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Sudan e Arabia saudita mettono in crisi gli Accordi di Abramo


Netanyahu si dice fiducioso sugli sviluppi delle intese del 2020. Ma il conflitto interno tra Al Burhan e Mohammed Dagalo ha bloccato la firma del trattato di pace tra Israele e Sudan. E Riyadh dopo la riconciliazione con Teheran ora riceve Hamas L'artic

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 18 aprile 2023 – Israele starebbe partecipando agli sforzi per ridurre l’escalation il Sudan, almeno così riporta il quotidiano Yisrael Hayom vicino al governo Netanyahu. Non solo, secondo il giornale, rappresentanti del capo della giunta militare golpista Abdel Fattah al-Burhan e del comandante paramilitare Mohamed Hamdan Dagalo sono stati in contatto con Israele mentre l’esercito regolare e le Forze di supporto rapido si combattevano senza esclusione di colpi e nelle strade giacevano decine di corpi di militari e civili uccisi. È possibile, se si tiene conto delle preoccupazioni in casa israeliana. Il Sudan è uno dei quattro paesi arabi che hanno normalizzato i rapporti con lo Stato ebraico aderendo agli Accordi di Abramo del 2020 e ora, scrive sempre Yisrael Hayom, la firma dell’accordo di pace con Khartoum va nel freezer.

È una brusca frenata alle intenzioni più volte espresse dal primo ministro Netanyahu di rafforzare i rapporti di Israele con i membri attuali delle intese del 2020 e di allargarli ad altri paesi arabi. E se il Sudan, povero ma importante per la sua posizione strategica, va nel congelatore, si assottigliano pure le possibilità per il governo israeliano di portare negli Accordi di Abramo la ricca e influente Arabia saudita. Un obiettivo che Netanyahu credeva di avere a portata di mano appena un paio di mesi fa. Non solo Riyadh all’inizio di marzo si è riconciliata con la nemica Teheran e il processo di avvicinamento tra i due paesi va avanti, ma l’Arabia saudita adesso stringe i rapporti con le leadership palestinesi, allontanando l’obiettivo fondamentale degli Accordi di Abramo: normalizzare le relazioni di Israele con i paesi arabi dimenticando l’occupazione militare dei Territori palestinesi.

Occupazione israeliana che, almeno in apparenza, la casa regnante saudita non intende mettere da parte tanto da accogliere nelle ultime ore prima a Gedda il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, e poi a Riyadh il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, una visita questa di eccezionale significato se si tiene conto dei rapporti di fatto inesistenti per anni tra l’Arabia saudita e il movimento islamico palestinese. Sviluppi che generano malumore a Tel Aviv e non fanno piacere anche all’Anp. Haniyeh era atteso da funzionari sauditi con i quali avrebbe discusso di una serie di questioni palestinesi e regionali e dei 68 militanti del movimento islamico detenuti in Arabia Saudita. Con Haniyeh c’erano due pezzi da novanta di Hamas: il «ministro della guerra» Saleh Arouri e il capo dell’organizzazione all’estero Khaled Meshaal. Il gelo tra Riyadh e Hamas era sceso nel 2007 quando il movimento islamico palestinese aveva preso con la forza il controllo di Gaza a danno dell’Anp. Per Hamas riconciliarsi con i Saud significa anche esercitare pressioni su Riyadh affinché non normalizzi le relazioni con Israele.

Netanyahu lo sa, perciò la svolta saudita è un altro boccone amaro mentre la sua coalizione di governo perde consensi. Se si svolgessero adesso le elezioni perderebbe la maggioranza secondo un sondaggio. Avrebbe soltanto 52 seggi in parlamento, a fronte degli attuali 64. Dati che sono frutto dell’ondata di contestazione popolare per la riforma giudiziaria presentata dal governo che sta avendo ricadute anche sull’economia. L’agenzia di rating Moody’s ha declassato venerdì le prospettive economiche di Israele da positive a stabili, citando proprio le recenti proteste contro la riforma della magistratura. Per Netanyahu e il ministro delle finanze Smotrich invece «L’economia di Israele è stabile e solida e con l’aiuto di Dio rimarrà tale». Pagine Esteri

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Deerhoof - Miracle-Level


I fatti dicono che: Miracle-Level è il diciannovesimo album in studio dei Deerhoof ed è il loro primo cantato interamente in giapponese. C’è di che meravigliarsi, ma non di che impaurirsi. Tolti i testi, di cui la maggior parte di noi non capirà un acca,¹ la musica è quella dei Deerhoof che abbiamo imparato ad amare, appena appena più pop e diretta di quella fuoriuscita dalle prove precedenti, ma sempre piacevolmente unica e bislacca. E il giapponese sembra aderire come un guanto alle strutture sghembe, alle melodie appiccicose e a quelle malinconiche, agli scatti rumoristici più o meno imprevisti, alla voce di Satomi Matsuzaki ovviamente, ma pure, incredibilmente, a quella di Greg Saunier. @Musica Agorà

iyezine.com/deerhoof-miracle-l…

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Parole belle, giuste e definitive di Luciana Littizzetto su Enea, il bambino


#CTCF

Puoi ascoltarle su Raiplay dal minuto 1:59:36:
raiplay.it/video/2023/04/Che-t…

Oppure leggerle qui:
"Caro Enea, bel cicciottino di 2 kg e mezzo, cucciolo di specie umana, super-millenial, classe 2023. Piccolo avannotto che dai le tue prime bracciate nel mare tempestoso della vita.
Perché la tua mamma dopo averti tenuto nella sua pancia per nove mesi ha pensato che saresti stato meglio lontano da lei. Credo che questa decisione le sia costata molto cara, sai Enea. Così ti lasciato in una culla per la vita a Milano.
Le culle per la vita non ci sono solo a Milano sai. Ci sono in tante città d’Italia. Ci sono a Napoli, Varese, Parma, Padova, Firenze e Roma. Più di una in ogni regione. E funzionano così: Appena la mamma appoggia il bambino in quella piccola cuccia calda scatta un sensore collegato con l’ospedale più vicino che allerta i medici che intervengono subito.
Per questo non credere mai a quelli che dicono che la tua mamma ti ha abbandonato. Non ti ha abbandonato, ti ha affidato. Son due verbi molto diversi sai…quando crescerai lo capirai.
Abbandonare significa mettere in pericolo, fregarsene di cosa succederà dopo, vuol dire che non te ne importa niente.
Affidare invece è diverso. È avere così tanta fiducia nell’altro da chiedergli di custodire la cosa che più ti sta a cuore.
Semplicemente le mani di mamma hanno incontrato altre mani. È stata una catena d’amore Enea caro.
Non succede solo a te sai. Pensa che in Italia capita a 400 bambini all’anno. E la maggior parte trova una nuova famiglia già dall’ospedale.
Sai, per noi adulti la vita è un casino e a volte siamo costretti a fare cose che non vorremmo. Sembra strano dirlo a te che di settimane su questa terra ne hai così poche ma ti assicuro che più invecchi più le cose si complicano.
Non so come mai la tua mamma l’abbia fatto e se vogliamo davvero rispettarla non dobbiamo neanche chiedercelo. Al contrario. Dobbiamo custodire il suo segreto con rispetto, silenzio e soprattutto compassione.
Sappi comunque che mamma, con il suo gesto pieno di amore e di dolore, ha messo in moto una catena di protezione che nei decenni in Italia abbiamo reso sempre più forte…
E che parte dagli ospedali, fino ad arrivare ai tribunali dei minori, agli assistenti sociali, ai genitori affidatari, a quelli adottivi.…
E questa catena sta dentro una cosa che si chiama Stato e serve apposta per tutelare i diritti di tutti, neonati, bambini, mamme e papà perduti e fragili. Famiglie tradizionali e famiglie non tradizionali.
Perché non è vero che la società non esiste. Esiste eccome. E dobbiamo fidarci di lei.
Porti un nome importante, Enea, il nome di un signore fuggito da una città in fiamme per cercare una nuova vita e una nuova casa… la stessa cosa è capitata a te… quell’altro Enea ce l’ha fatta, sono sicura che ce la farai anche tu.
Ti auguro di diventare tutto ciò che si sogna da bambini: astronauta, calciatore, Harry Potter, pilota di Ferrari, dentista di Leoni in Africa, rockstar come i Maneskin…sosia di Chiattillo o mimo ai semafori.
Sono certa che avrai al tuo fianco una mamma e un papà al 100% che ti ameranno moltissimo. Ti ameranno un botto. Non dubitarne mai neanche un secondo.
Purtroppo la vita a volte somiglia alla scuola guida: le partenze in salita sono difficili, certo, ma se impari a farle, poi non ti spaventa più nulla.
Benvenuto pulcino di Pasqua. Ti riempiamo di baci. Luciana."

#CTCF


LIBRI. Igiaba Scego: “Il nostro corpo in una guerra che non riusciamo a superare”


"Cassandra a Mogadiscio", candidato al Premio Strega, è l'ultimo libro dell'autrice di origini somale. È un romanzo in parte autobiografico che parla di memoria, guerra, colonialismo, diaspora, e di dialogo intergenerazionale. L'intervista audio della gio

di Daniela Volpecina –

Pagine Esteri, 18 aprile 2023.Cassandra a Mogadiscio” è il titolo del nuovo libro di Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale. Un romanzo in parte autobiografico, edito da Bompiani e candidato al Premio Strega, in cui emergono con forza alcune delle tematiche da sempre care all’autrice: la memoria, la guerra, il colonialismo, la diaspora, il dialogo intergenerazionale. L’abbiamo incontrata in occasione della quarta edizione di ‘Napoli Città Libro – il Salone del Libro e dell’Editoria’ al termine di un dibattito a tre voci con le giornaliste Donatella Trotta e Ileana Bonadies.

Con Igiaba, attenta osservatrice e testimone privilegiata della storia dei Paesi del Corno d’Africa degli ultimi quarant’anni, abbiamo parlato delle attuali condizioni della Somalia, scossa oltre che dall’instabilità politica e dalla minaccia del terrorismo, anche da una emergenza carestia innescata da una prolungata siccità e dalla guerra in Ucraina che ha ridimensionato notevolmente le quantità di grano, farine e fertilizzanti disponibili. E poi la visita, appena conclusa, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Etiopia. Le politiche migratorie del Governo italiano. Lo Ius soli. La guerra in Siria e in Afghanistan.
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ChatGPT, Task Force europea – La mia intervista su War Room InnovAction


La mia intervista su War Room InnovAction, sul tema ChatGPT e la costituzione della task force europea. Grazie a Luca De Biase per l’ospitalità. .


guidoscorza.it/chatgpt-task-fo…



In Cina e Asia – Il Pil cinese cresce più del previsto


In Cina e Asia – Il Pil cinese cresce più del previsto pil
I titoli di oggi: Cina, il Pil torna a crescere G7 contro ogni “coercizione” sullo stretto di Taiwan New York, due arresti legati a una “stazione di polizia segreta cinese” Hikvision, nuove prove sulla sorveglianza degli uiguri Taiwan pronta ad aprire un nuovo ufficio di rappresentanza a Milano Hong Kong, arriva un’altra condanna per Joshua Wong Myanmar, liberati 3 mila ...

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Scorpio in Orbita. Così Elettronica raggiunge lo Spazio


Elettronica raggiunge lo spazio e porta l’electronic Intelligence in orbita. La società italiana specializzata nel campo di soluzioni tecnologiche per la difesa elettronica ha lanciato per la prima volta un suo payload oltre l’atmosfera. Si tratta del sis

Elettronica raggiunge lo spazio e porta l’electronic Intelligence in orbita. La società italiana specializzata nel campo di soluzioni tecnologiche per la difesa elettronica ha lanciato per la prima volta un suo payload oltre l’atmosfera. Si tratta del sistema Scorpio, uno strumento per la raccolta di informazioni attraverso lo spettro elettromagnetico, che ha raggiunto l’orbita a bordo di un Falcon 9 di SpaceX, partito dalla stazione spaziale di Vandenberg, in California. Il lancio rientra nel piano strategico della società chiamato Tenet, che definisce gli obiettivi e le risorse che servono per un rafforzamento della propria posizione di leadership basandosi su un modello di crescita orientato all’innovazione e d all’espansione in nuove aree geografiche e che include proprio la Space electronic warfare (Space Ew) tra i suoi ambiti di crescita.

La missione di Scorpio

Il lancio di Scorpio è avvenuto grazie alla collaborazione tra Elettronica e la società italiana D-Orbit, azienda di tecnologia e logistica spaziale in stile Silicon Valley fondata nel marzo 2011 quotata al Nasdaq, che ha messo a disposizione un satellite taxi che ha messo in orbita bassa (Leo) lo strumento Scorpio. Il nuovo sistema svolge attività di electronic Intelligence e consente di intercettare, identificare e localizzare sorgenti elettromagnetiche terrestri (segnali Rf) dallo Spazio, sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale per l’elaborazione e la classificazione delle informazioni. Nello specifico questa prima missione avrà l’obiettivo di raccogliere dati non classificati osservati sulla Terra.

Elettronica in orbita

Con questo lancio Elettronica espande le proprie competenze al servizio di un ulteriore dominio operativo, quello spaziale, che si aggiunge agli altri quattro in cui è già presente con i propri sistemi di difesa: aereo, terrestre, marittimo e cyber. I sistemi sviluppati nell’ambito Space Ew si avvarranno delle competenze già acquisite nel cyber-space e saranno integrate per la protezione e il contrasto dalle minacce cibernetiche. “Siamo molto orgogliosi del nostro approdo a questo nuovo dominio” ha commentato Enzo Benigni, presidente e ceo di Elt, aggiungendo che “la particolare esperienza che deriva dall’applicazione delle competenze nel settore Emso nel dominio spaziale rappresenta oggi una risorsa strategica per la sovranità tecnologica dell’Italia in un ambito e un settore sempre più cruciale per la difesa e la sicurezza anche in ambito civile”.


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PRIVACY DAILY 95/2023


L’attivista di Hong Kong Joshua Wong è stato condannato a tre mesi di carcere per aver divulgato informazioni personali su un agente di polizia che ha ferito un manifestante durante le proteste antigovernative del 2019. Wong era salito alla ribalta nelle proteste pro-democrazia del 2014 ed era in custodia dopo aver manifestato l’intenzione di dichiararsi... Continue reading →


GLI INSEGNANTI DANESI USANO LE APP PER CONTROLLARE L'UMORE DEI PROPRI STUDENTI

@Etica Digitale (Feddit)

Le aziende affermano che il software può aiutare a migliorare il benessere, ma alcuni esperti temono che potrebbe avere l'effetto opposto. Di Arian Khameneh su Technology Review

Ci sono poche prove che una quantificazione di questo tipo possa essere utilizzata per risolvere problemi sociali e promuovere l'abitudine all'autosorveglianza fin dalla tenera età potrebbe alterare radicalmente il rapporto dei bambini con se stessi e tra di loro in un modo che li fa sentire peggio. piuttosto che migliore. "Difficilmente possiamo andare in un ristorante o a teatro senza che ci venga chiesto come ci sentiamo dopo e spuntando caselle qua e là", afferma Karen Vallgårda, professore associato all'Università di Copenaghen che studia storia della famiglia e dell'infanzia. "C'è una quantificazione delle emozioni e delle esperienze che sta crescendo, ed è importante che ci chiediamo se questo sia l'approccio ideale quando si tratta del benessere dei bambini".

NB: Gli scolari danesi sono nel bel mezzo di una crisi di salute mentale che uno dei più grandi partiti politici del paese ha definito una sfida "uguale all'inflazione, alla crisi ambientale e alla sicurezza nazionale". Nessuno sa perché, ma in pochi decenni il numero di bambini e giovani danesi affetti da depressione è più che sestuplicato. Un quarto degli alunni della nona elementare riferisce di aver tentato l'autolesionismo. (il problema non è circoscritto alla Danimarca: gli episodi depressivi tra gli adolescenti statunitensi sono aumentati di circa il 60% tra il 2007 e il 2017, e anche i tassi di suicidio tra gli adolescenti sono aumentati di circa il 60% nello stesso periodo). preoccupazioni" sullo stato mentale dei bambini che vedono nel loro lavoro e ha avvertito che se non si interviene immediatamente, "non vedono alcuna speranza per invertire la tendenza negativa".

Immagine di NICOLE RIFKIN

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Il trilemma della sicurezza alimentare


Il trilemma della sicurezza alimentare sicurezza alimentare contadini
Davanti a emergenza climatica e globalizzazione la sfida per il futuro delle economie asiatiche si gioca anche nel rapporto tra risorse alimentari e popolazione. Un estratto dal nostro ultimo e-book dedicato ai trend demografici in Asia

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Le mani di Facebook e TikTok sugli acquisti online in farmacia per alimentare il mercato pubblicitario


Avete presente la linea gialla che oggi campeggia davanti ai banchi di tutte o quasi le farmacie italiane? È il risultato di un provvedimento adottato dal Garante per la protezione dei dati personali italiano oltre vent’anni fa per garantirci, almeno in farmacia, un briciolo di riservatezza e consentirci di acquistare le medicine di cui abbiamo... Continue reading →


VIDEO. E’ guerra civile in Sudan,180 morti in tre giorni


Protagoniste le Forze di supporto rapido (Rsf), la formazione paramilitare controllata Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo entrato in conflitto con il generale Al Burhan. Entrambi il 25 ottobre 2021 avevano preso il potere rovesciando il governo democratico ci

AGGIORNAMENTO 17 APRILE ORE 20.15

Più di 180 persone sono state uccise e altre 1.800 ferite in tre giorni di combattimenti tra le fazioni rivali in Sudan, riferisce il rappresentante speciale delle Nazioni Unite nel paese. “È una situazione fluida, quindi è molto difficile dire dove si stia spostando l’equilibrio”, ha aggiunto Volker Perthes a proposito della violenza tra l’esercito e le forze paramilitari guidate rispettivamente da Abdel Fattah El Burhan e Mohammad Hamdan Dagalo detto “Hemeti”

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di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 15 aprile 2023 – Resta fluida la situazione in Sudan dove è in corso un tentativo, non è chiaro se destinato al successo, di golpe da parte delle Forze di supporto rapido (Rsf), la formazione paramilitare controllata da Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo, contro il capo della giunta militare Abdel Fattah al Burhan. Entrambi erano già stati autori, il 25 ottobre 2021, di un colpo di stato che ha interrotto la transizione del Sudan verso la democrazia cominciata dopo la rimozione dal potere, dopo trent’anni, di Omar Al Bashir nel 2019. Contro questo golpe hanno manifestato e protestato con forza i sudanesi: la repressione dei militari golpisti ha fatto centinaia di morti e feriti.

Le Rsf hanno fatto sapere di aver preso il controllo del Palazzo presidenziale infliggendo pesanti perdite all’esercito regolare e di essere vicine ad occupare l’aeroporto di Khartoum. Fonti dell’esercito però smentiscono. La tensione tra l’esercito, agli ordini di Al Burhan, e i paramilitari delle Rsf era molto alta da diversi giorni. Poi questa mattina ha avuto inizio una offensiva delle forze regolari contro la base di Soba, a sud di Khartoum, da alcuni giorni nella mani delle Rsf. Gli scontri si sono poi allargati ad altre basi militari nel Paese e anche al centro di Khartoum, in particolare nella zona del palazzo presidenziale.

Da mesi si stava negoziando il ritorno del governo nelle mani dei civili senza però un risultato definitivo. Un punto critico riguardava l’integrazione all’interno dell’esercito delle Rsf formate anche da ex membri delle milizie janjaweed – accusate di crimini nel Darfur – e che sarebbero sostenute dalla Russia e dall’organizzazione mercenaria Wagner. Pagine Esteri

GUARDA IL VIDEO

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Export armi agli Emirati Arabi Uniti. Il governo fa cadere il divieto


Cade il divieto di export di armi negli Emirati Arabi Uniti. Lo ha deciso il governo di Giorgia Meloni, che ha dato attuazione a una decisione presa dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi. “Il 5 agosto 2021, il Consiglio dei ministri ha avuto co

Cade il divieto di export di armi negli Emirati Arabi Uniti. Lo ha deciso il governo di Giorgia Meloni, che ha dato attuazione a una decisione presa dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi.

“Il 5 agosto 2021, il Consiglio dei ministri ha avuto conferma dall’allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, d’intesa con il Parlamento, dopo un’indagine conoscitiva della Commissione affari esteri e comunitari della Camera, del fatto che l’impegno militare degli Emirati Arabi Uniti in Yemen era cessato. In seguito, lo scenario ha continuato a evolversi positivamente: da aprile 2022 le attività militari in Yemen sono rallentate e circoscritte e l’attività diplomatica ha avuto una importante accelerazione”.

“L’impegno degli Emirati Arabi Uniti con altri attori regionali ha fatto progressi”, spiega la nota post Consiglio dei ministri. “Tra il 2015 e il 2021 gli Emirati hanno stanziato 5,5 miliardi di euro per la stabilizzazione e ricostruzione dello Yemen, impegno che è continuato nel 2022 con 500 milioni di euro e ancora nel novembre scorso, con Fondo monetario internazionale e Arab Monetary Fund, con un impegno di 1,5 miliardi di dollari in tre anni”, si legge ancora.

È alla luce di questi “nuovi elementi” che “il Consiglio dei ministri oggi, dopo aver ascoltato una dettagliata relazione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha dato attuazione a quanto stabilito dal precedente Governo, e dunque attesta che l’esportazione di materiale d’armamento negli Emirati Arabi Uniti non ricade più tra i divieti stabiliti dall’art. 1, commi 5 e 6, della legge 9 luglio 1990, n. 185”.

A inizio marzo, Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, aveva fatto visita negli Emirati Arabi Uniti. Una vista che “segue da vicino la recente visita del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ad Abu Dhabi, che potrebbe indicare un focus sul rinvigorimento della cooperazione in difesa e sicurezza, compresa la vendita di armi”, spiegava Ebtesam al-Ketbi, presidente e fondatrice dell’Emirates Policy Center, a Formiche.net. “Ciò suggerisce”, aggiunga allora, “una nuova pagina nel rapporto tra i due Paesi che ha superato la spaccatura nel rapporto tra i due Paesi nel 2021”.


formiche.net/2023/04/emirati-a…



Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” – 20 aprile 2023, Tivoli


Aula Magna del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia Saluti iniziali ELIANA LELLI, Presidente Consiglio Ordine Avvocati di Tivoli NICOLA DI GRAZIA, Presidente Sezione Penale del Tribunale Tivoli GIUSEPPE PROIETTI, Sindaco del Comune di Tivoli Introducono MO

Aula Magna del Convitto Nazionale Amedeo di Savoia

Saluti iniziali
ELIANA LELLI, Presidente Consiglio Ordine Avvocati di Tivoli
NICOLA DI GRAZIA, Presidente Sezione Penale del Tribunale Tivoli
GIUSEPPE PROIETTI, Sindaco del Comune di Tivoli

Introducono
MONICA ROSSI, Avvocato
VALTER CARA, Avvocato
FRANCESCO FRATINI, Avvocato

Intervengono
ALESSANDRO PALOMBI, Membro della II Commissione Giustizia
ENRICO COSTA, Membro della II Commissione Giustizia
FABIO FERRARA, Presidente Camera Penale di Palermo
FRANCESCO PETRELLI, Direttore Rivista UCPI DIRITTO DI DIFESA
BENIAMINO MIGLIUCCI, Presidente della Fondazione UCPI

Modera
FABIO FRATTINI, Presidente Camera Penale di Tivoli

Sarà presente l’autore

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Hanno approvato in Italia una legge per un contrasto forte alla pirateria. Il fatto è che comporta rischi importanti per gli internauti.


Il complottista che è in noi e i modesti margini per il realismo liberale


Il 32% degli italiani è convinto che l’attentato alle Torri gemelle sia stato organizzato dagli stessi americani, il 29% ritiene che la missione Apollo 11 fosse una fake news e che l’uomo non sia mai sbarcato sulla luna, il 17% considera “plausibile” che

Il 32% degli italiani è convinto che l’attentato alle Torri gemelle sia stato organizzato dagli stessi americani, il 29% ritiene che la missione Apollo 11 fosse una fake news e che l’uomo non sia mai sbarcato sulla luna, il 17% considera “plausibile” che l’Olocausto non sia avvenuto, il 25% ritiene che i vaccini siano uno strumento per controllare i popoli attraverso il 5G (?), il 15% pensa che “probabilmente” la terra non sia sferica ma piatta… Questi, tra gli altri, i risultati di un recente sondaggio di Swg. Ce n’è abbastanza per tirare una conclusione tanto amara quanto liquidatoria: siamo circondati da coglioni ossessionati dai complotti, in media uno su quattro. C’è del vero, naturalmente, ma la questione è leggermente più complessa.

Il problema è che, come ha spiegato con inedita chiarezza ai primi del Novecento lo psicologo delle masse Gustave Le Bon, “la ragione crea la scienza, ma sono i sentimenti a guidare la storia”. E i sentimenti, da sempre più forti della ragione, possono indurci a confutare anche le più acclarate evidenze scientifiche e a rifugiarci nelle tutto sommato rassicuranti teorie del complotto. Rassicuranti perché aiutano a dare un ordine al caos, ad escludere il ruolo spesso determinante del caso, a confermare i nostri più radicati pregiudizi.

Nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali del 2004, gli psicologi Drew Westen, Stefan Haman e Clint Kilts selezionarono due gruppi di militanti politici, il primo composto da 15 democratici convinti, il secondo da altrettanti non meno convinti repubblicani. Collegarono ciascuno di loro ad una macchina che attraverso la risonanza magnetica ne verificava le reazioni cerebrali e gli sottoposero una serie di affermazioni in video del candidato repubblicano (George W. Bush) e di quello democratico (John Kerry), molte delle quali denunciavano evidenti contraddizioni. Come sospettavano, la stragrande maggioranza dei militanti democratici percepì nitidamente le contraddizioni di Bush, mentre non avvertì affatto quelle di Kerry. E viceversa. Questo per dire quanto contino i pregiudizi e quanto (poco) conti l’evidenza dei fatti. Dunque, quanto sia tutto sommato naturale avere un approccio complottista ai grandi accadimenti della Storia.

Osservò Umberto Eco che “la psicologia del complotto nasce dal fatto che le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano, e spesso non ci soddisfano perché ci fa male accettarle”. Meglio, allora, inventarsi una realtà parallela. Meglio anche perché, proseguiva Eco, “l’interpretazione sospettosa ci assolve dalle nostre responsabilità” e, come ha osservato il politologo Angelo Panebianco, ci evita la fatica di cimentarci con la “complessità della storia”.

Un tempo, era la religione ad assolvere a questo disperato ed arciumano bisogno di spiegazioni ultime e trascendenti. Ma Dio è morto, e, come ammoniva il grande storico delle religioni Mircea Eliade, “l’alternativa alla religione non è il trionfo della Dea Ragione, ma della superstizione”. E vai, dunque, col terrapiattismo…

Il resto, è noto, lo fanno i social. I social dove, come lamentava Eco, ogni assurdità complottista trova oggi la propria rassicurante community. I social dove, come ha certificato il Mit di Boston, le notizie false si diffondo sei volte più velocemente delle notizie vere.

Ecco dunque sommariamente spiegato cosa si celi dietro gli allucinanti dati Swg. Ed ecco spiegato perché in politica trionfi la demagogia e fatichi ad affermarsi quell’approccio realista e competente tipico del metodo liberale.

Huffington Post

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Pierre Schoendoerffer – La 317a Sessione


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Il fondatore di Anonymous Russia è stato arrestato

@Pirati Europei

Arrestato in Bielorussia uno dei leader del gruppo hacker filorusso #Killnet: è un 18enne bielorusso ed era a capo di Anonymous Russia. Non si sa di cosa sia accusato. Lo ha detto il fondatore di Killnet nel suo canale Telegram.

Il fondatore del gruppo Killnet noto con il soprannome Killmilk ha deciso di “deanonimizzare” il membro della comunità arrestato. Secondo lui, il capo di Anonymous Russia è un cittadino bielorusso di 18 anni, studente del liceo, Arseniy Eliseev, noto con i nick Raty o Mr. Raty e residente a Gomel. Ora si trova in stato di fermo, in custodia cautelare, in una cella di isolamento presso l’ufficio investigativo di Gomel.

(CONTINUA QUI)

Il cittadino bielorusso di 18 anni e studente di liceo, Arseniy Eliseev, noto con i nick Raty o Mr. Raty e residente a Gomel

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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La decisione del governo di nominare il Responsabile del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Viminale, Commissario straordinario all' Emergenza Nazi


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

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Phantom of the Paradise


Questo film è la storia di quel sound..., dell'uomo che lo creò, della ragazza che lo cantò e del mostro che lo rubò.

Questo è l'intro di apertura del musical dal regista Brian De Palma ,prodotto dalla 20th century Fox nel 1974, (andato in onda in Italia nel 1989) e uno dei pochi musical che ho più apprezzato (io che non adoro i musical)e che sono andata a scovare per curiosità dopo che un amico americano ci aveva chiesto di partecipare ad una tribute per il 50' anniversario dell'uscita.

iyezine.com/phantom-of-the-par…



L'intenso e violento scontro militare tra i generali del Comitato di sicurezza e le loro forze sta esponendo le masse del nostro popolo al pericolo e all'incosc




  Sergio Dalmasso  Giovedì 14 aprile: dodicesima giornata di mobilitazione sindacale contro i provvedimenti del governo Borne (presidenza Macron) c


Cesare Viel


Cesare Viel immagina forme di soggettività altre che interpretano l’arte come momento di scambio emozionale e di relazione con la collettività.

iyezine.com/cesareviel

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Pentagon Papers


Un giovane militare ha diffuso su Discord documenti top secret riguardanti la guerra in Ucraina e le attività di spionaggio degli Stati Uniti.

In queste ore la diffusione non autorizzata di documenti top-secret del Pentagono sta facendo girare la testa al governo degli Stati Uniti. I documenti riguardano principalmente la guerra in Ucraina e le attività di spionaggio del governo statunitense.

I giornalisti della NBC riportano che i documenti sono comparsi in una “oscura parte di Internet incentrata sul gaming”. In realtà non c’è nulla di oscuro nelle modalità di diffusione dei documenti, che sono stati condivisi fin da gennaio 2023 in una chat di Discord chiamata “Thug Shaker Central”.

Due volte a settimana, prima e dopo i pasti: Privacy Chronicles

Come saprete, Discord è una delle piattaforme più famose al mondo per il gaming e in generale come canale di comunicazione di massa. Ad esempio, è tramite Discord che si può accedere a uno dei più famosi tool di IA per la generazione di immagini: Midjourney. Insomma, non è certo un antro oscuro per hacker col cappuccio.

E in effetti, anche la persona che sembrerebbe responsabile della diffusione di questi dati non è un hacker col cappuccio, ma un giovane militare della US Air Force che lavorava come specialista del Cyber Transport Systems1, chiamato Jack Teixeira. Sembra che il caro Jack nel tempo libero si divertisse a shitpostare su Discord insieme agli amici, e che negli scorsi mesi abbia deciso di condividere con loro le fotografie di diversi documenti top-secret.

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Quando i documenti sono poi arrivati anche su 4chan, su alcuni canali Telegram e su Twitter, il governo degli Stati Uniti ha capito che c’era qualcosa che non andava.

I giornali mainstream non riportano il contenuto di questo leak, ma non è difficile risalire a qualche informazione più di dettaglio scavando un pochino online. Tra i contenuti principali sembrano esserci informazioni in merito a:

  • le attività di spionaggio degli Stati Uniti su Zelensky
  • la volontà degli Emirati Arabi di lavorare con la Russia per contrastare i servizi di intelligence americani e inglesi
  • il piano dell’Egitto di fornire munizioni e armi alla Russia; i
  • il network di operativi della CIA presenti in Ucraina
  • le attività di spionaggio degli Stati Uniti sulla Corea del Sud.

Alcuni documenti sembrerebbero anche dimostrare che degli agenti Ucraini abbiano attaccato obiettivi militari in territorio russo. Questi ultimi in particolare potrebbero portare anche a un’escalation del conflitto tra Russia e Ucraina (Stati Uniti).

Non è chiaro se Jack Teixeira sia davvero un simpatico nerd con la passione per la diffusione di documenti top secret. La storia in effetti ha dell’assurdo. Come faceva una recluta 21enne ad avere accesso a documenti di quel tipo? E che senso aveva pubblicarli in quel modo? A pensar male si potrebbero immaginare diversi scenari, ma a noi non piace pensar male. In ogni caso, ieri Jack è stato arrestato in Massachusetts e potrebbe rischiare fino a 10 anni di carcere.

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Certe volte conviene guardare il dito


Il governo degli Stati Uniti ha da poco iniziato una campagna politica e mediatica contro TikTok, punta di diamante dello spionaggio cinese. Una campagna così forte che ha portato in brevissimo tempo a pensare e proporre la legge chiamata RESTRICT ACT di cui abbiamo parlato la settimana scorsa. La legge conferisce poteri illimitati al governo di sospendere e vietare praticamente qualsiasi servizio e azienda in qualche modo collegata con Cina e Russia. Una sorta di Maccartismo 2.0.

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Ma mentre i più alti burocrati americani erano impegnati a guardare la luna, millantando di spionaggi hi-tech da parte dei loro acerrimi nemici, in casa loro c’era un ragazzino appena uscito dall’accademia impegnato nel più grave leak di documenti top secret degli ultimi 10 anni, dopo quello fatto molto più scaltramente da Edward Snowden.

Se una cosa è certa, è che gli ottogenari nelle stanze dei bottoni non comprendono la natura dell’era dell’informazione e non sono chiaramente in grado di gestire la fludità delle informazioni digitali.

Eric Hughes, fondatore dei Cypherpunk e autore dell’omonimo manifesto, lo diceva nel 1992: Information does not just want to be free, it longs to be free. Information expands to fill the available storage space. Information is Rumor's younger, stronger cousin; Information is fleeter of foot, has more eyes, knows more, and understands less than Rumor.

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Non tutto il male vien per nuocere


Nel frattempo, Jack Teixeira è stato arrestato e gli alti burocrati ottogenari si sono attivati per correre ai ripari. Da una parte c’è chi ci dice che il problema è proprio da ricercarsi nella negligenza del governo.

Secondo gli esperti il sistema di gestione dei documenti confidenziali ha almeno due criticità: l’eccessiva sovra-classificazione, risultante in un eccessiva quantità di documenti classificati, e la mancanza di standard precisi per determinare cosa dovrebbe essere classificato o meno. Insomma sembra che al Pentagono sia un gran casino.

Dall’altra parte c’è invece chi vorrebbe sfruttare l’occasione per puntare il dito contro le piattaforme online e i canali di comunicazione “privati” che sono difficili da controllare e quindi rendono difficile prevenire diffusioni non autorizzate di questo tipo. La macchina della propaganda in questo senso sembra essere già stata avviata per convincere il pubblico che il problema — come al solito — è l’eccessiva libertà di comunicazione:

The U.S. government may not have been looking there, but cybersecurity experts have long known that Discord has been used by criminals and hackers to spread malware and stealthily transfer stolen information.

“The Discord domain helps attackers disguise the exfiltration of data by making it look like any other traffic coming across the network,” said a 2021 report by Cisco’s Talos cybersecurity team.

The intelligence community is now grappling with how it can scrub platforms like Discord in search of relevant material to avoid a similar leak in the future, said the congressional official.2


Insomma, se prima il problema era TikTok (in quanto cinese), ora il problema è anche Discord e ogni singola piattaforma privata che possa essere usata come strumento per diffondere informazioni senza autorizzazione.

Cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro? Certamente i fatti di questi giorni potranno facilitare la proliferazione di proposte di legge per sorvegliare attivamente i canali social e le piattaforme di comunicazione. D’altronde, se possono farlo per contrastare la pedofilia, perché non proporre lo stesso anche per proteggere la sicurezza nazionale? Ricordiamo che fino a non troppo tempo fa in Twitter esistevano delle vere e proprie task force e “war room” capitanate dalle agenzie di intelligence con l’unico scopo di gestire proattivamente rischi di questo tipo.

1

Una sorta di divisione ICT che si occupa di gestire l’infrastruttura necessaria per far funzionare il network di comunicazione della US Air Force.

2

nbcnews.com/politics/national-…





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