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Davos è in Svizzera o in Cina?


La Svizzera non è poi così lontana dalla Cina. I "leader" che ogni anno si riuniscono a Davos sono ammaliati dal modello cinese, da cui traggono sempre più ispirazione.

Per anni la Cina è stata un totem di tutte le nostre paure. Una specie di bogeyman che nel corso del tempo ha assunto la forma di mostro mangia-bambini, di distruttore collettivista, di censore totalitario, e di Grande Fratello che tutto può e tutto vede.

“Non siamo mica in Cina”; “In Cina queste cose non potresti neanche scriverle”; “Se non ti piace l’europa vai in Cina, vediamo che succede”. Sono alcune delle cose che mi sono state dette personalmente da chi, per l’appunto, ancora oggi usa la Cina come benchmark per tutto ciò che riguarda in generale la violazione della libertà delle persone.

Eppure oggi assistiamo a un fenomeno peculiare: lo spostamento occidentale verso i modelli di governo cinesi. Il primo e più palese esempio di questo peculiare “odi et amo” è certamente l’idea di lockdown. Una folle invenzione cinese che i nostri politici hanno abbracciato in tempo zero nel corso di questi due anni; uno spauracchio che poi ha creato i presupposti psicologici e sociali per spingere il green pass e tutta una serie di misure di sorveglianza parallele, dai droni in cielo, fino ad arrivare alla geolocalizzazione delle persone malate di covid e alla raccolta di dati biometrici per finalità non meglio specificate e alla velocissima diffusione di telecamere ad altezza uomo e termoscanner - molto spesso equipaggiati con riconoscimento facciale.

“Ma noi non siamo mica al livello della Cina”, direbbe qualcuno. Giusto.

Noi non saremo mai uguali alla Cina. La domanda da farsi non è se siamo uguali o meno, ma per quale motivo i nostri politici stanno prendendo a modello la cultura di sorveglianza, controllo e pianificazione sociale tipicamente cinese.

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La Global Coalition for Digital Safety


L’incontro annuale del World Economic Forum a Davos è un ottimo indicatore dei trend politici globali, e infatti quest’anno si è parlato moltissimo di “Digital Safety”, la buzzword da cui scaturiscono tutte le nuove leggi sul controllo di internet.

Da anni ci raccontano che internet è un luogo poco sicuro, pieno di fake news e disinformazione, di terroristi, pedofili e criminali di ogni tipo.

Proprio il World Economic Forum ha avviato una “Global Coalition for Digital Safety” che ha lo scopo di coordinare uno sforzo globale per combattere la disinformazione nell’ambito della salute, gli estremismi violenti, i contenuti terroristici e l’abuso dei minori online1. A giugno 2021 la Coalizione ha proposto un whitepaper dal titolo Advancing Digital Safety: A Framework to Align Global Action. Nel whitepaper è centrale il concetto di safety by design, cioè il concetto di sicurezza delle piattaforme, dei servizi di comunicazione e del digitale integrato nelle politiche private e pubbliche e nella tecnologia.

Un aspetto particolarmente inquietante è quello di harm threshold - il limite oltrepassato il quale finisce il diritto d’espressione e inizia la censura. Dovrebbe quindi essere dovere del legislatore definire espressamente fino a che punto può spingersi il pensiero umano prima di diventare illegale.

Durante Davos 2022 ci sono stati diversi panel in cui si è parlato del tema. Vi risparmio un’ora di video, citando alcune dichiarazioni interessanti dei partecipanti, ma se volete il link è nelle note (in inglese)2:

  • “I social network possono causare instabilità politica”
  • “Le piattaforme non possono decidere chi ha diritto d’espressione e chi no - è necessario che venga definito attraverso regole specifiche da parte di un’autorità”
  • “L’obiettivo è promuovere un comportamento corretto sulle piattaforme, incentivando l’uso positivo di internet e dare il buon esempio come cittadini”
  • “Dobbiamo proteggere la comunità e le persone, assicurandoci che i contenuti pubblicati online non facciano danni”


Questo è esattamente il modello cinese. Una legge cinese del 1997 prevede ad esempio che sia illegale pubblicare online contenuti che possano istigare contro il governo o contro il sistema socialista, così come è vietato pubblicare disinformazione e indiscrezioni che possano destabilizzare l’ordine politico. O ancora, è vietato pubblicare contenuti terroristici o criminali, così come insultare le persone online.

O ancora, la recentissima Cybersecurity Law, approvata nel 2017 che all’articolo 12 recita:

Article 12: Any person and organization using networks shall abide by the Constitution and laws, observe public order, and respect social morality; they must not endanger cybersecurity, and must not use the Internet to engage in activities endangering national security, national honor, and national interests; they must not incite subversion of national sovereignty, overturn the socialist system, incite separatism, break national unity, advocate terrorism or extremism, advocate ethnic hatred and ethnic discrimination, disseminate violent, obscene, or sexual information, create or disseminate false information to disrupt the economic or social order, or information that infringes on the reputation, privacy, intellectual property or other lawful rights and interests of others, and other such acts.


C’è differenza tra la Cina che vieta l’espressione di opinioni che possano destabilizzare l’ordine sociale e l’ospite del World Economic Forum che avverte del rischio di instabilità politica derivante da alcuni tipi di contenuti pubblicati online? A mio avviso non c’è alcuna differenza.

Entrambe le proposizioni partono dalla stessa idea: lo Stato ha il diritto, anzi il dovere, di limitare l’estensione del pensiero umano; ha il dovere di definire il limite dove finisce l’opinione accettabile e dove inizia invece il rischio di “instabilità politica”. L’assioma è che il cittadino deve giustificare la propria esistenza soltanto in quanto parte di una collettività e soltanto se dimostra di perseguire il bene della collettività - a costo di censurare il proprio pensiero divergente.

Nell’Unione Europea da poco è stato approvato il famigerato “Digital Services Act” che servirà proprio a controllare la disinformazione online e tutelare le persone. Questa almeno, è la narrativa pubblica. Nella verità poi il testo di legge non parla mai di disinformazione, quanto invece di “contenuti illegali”, super fact-checker e poteri di censura illimitati. Ma di questo ne ho già parlato e vi rimando all’articolo specifico.

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Dalla Digital Safety al Digital ID


La vera differenza tra noi e la Cina, è che la Cina è molto più avanti sul piano tecnologico. Dal 2014 il governo lavora per instaurare un sistema di identità digitale e social scoring che possa consentire il controllo totale della popolazione. È chiaro che se da una parte si vuole controllare Internet, deve esserci uno strumento per controllare e identificare le persone.

Il concetto è lo stesso dell’identità tradizionale. Perché lo Stato ha bisogno di schedare e identificare i suoi cittadini attraverso anagrafe, documenti d’identità e passaporti? Perché è con l’identificazione che le persone diventano cittadini soggetti al potere dello Stato, che può controllare3, punire e tassare.

Il Digital ID diventa quindi non un fine, ma uno strumento catalizzatore per controllare il mondo digitale nello stesso modo in cui viene controllato il mondo fisico, ed anzi colmando il vuoto tra fisico e digitale.

Il World Economic Forum non fa mistero del ruolo del Digital ID nel mondo che verrà, come non fa mistero del ruolo della Cina come modello da cui imparare.

Un rapporto WEF di ottobre 2021, intitolato Global Future Council on Responsive Financial Systems Three ways to accelerate a digital-led recovery dimostra esattamente quanto dico. La rubrica del terzo capito, totalmente dedicato alla Cina, recita così: “The evolution of digital wealth management in China provides a model for how other economies can strengthen their inclusive finance efforts.”

Digital ID, digital payments, digital regulation…e la Cina come modello. C’è bisogno di elaborare oltre?

232029

Il movimento Cypherpunk e Crypto-anarchico l’aveva già previsto ormai 30 anni fa, avvertendoci dei rischi legati al controllo statale del mondo digitale e della necessità di dotarci di strumenti crittografici per separare le azioni, le relazioni e le transazioni digitali dall’identità delle persone. Gli stessi strumenti crittografici che oggi vengono combattuti con forza con armi politiche e legali.

Anche in Italia sempre più spesso si chiede l’identificazione digitale delle persone per accedere a social network e siti web. La narrativa è sempre la stessa: più sicurezza, più responsabilizzazione, più civiltà. Il brainwashing politico sta funzionando talmente bene che basta farsi un giro su Twitter per vedere come ormai siano le persone a chiedere interventi di questo tipo:

232030

Inutile dire che come al solito la finestra di Overton si sta spostando verso l’accettabilità di idee che fino a pochi anni fa sarebbe state impensabili. Il Ministro Colao dice che entro il 2026 almeno l’80% dei cittadini italiani sarà dotato di identità digitale.

In altri paesi, come il Canada (da sempre molto vicino al WEF) sono già più avanti e ci sono proposte concrete per obbligare le compagnie aeree a richiedere identità digitale e dati biometrici per poter viaggiare.

1189320Link articolo

Non resta che aspettare, allora. Nel frattempo, per chi ancora non l’avesse letto, vi lascio il mio breve racconto in cui immagino una normale giornata nel 2033.

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Uno spaccato sulla Cina


Prima di chiudere, vediamo a che punto sono in Cina. Visto che non è più l’uomo nero ma un modello da seguire, tanto vale capire dove potremmo essere noi fra 10 anni. Per farlo vi propongo una rassegna di video di un account Twitter che seguo:

1

With the growing challenge to counter health misinformation, violent extremist and terrorist content, and the exploitation of children online, there is an urgent need for more deliberate global coordination to improve digital safety.

2

Video 1, Video 2

3

Per controllo intendo anche quello fisico, come l’obbligo di leva militare, che espropria il corpo delle persone fino al punto di pretendere il sacrificio della loro vita.



Come già anticipato qui su Giap, anche quest’anno la ricorrenza di Yekatit 12 – 85° anniversario della strage di Addis Abeba – sarà l’occasione per ricordare i crimini del colonialismo italiano.


#GDPRhub è un wiki con decisioni e conoscenze relative al #GDPR , che consente a chiunque di trovare e condividere approfondimenti sul GDPR in tutta Europa!

GDPRhub raccoglie e riassume le decisioni delle autorità per la protezione dei dati (DPA) e dei tribunali di tutta Europa. Riteniamo che una buona panoramica delle decisioni nazionali sia una chiave per un dibattito paneuropeo sull'interpretazione di questioni controverse del GDPR. Poiché monitoriamo più di 100 pagine Web in tutti gli Stati membri per nuove decisioni, questo database cresce giorno dopo giorno: iscriviti a GDPRtoday per ricevere un aggiornamento settimanale!

GDPRhub è un'iniziativa di @noyb.eu e resa possibile dal contributo di centinaia di volontari.

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...ce se vede dopo l'elezioni..quanno so Calenda ve tirerà li pernacchioni...


Perché negli Stati Uniti continuano a compiersi stragi con armi da fuoco? Come si potrebbero limitare? A pochi giorni dalle sparatorie di Uvalde e Buffalo, Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista, ne parlano con …



L'Ucraina, nella sua ambizione all'adesione alla UE, ha alleati a est e contrari a ovest dell'Unione, e scatena la questione delle riforme interne UE



Il ricordo della Guerra Fredda dovrebbe essere un monito contro il pericolo oggi di vedere l’Ucraina come una lotta a somma zero


Il Turismo accessibile e sociale è l’offerta di servizi turistici che considera i diritti delle persone con disabilità e degli anziani





Fine pena maiCentesimo giorno di guerra. Dall’inizio dell’“operazione speciale”, Mosca ha più che raddoppiato la quota di territorio ucraino sotto il suo controllo: dal 7% post eventi del 2014 al 20% attuale.


Sono passati 100 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina. Un conflitto che sta mettendo l’Europa a dura prova e di cui ancora non si vede la fine. Cento giorni.


Cosa comporterà per il futuro della Russia il fatto che il suo perno si è spostato verso l'Asia e la posizione geopolitica dell'UE hanno spostato l'influenza asiatica a ovest verso i confini dell'Europa



Ernesto Belisario relatore al seminario “Tecnologie indomabili, occhiali smart e Metaverso”


Lunedì pomeriggio, nell’ambito dei seminari del Master in Responsabile della protezione dei dati personali Università degli Studi Roma Tre, Ernesto Belisario parteciperà all’incontro Tecnologie indomabili, occhiali smart e Metaverso. Tra gli... L'articol

Lunedì pomeriggio, nell’ambito dei seminari del Master in Responsabile della protezione dei dati personali Università degli Studi Roma Tre, Ernesto Belisario parteciperà all’incontro Tecnologie indomabili, occhiali smart e Metaverso.

Tra gli altri ospiti, Guido Scorza, membro del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali; Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori; Angelo Mazzetti, Responsabile relazioni istituzionali Italia e Grecia, Meta; Francesco Carparelli, Global Privacy Operation Manager – EssilorLuxottica; Eleonora Faina, Direttore Generale, Anitec-Assinform.

Qui ulteriori informazioni per partecipare all’evento.

L'articolo Ernesto Belisario relatore al seminario “Tecnologie indomabili, occhiali smart e Metaverso” proviene da E-Lex.





Oggi tocca a un social libero di cui non frega nulla a nessuno...
Ma qui non è più solo questione di concorrenza (cc @antitrust_it & @EU_Competition): è questione di democrazia
Domani toccherà al vostro prodotto, alla vostra azienda, al vostro partito...

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📚 Tutto pronto per la #Maturità2022! Qui alcune date utili da ricordare.

👉 Continuate a seguirci per aggiornamenti e consigli sugli #EsamiDiStato2022 e taggateci nei vostri post e nelle vostre stories con l’hashtag #MImaturo!



Iran - Russia hanno nell'Iranrud - collegamento fluviale tra Mar Caspio e Golfo Persico- la via d'uscita dal giogo USA


Safe Cities e Colonialismo Digitale in Sudafrica


In risposta ai problemi di governance dei governi africani, la Cina esporta in Sudafrica i suoi dispositivi di controllo, determinando una vera e propria invasione digitale del Paese. Dipinta come soluzione smart a problemi sociali, la sorveglianza tramit

Camilla Quaresmini La sorveglianza biometrica costituisce un framework di tecnologie invasive che ricercano negli individui specifiche caratteristiche identitarie, al fine non dichiarato di attuare una profilazione di massa. Nel caso specifico del Sudafrica questo si inserisce in un ecosistema più ampio creatosi attorno al progetto Safe Cities del gigante cinese Huawei. Guidato dall’idea che la...

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Ecco perchè ngli Stati Uniti, i veterani e i militari in servizio, sperimentano l'insicurezza alimentare, molto più dei civili


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Disponibili i dati di monitoraggio settimanali sull’andamento pandemico in ambito scolastico relativi al periodo 23-28 maggio.

Qui i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/scuola…

Per consultare la sezione dedicata ▶️ istruzione.it/iotornoascuola/m…




Ucraina: il furto russo dell’oro degli Sciti, compiuto in modo calcolato e con grande violenza, ha quindi un fine politico




In the Gulf monarchies, power is still highly centralized and personalized. However, policy-making is no longer exclusively centred around royal families, religious establishments, and traditional bureaucracies.


La moderazione è l'elemento chiave di ogni comunità telematica, ma nel fediverso questo aspetto si nota in modo particolare rispetto ad altre realtà (forum, social proprietari, piattaforme di partecipazione, gruppi telegram), dal momento che gli utenti sono identificati e "legati" alle loro rispettive comunità fin dal proprio "cognome" (= il dominio dell'istanza) e queste comunità, che pure sono basate su server diversi e su software diversi, si trovano a interagire le une con le altre.

Questo comporta l'esistenza di un "ecosistema" unico costituito tuttavia da una molteplicità di "biomi" interconnessi.

La moderazione (insieme ovviamente al software specifico) costituisce dunque quel fattore di condizionamento ambientale "esterno" decisivo nel plasmare la natura e l'identità di quella comunità.

Come nei processi di selezione naturale l'ambiente causa la modificazione delle caratteristiche di una specie (laddove i cambiamenti ambientali rendono certe caratteristiche più o meno vantaggiose alla sopravvivenza -e alla riproduzione), allo stesso modo la moderazione interviene artificialmente, più o meno consapevolmente, nel far sì che alcune caratteristiche degli utenti siano più o meno compatibili con la sopravvivenza in quell'istanza.

Le regole dell'istanza (informazioni sul server e termini di servizio) costituirebbero decisamente la migliore selezione all'ingresso, ma non sempre vengono lette e, comunque, potrebbero essere tranquillamente ignorate senza la presenza di uno staff di moderazione.

La moderazione può perciò diventare a tutti gli effetti un'operazione di ingegneria sociale per dare un'identità particolare a un'istanza.

Da questa evidenza derivano alcune considerazioni sulle quali dovrebbero riflettere tutti gli utenti, nel loro rapporto con la propria istanza, a prescindere dai temi e dai contenuti prevalenti in quell'istanza:

1) se vi trovate bene nella vostra istanza, non è un caso: quella istanza è fatta proprio per utenti con la vostra sensibilità
2) se vi trovate a disagio nella vostra istanza, non è un caso: è che non siete compatibili con quella istanza
3) Se vi trovate a disagio in un'istanza, ma vi incuriosisce comunque un po' e volete darle un'altra possibilità, fate bene; ma sappiate che è più facile che siate voi a cambiare piuttosto che l'istanza. Sì, le persone cambiano: anche voi! Almeno finché siete vivi...

Il moderatore però è solo il custode del territorio in l'utente abita, ma ogni utente è libero di fare la conoscenza e di interagire con altri utenti, provenienti da altre realtà.

Questi non sono solo utenti diversi singolarmente (chiunque è diverso...), ma sono utenti abituati a regole diverse: accettare la loro diversità è l'unica possibilità che ha un utente del fediverso di mettere il naso fuori da quella zona comoda costituita dalla propria istanza.
Bisogna però fare attenzione e mantenere un atteggiamento tollerante verso la diversità altrui.

E qui veniamo alla questione delle segnalazioni ai moderatori

Ovviamente segnalare messaggi problematici è fondamentale per mantenere un ambiente ottimale, ma è opportuno distinguere gli utenti della propria stessa istanza da quelli appartenenti a istanze differenti; ciò che è vietato in una istanza può essere consentito in un'altra: ci sono quasi 4 milioni di utenti mastodon che (giustamente!) non sono tenuti a "rispettare" le regole dell'istanza in cui vi trovate tanto bene: un utente non va segnalato solo perché non si comporta come riteniamo opportuno: se la cosa ci crea fastidio possiamo silenziarlo o bloccarlo, ma la segnalazione di utenti di altre istanze andrebbe limitata a irregolarità gravi: contenuti illegali, atteggiamento ostile o spam aggressivo (che ricordiamo: possono portare a un'esclusione della visibilità di quegli utenti dall'istanza, MA non necessariamente la chiusura di quell'account), o condotte scorrette, contenuti sensibili e autopromozionali, crossposting, flooding (che possono però raramente portare a più che un silenziamento dall'istanza: infatti altri utenti dell'istanza potrebbero voler seguire quegli utenti e un ban non lo consentirebbe più).

Inutile ricordare quindi che la segnalazione va fatta con intelligenza, perché i moderatori sono subussati da segnalazioni e non amano ricevere segalazioni assurde, inutili o pretestuose!


Alcune regole di base:
- se un utente non vi piace, non segnalàtelo: silenziàtelo semplicemente o bloccàtelo
- un'opinione, anche se sbagliata, non è per forza disinformazione! Non fatevi prendere dal complesso dell'inquisitore contro ogni cosa che sa dii fake news
- guardate il contesto e cercate di capire l'ironia: se un utente sostiene di essere diventato luminoso dopo il vaccino, potrebbe essere una battuta
- NO, UN ABITO SUCCINTO NON COSTITUISCE UN CONTENUTO SENSIBILE!!!
- i buongiornissimi fano cagare, ma un "buongiorno!" ogni tanto può anche scappare, basta che non diventi un'ossessione quotidiana: e poi alla fine meglio un buongiorno che un vaffanculo
- il flooding è il male assoluto, ma splittare un messaggio lungo in tre toot non è flooding...
- vi siamo grati quando ci segnalate fake news, ma indicateci una fonte che spieghi perché lo siano: i moderatori non sono fact checker, non hanno il tempo di verificare ogni boiata e visitare certi siti fa anche male alla salute!
- ricordate che si segnalano i contenuti e non le persone: non siamo su twitter, dove le segnalazioni vengono fatte per creare problemi agli altri! Qui nel fediverso le segnalazioni si fanno per rendere l'ambiente migliore, ripulirlo dai contenuti problematici e, soprattutto, cercare di far capire agli utenti che hanno commesso qualche errore, il motivo per cui quello sia un errore e come fare per non ripeterlo.



La settimana trascorsa è stata segnata dal proseguire delle ostilità in Ucraina. Nel frattempo non si placano le spinte inflazionistiche, che la Federal Reserve sta cercando di arginare


Jun 03, 2022, 09:04


👉Your Chance to join the @noybeu Team as a #Trainee! 😊

We are looking for young lawyers that want to gain experience in #GDPR litigation and enforcement.

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mastodon.social/@noybeu/108412…



La ferocia di classe dei padroni dell'Occidente

"Il campo occidentale, si scelse, doveva basarsi su bassi salari e pervenire ad un assetto feudale dove i salariati diventavano servi dei ricchi e quasi schiavi. Si tornava, negli ultimi decenni, al dominio assoluto dei salariati, a cui si tolsero istruzione, salario diretto e salario globale di classe."

lantidiplomatico.it/dettnews-l…



Quanti sono i luoghi che ogni uomo vive? 50 anni dalla morte di Dino Buzzati


Abbiamo accompagnato Buzzati lungo la Val Morel. Con lui ci siamo domandati: “Esiste, non esiste l’improbabile sentiero?”. Misteriosa, infatti, è la strada che conduce alla morte. Di certo c’è solo che bisogna percorrerla. Che sia o no la Val Morel, che p

Abbiamo accompagnato Buzzati lungo la Val Morel. Con lui ci siamo domandati: “Esiste, non esiste l’improbabile sentiero?”.

Misteriosa, infatti, è la strada che conduce alla morte. Di certo c’è solo che bisogna percorrerla. Che sia o no la Val Morel, che porti o allontani dalla Santa dei miracoli impossibili o possibili, questo lo lasciamo decidere ad ognuno di noi.

E comunque prima di confrontarsi con il più misterioso dei cammini, quanti sono i luoghi che ogni uomo vive?

I luoghi di Buzzati sono stati, nella vita e nella narrazione, le montagne, il deserto, la città.

Buzzati ha amato soprattutto le montagne, le ha scalate, conquistate, godute, sofferte. Le vette innevate, le rocce altissime, i costoni franati fanno parte della sua narrazione così come della sua pittura e soprattutto della sua vita. A Belluno, ai piedi delle Dolomiti, ha trascorso l’infanzia e lì è sempre tornato, lì si è rifugiato quando ha dovuto preparare l’ultimo viaggio. Lì ha ascoltato e letto antiche saghe montanare, lì ha cominciato ad inventarle lui stesso. Personaggi inquietanti popolano i suoi monti: giganti, gufi, gazze, venti parlanti e pietre e frane che si animano e vivono di vita propria.

E gnomi, i misteriosi guardiani delle crode. In uno degli articoli sulle montagne comparsi sul Corriere della Sera, Buzzati racconta, come fosse una cronaca nera, della impossibile difesa delle Dolomiti dagli assalti degli uomini. “A uno a uno venirono conquistati i torrioni, le muraglie, i mastii, i contrafforti…” Il turismo di massa, il bombardamento delle pareti, le vie obbligate, i vessilli piantati, i vocii…dove sono finiti gli gnomi, i nani, i folletti, gli spiriti, il Vecchio della montagna? Spariti. Possibile che sia restato solo lui con la sua penna e il suo pennello a difenderne i misteri?

Certamente questo mondo è molto vicino alla mitologia nordica, l’autore però lo ha rivisitato attraverso il filtro di una precisione a volte addirittura scientifica che sorprendentemente si combina con il favolismo magico. Al cospetto delle montagne Buzzati trova sé stesso e fa pace con il mondo e la vita non attraverso una facile visione arcadica ma con una sofferta riflessione sul destino dell’uomo. È qui che ci si confronta con le voci del bene e del male (Il segreto del bosco vecchio) e non è detto che siano quelle del bene a vincere. Se infatti c’è una morale nella storia del colonnello Proclo non è né facile né elementare, è piuttosto la constatazione amara che la vita è fatta di tormenti, di desideri inconfessabili, di destini di solitaria desolazione.

Dalla cima della montagna, guardando dall’alto la pace lontana e irraggiungibile della valle, l’uomo e l’autore possono però scoprire che il fascino della vita è accettazione e nello stesso tempo rinuncia, è speranza e contemporaneamente consapevolezza che l’attesa è vana, che ciò che poteva essere nono è stato.

La montagna rappresenta la solitudine, quell’amica, cercata, quella di chi è pronto a rischiare, a conquistare o a perdere. È la solitudine di chi rinuncia al “resto” sapendo che è relativo e che la scelta, una volta fatta, è assoluta. In un vago senso di malessere a volte si percepirà quanta sofferenza reca, eppure non importa… “Ma sopra il ciglione dell’edificio, lontana, entro ai riverberi meridiani, spuntava una cima rocciosa. Se ne vedeva solo l’estrema punta e in sé non aveva niente di speciale. Pure c’era in quel pezzo di rupe per Giovanni Drogo, il primo visibile richiamo al leggendario regno che incombeva sulla fortezza”

Le montagne sono la chiave per l’immaginazione e per la fantasia. Sono la siepe di Leopardi.

Sulle montagne è l’aristocratica solitudine dello scrittore che la raggiunge esiliandosi dal mondo degli uomini, dalla città, dalla dura competizione, dalla stessa incerta collocazione storico-letteraria, ed anche dai limiti che la vita impone.

È l’aristocratica solitudine di chi è arrivato comunque sulla cima e da lì può guardare indietro e fare la lista degli sbagli, delle scelte azzardate, dei ritardi, delle audacie. Può riandare ai momenti di sconforto e disperazione e a quelli di euforica esaltazione. Può risentire i venti e le tormente e i cieli di azzurro cobalto e i raggi che scaldano. Può riandare con i ricordi a chi era in cordata con lui, a chi ha teso un chiodo o la mano, a chi ha lasciato andare e pertanto essere preso da tremore e timore. Eccolo lì Buzzati nella vertigine del vuoto, nella solitudine di chi muore. Arrivati sulla cima non c’è altra roccia da conquistare, altro cammino. Non resta che compiere quel passo. Nel vuoto?

Allora Dino Buzzati staccò gli aghi dall’ipodermoclisi e abbassò le palpebre come se vivesse o scrivesse, per lui era lo stesso, il finale di un ultimo racconto che potrebbe cominciare così: In quel preciso momento del 28 gennaio 1972…

L'articolo Quanti sono i luoghi che ogni uomo vive? 50 anni dalla morte di Dino Buzzati proviene da ilcaffeonline.



In un’intervista rilasciata all’edizione bergamasca del Corriere della Sera il collega scrittore Raul Montanari, parlando dei fatti suoi, ha inspiegabilmente sentito l’impulso di tirare in ballo noi, totalmente a sproposito, attribuendoci una fantoma…


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🌍🌱 Oggi saremo insieme a studentesse e studenti nella Tenuta presidenziale di Castelporziano per “Educare alla biodiversità”, l’evento che abbiamo organizzato in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica in vista della Giornata mondiale dell’Ambiente del prossimo 5 giugno.

Alla cerimonia saranno presenti il Ministro Patrizio Bianchi, il Ministro Roberto Cingolani e una rappresentanza delle scuole per un confronto sulle esperienze di educazione alla biodiversità che si stanno realizzando in tutto il Paese.

Rilanceremo anche la Carta per l’educazione alla biodiversità e le modalità per aderire. Voi l’avete fatto?

Seguiteci in diretta streaming dalle 10 su ▶️ youtu.be/YkSLzxcBe-Q

Scoprite come aderire alla Carta ▶️ istruzione.it/ri-generazione-s…

I dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/giorna…



Privacy Daily – 3 giugno 2022


USA: si avvicinano le posizioni su una legge federale bipartisan sulla privacy Secondo Politico, i membri del Congresso degli Stati Uniti stanno facendo circolare una…

USA: si avvicinano le posizioni su una legge federale bipartisan sulla privacy
1176591
Secondo Politico, i membri del Congresso degli Stati Uniti stanno facendo circolare una nuova bozza di legge sulla privacy. Il senatore statunitense Roger Wicker, R-Miss., insieme ai rappresentanti Frank Pallone, DN.J., e Cathy McMorris Rodgers, R-Wash., hanno redatto hanno un disegno di legge sulla privacy federale che segna il più grande sviluppo nei dibattiti legislativi sulla privacy da quando i negoziati si sono bloccati alla fine del 2019.

subscriber.politicopro.com/art…


L’INAI del Messico rilascia raccomandazioni sull’IA
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L’Istituto nazionale messicano per la trasparenza, l’accesso alle informazioni e la protezione dei dati personali ha pubblicato le sue “Raccomandazioni per il trattamento dei dati personali” relative all’uso dell’intelligenza artificiale. La guida promuove “l’uso appropriato ed etico delle informazioni personali attraverso” vari usi dell’IA e “il rispetto degli obblighi del dovere di sicurezza dei dati personali”. Le raccomandazioni riguardano argomenti tra cui l’IA nell’istruzione, i settori pubblico e privato, il cloud computing e la privacy by design.

home.inai.org.mx/wp-content/do…


La CNIL pubblica una guida sui ruoli di responsabilità in merito dati ai sensi del GDPR
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L’autorità francese per la protezione dei dati, la Commission nationale de l’informatique et des libertés ha pubblicato una guida sull’identificazione di un “titolare del trattamento” e su ogni altro ruolo che chiarisca la natura e la portata delle responsabilità in merito ai dati in modo che ciascuno venga identificato “il prima possibile”. La CNIL ha affermato che la guida include dettagli su criteri legali, qualifiche da considerare e altro ancora.

cnil.fr/fr/commande-publique-q…


guidoscorza.it/privacy-daily-3…



Ecco perchè nel discorso per la festa della Repubblica, sull'Ucraina il giurista Mattarella sbarella, violando così la Costituzione

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un progetto di #Mozilla per fornire traduzioni di siti interamente generate in locale, senza appoggiarsi a servizi di traduzione in cloud.

@Rik @The Privacy Post

blog.mozilla.org/en/mozilla/lo…