La Cina riabilita le madri single in nome dell’utilitarismo riproduttivo
A chi appartiene l’altra “metà del cielo”? Su Banbiantian (半边天 “metà del cielo”) raccontiamo le storie di chi in Asia orientale lotta per la giustizia di genere in tutte le sue declinazioni. Quali effetti ha il declino demografico sullo status delle madri single in Cina? L’inverno demografico è arrivato. In Cina la popolazione è in recessione, per la prima volta ...
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Il vertice Aukus sui sottomarini nucleari
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro australiano Anthony Albanese e quello britannico Rishi Sunak, si riuniscono alla base navale Point Loma di San Diego per illustrare i dettagli del patto di sicurezza che lega le tra nazioni, il cosiddetto Aukus, che rafforza la cooperazione in materia di difesa tra i tre alleati di fronte alla minaccia di una Cina che continua a espandere la sua influenza nell’Indo-Pacifico. L’ultima volta che i leader di Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia si sono riuniti per affrontare un avversario nel Pacifico è stato in occasione della Seconda guerra mondiale. Allora il nemico era il Giappone imperialista. Oggi, è l’assertività di Pechino a preoccupare i tre Paesi. Quanto deciso a San Diego è il risultato di un anno e mezzo di negoziato, con l’obiettivo di dotare Canberra di sottomarini a propulsione nucleare, come parte di una più ampia spinta per contrastare la crescente potenza militare di Pechino.
Il piano sui sottomarini
Il piano prevede la collaborazione tra Australia e Regno Unito per la progettazione di una nuova classe di sommergibili basati sulla tecnologia americana, da realizzare entro il 2040, e l’acquisizione entro il 2030 di cinque sottomarini della classe Virginia dagli Stati Uniti, come forza di transizione e di addestramento per formare gli equipaggi australiani che si troveranno a operare sui battelli nucleari. Attualmente solo sei Paesi dispongono di sottomarini a propulsione nucleare: Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina e India. L’Australia, la cui flotta è composta da sei sottomarini classe Collins a propulsione diesel, sarà il settimo, una volta che la flotta Aukus sarà dispiegata. I nuovi sommergibili daranno alla Marina australiana una forza navale la cui portata strategica sarebbe notevolmente potenziata grazie alla capacità dei nuovi battelli di rimanere in mare, in immersione, per mesi.
La “classe Aukus”
Tutti e tre i Paesi dovranno investire pesantemente per potenziare la propria base industriale di difesa, con i cantieri statunitensi e britannici già a pieno regime per soddisfare le commesse nazionali. La Gran Bretagna, per esempio, ha investito notevoli risorse nella realizzazione del suo programma Dreadnought, progettato per portare il deterrente nucleare del Regno Unito. I sottomarini di nuova generazione previsti dal patto Aukus dovrebbero avere un design basato su una variante della prossima generazione di sottomarini nucleari del Regno Unito, chiamata SSN (R), destinata a sostituire gli attuali di classe Astute. Al di là delle difficoltà però, il patto Aukus sui sottomarini, legato anche accordo con Italia e Giappone per la costruzione del caccia di sesta generazione Gcap, potrebbe fornire all’industria della Difesa britannica una programmazione con una durata venticinquennale.
Il ruolo degli Stati Uniti
La variante prevista per l’Australia, soprannominata SSN Aukus, vedrà l’ampio utilizzo di tecnologia statunitense, in particolare nei sistemi d’arma e di combattimento, tra cui i missili da crociera Tomahawk della Lockheed Martin e i siluri MK48. L’Aukus sarà probabilmente basato su un modello modificato della classe Astute o Virginia, e il suo costo medio potrebbe aggirarsi tra i cinque e i sette miliardi di dollari. Se si aggiungono i costi degli armamenti e dei sistemi di combattimento, il supporto durante il ciclo di vita e l’addestramento, nonché i necessari investimenti in impianti di produzione in Australia, il costo totale del programma potrebbe salire a 125 miliardi di dollari australiani. Negli Stati Uniti permangono alcune perplessità sulle questioni relative al trasferimento tecnologico dei segreti americani sulla propulsione nucleare, al centro dell’accordo sui sottomarini di Aukus, e ancora più problematica sarebbe la cooperazione in materia di intelligenza artificiale, armi ipersoniche e capacità sottomarine, per le quali i requisiti di trasferimento previsti dal Regolamento sul traffico internazionale di armi impediscono la condivisione di informazioni con cittadini non statunitensi. Tuttavia, considerati i tempi lunghi del programma, è probabile che i tre governi riescano a prevedere delle clausole per consentire questo tipo di movimenti.
La strategia di Londra
Il viaggio di Sunak sulla costa orientale degli Stati Uniti avviene mentre nel Regno Unito il gabinetto presenta al Parlamento la sua Integrated review aggiornata, la dichiarazione completa sulla sua politica estera e di sicurezza dell’esecutivo di Londra. Secondo quanto dichiarato da Downing Street prima del viaggio del premier britannico negli Stati Uniti, “l’Integrated review aggiornata affronterà i gravi rischi della Russia di Putin, il comportamento sempre più preoccupante del Partito comunista cinese e le minacce ibride alla nostra economia e alla nostra sicurezza energetica”. All’interno del programma, quasi tre miliardi di sterline sono destinati alla costruzione di infrastrutture industriali nucleari, programmi di qualificazione nucleare e miglioramento dei servizi di supporto per i sottomarini in servizio. Attività che serviranno anche a sostenere i piani di sviluppo dei nuovi sottomarini nucleari per l’Australia nel contesto del patto Aukus.
ANALISI. Siria e Hezbollah raccolgono i frutti della riconciliazione tra Teheran e Riyadh
di Michele Giorgio
Pagine Esteri, 14 marzo 2023 – Quanto avverrà sul terreno in Medio oriente nel prossimo futuro darà la misura della sostanza della ripresa delle relazioni tra l’Arabia saudita e l’Iran annunciata la scorsa settimana. Il fatto che i due paesi abbiano deciso, con la mediazione di Pechino, di ristabilire i rapporti diplomatici, non significa che tutti i problemi tra le parti, nemiche per anni, siano risolti. Lo ha puntualizzato ieri in un’intervista a Asharq al Awsat il ministro degli esteri saudita, Faisal bin Farhan al Saud. Un invito alla prudenza di fronte alle ampie differenze che Teheran e Riyadh dovranno provare ad accorciare nelle prossime settimane.
Nella regione però il solo annuncio fatto a Pechino ha avuto riflessi immediati in vari scenari. Uno di questi sarà discusso il 15 e 16 marzo a Mosca durante l’incontro sulla Siria a livello di viceministri degli esteri tra Turchia, Russia, Siria e anche l’Iran, per la normalizzazione delle relazioni tra Ankara e Damasco, avversarie irriducibili dall’inizio della guerra in Siria nel 2011. Non è un caso che sabato scorso il presidente tunisino Kais Saied abbia annunciato che invierà un ambasciatore in Siria per rinnovare le relazioni bilaterali. E qualche giorno fa da Riyadh hanno fatto sapere che l’isolamento della Siria non funziona e che il dialogo è necessario se si vuole affrontare la crisi dei rifugiati e altre preoccupazioni umanitarie causate dal recente terremoto. Nel frattempo, si sono «normalizzati» i rapporti tra Turchia e Arabia saudita e applausi all’annuncio in Cina sono giunti anche dalla Lega araba che si prepara a restituire alla Siria il suo seggio. Ed è di ieri l’indiscrezione che gli Emirati, alleati dell’Arabia saudita nella sanguinosa guerra in Yemen contro Ansarallah, sarebbero ora intenzionati a negoziare con i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran. Un passo che valutano anche i sauditi.
Ricadute politiche rilevanti si attendono in Libano, alle prese con una terribile crisi economica e da oltre venti anni campo di battaglia tra i partiti legati a Teheran/Damasco (Fronte 8 Marzo) e quelli filoccidentali appoggiati da Riyadh/Washington (Fronte 14 Marzo). L’ambasciatore saudita a Beirut, Walid Boukhari, ha dichiarato che c’è «sicuramente» qualcosa di positivo per il Libano a seguito della distensione dei rapporti tra Iran e Arabia saudita. Parole che forse indicano una soluzione vicina per la nomina del nuovo presidente libanese congelata da ottobre a causa delle divisioni tra 8 Marzo e 14 Marzo. Ma ad attendere in Libano più di ogni altro partito o movimento i frutti di Pechino è Hassan Nasrallah, il segretario generale del movimento sciita Hezbollah. Nasrallah che in questi anni ha rivolto non pochi dei suoi discorsi infuocati all’Arabia saudita alleata degli Stati uniti e di Israele potrebbe ora abbassare i toni in cambio di un tacito riconoscimento dall’erede al trono Mohammed bin Salman.
In casa israeliana invece si litiga. Il premier Netanyahu e il suo predecessore Yair Lapid si accusano a vicenda di non aver agito in tempo per spingere i sauditi a firmare gli Accordi di Abramo e a non riconciliarsi con gli iraniani, come se avessero nelle loro mani il volante della politica estera di Riyadh. Sullo sfondo prosegue senza soste l’addestramento israelo-americano per un possibile attacco aereo alle centrali nucleari di Teheran.
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Caccia e sottomarini. Il piano di Londra per avvicinare Atlantico e Pacifico
Cinque miliardi di sterline per i prossimi cinque anni per ricostruire le scorte di munizioni intaccate dagli aiuti all’Ucraina, per modernizzare le capacità nucleare e finanziare la prossima fase dei sottomarini previsti nel patto Aukus. È quanto previsto dalla Integrated review refresh (Irr) del primo ministro britannico Rishi Sunak, la strategia di difesa nazionale del Regno Unito commissionata dal gabinetto di Londra per incorporare le lezioni apprese dalla guerra in Ucraina e ridefinire il modo con cui la Gran Bretagna intende interfacciarsi con la minaccia della Cina. Il nuovo documento si aggiunge al programma quadriennale di spese per la Difesa britannica di 24 miliardi di sterline deciso nel 2020, il più grande aumento di spesa dalla Guerra fredda.
Il nuovo piano di Sunak
La nuova spesa prevista da Downing Street prevede nello specifico poco meno di due miliardi di sterline da destinare al rifornimento delle scorte di armi fornite all’Ucraina e a nuovi investimenti nelle infrastrutture di munizioni del Regno Unito. Tre miliardi, invece, sono da destinare alla costruzione di infrastrutture industriali nucleari, programmi di qualificazione nucleare e miglioramento dei servizi di supporto per i sottomarini in servizio. Attività che serviranno anche a sostenere i piani di sviluppo dei nuovi sottomarini nucleari per l’Australia nel contesto del patto Aukus.
Il patto Aukus
Il programma di Sunak è stato pubblicato mentre il primo ministro si trovava negli Stati Uniti per l’incontro con presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro australiano Anthony Albanese proprio per definire i dettagli del patto di sicurezza Aukus che lega le tra nazioni. Il piano, infatti, prevede la collaborazione tra Australia e Regno Unito per la progettazione di una nuova classe di sommergibili basati sulla tecnologia americana, da realizzare entro il 2040, e l’acquisizione entro il 2030 di cinque sottomarini della classe Virginia dagli Stati Uniti, come forza di transizione e di addestramento per formare gli equipaggi australiani che si troveranno a operare sui battelli nucleari.
Il caccia di sesta generazione
All’interno dei tre miliardi è ricompreso anche il programma per il caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap) che Londra sta sviluppando con Roma e Tokyo. A breve, tra l’altro, potrebbe esserci anche un vertice tra i ministri della Difesa italiano, britannico e giapponese Guido Crosetto, Ben Wallace e Yasukazu Hamada per discutere i prossimi passi verso lo sviluppo congiunto del Gcap, da realizzare a margine di Dsei Japan, la principale manifestazione dedicata al settore della Difesa integrato del Giappone, che si terrà a Chiba, vicino Tokyo, dal 15 al 17 marzo. Insieme, Aukus e Gcap, rientrano in quello che Londra ha definito il suo “Indo-Pacific tilt”, strumenti che serviranno alla Gran Bretagna per “rafforzare i legami Atlantico-Pacifico”, come si legge nella nota di accompagno al testo indirizzata da Sunak al Parlamento.
Oltre il 2% alla Difesa
Nel testo, inoltre, il primo ministro ha anche segnalato l’ambizione di aumentare la spesa della Difesa al 2,5% del Pil nel lungo periodo, anticipando in qualche modo un trend che potrebbe emergere all’interno della Nato (Anche se i conservatori chiedevano addirittura il 3%). Al momento, il Regno Unito è uno dei pochi Paesi europei dell’Alleanza Atlantica a raggiungere il requisito del 2% del Pil da dedicare alla Difesa. Tuttavia, lo scenario apertosi con l’invasione russa dell’Ucraina ha aperto la prospettiva di aumentare ulteriormente l’obiettivo del 2% previsto nel Galles nel 2014, e il prossimo vertice di Vilnius di luglio potrebbe essere l’occasione per settare un ulteriore aumento. Con la previsione della Irr, Londra sembra voler giocare d’anticipo su questa previsione.
Jet, sensori e molto altro. L’industria italiana protagonista del Dsei Japan
Ci sarà tanta Italia al prossimo Dsei Japan, la principale manifestazione dedicata al settore della Difesa integrato del Giappone, che si terrà a Chiba, vicino Tokyo, dal 15 al 17 marzo. Un evento che vedrà la partecipazione delle principali aziende italiane del settore, a partire da Leonardo. Protagonista sarà sicuramente il sistema aereo di combattimento di sesta generazione, il Global combat air programme (Gcap), che il nostro Paese realizza insieme a Londra e Tokyo. L’occasione, infatti, potrebbe vedere a margine anche un vertice tra i ministri della Difesa italiano, britannico e giapponese Guido Crosetto, Ben Wallace e Yasukazu Hamada per discutere i prossimi passi verso lo sviluppo congiunto del Gcap.
Il caccia di sesta generazione
All’evento saranno presenti tutte le principali aziende responsabili del progetto Gcap come la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e la britannica BAE Systems, compreso il consorzio italiano che partecipa al Gcap composto Avio Aero, Elettronica, Mbda Italia e Leonardo. Un programma, come sottolineato dal senior vice president del gruppo di piazza Monte Grappa per il programma Gcap, Guglielmo Maviglia, che “guiderà la rivoluzione tecnologica che caratterizzerà il nostro settore nei prossimi cinquant’anni”. La sfida principale sarà creare un “sistema dei sistemi multidominio – ha spiegato ancora il manager – con l’aereo che rimarrà la core platform e i vari assetti che saranno interconnessi generando un sistema integrato, che va dalle piattaforme senza pilota agli armamenti” in grado di comunicare con tutti gli altri domini operativi, di terra, mare, aria, spazio e cyber”.
L’Italia sul Gcap
Al programma, per esempio, le italiane Leonardo ed Elettronica partecipano con la giapponese Mitsubishi Electric alla creazione della dimensione sensoristica del caccia di sesta generazione, attraverso lo sviluppo dell’Integrated sensing and nonkinetic effects & integrated communications system (Isanke&Ics). Una vera e propria rete di sistemi interconnessi in grado di conferire al velivolo capacità superiori in termini di sensoristica e di auto-protezione. Altro sistema fondamentale è quello degli effettori, i sistemi offensivi e difensivi di cui sarà dotato il Gicap, al quale partecipa anche Mbda che presenterà al Dsei la prossima generazione di effector da abbinare al caccia del futuro.
Il ruolo di Leonardo
Naturalmente, però, non si parlerà solo del caccia di sesta generazione, e il legame nel settore Difesa tra Italia e Giappone è cresciuto notevolmente nel corso degli anni. Leonardo è presente nel Paese del Sol levante da quarant’anni, fornendo diversi sistemi alle forze armate e di sicurezza nipponiche, a partire dagli oltre 160 elicotteri scelti dalla Marina, la Guardia costiera, la Polizia e le unità antincendio e Sar del Giappone. Al Dsei, la società italiana metterà in mostra il suo elicottero multi-missione AW139M, versione militare del più noto mezzo civile. C’è anche da ricordare che la Forza di auto-difesa aerea giapponese ha scelto la nuova struttura dell’International flight training school (Ifts), realizzata in Sardegna da Leonardo e dall’Aeronautica militare, per l’addestramento dei propri allievi piloti militari, con al centro l’uso dell’addestratore M-346 realizzato dal gruppo di Monte Grappa.
Sistemi all’avanguardia
Al Dsei Leonardo promuoverà dei sistemi avanzati di contromisure expendable attive per i velivoli da combattimento: BriteCloud, basato sulla tecnologia di disturbo Digital radio frequency memory, lanciabile da dispenser standard, progettato per contrastare le minacce a guida radar, e Miysis Dircm a difesa dai missili a guida infrarossa. In mostra anche i radar multifunzione e multi-dominio, fissi e mobili, per la sorveglianza e difesa aerea, terrestre e marittima, e la famiglia di munizioni Vulcano con calibri da 155 mm nella versione terrestre e da 127 mm in quella navale.
Come il leader populista López Obrador riforma il Messico
Recentemente, il Messico è stato un “caso stato” nei media mainstream occidentali perché è diventato teatro di proteste contro l’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO). Le proteste sono nate come reazione alla riforma della legge elettorale con particolare attenzione all’Istituto Nazionale Elettorale (Instituto Nacional Electoral – INE), l’ente pubblico che sovrintende allo svolgimento delle […]
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USA – Cina: come costruire cordoni di sicurezza
Parlando all’Aspen Institute nel dicembre 2022, il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale per gli affari indo-pacifici Kurt Campbell ha sottolineato la necessità di “costruire i guardrail” per impedire alle relazioni USA-Cina di “spostarsi in aree destabilizzanti”. Per fare ciò, Washington deve stabilire un dialogo regolare per dissipare i peggiori timori di Pechino sulle intenzioni […]
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Turchia: turbolenze per l’opposizione in vista delle elezioni
La Turchia questo mese ha assistito a una turbolenza politica che è durato solo quattro giorni. Il 2 marzo, Meral Aksener, il leader del Good Party, si è temporaneamente ritirato da una coalizione di partiti di opposizione chiamata Tavola dei Sei. Il tavolo è composto dal Partito popolare repubblicano, il principale partito di opposizione di […]
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AVVISO AL SINDACO DI BOLOGNA: LA STORIA NON SI CANCELLA, SI STUDIA
La cancel culture non è un’invenzione americana e non è (solo) la conseguenza della degenerazione di quel politicamente corretto tipico di un Paese “giovane” e perciò refrattario al senso della Storia e al sentimento della Tragedia. La cancel culture è nata in Italia.
Nell’Italia cattocomunista, afflitta dai sensi di colpa per il Fascismo, la “guerra civile” fu cancellata per ben 45 anni e fu ammessa come fatto storico solo quando, nel 1990, uno studioso “democratico”, Claudio Pavone, così intitolò un suo inequivocabile saggio. Con lo stesso spirito fu proscritta la parola “Patria”. E con essa fu di colpo cancellata e offesa la memoria di Dante, di Petrarca e degli eroi risorgimentali che al sogno della Patria-Italia, libera e unita, dedicarono la propria vita.
La parola Patria, parola che unisce, scomparve così dal vocabolario repubblicano e divenne monopolio esclusivo della destra post fascista. Con un’eccezione che sa di paradosso. Ad utilizzarla con inusitata passione colma di nostalgia fu un Papa, PioXII. “È necessario che voi guardiate alla Patria comune, all’Italia… Certo bisogna dire che non ultimo tra i segni di disorientamento degli animi è questo diminuito amore alla Patria, a questa grande famiglia donataci da Dio”, disse il 23 marzo del 1958 Papa Pacelli incontrando i marchigiani residenti a Roma. Ma le sue parole caddero nel vuoto e la rimozione del concetto di Patria rimase un’anomalia tutta italiana per cinquant’anni ancora.
Non c’è dunque da stupirsi che, si immagina per accreditare la propria identità “di sinistra” e “antifascista”, un giovane sindaco del Pd abbia pensato bene di espungere il sostantivo “patriota” dalla toponomastica cittadina. Non da tutte le targhe, però, ma solo da quelle dedicate ai partigiani. Così ha deciso il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore, che nel farlo ha compiuto almeno due torti. Ha fatto in primo luogo torto al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, cui si deve il ritorno in auge del concetto di Patria. Non fu un vezzo, il suo, ma una scelta ragionata figlia della consapevolezza che il patriottismo rappresenta il principale antidoto al nazionalismo e, come sosteneva Altiero Spinelli, il necessario presupposto all’europeismo. Grazie a Ciampi la “Patria” e il “Tricolore” rientrarono a piano titolo nella simbologia repubblicana. E vi rientrarono anche perché, come scrisse Montesquieu ne Lo spirito delle leggi, “ciò che io chiamo Virtù, nella Repubblica, è l’amore della patria, vale a dire l’amore dell’uguaglianza”.
La Patria come elemento unificante, dunque. La Patria come terreno comune dove si coltiva il sacrificio per gli altri. Un concetto richiamato con chiarezza dall’attuale Presidente, Sergio Mattarella, nel discorso con cui concluse l’ultimo, drammatico anno di Covid. Nel volto dei sindaci e dei presidenti di regione, disse Mattarella il 31 dicembre del 2021, «scorgo il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica”.
Se pensava di fare torto a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia, che in effetti nel loro abusare della parola “patriota” un po’ ne sviliscono il senso, Matteo Lepore sappia che ha fatto un torto a Carlo Azeglio Ciampi, oltre che alla verità storica e a tutti gli italiani. Ma, soprattutto, ha fatto un torto al, per citare il titolo di un saggio anticonformista di Romolo Gobbi, Mito della Resistenza. Non solo ai Gap, i Gruppi di azione “patriottica” che animarono quella Brigata partigiana non a caso intitolata ad un illustre patriota: Giuseppe Garibaldi. Ma, come ha scritto Massimo Gramellini sul Corriere della Sera, ha fatto torto a quella retorica della Resistenza, immaginiamo condivisa dal sindaco di Bologna, che “da oltre settant’anni cerca di affermare il principio che l’azione dei partigiani non era a favore di una parte, ma dell’Italia intera”. Sì che, conclude Gramellini, “la scelta di sganciare la Resistenza dal patriottismo rischia di offrire una strepitosa arma polemica a chi continua a negare la verità di questa ricostruzione storica”.
Naturalmente, ogni “ricostruzione storica” può essere legittimamente confutata. Ma non cancellando la Storia, bensì studiandola.
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Le lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke
Le lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke
Le lettere a un giovane poeta sono tra gli scritti più conosciuti e interessanti della letteratura internazionale, scritte da Rainer Maria Rilke e indirizzate all'aspirante poeta Kappus.Redazione (Kulturjam)
Energia, a Budapest parte il progetto Europeo della Fondazione Einaudi sui cambiamenti climatici – Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target
Simona Benedettini, in qualità di Energy Economist del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, aprirà il 16 marzo a Budapest la prima sessione di lavori del progetto europeo “Promoting power purchase agreements to achieve the net- zero target”, promosso dall’European Liberal Forum e che vede, tra i partner coinvolti, anche la Friedrich Naumann Foundation (Germania).
Nel workshop ungherese Benedettini indicherà le linee guida per lo sviluppo di uno studio comparato volto ad individuare le migliori pratiche applicate negli accordi di fornitura di energia elettrica (fondamentali per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero e per contrastare i cambiamenti climatici), nei diversi Stati aderenti alla ricerca. Parteciperanno, oltre all’Energy Economist che rappresenta la Fondazione Luigi Einaudi di Roma e che si occuperà di sviluppare l’analisi della situazione italiana, Gero Sheck per la Friedrich Naumann Foundation (Germania), Ricardo Silvestre per il Social Liberal Movement (Portogallo), William Hongsong Wang per la Fundacion para el Avance de Libertad (Spagna) e Tomas Babicz per l’Inditsuk Be (Ungheria).
L’incontro di Budapest segna l’avvio di un importante lavoro che si svilupperà durante tutto il 2023 con l’intento di dare un qualificato contributo al dibattito europeo sul clima. Già è in programma un secondo workshop a Lisbona nel mese di maggio, due pubblicazioni sul tema e relativi policy brief, per concludere con un grande evento a Roma entro la fine dell’anno.
Context
The recent REPowerEU Plan of the European Commission considers Power Purchase Agreements (PPAs) a key driver to achieve the new 2030 target of 45% share of renewable energy. According to the European Commission, such target is essential to ensure the timely and effective achievement of carbon neutrality in 2050. However, the diffusion of PPAs is facing several challenges across EU Member States due to both market and legislative barriers which are intrinsic to the long-term nature of PPAs. The project intends investigating the legislative and market framework for PPAs in different EU Member States (a preliminary and not conclusive list of countries might include Italy, Hungary, Germany, Spain, Portugal) to identify best practices for the diffusion of PPAs and to contribute to the EU debate on climate policies.
The theme of PPAs communities addresses issues common to the liberal political and ideological area many issues dear to the liberal area, from combating legislative and market barriers through a transnational and supra-national perspective to ecological challenges and economic savings.
Topics: Climate policies, Energy security, Climate neutrality, Net-zero future, FF55, REPowerEU, New Green Deal
VECTOR- Techno-Sustainability
About the event
The event consists in a workshop conceived as a follow up to discuss Power Purchase on a comparative frame and agree on a final publication. Simona Benedetttini (LEF project leader) will animate the workshop to explain to them how she conceived the project and to assist them in the realisation of a cohesive in-depth chapters on a European perspective. Benedettini will help authors reflecting on several issues such as:
- Identifying policies and market interventions which proved to be effective in promoting PPAs in EU countries
- Achieving an in-depth understanding on relevant barriers to the diffusion of PPAs
- Promoting the dissemination of best practices for the diffusion of PPAs
- Providing a relevant contribution to the EU debate on climate and energy policies
Programme
Wednesday 15 March 2023
10:00 – 19:00 Participants arrival to the Hotel Castle Garden, 40-41 Lovas utca, 1012 Budapest, Hungary
20:00 Meeting at the lobby for welcome and introduction
20:30 Dinner TBD
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Thursday 16 March 2023
Indítsuk Be Magyarországot Foundation, 2 Rózsahegy utca 1024 Budapest, Hungary
09:30 Introductory Remarks
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Speaker: Fjona Merkaj, European Liberal Forum Project Officer
09:45 Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target purpose, objective, and scope
Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
11:00 Coffee Break
11:15 Dialogue with the participants of the workshop and follow-up in view of the publication of the volume Promoting Power Purchase Agreements
Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
Speaker: Ricardo Silvestre, MLS, Portugal
Speaker: William Hongsong Wang, Fundación para el Avance de la Libertad, Spain
Speaker: Gero Scheck, FNF, Germany
Speaker: Tamas Babicz, IBM, Hungary
12:30 Highlights of the event goals and conclusive remarks
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
13:00 End of event & lunch with participants
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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RED STAR HISTORICAL RESEARCH GROUP – L’IRRISOLTO E MISTERIOSO OMICIDIO DEL CASORETTO-
Il primo fatto storico del quale ci siamo occupati è quello che abbiamo definito “L’irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto”, ovvero il doppio omicidio dei diciannovenni Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio”Iannucci uccisi da colpi di arma da fuoco il 18 marzo 1978 in via Mancinelli nel popolare quartiere Casoretto a Milano.
iyezine.com/lirrisolto-e-miste…
L'irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto 18 marzo 1978
L'irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto, irrisolto perché ancora ad oggi nonostante diverse inchieste gli assassini dei due giovani non hanno ancora un nome e forse mai lo avranno;Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Dalla UK all'UE: il dramma silenzioso della crittografia E2E
Il famoso software di comunicazione sicura, Signal, potrebbe cessare i suoi servizi in UK e — presumibilmente — anche in UE. Il motivo è una legge chiamata Online Safety Bill.
Dell’Online Safety Bill abbiamo già parlato insieme, ma per i nuovi lettori e per gli smemorati facciamo un breve riassunto degli episodi precedenti per capire cosa diavolo sta succedendo.
La cura per la sorveglianza di massa? Privacy Chronicles: due volte a settimana, anche a digiugno.
Tutto iniziò quando nel 2020 USA, UK, Nuova Zelanda, Australia e Canada decisero di sottoscrivere un accordo internazionale chiamato “Voluntary Principles to Counter Online Child Sexual Exploitation and Abuse”. Il documento affrontava il delicato tema di come combattere la diffusione di immagini e video pedopornografici online, con alcune proposte e principi che avrebbero dovuto guidare l’azione internazionale.
Nello stesso periodo, anche l’UE decise di fare lo stesso, emanando una strategia copia-carbone di quell’accordo internazionale. Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea pubblicarono così tre proposte di legge per combattere la pedopornografia online: EARN IT (USA), Online Safety Bill (UK) e Chatcontrol (UE).
Il trittico oggi propone, più o meno con le stesse modalità, di sottoporre a sorveglianza di massa e analisi automatizzata dei contenuti (testo, immagini, video) tutte le nostre comunicazioni elettroniche, per “scovare” potenziali pedofili.
In base a queste leggi, aziende come Signal sarebbero chiamate a introdurre nei loro sistemi delle modalità di scansione dei messaggi e rimozione dei contenuti su richiesta delle autorità.
Vuoi aiutare Privacy Chronicles? Dona qualche sat scansionando il QR Code con il tuo wallet LN preferito - oppure clicca qui!
Il problema è che per farlo potrebbero essere obbligate a indebolire i loro stessi sistemi di crittografia end-to-end (E2E) con backdoor o fantasiosi mezzi per individuare questi contenuti pedopornografici, come affermato anche dal Garante Privacy europeo la scorsa estate:
[…] potrebbe incidere pesantemente sulle scelte tecniche dei prestatori, soprattutto in considerazione del tempo limitato a loro disposizione per conformarsi a tale ordine e delle pesanti sanzioni cui andrebbero incontro qualora non vi si conformassero. In pratica ciò potrebbe indurre alcuni prestatori a cessare l’utilizzo della E2EE.
Ecco allora che le aziende saranno poste di fronte a un tremendo bivio: rispettare la legge, violando la privacy e libertà delle persone oppure fuggire per evitare pesanti sanzioni?
Innovazione nella scuola e per la scuola: si è conclusa oggi l’edizione 2023 di Fiera Didacta...
Innovazione nella scuola e per la scuola: si è conclusa oggi l’edizione 2023 di Fiera Didacta Italia!
L’evento ha visto la partecipazione del Ministero con un’area dedicata all’accoglienza e all’informazione e circa 70 eventi organizzati fra convegn…
Ministero dell'Istruzione
Innovazione nella scuola e per la scuola: si è conclusa oggi l’edizione 2023 di Fiera Didacta Italia! L’evento ha visto la partecipazione del Ministero con un’area dedicata all’accoglienza e all’informazione e circa 70 eventi organizzati fra convegn…Telegram
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Il Libretto Rosso di Matteo Renzi
Firenze, 10 marzo 2023.
Matteo Renzi sta passando un periodo non piacevolissimo.
Qualche giorno fa una certa Susanna Zanda gli avrebbe fatto presente che i tribunali civili non sono bancomat dai quali attingere per il proprio sostentamento. Un rimprovero piuttosto bonario che a Renzi è costato sedicimila euro. Sperava di incamerarne dieci volte tanti a spese di una importante gazzetta per cui è comprensibile che la cosa lo abbia lievemente contrariato.
Oggi invece è imputato come un brambilla qualsiasi per finanziamento illecito dei partiti.
Dicono che il boyscout di Rignano si sarebbe presentato in tribunale con una quarantina di libretti intitolati "Quaderno rosso per toga rossa".
Nel corso degli anni Renzi ha cercato di rottamare e sconfiggere i propri avversari politici.
Senza riuscirci.
Ha anche cercato di rottamare, sconfiggere e umiliare la base elettorale di un partito storico.
Riuscendoci benissimo.
Adesso ha adottato fin nei dettagli tutte le mosse propagandistiche del vecchio ricco che aspira a sostituire.
Un processo in atto da almeno dieci anni, di cui queste mosse non rappresentano altro che gli ultimi ritocchi.
Coi suoi quaderni rossi il boyscout di Rignano intende verosimilmente fare il verso alle Citazioni dalle opere del Presidente Mao Zedong, che servirono da ispirazione per la Rivoluzione Culturale.
Un periodo in cui molti ben vestiti e molti ben nutriti andarono incontro a difficoltà parecchio più serie di quelle con cui deve vedersela lui.
In tribunale con certe accuse non ci si deve finire, e basta.
Il fatto che nello stato che occupa la penisola italiana la magistratura sia incontestabile solo quando si occupa di scippatori, zingari, clandestini e piccoli spacciatori da cui si riforniscono i non ricchi è uno dei moltissimi motivi che ne rende ripugnanti gli ambienti del democratismo rappresentativo agli occhi di chiunque abbia un minimo di rispetto di sé.
Aggiornamento del 13 marzo 2023. Pare Matteo Renzi abbia ottenuto un successo importante, togliendo di tasca cinquecento euro a una pensionata che lo aveva insultato sul Libro dei Ceffi.
Proprio qualcosa di cui andare fieri.
The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null
The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null
@Musica Agorà
#metal #musica
iyezine.com/enbor-arnasamisant…
The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor ArnasaMisanthropik TormentShores Of Null
The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor ArnasaMisanthropik TormentShores Of Null: Debutto discografico per questo progetto metal dai Paesi Baschi composto da un uomo solo ai controlli, Iñaki Espartza produttore ed ingegnere del suono ai Geure Gogoa Reco…Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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News da Marte #12 | Coelum Astronomia
"Dopo alcuni mesi di assenza da queste cronache è il momento di raccontare cosa sta facendo Curiosity, impegnato in nuove scoperte ed esplorazioni."
The Green/Digital/Society è una conferenza che riunisce attori chiave che discutono di ecologia, tecnologia, diritti umani e politica in Europa.
Sebbene la tecnologia sia spesso promossa come la soluzione ai problemi ambientali, le prove dimostrano che la sua crescita vertiginosa, la produzione di massa di dispositivi e infrastrutture, la massiccia raccolta di dati e il capitalismo della sorveglianza estraggono duramente risorse dalla Terra, creando conflitti umani su terra, acqua, energia e informazioni .
Se sei un attivista per i diritti ambientali o digitali, un ricercatore, un decisore politico, un membro della comunità o semplicemente un essere umano preoccupato della regione SEE o dell'Europa, unisciti alla discussione sulle sfide attuali e sui potenziali piani di difesa per il futuro su questioni all'intersezione della politica verde , diritti umani e tecnologia.
Qui il programma con più informazioni sull'evento
Domande: info@sharedefense.org
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Scuola e opportunità europee, parte la formazione Erasmus+ ed eTwinning rivolta a docenti e dirigenti scolastici.
Info ▶️ erasmusplus.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Scuola e opportunità europee, parte la formazione Erasmus+ ed eTwinning rivolta a docenti e dirigenti scolastici. Info ▶️ https://www.erasmusplus.Telegram
⍼ Cassandra Seldon
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