Nuove sul trattamento dei dati giudiziari: il parallelismo tra Spagna e Italia
Lo scorso 11 febbraio, l’Agencia Española de Protección de Datos (“AEPD”) pubblicava il provvedimento sanzionatorio di 2 milioni di euro nei confronti di Amazon Spagna per la richiesta del certificato del casellario giudiziale nei confronti dei dipendenti1; contemporaneamente, in Italia, il 15 febbraio, il Consiglio di Stato emanava parere sullo schema di regolamento recante l’individuazione dei trattamenti dei dati personali relativi a condanne penali e reati e le relative appropriate garanzie ai sensi dell’art. 2-octies, comma 2, del Codice Privacy.
Si osserva, quindi, che il trattamento dei dati giudiziari sta assumendo il ruolo di protagonista dopo anni di silenzio sul tema, presentando nuove sfide, nonché criticità che meritano un approfondimento.
Brevi cenni sulla normativa europea sul trattamento dei dati giudiziari
Con l’entrata in vigore del Regolamento UE 679/2016, anche detto “GDPR”, il trattamento dei dati giudiziari è stato disciplinato dall’art. 10 e dal Considerando n. 192.
In particolare, l’art. 10 GDPR prevede che il trattamento relativo a condanne penali e ai reati o connesse misure di sicurezza deve avvenire in presenza di una delle basi giuridiche di cui all’art. 6 del GDPR e di una delle seguenti condizioni: o sotto il controllo di un’autorità pubblica oppure se il diritto dell’Unione europea o quello di uno degli Stati membri ne fornisce un’espressa autorizzazione.
Inoltre, il Considerando n. 19 specifica che il trattamento dei dati giudiziari di cui all’art. 10 fa riferimento unicamente a quello svolto da parte dei soggetti privati. Difatti, il trattamento dei dati giudiziari da parte di soggetti pubblici rientra nella disciplina di cui alla legge al D. Lgs. n. 51 del 2018, attuativo della Direttiva UE 680/2016, in materia di trattamenti dei dati personali da parte delle autorità competenti di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzioni di sanzioni penali3.
Risulta che, insieme ai dati appartenenti alle categorie particolari di cui all’art. 9 del GDPR, i dati identificati in dati giudiziari sono oggetto di una tutela più stringente ed implicante degli adempimenti più gravosi in capo al titolare e al responsabile del trattamento. La ratio di una maggiore tutela deve essere individuata nel possibile rischio, in termini di probabilità e gravità, che dal trattamento di questa tipologia di dati possa derivare un danno fisico, materiale o immateriale, per i diritti e le libertà delle persone fisiche.
Cosa è successo in Spagna?
L’Unione generale dei lavoratori (Unión General de Trabajadores, ‘UGT’)presentava reclamo di fronte all’AEPD contro Amazon Spagna (“Amazon” o “Società”), con riferimento al fatto che, nel corso del processo di assunzione dei dipendenti, Amazon richiedeva ai potenziali candidati di presentare il certificato del casellario giudiziale. La Società, infatti, chiedeva, sulla base del legittimo interesse, di poter verificare la presenza di precedenti dei dipendenti con mansione di “autisti di veicoli”, al fine di proteggere l’incolumità dei clienti con i quali sarebbero entrati in contatto.
In particolare, il trattamento dei dati giudiziari dei candidati dipendenti, per il tramite del certificato del casellario giudiziale, era compiuto sulla base del consenso del futuro dipendente. Nel corso del processo di assunzione, ai candidati era richiesto di creare un account su di una piattaforma adibita di gestione e di titolarità Amazon e di caricare il certificato, previo consenso del candidato dipendente. Inoltre, il consenso era richiesto anche per il trasferimento dei dati – inclusi quelli giudiziari – anche nei confronti di soggetti terzi, residenti al di fuori dello Spazio economico europeo (“SEE”), sulla base di standard contractual clauses.
Amazon si difendeva sostenendo che ai candidati era richiesto solo un certificato “negativo”, ossia una dichiarazione di assenza di precedenti, non costituendo – a sua detta – un trattamento di dati giudiziari.
L’Autorità spagnola accoglieva il reclamo presentato dall’UGT, sulla scorta delle motivazioni che seguono.
In primo luogo, secondo quanto previsto dall’Art. 10 del Regolamento e dall’art. 10 della Ley Orgánica 3/2018 de Protección de Datos Personales y garantía de los derechos digitales (“Ley Orgánica”)4, l’AEPD affermava che anche il certificato negativo attestante l’assenza di precedenti a proprio carico contiene dati personali. Pertanto, per aversi un lecito trattamento degli stessi, le condizioni previste nei già menzionati articoli avrebbero dovuto essere rispettate. Tuttavia, l’AEPD osservava che in Spagna non vi è né nel diritto dell’UE né nel diritto spagnolo una norma che autorizzi il trattamento e che, di conseguenza, gli argomenti di Amazon, basati sulla finalità del legittimo interesse e sulla necessità del trattamento, non possono essere accolti.
In particolare, l’AEPD si concentrava sul legittimo interesse, segnalando che – anche qualora per assurdo volesse ammettersi la liceità di tale base giuridica – Amazon non aveva in ogni caso provveduto a dare prova del bilanciamento effettuato tra il legittimo interesse e gli altri diritti ed interessi in gioco, tenendo in considerazione anche i principi di cui all’art. 5 del GDPR, soprattutto quello di minimizzazione. Con riguardo invece al consenso, l’AEPD rilevava che per aversi la validità e la liceità, è necessario che sia libero, valido ed inequivocabile. In questo caso, invece, i candidati non avrebbero avuto la possibilità di rifiutarsi nel rendere il consenso al rilascio del certificato del casellario giudiziale, in quanto imposto nella fase pre-contrattuale. Vi è di più. A parere dell’autorità spagnola, Amazon non avrebbe nemmeno reso nemmeno un’adeguata informativa nei confronti degli interessati, nel rispetto degli artt. 13 e 14 del GDPR.
Con riferimento al consenso richiesto per il trasferimento dei dati nei confronti di terzi localizzati al di fuori del SEE, l’autorità spagnola ha rilevato che, anche con riferimento a questo caso, il consenso non possa ritenersi valido ai sensi dell’art. 49 del GDPR, in combinato disposto con l’art. 7 del GDPR, in quanto il consenso era richiesto all’interno del contratto senza la possibilità di rifiutare e senza alcuna preliminare informazione riguardo ai potenziali rischi derivanti dal trasferimento dei dati5.
Pertanto, a fronte di tali motivi, l’Autorità ha irrogato una sanzione di euro 2,000,000 per aver violato degli artt. 6, 10 del GDPR e dell’art. 10 della Ley Orgánica, a fronte della richiesta – in assenza di una valida e lecita base giuridica – dei certificati del casellario giudiziali nel corso del processo di assunzione dei dipendenti, illecitamente6.
Che cosa succede in Italia?
In Italia, in materia di trattamento dei dati giudiziari, il legislatore è intervenuto con il D. Lgs. 101 del 2018, modificativo del codice privacy di cui al D.lgs. 196/2003, introducendo una norma ad hoc, ossia l’art. 2-octies.
In particolare, il comma 1 dell’art. 2-octies riproduce l’art. 10 del GDPR, prevedendo che il trattamento dei dati giudiziari può avvenire in subordine alle condizioni predette, ossia: i) sulla base di una delle condizioni di liceità ai sensi dell’art. 6 del GDPR; ii) sotto il controllo dell’autorità pubblica o se autorizzato da legge del diritto dell’UE o nazionale, in presenza di garanzie adeguate. La differenza con l’art. 10 GDPR sta nel fatto che il trattamento dei dati giudiziari può avvenire anche nel caso in cui sia autorizzato da un regolamento, nei casi previsti dalla legge.
L’art. 2-octies, al comma 2, inoltre, prevede che, in mancanza di disposizioni di legge o di un regolamento, il trattamento dei dati giudiziari e le relative garanzie sono individuati dal decreto del Ministero della giustizia da adottarsi, ai sensi dell’articolo 17, co. 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sentita l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali (il “Garante”)7. A tal riguardo, il Ministero della giustizia ha presentato uno schema di regolamento recante l’individuazione dei trattamenti di dati personali relativi a condanne penali e reati e delle relative garanzie appropriate ai sensi dell’articolo 2-octies, comma 2. Difatti, lo schema di regolamento dovrebbe consistere nel contenuto del decreto di cui all’art. 2-octies, co. 2.
Nello schema di regolamento sono specificati gli ambiti entro i quali il trattamento dei dati giudiziari – in assenza di un’autorizzazione da parte della legge o di un regolamento – è da considerare lecito. Tali ambiti riproducono quelli dell’art. 2-octies, co. 3, tra i quali, a titolo esemplificativo: i) trattamento di dati giudiziari in ambito lavorativo; ii) trattamento di dati giudiziari al fine di verificare o accertare i requisiti di onorabilità, soggettivi e presupposti interdittivi; iii) trattamento di dati giudiziari al fine di accertare, esercitare o difendere un diritto in sede giudiziaria etc.
Secondo quanto previsto dalla procedura di approvazione del decreto, il Garante è stato interpellato con riguardo allo schema di regolamento e ha reso parere favorevole circa il contenuto, suggerendo alcune integrazioni. Allo stesso modo, il Consiglio di Stato ha reso parere che, seppur favorevole, ha rivelato forti criticità circa la formulazione di alcune disposizioni.
Il Ministero della giustizia, quindi, in seguito all’interpello delle autorità, è tenuto a procedere alla revisione dello schema di regolamento che, alla luce delle numerose indicazioni, cambierà indubbiamente nel suo contenuto.
In particolare, a parere di chi scrive e in ragione altresì delle argomentazioni del Consiglio di Stato, sembrano esservi numerose incertezze sull’interpretazione delle disposizioni contenute nello schema di regolamento. Merita segnalare con particolar attenzione la difficoltà nell’individuazione della base giuridica legittimante il trattamento dei dati giudiziari. Difatti, le disposizioni contenute nello schema di regolamento dovrebbero fungere da base giuridica legittimante, nei casi in cui non vi è una legge e/o un regolamento.
Tuttavia, a parte l’assenza di una chiarezza del dettato letterale, ciò che creerebbe confusione è il costante rinvio nelle disposizioni dello schema di Regolamento al GDPR e alle condizioni di cui all’art. 10, nonché ad una legge o un regolamento autorizzativi che non esistono.
Parallelismo: quali tratti comuni?
Nonostante trattasi di due “casi” differenti, ciò che emerge chiaramente è un quadro controverso in Europa in relazione al trattamento dei dati giudiziari.
Da un lato, in Spagna, vi è il mancato adeguamento al quadro legislativo in vigore – che riflette quanto previsto dal GDPR e non ha subito integrazioni dalla legge nazionale – da parte di una grande multinazionale; dall’altro lato, in Italia, un sistema normativo sulla disciplina dei dati giudiziari in evoluzione che affronta numerose criticità, nel tentativo di rispondere a quanto richiesto dell’art. 2-octies, co. 2 sin dalla sua entrata in vigore nel 2018. Ed è da questo parallelismo che, nel complesso, sembrerebbe emergere una difficoltà nell’applicazione, nell’interpretazione e nell’evoluzione della normativa vigente in ambito di trattamento dei dati giudiziari, normativa che vorrebbe rispondere alle vecchie e nuove necessità presenti all’interno della società, ma che fatica a farlo.
Fabiola Iraci Gambazza
1 aepd.es/es/documento/ps-00267-…
2 garanteprivacy.it/web/guest/ho…
3 gazzettaufficiale.it/eli/id/20…
4 boe.es/boe/dias/2018/12/06/pdf…
5 In verità, il trasferimento come regolamentato dalle SCC concluse da Amazon con i terzi è da ritenersi lecito, secondo quanto previsto dall’art. 46 del GDPR.
6 L’AEPD ha ordinato ad Amazon anche la produzione della documentazione al fine di accertare che le procedure in atto da parte di Amazon siano compliant con il GDPR. Nello specifico, è necessario dare prova del fatto che Amazon non richiede il certificato del casellario giudiziale e che i dati precedentemente raccolti per il tramite del casellario sono stati effettivamente distrutti.
7 In assenza di un decreto, il Garante ha provveduto a chiarire che per il trattamento da parte di privati, di enti pubblici economici non si applicava la precedente Autorizzazione Generale del Garante n. 7/2016, ma le Autorizzazioni generali adottate in data 15 dicembre 2016 ed efficaci dal 1° gennaio 2017 fino al 24 maggio 2018 per alcuni trattamenti di dati sensibili e di dati giudiziari.
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Privacy Daily – 7 marzo 2022
Iniziative legislative bipartisan per raccogliere l’appello del Presidente Biden al rafforzamento della tutela della privacy online dei bambini
Introdurre una legislazione bipartisan per vietare la pubblicità mirata e includere gli adolescenti nelle normative sulla privacy online, raccogliendo l’appello del Presidente Biden. I senatori Edward J. Markey (D-Mass.) e Bill Cassidy (R-La.) hanno espresso il loro sostegno all’impegno del presidente Joe Biden a ritenere Big Tech responsabile della privacy online e della salute mentale dei bambini e il benessere dopo aver usato il suo discorso sullo stato dell’Unione per chiedere un’azione per rafforzare le leggi sulla privacy online dei bambini. Il presidente Biden ha chiesto espressamente il divieto della pubblicità mirata ai bambini e la fine della raccolta di dati personali sui bambini da parte delle società di social media e online.
markey.senate.gov/news/press-r…
Il GEPD pubblica una relazione sulle attività COVID-19 delle istituzioni dell’UE
Il Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) ha pubblicato oggi una relazione sulle nuove operazioni di trattamento e sugli strumenti informatici introdotti dalle istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’UE (EUI) per garantire la continuità operativa durante la pandemia di COVID-19 e la conformità di tali attività con il Regolamento (UE) 2018/1725 .
edps.europa.eu/press-publicati…
Garante: pubblicato il Registro dei codici di condotta
Il Garante ha pubblicato il Registro dei codici di condotta, adempimento previsto dall’art. 40 paragrafo 6 del Regolamento (UE) 2016/679, ai sensi del quale ogni Autorità garante che approva un codice di condotta deve registrarlo e pubblicarlo. I codici di condotta rappresentano strumenti di grande importanza ai fini della corretta applicazione del Regolamento, in funzione delle specificità dei vari settori di trattamento e delle esigenze specifiche delle micro, piccole e medie imprese. Con questa consapevolezza il Garante è impegnato nella promozione di una serie di iniziative volte ad incoraggiare l’elaborazione di codici di condotta da parte di diverse categorie di soggetti privati.
garanteprivacy.it/home/docweb/…
«Ma la linea di fondo è che il commercio è l'origine della MAGGIOR PARTE dei problemi, non di tutti i problemi. Quindi, anche se il commercio non ha giocato un ruolo negativo nell'attuale conflitto e può essere utilizzato per evitare una terza guerra mondiale, non cambia comunque il fatto che il commercio spinge le persone a schiavizzare, inquinare, distruggere e così via. Su scala globale.»
Il Mondo Pacifista?
#mondo
Non solo Ucraina: tutte le guerre del mondo dimenticate e oscurate • Kulturjam
Carlo Rovelli: "Non possiamo essere pacifisti solo per le guerre che non iniziamo noi”. Ecco tutte le guerre del mondo in corso.labottegadelbarbieri (Kulturjam)
avete letto il thread del presunto #whistleblower FSB? Non riesco a capire se ne sia stata appurata la fonte
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La privacy secondo te: la parola a Padre Antonio Spadaro
Con Padre Antonio Spadaro, che ringrazio, a “La privacy secondo te”, la rubrica settimanale con Italian Tech abbiamo affrontato il delicato tema degli abusi sui minori, chiedendogli se secondo lui per la Chiesa, la privacy, può rappresentare un ostacolo alla verità.
Non perderti l’intervista al direttore de La Civiltà Cattolica. Guarda il video qui.
After FENEAS has been shut down Sean Tilley is trying to revive the WeDistribute website.
submitted by ericbuijs to fediverse
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social.deadsuperhero.com/objec…
WeDistribute is a guerrilla publication to broadcast news to the Fediverse and other parts of the Free Network.
Scatta l’allarme: l’Italia sarà colpita da un attacco informatico
La notizia divulgata nei canali riservati diventa pubblica: si teme un’incursione di hacker russi ai danni dei servizi essenziali del nostro Paese
di Arturo Di Corinto per ItalianTech/La Repubblica del 5 marzo 2022
Traffic light protocol white: la notizia prima classificata come riservata diventa pubblica, dal semaforo rosso si passa a quello arancione e poi al bianco, che nel mondo della difesa cibernetica significa che è arrivata all’opinione pubblica, e la notizia è che “domenica 6 marzo potrebbero esserci attacchi cyber in Italia ai danni di enti governativi e industriali non meglio definiti”.
A lanciare l’allarme è stato lo Csirt, il Computer Security Incident Response Team dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale: “Nel ricordare la necessità di adottare tutte le misure di protezione degli asset IT, in particolare quelle oggetto degli alert specifici già diffusi dall’Agenzia per la Cybersicurezza – Csirt Italia, si raccomanda prestare particolare attenzione nel giorno indicato e comunicare eventuali evidenze di attività malevole utilizzando i canali di comunicazione dello Csirt Italia”.
Giovedì, 10 marzo 2022 alle h. 14:00 l'Universita UniMoRe ospiterà il seminario condotto dal prof. Tommaso #Minerva Professore Ordinario di Statistica e Direttore del Centro Interateneo Edunova presso l'Università degli Studi di Modena, nonché Presidente del Corso di Laurea in Digital Education
Per registrarsi => centroedunova.clickmeeting.com…
[GENERAZIONI DIGITALI] Il Fediverso: identità e comunità Open
Event-Beginn: Donnerstag, 10. März 2022 14:00 Europe/RomeClickMeeting
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L’ironia di un uomo colto: «Anche Dio fu liberale»
In ricordo di Antonio Martino, un il liberista, l’allievo prediletto di Milton Friedman, l’economista brillante e acuto.
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Antonio Martino: sono soltanto un liberale
Antonio Martino, cosa possiamo intendere per liberalismo?
Il liberalismo è molto poco conosciuto anche se il numero di quelli che si dicono liberali aumenta a ritmo costante. In realtà, ci sono moltissimi italiani che sono liberali ma non lo sanno e tantissimi pseudo liberali che si professano liberali ma non lo sono. Questo è stato un problema storico per il liberismo in Italia.
Quanto fondamentale è stato il pensiero liberale per lei?
Io credo di essere nato liberale e temo che morirò liberale. Non è che il timore sia dovuto al liberalismo ma alla morte, che ahimè è inevitabile. Mia madre diceva sempre che i nipoti sono il surrogato dell’immortalità. Aveva ragione. Il nipote ti fa capire che tu sei soltanto anello di una catena che dura nel tempo. L’anello, si sa, è circolare. Ha un inizio e una fine. Nascita e morte sono inevitabili, tutto ciò che vive nasce prima e muore dopo ma non muore del tutto perché la catena continua nel tempo. Ecco perché i nipoti sono importanti.
A tal proposito, ci dia un ricordo politico e umano di suo padre.
Io ero molto attaccato a mio padre. La sua morte è stata per me un colpo devastante. Era un uomo che mi dava coraggio, io sapevo che con lui non avrei mai avuto problemi perché avrei avuto il suo aiuto. Una volta un diplomatico, riferendosi a lui, disse: la “terribile logica del ministro”. È vero, mio padre aveva una logica implacabile, da scienziato, e poi una prontezza nell’interpretare gli eventi eccezionale. Mio padre quando una volta gli dissi: “tu ci lasci un’eredità molto scomoda, siamo figli di una persona illustre” replicò “anch’io ho avuto lo stesso problema”.
Lei è stato la tessera numero due di Forza Italia nel 1994 e per anni parte fondamentale e punto di riferimento di tantissimi liberali appartenenti a quel partito. Poi, nel 2018, decise di non ricandidarsi. Perché?
Per la legge di Martino, chiamata così per modestia.
Ce la spieghi.
Ogni legislatura è migliore della successiva ed è peggiore della precedente. Questa è una tendenza confermata con precisione svizzera nelle sei legislature che ho fatto. Nei miei 25 anni di attività politica, ho visto questo declino in maniera chiarissima. Siamo arrivati a un punto in cui non c’è più niente da perdere perché il Parlamento non esiste più, non esistono più i partiti, non ci sono più ideologie, non ci sono più idee. È un quadro desolante.
Ne è dimostrazione la rielezione del Capo dello Stato?
Esattamente. Prendete la vicenda del Presidente della Repubblica, come si è svolta e come si è conclusa. Il Parlamento ha rinunciato a scegliere perché non era capace di scegliere. Il Parlamento vive solo se c’è una contrapposizione ideologicamente motivata di idee, di programmi. Si formano così le alleanze tra chi crede più a un certo tipo di programma e chi in altri. Questo non c’è più. In che cosa credono quelli dei 5 stelle? Io non lo so.
Secondo lei ci sono le condizioni per cui possa nascere in Italia un vero partito liberale, come il partito FDP tedesco?
Perché nasca un Partito Liberale sarebbe necessario che i liberali non fossero così intelligenti. Un giovane liberale è intelligente e la vita gli offre una infinità di cose da fare che sono più attraenti della politica. I liberali si fanno gli affari loro, ma se tutti si fanno gli affari loro nessun partito liberale può sorgere.
Si avvicinano le elezioni. Andremo a votare secondo lei con questa legge elettorale? Se verrà modificata, lei è più favorevole ad una legge proporzionale oppure a una legge maggioritaria?
Al proporzionale rispondo “no, grazie”. L’abbiamo già testato e non è andato bene. Il proporzionale nella prima repubblica ci ha insegnato che non è una buona legge per il governo del paese. Per via del proporzionale la nostra Repubblica non era democratica, perché in democrazia sono gli elettori che scelgono chi debba governare. E non era così. Era un governo scelto dagli eletti dagli elettori. Con la Democrazia Cristiana condannata sempre a stare in maggioranza e il Partito Comunista condannato sempre a stare all’opposizione. Non era una democrazia, era una falsa democrazia.
Ma oggi non abbiamo più partiti che si pongono fuori dall’arco costituzionale.
Non solo non abbiamo più partiti anti sistema, non abbiamo nemmeno più partiti che ci dicono quale sistema vogliono. Nessuno di loro dice che tipo di organizzazione politica l’Italia dovrebbe seguire.
Quindi la possibilità di costruire un campo largo di centrosinistra e un campo largo di centrodestra può funzionare?
La parola chiave di questi campi quale sarebbe? Cosa hanno in comune centrosinistra e centrodestra? Vede, io ho sempre avuto molti più amici nell’estrema sinistra che nel centrosinistra. Ho grande stima, simpatia e amicizia per gli unici due comunisti rimasti nel nostro paese, che sono Marco Rizzo e Piero Sansonetti. Non ho stima invece per gli innumerevoli veri comunisti che hanno paura e vergogna di dire che lo sono.
E a destra cosa c’è?
Anche peggio. Forza Italia dovrebbe essere ancora un movimento liberale ma il normale invecchiamento di Silvio Berlusconi ha praticamente privato la direzione del partito. Questo è stato uno degli errori che ha commesso Berlusconi, il non aver scelto accuratamente un sostituto.
Una delle battaglie più importanti del M5S è stata quella del reddito di cittadinanza. Potremo mai vedere applicata in Italia l’imposta negativa sul reddito, uno strumento di politica fiscale puramente liberista, ideato da un suo caro amico Milton Friedman?
Tra reddito di cittadinanza e imposta negativa sul reddito c’è una differenza abissale. Mentre l’imposta negativa sul reddito lascia intatti gli incentivi a lavorare e produrre, il reddito di cittadinanza è un’invenzione che aiuta il diffondersi della disoccupazione. Nessuno rinuncerebbe al reddito di cittadinanza se non guadagnasse abbastanza più di quanto gli garantisce il reddito gli garantisca. Demagogia pura.
Quali gradi di libertà dobbiamo ancora conquistare in Italia?
C’è un intero universo di libertà che dobbiamo recuperare, perché prima esistevano, o inventarci, perché si riferiscono a problemi nuovi e alla nostra realtà moderna. Io sono favorevole a qualsiasi provvedimento che accresca le libertà personali. Ci sono libertà che esistevano e che oggi non ci sono più, libertà che esistono e che vanno difese sempre, libertà nuove da conquistare, anche con la rivoluzione!
Lei che liberale è?
Io sono reazionario per recuperare libertà che sono state perdute, conservatore per difendere libertà ancora esistenti, rivoluzionario quando la situazione non ci consente altra via per tornare liberi, progressista sempre perché senza libertà non c’è progresso. Sembrerebbe quindi che io sia un animale pieno di contraddizioni ma invece no, sono semplicemente un liberale.
L'articolo Antonio Martino: sono soltanto un liberale proviene da ilcaffeonline.
Find the snappiest instance
submitted by Better_Rough_2554 to fediverse
1 points | 0 comments
I don't know an automatic way of doing this.
Here is what I've done. I've copied every link for FunkWhale from fediverse.space/instances and pasted it into the command below until I've found the one with the latest latency and that's the one that I'll be using.
curl -s -w 'Testing Website Response Time for :%{url_effective}\n\nLookup Time:\t\t%{time_namelookup}\nConnect Time:\t\t%{time_connect}\nPre-transfer Time:\t%{time_pretransfer}\nStart-transfer Time:\t%{time_starttransfer}\n\nTotal Time:\t\t%{time_total}\n' -o /dev/null https://audio.liberta.vip/
Testing Website Response Time for :https://audio.liberta.vip/
Lookup Time: 0.038989
Connect Time: 0.086622
Pre-transfer Time: 0.206103
Start-transfer Time: 0.282754
Total Time: 0.282889
@SiraDV di @kulturjam intervista @filippodb, amministratore di #MastodonUno
kulturjam.it/costume-e-soci…
magari @filippodb vuole commentare questo articolo?
qua.name/diorama/software-iden…
Software identity guidelines against predatory strategies in the fediverse: a lesson from Italy
⚠️ UPDATED INTRO \So what's all the fuss after @filippodb:mozilla.org has been removed from Funkwhale maintainers' channel? And why did F...diorama
io mi son preso un mega cazziatone per aver parlato di funkwhale.it 😛
W l'etica!
Informa Pirata
in reply to J. Alfred Prufrock • •J. Alfred Prufrock
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Informa Pirata
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