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L’export delle armi, la politica e la ricerca della decisione. Il commento di Filippo del Monte


Con una proposta presentata lo scorso 11 agosto dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il governo sta provando ad apportare alcune modifiche alla Legge 185/90, quella che regola le esportazioni di armamenti. L’obiettivo è duplice: razionalizzare la no

Con una proposta presentata lo scorso 11 agosto dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il governo sta provando ad apportare alcune modifiche alla Legge 185/90, quella che regola le esportazioni di armamenti. L’obiettivo è duplice: razionalizzare la normativa in materia e reintrodurre il Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (Cisd), abolito nel 1993.

Il Disegno di Legge n. 855 è attualmente in discussione al Senato, ma ha generato già una levata di scudi da parte di numerose organizzazioni di stampo pacifista, che hanno accusato l’esecutivo di voler rendere più facile l’export di armi e sistemi d’arma italiani nel mondo.

In realtà questa è una argomentazione capziosa, anche perché in Italia e, più in generale, in Europa, l’esportazione di armamenti è soggetto a normative stringenti, tali da impedire qualunque “traffico illecito” o favorire lo scoppio di nuovi conflitti e/o la recrudescenza di quelli già in atto.

In particolare, per quanto concerne la normativa italiana, i divieti all’esportazione di materiali d’armamento si applicano quando mancano adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei prodotti per la difesa, ovvero sussistono elementi per ritenere che il destinatario previsto utilizzi gli stessi prodotti a fini di aggressione contro un altro Paese; quando il Paese destinatario è in stato di conflitto armato, in contrasto con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; nel caso sia stato dichiarato verso un Paese l’embargo totale o parziale delle forniture di armi da parte di organizzazioni internazionali cui l’Italia aderisce; quando il governo di quel Paese sia responsabile di gravi violazioni dei diritti umani accertate da organizzazioni internazionali cui l’Italia aderisce; quando in un Paese si destinino a bilancio militare risorse eccedenti le proprie esigenze di difesa.

L’impianto della Legge 185/90 è stato modificato nel 2012, con il recepimento della direttiva europea 2010/80 Ue, che ha introdotto il principio generale in base al quale il trasferimento di prodotti per la difesa fra Stati membri deve essere subordinato al rilascio di un’autorizzazione preventiva dello Stato membro da cui partono i prodotti, salvo i casi di fornitori o destinatari facenti parte di un organismo governativo o delle forze armate, di forniture effettuate dall’Unione europea, dalla Nato, dalla Iaea o da altre organizzazioni intergovernative per lo svolgimento dei propri compiti o di programmi di cooperazione tra Stati membri in materia di armamenti – o ancora di fornitura di aiuti umanitari per fronteggiare catastrofi -, autorizzazione accordata sotto forma di una licenza di trasferimento.

Il testo del Disegno di legge n. 855 è facilmente consultabile e dalla relazione generale che lo accompagna si può facilmente notare come alla base del provvedimento vi sia la necessità di snellire le procedure contrattuali e burocratiche, al netto di un rafforzamento dei controlli e del perimetro d’azione del decisore politico su esportazione e importazione di armamenti.

Se, infatti, la proposta del governo Meloni amplia il termine per la presentazione della documentazione comprovante la conclusione dell’operazione di trasferimento, di pari passo inasprisce le sanzioni amministrative per la mancata produzione della documentazione richiesta.

La proposta di Tajani, presentata di concerto con i colleghi ministri della Difesa, di Economia e finanze, Interno e Imprese e Made in Italy, è in linea con le esigenze attuali tanto del comparto industriale dell’aerospazio-difesa, quanto della sicurezza nazionale.

La Aerospace and defence industries association of Europe (Asd) in un suo recente documento, intitolato The Importance of Exports for the European Defence Industry, ha spiegato come il mercato AD&S europeo sia oggi frammentato e soggetto a limitazioni di budget e cicli di approvvigionamento non sincronizzati, oltreché a rischi sull’intera catena del valore, soggetta alle ricadute dello scontro politico-diplomatico sui materiali critici. Inoltre, l’industria della difesa europea non riesce a competere con Paesi come gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.

Per esempio, nel 2020, a parità di potere d’acquisto, i 27 Paesi membri dell’Ue hanno speso collettivamente circa 216 miliardi di euro per la difesa, contro i 766 miliardi di dollari degli Stati Uniti, i 178 miliardi di dollari della Russia e i 332 miliardi di dollari della Cina.

Si deve, inoltre, considerare come la quota di mercato dei produttori europei di armamenti in Europa sia inferiore alle aspettative, con molti Paesi del vecchio continente che preferiscono affidarsi ad appaltatori stranieri, principalmente statunitensi, per l’acquisto di velivoli dual use, elicotteri da trasporto pesante e velivoli unmanned. Il mercato europeo e quello dei Paesi Nato da soli non bastano a coprire i costi del comparto industriale di settore. Ecco perché l’Asd sta mettendo in evidenza quanto sia importante diversificare e favorire le esportazioni di armamenti creati da industrie europee con tecnologia europea.

Per quanto concerne l’Italia, l’aerospazio-difesa ha un fatturato di circa 17 miliardi di euro, e il valore della produzione, incluso l’indotto, è di circa quaranta miliardi di euro. Sono i numeri presentati nel febbraio scorso in audizione alla commissione Esteri e Difesa di Camera e Senato da Giuseppe Cossiga, presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad). Anche l’Aiad, sulla stessa linea d’onda dell’Asd, ha richiesto di rivedere la Legge 185/90 non per stravolgerne il contenuto, ma per garantire ai processi di esportazione di armamenti una più chiara impronta governativa sulle decisioni da prendere.

Il tentativo di reintrodurre il Cisd – le cui funzioni sono oggi demandate a un comitato tecnico istituito presso la Farnesina e denominato Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento-Uama – risponde all’esigenza di dare un chiaro indirizzo di politica estera anche ad una materia complessa come quella dell’export di armi. Nel corso degli anni non sono stati rari i casi in cui dalla Uama sono passate decisioni di carattere squisitamente politico, che hanno influenzato la postura geopolitica ed economico-industriale del Paese all’estero.

L’ultimo caso è quello relativo all’export militare italiano verso Israele, con ogni operazione sospesa su ordine della Uama – nel rispetto della normativa vigente e come atto dovuto – a partire dallo scorso 7 ottobre, giorno d’inizio del conflitto contro Hamas. Fino a quel giorno, ha spiegato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, le licenze approvate, per un valore di 9,9 miliardi di euro erano state 21, così come nel 2019 erano stati 28 i milioni stanziati durante il governo Conte 1 e 21 milioni nel 2020, ai tempi del Conte 2. E ancora, nel 2021 sono stati spesi 12 milioni sulle armi e 9 milioni nel 2022. Con questi numeri il ministro della Difesa ha voluto evidenziare come ogni governo, a prescindere dal colore, faccia “affari” con l’export di armi, sbugiardando la linea “pacifista” – nei fatti esclusivamente antioccidentale – del leader del Movimento 5 Stelle. Nei giorni scorsi Giuseppe Conte aveva violentemente attaccato il governo Meloni, in particolare i ministri Tajani e Crosetto, sull’appoggio fornito ad Israele.

Ma da questi numeri emerge, ancora una volta, come la politica funga da “comparsa” sulla delicata materia dell’esportazione di armi rispetto ai veri attori protagonisti che sono tecnici. Ma se si “deresponsabilizza” il decisore politico su una materia che ha necessariamente implicazioni politiche, è chiaro che sia poi il tecnico a dover decidere, generando inevitabili cortocircuiti.

Questo perché nei processi di promozione del sistema-Paese passa anche la presentazione di prodotti per la difesa sviluppati con know-how nazionale e da aziende italiane che, sia come capofila, sia come parte dell’indotto, rappresentano eccellenze al livello mondiale. Analizzando la serie storica delle esportazioni di armamenti italiani, contenuta nella Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento del 2022, si può notare la crescita delle autorizzazioni alle esportazioni di armi e sistemi e, dunque, anche del fatturato connesso, in Paesi come la Turchia (oggi al primo posto), il Qatar, Singapore, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, il Kuwait e l’India. Infatti, se la capacità italiana di esportare armi negli Stati Uniti e nei Paesi Ue e Nato può sembrare scontata, è interessante valutare come le direttrici commerciali AD&S italiane si stiano indirizzando verso i Paesi d’interesse del Mediterraneo allargato e di una strategia che lo connette, necessariamente, all’Indo-Pacifico e che, in un certo senso, stiano ricalcando il percorso della costituenda Via del Cotone indo-araba, da contrapporre alla cinese Via della Seta.


formiche.net/2023/11/politica-…



Quanto sta accadendo nel porto di Ortona, in provincia di Chieti è semplicemente inaccettabile. Due giorni fa la nave umanitaria Ocean Viking, dell’organizza


FPF and OneTrust Release Collaboration on Conformity Assessments under the proposed EU AI Act: A Step-by-Step Guide & Infographic 


Today, the Future of Privacy Forum (FPF) and OneTrust released a collaboration on Conformity Assessments under the proposed EU AI Act: A Step-by-Step Guide and accompanying Infographic. Conformity Assessments are a key and overarching accountability tool

Today, the Future of Privacy Forum (FPF) and OneTrust released a collaboration on Conformity Assessments under the proposed EU AI Act: A Step-by-Step Guide and accompanying Infographic. Conformity Assessments are a key and overarching accountability tool introduced in the proposed EU Artificial Intelligence Act (EU AIA or AIA) for high-risk AI systems.

Conformity Assessments are expected to play a significant role in the governance of AI in the EU, and the Guide and Infographic provide a step-by-step explanation of what a Conformity Assessment is–designed for individuals at organizations responsible for the legal obligation to perform one–along with a roadmap outlining the series of steps for conducting a Conformity Assessment.

The Guide and Infographic can serve as an essential resource for organizations who want to prepare for compliance with the EU AIA’s final text, which is expected to be adopted by the end of 2023 and become applicable in late 2025.

Click here to view the Guide

Click here to view the Infographic

Key aspects of the Guide and Infographic include:

  • Information and background about the proposed EU AI Act & Conformity Assessments. The proposed EU AIA is a risk-based regulation with enhanced obligations for high-risk AI systems, including the obligation to conduct Conformity Assessments. In the EU context, the Conformity Assessment obligation is not new: the EU AIA aims to align with the processes and requirements found in laws that fall under the New Legislative Framework (NLF), and Conformity Assessments are also part of several EU laws on product safety, such as the General Product Safety Regulation, the Machinery Regulation, or the in vitro diagnostic Medical Devices Regulation.
  • The Conformity Assessment applicability for AI systems. A Conformity Assessment is the process of verifying and/or demonstrating that a high-risk AI system complies with the requirements enumerated under Title III, Chapter 2 of the EU AIA. The first step in the Conformity Assessment journey is determining whether an organization’s AI system falls under the Conformity Assessment legal obligation, and the Guide and Infographic include a flowchart of questions for an organization to answer in order to determine whether they need to comply with the Conformity Assessment obligation.
  • Conformity Assessment requirements for high-risk AI systems. The Guide describes each Conformity Assessment requirement, its meaning, and at what phase of the AI system’s life cycle each requirement should be met. These requirements include Risk Management System; Data and Data Governance; Technical Documentation; Record Keeping; Transparency Obligations; Human Oversight; Accuracy, Robustness and Cybersecurity.
  • Overview of EU Plans for Standards & Presumption of Conformity. The European Commission is looking to obtain standards that provide “procedures and processes for conformity assessment activities related to AI systems and quality management systems of AI providers.” Such standards will be crucial to developing operational guidance for the implementation of Conformity Assessments and are expected to facilitate compliance with the technical obligations prescribed by the EU AIA. Given that the EU AIA is still under negotiation, the draft standardization request that was issued by the European Commission in December 2022 may be amended when the AIA is finally adopted.

For more information about the EU AIA, Conformity Assessments, and the Guide and Infographic, please contact Katerina Demetzou at kdemetzou@fpf.org.


fpf.org/blog/fpf-and-onetrust-…



Il #17novembre ricorre la Giornata internazionale delle studentesse e degli studenti, in memoria di quei giovani e dei loro docenti e del coraggio manifestato nell’atroce eccidio del lontano 17 novembre 1939.


In Cina e Asia – APEC: Xi annuncia nuove aperture ai capitali stranieri


In Cina e Asia – APEC: Xi annuncia nuove aperture ai capitali stranieri APEC
I titoli di oggi:

APEC: Xi annuncia nuove aperture ai capitali stranieri
Gli Stati Uniti rinnovano l'impegno a inviare armi a Taiwan
Von der Leyen spinge sul pedale del de-risking

Pechino: intelligenza artificiale rischio per la sicurezza nazionale
Le restrizioni Usa minacciano il cloud computing di Alibaba e Tencent
La crisi immobiliare cinese non accenna a finire
Pianificatore statale cinese intende attrarre nuovi investimenti stranieri
Cina e Giappone annunciano la creazione di un nuovo quadro per il dialogo commerciale

L'articolo In Cina e Asia – APEC: Xi annuncia nuove aperture ai capitali stranieri proviene da China Files.



GAZA. Cosa stanno facendo esattamente le forze speciali americane in Israele?


La segretezza è la parola d'ordine quando si tratta del sostegno dell'amministrazione Biden all'offensiva israeliana a Gaza. L'articolo GAZA. Cosa stanno facendo esattamente le forze speciali americane in Israele? proviene da Pagine Esteri. https://pagi

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di Connor Echols* – Responsible Statecraft

(foto di Ambasciata Usa a Tel Aviv)

Mentre l’esercito israeliano entra nel secondo mese di operazione a Gaza, le domande continuano a vorticare sull’esatta natura del sostegno americano alla guerra, con importanti implicazioni potenziali per gli interessi americani in Medio Oriente. Il Pentagono è stato abbastanza trasparente riguardo alle sue azioni al di fuori di Israele, inclusa la decisione di spostare due gruppi d’attacco di portaerei in Medio Oriente, oltre ad altre risorse navali e sistemi di difesa missilistica. Ma due questioni più delicate rimangono avvolte nel mistero: cosa stanno facendo esattamente le forze speciali americane in Israele? E quali armi stanno dando gli Stati Uniti alle Forze di Difesa Israeliane (IDF)?

Cosa ci fanno i soldati americani in Israele?

Le forze per le operazioni speciali statunitensi sono di stanza in Israele e “aiutano attivamente gli israeliani” in una serie di aree, tra cui gli sforzi per “identificare gli ostaggi, compresi quelli americani”, ha rivelato la settimana scorsa un funzionario del Dipartimento della Difesa.

Il funzionario non ha condiviso ulteriori dettagli, ma altri hanno detto al New York Times che il Dipartimento della Difesa “ha inviato diverse dozzine di commando nelle ultime settimane, oltre a una piccola squadra che era in Israele il 7 ottobre per condurre un addestramento precedentemente programmato”. Secondo il Times, anche altri paesi occidentali hanno inviato forze speciali “più vicine a Israele” per aiutare nel recupero degli ostaggi e nella potenziale evacuazione dei civili.

Il Pentagono aveva inviato anche un generale del Corpo dei Marines con una notevole esperienza in operazioni speciali per consigliare le operazioni di terra di Israele, ma il generale ha lasciato il paese prima dell’incursione di terra di Tel Aviv.

Un funzionario ha detto al giornalista Spencer Ackerman che gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione “contingenze” di emergenza con cui le forze speciali americane assisteranno direttamente nel recupero degli ostaggi, ma questi piani rimangono ipotetici, secondo il funzionario. L’unica prova concreta del coinvolgimento “diretto” degli Stati Uniti è stata una serie di voli di droni disarmati sul sud di Gaza che stanno aiutando a localizzare gli ostaggi.

Alcuni testimoni oculari affermano di aver visto soldati con stemmi con la bandiera americana sul terreno a Gaza, ma nessun organo di informazione ha confermato questa affermazione. È anche plausibile che un soldato israelo-americano avrebbe potuto indossare uno stemma del genere senza il permesso degli Stati Uniti o dell’esercito israeliano.

Per quanto riguarda l’identità dei soldati statunitensi in Israele, una foto della Casa Bianca durante la visita del presidente Joe Biden del 18 ottobre mostrava l’incontro del presidente con diversi membri della Delta Force, la principale unità antiterrorismo e di recupero ostaggi del Pentagono. Non è chiaro se unità militari statunitensi stiano attualmente operando in Israele per operazioni non speciali. Il Pentagono non ha risposto ad una richiesta di commento da parte di RS sulle sue operazioni in Israele.

Maggiore segretezza sui trasferimenti di armi

L’amministrazione Biden è stata criticata dal Congresso per i suoi tentativi di nascondere i dettagli sui trasferimenti di armi americane a Israele nel corso della guerra, inclusa una misura proposta per ignorare i requisiti di notifica al Congresso che darebbero ai legislatori l’opportunità di opporsi a specifiche vendite di armi.

“Non c’è motivo per cui non possiamo garantire che l’assistenza necessaria degli Stati Uniti a Israele avvenga in modo rapido e che il Congresso sia in grado di adempiere al suo dovere di controllo costituzionale”, il rappresentante Gregory Meeks (DN.Y.) – il democratico in classifica alla Camera Commissione per gli affari esteri – ha detto la settimana scorsa al Washington Post.

Il senatore Chris Van Hollen (D-Md.), da parte sua, ha affermato che il Congresso “non dovrebbe fare eccezioni a questa pratica” e ha sostenuto che è responsabilità del legislatore “rivedere questi fondi e garantire che il loro utilizzo sia nel migliore interesse di il popolo americano”.

Mentre i legislatori avrebbero ricevuto informazioni complete su quali armi verranno inviate a Israele, la Casa Bianca ha evitato di condividere pubblicamente informazioni sul suo sostegno, in netto contrasto con la contabilità dettagliata degli aiuti dell’amministrazione Biden all’Ucraina.

L’amministrazione non ha spiegato questa discrepanza, ma molto probabilmente deriva da una semplice logica politica. Mentre Biden è stato orgoglioso di vantare il sostegno della sua squadra all’Ucraina, si trova ad affrontare molte più contraccolpi per aver sostenuto Israele, le cui azioni a Gaza hanno attirato critiche significative sia negli Stati Uniti che all’estero.

Questa logica è apparsa di recente quando è emerso che gli Stati Uniti pianificano di fornire fucili alla polizia nazionale israeliana, controllata dal ministro di estrema destra Itamar Ben-Gvir, che ha promesso di dare armi ai coloni in Cisgiordania. L’ex funzionario del Dipartimento di Stato Josh Paul ha anche detto a RS la scorsa settimana che diverse unità della polizia israeliana erano state precedentemente segnalate per presunte “gravi violazioni dei diritti umani”, cosa che dovrebbe legalmente impedire loro di ricevere armi americane.

L’unico altro trasferimento di armi pianificato a Israele che è stato reso pubblico è una spedizione precedentemente approvata di 320 milioni di dollari in kit di bombe di precisione noti come Spice Family Gliding Bomb Assemblies. Secondo quanto riferito, la deputata Ilhan Omar (D-Minn.) si opporrà a questa vendita presentando una “risoluzione di disapprovazione” che bloccherebbe il trasferimento se ricevesse una maggioranza a prova di veto in entrambe le camere del Congresso. Secondo Paul, i kit rappresentano “il tipo di mezzi che Israele ha utilizzato nell’ultimo mese per devastare Gaza”.

La posta in gioco è alta per gli interessi statunitensi nella regione

Un’altra probabile ragione della segretezza sul coinvolgimento degli Stati Uniti è il timore che il sostegno americano a Israele danneggerà la posizione di Washington in Medio Oriente, soprattutto data la diffusa opposizione della regione all’offensiva israeliana, che numerosi commentatori arabi hanno definito un “genocidio”.

Se le persone in Medio Oriente arrivassero a credere che le truppe americane siano direttamente coinvolte nelle ostilità, ciò potrebbe avere conseguenze disastrose sulla percezione delle azioni americane nella regione. Come ha osservato un cablogramma trapelato di recente dall’ambasciata americana in Oman , la campagna israeliana sta già “perdendo il pubblico arabo per una generazione”.

Secondo Stephen Wertheim, storico e membro senior del Carnegie Endowment for International Peace, tale impatto potrebbe essere avvertito ben oltre la regione. “I costi, in termini di prestigio e potere americano, si sono già rivelati sostanziali”, ha scritto Wertheim sul New York Times. “E potrebbero andare molto peggio.” E le potenziali conseguenze di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti non si limiterebbero al disprezzo pubblico, sostiene il giornalista Ackerman.

“Se le FSA dovessero entrare a Gaza come combattenti, come potrebbe sentirsi obbligato a rispondere l’Iran, la cui strategia regionale si basa sulla guida di un ‘asse di resistenza’ verso Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita?” ha chiesto. “Cosa sceglierebbe di fare? Quale sarebbe l’impatto su Giordania, Egitto, Arabia Saudita, ecc.?”

*Connor Echols è un reporter di Responsible Statecraft. In precedenza è stato redattore associato presso la Fondazione Nonzero, dove ha co-scritto una newsletter settimanale di politica estera. Echols ha conseguito la laurea presso la Northwestern University, dove ha studiato giornalismo e studi sul Medio Oriente e sul Nord Africa.

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VERSIONE ITALIANA USA, META CHIEDE LEGGI SUL PARENTAL CONTROL PER I MINORI DI 16 ANNII ragazzi vivono immersi nel mondo digitale e ogni giorno, oltre a navigare, acquistano e scaricano molteplici App. Antigone Davis, responsabile globale della sicurezza di Meta, in un post pubblicato mercoledì scorso ha affermato di sostenere la legislazione federale che prevede …


I droni Global Hawk di Sigonella a sostegno di Israele


Sigonella è stata utilizzata dalle forze armate USA anche come base di transito degli aerei cargo C-17A Globemaster lll che stanno trasferendo armi, munizioni e apparecchiature belliche dagli Stati Uniti fino alla base aerea israeliana di Nevatim L'artic

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di Antonio Mazzeo

Pagine Esteri, 17 novembre 2023 – Prima operazione di intelligence, riconoscimento e sorveglianza di potenziali “obiettivi” di un drone Northrop Grumman RQ-4D “Global Hawk” di US Air Force nel teatro di guerra del Mediterraneo orientale.
Mercoledì 15 novembre il velivolo senza pilota è decollato dalla base siciliana di Sigonella per raggiungere il Mediterraneo orientale dove ha svolto una missione spia di fronte le coste della Siria meridionale e del Libano.

Le forze armate USA hanno dato il via a numerose missioni di pattugliamento e sorveglianza nella regione dopo lo scoppio del conflitto tra Hamas e le forze armate israeliane e i massicci bombardamenti di Gaza. Le attività erano state svolte fino ad ora però solo con i velivoli P-8A “Poseidon” di US Navy e i droni “Reaper” di US Air Force, decollati tutti da NAS Sigonella. Adesso fanno la loro comparsa a supporto degli strike israeliani anche i grandi droni “Global Hawk”.

Sigonella è stata utilizzata dalle forze armate USA anche come base di transito degli aerei cargo C-17A Globemaster lll che stanno trasferendo armi, munizioni e apparecchiature belliche dagli Stati Uniti d’America (via Ramstein, Germania) fino
alla base aerea israeliana di Nevatim, nel deserto del Negev, a pochi km dalla città di Beersheba.

Sul diretto coinvolgimento bellico del territorio italiano il governo Meloni-Tajani-Crosetto non ha ancora sentito il dovere di proferire parola alcuna: né il Parlamento né i cittadini sono stati informati.

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Com’è andato il summit tra Xi e Biden


Com’è andato il summit tra Xi e Biden 10415537
Raggiunti i risultati previsti, tranne che sull'intelligenza artificiale. La distanza maggiore resta quella su Taiwan, ma il tono del confronto è più che cordiale. Una piccola ombra dalla conferenza stampa del leader americano, mentre quello cinese incontra Musk, Cook e i vecchi amici dell'Iowa

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Domani parteciperò alla manifestazione di CGIL e UIL per la giornata di sciopero generale che si terrà nella mia regione a Lanciano in provincia di Chieti. L


AIDA TOUMA SOSPESA DAL PARLAMENTO ISRAELIANO SABATO A ROMA A CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE "Siamo orgogliosi di annunciare che la deputata comunista Aida T


Prime adesioni all’Osservatorio carta, penna & digitale


I primi ad aderire all’Osservatorio carta, penna & digitale della Fle sono stati i confindustriali Federazione Carta e Grafica e Comieco. L’annuncio è stato dato questa mattina, nel corso del convegno “Lettura su carta e scrittura a mano” che si è svolto

I primi ad aderire all’Osservatorio carta, penna & digitale della Fle sono stati i confindustriali Federazione Carta e Grafica e Comieco. L’annuncio è stato dato questa mattina, nel corso del convegno “Lettura su carta e scrittura a mano” che si è svolto a Milano presso la Fondazione Corriere della Sera, presieduta da Ferruccio de Bortoli, nel quadro della manifestazione Book City.

Ospite d’onore il Segretario generale della Fle, Andrea Cangini, che ha illustrato alla platea lo studio elaborato dalla Fondazione Luigi Einaudi che dimostra, su base scientifica, l’imprescindibilità della scrittura a mano e della lettura su carta. Tra i relatori, il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, che ha annunciato l’intenzione di “istituzionalizzare il meritorio Osservatorio costituito dalla Fondazione Luigi Einaudi”. Siamo appena partiti, e siamo partiti bene.

youtube.com/embed/NvFblHTZnIs?…

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FPF Submits Comments with the National Telecommunications and Information Administration (NTIA) on Kids Online Health and Safety


On November 15, the Future of Privacy Forum filed comments with the National Telecommunications and Information Administration (NTIA) in response to their request for comment on Kids Online Health and Safety as part of the Biden-Harris Administration’s in

On November 15, the Future of Privacy Forum filed comments with the National Telecommunications and Information Administration (NTIA) in response to their request for comment on Kids Online Health and Safety as part of the Biden-Harris Administration’s interagency Task Force on Kids Online Health & Safety.

Read the comments here.

Young people increasingly engage with their peers online and lawmakers continue to introduce legislation to expand protections for the privacy and safety of minors beyond the existing COPPA framework. However, adopting a one-size-fits-all approach to developing policies for minors online presents challenges, as protections that are appropriate for very young children may not be suitable for older teenagers with greater agency and autonomy. While addressing online experiences for minors is a multi-faceted issue, as evidenced by the interagency task force, FPF has identified four of the most impactful areas for privacy that the Task Force should consider as they develop voluntary guidance, policy recommendations, and a toolkit on safety-, health-, and privacy-by-design for industry to apply in developing digital goods and services.

1. Children and teens have varying privacy needs across developmental stages, and overgeneralized restrictions may exacerbate health risks and undermine the developmental benefits of social online experiences. In particular, limitations on access to content and connecting with peers may have negative consequences on the ability of adolescents to explore and develop independence and identity.

2. While many stakeholders agree on high-level policy goals, such as extending heightened protections to both children and teens or minimizing unnecessary data collection, there is little consensus on how best to implement broadly agreed-upon policy goals. In some areas, such as age assurance, there is significant disagreement on how best to grapple with conflicting equities on privacy and safety.

3. Companies building new features to protect the privacy and safety of minors online currently take into account the varying developmental stages of minors and the interaction between minors’ autonomy and parental involvement. These two considerations inform how companies balance privacy and safety before introducing new features and reviewing existing tools as research and societal norms evolve.

4. FPF recommends additional research investigating minors using online services for educational purposes versus recreation, shifts in privacy risks at different ages and stages of development, and the relationship between privacy and safety in applying heightened protections to teens. This research is necessary to identify appropriate safeguards for minors online in both policy and practice.


fpf.org/blog/fpf-submits-comme…



Noyb presenta una denuncia contro la Commissione Europea per annunci mirati di chatcontrol

Oggi, @noyb.eu ha presentato una denuncia contro la direzione generale per la migrazione e gli affari interni della Commissione europea. Nel settembre 2023, la Commissione ha utilizzato il micro-targeting illegale su Twitter (X) per promuovere la sua regolamentazione su #chatcontrol, fortemente criticata. Sembra che la Commissione fosse alla disperata ricerca del sostegno pubblico, che potesse essere utilizzato per fare pressione sui governi nazionali affinché accettassero la controversa proposta legislativa. Questa mossa ha minato le procedure democratiche stabilite tra le istituzioni dell’UE e ha violato il GDPR dell’UE.

@Privacy Pride


"noyb is accusing the Commission of “unlawful micro-targeting” on X (Twitter) related to a Commission legislative proposal aimed at combating child sexual abuse."

Techcrunch on our complaint against the EU Commission 👇

techcrunch.com/2023/11/15/oops…


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Un consorzio per il Tempest. A dicembre il trilaterale di Tokyo con Crosetto e Shapps


Italia, Regno Unito e Giappone si preparano a incontrarsi a Tokyo nella seconda metà di dicembre, con l’obiettivo di strutturare i propri programmi per lo sviluppo del caccia di sesta generazione, nell’ambito del Global combat air programme. La conferma s

Italia, Regno Unito e Giappone si preparano a incontrarsi a Tokyo nella seconda metà di dicembre, con l’obiettivo di strutturare i propri programmi per lo sviluppo del caccia di sesta generazione, nell’ambito del Global combat air programme. La conferma sul periodo sembra arrivare direttamente dal Paese del Sol Levante, ma l’impegno a incontrarsi nella capitale giapponese per la definizione del trattato per avviare l’iter parlamentare era già stato anticipato nel corso dell’ultimo vertice trilaterale tenutosi a Roma tra Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, al termine dell’incontro con Grant Shapps, segretario alla Difesa britannico, e Yoshiaki Wada, consigliere speciale del ministro della Difesa giapponese. Nell’incontro di dicembre, invece, ad accogliere Crosetto e Shapps dovrebbe essere direttamente il ministro della Difesa, Minoru Kihara.

Un consorzio per il Gcap

Insieme i tre dovranno coordinare la nascita dell’entità, con ogni probabilità basato nel Regno Unito, che dovrà occuparsi dello sviluppo vero e proprio del caccia e che dovrà guidare e mantenere in linea i progressi verso l’obiettivo di mettere in volo un sistema nel 2035. L’idea di questa nuova struttura arriva direttamente da quanto stabilito da Regno Unito, Italia, Germania e Spagna per lo sviluppo coordinato dell’Eurofighter, un programma il cui successo vuole essere adesso replicato anche per il Gcap. Sotto la supervisione di questo nuovo ente, le aziende leader del progetto (l’italiana Leonardo, la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e la britannica BAE Systems) dovranno procedere allo sviluppo del primo design entro il 2027.

Le manovre di Tokyo

Nel frattempo, il governo giapponese sta chiedendo alla Dieta, il Parlamento nipponico, l’approvazione per la nascita e la gestione di questo nuovo ente per il Gcap nel corso del prossimo anno. L’obiettivo è assicurare i quattro miliardi di yen (circa 26 milioni di euro) parte della quota che il Giappone dovrà versare per garantire il funzionamento del nuovo organismo. Inoltre, l’esecutivo di Fumio Kishida è impegnato nelle negoziazioni con i legislatori relativamente alle rigide regole del Paese per quanto riguarda le leggi che regolano le esportazioni e i trasferimenti di materiali di Difesa, basate sulla Costituzione rigidamente pacifista dello Stato giapponese. Un prerequisito alla successiva possibilità di commercializzazione sul mercato del Gcap stesso.

Il Gcap

Il progetto del Global combat air programme è destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli oltre duecento Eurofighter britannici e italiani, e prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al jet di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

Il programma congiunto

L’avvio del programma risale a dicembre dell’anno scorso, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.


formiche.net/2023/11/un-consor…



In Cina e in Asia: Xi a Biden: "Il mondo è abbastanza grande per il successo di Cina e Usa”


In Cina e in Asia: Xi a Biden: xi biden usa cina
I titoli di oggi: Xi a Biden: “Il mondo è abbastanza grande per il successo di Cina e Usa” Cina e Usa lanciano un gruppo di lavoro sulla cooperazione climatica Gli Stati Uniti ribadiscono il sostegno alle Filippine nel vertice sulla Difesa dell’ASEAN Tre “pilastri” dei colloqui dell’IPEF sono stati completati Xiaomi mostra il suo primo veicolo elettrico Apre il ...

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Oggi alle 10.30 torna L'Ora di Costituzione! Il tema della sesta lezione è su “La formazione delle Leggi”.

Seguite qui la diretta streaming ▶️ youtube.com/playlist?list=PLN2…



Scuola di Liberalismo 2023 – Messina: lezione del prof. Giancristiano Desiderio sul tema “La mia filosofia”


Sesto appuntamento dell’edizione 2023 della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e la Fondazione Bonino-Pulejo. Il corso, giunto alla sua tredic

Sesto appuntamento dell’edizione 2023 della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e la Fondazione Bonino-Pulejo. Il corso, giunto alla sua tredicesima edizione, si articolerà in 15 lezioni, che si svolgeranno sia in presenza che in modalità telematica, dedicate alle opere degli autori più rappresentativi del pensiero liberale.

La sesta lezione si svolgerà giovedì 16 novembre, dalle ore 17 alle ore 18.30, in diretta streaming sulla piattaforma ZOOM.

La lezione sarà tenuta da Giancristiano Desiderio (giornalista, scrittore, saggista e docente di Filosofia e Storia, nonché membro del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi), che relazionerà sull’opera “La mia filosofia” di Benedetto Croce.

La partecipazione all’incontro è valida ai fini del riconoscimento di 0,25 CFU per gli studenti dell’Università di Messina.

Come da delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina e della Commissione “Accreditamento per la formazione” di AIGA, è previsto il riconoscimento di n. 12 crediti formativi ordinari in favore degli avvocati iscritti all’Ordine degli Avvocati di Messina per la partecipazione all’intero corso.

Per ulteriori informazioni riguardanti la Scuola di Liberalismo di Messina, è possibile contattare lo staff organizzativo all’indirizzo mail SDLMESSINA@GMAIL.COM

Pippo Rao, Direttore Generale della Scuola di Liberalismo di Messina

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VERSIONE ITALIANA USA, DATA BREACH IMPATTATI 2,3 MILIONI DI CLIENTI DELLA SOCIETA’ TRUEPILL Truepill è una piattaforma farmaceutica incentrata sul B2B che serve aziende sanitarie digitali e altre organizzazioni sanitarie in tutti i 50 stati degli Stati Uniti. In questi giorni la società sta notificando a numerosi clienti una massiccia violazione che metterebbe a rischio …


denuncia della noyb contro la Commissione UE per gli annunci mirati di controllo della chat La Commissione europea ha utilizzato il micro-targeting per promuovere la sua legislazione sugli abusi sessuali sui minori. Ciò ha violato la legge europea sulla privacy EU Commission micro-targeting


noyb.eu/it/noyb-files-complain…



Sciopera(n)ti


La disfida dello sciopero è una sfida al buon senso e uno scioperare della ragionevolezza. Il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione, nessuno lo mette in discussione ma – come capita all’articolo 1, anzi come capita a tutta la Costituzione – a

La disfida dello sciopero è una sfida al buon senso e uno scioperare della ragionevolezza. Il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione, nessuno lo mette in discussione ma – come capita all’articolo 1, anzi come capita a tutta la Costituzione – anche l’articolo 40 andrebbe letto tutto: «Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano». Di quello si discute, sebbene con toni da ripicche infantili. Lo sciopero si farà, ma non risolverà nessuno dei problemi di cui ci si rifiuta di parlare. Ne vedo almeno tre.

1. Chi governa dovrebbe cercare di costruire il consenso attorno alle politiche che intende praticare; chi sciopera dovrebbe provare a correggere quelle politiche a favore degli interessi che rappresenta. Salvini non lavora per la prima cosa e Landini non lavora per la seconda. Si soddisfano della contrapposizione, avendo ciascuno da gestire la concorrenza nel proprio campo. Salvini approva una legge di bilancio che, in materia di pensioni, va in direzione opposta a quella che promise. Landini chiede un taglio del cuneo fiscale che sarà impossibile rendere significativo e permanente se non si ferma il crescere della spesa pensionistica, che si guarda bene dal proporre. La contrapposizione diventa la loro identità, il che li lega a sorte comune.

2. Quando la Costituzione fu scritta – prevedendo anche le mai giunte «norme di legge» sui sindacati, articolo 39 – sia i partiti politici che i sindacati erano organizzazioni di massa. Oggi gli iscritti sono una frazione di quel che erano allora. Al sindacato sono iscritti più i pensionati che non i lavoratori e i partiti (mentre diminuiscono i votanti) hanno preso il nome del capo di turno. Peccato che la democrazia funzioni male senza partiti e il mercato funzioni male senza sindacati. Intendendosi per tali, nell’uno e nell’altro caso, non dei comitati autolegittimati ma delle comunità vaste e popolate, capaci di vivace discussione interna.

3. Sono cambiati il mondo e il modo in cui viviamo. Nel 1948 nel dire “lavoratori” si indicavano non soltanto i titolari di un contratto da lavoro dipendente, ma una condizione sociale ed esistenziale. Scioperare significava porre il datore di lavoro davanti al pericolo di perdere capacità produttiva, quindi ricchezza. Valeva nelle società agricole e di prima industrializzazione. Oggi siamo una società di servizi e “lavoratori” potrebbe identificarsi con “contribuenti” – i cui antagonisti sono in gran parte i mantenuti e gli evasori – tanto che lo sciopero non lo convochi avverso il ‘padrone’ (evolutosi in imprenditore), ma contro il governo. Nella surreale condizione in cui l’impresa non avrebbe nulla in contrario a che il governo finanziasse altra spesa per ingraziarsi il sindacato, tanto più che questo aiuterebbe a tenere i salari bassi, mentre al governo c’è chi promette ai pensionandi ben più di quello che il sindacato osa chiedere (e chi ha qualche anno si ricorda di Carlo Donat Cattin, democristiano, che faceva la concorrenza alla triplice). Così procedendo non soltanto si è creato il più grande debito pubblico europeo, ma a pagare lo sciopero sono i lavoratori che lo fanno e quelli che lo subiscono. Tenuto presente che i trasporti non sono più da decenni uno sfizio per giramondo, ma l’esigenza dei pendolari e il sistema circolatorio delle aree metropolitane.

Sicché, da tempo, la principale efficacia dello sciopero consiste nell’annunciarlo. In qualche caso non aderisce quasi nessuno, divenendo strumento ricattatorio – anche verso i sindacati confederali – di sigle corsare. E lo si colloca a ridosso di feste e fine settimana, in un impeto di clemenza per sé e per gli altri.

Si potrebbe discutere di organizzazione produttiva e normativa sindacale, si potrebbe parlarsi anziché parlare alle telecamere, cercare il concerto anziché produrre lo sconcerto, ragionare di futuro anziché echeggiare il passato, ma volete mettere il bello di una sceneggiata la cui trama sarà dimenticata già il mattino appresso.

Davide Giacalone

L'articolo Sciopera(n)ti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Poiché la competitività dell’Europa è in ritardo rispetto ad altre regioni del mondo, l’UE dovrebbe concentrarsi sull’aumento degli investimenti pubblici e privati nella tecnologia e nelle competenze, oltre a portare avanti la transizione energetica verde per garantire un approvvigionamento affidabile...


Auto elettriche, green economy, diritti umani: ma quale sostenibilità?


Siamo nell’epoca della guerra al cambiamento climnatico e all’inquinamento. Siamo sulla soglia di non ritorno (chi parla del 2030, ma per altri l’abbiamo già superata) che decreta il futuro del mondo quale lo conosciamo e la nostra stessa esistenza come s

Siamo nell’epoca della guerra al cambiamento climnatico e all’inquinamento.

Siamo sulla soglia di non ritorno (chi parla del 2030, ma per altri l’abbiamo già superata) che decreta il futuro del mondo quale lo conosciamo e la nostra stessa esistenza come specie. Risorse, mancano, bisogna trovare fonti alternative, bisogna ottimizzare quelle che abbiamo, bisogna cambiare paradigma: d’altro canto è scritto nei testi di antropologia che solo chi si sa adattare sopravvive.

Fatto questo preambolo ecco uno spunto di riflessione.


Versione semplificata da alcuni esempi e macro evidenze di un contesto più articolato in cui il modello è sempre quello: un mondo di squali e guerra alle risorse (siano esse materie prime, siano vite ed esseri umani).

Poi ognuno può trarre le proprie conclusioni.

Da una parte abbiamo che:

“Le navi da crociera inquinano più delle auto circolanti in Europa. Le 218 navi per il turismo marittimo di lusso hanno emesso nel 2022 4,4 volte più inquinanti di tutte le automobili del continente (253 milioni).”

L’Italia è il Paese dove le navi da crociera inquinano di più, al primo posto in Ue.


Dall’altro abbiamo personaggi e realtà come ad esempio Elon Musk e la Tesla che vendono macchine ellettriche per inquinare meno, per rendere più green il pianeta.

Personalmente la prima cosa che mi chiedo è che sostenibilità nel medio lungo periodo avranno le auto elettriche?

Riusciranno a sostenere il mercato ed il confronto con quelle a combustibili fossili?

In fatto di sostenibilità c’è da ricordare anche come vengono realizzate e costruite le machine elettriche, con una batteria: le materie prime sono essenziali e fondamentali. Dove, come e chi le estrae?

Per esempio un componente per le batterie possiamo parlare di cobalto.

Spostiamoci in Africa, in RDC – Repubblica Democratica del Congo e scopriremo gironi dantestchi in cui persone di ogni sesso ed età sono intenti inn attività di estrazione mineraria, scavando, spostando sacchi, nelle peggiori situazioni infanganti i diritti fondamentali di ogni individuo.

Solo a me sembra che ci sia qualcosa che stona in tutto questo contesto?
Una visione generale dei minatori che lavorano presso la miniera artigianale di Shabara vicino a Kolwezi il 12 ottobre 2022. Circa 20.000 persone lavorano uno Shabara, a turni di 5.000 alla volta. [Junior Kannah / AFP] RDC Repubblica Democratica del CongoUna visione generale dei minatori che lavorano presso la miniera artigianale di Shabara vicino a Kolwezi il 12 ottobre 2022. Circa 20.000 persone lavorano uno Shabara, a turni di 5.000 alla volta. [Junior Kannah / AFP] RDC Repubblica Democratica del Congo


tommasin.org/blog/2023-11-15/a…



Il 16 novembre torna l’appuntamento mensile con L'Ora di Costituzione!

L'iniziativa sostenuta dal Senato prosegue con il ciclo di incontri per illustrare i principali articoli della Carta agli studenti.



Weekly Chronicles #54


Accuse di spionaggio, rapinatori in cerca di Bitcoin e identità digitale europea.

Questo è il numero #54 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di globalismo, sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.

Nelle Cronache della settimana:

  • Tutanota è un honeypot dell’intelligence?
  • In Svezia, i rapinatori cercano Bitcoin nelle case
  • Thierry Breton festeggia l’accordo sul Digital ID europeo

Nelle Lettere Libertarie: L’idea del Network State come nuovo paradigma statale

Rubrica OpSec: Padroneggia il potere degli strumenti OSINT per migliorare la consapevolezza del tuo “digital footprint” e aumentare la tua privacy e sicurezza online. Scopri come nell’allegato speciale delle Cronache di questa settimana.

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Tutanota è un honeypot dell’intelligence?


Tutanota è in realtà un front per un’operazione di spionaggio. O meglio: questo è ciò che sostiene Cameron Ortis, ex capo dell’unità d’intelligence della polizia federale canadese, attualmente imputato in giudizio per aver venduto segreti di Stato a criminali.

Durante le sue dichiarazioni Ortis avrebbe chiaramente affermato che Tutanota, il servizio di posta elettronica cifrata made in Germania, sia in realtà uno storefront dell’intelligence, pensato appositamente per acquisire dati e spiare potenziali criminali.

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Nelle dichiarazioni fatte nel corso del giudizio Ortis sostiene che la RCMP (Royal Canadian Mounted Police) e le agenzie di intelligence dei Five Eyes (Canada, UK, USA, Nuova Zelanda, Australia) sarebbero in grado di raccogliere le informazioni comunicate attraverso i sistemi Tutanota.

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Dobbiamo crederci? Secondo i fondatori di Tutanota, no. Sono stati anzi loro stessi a diffondere la notizia per smentirla. Sul sito è disponibile un comunicato stampa in cui spiegano la loro versione.

Che sia un modo per diffamare uno dei pochi servizi consumer di posta elettronica cifrati al mondo? In questi casi è estremamente difficile capire quale sia la verità. Teniamo però in considerazione che è in corso una guerra serrata contro la crittografia delle comunicazioni in tutto il mondo e questo potrebbe essere un attacco politico.

In Svezia, i rapinatori cercano Bitcoin nelle case


Lo scorso lunedì una coppia svedese è stata aggredita in casa da 4 rapinatori. Sono stati legati, picchiati e minacciati con un coltello per tre ore prima che i criminali li lasciassero in pace. Pare che siano stati trasportati in ospedale entrambi, ma in condizioni non gravi.

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#54


VERSIONE ITALIANA INDIA, SI STUDIA UN SISTEMA DI SICUREZZA PER LE AUTO PER PROTEGGERE DALLE MINACCE INFORMATICHE E DALLA VIOLAZIONE DELLA PRIVACY DEI DATI Sappiamo che le auto di ultima generazione raccolgono un gran numero di dati, spesso non necessari. Uno studio recente ha rivelato che l’84% dei marchi automobilistici ha ammesso di condividere i …


Riprendiamo terreno sulla rete tossica! – Ecco il rapporto 2023 di Framasoft

Un anno fa abbiamo lanciato la nostra tabella di marcia 2022-2025, «Collettivizzare Internet, Convivializzare Internet». L'obiettivo: incoraggiare l'adozione di strumenti web di facile utilizzo da parte di gruppi che condividono i valori della cultura Free/Libre.

Un anno dopo, siamo orgogliosi e felici di presentare questo primo aggiornamento completo sulle nostre attività, finanziate (come sempre) dalle vostre donazioni.

@Che succede nel Fediverso?

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La sonda Juno ha fornito nuovi importanti indizi sul comportamento dei venti di Giove | AstroSpace

"Queste misurazioni hanno portato a numerose scoperte, tra cui l’esistenza di un nucleo diluito nelle profondità di Giove. Hanno permesso di stimare l’altezza delle zone e delle fasce del pianeta, che si estendono dalla sommità delle nubi fino a circa 3mila chilometri. Di recente, i dati hanno portato a scoprire che i venti atmosferici di Giove penetrano nel pianeta in modo cilindrico, parallelo al suo asse di rotazione."

astrospace.it/2023/11/13/la-so…



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Un anno su Mastodon: l'organizzazione giornalistica tedesca Heise Online ha realizzato un rapporto sul primo anno nel Fediverso: traffico in calo ma costi di gestione bassi e alta qualità nei commenti

“Nei dodici mesi il solo Mastodon ha generato circa due terzi delle visite al sito rispetto a X/Twitter nel complesso. Allo stesso tempo, ciò non dovrebbe oscurare il fatto che i numeri assoluti sono relativamente bassi; Twitter non è mai stato realmente rilevante come fonte di traffico per media come Heise Online."

Le loro statistiche mostrano anche che l'attività nel fediverso è notevolmente rallentata: “l'accesso tramite Mastodon ha raggiunto il suo picco intorno alla fine dell'anno. Da allora stanno lentamente diminuendo”. E: “dei 20 post più popolari su Mastodon, la metà provengono dai primi tre mesi [dell'anno]”.

Sull'interazione con la comunità: “Se ci sono domande dirette o altre richieste di esprimersi, nessun altro social network è così impegnato online come Mastodon. Ma anche qui i numeri sono ormai in calo; Apparentemente Mastodon e il Fediverso non sono più stati in grado di trarre beneficio dalle recenti ondate di addii su X/Twitter."

Ma c'è di più in una rete oltre ai numeri di coinvolgimento, poiché Heise Online sottolinea sia l'alta qualità che la quantità di commenti sul fediverso. Indicano anche il basso costo (meno di 100 euro al mese) e lo sforzo di partecipare al fediverso. Poiché altre testate giornalistiche (BBC, la NPO olandese) si stanno unendo al fediverso, possono imparare dall'esperienza che Heise Online ha già avuto qui.
@Che succede nel Fediverso?
Qui il rapporto di Heise Online


“It is our goal to have all government organisations be involved in the pilot”, the Dutch government wrote in September 2023. Since this summer, the Dutch government runs their own Mastodon server at social.overheid.nl. Gradually, more and more organisations have joined the server.

Today, the Dutch Public Broadcasting organisation (NPO) has set up their own Mastodon server as well, at social.npo.nl. Some of the new accounts are for broadcasting stations, such as NPO Radio 1, or for specific programs that are run by NPO, such as Pointer or Zembla. Zembla has been active here for a while incidentally, and now moved to the new server as well.

One of the public tasks of the NPO is to drive innovations in the media sector; finding new ways for broadcasting organisations to reach an audience in a post-Twitter landscape is an excellent way to fulfil this mandate. Will NOS, the other Dutch public broadcaster, follow?

laurenshof.online/dutch-broadc…




The monthly update for Bluesky, Dutch broadcaster NPO joins the fediverse, and German news organisation Heise Online reflects on a year of being on Mastodon.


Matt Mullenweg CEO di Automattic illustra il futuro di Tumblr dopo la riorganizzazione

Questa settimana, il proprietario di WordPress.com Matt Mullenweg ha confermato che la sua azienda avrebbe spostato la maggior parte della forza lavoro di Tumblr in altre aree della società madre Automattic alla luce dei continui problemi finanziari del sito di social blogging. Dopo aver riconosciuto e spiegato il significato dietro un promemoria interno trapelato che dettagliava i cambiamenti dello staff, Mullenweg ha poi risposto a una serie di domande sul futuro di Tumblr in una sessione AMA (Ask Me Anything) sul suo blog Tumblr . Qui, il dirigente ha risposto alle domande sui piani di Tumblr per i prodotti esistenti, come Tumblr Live, i suoi sforzi di monetizzazione, le politiche e la sua integrazione pianificata con il protocollo di social networking decentralizzato ActivityPub, che Mullenweg aveva precedentemente detto era in lavorazione

Mullenweg ha poi risposto a una serie di domande sul futuro di Tumblr in una sessione AMA (Ask Me Anything) sul suo blog Tumblr . Qui, il dirigente ha risposto alle domande sui piani di Tumblr per i prodotti esistenti, come Tumblr Live, i suoi sforzi di monetizzazione, le politiche e la sua integrazione pianificata con il protocollo di social networking decentralizzato ActivityPub, che Mullenweg aveva precedentemente detto era in lavorazione.

Cosa sta succedendo con l'integrazione di ActivityPub per Tumblr?

Mullenweg ha annunciato un anno fa che Tumblr avrebbe aggiunto il supporto per ActivityPub, il protocollo di social networking decentralizzato che supporta app come il concorrente di Twitter Mastodon e altri. Ma, a quanto pare, quel progetto è stato messo nel dimenticatoio. Un dipendente di Tumblr ha detto che ora è qualcosa nell'elenco "Tumblr Labs" ed è in fase di valutazione.

@Che succede nel Fediverso?

L'articolo di Sarah Perez è pubblicato su Techcrunch

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Pubblicato oggi il primo avviso per la presentazione dei progetti, finanziati con risorse #PNRR, da parte delle scuole paritarie del primo e del secondo ciclo di istruzione per potenziare l’insegnamento delle materie #Stem (Scienze, Tecnologia, Ingeg…


non aspettare...


Questo racconto di guarigione parla proprio nel nostro tempo. Tutti, più o meno, sono come quell’uomo che aspetta che l’acqua si muova, per rispondere ad un bisogno, per realizzare un desiderio, per un senso di giustizia o per una situazione bloccata. Si aspetta affinché tutto cambi e migliori nella propria vita. Molti pregano per questo, e in fondo non vogliono salvezza, ma interessa solo la guarigione o una vincita...
E così però passano anni della propria vita solo aspettando...
La salvezza vera è invece Gesù Cristo. E non c’è da attendere, Gesù che ci salva ci dice di vivere, di non aspettare per vivere secondo l’evangelo. Di andare nel mondo senza bloccarsi per attendere un qualcosa, ma cercando di essere qualcuno, qualcuno che segue il Signore.


Palestina Papers | L'Indipendente

"La creazione di una nazione ebraica in Palestina venne teorizzata dal pensatore Theodor Herzl e presentata al Congresso sionista mondiale di Basilea nel 1897. Importante annotare che non tutti gli ebrei sono sionisti e alcune correnti ortodosse dell’ebraismo (ad esempio gli askenaziti) si opposero fin dall’inizio all’idea di creare una nazione ebraica in quanto, nella loro visione religiosa, la Terra Promessa sarebbe stata ottenuta dal popolo ebraico solo con il ritorno del messia. Gruppi di ebrei contro il sionismo sono molto attivi ancora oggi, come il Jewis Voice for Peace."

lindipendente.online/2023/11/0…



Cosa ci raccontano le prime immagini di Euclid? | AstroSpace

"Con la sua ampia copertura del cielo e i suoi cataloghi di miliardi di stelle e galassie, il valore scientifico dei dati raccolti dalla missione va infatti oltre l’ambito della cosmologia. Il database che Euclid fornirà alla comunità astronomica mondiale permetterà anche di aiutare negli ambiziosi obbiettivi di altre missioni in corso. Come quella del James Webb, e future, come quelle dell’European Extremely Large Telescope, dello Square Kilometre Array, del Vera C. Rubin Observatory e, nello spazio, del telescopio spaziale Nancy Grace Roman."

astrospace.it/2023/11/09/cosa-…



È stata appena rilasciata la versione 1.1.0 del plugin ActivityPub per WordPress

Tra le modifiche più importanti spicca quella del supporto agli allegati audio 🔈 e video 📼

@Che succede nel Fediverso?

github.com/Automattic/wordpres…


We just released version 1.1.0 of the #ActivityPub Plugin for #WordPress github.com/Automattic/wordpres…

Thanks to @mattwiebe the plugin now also supports audio and video federation ♥️


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Il James Webb e Chandra hanno trovato il buco nero più distante mai rilevato nei raggi X | AstroSpace

«La notevole massa del giovane buco nero in UHZ1, insieme alla quantità di raggi X prodotta e alla luminosità rilevata da Webb, confermano le previsioni teoriche fatte nel 2017 riguardo a un “buco nero fuori misura” che si è formato direttamente dal collasso di una massiccia nube di gas. Ulteriori studi sono in corso per analizzare questo particolare oggetto cosmico. E per sfruttare questi risultati (insieme ad altri) per una comprensione sempre maggiore del nostro Universo ai suoi primordi.»

astrospace.it/2023/11/07/il-ja…