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#NotiziePerLaScuola

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Carrellata


L’inflazione è scesa, ma troppo poco. Si è passati, su base annua, dal 7,6% di maggio al 6,4% di giugno. Considerato il ribasso consistente (rispetto ai picchi) delle materie prime energetiche, è segno che l’aumento dei prezzi è retto anche da fenomeni in

L’inflazione è scesa, ma troppo poco. Si è passati, su base annua, dal 7,6% di maggio al 6,4% di giugno. Considerato il ribasso consistente (rispetto ai picchi) delle materie prime energetiche, è segno che l’aumento dei prezzi è retto anche da fenomeni interni. L’ultimo bollettino della Banca centrale europea è chiaro: non si segnalano dinamiche salariali inflattive; non sono i salari a crescere, semmai i profitti delle aziende. Quando questo succede è segno che i produttori possono ancora puntare sul rialzo dei prezzi, senza perdere quote di mercato. È da qui che si deve partire, se non si vuol fare soltanto delle sciocche e inutilissime polemiche sul rialzo dei tassi d’interesse.

Non è senza significato che il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli – dopo avere ripetutamente avvertito circa il rischio che quei rialzi mettano in difficoltà i debitori, quindi poi le banche – dica ora, chiaro e tondo: «Temo che un certo rallentamento dell’attività economica sia inevitabile quando si combatte duramente l’inflazione, che è la più brutta delle malattie». Ha ragione. Per capire quanto sia brutta si deve tornare ai dati di giugno e alla segnalata discesa, perché i salari restano fermi, mentre l’aumento dei prodotti alimentari è all’11,2%. Il morso è molto forte, tenuto conto che i redditi più bassi hanno una spesa maggiormente concentrata in quei prodotti i cui prezzi crescono di più. Far polemiche sul rialzo dei mutui a tasso variabile (di cui nessuno parlava quando i ratei calavano) significa ignorare questa realtà. Come anche quella di famiglie e settore privato che hanno 10mila miliardi sui conti correnti, quindi risparmi che perdono valore.

Ma c’è un altro aspetto, in quei dati di giugno, da tenere in conto: le comunicazioni registrano un aumento di appena lo 0,5%, i trasporti addirittura diminuiscono i prezzi (-0,2%). Significa che una delle armi migliori contro l’inflazione è la concorrenza, che interdice le speculazioni. Facciamo un esempio concreto, in questa pazzotica estate in cui non si trovano i taxi e in cui i sindaci di Roma e Milano si accorgono che dovrebbero aumentare le licenze, dopo che la maggioranza parlamentare bloccò le positive novità che il governo Draghi avrebbe voluto introdurre: se hai un aereo da prendere e se non vuoi andare in aeroporto il giorno prima (considerato che non si accettano più prenotazioni, che i tempi d’attesa sono diventati lunghissimi e che spesso ci si sente rispondere che «non ci sono vetture disponibili nella sua zona»), si finisce con il rivolgersi ai noleggiatori con conducente, la cui tariffa – dal centro di Roma all’aeroporto di Fiumicino – è di 60 euro, 10 in più rispetto a quella fissa dei taxi. Dunque si accetta di pagare il 20% in più, il che alimenta l’inflazione. Generata, in questo caso, da scarsa concorrenza e non disponibilità di vetture. È il corporativismo a generare prezzi più alti. Il governo che lo favorisce spinge il rialzo dei prezzi. Poi si maschera con polemiche irragionevoli contro la Bce.

A pagare di più il carrello della spesa sono le stesse persone che se vorranno andare al mare pagheranno rialzi ben superiori al tasso medio d’inflazione. Meno concorrenza significa prezzi crescenti e spinta inflattiva. Il tutto scaricato sulle spalle più deboli, quelle dei redditi fissi che non crescono. Né serve dire: fateli crescere. Perché questo può portare non pochi produttori fuori mercato e gli altri a scaricare sui prezzi i costi più alti.

La via virtuosa consiste nell’usare i fondi europei per investimenti che compensino il raffreddamento economico, nel frattempo facendo crescere la concorrenza per interdire le speculazioni. Il resto sono parole perse, demagogia inconcludente, speranza di trovare un colpevole esterno per coprire le incapacità interne. E la cosa drammatica non è soltanto che il governo sembra preferire la demagogia, ma che l’opposizione pensa di superarlo su quella e non sul pragmatismo e sulla serietà.

La Ragione

L'articolo Carrellata proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Comando


Non c’è organizzazione che possa funzionare senza chiarezza della linea gerarchica, senza sapere chi fa cosa e chi prevale su chi. Non c’è organizzazione che possa salvarsi da devianze e degenerazioni se al potere di comando non corrisponde la responsabil

Non c’è organizzazione che possa funzionare senza chiarezza della linea gerarchica, senza sapere chi fa cosa e chi prevale su chi. Non c’è organizzazione che possa salvarsi da devianze e degenerazioni se al potere di comando non corrisponde la responsabilità e, di converso, se la responsabilità non corrisponde ad un potere. Nominare dei commissari, ovvero sostituire la linea gerarchica con un accentramento di potere e responsabilità, può risolvere un problema, ma può diventare a sua volta un problema.

Prendiamo il caso del Generale Francesco Paolo Figliuolo. Esperto di logistica, ha dato prova non buona, ma eccellente nell’organizzare la vaccinazione di massa. Organizzazione perfetta, file ordinate e veloci, rari i casi di intemperanze o sprechi di tempo. Dovrebbe essere normale, ma guardate quel che succede -per dirne una- nel rilascio dei passaporti e ricordiamoci che un lavoro ben fatto va apprezzato anche perché non consueto. Ma in quel caso era indubbio che ci si trovasse davanti ad una emergenza e che dovessero essere approntati strumenti altrettanto d’emergenza. Ora il generale Figliuolo è commissario per l’alluvione in Romagna. Escluso che si discutano le sue capacità, apprezzata la continuità con le scelte del governo Draghi, in che consiste l’emergenza? I giorni terribili dell’alluvione sono alle spalle e, dopo due mesi, non si tratta di approntare i soccorsi. Le “missioni” sono due: a. fare in modo che dopo l’efficienza dei soccorsi non ci sia il vuoto negli accertamenti dei danni e nella ricostruzione di ciò che è andato perso; b. eseguire i lavori per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e delle infrastrutture. Due “missioni” che dovrebbero essere (state) assolte dalle istituzioni amministrative esistenti. Nominare un commissario non tappa una falla improvvisamente apertasi, ma sfiducia l’organizzazione istituzionale “normale”.

È solo un esempio, perché molti altri se ne potrebbero fare (ci sono sistemi sanitari commissariati da decenni, che per la durata segnalano la necessità di commissariare il commissariamento). Nessun sistema istituzionale è perfetto, sicché metterli costantemente a punto è la normalità. Non è normale codificare linee di comando per poi puntualmente derogarle. Non lo è accentrare le competenze e i poteri nel mentre si pretende di decentrarli ancora di più. Anche perché in questo bailamme va a finire che si smarrisce la riconoscibilità sia del potere che della responsabilità, non sapendo più chi fa cosa, chi prevale su chi e chi ne risponde. Nel caso delle acque siamo arrivati all’assurdo di un commissario nazionale che sovraintende a commissari locali, nel mentre si pretende che la faccenda sia di competenza regionale.

Né ha alcun senso pensare di affrontare la contraddizione rafforzando il mandato in capo a chi governa, perché i presidenti delle Regioni sono già eletti direttamente, ma non per questo (come si è visto) non possono essere scavalcati dai commissari. Affiancare il regionalismo ancora più marcato con una specie (imprecisata) di presidenzialismo governativo, quindi, non è un modo per trovare un equilibrio, ma per cuocere lo stufato di montone mettendoci anche la rana pescatrice e la liquirizia.

A taluno potrà sembrare un tema adatto a perditempo che si suppongono cultori degli equilibri e funzionamenti istituzionali, ma giusto ieri, sul Corriere della Sera, il prof. Sabino Cassese non ha lanciato un allarme, ma direttamente un’accusa: molti decreti legge -che fanno del governante un legislatore- sono come la minestra di Gian Burrasca, fatta con la risciacquatura dei piatti: sovrapposti, scoordinati, incoerenti, prolissi e non funzionanti. E di Cassese non si può dire che non sia cultore della materia o che sia prevenuto contro il governo in carica.

Dietro tutto questo c’è la voragine del procedere per proclami e senza capacità esecutiva. Parole e fatti che divorziano. Sarebbe un tema per la politica, ove esistesse e non si dedicasse alle suggestioni anziché alla realtà.

La Ragione

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La Cina serra i ranghi puntando sull’educazione patriottica


La Cina serra i ranghi puntando sull’educazione patriottica educazione
Aumentano le incognite esterne, Pechino riflette sul modo di insegnare l’orgoglio nazionale a scuola. Dal suo primo mandato Xi Jinping insiste sulla continuità della civiltà millenaria cinese

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In Cina e Asia – Calo di giovani nel Partito comunista cinese


In Cina e Asia – Calo di giovani nel Partito comunista cinese partito
I titoli di oggi:

Calo di giovani nel Partito comunista cinese
Cina: Pan Gongsheng nuovo segretario del Pcc per la PBOC
La Cina introdurrà nuove misure economiche per facilitare il suo ingresso nel CPTPP
Hong Kong: il discorso di John Lee per il 26° anniversario del passaggio della città alla Cina
Chip: i Paesi Bassi svelano dettagli sui nuovi divieti
LGBTQ: concessione temporanea dei diritti in Nepal e pride in Corea del Sud

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PRIVACYDAILY


N. 155/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Le istituzioni dell’UE hanno risolto i punti critici della proposta legislativa per un quadro europeo dell’identità digitale in una sessione di negoziati tenutasi IL 28 giugno, ma saranno necessarie ulteriori discussioni politiche per ultimare il dossier. Il disegno di legge mira a fornire il quadro giuridico per un... Continue reading →


VIDEO. Esercito israeliano rioccupa Jenin. Morti e feriti


Cominciata l'operazione militare nel nord della Cisgiordania di cui si parlava da giorni e invocata dalla destra al potere in Israele L'articolo VIDEO. Esercito israeliano rioccupa Jenin. Morti e feriti proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it

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della redazione

Pagine Esteri, 3 luglio 2023 – Anticipata da giorni dai media locali e invocata da ministri e parlamentari della destra estrema al governo, è cominciata l’ampia operazione dell’esercito israeliano contro la città palestinese di Jenin e il suo campo profughi, nel nord della Cisgiordania. Sono coinvolti migliaia di soldati, carri armati Merkava sono schierati nei pressi della città e droni hanno colpito diversi obiettivi. Il bilancio al momento parla di tre palestinesi uccisi e di altri 25 feriti, 7 dei quali sono in condizioni critiche. Non si segnalano vittime tra i soldati, nonostante l’intenso fuoco di sbarramento da parte di decine di combattenti palestinesi che avrebbero anche abbattuto un drone e fatto esplodere un ordigno sotto una ruspa militare israeliana. Giungono in queste ore notizie di rastrellamenti e ampie distruzioni, particolare delle strade del campo profughi.

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Difficile prevedere quanto durerà la rioccupazione di Jenin. Nei giorni scorsi si parlava di 48 ore ma è improbabile che in un tempo così breve le forze israeliane possano avere ragione di organizzazioni armate ben strutturate. Il rischio, oltre ad un bagno di sangue, è che l’operazione inneschi reazioni a catena in Cisgiordania dove la lotta armata è ormai vista da molti come l’unico mezzo per mettere fine all’occupazione militare israeliana.

Migliaia di palestinesi la scorsa notte hanno già sfilato in protesta a Nablus e altri centri abitati. Alla periferia di Ramallah i soldati hanno ucciso un manifestante. Pagine Esteri

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Inizia il viaggio di Euclid: osserverà l’Universo “oscuro” | Astronomia.com

"L’obiettivo scientifico di Euclid è generare una mappa 3D dell’Universo. [...] Le precise rilevazioni che Euclid fornirà permetteranno di mappare le due entità più elusive dell’Universo e che tuttavia ne costituiscono ben il 95%: la materia oscura e l’energia oscura, così aggettivate perché gli astronomi non hanno fondamentalmente idea di cosa siano."

astronomia.com/2023/07/02/iniz…



Perché la Francia brucia


Un mio pensiero sulle rivolte violente che stanno interessando la Francia in questi giorni.

Da qualche giorno la Francia brucia: incendi, esplosioni, migliaia di auto ed edifici distrutti; orde di persone che saccheggiano, rubano e sfondano vetrine di supermercati, negozi e armerie. Qualcuno che smonta pali di videosorveglianza con le ruspe (grazie!). Si è visto di tutto. Da Parigi a Lione, fino in Marsiglia…

Il governo francese ha mobilitato quasi 50.000 forze dell’ordine, che però non possono assolutamente nulla, se non dimostrare l’inutilità della loro esistenza. Il governo non può reprimere in alcun modo queste proteste, né usare la (giusta) violenza contro coloro che da giorni distruggono proprietà privata e mettono in pericolo la vita dei cittadini francesi. Si limiteranno a farsi vedere in video e arrestare qualcuno, ma per il resto, i francesi sono soli.

Così alcuni — già denominati dai mass media “nazionalisti” — hanno deciso di scendere in strada con mazze e spranghe e difendere da soli i loro quartieri, le loro proprietà e la loro famiglia. In qualche modo i giornalisti riusciranno a farli passare per vigilanti cattivi.

Perché sta succedendo tutto questo? I giornalisti dicono che è per colpa di un poliziotto che ha sparato e ucciso un 17enne algerino-francese di nome Nahel in un posto di blocco (ma la patente in Francia a che età si prende?).

Se non sei ancora iscritto a Privacy Chronicles, che aspetti?

Trovare un singolo evento scatenante è però tipico dei mass-media, il cui unico ruolo è indirizzare e polarizzare le masse da una parte e dall’altra, con iper-semplificazioni e favolette.

È colpa dell’Islam e degli africani!”, gridano alcuni. “È colpa della polizia fascista e del governo!”, gridano altri. Entrambe le fazioni però vogliono la stessa cosa: giustificare moralmente la violenza di Stato che arriverà inevitabile una volta che saranno spenti gli incendi e placati gli animi.

La mia idea è che le rivolte violente siano invece espressione naturale di diversi fattori connessi tra loro: statalismo, globalismo (neo-marxismo) e svalutazione della moneta.

Il primo elemento è lo statalismo: un sistema istituzionalizzato di violenza. Un sistema che non lascia ai cittadini, i nuovi sudditi, alcuna scelta — se non quella di combattere e salire al potere; rubare o essere rapinati; uccidere o essere uccisi.

Lo statalismo provoca sempre la frammentazione sociale in gruppi rivali tra loro. La pressione politica da parte di gruppi in costante lotta tra loro per acquisire potere e vantaggi a discapito degli altri è una forma di guerra civile perpetua. Quando il metodo politico (violento) sostituisce il metodo di mercato, non c’è alcuna scelta se non combattere coi mezzi che si hanno a disposizione.

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Mises scriveva nel 19451: “La nostra società è piena di conflitti tra gruppi con interessi diversi. Ma questi conflitti non sono inerenti alla natura di una società capitalistica di libero mercato. Sono il risultato delle politiche dello Stato, che interferiscono con il mercato. Non sono conflitti tra classi marxiste. Sono conflitti che derivano dal fatto che il genere umano sta tornando indietro a logiche di privilegio di gruppo, verso un nuovo sistema di caste.”

Per sopravvivere in un sistema del genere gli uomini non hanno alcuna scelta, se non odiarsi a vicenda, avere paura del prossimo e cercare di distruggersi a vicenda; è un sistema fatto di complotti, conspirazioni, favori, tradimenti. Non è un sistema da cui può nascere fratellanza, sicurezza, cooperazione e pace.

La storia insegna che è il libero mercato a stimolare fratellanza, cooperazione e pace. Fino al 1300 l’economia europea era fondata sul commercio internazionale di merci, disciplinato da regole negoziali di natura volontaria e sostenuto da un sistema bancario libero, molto presente soprattutto nella penisola italica2. Popoli diversi, con culture ed etnie diverse, collaboravano tra loro nei limiti di quanto necessario alla reciproca sopravvivenza e arricchimento, sia materiale che spirituale.

Oggi invece popoli diversi sono costretti a convivere tra loro in modo forzato e artificiale; non per il mutuo beneficio ma per sfruttare l’arma statale e ottenere vantaggi politici e fiscali a discapito degli altri. Allo stesso tempo il commercio viene invece limitato — se non del tutto vietato — anche verso le stesse popolazioni che poi, magari, accogliamo come rifugiati.

Il che, ci porta al secondo punto: la rivoluzione industriale e le sue conseguenze. Anzi: il globalismo e le sue conseguenze.

Brock Chisholm, psichiatra e primo direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, disse: "Per arrivare a un governo globale è necessario rimuovere dalle menti degli uomini l'individualismo, la devozione nei confronti delle tradizioni famigliari, il patriottismo nazionale, e i dogmi religiosi."

Per avere un governo globale bisogna quindi prima rimuovere gli ostacoli.

Un popolo multi-etnico, multi-culturale, laico e statalista accetterà molto più facilmente di essere governato da enti sovranazionali come UE, OMS, ONU e tanti altri. Così come individui senza forti legami e tradizioni famigliari saranno più facilmente suscettibili al potere dello Stato e alla pressione sociale dei vari gruppi di potere. Già secondo Marx e Engels l’idea tradizionale di famiglia andava abolita, in quanto fonte di individualismo e capitalismo. Cioè di libertà.

Milioni di individui oggi sono schiacciati dal peso di un sistema che li rende incapaci di sopperire autonomamente ai propri bisogni primari e li assoggetta a migliaia di leggi e aspettative sociali su cui non hanno alcun controllo. Così — disorientati, soli e spesso senza legami familiari, finiscono per alienarsi dagli altri e dalle comunità locali a cui invece dovrebbero far riferimento.

Non c’è da stupirsi quindi che i criminali che vediamo in video siano individui molto giovani, a cui probabilmente manca una famiglia e un’identità culturale e storica. Che identità culturale potrà mai avere chi cresce a Parigi, Londra o Milano nel 21esimo secolo?

Leopold Kohr scriveva in “The Breakdown of Nations” che quando una società o un sistema diventa troppo grande, collassa inevitabilmente su se stesso.

Nelle piccole comunità, scriveva Kohr, è più semplice mantenere le tradizioni culturali, e c’è spesso una forte condivisione degli stessi valori, nonché un rispetto reciproco derivante dalla stessa etnia e radici storiche.

Le grandi metropoli europee non hanno ormai più nulla di tutto questo: nessuna radice storica condivisa, nessuna tradizione (no, l’aperitivo non è una tradizione), nessun valore, né senso di comunità.

Nel voler esaltare l’integrazione etnica e culturale gli ingegneri sociali globalisti hanno finito invece per incentivare meccanismi di autodifesa che provocano ghettizzazione e (auto)marginalizzazione delle minoranze etniche. Come mescolare insieme olio e acqua. E tutti sappiamo cosa succede quando la temperatura sale.

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Le rivolte, le guerre civili, la povertà e il conflitto sociale sono effetti previsti della transizione verso il nuovo mondo globale e unificato.

Klaus Schwab, leader del World Economic Forum e portavoce del movimento globalista occidentale, lo disse non troppo tempo fa al B20 di Bali: “C’è da aspettarsi che questa ristrutturazione sociale ed economica possa portare del malcontento. Il periodo di transizione —che potrebbe durare diversi anni, causerà una diminuzione del benessere e molte tensioni sociali.”

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Klaus Schwab al B20 di Bali, nell’ambito del G20

L’aumento dei conflitti e delle tensioni sociali in tutto l’occidente richiederà azioni condivise e unificate, prese da enti sovranazionali lontani anni luce dagli interessi delle persone e dalle comunità in cui vivono.

E infine, un fenomeno troppo spesso sottovalutato quando si parla di questi temi: la costante svalutazione della moneta, che prosegue inarrestabile da cento anni.

Più la moneta viene svalutata, più l’orizzonte temporale delle persone si comprime. Come scrive Saifedean Ammous: “l'abbassamento della preferenza temporale è ciò che dà inizio al processo di civilizzazione umana e permette agli esseri umani di cooperare, prosperare e vivere in pace”.

Viceversa, preferenze temporali più alte (cioè a breve termine) portano le persone a preferire risultati immediati — anche a discapito del loro stesso futuro! Le preferenze temporali plasmano la nostra realtà e le nostre società.

Dare più importanza al beneficio immediato significa cedere agli istinti, rinunciare alla ragione e alla cooperazione a favore della violenza. Significa, in breve, avvicinarsi agli animali. Non stupisce allora che i rivoltosi francesi abbiano iniziato a danneggiare, distruggere e saccheggiare come bestie rabbiose qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, senza curarsi delle conseguenze.

Non ce l’hanno con lo Stato — come ragione vorrebbe, se la causa di tutto fosse l’omicidio del giovane algerino da parte del poliziotto — non ce l’hanno con nessuno.

Vogliono solo fare casino: animali persi, senza cultura, senza identità, senza famiglia, senza ragione e senza alcun orizzonte temporale. Utili idioti, protagonisti e spettatori di un cinema macabro che serve soltanto a polarizzare le opinioni e avanzare nel programma prestabilito.

Domani


Quando le proteste avranno fatto il loro corso il governo francese potrà fare la sua mossa e chiedere il supporto europeo per gestire l’ennesima “crisi globale”. Diranno, giustamente, che ciò che sta accadendo in Francia può accadere ovunque; che serve un’azione condivisa e globale.

I francesi nel frattempo si ritroveranno città piene zeppe di guardie e telecamere con riconoscimento facciale e nuove scintillanti leggi di sorveglianza e di censura. Il Ministro della Giustizia francese ha d’altronde già intimato di voler bloccare Snapchat, usato “dai giovani” per organizzare le rivolte. Anche alcuni video sono già stati censurati su Twitter, su richiesta del governo francese.

E poi qualcuno alzerà la mano e dirà che la situazione è insostenibile: siamo troppi; le città sono troppo grandi e impossibili da controllare.

Così procederà anche l’agenda delle città da 15 minuti, i nuovi ghetti 2.0 tanto cari al World Economic Forum. Centinaia di migliaia di persone saranno rinchiuse nei loro quartieri, ammassate tra loro e costrette a un’integrazione forzata che non avverrà mai. Ingressi e uscite saranno controllati con autenticazione biometrica e ogni azione sarà monitorata dalle cabine di regia che anche in Italia iniziano a chiamare “control room”.

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L'ennesima coglionata di Elon Musk sta mettendo sotto pressione Mastodon.

@devol

Il server di mastodon.uno è al momento irragiungibile: oggi c'è stata una nuova migrazione di massa da parte degli utenti di Twitter...

@filippodb - fddt sta lavorando insieme agli altri sistemisti per risolvere il problema.

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Account divulgativi

Un elendo di utenti mastodon diviso per argomenti

mastodon.it/it/quali-utenti-se…

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)


Stati Uniti, la vergogna fa 37 | Cumpanis

«Washington non ha mai accettato quanto sentenziato dalla massima autorità giuridica internazionale e, 37 anni dopo, continua a non farlo. Dietro le opposizioni giuridiche, c’è una verità politica: accettare la sentenza implicherebbe il riconoscimento degli Stati Uniti come nazione tra le altre, costretta cioè al rispetto del Diritto Internazionale e delle istituzioni chiamate a tutelarlo. Inconciliabile con lo status di “eccezionalità”, che si sono assegnati in Costituzione e poi nell’agire criminale che ha contraddistinto i loro 249 anni di esistenza, fatti di 232 anni di guerre e circa 30 milioni di vittime sacrificate per l’affermazione di un modello folle, darwiniano ed escludente.»

cumpanis.net/stati-uniti-la-ve…



Commissariamento


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FRANCIA: “Dietro le rivolte il nodo mai sciolto di razzismo e discriminazione”


Intervista alla sociologa Caterina Bandini, ricercatrice a Parigi, sulle proteste violente in corso in Francia dopo l'uccisione di Nahel da parte di un poliziotto a Nanterre. Analogie e differenze con l'insurrezione delle banlieue nel 2005. La scorsa nott

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di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 1 luglio 2023. Quarta notte di scontri in Francia tra polizia e manifestanti, con oltre mille arresti, di cui un centinaio a Marsiglia, a poche ore dai funerali, previsti oggi nel pomeriggio, del 17enne Nahel ucciso da un poliziotto a Nanterre.

Le forze di sicurezza sono intervenute anche con mezzi blindati per disperdere i manifestanti in diverse città. Il presidente Emmanuel Macron non ha dichiarato lo stato d’emergenza, come molti prevedevano e come chiede a gran voce la destra.

Il governo però ha annullato concerti ed eventi pubblici. Ferme alle 21 le corse degli autobus e dei tram. Sulle ragioni sociali e politiche che sono dietro la proteste di questi giorni, abbiamo intervistato la sociologa Caterina Bandini, residente da anni a Parigi.
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Etiopia, quasi un migliaio di persone morte di fame in Tigray causa sospensione del supporto alimentare


Oltre 700 morti per fame sono state registrate in 7 zone amministrative del Tigray nelle ultime settimane a causa della sospensione degli aiuti alimentari daparte delle agenzie umanitarie degli USA e dell’Europa, USAID e WFP. Almeno 27 persone, tra cui 11

Oltre 700 morti per fame sono state registrate in 7 zone amministrative del Tigray nelle ultime settimane a causa della sospensione degli aiuti alimentari daparte delle agenzie umanitarie degli USA e dell’Europa, USAID e WFP.

Almeno 27 persone, tra cui 11 bambini, sono morte di fame nel campo per sfollati interni (IDP) di Abiy Adi, nel Tigray.

La Commissione per la gestione del rischio di catastrofi del Tigray ha registrato 728 morti.

La cifra include 350 morti per fame nella zona nord-occidentale del Tigray, ancora sotto occupazione amhara, e territorio che ospita migliaia di persone di etnia tigrina sfollate a causa dellla guerra genocida durata per due anni.

I dati si basano su informazioni raccolte dai funzionari distrettuali, ha affermato il capo della commissione, Gebrehiwot Gebregziaher aggiungendo:

“La situazione nel Tigray è molto difficile. Molte persone muoiono a causa della carenza di cibo”


I ricercatori dell’Università di Mekelle, parallelamente alla ricerca della Commissione per la Gestione del Rischio di Catastrofi del Tigray, hanno documentato 165 morti per fame in sette campi per sfollati interni nel Tigray dall’inizio della sospensione degli aiuti alimentari.

Ci sono oltre 100 di questi campi in tutta nello stato regionale del Tigray.


I decessi sono stati segnalati dai coordinatori del campo per sfollati ai ricercatori, che stanno indagando sulla situazione di sopravvivenza precaria di queste persone.

La maggior parte dei decessi riguarda bambini, anziani e persone con problemi di salute pregressi, ha affermato un ricercatore che ha parlato in condizione di anonimato per paura di rappresaglie. Ha collegato le morti direttamente alla sospensione degli aiuti.

Un aggiornamento delle Nazioni Unite pubblicato il 14 giugno afferma che il numero di bambini ricoverati negli ospedali del Tigray per malnutrizione è aumentato del 196% tra aprile 2022 e aprile 2023.

Mercoledì 28 giugno Tigrai TV condivide la notizia e le testimonianze degli sfollati a Ofla, nel Tigray meridionale, che stanno ancora soffrendo per mancanza di cibo e medicine.

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Tigrai TV aggiunge la segnalazione e testimonianza da parte di una ostetrica dell’ Ayder Hospital di Mekelle che denuncia nutrizione e medicinali inadeguati.

“Madri all’ospedale di Ayder costrette a partorire prematuramente a causa di un’alimentazione e medicine inadeguate”


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In Maggio 2023 l’ Health Cluster Operational Presence Map condivide la mappa dello stato regionale del Tigray che rappresenta la situazione disastrosa delle strutture sanitarie, degli ospedali. Il sistema sanitario e le sue strutture a livello regionale durante i 2 anni di guerra sono stati saccheggiati, vandalizzati, occupati e distrutti per il 90%. Oggi milioni di persone ne pagano le amare conseguenze.
Health Cluster Operational Presence Map - Tigray ospedali Maggio 2023Health Cluster Operational Presence Map – Tigray ospedali Maggio 2023
Giovedì 29 giugno Tim Vanden Bempt denuncia e sottolinea la triste verità:

Tutti i partner dell’aiuto sapevano che queste condizioni si sarebbero verificate. Sapevano che migliaia di persone sarebbero morte. E hanno permesso che accadesse comunque. Quando USAID dice di essere inorridito, dovrebbe seriamente guardarsi allo specchio.”


UNOCHA – lo stesso giorno pubblica un resoconto della situazione sanitaria e di maternità, delle madri e dei neonati in Tigray.

Ho visto mia sorella e molte altre donne incinte soffrire o morire a causa della mancanza di servizi di salute materna e di farmaci durante il conflitto. Ora, con l’accordo di pace, possiamo spostarci e accedere ai servizi sanitari”, dice Tigist, incinta di nove mesi del suo primo figlio presso la Maternity Waiting Home di Maedot nel Megab Health Center nella città di Hawzen, zona orientale della regione del Tigray.

Tigist, una futura mamma di 23 anni, vive a Koraro con il marito e la famiglia, una piccola area rurale a tre ore di cammino attraverso il terreno montuoso.

Sono stata portata su una barella di legno dai membri della mia comunità perché non c’è trasporto. Il centro sanitario del mio villaggio è stato distrutto durante il conflitto ed è per questo che siamo venuti all’Hawzen Health Center”, spiega Tigist all’UNFPA.


Ed sottolinea:

Nonostante alcuni miglioramenti, le strutture sanitarie sono ampiamente sovraccaricate in termini di risorse, capacità e personale per fornire servizi sanitari completi come prima del conflitto.

“Questa struttura sanitaria dovrebbe servire 6 distretti ma a causa della distruzione delle strutture sanitarie vicine, attualmente ne stiamo supportando 9. Le madri devono venire a piedi perché l’ambulanza è stata rubata. Altri servizi, come la prevenzione della trasmissione dell’HIV da madre a figlio, non sono disponibili a causa della mancanza di cure e medicinali”, afferma il direttore medico dell’Hawzen Health Center.


La recente guerra genocida, iniziata in Tigray nel novembre 2020 e conclusasi con un accordo di tregua nel novembre 2022, oggi ha lasciato 5,4 milioni su 6 milioni di persone dipendenti dagli aiuti alimentari.

Le Nazioni Unite e gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti alimentari al Tigray a marzo 2023, dopo la scoperta del saccheggio del materiale alimentare.

Nel periodo di marzo i funzionari statunitensi hanno trovato sacchi di aiuti alimentari sufficienti per 134.000 persone che erano stati deviati e pronti da vendere in un mercato locale a Shire, ad una 50ina di km ad ovest di Axum.

Gli operatori umanitari hanno riferito all’Associated Press che alti funzionari del governo etiope erano profondamente coinvolti. Il governo etiope respinge le accuse descrivendola come dannosa “propaganda” l’idea che sia il primo responsabile della deviazione degli aiuti alimentari. Gli USA di Joe Biden si rifiutano di riattivare la fornitura alimentare finché quei funzionari etiopi non saranno rimossi dal processo di distribuzione del materiale alimentare e non siano introdotti controlli più severi.

L’Associated Press riporta che:

“Il governo etiope respinge come dannosa “propaganda” l’idea che sia lui il principale responsabile della scomparsa degli aiuti nel Tigray e in altre regioni, ma ha acconsentito a un’indagine congiunta con gli Stati Uniti mentre il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite svolge un’indagine separata.”


Durante il conflitto, entrambe le parti hanno saccheggiato i rifornimenti umanitari e il governo ha limitato l’accesso agli aiuti, portando gli investigatori delle Nazioni Unite ad accusarlo di “usare la fame come metodo di guerra”.

All’inizio di giugno 2023 la decisione politicizzata del blocco di fornitura alimentare in Tigray è stata estesa al resto dell’Etiopia colpendo 20 milioni di persone bisognose, ovvero circa un sesto della popolazione del paese.

L’agricoltura potrebbe essere l’alternativa alla dipendenza alimentare umanitaria


La ripresa dell’agricoltura durante la stagione delle piogge potrebbe essere un’alternativa per il popolo del Tigray dalla dipendenza totale dal supporto alimentare umanitario, se non fosse che mancano sementi e gli agricoltori sono in pericolo.

Le vite degli agricoltori e i loro mezzi di sussistenza sono continuamente messi in pericolo dagli ordigni esplosivi e dalle mine antiuomo rimasti sparsi sul terreno del Tigray, il regalo postumo della guerra.

Secondo il Mine Action Service (UNMAS) delle Nazioni Unite, un totale di 726 chilometri quadrati di terra in Etiopia rimane contaminato da mine antiuomo e residuati bellici esplosivi (ERW).

“Sono state segnalate oltre 280 vittime nell’Etiopia settentrionale [nello stato regionale del Tigray] dall’inizio del conflitto, anche se non tutti i casi sono stati verificati, ma si ritiene che molti altri incidenti non siano stati denunciati. L’analisi iniziale mostra che i bambini sono una maggioranza allarmante delle vittime (57%)”


ICRC Ethiopia segnala uno dei tanti, troppi casi di bambini feriti dagli ordigni inesplosi sul terreno.

”Ce lo stavamo lanciando l’un l’altro. È caduto ed è esploso”, dice Abel. Il quattordicenne Abel ed i suoi amici hanno scambiato un ordigno inesploso per un giocattolo. E li ha feriti ad Adi Hageray, Tigray”


A Kola Tambien, tre persone hanno perso gli arti e diversi animali sono morti in seguito a molteplici incidenti di questo tipo in un villaggio locale del distretto, secondo Gezahegn Ambiza, il capo villaggio.

Gezahegn ha aggiunto:

“Otto famiglie sono completamente impossibilitate a coltivare per il terzo anno consecutivo, mentre le attività agricole di altre sono parzialmente limitate a causa degli esplosivi. Abbiamo riferito all’ufficio regionale dell’agricoltura, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta”


Gebremedhin Gebrehiwot, 30 anni, agricoltore, possiede ettari di terreno agricolo che utilizzava per piantare grano, orzo e altri cereali prima della guerra. Nonostante il ritorno della pace nell’area, un tempo teatro di battaglie, dal novembre dello scorso anno, non può tornare a coltivare dato che l’area non è stata ripulita e bonificata dai resti degli ordigni bellici militari, bombe.

“Non posso riprendere l’agricoltura, a meno che gli esplosivi non vengano rimossi dalla mia fattoria da professionisti. Questo ha fatto soffrire me e la mia famiglia di problemi socio-economici. Ora lavoro come lavoratore quotidiano per garantire la sopravvivenza dei miei quattro figli perché non ho altra scelta ed è psicologicamente traumatizzante. Inoltre, ho paura che un giorno possa esplodere e uccidere i miei figli”


Gebremedhin avvisa l’allarmante situazione di vita delle persone in Tigray, nonostante l’accordo di cessazione ostilità firmato ormai 8 mesi fa, il 2 novembre 2022 a Pretoria, un accordo che dovrebbe tutelare i milioni di vittime della guerra ed i loro diritti come individui:

“La stagione delle piogge è già iniziata e gli agricoltori dovrebbero essere già nei loro terreni agricoli, abbiamo bisogno di una soluzione tempestiva prima che la stagione finisca”


Questa situazione è diffusa in tutto il Tigray.

Secondo Atakilti, consigliere economico e coordinatore dell’agricoltura presso la zona orientale nel Tigray, i terreni agricoli rimangono asciutti nei distretti della zona orientale come Irob, Bulemekeda e Gantashum sono tra gli altri distretti, mentre in altre aree gli agricoltori hanno bisogno di input agricoli tra cui buoi, sementi e fertilizzanti ecc. perché la maggior parte delle loro proprietà è stata saccheggiata e distrutta durante la guerra.

Atakilti ha sottolineato che questo ha aggravato la già catastofica crisi alimentare: c’è una forte domanda di aiuti alimentari per milioni di persone, nonostante WFP e USAID abbiano deciso con una scelta politicizzata – e qualcuno potrebbe giudicarla anche criminale – di sospendere la distribuzione degli aiuti alimentari in Tigray.


FONTI:


tommasin.org/blog/2023-07-01/e…




PRIVACYDAILY


N. 154/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: La presidente della Federal Communications Commission Jessica Rosenworcel ha annunciato mercoledì scorso la creazione di una task force per la privacy e la protezione dei dati che si occuperà di affrontare le questioni relative alla privacy e alla protezione dei dati nel settore delle comunicazioni.La task force per... Continue reading →
in reply to Informa Pirata

@Informa Pirata

Sono d'accordo con i 150 che chiedono la revisione della legge sulla AI.
Fa piacere vedere che anche tra i guru dell'AI ci sia chi avanza timori di minacce più esistenziali per l’umanità. Tuttavia la paura del buio, come la paura di volare è una paura infantile che va superata con la conoscenza e la tecnologia che ti permette di vedere nel buio e di volare in sicurezza. Poi, se gli europei decidono di azzopparsi da soli, buon per loro.

Informa Pirata reshared this.



Nota: questo articolo avrebbe dovuto si in primo luogo illustrare i problemi della dock di Switch, ma poi continuare e terminare con lo sviluppo to...


Condivido dalla prima all'ultima parola l'appello di Massimo Cacciari, Donatella Di Cesare, Raniero La Valle, Carlo Rovelli, Michele Santoro e Marco Tarquinio.


#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta la Scuola dell’infanzia e primaria “Elsa Morante” di Marino, in provincia di Roma!

Grazie al #PNRR, il vecchio edificio lascerà il posto a una nuova costruzione più moderna e funzionale, che punterà soprat…



Passi avanti sul caccia del futuro. Crosetto incontra Wallace e Suzuki a Roma


Oggi pomeriggio a Palazzo Aeronautica a Roma si è tenuto un incontro Italia-Regno Unito-Giappone sul Global combat air programme (Gcap), il progetto che vede i tre Paesi collaborare per la realizzazione del velivolo da combattimento del futuro destinato a

Oggi pomeriggio a Palazzo Aeronautica a Roma si è tenuto un incontro Italia-Regno Unito-Giappone sul Global combat air programme (Gcap), il progetto che vede i tre Paesi collaborare per la realizzazione del velivolo da combattimento del futuro destinato a sostituire i circa 90 caccia F-2 giapponesi e gli oltre 200 Eurofighter britannici e italiani. Presenti per l’Italia Guido Crosetto, ministro della Difesa, per il Regno Unito Ben Wallace, segretario alla Difesa, e per il Giappone Atsuo Suzuki, viceministro della Difesa. L’incontro si è svolto in un clima positivo, spiegano fonti di Formiche.net. Ciò ha permesso di compiere passi in avanti verso la costituzione del consorzio alla base del Gcap.

Una collaborazione globale

Come affermato dal ministro Crosetto a margine dell’incontro, “l’Italia sta fornendo un significativo contributo tecnologico e industriale al settore aerospaziale globale”, aggiungendo come il Gcap sia “un’iniziativa di successo che racchiuderà le migliori competenze nel panorama aerospaziale globale, per cui l’Italia sta fornendo un significativo contributo tecnologico e industriale”. Il vertice segue quello avvenuto a marzo in Giappone, quando Crosetto e Wallace incontrarono il ministro Yasukazu Hamada per discutere i prossimi passi verso lo sviluppo congiunto del Gcap, a margine del Dsei Japan, la principale manifestazione dedicata al settore della Difesa integrato giapponese. Una nuova riunione a tre potrebbe tenersi entro l’autunno. E, se la rotazione venisse rispettata, si dovrebbe tenere su suolo britannico, con la presenza del viceministro Suzuki.

Il Gcap

Il progetto del Global combat air programme prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al Tempest di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

Il programma congiunto

L’avvio del programma risale a dicembre del 2022, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico. Ad aprile, tra l’altro, l’Italia ha lanciato la Gcap acceleration initiative per accelerare lo sviluppo di tecnologie relative al Global combat air programme. Destinata a aziende e centri di ricerca, lo scopo dell’iniziativa è raccogliere le migliori proposte volte per la piattaforma Gcap per lavorare insieme a soluzioni innovative che possano essere applicate nel processo di maturazione tecnologica.


formiche.net/2023/06/vertice-g…



I pericoli di un salario minimo in chiave etica


Sembra sia stato soprattutto Carlo Calenda, nei giorni scorsi, a infervorarsi per l’idea di proporre una legge sul salario minimo legale che abbia il sostegno di tutti i partiti di opposizione. E si capisce bene perché: quella del salario minimo legale è,

Sembra sia stato soprattutto Carlo Calenda, nei giorni scorsi, a infervorarsi per l’idea di proporre una legge sul salario minimo legale che abbia il sostegno di tutti i partiti di opposizione. E si capisce bene perché: quella del salario minimo legale è, finora, l’unica proposta che potrebbe coalizzare non solo Pd e Cinque Stelle, ma anche i partiti del Terzo Polo (Azione e Italia viva).
È una buona idea? Per certi versi è un’idea sacrosanta. Secondo una mia stima di pochi anni fa, in Italia esiste un’infrastruttura para-schiavistica di circa 3 milioni e mezzo di persone che lavorano in condizioni di precarietà, insicurezza e bassi salari non degne di un Paese civile (il caso limite sono gli immigrati addetti alla raccolta di frutta e ortaggi).

Altre stime suggeriscono che, a seconda del livello a cui verrebbe fissato il minimo legale, i beneficiari di aumenti salariali potrebbero oscillare nel Paese fra uno e 3 milioni di lavoratori.
C’è un problema, tuttavia. In Italia i salari effettivi variano enormemente in funzione del settore produttivo, del costo della vita, della produttività. Inoltre, una parte delle micro-attività che impiegano manodopera male o malissimo pagata hanno margini estremamente ridotti, e non sarebbero in grado di sostenere gli aumenti salariali richiesti.
In concreto, significa che la fissazione di un salario minimo legale a 9 o 10 euro lordi, uniforme su tutto il territorio nazionale, avrebbe effetti a loro volta tutt’altro che uniformi.

Nei contesti ad alta produttività porterebbe a miglioramenti retributivi sostanziali, in quelli a bassa produttività condurrebbe alla chiusura di attività che operano al limite della redditività (sempre, beninteso, che governo e sindacati si impegnino a far rispettare la legge, anziché continuare a chiudere ipocritamente un occhio come si è sempre fatto in passato). In concreto, vorrebbe dire: salari più alti in molte realtà del centro-nord, più disoccupati in molte aree del sud.
Se i meccanismi fondamentali sono questi, forse sarebbe il caso di considerare l’ipotesi di un salario minimo legale differenziato per settore e zona del Paese, in modo da non penalizzare troppo le attività con la produttività più bassa.

Saprà l’opposizione di sinistra muoversi in questa direzione? È improbabile, vista la tendenza di Pd e Cinque Stelle ad affrontare tutte le questioni in termini etici e di principio, anziché in termini pragmatici e realistici. E non è questione di Schlein o non-Schlein, perché quella tendenza era già in atto in epoca pre-Schlein, e non su temi secondari. Pensiamo all’approccio ideologico in materia di immigrazione e accoglienza, o alla disastrosa gestione del Ddl Zan sull’omotransfobia, quando per preservare la purezza politica venne rifiutata l’offerta della destra di approvare il disegno di legge Scalfarotto (un’ottima legge, priva dei difetti del Ddl Zan).
È verosimile che tutta la discussione che partirà sui contenuti esatti della proposta di salario minimo legale verterà sul suo livello, con i riformisti a tirare per un livello ragionevole, e i massimalisti per un livello irragionevole ma auto-gratificante. Il risultato sarà che il governo
avrà gioco facile a ignorare le proposte dell’opposizione, mostrandone l’irrealismo e gli effetti perversi.

Eppure dovrebbe essere chiaro che è il modo peggiore per provare a costruire un campo largo. Per riconquistare la fiducia degli italiani, ai progressisti serve mostrarsi in grado di fare proposte così sensate che risulti difficile rifiutarle. E incalzare il governo a farle rispettare.
Proporre un salario minimo elevato, uguale in tutta Italia, e quindi impossibile da rispettare per molte imprese, può scaldare il cuore dei militanti più ideologizzati o moralisti. Ma difficilmente può convincere la maggioranza degli italiani.

Il Gazzettino

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Le parole del viceministro degli esteri Edmondo Cirielli davanti alla platea di Gioventù Nazionale costituiscono un'aperta apologia del colonialismo italiano f


  Un accordo al ribasso quello di Pd, Ms5 stelle, SI e Azione su una proposta di salario minimo di 9 euro lordi l’ora. E’ la stessa cifra presente n


Organismo Onu cercherà dispersi guerra in Siria. Damasco: “non siamo stati consultati”


Sarebbero 155 mila le persone disperse a causa del conflitto in Siria. Damasco: "ingerenza nei nostro affari interni" L'articolo Organismo Onu cercherà dispersi guerra in Siria. Damasco: “non siamo stati consultati” proviene da Pagine Esteri. https://pa

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della redazione

Pagine Esteri, 30 giugno 2023 – Un organismo indipendente ricercherà le 155 mila persone disperse a causa del conflitto cominciato in Siria nel 2011. Lo ha approvato ieri – con il voto favorevole di 83 Paesi, contrari 11 tra cui la Siria, l’Iran, la Russia e la Cina, e 62 astensioni – l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni unite. La decisione è giunta a seguito delle richieste avanzate dalle famiglie dei dispersi e dai centri per i diritti umani.

L’organismo indipendente lavorerà in coordinamento con tutte le parti coinvolte nel conflitto in Siria e oltre ad occuparsi delle ricerche, organizzerà anche il sostegno alle famiglie dei dispersi.

Bassam Sabbagh, il rappresentante di Damasco alle Nazioni unite, ha descritto la decisione, presa senza consultare in anticipo Damasco, come “un meccanismo bizzarro e misterioso, senza una precisa definizione del concetto di ‘persone disperse’ e senza limiti di tempo né di spazio”. Secondo Sabbagh il passo dell’Onu “è una ingerenza negli affari interni della Siria e fornisce ulteriori indizi dell’approccio ostile adottato da alcuni Stati occidentali”. Pagine Esteri

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Calligram - Position momentum


Torna il collettivo internazionale black metal Calligram dopo l'ottimo "The Eye Is The First Circle" del 2020. Il gruppo che vede Matteo Rizzardo alla voce e scrittore dei testi, è una delle realtà più belle della scena black metal contaminata da altri generi come il d-beat e qualcosa di hardcore e sludge. @Musica Agorà

iyezine.com/calligram-position…



European Digital Identity: Permanent personal identification number is off the table!


Representatives of the EU Parliament and the Council of the European Union reached a political agreement on the core elements of a new framework for a European digital identity (eID) in …

Representatives of the EU Parliament and the Council of the European Union reached a political agreement on the core elements of a new framework for a European digital identity (eID) in the early hours of yesterday morning.

The requirement that member states assign a lifelong unique personal identification number to each citizen, which had been opposed by Pirate Party MEPs in several committees, was completely removed from the draft. The Pirates were also able to prevent the mandatory acceptance of state browser certificates, but rejections due to insufficient security will need to be justified. The details of the agreements will now be negotiated in further technical meetings and will probably be finalised in another trialogue under the Spanish Presidency in autumn.

Pirate Party MEP Patrick Breyer, who negotiated the bill in the co-advisory Committee on Civil Liberties (LIBE), comments:

“We successfully prevented the allocation of a unique, permanent personal identification number that could have been used to comprehensively record and monitor our lives. Instead of a uniform personal identification number, different user numbers can be assigned from one service to another in the future. This must now be be made clear in the wording of the legislation.

Nevertheless, there is a great danger that the planned ‘digital identity’ will gradually displace the anonymity on the internet that protects us from profiling and identity theft. We have not been able to enforce the right to use services without electronic identification or authentication. Those who register with social media via their eID wallet out of convenience will therefore sacrifice their anonymity.

Many details are still unresolved. In the further negotiations, we Pirates will push for the sensitive data of citizens in their digital wallets to be stored exclusively in a decentralised manner on their own devices – unless they opt for centralised storage. Decentralised data storage protects our data from mass hacks and identity theft. We also demand guarantees that non-users of the theoretically voluntary eID system must not suffer any disadvantages and can use alternative identification or authentication methods.“

Pirate Party MEP Mikuláš Peksa, who sits at the negotiating table for the Committee on Industry, Research, and Energy (ITRE), comments:

“Yesterday, we made a significant shift in the design of eIDAS 2.0, which will be privacy-conscious and provide users with a user-friendly electronic wallet for all kinds of IDs and certifications. We already know that e-signatures will be free for individuals, and in the draft, we have finally eliminated unique persistent identifiers that could facilitate snooping. However, there is still a lot of work to be done. Nonetheless, this stands as a nice victory of reason, for the time being.”

Background: In the course of the so-called EIDAS reform, the planned “European Digital Identity” is to give EU citizens access to public and private digital services and enable online payments. The Federal Ministry of the Interior mentions the opening of a bank account, the registration of SIM cards, the digital storage of driving licences and the storage of digital prescriptions, but also the identification for mail or social media accounts.


patrick-breyer.de/en/european-…



“ChatGPT alla sbarra. Ma addestrare gli algoritmi facendo “scraping” significa rubare?”


Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni.


guidoscorza.it/chatgpt-alla-sb…



NOVECENTO. L’ampio studio di Maria Grazia Meriggi pubblicato da Biblion edizioni. In «La Confederazione generale unitaria del lavoro e i lavoratori immigrat


Su iniziativa del Ministro Giuseppe Valditara, al termine di un tavolo con i tecnici del Ministero, sono stati stabiliti interventi sui criteri di valutazione del voto di condotta nelle Scuole secondarie, sulla misura della sospensione e sull’istituz…


Punk Paradox di Greg Graffin


PUNK PARADOX è la narrazione della vita di Greg Graffin prima e durante i primi anni del punk di Los Angeles, in cui descrive in dettaglio le sue osservazioni sulla crescita esplosiva del genere e sul costante aumento di importanza della sua band @Musica Agorà

iyezine.com/punk-paradox-di-gr…

Musica Agorà reshared this.



Ireland: Corrupt GDPR procedures now "confidential"


Irlanda: Procedure discutibili del GDPR ora "confidenziali" Ieri il DPC irlandese ha ottenuto una vittoria risicata in Parlamento e ha fatto approvare una nuova legge che renderà impossibile criticare le procedure del DPC. DPC Section 26A


noyb.eu/en/ireland-corrupt-gdp…



Ireland: Questionable GDPR procedures now "confidential"


Irlanda: Procedure discutibili del GDPR ora "confidenziali" Ieri, il DPC irlandese ha ottenuto una vittoria risicata in Parlamento e ha fatto approvare una nuova legge che prevede che DPC Section 26A


noyb.eu/en/ireland-questionabl…



Slowdive, a settembre il nuovo album. In ascolto il primo singolo


A SEI ANNI DI DISTANZA DALL'ULTIMA FATICA DISCOGRAFICA, L'ALBUM OMONIMO USCITO NEL 2017 (IL PRIMO DOPO LA REUNION DEL 2014, A SUA VOLTA ARRIVATO DOPO DICIANNOVE ANNI DI STAND BY) GLI SLOWDIVE TORNERANNO A PUBBLICARE UN NUOVO DISCO, CHE SI INTITOLA "EVERYTHING IS ALIVE" E SARÀ DISPONIBILE DALL'1 SETTEMBRE SULLA LABEL DEAD OCEANS.

iyezine.com/slowdive-a-settemb…

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Trasferimento dati Ue-Usa, Parlamento europeo contrario all'adozione del Data Privacy Framework
@Etica Digitale (Feddit)
Il Parlamento ritiene che il #DataPrivacyFramework non garantisca un livello di protezione dei dati trasferiti verso gli Stati Uniti, sostanzialmente equivalente a quello richiesto dal diritto dell'UE.

#privacy

ntplusdiritto.ilsole24ore.com/…



#NotiziePerLaScuola

Riapertura dei termini dell’avviso pubblico per la candidatura a componente del Comitato scientifico internazionale della Scuola di Alta Formazione dell'Istruzione.



Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge dedicato agli interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del Codice della strada, presentato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, …


Lupin III – Il Castello di Cagliostro


 Il primo film di cui vi voglio parlare è un anime ambientato in Italia, che si dice abbia ispirato il primo “Indiana Jones” di Spielberg e Lucas oltre a essere stato fonte di ispirazione per la Disney nel comporre una scena di “Basil L’Investiga Topo” e una nel finale del film “Atlantis - L’Impero Perduto”. #film #Anime

Questo inoltre è il primo film che vede alla regia Hayao Miyazaki il fondatore della casa di produzione animata Ghibli.

iyezine.com/lupin-iii-il-caste…



Bruxelles approva lo spionaggio sui media per motivi di “sicurezza nazionale” | L'Indipendente

"Impossibile non notare come la norma contenga un controsenso intrinseco, dal momento che aspira a garantire ai giornalisti una maggiore indipendenza e libertà da eventuali minacce aumentando la sorveglianza e il controllo sul loro operato. Il risultato, anzi, parrebbe essere proprio il contrario, ovvero condizionare ulteriormente l’attività di indagine dei professionisti dell’informazione, già sottoposta a crescenti restrizioni in diversi Paesi europei."

lindipendente.online/2023/06/2…



Mio figlio ha una 4 ruote


Durante lo stage "Mio figlio ha una 4 ruote" MF4R (policlinico.mi.it/news/2023-06…) organizzato a Lignano Sabbiadoro dal Sapre, un servizio pubblico del Policlinico di Milano che si occupa da più di 30 anni dei genitori di bambini affetti da SMA (atrofia spinale muscolare) promuovendone l'empowerment, si è svolta una camminata di circa 5 km percorribile a piedi, in bici, con carrozzine manuali/elettroniche e passeggini.

Il percorso, individuato con la collaborazione di #FIAB Monfalcone - BisiachINbici, tra la Riserva naturale regionale Foce dell'Isonzo-Isola della Cona e Marina Julia (Monfalcone) si è svolto su un tratto della pista ciclabile Adria Bike (adriabike.eu/it/interactive-ma…) scelto in particolare perché privo di barriere architettoniche.

Alla camminata ha partecipato un gruppo di circa 150 persone tra cui 50 bambini in carrozzina elettronica le cui famiglie arrivano da tutta Italia e dall'estero.

Un grande esempio del ruolo del servizio sanitario pubblico e un esempio (un po' più piccolo) dell'importanza di una mobilità sostenibile per tutti, non solo per gli amici della #bicicletta.

@maupao @macfranc @Rivoluzione mobilità urbana🚶🚲🚋 @:fedora: filippodb :cc: :gnu:

nilocram doesn't like this.

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