Al verde
Dopo l’enorme dilapidazione del bonus 110%, responsabilità del governo Conte 2, prevedibile e prevista fin dall’inizio, si tratta di comprenderne le conseguenze contabili, quelle produttive e le possibili vie d’uscita che minimizzino il danno e creino opportunità. Non la si interpreti come battaglia di bandiera, perché si tratta di un terreno sul quale ci si può fare ancora e più seriamente del male.
Il primo di marzo l’Istat pubblicherà i dati aggiornati sul deficit. Lì la bomba potrebbe deflagrare e, del resto, serve a nulla rimandare. Secondo le regole europee di contabilizzazione, imputando il costo nell’anno in cui nasce, si rischia di fare sballare i conti pubblici e introdurre una pericolosa stonatura nell’armonia dell’equilibrio. Dovessimo contabilizzare un punto o uno e mezzo in più di deficit sarebbero dolori e costi seri. Questa eredità avvelenata fu avvertita, ma non disinnescata dal governo Draghi, nella cui maggioranza era vasta la resistenza (e anche Fratelli d’Italia, allora all’opposizione, era dell’idea che si dovesse aggiustare e non fermare). Una resistenza che ci fu anche sulla riforma del catasto, che non avrebbe comportato aggravi fiscali altri che per gli evasori e che ancora oggi impedisce di distinguere seriamente fra immobili di lusso e popolari.
Ci sono conseguenze anche produttive. Abbiamo qui insistito nel ripetere che le previsioni economiche non segnalavano come imminente una recessione economica che la gran parte delle forze politiche dava già per esistente. Ma si faccia attenzione, perché se le norme in questione cambiano in continuazione (il 110% in media una volta ogni mese e mezzo) e se subito dopo avere emanato il decreto legge il governo già annuncia che sarà cambiato, il caos induce a fermare tutto. A quel punto non è la fine del malobonus, ma il modo in cui la si affronta, sommata ai problemi contabili, che potrebbero sul serio indurre una recessione. Quindi si deve dare una prospettiva. Non dopo e con comodo, ma ora, subito.
Si deve uscire dall’era degli “aiuti” e dei “sostegni”. L’idea che casa mia possa aumentare di valore grazie ai soldi che ci mettono altri è sbagliata in sé. Anzi è, in sé, un incrocio fra un’illusione e una truffa. Servono norme stabili e agevolazioni fiscali oggi che portino a maggiore gettito domani. La possibilità c’è ed è stata giustamente sottolineata dal presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli: la direttiva europea sugli immobili ecocompatibili. Non solo non è una patrimoniale mascherata, ma un’occasione produttiva che aiuterebbe a sostenere il mercato dell’edilizia senza sperperare denari del contribuente.
I lavori che migliorano casa mia e ne aumentano il valore li devo pagare io. Ma siccome si tratta di un’opera collettiva di grande portata, il fisco aiuta non pesando sul loro costo e predisponendone uno scarico ragionevole (quindi meno della totalità e meno del delirio superiore alla totalità). È conveniente per il proprietario, visto che diminuirà i costi di gestione e aumenta il valore dell’immobile. È conveniente per il fisco, perché il mancato introito odierno diventerà maggiore gettito al momento della cessione, dato dal maggiore valore. È conveniente per il sistema che finanzia il lavori, ovvero le banche, perché anziché dovere incassare un credito del cliente (remunerate con congrua e talora alta percentuale) parteciperanno al rischio e allo sforzo a prezzi di mercato. Ed è conveniente per le imprese edili che non siano nate per fatturare lavori in cui il cliente non è interessato al prezzo, dato che a pagare è un altro, giacché il lavoro da farsi, serio e controllato nei risultati, sarà enorme.
Il tutto a condizione che la si pianti con l’opporsi a quel che serve a crescere e migliorare, rivendicando invece come un diritto sovrano perpetuare quel che serve a impoverirsi e affondare. Si può fare, mobilitando competenza e responsabilità al posto della furbizia ottusa fin qui messa in conto ai contribuenti onesti.
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Il fascismo in Italia non è nato con le grande adunate da migliaia di persone. Nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti
@Politica interna, europea e internazionale
La Dirigente, così come altri presidi fiorentini, ha denunciato quanto accaduto sensibilizzando sull’importanza di non sottovalutare certi episodi, termometro di fenomeni di discriminazione spesso frequenti fuori e dentro le mura scolastiche. Nel concludere la circolare la Dott.ssa Savino ha dichiarato: “Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa, ma non è andata così”.
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Iran, dalla Fondazione Einaudi un manifesto per valori liberali e parita’ dei diritti – ansa.it
Iran, Cangini (Fond. Einaudi): “Lanciamo manifesto per i valori liberali e parità dei diritti” – alanews
Le tante anime di Gaetano Martino, grande statista – Gazzetta del Sud
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#uncaffèconLuigiEinaudi☕ – Gli italiani sentono…
Gli italiani sentono di potersi conquistare un posto al sole colla propria attività e non temono di misurarsi in gara con altri.
da Lineamenti di una politica economica liberale, Movimento Liberale Italiano, 1943
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La ferocia al potere
Sarà pure vero che la signora Meloni è molto brava e intelligente, anche se circondata spesso da persone di dubbia capacità, ma certo in queste ultime settimane il comportamento del Governo è a dir poco molto discutibile, ma specialmente preoccupante. Preoccupante perché le mene di destra sempre più decise non sembrano frenabili, ma specialmente non […]
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Messina Denaro, borghesia mafiosa e 41 bis | Comune-info
«Un’ampia conversazione con Umberto Santino, fondatore e direttore dello straordinario Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato”. Santino – tra i primi, già negli anni Settanta, ad approfondire il concetto di borghesia mafiosa, oggi al centro delle attenzioni con l’arresto di Matteo Messina Denaro – ragiona delle trasformazioni della lotta a Cosa nostra, riprende il significato dell’espressione “mafia finanziaria” e spiega il suo punto di vista sul 41 bis e sul caso di Alfredo Cospito.»
I giochi mentali di Mosca: trovare l’ideologia nella Russia di Putin
Gli americani tendono a guardare all’ideologia con sospetto. In effetti, uno studioso ha proclamato che l’ideologia era “finita”. Nonostante questo rifiuto, l’ideologia continua a tornare nel discorso politico su entrambe le sponde dell’Atlantico. Inoltre, i recenti progressi della psicologia politica hanno mostrato forti differenze psicologiche tra conservatori e liberali autoidentificati, suggerendo che il conflitto politico lungo […]
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Turchia: lezioni post-terremoto
Siamo tutti scioccati dai massicci disastri sismici che si sono verificati uno dopo l’altro il 6 febbraio 2023, prima con una scossa di magnitudo 7,7 della scala Richter a Pazarcık Kahramanmaraş e poi con una scossa di magnitudo 7,4 a Elbistan, in Turchia. Abbiamo seguito le operazioni di ricerca e salvataggio in TV negli ultimi […]
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Una possibile soluzione per la guerra in Ucraina
Molti analisti di politica estera in tutto il mondo sembrano rassegnati a una guerra lunga, faticosa e dolorosa in Ucraina, alzando le mani per dichiarare che né l’Ucraina né la Russia hanno alcun evidente incentivo a raggiungere un accordo che ponga fine alla guerra. Di recente, gli ucraini hanno avuto uno slancio nell’Ucraina meridionale e […]
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Torna dall’8 al 10 marzo 2023 Fiera Didacta Italia, il più importante appuntamento fieristico della scuola italiana!
Quest’anno il Ministero dell’Istruzione e del Merito aumenta la propria partecipazione attraverso un grande stand che mette al centr…
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Carnevale
La vicenda dei giornalisti italiani cui è stato revocato l'accredito o semplicemente è stato impedito di entrare in Ucraina. Di @Vincenzo_vita su @art_ventuno
@Giornalismo e disordine informativo
La prevista conferenza stampa di Giorgia Meloni, attesa in queste ore a Kiev dopo la visita di Biden, sarà l’occasione per sollevare il problema: quali sono le accuse mosse dai servizi segreti nei riguardi di chi non fa propaganda, bensì informazione sulla guerra? Vale anche in tale circostanza la solita terribile strategia del segreto, in base alla quale i misfatti e le atrocità non devono venire a conoscenza dell’opinione pubblica?
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#Risentiamoli Cypress Hill - Black Sunday
“Black sunday” è stato il secondo disco del gruppo hip hop americano Cypress Hill, pubblicato il 20 luglio del 1993 da Ruffhouse e Columbia Records. Grande successo commerciale, “Black sunday” è un gigante dell’hip-hop, un monolite che diverte ancora a trent’anni esatti di distanza.
iyezine.com/risentiamoli-cypre…
#Risentiamoli Cypress Hill - Black Sunday - 2023
"Black sunday" è stato il secondo disco del gruppo hip hop americano Cypress Hill, pubblicato il 20 luglio del 1993 da Ruffhouse e Columbia Records.Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
La sinistra liberal progressista cancella l'idea stessa di sinistra | Kulturjam
«C’è oggi una sinistra liberal progressista che non ha niente a che fare con quella tradizione nel suo complesso, una sinistra neoliberale che tutta la sinistra, in tutte le sue varianti, ha sempre combattuto e che ha chiamato “destra”.
Ad accomunarla è l’odio con tutto ciò che è storia e ha storia, un odio verso la vita che nelle tradizioni prende forme, evolve, cresce. Il disprezzo verso le comunità, il tentativo di imporre un individualismo è isola, pensando che esista una sola forma di legame, quello che produce il consumo.»
the men
Tutte caratteristiche che ho ritrovato in "New York City", nuovo album dei garage rockers statunitensi Men, sulle scene da ormai tre lustri e giunti oggi al nono album ufficiale, uscito a inizio mese su Fuzz Club Records (e che segna il debutto del quartetto di Brooklyn sull'etichetta inglese) e arrivato a tre anni dall'ultima fatica discografica "Mercy".
iyezine.com/the-men-new-york-c…
THE MEN - NEW YORK CITY - 2023
Tutte caratteristiche che ho ritrovato in "New York City", nuovo album dei garage rockers statunitensi Men, sulle scene da ormai tre lustri e giunti oggi al nono album ufficiale, uscito a inizio mese su Fuzz Club Records (e che segna il debutto del q…Reverend Shit-Man (In Your Eyes ezine)
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La scoperta di Antonio Gramsci - Giovanni D'Anna
Sin dai primissimi giorni del suo rientro in Italia, Togliatti iniziò una incessante opera di “divulgazione” della figura gramsciana
I falsari di André Gide
Primo e unico vero romanzo di André Gide, “I falsari” (1925) è un atto d’accusa nei confronti della letteratura per la mancanza di coraggio, lo scarso approfondimento e l’essere complice nella costruzione della menzogna; sorprendente e affascinante, diverso da qualsiasi altra cosa, mette in scena le vicende di un gruppo di personaggi disparati, moltiplicando i punti di vista, i generi e le linee narrative secondarie, distaccandosi così dalla tradizionale narrazione lineare.
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HO PERSO IL GUSTO, NON HA SAPORE
A scoppio ritardato scrivo anche io qualcosa di non-necessario su Sanremo.
Quest’anno non c’è stata una canzone che mi ha colpito particolarmente. È vero che a più riprese mi sono addormentato davanti alla TV, ma le esibizioni che perdevo, le recuperavo il giorno dopo su RaiPlay.
Ho visto qualche gag simpatica (gli interventi del solito immarcescibile Fiorello) e qualche piacevole sorpresa (Paola Egonu è stata la co-conduttrice più spontanea, paradossalmente anche quando leggeva). In generale però lo spettacolo mi è sembrato un po’ troppo costruito e in alcuni momenti anche un po’ stucchevole. Sarà che con il passare degli anni trovo sempre più noiose le confessioni e le prediche televisive fatte da chi ha il cXXo al caldo.
Per attirare l’attenzione su di sé, qualche artista ha azzardato – o “ha simulato” – uno scandaloso passionale colpo di testa: prendere a calci le rose, allungare il brodo all'infinito obbligando il pubblico a cantare un ritornello che non conosce, strusciarsi e baciarsi con l’influencer di turno, ecc... Ma dopo decenni di TV spazzatura oramai siamo tutti vaccinati (compreso i bambini) e la provocazione è diventata “Mission: impossible”.
Con questo non voglio dire che il Sanremo che ho visto sia tutto da buttare. Ci mancherebbe. Si sono esibiti anche dei bravi artisti. Qualcuno si è impegnato e ha fatto anche bene, tuttavia a distanza di una settimana dalla chiusura di Sanremo Venti23 (chiamarlo duemilaventitré non è più di moda) ricordo soprattutto due cose: la sanguigna “American Woman” di Elodie e Big Mama (per la cronaca: alla fine della canzone si sono baciate anche loro, ma nessuno ha montato polemiche) e la superba “Quello che non c’è” di Manuel Agnelli e gIANMARIA.
Lo so che sono di parte, perché adoro quella canzone e quel disco. E’ vero che gIANMARIA sembrava un pulcino bagnato, ma la performance di Manuel Agnelli e di Fabio Rondanini, batterista dei Calibro 35, è stata strepitosa.
Ma questo è camminare alto sull’acqua e su quello che non c’è.
Siamo tutti supereroi
Tra il 2006 e il 2007 uscì uno degli archi narrativi più belli, secondo me, dell’universo Marvel: Civil War. Qualcuno magari avrà visto l’omonimo film, che però non c’entra niente.
Oggi voglio raccontarvi questa storia perché ha molto a che fare con la realtà che ci circonda e con l’attualissima diatriba tra chi vorrebbe incatenarci tra mille algoritmi e sistemi di sorveglianza di massa e chi invece preferirebbe semplicemente essere libero. C’è molto da imparare anche dai fumetti.
Civil War è una storia che parla di libertà, di privacy e dell’ingerenza arbitraria del governo. Potremmo dire che Civil War descrive ciò di cui parliamo ogni settimana su Privacy Chronicles.
I veri supereroi sono iscritti a Privacy Chronicles
Civil War, la storia
Tutto iniziò con una squadra di giovani supereroi, i New Warriors. I sei si trovavano a Stamford, in Connecticut, per girare un reality-show chiamato “Superhuman High”. Durante le riprese vennero a sapere che nella città si trovava anche un gruppo di super-criminali, la Skeletal League, che proprio in quei giorni stavano progettando di rapinare una banca. L’occasione sembrò ghiotta per aumentare il rating televisivo del reality-show, così i New Warriors decisero di attaccare e cercare di catturare la Skeletal League in diretta TV.
Purtroppo le cose non andarono come previsto. Durante i combattimenti uno dei supercriminali — Nitro — provocò un’esplosione proprio nel mezzo della città, che distrusse diversi quartieri e anche una scuola, uccidendo più di 600 persone — tra cui molti bambini.
Il drammatico episodio fu presto strumentalizzato dalla politica per attaccare tutti i supereroi che fino a quel momento agivano in modo indisturbato e spesso anonimo nel territorio degli Stati Uniti. Nel giro di pochissimo tempo il governo presentò un nuovo disegno di legge, chiamato Superhuman Registration Act.
L’atto, se approvato, avrebbe obbligato ogni “superumano” a registrarsi presso il governo e rendere nota la sua identità. Questo avrebbe consentito alle autorità di regolamentare le attività dei “supereroi”, supervisionarli, e — se necessario — sanzionarli. Il dibattito fu subito infuocato.
Da una parte c’era chi, come Tony Stark (Iron Man), prese subito le parti del governo. Secondo lui il Registration Act era semplicemente un atto dovuto. Un gesto di civiltà. La legge e la supervisione del governo avrebbero responsabilizzato tutti i supereroi, che quindi avrebbero smesso di agire in modo indipendente e al di fuori della legge.
Stark voleva evitare a tutti i costi il ripetersi di incidenti come quelli di Stamford ed era convinto che questo sarebbe stato possibile grazie a una forte legislazione per delimitare e regolamentare il campo d’azione dei supereroi.
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Dall’altra c’erano invece persone convinte che il Registration Act non fosse altro che un modo per violare le libertà fondamentali dei superumani, costringendoli a rivelare le loro identità segrete e rinunciare a ogni indipendenza.
Il principale sostenitore di questa tesi era Steve Rogers (Captain America). Secondo lui i supereroi avevano il dovere di agire moralmente e responsabilmente, ma come individui e non come macchine controllate dallo Stato. Steve credeva che il Registration Act avrebbe tolto ogni libertà di autodeterminazione ai supereroi, consegnando invece al governo il potere di manipolarli per finalità politiche.
I mass media, il pubblico e diversi gruppi di supereroi si divisero presto in due fazioni: da una parte quella pro-governo, capitanata pubblicamente da Tony Stark; dall’altra quella “ribelle”, condotta da Steve Rogers.
Le due forze in campo divennero sempre più violente, fino a sfociare in una violenta guerra civile tra alcuni gruppi di supereroi fedeli a Tony Stark o Steve Rogers. La battaglia finale, che vide diversi feriti e morti, portò alla sconfitta di Captain America, che venne catturato e arrestato in quanto leader della fazione ribelle e anti-governativa.
L’arco narrativo si chiude con l’emblematica morte di Captain America, ucciso da un cecchino mentre veniva accompagnato in manette sulla scalinata del tribunale dove avrebbe dovuto essere giudicato per i suoi crimini durante la guerra civile.
Insieme a lui, morivano anche le speranze di libertà dei superumani, ormai condannati alla schedatura governativa.
Qualche anno dopo gli eventi di Civil War si scoprì che il governo degli Stati Uniti da molto tempo era infiltrato fino alle sue posizioni apicali da agenti HYDRA (i nazisti dell’universo Marvel), e che il Superhuman Registration Act fu in verità un piano dei nazisti per sorvegliare e controllare i supereroi — unico vero ostacolo ai loro piani.
Tony Stark o Steve Rogers?
Il mondo è in piena guerra civile. Proprio come raccontavano i fumetti Marvel 17 anni fa, anche oggi siamo circondati da due fazioni capitanate da vari Tony Stark e Steve Rogers. E come in Civil War, anche oggi la fazione vincente è quella dei Tony Stark.
Noi non abbiamo un Superhuman Registration Act, ma sistemi e leggi che Steve Rogers non avrebbe mai immaginato nel 2007. Schemi globali di identità digitale; sorveglianza totale delle comunicazioni; progetti per lo sviluppo di monete digitali di Stato e sorveglianza finanziaria; sistemi decisionali automatizzati e social scoring ; scatole nere obbligatorie sulle nostre auto…
L’effetto è lo stesso, anzi peggiore: sorveglianza totale delle nostre identità e delle nostre azioni. Per il “bene comune”.
I Tony Stark del mondo ci dicono che l’anonimato e la privacy devono essere combattuti, perché deresponsabilizzano le persone. Essere anonimi è pericoloso; la libertà è pericolosa. Tenere alla propria privacy significa avere qualcosa da nascondere, o essere dei criminali.
Questi sono convinti di essere circondati da imbecilli senza alcuna moralità né principi. Il prossimo è un potenziale criminale o qualcuno talmente inaffidabile da non poter neanche gestire la sua stessa vita. E come Tony Stark, credono di essere tra i pochi illuminati a poter guidare il gregge con quel bastone chiamato governo. La legge è uno strumento di dominio per la creazione di una “società migliore”, a loro immagine e somiglianza.
E poi ci sono gli Steve Rogers. Loro sono convinti che l’essere umano abbia in sé tutti gli strumenti per agire moralmente, in modo autonomo e libero — senza per questo essere perseguito. Queste persone sanno che per agire moralmente, bisogna prima essere liberi. Che ogni individuo ha il diritto di creare la sua strada e agire secondo i suoi principi; che non può esserci alcuna libertà senza privacy, e che il governo non è altro che uno strumento di controllo delle persone per fini politici (di specifici gruppi di potere). Sì, la libertà è sporca. È caotica. A volte, pericolosa. Ma non importa.
Paradimatico di questo pensiero è il celebre discorso di Steve Rogers a Peter Parker proprio durante la Civil War. Probabilmente uno dei migliori di tutto l’universo Marvel:
Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse.
Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.
Questa nazione è stata fondata su un principio sopra ogni altro: la necessità di difendere ciò in cui crediamo, senza tener conto delle probabilità o delle conseguenze. Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo -
'No, muovetevi voi.’
Tu, da che parte stai?
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