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In Cina e Asia – G20: Cina e Russia bloccano comunicato congiunto


In Cina e Asia – G20: Cina e Russia bloccano comunicato congiunto G20
G20: Cina e Russia bloccano comunicato congiunto
Usa: 37 entità russe e cinesi aggiunte a lista nera del commercio
Sulla ricerca in settori strategici vince la Cina
Meglio la felicità dei soldi?
L’internazionalizzazione dello yuan riprende a pieno ritmo
Record di suicidi tra gli studenti giapponesi nel 2022

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Toscana, elezioni amministrative del 2023 e "centrodestra"


In #Toscana il "centrodestra" si prepara alle #ElezioniAmministrative2023 ispirando la consueta ripugnanza.
A Siena il "partito" di #GiorgiaMeloni ha ritirato il sostegno ad Emanuele Montomoli che mena vanto della propria adesione alla #massoneria. Se pensiamo che quella #Meloni è una madre non sposata, possiamo interpretare la cosa come un vero scontro di titani fra coerentissimi esponenti dei valori cattolici e tradizionali.
A Massa invece un voto in Consiglio Comunale ha silurato Francesco Persiani della #Lega.
Probabile che il "partito" della madre non sposata stia cercando, con il cameratismo che gli è proprio, di estromettere la Lega dalle amministrazioni toscane.

Finché si mordono tra loro a noi persone serie va anche bene.
L'ideale sarebbe che certi sociopati mantenuti dalla società andassero a farlo altrove, senza infastidire chi lavora.

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La Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una proposta di legge che conferirebbe al Presidente Biden l’autorità per vietare TikTok. “Le implicazioni sono ottime per chiunque abbia perso quote di mercato a favore di TikTok”, ha dichiarato in un’intervista Laura Martin, analista di Needham, aggiungendo che Snap, Meta e...
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friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Informa Pirata
@Max
La sorveglianza di TikTok è oggettivamente più pericolosa di quella di GAFAM, perché la seconda viene condotta da un "alleato" mentre la prima è riconducibile a un avversario strategico (e forse a breve anche vero e proprio nemico). Inoltre c'è grande preoccupazione da parte degli USA nei confronti della capacità cinese di elaborare i dati di sorveglianza.
D'altra parte la sorveglianza Gafam è peggiore, non solo perché infinitamente più diffusa, ma anche perché non c'è alcun politico nostrano che prenda posizione contro di essa.


#uncaffèconLuigiEinaudi☕ – A tutti gli uomini viventi in una società civile…


A tutti gli uomini viventi in una società civile deve essere data la possibilità di elevarsi da un minimo tenor di vita verso l’alto. Possibilità non equivale a diritto da Di alcuni problemi di politica sociale, Lezioni di politica sociale, Torino, 1949
A tutti gli uomini viventi in una società civile deve essere data la possibilità di elevarsi da un minimo tenor di vita verso l’alto. Possibilità non equivale a diritto

da Di alcuni problemi di politica sociale, Lezioni di politica sociale, Torino, 1949

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Israele – Palestina: il Consiglio di sicurezza prova a cambiare rotta


Con una prassi non proprio usuale, e precisamente con una “dichiarazione del Presidente”, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato un atteggiamento finora inusuale nella sua storia. La tecnica delle dichiarazioni presidenziali è un espediente di prassi usato sostanzialmente per annunciare atteggiamenti e iniziative del Consiglio di Sicurezza delle NU non, appunto, rientranti […]

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Domani al via all’European School of Economics, il corso in “Diritti nel Metaverso” che ho il piacere di dirigere con Giuseppe Cassano e Giorgio Spangher. Per info clicca qui.


Ripropongo alle compagne e ai compagni due lunghi post dalla mia pagina fb riguardanti la campagna sottilmente antisemita e omofoba della destra contro Elly Sch


La Federazione di Foggia ha organizzato a San Giovanni Rotondo e Ischitella la presentazione dell'ultimo libro di Giovanni Impastato "Mio fratello. Tutta una vi



Il Pd collabori alla riforma della Costituzione


Tra i problemi seri da risolvere, e che purtroppo sono rimasti in sordina durante il dibattito congressuale del Pd, c’è quello delle riforme della Costituzione. Questa mancanza è poco comprensibile, anche solo guardando alla storia. Il Pci si dette una pr

Tra i problemi seri da risolvere, e che purtroppo sono rimasti in sordina durante il dibattito congressuale del Pd, c’è quello delle riforme della Costituzione. Questa mancanza è poco comprensibile, anche solo guardando alla storia. Il Pci si dette una propria statura politica proprio durante la fase costituente della repubblica e per decenni ha vissuto facendo riferimento a quella Costituzione come alle proprie radici e alla propria matrice di identità.

Questo risultato fu ottenuto con un vero compromesso, quello sì storico, con la Democrazia cristiana. Se, allora, fu possibile trovare un accordo per fondare una democrazia, perché oggi non dovrebbe esserlo in condizioni di gran lunga più facili per rifondarla? Non c’è più alcun fattore K (come Kommunismus) o A (come America) o O (come Occidente) o N (come Nato)che impedisca al Pd di governare l’Italia. E (almeno fuori da San Remo) non c’è più ragione ideologica se non pretestuosa (l’antifascismo) che faccia da ostacolo al Pd per collaborare a una revisione della nostra Costituzione, come lo stesso Pd ha più volte tentato di fare ben conoscendone la necessità.

Il centrodestra ha posto la revisione della Costituzione fra gli obiettivi programmatici da raggiungere; Giorgia Meloni ha dichiarato più volte che questo sarà l’anno di inizio del processo delle riforme; e sempre la presidente del Consiglio ha detto che questo processo si fa assieme all’opposizione. Ha teso una mano responsabilmente e ha aspettato il congresso Pd. Può ora il Pd sottrarsi? Se la maggioranza intende collaborare, può opporle veti? Può definirla impresentabile e pericolosa? Non può. Sta perciò a Elly Schlein e al nuovo gruppo dirigente che si sta formando attorno a lei elaborare una posizione che finora è mancata.

Intanto sono già cominciate le celebrazioni dei 75 anni della costituzione. Occasioni quasi sempre retoriche e vacue, dove vecchi maestri o presunti tali si esercitano davanti allo specchio con le pose dell’autocompiacimento. Ma quando si celebra non si medita, quando si esalta non si comprende, quando si difendono tesi per partito preso non si studiano le carenze. E tuttavia, anche quando si voglia saltare la prima parte e mettere a tacere una lunga tradizione di critica liberale e democratica e anche di destra che l’ha sempre investita, la seconda parte della nostra Costituzione di carenze ne presenta in quantità. Palesi e riconosciute da tutti, dalla dottrina come dalla politica.

In questo clima di celebrazioni vorrei sottoporre l’idea di un giorno solenne di meditazione. Settantacinque anni fa la Costituzione entrò in vigore, ma quasi settantasette anni fa si cercò di modificarla. Non è un paradosso. Correva il 4 settembre 1946 e all’assemblea costituente, di fronte al voto di indirizzo fra il sistema parlamentare e quello presidenziale, un bravo giurista eletto nella fila del partito repubblicano, Tommaso Perassi, si alzò e presentò un ordine del giorno che così diceva: “la seconda sottocommissione, udite le relazioni degli onorevoli Mortati e Conti, ritenuto che né il tipo del governo presidenziale, né quello del governo direttoriale risponderebbero alle condizioni della società italiana, si pronuncia per l’adozione del sistema parlamentare da disciplinarsi, tuttavia, con dispositivi costituzionali idonei a tutelare le esigenze di stabilità dell’azione di governo ed evitare le degenerazioni del parlamentarismo”. Profetico e puntuale. Perché il sistema parlamentare è poi di fatto degenerato nella partitocrazia e la partitocrazia è infine degenerata nella irrilevanza del parlamento (proprio quello della famosa “centralità”!).

Donde la crisi della democrazia, donde i governi tecnici, donde la disaffezione al voto, donde la crisi dei partiti, donde il sempre più spiccato ruolo politico, contro la stessa costituzione, del presidente della repubblica nella formazione e nella vita dei governi. Aveva ragione Perassi a chiedere riforme (“provvedimenti costituzionali”) per dare efficienza al sistema politico (“stabilità dell’azione di governo”) e per evitare rischi alla democrazia(“degenerazioni del parlamentarismo”). Un anno e cinque mesi prima che la costituzione entrasse in vigore!

Si osservi che tanta parte della politica italiana del Dopoguerra si spiega con il mancato adempimento dell’ordine del giorno Perassi. Sarebbero tante quest’anno le date da celebrare (vedi A. Malaschini, La tela di Penelope , Rassegna parlamentare, 64, 2, 2022): i settanta anni della legge elettorale maggioritaria sostenuta da De Gasperi, i quasi quaranta anni del “Decalogo Spadolini” sui poteri del presidente del consiglio in parlamento, i quaranta anni esatti della commissione Bozzi, i poco più di trenta anni della commissione De Mita poi Iotti, fino ai tentativi di D’Alema (26 anni fa) e Renzi(ieri).

Possiamo riprovarci? Abbiamo bisogno di studiare ancora? No, basterebbe poco tempo a una commissione bicamerale per esaminare una serie di problemi, fare una rassegna delle possibili soluzioni e una collazione dei testi. Si devono fare tante audizioni e consultazioni? Macché! Sulla forma di governo basterebbe la testimonianza di quei presidenti del Consiglio che si sono succeduti alla cadenza di uno ogni quattordici mesi; sull’ordinamento giudiziario basterebbe tirare a sorte qualcuno dei tanti cittadini che hanno avuto la disgrazia di incapparci; sul bicameralismo perfetto, chiedere a qualunque parlamentare e ministro dei rapporti col parlamento; eccetera. E’ quasi tutto fatto e tutto chiaro.

Allora, ci riproviamo? Dobbiamo, se non vogliamo aggravare la crisi. A ben guardare, bastano un po’ di consapevolezza, di determinazione, di fiducia reciproca, di volontà, di clima non avvelenato. Anche lo strumento è ben chiaro. Dunque, qua la mano. C’è da tempo un’Italia nuova a cui dobbiamo dare una veste nuova. Dobbiamo farlo presto, prima che ci scappi di mano. Se ne renderà presto conto anche la Schlein, e anche lei converrà che Penelope sarà anche stata una sposa virtuosa, ma è l’ora che vada in pensione.

Il Foglio

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Ucraina vs Russia: la ‘fame vorace dei cannoni’, tra scommesse ed illusioni


Nel suo racconto ‘Isbe e steppe’, l’allora inviato di guerra del ‘Corriere della Sera’, Lamberti Sorrentino, così descriveva i partigiani ucraini operanti nelle retrovie del fronte nel ‘43: «Confuso, sinistro, cieco, intelligente, il partigiano porta con sé la realtà, e spera di poter divellere ostacoli, contrasti, barriere, limiti… Spesso ho pensato che costoro sparino soltanto perché […]

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Stefano Galieni*   Le tracce restano, la storia non si cancella con un colpo di mano. Strappare manifesti, coprire o imbrattare murales, cercare di rim


Il dialogo Roma-Delhi passa per la Difesa. Un’opportunità anche per le aziende italiane


Ripartono dalla Difesa le relazioni tra Italia e India, con i due Paesi che siglano un accordo bilaterale, primo tassello di una partnership più stretta tra Roma e Nuova Delhi. È quanto emerso dall’incontro tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,

Ripartono dalla Difesa le relazioni tra Italia e India, con i due Paesi che siglano un accordo bilaterale, primo tassello di una partnership più stretta tra Roma e Nuova Delhi. È quanto emerso dall’incontro tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il primo ministro dell’India, Narendra Modi, un’occasione che ha permesso il rilancio dei rapporti tra i due governi dopo un decennio di relativa freddezza, accelerati in particolare nel settore della sicurezza. “C’è molto lavoro da fare insieme, a partire da alcuni settori su cui rafforzare le nostre relazioni: penso al tema della Difesa” ha registrato infatti il presidente Meloni, che ha sottolineato come l’incontro sia servito per “elevare i rapporti a partenariato strategico, perché le nostre relazioni sono estremamente solide”. Parole a cui ha fatto eco il premier Modi “Oggi istituiamo un ponte tra l’Italia e l’India aprendo un nuovo capitolo e cioè la cooperazione in materia di difesa per la produzione e sviluppo in questo settore che può essere un beneficio per ambedue i Paesi”.

Patto bilaterale Difesa

L’accordo prevede da una parte un rapporto più stretto tra le Forze armate di Italia e Inda, e dall’altra una collaborazione nello sviluppo e la produzione di piattaforme militari. La cooperazione con il subcontinente in questo settore, sottolineano da Palazzo Chigi, “è in forte ripresa”, e la sottoscrizione dell’accordo “consentirà di facilitare lo sviluppo di partenariati industriali, scambi di informazioni e corsi di formazione”. Come spiegato da Modi, infatti, con il presidente Meloni “abbiamo deciso di organizzare delle esercitazioni e dei corsi di formazione congiunti tra le rispettive Forze armate”, settando come priorità la lotta al terrorismo e al separatismo. Per il premier indiano, in particolare, la cooperazione nel settore della Difesa servirà a creare “nuove opportunità di sviluppo” anche per quanto riguarda la produzione, in con un “vantaggio per entrambi i Paesi”.

Interessi industriali

Per le aziende italiane, da Leonardo, a Fincantieri, fino a Elettronica, solo per citarne alcuni, il rilancio delle attività in India rappresenta una grande opportunità, soprattutto alla luce dell’importanza di un mercato vasto come quello indiano. Gli interessi della più grande democrazia asiatica, infatti, vanno dal capo dei trasporti militari, essenziali per un Paese esteso come l’India, a soluzioni all’avanguardia per il monitoraggio e la sensoristica della Difesa. L’India, inoltre, possiede requisiti a lungo termine avanzati, che possono essere incontrati dall’offerta industriale del nostro Paese. Certamente, però, l’accordo stretto tra Meloni e Modi rappresenta solo il primo passaggio di un percorso ancora da costruire. Un momento importante, di apertura, che dovrà necessariamente essere seguito dalle aziende del nostro Paese, che dovranno andare a costruire le opportunità commerciali con Nuova Delhi, registrando i requisiti e capendo come poter sviluppare le adeguate capacità di interesse per l’India. Una opportunità preziosa, che dovrà necessariamente vedere il continuo sostegno anche da parte del governo.

Dal Mediterraneo all’Indo-Pacifico

Un interesse, quello italiano per l’India, che si collega alla proiezione del nostro Paese verso l’Indo-Pacifico. Il governo in questo senso è sembrato consapevole che la sfida globale del futuro, oltre l’immediata minaccia russa, è quella che viene dal quadrante asiatico, le cui dinamiche saranno determinanti per lo scenario globale del futuro, con impatti che raggiungeranno anche l’Europa. “Noi parliamo di Mediterraneo allargato – ha infatti spiegato Meloni – e lo consideriamo allargato fino a qui, c’è una connessione fra Mediterraneo e Indo-Pacifico che vogliamo rafforzare”. Un esempio recente di questa visione indo-pacifica dell’Italia viene dall’invio nelle acque dei due oceani del pattugliatore d’altura della Marina militare italiana Francesco Morosini, classe Thaon di Revel, per una serie di esercitazioni insieme agli alleati e alle marine amiche nell’Indo-Pacifico e, come spiegato ad Airpress dal capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Enrico Credendino: “Un’occasione per contribuire alla possibile esportazione del prodotto nazionale”. Dato lo scenario strategico attuale, infatti, l’India è impegnata nel potenziamento della sua componente militare marittima, e Nuova Delhi può rappresentare un mercato importante per i prodotti di realtà italiane come Fincantieri.

Le altre collaborazioni regionali

Rafforzare i legami con l’India, tra l’altro, potrebbe rappresentare un ulteriore tassello nella presenza dell’Italia nella cornice di sicurezza dell’Indo-Pacifico attraverso le partnership con i principali attori della regione. Roma, del resto, è legata anche all’altro grande player del quadrante, il Giappone, con il quale sta sviluppando, insieme a Londra, il sistema aereo di combattimento di sesta generazione, il Global combat air programme (Gcap), destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli Eurofighter europei. Al progetto, da parte italiana, partecipa il consorzio che coinvolge Avio Aero, Elettronica, MBDA Italia e Leonardo. A Marzo, tra l’altro, i ministri della Difesa dei tre Paesi, Guido Crosetto, Ben Wallace e Yasukazu Hamada, dovrebbero incontrarsi a Tokyo per discutere i prossimi passi del programma e per esplorare la possibilità di esportare il nuovo caccia ad altri Paesi. L’apertura dei rapporti con l’India potrebbe rappresentare una proiezione interessante per il consorzio Gcap.


formiche.net/2023/03/il-dialog…



Paolo Ferrero* Il governo degli Stati Uniti, ponendo le condizioni affinché in Ucraina potesse scoppiare una guerra, ha fatto un errore enorme che va contro


L’Australia e la geopolitica del litio


Le tecnologie energetiche pulite sono essenziali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati nell’accordo di Parigi. I minerali critici, tra cui litio, nichel, cobalto, grafite, rame e terre rare, sono vitali per produrre prodotti energetici puliti come pannelli solari, turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici (EV). La domanda di litio, un componente chiave delle […]

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Rifondazione comunista partecipa alla manifestazione del 4 marzo a Firenze, con le organizzazioni sindacali confederali e di base, con Priorità alla Scuola, co


Oggi 94enne, resta entusiasta della sua invenzione, che però ha spalancato anche ai più piccoli la porta a una quantità infinita di contenuti e servizi che non sono adatti a loro e dai quali andrebbero tenuti lontano. Per questo bisogna introdurre sistemi di verifica dell’età. Se vuoi leggere il mio pezzo nella rubrica Governare il futuro su...



11,99 EURO A SETTIMANA! DOPO TWITTER E FACEBOOK, ANCHE POLIVERSO.ORG NON È DA MENO E CENTINAIA DI UTENTI GIÀ ADERISCONO AL SERVIZIO! COM'È POSSIBILE?

@Che succede nel Fediverso?

Sulla scia dei comunicati di Meta per offrire servizi aggiuntivi a 11,99 $/settimana, Poliverso.org lancia la propria iniziativa a 11,99 euro a settimana.
Con 11,99 euro a settimana sarà possibile


1) seguire non solo tutti gli account social del fediverso con Friendica, ma anche seguire interi siti web e gestire il proprio account Twitter
2) usare le funzionalità di Friendica per formattare i propri post, per modificare quelli già pubblicati, per programmarne la pubblicazione, per scrivere post con un titolo, per usare un calendario eventi (compatibile con #Mobilizon e Gancio) e per gestire account multipli
3) creare gestire e utilizzare i grupi/forum di Friendica che mettono a disposizione degli utenti del Fediverso le funzionalità dei gruppi Facebook
4) disporre di un'istanza Mastodon come Poliversity.it, dedicata al mondo della ricerca, della scuola e del giornalismo
5) far parte della comunità italiana di feddit.it, la più grande comunità italiana alternativa a Reddit basata su Lemmy e diventata ormai un vero e proprio "forum del fediverso", per partecipare alla discussione di tutte le community attuali o per crearne di nuove
6) eliminare gli annunci pubblicitari
7) sottrarsi al tracciamento durante la navigazione

Non solo tutto questo costa solo 11,99 euro a settimana, ma...

...UDITE UDITE...

...non si tratta di soldi che pagate voi, perché questi sono i costi che sostengono gli amministratori di Poliverso.org, Poliversity.it e Feddit.it!

Infatti mentre i social tradizionali multimiliardari iniziano a chiedere soldi agli utenti (senza peraltro smettere di drenare i loro dati personali), i nostri server vengono messi a disposizione degli utenti senza chiedere nulla in cambio!

A questo proposito, per chi volesse contribuire a mantenere vivo e in buona salute il progetto di Poliverso, vi informiamo che, su richiesta di alcuni nostri utenti, abbiamo finalmente attivato due servizi di crowfunding:

1) Ko-Fi
2) LiberaPay

Naturalmente tutti gli importi ricevuti in dono verranno utilizzati esclusivamente per la copertura dei costi sostenuti nella gestione dei progetti gestiti da Poliverso

La pagina LiberaPay di Poliverso

La pagina Ko-Fi di Poliverso

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)
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@Paco Len :fedora: sì, ma ti giuro che anche gli altri sono disponibili senza abbonamento... 😁


Insabbiati


Si tratta di poca roba, ma esemplare. Di roba che continuiamo a tenere ridicolmente bloccata supponendo di difendere interessi italiani che, invece, danneggiamo. Di una storia che finisce male perché è stata impostata malissimo. E nella sua pochezza racco

Si tratta di poca roba, ma esemplare. Di roba che continuiamo a tenere ridicolmente bloccata supponendo di difendere interessi italiani che, invece, danneggiamo. Di una storia che finisce male perché è stata impostata malissimo. E nella sua pochezza racconta la deriva irragionevole della politica italiana. Ebbene sì, sto ancora parlando degli stabilimenti balneari. Un problema piccolo piccolo che abbiamo fatto diventare un errore grande grande.

Perché, si chiedono i nazionalisti protezionisti, incapaci di proteggere e conoscere la Nazione, dovremmo concedere le nostre spiagge ai capitali stranieri? Risposta: perché è una balla e perché ragionando alla vostra maniera siamo fra i luoghi turisticamente più attrattivi del mondo, ma non abbiamo catene alberghiere italiane che siano multinazionali. Di media ne abbiamo una sola, il resto è tutto capitale internazionale. E questo bel risultato lo si è ottenuto con la pretesa di difendere i piccoli albergatori, facendoli uscire fuori mercato, così favorendo offerte qualitativamente ed economicamente migliori. Sarà meglio cambiare approccio.

Il vostro protezionismo che si rifiuta di mettere a gara quel che deve andare a gara, secondo il diritto europeo, ma anche secondo il diritto italiano, secondo una sentenza italiana e secondo gli interessi degli italiani, il vostro insensato protezionismo non ha protetto gli stabilimenti dal capitale straniero, ma i concessionari inerti da più giovani, più intraprendenti e più innovativi che vogliano prendere il loro posto. Impedendo a questi italiani di concorrere li si indirizzerà a fare altro o a non fare niente, sicché poi finirà come i grandi alberghi: uno a uno cadono in mani altrui. E dire, come ora provano a dire, che prima delle gare serve il censimento delle spiagge è come dire che si difende da anni quello che manco si conosce. Oltre a essere orrida l’idea che il demanio non conosca il proprio patrimonio.

Ma perché mai un governo di destra dovrebbe piegarsi a quel che vuole la sinistra? Perché la sinistra manco lo voleva e perché la direttiva europea è stata recepita e introdotta nel diritto italiano, nel marzo del 2010, a cura di un governo di destra, presieduto da Berlusconi, in cui Meloni era ministro. Non sono notizie segrete, circolano ovunque e ci facciamo la parte dei peracottari. Per giunta su una faccenda di pochissimo rilievo, che potrebbe essere affrontata lavorando sui bandi di gara, riconoscendo valore agli investimenti fatti (e verificati) e al fatturato, il che aiuterebbe a liberare le spiagge italiane da gestori che sfruttano la rendita senza investire neanche sui servizi igienici e da quelli che accettano solo pagamenti in nero e sono evasori fiscali. Una faccenda di pochissimo rilievo mentre ne incombono altre, dal Mes alla rimodulazione dei fondi europei, di ben altra portata. Indebolire la propria credibilità è autolesionismo.

Tutto ciò è possibile perché il capovolgimento logico del falso sistema maggioritario premia le minoranze di blocco. O ricatto. Il sistema elettorale maggioritario serve a far governare le minoranze, dato che le maggioranze, se sono tali, governano con qualsiasi sistema elettorale, proporzionale compreso. Il maggioritario serve a dire: sei minoranza, ma la più consistente, eccoti la forza aggiuntiva per governare. Ma se arrivi alle elezioni presentando false coalizioni, il cui solo interesse comune è vincere, il risultato è che il maggioritario trasformerà in maggioranza una minoranza relativa, ma, a quel punto, dentro la così ottenuta maggioranza si formeranno minoranze che bloccano tutto, pretendendo di prevalere perché “indispensabili”.

È così che il nostro è divenuto un mondo politico di minoranze estremiste, ciascuna delle quali reclama a sé la rappresentanza esclusiva degli interessi degli italiani. E se un ex estremista evolve in ragionevole, subito un ex ragionevole ne prende il posto di estremista. Un manicomio capace di insabbiare interessi, idee, credibilità e, alla lunga, anche onorabilità.

La Ragione

L'articolo Insabbiati proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Guerra in Ucraina: la Russia deve negoziare, ma sinceramente


Sotto molti punti di vista, l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin è stata un errore senza pari. Ha unito l’Europa e l’Occidente contro questo regime. Ha, per citare il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, ottenuto “più NATO, non meno”. Ha trasformato un paese che era relativamente polarizzato e diviso sulla questione delle relazioni con […]

L'articolo Guerra in Ucraina: la Russia deve negoziare, ma sinceramente proviene da L'Indro.



Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha assegnato oltre 31 milioni di euro al finanziamento degli istituti italiani che hanno accolto bambini e studenti ucraini.

Si tratta di 3.




NORSE / ABANDONACY


A distanza di tre anni dall'ottimo "Blu", recensito dall' infaticabile Massimo Argo su queste nostre stesse pagine, come un album in cui "la vita e la rabbia fluiscono accanto alla morte, come è naturale che sia", tornano a trovarci i Norse, una delle realtà più interessanti del panorama italiano. Nome magari ancora poco conosciuto, ma da tenere in grande considerazione, non fosse altro che per l'immenso potenziale che stanno dimostrando di avere.

@Musica Agorà #musica #punk

iyezine.com/norse-abandonacy

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NON SOLO MASTODON: MISSKEY.SOCIAL è nella Top10 delle istanze non giapponesi ed è tra le 3 istanze social italiane preferite tra quelle non basate su mastodon

@Che succede nel Fediverso?

Mastodon continua a dominare il Fediverso, ma iniziano a svilupparsi (anche in Italia) istanze basate su software alternativi, come Misskey, un progetto che prova ad arricchire l'esperienza del microblogging twitterbased con funzionalità interessanti e un'interfaccia molto piacevole.

E così, dopo pixelfed.uno e dopo l'istanza Friendica poliverso.org, ecco che misskey.social diventa la terza istanza italiana per numero di utenti tra i social del fediverso non basati su mastodon.

* Sì, lo sappiamo: l'istanza italiana feddit.it ha un numero di utenti maggiore rispetto a quello di Poliverso, ma Lemmy non può ancora essere tecnicamente considerato un social network.

Il post di @ピージイ タッソマン
⬇⬇⬇⬇⬇Il messaggio di Tassomen: "Siamo nella Top10 delle istanze #Misskey non giapponesi nel mondo"


Siamo nella Top10 delle istanze #Misskey non giapponesi nel mondo :ai_smile_misskeyio:



GDPR howto: efficaci misure tecniche supplementari per GMail, Google Drive e Google Workspace


monitora-pa.it/2023/03/01/gdpr…

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Una politica senza futuro


Con la lettera del 24 febbraio scorso ai presidenti delle due Camere e al presidente del Consiglio dei ministri, il presidente della Repubblica non si è limitato a segnalare il pasticcio delle concessioni balneari. Ha indicato anche altri problemi, quello

Con la lettera del 24 febbraio scorso ai presidenti delle due Camere e al presidente del Consiglio dei ministri, il presidente della Repubblica non si è limitato a segnalare il pasticcio delle concessioni balneari. Ha indicato anche altri problemi, quello dell’«abuso della decretazione di urgenza e la circostanza che i decreti-legge siano da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso i quali i governi esercitano l’iniziativa legislativa», nonché «il carattere frammentario, confuso e precario della normativa prodotta attraverso gli emendamenti ai decreti-legge e come questa produca difficoltà interpretative e applicative».

Questi problemi sono noti al governo, che sta cercando di porvi rimedio, come lo stesso presidente della Repubblica ha segnalato, ricordando «l’iniziativa che il presidente del Consiglio dei ministri ha di recente assunto, in dialogo con i presidenti delle Camere». Ma queste sono solo alcune tessere di un mosaico. Ve ne sono altre, i cui segni sono sotto gli occhi di tutti. Vorrei provare a metterle insieme, nella loro successione funzionale, perché, considerate congiuntamente, mostrano lo slittamento in corso del nostro sistema politico costituzionale, con effetti a cascata, e una trasformazione lenta e progressiva, iniziata da tempo. Tutto inizia con il fatto che «i partiti si sono allontanati dalla società», come ha scritto Luciano Violante, il 26 febbraio scorso, su Domani : pochi iscritti; forte diminuzione, con bruschi cali, della partecipazione politica attiva; perdita di elettori; rottura del rapporto elettori-eletti; forte volatilità elettorale; congressi rarissimi.

Uno dei maggiori partiti degli ultimi trent’anni ha affidato la guida della propria organizzazione ad una candidata iscrittasi in vista delle primarie e scelta da un numero di partecipanti quasi sette volte superiore al numero degli iscritti: c’è differenza rispetto alla scelta di un «podestà straniero»? Si può dire che in questo modo quel partito riesce a perdere anche le proprie elezioni interne, dopo averle delegate ad altri? La trasformazione dei partiti da associazioni in comitati elettorali, o tutt’al più in movimenti, e quindi il loro regresso allo stato iniziale della «forma partito», comporta anche un’altra conseguenza: le loro rappresentanze parlamentari non sono composte da eletti, ma da nominati, perché scelti dai vertici e assegnati a collegi più o meno sicuri.

Un’altra conseguenza della rarefazione del rapporto tra politica e società sta nel fatto che le forze politiche, non avendo né sicuri votanti né molti iscritti, operano in funzione di gruppi e associazioni di categorie. Mario Monti, sul Corriere della Sera del 26 febbraio scorso, ha segnalato la loro tendenza a regalare risorse dello Stato a categorie organizzate di cittadini nella speranza che questi contraccambino con il loro voto, un fenomeno non solo italiano, ma da noi più diffuso che altrove.

Questi fenomeni si accompagnano con uno svuotamento del Parlamento, sia in termini di persone, sia in termini di funzioni. Il numero dei parlamentari è stato ridotto di un terzo. Le funzioni molto di più. La funzione legislativa è ormai svolta dal governo (si va avanti con più di un decreto-legge a settimana). L’assegnazione alle oligarchie al vertice dei partiti del compito di scegliere i candidati e paracadutarli nei collegi ha invertito il rapporto maggioranza parlamentare-governo: se una volta era la maggioranza che dominava, oggi è il contrario. Quindi, i parlamentari più che «policy makers», sono meri «politicians». Ma, frustrati dal fatto di essere esclusi dalle maggiori decisioni, si prendono una rivincita: inseriscono nei decreti-legge del governo, che debbono convertire, ogni tipo di norme (il presidente Repubblica ha segnalato che ai 149commi originari del decreto-legge «milleproroghe» se ne sono aggiunti altri 205 nel corso della conversione parlamentare) e propongono commissioni monocamerali o bicamerali di inchiesta, una volta usate con molta parsimonia per raccogliere dati e notizie su materie di pubblico interesse, ora proposte in gran numero come strumento di battaglia politica, o talora come tribunali del popolo.

Un altro cambiamento riguarda il governo e, in particolare, il suo presidente, il cui peso e la cui forza aumentano. Ciò è dovuto, da un lato, a ragioni strutturali: il capo del governo, in un regime parlamentare, quando ha un mandato popolare e una sicura maggioranza nelle Camere, può contare sul «continuum» maggioranza parlamentare-governo, mentre il presidente di una Repubblica presidenziale non necessariamente gode dell’appoggio di una maggioranza parlamentare. Dall’altro lato, la partecipazione all’Unione europea e ai vertici dei molti organismi internazionali, costituisce un elemento esterno di rafforzamento del ruolo del capo dell’esecutivo perché le decisioni collettive più importanti vengono prese a Bruxelles o in Summit internazionali a Bali, e lì l’Italia è rappresentata dal presidente del Consiglio dei ministri. Questo, quando non è il decisore di ultima istanza, è comunque il punto necessario d’incontro tra i decisori. Le trasformazioni illustrate producono conseguenze anche sugli altri poteri, su quello amministrativo, tanto essenziale ma sempre più vincolato, e su quello giudiziario, anch’esso importante, ma ormai fuori fase rispetto alla domanda di giustizia.

Non tutti questi passaggi si sono completati, ma si è perduta la cornice politico-costituzionale che ha retto finora il nostro sistema di potere, con una verticalizzazione del potere centrale in parallelo con quello nelle regioni, anche se nel primo caso indebolito dalla breve durata degli esecutivi. Se alcuni di questi sviluppi rappresentano una tendenza inesorabile e sono effetto e causa della debolezza della democrazia, tuttavia, due aspetti segnalano una vera e propria regressione: i meccanismi di selezione del personale politico e lo «short-termism». Se né la «carriera» all’interno di un partito, né la scelta degli elettori sono utilizzati per reclutare e selezionare parlamentari e ministri, quale è lo strumento per formare le classi dirigenti politiche? Se la politica è tutta declinata al quotidiano, chi disegnerà un futuro per l’Italia?

Corriere della Sera

L'articolo Una politica senza futuro proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Prova con #Hashtag e formattazione nel titolo

@Test: palestra e allenamenti :-)

Ok, ciao a tutti

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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COME INTERPRETA LEMMY I LINK QUANDO ESSI INCLUDONO IL 200° CARATTERE, DAI POST SENZA TITOLO OSSIA L'ULTIMO CARATTERE CHE VIENE ESTRAPOLATO PER RICAVARE UN TITOLO?

@Test: palestra e allenamenti :-)

I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo, di William Alexander
27 Febbraio 2023 - di Rita Giordano - Commenta
I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo di William Alexander
“I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo“- Storia, viaggi e avventure alla scoperta del frutto più amato di William Alexander è un saggio sulla storia del pomodoro, all’inizio disprezzato e oggigiorno osannato in tutto il mondo. Edito da Aboca Edizioni e pubblicato da pochissimo, I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo (titolo originale: Ten Tomatoes That Changed the World. A History, tradotto da Domenico Giusti) è un libro interessante, originale e leggero sulla storia del pomodoro dalle origini ai giorni nostri.

William Alexander è autore di diversi editoriali. Ha scritto varie opere, quali “52 Loaves” (2010), “Flirting with French”(2014) ma è conosciuto soprattutto per il suo memoir diventato bestseller negli USA “The $64Tomato” (2006).

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Intervista a Vittore Baroni 2023


Il 17 gennaio del 1956, un piccolo asteroide cadde nei pressi di Forte dei Marmi …

All’interno del prezioso corpo celeste, trovava dimora un’entità aliena molto particolare, che prese le sembianze umanoidi di VITTORE BARONI, con una precisa missione: insinuarsi ed integrarsi tra i terrestri, per studiarne usi e costumi.

iyezine.com/vittore-baroni-int…

#arte #mailart #mailartist



MENTRE LEMMY DIVENTA SEMPRE PIÙ IL FORUM E L'AGGREGATORE DI NEWS DEL FEDIVERSO, FLIPBOARD STA INTEGRANDO MASTODON NELLA SUA APP PRINCIPALE!

LINK


#Flipboard ha annunciato che sta integrando Mastodon nella sua app principale, in modo che gli utenti possano sfogliare i propri feed proprio come possono "sfogliare" le loro timeline di Twitter. Flipboard sta inoltre avviando la propria istanza Mastodon nel tentativo di incoraggiare un'adozione più ampia tra la sua base di utenti.

Secondo il CEO di #Flipboard Mike McCue, i due aggiornamenti sono i primi "passi iniziali" di un piano più ampio per abbracciare i protocolli di social networking decentralizzati che sono stati resi popolari da Mastodon nell'ultimo anno. Invece di fare affidamento sui "grafi sociali proprietari" di servizi come Twitter e Facebook, entrambi diventati sempre più ostili agli sviluppatori esterni, Flipboard potrebbe invece essere incentrato su ActivityPub, il protocollo open source che alimenta Mastodon e il resto dei servizi decentralizzati. che compongono il “Fediverso”.

L'articolo di Karissa Bell
FLIPBOARD IS LEANING INTO MASTODON
AND AWAY FROM TWITTER
è su Engadget

La schermata di Flipboard

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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Unknown parent

@Francesco 🕳️ Purtroppo temo che attenderai molto a lungo... 😒

"This project is archived. Due to circumstances, the project as planned did not take place. This page is left as a placeholder, for transparency reasons and to perhaps inspire others to take up this work."

Ma forse qualcosa si muove di nuovo...


Discourse sta aggiungendo il supporto ActivityPub e richiedendo feedback sulla loro sp proposta ispirata a Lemmy


Pavilion e CDCK (Discourse.org) stanno discutendo la creazione di un plug-in ActivityPub per Discourse. Dopo alcune discussioni, siamo arrivati ​​alle specifiche di seguito. Qualsiasi commento o suggerimento è benvenuto prima di finalizzarlo. Si noti che il supporto per i contenuti in arrivo (ad es. post su Mastodon ecc. importati in Discourse) è intenzionalmente escluso. Sarà possibile aggiungerlo in una versione successiva.




PROVA DI TITOLO LUNGO E LINK CON RIFERIMENTO IPERTESTUALE ALL'INTERNO DEL TESTO CHE VERRÀ ESTRAPOLATO DA LEMMY PER FARLO DIVENTARE IL TITOLO DI UN NUOVO POST

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I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo, di William Alexander
27 Febbraio 2023 - di Rita Giordano - Commenta
I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo di William Alexander
“I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo“- Storia, viaggi e avventure alla scoperta del frutto più amato di William Alexander è un saggio sulla storia del pomodoro, all’inizio disprezzato e oggigiorno osannato in tutto il mondo. Edito da Aboca Edizioni e pubblicato da pochissimo, I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo (titolo originale: Ten Tomatoes That Changed the World. A History, tradotto da Domenico Giusti) è un libro interessante, originale e leggero sulla storia del pomodoro dalle origini ai giorni nostri.

William Alexander è autore di diversi editoriali. Ha scritto varie opere, quali “52 Loaves” (2010), “Flirting with French”(2014) ma è conosciuto soprattutto per il suo memoir diventato bestseller negli USA “The $64Tomato” (2006).

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La Francia ha deciso di proteggere i minori da quei genitori che condividono compulsivamente le foto online dei figli


PARIGI — I genitori francesi dovrebbero pensarci due volte prima di pubblicare troppe foto della loro prole sui social media

@Etica Digitale

"Il messaggio ai genitori è che il loro compito è proteggere la privacy dei propri figli", ha detto in un'intervista Bruno Studer, deputato del partito del presidente Emmanuel Macron che ha presentato il disegno di legge. "In media, i bambini hanno 1.300 foto di se stessi che circolano sulle piattaforme dei social media prima dei 13 anni, prima ancora che gli sia permesso di avere un account"

L'articolo di LAURA KAYALI è su Politico




Le preoccupazioni di @EU_EDPB sui trattati Per il trasferimento dei dati personali verso gli USA. #GDPR #privacy


L'EDPB accoglie con favore i miglioramenti nell'ambito del quadro sulla privacy dei dati UE-USA, ma permangono preoccupazioni.

@Etica Digitale

«Allo stesso tempo lo #EDPB esprime perplessità e chiede chiarimenti su diversi punti. Questi riguardano, in particolare, determinati diritti degli interessati, i trasferimenti successivi, la portata delle esenzioni, la raccolta temporanea di dati in blocco e il funzionamento pratico del meccanismo di ricorso. L'EDPB accoglierebbe favorevolmente se non solo l'entrata in vigore ma anche l'adozione della decisione fosse subordinata all'adozione di politiche e procedure aggiornate per attuare l'ordine esecutivo 14086 da parte di tutte le agenzie di intelligence statunitensi.»

edpb.europa.eu/news/news/2023/…