Ted Kaczynski, le élites globaliste, e te
Il 10 giugno 2023 è morto in carcere Theodore Kaczynski1, all’età di 81 anni. Nonostante i suoi crimini violenti, Ted fu probabilmente uno dei pochi a comprendere davvero il mondo contemporaneo ed ebbe la capacità di descriverlo chiaramente nel suo manifesto: “The Industrial Society and its future2”.
Ted ce l’aveva a morte con la “la rivoluzione industriale e le sue conseguenze”, sosteneva che gli avanzamenti tecnologici hanno aumentato le aspettative di vita ma allo stesso tempo hanno “destabilizzato la società e reso le nostre vite vuote, insoddisfacenti e indignitose”.
Secondo Ted, una delle manifestazioni più evidenti del dilagante disagio moderno è ciò che lui, già nel 1992, definiva “leftism”. Con questo termine non voleva in realtà indicare una specifica corrente politica di sinistra, ma qualcosa di più ampio e frammentato, che però fa riferimento a tutte le nuove ideologie collettiviste, anti-individualiste e politically correct.
In effetti, se una volta il marxismo e la sinistra erano sinonimi di rivoluzione per lo scardinamento delle istituzioni borghesi, oggi la “sinistra” è un insieme di correnti e ideologie diverse che proliferano grazie all’attivismo politico woke, LGBTQI+, ambientalista e così via — finanziato dalle stesse élite che una volta si prefiggevano di combattere.
Potremmo dire, usando le parole di Ayn Rand, che i “lefitsts” sono portatori di un “pensiero tribale” tipicamente collettivista che li spinge ad agire e pensare all’unisono, anche senza alcuna pianificazione centrale.
Fateci caso, il fenomeno è sempre più evidente: non appena si manifesta un evento catalizzatore, masse di persone si conformano automaticamente a questo o quel pensiero unico. Ad esempio, quante persone conoscete che da un momento all’altro hanno deciso di indicare i loro pronomi sui social network — come se fossero in cerca di una identità perduta?
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L’identità perduta
Credo che il tema dell’identità sia in effetti centrale nei fenomeni collettivisti descritti da Ted e di cui siamo circondati. Un aiuto per comprenderlo meglio potrebbe arrivare da due opere molto diverse tra loro ma che condividono il tema dell’identità: il romanzo “Catcher in the Rye” di J.D. Salinger e l’anime giapponese “Ghost in the Shell: Stand Alone Complex”.
I thought what I'd do was, I'd pretend I was one of those deaf-mutes.3
Holden è un adolescente alienato e disincantato. Preferisce distanziarsi dagli altri e da un mondo che percepisce come falso. Ogni tanto pensa che sarebbe meglio essere un sordomuto, per isolarsi totalmente dalla società, evitare interazioni con il prossimo e smettere di sforzarsi di comprendere il mondo intorno a lui.
#laFLEalMassimo – Episodio 96 – Draghi, Ucraina e futuro dell’UE
Se nello scorso episodio mi sono compiaciuto per i riferimenti all’ingiusta invasine dell’Ucraina nelle considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, vorrei aprire questo evidenziando come anche il recente discorso tenuto da Mario Draghi al MIT di Boston ha visto questa tematica come elemento centrale e punto di partenza per tutte le considerazioni sul futuro degli equilibri internazionali e dell’unione Euroea.
Dunque non è una mia fissazione, ma anche illustri banchieri centrali e illuminati osservatori indipendenti da qualsisi interesse politico e di parte concordano sulla centralità della questione Ucraina come determinante fondamentale per il futuro di tutte le società aperte.
Con la usuale chiarezza e lucidità Draghi ci ha ricordato che l’Ucraina deve vincere e deve entrare a far parte della Nato e dell’Unione Europea. Questo insieme di stati che di fronte all’aggressione russa è riuscita a trovare una rara unità di intenti, ma che ha ancora molta strada da fare in tema di difesa comune, necessaria per supportare e integrare l’operato della NATO e per bilanciare gli equilibri internazionali messi in discussione dal folle espansionismo russo.
Ci attende un futuro complicato, fatto di tassi di interesse e di inflazione probabilmente più elevati della media degli ultimi decenni, margini di manovra più ridotti per la politica fiscale e la necessità di affrontare enormi sfide di carattere sociale, politico ed economico dal cambiamento climatico all’intelligenza artificiale. La strada che ci porta in quel futuro parte dal sostegno che saremo in grado di dare oggi all’Ucraina in una battaglia dove la posta in gioco, per chi non l’avesse ancora capito è la nostra libertà e il nostro futuro.
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Italia-Germania, tutte le occasioni di cooperazione nella Difesa. Paper Iai
Mentre scriviamo, in Europa si sta consumando una guerra su larga scala che vede una potenza nucleare nel ruolo di aggressore. Crimini di guerra contro i civili vengono commessi su vasta scala e, a fine giugno 2023, più di otto milioni di profughi hanno attraversato i confini comunitari per cercare rifugio nell’Ue Secondo la Corte europea dei diritti dell’uomo, l’invasione immotivata dell’Ucraina da parte della Russia rappresenta probabilmente la più grande sfida ai diritti umani mai lanciata dopo la Seconda guerra mondiale. La guerra ha deteriorato la sicurezza globale e l’ambiente macroeconomico globale, mentre l’inflazione, l’emergenza alimentare e l’aggravarsi della crisi climatica si rafforzano a vicenda.
Alla luce di tutto ciò, gli attuali assetti di difesa dell’Ue sono al momento insufficienti per rafforzare un pilastro europeo nella Nato, per non parlare di lasciare la porta aperta a una vera autonomia strategica. Gli obiettivi pratici fissati dalla Bussola Strategica nel 2022 (come la creazione di un contingente rapidamente schierabile di 5.000 unità) sono evidentemente inadatti ad affrontare le principali sfide militari convenzionali provenienti dalla Russia, ma anche da un potenziale conflitto a Taiwan o nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa.
Consapevole di questa situazione, nel 2022 la Commissione Ue ha lanciato l’European Defence Industry Reinforcement through Common Procurement Act (Edirpa), uno strumento che dovrebbe veicolare progetti di acquisizione comuni di armi, mezzi e munizioni fornendo agli Stati membri disposti a cooperare sia incentivi finanziari che una piattaforma di approvvigionamento comune.
L’effetto di questa nuova strategia per stimolare l’industria della Difesa europea rimane ancora tutto da vedere e dipenderà in larga misura dalla sua attuazione; l’impatto di istituzioni come il Fondo europeo per la Difesa e Edirpa saranno comunque limitati se gli stanziamenti saranno destinati a un’ulteriore frammentazione degli assetti militari e a ulteriori duplicazioni capacitive nei vari domini.
L’Italia e la Germania sembrano essere sul punto di firmare un “Piano d’azione italo-tedesco” per l’espansione della cooperazione bilaterale, che si prevede comprenderà una serie di questioni che spaziano dalle questioni industriali alla politica estera. Tra i settori di cooperazione previsti, la difesa è uno dei più importanti. Le due nazioni sono infatti pilastri della base industriale e tecnologica della difesa europea e ospitano rinomati “prime contractor” come Leonardo, Rheinmetall, ThyssenKrupp AG e Fincantieri. Gli investimenti di queste due nazioni in acquisizioni, ricerca e sviluppo rappresentano una parte significativa delle spese militari totali europee. Questa posizione privilegiata nel panorama dell’Ue rende ancora più significativo l’impegno di Roma e Berlino ad aumentare le spese militari come reazione all’aggressione russa.
Esistono tuttavia differenze nelle priorità strategiche dei due Paesi. I crescenti investimenti italiani nella difesa nell’ultimo decennio si sono concentrati principalmente sul miglioramento della capacità delle forze armate di proiettare potenza nel “Mediterraneo allargato”, creando ad esempio il gruppo d’assalto di portaerei Cavour e un gruppo da sbarco anfibio. La Germania, invece, sta enfatizzando il ritorno alla difesa del territorio: ha recentemente (ri)istituito strutture come un quartier generale territoriale (Territorialen Führungskommando) per le operazioni interne e il supporto logistico alle operazioni alleate in Europa, mettendo il fianco orientale in primo piano nella sua visione strategica.
La guerra in Ucraina sta comunque offrendo alle due nazioni l’opportunità di sfruttare la loro complementarietà in diversi settori, a partire da importanti investimenti per colmare basilari lacune capacitive nella difesa aerea terrestre, da una maggiore attenzione alle tecnologie a duplice uso e dalla promozione di un processo di approvvigionamento più integrato che dia priorità alle munizioni e allo sviluppo di fattori abilitanti strategici come le capacità cibernetiche e spaziali.
I due Paesi dovrebbero inoltre impegnarsi in acquisizioni congiunte, in quanto unico modo per preservare e potenziare la base industriale e tecnologica di difesa europea in seguito a un’impennata senza precedenti della domanda di beni militari. Lo scalpore suscitato in Francia e in Italia dall’iniziativa tedesca European Sky Shield, che sembra favorire i sistemi di difesa missilistica terrestre di produzione statunitense e israeliana a scapito dei loro omologhi europei, è indicativo: in caso di emergenza, oggi ci sono pochi possibili partner commerciali che potrebbero essere coinvolti in acquisti comuni senza compromettere esistenti piani di sviluppo a medio e lungo termine. Pertanto, una cooperazione rafforzata nel campo delle acquisizioni consentirebbe una comunicazione più trasparente con i partner internazionali, promuovendo l’eccellenza delle due industrie nazionali senza alimentare spinte protezionistiche che sprecherebbero risorse (o efficienza) in progetti poco lungimiranti.
L’Italia e la Germania ospitano un gran numero di piccole e medie imprese (PMI) nel settore della difesa, che spesso detengono le chiavi del vantaggio competitivo delle due nazioni in settori quali la sensoristica e la guerra elettronica e cibernetica. Entrambe le nazioni hanno interesse a influenzare i programmi europei, come l’Edf, per stimolare più efficacemente l’innovazione all’interno dei rispettivi ecosistemi della difesa.
Allo stesso modo, i due Paesi dovrebbero creare sinergie all’interno delle iniziative finanziate dall’Edf. L’Italia e la Germania stanno già lavorando insieme al programma MALE RPAS (European medium-altitude, long endurance, remotely piloted aircraft system), un progetto Pesco cofinanziato dall’Edf e gestito dall’Occar che ha l’obiettivo di dotare l’Europa di un sistema di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) moderno e competitivo. È interessante notare che entrambi i Paesi condividono sensibilità simili quando si tratta di impiegare droni armati, nonostante l’Italia abbia deciso di armare i propri droni senza il decennale dibattito parlamentare e pubblico che ha caratterizzato la decisione della Germania di dotare i propri droni Heron TP di armi. Inoltre, sia Roma che Berlino sono estremamente caute quando si tratta di automazione, e gli interlocutori militari di entrambi i Paesi sottolineano l’importanza di mantenere un controllo umano.
Lo spazio è un’altra area di potenziale cooperazione. La protezione degli asset italiani (difesa da attacchi cinetici e minacce informatiche) è un tema centrale della Strategia nazionale di sicurezza spaziale che Roma ha elaborato nel 2019. La cooperazione con Berlino potrebbe rafforzare le complementarietà nei settori con una forte componente elettronica. Le due nazioni stanno lavorando congiuntamente su fattori abilitanti strategici attraverso il Defence of Space Assets (DoSA), un’iniziativa Pesco il cui obiettivo è fornire addestramento per operazioni militari spaziali, resilienza spaziale oltre che accesso e svolgimento di operazioni nello spazio. Entrambi questi progetti – ovviamente avviati prima dello scoppio della guerra in Ucraina – sono evidentemente legati alle prossime sfide di difesa che l’Europa, e quindi i due Paesi, si troveranno ad affrontare in un prossimo futuro.
La cooperazione è realizzabile anche nel campo dell’elettronica, che comporta capacità intersettoriali con benefici dual-use per il settore civile. A questo proposito, l’acquisizione della tedesca Hensoldt da parte di Leonardo è incoraggiante, perché potrebbe facilitare la creazione di economie di scala nel settore e aprire la strada a nuove collaborazioni in altri settori. In particolare, si potrebbe ipotizzare un sostegno reciproco nei settori dell’avionica, del teaming manned-unmanned e delle tecnologie combat cloud. Data la decisione della Germania di acquistare i jet multiruolo F-35 per sostituire la sua obsoleta flotta di Tornado, Berlino potrebbe trarre grande vantaggio dalle relazioni speciali di Roma con le industrie aerospaziali statunitensi e britanniche, nonché dalla sua esperienza nel programma F-35 attraverso lo stabilimento di produzione di Cameri.
Un altro settore in cui la cooperazione dovrebbe essere rafforzata è quello delle tecnologie subacquee. In questo campo, le aziende italiane e tedesche stanno già collaborando e la realizzazione del sottomarino U212 NFS è un buon esempio dei brillanti risultati che si possono ottenere insieme. La collaborazione tra Fincantieri e ThyssenKrupp potrebbe essere approfondita anche in considerazione del crescente interesse per l’ambiente sottomarino e per la ricerca sui veicoli subacquei senza pilota (Uuv). La necessità di proteggere le infrastrutture critiche dei fondali marini nel bacino del Mediterraneo rende l’Italia un partner interessante per la Germania, che è particolarmente allarmata per il possibile riproporsi di un sabotaggio simile a quello del Nord Stream. L’istituzione della Cellula di protezione delle infrastrutture critiche sottomarine della Nato, guidata dalla Germania, potrebbe offrire ulteriori possibilità di cooperazione bilaterale e multilaterale in questo senso.
La Germania e l’Italia dovrebbero collaborare di più anche per quanto riguarda i sistemi terrestri, in particolare carri armati e veicoli meccanizzati. La Germania ha una forte leadership europea in questo settore, mentre l’Italia ha alcune esperienze positive con il Centauro e una nicchia non trascurabile di produzione di torrette. La sfida sarà quella di facilitare la partecipazione italiana al progetto Main Ground Combat System (Mgcs), gestito dal consorzio franco-tedesco Knds. Dal punto di vista tedesco, l’Mgcs dovrebbe favorire un consolidamento a livello europeo delle tecnologie e della produzione di sistemi terrestri. Un contributo italiano, con l’adesione al consorzio e la sua trasformazione in una vera e propria iniziativa europea, sarebbe particolarmente opportuno vista l’urgente necessità dell’Italia di modernizzare la propria flotta corazzata, ma anche di aumentare le capacità produttive complessive dell’Europa e di soddisfare la crescente domanda continentale di carri armati. Inoltre, l’Italia sta attualmente esaminando le opzioni per la creazione di un nuovo polo per i sistemi terrestri, al fine di razionalizzare l’attuale catena di fornitura industriale e acquistare un successore del veicolo da combattimento di fanteria (IFV) Dardo. L’offerta di Rheinmetall di produrre il suo nuovo IFV Lynx in partnership con aziende italiane all’interno dei confini nazionali dovrebbe essere considerata con attenzione, al fine di promuovere le necessarie economie di scala in questo settore.
Un’altra allettante area di cooperazione bilaterale per Berlino potrebbe essere una partnership volta a sostenere la decisione di rendere la Bundeswehr più ecologica. La Germania ha già dimostrato una crescente consapevolezza dell’impatto ambientale delle sue attività militari. Questa correlazione è riconosciuta sia dalla Nato che dall’Ue e si ritiene che sia particolarmente significativa in tre campi (elencati in ordine decrescente di importanza): l’inquinamento statico prodotto dalle caserme e da altri edifici della difesa; l’inquinamento generato dai sistemi stessi e dalla mobilità militare; la dispersione di munizioni o altri rifiuti, in particolare in mare. L’Italia, da parte sua, ha già elaborato una strategia per affrontare il dilemma tra difesa e transizione ecologica. La parte più importante di questa strategia consiste in un piano per controllare l’approvvigionamento energetico di tutte le installazioni militari sul territorio italiano, rinnovare le infrastrutture vitali per la difesa e aumentare la sostenibilità della mobilità militare. La ricerca di fonti energetiche alternative per le forze armate, come i pannelli solari, potrebbe ridurre la dipendenza delle basi operative avanzate dalle forniture di petrolio, che sono particolarmente suscettibili agli attacchi della guerriglia quando sono dislocate in territori contesi.
La cosiddetta Zeitenwende si sta rivelando tutt’altro che facile da rispettare per la Germania, mentre l’Italia deve ancora dimostrare di percepire l’urgenza di un cambio di passo nella spesa per la difesa. In questa situazione, la cooperazione tra i due Stati può contribuire ad alleggerire il peso imposto dai cambiamenti radicali che entrambi i Paesi dovranno attuare nelle loro politiche di difesa. I bilanci della difesa di entrambi i Paesi sono attualmente in fase di aumento, ma se da un lato ciò si è reso necessario dopo un lungo periodo di sottofinanziamento delle rispettive forze armate, dall’altro comporta alcuni rischi. Il pericolo principale è che sia Berlino che Roma utilizzino il concetto di autonomia strategica europea per placare i propri campioni industriali nazionali, anziché attuare effettivamente i piani di rafforzamento delle iniziative di difesa dell’Ue. Nonostante alcuni segnali positivi, non si sa quanto del fondo speciale tedesco da 100 miliardi di euro sarà investito in progetti multinazionali di armamento strategico. Rischi analoghi sono presenti in Italia, che ha un forte bisogno di ricostituire le proprie scorte dopo le ultime spedizioni in Ucraina.
L’autentico impegno europeo delle due nazioni dovrebbe inevitabilmente tradursi in sforzi congiunti, a partire dal progresso tecnologico e industriale. Italia e Germania si sono dichiarate disponibili ad aumentare le spese per la difesa al 2% del Pil, come concordato al vertice Nato del 2014 in Galles. Questa vecchia soglia, che dopo il 24 febbraio 2022 è diventata un punto di partenza piuttosto che un traguardo per molti all’interno dell’Alleanza, non migliorerà necessariamente il profilo di difesa dell’Ue. Al contrario, aumenti nazionali delle spese di difesa, se non coordinati, possono paradossalmente essere dannosi per l’autonomia strategica dell’Ue. A seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la necessità impellente di molti Paesi dell’Ue di acquistare o aggiornare le armi ha un impatto negativo sulla base industriale europea. In futuro, i Paesi inclini alla cooperazione, come Germania e Italia, dovrebbero massimizzare il potenziale delle sinergie strategiche, industriali e culturali nel settore della difesa. Questa cooperazione dovrebbe iniziare come uno sforzo bilaterale nel quadro del prossimo Piano d’azione italo-tedesco e, quando possibile, tradursi in iniziative bilaterali nell’industria della difesa. Avviare progetti pragmatici e generare realtà industriali e politiche è il metodo più efficace per far progredire l’integrazione europea. Questo obiettivo può essere raggiunto più facilmente partendo da una prospettiva bilaterale, pur rimanendo aperti all’eventuale partecipazione di altre nazioni dell’Ue.
Link alla ricerca originale (in inglese)
Finita l’era Djukanovic il Montenegro va alle elezioni anticipate
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di Redazione
Pagine Esteri, 10 giugno 2023 – Si svolgono domani 11 giugno le elezioni parlamentari straordinarie in Montenegro, che vedono in lizza 15 tra partiti politici – alcuni dei quali in rappresentanza delle minoranze bosniache, croate e albanesi – e coalizioni che si contenderanno gli 81 seggi dell’assemblea legislativa. Al voto sono chiamati i circa 540 mila aventi diritto della piccola repubblica adriatica.
La decisione di indire le elezioni anticipate è stata presa dall’ex presidente del Montenegro, Milo Djukanovic, il 17 marzo scorso, due giorni prima del primo turno delle elezioni presidenziali che il padre padrone della repubblica ex jugoslava ha poi perso, al ballottaggio del 2 aprile, in favore del principale sfidante Jakov Milatovic.
L’appuntamento elettorale di domani è il terzo in appena nove mesi, e dovrebbe suggellare la fine del dominio incontrastato di Djukanovic che durava da oltre trent’anni.
La campagna elettorale si è infiammata negli ultimi giorni a causa di alcuni allarmi bomba, rivelatisi poi infondati, registrati in diverse scuole, tribunali e nella sede del Parlamento, ma soprattutto in seguito alla lettera che il cittadino sudcoreano “ex re delle criptovalute” Do Kwon ha spedito ai funzionari montenegrini in cui descrive il suo presunto rapporto d’affari con il leader del movimento “Pes” Milojko Spajic, che secondo le previsioni potrebbe essere il futuro primo ministro del Montenegro. Nel febbraio scorso Do Kwon è stato accusato negli Usa di frode finanziaria per via della bancarotta da 40 miliardi di dollari delle sue criptovalute TerraUSD e Luna risalente al 2021.
Tra i temi di scontro nella campagna elettorale ha primeggiato anche il consistente indebitamento della repubblica balcanica con la Cina; un rapporto del 2021 del Centro per il giornalismo investigativo (Cin) di Podgorica sosteneva che ogni cittadino deve mediamente più di mille euro a Pechino. Il debito riguarda in particolare il credito fornito da “Export-Import Bank of China” – circa 130 milioni di euro – per costruire l’autostrada che dal porto di Bar conduce a Boljare, al confine con la Serbia.
Come detto, dopo il successo delle precedenti elezioni amministrative e presidenziali, i sondaggi prevedono che il Pes (Europa Adesso), che spinge per l’adesione del Montenegro all’Unione europea e da cui proviene il neopresidente Jakov Milatovic, possa conquistare il maggior numero di voti alle elezioni parlamentari ed avere quindi un ruolo chiave nella formazione del governo.
Il Pes i suoi alleati hanno incentrato la propria propaganda su alcune misure economiche, come l’aumento dei salari, la riduzione dell’orario di lavoro, l’aumento della pensione minima a 450 euro e consistenti investimenti economici in alcuni settori dell’industria.
Dietro ad Europa Adesso che dovrebbe conquistare circa il 30% dei consensi, dovrebbe piazzarsi il Partito democratico dei socialisti che stavolta non è guidato da Milo Djukanovic, dimessosi dopo la sconfitta alle presidenziali, e che dovrebbe conquistare circa il 20% con la coalizione Zajedno [Insieme] formata con i Socialdemocratici, il Partito liberale e l’Unione democratica degli albanesi.
L’attuale primo ministro Dritan Abazovic e il suo movimento civico Ura che sono in un’alleanza centrista con i Democratici (Ds) dovrebbero ottenere invece tra il 10 e il 15%.
Alla vigilia delle elezioni, il Fronte democratico, il principale blocco filo-serbo, ha cessato di esistere come coalizione perché il “Movimento per il cambiamento” (Pzp) di Nebojsa Medojevic ha abbandonato la coalizione. Gli altri membri, che sostengono il ritiro del Paese dalla Nato e la revoca delle sanzioni contro la Russia, si presentano insieme e dovrebbero ottenere tra il 10 e il 15%. – Pagine Esteri
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Serve la giustizia
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A Difesa dell’industria. Cosa insegna il caso del cargo turco
La polizia giudiziaria – Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria e Roan della Guardia di finanza e Squadra Mobile di Napoli – hanno denunciato a piede libero tre dei 15 immigrati che erano a bordo della nave turca per porto d’armi. I due coltelli e il taglierino trovati sono stati sequestrati. I 13 uomini saranno accompagnati in un centro di accoglienza; le due donne, una incinta, sono invece in ospedale per accertamenti. La parola passa ora alla Procura: rimane in piedi l’ipotesi dirottamento che nei prossimi giorni sarà valutata dal sostituto procuratore Enrica Parascandolo.
LE INDAGINI
Polizia e Gdf hanno ascoltato nella notte, in Questura, il comandante della nave e i 15 immigrati. Il comandante ha riferito agli inquirenti di aver visto due di loro armati di coltello che si aggiravano nella zona macchine della nave dove però non sono riusciti a entrare. A questo punto i due si sono ricongiunti con gli altri. Per questo motivo ha lanciato l’allarme: non è chiaro l’uso che volessero fare dei coltelli.
LA NAVE RIMANE A NAPOLI
La nave Galata Seaway, che era diretta in Francia, resterà per il momento a Napoli, dove è stata scortata ieri sera dopo l’intervento dei marò del San Marco. Nei confronti dei 15 immigrati – che hanno detto di essere siriani, iracheni e afghani – verranno applicate le procedure ordinarie previste per i migranti, in attesa delle valutazioni che la Procura di Napoli farà nei prossimi giorni.
IL COMMENTO DI TORLIZZI
Il tentato dirottamento della nave cargo turca sancisce “un cambio di paradigma che evidenzia quanto fondamentale sarà il ruolo che la Difesa giocherà a protezione dell’Industria”, ha scritto su LinkedIn Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity, membro del comitato scientifico del Policy Observatory della Luiss e consigliere del ministro della Difesa. “Dobbiamo oramai fare i conti con un contesto totalmente diverso rispetto al passato in cui non si potranno più applicare gli schemi classici della Difesa e dell’Industria, privilegiando invece modelli di natura ibrida. La difesa 4.0 non è solo carri armati, aerei e navi, ma è anche uno strumento a protezione (e agevolatore di sviluppo) del sistema Paese”, ha aggiunto.
I think tank finanziati da appaltatori della difesa dominano il dibattito sull'Ucraina
@Giornalismo e disordine informativo
I think tank negli Stati Uniti sono una risorsa di riferimento per i media che cercano pareri di esperti su questioni urgenti di politica pubblica. Ma i think tank hanno spesso posizioni trincerate; un numero crescente di ricerche ha dimostrato che i loro finanziatori possono influenzare la loro analisi e commento. Questa influenza può includere la censura - sia l'autocensura che una censura più diretta del lavoro sfavorevole a un finanziatore - e accordi di ricerca con i finanziatori. Il risultato è un ambiente in cui gli interessi dei finanziatori più generosi possono dominare i dibattiti politici dei think tank.
Uno di questi dibattiti riguarda il livello adeguato di coinvolgimento militare degli Stati Uniti nell'invasione russa dell'Ucraina. Dalla decisione illegale e disastrosa di Vladimir Putin di lanciare un'invasione su vasta scala dell'Ucraina, gli Stati Uniti hanno approvato circa 48,7 miliardi di dollari di spese militari. 1 Nonostante il rischio molto reale che le escalation possano portare a un coinvolgimento militare diretto degli Stati Uniti nella guerra, pochi gruppi di esperti hanno esaminato criticamente questa quantità record di assistenza militare statunitense.
Nel contesto del dibattito pubblico sul coinvolgimento militare degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina, questo rapporto indaga sul finanziamento di think tank da parte del Dipartimento della Difesa (DoD) e degli appaltatori del DoD, quelle organizzazioni che sostengono gli sforzi per politiche a beneficio di quei finanziatori e la dipendenza predominante dei media su think tank finanziati dal settore della difesa. L'analisi rileva che la stragrande maggioranza delle menzioni dei media sui think tank negli articoli sulle armi statunitensi e sulla guerra in Ucraina provengono da think tank i cui finanziatori traggono profitto dalle spese militari statunitensi, dalla vendita di armi e, in molti casi, direttamente dal coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina . Questi think tank offrono anche regolarmente supporto per soluzioni di politica pubblica che andrebbero a vantaggio finanziario dei loro finanziatori senza rivelare questi apparenti conflitti di interesse. Sebbene questo brief non abbia cercato di stabilire una causalità diretta tra le raccomandazioni politiche dei think tank e il finanziamento dell'industria degli armamenti nel caso della guerra in Ucraina, troviamo una chiara correlazione tra i due. Abbiamo anche scoperto che i media si affidano in modo sproporzionato ai commenti dei think tank finanziati dal settore della difesa.
La stragrande maggioranza delle menzioni dei media sui think tank negli articoli sulle armi statunitensi e sulla guerra in Ucraina provengono da think tank i cui finanziatori traggono profitto dalle spese militari statunitensi, dalla vendita di armi e, in molti casi, direttamente dal coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina.
Taiwan Files – Tra Shangri-La, navi ed elezioni
La posizione esatta della sfiorata collisione di sabato 3 giugno non sarebbe esattamente lo Stretto di Taiwan, ma sulla sua soglia. Lo sostiene una fonte informata dei fatti con cui ho parlato nei giorni scorsi. Resta senz’altro la valenza di quanto accaduto, che pare chiaro provenire da un’indicazione politica di gestire il transito di navi degli Stati Uniti in una ...
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Per le studentesse e gli studenti che dovranno affrontare la #Maturità2023, qui il messaggio di incoraggiamento del Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Calcio, Roberto Mancini.
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Ministero dell'Istruzione
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PRIVACYDAILY
Aiuta gli ultimi in Iran nella associazione degli avvocati di Kerman: Maryam Arvin viene uccisa dal regime
Difendeva i manifestanti, la giovane avvocata Maryam Arvin, ed è stata per questo motivo ammazzata.
Aveva 29 anni, si era appena sposata ed era molto attiva nella difesa dei diritti degli ultimi nell’Associazione degli avvocati di Kerman.
La dottoressa Arvin seguiva, “pro bono”, i casi di donne indigenti, di minori abusati e di bambini lavoratori.
Era stata arrestata in un tribunale di Sirjan il 26 novembre 2022 mentre assisteva giovani manifestanti per la libertà dell’Iran detenuti nel carcere di Sirjan.
Il 13 dicembre 2022, Maryam Arvin era stata rilasciata su cauzione e nei giorni successivi il tribunale avrebbe dovuto emettere un verdetto contro di lei, ma il 7 febbraio 2023 l’associazione degli avvocati di Kerman annunciò che Arvin era deceduta due mesi dopo la sua scarcerazione. La causa della sua morte non è stata specificata in alcuna dichiarazione ufficiale delle autorità sanitarie.
Negli ultimi mesi della prima metà del 2023, con l’affievolirsi delle manifestazioni nelle strade dei grandi centri urbani dell’Iran, diversi giovani, donne e uomini, arrestati durante le proteste per Mahsa Amini, sono morti in circostanze sospette solo poche settimane dopo la loro scarcerazione, spesso avvenuta su cauzione. In tutti questi numerosi casi è stato indicato il “suicidio” come causa della loro morte.
Si tratta di centinaia di casi come quelli recenti di Yalda Aghafazli, Arshia Imamgholi e Mohsen Jafarirad: tutte ragazze decedute subito dopo essere state scarcerate. Tali casi, accuratamente documentati dalle organizzazioni per i diritti umani, hanno suscitato molte denunce sul trattamento riservato dalle autorità iraniane ai manifestanti prigionieri.
Secondo la magistratura iraniana l’avvocato Maryam Arvin si sarebbe tolta la vita iniettandosi droga.
Tayyebeh Nazari, insegnante di Letteratura nelle scuole superiori di Sirjan, madre dell’avvocata attivista deceduta, sostiene invece che la morte di sua figlia è stata provocata dalle conseguenze di un avvelenamento avvenuto in carcere.
Il 29 maggio 2023, la signora Nazari ha scritto sul suo account Instagram che sua figlia, Maryam Arvin, arrestata per aver difeso i suoi clienti, è stata uccisa dalle autorità carcerarie a seguito di iniezioni di quantità eccessive di tranquillanti e sedativi.
I sanitari del carcere di Sirjan parlano, in anonimato, di ferite atroci inflitte sul corpo della giovane avvocata.
Tayyebeh Nazari ha anche rivelato che una settimana dopo la morte di sua figlia, lei stessa era stata condannata in contumacia, dalla sezione 103 del tribunale penale di Kerman, a una pena detentiva di 15 mesi, una multa di un milione di toman e a 40 frustate, solo per aver denunciato la reale causa della morte di sua figlia.
La mamma di Arvin racconta delle atroci violenze fisiche subite da sua figlia. Racconta che pochi giorni prima della sua morte, un ufficiale donna delle basij, di nome Zahra Alizadeh, meglio nota come “Mobina”, insieme a un suo collega dell’intelligence della Forza di sicurezza dello Stato, di nome Hamid Zeydabadi, durante una udienza avevano ammanettato Maryam Arvin nel corridoio del tribunale che poi le tolsero il velo e che la trascinarono a terra tirandola per i capelli per poi picchiarla e torturarla in una cella di isolamento.
In verità i manifestanti arrestati non hanno diritto ad un avvocato di fiducia, indipendente, né a contattare e a ricevere visite di familiari. Gli avvocati che “difendono” gli oppositori della teocrazia sono nominati dal regime, mentre quelli indipendenti non sono autorizzati a occuparsi dei casi dei loro clienti, forniscono solo consulenza legale alle famiglie e trasmettono informazioni ai detenuti, ma spesso anche gli avvocati indipendenti vengono arrestati, come è accaduto a Maryam Arvin. Per questo le autorità giudiziarie iraniane possono nel silenzio e nell’indifferenza totali costringere i giovani a confessioni forzate. La procedura utilizzata è la seguente: i prigionieri vengono sistematicamente torturati e tenuti in celle di isolamento al buio, senza cibo e acqua; spesso sia le donne che gli uomini vengono stuprati; non hanno diritto ad un avvocato difensore né a contattare o a ricevere visite di legali o di attivisti per i diritti umani.
Si stima che dall’inizio della rivolta giovanile, dal 16 settembre 2022, dopo l’uccisione di Mahsa Amini, almeno 130 avvocati di tutte le province del Paese, tra cui dozzine di donne, siano stati convocati o arrestati dalla magistratura. Le accuse vanno dall’abuso dell’esercizio della loro professione alle opinioni espresse sui social media, considerate espressioni di “inimicizia e odio contro Dio”.
Il trend è in aumento. Nel solo maggio 2023 sono stati settanta gli avvocati convocati e arrestati. I procedimenti sono per lo più condotti dal tribunale di sicurezza che ha sede nella famigerata prigione di Evin a Tehran. Contro di essi non sono state formulate pubblicamente accuse specifiche.
Gli avvocati vengono costretti durante le udienze a firmare una “lettera di impegno” in cui si obbligano a rispettare le disposizioni della magistratura come condizione per il loro rilascio su cauzione. Nella lettera viene espresso “rammarico” per le proteste insorte a livello nazionale e l’impegno a non contattare “reti di legali o organizzazioni per i diritti umani fuori dal paese, perché considerati elementi controrivoluzionari”. Una tale pratica è considerata una minaccia alla sicurezza del paese e può essere perseguita anche con l’ergastolo o con la condanna a morte.
È questa una tattica che mira a incutere timore e ad esercitare pressione sugli avvocati, affinché non sostengano le proteste e i manifestanti.
Il 14 maggio 2023, la sezione 29 del tribunale rivoluzionario di Tehran ha condannato la signora Marzieh Nikara, un insigne avvocato per i diritti umani, a un anno di reclusione. Un altro avvocato per i diritti umani, Farzaneh Zilabi, è stata condannata a un anno e mezzo di reclusione dal tribunale rivoluzionario di Ahvaz.
Nazanin Salari, Forough Sheikhol, Eslami Vatani, Tutia Partovi Amoli, Mitra Izadifar, Marjan Esfahanian, Samin Cheraghi e Sara Hamzezadeh sono state le ultime avvocate a comparire davanti al tribunale di Tehran.
Il numero crescente di avvocati convocati presso il tribunale di sicurezza di Tehran sta sollevando allarme presso le organizzazioni per i diritti umani, soprattutto per l’aumento del rischio che vengano giustiziati i manifestanti senza accesso a una difesa indipendente ed equa come prescrivono tutte le convenzioni internazionali.
Il regime clericale ha finora giustiziato almeno quindici manifestanti, di cui tre il 19 maggio 2023 e nel solo mese di maggio sono stati giustiziati per impiccagione almeno 142 prigionieri.
La rivoluzione dei giovani e delle minoranze per la liberazione dell’Iran dalla Repubblica islamica sta attraversando una fase di stallo, ma il regime repressivo e il boia sono all’opera, in una intensa attività, sotto gli occhi indifferenti del mondo libero e delle sue istituzioni internazionali, come quella della Corte penale internazionale.
L'articolo Aiuta gli ultimi in Iran nella associazione degli avvocati di Kerman: Maryam Arvin viene uccisa dal regime proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Se la Sanità italiana non rispetta la privacy: i problemi da risolvere
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Cosa ci insegnano gli ultimi provvedimenti del Garante privacy. Bisogna adottare misure tecniche idonee a evitare gli incidenti con violazioni dei dati. Ma occorre anche sensibilizzare il personale e prevedere adeguate misure organizzative al fine di garantire la sicurezza del trattamento
Il post di Paola Liguori e Livia Petrucci è su Agenda Digitale
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GPT-4, per alleggerire il lavoro dei medici: meno burocrazia, più cura
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L’applicazione Dragon Ambient eXperience, o DAX, incorporerà presto GPT-4 grazie alla partnership tra Microsoft e OpenAI. I medici “cederanno il controllo” a “macchine imperfette” per utilizzare parte del loro tempo diversamente? Vediamo i vantaggi e le criticità
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Mobilità del futuro: ecco le sfide per le smart road
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Oggi è possibile realizzare smart road grazie ad infrastrutture che comunicano con gli utenti per offrire in tempo reale informazioni su traffico, incidenti lungo il percorso o condizioni meteorologiche. Vantaggi, piattaforme e casi d’attuazione
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eArchiving: l’Eidas 2 di cui nessuno parla - Le bozze eIDAS2 contengono novità importanti: una di queste riguarda l’evoluzione dell’e-archiving
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Italia all’avanguardia: un’opportunità da cogliere
L’attenzione su eIDAS2, il nuovo Regolamento europeo su electronic IDentification Authentication and Signature (che aggiornerà il precedente Regolamento UE n° 910/2014) è molto catalizzata sul tema del digital identity wallet e sulle evoluzioni in genere legate ai servizi fiduciari.
Tuttavia, le bozze di eIDAS 2, che al momento sono nella fase di negoziato interistituzionale tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo (il Trilogue), contengono molte altre novità importanti, tra cui una che avrà grande impatto sul mercato italiano ed europeo: l’evoluzione dell’e-archiving.
Il post di Danilo Cattaneo, Marta Gaia Castellan e Igor Marcolongo
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Intelligenza Artificiale: Giove, il nuovo sistema di polizia predittiva italiano di cui si sa pochissimo | Infoaut
"Uno scenario che richiama la fantascienza e che solleva dubbi e perplessità tra gli addetti ai lavori, soprattutto per l'incapacità attuale di questi sistemi di trovare corrispondenze con la realtà e per la loro tendenza a discriminare le persone in base all’etnia e alla provenienza geografica. Ad aumentare la preoccupazione è il fatto che nulla sia ancora stato detto circa alcuni aspetti fondamentali, come quali banche dati e dati verranno usati per addestrare l’algoritmo, chi sarà il responsabile del trattamento dei dati e se l’uso del sistema comporterà o meno arresti preventivi."
In Colombia si prepara il golpe: a migliaia in piazza a difesa di Petro
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di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 9 giugno 2023. Decine di migliaia di persone hanno occupato le strade della Colombia per manifestare il proprio sostegno al presidente Gustavo Petro e denunciare il tentativo di golpe che i gruppi di potere e il vecchio establishment politico stanno preparando. È un golpe senza eserciti, almeno per il momento, sul modello di quello portato avanti in Perù lo scorso dicembre, quando il Presidente Castillo è stato arrestato.
In realtà i morti sono comunque arrivati, in Perù, quando la nuova presidente Dina Boluarte ha scelto di utilizzare il pugno di ferro contro i manifestanti che per mesi sono scesi in strada chiedendo la liberazione di Castillo e nuove elezioni. L’esercito ha sparato sui dimostranti uccidendone a decine.
L’offensiva contro Gustavo Petro è cominciata, a quanto pare, già durante la sua campagna elettorale, quando lui e i suoi collaboratori sono stati messi sotto continua intercettazione telefonica e ambientale. “Per mesi e mesi di intercettazioni – ha dichiarato il presidente – non sono riusciti a trovare nemmeno 10 secondi in cui il candidato Petro parlasse di qualche irregolarità, pronunciasse una sola parola maleducata o facesse capire che la sua campagna era condotta in modo disonesto”. Le destre e con loro i poteri giudiziari stanno costruendo un castello di accuse per arrivare alla destituzione del presidente. Attraverso inchieste sui fondi destinati alla sua campagna elettorale si punta all’impeachmentattraverso l’accusa di essere stato finanziato dai trafficanti di droga. Petro, primo presidente di sinistra nella storia della Colombia, ha vinto le elezioni con un ampio margine sul magnate delle costruzioni, Rodolfo Hernandez, e con un programma rivoluzionario per il suo Paese: istruzione universitaria gratuita, riforma pensionistica, assistenza sanitaria universale, riforma agraria, lotta alle disuguaglianze, stop ai nuovi progetti petroliferi. Tutto ciò ha messo in allarme gli investitori locali e stranieri.
Manifestazioni in difesa del presidente Petro
Petro è sceso in piazza insieme al popolo che lo ha votato e che lo sostiene, seguito e supportato dalle più grandi federazioni sindacali colombiane e durante una delle manifestazioni ha paragonato ciò che sta accadendo nel suo Paese a quanto è successo solo pochi mesi fa in Perù. Tra gli obiettivi più importanti della politica di Petro, quello della “pace totale”. È un programma di trattative con le formazioni armate e paramilitari che vivono nell’illegalità e che rappresentano per la Colombia uno dei più gravi e annosi problemi. I gruppi armati sfidano il governo e la polizia con attentati e ritorsioni oppure, a fasi alterne, vengono foraggiati e finanziati dalla politica che li sfrutta come armi utili a liberarsi dei propri nemici politici. In alcuni casi il potere e la violenza con cui queste formazioni si sono scagliate contro lo stesso popolo colombiano, hanno fatto parlare di “guerra civile”. Una guerra che va avanti da decenni e a cui Petro sta tentando di porre fine.
È di questi giorni l’annuncio di un viaggio del presidente a Cuba, dove è stato organizzato un incontro di mediazione con l’Ejército de Liberación Nacional (Eln), il gruppo armato forse più propenso ad un accordo, portatore da sempre di istanze politiche e sociali. L’idea di Petro è di far entrare questi gruppi nella legalità, concedendo loro qualcosa in termini economici e di riconoscimento, ottenendo la fine dei traffici illegali e delle azioni delittuose.
Un processo cominciato che si interromperebbe, come tutti gli altri, solamente con la destituzione del presidente Petro che non rimane, però, isolato a livello internazionale: diversi leader mondiali di sinistra hanno firmato una lettera che denuncia i tentativi di golpe in Colombia, accusando le destre all’opposizione di provare a rimuovere illegalmente il presidente e i suoi principali alleati. Tra i sottoscrittori figurano il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa, l’ex presidente colombiano Ernesto Samper, l’ex presidente spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, Jeremy Corbyn del Regno Unito e Jean-Luc Mélenchon, ex candidato alla presidenza francese.
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Scontri e tensione sul confine tra Libano e Israele
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della redazione
Pagine Esteri, 9 giugno 2023 – Resta alta la tensione al confine tra Libano e Israele. Oggi nel villaggio libanese di Kfar Chouba un gruppo di giovani e contadini ha provato a rimuovere le barriere di filo spinato erette nei giorni scorsi dai militari israeliani e hanno chiuso una galleria sotterranea aperta nell’area dall’Esercito dello Stato ebraico. Successivamente sono cominciati lanci di pietre ai quali i militari israeliani hanno risposto sparando candelotti lacrimogeni, uno dei quali ha colpito e ferito un dimostrante libanese. Sul posto, a sostegno dei manifestanti, è giunto anche Kassem Hachem, un parlamentare del partito sciita Amal alleato del movimento Amal.
I libanesi residenti nella zona sostengono che le forze armate israeliane starebbero svolgendo lavori all’interno del territorio del Paese dei cedri, danneggiando i contadini e i proprietari dei terreni a ridosso del confine.
L’agenzia di stampa Nna di Beirut ha riferito che un reparto dell’esercito libanese si è dispiegato nella zona a protezione del confine e dei dimostranti. Sull’altro versante si sono schierate le forze armate israeliane, con l’appoggio di un carro armato Merkava.
Sono intervenute anche le forze dell’Unifil (Onu). Il loro comandante, Aroldo Lazaro, ha avviato colloqui con ufficiali libanesi e israeliani per ridurre la tensione, invitando le due parti a rispettare la “Linea Blu” di demarcazione per circa 120 chilometri tra Libano e Israele, tracciata dalle Nazioni Unite alla fine dell’occupazione israeliana del territorio meridionale del Libano nel maggio del 2000. Pagine Esteri
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La #Maturità2023 si avvicina! Per accompagnare studentesse e studenti nella preparazione dell’Esame abbiamo realizzato un serie di video dedicati agli #EsamiDiStato2023.
Com’è strutturato l’Esame? Facciamo un ripasso assieme alla Dott.
Ministero dell'Istruzione
La #Maturità2023 si avvicina! Per accompagnare studentesse e studenti nella preparazione dell’Esame abbiamo realizzato un serie di video dedicati agli #EsamiDiStato2023. Com’è strutturato l’Esame? Facciamo un ripasso assieme alla Dott.Telegram
👉 WÜNDERKAMMER #3: BODY NANTEINANCE, CHROMACOLOR, GRAVITSAPA, SAROOS, MD PALLAVI & ANDI OTTO.
🎧 #RECENSIONI:
👉 WÜNDERKAMMER #3: BODY NANTEINANCE, CHROMACOLOR, GRAVITSAPA, SAROOS, MD PALLAVI & ANDI OTTO.
Bentornati a tutti nella mia personale stanza, uno spazio dedicato a curiosità, stranezze e bizzarrie varie in cui tutto è sottosopra, l’alto è in basso e viceversa, gli opposti sono uniti, la contraddizione domina incontrastata.
@mu
iyezine.com/wunderkammer-3-bod…
L’Alta Corte Britannica due giorni fa ha respinto l’appello di Julian Assange contro l’ordine di estradizione firmato dall’allora ministro dell’interno inglese Priti Patel.
@Giornalismo e disordine informativo
Una sentenza di tre pagine del giudice #Swift che prosegue la persecuzione contro Julian #Assange.
Da un tweet di Stella Assange apprendiamo che martedì prossimo verrà presentato un nuovo ricorso affinché il caso venga giudicato da altri due giudici.
#FreeAssange
#Dropthecharges
#Journalismisnotacrime
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TikTok enquiry: French executives ‘do not know what to say’
The French Senate questioned two French senior managers of the successful social network TikTok, who repeatedly admitted that they were unable to answer the questions put to them.
L'annuncio sull'implementazione dei gruppi federati in Bonfire. Il software più interessante del Fediverso (ancora in beta) si appresta a supportare una delle migliori potenzialità di ActivityPub
Il post di @Bonfire
Come parte del nostro impegno per potenziare le comunità con strumenti per favorire il coordinamento, comunicazioni significative e un maggiore senso di cura e appartenenza, siamo entusiasti di annunciare lo sviluppo di gruppi federati in Bonfire. In questo post del blog, approfondiremo il lavoro in corso di implementazione delle funzionalità principali dei gruppi ed esploreremo i potenziali vantaggi che questa funzionalità può apportare all'intero fediverso.
Il potere dei gruppi
Con i gruppi gli utenti possono creare spazi contestuali e cross-instances, definire le proprie regole e governance, per organizzare al meglio la loro partecipazione attraverso il fediverso. Le caratteristiche principali dei gruppi in Bonfire finora includono:
Creazione e scoperta
Gli utenti di Bonfire avranno la possibilità di creare i propri gruppi, specificando lo scopo, le regole e altre impostazioni del gruppo. Ogni gruppo avrà un nome utente univoco, basato sull'istanza in cui è stato creato (ad es. @climatenews@zomia.zone) e sarà individuabile (a seconda delle impostazioni sulla privacy) in tutto il fediverse per consentire agli utenti di trovare e unirsi ai gruppi in linea con i propri interessi, facendo in modo che tutti possano trovare o costruire le proprie comunità sul fediverso.
Confini e privacy
I custodi del gruppo avranno un controllo granulare sulle impostazioni della privacy, consentendo loro di determinare se un gruppo è aperto, visibile o privato. Questa flessibilità garantisce che gli utenti possano partecipare a gruppi che si adattano ai loro livelli di comfort e mantenere il controllo sui propri dati personali. I gruppi privati mostreranno le loro attività solo ai membri, mentre i gruppi aperti o visibili consentono a chiunque di leggere i contenuti del gruppo e i membri possono aggiungere post o partecipare a conversazioni.
Ruoli e moderazione
I custodi del gruppo avranno anche la possibilità di definire ruoli personalizzati e assegnarli a determinati membri, semplificando e decentralizzando così la gestione e la moderazione dei gruppi. I membri a cui viene concesso un ruolo pertinente possono vedere e indirizzare le attività segnalate, invitare altri utenti, modificare l'aspetto e i dettagli del gruppo, creare e modificare ruoli o pubblicare annunci, ecc.
Quando un utente contrassegna un'attività o un membro del gruppo, i moderatori del gruppo sono i primi a ricevere la notifica. Questo aiuta a distribuire il carico di lavoro di moderazione e riduce il carico sui moderatori dell'istanza. Se un utente segnalato infrange non solo le regole del gruppo ma anche quelle delle rispettive istanze, i moderatori del gruppo hanno la possibilità di inoltrare il caso ai moderatori dell'istanza, per aiutare a mantenere un ambiente sano e rispettoso in tutto il fediverso.
Per garantire la migliore esperienza utente possibile, intendiamo lanciare una versione iniziale sui gruppi da testare all'interno della nostra istanza playground. Questo ci consentirà di raccogliere preziosi feedback dalla nostra community e di impegnarci in discussioni collaborative per perfezionare e migliorare la piattaforma man mano che avanziamo.
In un prossimo post, approfondiremo maggiori dettagli, comprese le nostre idee per la federazione dei gruppi e le sfide tecniche che stiamo affrontando. Stay tuned 😎
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OpenAI e ChatGPT sono stati citati in giudizio per diffamazione: il chatbot ha falsamente identificato un uomo come imputato per appropriazione indebita, coinvolto in una fondazione pro-armi
Secondo la causa, ChatGPT identifica erroneamente l'uomo - il cittadino statunitense Mark Walters - come il Chief Financial Officer della Second Amendment Foundation (SAF), un gruppo pro-armi nello stato di Washington.
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almeno non ha detto che era deceduto, come ha fatto con il @quinta 😅
The Privacy Post reshared this.
Kbin è finalmente disponibile in italiano!
Siamo molto contenti! La nostra chiamata alle armi di pochissimi giorni fa è andata a buon fine: Kbin è disponibile anche in italiano!
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Io non ancora capito cosa e' / in cosa differisce da lemmy e iscrivermi all'istanza di test per scoprirlo mi pare eccessivo 🙂
lilae21 likes this.
@Luca Sironi ho impiegato quasi tre giorni per pensare come realizzare questa guida... 🙁
Abbi pazienza e tirerò fuori anche una guida a Kbin... 😀
Luca Sironi likes this.
Do you mean emulate the existing Reddit API so we could just use f-droid.org/en/packages/ml.doc…
@fediverso @notizie @FunzioneSperimentale
Infinity for Reddit | F-Droid - Free and Open Source Android App Repository
A beautiful, feature-rich Reddit client.f-droid.org
EU policymakers inch toward deal on trade secrets in new data law
EU institutions’ approach to the thorny issue of trade secrets in the new EU rulebook for data sharing is shaping up, according to a document seen by EURACTIV. The Data Act is a flagship legislative proposal to regulate how data...
🔎 Banchetto cuore delle bands
Oggi vi voglio parlare di una argomento che a me sta particolarmente a cuore facendo parte di quelli che la musica anche la fanno ( ci proviamo se non altro) .
informapirata ⁂ reshared this.
“Città ribelli”: dati aperti contro la sorveglianza - by Amnesty International
L'evento si terrà l'8 giugno 2023 dalle h.18:15 alle 19:15 (ora italiana).
> Quando la polizia di New York ha respinto la richiesta della legge sulla libertà di informazione di Amnesty International di rilasciare informazioni sull'uso del riconoscimento facciale utilizzato, abbiamo deciso di mappare le telecamere a circuito chiuso che alimentano la tecnologia. Un anno dopo, abbiamo utilizzato questi dati raccolti in crowdsourcing per sviluppare uno strumento online di advocacy e consapevolezza che dimostra i risultati della nostra ricerca e rende i dati esplorabili. I dati aperti generati sono stati utilizzati per analizzare la relazione tra razza, spazio e sorveglianza e per esporre i modi in cui la piazza pubblica è minacciata come luogo di protesta, in particolare per le comunità di colore. Ma cos'altro possiamo ricavare da questo? In che modo i dati di sorveglianza generati dagli attivisti - in conversazione con set di dati aperti esistenti - possono aiutarci a rivendicare le nostre città? Come possiamo usare i dati aperti, incentrati su geografia e dati demografici in particolare.
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Una guida a Lemmy per la comunità italiana
La guida può essere modificata! Quindi se trovate aspetti da migliorare o veri e propri errori, fateci sapere!
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⏩ Alberica Sveva Simeone - The wormcave
📖 LEGGIAMOLO
⏩ Alberica Sveva Simeone - The wormcave
“The wormcave” è un romanzo diciamo weird, e nella prefazione Girola ci dà un'ottima interpretazione del termine, con tanto horror dentro e anche un'altissima dose pop nel senso di cultura anni ottanta che è una delle passioni di Sveva, e anche di Alessandro. Eppure la definizione di weird, horror e pop non soddisfa ciò che regala questo romanzo della scrittrice romana.
@L’angolo del lettore
iyezine.com/alberica-sveva-sim…
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L'istanza Mastodon insicurezzadigitale sospenderà la sua presenza nel Fediverso per concentrarsi su progetti più ambiziosi come il Dashboard Ransomware Monitor. Ma ci si vedrà su poliversity.it
Il post di @N_{Dario Fadda}
> «Si chiude un capitolo (almeno per ora), per concentrare le proprie energie su altri progetti. Dashboard Ransomware Monitor è sicuramente il più ambizioso!Il mio account Mastodon ora lo trovate qui su Poliversity, già migrato!»
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📣 INTERVISTIAMO: Alexander Gonzalez Delgado
📣 INTERVISTIAMO: Alexander Gonzalez Delgado
Gonzalez Delgado (o più semplicemente Sasha), nonostante l'avversione di Zuckerberg per il corpo nudo e i capezzoli femminili in primis.
g5pw
in reply to Informa Pirata • • •skariko likes this.