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Il catastrofismo di media e intellettuali che deprime l’Italia


« Gli intellettuali italiani hanno sempre scelto un atteggiamento sdegnoso vero la realtà (rifiutandola) optando per la critica distruttiva, la mera critica di ingiustizie, la minaccia di catastrofi, l’atteggiamento piagnone»: lo ha scritto Sabino Cassese

«Gli intellettuali italiani hanno sempre scelto un atteggiamento sdegnoso vero la realtà (rifiutandola) optando per la critica distruttiva, la mera critica di ingiustizie, la minaccia di catastrofi, l’atteggiamento piagnone»: lo ha scritto Sabino Cassese (“Intellettuali”, il Mulino, 2021) ed è vero. È vero per gli intellettuali ma è ancor più vero per i giornalisti, per i politici di opposizione, per gli influencer. Il catastrofismo come costante del discorso pubblico italiano, la drammatizzazione come cifra narrativa dell’intero sistema mediatico.

Nessuno è senza peccato. Per i retroscenisti dei giornali, ad esempio, si tratta di un riflesso condizionato. In mancanza di notizie certe sul faccia a faccia tra Tizio e Caio riuniti a porte chiuse per dirimere una controversia politica, il vocabolario utilizzato è sempre, per non sbagliare, quello bellico: “conflitto”, “scontro”, “rissa”, “guerra”… Ogni soluzione politica, cioè ogni soluzione di compromesso, è raccontata come la vittoria schiacciante di uno e la sconfitta cogente dell’altro. Tertium non datur.

Abbiamo passato la scorsa estate chiusi nella nostra Fortezza Bastiani in attesa dell’arrivo di un’ordalia “fascista”. Che non c’è stata. Così come non sono state abolite la proprietà privata e le libertà personali quando “i comunisti” guidati da quel bolscevico di Romano Prodi sono andati al potere. Gli economisti avevano annunciato, pressoché all’unisono, la recessione dell’economia italiana ed europea sin dallo scorso autunno. Sbagliarono. I politologi avevano previsto la fine del Movimento 5stelle sin dalle elezioni di settembre. Sbagliarono. Osservatori e sinistre previdero che il governo Meloni avrebbe fatto saltare i conti pubblici. Sbagliarono anche loro. Così come sbagliò chi (Lucio Caracciolo) sostenne che Putin non avrebbe mai invaso l’Ucraina e chi (Alessandro Orsini) disse che se la sarebbe mangiata all’istante in sol boccone.

Ogni riforma viene raccontata come l’anticamera dell’inferno da chi non ne condivide i fini. È successo con le pensioni da Berlusconi alla Fornero, con il regionalismo spinto ieri e con l’autonomia differenziata oggi, con il Jobs Act di Renzi, con la riforma costituzionale della Boschi, con il nucleare, con gli inceneritori, con le trivelle, con i migranti, con il Mes… La fine del mondo è stata più volte annunciata, il mondo non è mai finito. Abbiamo visto atteggiamenti più o meno commendevoli, abbiamo assistito ad innovazioni più o meno efficaci: tutto è stato discutibile, nulla si è rivelato fatale.

Viene, però, da chiedersi come sarebbe l’Italia se chi ha la responsabilità di formare (e informare) l’opinione pubblica adattasse il proprio canone narrativo al realismo anziché al catastrofismo. C’è da credere che saremmo un Paese migliore. Il confronto sul merito delle questioni sortirebbe soluzioni più coerenti con la complessità dei problemi. L’attenuazione di un pessimismo cosmico da anno Mille consentirebbe di guardare con maggiore fiducia al futuro, incoraggiando di conseguenza i consumi e gli investimenti, e magari scoraggiando l’abuso di ansiolitici e psicofarmaci. Il venir meno della demonizzazione reciproca rafforzerebbe il nostro precario sentimento di unità nazionale, consentendoci di affrontare al meglio delle nostre possibilità le difficili prove insite in un mondo globalizzato. L’attenuazione dei No categorici pronunciati dai banchi dell’opposizione attenuerebbe il senso di delusione, e dunque di sfiducia nella politica, degli elettori quando, conquistati gli scranni del governo, i No si trasformano inevitabilmente in Sì.

E poi, forse, chissà, risulterebbe un po’ meno vero l’ancor oggi verissimo aforisma di Ennio Flaiano secondo il quale «il maggiore difetto degli italiani è quello di parlare sempre dei propri difetti»

Huffington Post

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Ariaccia Pnrr


Tira un’ariaccia, attorno alla realizzazione del Pnrr. L’intera comunicazione del governo, delle regioni e degli enti locali è improntata alla lamentazione dei ritardi ed alla richiesta di rinvii. Supponendo che quanti sono incaricati dei controlli, a tut

Tira un’ariaccia, attorno alla realizzazione del Pnrr. L’intera comunicazione del governo, delle regioni e degli enti locali è improntata alla lamentazione dei ritardi ed alla richiesta di rinvii. Supponendo che quanti sono incaricati dei controlli, a tutela dei contribuenti europei che garantiscono il debito da cui originano i finanziamenti, non abbiano occhi per leggere e orecchie per sentire. E colpisce la burocratizzazione del linguaggio, annebbiando la vista di quanti osservano e commentano, come se la celebrata “occasione storica” fosse riducibile solo all’“avanzamento della pratica”. Si negozia in modo bislacco, anticipando di non essere in grado di spendere tempestivamente i soldi assegnati, ma reclamando di poterne avere altri che non siano legati ad investimenti. Descrivendosi da sé soli come spendaroli deficienti.

Era chiaro fin dall’inizio che l’occasione storica sarebbe stata colta se gli investimenti facilitati dai finanziamenti europei fossero andati di pari passo con le riforme necessarie a superare le arretratezze. Sul codice appalti siamo all’esame di un decreto legislativo, intanto si giunge all’orrore che nel decreto legge varato a Cutro si è inserito un articolo che stabilisce la sospensione delle regole del codice appalti, per potere costruire centri di accoglienza per gli sbarcati. L’urgenza porta alla sospensione, per il resto si naviga nella posticipazione. Sulla legge concorrenza siamo ancora attaccati agli ombrelloni, che dimostra la miserrima anteposizione di un piccolo interesse (di rendita) a quello generale. Sono interessi italiani, non (solo) richieste europee.

Il presidente della Liguria (ex Forza Italia) dice che se al Sud non sono capaci di spendere i soldi che li si destini al Nord capace; gli risponde il presidente della Calabria (Forza Italia), ricordandogli che quei soldi si sono ottenuti per compensare gli squilibri. Hanno ragione entrambi, ma ciò dovrebbe portare a schiodare le inefficienze, non a pretendere di fermare il tempo o cambiare le finalità.

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, dopo avere documentato il fallimento del demenziale bonus 110%, informa che: al Nord continuano a crescere le richieste, mentre al Sud sono crollate dopo l’interdizione alla cessione del credito. Significa che si spendono soldi di tutti a favore di pochi e per giunta allargando i divari. Se funzionasse così anche il Pnrr l’Italia dei prossimi lustri si ritroverebbe povera e priva di credibilità.

Sapevamo bene che molti enti locali non sarebbero stati all’altezza, ma per questo era stato creato (governo Draghi) un ufficio centrale di supporto. Ora apprendiamo che non riescono a fare neanche più le assunzioni. E il problema non è solo e tanto lo stipendio non esaltante, quando l’inesistenza del premio, economico e di permanenza e funzione, al merito. In questo modo si troveranno solo persone di minore formazione e caratura.

È imminente la nomina di un commissario per l’emergenza idrica, ma mica si smonta il sistema disfunzionale di centinaia di gestori municipalizzati, che gestiscono un colabrodo che l’acqua la spreca. Altro esempio di necessaria confluenza di riforme e investimenti. Invece si prova a conservare il marcio spendendo soldi per profumarlo.

Oppure si parla d’altro, tipo il ponte sullo stretto di Messina. Benissimo, fatelo, ma i tempi di realizzazione sono certamente oltre quelli della scadenza del Pnrr, vogliamo, intanto, farci arrivare binari e strade decenti? Una struggente poesia di Renzino Barbera, “Serenata all’Italia”, si conclude così: <<e poi, sai chi facemu?/ ittàmu tuttu a mari/ ‘nta ‘stu pizzuddu d’acqua/ Ed amu fattu, grittu,/ lu punti supra ‘o Strittu!>>. Perculava il ponte. La scrisse negli anni ’70 del secolo scorso.

In questo modo si resta il Paese delle conferenza stampa sugli arresti senza poi i processi, degli annunci di lavori senza poi i cantieri e delle rivoluzioni legislative senza poi riforme attuate. Tira una brutta aria, che poi ci si ritrova in casa aria appestata.

La Ragione

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Il blocco della Russia sul Mar Nero fa parte della guerra di Putin al diritto internazionale


Il 18 marzo, le Nazioni Unite hanno annunciato un’estensione del Grain Deal, un accordo mediato nell’estate 2022 che consente l’esportazione di quantità limitate di grano ucraino verso i mercati globali attraverso i porti bloccati del Mar Nero del Paese. Questa è una buona notizia. Tuttavia, in pochi giorni è diventato chiaro che la Russia voleva […]

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Cosa significa per gli uiguri il ripristino delle relazioni tra Iran e Arabia Saudita con la mediazione cinese?


L’Iran e l’Arabia Saudita, i due Stati musulmani rivali in Medio Oriente, hanno tenuto una cerimonia per ristabilire le relazioni diplomatiche a Pechino, in Cina. I due Paesi avranno due mesi per finalizzare il collocamento degli ambasciatori. Questo sviluppo potrebbe avere implicazioni significative per la regione e il mondo, nonché per gli uiguri. L’Iran e […]

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Gas algerino o ideologia di destra: l’Italia di Giorgia Meloni cambierà idea su Gerusalemme?


Quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lasciato Tel Aviv per Roma il 9 marzo, è stato trasportato in elicottero all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv perché i manifestanti antigovernativi hanno bloccato tutte le strade intorno. Anche in Italia la visita di Netanyahu non è stata accolta con molto entusiasmo. Un sit-in è stato […]

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Italia-Israele, firmato l’accordo di collaborazione per la sicurezza nel Mediterraneo allargato


L’Institute for National Security Studies ha elaborato la cosiddetta “dottrina militare Dayhiya” che comporta “l’applicazione di forza sproporzionata e il causare gravi danni e distruzione alle proprietà e alle infrastrutture civili”. L'articolo Italia-I

di Antonio Mazzeo –

Pagine Esteri, 23 marzo 2023. Accordo tra due think tank di Italia e Israele per avviare progetti di ricerca congiunti sulle questioni di geopolitica e sicurezza nel Mediterraneo allargato. A firmarlo nei giorni scorsi a Roma il presidente della Fondazione Med-Or Marco Minniti (ex ministro dell’Interno, Pd) e il direttore esecutivo dell’Institute for National Security Studies (INSS) di Tel Aviv, prof. Manuel Trajtenberg.

Quello tra la fondazione promossa e finanziata dall’holding del complesso militare-industriale Leonardo SpA e l’INSS di Tel Aviv è il primo memorandum di tale genere firmato tra un’entità italiana e una israeliana. “Per Med-Or l’avvio di questo rapporto di collaborazione è estremamente importante”, ha dichiarato l’ex titolare del Viminale. “Avremo modo di sviluppare progetti comuni di ricerca e di cooperazione scientifica su tematiche e in settori strategici che sono al centro dei nostri programmi di lavoro. INSS è infatti una realtà a livello internazionale, soprattutto per le sue attività su temi come sicurezza e geopolitica, e potremo lavorare per approfondire questioni sempre più rilevanti, per i nostri due paesi, anche alla luce degli straordinari cambiamenti di cui la regione del Mediterraneo è oggetto e che vedranno nei prossimi anni Italia e Israele sempre più coinvolti”.

L’accordo di collaborazione punta nello specifico all’organizzazione di eventi e seminari, in Italia e in Israele, su tematiche inerenti la politica estera, di difesa e sicurezza; lo sviluppo di programmi di scambi tra ricercatori dell’INSS e della Fondazione Med-Or; il finanziamento di borse di studio (erogate dall’istituzione di Leonardo) a studenti israeliani per corsi di master presso università italiane.

“L’INSS di Tel Aviv è un think tank indipendente e no profit, che grazie a una ricerca innovativa e dagli alti standard, e alla presenza di ricercatori provenienti dal mondo accademico e da quello della sicurezza e dell’intelligence israeliana, è ampiamente considerato, qualitativamente parlando, tra i migliori sulla difesa e sicurezza nella regione mediorientale e a livello internazionale”, enfatizza la Fondazione guidata da Marco Minniti.

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Il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, e il direttore Esecutivo dell’INSS, Prof. Manuel Trajtenberg

Affiliato all’Università di Tel Aviv (la più grande istituzione accademica d’Israele con oltre 30.000 iscritti), l’Institute for National Security Studies ha svolto per conto delle autorità governative israeliane importati studi sulle questioni relative alle problematiche militari e strategiche, terrorismo, conflitti a bassa identità, spese militari nell’area mediorientale, cyber war, ecc.. L’INSS organizza meeting e conferenze a cui partecipano leader politici e i vertici delle forze armate (in particolare la conferenza annuale su Cybersecurity e Intelligence). Fondato nel 1977 come Centro per gli Studi strategici dell’Università di Tel Aviv dal generale (in pensione) Aharon Yariv, già capo intelligence dell’IDF, nel 1983 il Centro fu denominato “Jaffee Center for Strategic Studies” e nell’ottobre 2006 assunse il suo nome odierno, rendendosi autonomo economicamente dalla Tel Aviv University. Prima della sua trasformazione, il “Jaffee Center for Strategic Studies” è stato diretto dal generale Shlomo Gazit, ex capo della Direzione d’intelligence delle forze armate, “coordinatore” delle operazioni del governo israeliano nei Territori occupati dal 1967 al 1974 e finanche Presidente della Ben-Gurion University per otto anni dopo il suo ritiro dalla vita militare.

L’Institute for National Security Studies ha elaborato la cosiddetta “dottrina militare Dayhiya” che comporta “l’applicazione di forza sproporzionata e il causare gravi danni e distruzione alle proprietà e alle infrastrutture civili”. La dottrina è stata formalizzata alla vigilia del sanguinoso attacco contro Gaza del biennio 2008-09 con la pubblicazione di un paper da parte del colonnello (riservista) Gabriel “Gabi” Siboni, dal titolo Disproportionate Force: Israel’s Concept of Response in Light of the Second Lebanon War (ottobre 2008).

Il prof. Manuel Trajtenberg è direttore esecutivo dell’INSS dal maggio 2021. Economista con un dottorato all’Università di Harvard è stato fondatore e primo presidente del National Economic Council della Presidenza del consiglio dei ministri di Israele dal 2006 al 2009. Successivamente ha ricoperto per un quinquennio la carica di presidente del Comitato finanze e pianificazione del Consiglio nazionale per l’Istruzione superiore, nonché responsabile del Comitato per le trasformazioni sociali ed economiche istituito dal governo dopo le proteste di massa del 2011. Manuel Trajtenberg è stato anche parlamentare alla Knesset con l’Unione sionista (2015-17) e vanta una consolidata esperienza nel settore militare-sicuritario: già “esperto-consulente” della Direzione per la ricerca e lo sviluppo del Ministero della difesa (ente che in coordinamento con le industrie belliche promuove i programmi di sviluppo di nuovi sistemi e tecnologie militari); rappresentante del Brodet Committee per il bilancio della difesa dopo la Seconda guerra in Libano; membro del Comitato scientifico del gruppo industriale aero-spaziale Rafael Advanced Defense Systems durante il programma di sviluppo del sofisticato sistema “anti-missile” Iron Dome; membro del forum che ha dato vita alla Direzione nazionale cyber.

La Fondazione Leonardo Med-Or è stata istituita nel 2021 con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or). “Leonardo Med-Or è nata per unire competenze e capacità dell’industria con il mondo accademico per lo sviluppo del partenariato geo-economico e socio-culturale”, spiegano i promotori. I settori di ricerca ed intervento comprendono innanzitutto la safety, la security, l’aerospazio e la difesa, in Italia e all’estero. La fondazione ha avviato diversi progetti di “cooperazione internazionale”: con il Regno del Marocco (borse di studio per studenti in collaborazione con il Mohammed Polytechnic University di Rabat e la LUISS di Roma); con le Repubbliche del Niger, Somalia,Libano e con enti governativi e centri di ricerca di Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Giordania, Qatar e Yemen.

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Con il presidente Marco Minniti siede nel consiglio di amministrazione della Fondazione Med-Or, in qualità di direttrice generale, Letizia Colucci, contestualmente presidente del Cda di MBDA Italia (società leader nella produzione di sistemi missilistici avanzati, controllata in parte da Leonardo), membra dei Cda delle aziende aerospaziali Avio SpA ed e-Geos e di Telespazio Iberica. Dall’ottobre 2022 Med-Or può contare pure in un International Board di altissimo livello, composto da 26 persone (politici, manager industriali e docenti universitari) provenienti da 23 paesi di Europa, Stati Uniti d’America, Africa e Medio Oriente. Tra essi compare David Meidan, potente uomo d’affari ed ex funzionario del governo israeliano, “operativo nell’esportazione di alta tecnologia all’avanguardia prodotta in Israele”, così come è stato presentato all’evento ufficiale di costituzione della Fondazione Med-Or.

Prima di dedicarsi all’export militare, David Meian ha lavorato dal 1977 al 2011 con il Mossad, l’agenzia d’intelligence e spionaggio d’Israele, e con la super segreta Unit 8200, l’unità dell’esercito che opera in stretto contatto con gli enti spionistici statunitensi come la NSA – National Security Agency. “Uno dei suoi ruoli principali è stato stabilire relazioni non ufficiali con i paesi del Medio Oriente che non hanno relazioni diplomatiche con Israele”, ha spiegato la fondazione guidata da Marco Minniti. Qualche tempo fa David Meidan è stato inviato in Turchia dalle autorità di Tel Aviv per rafforzare le relazioni diplomatiche con il presidente Erdogan. In passato era stato pure coordinatore speciale per i prigionieri di guerra e i dispersi in azione per conto del primo ministro Nemjamin Netanyahu.

Nell’International Board di Med-Or siedono inoltre Sir Alex Younger, già Direttore del Secret Intelligence Service (MI6) del governo britannico e John Negroponte, vicesegretario di Stato USA dal 2007 al 2009 e prima ancora vice consigliere per la sicurezza con Ronald Reagan presidente (1987-1989), ambasciatore presso le Nazioni Unite (2001-2004) e direttore dell’Intelligence nazionale USA con George W. Bush (2005-2007).

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PODCAST CINA-RUSSIA. La “nuova era” di Xi Jinping vede Mosca dipendente da Pechino


Il leader cinese nella tre giorni di vista in Russia ha insistito sulla partnership con la Russia. Ma Vladimir Putin, nel pieno della guerra con l'Ucraina e sotto sanzioni occidentali, sa che è soprattutto lui ad aver bisogno della crescente potenza cines

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 23 marzo 2023. Nella visita di Stato di tre giorni a Mosca, Xi Jinping ha rafforzato l’immagina di una Cina “potenza ragionevole” che mantiene i rapporti di amicizia ed economici con la Russia ma mantiene allo stesso tempo una sostanziale neutralità sulla guerra in Ucraina. Pechino non intende alimentare i contrasti con gli Stati uniti e lavora in diplomazia per un mondo multipolare. Ce ne parla da Shanghai Michelangelo Cocco, esperto di Cina, giornalista e collaboratore di Pagine Esteri.
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Il governo USA non ha ancora giustificato adeguatamente il divieto di utilizzare #TikTok. L'analisi di @EFF


La libertà di parola e di associazione include il diritto di scegliere le proprie tecnologie di comunicazione. I politici non dovrebbero essere in grado di dirti cosa dire, dove dirlo o a chi dirlo.

@Pirati Europei

Esistono legittime preoccupazioni sulla privacy dei dati su tutte le piattaforme di social media, incluso ma non limitato a TikTok. Tutti raccolgono e monetizzano i nostri dati personali e incentivano altre attività online a fare lo stesso. Il risultato è che informazioni dettagliate su di noi sono ampiamente disponibili per acquirenti, ladri e citazioni governative.



Worried about TikTok? Then pass comprehensive consumer data privacy legislation. By reducing the massive stores of personal data collected by all businesses, we will reduce opportunities for all governments to buy or steal this data. eff.org/deeplinks/2023/03/gove…

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Il Fediverso ha guadagnato massa critica e sta diventando mainstream. C'è persino l'interesse di #BigTech. Questo significa Opportunità e Minacce ... ora è il momento di affrontarle.


Ideazione della struttura organizzativa per il Grassroots Fediverse (traduzione automatica)

@Che succede nel Fediverso?

Il Fediverso ha guadagnato massa critica. L'ecosistema sta diventando mainstream, facendo appello a un pubblico più ampio. C'è interesse aziendale e persino Big Tech sta valutando di entrare a farne parte.

→ Questo significa Opportunità e Minacce ... ora è il momento di affrontarle.

Le minacce consistono in vari livelli di Corporate Capture del panorama tecnologico, fino a EEE . Non mi addentrerò molto in questo, poiché queste dinamiche sono ben note. C'è un aspetto positivo dell'interesse aziendale: nel breve termine, le risorse aziendali dedicate possono stimolare in modo significativo l'evoluzione e l'adozione della tecnologia. Le società, sul lungo termine, prenderanno il posto di guida e il movimento FOSS sarà spinto come al solito in posizione marginale.

"È la cultura, stupido!"


Nel movimento FOSS siamo così profondamente concentrati sugli aspetti tecnici della tecnologia, che spesso perdiamo di vista il quadro più ampio di ciò che riusciamo a stabilire con i nostri sforzi collettivi. Considera questo:

D: Qual è la qualità chiave, o "punto di forza unico" se vuoi, che ha portato al successo del Fediverse?

R: È la cultura vibrante che è stata promossa per un periodo di anni in un ambiente di base.

Sento che questa è un'intuizione così importante. Ci sono persone che criticano AS/AP e altri per i loro difetti tecnici. La gente dice che, ad esempio, Nostr è molto meglio e vincerà con la loro "resistenza alla censura". Ci sono un milione di startup che hanno provato a lanciare la piattaforma killer dei Social Media... e hanno fallito.

Quei lunghi anni in cui il Fediverso si è lentamente, organicamente ritagliato il suo meritato spazio nel web, spinto dalla Libera Cultura e dai Beni Comuni, cioè avendo a cuore gli interessi delle Persone vere… questi hanno creato le condizioni perché il Fediverso potesse fiorire! Un fedi a misura d'uomo e umano. Questo è stato il fattore chiave del successo!

→ Il Fediverso sa cos'è il “Social”!

Al contrario, i social media aziendali non hanno mai riguardato i social. Parlavano di soldi a tutti i costi.

“Difendi ciò che ci è caro”


Con il Fediverso, il movimento Free Culture e FOSS è riuscito a compiere un'impresa rara: erigere da zero un ecosistema completo basato su standard aperti e guidarlo verso il successo. Ora la nostra sfida è vedere se possiamo rimanere al posto di guida e mantenere il Fediverso piacevole e per tutti, rendendolo più diversificato e inclusivo che mai.

Ora è il momento, come @Darius Kazemi ha così chiaramente espresso prima di “Gioca e vinci il nostro gioco” :

Andando avanti: "The Grassroots Fediverse"


Come molti hanno affermato prima, dinamiche culturali di base significano resistenza a processi troppo formalizzati e centralizzazione delle attività. La frammentazione e il conseguente caos delle nostre attività disperse in tutto il Web conferisce una certa misura di resilienza. Questa è una buona cosa™ ed è necessaria... in una certa misura.

Allo stesso tempo, troppa frammentazione rende "The Grassroots Fediverse" debole e vulnerabile agli sforzi concertati per portare ordine nel caos. Sforzi in cui presto le aziende saranno profondamente coinvolte.

→ C'è un punto debole da trovare tra ordine e caos.

Ideare la nostra organizzazione di base


Nel post Wiki di seguito potete tutti modificare le vostre idee per una "struttura organizzativa minima praticabile" necessaria per l'evoluzione di Fediverso che mantenga la nostra cultura e le dinamiche di base che ci hanno reso di successo.

Qui è disponibile il post originale di Arnold Schrijver @smallcircles (Humane Tech Now)



Proiettili all’uranio impoverito, facciamo chiarezza. Il punto del gen. Tricarico


Ci mancava solo l’uranio impoverito per moltiplicare le tensioni nello scenario già fortemente compromesso del conflitto russo-ucraino. E con il mondo della scienza ancora una volta in disparte e muto. Forse perché stanco e frustrato dalla ricorrente divu

Ci mancava solo l’uranio impoverito per moltiplicare le tensioni nello scenario già fortemente compromesso del conflitto russo-ucraino. E con il mondo della scienza ancora una volta in disparte e muto. Forse perché stanco e frustrato dalla ricorrente divulgazione di informazioni false e indimostrabili, nonostante le ormai innumerevoli evidenze scientifiche di segno contrario rispetto a chi, ancora oggi, insiste nel far credere pericolosa l’esposizione alle polveri di uranio impoverito. Gli studi sull’argomento sono numerosi, tutti consultabili, di diversa e sempre prestigiosa fonte, mai di parte, ma sempre concordi nello statuire l’improponibilità dell’insorgenza di patologie, segnatamente quelle tumorali, quale conseguenza dell’uso di queste peculiari munizioni peraltro molto efficaci sul campo di battaglia.

In Italia in particolare, nel 1999 il Centro interforze studi per le applicazioni militari ha effettuato alcune campagne di misura delle radiazioni nelle aree di operazioni assegnate ai nostri militari, conducendo poi gli appropriati esami su un campione di sedici soggetti. Il tutto con esito negativo. Ugualmente negative le risultanze degli studi effettuati da Unep, un organismo delle Nazioni Unite che, dopo il conflitto dei Balcani ha effettuato, con la partecipazione di esperti di quattordici Paesi, due missioni scientifiche in Kossovo, Serbia e Montenegro senza riscontrare una contaminazione significativa nelle zone visitate. Stessa sorte per un’indagine condotta nei laboratori di Enea su un campione di militari rientrati dai Balcani.

Un’analisi ancora più approfondita a meticolosa è stata effettuata dal professor Franco Mandelli su una vasta popolazione di militari italiani in rientro dalle zone di operazione, sottoponendo gli stessi a rigorosi protocolli di verifica e valutazione che, nel loro complesso, hanno portato ad escludere correlazioni improprie. Anche Gran Bretagna e Stati Uniti hanno affrontato il problema, coinvolgendo prestigiosi istituti di ricerca quali la Uk Royal Society and Medical research council (Mrc) e lo statunitense Institute of medicine (Iom). Al tavolo degli imputati questa volta la guerra del Golfo. I due istituti, ricorrendo a un approccio fondamentalmente simile, sono pervenuti a risultati sostanzialmente sovrapponibili e ad escludere l’insorgenza di patologie conseguenti all’esposizione ad uranio impoverito.

L’elenco di chi, a livello scientifico, si è occupato della questione è veramente molto lungo e la conclusione sempre la stessa: la letteratura scientifica più importante sull’argomento non ha rinvenuto una correlazione significativa tra cancro o altre patologie, e uranio impoverito. Lasciando agli esperti il compito ulteriore di entrare nel merito nel caso di un auspicato ma improbabile approfondimento pro veritate, forse alcune evidenze alla portata di tutti potranno far nascere qualche dubbio in chi è fuorviato dalla narrativa corrente.

I proiettili all’uranio impoverito liberano polveri che si disperdono nell’ambiente e quindi sono potenzialmente dannosi quando urtano una superficie dura quali una corazzatura metallica o simili. Se invece penetrano nel terreno o impattano superfici più tenere, non producono significative contaminazioni. È stato stimato che di norma tra il 70 e l’80% dei proiettili si conficchi nel suolo senza quindi rilasciare nell’atmosfera quantità di polveri significative.

Con l’impatto su superfici dure si liberano microparticelle, e non nanoparticelle. La questione è dirimente in quanto solo queste ultime, le nanoparticelle, hanno dimensioni tali da penetrare nelle cellule umane e quindi, in spazi aperti, l’effetto delle polveri è irrilevante se non viene inalato per vie aeree. Se invece l’impatto avviene in ambiente chiuso, allora l’inspirazione delle polveri può essere dannosa, ma in tal caso la morte sopravviene comprensibilmente per altre cause. Queste in termini sintetici, poco scientifici, ma comprensibili, le dinamiche possibili legate all’uso di munizioni all’uranio impoverito.

E queste sono le parole di verità che dovrebbero emergere nelle dichiarazioni dei tanti che oggi continuano a gettare benzina sul fuoco, cercando sempre i motivi per l’innesco di una spirale anziché quelli di una ancora lontana distensione.


formiche.net/2023/03/proiettil…



European Health Data Space amendments: Let‘s keep patients in full control of their health files!


The Greens/EFA group in the European Parliament today tabled amendments to the proposed European Health Data Space (EHDS) aiming to keep patients in full control of their health files. Access to …

The Greens/EFA group in the European Parliament today tabled amendments to the proposed European Health Data Space (EHDS) aiming to keep patients in full control of their health files. Access to personal, non-anonymised health records for research or government purposes should require the explicit consent of a patient, for instance. This patient-centric approach reflects the results of a representative survey by the public opinion research institute Ipsos which the group commissioned.

According to this poll, Europeans want to be asked explicitly for consent before doctors or researchers are given access to their patient files and data. The majority of patients thus prefer an approach different from what the European Commission (no choice) and the Rapporteurs (opt-out only) propose. Specifically, 54% of Europeans want to allow access by doctors to their patient records only with their explicit consent, whereas 37% support the principle of automatic access. When it comes to research, 75% of citizens are willing to grant researchers access to their patient records and data only with their explicit consent, while only 20% support the opposite approach of automatic access (as a rule).

With its amendments to the EU proposal for a “European Health Data Space” (EHDS) submitted today, the Greens/EFA Group wants to draw consequences from this, as its shadow rapporteur in the LIBE Committee Patrick Breyer of the Pirate Party explains:

“Information revealing a person‘s physical and mental health is extremely sensitive. If they can’t rely on this information being treated confidentially by their attending physicians, they may no longer seek treatment. This puts sick people and their family at risk.

In view of frequent reports about hacks and leaks of confidential patient records, every citizen should be able to decide for themselves whether they want a remotely accessible electronic patient file to be kept and which treatments should be listed there. To be able to obtain an independent second medical opinion and to ensure the confidentiality of particularly sensitive therapies such as psychotherapy or drug abuse therapy, the decision on access to patient records by health professionals should also remain in the hands of each patient. We are tabling amendments to the EU Commission’s proposal to ensure that each EU Member State can continue to let their citizens decide about which remotely accessible electronic patient files are kept and who can have access.

Before access to personal, non-anonymised patient files and data is extended to researchers and government authorities as the Commission proposes, we want that the patient‘s consent is sought. This is in line with the overwhelming will of 75% of our citizens. Patients risk foregoing treatment altogether if they can no longer trust in the confidentiality of their therapy. Most Member States already require consent or do not allow access to personal health data for researchers and authorities at all. A mere right to object (opt-out) is too complicated to understand and burdensome to use for most citizens, such as the elderly. However, following the principle of data altruism, patients should certainly be able to voluntarily share their data for research purposes – many are willing to do so.”

Full amendments of Tilly Metz and Patrick Breyer tabled on behalf of the Greens/European Free Alliance Group: patrick-breyer.de/wp-content/u…

Excerpt preview of results of the Ipsos opinion poll funded by the Greens/European Free Alliance Group in the European Parliament (full results will be published soon): patrick-breyer.de/wp-content/u…


patrick-breyer.de/en/european-…



Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” – 13 aprile 2023, Lucca


Saluti iniziali: Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca Andrea Marcucci, Consigliere del CdA della Fondazione Luigi Einaudi Mario Pardini, Sindaco del Comune di Lucca Flaviano Dal Lago, Presidente Ordine degli Avvocati di Lucca Introduce: Marc

Saluti iniziali:
Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca
Andrea Marcucci, Consigliere del CdA della Fondazione Luigi Einaudi
Mario Pardini, Sindaco del Comune di Lucca
Flaviano Dal Lago, Presidente Ordine degli Avvocati di Lucca

Introduce:
Marco Treggi, Presidente della Camera Penale di Lucca

Intervengono:
Andrea Ostellari, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia
Beniamino Migliucci, Avvocato

Conclude:
Luigi Gino Velani, Avvocato e Professore di Diritto Processuale Penale UNIPI

Modera:
Enrico Marzaduri, Avvocato e Professore di Diritto Processuale Penale UNIPI

Evento accreditato presso l’Ordine degli Avvocati di Lucca (3 CF). Iscrizioni su Sferabit.

L'articolo Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” – 13 aprile 2023, Lucca proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



“Un’arma di omologazione di massa?”, l’editoriale di oggi su l’inserto de “la Repubblica”


“Parla con me”. La nuova era dell’intelligenza artificiale. Nell’inserto di oggi de “la Repubblica” dedicato alla rivoluzione dei chatbot di AI generativa, troverete anche il mio “Un’arma di omologazione di massa?” in cui propongo qualche osservazione sui rischi di ChatGPT. Grazie a Repubblica e Riccardo Luna per l’ospitabilità. Se vuoi leggere il mio editoriale, lo... Continue reading →

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Non è una sorpresa: tutti gli utenti (anche quelli che trovano il #fediverso troppo poco frequentato!) si meravigliano di quanto qui siano più numerose le interazioni (risposte, preferiti, ricondivisioni) rispetto a Twitter o agli altri social basati sul narcisismo.


#Twitter vs #Mastodon

Come si diffondono le notizie su #privacy e #MonitoraPA?
(confrontare l'ora con il numero di apprezzamenti e ricondivisioni)

NB: su Mastodon si incontra una frazione minima degli utenti di Twitter e non ci sono "algoritmi" a decidere cosa dobbiate vedere.


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Oggi alle 10.30 torna L'Ora di Costituzione! Il tema della seconda lezione è sui diritti e doveri dei cittadini (dall'articolo 13 al 28).

Seguite qui la diretta streaming ▶️ youtube.




Microtargeting politico su Facebook e le gravi responsabilità dei partiti (tedeschi)! Il Post di @NOYBeu (PS: ma che fine avrà fatto la segnalazione di #MonitoraPA al @gpdp_it sui partiti italiani?)


Oggi, noyb ha presentato una serie di denunce contro diversi partiti politici tedeschi. I partiti avevano utilizzato il microtargeting su Facebook durante le elezioni federali del 2021 per identificare potenziali elettori e indirizzarli con promesse elettorali personalizzate. Tuttavia, le opinioni politiche sono particolarmente protette dal GDPR, il che rende le pratiche dei partiti illegali e una minaccia per la democrazia e la privacy degli elettori.

@Etica Digitale (Feddit)

(Ricordiamo a questo proposito, l'iniziativa promossa meno di un anno fa da @Monitora PA
e che non ha decisamente raccolto l'attenzione che meritava)

Di seguito le denunce effettuate da @noyb.eu
- Denuncia contro la CDU
- Denuncia contro l'AFD
- Denuncia contro l'SPD
- Denuncia contro Bündnis 90/Die Grünen
- Denuncia contro DIE LINKE
- Denuncia contro il Partito Democratico Ecologico

(traduzione in inglese)

Tutti i partiti del Bundestag tedesco utilizzano il microtargeting. Una ricerca di ZDF Magazin Royale ha rivelato che tutti i partiti rappresentati nel Bundestag hanno utilizzato il microtargeting politico su Facebook per indirizzare gli annunci a un gruppo selezionato di persone. Le informazioni su come i partiti "prendono di mira" i loro elettori sono tenute segrete da Facebook. Nell'aprile 2021, lo spettacolo notturno tedesco ZDF Magazin Royale ha chiesto al proprio pubblico di installare un'estensione del browser per registrare i dati di microtargeting. Dopo una richiesta di accesso a questi dati, noyb è stata in grado di analizzare questi dati e identificare specifiche violazioni del GDPR.

Dati sensibili per il microtargeting. L'analisi dei dati di noyb ha rivelato che gli utenti di Facebook sono stati presi di mira con pubblicità politica più recentemente durante le elezioni federali tedesche. Questo non è illegale di per sé. Tuttavia, gli utenti sono stati selezionati perché Facebook aveva valutato in background le loro opinioni politiche. Le opinioni politiche sono specificamente protette dall'articolo 9 del GDPR, pertanto sia le parti che il social network hanno violato il GDPR. Le denunce sono state intentate contro vari soggetti o sub-organizzazioni, in quanto responsabili degli annunci pubblicitari.

" Qualsiasi dato sulle opinioni politiche di una persona è protetto in modo particolarmente rigoroso dal GDPR. Tali dati non solo sono estremamente sensibili, ma consentono anche la manipolazione su larga scala degli elettori, come ha dimostrato Cambridge Analytica" . - Felix Mikolasch, avvocato per la privacy presso noyb

Il microtargeting come pericolo per la democrazia. Uno dei maggiori pericoli del microtargeting politico è che l'opinione politica di un elettore può essere influenzata e alterata. I partiti politici possono fare innumerevoli promesse a gruppi specifici di elettori e possono nascondere la loro posizione personalizzata al grande pubblico. Ciò può portare ad aspettative molto diverse negli elettori, che la politica non potrà mai soddisfare. Il risultato è una società polarizzata, ei singoli partiti possono crearsi dei vantaggi in campagna elettorale facendo promesse contraddittorie.



Il #GarantePrivacy tedesco dice davvero le stesse cose sostenute da #MonitoraPA?


Sì! 8-)8-)😎

@Etica Digitale (Feddit)

Direttamente dal #GarantePrivacy tedesco, tutto quello che vorreste sapere sui servizi cloud di #Microsoft, ma non avreste mai osato chiedere.
- Quali sono i problemi in termini di GDPR quando si utilizza Microsoft365?
- Perché l’opzione offerta da Microsoft di elaborare i dati su server europei non è sufficiente per un funzionamento conforme alla protezione dei dati?
- Perché la legge statunitense CLOUD Act pone un problema di protezione dei dati?
- Implicazioni della decisione dell’OLG di Karlsruhe del settembre 2022 per l’uso di MS 365 nelle scuole
- A quali condizioni è possibile un utilizzo di Microsoft 365 conforme alla protezione dei dati?
- Quali “dati di utilizzo” vengono trasmessi con Microsoft 365?
- Quali misure tecniche e organizzative possono essere adottate per impedire il trasferimento dei dati diagnostici a Microsoft?
- Come valutare l’utilizzo di Microsoft 365 su tablet o smartphone?

@Scuola - Gruppo Forum



#FAQ su #Microsoft365

Direttamente dal #GarantePrivacy tedesco, tutto quello che vorreste sapere sui servizi cloud di #Microsoft, ma non avreste mai osato chiedere.

Se il vostro Dirigente Scolastico o il vostro DPO sta prendendo in considerazione l’ipotesi di continuare ad usare i servizi cloud di #Microsoft (o di #Google, che ha problemi ancora più gravi) e sta preparando una #DPIA che giustifichi tali strumenti, forse è meglio informarlo, prima che si assuma la responsabilità di firmare dichiarazioni notoriamente false.

NOTA BENE: alcune aziende senza scrupoli stanno cercando di piazzare nelle scuole i tier a pagamento di Google e Microsoft, accedendo ai fondi del #PNRR.

Il Dirigente Scolastico che approvasse una tale spesa potrebbe trovarsi ad essere richiamato dalla Corte dei Conti a ripagare non solo la sanzione del Garante della Privacy subita dalla scuola, ma l’intero importo pagato dall’istituto a questi fornitori in palese violazione della normativa vigente!




PRIVACY DAILY 75/2023


Lo Utah è il primo Stato americano a limitare i trattamenti dei dati degli adolescenti da parte dei social media. Il governatore Spencer Cox sta per firmare due proposte di legge che mirano a proteggere i bambini dalla dipendenza e da altri potenziali danni dei social media. Le piattaforme dovranno ottenere il consenso dei genitori,... Continue reading →



di Fabien Roussel* Con nove voti, la mozione di censura non è stata adottata. Che disastro per il governo! Questa riforma rimane illegittima. La lott


Congresso fondativo del Partito della Rifondazione Comunista, intervento del 13 dicembre 1991 LE PAROLE DI CITTO: una lettera di Citto su Rifondazione


CINEMA. Un ritratto del regista, dagli esordi con «Gli sbandati», alla contestazione di Venezia '68, fino all'ultimo gesto dell'scrizione all'Anpi. Quand



Della cicatrice francese e di altri demoni da tenere lontano dalla portata dei bambini


L’ultimo allarme lo ha appena lanciato l’Autorità Antitrust italiana aprendo un’istruttoria nei confronti di TikTok nell’ambito della quale contesta alla società di non aver fatto abbastanza per evitare che tra i suoi video spopolassero quelli che invitano i più giovani a farsi l’ormai drammaticamente celebre “cicatrice francese”, diventata, in qualche mese, protagonista di una delle... Continue reading →



Il diritto alla felicità


Ogni anno ed in tutto il mondo, il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, istituita dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Nel documento istitutivo si legge che, scopo della giornata, è quello di pro

Ogni anno ed in tutto il mondo, il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, istituita dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Nel documento istitutivo si legge che, scopo della giornata, è quello di promuovere la ricerca della felicità da parte di ogni individuo e incentivare lo “sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone”.

L’ONU ogni anno stila un rapporto fitto di dati da cui emerge che, in base ai parametri tenuti in considerazione (ad es. aspettative di vita, la libertà di fare le proprie scelte di vita, la percezione della corruzione, l’assistenza sociale), i cittadini più felici al mondo sono quelli della Finlandia, seguiti da quelli della Danimarca e poi, al terzo posto, quelli islandesi. L’Italia figura al 31° posto della classifica. Ma come può uno stato contribuire ad assicurare la felicità dei propri cittadini?

Nell’opera “La scienza della legislazione” del 1780, il giurista napoletano Gaetano Filangieri, afferma che «le buone leggi sono l’unico sostegno della felicità nazionale». Dunque, secondo questa tesi di stampo illuminista, è lo stato che, attraverso le sue articolazioni istituzionali, può garantire la felicità dei suoi consociati. Questa teoria è ripresa da Benjamin Franklin (con il quale il Filangeri ebbe una fitta corrispondenza) che la trasfuse nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America del 4 luglio 1776, nella quale si legge che «tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dal creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti vi sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità». Questo concetto viene ripreso dalla Dichiarazione francese sui diritti dell’uomo del 1789, dove all’art. 1 si legge che il fine delle istituzioni pubbliche è rappresentato dalla «felicità di tutti».

Il riconoscimento del diritto al perseguimento della felicità, quale fine principale del legislatore, è presente anche nell’art. 13 della Costituzione dell’Impero giapponese del 1946, che testualmente recita «tutte le persone saranno rispettate come individui ed il loro diritto alla vita, alla libertà ed al perseguimento della felicità, entro i limiti del benessere pubblico, costituiranno l’obiettivo supremo nella legislazione e negli affari di governo».

E nel nostro paese? L’art. 3 della nostra Costituzione, a differenza dello Statuto Albertino del 1848 che faceva riferimento alla “Nazione felice” non riconosce espressamente la felicità degli individui quale diritto, ma stabilisce che è compito dello stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona.

Occorre che ciò sia realizzato come premessa generale per il conseguimento di uno stato di benessere individuale, ma poi è compito di ciascuno attivarsi per realizzarlo, anche magari semplicemente seguendo Voltaire che amava dire «ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute».

Libero

L'articolo Il diritto alla felicità proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il 23 marzo torna l’appuntamento mensile con L'Ora di Costituzione!

L'iniziativa sostenuta dal Senato prosegue con il ciclo di incontri per illustrare i principali articoli della Carta agli studenti.

Poliverso & Poliversity reshared this.



Con uno stanziamento di 150 milioni di euro per il 2023, lo schema di decreto prevede l'istituzione di due figure professionali dedicate una a sviluppare la personalizzazione dell’istruzione nelle Scuole secondarie di II grado e l'altra a concretizza…


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Fr. #23 / Di feticci e simulacri


Nel frammento di oggi: feticci della sorveglianza contro i femminicidi / Simulacri dell'ingegneria sociale / Un'intervista sulle città da 15 minuti / Meme e citazione del giorno.

Frammenti è la rubrica che riassume e commenta le notizie più interessanti della settimana e propone citazioni di autori famosi e meme. Un modo per restare informati con Privacy Chronicles, ma in modo leggero.

L’angelo della sorveglianza


Pare che a Napoli sia stato avviato un progetto per aiutare le vittime di minacce e stalking che prende il nome di “Mobile Angel”. È uno smartwatch con integrato un sistema di SOS e geolocalizzazione collegato alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli.

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Una donna, che pare abbia ricevuto ripetute minacce di morte da parte dell’ex-marito, è la prima a possedere lo smartwatch: «Ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. Vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare1»

Purtroppo la sua serenità è malriposta. Se togliamo il potere rasserenante del feticcio tecnologico, non resta molto altro. In che modo uno smartwatch con geolocalizzazione e pulsante SOS potrebbe mai aiutare la povera donna in caso di aggressione da parte dell’ex-marito?

Non lasciarti tentare dai profeti della sorveglianza, iscriviti a Privacy Chronicles!

Il feticcio ha la stessa utilità di un santino di Padre Pio nella tasca dei pantaloni. Anzi, peggio: almeno il santino di Padre Pio non è uno strumento di sorveglianza e monitoraggio governativo.

Ma ancor più grave dell’irrazionalità, comprensibile, della povera donna, è la diffusione da parte delle istituzioni e dei mass media di un messaggio completamente fuorviante: “lo smartwatch contro i femminicidi”? Non scherziamo.

Perché convincere le persone a rinunciare alla loro privacy in cambio di un aberrante e infondato senso di sicurezza? Forse perché è molto più comodo avere una popolazione psicologicamente fragile, impaurita e sorvegliata che una popolazione di persone che rifiutano la sorveglianza e sanno difendere se stessi e il prossimo dalle aggressioni (di chiunque).

Volete fare il bene di queste donne? Insegnategli a sparare e date loro una licenza per portare armi da fuoco nella borsa.

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Murabba, il nuovo ghetto hi-tech da 15 minuti


Pare che l’idea delle città da 15 minuti sia arrivata anche in Arabia Saudita. Da qualche tempo infatti gira voce che nelle capitale, Riyadh, vogliano costruire un nuovo e scintillante centro città che offra tutto ciò di cui hanno bisogno le persone a una comoda distanza di 15 minuti a piedi o in bici. Il tutto corredato da modernissimi e fichissimi mezzi pubblici.

Al centro del nuovo quartiere, che sarà di circa 19 km quadrati, un inquietante cubo 400x400 metri chiamato Mukaab. Un simulacro dell’ingegneria sociale che dovrebbe essere completato entro il 2030. Al suo interno centri commerciali, musei, e tante altre splendide distrazioni di massa.

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Sarò sincero: sembra una trovata di marketing da parte di qualche fondo d’investimento con troppi soldi da riciclare. Non dubito però che una proposta del genere possa avere un certo appeal al giorno d’oggi. Chi non vorrebbe vivere in un quartiere iper tecnologico, super sorvegliato e pieno di sbrilluccicanti distrazioni utili a non pensare e spendere il più possibile?

Sempre sulle città da 15 minuti


Sempre sulle città da 15 minuti ho recentemente fatto un’intervista andata in onda la scorsa settimana su Lombardia TV. Per chi volesse vederla in differita è disponibile adesso anche online, basta cliccare qui.

Abbiamo parlato di diverse cose attinenti allo stato della sorveglianza di massa nel mondo e delle implicazioni per la nostra libertà. È un’oretta di discussione piacevole con Luigi Degan.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“A man that flies from his fear may find that he has only taken a short cut to meet it.”
― J.R.R. Tolkien

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Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Effetto Panopticon e autosorveglianza

In un mondo in cui la sorveglianza di massa è sempre più pervasiva, sistematica e normale spesso dimentichiamo l’impatto psicologico che questo monitoraggio costante, sia online che offline, ha su tutti noi. Ancor più spesso, sottovalutiamo le conseguenze che questa ha nella…
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4 days ago · 7 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

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Virgolettato preso da questo articolo di Open. Onestamente mi sembra una citazione inventata di sana pianta per far passare un certo messaggio, ma sicuramente mi sbaglio.



Oggi si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con l’Associazione “Libera.



Se nella vita o per lavoro hai a che fare con adolescenti, non puoi perdere la puntata di Presadiretta andata in onda ieri su Rai3: "La scatola nera", ora reperibile su Raiplay.

"Gli algoritmi e le piattaforme si stanno prendendo la vita dei nostri figli? Adolescenti e perfino bambini con patologie sempre più diffuse, si tratta ormai di un problema di salute pubblica. In che modo recuperare i danni già fatti, a partire dalla scuola? PresaDiretta è andata a Tulsa in Oklahoma, in uno dei centri di ricerca del più grande studio al mondo per capire quale sia l'impatto sul cervello di bambini e ragazzi delle tante ore passate sui cellulari e social. Ha visitato i centri d'eccellenza italiani e ha intervistato in giro per il mondo i medici e gli scienziati che da anni studiano e denunciano che la lunga esposizione dei ragazzi sulle piattaforme provoca variazioni fisiologiche nel cervello sul piano cognitivo ed emozionale. Sono 10 anni, da quando i social sono esplosi, che gli esperti accusano l'aumento del disagio tra i più giovani: ansia, stress, disturbi dell'attenzione e del linguaggio, anoressia, depressione, autolesionismo. I nostri ragazzi stanno sempre più male."

raiplay.it/video/2023/03/La-sc…