Cosa cambia con i carri armati moderni all’Ucraina. Scrive Jean
Le opinioni pubbliche si stanno sempre più disinteressando degli avvenimenti della guerra in Ucraina. I corrispondenti sul campo e anche i loro direttori hanno difficoltà ad interessare i lettori. Sono portati a “stressare” ogni avvenimento, anche se minimo. La realtà è di stallo non tanto dei combattimenti, che proseguono con forte perdite di uomini e di mezzi. È normale in tutte le guerre di logoramento, entrambi i contendenti promettono che le cose muteranno con le offensive di primavera, che forse diverranno d’estate. Che si tornerà a una guerra di manovra decisiva. Che la linea del fronte subirà variazioni tali da indurre la parte soccombente a una trattativa di pace. Essa sarà basata sul tracciamento di nuovi confini. Sarà resa possibile non tanto dal successo o dall’insuccesso di una delle due parti, quanto dalle garanzie di sicurezza che l’Occidente sarà disposto a dare per la futura sicurezza dell’Ucraina e che il Cremlino sarà disponibile ad accettare.
Due soluzioni sono in discussione al riguardo. La prima, inaccettabile a Mosca, è che l’Ucraina venga protetta dall’ombrello Nato. La seconda è sempre basata su una garanzia Nato, mascherata dal potenziamento militare dell’Ucraina per porla in grado di respingere un attacco russo di sorpresa. Sostenuta dal Segretario di Stato Usa Blinken è la soluzione a cui ci si sembra orientare. Ne è prova, in particolare, l’addestramento di piloti ucraini sugli F-16 Usa, che non verranno dati a Kiev fino a che non vi sarà un trattato di pace o, almeno, un congelamento del conflitto sul modello coreano.
L’arrivo in Ucraina di qualche centinaio di carri moderni tedeschi, americani, britannici e francesi non cambierà la situazione sul terreno. Le 12-18 brigate fresche, punta di lancia della controffensiva di Kiev, dispongono già di oltre un migliaio di T-72, certamente inferiori, ma non di quel tanto, rispetto ai carri occidentali, soprattutto perché dovranno essere impiegati per creare brecce nelle linee di difesa approntate dai russi. Avranno un effetto positivo sul morale delle truppe ucraine. Esse sono state logorate dai russi soprattutto nella zona di Bakhmut. A parer mio, la controffensiva ucraina avrà successo, ma non al punto tale di determinare in Putin la volontà di cessare l’aggressione. Dopo gli insuccessi e le perdite subiti Putin sa che è ormai in gioco il suo potere e che un autocrate non può permettersi uno scacco militare senza porre in gioco il suo prestigio e potere.
Oggi, 22 aprile, si celebra la Giornata della Terra, #EarthDay 🌍 una grande manifestazione a livello mondiale dedicata alla tutela dell’ambiente.
🌱 La scuola secondaria Don G.
Ministero dell'Istruzione
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PRIVACY DAILY 99/2023
Cinque step per migliorare la tua privacy da zero
Hai una sola email storica, magari con qualche nome strano tipo franchinoforever77? Usi quella email da 13 anni per iscriverti a ogni social, sito web, e-commerce e community possibile — rigorosamente usando sempre la stessa password, che è una variazione del grande classico password123?
Ricevi milioni di email di spam con principi nigeriani e agenti dell’agenzia delle entrate che ti chiedono di cliccare su quel link verde fosforescente? Almeno una volta all’anno ti becchi qualche virus che ti costringe a portare il pc in assistenza?
O magari sei una persona che vorrebbe capire come vivere il mondo digitale senza farsi fregare ma non hai voglia di capire cosa e come?
Ecco, allora forse questo è l’articolo per te.
Prima però, iscriviti a Privacy Chronicles se non l’hai già fatto!
Si fa presto a parlare di privacy…
Si fa presto a parlare di privacy online (ha ancora senso specificare online?), ma il grande problema è che guadagnarsi un livello minimo di privacy richiede un certo sforzo e lavoro. Internet non è fatto per garantire alcun tipo di privacy, e spesso lo stesso può dirsi per gli strumenti che usiamo ogni giorno.
Fare il primo passo spesso è lo sforzo più grande, ma ti assicuro che una volta passati da 0 a 1, poi è più o meno tutto in discesa.
Molte persone credono che impegnarsi per avere privacy online equivalga a mettersi un cappuccio in testa, installare una distro Linux con qualche nome esotico impossibile da usare e metterci tre ore per scrivere una e-mail. Questo provoca uno stato d’ansia e frustrazione che spinge le persone a non fare proprio niente.
…ma tra il dire e il fare…
Prima di tutto, evitiamo isterismi. No — non ci sono gruppi criminali particolarmente interessati a ciò che fai, e no — CIA, KGB e FBI non ti stanno spiando, almeno non direttamente.
Detto questo, il modo migliore di approcciare la questione è usare la metodologia di OpSec (operations security) che possa aiutarci a creare il nostro threat model. Vale a dire, quello di cui vi ho già parlato qui:
Threat modeling, l'arte di valutare i rischi
Come faccio a proteggere la mia privacy? Questa è la domanda che tutti prima o poi ci facciamo. È una domanda vaga e generale che in realtà ha poco senso e non ci porta da nessuna parte. Prima ancora della risposta, dobbiamo quindi pensare alla giusta domanda. Per farlo, dobbiamo avere una metodologia e dei criteri oggettivi che possano guidare la nostra ricerca delle giuste domande e risposte. Questa metodologia si chiama…
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a year ago · 2 likes · Matte Galt
Mi rendo conto però che anche parlare di OpSec e thread modeling possa essere un ostacolo per chi parte proprio dallo zero assoluto, quindi oggi mi prodigherò per dare qualche consiglio pratico su come iniziare.
From zero to hero
Lo scenario di threat modeling per stavolta te lo faccio io.
Partiamo dal presupposto che probabilmente non sei a zero, ma a -10. Come minimo, da qualche parte qualcuno ti avrà rubato l’indirizzo email e magari pure qualche altro tipo di dato. Magari sul tuo PC c’è anche qualche malware perché ti piace scaricare e cliccare su qualsiasi .exe a portata di mano.
- Asset da proteggere: informazioni personali, dati di contatto, comunicazioni.
- Minacce e avversari: violazioni di dati, malware, furto d’identità. Gli avversari in questo caso sono gruppi criminali che sfruttano vulnerabilità e logiche industriali per tentare di compromettere sistemi informativi su larga scala.
- Vulnerabilità: riutilizzo di email e password (anche con la stessa combinazione), sistemi non aggiornati e/o infetti da malware, dati e comunicazioni in chiaro (non cifrati).
- Rischio: senza stare a calcolare precisamente, possiamo dire che siamo di fronte a un rischio medio: è plausible che un avversario possa sfruttare una vulnerabilità, ma le conseguenze sarebbero comunque gestibili nella maggior parte dei casi. Tra le conseguenze potremmo annoverare spam, furto di account social, malware, tentativi di frode.
- Contromisure: quelle adesso le vediamo insieme…
Contromisura 1: evita la diffusione del tuo indirizzo email e minimizza l’esposizione
Il tuo indirizzo email è il tuo alias online. Ancor prima di essere uno strumento per ricevere messaggi, è un modo per creare account e autenticarsi su migliaia di servizi diversi, spesso anche molto sensibili.
Avere un indirizzo email compromesso significa aumentare di molto il rischio di subire violazioni e attacchi (phishing, tentativi di scam e virus).
Prima di tutto, verifica quindi se la tua email è compromessa. Per farlo visita haveibeenpwned.com e inserisci nel campo di testo il tuo indirizzo email. Se il risultato è una cosa del genere, potresti avere qualche problema:
Puoi fare almeno due cose per migliorare di molto la situazione:
- Sarebbe il caso di cestinare quella email che ti ritrovi. Magari usando un provider privacy-friendly, senza tracking e profilazione, come Tutanota o ProtonMail. Metti in conto un’oretta del tuo tempo per aggiornare l’email dei tuoi account principali.
- Per il futuro, evita di registrarti a ogni stupido sito con il tuo indirizzo email principale. Piuttosto, usa un servizio come Anonaddy o SimpleLogin che ti permettono di creare alias da usare al posto della tua email reale, mantenendo la possibilità di ricevere comunque comunicazioni e notifiche.
Così facendo avrai immediatamente e quasi a costo zero enormi vantaggi, sia in termini di rischio (la tua email sarà meno esposta) sia in termini di privacy, dato che i tuoi messaggi non saranno tracciati e profilati da Google e amici.
Contromisura 2: usa un password manager e un app per l’autenticazione
La password è l’unica cosa che separa i tuoi dati e la tua vita dal mondo intero. Scoperta quella, è game over. Vale la pena prestare attenzione, perché ti assicuro che lì fuori c’è qualche bot che in questo momento sta cercando di crackare qualche tuo account. Una roba come password123 o p4sSwOrd123 può essere crackata in circa 0.02 secondi con gli strumenti di oggi.
Sarebbe meglio evitare password semplici come questa e scegliere invece combinazioni che rimangano almeno nella zona gialla della matrice:
Anche in questo caso ci sono delle contromisure molto semplici e utili da prendere, che aumentano anche a dismisura la qualità della vita:
- Usa un password manager, possibilmente non in cloud, anche se sono comodi. Il mio preferito è KeePassX che può essere usato anche su Android. Il password manager può creare password complesse per te in modo automatico e memorizzarle in modo sicuro, così non dovrai neanche ricordarle. Basta fare copia-incolla quando serve.
- Usa un’app per l’autenticazione multi-fattore. Questa è probabilmente la misura più importante di tutte, e non usarla nel 2023 è da sciagurati. L’autenticazione multi-fattore aggiunge un elemento in più di sicurezza per accedere ai servizi online: un codice temporaneo visualizzato su un dispositivo che solo tu possiedi, come il tuo smartphone. Questo significa che se qualcuno possiede email e password del tuo account homebanking, senza quel codice non potrà comunque accedere. Ce ne sono tante, Google Authenticator va benone.
Una buona prassi che vale sia per le password che per altre informazioni analoghe, come le seed words di un wallet Bitcoin è di non scriverle mai in chiaro né online. Evitare come la peste note e .txt vari con password e seed — e soprattutto mai conservarli in Cloud, che è il PC di qualcun altro.
Contromisura 3: backup & formatta il tuo PC
Sì lo so, formattare il PC è una rottura di palle, ma se finora hai installato qualsiasi monnezza ti capitasse a tiro potrebbe essere probabile che tu abbia almeno qualche spyware o malware sul pc.
Oggi è veramente semplice ed è pieno di guide online, così come è semplice fare un backup dei dati e delle preferenze e ritrovarsi poi un PC più o meno identico a come l’avevi lasciato. Il backup può essere gestito direttamente tramite Windows su un’unità di memoria separata oppure puoi farlo in Cloud. Una volta re-installato il sistema operativo sarebbe bene attivare subito un antivirus. Se non fai cose strane Windows Defender va più che bene.
A prescindere dalla formattazione, l’ideale è comunque avere sempre una copia di sicurezza dei tuoi dati più importanti in formato cifrato, soprattutto se decidi di conservarli in Cloud — che è il PC di qualcun altro. Cifrare i dati è facilissimo, e puoi farlo anche con un semplice .zip, che permette di cifrare i file con algoritmo AES-256. Ci vogliono tipo 7 secondi.
Contromisura 4: usa sistemi di comunicazione sicuri
Le comunicazioni sono forse la parte più importante del patrimonio informativo da proteggere. Quello che devi fare è capire prima di tutto che i servizi di messagistica integrati ai social network non sono strumenti di comunicazione sicuri. Anzi, sono strumenti direttamente monitorati dalle forze dell’ordine e dell’intelligence, come è stato dimostrato più volte anche coi Twitter Files12.
Lo stesso vale per Instagram, Facebook, TikTok, e così via. Mai diffondere informazioni sensibili attraverso questi canali. La parte peggiore? Presto saranno sorvegliati legalmente e alla luce del sole a causa di leggi come il Chatcontrol.
Meglio preferire strumenti diversi con metodi di crittografia delle comunicazioni, come Signal o Telegram3. Ce ne sono anche altri, ancora migliori, ma hanno poca diffusione e sarai tu a valutare se e come usarli. Se preferisci Meta... anche Whatsapp è cifrato end-to-end.
Contromisura 5: minimizza la tua esposizione quando navighi online
Se ti piace viaggiare o sei uno di quelli a cui piace lavorare dalle poltroncine di Starbucks allora ti conviene imparare a usare una VPN, che è uno strumento molto utile per proteggere i tuoi dati di navigazione da occhi indiscreti e vulnerabilità di sicurezza tipiche delle reti pubbliche come quelle dei bar o degli hotel.
Inoltre, alcune VPN hanno strumenti di ad-blocking che possono anche aiutare a diminuire il rischio di beccarsi malware durante la navigazione.
Vale poi la pena considerare una VPN anche per ridurre l’esposizione dei nostri dati di traffico verso la sorveglianza di stato. Magari non lo saprai, ma molti stati (Italia inclusa) obbligano i provider di Internet e telefonia a tenere dati di navigazione a disposizione delle autorità per periodi di tempo anche molto lunghi. In Italia fino a sei anni.
E poi c’è la questione Tor, che si aggiunge agli strumenti utili per proteggere i dati di navigazione e anche oscurare la tua posizione geografica. Se vuoi saperne di più ne ho parlato in diverse occasioni.
Qui:
VPN: a che serve, quali sono i rischi e come scegliere il miglior provider
Le Virtual Private Networks (VPN) sono ormai uno strumento diventato di uso comune, con tantissimi servizi diversi e piani di abbonamento di ogni tipo. Ma se comprare un servizio VPN è diventato facilissimo, non lo è altrettanto capire quale possa essere…
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7 months ago · 6 likes · 10 comments · Matte Galt
E qui:
Meglio Tor o una VPN?
Qualche tempo fa abbiamo parlato di VPN (Virtual Private Networks) e di come queste possano essere utili per ottenere più privacy online e in qualche modo anche bypassare specifiche leggi di sorveglianza di massa (come quelle italiane). Un altro servizio per aumentare privacy e ottenere un certo livello di anonimato è…
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3 months ago · 7 likes · 2 comments · Matte Galt
Ci sei quasi
Così facendo il rischio di violazione dei tuoi dati e account, di avere infezioni malware o di subire furti d’identità diminuirà moltissimo. Poi sarà tutta discesa. L’importante è non sclerare e non passare da un eccesso all’altro. C’è sempre un trade-off tra sicurezza e comodità, ma non può esserci sicurezza senza comodità, perché tutti ricerchiamo costantemente ciò che ci è più semplice fare.
La crittografia end-to-end per Telegram è abilitata di default solo per le “chat segrete” 1 to 1. Di norma la crittografia è invece client-server, cioè gli admin di Telegram hanno il potere di accedere alle comunicazioni.
Nika, 16 anni, le hanno fratturato il cranio
Nika Shakarami era a capo scoperto, in piedi su un cassonetto mentre mostrava il suo velo in fiamme. Quel 20 settembre 2022 nelle piazze di Tehran giovani donne danzavano tenendosi per mano attorno ai falò dove bruciavano i loro hijab, cantando le canzoni della libertà e gridando slogan contro la Repubblica islamica.
Nonostante la feroce repressione da parte delle forze basij, ragazze e ragazzi escono fuori dalle loro case a ballare in girotondo attorno a un fuoco.
Il ballo intorno al fuoco è un ancestrale retaggio e rappresenta per il popolo iranico, in particolare quello curdo, la vittoria degli oppressi sugli oppressori. Un’antica leggenda persiana narra infatti di un re orco che aveva ridotto il popolo in schiavitù e miseria, senza mai saziarsi della sua brama di ricchezza e di potere. In un giorno infausto, il re pretese dai suoi sudditi i loro figli per cibarsene. Oggi è il regime iraniano che uccide i propri figli, anche gli adolescenti, e la rivoluzione dilaga.
Nika, di appena 16 anni, quel giorno è poi scomparsa nel nulla. Aveva detto ad un’amica che era inseguita dalla polizia. Dopo dieci giorni dalla sua scomparsa la famiglia si è vista consegnare dalle autorità il corpo della ragazza.
Nika aveva il naso fracassato e il cranio fratturato per i colpi inflitti. Le sofferenze per i genitori della povera ragazza non sono finite qui. Il giorno prima della sua sepoltura, il corpo di Nika è stato trafugato dall’obitorio di Kahrizak. La giovane sarebbe dovuta essere seppellita nel cimitero della città natale di Khorramabad, nella provincia del Lorestan abitata prevalentemente dalla popolazione Lur e curda, ma i servizi segreti dei Guardiani della rivoluzione islamica per impedire che il luogo di sepoltura diventasse meta di pellegrinaggio dei giovani in rivolta, come era già avvenuto per Jîna (Mahsa Amini), hanno trasferito la sua salma nel cimitero di un piccolo villaggio di Hayat ol Gheyb, a 40 km dalla sua città natale per evitare che un affollato corteo funebre potesse innescare ulteriori proteste.
La famiglia di Nika era stata informata della sua terribile morte solo dieci giorni. Le forze di sicurezza hanno verbalizzato che la ragazza si era suicidata lanciandosi nel vuoto da una finestra di un’abitazione in cui si era rifugiata e hanno tentato di costringere alcuni membri della sua famiglia a sostenere questa narrazione del tutto inverosimile.
È noto che le autorità iraniane costringono i familiari a dichiarare il falso, cioè che i loro congiunti sono morti o per malattia, o per cause accidentali o perché si sarebbero suicidati. Il regime sequestra i corpi dei manifestanti uccisi e per la restituzione chiede ai familiari un riscatto per metterli a tacere: cioè chiede una confessione pubblica che smentisca la voce di un decesso del loro congiunto per mano dello stato. Insomma, il regime teocratico ha comportamenti e organizzazione di tipo mafioso.
Secondo le risultanze dell’autopsia la causa ufficiale della morte di Nika sarebbe stata provocata da un trauma cranico dovuto ai ripetuti colpi di un corpo contundente.
Nika Shakarami era diventata così un nuovo volto della rivoluzione in corso in Iran per la liberazione del paese dalla Repubblica islamica. Il suo volto di adolescente dolce e ribelle è apparso nei graffiti disegnati sui muri delle città iraniane.
Nika è nata il 2 ottobre 2005 da una famiglia di etnia lur a Khorramabad, città natale anche di suo padre. I lur in origine erano un insieme di tribù aborigene iraniche, provenienti dall’Asia centrale e di tribù pre-iraniche dell’Iran occidentale, come i Cassiti, abitanti del Lorestan, e i Gutei che hanno stretti legami con l’etnia curda.
Come nella società dei bakhtiari e dei curdi, le donne lur hanno maggiore libertà rispetto alle donne di altri gruppi all’interno della regione. Una delle caratteristiche etniche distintive dei lur è la danza popolare.
La popolazione lur non è caratterizzata da un particolare credo religioso, nella loro comunità le pratiche religiose sono individuali e libere. All’interno della comunità lur, così come all’interno di ciascun gruppo familiare, possono coesistere anche pratiche religiose differenti. La maggioranza dei lur è musulmana sciita, ma diversi gruppi praticano una antica religione iraniana come lo yaresanesimo che ha radici nello zoroastrismo, nel mitraismo e nel manicheismo.
Nika lavorava in un bar, era la secondogenita della famiglia e viveva con sua zia a Tehran dove si era trasferita dopo la morte di suo padre.
La morte della giovane curda-iraniana, Mahsa Amini, aveva segnato nel profondo la giovane adolescente Nika Shakarami, ragion per cui aveva deciso di unirsi alle ragazze che si ribellavano all’apartheid di genere e quel giorno infausto del 20 settembre era uscita di casa intorno alle ore 13 per prendere parte a una manifestazione di protesta sul Keshavarz Boulevard di Teheran. Aveva portato con sé una bottiglia d’acqua e un asciugamano per proteggersi dai gas lacrimogeni. Aveva detto alla zia che sarebbe andata a trovare sua sorella.
Era salita su un palco improvvisato e, spavalda, piena di energia e di voglia di libertà, aveva brandito un microfono facendo sfoggio delle sue qualità canore. Quella notte del 20 settembre, i suoi account Telegram e Instagram erano stati cancellati e il suo telefono era stato spento. Il procuratore di Tehran glielo aveva sequestrato e le autorità avevano avuto accesso a messaggi diretti del suo account Instagram.
La CNN ha pubblicato alcuni filmati delle ultime ore di Nika Shakarami durante le proteste. In un video si vede la ragazza mentre cerca di nascondersi dietro le auto ferme nel traffico di Tehran perché inseguita da agenti della polizia. La si vede mentre chiede a un uomo alla guida di una vettura di proteggerla gridando: “Non muoverti, non muoverti, ti prego!”
Un testimone col suo cellulare aveva ripreso la scena in cui si vedeva Nika mentre veniva arrestata e caricata su un furgone della polizia.
La giovane eroina era stata rapita, trattenuta e interrogata dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche per una settimana ed era stata poi reclusa per un breve periodo nella famigerata prigione di Evin, tristemente nota per le orribili e sistematiche pratiche di tortura e di stupro dei prigionieri.
Sulla lapide di Nika è incisa una poesia: “Ti ha partorito con sangue e dolore, ti ha restituito alla madrepatria”. In questi versi la famiglia riconosce in Nika non una ragazza che si sarebbe suicidata, ma una martire per la libertà della sua patria.
Nel 40° giorno dalla sua morte, momento in cui secondo il rito islamico si interrompe il lutto, una grande folla si è radunata presso il suo sepolcro cantando gli slogan delle proteste e una vecchia famosa canzone in luri, nella lingua madre di Nika.
“Oh madre, madre, è ora di combattere!” Sua mamma, con grande coraggio, ha tenuto un breve discorso pubblico sotto gli occhi delle milizie dei paramilitari volontari dei pasdaran armati di tutto punto e pronti a soffocare anche quella triste cerimonia religiosa. La mamma, rivolgendosi a Nika, ha detto: “Quando vedo quel puro seme del tuo pensiero di libertà, di coraggio e onore sbocciare nei cuori di altri cari giovani, io sono felice e grata».
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MARGINI
Margini il film Descritta come una "sgangherata commedia punk" (nata dopo una gestazione di dieci anni) che si propone di raccontare la scena hardcore punk italiana, inizialmente concepita dai nostri come un tentativo di riproposizione cinematografica del libro
MARGINI
Margini il film Descritta come una "sgangherata commedia punk" (nata dopo una gestazione di dieci anni) che si propone di raccontare la scena hardcore punk italiana, inizialmente concepita dai nostri come un tentativo di riproposizione cinematografic…Reverend Shit-Man (In Your Eyes ezine)
26 aprile, CONVEGNO “Intelligenza artificiale, cybersecurity e data protection nella nuova società digitale: violazioni e prevenzione”
Mercoledì 26 aprile 2023 avrò il piacere di partecipare al convegno “Intelligenza artificiale, cybersecurity e data protection nella nuova società digitale: violazioni e prevenzione”, nell’ambito del secsolutionforum, organizzato da Ethos Media Group. Per maggiori info qui.
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Natalità e stupidità
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Irreale
Per quanto sia simpaticamente disperante, il nostro dibattito pubblico e politico considera la realtà un fastidio per idee contrapposte e irreali. Finché uno dice “nero” e l’altro contrappone “bianco” riescono a capirsi, grati a vicenda per avere incarnato l’opposto che certificare la propria esistenza, ma se uno passa e osserva che il mondo è colorato o che stanno discutendo al buio, lo prendono per un nemico del dibattito. Guardate le ultime due trovate.
Il concetto di “sostituzione etnica”, che è in sé una bestialità, è stato utilizzato, negli anni, innumerevoli volte. Poi arriva un ministro che non ne conosce le origini (così dice), forse neanche il significato, crede che sia la stessa cosa di sostenere che si debbano fare entrare meno immigrati e su quello di accende uno spettacolare dibattito, cui partecipano tanti perché è facile, ci si può schierare senza troppo pensare e studiare. Mentre l’obiezione più sensata è un’altra: il ministro si occupa di agricoltura, ovvero uno dei settori che più reclamano altra manodopera e più lavoratori. È ministro di un governo che ha appena finito di approvare un Documento di economia e finanza in cui si sostiene che è necessario far entrare continuamente più immigrati per anni. Un dibattito è sensato e reale se si chiede al signor ministro: va via dal governo perché non ne condivide gli atti o ci rimane perché non condivide quel che ha detto? Ma no, troppo complicato, troppo dedicato a un pubblico che dispone di qualche informazione, meglio adagiarsi sul basico: pro e contro. Non si sa manco cosa.
Surreale che si supponga uno sgravio fiscale di 10mila euro a figlio quando solo il 13% dei contribuenti dichiara un reddito annuo lordo superiore a 35mila, quindi paga meno di 10mila. Alla fine a chi lo facciamo, lo sgravio, al 3, 4 o 5% del 50% degli italiani, che è pure ragionevole supporre siano vecchi? Semmai il quoziente familiare. Ma niente, più facile tenere il dibattito fuori dal mondo: si fanno meno figli perché si è poveri, dateci li sordi, come se non fosse solare che facevamo molti più figli quando avevamo meno, anche sotto le bombe e che per gli animali domestici si spende il quadruplo che per la prima infanzia. Ma che fastidio questi numeri e la pretesa di far pesare la realtà. Scontriamoci fra narratori di frottole contrapposte.
Poi arrivano i fenomeni: richiamiamo gli italiani che sono all’estero. Per cosa? Non facciamo gare, proteggiamo rendite, non potranno aprire uno stabilimento balneare e manco una bancarella. Comprensibile che chi ragiona e pedala neanche stia ad ascoltare. E poi non vada a votare.
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La concorrenza mancata
La Commissione Europea aveva recentemente e per l’ennesima volta dato un ultimatum al nostro Paese per risolvere al più presto la questione delle concessioni balneari e peraltro la decisione di prorogarle al 31 dicembre 2024 era già stata bocciata dal Consiglio di Stato. Ebbene, la Corte di GiustiziaEuropea ieri ha risposto ad un quesito del Tar Puglia stabilendo la validità ed immediata applicabilità della direttiva Bolkestein e l’illegittimità di ogni proroga: “Le concessioni non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente” e i giudici italiani sono tenuti a disapplicare ogni norma contraria. In pochi mesi potrebbero dunque partire centinaia di ricorsi di chi vuole giustamente partecipare a gare per il demanio marittimo e non può per l’illegale blocco legislativo.
In questa allegra situazione, nel Programma Nazionale di Riforma (Pnr) allegato al Def presentato l’11 aprile, c’è scritto che ilConsiglio dei ministri del 6 aprile 2023 ha esaminato il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 che ha visto la luce proprio nella giornata di ieri. Nel Pnr in effetti si dà atto che l’approvazione annuale di una “legge sulla concorrenza” rientra tra gli impegni dello Stato italiano monitorati dalla Commissione per ottenere i fondi previsti nel Pnrr. Tuttavia, al contrario di quel che succedeva nei conventi medievali, per aggirare il divieto di mangiare carne la formula Egote baptizo piscem in nomine Europa e non basterà a far diventare la legge annuale un vero strumento di liberalizzazione se il suo contenuto non lo è.
Il Ddl, ad esempio, è deludente, anche perché gran parte delle norme ivi contenute non servono affatto a promuovere la concorrenza (secondo la Treccani “una situazione di mercato con ampia libertà di accesso all’attività di impresa, possibilità di libera scelta per gli acquirenti e …per ciascuno di cogliere le migliore opportunità sul mercato”). Infatti, il disegno di legge si apre con un articolo che riguarda lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale in cui si obbliga Terna ad una serie di adempimenti burocratici; prosegue con un articolo sulla promozione dei contatori intelligenti in cui si accentrano funzioni nell’Acquirente unico e si impone un po’ di trasparenza nei prezzi; si verifica l’efficienza degli investimenti nelle infrastrutture di cold ironing (Aah! Rampelli salvaci tu!) imponendo l’equo trattamento degli utilizzatori finali. Un piccola agevolazione la si concede ai farmacisti che potranno preparare medicinali su ricetta medica anche utilizzando principi attivi realizzati industrialmente (cosa prima vietata).
La concorrenza sembra infine affacciarsi timidamente quando si parla di venditori ambulanti e di vendite speciali pre-saldi. Per queste ultime le si rendono possibili anche prima del periodo dei saldi e si facilitano le modalità di comunicazione alle autorità (una misura fondamentale!), mentre per le licenze delle vendite ambulanti si cerca come al solito di favorire chi c’è già, limitare le gare, posticiparle il più possibile salvaguardando “il legittimo affidamento” degli attuali affidatari che potranno godere di un rinnovo delle attuali concessioni in via eccezionale per 12 anni. Campa cavallo. Difficile che questa collezione di clausole, alcune benintenzionate, sia considerata un reale passo in avanti per liberare le forze di mercato, anche perché l’attuazione della legge sulla concorrenza del 2021, approvata dal governo Draghi e che conteneva un certo numero di cose buone, segna il passo.
Ad oggi di liberalizzazioni dei trasporti, semplificazioni dei controlli sulle attività economiche e dei regimi amministrativi delle attività private non si sa niente e il riordino della materia dei servizi pubblici locali, contenuta in un decreto legislativo di dicembre, è un elenco di principi a volte contraddittori. Eppure, queste sono le riforme a costo zero che non sarebbe difficile attuare: o, almeno, più facile che spendere bene tutti i soldi del Pnrr, impresa che, ahinoi, al momento sembra quasi impossibile.
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PODCAST. Sudan, Stefano Rebora: “A Khartoum la popolazione è allo stremo. Si spara ovunque”
di Michele Giorgio –
Stefano Rebora
Pagine Esteri, 21 aprile 2023 – Resta fluida la situazione sul terreno ma l’Esercito regolare sudanese, agli ordini del generale Abdel Fattah el Burhan, avrebbe conquistato una della base militare nel nord-ovest del paese, considerata un importante punto di rifornimento della milizia avversaria, le Forze di supporto rapido (Rsf) di Mohamed Hamdan Dagalo. El Burhan sente di essere in vantaggio e, dopo aver incassato l’appoggio dei Fratelli musulmani sudanesi, ora chiede la resa di Dagalo. Quest’ultimo starebbe ricevendo aiuti dall’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar. Il bilancio di civili, soldati e miliziani uccisi è salito a 400 secondo le organizzazioni internazionali. Per conoscere meglio la situazione sul terreno e le condizioni della popolazione sudanese abbiamo raggiunto al telefono a Khartoum, Stefano Rebora, presidente di Music for Peace, una associazione umanitaria genovese presente dal 2018 in Sudan dove assiste mille famiglie e partecipa al potenziamento degli ospedali.
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Stati Uniti. Uccisioni di massa a ritmo di record nel 2023, un attacco a settimana
Pagine Esteri, 21 aprile 2023. Una carneficina ogni settimana. Il ritmo delle uccisioni di massa negli Stati Uniti in questi primi mesi del 2023 è da record. Già 88 vittime in 17 attacchi. In soli 111 giorni e sempre con armi da fuoco.
Secondo i dati di Associated Press e USA Today, in collaborazione con la Northeastern University, sono 2.842 le persone morte in massacri negli Stati Uniti dal 2006. I numeri delle vittime in questo 2023, però, crescono in maniera impressionante. Gli attacchi si ripetono ogni settimana e coinvolgono persone diverse per età, sesso, provenienza: i bambini della scuola elementare di Nashville, i lavoratori agricoli nel nord della California, persone che danzavano per festeggiare il capodanno.
Solo nell’ultima settimana sono state uccise a colpi di arma da fuoco 8 persone: 4 durante una festa di compleanno di un 16enne e altre 4 per mano di un b appena uscito di prigione, che ha sparato ai suoi genitori e poi agli automobilisti che percorrevano una trafficata strada del Maine. Pagine Esteri
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Come rendere la privacy un diritto pop e trasformarla da costo a risorsa per le aziende
Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni. E se volete saperne di più potete leggere qui le news quotidiane di Privacy Daily o iscrivervi alla newsletter di #cosedagarante. Grazie a StartupItalia per l’ospitalità!
L’ultimo saluto alla poetessa Salma Khadra Jayyusi, icona intellettuale per la cultura mondiale
di Patrizia Zanelli*
Pagine Esteri, 21 aprile 2023. Giovedì, 20 luglio 2023, è venuta a mancare una figura straordinaria, una delle voci più citate e amate della Palestina. È infatti scomparsa ad Amman la celebre poetessa palestinese Salma Khadra Jayyusi, un nome presente nelle biblioteche universitarie e di innumerevoli case private di tutto il mondo. La grande intellettuale aveva appena compiuto 95 anni, oltre la metà dei quali spesi a far conoscere la letteratura e la cultura araba a livello internazionale tramite le sue pubblicazioni in inglese. La poetessa, che infatti era anche un’accademica e traduttrice, ci lascia oltre quarantacinque libri, soprattutto saggi e antologie. La sua era stata una vita davvero intensa e affascinante che non si può fare a meno di ricordare brevemente.
Nata il 16 aprile 1925 nella città giordana di Salt da padre palestinese – un avvocato e attivista nazionalista – e madre libanese, Salma Khadra trascorre quasi tutta l’infanzia in Palestina, tra Acri e Gerusalemme, dove completerà gli studi secondari presso l’istituto femminile tedesco Schmidt College. Studierà poi letteratura araba e inglese all’Università Americana di Beirut. Tornata a Gerusalemme, insegnerà in un istituto femminile, specializzato nella formazione delle docenti delle primarie. Nel 1946, sposa Burhan Jayyusi, un diplomatico giordano di origini palestinesi.
Con la Nakba del 1948, Salma Khadra e il marito dovranno lasciare Gerusalemme e non potranno più tornare in Palestina. Negli anni ’50, mentre soggiornano a Bagdad, lei comincia a frequentare gli ambienti letterari dell’allora capitale della poesia araba. Conosce due figure pionieristiche della scuola poetica irachena, la poetessa, studiosa e docente universitaria Nazik Mala’ika (1923-2007) e il poeta Badr Shakir al-Sayyab (1926-1964), che la ispireranno molto. Nel 1960, Salma Khadra si trasferisce con il marito a Beirut e, nello stesso anno, pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Il ritorno dalla fonte sognante”.
Nel 1970, invece, ottiene il dottorato in Letteratura Araba presso l’Università di Londra. Pubblicherà la sua tesi Trends and Movements in Modern Arabic Poetry (Brill, 1977), un’importante monografia in due volumi. Insegnerà in varie università e lancerà progetti di ricerca e di traduzione, coinvolgendo il mondo accademico internazionale. Insignita di più riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Edward Said, nel 2005 – anno in cui è tra le cinque donne palestinesi candidate al Nobel per la Pace – e la “Medaglia di Gerusalemme”, nel 2019, è stata definita la “decana della letteratura araba” e “un’istituzione culturale”. Durante un’intervista rilasciata nel 2020 al quotidiano emiratino Gulf News, Salma Khadra Jayyusi ha dichiarato: “Chiunque cerchi di riunire il mondo ha una missione politica, che è molto benevola e umanista. Questo è l’obiettivo della mia vita… Le mie poesie parlano del fatto di essere umani”. Nel marzo 2023, la stessa poetessa e accademica palestinese ha ricevuto il Premio Mahmud Darwish per la Creatività.
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Patrizia Zanelli insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È socia dell’EURAMAL (European Association for Modern Arabic Literature). Ha scritto L’arabo colloquiale egiziano (Cafoscarina, 2016); ed è coautrice con Paolo Branca e Barbara De Poli di Il sorriso della mezzaluna: satira, ironia e umorismo nella cultura araba(Carocci, 2011). Ha tradotto diverse opere letterarie, tra cui il romanzo Memorie di una gallina (Ipocan, 2021) dello scrittore palestinese Isḥāq Mūsà al-Ḥusaynī, e la raccolta poetica Tūnis al-ān wa hunā – Diario della Rivoluzione (Lushir, 2011) del poeta tunisino Mohammed Sgaier Awlad Ahmad. Ha curato con Sobhi Boustani, Rasheed El-Enany e Monica Ruocco il volume Fiction and History: the Rebirth of the Historical Novel in Arabic. Proceedings of the 13th EURAMAL Conference, 28 May-1 June 2018, Naples/Italy (Ipocan, 2022).
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"La scelta di convogliare di default sulla tua istanza gli utenti dell'app ufficiale è sbagliata!" L'appello di Aral Balkan al fondatore di Mastodon Eugen Gargron
Carissimo @Eugen Rochko
Ti prego di rivalutare la decisione di incentivare la centralizzazione sul mastodon.social nell'app ufficiale.Questo è il tipo di progettazione che una startup finanziata da Venture Capital avrebbe implementato, non una no-profit che agisce nell'interesse di un bene comune.
Sono sicuro che non vuoi che mastodon.social diventi un mini-Twitter e non desideri diventare un mini-Musk.
Non è così che vinceremo.
Più istanze, non più grandi istanze: questa è la chiave.
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L’ultimo saluto alla poetessa Salma Khadra Jayyussi, icona intellettuale per la cultura mondiale
di Patrizia Zanelli*
Pagine Esteri, 21 aprile 2023. Giovedì, 20 luglio 2023, è venuta a mancare una figura straordinaria, una delle voci più citate e amate della Palestina. È infatti scomparsa ad Amman la celebre poetessa palestinese Salma Khadra Jayyusi, un nome presente nelle biblioteche universitarie e di innumerevoli case private di tutto il mondo. La grande intellettuale aveva appena compiuto 95 anni, oltre la metà dei quali spesi a far conoscere la letteratura e la cultura araba a livello internazionale tramite le sue pubblicazioni in inglese. La poetessa, che infatti era anche un’accademica e traduttrice, ci lascia oltre quarantacinque libri, soprattutto saggi e antologie. La sua era stata una vita davvero intensa e affascinante che non si può fare a meno di ricordare brevemente.
Nata il 16 aprile 1925 nella città giordana di Salt da padre palestinese – un avvocato e attivista nazionalista – e madre libanese, Salma Khadra trascorre quasi tutta l’infanzia in Palestina, tra Acri e Gerusalemme, dove completerà gli studi secondari presso l’istituto femminile tedesco Schmidt College. Studierà poi letteratura araba e inglese all’Università Americana di Beirut. Tornata a Gerusalemme, insegnerà in un istituto femminile, specializzato nella formazione delle docenti delle primarie. Nel 1946, sposa Burhan Jayyusi, un diplomatico giordano di origini palestinesi.
Con la Nakba del 1948, Salma Khadra e il marito dovranno lasciare Gerusalemme e non potranno più tornare in Palestina. Negli anni ’50, mentre soggiornano a Bagdad, lei comincia a frequentare gli ambienti letterari dell’allora capitale della poesia araba. Conosce due figure pionieristiche della scuola poetica irachena, la poetessa, studiosa e docente universitaria Nazik Mala’ika (1923-2007) e il poeta Badr Shakir al-Sayyab (1926-1964), che la ispireranno molto. Nel 1960, Salma Khadra si trasferisce con il marito a Beirut e, nello stesso anno, pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Il ritorno dalla fonte sognante”.
Nel 1970, invece, ottiene il dottorato in Letteratura Araba presso l’Università di Londra. Pubblicherà la sua tesi Trends and Movements in Modern Arabic Poetry (Brill, 1977), un’importante monografia in due volumi. Insegnerà in varie università e lancerà progetti di ricerca e di traduzione, coinvolgendo il mondo accademico internazionale. Insignita di più riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Edward Said, nel 2005 – anno in cui è tra le cinque donne palestinesi candidate al Nobel per la Pace – e la “Medaglia di Gerusalemme”, nel 2019, è stata definita la “decana della letteratura araba” e “un’istituzione culturale”. Durante un’intervista rilasciata nel 2020 al quotidiano emiratino Gulf News, Salma Khadra Jayyusi ha dichiarato: “Chiunque cerchi di riunire il mondo ha una missione politica, che è molto benevola e umanista. Questo è l’obiettivo della mia vita… Le mie poesie parlano del fatto di essere umani”. Nel marzo 2023, la stessa poetessa e accademica palestinese ha ricevuto il Premio Mahmud Darwish per la Creatività.
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Patrizia Zanelli insegna Lingua e Letteratura Araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È socia dell’EURAMAL (European Association for Modern Arabic Literature). Ha scritto L’arabo colloquiale egiziano (Cafoscarina, 2016); ed è coautrice con Paolo Branca e Barbara De Poli di Il sorriso della mezzaluna: satira, ironia e umorismo nella cultura araba(Carocci, 2011). Ha tradotto diverse opere letterarie, tra cui il romanzo Memorie di una gallina (Ipocan, 2021) dello scrittore palestinese Isḥāq Mūsà al-Ḥusaynī, e la raccolta poetica Tūnis al-ān wa hunā – Diario della Rivoluzione (Lushir, 2011) del poeta tunisino Mohammed Sgaier Awlad Ahmad. Ha curato con Sobhi Boustani, Rasheed El-Enany e Monica Ruocco il volume Fiction and History: the Rebirth of the Historical Novel in Arabic. Proceedings of the 13th EURAMAL Conference, 28 May-1 June 2018, Naples/Italy (Ipocan, 2022).
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VV. AA - Urla dal Granducato Vol.3
Ha urlato Ginsberg e ha urlato anche Munch, hanno urlato le nostre mamme se, subito dopo aver passato la cera, ci vedevano entrare in casa con le scarpe bagnate ed infangate; pare abbia urlato anche il signor Sbravati quando nel suo garage, facendo lavoretti da neo pensionato, si schiacciò un dito sette anni fa.
Chi scrive ha co-condotto per svariato tempo un programma radio titolato Urlatori Alla Sbarra (!) e non può che sentirsi affine a quello stuolo agguerrito di giovani punx figli del Granducato di Toscana, i cui fasti vengono in questi giorni rinverditi da i sempre attenti ragazzi di Area Pirata, che ancora una volta pescano nel torbido di quegli anni irripetibili. @Musica Agorà
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In CIna e Asia – Segni di dialogo tra Cina e Usa
Segni di dialogo tra Cina e Usa
Biden sente von der Leyen e Macron
Cina, Ding possibile leader per il clima in vista della cop28
Wagner Group ha chiesto aiuto alla Cina
BMW accusata di discriminare i clienti cinesi
Isole del Pacifico, l'Australia invita all'unità nello scontro Cina-Usa
Antartide, gli analisti allertano sulla nuova stazione di ricerca cinese
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PRIVACY DAILY 98/2023
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Le norme Covid usate per la repressione: studentessa condannata per una protesta | L'Indipendente
"La manifestazione si era svolta nell’ambito di una giornata nazionale di proteste a seguito della morte di Lorenzo Parelli, lo studente deceduto nel corso delle attività di alternanza scuola-lavoro, alla quale avevano aderito centinaia di migliaia di studenti. [...] La decisione di punire una sola persona nell’ambito di una manifestazione altamente partecipata spoliticizza il significato della protesta, riducendone la portata alla semplice responsabilità personale di un individuo o due."
Proseguono gli incontri con L'Ora di Costituzione! Il tema della terza lezione è sui Rapporti etico-sociali (dall’art.29 all’art. 47).
Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ youtube.
Ministero dell'Istruzione
Proseguono gli incontri con L'Ora di Costituzione! Il tema della terza lezione è sui Rapporti etico-sociali (dall’art.29 all’art. 47). Seguite qui la diretta streaming dalle ore 10.30 ▶️ https://www.youtube.Telegram
La povertà è la quarta causa di morte della popolazione negli Stati Uniti | Diogene
"L’analisi ha rilevato che solo le malattie cardiache, il cancro e il fumo erano associati a un numero maggiore di decessi rispetto alla povertà. Obesità, diabete, overdose di droga, suicidi, armi da fuoco e omicidi, tra le altre comuni cause di morte, erano meno letali della povertà."
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Mad Kime design 2023
La collaborazione ormai consolidata tra In Your Eyes ezine, Incontroluce Serigrafia e Mad Kime propone anche quest’ anno il vostro capo dell’ estate.
Un capo elegante per la vostra estate super VIP.
iyezine.com/mad-kime-design-20…
Mad Kime design 2023 Tshirt
Tshirt - Mad Kime design 2023 Un capo elegante per la vostra estate super VIP. Ma soprattutto avete modo di dare una mano alla vostra fanzine preferita, cioè NOI.In Your Eyes ezine
Vi piacciono le nostre tshirt?
Shop In Your Eyes ezine -- 2022
il nostro shop con delle bellissime magliette create da designer di caratura nazionale, oltre a supportare il nostro sito.In Your Eyes ezine
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Marongiu & i Sporcaccioni - Welcome to Bisiacaria
Marongiu & i Sporcaccioni sono i ragazzi del bar che fanno musica nel tempo libero, e che hanno i nostri problemi, ma li sfogano raccontando la vita di provincia attraverso una musica davvero piacevole e che ti rende leggero, nel senso che parla di cose che chi ha vissuto e vive in provincia vede ogni giorno. @Musica Agorà
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Eleonora
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
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Che succede nel Fediverso? e Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ reshared this.
Chiara [Ainur] [Айнұр]
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •la soluzione è semplice: basta non usare la app ufficiale di mastodon (che personalmente mi fa anche un po' cagare)
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
❄️ freezr ❄️
in reply to Chiara [Ainur] [Айнұр] • • •@chiaraepoi @aral
A me fa cagare proprio Mastodon... E non e` che voglio fare il Puffo Quattrocchi della situazione...
Ma: «te l'avevo detto..» che quando si sarebbe raggiunta la **massa critica** qualcosa brutta sarebbe successa...
E non perché sono un genio, ma perché è un comportamento estremamente frequente, o per dirlo con inglesismo: un pattern riconoscibile, si è visto innumerevoli volte e questo non fa l'eccezione...
Chiara [Ainur] [Айнұр]
in reply to ❄️ freezr ❄️ • • •Allora ho fatto bene a usare Soapbox e Rebased per il mio nuovo progetto...
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
in reply to Chiara [Ainur] [Айнұр] • •@Chiara [Ainur] [Айнұр] la tua scelta non è giusta o sbagliata, ma deve solo essere motivata in base al contesto.
Mastodon è solo un progetto, il più grande è il più funzionale tra quelli in grado di gestire grandi istanze, basato su Activity Pub. Oggi è così.
Per il Self hosting, per esempio, già non è così ed esistono altri progetti più interessanti.
Con un fediverso di queste dimensioni è normale che le cose stiano così. Quando e se il Fediverso crescerà o si evolverà, mastodon potrebbe non essere più la soluzione migliore e sicuramente sorgeranno altri progetti più adeguati.
Al momento però, è importante evitare di dare quella impressione spiacevole di cui parlava @❄️ freezr ❄️ impressione profetizzata da tanti altri .
@Aral Balkan @Eugen Rochko
❄️ freezr ❄️
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Steffy anch'io preferisco il browser per tutti i servizi del fediverso, mastodon compreso. Tuttavia l'app di mastodon è ben fatta e altre come Fedilab ti danno anche la possibilità di seguire intere istanze. Inoltre l'utente standard di qualsiasi smartphone preferisce sempre l'app
@informapirata :privacypride: @Naixke :mastodon: @Eugen Rochko
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Che succede nel Fediverso? e informapirata ⁂ reshared this.
informapirata ⁂
Unknown parent • • •@naixke saranno le mie origini venete, ma trovo decisamente intrigante un'app con un nome del genere... 😅
@steffy @notizie @Gargron