PRIVACY DAILY 79/2023
Per il ciclo “i Mercoledì di Nexa”, mercoledì 12 aprile h.17: presentazione del libro "La rivoluzione informatica Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale" di @EnricoNardelli
L'INCONTRO SI TERRÀ IN PRESENZA E ONLINE
Con l'avvento, a metà del secolo scorso, dei calcolatori elettronici, che apparivano in grado di svolgere quei compiti intellettuali tipici delle persone, l'umanità aveva iniziato a pensare di poter alleviare le sue fatiche mentali. La storia successiva ha mostrato che eravamo ottimisti e anche un po' superficiali. L'automazione realizzata attraverso la tecnologia digitale ha ancora forti limiti e spesso vincola il nostro spazio di libertà invece di aiutarci. Le "macchine cognitive" che la realizzano sono prive di ogni consapevolezza di ciò che fanno, di qualunque comprensione di ciò che producono e ignorano tutte le dimensioni che caratterizzano la società umana a parte quella esclusivamente razionale.
In parallelo, la riservatezza sulle nostre azioni e la nostra esistenza si sta assottigliando sempre di più, mentre piattaforme inizialmente pensate per facilitare le relazioni sociali e l'utilizzo dei servizi sono usate per influenzarci in modi nascosti e subdoli e per aumentare le disuguaglianze sociali, impoverendo le masse a scapito dei pochissimi che le controllano. Adesso è iniziata la diffusione di sistemi basati su tecniche di intelligenza artificiale, che hanno la potenzialità di esasperare ancora di più questa situazione.
È quindi in atto una vera e propria rivoluzione, la "rivoluzione informatica", che - come precedenti analoghe rivoluzioni, quella della stampa a caratteri mobili e quella industriale - cambierà radicalmente la nostra società. Dobbiamo però sviluppare un'automazione rispettosa e fidata, che ci aiuta facendoci risparmiare tempo, ci protegge da intromissioni indebite e supporta la crescita di comunità solidali. La sua realizzazione passa attraverso un'istruzione di massa sull'informatica, la disciplina scientifica e tecnologica che la rende possibile, obiettivo verso il quale molti paesi avanzati, in tutto il mondo, si sono già mossi.
LINK AL COMUNICATO
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Sette lezioni dalla Lettonia dopo un anno di invasione russa dell’Ucraina
È passato un anno da quando la Russia ha intensificato la sua guerra contro l’Ucraina fino a trasformarla in un’invasione su vasta scala. Quando abbiamo scritto delle prime reazioni lettoni all’attacco russo, abbiamo notato che la vicinanza geografica sia con l’aggressore che con la vittima faceva sentire i lettoni coinvolti emotivamente nel conflitto. La Lettonia si è […]
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L’inciviltà urbana non si combatte con l’inciviltà digitale
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“Il trattamento dei dati personali nell’attività investigativa” – Adempimenti e misure di sicurezza per l’investigatore nel rispetto della privacy (Editore Key)
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Le iniziative delle altre Autorità
Diritti umani: l’ipocrisia USA
In un momento in cui circa 3.897 persone, compresi i bambini, sono state uccise in 117 sparatorie di massa in soli tre mesi nel 2023 e altre 5.280 persone sono morte per suicidio nello stesso periodo, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato il suo ‘2022 Country Reports on Human Rights Practices’, proclamandosi […]
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Il Sud del Mondo a lavoro per la pace in Ucraina
Traiettoria di conflitto precaria – Russia e Ucraina si stanno preparando per un’offensiva primaverile con livelli più elevati di coinvolgimento militare. Le ricadute nella regione sono state finora evitate, nonostante diversi attacchi di droni contro basi russe nella Crimea occupata e nella Russia occidentale, nonché il bombardamento del ponte di Kerch che collega la Crimea […]
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Onde elettromagnetiche per la biodifesa. Lo scudo di Elettronica
L’ambito della biodifesa ricopre un ruolo sempre più centrale per le Forze armate, in quanto la governance di questo dominio fornisce un importante strumento per la tutela della sicurezza nazionale di fronte a minacce virali. Questo è il cuore di quanto emerso dal workshop di Elettronica dedicato alla necessità di sviluppare competenze nazionali nell’ambito del dominio della biodifesa tenutosi oggi presso la sede del Segretariato generale della Difesa, a cui hanno partecipato rappresentanti delle Forze armate e delle istituzioni.
Le esigenze di biodifesa militare
Come illustrato dal segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, la ricerca e l’innovazione tecnologica sono fondamentali per far fronte alle future minacce da agenti patogeni. Per questo SegreDifesa è impegnata nel sostegno a questo tipo di ricerche, in modo da rendere le Forze armate pronte ad affrontare le esigenze operative sempre più sfidanti e mitigare le future minacce derivanti da agenti patogeni. In linea con questo, il workshop ha permesso di identificare nuove caratteristiche del dispositivo antivirus realizzato da Elettronica E4Shield per poter rispondere agli standard ambientali militari in tutti i possibili teatri operativi. Per questo l’occasione ha permesso all’azienda non solo di presentare il proprio strumento, ma anche l’ulteriore app apposita, sviluppata grazie al coinvolgimento della controllata Cy4Gate, che permette di controllare e di aggiornare il dispositivo da remoto.
E4Shield
Come spiegato dal presidente e ceo di Elettronica, Enzo Benigni, il funzionamento di E4Shield “ha le stesse caratteristiche di un tradizionale sistema di difesa elettronica, che, in questo caso, attraverso l’utilizzo delle onde elettromagnetiche rende inattive le minacce virali, mandandole in risonanza”. E4Shield, infatti, può agire all’interno di ambienti chiusi, come scuole, mezzi di trasporto, aziende e riesce a inattivare il virus in aerosol, contribuendo così a mitigare ancor di più la minaccia rappresentata da agenti patogeni, come i virus. L’innovazione tecnologica del dispositivo si basa infatti su delle evidenze scientifiche riportate in diverse riviste di settore, tra cui uno studio pubblicato dalla rivista Nature, che hanno ampiamente dimostrato la capacità delle onde elettromagnetiche di inibire la carica virale degli agenti patogeni.
Le future evoluzioni
Per quanto riguarda i più recenti sviluppi, è emerso che il principio fisico alla base della tecnologia ha una valenza universale e, per questo motivo, si è deciso di procedere con nuove campagne di test. E4Shield, era infatti stata testata con successo per l’inattivazione in aerosol al 90% del virus Covid-19 e delle relative varianti conosciute, ottenendo anche la certificazione Ce e Sar (per dispositivi indossabili). Più recentemente sono stati condotti test con altri patogeni, ad esempio un ceppo rappresentativo dei virus dell’influenza stagionale, e, analogamente ai risultati ottenuti con Covid-19, si sono ottenuti risultati positivi al 90%. Sono ora in corso test per l’influenza aviaria e prossimamente verrà avviato lo studio della sua efficacia sui batteri.
Il Casd si candida a diventare polo accademico internazionale
Coordinare le varie aree di interesse strategico e diventare hub interistituzionale per formare militari e civili che operano nell’interesse del sistema Paese e del Patto Atlantico. È questo il “goal achieved” del Centro alti studi della Difesa. La certificazione di Scuola di Alta Formazione, rilasciata del Ministero dell’Università e della Ricerca, è prevista tra il terzo e il quarto trimestre 2023 e i parametri richiesti vanno verso la realizzazione. Si tratta dell’obiettivo imminente, ma non l’ultimo.
Quattro curricula per il ciclo di dottorato in corso stanno gettando le basi per la struttura scientifica che si realizzerà nel Casd e, proprio nei prossimi mesi, si definirà la componente docenti che guiderà la macchina accademica. A questa programmazione si aggiunge la candidatura, nel perimetro Nato, di centro di eccellenza grazie all’Executive Master in Strategic Leadership and Digital Transformation che ha già attratto circa 60 studenti provenienti da diversi paesi. Un riconoscimento che potrebbe rendere il Casd polo di riferimento mondiale nell’esclusiva proposta di alta formazione.
Ma se siamo tutti d’accordo sulla multidisciplinarietà della sfida, dobbiamo essere tutti d’accordo anche sul ruolo interistituzionale che il Casd dovrà assumere in qualità di baricentro degli “heads of government and private corporate”. Una direttrice percorribile anche attraverso la terza missione ma imprescindibile poiché gli attori coinvolti, di diversa entità giuridico-sociale, saranno essenziali nella realizzazione della stessa “value proposition”. Un esempio di sinergia tra attori pubblici e privati, ospitati in ambito accademico, è stato promosso lo scorso 23 marzo in occasione della XIV edizione della Cyber Warfare Conference.
Una opportunità per riconoscere al Casd il ruolo di interprete tra attori che parlano diverse lingue, esattamente come accade nei centri di eccellenza della Nato dove istituzioni e università si incontrano e interagiscono con aziende e professionisti privati per promuovere progetti di analisi, ricerca e sviluppo. Ma se in meno di due anni si è realizzata questa trasformazione, attraverso un’accelerazione tipicamente manageriale, lo si deve al Presidente del Centro Ammiraglio di Squadra Giacinto Ottaviani che ha avviato, sin dal suo insediamento, una fitta attività di confronto e ascolto con le alte rappresentanze del mondo universitario italiano.
Una trasformazione non facile se si pensa all’evoluzione nelle strategie di guerra che riconoscono al “quinto dominio” un pericolo quanto mai attuale e ancora tutto da definire. In relazione a questa minaccia, che non ha strumenti convenzionali, è asimmetrica e spesso non riconosce l’entità degli attori coinvolti, il Casd sarà chiamato a una responsabilità centrale per proteggere il confine reale e virtuale del Paese.
Export e cooperazione. Mariani presenta la ricetta di Mbda Italia
Un anno eccezionale per Mbda. Lo ha definito così il 2022 l’amministratore delegato di Mbda Italia e group director Sales and business development per il gruppo europeo, Lorenzo Mariani, illustrando i risultati della componente italiana del consorzio, riprendendo le parole del ceo Éric Béranger. A confermarlo sono i numeri portati da Mariani: “Outlook positivo per i prossimi due anni, confermati i ricavi a 4,2 miliardi di euro e un nuovo record con circa nove miliardi di euro di ordini acquisiti, che hanno portato il portafoglio ordini a 22,3 miliardi di euro”. Cifre e risultati che non risentono direttamente della guerra in Ucraina, quanto da un “cambiamento radicale nella percezione della società e del mondo del ruolo di una realtà come Mbda quale strumenti strategico per la sicurezza”.
Cambia l’approccio alla Difesa
Come confermato dal manager, infatti, “sui nove miliardi di monte ordini, abbiamo solo un ordine da meno di 300 milioni direttamente legato all’Ucraina, proveniente da un Paese confinante”. Il resto deriva dalla presa di coscienza di diversi Paesi che le previsioni di spesa ipotizzate per il prossimo decennio erano troppo diluite, e che il nuovo scenario internazionale necessitava di anticipare ai prossimi due o tre anni spese previste per il 2030. “Un effetto indiretto della crisi, ma soprattutto un nuovo atteggiamento nei confronti del settore della Difesa”.
Export
Importante per i risultati dell’anno passato è stato l’export, che ha visto totalizzare circa sei dei nove miliardi di ordini acquisiti, rispetto alla tradizionale ripartizione 50 e 50 tra mercato estero e domestico. Importanti i contratti per i Rafale degli Emirati Arabi Uniti, che di fatto affiancano il Qatar quale primo cliente in backlog, e con la Grecia, dove Mbda è presente soprattutto “col volto francese” grazie ai Rafale e le fregate Fdi equipaggiate con gli Aster. Il gruppo è presente anche in Arabia Saudita dove operano i Tornado e dove è in atto il contratto per l’aggiornamento di mezza vita degli Storm Shadow. L’Italia ha dato il suo contributo importante al gruppo, soprattutto con i Marte ER per gli NH-90 del Kuwait e gli Aster navali e gli Albatros NG, frutto di un “ottimo legame con Fincantieri per proporre pacchetti completamente italiani”, ha detto Mariani, che ha spiegato i vantaggi di un “approccio francese che presenti pacchetti nazionali con il sostegno del sistema-Paese”.
I risultati italiani
Dal mercato domestico arrivano circa tre miliardi di pacchetto ordini, con l’Italia molto in salita, la Francia che supera il miliardo e il Regno Unito leggermente in flessione, ma non lontano dal miliardo. Per l’Italia un “anno da ricordare” con numeri sopra il miliardo e in progressione “più che aritmetica” rispetto agli anni precedenti. “L’Italia ha contribuito in maniera determinante sui risultati del gruppo, in particolare per quanto arriva dalle cooperazioni”. I ricavi sono legati, anche per il nostro Paese, dall’export, a partire dalle consegne dei Marte per le difese navali e costiere del Qatar. “L’Ebit è salito molto grazie alle consegne estere e domestiche, e si avvicina al valore più alto del gruppo”. L’obiettivo dei prossimi anni è allineare la redditività italiana a quella del gruppo, con un Ros a due cifre.
Caccia di sesta generazione
Importante per il mercato domestico italiano anche l’avvio del programma sul caccia di sesta generazione Gcap, con i primi contratti che vedono Mbda Italia quale second tier. Qui le sfide saranno la definizione dei vari sistemi, dagli effettori all’intero weapon system, alle sfide di sviluppo tecnologico che dovranno essere affrontate dalla società e dall’intero consorzio industriale. Per quanto riguarda la partecipazione del gruppo a entrambi i progetti di sesta generazione, quello italo-ango-giapponese Gcap, e quello ibero-franco-tedesco Scaf, Mariani assicura che “esiste una strettissima muraglia cinese” tra i due programmi, con Mbda Uk e Italia impegnati sul Gcap e le divisioni di Parigi e Berlino sullo Scaf.
Programmi e sfide
Per l’azienda, i principali programmi in fase di svolgimento e sviluppo sono i lotti di Marte ER, in versione per il NH-90 e le batterie costiere, e la consegna degli Aster ai programmi di corvette e pattugliatori d’altura. È stato avviato il contratto per la produzione con la Francia dei Samp-T/NG e, in Italia, è arrivato il contratto dal valore di circa un miliardo per i missili Camm ER destinati all’Aeronautica e all’Esercito. Oltre ai programmi già avviati, ci sono le grandi sfide per il prossimo futuro, tra cui lo sviluppo di efficaci intercettori di minacce ipersoniche e l’incremento del rateo della produzione, chiesto “a gran voce” dai ministeri della Difesa europei, a partire da Italia e Francia. Qui la sfida è sicuramente impegnativa, dal momento che coinvolge l’intera filiera, dai fornitori ai produttori finali, e dove sarà fondamentale il contributo dello Stato.
YouTube entra nella casa dei liberali italiani e sovverte i nostri principi costituzionali
Nei giorni scorsi, un piccolo fatto di cronaca ci ha ricordato l’esistenza di un grande problema. È accaduto che, applicando le proprie, soggettive, politiche, YouTube abbia ritenuto di censurare un breve passaggio di un ampio intervento di Antonio Martino alla Scuola di liberalismo della Fondazione Luigi Einaudi. Un intervento in cui il professore dissentiva dall’obbligo vaccinale e contestava il green pass. YouTube è dunque entrata nella casa di liberali italiani e, sovvertendone le regole, ha imposto la propria logica. Una logica censoria.
Nella mail di spiegazioni inviata alla Fondazione Luigi Einaudi il concetto è esplicito: YouTube “non ammette” affermazioni relative ai vaccini contrarie al parere della scienza ufficiale. Segue quello che la società californiana chiama “avvertimento”. In effetti, una minaccia: per una settimana la Fondazione Luigi Einaudi non potrà utilizzare il proprio account, al terzo “avvertimento” il canale della Fondazione “sarà rimosso da YouTube”.
Personalmente, ero favorevole all’obbligo vaccinale così come al green pass, ma non è questo il punto. Il punto è che, da liberale, mai mi sognerei di impedire a chi la pensa diversamente da me di sostenere le proprie opinioni. È quello che YouTube ha fatto. E l’ha fatto nella finzione che il Web sia (ancora) una libera opzione è che chi vi accede debba di conseguenza sottostare ai principi morali ed etici della multinazionale che lo ospita. In effetti, non è più così.
“Affronteremo i piccoli editori come il ghepardo che insegue una gazzella ferita”, disse Jeff Bezos all’esordio di Amazon. La minaccia si è realizzata. Il Web ha dilaniato l’editoria e i media tradizionali e gli ha sottratto il controllo dell’informazione, della conoscenza, del dibattito e della formazione etica, politica, culturale e civile della persona e delle società. Un potere oggettivamente “pubblico”. Un potere che tocca e spesso travolge diritti costituzionali, responsabilità civili e norme penali cui i Giganti del Web dovrebbero, come tutti, sottostare. Hanno voluto la bicicletta? Devono guidarla secondo il codice della strada. Ma i codici non sono tutti uguali.
Tra i principi costituzionali investiti dalla crescita del Web ci sono senz’altro la libertà di espressione e quella di informazione. Articolo 21 della Costituzione italiana, punto fermo di ogni democrazia liberale: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Concetto ripreso dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Quello che sostiene che “ogni persona ha il diritto alla libertà di espressione” e che tale diritto “include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”. L’articolo 2 è ancor più secco, lapidario: “La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati”.
Ebbene, nell’epoca in cui il 60% dell’opinione pubblica si forma sui social, le responsabilità giuridiche e civili dei media tradizionali sono di fatto passare in capo ai Giganti del Web. E finché non si sarà trovato il modo di trasferire al mondo cosiddetto virtuale le norme e i principi riconosciuti nel mondo reale le basi del nostro vivere civile, e in sostanza della nostra democrazia, saranno appaltate al capriccio, alla convenienza e ai tic di quel pugno di uomini che fanno business del Web a livello globale.
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Italia-Israele, firmato l’accordo di collaborazione per la sicurezza nel Mediterraneo allargato
di Antonio Mazzeo –
Pagine Esteri, 23 marzo 2023. Accordo tra due think tank di Italia e Israele per avviare progetti di ricerca congiunti sulle questioni di geopolitica e sicurezza nel Mediterraneo allargato. A firmarlo nei giorni scorsi a Roma il presidente della Fondazione Med-Or Marco Minniti (ex ministro dell’Interno, Pd) e il direttore esecutivo dell’Institute for National Security Studies (INSS) di Tel Aviv, prof. Manuel Trajtenberg.
Quello tra la fondazione promossa e finanziata dall’holding del complesso militare-industriale Leonardo SpA e l’INSS di Tel Aviv è il primo memorandum di tale genere firmato tra un’entità italiana e una israeliana. “Per Med-Or l’avvio di questo rapporto di collaborazione è estremamente importante”, ha dichiarato l’ex titolare del Viminale. “Avremo modo di sviluppare progetti comuni di ricerca e di cooperazione scientifica su tematiche e in settori strategici che sono al centro dei nostri programmi di lavoro. INSS è infatti una realtà a livello internazionale, soprattutto per le sue attività su temi come sicurezza e geopolitica, e potremo lavorare per approfondire questioni sempre più rilevanti, per i nostri due paesi, anche alla luce degli straordinari cambiamenti di cui la regione del Mediterraneo è oggetto e che vedranno nei prossimi anni Italia e Israele sempre più coinvolti”.
L’accordo di collaborazione punta nello specifico all’organizzazione di eventi e seminari, in Italia e in Israele, su tematiche inerenti la politica estera, di difesa e sicurezza; lo sviluppo di programmi di scambi tra ricercatori dell’INSS e della Fondazione Med-Or; il finanziamento di borse di studio (erogate dall’istituzione di Leonardo) a studenti israeliani per corsi di master presso università italiane.
“L’INSS di Tel Aviv è un think tank indipendente e no profit, che grazie a una ricerca innovativa e dagli alti standard, e alla presenza di ricercatori provenienti dal mondo accademico e da quello della sicurezza e dell’intelligence israeliana, è ampiamente considerato, qualitativamente parlando, tra i migliori sulla difesa e sicurezza nella regione mediorientale e a livello internazionale”, enfatizza la Fondazione guidata da Marco Minniti.
Il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, e il direttore Esecutivo dell’INSS, Prof. Manuel Trajtenberg
Affiliato all’Università di Tel Aviv (la più grande istituzione accademica d’Israele con oltre 30.000 iscritti), l’Institute for National Security Studies ha svolto per conto delle autorità governative israeliane importati studi sulle questioni relative alle problematiche militari e strategiche, terrorismo, conflitti a bassa identità, spese militari nell’area mediorientale, cyber war, ecc.. L’INSS organizza meeting e conferenze a cui partecipano leader politici e i vertici delle forze armate (in particolare la conferenza annuale su Cybersecurity e Intelligence). Fondato nel 1977 come Centro per gli Studi strategici dell’Università di Tel Aviv dal generale (in pensione) Aharon Yariv, già capo intelligence dell’IDF, nel 1983 il Centro fu denominato “Jaffee Center for Strategic Studies” e nell’ottobre 2006 assunse il suo nome odierno, rendendosi autonomo economicamente dalla Tel Aviv University. Prima della sua trasformazione, il “Jaffee Center for Strategic Studies” è stato diretto dal generale Shlomo Gazit, ex capo della Direzione d’intelligence delle forze armate, “coordinatore” delle operazioni del governo israeliano nei Territori occupati dal 1967 al 1974 e finanche Presidente della Ben-Gurion University per otto anni dopo il suo ritiro dalla vita militare.
L’Institute for National Security Studies ha elaborato la cosiddetta “dottrina militare Dayhiya” che comporta “l’applicazione di forza sproporzionata e il causare gravi danni e distruzione alle proprietà e alle infrastrutture civili”. La dottrina è stata formalizzata alla vigilia del sanguinoso attacco contro Gaza del biennio 2008-09 con la pubblicazione di un paper da parte del colonnello (riservista) Gabriel “Gabi” Siboni, dal titolo Disproportionate Force: Israel’s Concept of Response in Light of the Second Lebanon War (ottobre 2008).
Il prof. Manuel Trajtenberg è direttore esecutivo dell’INSS dal maggio 2021. Economista con un dottorato all’Università di Harvard è stato fondatore e primo presidente del National Economic Council della Presidenza del consiglio dei ministri di Israele dal 2006 al 2009. Successivamente ha ricoperto per un quinquennio la carica di presidente del Comitato finanze e pianificazione del Consiglio nazionale per l’Istruzione superiore, nonché responsabile del Comitato per le trasformazioni sociali ed economiche istituito dal governo dopo le proteste di massa del 2011. Manuel Trajtenberg è stato anche parlamentare alla Knesset con l’Unione sionista (2015-17) e vanta una consolidata esperienza nel settore militare-sicuritario: già “esperto-consulente” della Direzione per la ricerca e lo sviluppo del Ministero della difesa (ente che in coordinamento con le industrie belliche promuove i programmi di sviluppo di nuovi sistemi e tecnologie militari); rappresentante del Brodet Committee per il bilancio della difesa dopo la Seconda guerra in Libano; membro del Comitato scientifico del gruppo industriale aero-spaziale Rafael Advanced Defense Systems durante il programma di sviluppo del sofisticato sistema “anti-missile” Iron Dome; membro del forum che ha dato vita alla Direzione nazionale cyber.
La Fondazione Leonardo Med-Or è stata istituita nel 2021 con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or). “Leonardo Med-Or è nata per unire competenze e capacità dell’industria con il mondo accademico per lo sviluppo del partenariato geo-economico e socio-culturale”, spiegano i promotori. I settori di ricerca ed intervento comprendono innanzitutto la safety, la security, l’aerospazio e la difesa, in Italia e all’estero. La fondazione ha avviato diversi progetti di “cooperazione internazionale”: con il Regno del Marocco (borse di studio per studenti in collaborazione con il Mohammed Polytechnic University di Rabat e la LUISS di Roma); con le Repubbliche del Niger, Somalia,Libano e con enti governativi e centri di ricerca di Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Giordania, Qatar e Yemen.
Con il presidente Marco Minniti siede nel consiglio di amministrazione della Fondazione Med-Or, in qualità di direttrice generale, Letizia Colucci, contestualmente presidente del Cda di MBDA Italia (società leader nella produzione di sistemi missilistici avanzati, controllata in parte da Leonardo), membra dei Cda delle aziende aerospaziali Avio SpA ed e-Geos e di Telespazio Iberica. Dall’ottobre 2022 Med-Or può contare pure in un International Board di altissimo livello, composto da 26 persone (politici, manager industriali e docenti universitari) provenienti da 23 paesi di Europa, Stati Uniti d’America, Africa e Medio Oriente. Tra essi compare David Meidan, potente uomo d’affari ed ex funzionario del governo israeliano, “operativo nell’esportazione di alta tecnologia all’avanguardia prodotta in Israele”, così come è stato presentato all’evento ufficiale di costituzione della Fondazione Med-Or.
Prima di dedicarsi all’export militare, David Meian ha lavorato dal 1977 al 2011 con il Mossad, l’agenzia d’intelligence e spionaggio d’Israele, e con la super segreta Unit 8200, l’unità dell’esercito che opera in stretto contatto con gli enti spionistici statunitensi come la NSA – National Security Agency. “Uno dei suoi ruoli principali è stato stabilire relazioni non ufficiali con i paesi del Medio Oriente che non hanno relazioni diplomatiche con Israele”, ha spiegato la fondazione guidata da Marco Minniti. Qualche tempo fa David Meidan è stato inviato in Turchia dalle autorità di Tel Aviv per rafforzare le relazioni diplomatiche con il presidente Erdogan. In passato era stato pure coordinatore speciale per i prigionieri di guerra e i dispersi in azione per conto del primo ministro Nemjamin Netanyahu.
Nell’International Board di Med-Or siedono inoltre Sir Alex Younger, già Direttore del Secret Intelligence Service (MI6) del governo britannico e John Negroponte, vicesegretario di Stato USA dal 2007 al 2009 e prima ancora vice consigliere per la sicurezza con Ronald Reagan presidente (1987-1989), ambasciatore presso le Nazioni Unite (2001-2004) e direttore dell’Intelligence nazionale USA con George W. Bush (2005-2007).
L'articolo Italia-Israele, firmato l’accordo di collaborazione per la sicurezza nel Mediterraneo allargato proviene da Pagine Esteri.
La concorrenza strategica tra Pechino e Washington mette in dubbio la politica dell’‘una Cina’
Il pessimismo circonda il futuro delle relazioni Cina-USA e la possibilità di un conflitto tra le due potenze nucleari. Lo Stretto di Taiwan è diventato il più probabile focolaio di conflitto tra la concorrenza strategica degli Stati Uniti con la Cina e il crescente disaccordo sulla questione di Taiwan. Sebbene la politica One China degli […]
L'articolo La concorrenza strategica tra Pechino e Washington mette in dubbio la politica dell’‘una Cina’ proviene da L'Indro.
Michail Bulgakov – Il maestro e Margherita
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L'articolo Michail Bulgakov – Il maestro e Margherita proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
BONES AND ALL DI LUCA GUADAGNINO
Da vedere per la riuscita commistione dei generi: il teen movie vira in horror, diventa love story, si traveste da road movie, non necessariamente in quest’ordine, anzi senza nessun ordine.
iyezine.com/bones-and-all-di-l…
Bones and all di Luca Guadagnino - 2022
Titolo: Bones and all Regia: Luca Guadagnino // Il primo amore tra una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società e un ragazzo solitario dall’animo combattivo.Roberta Cospito (In Your Eyes ezine)
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
News da Marte #13 | Coelum Astronomia
"Riprendiamo il filo delle attività di Perseverance e Ingenuity nel cratere Jezero. Seguiamo l'esplorazione con tantissimi video e foto."
Il Comando Sud degli Stati Uniti e il colonialismo del XXI secolo | Infoaut
“È singolare che parlino delle ‘risorse’ di luoghi che non abitano; è questa la logica a cui sottendono governanti, ministri e uomini d’affari. Per le comunità l’estrattivismo, l’esproprio e lo sradicamento hanno molteplici volti. Imperialismo e colonialismo interno si alternano. Molti dei territori bramati dagli imperi sono già stati certificati come zone di sacrificio dai governi nazionali e provinciali“
Flat tax. Verso uno Stato minimo | La Città Futura
"La delega al governo sul fisco favorisce gli alti redditi, i redditi da capitale, l'evasione e l'elusione fiscale. Il minor gettito sarà a scapito dei lavoratori dipendenti, dei contribuenti onesti, dei bassi redditi e delle prestazioni pubbliche. [...] Ci sarà quindi da aspettarsi uno stato minimo di tipo ottocentesco per tutti e maggiori sofferenze per le zone svantaggiate, mentre prevarrà la differenziazione fra i diritti e sarà incentivato l'egoismo."
INTERVISTIAMO: Alessandro Piccinelli
📣 INTERVISTIAMO: Alessandro Piccinelli
Alessandro Piccinelli è colui che ha raccolto l'eredità del grande Gallieno Ferri, come copertinista di Zagor, "lo spirito con la scure".
#Fumetti
iyezine.com/alessandro-piccine…
Oggi è il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri!
Un’occasione per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante, con tante iniziative organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.
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Consigli per l'anti-sorveglianza fisica
Le nostre città sono sempre più popolate di telecamere, termoscanner, scanner Wi-Fi e Bluetooth e molto altro. E se guardiamo più in alto, anche i droni iniziano a sorvolare i nostri cieli.
Uno scenario non proprio idilliaco per chi soffre di quel disturbo della personalità chiamato voglia di privacy. Non è facile difendersi dall’occhio di Sauron, però può esserci qualche rimedio utile per difendersi dalla sorveglianza fisica, sia per chi soffre di questo disturbo della personalità che per chi invece volesse tutelarsi in situazioni delicate, come manifestazioni politiche.
Dicono che iscriversi a Privacy Chronicles crei disturbi della personalità. Ma non iscriversi è peggio.
I rapaci della sorveglianza
Iniziamo parlando proprio di droni. Non tutti i droni sono uguali. Esistono droni militari con incredibile autonomia e capacità offensive e droni “urbani” che invece oltre ad essere molto più piccoli hanno anche meno autonomia e non hanno (per ora) capacità offensive.
Droni militari. Lo Sharp Sword (cinese) può caricare fino a 2.000kg di payload e bombe.
In diverse parti del mondo saper riconoscere un drone e riuscire a nascondersi può fare la differenza tra la vita e la morte. Neppure i droni militari di sorveglianza non devono essere sottovalutati, dato che questa è spesso la fase che precede un attacco.
Anche i nostri cieli si stanno velocemente riempiendo di droni.
Non è un segreto ad esempio che siano stati usati durante i lockdown per scandagliare parcheggi, strade e piazze e scovare i pochi temerari che osavano sfidare il temibile virus in barba a decreti legge e DPCM. Certo, sono diversi da quelli militari, ma con capacità di sorveglianza da non sottovalutare.
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Un decreto del 13 giugno 2022 ha anche recentemente abrogato la normativa precedente sui droni e agevolato di molto il loro uso per le forze dell’ordine come Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Oltre alle solite finalità “ombrello” di sicurezza pubblica, contrasto del terrorismo e prevenzione dei reati di criminalita' organizzata e ambientale, i droni possono ora essere usati per un sacco di cose, come previsto dall’articolo 3:
a) la Polizia di Stato per la:
1) sicurezza stradale;
2) sicurezza ferroviaria;
3) sicurezza delle frontiere;
4) sicurezza postale e delle comunicazioni;
b) l'Arma dei carabinieri per la:
1) sicurezza in materia di sanita' e igiene
2) sicurezza in materia forestale, ambientale e agroalimentare;
3) sicurezza in materia di lavoro e legislazione sociale;
4) sicurezza del patrimonio archeologico, storico, artistico e
culturale nazionale;
c) il Corpo della guardia di finanza per:
1) la sicurezza del mare
2) la sicurezza in materia di circolazione dell'euro e degli
altri mezzi di pagamento;
3) l'assolvimento delle funzioni di polizia economica e
finanziaria di cui all'art. 2 del decreto legislativo 19 marzo 2001,
n. 68.
I droni più evoluti possono montare un payload di sorveglianza da brivido: scanner termico, telemetro laser, camere grandangolari ad altissima risoluzione e con zoom, visione notturna e tracking intelligente degli obiettivi.
I muri hanno gli occhi
Tornando al livello del suolo, non devo certo dirvelo io: la situazione peggiora a vista d’occhio.
In quanto a numeri, la Cina è sempre leader globale, con circa 380 telecamere ogni 1000 persone. In Europa la situazione è migliore; siamo molto lontani da quei numeri. Londra, che è la città più videosorvegliata in Europa, conta circa 13.35 telecamere ogni 1000 abitanti. Alcune statistiche riportano un numero di molto superiore, ma dalle mie ricerche sembra che i numeri più alti tengano conto anche delle videocamere private. La città più sorvegliata d’Italia è invece Roma, che conta circa 1.71 telecamere per 1000 persone.
Insomma, una volta tanto non siamo messi male. Il numero però è destinato a salire vertiginosamente nei prossimi anni, dato che dal 2018 il governo italiano continua a mettere a disposizione fondi milionari per il finanziamento dei sistemi di videosorveglianza nei nostri comuni.
Il potenziamento dell’apparato di videosorveglianza non è solo quantitativo, ma anche qualitativo. Se oggi avere sistemi di riconoscimento facciale sembra fantascienza, lo stesso non potrà dirsi fra qualche anno. Difendersi da questa roba non è facile, e la risposta migliore dovrebbe essere quella del netto e forte rigetto politico.
Purtroppo, la maggior parte delle persone semplicemente ignorano il problema. Non tanto per negligenza o indifferenza, quanto per l’opacità by design che circonda queste decisioni della pubblica amministrazione.
Quanti di voi conoscevano il decreto sui droni che ho citato prima? Quanti sono consapevoli delle delibere comunali che prevedono l’installazione o il potenziamento dei sistemi di sorveglianza? Quante volte invece la popolazione viene semplicemente messa di fronte ai fatti compiuti, con nuove e scintillanti telecamere sopra le loro teste?
D’altronde, come affermava Machiavelli1 in tempi meno sospetti, non c'è nulla di strano. La cospirazione è il miglior metodo di governo: “all’inizio il male è difficile da conoscere, ma facile da curare, ma col passare del tempo diventa facile da conoscere e difficile da curare; fin quando non vi è più rimedio". Oggi c’è una cospirazione per riempire il più possibile le nostre città e cieli di telecamere.
Qualche consiglio di anti-sorveglianza fisica
Difendersi dall’ espropriazione violenta della nostra privacy non è mica facile, però ci sono degli accorgimenti utili da ricordare per diminuire l’esposizione quando siamo in pubblico.
Contro le telecamere volanti, l’ambiente e il meteo sono nostri amici: pioggia e nebbia mettono in difficoltà i droni, così come alberi, portici o altre strutture che possono nascondere una persona dall’alto. Anche nascondersi in una grande folla può essere utile, seppur molti droni oggi possono montare telecamere con tracking intelligente per identificare e seguire specifiche persone con segni distintivi.
Se invece splende il sole, usare materiale riflettente può aiutare a contrastare le telecamere dei droni e confondere i sistemi di sorveglianza. Anche cappelli, cappucci, sciarpe e ombrelli possono essere semplici ma funzionali strumenti per evitare lo sguardo dei rapaci della sorveglianza. Attenzione però, che essere gli unici icon un ombrello in testa in una giornata di sole potrebbe invece semplificare l’identificazione.
Contro i termoscanner, che potrebbero essere installati sui droni, è utile indossare materiale che abbia proprietà di isolamento termico, come la lana o alcune fibre sintetiche come il neoprene.
Le capacità di sorveglianza dei droni possono essere combinate con altre tipologie di monitoraggio a terra, come la localizzazione della persona tramite il monitoraggio bluetooth / wi-fi o tramite celle telefoniche. In questo caso si possono adottare diverse precauzioni:
- Spegnere le funzioni wi-fi e bluetooth dei dispositivi in pubblico e disattivare il wi-fi scanning e il bluetooth scanning, che potrebbero rivelare lo smartphone anche con le funzioni wi-fi e bluetooth disattivate
- Usare una VPN per nascondere il proprio indirizzo IP, traffico e attività online (comprese, in caso, quelle via wi-fi)
- Usare una sacca schermata (gabbia di Faraday) in cui tenere i dispositivi non in uso. Il miglior modo di bloccare un segnale è di farlo fisicamente!
Per quanto riguarda invece le telecamere a terra, è utile saper riconoscere le diverse tipologie.
Quelle CCTV di solito hanno una forma a cupola o a proiettile. Le più Quelle a cupola possono avere una rotazione di 360° e la forma rende difficile capire esattamente in che direzione stanno guardando. Di solito però non hanno un raggio d’azione molto lungo e sono situate in zone protette, al riparo dagli agenti climatici.
Le CCTV a proiettile (rettangolari e allungate) sono invece tipicamente installate all’esterno e hanno un raggio meno ampio di quelle a cupola, ma più lungo. Entrambe le tipologie possono essere dotate di visione notturna a infrarossi (IR). Alcuni modelli sono facili da riconoscere, perché hanno una serie di piccoli led intorno alla fotocamera principale. In altri casi potrebbero invece essere nascosti.
Per quanto riguarda le telecamere con riconoscimento facciale, il discorso è più complesso. I modelli infatti sono uguali alle normali telecamere a proiettile, ma queste sono solitamente poste ad altezza inferiore, così da poter più facilmente osservare il viso delle persone. Ad esempio, potrebbero essere installate nei pressi di scalinate o passaggi obbligati.
Non tutte le telecamere però sono fatte per riprendere le persone. Quelle LPR (License Plate Recognition) sono studiate appositamente per identificare targhe delle automobili. In alcuni casi sono dotate di algoritmi OCR (Optical Character Recognition) che trasformano l’immagine in dati alfanumerici che possono essere confrontati con database precostituiti. Come se fosse il riconoscimento facciale delle auto. Queste telecamere di solito hanno una forma più snella e allungata delle altre, e una seconda lente per le riprese ravvicinate. Come per quelle di riconoscimento facciale, spesso sono posizionate in modo tale da agevolare la lettura delle targhe.
Per le telecamere a terra valgono i consigli già detti per i droni, salvo che per le zone affollate: meglio evitarle. La pubblica amministrazione ha risorse limitate e le telecamere sono spesso installate nelle zone più frequentate delle città o più strategiche, come le stazioni.
Un ultimo consiglio, non tecnico ma legale, è di informarsi su ciò che ha fatto o vuole fare il vostro Comune. Sarà sufficiente fare una richiesta FOIA2 (accesso civico generalizzato) via posta elettronica (di solito all’URP) e chiedere tutta la documentazione relativa alla videosorveglianza. Il Comune avrà tempo 30 giorni per rispondervi e darvi copia di tutto ciò che hanno.
Nei documenti di solito sono indicate le finalità della sorveglianza, le zone, i sistemi usati e molte altre informazioni. In alcuni casi queste informazioni potrebbero essere usate anche per costringere i Comuni a rimuovere le telecamere per violazione della normativa privacy europea. Ad esempio, per mancanza di informativa, cartellonistica, o valutazione d’impatto — un processo documentato per la valutazione dei rischi obbligatorio per legge.
La moda dell’anti-sorveglianza
Se i metodi tradizionali non dovessero bastare, sappiate che negli ultimi anni alcune azienda hanno iniziato a produrre abiti e accessori progettati appositamente per contrastare videocamere di sorveglianza e sistemi di riconoscimento facciale.
Ho avuto modo di conoscere personalmente una di queste aziende, Cap_able, durante la Privacy Week 2022 (clicca qui per riguardare l'incontro). I loro capi di abbigliamento presentano dei pattern studiati appositamente per confondere gli algoritmi di riconoscimento facciale e rendere difficile l'identificazione della persona.
Un’altra realtà, scoperta in questi giorni, è quella di Project Kovr. I capi non sono pensati per contrastare il riconoscimento facciale ma la sorveglianza tradizionale, anche ambientale (wi-fi / bluetooth).
Le loro giacche sono infatti prodotte con materiale metallico, che oltre ad essere riflettente funziona anche come una gabbia di Faraday, bloccando quindi i segnali dai dispositivi riposti nelle tasche. Non ho capito se i capi di Project Kovr sono in vendita, ma sono certamente molto interessanti.
E se l’anti-sorveglianza oggi è anche una moda, non dobbiamo però dimenticare che la privacy è prima di tutto una questione filosofica e politica.
Usare soluzioni attive per difendersi dal Panopticon è molto bello e utile, ma non possiamo neanche nasconderci per sempre come topi. Il miglior modo per non essere sorvegliati, è pretendere di non essere sorvegliati.
"Et interviene di questa come dicono e’ fisici dello etico, che nel principio del suo male è facile a curare e difficile a conoscere, ma, nel progresso del tempo, non l’avendo in principio conosciuta né medicata, diventa facile a conoscere e difficile a curare. Cosí interviene nelle cose di stato; perché, conoscendo discosto, il che non è dato se non a uno prudente, e’ mali che nascono in quello, si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti si lasciono crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più remedio."
Ministero dell'Istruzione
Il 25 marzo è il #Dantedì, la Giornata dedicata Dante Alighieri, istituita per ricordare in tutta Italia e nel mondo la storia e le opere del Sommo Poeta.Telegram
Nakamura in finale nell'American Cup
Nakamura Blitzes So, Advances To Finals
GM Hikaru Nakamura is the first player to book his ticket to this year's finals of The American Cup after defeating GM Wesley So in a blitz playoff.Jack Rodgers (Chess.com)
Il Fediverso ha guadagnato massa critica e sta diventando mainstream. C'è persino l'interesse di #BigTech. Questo significa Opportunità e Minacce ... ora è il momento di affrontarle.
Ideazione della struttura organizzativa per il Grassroots Fediverse (traduzione automatica)
Il Fediverso ha guadagnato massa critica. L'ecosistema sta diventando mainstream, facendo appello a un pubblico più ampio. C'è interesse aziendale e persino Big Tech sta valutando di entrare a farne parte.
→ Questo significa Opportunità e Minacce ... ora è il momento di affrontarle.
Le minacce consistono in vari livelli di Corporate Capture del panorama tecnologico, fino a EEE . Non mi addentrerò molto in questo, poiché queste dinamiche sono ben note. C'è un aspetto positivo dell'interesse aziendale: nel breve termine, le risorse aziendali dedicate possono stimolare in modo significativo l'evoluzione e l'adozione della tecnologia. Le società, sul lungo termine, prenderanno il posto di guida e il movimento FOSS sarà spinto come al solito in posizione marginale.
"È la cultura, stupido!"
Nel movimento FOSS siamo così profondamente concentrati sugli aspetti tecnici della tecnologia, che spesso perdiamo di vista il quadro più ampio di ciò che riusciamo a stabilire con i nostri sforzi collettivi. Considera questo:
D: Qual è la qualità chiave, o "punto di forza unico" se vuoi, che ha portato al successo del Fediverse?R: È la cultura vibrante che è stata promossa per un periodo di anni in un ambiente di base.
Sento che questa è un'intuizione così importante. Ci sono persone che criticano AS/AP e altri per i loro difetti tecnici. La gente dice che, ad esempio, Nostr è molto meglio e vincerà con la loro "resistenza alla censura". Ci sono un milione di startup che hanno provato a lanciare la piattaforma killer dei Social Media... e hanno fallito.
Quei lunghi anni in cui il Fediverso si è lentamente, organicamente ritagliato il suo meritato spazio nel web, spinto dalla Libera Cultura e dai Beni Comuni, cioè avendo a cuore gli interessi delle Persone vere… questi hanno creato le condizioni perché il Fediverso potesse fiorire! Un fedi a misura d'uomo e umano. Questo è stato il fattore chiave del successo!
→ Il Fediverso sa cos'è il “Social”!
Al contrario, i social media aziendali non hanno mai riguardato i social. Parlavano di soldi a tutti i costi.
“Difendi ciò che ci è caro”
Con il Fediverso, il movimento Free Culture e FOSS è riuscito a compiere un'impresa rara: erigere da zero un ecosistema completo basato su standard aperti e guidarlo verso il successo. Ora la nostra sfida è vedere se possiamo rimanere al posto di guida e mantenere il Fediverso piacevole e per tutti, rendendolo più diversificato e inclusivo che mai.
Ora è il momento, come @Darius Kazemi ha così chiaramente espresso prima di “Gioca e vinci il nostro gioco” :
Andando avanti: "The Grassroots Fediverse"
Come molti hanno affermato prima, dinamiche culturali di base significano resistenza a processi troppo formalizzati e centralizzazione delle attività. La frammentazione e il conseguente caos delle nostre attività disperse in tutto il Web conferisce una certa misura di resilienza. Questa è una buona cosa™ ed è necessaria... in una certa misura.
Allo stesso tempo, troppa frammentazione rende "The Grassroots Fediverse" debole e vulnerabile agli sforzi concertati per portare ordine nel caos. Sforzi in cui presto le aziende saranno profondamente coinvolte.
→ C'è un punto debole da trovare tra ordine e caos.
Ideare la nostra organizzazione di base
Nel post Wiki di seguito potete tutti modificare le vostre idee per una "struttura organizzativa minima praticabile" necessaria per l'evoluzione di Fediverso che mantenga la nostra cultura e le dinamiche di base che ci hanno reso di successo.
Qui è disponibile il post originale di Arnold Schrijver @smallcircles (Humane Tech Now)
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Non è una sorpresa: tutti gli utenti (anche quelli che trovano il #fediverso troppo poco frequentato!) si meravigliano di quanto qui siano più numerose le interazioni (risposte, preferiti, ricondivisioni) rispetto a Twitter o agli altri social basati sul narcisismo.
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Oggi alle 10.30 torna L'Ora di Costituzione! Il tema della seconda lezione è sui diritti e doveri dei cittadini (dall'articolo 13 al 28).
Seguite qui la diretta streaming ▶️ youtube.
Ministero dell'Istruzione
Oggi alle 10.30 torna L'Ora di Costituzione! Il tema della seconda lezione è sui diritti e doveri dei cittadini (dall'articolo 13 al 28). Seguite qui la diretta streaming ▶️ https://www.youtube.Telegram
Microtargeting politico su Facebook e le gravi responsabilità dei partiti (tedeschi)! Il Post di @NOYBeu (PS: ma che fine avrà fatto la segnalazione di #MonitoraPA al @gpdp_it sui partiti italiani?)
(Ricordiamo a questo proposito, l'iniziativa promossa meno di un anno fa da @Monitora PA
e che non ha decisamente raccolto l'attenzione che meritava)
Di seguito le denunce effettuate da @noyb.eu
- Denuncia contro la CDU
- Denuncia contro l'AFD
- Denuncia contro l'SPD
- Denuncia contro Bündnis 90/Die Grünen
- Denuncia contro DIE LINKE
- Denuncia contro il Partito Democratico Ecologico
Tutti i partiti del Bundestag tedesco utilizzano il microtargeting. Una ricerca di ZDF Magazin Royale ha rivelato che tutti i partiti rappresentati nel Bundestag hanno utilizzato il microtargeting politico su Facebook per indirizzare gli annunci a un gruppo selezionato di persone. Le informazioni su come i partiti "prendono di mira" i loro elettori sono tenute segrete da Facebook. Nell'aprile 2021, lo spettacolo notturno tedesco ZDF Magazin Royale ha chiesto al proprio pubblico di installare un'estensione del browser per registrare i dati di microtargeting. Dopo una richiesta di accesso a questi dati, noyb è stata in grado di analizzare questi dati e identificare specifiche violazioni del GDPR.
Dati sensibili per il microtargeting. L'analisi dei dati di noyb ha rivelato che gli utenti di Facebook sono stati presi di mira con pubblicità politica più recentemente durante le elezioni federali tedesche. Questo non è illegale di per sé. Tuttavia, gli utenti sono stati selezionati perché Facebook aveva valutato in background le loro opinioni politiche. Le opinioni politiche sono specificamente protette dall'articolo 9 del GDPR, pertanto sia le parti che il social network hanno violato il GDPR. Le denunce sono state intentate contro vari soggetti o sub-organizzazioni, in quanto responsabili degli annunci pubblicitari.
" Qualsiasi dato sulle opinioni politiche di una persona è protetto in modo particolarmente rigoroso dal GDPR. Tali dati non solo sono estremamente sensibili, ma consentono anche la manipolazione su larga scala degli elettori, come ha dimostrato Cambridge Analytica" . - Felix Mikolasch, avvocato per la privacy presso noyb
Il microtargeting come pericolo per la democrazia. Uno dei maggiori pericoli del microtargeting politico è che l'opinione politica di un elettore può essere influenzata e alterata. I partiti politici possono fare innumerevoli promesse a gruppi specifici di elettori e possono nascondere la loro posizione personalizzata al grande pubblico. Ciò può portare ad aspettative molto diverse negli elettori, che la politica non potrà mai soddisfare. Il risultato è una società polarizzata, ei singoli partiti possono crearsi dei vantaggi in campagna elettorale facendo promesse contraddittorie.
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Il #GarantePrivacy tedesco dice davvero le stesse cose sostenute da #MonitoraPA?
Sì! 8-)8-)😎
Direttamente dal #GarantePrivacy tedesco, tutto quello che vorreste sapere sui servizi cloud di #Microsoft, ma non avreste mai osato chiedere.
- Quali sono i problemi in termini di GDPR quando si utilizza Microsoft365?
- Perché l’opzione offerta da Microsoft di elaborare i dati su server europei non è sufficiente per un funzionamento conforme alla protezione dei dati?
- Perché la legge statunitense CLOUD Act pone un problema di protezione dei dati?
- Implicazioni della decisione dell’OLG di Karlsruhe del settembre 2022 per l’uso di MS 365 nelle scuole
- A quali condizioni è possibile un utilizzo di Microsoft 365 conforme alla protezione dei dati?
- Quali “dati di utilizzo” vengono trasmessi con Microsoft 365?
- Quali misure tecniche e organizzative possono essere adottate per impedire il trasferimento dei dati diagnostici a Microsoft?
- Come valutare l’utilizzo di Microsoft 365 su tablet o smartphone?
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