La Difesa Ue scalda i motori, letteralmente. Il punto dell’ing. Scarpa (AvioAero)
Di fronte alle sfide e alle necessità del futuro, è indispensabile che i programmi per la Difesa, in particolare quelli internazionali, adottino una visione di lungo periodo, che identifichi i requisiti necessari alle piattaforme del domani per poter procedere allo sviluppo delle soluzioni tecnologiche adeguate. Nel campo aeronautico, le attività sempre più complesse che i mezzi saranno chiamati a svolgere richiederanno strumenti all’avanguardia per la gestione dell’energia, dalla propulsione al funzionamento di tutti i sistemi di bordo. L’Unione europea, attraverso il Fondo europeo della Difesa, sta procedendo in questo settore con diverse iniziative, da quello per l’elicottero di nuova generazione, l’Eu Next Generation Rotorcraft Technologies Project (Engrt), al progetto Novel energy and propulsion systems for air dominance (Neumann). Airpress ha parlato di queste iniziative con Pierfederico Scarpa, vice presidente Strategy, marketing e sales di Avio Aero, azienda che parteciperà alla definizione del sistema propulsivo dell’Engrt e che coordina il progetto Neumann. Stiamo assistendo ai festeggiamenti per il centenario dell’Aeronautica militare, dove si è vista la Forza aerea fortemente proiettata al futuro.
L’importanza del dominio aereo è riconosciuta anche a livello europeo. Tra i progetti finanziati dall’Ue tramite il Fondo europeo della Difesa, spicca quello per l’elicottero di nuova generazione, l’Eu Next Generation Rotorcraft Technologies Project. Di cosa si tratta?
Bisogna innanzitutto dire che questo programma non è ancora di produzione, e nemmeno di sviluppo. È un programma prodromico a queste fasi. Spesso ci si dimentica che certi ragionamenti hanno bisogno di tempi e di fasi iniziali indispensabili alla buona riuscita, poi, del progetto concreto. In questo caso, dunque, bisogna dare adito alla visione lungimirante della Commissione europea, e di quanto c’è dietro al Fondo europeo per la Difesa. Stiamo parlando, dunque, di definire i requisiti, operativi prima e tecnologici poi, che a loro volta influenzeranno lo sviluppo del progetto. L’obiettivo è andare ad analizzare quali sono i gap capacitivi rispetto ai futuri profili di missione, e da lì si comincia a impostare il lavoro affinché si arrivi poi alla definizione delle soluzioni necessarie per colmare questi “vuoti”.
Che ruolo giocherà Avio Aero nel progetto?
Com’è giusto che sia, capofila del progetto saranno gli airframer, coloro che definiranno e integreranno il sistema velivolo, Leonardo e Airbus Helicopters. Avio Aero, dunque, parteciperà alla definizione del sistema propulsivo, insieme agli altri motoristi europei come ITP, MTU Aero, Safran Helicopter Engines e Rolls-Royce Deutschland, tutte aziende con le quali già collaboriamo in altri programmi. In questa fase, dunque, ci supporteremo a vicenda per tradurre i requisiti operativi in tecnologie e caratteristiche di prodotto, cioè il motore, in linea con quanto emerso. Per noi è sicuramente una partecipazione importante e per nulla scontata. È indicativa di un percorso di crescita che ha fatto l’azienda e che ci consente oggi di poter dire la nostra in modo qualificato, grazie alle nostre competenze ingegneristiche e tecnologiche.
Tra l’altro l’azienda è presente anche in altri programmi all’avanguardia…
A livello europeo la versione militare del nostro motore turboelica Catalyst è stata selezionata nel marzo 2022 da Airbus Defense & Space per la motorizzazione dell’EuroDrone. Inoltre, siamo il partner europeo di riferimento per lo sviluppo del sistema propulsivo del caccia di sesta generazione che sarà realizzato all’interno del Global combat air programme (Gcap), dove siamo impegnati con Rolls-Royce e IHI Corporation. Una presenza frutto di una trasformazione che negli ultimi anni ci ha portato a diventare una delle principali aziende della propulsione europee. Sono tutti progetti all’avanguardia e sulla frontiera dell’evoluzione tecnologica nel campo della propulsione del futuro.
Per sviluppare sistemi aerei sempre più all’avanguardia, uno degli aspetti principali è rappresentato dalla propulsione. Come dovranno essere i motori del futuro?
Bisogna partire dalla premessa che l’obiettivo è quello di cercare di capire dove la tecnologia sarà tra qualche anno. Se vogliamo essere leader, e non follower, dovremo infatti contribuire a spostare la frontiera dell’innovazione, che abbiamo menzionato poco fa, sempre un po’ più in là. Si parla ormai di power and propulsion systems, concetto che prevede un maggior accoppiamento tra il motore aeronautico e la produzione di energia elettrica. Le varie piattaforme necessitano infatti di energia dal momento che i motori, oltre ad assolvere al compito di fornire la spinta necessaria al volo, dovranno sempre più produrre energia per i diversi sistemi installati sul velivolo. L’effetto collaterale è una maggiore produzione di calore, che dovrà essere smaltito attraverso dei sistemi di gestione termica (power and thermal management system), che sono in continuo sviluppo e miglioramento.
Sul tema della propulsione, Avio Aero coordina il progetto europeo Neumann. Come si articoleranno le fasi dell’iniziativa e quali sono gli obiettivi della società?
Per noi il progetto Novel energy and propulsion systems for air dominance (Neumann) è una vera punta d’orgoglio: coordiniamo un consorzio formato da 37 partner europei, composto da aziende, Pmi, università e centri di ricerca. Il budget stanziato dall’Unione Europea per il progetto è di circa 56 milioni di euro, che lo rende il più grande consorzio finanziato dal Fondo europeo della Difesa. L’obiettivo è quello di sviluppare tecnologie proprietarie europee per far fronte ai requisiti per i sistemi propulsivi di nuova generazione. Ricordiamoci che in Europa stiamo passando dalla quarta generazione (Eurofighter e Rafale) direttamente alla sesta, dal momento che l’F-35 non è stato sviluppato in Europa. Dai progetti degli anni Ottanta, quindi, il Vecchio continente si trova a fare un salto tecnologico importante. Non è una cosa banale, dato che le nuove piattaforme richiederanno sempre maggiore energia, anche perché si tratterà di “system of systems”. In questo senso, aver coinvolto nel progetto Neumann anche degli airframer ci permetterà di lavorare in maniera integrata, interfacciando i sistemi che dovranno operare insieme ai velivoli.
Sistemi e piattaforme del futuro dovranno tenere in conto sia le difficoltà legate a una supply chain resa più fragile da uno scenario globale più complesso, sia il necessario livello di sostenibilità dei sistemi stessi. Quali potrebbero essere possibili soluzioni?
Il discorso di filiera è sicuramente importante e delicato. Il conflitto in Ucraina è infatti intervenuto su un sistema già fragilizzato dalla pandemia da Covid. Questo, tuttavia, ha contribuito ad accendere i riflettori su due elementi strategici della supply chain: la dipendenza dall’estero e la resilienza della filiera. Il tema della dipendenza, naturalmente, implica che al momento molte delle cose che ci servono dobbiamo comprarle fuori dall’Europa. Quello della resilienza, invece, misura la capacità del sistema di assorbire gli impatti. I fatti hanno purtroppo evidenziato che eventi che si ritenevano impensabili sono invece possibili. Dobbiamo allora considerare che, se la forza di una catena è data dal suo anello più debole, la supply chain della Difesa ha moltissimi anelli, sui quali bisogna agire per renderli sempre più capaci di resistere alle crisi. Le grandi aziende devono assumere un ruolo di guida e fare da catalizzatrici per una maggiore integrazione della filiera, ai fini di potenziarla e renderla resiliente di fronte alle sfide del futuro.
Si chiama Echo, è israeliano e potrebbe essere l’incubo peggiore per la nostra privacy
L’idea è tanto semplice quanto pericolosa: acquistare e processare i dati personali che ciascuno di noi abbandona online, per poi rivenderli ad agenzie di intelligence e forze di polizia di mezzo mondo Potete leggere l’articolo completo qui huffingtonpost.it/rubriche/gov…
Le iniziative delle altre Autorità
I rifugiati del Tigray affrontano nuovi terrori dopo essere scampati da una guerra genocida in Etiopia
Vivendo nei campi delle Nazioni Unite in un Sudan in rapido collasso, i rifugiati dall’Etiopia vengono rapiti, portati attraverso il Sahara e torturati per ottenere un riscatto, in una brutale industria multimilionaria.
Rifugiati nell’insediamento di Um Rakuba nel sud-est del Sudan. Fotografia: Ed Ram
L’incubo di Selassie iniziò quando uomini che si dicevano contadini lo presero, promettendogli lavori agricoli.
Dopo essere riuscito a lasciarsi alle spalle la violenza della guerra civile nella sua regione natale del Tigray , nel nord dell’Etiopia, alla fine del 2020, aveva svolto diversi lavori occasionali, raccogliendo sorgo e scavando canali di irrigazione per gli agricoltori vicino a Tunaydbah, un campo profughi nel sud- Sudan orientale.
Questa volta, dopo che Selassie e altri profughi sono saliti a bordo del camion, sono stati condotti nel profondo del deserto, dove i cosiddetti contadini hanno incontrato complici armati di AK-47. È stato solo allora che “ci siamo resi conto di essere stati rapiti”, dice.
Da lì, i profughi sono stati trafficati a nord, fino al confine libico, e venduti a un’altra banda. Nel corso dell’anno successivo, Selassie è stato trattenuto con altri rifugiati provenienti da Somalia, Eritrea ed Etiopia , torturata quasi quotidianamente e trasferita in una serie di angusti magazzini senz’aria nel deserto.
Il campo di Tunaydbah ospita 23.000 rifugiati del Tigray. Fotografia: Ikram N’gadi/MSF
I trafficanti si sono rifiutati di rilasciarlo fino a quando la sua famiglia non ha pagato un riscatto di $ 6.000 (£ 4.800). Dopo che è stato pagato, invece di rilasciarlo, la banda lo ha semplicemente venduto ad altri, che hanno chiesto altri $ 2.000. Dopo che è stato pagato, è stato nuovamente passato a un altro gruppo di rapitori, che ha chiesto la stessa somma.
“Non pensavo che ne sarei uscito vivo”, dice Selassie.
La sua esperienza non è unica. Attivisti e altri tigrini hanno riferito al Guardian che i trafficanti depredano le persone a Tunaydbah e Um Rakuba, due insediamenti che fanno parte di una serie di campi gestiti dalle Nazioni Unite e dal governo sudanese nel Sudan sud- orientale . Insieme, i campi ospitano 70.000 persone fuggite dal Tigray.
I rifugiati sono le ultime vittime della vasta e brutale industria del traffico di esseri umani del Sahara, che si ritiene valga centinaia di milioni di dollari all’anno, che si estende in tutta l’ Africa e intrappola coloro che fuggono da guerre, persecuzioni politiche e difficoltà economiche. Chi non può pagare i riscatti chiesti dalle bande non ha alcuna prospettiva di liberazione.
Alcuni tigrini sono stati rapiti da trafficanti, come Selassie. Altri venduti dai poliziotti sudanesi, che li avevano sorpresi a uscire dai campi senza permesso.
Selassie era originariamente fuggito dal Tigray dopo essere stato coinvolto nella violenza a Mai Kadra , dove lavorava come autista di trattori, nel novembre 2020. Pugnalato al petto e alla gamba, si è riempito le ferite con foglie e pezzi di vestiti strappati.
Sopravvissuti al massacro di Mai Kadra, nell’ospedale di Gondar, nel nord dell’Etiopia, nel 2020. Foto: Eduardo Soteras/AFP/Getty Images
Dopo il suo rapimento da Tunaydbah, la guerra è scoppiata anche in Sudan mentre l’esercito nazionale e il gruppo paramilitare rivale delle Forze di supporto rapido combattono per il controllo. Gli aiuti si sono prosciugati ei rifugiati hanno iniziato a lasciare i campi in cerca di cibo e riparo, esponendosi a ulteriori predazioni mentre il Sudan crolla nell’illegalità.
Un operatore umanitario afferma che il problema della sicurezza dei rifugiati tigrini è stata sollevata con le Nazioni Unite, ma che non sono state prese misure per aiutare. “Non volevano davvero sentirne parlare, ad essere onesti. Sembrava che stessero chiudendo un occhio su alcuni chiari problemi di protezione dei rifugiati”.
I rifugiati tigrini rapiti prima dell’attuale conflitto in Sudan affermano di essere stati portati nei magazzini di Tazirbu, Bani Walid, Kufra e Brak al-Shati, città nel deserto libico, dove sono stati trattenuti insieme a migliaia di altri.
I trafficanti che chiedono il pagamento frustano le loro vittime sui piedi e sulle natiche con cavi e tubi dell’acqua di plastica, affermano diversi rifugiati. Alcuni sono stati bruciati con le sigarette. Selassie dice che i suoi aguzzini lo hanno coperto d’acqua e lo hanno sottoposto a scosse elettriche. Quando gli altri venivano portati fuori, poteva sentire le loro urla.
“Non c’era spazio, eravamo soffocati”, dice. “Le persone si ammalavano, tutti avevano i pidocchi. Le persone erano coperte di croste”.
Mentre si trovava in un magazzino, si è svegliato due volte per scoprire che la persona che dormiva accanto a lui era morta. “Ho visto molti corpi”, dice.
I rifugiati del Tigray in Sudan vengono trafficati a scopo di riscatto
Due donne e un uomo del Tigray affermano di aver subito abusi sessuali dai loro carcerieri in Sudan e in Libia. Una dice che tutte le donne sono state stuprate nel magazzino dove era tenuta a Kufra da trafficanti libici ed eritrei.
“Ci hanno preso ogni volta che volevano”, dice. “Sono stata violentata diverse volte. Minacciavano di metterci incinta se non avessimo pagato”.
Il rifugiato maschio crolla al telefono mentre racconta il suo calvario in un complesso di Omdurman, la città gemella di Khartoum, la capitale del Sudan.
“Un giorno sono andato in bagno. Poi è venuto un ragazzo e mi ha portato in un’altra casa. C’era un altro ragazzo lì dentro. Mi ha tirato dentro e mi ha spinto giù, e io ero sul pavimento. Mi hanno violentato. Sono tornato in bagno e stavo contemplando il suicidio. Ho provato ad allacciarmi la cintura per uccidermi, ma l’uomo è entrato e mi ha fermato. Mi ha rinchiuso dove ero prima con le altre persone.”
All’interno dei magazzini del deserto libico, ai profughi veniva data pasta semplice e acqua salata. Spesso c’era solo cibo sufficiente per un pasto al giorno.
Yohannes, un saldatore di 22 anni di Wukro nel Tigray, parla dall’interno di un magazzino a Brak al-Shati, dove è detenuto con altri 300, per lo più eritrei. È stato malato di malaria e ha sviluppato piaghe su tutto il corpo.
Sulla strada per Tunaydbah nello stato sudanese di Gedaref. Fotografia: Ikram N’gadi/MSF
“È un posto molto caldo”, dice. “Siamo stipati così fitti che non posso voltarmi. Sul pavimento non c’è spazio per sdraiarsi, possiamo solo dormire su un fianco. Non possiamo uscire perché la porta è chiusa. Non te ne vai se non paghi”.
Intrappolato per quasi due anni, Yohannes dice di non avere questa opzione. Nel tentativo di proteggere la sua famiglia, non ha detto loro dove si trova.
“Non ho i soldi, ecco perché sono qui da così tanto tempo”, dice. “Vengo da una famiglia povera… non ho contattato mia madre. Lei è malata.”
Un blackout delle comunicazioni imposto al Tigray durante la guerra significava che la maggior parte non poteva telefonare alle proprie famiglie per chiedere aiuto.
“Sono stato picchiato quando ho detto loro che non potevo chiamare il Tigray perché la rete è chiusa lì”, dice Keshi, uno studente di 21 anni, rapito dal campo di Tunaydbah nel giugno 2021. “Hanno detto: ‘No, stai mentendo a noi.’ Arrivavano ubriachi e ci picchiavano”.
Keshi è stato tenuto in una stanza senza finestre da qualche parte a Kufra. L’esperienza lo ha lasciato parzialmente cieco. “Per nove mesi non abbiamo visto il sole”, dice.
Un trafficante di esseri umani eritreo, parlando a condizione di anonimato, afferma che c’è stato “un forte aumento” nel numero di tigrini che attraversano il Sahara verso la Libia da quando è scoppiata la guerra civile alla fine del 2020. Si sono uniti a una rotta già ben battuta da rifugiati provenienti da altre parti dell’Africa.
Il contrabbandiere, lui stesso un rifugiato, afferma che i trafficanti “possono guadagnare milioni” tenendo ostaggi. Si rifiuta di fornire dettagli sul suo coinvolgimento nel commercio, dicendo solo che trasportava 150 persone all’anno.
Diversi dei profughi intervistati dal Guardian sono riusciti a fuggire dai magazzini del deserto e ora si trovano a Tripoli, la capitale libica. Includono Selassie, il bracciante agricolo.
Anche lì non è al sicuro, dice Selassie. In mancanza di documenti, i profughi sono vulnerabili alle irruzioni della polizia libica, che li rinchiude e chiede tangenti per il loro rilascio, tattiche simili a quelle dei trafficanti.
Manifestanti durante la visita del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, al centro di detenzione per migranti di Ain Zara a Tripoli, in Libia. Fotografia: Mahmud Turkia/AFP/Getty Images
Quindi vivono sottoterra. Qualche mese fa Selassie ha provato a prendere una barca dalla Libia, attraverso il Mediterraneo, verso l’Italia con decine di altri. Si capovolse a breve distanza al largo, lasciando una manciata di sopravvissuti.
Selassie è stato tirato fuori dall’acqua dalla guardia costiera libica, che ha ricevuto centinaia di milioni di finanziamenti dall’UE per impedire ai richiedenti asilo di intraprendere il pericoloso viaggio verso l’Europa. Dice che lo hanno consegnato alla polizia.
“Sono stato in prigione per tre mesi e ho pagato loro una tangente di $ 1.600 per essere rilasciato”, dice. “Sono stato fortunato a poter pagare. C’erano circa 2.000 persone lì. Alcuni di loro erano stati detenuti per uno o due anni”.
Selassie si nasconde ancora a Tripoli, giocando al gatto col topo con le autorità libiche, cambiando regolarmente casa per evitare i loro raid. Non sa cosa riserva il futuro.
“Non ho abbastanza soldi per sopravvivere”, dice. “Se posso ottenere un’istruzione e un lavoro in Europa, forse ho speranza di cambiare la mia vita.”
Alcuni nomi sono stati cambiati
FONTE: theguardian.com/global-develop…
Summary of Statement Public Prosecutor’s Office, Central and Contact Point Cybercrime (ZAC) on the public hearing of the Digital Affairs Committee of the German Bundestag on “Chat Control”
Original Statement here.
The assessment is made primarily from the perspective of prosecutorial and general law enforcement practice. The perspectives of prevention, improved compliance and other effects on societal, political as well as technical aspects are only examined in their respective interaction with law enforcement in view of the expertise available here.
The proposal for a regulation also has an impact on the activities of the national law enforcement authorities dealing with the crime of child abuse in the digital space.
Compared to a risk-based general intervention also in end-to-end encrypted communication infrastructures, concrete, effective, but always occasion-related criminal prosecution is likely to be a much milder, but (at least) equally suitable means to improve the fight against net-related child abuse.
Without a human, evaluative and legally and criminally competent review of the cases identified as relevant, a reliable identification of criminally relevant cases on the basis of AI alone is unlikely to be possible.
Scanning activities by major internet corporations (of unencrypted messenger messages and emails, hosted files and posted content) should now be mandatory for service providers (including host providers, interpersonal communication services, app stores, access providers).
Age verification: any anonymous use of communication services would become de facto impossible (as effective exclusion of minors would only be achievable through personal identification, not through mere age confirmation)
Targeted detection obligations on the basis of so-called detection orders
- Provider decides whether to use own software or that of the EU Centre against Child Abuse.
- Commitment only possible through fully comprehensive, automated, largely AI-based review of communication content
- Automated scanning of all content of a service are an encroachment on European (and national) fundamental rights
- Scanning of end-to end encrypted content would have to take place on users’ devices (client-side scanning), so that encryption is not completely abolished or technologically weakened.
- Detection orders significantly affect information security (predetermined breaking point for encryption technology with evidenced potential for risk and misuse)
- Private conversations and private image and video files that can be attributed to the private sphere will also have to be noted and examined by a large number of examiners.
- Service providers are to report content deemed relevant to a new EU centre to be set up and remove the material.
- Prior verification by the EU Centre before onward transmission
- Effective legal remedy for both providers and users: inter alia, legal remedy before the courts of the Member State, the competent judicial authority or the independent administrative authority.
- Individual remedies are not a sufficiently suitable corrective for any misuse of detection orders. Providers with vested interests cannot adequately fulfil the legal function for users. Urgent introduction of a strong and independent control mechanism is needed.
- All digital communication services and devices are covered by the regulations, without range or usage thresholds
- Criminal law is applied proportionality, criminal prosecution at any price is not a viable alternative under German and European constitutional law.
Commission proposal in the sense of the classic proportionality triad must be appropriate, necessary and proportionate in the narrower sense
- The detection order does not prove to be fully necessary to achieve the goal of an improved and effective fight against network-related child abuse. Furthermore, it encounters – partly far-reaching – concerns with regard to its appropriateness.
- There are no doubts about the fundamental legitimacy of the purpose
- Means also likely to be suitable, i.e. at least conducive, in relation to the purpose sought.
- Despite possible crowding-out effects to other technologies or providers, the proposed measure is not to be qualified as per se unsuitable
- Significant and, in the end, far-reaching concerns exist with regard to necessity, especially insofar as they are directed against end-to-end encrypted communication
- The Commission proposal assumes a lack of knowledge and information on the part of the law enforcement authorities
- End-to-end encryption of perpetrator communications in the field of net-related child abuse is only in a significantly smaller number of cases a significant obstacle to investigation
- The scope of knowledge arises from a combination of server-side monitoring, the investigation procedures themselves and from third party tips
- Commission moves significantly away from the reality of law enforcement practice with regard to end-to-end encrypted communications. Rather, there is a structural deficit in action due to insufficient technical and personnel resources of the law enforcement agencies.
- Improved European cooperation between investigative authorities through an EU centre can be an essential contribution, also for ensuring a unified European intelligence practice
- Multinational so-called Joint Investigation Teams are to be set up on a permanent basis instead of only on a trial-by-trial basis.
- The risk of innocent citizens being affected by official investigations is significant.
- False-positive reports are a misallocation of resources for the investigating authorities
- Pre-filtering in the EU centre means additional resource requirements
Detection delta
- Hashes for known and classified abuse material.
- AI should detect unknown misuse material but is prone to error and requires invasive methods
- Hashes can significantly minimise the intensity of intervention, which is appropriate in terms of results, and is sufficiently effective
- Closing the detection delta by upgrading the law enforcement authorities
- End-to-end encryption is the only effective means of protecting the confidentiality of digital communications. It is the most important digital protection measure for individuals, businesses, public authorities and law enforcement (including specially protected professions such as defence lawyers). Encryption is either effective or compromised from a technical perspective. Encryption that is weakened or structurally undermined by an instrument such as the discovery order is, in effect, no encryption.
Recommendations
- Empower and strengthen law enforcement agencies.
- Instead of “data retention” rejected by the European Court of Justice, limited IP allocation
- Live extraction of current IP data without a retrograde storage (“login trap”), with a very limited storage period for IP assignment data of one week.
- Improving international cooperation at European level
- EU Centre as a competence and coordination hub
- Netblocks are easy to circumvent, better delete material and prosecute people. “Track instead of just block”
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Summary of Statement by the Federal Commissioner for Data Protection and Freedom of Information on the public hearing of the Committee on Digital Affairs of the German Bundestagon the topic of “Chat Control”
Original Statement here.
The fight against child sexual abuse is an extremely important social task that must be fulfilled with all suitable and appropriate means at our disposal. The so-called chat control, however, significantly exceeds the goal of this task. It hardly offers greater protection for children, but instead it would be Europe’s and Germany’s entry into a disproportionate, unconditional and comprehensive surveillance of private communication.
Implications
- Not compatible with the right to respect for private life under Article 7.
- Incompatible with the right to protection of personal data under Article 8 of the EU Charter of Fundamental Rights (CFR).
- From a constitutional point of view, not compatible with the secrecy of telecommunications under Article 10 of the German Basic Law (GG).
- From a constitutional point of view, not compatible with the right to informational self-determination Article 2(1) in conjunction with Article 1(1) (GG)
- Mandatory risk assessment lacks clarity in standards and in determining which parameters are used as a basis and to what extent they are weighted.
- Detection orders require service providers to view private communications and information content (all content of all users of a service and, if necessary, break encrypted communication)
- Not compatible with the right to respect for private life under Article 7 CFR
- No exceptions are provided for, not even for professionals with confidentiality requirementssuch as doctors, psychologists, lawyers or state-recognised youth and social workers. Paragraph 1 of the Criminal Code (Strafgesetzbuch, StGB) provides for a penalty of up to one year’s imprisonment for the unauthorised disclosure of information by persons subject to professional secrecy and thus underlines the special worthiness of protection of this communication.
- Voice messages would also be intercepted despite the special protection afforded to the spoken word by the provision of section 201 of the Criminal Code (Strafgesetzbuch, StGB).
- Infringement of the principle of transparency under Article 5(1)(a) of the General Data Protection Regulation (GDPR)
- Undifferentiated search for CSA material contradicts the principle of data minimisation under Article 5(1)(c) GDPR.
- According to the case law of the European Court of Justice, unprovoked mass surveillance is not compatible with the EU Dharter of Fundamental Rights (GRCh)
- Lack of data protection supervision (data protection supervisory authorities should only be able to participate with non-binding opinions prior to deployment, Article 7(3) Draft Regulation).
- Detection order: All services and devices on which digital communication takes place or could take place are covered by the provisions of the draft regulation. It is irrelevant whether the services are actually used to exchange abusive material or whether grooming takes place there; a “significant risk” that they could be used for this purpose is sufficient. This means that hosting services, stores for software applications or internet access services are covered by the scope of application. In addition, personal cloud storage, which serves as a backup of one’s own photos on mobile phones and is not shared, is also covered.
- Scanning all textual communication for ‘grooming’ affects everyday conversations of participants of all ages and age constellations.
- False reports and false positives as well as the screening of personal communication will also lead to users only using the respective services to a limited extent or not at all for fear of continuous surveillance (so-called “chilling effects”).
- There are no known technologies that can reliably distinguish between harmless, sexually or romantically charged communication and grooming.
Sensible measures
- Strengthening and expanding the resources of law enforcement agencies
- Prevention of child sexual abuse – also outside the online world
- Require service providers to set up low-threshold reporting channels for affected persons that are linked to law enforcement agencies or other state counselling centres.
- Login traps and quick freeze (targeted investigation after initial suspicion and court order)
Critique
- In my opinion, the draft regulation leads to unjustifiable encroachments on the fundamental rights enshrined in the EU Charter of Fundamental Rights and the Fundamental rights.
- End of confidential communication, whether by breaking end-to-end encryption or by so-called client-side scanning.
- Mandatory age controls by app and software stores incl. exclusion of certain age groups from software applications leads to a restriction of communication and endangers the possibility of anonymous/pseudonymous internet use.
- Lifting anonymity would have serious consequences in many countries, especially for opposition members or whistleblowers, both within and outside the European Union.
- Technologies for finding CSA material, still have error rates of up to 12% in some cases.
- Once introduced, there is a threat of an expansion of monitored content in Europe as well.
- Apart from official identity documents, such as the German electronic identity card, I am not aware of any technologies that enable reliable, anonymous age verification.
- Alternative technologies, such as AI-based age verification (facial recognition, behavioural analysis) regularly fall short of the necessary level of reliability. They regularly require additional, often sensitive personal data. The collection and recording enables identification, which jeopardises anonymity.
- The use of third-party providers bears the risk that calls are linked and users are identified.
- The lifting of anonymity in certain countries (especially for opposition members, whistleblowers) can have dangerous or even life-threatening consequences.
- As soon as technologies and interfaces are implemented, there is nothing to prevent illegitimate use (by authoritarian states or malicious actors), these would be “surveillance ready” in the future.
- False-positive reports in connection with possible criminal investigations (e.g. in the case of consensual sexting among young people) threaten unnecessary contact with criminal investigation authorities, which could well have a formative character for these young people.
- Chilling effect on the exercise of free will undermines the foundation of a free society.
- The blocking of entire domains regularly leads to excessive blocking (so-called overblocking) and does not meet the requirements of the European Court of Justice for targeting.
MICHAEL KHILL – INFIERIRE SUL MALESSERE
Debutto discografico per il mostro musicale chiamato Michael Khill, un concentrato di deathcore, hardcore, crust, metal, grindcore e anche beatdown.
essebi likes this.
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Il #MinistroRisponde: è online sul canale YouTube del Ministero la quarta puntata della...
Il #MinistroRisponde: è online sul canale YouTube del Ministero la quarta puntata della videorubrica con il Ministro Giuseppe Valditara intervistato dalla giornalista Maria Latella.
Ministero dell'Istruzione
Il #MinistroRisponde: è online sul canale YouTube del Ministero la quarta puntata della videorubrica con il Ministro Giuseppe Valditara intervistato dalla giornalista Maria Latella.Telegram
È troppo presto per un Medio Oriente "cinese”
Il 10 marzo scorso, a Pechino, Iran e Arabia Saudita raggiunto un accordo per impegnarsi a ristabilire le relazioni bilaterali, interrotte nel 2016. Abbiamo parlato del ruolo della Cina nel negoziato con Jacopo Scita, Policy Fellow del think tank Bourse & Bazaar Foundation.
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In Cina e Asia – Elezioni in Thailandia: vince il Move Forward davanti al Pheu Thai
Elezioni in Thailandia: vince il Move Forward davanti al Pheu Thai
L'UE discute la sua strategia sulla Cina e sull'Indo-Pacifico
Cittadino americano condannato all'ergastolo per spionaggio
Xi Jinping spinge sulla megaregione Jing-Jin-Ji per la "modernizzazione cinese"
Le accuse di un ex dirigente a ByteDance
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Dopo l'ennesima campagna di spam prodotta nell'istanza del fondatore di mastodon, sempre più amministratori di istanza stanno silenziando distanza più grande al mondo
Ci auguriamo che gli amministratori di mastodon.social riescano a risolvere questo ennesimo problema di spam, anche solo limitando le nuove iscrizioni, ma siamo piuttosto pessimisti.
È sempre più chiaro che i gestori di mastodon.social puntano ad avere il massimo numero di utenti, probabilmente perché questo numero incide direttamente sui potenziali investimenti da parte dei finanziatori.
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Tartarosso likes this.
Luca Sironi likes this.
@gubi
aspetta scusa, non ho capito, una volta che hai segnalato gli account molesti di turno (in realta’, ne faccio una, non dodici, assumo che quando lo spam arriva a me, social avra’ gia’ avuto centinaia di segnalazioni), silenziare mi sembra l’opzione temporanea piu’ sana. Fa parte del processo.
Anzi, visto che i messaggi sono tutti uguali e pubblicitari di qualcuno, su pleroma silenzio per regexp , neanche per utenti fake.
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
@gubi con me sfondi una porta aperta. All’ondata di spam precedente ho letto di cose folli come defederazioni fatte intenzionalmente o per errore.
Milioni di persone che si vedono sparire decine di follower e manco se ne possono accorgere
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@sparkit
se il discorso è più grande, non prendiamo a pretesto per polemiche pretestuose questa ondata di spam.
(che peraltro era gestibile in cinque minuti senza scatenare polemiche per cinque giorni. Cfr. sociale.network/@gubi/11037744… )
Proprio perché il discorso è molto grande e complesso, ogni parte del discorso va affrontata nelle sedi opportune.
Ad esempio, chi non ha gradito le feature algoritmiche può dirlo chiaramente su github:
github.com/mastodon/mastodon/i…
Make it possible for admins to turn off account suggestions · Issue #24474 · mastodon/mastodon
Pitch I think it would be good if admins could turn off "account suggestions". Currently, turning off "Enable trends" switches off trending posts, trending hashtags and trending news-posts, and sin...GitHub
🧨 Intervista a Bernardino Costantino
Mi chiamo Bernardino Costantino, vivo e lavoro a Mestre in provincia di Venezia ed ho cinquantuno anni. Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video. Collaboro con diversi musicisti dell’area dark/wave, post/punk ed industrial nella realizzazione di art work,illustrazioni, video e riviste di matrice sperimentale.
iyezine.com/bernardino-costant…
Bernardino Costantino
🧨 Intervista a Bernardino Costantino : Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video.In Your Eyes ezine --
Vi spiego il successo di Israele nell’IA. Parla Antebi (Inss)
“Non c’è tempo da perdere” secondo Naftali Bennett. “Lo Stato di Israele deve darsi un obiettivo preciso: diventare una delle tre potenze leader nell’intelligenza artificiale entro il 2030”. L’ex primo ministro israeliano ha scritto su Twitter una lunga riflessione su questo tema, osservando che come “ogni esercito del mondo dovrebbe ora adottare tecnologie che potrebbero sostituire l’invio di soldati al fronte”.
L’intelligenza artificiale sta già cambiando il mondo della difesa. A spiegarlo a Formiche.net è Liran Antebi, ricercatrice dell’Institute for National Security Studies di Tel Aviv, in Israele, a capo del programma su tecnologie avanzate e sicurezza nazionale. L’esperta ha partecipato venerdì all’AeroSpace Power Conference, conferenza internazionale ed esposizione aerospaziale organizzata dall’Aeronautica militare, nell’anno del centenario della costituzione della forza armata.
“Tra le innovazioni più importanti dell’intelligenza artificiale nel mondo militare, vi è la logistica, con sviluppi molto simili a quelli che vediamo nel mondo civile”, dice facendo l’esempio delle automazioni nei depositi. “Inoltre, l’intelligenza artificiale può migliorare il lavoro dell’intelligence. Basti pensare che, durante la crisi del 2021, grazie all’intelligenza artificiale, l’aviazione israeliana ha ottenuto 200 obiettivi in soli 22 giorni. Prima sarebbe servito un anno per ottenere un numero così alto di obiettivi. Di questi 200, la metà sono stati colpiti”, aggiunge. Un esempio che dimostra, dice, che “intelligenza artificiale e aeronautica sono ottimi assieme, come la pasta con il cacio. Ma per avere una combinazione perfetta serve il pepe. E in questo caso è il talento”.
Un recente rapporto del Center for Security and Emerging Technology, think tank della Georgetown University di Washington DC, spiega che Israele “ha di gran lunga” l’ecosistema di intelligenza artificiale più grande del Medio Oriente in termini di aziende e investimenti finanziari. “Il successo di Israele nell’intelligenza artificiale è il frutto di una necessità geopolitica urgente e di un ecosistema che funziona, che connette l’esercito, le aziende, le start-up e il mondo accademico”, dice Antebi.
“Gli investitori stranieri svolgono un ruolo critico nella crescita del mercato dell’intelligenza artificiale in Israele”, si legge ancora nel documento che analizza la situazione anche con la lente americana della competizione con la Cina. Gli investimenti americani sono maggiori di quelli cinesi nel settore dell’intelligenza artificiale israeliana. Tuttavia, “dal punto di vista della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, gli investimenti da parte di concorrenti strategici come la Cina in un mercato con pesanti investimenti statunitensi potrebbero mettere a rischio alcune di queste tecnologie emergenti”. Ciò è dovuto al fatto che la strategia cinese sulla tecnologia rimane quella di “acquisire il capitale intellettuale attraverso partnership, trasferimenti di tecnologia e acquisizioni di aziende straniere”.
Commentando la decisione italiana che aveva portato al blocco di ChatGPT, Antebi dice: “Bloccare ChatGPT e simili rischia soltanto di lasciare indietro i Paesi che lo fanno. Collaborare con partner like-minded è cruciale per affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale”.
Elicotteri di quinta generazione? Le sfide dell’industira secondo Alegi
Problema: se l’utilità del mezzo aereo è proporzionale alla sua velocità, e se l’elicottero ha limiti intrinseci di velocità per motivi aerodinamici, come fare per aprire e sfruttare nuovi mercati per il volo verticale? Questa semplice domanda spiega il fervore che da qualche anno caratterizza il settore elicotteristico. Maggiore velocità significa competitività nel trasporto punto-punto, efficacia nel soccorso, minor rischio nei lunghi voli sull’acqua.
A rendere concreta la prospettiva di una nuova generazione di elicotteri veloci sono i programmi sperimentali portati avanti dai costruttori mondiali. In Europa, AgustaWestland (oggi Leonardo Helicopters) punta da tempo sul convertiplano, che decolla come un elicottero e poi ruota i rotori per correre come un aeroplano, mentre Eurocopter (oggi Airbus Helicopters) ha preferito il compound, un elicottero tradizionale con l’aggiunta di due eliche propulsive ai lati della fusoliera. I costruttori americani hanno sviluppato approcci diversi. Bell, il maggior esperto mondiale di convertiplani grazie al V-22 Osprey, continua su questa strada con il V-280 Valor, nel quale però non ruota l’intera gondola motore ma solo la parte anteriore. La tecnologia più innovativa sembra la X2 di Sikorsky (gruppo Lockheed Martin), caratterizzata da rotori controrotanti sovrapposti ed elica spingente in coda.
Se ciascuna di queste soluzioni ha pregi e difetti in termini di tecnologia e di costo, la velocità non è però l’unica sfida da affrontare. In campo militare, per esempio, ce n’è una seconda, meno visibile, ma non per questo meno importante: far sopravvivere gli elicotteri in un campo di battaglia sempre più denso di sensori e armi micidiali. Non è una sfida da poco. Se in Afghanistan e Iraq, con completo dominio dell’aria, è stato possibile operare con macchine di vecchia generazione come gli AB.212 (primo volo 1968) e HH-3F (1966), in Ucraina la musica è molto diversa. Secondo i dati aperti di Oryxspioenkop.com, sinora gli invasori avrebbero perso settanta elicotteri (dei quali 57 da attacco, compresi 33 moderni Ka-52 Hokum) e i difensori 25 (tre da attacco).
Come fare? Anche se per ora nessuno parla di elicottero di quinta generazione, l’US Army ha da tempo lanciato il programma-quadro Future vertical lift, per rinnovare completamente la propria linea di elicotteri. A parte gli aspetti per così dire meccanici – motori e trasmissioni, per intendersi – la risposta starebbe in una trasformazione simile a quella che ha portato a far nascere il caccia F-35: una combinazione di bassa visibilità, sensori, armamento e soprattutto integrazione di dati e connettività. Il primo punto è il più semplice: l’ottimizzazione della forma, con lo spostamento di tutti i carichi all’interno, è in fondo la stessa necessaria per ridurre la resistenza e aumentare la velocità; il resto lo faranno i materiali.
Allo stesso modo, sensori e armamento sono in larga parte esistenti o estrapolabili da essi. Restano i dati, dall’architettura di sistema alla loro gestione e trasmissione, necessariamente più avanzata del precedente standard Nato Link-16. Solo così, secondo gli Usa, il Future attack reconnaissance aircraft (Fara) potrà inserirsi nei contesti operativi più difficili. Un cambiamento di capacità e filosofie non diverso dal salto dai vecchi “zanzaroni” Bell 47 a pistoni con rotori in legno agli ubiqui Bell 205 a turboelica e pale metalliche, o da questi agli AW139 con avionica digitale e rotori in compositi.
Alla nuova filosofia risponde già il Fara, i cui prototipi dovrebbero volare all’inizio del 2024 (salvo ulteriori ritardi del motore GE T901). In Europa, la Nato ha lanciato nell’ottobre 2020 l’iniziativa Next-generation rotorcraft capability (Ngrc), per un elicottero medio multiruolo, con la partecipazione di Francia e Germania (cioè Airbus), Italia e Regno Unito (cioè Leonardo) e Grecia. In Italia, il futuro dell’elicottero (o l’elicottero del futuro) è stato oggetto di un contratto di studio assegnato dal ministero della Difesa a Leonardo e Lockheed Martin per valutare una possibile collaborazione in ambito Fvl e, in particolare, di un Future fast rotorcraft previsto dall’iniziativa Next generation fast helicopter inserita nel Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa 2021-2023 con una previsione di 129 milioni di euro nell’arco di dodici anni.
Il Dpp si sbilanciava fino a indicare quali soluzioni caratteristiche dell’Ffr “rotori a tecnologia coassiale, pusher propeller, eccetera”, cioè proprio quelle dell’X2. A questa apparente scelta di campo non è seguito alcun fatto concreto. Anche il recente incontro di Lockheed Martin con la stampa di settore si è limitato a generici riconoscimenti delle capacità di Leonardo e altrettanto vaghi auspici di collaborazione. Non è bastato a dissipare le voci di tensioni tra Difesa, che punta molto sull’innovazione, e industria, più attenta alla difesa delle proprie tecnologie e mercati domestici. Ed è un peccato, perché si rischia di perdere in un colpo solo due treni: quello dell’innovazione e quello dell’attenzione ai temi della Difesa italiana ed europea.
(Articolo pubblicato sul numero 143 della rivista Airpress)
Lezioni dal caccia del futuro. La linea di Mariani per accelerare sulla Difesa
La sovranità non sia un ostacolo allo sviluppo dei programmi congiunti, che possono basarsi anche sulla leadership di due o tre Paesi. A dirlo è Lorenzo Mariani, amministratore delegato di Mbda Italia e direttore esecutivo Sales and business development del consorzio internazionale, da poco confermato al ruolo di condirettore generale di Leonardo (a partire dal 1° giugno) dove assumerà la guida della nuova direzione generale Business and operations. “Una sola nazione non può riuscire a sviluppare nei tempi necessari” i sistemi complessi richiesti dalla realtà geopolitica, ha osservato Mariani, che ha aggiunto come “a livello europeo è difficile pensare che programmi-chiave, come quelli della Difesa, possano essere condotti senza una leadership forte di due-tre nazioni”.
Il caso Gcap
Le affermazioni del nuovo condirettore generale del gruppo di piazza Monte Grappa assumono un’importanza particolare se lette alla luce del programma del caccia di sesta generazione che l’Italia sta portando avanti insieme a Giappone e Regno Unito. Il Global combat air programme, infatti, si configura esattamente come un programma all’avanguardia in cui tre nazioni si assumono la leadership e la responsabilità di realizzare una piattaforma all’avanguardia per la loro difesa, e potenzialmente per quella dei futuri Paesi che decidessero di acquistare il sistema.
Superare i limiti europei
Per Mariani, dunque, l’approccio che sembra essere stato adottato nel campo della Difesa, soprattutto quella comune europea, può rappresentare “un limite”. Anche dal momento in cui i Paesi del Vecchio continente si trovano nella necessità di “lavorare con urgenza per superare i limiti” propri nello sviluppo tecnologico, dal momento che la severità della minaccia globale non permette ritardi. Il rischio, sottolinea ancora il managing director di Mbda Italia, è che l’urgenza di tutelare la propria sovranità rischi di essere la ragione per cui non vengono istituiti programmi di collaborazione. E in questo quadro “l’industria, soprattutto le grandi aziende, possono dare soluzioni compatibili con la politica, oppure possono creare ostacoli – ha detto Mariani – e io ovviamente sono a favore della prima opzione”. Chiusure e gelosie che non devono caratterizzare nemmeno il rapporto con gli Stati Uniti. “Penso sia possibile fare di più anche a livello di cooperazione transatlantica, purché adottiamo l’approccio giusto, prendendo in considerazione lo sviluppo di partenariati”, ha concluso Mariani.
Renewable energy communities workshop
One of the key pillars of the energy policy of the European Commission is to put citizens at the centre of energy transition. Citizens should become an active part of the decarbonisation process by adopting, e.g., self-consumption or selling renewable electricity and flexibility services to the market.
Renewable Energy Communities (RECs) are one of the models envisaged by the EU legislation to promote such active role of citizens and achieve ambitious decarbonisation targets. The project aims at investigating the legislative framework of different EU Member States ( Portugal, Germany, Italy, Bulgaria and Denmark) to achieve an understanding of the state of the art of national legislation in promoting RECs.
The event consists in a workshop aimed at presenting to participants the goals and the methodological approach of the research and the structure of the final publication presenting the results of the study. To this aim, following the introduction of Francesco Cappelletti (European Liberal ForumProject Officer) and Renata Gravina (Luigi Einaudi Foundation European projects coordinator) Simona Benedettini (Luigi Einaudi Foundation RECs project leader) will provide
- aims of the research
- relevance of the research for Europe and the EU debate on climate and energy policies;
- methodological framework of the research (areas of investigation, specific issues to be addressed for each area);
- contents and structure of the final publication
- next steps of the project;
Programme
Wednesday 15 May 2023
10:00 – 19:00 Participants arrival to the HF Fénix Lisboa Praça Marquês de Pombal, 8 1269-133 Lisboa
19:15 Meeting at the lobby for welcome and introduction
- Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
19:30 Dinner Restaurante Laurentina Avenida Conde Valbom, 71A 1050-067 Lisboa
Thursday 16 May
Venue HF Fénix Lisboa Praça Marquês de Pombal, 8 1269-133 Lisboa
09:30 Introductory Remarks
- Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
- Speaker: Francesco Cappelletti, European Liberal Forum Project Officer
09:45 CITIZENS AND ENERGY TRANSITION: THE ROLE OF RENEWABLE ENERGY COMMUNITIES purpose, objective, and scope
- Speaker: Simona Benedettini, Luigi Einaudi Foundation RECs project leader
11:00 Coffee Break
11:15 Dialogue with the participants of the workshop and follow-up in view of the publication of the volume on Renewable Energy Communities
- Speaker: Simona Benedettini, Luigi Einaudi Foundation, Italy
- Speaker: Ricardo Silvestre, Social Liberal Movement, Portugal
- Speaker: Someone from Green Power Denmark TBC (ONLINE)
- Speaker: Gero Scheck, Friedrich Naumann Foundation, Germany
- Speaker: Slavtcho Ivanov, Liberal International, Bulgaria
12:30 Highlights of the event goals and conclusive remarks
- Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
12:40 End of event & lunch with participants TBC
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Taiwan Files – La strada verso le presidenziali
È il 2 gennaio 2019. Xi Jinping prende la parola per un messaggio di inizio anno rivolto ai “compatrioti” di Taiwan, in occasione del 40esimo anniversario del primo messaggio del 1979. Sotto la guida di Deng Xiaoping, allora si era passati dall’utilizzare il termine “liberazione” a quello “riunificazione”. Quattro decadi dopo, è però cambiato tanto. La Repubblica di Cina non è più un regime a partito unico sotto ...
L'articolo Taiwan Files – La strada verso le presidenziali proviene da China Files.
Il Parlamento UE adotta una risoluzione che boccia l’attuale nuovo schema di accordo tra USA ed UE proposto dalla Commissione.
Forse non sarà necessaria una Schrems 3.
Il post completo dal blog di @quinta :ubuntu:
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VIDEO. Gaza. Niente tregua, ucciso un altro comandante militare del Jihad
della redazione
Pagine Esteri, 12 maggio 2023 – Dopo una notte relativamente tranquilla, il fallimento dei negoziati mediati dall’Egitto per il cessate il fuoco tra Israele e il Jihad islami è sfociato in una ripresa dei raid aerei israeliani e dei lanci di razzi da parte dell’organizzazione armata. Questo pomeriggio un attacco aereo israeliano ha ucciso Iyad Al Hasani, un altro comandante militare del Jihad, assieme ad altri due palestinesi. Sale ad almeno 34 il bilancio dei palestinesi uccisi da martedì, giorno di inizio dell’attacco israeliano. Un razzo palestinese ieri ha ucciso un civile israeliano a Rehovot.
Iyad Al Hasani
Questa mattina sono stati sparati razzi anche verso Gerusalemme. La città non è stata raggiunta ma le sirene di allarme sono scattate in vari insediamenti coloniali israeliani nella Cisgiordania occupata, a Beit Shemesh a una ventina di chilometri da Gerusalemme. Itai Blumenthal, corrispondente della tv Kan, sostiene che “Israele fa pressioni sul movimento islamico Hamas, che controlla Gaza, affinché la Jihad fermi il lancio di razzi”.
La tregua intanto si allontana dopo l’interruzione da parte di Israele dei contatti indiretti per una tregua con la Jihad islamica. Secondo i media israeliani, Hamas finora non ha preso parte attiva ai lanci di razzi ma non li ha nemmeno impediti, e starebbe cercando di organizzare proteste in Israele la settimana prossima, quando gli israeliani festeggeranno la ‘Giornata di Gerusalemme’, ovvero l’occupazione della zona araba della città nel 1967. Pagine Esteri
GUARDA IL VIDEO
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Il Parlamento UE approva: sì al taglio delle spese sociali per finanziare le armi | L'Indipendente
"Tutti i partiti italiani del governo di centrodestra hanno votato a favore della proposta, e lo stesso ha fatto il Partito Democratico (insieme a tutto il partito socialista europeo), ad esclusione di due suoi membri. Hanno invece votato contro i parlamentari europei di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle."
Gli USA accusano il Sudafrica di fornire armi a Mosca
di Redazione
Pagine Esteri, 12 maggio 2023 – L’ambasciatore degli Stati Uniti in Sudafrica, Reuben Brigety, ha accusato le autorità di Pretoria di aver fornito armi alla Russia utilizzando una nave cargo “segretamente attraccata” per tre giorni presso una base navale nei pressi di Città del Capo, lo scorso dicembre.
In una dichiarazione rilasciata all’emittente locale “News24”, Brigety ha affermato che gli Stati Uniti sono “sicuri” che le armi siano state caricate sulla nave Lady R – soggetta a sanzioni da parte di Washington – la quale si trovava presso la base navale di Simon’s Town, e trasportate in Russia. Il diplomatico statunitense ha anche aggiunto che una fornitura di armi a Mosca da parte del Sudafrica è una questione “estremamente seria”, mettendo in dubbio la posizione neutrale adottata da Pretoria relativamente al conflitto tra Russia e Ucraina.
«La nave è rimasta attraccata presso la base navale di Simon’s Town dal 6 all’8 dicembre del 2022, ed è stata utilizzata per trasportare armi alla Russia», ha detto Brigety durante una conferenza stampa a Pretoria.
Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha dichiarato che il governo del Sudafrica sta indagando sulla vicenda. «Siamo tutti a conoscenza delle notizie circolate e l’intera questione è in fase di esame. Lasciamo che l’indagine porti i suoi risultati. La questione è in fase di esame e col tempo saremo in grado di parlarne» ha detto il capo dello Stato del paese australe.
Secondo quanto riferito da fonti citate dal “Financial Times”, la nave Lady R – di proprietà di Transmorflot, una società che dallo scorso anno è sottoposta a sanzionida parte degli Stati Uniti – avrebbe spento il suo transponder mentre faceva scalo a Città del Capo dopo un viaggio lungo la costa occidentale dell’Africa. Dopo che la nave ha lasciato il porto, il ministero della Difesa sudafricano non ha fornito dettagli su ciò che la nave trasportasse. Nel gennaio scorso il governo di Pretoria ha ufficialmente negato di aver approvato qualsiasi vendita di armi alla Russia da quando Mosca ha iniziato l’invasione dell’Ucraina nel febbraio del 2022.
Il Sudafricaha dichiarato ufficialmente di essere neutrale nel conflitto in Ucraina, tuttavia ha subito numerose critiche da parte occidentale per la sua vicinanza a Mosca, come dimostrerebbero le esercitazioni navali congiunte con Russiae Cina condotte nel febbraio scorso al largo delle sue coste. Ramaphosa ha anche esteso l’invito al presidente russo Vladimir Putin a partecipare al prossimo vertice dei leader dei cosiddetti Brics in programma a Johannesburg ad agosto.
Il Sudafrica, membro della Corte Penale Internazionale, sarebbe legalmente obbligato ad arrestare Putin se si recasse nel Paese, dopo che il presidente russo è stato condannato dall’organismo internazionale per la deportazione di un certo numero di bambini ucraini nella Federazione Russa. Di recente, però, il Congresso nazionale africano (Anc) – movimento al governo in Sudafrica – ha stabilito che il governo debba ritirarsi dalla Corte Penale Internazionale.
La maggior parte dei paesi africani non hanno condannato l’invasione russa dell’Ucraina o comunque non hanno aderito alle sanzioni imposte a Mosca dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea. Molti stati del continente, inoltre, hanno rafforzato negli ultimi anni le proprie relazioni economiche con Mosca che in cambio implementa un aumento degli investimenti e aumenta indirettamente la propria presenza militare attraverso i continengenti della compagnia privata Wagner. – Pagine Esteri
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Il Lazio destina 23 milioni alle cliniche private in un enorme caso di conflitto d’interesse | L'Indipendentr
"Lo stupore di fronte alla logica neoliberista ha già da tempo lasciato spazio alla consapevolezza. Destinare 23 milioni di euro non per migliorare la sanità pubblica ma per potenziare quella privata è il chiaro segnale del trionfo dell’ideologia che da circa quarant’anni domina su scala globale. Non stupiscono nemmeno i giochi di potere che si nascondono alle spalle di questi massicci investimenti ai privati."
Intervista a Davide Dormino lo scultore autore dell'opera ‘Anything to Say?’ L’opera d’arte per Assange, Snowden e Manning
Dai più piccoli borghi del Belpaese alla Città Eterna, da Parigi all’Est-Europa, dalla vicina Svizzera fino alla terra dei canguri: queste solo alcune delle tappe che dal 2015 Davide Dormino – artista e scultore romano – ha percorso per esporre nelle maggiori piazze la sua opera più importante. Si chiama Anything to Say? ed è una scultura in bronzo a grandezza naturale raffigurante Julian #Assange, Edward #Snowden e Chelsea #Manning, ciascuno in piedi su una sedia. Al loro lato ce n’è una quarta, questa volta vuota per invitare noi spettatori a salire al fianco di coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare le peggiori malefatte dei governi mondiali. Ma quali importanti incontri hanno scaturito l’idea dell’opera? Quanto tempo e sacrifici ci sono voluti per realizzarla?
L'articolo completo
Intervista all’autore di ‘Anything to Say?’ L’opera d’arte per Assange, Snowden e Manning - L'INDIPENDENTE
Dai più piccoli borghi del Belpaese alla Città Eterna, da Parigi all’Est-Europa, dalla vicina Svizzera fino alla terra dei canguri: queste solo alcune delle tappe che dal 2015 Davide Dormino - artista e scultore romano - ha percorso per esporre nelle…Iris Paganessi (Lindipendente.online)
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Ministero dell'Istruzione
ITS: nell’ambito delle riforme previste dal #PNRR il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Conferenza Stato-Regioni e Province Autonome hanno raggiunto l’intesa sui primi tre decreti attuativi della legge 99/22 sul sistema terziario dell’Istruz…Telegram
La mafia è digitale: così la criminalità prolifera sui social network | L'Indipendente
«Le mafie, estremamente abili a trovare metodi all’avanguardia per pubblicizzarsi e comunicare nel mondo digitale, sono sempre più “influencers” della rete. È quanto spiega il nuovo report della Fondazione Magna Grecia, presieduta da Nino Foti, a cura di Marcello Ravveduto (professore di Digital Public History dell’Università di Salerno), in cui sono stati analizzati di 90 GB di video TikTok, due milioni e mezzo di tweet, 20mila commenti a video YouTube e centinaia fra profili e pagine di Facebook e Instagram.»
Clearview AI data use deemed illegal in Austria, however no fine issued
L'utilizzo dei dati di Clearview AI è considerato illegale in Austria, ma non è stata comminata alcuna multa La DPA austriaca ha deciso: Clearview AI, l'azienda che vende software di riconoscimento facciale alle forze dell'ordine negli Stati Uniti, non può più elaborare dati biometrici.
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#30 / Sì, la privacy è un feticcio
Il feticcio della privacy
Il ministero dell’Interno ha recentemente annunciato di voler potenziare l’apparato di sorveglianza italiano introducendo sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle stazioni. Lo scopo è, come sempre, garantire più sicurezza.
Qualche giorno dopo Repubblica ha pubblicato un articolo a firma di Andrea Monti, giurista e professore universitario, intitolato “Il feticcio della privacy e le polemiche sul riconoscimento facciale”.
Se anche tu ami il feticcio della privacy, che aspetti a iscriverti?
Nell’articolo Monti cerca di spiegarci i motivi giuridici e tecnici per cui dovremmo accettare ogni proposta di sorveglianza “per la sicurezza” pacatamente e passivamente: è fuori discussione che il superiore interesse dello Stato e la tutela della collettività non possano essere globalmente limitati “in nome della privacy, dice Monti.
Il prof. Monti non è certo un paladino della privacy, che ha definito come “feticcio” più di una volta, arrivando anche ad affermare che non esiste come diritto autonomo, nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani affermi il contrario. In ogni caso, non è questo il punto.
Il prof. Monti infatti ha ragione da vendere: “opporsi all’impiego di tecnologia per garantire la sicurezza perché qualcuno potrebbe abusarne equivale ad affermare di non avere fiducia nelle istituzioni. Se così fosse, allora la inevitabile conseguenza logica di questa posizione sarebbe il dover entrare in clandestinità per rovesciare uno Stato che ha tradito gli ideali democratici. Chi ha il coraggio di fare un’affermazione del genere lanci il primo tweet”.
La sfiducia verso le “istituzioni” è esattamente il motivo per cui è lecito opporsi alla diffusione incontrollata di tecnologie di sorveglianza nelle nostre città. Di esempi di abuso ce ne sono molti, e non serve guardare lontano per comprendere il modo in cui un governo possa abusare dei suoi poteri di sorveglianza per opprimere determinati gruppi politici o minoranze. E ricordiamolo: la più piccola minoranza al mondo è l’individuo.
E se i governi cambiano nel tempo, ricordiamoci che una telecamera è invece per sempre. Le telecamere nelle nostre città aumentano sempre e non diminuiscono mai: la Cina, che continua a installare telecamere, è arrivata ad averne quasi 600 milioni.
Chi può assicurarci che la fiducia verso le istituzioni venga ripagata? Chi può assicurarci che fra 5, 10, 50 anni i sistemi di sorveglianza costruiti e potenziati nel tempo non saranno mai usati e abusati da qualcuno? Chi può assicurarci che lo Stato, in un determinato momento storico, non abbia il potere e l’incentivo di perseguire e opprimere milioni di persone per ciò che pensano o fanno? D’altronde, la storia ci insegna che è molto facile giustificare qualsiasi atrocità sotto l’egida della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico.
Affermare la supremazia dell’interesse di Stato e della collettività (che non esiste) sui diritti individuali, come la privacy, equivale a dire che alcuni uomini — i più violenti tra noi — hanno il diritto assoluto di disporre totalmente di tutti gli altri, giustificando così qualsiasi abuso e oppressione.
Sì, la privacy è un feticcio — un ostacolo al potere, che altrimenti sarebbe illimitato. È anche l’unico modo per vivere un’esistenza libera e morale. Senza privacy non può esserci alcuna libertà. Alla provocazione del prof. Monti non si può quindi che rispondere così:
We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.—That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed, —That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government.
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Tornano le tessere della fame
Da luglio 2023 saranno attive in Italia ben 1.300.000 “carte acquisti” per la spesa. Saranno postepay ricaricabili e daranno diritto di acquistare fino a €380 di beni alimentari autorizzati dal Ministero. Saranno ad esempio esclusi gli alcolici.
L’attribuzione delle nuove tessere annonarie passerà dai Comuni, che tramite INPS avranno a disposizione l’elenco dei beneficiari. I Comuni dovranno quindi verificare le anagrafiche e le informazioni relative ai nuclei familiari per assegnare le tessere ai più meritevoli — cioè coloro che casualmente possiedono i criteri arbitrari fissati per legge.
E se tra ordine pubblico e privacy vince sempre l’ordine pubblico, lo stesso può dirsi tra welfare e privacy. Ma noi eretici lo sappiamo bene: non esistono pasti gratis, e prima o poi arriverà qualcuno a chiedere il conto.
Exposed
Anche quest’anno torna Privacy Week, che non è più soltanto il più bell’evento nazionale su privacy e tecnologia, ma ora anche una piattaforma per la fruizione di contenuti on-demand come newsletter, podcast, webinar e molto altro.
Intanto è già uscito il primo episodio del nostro podcast: Exposed.
Ascolta il primo episodio di Exposed, il Podcast di Privacy Week
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Meme del giorno
Citazione del giorno
There's no way to rule innocent men. The only power any government has is the power to crack down on criminals. Well, when there aren't enough criminals one makes them. One declares so many things to be a crime that it becomes impossible for men to live without breaking laws. Who wants a nation of law-abiding citizens? What's there in that for anyone?
Ayn Rand
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MA.CA.BRO -MECHANÈ
Secondo disco per i Ma.Ca.Bro, al secolo il duo Stefano Danusso e Cristiano Lo Mele il chitarrista dei Pertubazione, intitolato Mechanè. I due musicisti vantano una lunga militanza sulla scena musicale italiana, e si sono incontrati all’inizio degli anni duemila grazie al musicista Totò Zingaro e da quel momento hanno cominciato a collaborare componendo colonne sonore molto valide come “La passione di Anna Magnani” di Enrico Cerasuolo, “Manuale di storie dei cinema” di Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli,“Linfe” di Lucio Viglierchio, “Incontro con le macchine” di Alessandro Bernard,“Phonetrip” di Moomie. #elettronica #chitarre #minimalismo #colonnesonore #macabro #mechanè @icebergrecords
Ma.Ca.Bro -Mechanè 2023
Ma.Ca.Bro -Mechanè - Ma.Ca.Bro -Mechanè : Una raccolta molto interessante ed intrigante, un lavorio sonoro e mentale che non è facile da trovare di tale livello. - Ma.Ca.BroMassimo Argo (In Your Eyes ezine)
Pier Paolo Pasolini - Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia - 10/06/1974
2 giugno: sull'«Unità» in prima pagina c'è il titolo delle grandi occasioni e suona: «Viva la repubblica antifascista.»
Certo, viva la repubblica antifascista. Ma che senso reale ha questa frase? Cerchiamo di analizzarlo.
Essa in concreto nasce da due fatti, che la giustificano del resto pienamente: 1) La vittoria schiacciante del «no» il 12 maggio, 2) la strage fascista di Brescia del 28 dello stesso mese.
La vittoria del «no» è in realtà una sconfitta non solo di Fanfani e del Vaticano, ma, in certo senso, anche di Berlinguer e del partito comunista. Perché? Fanfani e il Vaticano hanno dimostrato di non aver capito niente di ciò che è successo nel nostro paese in questi ultimi dieci anni: il popolo italiano è risultato - in modo oggettivo e lampante - infinitamente più «progredito» di quanto essi pensassero, puntando ancora sul vecchio sanfedismo contadino e paleoindustriale.
Ma bisogna avere il coraggio intellettuale di dire che anche Berlinguer e il partito comunista italiano hanno dimostrato di non aver capito bene cos'è successo nel nostro paese negli ultimi dieci anni. Essi infatti non volevano il referendum; non volevano la «guerra di religione» ed erano estremamente timorosi sull'esito positivo delle votazioni. Anzi, su questo punto erano decisamente pessimisti. La «guerra di religione» è risultata invece poi un'astrusa, arcaica, superstiziosa previsione senza alcun fondamento.
Gli italiani si sono mostrati infinitamente più moderni di quanto il più ottimista dei comunisti fosse capace di immaginare. Sia il Vaticano che il Partito comunista hanno sbagliato la loro analisi sulla situazione «reale» dell'Italia.
Sia il Vaticano che il partito comunista hanno dimostrato di aver osservato male gli italiani e di non aver creduto alla loro possibilità di evolversi anche molto rapidamente, al di là di ogni calcolo possibile.
Ora il Vaticano piange sul proprio errore. Il pci invece, finge di non averlo commesso ed esulta per l'insperato trionfo.
Ma è stato proprio un vero trionfo?
Io ho delle buone ragioni per dubitarne. Ormai è passato quasi un mese da quel felice 12 maggio e posso perciò permettermi di esercitare la mia critica senza temere di fare del disfattismo inopportuno.
La mia opinione è che il cinquantanove per cento dei «no», non sta a dimostrare, miracolisticamente, una vittoria del laicismo, del progresso e della democrazia: niente affatto: esso sta a dimostrare invece due cose:
1) che i «ceti medi» sono radicalmente - direi antropologicamente - cambiati: i loro valori positivi non sono più i valori sanfedisti e clericali ma sono i valori (ancora vissuti solo esistenzialmente e non «nominati») dell'ideologia edonistica del consumo e della conseguente tolleranza modernistica di tipo americano. E' stato lo stesso Potere - attraverso lo «sviluppo» della produzione di beni superflui, l'imposizione della smania del consumo, la moda, l'informazione (soprattutto, in maniera imponente, la televisione) - a creare tali valori, gettando a mare cinicamente i valori tradizionali e la Chiesa stessa, che ne era il simbolo.
2) che l'Italia contadina e paleoindustriale è crollata, si è disfatta, non c'è più, e al suo posto c'è un vuoto che aspetta probabilmente di essere colmato da una completa borghesizzazione, del tipo che ho accennato qui sopra (modernizzante, falsamente tollerante, americaneggiante ecc.).
Il «no» è stato una vittoria, indubbiamente. Ma la reale indicazione che esso dà è quella di una «mutazione» della cultura italiana: che si allontana tanto dal fascismo tradizionale che dal progressismo socialista.
Se così stanno le cose, allora, che senso ha la «strage di Brescia» (come già quella di Milano)? Si tratta di una strage fascista, che implica dunque una indignazione antifascista? Se son le parole che contano, allora bisogna rispondere positivamente. Se sono i fatti allora la risposta non può essere che negativa; o per lo meno tale da rinnovare i vecchi termini del problema.
L'Italia non è mai stata capace di esprimere una grande Destra. E' questo, probabilmente, il fatto determinante di tutta la sua storia recente. Ma non si tratta di una causa, bensì di un effetto. L'Italia non ha avuto una grande Destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla. Essa ha potuto esprimere solo quella rozza, ridicola, feroce destra che è il fascismo. In tal senso il neo-fascismo parlamentare è la fedele continuazione del fascismo tradizionale. Senonché, nel frattempo, ogni forma di continuità storica si è spezzata. Lo «sviluppo», pragmaticamente voluto dal Potere, si è istituito storicamente in una specie di epoché, che ha radicalmente «trasformato», in pochi anni, il mondo italiano.
Tale salto «qualitativo» riguarda dunque sia i fascisti che gli antifascisti: si tratta infatti del passaggio di una cultura, fatta di analfabetismo (il popolo) e di umanesimo cencioso (i ceti medi) da un'organizzazione culturale arcaica, all'organizzazione moderna della «cultura di massa». La cosa, in realtà, è enorme: è un fenomeno, insisto, di «mutazione» antropologica. Soprattutto forse perché ciò ha mutato i caratteri necessari del Potere. La «cultura di massa», per esempio, non può essere una cultura ecclesiastica, moralistica e patriottica: essa è infatti direttamente legata al consumo, che ha delle sue leggi interne e una sua autosufficienza ideologica, tali da creare automaticamente un Potere che non sa più che farsene di Chiesa, Patria, Famiglia e altre ubbìe affini.
L'omologazione «culturale» che ne è derivata riguarda tutti: popolo e borghesia, operai e sottoproletari. Il contesto sociale è mutato nel senso che si è estremamente unificato. La matrice che genera tutti gli italiani è ormai la stessa. Non c'è più dunque differenza apprezzabile - al di fuori di una scelta politica come schema morto da riempire gesticolando - tra un qualsiasi cittadino italiano fascista e un qualsiasi cittadino italiano antifascista. Essi sono culturalmente, psicologicamente e, quel che è più impressionante, fisicamente, interscambiabili. Nel comportamento quotidiano, mimico, somatico non c'è niente che distingua - ripeto, al di fuori di un comizio o di un'azione politica - un fascista da un antifascista (di mezza età o giovane: i vecchi, in tal senso possono ancora esser distinti tra loro). Questo per quel che riguarda i fascisti e gli antifascisti medi. Per quel che riguarda gli estremisti, l'omologazione è ancor più radicale.
A compiere l'orrenda strage di Brescia sono stati dei fascisti. Ma approfondiamo questo loro fascismo. E' un fascismo che si fonda su Dio? Sulla Patria? Sulla Famiglia? Sul perbenismo tradizionale, sulla moralità intollerante, sull'ordine militaresco portato nella vita civile? O, se tale fascismo si autodefinisce ancora, pervicacemente, come fondato su tutte queste cose, si tratta di un'autodefinizione sincera? Il criminale Esposti - per fare un esempio - nel caso che in Italia fosse stato restaurato, a suon di bombe, il fascismo, sarebbe stato disposto ad accettare l'Italia della sua falsa e retorica nostalgia? L'Italia non consumistica, economa e eroica (come lui la credeva)? L'Italia scomoda e rustica? L'Italia senza televisione e senza benessere? L'Italia senza motociclette e giubbotti di cuoio? L'Italia con le donne chiuse in casa e semi-velate? No: è evidente che anche il più fanatico dei fascisti considererebbe anacronistico rinunciare a tutte queste conquiste dello «sviluppo». Conquiste che vanificano, attraverso nient'altro che la loro letterale presenza -
divenuta totale e totalizzante - ogni misticismo e ogni moralismo del fascismo tradizionale.
Dunque il fascismo non è più il fascismo tradizionale. Che cos'è, allora?
I giovani dei campi fascisti, i giovani delle SAM, i giovani che sequestrano persone e mettono bombe sui treni, si chiamano e vengono chiamati «fascisti»: ma si tratta di una definizione puramente nominalistica. Infatti essi sono in tutto e per tutto identici all'enorme maggioranza dei loro coetanei. Culturalmente, psicologicamente, somaticamente - ripeto - non c'è niente che li distingua. Li distingue solo una «decisione» astratta e aprioristica che, per essere conosciuta, deve essere detta. Si può parlare casualmente per ore con un giovane fascista dinamitardo e non accorgersi che è un fascista. Mentre solo fino a dieci anni fa bastava non dico una parola, ma uno sguardo, per distinguerlo e riconoscerlo.
Il contesto culturale da cui questi fascisti vengono fuori è enormemente diverso da quello tradizionale. Questi dieci anni di storia italiana che hanno portato gli italiani a votare «no» al referendum, hanno prodotto - attraverso lo stesso meccanismo profondo - questi nuovi fascisti la cui cultura è identica a quella di coloro che hanno votato «no» al referendum.
Essi sono del resto poche centinaia o migliaia: e, se il governo e la polizia l'avessero voluto, essi sarebbero scomparsi totalmente dalla scena già dal 1969.
Il fascismo delle stragi è dunque un fascismo nominale, senza un'ideologia propria (perché vanificata dalla qualità di vita reale vissuta da quei fascisti), e, inoltre, artificiale: esso è cioè voluto da quel Potere, che dopo aver liquidato, sempre pragmaticamente, il fascismo tradizionale e la Chiesa (il clerico-fascismo che era effettivamente una realtà culturale italiana) ha poi deciso di mantenere in vita delle forze da opporre - secondo una strategia mafiosa e da Commissariato di Pubblica Sicurezza - all'eversione comunista. I veri responsabili delle stragi di Milano e di Brescia non sono i giovani mostri che hanno messo le bombe, né i loro sinistri mandanti e finanziatori. Quindi è inutile e retorico fingere di attribuire qualche reale responsabilità a questi giovani e al loro fascismo nominale e artificiale. La cultura a cui essi appartengono e che contiene gli elementi per la loro follia pragmatica è, lo ripeto ancora una volta, la stessa dell'enorme maggioranza dei loro coetanei. Non procura solo a loro condizioni intollerabili di conformismo e di nevrosi, e quindi di estremismo (che è appunto la conflagrazione dovuta alla miscela di conformismo e nevrosi).
Se il loro fascismo dovesse prevalere, sarebbe il fascismo di Spinola, non quello di Caetano: cioè sarebbe un fascismo ancora peggiore di quello tradizionale, ma non sarebbe più precisamente fascismo. Sarebbe qualcosa che già in realtà viviamo, e che i fascisti vivono in modo esasperato e mostruoso: ma non senza ragione.
pubblicato sul Corriere della Sera il 10 giugno 1974 con il titolo «Gli italiani non sono più quelli»
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in reply to Informa Pirata • • •io credo che bisogna inventare una serie di nuove licenze che proteggano dall'uso improprio dei dati. Ad esempio come quando mandi il tuo curriculum ad un datore di lavoro, ad esempio si potrebbe usare una lincenza no-mml-ai (è una licenza di fantasia).
Ma poi che succederà quando le AI avranno preso il monopolio digitale e sapranno chi ha parlato male (come il sottoscritti) o bene? Inizieranno a farci la rappresaglia perché siamo d'intralcio al sistema?
Informa Pirata
in reply to ❄️ freezr ❄️ • •❄️ freezr ❄️
in reply to Informa Pirata • • •@Shamar@qoto.org
😂
Mettiamo un po' d'ordine: le "Licenze Rompi Cazzi" dette anche RCL hanno tre varianti:
RCL.1 — è la meno stringente, chiunque (essere umano o macchina) può leggere e usare il contenuto come gli pare ma se lo deve scordare dopo 2 minuti, una macchina la può solo tenere per il tempo consentito nella memoria RAM; in aggiunta non può essere letto o analizzato due volte di seguito nello stesso giorno. La RCL.1H è una variante specifica che si applica solo agli esseri umani e congiuntamente alla RCL.3.
RCL.2 — è la RompiCazzi per definizione: un AI e qualsiasi altro strumento surrogato, diretto e indiretto, non può usare il tuo contenuto per nessuna ragione, nemmeno se viene autorizzato dallo stesso autore, "ex ante" ed "ex post".
RCL.3: è una estensione della seconda, e oltre ad applicare la RCL 2, vieta a qualunque essere umano e a qualunque macchina di divugarne il contenuto ad un'altra AI e surrogati. Quando lo si divulga ad altro essere umano si può decidere di applicare una RCL.1H.
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Shamar
in reply to ❄️ freezr ❄️ • • •@freezr
La #HackingLicense è più subdola: puoi farci quello che vuoi, ma tutto ciò che produci (incluso l'output o un "modello AI") deve essere distribuito sotto la stessa licenza.
monitora-pa.it/LICENSE.txt
@informapirata
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