- SE Dott. Phumzile Mlambo-Ngcuka.
- Gentili membri del gruppo di alto livello dell’UA,
Scrivo questa lettera per aggiungere la mia voce a coloro che hanno già espresso preoccupazione per la continua violazione dei diritti umani nel Tigray. Queste violazioni includono continue esecuzioni sommarie di civili, rapimento di giovani tigrini, saccheggio e distruzione di proprietà, deliberata continuazione metodica dell’assedio in varie forme e la lenta attuazione dell’Accordo di cessazione permanente delle ostilità (CoHA) firmato a Pretoria il 02 novembre 2022
Invio in copia questa lettera ad altri funzionari competenti.
Come altri, apprezzo molto il vostro continuo impegno per portare la pace nel territorio. Tuttavia, il vostro continuo silenzio di fronte alle apparenti violazioni dell’accordo, comprese le segnalazioni di uccisioni, la continua presenza delle forze amhara ed eritree e quella che sembra essere un’ostruzione sistematica dell’accesso umanitario, rischia di creare confusione riguardo alla vostra precisa posizione. È offensivo leggere la recente dichiarazione di SE Olusegun Obasanjo sul Financial Times secondo cui le forze eritree si sono ritirate al confine eritreo, mentre stanno ancora commettendo vaste atrocità in molte città del Tigray.
Sono passati quasi tre mesi da quando il governo dell’Etiopia e il Tigray People’s Liberation Front (TPLF) hanno firmato il CoHA (l'”accordo di Pretoria”) e le sue dichiarazioni aggiuntive di Nairobi, che insieme formano un accordo per porre fine alla guerra dell’Etiopia contro il Tigray. Le principali promesse contenute nell’accordo sono le seguenti:
- Disarmo delle forze tigrine (TDF);
- Ritiro simultaneo delle forze di difesa nazionale non etiopi dal Tigray;
- Provvedimento alla sicurezza generale e alla protezione dei civili;
- Accesso umanitario senza ostacoli, compresa la facilitazione del ritorno e della reintegrazione degli sfollati interni (IDP) e dei rifugiati; e
- Misure di rafforzamento della fiducia, compreso il ripristino dei servizi essenziali nella regione del Tigray entro tempi concordati, e l’introduzione e il funzionamento di un meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità che segnalerà “casi di violazione” e “informerà le due parti di … adottare misure immediate per rettificare”. Allo stesso tempo, “se la violazione non viene rettificata entro 24 ore, l’UA, attraverso il suo High-Level Panel, convocherà il Comitato Congiunto per risolvere il problema”.
Ritiro delle forze eritree
Ai sensi dell’articolo 3 dell’accordo, il ritiro dell’Eritrea dall’Etiopia è un passo fondamentale verso la fine della guerra nel Tigray. Le forze eritree e amhara non si sono ritirate. Al contrario, è stato riferito che le forze eritree stavano scavando trincee di fortificazione all’interno del Tigray, in particolare vicino ad Adigrat. Dato l’elevato numero di atrocità commesse dalle forze eritree, i ritardi in questo senso sono già costati migliaia di vite. Sarebbe ingenuo aspettarsi che il regime eritreo si ritiri volontariamente, il che a sua volta solleva la questione di cosa esattamente le parti dell’accordo, i mediatori e i sostenitori stiano pianificando di fare per garantire il ritiro immediato e permanente di queste forze ai sensi dell’accordo.
Non sarebbe ragionevole consentire la presenza di media internazionali indipendenti per determinare se le forze amhara ed eritree si sono ritirate e, in caso contrario, perché?
L’articolo 10 dell’accordo afferma semplicemente che «le parti si impegnano a risolvere i problemi delle aree contese in conformità con la costituzione della Repubblica federale democratica d’Etiopia». Qual è la posizione dei mediatori se e quando le forze amhara non si ritireranno entro i loro confini costituzionali? Recenti rapporti sul ritiro delle forze Amhara sono stati liquidati come falsi da molte fonti indipendenti. Il meccanismo di mediazione e monitoraggio, verifica e conformità, incluso nell’accordo, mira a verificare e riferire su questo processo, che se fallisse potrebbe innescare una ricaduta in guerra? Non sarebbe ragionevole consentire la presenza di media internazionali indipendenti per determinare se le forze amhara ed eritree si sono ritirate e, in caso contrario, perché?
Protezione dei civili
Sebbene non siano stati segnalati combattimenti, gli atti ostili non sono cessati. Le forze eritree e amhara, che mantengono il controllo della maggior parte delle aree del Tigray, stanno uccidendo e maltrattando i civili e saccheggiando ciò che rimane. Secondo un recente rapporto, oltre 3.000 civili nel Tigray sono stati uccisi dalla firma dell’accordo. Mentre il fulcro dell’accordo resta il disarmo della Tigrayan Defence Force, le sue altre disposizioni apparentemente vengono trascurate.
Nonostante l’accordo, i civili continuano ad essere uccisi e rapiti. Oltre al numero di morti sopra indicato, la brutalità di questi attacchi ha provocato più di 100 rapimenti in particolare di residenti di Irob e Kunama, minoranze che rischiano l’estinzione a causa delle atrocità delle forze eritree. Sono stati segnalati anche saccheggi e distruzioni di proprietà pubbliche e private da parte delle forze amhara ed eritree. In molte parti dell’Etiopia, i prigionieri sono stati uccisi; molti languiscono ancora nei centri di detenzione, sia ufficiali che informali.
Fornitura di aiuti
Da quando è stato firmato l’accordo, l’accesso umanitario ha mostrato qualche miglioramento. Dall’accordo, l’assistenza umanitaria ora raggiunge parte della popolazione target (il WFP ha richiesto 100 camion al giorno, solo 153 camion sono stati ammessi al 12 gennaio) e un secondo ciclo di distribuzione di cibo iniziato nel 2022 è ora in fase di completamento; in parole povere, ciò significa che i tigrini bisognosi hanno ricevuto solo due mesi di razioni (30 kg di razione alimentare) negli ultimi 13 mesi. Nel corso del 2021 sono stati distribuiti alla popolazione appena due mesi di cibo. I rapporti delle Nazioni Unite e delle ONG e le dichiarazioni pubbliche in merito sono definitivi. Inoltre, non esiste alcun meccanismo per verificare se gli aiuti segnalati al Tigray distribuiti dal governo etiope stiano effettivamente raggiungendo i bisognosi in quello stato.
La distribuzione, a quanto pare, in molti luoghi è ancora ostacolata e rimane subordinata alla volontà del governo etiope, non ai bisogni della popolazione sul campo. I camion degli aiuti hanno subito ritardi e solo un aiuto limitato arriva agli abitanti delle città, soprattutto a quelli che vivono fuori dalle strade principali. I convogli di aiuti e carburante devono affrontare molti ritardi, per lo più burocratici (che includono l’obbligo di presentare una lettera della Commissione etiope per la gestione del rischio di catastrofi), al punto che solo 153 camion sono stati recentemente registrati come arrivati in due settimane. La quantità di aiuto erogata è troppo limitata. Per i bambini che sono stati sottoposti a screening nel Tigray, il 33% soffre di malnutrizione acuta globale (GAM), che è il doppio degli standard internazionali per condizioni critiche e pericolose per la vita. Peggio ancora, il 3.
Le persone che vivono in villaggi lontani dalle strade principali (vale a dire, la maggior parte dei tigrini) sono ancora irraggiungibili dai programmi di aiuto, perché la maggior parte della distribuzione è limitata ai residenti oa coloro che arrivano negli insediamenti adiacenti alle strade principali. Le agenzie umanitarie, comprese quelle dell’ONU e delle ONG operanti nel territorio, per la maggior parte non riescono ad attraversare il territorio detenuto dai gruppi armati; questo vale in particolare per il movimento nelle aree sotto il controllo delle forze amhara ed eritree.
Ripristino dei servizi
Sebbene i voli nazionali siano stati riavviati e siano stati ripristinati alcuni collegamenti telefonici, questi servizi sono afflitti da restrizioni di vario genere. Come altri servizi di base, l’accesso al carburante è indicato come “illimitato”, ma questo è tutt’altro che preciso; c’è pochissimo carburante nel Tigray e ci sono lunghe code per acquistare le scarse scorte disponibili. La distribuzione del carburante sembra essere deliberatamente limitata da enti federali e locali.
I servizi bancari sono molto limitati e inaccessibili anche alle agenzie umanitarie, che di conseguenza sono costrette a trasportare denaro per via aerea – e quindi solo la quantità consentita dal governo etiope. Agli individui è consentito un prelievo massimo di 40 USD al giorno dai propri conti, e solo in un numero limitato di filiali.
La libera circolazione è fortemente limitata; il trasporto su strada rimane chiuso e ai tigrini non è consentito uscire dal Tigray; nessuno si è assunto la responsabilità di aver imposto tali restrizioni al movimento fuori dal Tigray per le persone di età superiore ai 18 anni.
Centinaia di migliaia di dipendenti del governo federale e dello stato del Tigray non hanno ricevuto lo stipendio negli ultimi due anni. Incapaci di nutrire le loro famiglie, molti si erano suicidati. Ancora nessuno stipendio è stato pagato.
La libera circolazione è fortemente limitata; il trasporto su strada rimane chiuso e ai tigrini non è consentito uscire dal Tigray; nessuno si è assunto la responsabilità di imporre tali restrizioni al movimento fuori dal Tigray per le persone di età superiore ai 18 anni. Inoltre, ci sono rapporti ben autenticati di tigrini sottoposti a trattamenti disumanizzanti e discriminatori all’aeroporto internazionale di Bole. Questa sofferenza potrebbe essere alleviata semplicemente ponendo fine all’assedio ripristinando i servizi bancari e rimuovendo gli ostacoli alla libera circolazione delle persone e aiutando organizzazioni, merci, servizi e capitali.
Inoltre, il Tigray rimane off limits per i media internazionali e indipendenti.
Meccanismo di monitoraggio e verifica
Abbastanza comprensibilmente, il vostro obiettivo e quello del meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità dell’Unione africana (AU-MVCM) è sul disarmo. Ma non sono stati segnalati progressi nell’attuazione di altre componenti dell’accordo, come la prevenzione dell’assassinio e del rapimento di civili e l’affrontare lo status e la condizione degli sfollati interni. Al pubblico, gli osservatori dell’UA sembrano interessati più a verificare il disarmo delle forze del Tigray che a proteggere i civili, anche se il disarmo delle forze del Tigray non garantisce una pace sostenibile.
Ancora più preoccupante è la continua presenza di forze statali e non statali eritree e amhara, nonostante i migliori sforzi per segnalare il loro ritiro. Non dovrebbe sorprendervi che siano la loro stessa presenza e le loro azioni, insieme alla continua negazione burocratica dei servizi di base da parte del governo, a presentare il rischio maggiore non solo per la popolazione civile ma anche per una pace duratura.
L’importanza dell’attuazione dell’accordo difficilmente può essere sopravvalutata. A partire da ora, il successo di COHA dipende più da vaghe speranze di un ripristino della normalità, che da un effettivo progresso verso un dividendo di pace. Se così tante aspettative pubblicizzate non vengono soddisfatte, il risultato è la frustrazione; già le speranze riposte nell’Accordo stanno iniziando a svanire e, in assenza di reali progressi, potrebbero presto essere sostituite dalla disperazione. I segni di questa reazione stanno già emergendo. I guadagni iniziali che ci sono stati sono fragili e fin troppo facilmente reversibili.
Sottopongo all’esame cinque passaggi che potrebbero migliorare la situazione.
In primo luogo, ed essenzialmente, lei, con il sostegno della comunità internazionale, ha l’autorità di esigere che il governo etiopico e il TPLF rispettino l’accordo di Pretoria e garantiscano l’immediato ritiro delle forze eritree e amhara, la protezione dei civili, la disposizione di accesso umanitario senza ostacoli e la fine dell’assedio del Tigray, compresi i servizi bancari e di trasporto senza restrizioni, la revoca delle restrizioni di viaggio per i giovani e l’accesso ai media internazionali indipendenti.
Senza miglioramenti tangibili su queste questioni, affermare che la situazione è a un “punto di non ritorno”, come è stato suggerito, non solo banalizza la sofferenza di milioni di persone, ma rivela anche un malinteso della situazione sul campo. È fondamentale esplorare le misure più appropriate per affrontare direttamente questi problemi di implementazione.
In secondo luogo, è necessario redigere e pubblicare immediatamente una relazione sullo stato di avanzamento dell’attuazione del Deal fino ad oggi.
senza responsabilità per i crimini più atroci nel Tigray e altrove in Etiopia, la guerra e altri crimini di guerra saranno il prezzo pesante che le generazioni future pagheranno per l’accordo odierno dell’élite per conferire l’impunità totale.
In terzo luogo, una pace sostenibile richiederà discussioni politiche sostanziali per affrontare le cause profonde della guerra – in questo caso, la sicurezza contro una minaccia esistenziale per i tigrini – nel rispetto della sovranità statale. È necessario esercitare pressioni sul governo federale e su tutte le altre autorità e gruppi armati in Etiopia, compresi Tigray e Oromia, affinché avviino il dialogo politico.
In quarto luogo, al fine di verificare le affermazioni e le accuse contraddittorie che stanno ora emergendo, dovreste chiedere alle autorità etiopi e tigrine di consentire e facilitare l’accesso ai media internazionali e indipendenti.
In quinto luogo, senza responsabilità per i crimini più atroci nel Tigray e altrove in Etiopia, la guerra e altri crimini di guerra saranno il prezzo pesante che le generazioni future pagheranno per l’accordo odierno dell’élite per conferire l’impunità totale. È necessario incaricare l’UA di adottare le misure necessarie per sostenere il meccanismo di responsabilità regionale o internazionale. Il minimo che si possa fare è fare pressione sul governo etiope affinché consenta alla Commissione internazionale delle Nazioni Unite di esperti in diritti umani sull’Etiopia (ICHREE) e alla Commissione d’inchiesta dell’UA sulla situazione nel Tigray di accedere al Tigray e ad altre parti dell’Etiopia per condurre indagini approfondite su tutti presunte atrocità
Infine, se possibile, dovreste rimanere attivamente coinvolti nel processo fino alla sua completa attuazione, fare tutto ciò che è in vostro potere per costruire sui guadagni ottenuti attraverso l’Accordo ed esplorare con urgenza i percorsi più efficaci per dirigere l’intervento su questi i problemi.
Molto sinceramente,
Mehari Taddele Maru
CC:
- SE Workneh Gebeyehu, Segretario esecutivo, Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD)
- SE Hanna Tetteh, Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Corno d’Africa
- SE Michael (Mike) A. Hammer, Inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa
- Maggiore Generale Stephen Radin, Meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità dell’Unione africana (AU-MVCM)
Mehari Taddele Maru, autore della lettera, è attualmente professore part-time presso la School of Transnational Governance and Migration Policy Center presso l’European University Institute.
FONTE: addisstandard.com/open-letter-…
Le libere donne di Magliano di Mario Tobino
@L’angolo del lettore
Questo romanzo – scritto dal 1950 al ’52 – nasce dalla rielaborazione delle cartelle cliniche compilate nel manicomio di Maggiano, diretto per anni dallo stesso Tobino, e racconta il tentativo dell’autore di umanizzare la vita del manicomio condivisa con le proprie pazienti.
iyezine.com/le-libere-donne-di…
Le libere donne di Magliano di Mario Tobino - 1952
Negli anni precedenti l’età degli psicofarmaci e della riforma Basaglia, un medico vive in un reparto psichiatrico femminile. Le libere donne di Magliano di Mario Tobino.Marco Sommariva (In Your Eyes ezine)
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Serve una Strategia di sicurezza nazionale. L’audizione di Crosetto
Intervenendo davanti alle commissioni riunite Difesa di Camera e Senato, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha illustrato le linee programmatiche di palazzo Baracchini per l’evoluzione dello strumento militare nazionale. L’attenzione è rivolta in particolare alle sfide che attendono il Paese nel prossimo futuro, con un contesto globale che impone un ripensamento dello strumento militare nazionale. Dopo il periodo caratterizzato dal principale uso delle Forze armate in missioni di pace, bisogna prendere atto del ritorno della conflittualità nello scacchiere globale. Per mettere in condizione i nostri uomini e donne in uniforme di affrontare queste sfide, la priorità è lo sviluppo di capacità e tecnologie, meglio se nazionali, da incentivare attraverso investimenti certi e sicuri.
Serve una Strategia di sicurezza nazionale
“Per anni ci siamo illusi di vivere in un mondo caratterizzato dalla fine dei conflitti di natura ideologica e strategica” ha spiegato il ministro facendo un’analisi dello scenario geopolitico nel quale si muove la Difesa, aggiungendo come “su queste certezze abbiamo costruito uno strumento politico-militare focalizzato principalmente alla conduzione di missioni internazionali di pace”. Invece, “questo presente sembra un ritorno in chiave tecnologicamente evoluta agli orrori dei conflitti mondiali del secolo scorso”, una realizzazione che deve portare all’evoluzione dello strumento militare del paese. Per questo, secondo il ministro “si dovrà partire dalla stesura di una chiara Strategia di sicurezza nazionale”, valida per tutte le diramazioni dello Stato “per il conseguimento di obiettivi sinergicamente definiti all’interno di una visione unitaria dell’interesse nazionale”
Sfide di cambiamento e trasformazione
Di fronte alle nuove minacce, dunque, le Forze armate devono evolversi per affrontare al meglio le sfide sul futuro, soprattutto nel “modo di pensare la Difesa a 360°”. La visione del ministro è chiara: “dovremo realizzare un Sistema Difesa sinergico nelle sue componenti”, a partire dalle componenti delle Forze armate, che non dovranno più semplicemente essere in grado di agire nel multidominio, ma dovranno “essere multidominio”. Questo si potrà ottenere integrando la formazione del personale, e mettendo insieme in chiave interforze tutti quegli assetti la cui necessità è comune a tutte le Forze armate, evitando duplicazioni, come sul piano ordinativo, logistico, tecnologico e normativo, e unificando settori e servizi comuni, dalla difesa Cbrn, alla sanità, fino allo spazio e al cyber, nel lungo termine.
La tecnologia richiede investimenti
La capacità di agire dello strumento militare è, naturalmente, correlata alla tecnologia. “dal punto di vista militare siamo nel pieno di una nuova rivoluzione, dettata dal tentativo di più potenze di raggiungere la supremazia nello sviluppo delle nuove tecnologie” ha spiegato Crosetto. Sistemi unmanned, capacità cyber, l’uso dello spazio, fino alla IA, sono elementi sempre più imprescindibili per la Difesa, il cui possesso deve essere garantito in maniera autonoma al sistema nazionale. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno della “certezza e la stabilità dei finanziamenti” valorizzando le capacità industriali del Paese e dando un concreto supporto all’export. Il modello proposto dal ministro è quindi la definizione di una legge triennale sull’investimento per la Difesa “che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a 3 provvedimenti successivi, con profondità a 17 anni”.
Come fare a “ripristinare le scorte per la difesa nazionale, contando i materiali impiegati nell’aiuto dell’Ucraina?”, si chiede. “L’unico modo che mi è venuto in mente, che è tecnico, è quello di escludere gli investimenti della Difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Non significa che noi diminuiremmo il debito, significherebbe che non ci sarebbe concorrenza tra tipi di spese. Il ministro Giorgetti ha condiviso, l’abbiamo posta sul tavolo all’Europa come hanno fatto altri Paesi, perché in questo momento nessun Paese può tagliare le spese per la difesa”, ha precisato nelle repliche.
Autonomia strategica e Golden power
La sfida globale richiede al nostro Paese di assicurarsi “una base industriale solida e tecnologicamente avanzata, non vulnerabile a tentativi di penetrazione straniera ed in grado di sostenere la propria proiezione internazionale”. Interrogato dai membri della commissione sul tema, il ministro ha voluto ribadire che “spesso, nonostante siano presenti tecnologie nostrane rilevanti, riteniamo che quelle estere possano essere migliori”, mentre per alcune tecnologie “bisogna mantenere la sovranità nazionale”, in particolare per il cyber. È quindi necessario “sviluppare un piano per il supporto dell’Industria nazionale, anche attraverso l’applicazione in ambito Difesa dei poteri speciali, la cosiddetta Golden power” finalizzati alla tutela di asset e know-how strategici nazionali.
Una nuova postura nelle missioni
Sullo scenario internazionale, inoltre, il ministro ha sottolineato come sia necessario un cambio di passo del Paese all’interno delle principali alleanze, con il ruolo della Difesa che “non può limitarsi meramente a quello di nazione contributrice di truppe”. Per Crosetto, l’Italia deve aumentare la propria rilevanza e capacità autonoma di influenzare processi e operazioni in ambito internazionale. Il ministro ha sottolineato segnali positivo, come “l’essere riusciti a far riconoscere dalla Nato la priorità del Fianco Sud” nel Concetto strategico. Tuttavia, per il ministro, è necessario adottare “un postura più matura nei confronti delle operazioni militari”, auspicando l’assunzione di posizioni di leadership all’interno delle operazioni multinazionali, venendo coinvolti nei processi di pianificazione. Occorre “avviare un processo di revisione della postura con cui vengono generati i contributi nazionali, per arrivare a proiettare non più solo elementi di forza da asservire agli obiettivi elaborati da altri, ma moduli operativi completi di capacità di pianificazione, esecuzione e gestione delle operazioni militari”.
Israele distrugge la comunità di Araqib, nel Negev, per la 212ª volta | Infopal
"Si ritiene che la demolizione di al-Araqib e di altre cittadine nel Negev sia una politica israeliana sistematica volta ad espellere la popolazione nativa dal Negev e a trasferirla in aree governative, con l’obiettivo di aprire la strada all’espansione e alla costruzione di colonie per le comunità ebraiche."
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Piano nazionale di educazione all’immagine per le scuole: le iniziative sono volte a introdurre il linguaggio cinematografico e audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado, come strumento educativo in grado di facilitare l…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Piano nazionale di educazione all’immagine per le scuole: le iniziative sono volte a introdurre il linguaggio cinematografico e audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado, come strumento educativo in grado di facilitare l…Telegram
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EYELESS IN GAZA – PHOTOGRAPHS AS MEMORIES
@Musica Agorà
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Il sistema schiavista italiano che abolisce il Rdc e chiede giovani super qualificati gratis | Kulturjam
"Il lavoro gratuito è schiavismo e quando anche le pubbliche istituzioni lo pretendono, vuol dire che tutto il sistema è diventato schiavista. E che tutto il sistema che fa profitto e ricchezza sul lavoro sottopagato e gratuito. E che una classe imprenditoriale e una classe politica che diffondono lo schiavismo meritano solo il rifiuto e la lotta totale."
Location data is personal data - noyb wins appeal against Spanish DPA
I dati di localizzazione sono dati personali - noyb vince il ricorso contro la DPA spagnola I tribunali spagnoli hanno annullato una precedente decisione della DPA spagnola. L'AEPD aveva precedentemente sostenuto che la telco Virgin aveva legittimamente negato ai suoi clienti l'accesso ai propri dati di localizzazione.
Il capitalismo militarizzato fuori da ogni controllo democratico | AFV
"Il capitalismo non ha un’essenza, se non quella di mutare in continuazione. E forse la sua mutazione attuale consiste nell’emergere di un capitalismo centrato sulla potenza militare.
Questo diviene il sistema dominante che organizza tutti gli altri sistemi sociali, il che implica un enorme potere dell’apparato militare-industriale."
Auguri a tutti gli operatori dell'informazione! Oggi si celebra San Francesco di Sales che 100 anni fa venne proclamato Patrono dei Giornalisti. Ecco i consigli di Pio XI per l'occasione...
OGGI SI CELEBRA SAN FRANCESCO DI SALES CHE 100 ANNI FA VENNE PROCLAMATO PATRONO DEI GIORNALISTI
@Giornalismo e disordine informativo
«Ma vorremmo che da queste solenni ricorrenze precipuo vantaggio ritraessero tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina. Ad essi è necessario, nelle discussioni, imitare e mantenere quel vigore, congiunto con moderazione e carità, tutto proprio di Francesco. Egli, infatti, con il suo esempio, insegna loro chiaramente la condotta da tenere. Innanzi tutto studino con somma diligenza e giungano, per quanto possono, a possedere la dottrina cattolica; si guardino dal venir meno alla verità, né, con il pretesto di evitare l’offesa degli avversari, la attenuino o la dissimulino; abbiano cura della stessa forma ed eleganza del dire, e si studino di esprimere i pensieri con la perspicuità e l’ornamento delle parole, in maniera che i lettori si dilettino della verità. Se si presenta il caso di combattere gli avversari, sappiano, sì, confutare gli errori e resistere alla improbità dei perversi, ma in modo da dare a conoscere di essere animati da rettitudine e soprattutto mossi dalla carità. E poiché non consta che il Sales sia stato dato a Patrono dei ricordati scrittori cattolici con pubblico e solenne documento di questa Apostolica Sede, Noi, cogliendo questa fausta occasione, di certa scienza e con matura deliberazione, con la Nostra apostolica autorità diamo o confermiamo, e dichiariamo, mediante questa Lettera Enciclica, San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e Dottore della Chiesa, celeste Patrono di essi tutti, nonostante qualsiasi cosa in contrario.»
cc @Antonio Spadaro @civcatt@mastodon.uno @Marco Vitale🇻🇦🇮🇹🇪🇺🇺🇦
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Bria - Country Covers Vol.2
Bria è una musicista e cantante del gruppo post-punk Frigs e fa parte del gruppo di Orville Peck il famoso crooner country pop uno dei più grandi innovatori moderni del country americano, e nel tempo libero fa dischi deliziosi per conto suo come questo. “Country Covers Vol.2”, pubblicato da Sub Pop Records, è un ep composto da sei piccoli capolavori di rifacimenti di canzoni country in chiave country pop e moderna, fresca e molto valida.
iyezine.com/bria-country-cover…
@Musica Agorà @Poliverso notizie dal fediverso @arte
Bria - Country Covers Vol.2
Bria è una musicista e cantante del gruppo post-punk Frigs e fa parte del gruppo di Orville Peck il famoso crooner country pop uno dei più grandi innovatori moderni del country americano, e nel tempo libero fa dischi deliziosi per conto suo come ques…Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Il mistero della neve di Encelado | Passione Astronomia
"Uno strato di neve insolitamente profondo ricopre Encelado, la luna di Saturno, e gli scienziati hanno alcune ipotesi su come potrebbe essersi formato"
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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Le opere di Gramsci su LiberLiber
Liber Liber è una biblioteca digitale accessibile gratuitamente, creata da una organizzazione di volontariato che ha come obiettivo la promozione di ogni espressione artistica e intellettuale.
Nella biblioteca si possono trovare alcune opere di Antonio Gramsci.
liberliber.it/online/autori/au…
Antonio Gramsci
Antonio Francesco Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937) è stato un politico, filosofo, giornalista, linguista e critico letterario italiano.Liber Liber
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Quelli con portalampada sono una selezione ridotta, scarsamente disponibile anche perché giustamente preferita quando si trova in negozio.
Come può essere una scelta sensata un lampadario da buttare via quando muore il led?
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Can Kicker - Can Kicker
Per un certo periodo, a sangue ormai caldo e con un po’ di buon tempo libero, mi sono molto concentrato sul termine “Grunge” e ho riflettuto su cosa mai volesse significare in musica. @Musica Agorà @Poliverso notizie dal fediverso
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20 gennaio 2023. Messaggio di Alfredo Cospito al proprio difensore
Il sottoscritto Alfredo Cospito comunica al proprio avvocato Flavio Rossi Albertini che in pieno possesso delle mie capacità mentali mi opporrò con tutte le forze all'alimentazione forzata.
Saranno costretti a legarmi nel letto.
Dico questo perché ultimamente mi è stata adombrata la possibilità di un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio). Alla loro spietatezza ed accanimento opporrò la mia forza, tenacia e la volontà di un anarchico e rivoluzionario cosciente.
Andrò avanti fino alla fine. Contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo.
La vita non ha senso in questa tomba per vivi.
Cospito Alfredo.
StatusSquatter 🍫
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Elikorokoros
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Andrea Russo
in reply to Elikorokoros • •Tecnicamente quelle sono "Operazioni militari non belligeranti", nel senso che, da regole d'ingaggio, non "belligerano" finché non si trovano in stato di rischio (=vengono colpiti). Chiamarle missioni di pace oltre a essere una paraculata ipocrita, se posso dire, è anche irrispettoso nei confronti di un militare che comunque si arruola pur sempre per fare il militare e non il missionario o il vigile urbano
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informapirata ⁂ e Marco Bresciani reshared this.
Andrea Russo
Unknown parent • •Andrea Russo
Unknown parent • •@nardo86 peacekeeping missions Infatti non significa missione di pace, ma missione di mantenimento della pace. Un termine generico che a livello tecnico si suddivide in diverse tipologie:
1) Le missioni di osservazione
2) Le missioni di interposizione
3) Le missioni multidimensionali
4) Le missioni di imposizione
Delle 40 operazioni militari all'estero le uniche 4 vere operazioni di peacekeeping ONU in corso sono MFO UNIFIL UNMIK e UNFICYP, in parallelo alle quali ci sono anche alcune operazioni di addestramento. In Kosovo è ancora in corso quella storica della NATO (su mandato ONU).
Il resto è tutta roba NATO totalmente fuori dal controllo dell'ONU.
informapirata ⁂ reshared this.
Andrea Russo
Unknown parent • •affarinternazionali.it/mission…