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Il Pd di Elly Schlein parla di pace ma invia le armi, domani sarà in piazza con Cgil ma chiede di ratificare il Mes. Ancora una volta, come siamo abituati da


Etiopia, le forze eritree aggravano i problemi socio-economici della Comunità Irob, Tigray orientale


I residenti nella woreda [distretto] di Irob, nel Tigray orientale (stato regionale dell’Etiopia settentrionale), affermano di trovarsi di fronte a una grave crisi socio-economica a causa della presenza delle forze eritree in violazione con l’accordo di P

I residenti nella woreda [distretto] di Irob, nel Tigray orientale (stato regionale dell’Etiopia settentrionale), affermano di trovarsi di fronte a una grave crisi socio-economica a causa della presenza delle forze eritree in violazione con l’accordo di Pretoria firmato il 2 novembre 2022 (dopo 2 anni di guerra etnica con risvolti genocidi sul popolo tigrino)

Fissuhe Mezegebu, residente ad Agerelekoma, ora residente nelle vicinanze di Haraza, Irob, ha dichiarato di non avere accesso alla strada che li riporta a casa a causa della presenza delle forze eritree.

Ha dichiarato:

“Le forze eritree abitano nella nostra casa, quindi non possiamo tornare indietro”.


Ha aggiunto che i residenti sono sfollati (IDP) e attualmente si stanno rifugiando sotto una giungla arsa, inospitale vicino ad Assimba.

Haleka Gebretsadik Abraha, un altro residente nelle vicinanze di Endamossa, distretto di Irob, ha testimoniato che le forze eritree hanno distrutto la loro proprietà e saccheggiato ciò che ne restava.

Dice di aver assistito alle forze eritree saccheggiare il bestiame e bruciare case con attacchi di artiglieria pesante e bruciando intenzionalmente case usando fiammiferi durante il combattimento attivo sul campo.

Genet Kahsay, una donna residente a Endamossa, nel distretto di Irob, ha detto che le persone sfollate dalle loro case chiedono cibo e donazioni di vestiti.

Ha aggiunto che le truppe eritree li hanno costretti a fuggire in caverne e valli per ripararsi.

I residenti hanno espresso la loro profonda preoccupazione per le sfide che potrebbero dover affrontare per ricostruire le case distrutte durante la guerra mentre si avvicina la stagione delle piogge.

Un altro residente esorta gli enti interessati a insistere sul ritorno dei residenti alle loro case.

“Dobbiamo tornare a casa nostra e iniziare la nostra vita informale come ai bei vecchi tempi”


Genet Kahsay, una donna residente a Enda Mossa, distretto di Irob, ha detto che le persone sfollate dalle loro case chiedono cibo e donazioni di vestiti.

Ha aggiunto che le truppe eritree li hanno costretti a fuggire in caverne e valli per ripararsi.

Mekelle, 23 giugno 2023 // Tigrai Television


Approfondimenti:


FONTE: twitter.com/Tigrai_TV/status/1…


tommasin.org/blog/2023-06-23/e…



Sfruttamento del lavoro, paghe da fame e ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori si accompagnano il più delle volte a forme di illegalità Lo diciamo


GERUSALEMME. Fissata per il 28 giugno l’espulsione della famiglia palestinese Sub Laban


I due anziani palestinesi rischiano lo sgombero dalla loro abitazione in affitto protetto dal 1953 per far posto a coloni israeliani. Decine di attivisti li proteggono presidiando la casa L'articolo GERUSALEMME. Fissata per il 28 giugno l’espulsione dell

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testo e foto di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 23 giugno 2023 – Nora e Mustafa Sub Laban, 68 e 73 anni, rischiano tra il 28 giugno e il 13 luglio di essere sgomberati con la forza dalla polizia dall’abitazione nella città vecchia di Gerusalemme in cui vivono in affitto protetto dagli anni ’50, per far posto a una famiglia di coloni israeliani. Le autorità israeliane hanno spostato in avanti la data dello “sfratto” fissata inizialmente per l’11giugno dopo la sentenza di una corte israeliana. È una vicenda che va indietro di decenni, addirittura dal 1978, ma che soprattutto dopo il 2001 ha visto i Sub Laban combattere nei tribunali israeliani contro l’accusa di non aver vissuto in modo continuativo nella casa.

«Mia madre affittò questa casa nel 1953, dalle autorità giordane che allora controllavano la zona araba di Gerusalemme», racconta Nora. «In questa casa ci sono nata e ho continuato a viverci assieme a mio marito e ai miei figli in affitto protetto», aggiunge facendo riferimento alla condizione in cui si trovano tante famiglie palestinesi residenti all’interno delle mura antiche a Gerusalemme Est occupata da Israele nel 1967. Garantite per decenni da intese tra Israele, Giordania e Nazioni Unite, ora si sentono indifese.

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Il presidio degli attivisti sotto la casa dei Sub Laban

Da due settimane attivisti palestinesi, internazionali e israeliani mantengono un presidio sotto l’abitazione sperando di impedire, con la loro presenza, l’intervento della polizia. In questi giorni rappresentanti dell’Ue e dell’Onu e Luisa Morgantini, ex vicepresidente dell’Europarlamento, nonché delegazioni locali e internazionali, hanno visitato la coppia a rischio di espulsione. «Contro di noi sono state intentate cinque azioni legali sin dagli anni ‘80» spiega Nora. «I nostri avvocati – continua – hanno ribadito la validità dell’affitto protetto ma gli israeliani non vogliono rispettare quelle intese e affermano che non siamo stati sempre qui. Non è vero».

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Nora Sub Laban

I Sub Laban resistono ma intorno diversi appartamenti hanno già visto andare via famiglie palestinesi che ci vivevano da molti anni per fare posto a nuovi «inquilini» di «società immobiliari» e «fondazioni» che hanno già preso diverse case in affitto protetto. L’ong Ir Amin riferisce che il problema degli sgomberi di famiglie palestinesi a Gerusalemme Est non è raro e non solo nella città vecchia. Diverse organizzazioni israeliane di destra operano per entrare in possesso case e edifici nei quartieri musulmano e cristiano, avviando procedimenti legali contro chi ci vive. Ci sono 16 casi di sfratto pendenti a Gerusalemme, cinque nella città vecchia. Un caso particolare è quello di 28 case palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah costruite su terreni che, secondo i giudici israeliani, appartenevano ad ebrei prima del 1948 e che sarebbero poi stati acquisiti da società ed associazioni, come Elad e Ataret Cohanim, legate alla destra religiosa. Ai palestinesi invece non è permesso reclamare le loro proprietà – un patrimonio immenso – confiscate dallo Stato di Israele dopo il 1948.

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Luisa Morgantini e Nora Sub Laban

Ad alta tensione è anche il quartiere palestinese di Silwan, in cui i coloni israeliani negli ultimi 30 anni hanno occupato diverse abitazioni palestinesi e costruito una ampia “area archeologica biblica”, la Città di Davide, effettuando anche scavi sotterranei. L’amministrazione comunale israeliana inoltre afferma di voler abbattere una ottantina di case edificate senza i permessi edilizi. I palestinesi replicano che ottenere le autorizzazioni del Comune per le nuove costruzioni a Gerusalemme è – per motivi politici – particolarmente arduo e costoso e di essere, pertanto, costretti ad edificare senza permesso.

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L'articolo GERUSALEMME. Fissata per il 28 giugno l’espulsione della famiglia palestinese Sub Laban proviene da Pagine Esteri.




#laFLEalMassimo – Episodio 98 – Imprese e Cervelli in Fuga


Questa rubrica ribadisce in apertura il sostegno alla causa del popolo Ucraino ingiustamente invaso dalla Russia e ribadisce Si licet magnis componere Parva che la rilevanza di questa tragedia umanitaria per gli equilibri sociopolitici mondiali si sono pr

Questa rubrica ribadisce in apertura il sostegno alla causa del popolo Ucraino ingiustamente invaso dalla Russia e ribadisce Si licet magnis componere Parva che la rilevanza di questa tragedia umanitaria per gli equilibri sociopolitici mondiali si sono pronunciati banchieri centrali di oggi e di ieri come Visco e Draghi.

Di recente si è discusso della possibilità che la Brembo, una importante azienda italiana che produce impianti frenanti, possa trasferire la propria sede legale nei Paesi Bassi come peraltro hanno fatto in passato altri nomi importanti.

L’elemento di attenzione è che la sede fiscale dell’impresa rimarrebbe in Italia, così come le azioni continuerebbero ad essere quotate alla borsa di Milano.

La nota dolente è che si tratta dell’ennesima conferma di quanto il nostro apparato giuridico e istituzionale sia inadeguato alla presenza di grandi imprese multinazionali. Non si può gridare con demagogia alla fuga dalla tasse, ma occorre prendere atto che si tratta di una scelta strategica per non sacrificare le aspirazioni globali di una grande impresa italiana.

Siamo dunque un paese dal quale oltre ai cervelli in fuga, che si spostano alla ricerca di ambienti più fertili e meritocratici, anche le aziende più innovative e vocate all’eccellenza sono costrette a uscire se vogliono perseguire l’obiettivo concreto di sviluppare il proprio potenziale.

I problemi dalle distorsioni del sistema giuridico alle inefficienze della pubblica amministrazione sono ampiamente noti, come sono note le soluzioni e le riforme necessarie. Possiamo chiederci per quanto ancora competenze, capitali, energie individuali dovranno defluire dal nostro paese prima che ci si renda conto che sono questi oggi i fattori determinanti la ricchezza delle nazioni e che, in mancanza di una drastica inversione di tendenza ci attende un futuro di povertà e arretratezza rispetto ai paesi a noi comparabili.

youtube.com/embed/1vUyi1PqvXE?…

Rubrica #laflealmassimo

L'articolo #laFLEalMassimo – Episodio 98 – Imprese e Cervelli in Fuga proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Riprende il viaggio di #NoiSiamoLeScuole, che questa settimana racconta l’IC “Manzoni” di Bovisio Masciago, in provincia di Monza e Brianza.


PaurOso


In Italia i poveri sono notevolmente diminuiti e anche la distanza reddituale fra chi guadagna di più e chi di meno. Siccome questa affermazione – che non teme smentite dai dati ufficiali, regolarmente raccolti con metodologie che si usano in tutta Europa

In Italia i poveri sono notevolmente diminuiti e anche la distanza reddituale fra chi guadagna di più e chi di meno. Siccome questa affermazione – che non teme smentite dai dati ufficiali, regolarmente raccolti con metodologie che si usano in tutta Europa – fa a pugni con la percezione di molti e con le propagande di informatori e politici, vale la pena di prestare attenzione e cercare di capire cosa generi sentimenti così negativi.

Dobbiamo a Marco Fortis, Fondazione Edison, il lavoro di scavo in dati già pubblici ma non pubblicati (si trovano su “Il Sole 24 Ore” di ieri). Nel senso che quando sono negativi vengono urlati – magari senza essere spiegati – mentre quando dicono altro li si trascura, commettendo un doppio errore, di raffigurazione e di indirizzo.

Secondo i dati diffusi dall’Istat, il 20,1% degli italiani è a rischio povertà. Una condizione nella quale ci si trova quando si consuma meno del 60% dei consumi mediani (che sono inferiori a quelli medi). Considerato che in quei consumi ci sono anche le vacanze, risulta evidente che un povero nell’Italia di oggi è più ricco di un povero degli anni Cinquanta. Ma se quello è il “rischio”, andiamo a vedere i dati di quanti si trovano in “severa deprivazione materiale e sociale”, ovvero i calcolati come già poveri (sono tali quanti non sono in grado di soddisfare almeno 7 di 13 bisogni basici, fra i quali c’è una cena fuori casa la settimana, la connessione Internet a casa e il potere svagarsi fuori casa e a pagamento). Ebbene: sono diminuiti moltissimo, passando fra il 2015 e oggi dal 12 al 4,5% degli italiani. In Francia e in Germania sono cresciuti, collocandosi rispettivamente al 7,5 e al 6,1%. Tale risultato si è forse ottenuto con politiche di sostegno o assistenza? No, con la crescita dell’occupazione e della produzione. Il mercato è stato più “sociale” della politica. In quanto alla distanza fra redditi alti e bassi – che in tutto il mondo si misura con il coefficiente di Gini (uno statistico italiano) – è diminuita, non aumentata. Tenuto presente che in Italia era già bassa. Non siamo mica gli Usa e molti di quelli che parlano della distanza cresciuta hanno in mente i miliardari americani.

E allora, va tutto bene? Viviamo nel migliore dei mondi? Questo è l’approccio retorico di chi non ha nulla da dire se non lamentare e dolere. No, non va tutto bene e per diverse ragioni. Intanto perché in un Paese che cresce più velocemente le distanze reddituali aumentano e non è un male. Poi perché si fa comunicazione e politica mescolando impoverimento e povertà, che non sono affatto la stessa cosa (posso essere impoverito e restare benestante). Se non si parte dalla realtà reale e anche dai miglioramenti non si saprà mai cosa funziona e perché, cosa non funziona e va cambiato. Se la raffigurazione è soltanto negativa serve esclusivamente a spendere di più, ovvero a sperperare i soldi dei contribuenti.

E poi c’è un nodo: l’inflazione erode il potere d’acquisto, mentre i redditi (mediamente) non crescono. Ciò comporta che il ceto medio che si trova poco al di sopra della povertà cominci a coltivare la paura di scivolare in basso. Questo è il sentimento spaventoso, che può diventare assai nocivo, specie se alimentato con conferme che non sono reali. Come trovarsi in un reparto ospedaliero in cui si diffonde la notizia del moltiplicarsi dei morti, mentre non viene detta una parola sui dimessi: per forza che hai paura.

Non si tratta di usare il colore rosa o il nero, men che meno l’essere filo o contro chi governa. Se si trucca la percezione della realtà non si racconta cosa serva a scacciare la paura: scuola meritocratica, che riscatti chi è in coda alla società; elasticità nel mondo del lavoro, per entrarci assai più numerosi; meno fisco e previdenza, destinati a pagare privilegi e rendite altrui. E l’occasione c’è, ora, con i fondi europei Ngeu. È il tempo di saper osare, anziché sprecarlo a consolare e promettere come risolutivo un assistenzialismo che è impoverente e debilitante.

La Ragione

L'articolo PaurOso proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Laura Tussi*   Uno dei temi più sottaciuti del conflitto ucraino è quello che riguarda l'obiezione di coscienza al servizio militare che, da una parte


In Cina e Asia – Esplosione in un ristorante: Xi chiede revisione sulla sicurezza


In Cina e Asia – Esplosione in un ristorante: Xi chiede revisione sulla sicurezza esplosione
I titoli di oggi:

Esplosione in un ristorante: Xi chiede indagini
Biden: "Xi dittatore", la Cina protesta
Li Qiang in Francia: raggiunto accordo sul debito dello Zambia
Great Firewall: I netizen cinesi trovano rifugio nell'americana Reddit

Caldo record a Pechino: il termometro supera i 40°
India-Stati Uniti: alleanza "più forte di sempre", firmati accordi tecnologici e militari
La Cina diventa la prima destinazione dell'export sudcoreano

L'Italia manda prima nave militare in Giappone
Malesia: approvata depenalizzazione del suicidio

L'articolo In Cina e Asia – Esplosione in un ristorante: Xi chiede revisione sulla sicurezza proviene da China Files.



Paolo Ferrero*   Nei giorni scorsi, il premier ucraino Zelensky, commentando l’andamento della lungamente annunciata controffensiva, ha annunciato: “


“Privacy e dignità della persona, binomio indissolubile”


Privacy e dignità della persona sono un binomio indissolubile e quando si viola la prima, travolgendo la seconda non c’è giustificazione burocratica o distrazione che tenga | Qui, nella Newsletter di @GPDP_IT la storia raccontata bene e i link ai provvedimenti


guidoscorza.it/privacy-e-digni…



TeleSign profila segretamente metà degli utenti di telefonia mobile del mondo. La denuncia di NOYB

@Etica Digitale (Feddit)

Oggi, noyb ha presentato una denuncia contro TeleSign, una società statunitense che ha profilato milioni di utenti di telefoni. 

TeleSign genera un "punteggio di reputazione" e vende i suoi servizi a vari clienti come TikTok, Microsoft o Salesforce. TeleSign ha ricevuto segretamente i dati del telefono cellulare da BICS, una società belga che fornisce servizi di interconnessione per molte società di telefonia mobile



PRIVACYDAILY


N. 147/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: La Commissione europea ha diffuso i primi accordi della sua iniziativa per l’eliminazione dei cookie. Le aziende che si occupano di pubblicità online possono scegliere di aderire all’iniziativa e impegnarsi a rispettare gli impegni su base volontaria.A marzo, EURACTIV aveva anticipato la decisione del capo della protezione dei... Continue reading →


TeleSign secretly profiles half of the world’s mobile phone users


TeleSign profila segretamente metà degli utenti di telefonia mobile del mondo TeleSign genera un "punteggio di reputazione" e lo vende a vari clienti. TeleSign ha ricevuto segretamente i dati dei telefoni cellulari da BICS, una società belga che fornisce servizi di interconnessione. telesign bics interconnection


noyb.eu/en/telesign-profiles-h…




+++ Finalmente svelato l'ultimo segreto di Feddit.it: ecco perché non esiste una comunità Lemmy dedicata alla privacy! Quando leggerete il motivo, non crederete ai vostri occhi!!! +++

@Che succede nel Fediverso?

I due amministratori di Feddit.it sono sicuramente molto sensibili al tema della #privacy.
Il primo infatti è l'autore del progetto @Le Alternative che nasce proprio per presentare in modo semplice le alternative ai prodotti BigTech che siano open source e rispettose della privacy.
Il secondo non è altro che @Informa Pirata, che sulla promozione del tema della privacy in politica spende non poco del proprio tempo.
Entrambi sono stati promotori del #PrivacyPride, il primo (e unico) evento al mondo in cui ci siano state manifestazioni di piazza a favore della privacy.

Allora perché su feddit.it non esiste una comunità dedicata alla privacy?

In effetti i motivi sono due e il primo è forse quello meno importante.

Infatti su feddit ci sono già alcune comunità che si occupano di privacy: Le Alternative, come già detto, ma anche Pirati, gestito da @Pirati.io , in assoluto il primo blog a parlare di #chatcontrol in Italia; ma soprattutto esiste la comunità di @Etica Digitale (qui su Lemmy) che ha lavorato su quel gioiellino di PrivaSì, un percorso on line per costruire senza patemi d'animo una dimensione digitale che tuteli l'utente dalla sorvegianza delle BigTech!

Ma il motivo principale per cui non esiste un'istanza Lemmy dedicata alla privacy è questo:

Esiste già una comunità Lemmy dedicata alla privacy e parla anche un po' italiano

Si tratta dell'istanza dell'avvocato @Nicola Fabiano (su lemmy è @nicfab ) che qualche giorno dopo la nascita di feddit.it ma senza sapere nulla del nostro progetto, ha creato un'estensione Lemmy al proprio blog.

Non ci sembrava quindi necessario creare un'istanza dedicata alla privacy, essendocene già una curata da un esperto di GDPR come l'avv. Fabiano.

Chi volesse seguire quella comunità, può copiare l'indirizzo https://community.nicfab.it/c/privacy e incollarlo nella casella di ricerca di Lemmy o di qualsiasi altro social del fedicverso!



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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

non ne avevo mai sentito parlare. Peccato che i post siano soprattutto in inglese, ma comunque è una bella rassegna
in reply to Eleonora

@Eleonora gli ultimi post sono tutti in inglese, ma sono tutti molto aggiornati. Fino a qualche tempo fa ne veniva pubblicata contestualmente anche la versione in italiano, ma merita comunque di essere seguita (e se aumenta la frequentazione della comunità da parte degli italiani non è detto che in futuro non vi saranno di nuovo post in italiano)

@Informa Pirata @Pirati.io @Etica Digitale @Le Alternative @Nicola Fabiano @nicfab

Eleonora reshared this.

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

A proposito di PrivaSì, il progetto è open source gitlab.com/etica-digitale/priv…
se volete darci una mano con la stesura oppure avete delle idee o feedback potete aprire una issue o fare una mr

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“Avvocati contro il cyberbullismo. Tecniche di difesa delle vittime e degli aggressori”


Domani dalle ore 14.00 sarò a Bologna ospite della Fondazione Forense Bolognese per l’evento “Avvocati contro il cyberbullismo. Tecniche di difesa delle vittime e degli aggressori” e per presentare il libro “La privacy degli ultimi”. PER INFORMAZIONI: fondazioneforensebolognese.it/…


guidoscorza.it/avvocati-contro…



La Turchia in crisi si aggrappa agli Emirati


Erdogan è stato rieletto ma l'economia turca è in crisi e la lira continua a svalutarsi. Ankara si aggrappa agli ex rivali degli Emirati Arabi Uniti che hanno già investito nel paese miliardi di euro L'articolo La Turchia in crisi si aggrappa agli Emirat

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di redazione

Pagine Esteri, 22 giugno 2023 – Recep Tayyip Erdoğan ha vintoseppur di misura le ultime elezioni presidenziali, ma i problemi economici e finanziari continuano ad attanagliare la Turchia. E così il nuovo esecutivo continua a cercare sostegno tra i partner vecchi e nuovi.

Nel giorno del maxi aumento dei tassi di interessedall’8,5 al 15%, il nuovo ministro del Tesoro e delle Finanze di Ankara, Mehmet Simsek, e il vice del “sultano” Cevdet Yilmaz, si sono recati ad Abu Dhabi per loro prima visita all’estero, per incontrare il presidente e il vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti (fino a poco tempo fa rivali regionali e poi diventati alleati sempre più stretti), rispettivamente Mohammed bin Zayed al Nahyan e Mansour bin Zayed al Nahyan.
Proprio oggi però la lira turca si è ulteriormente indebolita rispetto al dollaro e all’euro, toccando nuovi minimi storici, subito dopo che la Banca centrale ha annunciato l’aumento dei tassi che hanno deluso le aspettative del mercato, che si aspettavano un aumento più consistente per contenere l’inflazione.
Eppure, l’aumento di tassi è una mossa in totale controtendenza rispetto alle scelte passate di Erdoğan che – al contrario – ha sempre sostenuto una politica di bassi tassi di interesse. L’inflazione però è aumentata a dismisura a seguito di una forte svalutazione della divisa nazionale, conseguenza di una politica di diminuzione dei tassi a partire dal 19% del 2021. Dall’inizio del 2023 la lira è diminuita del 22,5% rispetto al dollaro statunitense, dopo essere già scesa del 44 nel 2021 e del 30 nel 2022.

L’anno scorso Ankara ha bruciato 27 miliardi di dollari di riserve in valuta estera per cercare di sostenere la lira turca e finanziare il deficit delle partite correnti. Per questo la Turchia necessita urgentemente di investitori stranieri, inclusi i fondi sovrani (o anche speculativi) e di investimenti diretti esteri, per sostenere le sue riserve valutarie che ad oggi risultano addirittura sotto zero (-151,3 milioni di dollari al 19 maggio, secondo gli ultimi dati pubblici disponibili).
Gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato a colmare il vuoto lasciato dai creditori occidentali, aumentando i prestiti delle banche del Golfo alle controparti turche, dopo il riavvicinamento tra Ankara e il governo emiratino iniziato nel novembre 2021. In quell’occasione gli Emirati Arabi Uniti si erano impegnati a investire 10 miliardi di dollari nelle industrie turche di energia, petrolchimica, tecnologia, trasporti, infrastrutture, sanità, servizi finanziari, cibo e agricoltura. Nel 2022, la Turchia aveva firmato con gli Emirati un accordo di scambio di valuta del valore di 5 miliardi di dollari per rimpinguare le casse vuote della Banca centrale turca. Il 31 maggio, la Turchia, sesto partner commerciale degli Emirati, ha ratificato un mega accordo commerciale da 40 miliardi di dollari in cinque anni siglato con il Paese arabo a marzo 2023.

I rapporti tra Abu Dhabi e Ankara, per decenni molto distanti a causa di scelte opposte nel sostegno ad alcune correnti politiche in Medio Oriente e in Nord Africa si sono fortemente distesi soprattutto dopo che, lo scorso 28 maggio, prima ancora che fossero ufficializzati i risultati del ballottaggiodelle elezioni presidenziali turche lo sceicco Mohammed bin Zayed si era congratulato con il rieletto presidente turco.
Le relazioni tra la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti, insieme ad altri Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), avevano vissuto momenti di tensione tra il 2010 e il 2020, all’inizio della primavera araba e poi all’indomani dell’uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi. Nel 2016, poi, i media vicini a Erdoğan avevano accusato gli Emirati di aver finanziato, insieme agli Stati Uniti, i promotori del fallito golpe contro il “sultano”. Con l’ascesa di Erdoğan, la Turchia è stata uno dei principali sostenitori dei Fratelli musulmani in Palestina, Tunisia, Egitto e Siria.

Ankara si era anche fortemente schierata con il Qatar durante il boicottaggio economico e diplomatico imposto a Doha da Emirati, Arabia Saudita, Egitto e Bahrein nel 2017. Il gelo diplomatico tra i tre Paesi del Golfo e l’Egitto, da un lato, e il Qatar dall’altro si è concluso nel 2021, quando Abu Dhabi ha istituito il fondo d’investimento da 10 miliardi di dollari in Turchia.
Un altro dei teatri di divergenza fra Turchia ed Emirati è stato per lungo tempo la Libia, con Ankara che ha appoggiato l’esecutivo della Tripolitania, mentre Abu Dhabi le autorità scissioniste della Cirenaica. Oggi, invece, entrambi i Paesi sostengono il Governo di unità nazionale (Gun) del premier Abdulhamid Dabaiba, al potere a Tripoli. – Pagine Esteri

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Taxiiiii


La sola cosa che otterranno è l’allargarsi dell’illegalità e dell’evasione fiscale. L’assurdo blocco del mercato dei taxi – assieme all’insabbiata questione dei balneari – resterà negli annali quale esempio d’impoverimento collettivo e distorcimento del m

La sola cosa che otterranno è l’allargarsi dell’illegalità e dell’evasione fiscale. L’assurdo blocco del mercato dei taxi – assieme all’insabbiata questione dei balneari – resterà negli annali quale esempio d’impoverimento collettivo e distorcimento del mercato, indotto da piccole corporazioni agguerrite e da forze politiche vili. Plurale senza confini di maggioranza e opposizione visto che, nella scorsa legislatura, a stralciare i taxi dalla legge sulla concorrenza furono la destra e la sinistra, unite contro quanto era stato predisposto dal governo Draghi (di cui pure erano parte).

Il taxi non si può più prenotare e non si trovano vetture libere, non presso villaggi sperduti ma direttamente a Piazza San Babila a Milano e a Piazza di Spagna a Roma. Presso stazioni e aeroporti le file comportano un tempo di percorrenza terrestre di pochi chilometri largamente superiore a quello impiegato per volare da una città all’altra. Il risultato non è che i tassisti guadagnino di più, ma che s’impedisce la concorrenza accrescendo l’offerta con macchine che si muovono in un mercato parallelo, spesso amministrato dai singoli tassisti (al cliente danno il numero di cellulare e quando un taxi non si trova mandano un amico). Tutto in rigorosa assenza di licenze e tassametro, con conseguente evasione fiscale.

Non assegnare nuove licenze porta al commercio illegale delle esistenti. Illegale perché mascherato da cessione – magari a cooperative – e perché non adeguatamente fiscalizzato. Le cifre di cui si parla, nel mercato reale, sono inoltre incompatibili con i redditi dichiarati da un tassista: chi è il matto che paga una licenza quanto l’incasso di dieci anni? Dice il ministro del Turismo che la faccenda riguarda i Comuni. Bisognerebbe chiederle perché mai, allora, era nella legge sulla concorrenza ed è stata stralciata per essere poi abbandonata al nulla. O se crede che siano i Comuni a dovere fare i decreti attuativi relativi alla legge del 2019, mai fatti.

Lo spettro qual è, Uber? A parte il fatto che alcune grosse cooperative di tassisti hanno già fatto un accordo con Uber – sicché non si può dire neanche per scherzo che sia contro i tassisti, semmai invisa ad alcuni – il modello secondo cui il pagamento avviene automaticamente e con carta di credito già registrata dovrebbe comunque essere sostenuto da un governo che volesse contrastare l’evasione fiscale, magari ricordandosi di mostrarsi solidale con i contribuenti onesti, a partire dal tassista di Bologna che ha raccontato come altri evadono e s’è ritrovato con le ruote tagliate. Ove il governo, naturalmente, non si consideri un esattore di pizzo.

La Ragione

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Sul nostro sito sono state pubblicate le tracce della seconda prova scritta della #Maturità2023.

Potete leggerle qui ▶ miur.gov.it/web/guest/-/-matur…



Advertising Company CRITEO fined €40 Mio


La società di pubblicità CRITEO multata per 40 milioni di euro La CNIL ha inflitto un'ammenda di 40 milioni di euro a CRITEO, la più grande società di pubblicità e tracciamento online in Europa, sulla base delle denunce presentate da noyb e Privacy International. criteo


noyb.eu/en/advertising-company…



Niente ChatGpt per il Pentagono. Come la difesa americana immagina l’IA


L’Intelligenza Artificiale è senza dubbio una delle scoperte che impatteranno maggiormente lo sviluppo dell’essere umano nei decenni a venire. ChatGpt rappresenta soltanto la sua versione embrionale, un prototipo di quello che potranno essere le applicazi

L’Intelligenza Artificiale è senza dubbio una delle scoperte che impatteranno maggiormente lo sviluppo dell’essere umano nei decenni a venire. ChatGpt rappresenta soltanto la sua versione embrionale, un prototipo di quello che potranno essere le applicazioni future di questa tecnologia. Ma proprio in quanto prototipo, il prodotto di OpenAI possiede ancora troppe inefficienze e troppi limiti. Motivi per cui i leader militari hanno deciso di guardare altrove.

Ospite del Defense One Tech Summit, evento a cadenza annuale che esplora come le tecnologie emergenti stiano plasmando le tattiche militari e le strategie di sicurezza nazionale del futuro, il deputy chief technology officer for critical technologies del Pentagono Maynard Holliday ha dichiarato che l’apparato della Difesa statunitense non intende utilizzare ChatGpt, perlomeno nella sua versione attuale.

“I modelli linguistici di simili dimensioni hanno una grandissima utilità, e contiamo molto di utilizzare lo strumento dei modelli generativi basati sull’intelligenza artificiale, ma sfrutteremo soltanto le nostre banche dati. I nostri modelli saranno sviluppati sui dati del Dipartimento della Difesa e istruiti con i nostri dati, e utilizzeranno i nostri metodi di calcolo, così potremo ricevere feedback su cui svolgere un lavoro d’analisi”, sono state le parole di Holliday.

Il dirigente del Pentagono ha inoltre aggiunto che in questi giorni si riunirà un gruppo di lavoro atto a individuare quali possano essere i casi d’uso dell’intelligenza artificiale, utilizzando come base lo stato dell’arte accademico e industriale per quello che riguarda questi modelli linguistici.

Dalle parole di Holliday si può interpretare quale criterio abbia spinto il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti a preferire uno sviluppo ex-novo (accrescendo quindi sia i tempi che le risorse richieste) di un modello di intelligenza artificiale piuttosto che appoggiarsi, almeno nelle strutture fondamentali, a sistemi già disponibili: una sana mancanza di fiducia.

I modelli linguistici attualmente disponibili al grande pubblico (ChatGpt, Bard, Claude, Sage e altri) basano il loro funzionamento su un archivio dati di dimensioni mastodontiche, attingendo da milioni di risorse disponibili online. Risorse che non devono per forza essere veritiere, come abbiamo imparato a nostre spese negli ultimi anni. Essendo uno strumento prettamente militare, un’intelligenza artificiale destinata ad un impiego bellico è intrinsecamente portata a raggiungere il massimo grado di efficienza possibile in un dato contesto e a date condizioni. L’utilizzo di informazioni devianti rischierebbe di compromettere quest’efficienza, vanificando così l’impiego operativo di questi strumenti.

Oltre alla base informativa, Holliday ha posto l’accento anche sull’importanza del processo di calcolo della macchina. La conoscenza diretta e specifica dei modelli utilizzati dall’intelligenza artificiale garantirebbe da una parte un utilizzo più efficiente degli stessi nello svolgimento di determinati compiti assegnati, e dall’altra contribuirebbe a prevenire il verificarsi di incidenti indesiderati, con possibili effetti collaterali.

Poche settimane fa era stata riportata una notizia che aveva fatto scalpore: in uno scenario simulato dall’aviazione statunitense (non è ancora ben chiaro se tale scenario fosse solo un esercizio teorico o il risultato di una simulazione vera e propria), un drone guidato dall’intelligenza artificiale avrebbe aperto il fuoco contro l’essere umano al vertice della sua catena di comando gerarchica. Tale fatto sarebbe stato legato ad un’interpretazione ‘errata’ (se così può essere definita) degli ordini impartiti al drone.

Proprio per evitare di incappare in scenari simili, i vertici militari statunitensi preferiscono spendere tempo e risorse nella realizzazione di un sistema ‘intelligente’ più facilmente controllabile e meno incline a fughe in avanti come quella appena riportata. Anche a costo di ritardare la loro comparsa sui teatri delle operazioni. Comparsa che, ad oggi, non risulta poi così urgente.


formiche.net/2023/06/chatgpt-p…



PODCAST Usa-Cina. Biden prova a impedire la diplomazia del dialogo


Dopo la visita del segretario di Stato americano Antony Blinken in Cina, si immaginava un miglioramento dei rapporti tra Pechino e Washington. Gli entusiasmi sono stati immediatamente smorzati dal presidente Biden che ha definito Xi Jinping "un dittatore"

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di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 22 giugno 2023. L’incontro tra il segretario di Stato Usa Blinken e il presidente cinese Xi Jinping è stato commentato con entusiasmo, soprattutto all’estero, colto come un segnale importante per una ripresa del dialogo tra Pechino e Washington. Ma appena Blinken è ritornato a casa, il presidente Biden ha fatto delle dichiarazioni molto dure sulla Cina e sul suo presidente, definito un “dittatore”. Per Pechino questa è solo un’altra delle dimostrazioni di quella che ritengono sia la “cattiva fede” degli Stati Uniti. Ne abbiamo parlato con Michelangelo Cocco, giornalista e analista che da anni vive e lavora a Shanghai.
widget.spreaker.com/player?epi…
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In Cina e in Asia – La Cina individua enorme giacimento di terre rare nell’Himalaya


In Cina e in Asia – La Cina individua enorme giacimento di terre rare nell’Himalaya terre rare
I titoli di oggi:

La Cina individua enorme giacimento di terre rare nell’Himalaya

Salve le aziende cinesi dal nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia

Le case automobilistiche tedesche accusate di ricorrere al lavoro forzato degli uiguri

Boom della lotteria tra i giovani cinesi
Modi a cena con Biden
Il Thaad in Corea del Sud non rappresenta un rischio per la salute dei cittadini

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Presentazione del libro “Il diritto dei controlli societari” di Alessandro De Nicola


saluti introduttivi ANDREA CANGINI, Segretario General Fondazione Luigi Einaudi intervengono NICCOLÒ ABRIANI, Ordinario di Diritto commerciale. Università di Firenze MARGHERITA BIANCHINI, Vice Direttore Generale Responsabile del Settore Diritto Societario

saluti introduttivi
ANDREA CANGINI, Segretario General Fondazione Luigi Einaudi

intervengono

NICCOLÒ ABRIANI, Ordinario di Diritto commerciale. Università di Firenze

MARGHERITA BIANCHINI, Vice Direttore Generale Responsabile del Settore Diritto Societario, Assonime

ALESSANDRO DE NICOLA, Senior Partner, Orrick

GIULIO FAZIO, Avvocato e già Direttore Affari Legali e Societari, Enel

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Alle 8.30 la chiave ministeriale per aprire il plico telematico della seconda prova è stata pubblicata sul nostro sito.

La trovate qui ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/22-giu…




📚 #Maturità2023, la traccia più scelta è quella di attualità sul valore dell’attesa nella società del “tempo reale”.

Ecco i primi dati ▶️ miur.gov.



Oggi partenza ufficiale di NoStream, l'istanza Owncast italiana di mastodon.uno. Stasera live alle 21.00

@Che succede nel Fediverso?

L'istanza nostream.mastodon.uno è attiva

Sarà quindi usata come la radio ufficiale di mastodon.uno ma saranno trasmessi anche Film, Documentari e serie tv!

L'istanza è aggiornata alla 0.1 e sarà necessario pulire la cache per vedere la nuova veste grafica, se già la usavate in passato potrebbero esserci problemi in quanto è stata radicalmente cambiata, in ogni caso buon ascolto!

Stasera a partire dalle ore 21:00 ci sarà la live per l'inaugurazione ufficiale di NoStream!

L'account da seguire è questo: @NoStream

Per ricevere una notifica poco prima della diretta basta cercare l'account qua sopra, seguirlo e cliccare la campanella.


Stasera ore 21:00 la live per l'inaugurazione ufficiale di NoStream!

:owncast: @DjDino

Per ricevere una notifica poco prima della diretta basta seguire l'account qua sopra, e cliccare la campanella.

#NoStream è un nuovo luogo di discussione dove viene trasmessa buona musica in cui le persone possono chattare fra di loro.

Un posto di decompressione dove non ci si prende troppo sul serio ma anche un posto dove verranno proposti visioni di documentari e film in cui si potrà commentare live.




Le tracce ufficiali della #Maturità2023 sono disponibili sul nostro sito.

Le potete leggere qui ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/-matur…

Voi quale avreste scelto?



Cosa segnalare e cosa non segnalare: le segnalazioni dei contenuti problematici su Lemmy


Segnalare un contenuto problematico o un utente molesto su Lemmy. Come fare e COSA NON FARE!


Uno dei punti di forza di Lemmy è che fin dalle prime fasi del suo sviluppo ha previsto un interfaccia di segnalazione pratica e ben fatta.

Come segnalare?


Segnalare un contenuto è piuttosto semplice. Prendiamo per esempio il caso di questo messaggio:

feddit.it/post/145894

Il commento è un commento molto volgare...

Per segnalarlo, è sufficiente fare click sui tre pallini

in modo da aprire il menu del messaggio,

e inserire la motivazione della segnalazione:


Cosa succede quando si segnala un contenuto?


Facciamo un esempio: l’utente Lemmy “Pluto” pubblica contenuti inappropriati.
Quando l’utente Lemmy Pippo segnala un contenuto prodotto dall’utente Lemmy Pluto, partirà un avviso ai seguenti soggetti:
1) Gli ammistratori dell’istanza su cui è iscritto Pippo
2) Gli amministratori dell’istanza su cui è iscritto Pluto
3) Gli amministratori dell’istanza su cui risiede la comunità in cui ha scritto l’utente Pluto
4) I moderatori della comunità su cui ha scritto l’utente Pluto

Naturalmente i 4 soggetti potrebbero coincidere in uno solo nel caso in cui i due utenti Pippo e Pluto fossero iscritti nella stessa istanza, così come la comunità fosse di quella stessa istanza e i moderatori di quella comunità fossero gli stessi amministratori dell’istanza.
Ma i quattro soggetti potrebbero essere anche n persone differenti, nel caso in cui le istanze fossero diverse e amministrate da numerosi amministratori, così come le comunità fossero amministrate da più moderatori.

NB: le segnalazioni degli utenti Lemmy arriveranno soltanto verso gli amministratori/moderatori di Lemmy, ma non giungeranno mai agli amministratori di Mastodon, Friendica, Pleroma o Misskey!
Allo stesso modo, un utente Mastodon, Pixelfed, Pleroma o Misskey che segnali un utente Lemmy, non riuscità mai a far arrivare la propria segnalazione agli amministratori/moderatori Lemmy!
Tenetene conto quando segnalate qualcosa!

Cosa non segnalare?


Iniziamo dalla cosa più importante: cosa non segnalare!
Considerando che:
A) gli utenti Lemmy (in sostanza) vedono ESCLUSIVAMENTE i contenuti delle comunità che sottoscrivono
B) gli utenti di feddit.it sono italiani che per lo più comunicano in italiano
C) Lemmy non invia segnalazioni a software diversi (e non riceve segnalazioni da software diversi)
sconsigliamo vivamente di segnalare:
1) contenuti in lingue diverse dall’italiano presenti su comunità di altre istanze: state tranquilli, ché qualcun altro le avrà segnalate prima di voi al moderatore di quella comunità e agli amministratori di quella istanza. Se i contenuti restano, significa che piacciono a moderatori e amministratori. Tenetene conto.
2) nudo, pornografia legale, bestemmie e memini politicamente scorretti presenti su altre istanze: vale quanto detto al punto 1)
3) opinioni stupide e utenti stupidi: sono troppe, non ce la facciamo

Ricordate sempre che potete sempre bloccare voi individualmente gli utenti problematici: in questo modo, non li vedrete più!

Cosa segnalare?


È importantissimo segnalare i seguenti contenuti:
1) i contenuti problematici prodotti da utenti dell’istanza feddit.it (che, per intenderci, sono quelli che finiscono con @feddit.it) o quelli di eventuali istanze italiane Lemmy
2) i contenuti problematici presenti nelle comunità feddit.it (o in quelle di future istanze italiane Lemmy) anche se prodotte da utenti esterni all’istanza
3) gli utenti (a prescindere dalla loro istanza di provenienza) che ti molestano o che molestano pesantemente altri utenti
4) gli utenti (a prescindere dalla loro istanza di provenienza) che pubblicano contenuti vietati: pornografia infantile, revenge porn, terrorismo, discriminazioni razziali o di genere, violenza e istigazione alla violenza

Con contenuti problematici intendiamo quelli contrari alle regole delle comunità di feddit.it o contrarie alle regole generali di feddit.it. Le riportiamo per comodità:

Regole


🇮🇹 In questo server è necessario scrivere principalmente utilizzando la lingua italiana.

📜 Ogni comunità sceglierà in autonomia le sue regole, i suoi moderatori e le sue esigenze. Non sarà tuttavia possibile aprire comunità con contenuti pornografici, illegali o con discriminazioni razziali o di genere.

🚯 Le comunità politiche dovranno accettare e sottoscrivere una clausola sull’antifascismo.

⛔️ Lo spam, i bot e i messaggi ripetuti o molesti saranno rimossi a prescindere dalle regole della comunità.

♻️ Le comunità che non riusciranno ad auto-moderarsi verranno richiamate dagli admin e se non sarà possibile trovare una soluzione verranno eliminate.




EU policymakers to nail down agreement on new data-sharing law


EU institutions are due to reach a political agreement on the Data Act next week, with ongoing discussions on the issue of trade secrets, governance, territorial scope, product safety and time of application. The Data Act is a flagship legislative...


euractiv.com/section/data-priv…



Trasformare gli oggetti connessi in spie: l’eccesso di sicurezza del governo francese | Marx21

"Il Senato francese ha approvato in prima lettura (ma con procedura accelerata) una legge in cui, oltre a limitare (in stile berlusconiano) il diritto di espressione dei magistrati sindacalizzati (in un paese in cui c’è un forte sindacato di sinistra della magistratura, molto attivo nella difesa delle libertà pubbliche e di una visione egalitaria della società), si vuole dare la possibilità alla polizia di attivare i dispositivi teconologici di cui disponiamo per svolgere indagini. La differenza tra ciò che può fare un hacker (meglio, un craker) e quello che può fare la polizia si fa sempre più sottile. D’altra parte diventa palese e chiaro quello che tecnicamente già oggi può essere fatto per la sorveglianza preventiva dei movimenti (tra cui quello sindacale) di protesta e di organizzazione dei lavoratori."

marx21.it/internazionale/trasf…



Dettagli incredibili di Marte, guarda il bellissimo video in 8k | Passione Astronomia

"Il rover Curiosity ci sta mostrando Marte come non lo avevamo mai visto con una risoluzione pazzesca! Ecco il filmato tutto da godere."

passioneastronomia.it/dettagli…



Berlusconi e la sinistra liberale. | Marx21

"Dobbiamo guardare in faccia la realtà, la ‘rivoluzione liberale’ in Italia non l’ha fatta Berlusconi l’ha fatta la sinistra, l’abolizione dell’articolo 18, la precarizzazione del mondo del lavoro, le privatizzazioni, le liberalizzazioni sono stati i punti qualificanti del centro-sinistra italiano. [...] Non solo, ripensando alla criminale guerra che Berlusconi fece in Libia occorre ricordare la riluttanza del governo italiano ad entrare in guerra, che per questo veniva attaccato dall’opposizione del Pd e dall’allora Presidente Napolitano."

marx21.it/editoriali/berluscon…




Wikeys, un gioco didattico per scoprire Wikipedia


Ho trovato da poco Wikeys, un gioco da tavolo per scoprire i principi fondamentali di Wikipedia e per imparare a scrivere correttamente un articolo.
Wikeys Il gioco che ti fornisce le chiavi per comprendere Wikipedia

È stato realizzato da Wikimedia France e finanziato dal Ministero della Cultura francese, è pensato per un uso didattico a scuola per studenti a partire dai 12 anni.

È distribuito con licenza Creative Commons BY-SA e si puo scaricare in francese da qui: commons.wikimedia.org/wiki/Fil…

Al link qui sotto si può trovare una presentazione in inglese di Wikeys scritta da Mathilde Louis di Wikimedia France: diff.wikimedia.org/2023/03/22/…
E qui invece la traduzione italiana dell'articolo:
dgxy.link/7UrvP

Per chi volesse approfondire, sempre in francese, la pagina di Wikipedia:
fr.wikipedia.org/wiki/Wikip%C3…

e un breve videotutorial con le istruzioni per l'uso:
yewtu.be/watch?v=4RJEUnCchhE


Il gioco è davvero interessante, se qualcuno è interessato si può proporre a @Wikimedia Italia una traduzione collaborativa.

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