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di Leonardo Boff* – Transform! Europe - La situazione è peggiorata quando la NATO, su pressione degli Stati Uniti, ha esteso la sua offensiva dall’Atlan


Motori silenziosi (italiani) per i sottomarini Usa


I nuovi sottomarini strategici degli Stati Uniti avranno a bordo componenti per il sistema di propulsione Made in Leonardo. È quanto previsto dal contratto dal valore di circa un miliardo di dollari assegnato dalla Us Navy alla sussidiaria americana del g

I nuovi sottomarini strategici degli Stati Uniti avranno a bordo componenti per il sistema di propulsione Made in Leonardo. È quanto previsto dal contratto dal valore di circa un miliardo di dollari assegnato dalla Us Navy alla sussidiaria americana del gruppo di Piazza Monte Grappa, Leonardo DRS. Le componenti andranno a sostenere i sistemi integrati di propulsione elettrica dei sottomarini classe Columbia, di cui la marina militare a stelle e strisce sta pianificando di acquisire i primi quatto entro il 2028. Il programma per i nuovi battelli è di massima priorità per il Pentagono e la Marina Usa, il cui obiettivo è sostituire la flotta di sottomarini balistici classe Ohio, i cui battelli saranno dismessi, uno all’anno, a partire dal 2027. La classe Columbia assumerà il ruolo di componente sottomarina nella triade nucleare strategica degli Stati Uniti.

Le componenti di Leonardo DRS

“Siamo orgogliosi di collaborare con General Dynamics Electric Boat e con la Marina degli Stati Uniti per fornire componenti all’avanguardia che sono il cuore di questa piattaforma critica della Marina”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Leonardo DRS, Bill Lynn, confermando la dedizione dell’azienda nei confronti delle Forze armate nello “sviluppo di sistemi innovativi per le piattaforme di prossima generazione, fondamentali per la sicurezza nazionale, come il sottomarino balistico classe Columbia”. I componenti saranno prodotti negli stabilimenti della società di Fitchburg in Massachusetts, di Menominee Falls in Wisconsin, e di Danbury in Connecticut. Altri componenti saranno invece realizzati nello stabilimento DRS di High Ridge, nel Missouri.

La classe Columbia

I sottomarini Columbia funzioneranno con una propulsione elettrica, cioè utilizzeranno un motore elettrico per far girare le proprie eliche invece dei classici sistemi di propulsione meccanici utilizzati nei precedenti sottomarini, elemento che garantirà una minore firma acustica, rendendo i mezzi più silenziosi e meno individuabili. Una caratteristica essenziale per i sottomarini. Come tutti i sottomarini della Marina degli Stati Uniti, l’energia continuerà ad essere fornita da un reattore nucleare, classificando i nuovi battelli come sottomarini nucleari. Il reattore, infatti, servirà per scaldare l’acqua trasformandola in vapore, e le turbine trasformeranno il calore di questo vapore in energia meccanica, che sarà a sua volta convertita in energia elettrica da utilizzare per far girare le pale per la propulsione e tutti gli altri sistemi di bordo.

La crescita del gruppo negli Usa

L’annuncio arriva dal salone Navy League Sea Air & Space 2023, al quale partecipa anche Leonardo, nel corso del quale l’azienda italiana ha potuto presentare le proprie soluzioni e tecnologie all’avanguardia al mercato statunitense. Come dichiarato da Thomas Smitham, responsabile dell’Unità Organizzativa US Business Development, “Leonardo ha tutte le carte in regola per crescere ulteriormente negli Stati Uniti”, dove conta già settemila dipendenti e collabora con tutte le Forze armate Usa. “Vogliamo continuare a crescere in modo significativo qui, in un mercato per noi domestico, proseguendo nello sviluppo della nostra presenza”, a continuato Smitham.

Le altre piattaforme

Nel corso del salone, il gruppo ha mostrato anche le altre tecnologie e piattaforme su cui collabora con le Forze armate Usa, a partire dai TH-73A Thrasher, di cui è prime contractor, che sarà utilizzato per addestrare la prossima generazione dei piloti di elicotteri di tutte le forze navali di Washington, Us Navy, Corpo dei Marines e Guardia costiera. Per quest’ultima, tra l’altro, Leonardo fornisce quattordici velivoli HC-27J per la sorveglianza marittima, con il gruppo che ha anche recentemente ricevuto un contratto dallo Us Special operations command per progettare una versione modificata del C-27J operati dalla forze speciali della Guardia costiera.

L’addestratore M-346

Leonardo ha poi proposto alla Us Navy anche il suo addestratore M-346, l’addestratore per i piloti destinati alla linea caccia basato sul sistema Live, virtual constructive (Lvc), che consente agli allievi di interagire, attraverso il simulatore, con i piloti in volo nell’ambito della stessa missione addestrativa in un ambiente di simulazione integrato dove reale e virtuale si fondono in un unico scenario operativo. I mezzi, attualmente impiegati da diverse nazioni e, in Italia, nella International flight training school di Decimomannu, potrebbero fornire una soluzione alla Marina a stelle e strisce per i suoi programmi di Undergraduate jet training system e Tactical surrogate aircraft.


formiche.net/2023/04/motori-si…



BREAKING NEWS. Lancio di razzi dal sud del Libano verso Israele


Israele bombarda il sud del Libano dopo essere stato colpito da razzi. L'attacco dal Libano potrebbe essere una risposta ai raid della polizia israeliana, nelle notti del 4 e 5 aprile, nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, durante i quali sono stati fe

Pagine Esteri, 6 aprile 2023 – Israele bombarda il sud del Libano dopo che alcuni razzi sono stati lanciati dal territorio del Paese arabo verso lo Stato ebraico. L’attacco dal Libano sembra essere una risposta ai raid della polizia israeliana, nelle notti del 4 e del 5 aprile, nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, durante il quale sono stati feriti centinaia di palestinesi e arrestati almeno 400.

Decine di razzi sono stati intercettati secondo fonti militari israeliane ma alcuni di essi sono caduti a Shlomi e vicino Nahariya, nel nord di Israele, facendo danni ma non vittime.

Al momento l’attacco non è stato rivendicato ma è avvenuto poche ore dopo che il gruppo di Hezbollah ha diramato un comunicato in cui avvisava ritorsioni per quello che è avvenuto sulla Spianata delle Moschee. Tuttavia, i vertici della sicurezza in Israele insistono nel dire che i responsabili dell’attacco sono i palestinesi presenti in Libano, probabilmente gruppi legati ad Hamas.

Diversi aeroporti israeliani hanno chiuso, compreso quello di Haifa.

Netanyahu ha convocato, per questa sera, il Gabinetto di Sicurezza per discutere della situazione.

SEGUONO AGGIORNAMENTI

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BREAKING NEWS. Lancio di razzi dal sud del Libano verso Israele


Decine di razzi hanno raggiunto il nord di Israele. Un'azione di risposta al raid israeliano della scorsa notte nella moschea di Al Aqsa L'articolo BREAKING NEWS. Lancio di razzi dal sud del Libano verso Israele proviene da Pagine Esteri. https://pagine

Pagine Esteri, 6 aprile 2023 – Lanci di razzi verso Israele dal sud del Libano, in risposta al raid israeliano, nella notte tra il 4 e il 5 aprile, nella moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, durante il quale sono stati feriti decine di palestinesi e arrestati 400.

Decine di razzi sono stati intercettati ma qualcuno dovrebbe essere giunto a destinazione, nel nord di Israele.

Al momento l’attacco non è stato rivendicato ma è avvenuto poche ore dopo che il gruppo di Hezbollah ha diramato un comunicato in cui avvisava ritorsioni per quello che è avvenuto sulla Spianata delle Moschee. Tuttavia, i responsabili della sicurezza in Israele insistono nel dire che i responsabili dell’attacco sono i palestinesi presenti in Libano.

Diversi aeroporti israeliani hanno chiuso, compreso quello di Haifa.

SEGUONO AGGIORNAMENTI

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Il Ministro Giuseppe Valditara e il Procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale hanno sottoscritto ieri un Protocollo d’intesa per favorire la diffusione dei temi legati a un corretto utilizzo delle risorse pubbliche nelle scuole di tutt…


Il potere dell'intelligenza artificiale: il dibattito è solo all'inizio


di Enrico Nardelli

In questi ultimi giorni sta infuriando il dibattito sull’uso di ChatGPT, anche in seguito alla notizia del suo blocco da parte del Garante per la Protezione dei Dati Personali, che ha suscitato reazioni che vanno dal plauso di chi lo ritiene una misura appropriata al rigetto di chi la reputa liberticida e autoritaria. Ritengo quindi che sia prima di tutto necessario far capire, anche a chi non sa niente di tutto quello che “sta sotto il cofano” delle tecnologie digitali, quali sono i termini della questione.

A questo scopo propongo un esperimento mentale partendo da un paragone apparentemente distante ma che, a mio avviso, illustra bene l’essenza della situazione. Immaginate dunque che arrivi qualcuno con un macchinario della grandezza di una caldaia a gas per un appartamento e vi dica: «Ecco un mini-reattore nucleare per uso domestico, la sua carica iniziale di materiale fissile è in grado di darvi acqua calda per riscaldamento e tutte le necessità della casa per i prossimi 10 anni, e costa solo poche migliaia di euro!»

Certamente con questa soluzione potremmo risolvere molti problemi e vivere tutti meglio. Potrebbe però succedere che ogni tanto tale oggetto si surriscaldi e dia luogo ad una mini esplosione nucleare…

Non è una prospettiva molto allettante, vero? Pur senza distruggere la società nel suo complesso e con danni molto limitati, sembrerebbe ovvio a tutti che il gioco non vale la candela. Altrettanto ovvio è che non ne consentiremmo comunque la libera commercializzazione, anche qualora le società produttrici insistessero sulla possibilità di trovare a breve delle soluzioni in grado di impedire del tutto le esplosioni. Né osservare che si tratta di una tecnologia strategica per il nostro Paese, che verrebbe sviluppata da altri se non lo facessimo noi, sarebbe un motivo valido per dare il via libera al suo uso incontrollato.

Ecco, con i sistemi generativi dell’Intelligenza Artificiale (IA), di cui ChatGPT è l’esempio più famoso, siamo in una situazione di questo genere, con la differenza che l’enorme potere che il nucleare dispiega nel mondo fisico l’IA lo rilascia in quello che nel mio recente libro “La rivoluzione informatica. Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale” ho chiamato “cognitivo”, intendendo con questo termine quello in cui si esplicano le capacità puramente logico-razionali di concatenare e dedurre fatti. Ho descritto sommariamente in un precedente articolo cosa sono queste “macchine cognitive”, discutendone i pericoli in relazione al processo educativo dei più piccoli.

Immagine/foto

A rendere ancora più deleteria la possibile evoluzione di questo scenario c’è il fatto che mentre i mini-reattori dovrebbero essere costruiti, spediti e messi in opera uno per uno con dei tempi difficilmente comprimibili, questi sistemi (detti anche “chat-bot”) possono essere replicati a volontà senza sforzo alcuno e resi disponibili dovunque in batter d’occhio.

Tutti i media hanno quindi dato grande risalto ad un appello, lanciato il 29 marzo da nomi molto importante nell’area dell’IA, sia scienziati come Yoshua Bengio e Stuart Russell che imprenditori come Elon Musk e Steve Wozniak, per bloccare per 6 mesi lo sviluppo delle nuove generazioni della tecnologia dei chatbot.

Il problema è reale e posso capire perché in molti hanno aderito sottoscrivendo la lettera aperta.

Analisi più accurate di scienziati altrettanto rilevanti hanno però evidenziato il rischio che tale appello contribuisca in realtà ad alimentare la frenesia che in questi mesi ha raggiunto livelli elevatissimi, distogliendo l’attenzione dai problemi reali. Come ha osservato – tra gli altri – Emily Bender, la ricercatrice che nel 2020 ha pubblicato, insieme a Timnit Gebru (scienziata che fu poi licenziata da Google proprio per questo motivo), il primo articolo che allertava sui potenziali effetti negativi di questa tecnologia, la lettera indica alcuni falsi problemi (p.es.: che sia ormai imminente la realizzazione di una “mente digitale” o che sia ormai possibile realizzare un sistema dotato di “intelligenza artificiale generale”) trascurando molti di quelli veri, che sono l’assoluta mancanza di trasparenza su come questi sistemi sono stati messi a punto e funzionano, su quali prove di sicurezza siano state condotte, su come la loro accessibilità a tutti stia già diffondendo disinformazione anche molto nociva (nel mio precedente articolo ho portato qualche esempio), su come il loro sviluppo impatti in modo significativo sul consumo di risorse naturali.

Ripeto ciò che ho detto in altre occasioni: non ritengo abbia senso bloccare ricerca e sviluppo in questo settore ma, come l’esperimento mentale illustrato in apertura spero abbia mostrato, va trovata una qualche forma di regolamentazione che bilanci l’irrinunciabile principio di precauzione con l’importanza di usare l’innovazione per migliorare la società.

Per questo ritengo che l’altolà emesso dal Garante per la Protezione dei Dati Personali sia opportuno, ancorché non risolutivo. La strada da seguire è quella che negli USA ha indicato il Center for AI and Digital Policy (= Centro per l’Intelligenza Artificiale e la Politica del Digitale) sporgendo un reclamo alla Federal Trade Commission (= Commissione Federale per il Commercio, l’agenzia indipendente del governo sta-tunitense dedicata alla protezione dei consumatori e alla sorveglianza sulla concorrenza) e invitandola ad intervenire dal momento che i chatbot attuano comportamenti ingannevoli verso i consumatori e pericolosi dal punto di vista della correttezza delle informazioni e della sicurezza degli utenti.

Analoga richiesta è stata formulata dall’Organizzazione dei Consumatori Europei, che ha chiesto alle autorità nazionali ed europee di aprire un’inchiesta su questi sistemi.

Meglio focalizzata sulle reali questioni in gioco è invece la lettera aperta pubblicata dalla Leuven University (università di Lovanio) in Belgio. Ricorda il rischio di manipolazione cui possono andare incontro le persone nell’interagire con i chatbot, dal momento che alcune costruiscono un legame con quello che percepiscono come un altro essere umano, legame che può dar luogo a situazioni dannose.

Infatti la principale minaccia che i chatbot pongono agli esseri umani è che essi esibiscono una competenza simile a quella degli esseri umani sul livello sintattico ma sono lontani anni luce dalla nostra competenza semantica. Non hanno alcuna reale comprensione del significato di ciò che stanno facendo, ma purtroppo (e questo è un problema di grande rilevanza sul piano sociale) poiché ciò che fanno lo esprimono in una forma che per noi ha significato, proiettiamo su di essa il significato che è in noi.

In estrema sintesi, queste sono le proposte di questo secondo appello: campagne di sensibilizzazione verso il pubblico, investire nella ricerca sull’impatto dell’IA sui diritti fondamentali, creare un ampio dibattito pubblico sul ruolo da dare all’IA nella società, definire un quadro di riferimento legale con forti garanzie per gli utenti, prendere nel frattempo tutte le misure necessarie per proteggere i cittadini in base alla legislazione esistente.

Ci troviamo in questo momento storico di fronte a sistemi estremamente potenti, sistemi che però, come ha recentemente ricordato Evgeny Morozov nel suo articolo su The Guardian non sono intelligenti nel senso che noi esseri umani diamo a questo termine, né sono artificiali dal momento che – come ha dimostrato ad abundantiam, tra gli altri, Antonio Casilli nel suo libro "Schiavi del clic" – sono basati su un'enorme quantità di lavoro umano, sommerso e malpagato, svolto nei Paesi del Terzo Mondo, oltre che dal nostro contributo (in)volontario costituito da tutte le “tracce digitali” che forniamo senza sosta durante la nostra attività sulla rete.

I potenziali vantaggi sono enormi, ma anche i rischi. Il futuro è nelle nostre mani: dobbiamo capire insieme, democraticamente, che forma vogliamo che abbia.
--
Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 3 aprile 2023.


link-and-think.blogspot.com/20…

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Sono passati 14 anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila. Il 6 aprile 2009 è una data che rimarrà impressa nella memoria di tutti. Oggi il nostro pensiero va alle vittime, ai famigliari e a tutte le persone colpite da questa tragedia.


Vorompatra di Marco Sommariva


Reduce da un corposo tomo che narra di distopia – Ombre dal futuro per le Edizioni Malamente –, per alleggerire un po’ il nostro spirito Marco Sommariva (scrittore genovese, classe 1963) torna in libreria per i tipi di Evoé col romanzo Vorompatra, a vent’anni dalla prima pubblicazione di questo romanzo con Sicilia Punto L. La copertina è opera del fumettista Otto Gabos, la prefazione di Piergiorgio Pulixi. @L’angolo del lettore

iyezine.com/vorompatra-di-marc…

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Il Kenya resta in bilico, non decolla il negoziato Ruto-Odinga


Il presidente esclude che i colloqui possano affrontare anche il costo della vita come chiede il leader dell'opposizione L'articolo Il Kenya resta in bilico, non decolla il negoziato Ruto-Odinga proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/04

della redazione

Pagine Esteri, 6 aprile 2023 – Si complicano i colloqui bipartisan inaugurati domenica scorsa dal presidente William Ruto per mettere fine alle forti tensioni politiche che attraversano il paese e che hanno provocato scontri con morti e feriti. Il leader dell’opposizione, Raila Odinga, che denuncia tentativi di manomissione dei server elettorali, pone con forza l’accento sul costo della vita. Per questo chiede un negoziato anche fuori dal parlamento in modo da arrivare ad un accordo simile a quello del 2008, mediato dall’allora segretario generale dell’Onu Kofi Annan. “Torneremo dalla nostra gente al primo segno di mancanza di serietà dall’altra parte”, avverte Odinga, minacciando indirettamente di indire nuove manifestazioni contro il risultato delle elezioni dello scorso anno, vinte da Ruto. Nelle proteste delle scorse settimane sono morte almeno tre persone e 85 sono rimaste ferite.

Per l’Alleanza democratica unita (Uda), il partito al governo, Odinga fa richieste “irragionevoli” per tenere in ostaggio i colloqui. Il presidente Ruto ribadisce che i colloqui avverranno solo in parlamento ed esclusivamente sulla riforma della commissione elettorale, senza toccare il problema del costo della vita.

Gli osservatori non credono al buon esito del dialogo tra Ruto e Odinga. Pagine Esteri

L'articolo Il Kenya resta in bilico, non decolla il negoziato Ruto-Odinga proviene da Pagine Esteri.



Il patron di Foxconn vuole diventare il presidente di Taiwan


Il patron di Foxconn vuole diventare il presidente di Taiwan 6394957
Terry Gou, proprietario del colosso dell'elettronica e primo fornitore di iPhone per Apple, ha annunciato l'intenzione di candidarsi alle presidenziali taiwanesi del 2024 con il Guomindang. Ha enormi interessi in Cina ed è vicino a Donald Trump, ma non è detto che sarà lui il prescelto

L'articolo Il patron di Foxconn vuole diventare il presidente di Taiwan proviene da China Files.



In Cina e in Asia – A Pechino Macron promuove la pace in Ucraina e il business con le aziende cinesi


In Cina e in Asia – A Pechino Macron promuove la pace in Ucraina e il business con le aziende cinesi ue
I titoli di oggi: A Pechino Macron promuove la pace in Ucraina e il business con le aziende cinesi Pechino pensa a uno stop dell’export di terre rare Il Messico implora: “Stop al fentanyl dalla Cina” Tokyo fornirà armamenti all’esercito di paesi alleati Ieri è stata la giornata dell’arrivo in Cina del presidente francese Emmanuel Macron che si è trascinato ...

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PRIVACY DAILY 87/2023


Tesla avvertirà che la sua “modalità sentinella”, che registra l’ambiente circostante l’auto, rischia di violare le leggi sulla privacy in Germania. L’annuncio segue la citazione in giudizio del produttore di auto da parte del gruppo di consumatori vzbv per non averne fatto menzione nella pubblicità. Il caso è l’ultimo di una serie di controversie in... Continue reading →


Uno stanziamento da 150 milioni di euro per l’anno scolastico 2023/2024, destinato alle figure professionali di “docente tutor” e “docente orientatore”: è quanto previsto dal decreto firmato oggi da Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del …


La nomina di Renzi a direttore del quotidiano Il Riformista è coerente con la sua storia e con quella della testata. Il giornale esordì- CONTROLLA con la dire

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5 aprile, incontro con i referenti regionali PNSD


Oggi ho avuto il piacere di essere intervenuto all’incontro con i referenti regionali PNSD organizzato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, “Disseminazione e Accompagnamento”.


guidoscorza.it/5-aprile-incont…



La scarsa empatia di media, istituzioni e rappresentanze sociali nasce dalla loro tendenza a delegittimarsi reciprocamente


Sintesi dell’intervento del Segretario generale Andrea Cangini al convegno “Eisi, verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione” che la Fondazione e Vera Comunicazione hanno tenuto oggi in Senato Dall’indagine curata da V

Sintesi dell’intervento del Segretario generale Andrea Cangini al convegno “Eisi, verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione” che la Fondazione e Vera Comunicazione hanno tenuto oggi in Senato

Dall’indagine curata da Vera comunicazione e Fondazione Luigi Einaudi presentata oggi in Senato risulta che i capi azienda italiani considerano poco empatiche le Istituzioni, così come le rappresentanze sociali e i media. Per inquadrare il fenomeno è bene fare una premessa fondata su due casi di studio relativamente recenti. Eccoli.

Nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali del 2004, gli psicologi Drew Westen, Stefan Haman e Clint Kilts selezionarono due gruppi di militanti politici, il primo composto da 15 democratici convinti, il secondo da altrettanti non meno convinti repubblicani. Collegarono, dunque, ciascuno di loro ad una macchina che attraverso la risonanza magnetica ne verificava le reazioni cerebrali e gli sottoposero una serie di affermazioni in video del candidato repubblicano (George W. Bush) e di quello democratico (John Kerry), molte delle quali denunciavano evidenti contraddizioni. Come sospettavano, la stragrande maggioranza dei militanti democratici percepì nitidamente le contraddizioni di Bush, mentre non avvertì affatto quelle di Kerry. E viceversa.

Ancora. Questa volta la ricerca è stata condotta dagli psicologi americani Nalini Ambady e Bob Rosental. Selezionato il solito campione rappresentativo di cittadini statunitensi, mostrarono loro dei video lunghi appena una trentina di secondi nei quali, uno dopo l’altro, si vedeva il volto di alcuni professori universitari ripresi mentre tenevano la loro lezione all’inizio del semestre. Impossibile, però, ascoltarne la voce o percepire il tenore dei loro argomenti: l’audio era stato disattivato. Alle “cavie” fu allora chiesto di stilare una classifica dei professori più affidabili, quelli ritenuti più <capaci> e più <sicuri di sé>. Ebbene, il loro parere (lo ricordiamo: frutto di pure sensazioni) nella quasi totalità dei casi coincise con il parere che gli studenti di quegli stessi professori formularono al termine dei corsi semestrali, dunque sulla base di un’esperienza concreta.

Questo per dire che i giudizi umani sono spesso frutto di preconcetti o dinamiche irrazionali e che la cosiddetta empatia può essere intesa anche come un dono di natura: o ce l’hai o non ce l’hai. Quel che vale per le singole persone vale anche per le categorie, a maggior ragione per i soggetti pubblici o istituzionali. Un esempio. Nei primi anni Novanta, sulla scia di Mani Pulite, l’indice di popolarità della magistratura era alle stelle. Oggi, sulla scia del caso Palamara, dalle stelle è precipitato alle stalle. Eppure il sistema giudiziario italiano è sempre lo stesso. Non è una giustificazione, è una constatazione.

I bassi indici di empatia che i manager italiani attribuiscono a istituzioni, rappresentanze sociali e media non stupiscono. Empatia vuol dire fiducia, e viviamo tempi in cui la sfiducia è massima. La sfiducia nel futuro, la sfiducia nella politica, la sfiducia in ogni genere di autorità. Fino ad oggi, l’errore dei soggetti testati è stato quello di pensare di cavarsela aggredendo il soggetto confinante. I giornalisti attaccano i politici e le rappresentanze sociali, i politici attaccano le rappresentanze sociali e i giornalisti, le rappresentanze sociali si attaccano tra loro e attaccano giornalisti e politici. Tutti si delegittimano, l’immagine di nessuno se ne avvantaggia.

Proposta rivoluzionaria: e se ciascuno svolgesse il proprio ruolo col massimo della dedizione e del senso del dovere possibili?

L'articolo La scarsa empatia di media, istituzioni e rappresentanze sociali nasce dalla loro tendenza a delegittimarsi reciprocamente proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



La scarsa empatia di media, istituzioni e rappresentanze sociali nasce dalla loro tendenza a delegittimarsi reciprocamente


Sintesi dell’intervento del Segretario generale Andrea Cangini al convegno “Eisi, verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione” che la Fondazione e Vera Comunicazione hanno tenuto oggi in Senato Dall’indagine curata da V

Sintesi dell’intervento del Segretario generale Andrea Cangini al convegno “Eisi, verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione” che la Fondazione e Vera Comunicazione hanno tenuto oggi in Senato

Dall’indagine curata da Vera comunicazione e Fondazione Luigi Einaudi presentata oggi in Senato risulta che i capi azienda italiani considerano poco empatiche le Istituzioni, così come le rappresentanze sociali e i media. Per inquadrare il fenomeno è bene fare una premessa fondata su due casi di studio relativamente recenti. Eccoli.

Nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali del 2004, gli psicologi Drew Westen, Stefan Haman e Clint Kilts selezionarono due gruppi di militanti politici, il primo composto da 15 democratici convinti, il secondo da altrettanti non meno convinti repubblicani. Collegarono, dunque, ciascuno di loro ad una macchina che attraverso la risonanza magnetica ne verificava le reazioni cerebrali e gli sottoposero una serie di affermazioni in video del candidato repubblicano (George W. Bush) e di quello democratico (John Kerry), molte delle quali denunciavano evidenti contraddizioni. Come sospettavano, la stragrande maggioranza dei militanti democratici percepì nitidamente le contraddizioni di Bush, mentre non avvertì affatto quelle di Kerry. E viceversa.

Ancora. Questa volta la ricerca è stata condotta dagli psicologi americani Nalini Ambady e Bob Rosental. Selezionato il solito campione rappresentativo di cittadini statunitensi, mostrarono loro dei video lunghi appena una trentina di secondi nei quali, uno dopo l’altro, si vedeva il volto di alcuni professori universitari ripresi mentre tenevano la loro lezione all’inizio del semestre. Impossibile, però, ascoltarne la voce o percepire il tenore dei loro argomenti: l’audio era stato disattivato. Alle “cavie” fu allora chiesto di stilare una classifica dei professori più affidabili, quelli ritenuti più <capaci> e più <sicuri di sé>. Ebbene, il loro parere (lo ricordiamo: frutto di pure sensazioni) nella quasi totalità dei casi coincise con il parere che gli studenti di quegli stessi professori formularono al termine dei corsi semestrali, dunque sulla base di un’esperienza concreta.

Questo per dire che i giudizi umani sono spesso frutto di preconcetti o dinamiche irrazionali e che la cosiddetta empatia può essere intesa anche come un dono di natura: o ce l’hai o non ce l’hai. Quel che vale per le singole persone vale anche per le categorie, a maggior ragione per i soggetti pubblici o istituzionali. Un esempio. Nei primi anni Novanta, sulla scia di Mani Pulite, l’indice di popolarità della magistratura era alle stelle. Oggi, sulla scia del caso Palamara, dalle stelle è precipitato alle stalle. Eppure il sistema giudiziario italiano è sempre lo stesso. Non è una giustificazione, è una constatazione.

I bassi indici di empatia che i manager italiani attribuiscono a istituzioni, rappresentanze sociali e media non stupiscono. Empatia vuol dire fiducia, e viviamo tempi in cui la sfiducia è massima. La sfiducia nel futuro, la sfiducia nella politica, la sfiducia in ogni genere di autorità. Fino ad oggi, l’errore dei soggetti testati è stato quello di pensare di cavarsela aggredendo il soggetto confinante. I giornalisti attaccano i politici e le rappresentanze sociali, i politici attaccano le rappresentanze sociali e i giornalisti, le rappresentanze sociali si attaccano tra loro e attaccano giornalisti e politici. Tutti si delegittimano, l’immagine di nessuno se ne avvantaggia.

Proposta rivoluzionaria: e se ciascuno svolgesse il proprio ruolo col massimo della dedizione e del senso del dovere possibili?

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Esecutivo


Non è un’esclusiva dell’attuale governo, ma questa è un’aggravante. Le tifoserie si soddisfano del dire: “anche quelli di prima”. Peccato che non solo aggrava il problema, ma fra quelli di prima ci sono anche quelli di adesso. Capita e capitò, dunque, di

Non è un’esclusiva dell’attuale governo, ma questa è un’aggravante. Le tifoserie si soddisfano del dire: “anche quelli di prima”. Peccato che non solo aggrava il problema, ma fra quelli di prima ci sono anche quelli di adesso. Capita e capitò, dunque, di sentire questo o quel ministro lamentare l’inefficienza della burocrazia, gli ostacoli alle realizzazioni, i tempi lunghi e non sempre concludenti della macchina pubblica. Colpisce il fatto che lo dicano non immaginando che tocchi a chi governa rimediare. E non si tratta soltanto di distrazione o demagogia, ma di una modifica profonda che l’istituzione governo ha subìto, quasi del tutto perdendo la funzione propria originaria.

In tutti gli Stati di diritto il potere del governo è denominato “esecutivo”. Vale a dire che ha il compito e il potere di eseguire quel che ritiene utile al Paese, sulla base delle leggi elaborate dal Parlamento, denominato “legislativo”. Il giudiziario è, o dovrebbe essere, estraneo alla politica. La Costituzione assegna al governo due possibili strumenti d’iniziativa legislativa: la presentazione al Parlamento di disegni di legge e l’emanazione di decreti legge, in entrambi i casi essendo necessaria la firma del Presidente della Repubblica. Firma che serve non a garantire la costituzionalità (altrimenti che ci starebbe a fare la Corte costituzionale?), ma che quell’iniziativa non scassi la Costituzione.

I disegni di legge non hanno avuto grande fortuna e, difatti, se ne presentano pochi. Sono sottoposti al normale iter parlamentare e quelli che incorporano una delega al governo stesso, affinché emani i decreti attuativi, hanno anche la maledizione d’essere disattesi e disertati dai governi stessi che li vollero. Furoreggiano, invece, i decreti legge. Avevano l’originaria funzione – nei rari casi di “necessità e urgenza” – di intervenire al volo e mettere una pezza dove si è creata un’emergenza o è esplosa una contraddizione legislativa. Hanno assunto la ben diversa funzione di principale strumento di governo, capace di occupare la gran parte dei lavori parlamentari. Ciò perché entrano in vigore subito e devono essere convertiti entro sessanta giorni.

Morale poco morale: il governo ha smesso d’essere un potere esecutivo ed è divenuto una fonte legislativa, sicché qualsiasi problema si tende ad affrontarlo con gli strumenti della legislazione e non dell’amministrazione, con il fare leggi anziché amministrare. Ecco perché il Pnrr s’inceppa, come prima s’inceppava altro: perché il governo dispone di pochi gestori (manager), di pochi esecutori e di un esercito di amministrativisti e consiglieri giuridici, mentre gran parte dei ministri non ci si raccapezza, non conosce la macchina dell’amministrazione e ciascuno pensa d’impadronirsene cambiando la legge. Risultato: non si capisce più neanche la legge, divenuta una storia infinita che ricomincia da dove termina.

C’è una colpa della politica – coadiuvata da tanto giornalismo – che seleziona protagonisti senza appigli a numeri o fatti, elaboratori immaginifici di parole bastevoli a sé stesse. Ma c’è anche una colpa dell’Italia produttiva, con tanti esecutori eccellenti, che snobba la vita politica e si presta solo a qualche rara lezione, tenuta in aule prive di alunni interessati.

La Ragione

L'articolo Esecutivo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Aiuti militari per contenere la Cina. Così Tokyo cambia strategia


L’annuncio di aiuti militari rompe ufficialmente decenni di pacifismo sancito dalla Costituzione giapponese. Una mossa obbligata per contenere l’aggressività di Pechino, mentre Tokyo si ritaglia un ruolo peculiare nell’area, pur rimanendo alleato degli Stati Uniti

@Politica interna, europea e internazionale

Mercoledì il Giappone ha annunciato che modificherà la propria legislazione per poter fornire assistenza finanziaria a Paesi terzi allo scopo di potenziarne le difese militari. Questa è la prima dipartita inequivocabile dalle regole interne che vietavano l’uso di aiuti internazionali per scopi militari. Tokyo si trova a dover fronteggiare una Cina sempre più potente e aggressiva.

L'articolo di Matteo Turato su Formiche

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di Eleonora Martini - Diritti Il Rapporto e le richieste del Garante dei detenuti Mauro Palma Alfredo Cospito ma non solo. Sottoposte al regime di detenzione


New Kind of Kicks-Marzo 2023


#MastoRadio #fediradio @Musica Agorà

Cerco nei meandri più reconditi la via di fuga dalla normalità, cerco persone non allineate, cerco pensieri fuori dalla scatola e, per fortuna, ogni mese ne trovo.
Con : 3D and the Holograms, Dell’Anima Nella Serpe, Dyatlov, Gravitsapa, Heavy Mother, Itchy & the Nits, Red Mass, Hood Rats, Zoids, Josnali, Bzdet, Legume Sex, Losers Parade, Nightman, Nosferatu, Parking Lot, Poster Fantasi, Receptacles, Sarin Reaper, Teo Wise, Timber Rattle, Uma Vox, Yamamara, Wasted Pido, Zipper

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Fr.#25 / Di guardie e ladri digitali


Nel frammento di oggi: Il Garante Privacy blocca OpenAI / La Germania se la prende con Twitter / Niente da nascondere? L’inc… è dietro l’angolo / Meme e citazione del giorno.

Il Garante Privacy blocca OpenAI, un commento


Lo saprete tutti: da qualche giorno chatGPT non è più disponibile per l’Italia. Il servizio è stato sospeso dopo un provvedimento del Garante Privacy contro OpenAI, la società dietro al sistema d’intelligenza artificiale.

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I motivi della sospensione possono essere sintetizzati nelle seguenti violazioni della normativa privacy europea:

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  • Mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI
  • Assenza di una base giuridica per la raccolta e conservazione di dati personali usati per “addestrare” gli algoritmi
  • Assenza di un filtro per la verifica dell’età degli utenti

Il Garante ha quindi disposto la limitazione immediata del trattamento dei dati di tutti gli utenti situati nel territorio italiano. OpenAI avrà 20 giorni di tempo per comunicare al Garante le misure intraprese per risolvere le violazioni, in attesa dello svolgimento dell’istruttoria aperta.

Guido Scorza, membro del Collegio, commenta così il provvedimento di sospensione1:

Davvero si tratta di scegliere se imboccare la strada dell’innovazione o quella del rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità delle persone ed è impossibile pensare di orientare l’innovazione in una direzione più rispettosa delle persone?


Il problema è che la risposta di OpenAI è stata molto semplice: bloccare l’accesso al servizio a 60 milioni di italiani e continuare come se niente fosse. Era la soluzione più efficiente, veloce e scontata. Tutti sapevano che sarebbe andata così.

Ma a parte la risposta di OpenAI, c’è da dire che questo è un provvedimento strano, che non capisco. È strano il suo tempismo, perché è stato qualificato come provvidimento “in via d’urgenza” ancor prima di concludere un’istruttoria. Era davvero urgente sospendere un servizio del genere per mancanza dell’informativa privacy e delle verifiche sull’età degli utenti? Perché poi ricorrere a una misura così forte? La sospensione totale del trattamento non è mai stata richiesta neanche a Google, Meta o TikTok in casi analoghi o ben più gravi. Perché per OpenAI è diverso?

Bloccare l’accesso a 60 milioni di persone crea più danni di quanti ne risolva. Anche a livello sistemico. Sembra infatti che anche altri paesi europei si stiano interessando all’esempio dell’Italia e potrebbero arrivare a bloccare OpenAI. Chi mai vorrebbe investire in UE su tecnologie controverse come l’intelligenza artificiale, sapendo che i loro servizi potrebbero essere bloccati da un momento all’altro? Il rischio imprenditoriale è troppo alto.

Noi italiani / europei potremmo davvero rimanere senza accesso per molto tempo. Con la velocità delle sperimentazioni in questo campo, perdere anche solo qualche mese significa rimanere indietro rispetto al resto del mondo. Perdere accesso del tutto sarebbe un cataclisma.

A che punto l’applicazione della legge smette di essere a tutela delle persone e diventa harakiri?

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I tedeschi se la prendono con Twitter


Pare che la Germania ora ce l’abbia con Twitter. Dopo aver perseguito Telegram adesso hanno deciso che è Twitter a non seguire le regole.

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L’Internet non è un luogo senza regole, dicono. Vero, dico io, ma non è detto che le regole debbano essere quelle imposte da loro con la forza. Il Ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann del partito FDP (liberali) avrà sicuramente una sua personalissima idea di regole e giustizia, che grazie alla sua posizione di potere vuole imporre a qualcun altro.

Twitter oggi non piace ai liberali perché è espressione delle idee di Elon Musk, come giusto che sia. Ai liberali non piacciono le idee altrui, specie quando sono apprezzate secondo meccanismi di libero mercato e non imposte con la forza. E non è neanche la prima volta che Musk viene velatamente minacciato da qualcuno dell’Unione Europea.

Magari fra qualche mese ci servirà una VPN per connetterci anche a Twitter, oltre che chatGPT.

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Se non hai niente da nascondere, l’inc… è dietro l’angolo


E se in Europa abbiamo Autorità e legislatori che pretendono il rispetto delle regole, in Egitto abbiamo invece un esempio di come le autorità siano sempre al di fuori di ogni regola di decenza.

La notizia del giorno è che la polizia egiziana sta usando profili fake o profili reali sequestrati a utenti di Grindr per individuare e arrestare gay e altre persone LGBT.

Da qualche giorno infatti il fornitore dell’applicazione ha diffuso un avvertimento2 che non lascia molto alla fantasia:

“We have been alerted that Egyptian police is actively making arrests of gay, bi, and trans people on digital platforms. They are using fake accounts and have also taken over accounts from real community members who have already been arrested and had their phones taken. Please take extra caution online and offline, including with accounts that may have seemed legitimate in the past.”


Quale esempio migliore per ricordare a tutti che privacy e anonimato non sono solo dei vezzi, ma una protezione contro l’abuso dei più forti? Queste persone certamente non avranno nulla da nascondere, ma forse dovrebbero iniziare a farlo e preferire app in grado di tutelare i loro interessi, piuttosto che questi aggregatori che diventano facilmente degli honeypot per le autorità.

Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”
Larken Rose

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Collettivismo vs Privacy

Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da Bitcoin in Italiano che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema…
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4 days ago · 8 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

https://startupitalia.eu/195521-20230401-ecco-perche-abbiamo-deciso-di-silenziare-chatgpt

2

abcnews.go.com/International/w…



PRIVACY DAILY 86/2023


L’Autorità garante privacy del Regno Unito (ICO) ha annunciato una sanzione pecuniaria pari a 12,7 milioni di sterline a TikTok per non aver protetto adeguatamente la privacy dei bambini. Secondo un’indagine dell’ICO, il sito di condivisione video ha utilizzato i dati di minori di età inferiore ai 13 anni senza il consenso dei genitori. Secondo... Continue reading →


Affrontare la disinformazione russa richiede il coordinamento di diverse componenti della società dell'informazione.

@Giornalismo e disordine informativo

Contrasto a operazioni di disinformazione a lungo termine, immunizzazione della società agli strumenti della manipolazione, strumenti open source, finanziamento al giornalismo attendibile e integrato: ecco le possibili strategie da adottare

Di Alexandra Brzozowski su Euractiv

euractiv.com/section/europe-s-…

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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in reply to Naixke

@Naixke :mastodon: hai ragione... la nostra delusione è la stessa delusione dell'agente 2293! Questa non è una dittatura sanitaria seria...


L'appello per le dimissioni di La Russa che abbiamo lanciato sabato pomeriggio ha già superato le 52.000 adesioni. Siamo certi che è solo l'inizio. Le grav


Il Ministro Giuseppe Valditara e il Presidente della Fondazione Fratelli Tutti, Cardinale Mauro Gambetti, hanno firmato oggi il Protocollo d’intesa “Sensibilizzare i giovani nei confronti delle tematiche legate alla pace, al dialogo, alla salvaguardi…


No bullsh*t opt-out: free noyb tool for quick and broad Facebook objections!


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meta opt out


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di Massimo Pasquini - Dal 23 marzo 2023 in Commissione Giustizia della Camera si è avviata la discussione su tre proposte di legge (pdl) presentate dalla Le


UK privacy regulator fines TikTok £12.7m for children’s data violations


The UK’s data protection authority sanctioned TikTok £12.7 million for multiple data law violations, including the unlawful use of children’s personal data.


euractiv.com/section/data-priv…



STEFANO CAVANNA “IL SUONO DEL DOLORE – TRENT’ANNI DI FUNERAL DOOM”


Da qui a pensare di realizzare un volume come “Il Suono del Dolore – Trent’anni di Funeral Doom” il passo è (relativamente) breve. Buon per noi che la Tsunami abbia scelto di sposare il risultato delle sue fatiche, altrimenti non avremmo tra le mani quello che ad oggi possiamo considerare come il volume “definitivo” sul funeral doom metal.
@L’angolo del lettore

iyezine.com/stefano-cavanna-il…

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Mi secco a cambiare le batterie del telecomando della TV che ho sulla scrivania, quindi ovvio realizzando un accrocco con graffette e cartone...


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Alpha & Omega - Ancient A & O - Lantern Records 2023


#musica #reggae

@Musica Agorà

Disco speciale ed esclusivo per il Record Store del 2023 da parte dello storico duo dub britannico Alpha & Omega, dal titolo “Ancient A&O”su Lantern Records.

iyezine.com/alpha-omega-ancien…

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Finlandia. Sanna Marin perde le elezioni politiche del 2023.


Fra il 2022 e il 2023 le gazzette hanno più volte riportato dettagliate mirabilia di una certa Sanna Marin, politica finlandese mediaticamente redditizia.
Fra il 2022 e il 2023 Sanna Marin ha perseguito un'agenda politica strettamente "occidentalista" in politica estera e presumibilmente anche sul piano interno.
Il 2 aprile 2023 ci sono state le elezioni politiche e Sanna Marin è stata superata tanto dai conservatori quanto dai nuovi "sovranisti".
Conclusioni costruttive per addetti al democratismo rappresentativo:
1. Se fai il verso all'originale, gli elettori votano per l'originale, non per te.
2. Le feste nei locali, i concerti da duecento euro a ingresso e lo stile di vita da borghese integrata (specie se perseguito con pochi vestiti addosso) non sono espressioni di libertà, sono espressioni di pseudolibertà a pagamento. L'elettorato ti tratterà di conseguenza.
3. Leslashgli veganasterisco senza glutine che si fanno largo a gomitate inclusive vengono accoltschwa da scostanti reazioni di rigetto appena escono dal loro ambiente.



K&S è il primo canale italiano su Owncast, l'alternativa del Fediverso a Twitch!

@Retrogaming e nostalgia

Oggi, durante una conversazione su mastodon con @KSGamingLife🕹️ 🐈 🍸 , ci siamo resi conto che questa interessante realtà non era stata ancora nominata qui nella comunità "Retrogaming" di Feddit!

Rappresentiamo una community di appassionati, formatasi intorno a 3 streamer: Kappina, Stilgar, e il gatto Sirio. Ci occupiamo principalmente di retrogame e della scena indie ma la nostra programmazione include anche discussioni e tante risate.

Nati su Twitch, col solo obiettivo di divertirci e far divertire, siamo sbarcati su questa alternativa libera e indipendente.
Solo cose belle.

Qua proporremo contenuti diversi rispetto a Twitch, ma solitamente ci trovate su twitch.tv/ksgaminglife

Ci segui tramite VLC? Vai qui: live.ksgaming.it/hls/stream.m3…


#retro #retrogame #animals #videogames #Owncast #Twitch

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Eccoci approdati su Feddit, e finalmente possiamo ringraziare anche qui per questo post!
Che figata!
Il canale Owncast sta andando bene, stiamo portando avanti tante iniziative e ci stiamo divertendo. Owncast ha potenzialità enormi, stiamo provando con tutte le forze a farlo conoscere di più.
in reply to KSGamingLife

Benvenuti!

PS: ho visto che Lemmy incorpora molto bene i video Peertube, ma non ho mai provato a vedere se riesce a incorporare un flusso Owncast...

in reply to KSGamingLife

oh no! Adesso sarà molto più difficile evitare post interessanti su quelle dannate mini-consolle retro e andrà a finire che ci spenderò dei SOLDI! 😆
in reply to KSGamingLife

però io preferirei quelle con i comandi di lato, quindi ancora un po' di speranza ce l'ho.
in reply to KSGamingLife

ahahah per fortuna a quel prezzo lì non mi avrete MAI! (sei mesi dopo: "ciao amici! Eccovi la mia nuova Steamdeck!")


Prendi la rincorsa cuore


Prendi la rincorsa cuore

Se l’incantesimo finisce
datti per vinto cuore,
se vuoi combattere
ancora.

Arretra, prendi la rincorsa
salta lo steccato
beffa la stupida realtà
un altro sogno

ancor ti aspetta (la,
nel giardino dei semplici)

Ma non darti per vinto cuore
se deridendo
il tuo coraggio additano,
solo per prender la rincorsa

arretra,
sarà di slancio
il superar umane miserie,
dolce sarà l’approdo all’estasi (la,
nel giardino dei semplici)

dove di silenzi
si ristora l’anima.

Renato Gottardi, Cembra (Tn)

Roberto Resoli reshared this.