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RIFONDAZIONE COMUNISTA: DALLA SENTENZA DI MILANO CONTRO SALARI INCOSTITUZIONALI UNA SPINTA PER LA LOTTA CONTRO IL LAVORO POVERO E IL SALARIO MINIMO


Così Nave Morosini porta il sistema-paese Italia nell’Indo Pacifico


“La missione che state per intraprendere è molto impegnativa ma allo stesso tempo affascinante, vi invidio e se potessi tornare indietro nel tempo farei la scelta di vita che voi avete intrapreso, arruolandomi in Marina Militare. Vi supporterò per tutta l

“La missione che state per intraprendere è molto impegnativa ma allo stesso tempo affascinante, vi invidio e se potessi tornare indietro nel tempo farei la scelta di vita che voi avete intrapreso, arruolandomi in Marina Militare. Vi supporterò per tutta la durata della campagna con convinzione ed orgoglio”, così il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago ha salutato l’equipaggio di Nave Francesco Morosini in partenza da La Spezia per l’Indo Pacifico.

Presenza nel cuore dell’Indo Pacifico

Nave Morosini, seconda imbarcazione della classe Pattugliatori Polivalenti d’Altura (Ppa) della Marina Militare è salpata ieri dalla base navale ligure per una campagna in estremo oriente che durerà 5 mesi. “Tenete alto l’onore e la bandiera della Marina Militare”, ha detto il capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio di squadra Enrico Credendino.

L’attività, che terminerà a settembre, vedrà l’unità italiana fare scalo in oltre una dozzina di porti e “farsi testimone del sistema Paese e dell’eccellenza dell’industria nazionale”, spiega la Marina, navigando “in un’area dove la nostra Marina manca da diversi anni, un mondo che conosciamo poco, ma su cui insiste un forte interesse strategico, militare, diplomatico e politico”, come ha commentato Credendino.

Ruolo duale e attività complementare

Il ruolo che Morosini svolge va oltre al valore militare del dispiegamento. Queste attività duali e complementari infatti permettono all’Italia di marcare una presenza fisica all’interno del più vivace dei quadranti globali, ambito di sfide e opportunità geopolitiche che segneranno il futuro. Attività che permetterà di “sviluppare sinergie addestrative con marine estere quali Giappone, Australia, Regno Unito, Stati Uniti d’America”, garantendo un’alta visibilità alla Marina e più in generale al Paese, e consentirà “di mostrare la nostra bandiera in acque molto complicate, per certi versi anche più districate di quelle del Mediterraneo”.

Tra le attività previste, per la promozione dell’eccellenza industriale della Difesa, la presenza al Singapore International Maritime Defence Exhibition (Imdex) e al Langkawi International Maritime ad Aerospace Exhibition (Lima). A seguire è prevista la partecipazione, nel Mar Cinese meridionale, all’esercitazione “Komodo 23” a conduzione indonesiana e incentrata sulla ricerca, il salvataggio e l’evacuazione di civili durante una situazione di crisi nella regione e che vedrà il coinvolgimento di tutti i principali paesi dell’area asiatica affacciati sull’Oceano Pacifico.

Gli scali nei porti amici

Durante la campagna il pattugliatore si spingerà fino all’estremo oriente e solcherà le acque del Mar Cinese – particolarmente sensibili perché oggetto delle rivendicazioni egemoniche di Pechino che coinvolgono vari partner italiani, come Giappone, Vietnam, Filippine e Taiwan. Arriverà a toccare i porti di Yokosuka, in Giappone (scalo previsto dal 14 al 18 giugno), dove si trova la base della Settimana Flotta statunitense. Successivamente, dal 21 al 24 giugno sarà a Pusan, in Corea del Sud. Le attività di Naval Diplomacy saranno effettuate in 15 porti di 14 Paesi dell’Indo Pacifico.

Tra gli altri porti toccati, Ho Chi Min (Vietnam), Bangkok (Thailandia), Langkawi (Malesia), Mumbai (India), Muscat (Oman), Karachi (Pakistan) e Jeddah (Arabia Saudita). Ma la nave farà scalo anche a Gibuti, dove l’Italia ha una base extraterritoriale, partecipando nelle acque del Corno d’Africa all’operazione antipirateria “Atalanta” e nel Mare Arabico Settentrionale e Golfo Persico/Arabico all’operazione “Agenor”, dimostrando come per Roma esiste continuità geostrategica tra gli ambiti del Mediterraneo allargato e quelli dell’Indo Pacifico – come d’altronde già dimostrato dalla recente attività a cui ha partecipato Nave Bergamini insieme a marine Usa e Ue.

Campagna orientale

“La campagna del Morosini in Estremo Oriente è una missione importante per una serie di “prime”: oltre ad essere la prima missione operativa assegnata alla nave e al suo equipaggio, è la prima volta che il Morosini opererà fuori dal bacino del Mediterraneo, in cui l’equipaggio dimostrerà le capacità acquisite durante la fase di addestramento. Sarà anche il primo momento per testare l’efficienza della piattaforma in un dispiegamento a lunga distanza dalle acque italiane”, ha dichiarato il comandante in capo della Squadra navale, l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis.

La Morosini non sarà l’unica nave della Marina Militare italiana a navigare nelle acque dell’Estremo Oriente nel 2023. Anche la nave scuola Amerigo Vespucci transiterà in questa regione marittima durante la sua campagna di navigazione intorno al mondo che durerà dal prossimo luglio al febbraio 2025. Per quanto riguarda la potenziale campagna nella stessa area di un gruppo portaerei della Marina incentrato sulla portaerei Stovl Cavour, “per il momento non è in fase di pianificazione”, ha risposto l’ammiraglio De Carolis a una specifica domanda dei media. Il dispiegamento, altrove confermato, potrebbe avvenire anche nel 2024 inoltrato, dunque ancora la pianificazione potrebbe non essere stata avviata.

Qualità Made in Italy

“Parallelamente, questa campagna consentirà di mostrare, in importanti contesti internazionali, l’alto contenuto di innovazioni tecnologiche di questa moderna classe di navi che è stata sviluppata dall’industria della difesa italiana”, ha aggiunto De Carolis.

La Morosini è una nave altamente tecnologica, al suo primo impiego operativo dopo la consegna alla Marina Militare Italiana da parte di Fincantieri tramite l’agenzia Occar il 22 ottobre 2022 e l’assegnazione alla 1ª Divisione Navale della Marina Militare Italiana con sede a La Spezia. La costruzione e l’allestimento sono stati condotti nell’ambito del Centro Nuove Costruzioni e Allestimenti ITN (Marinalles) e dell’Ufficio Nuove Costruzioni Navali (Utnav) della Direzione Armamento Navale del Ministero della Difesa.

Oltre all’equipaggio, il Ppa Morosini imbarca per il dispiegamento in Estremo Oriente un distaccamento di volo con un elicottero SH-90A di NHIndustries, un team del gruppo sommozzatori del GOS (Gruppo Operativo Subacquei) del Comando Consubin e un distaccamento della Brigata San Marco per le attività di sicurezza e anfibie.


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Stabilità della regione e nuove collaborazioni. La visita di Crosetto in Libano


In prossimità della Pasqua, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è recato in Libano per portare gli auguri da parte dell’Italia al Paese, che sta attraversando una complessa fase di instabilità, e alla missione Mibil (Missione militare bilaterale

In prossimità della Pasqua, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è recato in Libano per portare gli auguri da parte dell’Italia al Paese, che sta attraversando una complessa fase di instabilità, e alla missione Mibil (Missione militare bilaterale italiana in Libano). “La capacità di interagire, dialogare e trovare strumenti di cooperazione inediti è il fiore all’occhiello delle nostre Forze armate. A voi che collaborate per l’addestramento delle Forze armate libanesi porto gli auguri di Buona Pasqua e il grazie dell’Italia”. Così è intervenuto il ministro, accompagnato nel corso della sua visita dall’ambasciatore d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere. Insieme hanno incontrato il personale Mibil, che vede alla guida il colonnello Angelo Sacco, volgendo un saluto riconoscente e grato dello Stato e dell’Italia intera al personale del contingente italiano impegnato nel territorio libanese.

La visita del ministro

I militari italiani sono infatti impegnati per la pace e la stabilità di un’area molto delicata, alla luce anche delle tensioni di queste ore nel sud del Paese. Nel rivolgere il suo saluto a tutti i militari presenti, il ministro ha aggiunto inoltre che: “Ho fortemente voluto essere qui, in prossimità della Pasqua, per portarvi i saluti dello Stato che in occasione delle feste si stringe ancora più a voi, lontani da casa ma non dall’affetto dell’Italia”. Durante la sua permanenza in Libano, l’agenda di Crosetto ha previsto diversi colloqui istituzionali.

L’impegno italiano in Libano

“Le Forze armate libanesi sono fondamentali per la stabilità e la sicurezza. L’Italia continuerà a fornire il proprio supporto nei rapporti bilaterali e in ambito Unifil” (United Nations interim force in Lebanon), ha spiegato il ministro nel corso di un incontro con il comandante delle Forze armate libanesi (Laf), Joseph Kalil Aoun. Non solo, nel corso della sua visita Crosetto ha incontrato anche il ministro della Difesa del Paese, Maurice Sleem. Si trattava del primo incontro tra i due ministri, ed è stata l’occasione per costruire un nuovo dialogo volto alla cooperazione. “L’impegno italiano per il Libano, Paese amico, deve coinvolgere vari settori. Non solo quello della Difesa. Contribuiremo a supportare anche gli ambiti politico, culturale e della cooperazione economica”, ha infatti raccontato Crosetto.

La stabilità regionale

Non solo militari, gli incontri istituzionali tenuti dal ministro Crosetto a Beirut hanno visto anche una riunione con il Primo ministro della Repubblica libanese, Najib Mikati. Occasione non solo per rimarcare il solido legame di amicizia tra i due Paesi del Mediterraneo allargato, ma anche per confermare la continuità dell’impegno italiano per la stabilità regionale. “Il Libano è uno snodo fondamentale per la stabilità regionale e dell’intero Mediterraneo. In queste ore difficili è necessario un ancora maggiore impegno per la pace e la sicurezza regionale affinché la situazione non degeneri”, ha concluso il ministro Crosetto.


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L’incontenibile voglia di vivere di Silvio Berlusconi


Telefonata a sorpresa dal San Raffaele: «Ce la farò anche questa volta Sono sempre riuscito a risollevarmi» Alle 9,48 del mattino ti arriva la telefonata che non ti aspetti dal reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano. All’altr

Telefonata a sorpresa dal San Raffaele: «Ce la farò anche questa volta
Sono sempre riuscito a risollevarmi»

Alle 9,48 del mattino ti arriva la telefonata che non ti aspetti dal reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano. All’altro capo del telefono Paolo Berlusconi, sempre accanto al Cavaliere in queste ore insieme alla consorte Marta Fascina, devota come sempre, e ai figli, ti dice: «Vuole parlarti Silvio». Sono parole che riscaldano il cuore dopo 24 ore in cui l’intero Paese è stato investito da una ridda di voci sulla salute di un personaggio che mai come ora è al centro dell’attenzione di un’Italia partecipe, affettuosa, preoccupata. Il tono del presidente, ovviamente, non è quello di sempre, ma la voce è ferma e la voglia di parlare è tanta, anche se attorno a lui gli consigliano, a volte gli intimano, di non affaticarsi.

Ma il Cav, non è una novità, ha lo spirito del guerriero. Saluta cortese come al solito e la prima frase che gli esce di bocca ha il sapore di una promessa: «È dura, ma ce la farò anche questa volta». L’uomo è così. È temprato. Indomito. Come gli eroi greci. In fondo la sua vita è una lunga battaglia che ha avuto pagine epiche. Irripetibili. E il coraggio e la caparbietà sono qualità che gli hanno sempre riconosciuto tutti, pure i suoi avversari. Anche i più feroci.

C’è una vita che lo dimostra. Non c’è prova più vera, più convincente dei successi e dei momenti difficili che Berlusconi ha trascorso per comprendere che il personaggio non conosce la parola resa. Tantomeno ora. La storia di un imprenditore di successo che si è fatto largo da solo. Che ha costruito case, ha inventato la tv commerciale in Italia, ha vinto tutto con il Milan. Un personaggio che non ha mai accettato la sconfitta. «Sono riuscito – racconta al telefono -, anche in situazioni difficili e delicate, a ritirarmi su». Ricordi di ieri, un promemoria per l’oggi.

È impossibile già solo immaginare un Cavaliere che si arrende, che si dà per vinto. Ogni volta che si è trovato in un vicolo chiuso, in una situazione complicata, Berlusconi ha sempre trovato una via d’uscita. Basta pensare a ciò che avvenne nel 1994. Un’intera classe dirigente spazzata via, insieme a tutti i partiti che avevano governato nel dopoguerra, e il rischio di una vittoria dei comunisti. Comunisti veri, non il Pd di oggi. E lui, il Cav, all’apice come imprenditore con in mente quanto gli avevano raccontato dell’Urss, dei cento milioni di morti provocati dalla dittatura, che deve decidere il da farsi. «Quando studiavo dai Salesiani – è l’aneddoto che racconta al telefono – ho avuto un esule russo che era fuggito dall’Unione Sovietica come insegnante di religione. Non ci ha mai parlato di religione, ma ci ha raccontato per filo e per segno ciò che avveniva al di là del Muro. Ci diceva: in Russia oggi hai tre possibilità: o scappi all’estero, o finisci in carcere, o, peggio, sottoterra».

Nel ’94 Berlusconi era solo, tormentato da un dubbio amletico sulla scelta da compiere. Lì in quella stanza al San Raffaele ricorda quel momento: «Chiesi ai miei sondaggisti se si poteva evitare la vittoria dei comunisti. Mi dissero di sì. “Ma solo se scende in campo lei”. Lo feci». Se metti in fila tutte queste vicende ti accorgi che il Cav di sfide ne ha veramente vinte tante nella sua vita. Alcune davvero ardue, per alcuni versi impossibili. Prove che possono anche consumare. Basta pensare alla persecuzione giudiziaria a cui è stato sottoposto. Chi ha un minimo di onestà intellettuale non può definirla in modo diverso. Una miriade di processi, di atti giudiziari, di sentenze, di carte che avrebbero sfiancato chiunque. Il meccanismo perverso di eliminazione per via giudiziaria degli avversari politici era in voga nei regimi autoritari. Con la sua vicenda è stato importato anche nelle democrazie. Lo hanno ribattezzato il modello italiano. Roba da non credere.

Del resto, come potevi credere che nel Duemila ci fossero ancora i giacobini in certe procure, addirittura con indosso le toghe? Eppure anche lì è stato condannato solo una volta in un processo, per usare un eufemismo, “truffa” che aveva un solo obiettivo: eliminarlo dalla scena politica. «E la ragione – osserva il Cavaliere – è tutta in quello splendido articolo che don Gianni (Baget Bozzo, ndr) scrisse il 22gennaio del 2004 per il Giornale sulla vittoria di Forza Italia nel ’94». Chi non ha la memoria di Berlusconi deve andarselo a rileggere. «La speranza di Berlusconi in quelle elezioni – scriveva il don20 anni fa – non fu quella di vincere, ma quella di far intervenire il popolo, di impedire che i cattocomunisti espropriassero il popolo senza che gli fosse consentito il diritto di parola. E Forza Italia vinse le elezioni. Ciò non tolse a Berlusconi l’ostilità delle procure, dei comunisti…

I magistrati ancora oggi non demordono: ma chi cerca le farfalle sotto l’arco di Tito?». Appunto, quella vittoria le toghe prestate alla politica non l’hanno mai perdonata. E hanno trasformato tutti questi anni in un calvario. Ma il Cav, indomito (l’aggettivo è quanto mai adatto) è ancora lì. «Ce la farò anche questa volta», è l’impegno. La telefonata volge al termine perché le preghiere di chi gli è accanto, di chi lo implora di non stancarsi, di riposare si fanno ancora più accorate. Il paziente cede malvolentieri. Lui, come nessuno, ha voglia di parlare, ha voglia di fare, ha voglia di vivere. «Appena esco di qui – è l’invito prima dei saluti – ci vediamo».

Il Giornale

L'articolo L’incontenibile voglia di vivere di Silvio Berlusconi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Cyber resilience e cyber solidarity. Lo scudo informatico Ue


Migliorare il rilevamento degli attacchi subiti nella fase primordiale (evitando così effetti ben più gravi) al fine di confezionare una risposta continentale nel solco della cosiddetta Cyber Solidarietà. Questo l’obiettivo dello “scudo informatico europe

Migliorare il rilevamento degli attacchi subiti nella fase primordiale (evitando così effetti ben più gravi) al fine di confezionare una risposta continentale nel solco della cosiddetta Cyber Solidarietà. Questo l’obiettivo dello “scudo informatico europeo” che proverà ad essere strumento comune contro la guerra cibernetica che corre sotto le spoglie del malware. Oggi possono passare fino a 190 giorni per rilevare un attacco, il nuovo scudo punta a trasformare quei sei mesi in poche ore.

Forum Cybersecurity

Se ne è discusso a Lille in occasione dell’International Forum on Cybersecurity (Fic), nella consapevolezza che con la guerra in Ucraina gli attacchi informatici sono aumentati del 140% in Europa. In questo contesto, è la tesi del commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton, la mutualizzazione e il coordinamento delle forze a livello europeo diventa più che mai necessario “perché la minaccia si allargherà”, ha sottolineato.

Non a caso gli attacchi son aumentati contro quei paesi che inviano armi all’Ucraina, per cui il nuovo regolamento denominato “Cyber Resilience Act” ha l’obiettivo di incoraggiare i paesi interessati a compiere azioni offensive una volta identificato il responsabile di un attacco. L’Unione Europea intende dotarsi di questa clava legislativa al fine di cerchiare in rosso alcune regole comuni in attesa del pieno recepimento della direttiva Nis2, previsto per il 2024, che impone nuovi obblighi di sicurezza alle imprese.

Assistenza reciproca

Nello specifico verrà attrezzata un’infrastruttura europea di centri operativi di sicurezza (Soc) che tramite l’intelligenza artificiale proverà ad intercettare i primi segnali degli attacchi. Secondo Breton questa iniziativa difensiva sarà “una sorta di cupola di protezione europea, il nostro Cyber Galileo”. Ma non è tutto, perché all’interno della progettazione troverà spazio anche il rafforzamento della sicurezza delle infrastrutture critiche: “L’Europa deve attrezzarsi meglio per affrontare un attacco grave. Dobbiamo scambiare più informazioni tra di noi, creare una vera capacità operativa per la gestione congiunta delle crisi e gettare le basi per una vera solidarietà europea e per l’assistenza reciproca. Questo è il senso del meccanismo di emergenza informatica che sarà incluso anche nell’imminente legge sulla solidarietà informatica”.

Così come esiste una protezione civile in caso di calamità naturale, deve esistere una protezione civile per il cyber, magari traendo insegnamento da quanto sta accadendo in Ucraina. Inoltre andrà implementato il pacchetto di strumenti per la cybersecurity 5G, che secondo Breton è un elemento strategico, dopo che già gli Stati membri hanno detto no ai cosiddetti fornitori ad alto rischio dalle loro reti: “Invito gli Stati membri e gli operatori telefonici, di cui sono responsabili, a prendere le misure necessarie. Non c’è tempo da perdere”.

Cina e Golden power

L’investimento ammonterà a più di 1 miliardo di euro, due terzi dei quali saranno finanziati dall’Europa, il tutto a pochi giorni dal lancio del regolamento europeo “Cyber Solidarity Act“, mentre entro un anno verranno costruiti centri operativi di sicurezza per rafforzare la sicurezza informatica degli Stati membri anche per ovviare ai tentativi di penetrazione cinese.


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Spartiacque


Non possono esserci dubbi sul fatto che Silvio Berlusconi abbia e avrà un posto di rilievo nella storia d’Italia. Vive un momento difficile e gli si augura il meglio, che per lui è non smettere di combattere. Superata, con il tempo, una divisione incentra

Non possono esserci dubbi sul fatto che Silvio Berlusconi abbia e avrà un posto di rilievo nella storia d’Italia. Vive un momento difficile e gli si augura il meglio, che per lui è non smettere di combattere. Superata, con il tempo, una divisione incentrata sulla sua persona, c’è da scommettere che anche gli storici si divideranno sul significato da dare alla sua vicenda umana, imprenditoriale e politica. Che non sono tre, naturalmente, ma una sola.

La determinazione e l’efficacia dell’imprenditore non hanno bisogno d’essere argomentate. I risultati sono evidenti. Ma due abbagli hanno accompagnato il giudizio degli altri sulle sue avventure. Dal debutto edilizio al trionfo televisivo è stato visto come destrutturatore e innovatore, in realtà era un restauratore di abitudini e costumi. Gli italiani s’erano già laicizzati e urbanizzati. Lui non inventò quel processo, lo seppe interpretare come nessun altro. A chi viveva in città riproponeva la comunità, il villaggio, il verde, gli spazi per i bambini. A chi guardava la televisione riproponeva l’intrattenimento per famiglie, con un occhio al bar dello sport e l’altro all’avanspettacolo. Lui stesso si descriveva come interprete del nuovo che avanza inesorabile, ma era il conservatore dell’eterno che si conserva indelebile. Sul piano imprenditoriale trovò avversari in quelli che si credevano monopolisti dell’innovazione televisiva, ergo difensori del monopolio spartitorio aziendale. Certo che seppe aggregare la politica disposta a sostenerlo, ma vinse perché era sull’onda dell’inevitabile, di quel che poi successe ovunque e che negli Stati Uniti era già successo. Chi lo accusò di cambiare i costumi degli italiani, debosciandoli, non capì nulla della sua forza: un uomo con il marketing incorporato, un arcitaliano conservatore e modernizzatore.

Per forza poi non capirono lo sbarco in politica e quel che sarebbe successo. Quando annunciò la <<discesa in campo>> la sinistra festeggiò. Qualcuno fece osservare che si sarebbe potuto obiettare sulla legittimità della candidatura, a causa delle concessioni televisive. Tesi a mio avviso infondata, ma più importante la risposta: zitti, che un candidato così ci aiuta a rendere legittima la prossima e sicura vittoria. Persero.

La sua “invenzione”, ancora una volta, era l’innovazione di una conservazione: tutti assieme, non importa chi, pur di battere la sinistra. Stravinse dopo le elezioni, quando la sinistra si berlusconizzò: tutti assieme, pur di fermarlo. Nacque così una stagione i cui sussulti agonici sono ancora in corso: non più proporzionale, mai maggioritaria, ritagliata sui capi, ma con la necessità dei partiti, non più ideologica, ma incapace di contenuti. Lui è stato lo spartiacque, ma le acque si sono poi riconfuse in un’altalena elettorale senza sbocchi e continuità.

Avrà il suo posto nella storia, ma la maledizione è che lui e gli altri non hanno dimostrato senso della storia. Anche in questo non c’è novità, che nella storia non credeva neanche Giulio Andreotti. Credere nella storia significa non solo essere, ed eccome se lui è, ma anche puntare a sopravvivere, a indirizzare il futuro, a lasciare il segno. Una concezione estranea al cattolicesimo secolare, proibita al comunismo che la storia spera sia dimenticata, forse presente in famiglie liberali divise e minoritarie.

Impossibile negare il merito politico di avere trasportato nel gioco democratico palese (il quello degli scambi parlamentari c’era già) la destra che era stata fascista. Ma non ha fatto mai nulla per aiutarla a non essere più fascista. Anzi, vide come rivale (quale era, in effetti) quel processo di affrancamento, all’epoca di Fini. Ed è così che l’innovatore conservatore si ritrova in una scena senza che si sia stati capaci di ulteriormente innovare e senza molto che valga la pena conservare. Non lo capirono perché lui è veramente popolare e popolano, da miliardario, mentre gli apologeti del proletariato è da decenni che non hanno più nulla da dire ai popolani.

Non c’è alcun dubbio: ha il suo posto nella storia. Resta da stabilire quale sia la storia.

La Ragione

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Non contenti di aver messo fuorilegge Hdp, il terzo partito del paese, il ministro Mevlut Cavusoglu annuncia che non faranno entrare in Turchia come osservatori


PODCAST SUDAN. L’anniversario della rivoluzione rilancia le proteste contro i militari golpisti


I sudanesi oggi e nei prossimi giorni manifesteranno a favore della transizione democratica bloccata dal colpo di stato del 2021. Intanto si allarga la frattura tra i militari. Il generale Al Burhan e il capo miliziano Mohammad Dagalo sono ai ferri corti.

Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Tre anni dopo l’insurrezione popolare che mise fine al potere trentennale di Omar Bashir, i sudanesi restano impegnati nella lotta per la democrazia e per una redistribuzione delle risorse del paese.

A sbarrare loro la strada sono i militari autori del golpe dell’ottobre 2021. Nel frattempo si allarga la frattura ai vertici delle forze armate regolari e irregolari. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Scategni, volontario italiano e osservatore della realtà politica e sociale del Sudan.
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Decreto Calderoli: il governo all’attacco degli ultimi scampoli di sanità pubblica | InfoAut

"Il Decreto Calderoli è stato definito una vera e propria secessione dei ricchi in materia di sanità. Non solo una frattura tra Nord e Sud, ma un vero approfondimento della logica neoliberista applicata alla cura."

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di Domenico Gallo - Mentre si indurisce lo scontro militare, sono state spostate in avanti le lancette del Doomsday Clock, l’orologio del Giorno del Giudiz


ChatGPT e non solo. I dati dei minori non sono cibo per gli “uccellini” del web


Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni. E se volete saperne di più potete leggere qui le news quotidiane di Privacy Daily o iscrivervi alla newsletter di #cosedagarante. Grazie a StartupItalia per l’ospitalità!


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Il 7 aprile del 1944, sul Ponte di Ferro, furono uccise dieci donne a colpi di fucile. Roma era occupata dai nazisti e la popolazione viveva in miseria. Q


Yemen, prolungata di sei mesi la tregua tra governo e Houthi


di Redazione Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Il Consiglio direttivo presidenziale dello Yemen e il movimento ribelle sciita degli Houthi hanno firmato ieri un accordo per prolungare la tregua di sei mesi. Il ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, Khale

di Redazione

Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Il Consiglio direttivo presidenziale dello Yemen e il movimento ribelle sciita degli Houthi hanno firmato ieri un accordo per prolungare la tregua di sei mesi. Il ministro della Difesa dell’Arabia Saudita, Khaled bin Salman, aveva informato il capo del Consiglio direttivo presidenziale yemenita, Rashad Mohammed al Alimi, e gli altri membri che gli Houthi erano d’accordo sul prolungamento dell’armistizio, grazie alla mediazione del Sultanato dell’Oman. La tregua sarà quindi prolungata di sei mesi e comporterà la ripresa delle esportazioni di petrolio, la riapertura dell’aeroporto di Sanaa per i voli internazionali e il pagamento dei salari degli impiegati pubblici di tutto il Paese, incluse le zone sotto il controllo degli Houthi.

Il prolungamento della tregua giunge nel contesto del riavvicinamento tra Teheran e Riad dopo anni di tensioni che hanno avuto pesanti conseguenze in tutta la regione, in particolare in Yemen, dove il conflitto tra il governo yemenita, sostenuto dai sauditi, e i ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall’Iran, ha provocato una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, amplificata dall’intervento militare di Riad e di altri paesi del blocco sunnita.

Lo Yemen è teatro di un violento conflitto civile ormai dal settembre 2014. A seguito dell’occupazione del nord del Paese, compresa la capitale Sana’a, da parte dei miliziani Houthi, il governo ha chiesto l’intervento dei Paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti che, nel marzo del 2015, hanno formato una coalizione militare e sono intervenute con massicci bombardamenti per sostenere le forze governative.

Il 2 aprile del 2022 è entrato in vigore per la prima volta il cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite ma poi dal 2 ottobre la tregua non era stata rinnovata, facendo temere una nuova escalation nel paese. Uno degli ultimi sviluppi più significativi è stato registrato il 20 marzo con l’annuncio dello scambio di 887 prigionieri tra il governo yemenita e il movimento che rappresenta la minoranza sciita che vive nel nord del paese. – Pagine Esteri

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PRIVACY DAILY 88/2023


Le istituzioni dell’Unione Europea si tengono alla larga dalle spunte blu di Twitter. Secondo i servizi stampa delle istituzioni, la Commissione europea e il Parlamento europeo non intendono pagare Twitter per far verificare le centinaia di account ufficiali dell’UE, tra cui quelli della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e della Presidente del Parlamento... Continue reading →


Vieni avanti Pechino, l’Europa chiede a Xi di premere su Putin


Vieni avanti Pechino, l’Europa chiede a Xi di premere su Putin cina
MORRA CINESE. Visita di Von der Leyen e Macron: «Riporti la Russia alla ragione» Il leader cinese: «Chiamerò Zelensky, ma al momento opportuno»

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In Cina e Asia – Incontro Tsai-McCarthy: la Cina reagisce con sanzioni e ispezioni nello Stretto 


In Cina e Asia – Incontro Tsai-McCarthy: la Cina reagisce con sanzioni e ispezioni nello Stretto Tsai
I titoli di oggi:

Incontro Tsai-McCarthy: la Cina reagisce con sanzioni e ispezioni nello Stretto

Le pressioni di Macron e von der Leyen su Xi

Cina, progetto da 500 milioni di dollari per la posa di cavi internet sottomarini

Il dilemma cinese sull’alternativa a ChatGPT
Lo yuan è la valuta più scambiata in Russia
Evergrande sigla accordo di ristrutturazione con i creditori
La Cina non riconosce più le rivendicazioni del Giappone sulle isole Curili

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Washington si rilancia in Africa e sfida Pechino e Mosca


I collaboratori di Biden fanno la spola con le capitali africane. Washington vuole tornare a giocare un ruolo di primo piano in Africa per arginare l’influenza di Russia e Cina in un momento di accesa competizione su scala globale L'articolo Washington s

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 7 aprile 2023 – Washington ha lanciato una vera e propria “offensiva diplomatica” allo scopo di recuperare ruolo ed egemonia nel continente africano che, negli ultimi anni, ha visto crescere fortemente l’influenza di varie potenze orientali e mediorientali mentre quella occidentale si affievoliva in modo consistente.

Il tour di Kamala Harris
L’ultima rappresentante statunitense a fare tappa in alcuni paesi africani è stata la vicepresidente Kamala Harris. Dal 25 marzo al 2 aprile, la numero due della Casa Bianca ha visitato prima il Ghana (Africa Occidentale), poi la Tanzania ed infine lo Zambia (nel sud-est del continente).

Nel corso della sua missione, Kamala Harris ha annunciato lo stanziamento di sette miliardi di dollari di investimenti pubblico-privati, finalizzati alla mitigazione del cambiamento climatico, e la messa a disposizione di un altro miliardo per il sostegno all’emancipazione femminile anche attraverso lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie digitali, nell’ambito del programma per la “Trasformazione digitale dell’Africa” lanciato a dicembre dal presidente Joe Biden. «Dobbiamo tutti apprezzare e comprendere l’importanza di investire nell’ingegno e nella creatività africani» ha affermato la vicepresidente.

A Dar es Salaam, Harris ha incontrato la presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, annunciando lo stanziamento di 560 milioni a sostegno del commercio e del “rafforzamento della democrazia”. Ad Accra, poi, ha offerto al presidente ghanese Nana Akufo-Addo un pacchetto di aiuti da 140 milioni per rilanciare l’economia. A Lusaka, dove ha incontrato il presidente dello Zambia Hakainde Hichilema, Harris ha infine promesso lo stanziamento di 16 milioni per nuovi programmi contro la corruzione.

“Meno debito” e “più sicurezza”
I leader dei tre paesi visitati hanno tutti sottolineato che «l’eccesso di debito» grava sulle economie africane e ne impedisce lo sviluppo, chiedendo a Washington passi concreti. Da parte sua, nei prossimi mesi il dipartimento americano del Tesoro invierà dei consulenti che “assisteranno” i ministri delle Finanze di alcuni paesi africani (quelli visitati dalla vicepresidente Usa, ma anche Camerun, Kenya, Madagascar e Namibia) nell’applicazione delle riforme ritenute necessarie per migliorare la sostenibilità e permettere così la ristrutturazione del debito estero.
Di fatto gli emissari di Washington avranno una forte voce in capitolo sulle scelte economiche degli esecutivi assistiti, e nel frattempo la Casa Bianca alza la voce con Pechino affinché tagli il debito dei paesi africani.

Harris ha inoltre promesso “maggiore assistenza per la sicurezza” e maggiori investimenti, a partire da una pacchetto di aiuti per cento milioni finalizzati alla “prevenzione dei conflitti” e alla stabilizzazione in Ghana, Benin, Costa d’Avorio, Guineae Togo, che stanno subendo una crescente penetrazione fondamentalista. L’insorgenza jihadista e la conseguente instabilità mettono infatti a rischio l’applicazione dell’Accordo di libero scambio continentale africano (Afcfta) che punta ad aprire un mercato di 1,3 miliardi di persone – per un valore di 3400 miliardi – alle imprese statunitensi.
Offrendo il proprio sostegno alla sicurezza e alla stabilità, Washington cerca di competere su uno dei terreni sui quali si basa l’incremento dell’influenza di Mosca, che utilizza il dispiegamento dei mercenari della compagnia militare privata Wagnerper appoggiare i governi presi di mira da ribellioni armate, spesso di carattere jihadista.

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L’attivismo Usa per contrastare Cina e Russia
Kamala Harris è stata il quinto rappresentante dell’amministrazione Biden a visitare il continente a partire dal viaggio dell’agosto scorso del segretario di Stato, Antony Blinken, in Sudafrica, Repubblica Democratica del Congo e Rwanda. A gennaio è stata la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, a visitare Senegal, Zambia e di nuovo il Sudafrica. Poi è toccato alla rappresentante permanente Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, e ancora all’assistente segretaria di Stato per gli Affari africani, Molly Phee. Anche la first lady Jill Biden si è recata in Namibia e in Kenya e lo stesso presidente dovrebbe visitare l’Africa entro la fine dell’anno, così come faranno il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, e la segretaria al commercio, Gina Raimondo.

Il forte attivismo della Casa Bianca evidenzia che, dopo il forte arretramento dell’egemonia francese sotto i colpi della penetrazione russa soprattutto nel Sahel, Washington aspira a giocare un ruolo di primo piano nel continente, principalmente per contrastare l’espansione dell’influenza di Pechino ma anche di altri paesi come ad esempio la Turchia e le petromonarchie.

Gli Stati Uniti sono però molto indietro rispetto alla Cina che, ormai dal 2000, organizza ogni tre anni un vertice con i paesi africani. Nel 2021 (dati dell’Eurasia Group) il volume degli scambi commerciali tra il continente africano e la Cina aveva raggiunto i 254 miliardi di dollari, mentre gli scambi Usa-Africa erano fermi a un quarto, circa 64 miliardi.
La strategia di Washington si basa sul rafforzamento dei partenariati pubblico-privati come strumento per rendere le relazioni con gli Stati Uniti più appetibili per i paesi africani corteggiati dalle potenze concorrenti all’interno di un clima di competizione globale sempre più accesa.

Cercando di recuperare uno svantaggio di almeno trent’anni con Pechino, Washington tenta di mobilitare le proprie imprese private affinché investano in Africa. Biden ha ripreso il piano lanciato dal Segretario di Stato di Donald Trump, Mike Pompeo, e dall’allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale John Bolton nel 2019. Il progetto “Prosper Africa” si fonda sul coinvolgimento del settore privato statunitense come elemento trainante del rilancio delle relazioni economiche con l’Africa. Di fatto l’amministrazione statale si assume il compito di promuovere e facilitare gli investimenti privati statunitensi nel continente sapendo bene che questi potranno generare un aumento dell’influenza politica e militare di Washington.

In questa fase gli Stati Uniti approfittano anche del fatto che l’entità dei prestiti cinesi ai paesi africani sta diminuendo e che molti governi del continente cominciano a soffrire l’indebitamento contratto con Pechino in cambio della realizzazione di grandi infrastrutture. Se è vero che i prestiti concessi dal governo e dalle banche cinesi sono a breve termine più vantaggiosi rispetto a quelli dei governi occidentali e del Fondo Monetario Internazionale, è altrettanto vero che a lungo termine l’enorme entità del debitocontratto imbriglia comunque le economie del continente. Nel 2020, ad esempio, lo Zambia – pesantemente indebitato soprattutto con Pechino – ha dovuto dichiarare default nell’impossibilità di pagare gli interessi ai paesi creditori ed ora sta negoziando una ristrutturazione del debito.

Inoltre la Casa Bianca intende sfruttare il malcontento generato dalla crisi alimentare scatenata in molti paesi del sud del mondo dall’invasione russa dell’Ucraina. Sono molti i governi africani, anche di alcuni di quelli nell’orbita russa e cinese, che temono il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e l’esplosione di ribellioni a causa dell’aumento dei prezzi e della penuria di alimenti. Non a caso, a pochi mesi dall’inizio dell’aggressione militare a Kiev, il Cremlino ha cercato di tamponare la crisi consentendo l’esportazione del grano ucraino.

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Il vertice Usa-Africa
All’interno della strategia di rilancio del proprio ruolo in Africa, a dicembre l’amministrazione Biden ha ospitato a Washington un secondo vertice con i paesi africani, dopo quello organizzato nel 2014 dal presidente Obama. Nel corso dell’evento, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di una cinquantina di paesi africani tra presidenti, premier e ministri, l’inquilino della Casa Bianca ha annunciato lo stanziamento di 15 miliardi di dollari (che diventeranno 55 nei prossimi tre anni) per finanziare accordi commerciali e investimenti. L’obiettivo ufficiale degli Stati Uniti è sviluppare le relazioni economiche, espandere i flussi commerciali e promuovere una “crescita economica sostenibile e inclusiva”.

Inoltre Biden ha ribadito il sostegno di Washington alla richiesta dell’Unione Africana di essere ammessa come membro permanente del G20, dove finora il continente è rappresentato solo dalla Repubblica Sudafricana. La Casa Bianca corteggia i 55 paesi africani all’insegna dello slogan «abbiamo bisogno di un maggior numero di voci africane nelle istituzioni internazionali».

Washington è in ritardo di 30 anni
Significativo che quasi in contemporanea con il viaggio di Janet Yellen in tre paesi africani anche il nuovo ministro degli Esteri di Pechino, Qin Gang, abbia realizzato un lungo tour che ha toccato Etiopia, Gabon, Angola, Benin ed Egitto. D’altronde ormai da 33 anni il primo viaggio all’estero del capo della diplomazia cinese viene realizzato ogni anno sempre nel continente africano, a dimostrazione della centralità accordatagli da Pechino.

Per quanto le offerte statunitensi di investimenti e aiuti abbiano suscitato un notevole interesse in Africa – i cui governi ormai si lasciano corteggiare dai vari offerenti per poi scegliere l’opzione ritenuta più conveniente – la strada per il rilancio di Washington nel continente appare comunque ardua. Per quanto abbia rafforzato le relazioni con il Marocco– sulla strada dell’integrazione nell’Alleanza Atlantica – e con l’Uganda, Washington non può più contare su molti amici nel continente. La Russiain questi anni è diventata il primo esportatore di armi dell’area mentre anche la Turchiatesse la sua tela a base di soft power.

Per comprendere quanto sia calata la presa di Washington sul continente, basti ricordare che ad aprile dello scorso anno, quando all’Assemblea Generale dell’ONU gli Stati Uniti hanno presentato una risoluzione per l’espulsione di Mosca dal Consiglio dei Diritti Umani, i rappresentanti di 34 paesi africani su 54 hanno votato contro, si sono astenuti o non hanno partecipato al voto. Per non parlare del gran numero di governi che hanno respinto le sanzioni politiche ed economicheimposte a Mosca dagli Usa, dall’UE e da altri paesi. – Pagine Esteri

6415869* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

L'articolo Washington si rilancia in Africa e sfida Pechino e Mosca proviene da Pagine Esteri.




Il James Webb ha ripreso gli anelli di Urano con straordinario dettaglio | Passione Astronomia

"Il settimo pianeta del Sistema Solare, Urano è unico: ruota su un fianco, con un angolo di quasi 90° rispetto al piano della sua orbita. Ciò causa stagioni estreme poiché i poli del pianeta sperimentano molti anni di luce solare costante seguiti da un numero uguale di anni di completa oscurità – Urano impiega 84 anni per orbitare attorno al Sole."

passioneastronomia.it/il-james…



Con il decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri, il Ministero ha avviato oggi un piano di assunzioni a tempo indeterminato di docenti, per l’anno scolastico 2023/2024, in attesa dello svolgimento dei concorsi previsti dal #PNRR.
#pnrr


L’11 aprile si celebra la #GiornatadelMare. Voi come vi state preparando?
🌊 Noi saremo a...

L’11 aprile si celebra la #GiornatadelMare. Voi come vi state preparando?
🌊 Noi saremo a Genova, il 14 aprile, per festeggiare questo evento con 700 studenti e la Guardia Costiera.



Il Ministro Giuseppe Valditara e il Procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale hanno sottoscritto ieri un Protocollo d’intesa per favorire la diffusione dei temi legati a un corretto utilizzo delle risorse pubbliche nelle scuole di tutt…


Il potere dell'intelligenza artificiale: il dibattito è solo all'inizio


di Enrico Nardelli

In questi ultimi giorni sta infuriando il dibattito sull’uso di ChatGPT, anche in seguito alla notizia del suo blocco da parte del Garante per la Protezione dei Dati Personali, che ha suscitato reazioni che vanno dal plauso di chi lo ritiene una misura appropriata al rigetto di chi la reputa liberticida e autoritaria. Ritengo quindi che sia prima di tutto necessario far capire, anche a chi non sa niente di tutto quello che “sta sotto il cofano” delle tecnologie digitali, quali sono i termini della questione.

A questo scopo propongo un esperimento mentale partendo da un paragone apparentemente distante ma che, a mio avviso, illustra bene l’essenza della situazione. Immaginate dunque che arrivi qualcuno con un macchinario della grandezza di una caldaia a gas per un appartamento e vi dica: «Ecco un mini-reattore nucleare per uso domestico, la sua carica iniziale di materiale fissile è in grado di darvi acqua calda per riscaldamento e tutte le necessità della casa per i prossimi 10 anni, e costa solo poche migliaia di euro!»

Certamente con questa soluzione potremmo risolvere molti problemi e vivere tutti meglio. Potrebbe però succedere che ogni tanto tale oggetto si surriscaldi e dia luogo ad una mini esplosione nucleare…

Non è una prospettiva molto allettante, vero? Pur senza distruggere la società nel suo complesso e con danni molto limitati, sembrerebbe ovvio a tutti che il gioco non vale la candela. Altrettanto ovvio è che non ne consentiremmo comunque la libera commercializzazione, anche qualora le società produttrici insistessero sulla possibilità di trovare a breve delle soluzioni in grado di impedire del tutto le esplosioni. Né osservare che si tratta di una tecnologia strategica per il nostro Paese, che verrebbe sviluppata da altri se non lo facessimo noi, sarebbe un motivo valido per dare il via libera al suo uso incontrollato.

Ecco, con i sistemi generativi dell’Intelligenza Artificiale (IA), di cui ChatGPT è l’esempio più famoso, siamo in una situazione di questo genere, con la differenza che l’enorme potere che il nucleare dispiega nel mondo fisico l’IA lo rilascia in quello che nel mio recente libro “La rivoluzione informatica. Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale” ho chiamato “cognitivo”, intendendo con questo termine quello in cui si esplicano le capacità puramente logico-razionali di concatenare e dedurre fatti. Ho descritto sommariamente in un precedente articolo cosa sono queste “macchine cognitive”, discutendone i pericoli in relazione al processo educativo dei più piccoli.

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A rendere ancora più deleteria la possibile evoluzione di questo scenario c’è il fatto che mentre i mini-reattori dovrebbero essere costruiti, spediti e messi in opera uno per uno con dei tempi difficilmente comprimibili, questi sistemi (detti anche “chat-bot”) possono essere replicati a volontà senza sforzo alcuno e resi disponibili dovunque in batter d’occhio.

Tutti i media hanno quindi dato grande risalto ad un appello, lanciato il 29 marzo da nomi molto importante nell’area dell’IA, sia scienziati come Yoshua Bengio e Stuart Russell che imprenditori come Elon Musk e Steve Wozniak, per bloccare per 6 mesi lo sviluppo delle nuove generazioni della tecnologia dei chatbot.

Il problema è reale e posso capire perché in molti hanno aderito sottoscrivendo la lettera aperta.

Analisi più accurate di scienziati altrettanto rilevanti hanno però evidenziato il rischio che tale appello contribuisca in realtà ad alimentare la frenesia che in questi mesi ha raggiunto livelli elevatissimi, distogliendo l’attenzione dai problemi reali. Come ha osservato – tra gli altri – Emily Bender, la ricercatrice che nel 2020 ha pubblicato, insieme a Timnit Gebru (scienziata che fu poi licenziata da Google proprio per questo motivo), il primo articolo che allertava sui potenziali effetti negativi di questa tecnologia, la lettera indica alcuni falsi problemi (p.es.: che sia ormai imminente la realizzazione di una “mente digitale” o che sia ormai possibile realizzare un sistema dotato di “intelligenza artificiale generale”) trascurando molti di quelli veri, che sono l’assoluta mancanza di trasparenza su come questi sistemi sono stati messi a punto e funzionano, su quali prove di sicurezza siano state condotte, su come la loro accessibilità a tutti stia già diffondendo disinformazione anche molto nociva (nel mio precedente articolo ho portato qualche esempio), su come il loro sviluppo impatti in modo significativo sul consumo di risorse naturali.

Ripeto ciò che ho detto in altre occasioni: non ritengo abbia senso bloccare ricerca e sviluppo in questo settore ma, come l’esperimento mentale illustrato in apertura spero abbia mostrato, va trovata una qualche forma di regolamentazione che bilanci l’irrinunciabile principio di precauzione con l’importanza di usare l’innovazione per migliorare la società.

Per questo ritengo che l’altolà emesso dal Garante per la Protezione dei Dati Personali sia opportuno, ancorché non risolutivo. La strada da seguire è quella che negli USA ha indicato il Center for AI and Digital Policy (= Centro per l’Intelligenza Artificiale e la Politica del Digitale) sporgendo un reclamo alla Federal Trade Commission (= Commissione Federale per il Commercio, l’agenzia indipendente del governo sta-tunitense dedicata alla protezione dei consumatori e alla sorveglianza sulla concorrenza) e invitandola ad intervenire dal momento che i chatbot attuano comportamenti ingannevoli verso i consumatori e pericolosi dal punto di vista della correttezza delle informazioni e della sicurezza degli utenti.

Analoga richiesta è stata formulata dall’Organizzazione dei Consumatori Europei, che ha chiesto alle autorità nazionali ed europee di aprire un’inchiesta su questi sistemi.

Meglio focalizzata sulle reali questioni in gioco è invece la lettera aperta pubblicata dalla Leuven University (università di Lovanio) in Belgio. Ricorda il rischio di manipolazione cui possono andare incontro le persone nell’interagire con i chatbot, dal momento che alcune costruiscono un legame con quello che percepiscono come un altro essere umano, legame che può dar luogo a situazioni dannose.

Infatti la principale minaccia che i chatbot pongono agli esseri umani è che essi esibiscono una competenza simile a quella degli esseri umani sul livello sintattico ma sono lontani anni luce dalla nostra competenza semantica. Non hanno alcuna reale comprensione del significato di ciò che stanno facendo, ma purtroppo (e questo è un problema di grande rilevanza sul piano sociale) poiché ciò che fanno lo esprimono in una forma che per noi ha significato, proiettiamo su di essa il significato che è in noi.

In estrema sintesi, queste sono le proposte di questo secondo appello: campagne di sensibilizzazione verso il pubblico, investire nella ricerca sull’impatto dell’IA sui diritti fondamentali, creare un ampio dibattito pubblico sul ruolo da dare all’IA nella società, definire un quadro di riferimento legale con forti garanzie per gli utenti, prendere nel frattempo tutte le misure necessarie per proteggere i cittadini in base alla legislazione esistente.

Ci troviamo in questo momento storico di fronte a sistemi estremamente potenti, sistemi che però, come ha recentemente ricordato Evgeny Morozov nel suo articolo su The Guardian non sono intelligenti nel senso che noi esseri umani diamo a questo termine, né sono artificiali dal momento che – come ha dimostrato ad abundantiam, tra gli altri, Antonio Casilli nel suo libro "Schiavi del clic" – sono basati su un'enorme quantità di lavoro umano, sommerso e malpagato, svolto nei Paesi del Terzo Mondo, oltre che dal nostro contributo (in)volontario costituito da tutte le “tracce digitali” che forniamo senza sosta durante la nostra attività sulla rete.

I potenziali vantaggi sono enormi, ma anche i rischi. Il futuro è nelle nostre mani: dobbiamo capire insieme, democraticamente, che forma vogliamo che abbia.
--
Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 3 aprile 2023.


link-and-think.blogspot.com/20…

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Sono passati 14 anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila. Il 6 aprile 2009 è una data che rimarrà impressa nella memoria di tutti. Oggi il nostro pensiero va alle vittime, ai famigliari e a tutte le persone colpite da questa tragedia.


Vorompatra di Marco Sommariva


Reduce da un corposo tomo che narra di distopia – Ombre dal futuro per le Edizioni Malamente –, per alleggerire un po’ il nostro spirito Marco Sommariva (scrittore genovese, classe 1963) torna in libreria per i tipi di Evoé col romanzo Vorompatra, a vent’anni dalla prima pubblicazione di questo romanzo con Sicilia Punto L. La copertina è opera del fumettista Otto Gabos, la prefazione di Piergiorgio Pulixi. @L’angolo del lettore

iyezine.com/vorompatra-di-marc…

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PRIVACY DAILY 87/2023


Tesla avvertirà che la sua “modalità sentinella”, che registra l’ambiente circostante l’auto, rischia di violare le leggi sulla privacy in Germania. L’annuncio segue la citazione in giudizio del produttore di auto da parte del gruppo di consumatori vzbv per non averne fatto menzione nella pubblicità. Il caso è l’ultimo di una serie di controversie in... Continue reading →


Uno stanziamento da 150 milioni di euro per l’anno scolastico 2023/2024, destinato alle figure professionali di “docente tutor” e “docente orientatore”: è quanto previsto dal decreto firmato oggi da Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del …


5 aprile, incontro con i referenti regionali PNSD


Oggi ho avuto il piacere di essere intervenuto all’incontro con i referenti regionali PNSD organizzato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, “Disseminazione e Accompagnamento”.


guidoscorza.it/5-aprile-incont…



New Kind of Kicks-Marzo 2023


#MastoRadio #fediradio @Musica Agorà

Cerco nei meandri più reconditi la via di fuga dalla normalità, cerco persone non allineate, cerco pensieri fuori dalla scatola e, per fortuna, ogni mese ne trovo.
Con : 3D and the Holograms, Dell’Anima Nella Serpe, Dyatlov, Gravitsapa, Heavy Mother, Itchy & the Nits, Red Mass, Hood Rats, Zoids, Josnali, Bzdet, Legume Sex, Losers Parade, Nightman, Nosferatu, Parking Lot, Poster Fantasi, Receptacles, Sarin Reaper, Teo Wise, Timber Rattle, Uma Vox, Yamamara, Wasted Pido, Zipper

iyezine.com/new-kind-of-kicks-…

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Fr.#25 / Di guardie e ladri digitali


Nel frammento di oggi: Il Garante Privacy blocca OpenAI / La Germania se la prende con Twitter / Niente da nascondere? L’inc… è dietro l’angolo / Meme e citazione del giorno.

Il Garante Privacy blocca OpenAI, un commento


Lo saprete tutti: da qualche giorno chatGPT non è più disponibile per l’Italia. Il servizio è stato sospeso dopo un provvedimento del Garante Privacy contro OpenAI, la società dietro al sistema d’intelligenza artificiale.

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I motivi della sospensione possono essere sintetizzati nelle seguenti violazioni della normativa privacy europea:

Diffida delle imitazioni, iscriviti a Privacy Chronicles!

  • Mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI
  • Assenza di una base giuridica per la raccolta e conservazione di dati personali usati per “addestrare” gli algoritmi
  • Assenza di un filtro per la verifica dell’età degli utenti

Il Garante ha quindi disposto la limitazione immediata del trattamento dei dati di tutti gli utenti situati nel territorio italiano. OpenAI avrà 20 giorni di tempo per comunicare al Garante le misure intraprese per risolvere le violazioni, in attesa dello svolgimento dell’istruttoria aperta.

Guido Scorza, membro del Collegio, commenta così il provvedimento di sospensione1:

Davvero si tratta di scegliere se imboccare la strada dell’innovazione o quella del rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità delle persone ed è impossibile pensare di orientare l’innovazione in una direzione più rispettosa delle persone?


Il problema è che la risposta di OpenAI è stata molto semplice: bloccare l’accesso al servizio a 60 milioni di italiani e continuare come se niente fosse. Era la soluzione più efficiente, veloce e scontata. Tutti sapevano che sarebbe andata così.

Ma a parte la risposta di OpenAI, c’è da dire che questo è un provvedimento strano, che non capisco. È strano il suo tempismo, perché è stato qualificato come provvidimento “in via d’urgenza” ancor prima di concludere un’istruttoria. Era davvero urgente sospendere un servizio del genere per mancanza dell’informativa privacy e delle verifiche sull’età degli utenti? Perché poi ricorrere a una misura così forte? La sospensione totale del trattamento non è mai stata richiesta neanche a Google, Meta o TikTok in casi analoghi o ben più gravi. Perché per OpenAI è diverso?

Bloccare l’accesso a 60 milioni di persone crea più danni di quanti ne risolva. Anche a livello sistemico. Sembra infatti che anche altri paesi europei si stiano interessando all’esempio dell’Italia e potrebbero arrivare a bloccare OpenAI. Chi mai vorrebbe investire in UE su tecnologie controverse come l’intelligenza artificiale, sapendo che i loro servizi potrebbero essere bloccati da un momento all’altro? Il rischio imprenditoriale è troppo alto.

Noi italiani / europei potremmo davvero rimanere senza accesso per molto tempo. Con la velocità delle sperimentazioni in questo campo, perdere anche solo qualche mese significa rimanere indietro rispetto al resto del mondo. Perdere accesso del tutto sarebbe un cataclisma.

A che punto l’applicazione della legge smette di essere a tutela delle persone e diventa harakiri?

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I tedeschi se la prendono con Twitter


Pare che la Germania ora ce l’abbia con Twitter. Dopo aver perseguito Telegram adesso hanno deciso che è Twitter a non seguire le regole.

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L’Internet non è un luogo senza regole, dicono. Vero, dico io, ma non è detto che le regole debbano essere quelle imposte da loro con la forza. Il Ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann del partito FDP (liberali) avrà sicuramente una sua personalissima idea di regole e giustizia, che grazie alla sua posizione di potere vuole imporre a qualcun altro.

Twitter oggi non piace ai liberali perché è espressione delle idee di Elon Musk, come giusto che sia. Ai liberali non piacciono le idee altrui, specie quando sono apprezzate secondo meccanismi di libero mercato e non imposte con la forza. E non è neanche la prima volta che Musk viene velatamente minacciato da qualcuno dell’Unione Europea.

Magari fra qualche mese ci servirà una VPN per connetterci anche a Twitter, oltre che chatGPT.

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Se non hai niente da nascondere, l’inc… è dietro l’angolo


E se in Europa abbiamo Autorità e legislatori che pretendono il rispetto delle regole, in Egitto abbiamo invece un esempio di come le autorità siano sempre al di fuori di ogni regola di decenza.

La notizia del giorno è che la polizia egiziana sta usando profili fake o profili reali sequestrati a utenti di Grindr per individuare e arrestare gay e altre persone LGBT.

Da qualche giorno infatti il fornitore dell’applicazione ha diffuso un avvertimento2 che non lascia molto alla fantasia:

“We have been alerted that Egyptian police is actively making arrests of gay, bi, and trans people on digital platforms. They are using fake accounts and have also taken over accounts from real community members who have already been arrested and had their phones taken. Please take extra caution online and offline, including with accounts that may have seemed legitimate in the past.”


Quale esempio migliore per ricordare a tutti che privacy e anonimato non sono solo dei vezzi, ma una protezione contro l’abuso dei più forti? Queste persone certamente non avranno nulla da nascondere, ma forse dovrebbero iniziare a farlo e preferire app in grado di tutelare i loro interessi, piuttosto che questi aggregatori che diventano facilmente degli honeypot per le autorità.

Meme del giorno


232645

Citazione del giorno

“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”
Larken Rose

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Collettivismo vs Privacy

Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da Bitcoin in Italiano che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema…
Read more
4 days ago · 8 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

https://startupitalia.eu/195521-20230401-ecco-perche-abbiamo-deciso-di-silenziare-chatgpt

2

abcnews.go.com/International/w…



No bullsh*t opt-out: free noyb tool for quick and broad Facebook objections!


Strumento gratuito noyb per obiezioni rapide e ampie su Facebook! Utilizzate lo strumento noyb per rinunciare alla pubblicità mirata e a vari altri "interessi legittimi" rivendicati da Meta in modo semplice e legalmente valido.
meta opt out


noyb.eu/en/no-bullsht-opt-out-…



UK privacy regulator fines TikTok £12.7m for children’s data violations


The UK’s data protection authority sanctioned TikTok £12.7 million for multiple data law violations, including the unlawful use of children’s personal data.


euractiv.com/section/data-priv…



STEFANO CAVANNA “IL SUONO DEL DOLORE – TRENT’ANNI DI FUNERAL DOOM”


Da qui a pensare di realizzare un volume come “Il Suono del Dolore – Trent’anni di Funeral Doom” il passo è (relativamente) breve. Buon per noi che la Tsunami abbia scelto di sposare il risultato delle sue fatiche, altrimenti non avremmo tra le mani quello che ad oggi possiamo considerare come il volume “definitivo” sul funeral doom metal.
@L’angolo del lettore

iyezine.com/stefano-cavanna-il…

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Mi secco a cambiare le batterie del telecomando della TV che ho sulla scrivania, quindi ovvio realizzando un accrocco con graffette e cartone...


Alpha & Omega - Ancient A & O - Lantern Records 2023


#musica #reggae

@Musica Agorà

Disco speciale ed esclusivo per il Record Store del 2023 da parte dello storico duo dub britannico Alpha & Omega, dal titolo “Ancient A&O”su Lantern Records.

iyezine.com/alpha-omega-ancien…

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Finlandia. Sanna Marin perde le elezioni politiche del 2023.


Fra il 2022 e il 2023 le gazzette hanno più volte riportato dettagliate mirabilia di una certa Sanna Marin, politica finlandese mediaticamente redditizia.
Fra il 2022 e il 2023 Sanna Marin ha perseguito un'agenda politica strettamente "occidentalista" in politica estera e presumibilmente anche sul piano interno.
Il 2 aprile 2023 ci sono state le elezioni politiche e Sanna Marin è stata superata tanto dai conservatori quanto dai nuovi "sovranisti".
Conclusioni costruttive per addetti al democratismo rappresentativo:
1. Se fai il verso all'originale, gli elettori votano per l'originale, non per te.
2. Le feste nei locali, i concerti da duecento euro a ingresso e lo stile di vita da borghese integrata (specie se perseguito con pochi vestiti addosso) non sono espressioni di libertà, sono espressioni di pseudolibertà a pagamento. L'elettorato ti tratterà di conseguenza.
3. Leslashgli veganasterisco senza glutine che si fanno largo a gomitate inclusive vengono accoltschwa da scostanti reazioni di rigetto appena escono dal loro ambiente.



K&S è il primo canale italiano su Owncast, l'alternativa del Fediverso a Twitch!

@Retrogaming e nostalgia

Oggi, durante una conversazione su mastodon con @KSGamingLife🕹️ 🐈 🍸 , ci siamo resi conto che questa interessante realtà non era stata ancora nominata qui nella comunità "Retrogaming" di Feddit!

Rappresentiamo una community di appassionati, formatasi intorno a 3 streamer: Kappina, Stilgar, e il gatto Sirio. Ci occupiamo principalmente di retrogame e della scena indie ma la nostra programmazione include anche discussioni e tante risate.

Nati su Twitch, col solo obiettivo di divertirci e far divertire, siamo sbarcati su questa alternativa libera e indipendente.
Solo cose belle.

Qua proporremo contenuti diversi rispetto a Twitch, ma solitamente ci trovate su twitch.tv/ksgaminglife

Ci segui tramite VLC? Vai qui: live.ksgaming.it/hls/stream.m3…


#retro #retrogame #animals #videogames #Owncast #Twitch

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Eccoci approdati su Feddit, e finalmente possiamo ringraziare anche qui per questo post!
Che figata!
Il canale Owncast sta andando bene, stiamo portando avanti tante iniziative e ci stiamo divertendo. Owncast ha potenzialità enormi, stiamo provando con tutte le forze a farlo conoscere di più.
in reply to KSGamingLife

Benvenuti!

PS: ho visto che Lemmy incorpora molto bene i video Peertube, ma non ho mai provato a vedere se riesce a incorporare un flusso Owncast...

in reply to KSGamingLife

oh no! Adesso sarà molto più difficile evitare post interessanti su quelle dannate mini-consolle retro e andrà a finire che ci spenderò dei SOLDI! 😆
in reply to KSGamingLife

però io preferirei quelle con i comandi di lato, quindi ancora un po' di speranza ce l'ho.
in reply to KSGamingLife

ahahah per fortuna a quel prezzo lì non mi avrete MAI! (sei mesi dopo: "ciao amici! Eccovi la mia nuova Steamdeck!")


Prendi la rincorsa cuore


Prendi la rincorsa cuore

Se l’incantesimo finisce
datti per vinto cuore,
se vuoi combattere
ancora.

Arretra, prendi la rincorsa
salta lo steccato
beffa la stupida realtà
un altro sogno

ancor ti aspetta (la,
nel giardino dei semplici)

Ma non darti per vinto cuore
se deridendo
il tuo coraggio additano,
solo per prender la rincorsa

arretra,
sarà di slancio
il superar umane miserie,
dolce sarà l’approdo all’estasi (la,
nel giardino dei semplici)

dove di silenzi
si ristora l’anima.

Renato Gottardi, Cembra (Tn)

Roberto Resoli reshared this.



Collettivismo vs Privacy


Privacy e anonimato sono i peggiori nemici del collettivismo, ecco perché da più di 230 anni sono oggetto di continue aggressioni da parte del gruppo più collettivista di tutti: lo Stato Nazione.

Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema Privacy vs Collettivismo? E quindi eccoci qua.

L’autore dell’articolo scrive: “Bitcoin coltiva una cultura dell'individualismo e dell'autosufficienza, che resiste agli effetti negativi del collettivismo”.

È vero, ma lo stesso può dirsi per l’idea, talvolta filosofica, talvolta tecnica, di privacy. Nel corso dell’articolo di oggi mi riferirò in particolare alla versione più bieca e pericolosa di collettivismo: quello dello Stato-nazione, che da ben 231 anni cerca di togliere ogni privacy e anonimato ai suoi cittadini. Una guerra silenziosa che però ha plasmato la nostra società dalle fondamenta.

Prima di addentrarci nel vivo però bisogna partire dalle basi. Cos’è il collettivismo, su cosa si fonda, e perché privacy e collettivismo sono in completa antitesi?

Ai collettivisti non piace Privacy Chronicles.

Cos’è il collettivismo?


Secondo Wikipedia, collettivismo è:

“un termine per indicare una visione di tipo morale, politica o sociale che enfatizza l'interdipendenza di ogni essere umano all'interno di un gruppo collettivo e la priorità delle finalità di gruppo sulle finalità individuali. I collettivisti si focalizzano sui concetti di comunità e società.”


In pratica, è uno schema morale (e solo poi, politico e sociale) caratterizzato dall’enfasi sulla coesione tra persone e sulla priorità degli obiettivi del gruppo rispetto al singolo.

Il collettivismo potrebbe essere sintetizzato come quella morale che impone la subordinazione dell’individuo al gruppo, dove il gruppo può essere una razza, una classe sociale, un genere, o perfino uno stato-nazione. Le azioni dell’individuo che fa parte del gruppo saranno pertanto ritenute tanto più virtuose quanto siano rivolte verso il bene del gruppo di appartenenza.

Collettivismo e altruismo


Per comprendere meglio la morale collettivista ci si può fare aiutare dal concetto di Altruismo. Wikipedia definisce l’Altruismo come:

“atteggiamento e il comportamento di chi ha la qualità (morale) di interessarsi al benessere dei propri simili”.


In realtà, la definizione che meglio, e più sinteticamente, descrive l’Altruismo è proprio quella originaria, di Auguste Comte: «vivere per gli altri».

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Fr.#24 / Di affitti e bene comune


Nel frammento di oggi: Espropriazione digitale per il bene comune / Francia 2024, le Olimpiadi della sorveglianza / Chi costruirà le strade nel bitcoin standard? / Meme e citazione del giorno.

Venezia e Milano, a tutta forza verso il Bene Comune


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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà e dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima versione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.

Il caro sindaco Brugnaro torna a far parlare della Sua città, che ormai è una gabbia (fisica e digitale) a cielo aperto. L’obiettivo è combattere gli affitti anonimi e centralizzare il controllo dei flussi turistici con piattaforme per la registrazione. Sì, anche i parenti da fuori sono turisti:

“Ci sarà un sistema centralizzato per registrare posti letto, vani e presenze. […]La città non può essere prenotabile all’infinito attraverso canali che sfuggono ad ogni verifica. Non possiamo più permetterlo. Riprendere il controllo delle presenze nelle case private diventa inevitabile […]

Non è più tempo di furberie, chi deciderà di affittare solo per 120 giorni deve sapere che in tutti gli altri 245 giorni avrà Polizia locale e Guardia di finanza alla porta. A controllare.”

Agli ingegneri sociali non piace Privacy Chronicles. A te?

A Venezia quindi le persone potranno affittare solo per 120 giorni all’anno. Qualcuno potrebbe dire: perché 120 e non 131 o 47? Non c’è alcun motivo razionale: al sindaco piace il numero 120, sia fatta la Sua volontà.

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Anche l’amico Beppe Sala, invidioso del potere Divino che è stato conferito a Brugnaro, chiede che gli venga concesso. È risaputo: chi affitta ai turisti toglie posti letto a chi a Milano ci vorrebbe vivere. Perché sì: la casa non è di chi la possiede, ma dello Stato, che decide qual è la migliore allocazione delle risorse.

È una lotta ideologica per un nuovo tipo di espropriazione digitale della proprietà privata. Non con poco eleganti e obsoleti atti di confisca, ma tramite sorveglianza di massa, leggi assurde e quel pizzico (q.b.) di ideologia collettivista che possa spingere le persone ad accettare ogni tipo di sacrificio per il bene comune.

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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima visione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.

La domanda sorge spontanea. Vi stancherete mai di farvi trattare come bestie da soma?

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Le Olimpiadi della sorveglianza


Recenti notizie1 ci dicono è passata la proposta per introdurre sistemi di riconoscimento facciale durante le Olimpiadi di Francia 2024. Le Olimpiadi, pare, saranno in realtà un test per vedere come si comportano questi sistemi e usarli poi per ogni evento sportivo, ricreativo o culturale su larga scala.

Alla proposta, che viene dai partiti di destra, si sono opposti i partiti di sinistra e i verdi. Non stupisce che sia così, considerando che destra e sinistra hanno da sempre idee diverse sulla sorveglianza di massa. Dimmi perché vorresti sorvegliare il prossimo e ti dirò da che parte stai.

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A destra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per finalità sicurezza, controllo dell'ordine pubblico e per combattere il crimine violento. A sinistra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per potenziare lo stato sociale, incentivare comportamenti corretti e per proteggere donne e bambini.

Ciò che è certo è che la sorveglianza di massa è sempre un’aggressione alla libertà e identità di ogni persona e che in nessun caso è giustificabile. In questo caso poi è assurdo: quanti francesi e turisti, compresi i bambini, finiranno con la loro faccia nei database della polizia francese, colpevoli di aver assistito a un evento sportivo?

Forse, prima di partecipare alle prossime Olimpiadi, sarà bene leggere questo articolo.

Chi costruirà le strade nel Bitcoin Standard?


Domanda provocatoria con cui il 27 marzo abbiamo aperto le danze insieme a Massimo Musumeci e , in una live YouTube.

Dentro la cornice dell’anarco-capitalismo e di Bitcoin sono tanti i temi affrontati e tante le domande da chi ci ha seguito live: strade, monopoli, sicurezza, giustizia, kalashnikov… e molto altro. Vi consiglio di guardare la live prima che i Poteri Forti la rimuovano!

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

"Are not highways public goods, that is, items of necessity which cannot be supplied by the market? This is the common wisdom. I challenge it. I maintain that road socialism is no different in kind than any other type of socialism. It, too, suffers from the calculation problem identified by Mises and Hayek. As in the case of all other goods and services, the private sector can do a better job of providing roads."

Walter Block

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea

Oggi parliamo di due casi diversi ma uniti dallo stesso filo rosso, quello delle smart cities e dell’improvviso boom di sistemi pervasivi di sorveglianza e controllo del comportamento delle persone. La storia inizia con un tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro…
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a year ago · 14 likes · 3 comments · Matte Galt
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