#Telegram ha trasformato il canale "transparency" in un bot che per ogni paese consente di sapere se sono stati rivelati IP e numeri di telefono alle autorità; questo varrà solo per i paesi considerati "pienamente democratici" (no, l'Italia non è tale secondo l'indice redatto dalla divisione di ricerca dell'Economist Group!).
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È stato pubblicato il calendario delle prove del concorso pubblico per esami indetto dal Ministero dell’Istruzione per il reclutamento di 304 funzionari a tempo indeterminato.
Lo trovate qui ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/pubbli…
Ecuador: dopo 18 giorni di sciopero si giunge a un accordo
Davide Matrone, da Quito –
Pagine Esteri, 2 luglio 2022 – Alle ore 14 del 30 giugno presso la Basilica di Quito Leonidas Iza (CONAIE), Eustaquio Tuala (FEINE), Gary Espinoza (FENOCIN) e Francisco Jiménez, in qualità di Ministro del Governo per conto del Presidente della Repubblica dell’Ecuador, hanno firmato l’Accordo e posto fine al conflitto sociale.
Dopo 18 giorni di forti proteste popolari contro le politiche neoliberiste del governo Lasso, la Confederazione Episcopale dell’Ecuador ha insistito affinché si trovasse un accordo tra le parti in conflitto. In realtà, le pressioni son giunte da più parti e cioè, dal mondo imprenditoriale e dal commercio che messo alle strette ha pressato a sua volta la Conferenza Episcopale affinché giocasse un ruolo determinante in questo duro scontro. La sistuazione era giunta all’apice e gli ultimi 3 giorni sono stati incandescenti dopo la sollevazione del quartiere popolare di San Miguel de los Bancos di Calderón in cui ci sono stati scontri durissimi con le forze dell’ordine. Altri espisodi analoghi si erano registrati al Puyo, in Amazzonia e nella località di Sant’Antonio del Pichincha dove erano state incediante le caserme della polizia dopo uno spargimento di sangue. Il bilancio di questo sciopero è pesante: 8 morti, centinaia di feriti e violazioni dei diritti umani come dichiara il rapporto della Commissione di Solidarietà dei Diritti Umani di Argentina in visita nel paese dal 24 al 26 giugno.
Grazie alla lotta popolare del movimento indigeno, dei lavoratori, degli studenti, degli operatori sanitari, dei docenti e finanche del settore dei trasporti, il Governo ha dovuto cedere e negoziare alcuni dei 10 punti rivendicati della CONAIE. In definitiva, si può concludere che dopo 18 giorni di lotta il movimento indigeno dell’Ecuador porta a casa quanto segue:
- Riduzione dei carburanti di 0,15 centesimi per ogni gallone,
- Derogazione del Decreto 95 che vieta l’ampiamento della frontiera petrolifera per proteggere i territori e i diritti collettivi dei popoli indigeni,
- Riforma del Decreto 151 con il quale si vieta lo sfruttamento delle risorse naturali nelle aree protette, nelle zone dichiarate intangibili, nelle zone archelogiche. Inoltre, si garantisce la consulta previa e libera nei territori interessati allo sfruttamento delle risorse naturali d’accordo a quanto stabilito dalla Corte Interamericana dei Diritti e dalla Corte Costituzionale dell’Ecuador,
- Emanazione del Decreto 456 che prevede l’aumento del Bonus sociale da 50 a 55 dollari che beneficierà a 1,4 milioni di ecuadoriani, riduzione dei tassi d’interessi dal 10% al 5% per crediti fino a 3000 dollari e i prestiti scaduti fino a 3000 dollari saranno condonati,
- Si elabora un progetto di Legge di riforma dell’articolo 66 della Legge Organica della Circoscrizione Territoriale Speciale Amazzonica,
- Raddoppio delle risorse dello Stato per l’Educazione Bilingue e Interculturale.
Inoltre, per 90 giorni si istallerà un tavolo di concertazione per continuare il dialogo tra le due parti per risolvere i temi questionati durante lo sciopero nazionale. Tra i quali l’aumento delle risorse statali per l’Educazione pubblica, l’attuazione di politiche statali che aumentino l’occupazione e intervento dello Stato in materia di prevenzione alla delinquenza.
Potremmo trarre alcune conclusioni da questo sciopero popolare e nazionale:
- Il Governo neoliberista del banchiere Lasso ne esce più indebolito e con pochissima legittimità popolare. Dopo 1 anno di governo (24 maggio) i sondaggi registravano una disapprovazione del 72%, oggi è aumentata al 88%. È di fatti un governo impopolare. Inoltre, si registra una delegittimazione all’interno del Parlamento in quanto la mozione di sfiducia, presentata dal partito dell’opposizione UNES, pur non riuscendo nell’intento ha raccolto 82 voti che rappresenta la maggioranza del parlamento. Lasso ha raccolto 44 voti e, se dovesse continuare così, non riuscirebbe a governare.
- Il costo politico ed elettorale di 2 partiti del Parlamento e cioè la Izquierda Democratica e il Partito Social Cristiano: dopo l’appoggio a Lasso verranno quasi sicuramente ridimensionati i voti alle prossime elezioni.
- Il Movimento Indigeno ne esce rafforzato, dimostrando una grande capacità organizzativa in tutto il territorio nazionale. La strategia di accendere fuochi e rivolte in tutto il paese ha raggiunto un risultato vittorioso. Inoltre, il leader Leonidas Iza aumenta il suo capitale politico e simbolico riposizionandosi molto bene all’interno del Movimento Indigeno e dentro dello schiacchiere politico nazionale.
- C’è un malcontento generale contro le politiche neoliberiste che negli ultimi 5 anni hanno aumentato la povertà relativa ed assoluta nel paese, hanno incrementato la precarizzazione del lavoro, hanno smantellato il sistema di salute pubblica e svenduto il patrimonio pubblico del paese.
- Si sono aperte delle interessanti contraddizioni in termini politici, all’interno del campo politico, che possono determinare una serie di alleanze all’interno della compagine di centro / sinistra che potrebbe vincere le destre alle prossime elezioni amministrative del 2023.
Inoltre, questo sciopero si inserisce in un quadro regionale interessante che vede nuovamente la vittoria delle sinistre latinoamericane che criticano il paradigma di sviluppo neoliberista. Le ultime vittorie in Cile e in Colombia danno speranza anche per l’Ecuador, se si riuscisse a unire le forze politiche progressiste contro le destre reazionarie e fasciste.
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🏫 Sul nostro sito trovate pubblicato il bando per la progettazione di 212 nuove scuole finanziate dal #PNRRIstruzione.
Il concorso, indetto dal Ministero dell’Istruzione con l'utilizzo della piattaforma concorsi del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, prevede l'ideazione, da parte di architetti e ingegneri, di edifici innovativi dal punto di vista architettonico, strutturale, e impiantistico.
Una chiamata rivolta alle migliori professionalità del Paese per la costruzione di scuole sostenibili, inclusive, accessibili, dove si possa fare didattica in modo innovativo.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/pubbli…
Graduatorie di Istituto di I fascia: aperte le funzioni telematiche per la scelta delle istituzioni scolastiche per gli a.s. 2022/23 e 2023/24.
Info ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/gradua…
Iscrivetevi per rimanere sempre aggiornati ▶️ miur.gov.it/web/guest/iscrizio…
MADRID. Per Sánchez e la Nato anche l’immigrazione è un nemico
di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 2 luglio 2022 – Nel corso di una lunga conferenza stampa, il premier spagnolo Pedro Sánchez ha rivendicato con orgoglio i risultati politici incassati durante il vertice Nato di Madrid. Il leader socialista puntava a rafforzare le relazioni con Washington e a questo scopo martedì ha siglato una dichiarazione congiunta tra Stati Uniti e Spagna. Il “governo più progressista” che Madrid abbia avuto dalla morte di Franco, paradossalmente, ripercorre i passi del premier di destra José Maria Aznar, che nel 2001 siglò un’intesa simile con George W. Bush subito dopo l’intervento militare della Nato in Afghanistan, conclusosi con un eclatante fallimento lo scorso anno.
Tra i punti fondamentali del documento che porta la firma di Sánchez e Biden c’è una gestione comune dei “flussi migratori illegali”. Per quanto il punto 9 raccolga le raccomandazioni dell’ONU sulla promozione di una «immigrazione sicura, ordinata e regolare», il testo fa un ulteriore passo nella tendenza a considerare i flussi migratori una minaccia da affrontare anche attraverso appositi meccanismi militari.
La strage di Melilla
Un obiettivo che chiarisce il senso delle dichiarazioni del premier socialista a proposito della strage di migranti a Melilla, che hanno creato sconcerto e indignazione nella sinistra iberica e sono state accolte con stupore da molti sostenitori dell’attuale esecutivo. Il 24 giugno, 37 profughi subsahariani (per lo più sudanesi) sono morti asfissiati o schiacciati nel tentativo di superare le recinzioni che blindano l’enclave spagnola in Marocco. Associazioni e Ong hanno denunciato la brutalità dei gendarmi marocchini, che hanno aggredito i migranti con manganelli, lacrimogeni e pietre, picchiando persone inermi già a terra e tirando o spingendo giù dalle reti e dai cancelli chi riusciva ad arrampicarsi. Le crude immagini della strage hanno fatto il giro del mondo: decine di corpi senza vita o agonizzanti impilati uno sull’altro e vigilati da un cordone di gendarmi marocchini in assetto antisommossa.
Morti e feriti a Melilla, ai piedi di una recinzione
L’immigrazione irregolare come minaccia
Il presidente del governo spagnolo e alcuni dei suoi ministri – tutti socialisti – hanno però elogiato l’operato della Gendarmeria marocchina, sottolineando la proficua collaborazione con le forze di sicurezza di Madrid. Sánchez ha denunciato addirittura un «attacco violento all’integrità territoriale della Spagna» e ha puntato il dito contro «le mafie responsabili del traffico di esseri umani».
In molti hanno sottolineato il cinismo e l’ipocrisia di una presa di posizione che considera il disperato tentativo del 24 giugno addirittura un’aggressione all’integrità territoriale spagnola, quando Madrid ha finora accolto senza colpo ferire più di 170 mila rifugiati ucraini, bianchi, cristiani e “politicamente corretti” perché provenienti da un paese aggredito da un nemico strategico della Nato come la Russia.
Per masse crescenti di diseredati in fuga da guerre, dittature e catastrofi climatiche, Ceuta e Melilla – territori retaggio del passato coloniale spagnolo incastonati in territorio marocchino – rappresentano delle fondamentali porte d’ingresso nel continente europeo, le uniche a disposizione via terra nel continente africano. Per questo, avvisano sinistre e associazioni, la strage di Melilla non sarà l’ultima se Spagna, Unione Europea e Nato non cambieranno le proprie politiche migratorie.
Ma il nuovo Concetto Strategico approvato a Madrid e i toni e gli argomenti utilizzati dal premier spagnolo sembrano andare esattamente nella direzione opposta.
La Nato contro l’immigrazione irregolare
Nell’agenda del vertice, infatti, l’immigrazione illegale è stata affrontata come una “minaccia all’integrità degli stati” ai quali far fronte in maniera organizzata e decisa, al pari dei ricatti energetici. Gongolante, nel corso di un intervento con il segretario di stato Usa Antony Blinken durante il Nato Public Forum, il ministro degli Esteri spagnolo Josè Manuel Albares ha spiegato che il nuovo Concetto Strategico considera le migrazioni irregolari, quando vengono usate come arma politica, delle minacce alla sicurezza degli stati. «Il rischio è sempre, come abbiamo visto al confine tra Bielorussia e Polonia, che qualcosa possa usare l’immigrazione contro la nostra integrità territoriale o la nostra sovranità» ha ribadito l’esponente socialista.
Intervistata dal quotidiano progressista spagnolo Público, la ricercatrice del CIDOB (Barcelona Center for International Affairs) Blanca Garcés spiega: «Si sta creando un concetto di minaccia ibrida che intende trasformare le politiche migratorie in una questione di difesa» attraverso due narrazioni complementari, quella dell’immigrazione come minaccia alla sicurezza degli stati e quella della gestione dei flussi migratori da parte delle mafie. Questo discorso, sottolinea Garcés, permette di «trasformare le migrazioni in una questione di sicurezza nazionale e di legittimare la creazione di situazioni emergenziali che prevedono la sospensione del diritto di asilo, l’intervento degli eserciti alle frontiere e la sospensione della possibilità di operare per i giornalisti e le organizzazioni sociali».
Da parte sua, un dossier del “Centro Delàs d’Estudios por la Paz” denuncia i meccanismi – ad esempio l’operazione Sea Guardian condotta dalla Nato nel Mediterraneo – attraverso i quali «gli stati europei deviano i flussi migratori fuori dal territorio dell’UE, privando i migranti della protezione» loro accordata dalle convenzioni internazionali. Il riferimento ai lauti finanziamenti concessi dall’Ue al regime turco per “contenere” l’immigrazione verso il continente, infischiandosene delle modalità utilizzate dalle forze di sicurezza di Ankara, è obbligato. Ma di fatto la Spagna di Sánchez sta utilizzando lo stesso meccanismo demandando alle forze di sicurezza marocchine – costi quel che costi – il compito di impedire che migliaia di disperati arrivino a Ceuta e Melilla.
Queste considerazioni gettano una luce più chiara sulle argomentazioni utilizzate dai dirigenti socialisti spagnoli per giustificare il brutale comportamento della gendarmeria marocchina, certo non estraneo alla morte di decine di persone.
Joe Biden e Pedro Sanchez durante il vertice della Nato a Madrid
La realpolitik di Sánchez
Gli elogi di Sánchez e Albares nei confronti delle autorità marocchine riflettono anche i nuovi rapporti di Madrid con Rabat. Nel maggio del 2021, infatti, dopo l’ingresso a Ceuta – agevolato dalla «distrazione» della gendarmeria marocchina – di circa 8000 profughi, i toni usati dal leader del Psoe contro Rabat erano stati durissimi. Ma nel marzo scorso Sánchez ha cambiato registro, riconoscendo la sovranità marocchina sui territori saharawi illegalmente occupati dal regno di Mohammed VI e avviando nuove relazioni di amicizia con Rabat. Il premier spagnolo non ha desistito neanche dopo che la sua intelligence lo ha informato che il suo cellulare era stato spiato dalle autorità marocchine tramite il malware israeliano Pegasus, o dopo la reazione stizzita dell’Algeria che, dopo aver bloccato il trasferimento del suo gas al Marocco ha sospeso il Trattato di amicizia e di buon vicinato firmato con Madrid nel 2002, riducendo le esportazioni di gas anche in Spagna.
Sánchez non vuole ora mettere a rischio i rapporti con il paese nordafricano e non vuole fare a meno dell’esternalizzazione del compito di “difendere” le proprie frontiere meridionali dai flussi migratori.
Ceuta e Melilla contese
D’altra parte, però, con il Marocco la Spagna ha ancora aperta la questione della sovranità su Ceuta e Melilla che il governo di Rabat non ha smesso di rivendicare.
Nei giorni che hanno preceduto il vertice di Madrid, infatti, ha insistito con i suoi partner dell’Alleanza affinché i due territori coloniali venissero esplicitamente citati come protetti dall’ombrello della difesa collettiva in caso di attacco, sulla base di quanto previsto dell’Articolo 5 del Trattato Atlantico. Un’esplicita menzione del tema all’interno del nuovo Strategic Concept avrebbe concesso numerosi punti a Sánchez, delegittimando le richieste marocchine di restituzione dei due territori. Il Marocco è uno dei principali partner della Nato in tutta l’Africa – particolarmente prezioso ora che occorre contenere l’Algeria legata a Mosca o la presenza russa in Libia – ma Mohammed VI non potrebbe non tener conto di un simile pronunciamento da parte del Patto Atlantico.
Ma per non indispettire i marocchini gli statunitensi non hanno accettato del tutto le richieste di Madrid. Alla fine Sánchez si è dovuto accontentare di un riferimento indiretto e generico alla questione, ottenendo che nel Concetto Strategico fosse inserito un passaggio che recita: la Nato ha l’obiettivo di «difendere ogni centimetro del territorio alleato, preservando la sovranità e l’integrità territoriale di tutti gli aderenti». «Appare chiaro il concetto che la Nato difende ogni centimetro di tutti i paesi che ne fanno parte senza eccezione – ha spiegato Albares – Nei documenti non appaiono mai i nomi di città specifiche».
* Marco Santopadre, giornalista, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e del Nord Africa. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale.
LINK E APPROFONDIMENTI
publico.es/politica/sanchez-ma…
publico.es/politica/queda-ceut…
ilmanifesto.it/melilla-super-b…
publico.es/politica/masacre-me…
eldiario.es/catalunya/informe-…
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Gesto intelligente, utile e saggio!
#Google cancellerà i dati sulla posizione che mostrano quando gli utenti visitano una clinica per aborti.
Lo ha dichiarato venerdì il gigante della ricerca online, a seguito della preoccupazione che una traccia digitale possa informare le forze dell'ordine se una persona interrompe una gravidanza illegalmente.
reuters.com/world/us/google-de…
Google to delete location history of visits to abortion clinics
Alphabet Inc's (GOOGL.O) Google will delete location data showing when users visit an abortion clinic, the online search giant said on Friday, following concern that a digital trail could inform law enforcement if an individual terminates a pregnancy…Reuters
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Il 29 giugno è arrivato il via libera alla legge che contiene la riforma della formazione e dell'assunzione dei docenti della scuola secondaria.
Percorsi certi per chi vuole insegnare. Una definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità della formazione dei docenti. Concorsi annuali per reclutare con costanza il personale. Queste le principali novità.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/scuola…
Regione ancora nel mirino degli hacker,false email per rubare i dati dei dipendenti
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PODCAST. Vertice NATO: Italia sempre più coinvolta in preparazione guerre. In arrivo altri militari Usa con missili terra-aria
Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Il Governo Draghi non smorza i toni bellicisti che usa da quando è cominciata la guerra tra Russia e Ucraina.
E al vertice in Spagna ha confermato di essere disposto ad accrescere il ruolo e il peso dell’Italia nelle strategie della Nato dettate dall’Amministrazione Biden. In arrivo nelle basi dell’Alleanza in Italia altri uomini e mezzi Usa.
Abbiamo intervistato l’analista di questioni militari e collaboratore di Pagine Esteri, Antonio Mazzeo.
widget.spreaker.com/player?sho…
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NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte
di Michele Giorgio –
(nella foto di archivio, il giorno in cui fu raggiunto nel 2015 a Vienna l’accordo Jcpoa)
Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Ora o mai più. Sotto la pressione di questo imperativo erano ripresi nei giorni scorsi a Doha, nel Qatar, negoziati decisivi, ma indiretti, tra Iran e Stati uniti per il ripristino dell’accordo del 2015 sul programma nucleare iraniano (Jcpoa). Enrique Mora, uno dei collaboratori più stretti del «ministro degli esteri» dell’Ue Josep Borrell, ha incontrato la delegazione iraniana capeggiata dal viceministro degli esteri iraniano Ali Bagheri Kani. Poi ha visto l’inviato speciale degli Usa, Robert Malley. Al momento prevale il pessimismo. Non c’è stato alcun «progresso sperato dall’Ue» nelle trattative sul nucleare iraniano, ha comunicato ieri Enrique Mora. Gli Stati Uniti si dicono «delusi» e un portavoce del Dipartimento di stato ha aggiunto che «I colloqui indiretti a Doha sono terminati». L’Iran da parte sua fa sapere che rimarrà in contatto con Mora per prossimi incontri. Il portavoce del ministero degli esteri di Teheran, Nasser Kanani ha comunque confermato che rimangono “questioni irrisolte”.
Gli ultimi mesi hanno visto crollare gran parte dell’impianto del nuovo accordo Jcpoa quando sembrava a portata di mano ai colloqui avviato nel 2021 a Vienna. A un certo punto l’Amministrazione Biden è stata sul punto di accettare la richiesta iraniana di rimuovere i Guardiani della rivoluzione (Pasdaran) dalla lista delle organizzazioni terroristiche compilata dal Dipartimento di stato. Biden ha poi fatto retromarcia di fronte alle proteste del governo israeliano. Quindi, i negoziati sono stati sospesi a marzo a causa delle crescenti divergenze tra la Casa Bianca e Teheran, alle quali si è aggiunto il gelo sceso tra Mosca e Washington – entrambe garanti del Jcpoa (nel 2018 però gli Usa sono usciti dall’accordo) – per l’inizio della guerra in Ucraina.
Il passo all’indietro fatto quattro anni fa dall’ex presidente Donald Trump, in apparente accordo con l’ex premier israeliano Netanyahu, non solo ha portato allo stop del Jcpoa dopo tre anni in cui le parti coinvolte avevano (più o meno) rispettato i punti dell’accordo. Ha anche dato il via prima a un intenso scambio di accuse e poi ha innescato incidenti nel Golfo che per un soffio non sono sfociati in una guerra. L’Iran ha sempre negato di volersi dotare di ordigni nucleari ma dopo il 2018 ha utilizzato nelle sue centrali centrifughe avanzate e scorte crescenti di uranio arricchito lasciando intendere di essere in grado di raggiungere la soglia nucleare. Ora è il momento della verità, un fallimento avrebbe conseguenze drammatiche.
A inizio settimana a Teheran si respirava un clima più positivo. «La Coppa del Mondo Jcpoa in Qatar» aveva scritto in prima pagina il foglio riformista Mardom Salari. Per il moderato Arman-e Emruz «L’accordo tra Iran e America dovrebbe arrivare…ma una tale opportunità non può realizzarsi senza la flessibilità di entrambe le parti». Duro invece il conservatore Keyhan – fa capo alla Guida suprema iraniana Khamenei – che ha messo in guardia Ali Bagheri Kani: «I negoziati in Qatar sono una trappola, non si può premiare l’America che vara sanzioni, compie omicidi, pirateria e approva risoluzioni anti-iraniane».
Il ritorno al tavolo delle trattative è stato anche frutto anche dell’aumento del costo dell’energia causato dalla guerra tra Mosca e Kiev. Il rilancio del Jcpoa e la fine delle sanzioni Usa sulla vendita del greggio (e del gas) iraniano, andrebbe incontro al proposito di Biden di trovare fonti alternative all’energia russa. Israele, nemico dell’Iran, invece spera nel fallimento, vuole che le sanzioni contro Teheran non siano revocate e si prepara a un possibile scontro militare. «Proseguiremo a lavorare insieme agli Stati uniti e ad altri paesi per rendere chiara la nostra posizione e influenzare la realizzazione dell’accordo, se mai ci sarà», ha avvertito il ministro della difesa uscente Benny Gantz confermando che sta nascendo un’alleanza contro l’Iran con partner regionali non meglio identificati. Ma non è un mistero che Tel Aviv stia costruendo una sorta di Nato israelo-araba con Arabia saudita, Qatar, Emirati, Egitto, Bahrein e Giordania, guidata dagli Usa, per contrastare eventuali lanci di missili e droni iraniani in caso di una guerra. Domenica il Wall Street Journal aveva riferito che su iniziativa statunitense, alti ufficiali israeliani hanno avuto a marzo a Sharm El Sheikh incontri segreti con i rappresentanti di vari paesi arabi, tra i quali l’Arabia saudita, per coordinare strategie militari contro Teheran. Pagine Esteri
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Oldies but goodies: Web design for the planet
Questa volta ripropongo in un colpo solo sette articoli ripresi e tradotti dal progetto “Web design for the planet: una raccolta di buone pratiche per un web più ecologico”
Nathalie, un’ecologista francese che si occupa professionalmente di web, si era proposta la sfida di scrivere in 30 giorni una serie di 30 articoli che si occupassero dei temi collegati all’impatto del digitale sul nostro eco-sistema e in particolare, partendo dal concetto di “sobrietà digitale”, si era concentrata sulla progettazione eco-sostenibile di siti e applicazioni web.
Mi sembrano temi molto interessanti di cui in Italia non si parla ancora abbastanza.
Qui sotto trovate i link agli articoli che ho ripubblicato su Plume un servizio per creare blog nel Fediverso.
Buona lettura e condividete pure con sobrietà ;)
10 vantaggi di una progettazione web eco-sostenibile
Risorse per una progettazione digitale eco-sostenibile
5 modi per ridurre il peso dei video per realizzare siti web eco-sostenibili
5 modi per ridurre il peso delle immagini
Come migliorare i flussi UX (User Experience) di un sito
Come applicare il metodo di Marie Kondo ai siti web
Strafanici, il titolo del blog su cui sono ripubblicati questi articoli, è preso in prestito da una parola del dialetto triestino che significa cianfrusaglie, cose da nulla; attraverso le migrazioni di tanti friulani il termine è arrivato anche nelle periferie milanesi ed ha sempre fatto parte del mio lessico familiare 😀
@Poliverso @maupao @Le Alternative @Ninefix @Giordano @Scuola - Gruppo Fediverso @quinta mte90@mastodon.uno @Maurizio Carnago @Ed 🏳️🌈 @Devol :fediverso: @Goofy 📖 🍝 @Paolo Dongilli @Alexis Kauffmann @Alessandro
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Aborto? Questione di privacy e capitalismo
Una recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato una storica sentenza (Roe v Wade) del 1973, lasciando la possibilità ai singoli Stati di regolare la questione dell’aborto. Ogni stato potrà decidere cosa fare, in base alla legge nazionale.
Oggi non voglio parlarvi della sentenza, ma cercherò di spiegarvi il motivo per cui penso che l’unico vero modo di risolvere la questione dell’aborto1 sia attraverso privacy, proprietà e libero mercato - a prescindere dalle opinioni personali.
Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che esiste grazie alle decine di persone che hanno scelto di abbonarsi.
Se ti piace quello che scrivo e vuoi valorizzare il mio lavoro, considera l’abbonamento!
La proprietà del corpo
Iniziamo parlando di proprietà.
La proprietà è un diritto naturale che nasce insieme all’essere umano. L’uomo primitivo non sapeva nulla del mondo, ma sapeva distinguere se stesso dall’ambiente circostante e aveva consapevolezza di sé, della propria mente e del corpo - controllato dalla mente.
È da questa consapevolezza che deriva il concetto di proprietà.
Ogni essere umano possiede la sua mente e quindi il suo corpo, un fatto naturale e universale che oggi chiamiamo proprietà. I “woke” oggi dicono: my body my choice, ma come sapete io preferisco citare Locke:
Every ·individual· man has a property in his own
person [= ‘owns himself’]; this is something that nobody else has any right to.
Il diritto di aborto non è quindi un diritto positivo (che non sono diriti ma privilegi politici), ma una conseguenza del diritto di proprietà sul corpo.
Il concetto di proprietà è importante, perché lega tutti i successivi temi, come quello del capitalismo e del libero mercato.
Capitalismo e libero mercato
Il capitalismo è quel sistema economico e sociale in cui le persone (e non lo Stato) possiedono i mezzi di produzione. È cioè quel sistema in cui sono le persone a decidere cosa produrre, come produrre, per chi produrre.
Il vero capitalismo esiste solo in un contesto di libero mercato, in cui ogni decisione è esclusivamente frutto del pensiero e della libera volontà delle persone - che possono scegliere se cooperare o meno tra loro.
Un sistema capitalistico di libero mercato non può prescindere dalla protezione assoluta della proprietà privata. È con la negoziazione privata e lo scambio di titoli di proprietà che le persone sono in grado di allocare tra loro le risorse.
Per sintetizzare, possiamo allora dire che il capitalismo è il modo in cui le persone possono produrre e allocare diritti di proprietà in modo decentralizzato (cioè senza pianificazione centrale) attraverso l’incontro delle loro volontà.
Perfino in un libero mercato però non mancano i conflitti, soprattutto per un tema come l’aborto, che da secoli si porta dietro idee totalmente inconciliabili tra loro.
Protezione dalla violenza
La privacy è l’unico modo in cui possiamo proteggere le persone dalla violenza, facendo sì che possano formare liberamente la loro volontà e incontrare quella altrui, per scambiare titoli di proprietà e ottenere così un mutuo beneficio.
Privacy non è segretezza. Lo dico spesso, vale la pena ripeterlo.
Privacy, nell’Era dell’Informazione, è la capacità di controllare le informazioni che ci riguardano e scegliere a chi rivelarle. La privacy è un diritto analogo alla proprietà del corpo: è il filtro attraverso il quale separiamo e definiamo i confini della nostra sfera privata rispetto al resto del mondo. È il diritto che ci permette di formare la nostra volontà al riparo da ingerenze arbitrarie di terzi.
Perché l’aborto è una questione di proprietà, capitalismo e privacy
In un mondo ideale non ci sarebbe alcun bisogno di parlare di aborto. Il medico sarebbe l’unico possessore dei mezzi di produzione del bene “prestazione medica”. La paziente e il medico sarebbero gli unici a poter decidere i termini della prestazione, attraverso la negoziazione privata e lo scambio di titoli di proprietà (lavoro in cambio di denaro). Le pazienti sarebbero in grado di formare la loro volontà senza alcuna ingerenza arbitraria, violenza o giudizio altrui.
Ma non siamo in un mondo ideale.
L’interruzione volontaria di gravidanza non fa parte di un mercato libero. Ci sono specifiche regole che definiscono i limiti dell’azione umana e interferiscono nella libera formazione della volontà degli attori di mercato (medici e pazienti).
Come ogni altro ambito umano, la legge non è altro che lo strumento attraverso cui il burocrate crea un mercato artificiale a sua immagine e somiglianza, secondo i suoi principi morali e le sue ideologie. Alcune volte questo mercato sarà espressione dei principi e idee della maggioranza della popolazione, altre volte sarà invece frutto di compromessi.
In un mercato artificiale non c’è rispetto della proprietà: il medico non è libero di offrire il suo lavoro alle sue condizioni e la paziente non è libera di decidere sul suo corpo, che in realtà diventa di proprietà del legislatore. Allo stesso modo, non c’è neanche libera formazione della volontà e piena autodeterminazione: l’estensione del pensiero umano in un mercato regolamentato è sempre pari ai limiti del pensiero del burocrate.
In un mercato artificiale non può esserci neanche privacy.
L’aborto diventa una questione pubblica, poiché colui che crea e mantiene il mercato, lo Stato, deve assicurare che tutti rispettino le regole. La paziente che vuole interrompere la gravidanza infatti non ha alcuna scelta - sarà costretta a rivelare informazioni molto sensibili all’intero sistema sanitario. Nel caso in cui quelle informazioni possano rivelare una violazione delle regole, sia la paziente che il medico saranno duramente puniti.
Non essere ipocrita
Un mercato regolamentato è l’antitesi del libero mercato, che per definizione esiste solo al di fuori dalla legge. L’unico risultato della pianificazione centrale è la violenza di un gruppo politico sull’altro.
In alcuni casi sarà la violenza dei pro-life contro la libertà della donna sul proprio corpo. In altri sarà la violenza di chi è favorevole all’aborto contro i medici, che saranno costretti a scegliere tra sacrificare i propri principi morali o essere esclusi dal mercato.
Eliminare la pianificazione centrale è l’unico modo per garantire il realizzarsi della piena libertà delle persone. È l’unico modo per far coesistere pacificamente persone che la pensano e la penseranno sempre in modo opposto, senza che gruppi di potere si facciano violenza l’un l’altro.
Se vuoi libertà di abortire, allora devi accettare che l’unico modo per risolvere il problema alla radice è attraverso il libero mercato, la proprietà privata e la privacy - non la legge, mai la legge.
Devi anche accettare che altri possano esprimere liberamente le loro opinioni e volontà, e devi anche accettare che nessuno potrà mai essere obbligato a soddisfare una tua pretesa, perché sarebbe una violenza. La stessa violenza di molti di coloro che chiedono di licenziare medici che si rifiutano, per principio, di praticare interruzioni di gravidanza.
La via di mezzo, il compromesso, la “legalizzazione” - non sono altro che strade tortuose che portano allo stesso risultato: la pianificazione e la negazione dei diritti naturali, della libertà di autodeterminazione, della privacy. Non esiste una terza strada: pianificazione totale o libero mercato.
Se scegli la pianificazione, se scegli di fare violenza su un certo gruppo politico, se scegli di negare l’esistenza di un libero mercato, allora devi anche accettare che sia tu a subirne le conseguenze - come oggi potrebbe accadere in molti Stati americani. Non essere ipocrita.
Grazie per aver letto Privacy Chronicles. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo!
Come dico spesso, sono agnostico sul tema dell’aborto, che è fonte di grandi dibattiti anche tra libertari. Penso che, pro o contro, non sia una scelta che ci riguarda. Di certo non può riguardare lo Stato. Nel mio mondo ideale di aborto non si parla, perché è una questione privata tra medico e paziente - fuori da ogni ingerenza di terzi.
VIDEO. Brasile: I predatori dell’Amazzonia sempre più agguerriti, lo confermano gli omicidi di Dom Philips e Bruno Pereira Araújo
Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Dom Philips, 57 anni, e Bruno Pereira Araújo, 41, erano scomparsi il 5 giugno quando stavano viaggiando dalla comunità di São Rafael al comune di Atalaia do Norte, nello Stato di Amazonas.
Indagavano sulle minacce ai popoli indios della Valle del Javarí, la seconda riserva indigena più grande del Brasile e teatro di conflitti dominati dal traffico di droga, dal furto di legname, dall’estrazione illegale, dal bracconaggio e dalla pesca.
Sullo sfondo ci sono le prossime elezioni presidenziali che, sondaggi alla mano, dovrebbero mettere fine al mandato del controverso Jair Bolsonaro, noto anche per aver favorito lo sfruttamento dell’Amazzonia da parte di gruppi ed individui senza scrupoli. Ne abbiamo parlato con Pasquale Pugliese, italo-brasiliano residente a San Salvador, osservatore della realtà politica e sociale del Brasile.
player.vimeo.com/video/7259873…
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Leak on chat control: EU Commission anticipates millions of false positives
German news website netzpolitik.org leaked a record of internal discussions regarding the EU‘s proposed online child abuse law (dubbed “chat control”) which is much criticised for resulting in mass surveillance and undermining secure encryption. According to the leaked record, the EU Commission expects that 1 in 10 private conversations flagged by “artificial intelligence” algorithms for potential “child grooming” would be falsely exposed to a Europol-affiliated authority without any criminal relevance. The Commission confirmed that communications providers would not be obliged to check the machine-generated reports of flagged conversations before they are being sent. It also admitted the envisaged algorithms are “high risk” technology.
“Since more than the current amount of 29 million machine reports per year are expected as a result of the EU plans, more than 3 million often intimate chats and photos would be wrongfully disclosed every year,” warns German Pirate Party Member of the European Parliament and digital freedom fighter Patrick Breyer. “In truth the unverifiable manufacturer’s statement on the error rate of the secret algorithm is probably much too low. In languages other than English, there will be far more errors. According to the Swiss Federal Police, up to 86% of the machine reports to NCMEC are criminally irrelevant.We cannot accept countless false suspicions of law-abiding EU citizens as a result of error-prone automated searches in our private conversations. Police and providers have no right to see completely legal nude photos or intimate chats of adults and minors. Exposing sensitive photos and conversations to unknown persons is prone to abuse and might result in the circulation of such material.”
When asked how services could prevent being ordered to search all private messages, the EU Commission cited age limits and preventing direct contact by unknown users. “EU bureaucrats are seriously calling for either totally cutting off 17-year-olds from messages from 18-year-olds or depriving them of any privacy. This is as patronising as if we didn’t allow under-18s to go out unaccompanied”, Breyer said.
The EU Commission also claims to have the support of service providers for its chat control plans, when in fact several have strongly opposed e.g. the proposed attack on secure end-to-end encryption for being able to perform the searches. “The providers must now publicly take a stance: are they accessories to the EU’s mass surveillance plans or are they helping us to stop them?” asks Breyer.
“It is outragous that the abolition of digital privacy of correspondence is being pursued in secret negotiations. We urgently need to take the defence of digital privacy of correspondence into our own hands!” is Breyer’s concluding appeal.
Background:
With the proposed online child abuse law, the EU Commission wants to oblige internet providers to indiscriminately search the content of all messages, emails, photos, etc. of EU citizens for suspicious content and to forward them automatically to the police. The German government publicly criticised this plan and sent a long catalogue of questions to the EU Commission. The secret answers to these questions have now been published by Netzpolitik.org.
Breyer calls for resistance to the plan on his homepage chatcontrol.eu.
Earlier this week CDT director Iverna McGowan warned that the proposal “would actually make everyone in the EU, including children, less safe”, “would essentially create a mass surveillance regime across the EU.” “[Y]ou would never again be able to communicate electronically with the confidence that your information isn’t being intercepted. … The innocent picture you take of your baby in the bath and send to their grandparents could end up in a law enforcement database or, worse, in the hands of child abusers who could manipulate that image.” she wrote in an op-ed.
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A ottobre torna il Mese dell’Educazione Finanziaria! Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria sarà presente in tutta Italia con una serie di iniziative destinate a promuovere lo sviluppo della cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale.
Sarà possibile candidarsi per inserire un’iniziativa nel programma di “Ottobre EduFin” fino al 27 settembre sul portale del Comitato ▶ www.quellocheconta.gov.it
Qui tutti i dettagli ▶ miur.gov.it/web/guest/-/a-otto…
THE QUEEN IS DEAD VOLUME 60 – ALCEU VALENCA \ LOS KINTOS \ JULIAN Y SU COMBO
In questo sessantesimo episodio di The Queen Is Dead tratteremo di un altro grande recupero dell’etichetta spagnola Vampisoul, che questa volta è arrivata fino in Brasile per riportarci il folgorante esordio solista di Alceu Valença. Sempre la Vampisoul recupera in Perù i Los Kintos, un grande gruppo che miscela ritmo cubano e musica peruviana per un risultato molto molto ballabile. Per chiudere la puntata un sette pollici dall’altissimo tasso funk nuyorican di Juliàn Y Su Combo.
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In vacanza, e non solo, attenti ai Qr code – Arturo Di Corinto
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Un Piano da 1,5 miliardi contro la dispersione scolastica e per superare i divari territoriali. È quanto prevede il #PNRRIstruzione. Nelle card una sintesi del Piano.
Per saperne di più ▶ miur.gov.it/web/guest/-/pnrr-1…
Qui il sito dedicato al #PNRR per l'Istruzione ▶ pnrr.istruzione.it/
NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte
di Michele Giorgio –
(nella foto di archivio, il giorno in cui fu raggiunto nel 2015 a Vienna l’accordo Jcpoa)
Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Ora o mai più. Sotto la pressione di questo imperativo erano ripresi nei giorni scorsi a Doha, nel Qatar, negoziati decisivi, ma indiretti, tra Iran e Stati uniti per il ripristino dell’accordo del 2015 sul programma nucleare iraniano (Jcpoa). Enrique Mora, uno dei collaboratori più stretti del «ministro degli esteri» dell’Ue Josep Borrell, ha incontrato la delegazione iraniana capeggiata dal viceministro degli esteri iraniano Ali Bagheri Kani. Poi ha visto l’inviato speciale degli Usa, Robert Malley. Al momento prevale il pessimismo. Non c’è stato alcun «progresso sperato dall’Ue» nelle trattative sul nucleare iraniano, ha comunicato ieri Enrique Mora. Gli Stati Uniti si dicono «delusi» e un portavoce del Dipartimento di stato ha aggiunto che «I colloqui indiretti a Doha sono terminati». L’Iran da parte sua fa sapere che rimarrà in contatto con Mora per prossimi incontri. Il portavoce del ministero degli esteri di Teheran, Nasser Kanani ha comunque confermato che rimangono “questioni irrisolte”.
Gli ultimi mesi hanno visto crollare gran parte dell’impianto del nuovo accordo Jcpoa quando sembrava a portata di mano ai colloqui avviato nel 2021 a Vienna. A un certo punto l’Amministrazione Biden è stata sul punto di accettare la richiesta iraniana di rimuovere i Guardiani della rivoluzione (Pasdaran) dalla lista delle organizzazioni terroristiche compilata dal Dipartimento di stato. Biden ha poi fatto retromarcia di fronte alle proteste del governo israeliano. Quindi, i negoziati sono stati sospesi a marzo a causa delle crescenti divergenze tra la Casa Bianca e Teheran, alle quali si è aggiunto il gelo sceso tra Mosca e Washington – entrambe garanti del Jcpoa (nel 2018 però gli Usa sono usciti dall’accordo) – per l’inizio della guerra in Ucraina.
Il passo all’indietro fatto quattro anni fa dall’ex presidente Donald Trump, in apparente accordo con l’ex premier israeliano Netanyahu, non solo ha portato allo stop del Jcpoa dopo tre anni in cui le parti coinvolte avevano (più o meno) rispettato i punti dell’accordo. Ha anche dato il via prima a un intenso scambio di accuse e poi ha innescato incidenti nel Golfo che per un soffio non sono sfociati in una guerra. L’Iran ha sempre negato di volersi dotare di ordigni nucleari ma dopo il 2018 ha utilizzato nelle sue centrali centrifughe avanzate e scorte crescenti di uranio arricchito lasciando intendere di essere in grado di raggiungere la soglia nucleare. Ora è il momento della verità, un fallimento avrebbe conseguenze drammatiche.
A inizio settimana a Teheran si respirava un clima più positivo. «La Coppa del Mondo Jcpoa in Qatar» aveva scritto in prima pagina il foglio riformista Mardom Salari. Per il moderato Arman-e Emruz «L’accordo tra Iran e America dovrebbe arrivare…ma una tale opportunità non può realizzarsi senza la flessibilità di entrambe le parti». Duro invece il conservatore Keyhan – fa capo alla Guida suprema iraniana Khamenei – che ha messo in guardia Ali Bagheri Kani: «I negoziati in Qatar sono una trappola, non si può premiare l’America che vara sanzioni, compie omicidi, pirateria e approva risoluzioni anti-iraniane».
Il ritorno al tavolo delle trattative è stato anche frutto anche dell’aumento del costo dell’energia causato dalla guerra tra Mosca e Kiev. Il rilancio del Jcpoa e la fine delle sanzioni Usa sulla vendita del greggio (e del gas) iraniano, andrebbe incontro al proposito di Biden di trovare fonti alternative all’energia russa. Israele, nemico dell’Iran, invece spera nel fallimento, vuole che le sanzioni contro Teheran non siano revocate e si prepara a un possibile scontro militare. «Proseguiremo a lavorare insieme agli Stati uniti e ad altri paesi per rendere chiara la nostra posizione e influenzare la realizzazione dell’accordo, se mai ci sarà», ha avvertito il ministro della difesa uscente Benny Gantz confermando che sta nascendo un’alleanza contro l’Iran con partner regionali non meglio identificati. Ma non è un mistero che Tel Aviv stia costruendo una sorta di Nato israelo-araba con Arabia saudita, Qatar, Emirati, Egitto, Bahrein e Giordania, guidata dagli Usa, per contrastare eventuali lanci di missili e droni iraniani in caso di una guerra. Domenica il Wall Street Journal aveva riferito che su iniziativa statunitense, alti ufficiali israeliani hanno avuto a marzo a Sharm El Sheikh incontri segreti con i rappresentanti di vari paesi arabi, tra i quali l’Arabia saudita, per coordinare strategie militari contro Teheran. Pagine Esteri
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“La trasformazione dell’educazione è la leva fondamentale di uno sviluppo sostenibile e di una società più aperta”. Lo ha detto il Ministro Patrizio Bianchi, intervenendo al #TransformingEducation Pre-Summit nella sede dell’Unesco a Parigi.
Il vertice è stato organizzato nell’ambito del processo di preparazione dell’appuntamento convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, con l’obiettivo di mobilitare l’impegno politico e sociale a favore di una nuova visione dell’educazione e dell’istruzione nel mondo.
Qui tutti i dettagli ▶ miur.gov.it/web/guest/-/bianch…
Mastodon sta collaborando con l'agenzia di design @oak per aggiornare la homepage e il marchio. Addio social media blu, ciao viola acceso!
mastodon.social/@Mastodon/1085…
blog.joinmastodon.org/2022/06/…
Mastodon branding updates
We are teaming up with the design agency Oak to update our homepage and our brand. Goodbye social media blue, hello vibrant purple!Official Mastodon Blog
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ci sta questo viola e anche la loro motivazione (essere un pochino originali rispetto agli social principali), però quel blu mi piaceva 😔
Non so se su Mastodon sia possibile cambiare il colore principale, se non c'è spero ci pensino a metterlo, così chi preferisce il celeste o anche altri colori può farlo senza problemi
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Digital cash: EU to end anonymous payments in cryptocurrencies
Yesterday, the European Parliament and the Council made a deal on the rules for crypto assets. Anonymous payments will effectively be prohibited, interfering with the fundamental characteristics of decentralised finance. Even the €1000 limit for anonymous transactions proposed by the EU Commission has been abandoned. All users of hosted wallets will need to identify, as well as users sending unhosted funds to hosted wallets. Crypto exchanges will have to be extra diligent regarding their dealings with unregistered or unlicensed entities outside of the EU.
Pirate Party MEP Patrick Breyer, Member of the LIBE Committee who voted against the negotiating mandate, comments:
“These rules will deprive law-abiding citizens of their financial freedom. For example, opposition figures like Alexei Nawalny are increasingly dependent on anonymous donations in virtual currencies. Banks have also cut off donations to Wikileaks in the past. With the creeping abolition of real and virtual cash, there is the threat of negative interest rates and the shutting off of the money supply at any time. We should have a right to be able to pay and donate online without our financial transactions being recorded in a personalised way.There is no justification for effectively abolishing anonymous virtual payments: Where Virtual Assets have been used for criminal activities in the past, prosecution has been possible on the basis of the current rules. Banning anonymous crypto currency payments altogether will not have any significant effect on crime. The stated aim to tackle money laundering and terrorism is only a pretext to gain control over our private business.”
Background:
The public opinion on the anonymous use of cash is that it is an “essential personal freedom”, according to the responses to the 2017 Commission survey on the desirability of limiting cash payments.
KILL YOUR IDOLS PARTE II “A YEAR AND A HALF IN THE LIFE OF METALLICA”
Mi piace, e mi stuzzica molto, il fatto che quando si va a toccare quelli che la stragrande parte della popolazione virtuale considera come “mostri sacri”, e in parte “cosa loro esclusiva”, si scatenino gli strali di tutti coloro che si sentono offesi. E così, dopo aver avuto il coraggio di parlare dei Nirvana e del documentario su Cobain, proprio io che non sono un loro fan, eccomi di nuovo qui a raccontare dei Metallica.
Internal LIBE meeting with US Homeland Security: Plans for biometric databases put EU citizens’ data at risk
Yesterday, members of the European Parliament’s Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs (LIBE) had an informal meeting with representatives of the U.S. Department of Homeland Security. During the meeting, the new US “International Biometric Information Sharing (IBIS)” programme was presented. Threatening to reintroduce visa requirements, the USA wants to force EU Member States to grant access to biometric databases. Three EU member states and the United Kingdom are said to have already signed on to the programme. A representative of the EU Commission expressed criticism the USA was deliberately undermining European treaties through direct agreements with EU member states.
When asked exactly what data the US wants to tap into, the answer was: as much as possible. When asked what would happen at US borders if a traveller was known to the police in the EU, it was said that this would be decided by the US immigration officer on a case-by-case basis.
Pirate Party MEP Dr Patrick Breyer comments:
“I expect the EU Commission and also the German government to reject the demand of the US authorities and not allow themselves to be blackmailed. If necessary, the visa waiver programme must be terminated by Europe as well. Millions of innocent Europeans are listed in police databases and could be exposed to completely disproportionate reactions in the USA. The US lacks adequate data and fundamental rights protection. Providing personal data to the US exposes our citizens i.e. to the risk of arbitrary detention and false suspicion, with possible dire consequences, in the course of the US “war on terror”. We must protect our citizens from these practices.”
Confessioni di una maschera Giugno duemilaventidue #collassodiunasocietàcollassata
Parlo spesso di quelle che sono le dinamiche che più da vicino mi coinvolgono, non perché le reputi più imminenti di analisi rispetto alle altre, ma proprio perché mi trovo nella condizione di doverle affrontare quasi quotidianamente. E sono conseguentemente, per me, quelle da cui mi è più difficile provare a staccarmi. Torno quindi nuovamente a ciò che vivo in ambito sanitario come preponderante, e torno a star male al pensiero di quello che sta accadendo. In realtà l’ambiente ospedaliero è consono alla narrazione giusto per il fatto che è lì che vivo la maggior parte della mia vita, e al tempo stesso resto convinto che si tratti di dinamiche che si possono sovrapporre in qualunque altro ambito, lavorativo e non.
iyezine.com/confessioni-di-una…
Confessioni di una maschera Giugno duemilaventidue #collassodiunasocietàcollassata
Negli ultimi anni, e mi riferisco al periodo pre-pandemico, abbiamo assistito a mutamenti sociali e comportamentali che hanno stravolto il nostro stile di vita.Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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Al via il monitoraggio sull’insegnamento trasversale dell’Educazione civica a scuola per gli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022.
Si tratta della prima fase di un processo di progettazione partecipata sull’insegnamento di questa disciplina. Le scuole potranno partecipare in forma volontaria e fino al 31 agosto 2022, attraverso la compilazione di un questionario.
Lo trovate qui ▶ istruzione.it/educazione_civic…
Qui tutti i dettagli ▶ miur.gov.it/web/guest/-/educaz…
MADRID. La Nato globale prepara lo scontro con Russia e Cina
di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 30 giugno 2022 – Il vertice dell’Alleanza Atlantica in corso a Madrid può essere sicuramente definito storico. Per diversi motivi, infatti, non è stato un summit qualsiasi. È il primo a tenersi dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Se la Nato ha contribuito non poco – soprattutto a partire dal cambio di regime andato in scena a Kiev nel 2014 – all’innalzamento della tensione nell’area, dalla mossa russa l’ex alleanza militare nata per contrastare il blocco sovietico ha tratto nuova linfa per rilanciare il suo ruolo e guadagnare nuova legittimità.
Un vertice storico
A rendere storica la riunione in corso nella capitale iberica è anche l’ennesimo allargamento dei confini del North Atlantic Treaty Organization che con un’accelerazione non indifferente ha sancito l’ingresso di Finlandia e Svezia dopo la rimozione del veto inizialmente opposto da Ankara. Per contrastare un paese – la Russia – colpevole di aver aggredito e invaso uno stato sovrano, l’Alleanza che afferma di incarnare gli ideali di democrazia e libertà decide di sottostare ai diktat del regime turco che occupa da anni il nord della Siria e non esita a realizzare sanguinose azioni militari in Iraq contro la guerriglia curda. Del resto, è proprio in cambio dell’abbandono della tradizionale tolleranza dei governi scandinavi nei confronti delle organizzazioni della resistenza curda (e della vendita di armi) che Erdoğan ha rimosso il veto all’ingresso dei nuovi soci. Un’altra vittoria per il Sultano, che paradossalmente negli ultimi anni ha portato il suo paese ai margini della Nato, ha allacciato un’alleanza di comodo con Mosca e non ha esitato a contrastare le richieste di Washington pur di poter affermare la propria egemonia regionale e internazionale.
Il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg con i Ministri degli Esteri di Svezia e Finlandia
Il boom delle spese militari
Il vertice in corso a Madrid è storico anche per altri motivi. Ad esempio perchè la Casa Bianca è riuscita ad imporre agli altri soci un aumento consistente delle spese militari. Nel giro di pochi mesi decine di governi hanno deciso il raddoppio degli stanziamenti della difesa e quindi un aumento considerevole del bilancio destinato alla Nato. E la soglia del 2% del Pil dei paesi aderenti, che fino a qualche tempo fa sembrava un traguardo irraggiungibile, potrebbe essere presto anche superata. Nelle scorse ore da Londra è arrivata la notizia che il governo Johnson – che cerca protagonismo militare e internazionale dopo la Brexit – ha affermato di puntare al 2,5%.
Quest’aumento del budget servirà a portare la forza d’intervento rapido dell’Alleanza dagli attuali 40 mila a ben 300 mila effettivi, pronti a mobilitarsi in pochi giorni se – o quando, bisognerebbe dire – l’escalation bellica globale che ormai sembra inarrestabile lo richiederà. Intanto, serviranno a presidiare tutto il fianco est della Nato, quello che negli ultimi decenni si è spinto sempre più vicino ai confini della Federazione Russa.
Dagli USA nuove truppe in Europa
Inoltre, ha annunciato Joe Biden, «gli Usa rafforzeranno la loro presenza militare in Europa, incluse le capacità difensive aeree aggiuntive in Italia e Germania». Un colpo per gli ambienti continentali che negli ultimi mesi avevano tentato di accelerare la costituzione di un esercito europeo “complementare alla Nato”, approfittando del disimpegno di Washington. Attualmente gli Stati Uniti hanno già oltre 100 mila militari dispiegati in Europa, cinque volte quanti ne avevano prima che Mosca lanciasse la sua “operazione militare speciale” in Ucraina.
Gli Usa invieranno 65 militari in Italia, dove verrà installata una batteria di difesa aerea a corto raggio che sarà un’unità subordinata al battaglione di difesa aerea di stanza in Germania. Gli Stati Uniti istituiranno inoltre un quartier generale permanente per il Quinto corpo dell’esercito in Polonia. A Varsavia e nei tre Paesi baltici arriveranno nuove truppe a rotazione. Nel Regno Unito, infine, saranno dispiegati due nuovi squadroni di caccia F-35. I leader dell’Alleanza saranno poi chiamati oggi a esprimersi sul dispiegamento di gruppi tattici aggiuntivi in Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia.
Il nuovo Strategic Concept contro Mosca e Pechino
Il vertice di Madrid è da considerarsi storico, inoltre, perché supererà le linee guida fissate nel documento firmato a Lisbona nel 2010. Dodici anni dopo, la Nato non vuole più essere solo il bastione militare della leadership statunitense in Europa, ma lancia la sfida per la supremazia globale a vecchi e nuovi nemici. Se nel documento varato a Lisbona la Russia era ancora definita un potenziale partner strategico, lo “Strategic Concept” uscito da Madrid considera Mosca un nemico globale e Pechino “una sfida” e una minaccia per gli interessi e i valori occidentali, da affrontare a tutto campo in quanto costituisce un “concorrente sistemico” che “cerca di minare l’ordine internazionale”.
La proiezione dell’Alleanza al di fuori dei confini e delle aree di interesse storiche è plasticamente rappresentata, nel vertice in corso, dalla presenza dei rappresentanti di Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Sud Corea. È la “Nato asiatica“, che i dirigenti dell’organizzazione nata nel 1949 con soli 12 paesi membri – diventati nel frattempo 30, più Svezia e Finlandia – continuano ad affermare di non perseguire rispondendo alle rimostranze di Pechino.
Nel suo primo intervento dopo il suo arrivo a Madrid l’inquilino della Casa Bianca Joe Biden ha chiarito la posta in gioco: «L’alleanza sta rafforzando la sua posizione. Sta affrontando le minacce all’est e le sfide al sud. La Nato è pronta su tutti i fronti e le direzioni, sul dominio terrestre, aereo e marittimo». E – l’ennesima provocazione nei confronti di Mosca – il prossimo vertice dell’Alleanza si terrà il prossimo anno a Vilnius, in Lituania.
Nel frattempo, il Patto Atlantico continuerà a rafforzare militarmente alcuni paesi dell’Europa orientale così come ha fatto con l’Ucraina negli anni scorsi. «Lavoreremo con loro per costruire la loro integrità e resilienza, sviluppare capacità e sostenere la loro indipendenza politica» si legge nel documento a proposito di Bosnia-Erzegovina, Moldova e Georgia.
Una sfida su tre fronti
È evidente che la sfida più urgente per l’Alleanza è quella che affronta in Ucraina; lungi dal ricercare una fine rapida del conflitto e una riduzione massima del danno, la Nato sembra puntare ad un incancrenimento dello scontro bellico allo scopo di indebolire Mosca e approfittare della polarizzazione internazionale innescata dall’invasione russa per giustificare una nuova escalation che favorisce soprattutto gli interessi politici ed economici di Washington (vedasi il capitolo sanzioni e guerra del gas). Ma è anche a sud che si gioca la sfida, oltre che nell’area dell’Indo-Pacifico dove il contenimento dell’espansione cinese assume risvolti sempre più militari. Infatti, dal Maghreb al Sahel al Vicino Oriente l’attività e la presenza militare russa – dalla Siria alla Libia al Mali – preoccupano non poco la Nato.
Gli obiettivi di Pedro Sánchez
Il permier spagnolo Pedro Sánchez ha investito non poco nel vertice della Nato ospitato dal suo paese. Non mira soltanto ad un ritorno d’immagine e di prestigio all’interno del paese e a livello internazionale; ciò su cui punta è un rafforzamento del ruolo della Spagna all’interno dell’Alleanza Atlantica e al conseguimento di alcuni obiettivi geopolitici.
Nei mesi scorsi il governo spagnolo – di cui fa parte Unidas Podemos, che pure è sempre stata molto critica nei confronti della Nato – ha annunciato un sostanzioso aumento delle spese militari e ha deciso un ennesimo invio di armi pesanti all’esercito ucraino insieme ad alcuni tank Leopard.
All’inizio di giugno la ministra della Difesa, Margarita Robles, ha chiesto un aumento immediato del bilancio militare di ben tre miliardi di euro da poter esibire al vertice Nato in corso, obiettivo presto sfumato ma solo per motivi contabili. Il suo esecutivo, comunque, ha già deciso di raddoppiare la spesa militare – dall’1,03 al 2% del Pil – entro il 2030.
La Spagna ha una posizione strategica per lo schieramento della Nato nel sud dell’Europa fin dai primi accordi militari tra il regime franchista e gli Stati Uniti negli anni ’50. Nella base di Torrejòn de Ardoz è posizionato il centro di controllo delle operazioni aeree in tutto il sud del continente; da qui partirono i bombardamenti in Libia nel 2011. Albacete ospita invece la base di addestramento dei caccia, mentre a Bétera ha sede il quartier generale delle truppe di terra. Nella base navale di Rota, infine, sono stati ospitati finora quattro cacciatorpedinieri Aegis statunitensi, che però ora diventeranno sei grazie ad un accordo formalizzato nei giorni scorsi proprio a Madrid tra l’inquilino della Moncloa e quello della Casa Bianca. Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e del Nord Africa. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale.
LINK E APPROFONDIMENTI:
editorialedomani.it/politica/m…
publico.es/internacional/eeuu-…
affarinternazionali.it/cosa-as…
ilmanifesto.it/a-erdogan-via-l…
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STATI UNITI. Sdegno per la strage di 51 migranti. Il Messico avvia una indagine
della redazione
(la foto è di Martin Leveneur)
Pagine Esteri, 29 giugno 2022 – Non cessano sdegno e dolore per i 51 migranti, tra i quali si contano 22 cittadini messicani, morti per asfissia in un Tir nei pressi di San Antonio, in Texas. Altri due messicani si trovano in ospedale, con segni di grave disidratazione. È stata la tragedia più grave legata alla migrazione nella storia recente degli Stati uniti, paese che negli ultimi anni, specialmente sotto la presidente Trump, ha adottato misure drastiche contro la migrazione violando gravemente i diritti della persona e dei minori. L’amministrazione Biden da parte sua ha fatto sino ad oggi poco per mettere fine a queste violazioni.
Il “Los Angeles Times” ha riportato che lo scorso lunedì un cittadino ha sentito grida di aiuto provenire da un camion frigorifero e ha allertato i servizi di emergenza. I soccorritori, inorriditi, hanno trovato decine di corpi senza vita, ammassati uno sopra l’altro, e sopravvissuti in gravi condizioni o sul punto di esalare l’ultimo respiro. All’interno del camion frigorifero con a bordo le decine di migranti non era stato accesso il sistema di aria condizionata e non c’era acqua con temperature molto alte all’esterno dell’automezzo. L’accaduto ricorda la strage del dicembre del 2021 nello stato messicano del Chiapas quando si ribaltò il rimorchio di un autocarro con un centinaio di migranti di diverse nazionalità. Persero la vita 56 persone e altre 50 rimasero ferite.
La magistratura messicana ha aperto una indagine sull’accaduto. Al momento tre persone sono state fermate dalla polizia, senza però che sia stata ancora formalizzata nessuna incriminazione. “E’ una disgrazia tremenda, stiamo fornendo assistenza alle famiglie”, ha commentato il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador. Il 12 luglio Obrador si incontrerà con Biden proprio per discutere la questione dei flussi migratori. “Non possiamo affrontare il fenomeno migratorio solo con valichi di frontiera, con leggi più severe con muri o agenti di polizia, ma con il benessere, la sicurezza e la pace nei punti di partenza dei viaggiatori”, ha esortato il presidente messicano durante un recente viaggio in Guatemala in palese riferimento alle severe misure degli Stati uniti in materia di migrazione.
I flussi migratori sono stati tra i temi portanti del IX Vertice delle Americhe, tenutosi a inizio mese giugno a Los Angeles. Al termine Biden e i leader dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno adottato una dichiarazione congiunta che punta su stabilità e assistenza alle comunità; i percorsi legali più larghi; gestione umana della migrazione e risposta coordinata alle emergenze. Il Dipartimento di Stato Usa metterà 25 milioni di dollari a disposizione del meccanismo Global Concessional Financing Facility (Gcff) a sostegno dei Paesi dell’America Latina e 65 milioni di dollari per supportare gli agricoltori statunitensi che assumono contadini dai paesi latinoamericani. Provvedimenti giudicati insufficienti per affrontare l’enorme flusso migratorio, frutto delle crisi economiche che affliggono diversi paesi dell’area ma anche di cambiamenti climatici che colpiscono l’agricoltura fonte di sostentamento di milioni di persone. Pagine Esteri
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Morgana "Contemporaneità", 2022- Low Ambition Records, Contraszt Records
Questo disco, su richiesta del gruppo, viene qui recensito in anteprima. La sua uscita è prevista per Agosto. Vi lascio qui il Bandcamp per saggiarne due pezzi già disponibili e, soprattutto, perché li possiate seguire e rimanere aggiornati sulla pubblicazione di questo bellissimo Contemporaneità
iyezine.com/morgana-contempora…
Morgana "Contemporaneità", 2022- Low Ambition Records, Contraszt Records
- Questo disco, su richiesta del gruppo, viene qui recensito in anteprima. La sua uscita è prevista per Agosto. Vi lascio qui il Bandcamp per saggiarne dueIn Your Eyes ezine
Non ci resta che Piangere!
Non ci resta che Piangere!
...e forse nemmeno quello...
La cosa difficile da fare è restare Indifferenti di Fronte a tutto quello che sta succedendo intorno a noi, è spaventosamente difficile non alzare gli occhi al cielo e urlare a squarciagola una semplicissima parola..."PERCHÉ!!!!!" perché tutto questo, perché questo Nefasto Mondo non riesce a Vivere in santa Pace, perché semplicemente non ci si impegna per risolvere i Tantissimi Problemi che Noi esseri Umani abbiamo Creato a questo Mondo...
Tanti sono i Problemi e Moltissime sono state le Parole che si sono spese per risolverli, che se si fosse veramente voluto saremmo sicuramente a buon Punto, e magari saremmo così abituati ad risolverli che forse ci sentiremmo dei Supereroi...
Ma Supereroi non siamo e non cerchiamo nemmeno di essere Migliori... siamo capaci solamente di Prendere quello di cui abbiamo Bisogno da questo Mondo senza dare nulla in cambio, abbiamo praticamente Spogliato questo Mondo di ogni risorsa Possibile, qualsiasi risorsa l'abbiamo fatta nostra e ce ne siamo impossessati per giocare a fare gli Dei in un gioco che stiamo categoricamente perdendo, questo Mondo ci ha lasciato giocare come volevamo alle nostre regole assolutamente Subdole e Ipocrite, ma piano piano ci stiamo accorgendo che la nostra partita sta volgendo al termine, ci siamo accorti solo ora che il Mondo ci sta preparando il Conto...
proprio così pensavamo di poter giocare al SUCCHIA E DISTRUGGI all'infinito ma purtroppo ad ogni Azione c'è sempre una Conseguenza... il gioco volge al termine ma, noi continuiamo a spendere e scialacquare parole di ipocrisia che non portano e non porteranno in futuro da nessuna parte.
Il Mondo ci ha Adottati probabilmente sapendo che eravamo Subdoli ed Imperfetti ma ci ha accolto nella speranza di poter un Giorno migliorare noi stessi a la nostra Permanenza ed invece, l'abbiamo complicata ed abbiamo portato la Nostra vita su questo Mondo ad un punto critico e forse di non ritorno sotto Tutti i Punti di Vista...
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Open Street Map Francia ha organizzato dal 10 al 12 giugno a Nantes "State of the Map France", l’ottavo incontro nazionale di Open Street Map.
Durante i tre giorni ci sono stati numerosi interventi di utenti, contributori, cartografi, ricercatori, potete dare un’occhiata qui per avere un’idea della ricchezza degli interventi: nitter.net/sotmfr (no, un account su Mastodon ancora non l’avevano 😀
Sul canale Peertube di OSM France potete però trovare una quarantina di video con gli interventi, alcuni davvero molto interessanti, tenuti durante la tre giorni: peertube.openstreetmap.fr/c/so…
@Scuola - Gruppo Fediverso @informapirata :privacypride: @Wikimedia Italia @maupao @Paolo Vecchi
SOTM FR 2022
Vidéos du SOTM FR 2022, Du vendredi 10 au dimanche 12 Juin 2022 Université de Nantes - Campus du Tertre.peertube.openstreetmap.fr
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STATI UNITI. Sdegno per la strage di 51 migranti. Il Messico avvia una indagine
della redazione
(la foto è di Martin Leveneur)
Pagine Esteri, 29 giugno 2022 – Non cessano sdegno e dolore per i 51 migranti, tra i quali si contano 22 cittadini messicani, morti per asfissia in un Tir nei pressi di San Antonio, in Texas. Altri due messicani si trovano in ospedale, con segni di grave disidratazione. È stata la tragedia più grave legata alla migrazione nella storia recente degli Stati uniti, paese che negli ultimi anni, specialmente sotto la presidente Trump, ha adottato misure drastiche contro la migrazione violando gravemente i diritti della persona e dei minori. L’amministrazione Biden da parte sua ha fatto sino ad oggi poco per mettere fine a queste violazioni.
Il “Los Angeles Times” ha riportato che lo scorso lunedì un cittadino ha sentito grida di aiuto provenire da un camion frigorifero e ha allertato i servizi di emergenza. I soccorritori, inorriditi, hanno trovato decine di corpi senza vita, ammassati uno sopra l’altro, e sopravvissuti in gravi condizioni o sul punto di esalare l’ultimo respiro. All’interno del camion frigorifero con a bordo le decine di migranti non era stato accesso il sistema di aria condizionata e non c’era acqua con temperature molto alte all’esterno dell’automezzo. L’accaduto ricorda la strage del dicembre del 2021 nello stato messicano del Chiapas quando si ribaltò il rimorchio di un autocarro con un centinaio di migranti di diverse nazionalità. Persero la vita 56 persone e altre 50 rimasero ferite.
La magistratura messicana ha aperto una indagine sull’accaduto. Al momento tre persone sono state fermate dalla polizia, senza però che sia stata ancora formalizzata nessuna incriminazione. “E’ una disgrazia tremenda, stiamo fornendo assistenza alle famiglie”, ha commentato il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador. Il 12 luglio Obrador si incontrerà con Biden proprio per discutere la questione dei flussi migratori. “Non possiamo affrontare il fenomeno migratorio solo con valichi di frontiera, con leggi più severe con muri o agenti di polizia, ma con il benessere, la sicurezza e la pace nei punti di partenza dei viaggiatori”, ha esortato il presidente messicano durante un recente viaggio in Guatemala in palese riferimento alle severe misure degli Stati uniti in materia di migrazione.
I flussi migratori sono stati tra i temi portanti del IX Vertice delle Americhe, tenutosi a inizio mese giugno a Los Angeles. Al termine Biden e i leader dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno adottato una dichiarazione congiunta che punta su stabilità e assistenza alle comunità; i percorsi legali più larghi; gestione umana della migrazione e risposta coordinata alle emergenze. Il Dipartimento di Stato Usa metterà 25 milioni di dollari a disposizione del meccanismo Global Concessional Financing Facility (Gcff) a sostegno dei Paesi dell’America Latina e 65 milioni di dollari per supportare gli agricoltori statunitensi che assumono contadini dai paesi latinoamericani. Provvedimenti giudicati insufficienti per affrontare l’enorme flusso migratorio, frutto delle crisi economiche che affliggono diversi paesi dell’area ma anche di cambiamenti climatici che colpiscono l’agricoltura fonte di sostentamento di milioni di persone. Pagine Esteri
L'articolo STATI UNITI. Sdegno per la strage di 51 migranti. Il Messico avvia una indagine proviene da Pagine Esteri.
Alberto
in reply to nilocram • • •wow argomento molto interessante! Ti sei meritato di essere tra i miei feed RSS! Grazie ancora!
@nilocram
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Manuel
in reply to nilocram • • •Se invece controlliamo tutta la filiera il discorso cambia.
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