Ben(e)detto 9 novembre 2022
Essere terzo vuol dire diverso ed equidistante da tutti gli altri. Arrivare terzo significa arrivare al terzo posto in una gara, in una elezione. Ecco, il terzo polo dovrebbe comprendere che ai suoi potenziali elettori interessa la prima accezione del significato. Se poi, alle elezioni, arriva secondo o primo tanto meglio.
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Oggi digiuno per Alaa
di Riccardo Noury e Paola Caridi –
Pagine Esteri, 9 novembre 2022 – «Il nostro amore per la vita è resistenza. Corriamo incontro ai proiettili perché amiamo la vita ed entriamo in prigione perché amiamo la libertà» (Alaa Abd el-Fattah, Non siete stati ancora sconfitti, trad. di Monica Ruocco, hopefulmonster editore 2021)
Non c’è più tempo. Da domenica 6 novembre Alaa Abd el-Fattah, importante attivista egiziano, tra i protagonisti della rivoluzione egiziana del 2011, è in sciopero della sete e della fame.
Il suo corpo è già fortemente debilitato da 7 mesi, oltre 200 giorni, di sciopero della fame, decisione che Alaa ha assunto per lottare fino alla fine contro le politiche di negazione delle libertà fondamentali di Abd el-Fattah al-Sisi.
Alaa, cittadino egiziano e britannico, è uno degli oltre sessantamila prigionieri politici egiziani. Prigionieri di un regime che in questi giorni accoglie a Sharm el-Sheykh i leader del mondo per la Conferenza ONU contro i cambiamenti climatici #COP27.
Non c’è giustizia climatica senza rispetto dei diritti umani.
Dal gennaio 2011, Alaa ha trascorso oltre 2600 giorni in prigione: è stato torturato, privato della luce, di ogni tutela e diritto. Tutto questo unicamente per aver condiviso idee di giustizia e libertà.
Dallo scorso maggio oltre 200 persone hanno digiunato in Italia, e non solo, in solidarietà con Alaa e con tutti i prigionieri politici egiziani. A sostegno di Alaa e della sua famiglia, facciamo appello a chi ha già aderito al digiuno solidale e a chiunque voglia unirsi ora, a una giornata di digiuno collettivo della fame mercoledì 9 novembre, per chiedere l’immediata liberazione di Alaa.
Per aderire è sufficiente inviare una mail entro la mezzanotte di domani 8 novembre a info@invisiblearabs.com
Non c’è più tempo, Alaa deve essere rilasciato subito.
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Ieri la damnatio memoriae, oggi l’obbligo del ricordo: il caso della data retention
L’8 novembre, alle ore 18.00, presso l’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, in via della Conciliazione 10, a Roma, si è tenuto un incontro dal titolo “Ieri la damnatio memoriae, oggi l’obbligo del ricordo – Il caso della data retention”.
La Fondazione Luigi Einaudi ha deciso di inaugurare un ciclo di incontri su un tema di stringente attualità, intitolato “Le democrazie liberali nello spazio digitale”. La nostra vita ruota sempre di più attorno al medium digitale, divenuto longa manus dell’essere umano. Il dibattito politico e la cronaca giornalistica si esprimono attraverso i social network. I diritti fondamentali di riunione e di associazione vengono esercitati su Zoom. Nello spazio digitale i cittadini si autodeterminano, coltivano relazioni sociali e desideri. Quel che in origine doveva essere un mondo fittizio è divenuto molto più reale di quanto potessimo immaginare.
Dunque, il confronto sull’evoluzione delle democrazie occidentali e la tutela dei diritti costituzionali non può prescindere dall’analisi dei nuovi luoghi in cui abita il cittadino. La rete, detentrice di potenzialità imprevedibili in passato, offre possibilità di contatto tra gli individui, favorisce la libertà d’espressione e di informazione. Allo stesso tempo, tuttavia, espone la persona a nuovi pericoli. Le fake news inquinano il dibattito democratico. L’eterno ricordo del web mette a repentaglio la sfera privata. Pertanto, interrogarsi su questi temi è condicio sine qua non per delineare il futuro delle democrazie liberali.
Saluti Introduttivi:
Sen. Andrea Cangini, Segretario Generale della Fondazione Luigi Einaudi
Sono intervenuti:
Sen. Francesco Paolo Sisto, Viceministro della Giustizia
Prof. Giorgio Spangher, già Professore ordinario di Procedura Penale presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza
Dott. Giulio Illuminati, già Professore ordinario di Procedura Penale presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Dott. Angelantonio Racanelli, Procuratore aggiunto a Roma
Modera:
Dott. Andrea Davola, Ricercatore della Fondazione Luigi Einaudi
La partecipazione all’evento era valida per la raccolta di crediti formativi per la professione forense
Il convegno è stato trasmesso anche in diretta streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della Fondazione.
L’ingresso è consentito fino ad esaurimento posti.
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Midterm
Oggi si vota in America e, come la storia ci insegna, gli equilibri politici statunitensi hanno riflessi fuori dagli Usa. Ecco perché.
Gli equilibri politici statunitensi si riflettono sul resto delle democrazie e sul mondo. Non è una scelta, voluta dai “servi degli amerikani”. È il frutto della storia: in Europa italiani e tedeschi scelsero il nazifascismo; quell’ideologia contagiò fino il Giappone; l’Unione Sovietica di Stalin favorì l’espansionismo di Hitler, a patto di avere per sé un pezzo dell’Est; con la Francia occupata l’estrema opposizione al nazifascismo fu inglese, ma troppo debole; l’intervento Usa e lo scatenarsi dell’invasione della Russia, cambiò natura e sorti della guerra. E cambiò il dopoguerra. Ecco perché gli equilibri politici statunitensi hanno riflessi fuori dagli Usa. Quel che, visto con gli occhi europei, è più difficile da capire è che gli elettori americani votano senza considerare granché la politica estera.
Oggi si vota, negli Stati Uniti. La presidenza Biden non è in discussione, avendo ancora due anni di mandato, ma è in bilico la sua maggioranza parlamentare. Non è la prima volta che il presidente in carica si trova in questa condizione né i precedenti ci dicono che ciò determina la futura corsa presidenziale. Ma una cosa sarà confermata: quella democrazia è divisa e le due parti si estremizzano sempre di più. Si tratta di un fenomeno presente in molte altre democrazie, compresa la nostra. E mentre i (diversi) sistemi costituzionali ed elettorali assicurano la legittimità dei governi in carica, sarebbe stolto non vedere che società libere e complesse non si governano con una metà contro l’altra.
I sistemi solidi hanno pesi e contrappesi che aiutano a gestire conflitti anche duri, senza che si perda lo Stato di diritto. È il migliore sistema mai esistito, il più bello, il segno di una superiorità (esatto: superiorità) culturale e civile, ma è anche delicato. Se da dentro se ne erode la credibilità, se gli sconfitti si mettono a dire che il risultato non è valido, se si fa appello alla piazza contro la rappresentanza, se si nega il compromesso parlamentare, alla lunga il prezioso giocattolo si sfascia. È più facile capiti in Brasile che non negli Usa, ma è difficile negare che quel modo di interpretare la politica mette veleni in circolazione.
Le democrazie funzionano splendidamente non quando tutti la pensano allo stesso modo (che orrore), ma quando pensandola in modi assai diversi si prova a vincere le elezioni conquistando pezzi del consenso altrui. Per dirla in modo rozzo: va benissimo che esistano la destra e la sinistra – parimenti legittime se democratiche – ma il sistema non si polarizza se per vincere si coniugano le proprie idee con gli interessi e i sentimenti degli elettori che non sono né reazionari né rivoluzionari, se ci si muove verso il centro. Il guaio delle democrazie, oggi, è che troppi dei loro interpreti puntano a raccogliere i voti sventolando non idee, ma identità. Nel migliore dei casi saranno poi trasformisti, nel peggiore irrigidiranno il sistema, rischiando di spezzarlo.
Gli schieramenti internazionali li ha ora sistemati Putin, scatenando una guerra suicida che non ha neanche il coraggio di definirsi guerra. Il nostro stesso governo è frutto di quella scelta. L’indiscutibilità dell’atlantismo (fino al giorno prima discusso eccome, a destra e a sinistra) deriva da quel conflitto. Ma è triste dipendere dall’aggressione altrui.
L’atlantismo non è discutibile, perché ne va della sicurezza dell’Italia e dell’Europa intera. Il che, però, comporta risentire molto degli equilibri politici statunitensi, dove gli elettori votano senza neanche pensarci. Per questo gli atlantisti saggi, dopo il secondo conflitto mondiale, avviarono il cammino dell’integrazione europea. Utile a trattenere la grandeur francese, le tentazioni mediterranee italiane, l’isolazionismo inglese e a smontare i mostri della storia tedesca. Ha funzionato. Si fatica ad ammetterlo e a capire quanto, ma ha funzionato alla grande. Faremmo bene a ricordarcene quando, fra qualche ora, saremo spettatori assai interessati del voto americano.
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GDPR Rights in Sweden: Court confirms that authority must investigate complaints.
Diritti GDPR in Svezia: La Corte conferma che l'autorità deve indagare sui reclami. Il tribunale amministrativo di Stoccolma ha stabilito che un reclamante ai sensi dell'articolo 77 del GDPR ha il diritto di chiedere una decisione all'Autorità svedese per la protezione dei dati (IMY) dopo sei mesi
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COP27. Alaa Abd El Fattah inizia lo sciopero della sete
di Valeria Cagnazzo
Pagine Esteri, 8 novembre 2022 – E’ iniziata il 6 novembre a Sharm el-Sheik, in Egitto, la ventisettesima COP, la Conferenza delle parti dell’United Nations climate change conference (COP27), che dovrebbe portare all’attuazione dell’Accordo di Parigi per l’emergenza ambientale. Una COP basata sui fatti e sulla pianificazione di strategie energetiche e ambientali da realizzare subito nei Paesi aderenti, questa la speranza del direttore esecutivo, Simon Stiell, che ha dichiarato: “Con il regolamento di Parigi sostanzialmente concluso grazie alla COP26 di Glasgow dello scorso anno, la cartina di tornasole di questa e di ogni futura COP è quanto le deliberazioni siano accompagnate dall’azione. Tutti, ogni singolo giorno, ovunque nel mondo, tutti devono fare tutto il possibile per evitare la crisi climatica”. Gli ha fatto eco il presidente della COP27, il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry: “La COP27 deve essere ricordata come la “COP dell’attuazione”, quella in cui ripristiniamo il grande consenso che è al centro dell’accordo di Parigi”. Ha, inoltre, sottolineato le catastrofiche conseguenze di un’”inazione miope” di fronte agli effetti del cambiamento climatico ed esortato ad agire immediatamente, nonostante le sfide geopolitiche e le difficoltà economiche dell’attuale periodo storico. Le sfide ambientali non sono senza dubbio meno importanti di altre, per quanto si sia arrivati alla ventisettesima assemblea delle Nazioni Unite per ribadirsi ancora una volta, sempre a parole, l’importanza di inserire la questione climatica nelle rispettive agende di governo.
La catastrofe ambientale nel frattempo ha raggiunto proporzioni spaventose e le sue conseguenze stanno “finalmente” – in francese “finelment” significa alla fine, ma si può leggere anche nell’accezione italiana, perché forse è vero che era necessario toccarle con mano – letteralmente bussando alle nostre porte. Se non si era mai avuto un ottobre così caldo, infatti, è perché il livello dei gas serra nell’atmosfera continua ogni anno a superare i record precedenti. La temperatura media del 2022, rivela il rapporto “Stato del clima globale nel 2022” dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) diffuso in apertura della COP27, è di 1,15 gradi sopra ai livelli pre-industriali.
Gli effetti sono la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai, inondazioni e alluvioni distruttive per gli insediamenti umani in tutto il mondo. A causa della siccità, milioni di persone nel 2022 sono state condannate alla malnutrizione, milioni sono state costrette a emigrare da aree desertificate o inondate, decine di migliaia sono state uccise da catastrofi climatiche. Il caldo, inoltre, favorisce la diffusione delle malattie e la proliferazione degli agenti patogeni. Secondo l’OMS, ogni anno, tra il 2030 e il 2050, ci saranno circa 250.000 morti in più per malnutrizione, diarrea, malaria e stress da caldo. A registrare le conseguenze più drammatiche per la vita umana sono i Paesi in via di sviluppo. Per questo motivo, tra i temi in cima all’ordine del giorno della COP27, che si concluderà il 18 novembre, dovrebbero esserci dei progetti di finanziamento e risarcimento per i Paesi più poveri, i meno inquinanti ma i più colpiti dall’inquinamento prodotto dai Paesi più industrializzati. Secondo molti attivisti, tuttavia, si tratterebbe di uno dei punti che incontrerà più ostilità alla sua effettiva attuazione nella “COP dei fatti”. A questo proposito, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, nel suo discorso di apertura, ha chiesto ai governi di tassare i profitti delle compagnie di combustibili fossili e di reindirizzare quel denaro ai Paesi in via di sviluppo, dove la popolazione piange le sue perdite a causa del cambiamento climatico. Il progetto dell’ONU si chiama “Primo allarme per tutti”, e dovrebbe raccogliere almeno 3,1 miliardi di dollari dai Paesi aderenti, al momento 50, tra il 2023 e il 2027. Da Sharm el-Sheikh, inoltre, il premier spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato che la Spagna metterà a disposizione “un capitale iniziale di 5 milioni di euro” per il clima e la cooperazione multilaterale. Ursula von der Leyen ha promesso che la Commissione europea stanzierà un miliardo di euro per salvare le foreste. L’ex vice-presidente americano Al Gore ha ventilato il rischio di un miliardo di migranti economici in Occidente e delle conseguenze sociali, in termini di xenofobia e tensione, che questi potrebbero provocare. Grandi assenti, Cina e Russia. Tra i partecipanti all’assemblea dedicata a un impegno contro il clima che mette in prima linea le donne e le giovani generazioni, anche rappresentanti di regimi autoritari e restrittivi sui diritti umani. Tra i volti approdati a Sharm el Sheikh, anche il principe saudita Mohammed Bin Salman.
Anche Giorgia Meloni, in rappresentanza dell’Italia nel suo primo viaggio come primo ministro, accompagnata da Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente, ha raggiunto la destinazione esotica della COP. Il primo incontro ufficiale quello con il Presidente Al Sisi, durante il quale, oltre ai temi di materia ecologica, i due leader sembrano aver definitivamente disteso le relazioni tra i rispettivi Paesi, incrinatesi dopo il rapimento e l’omicidio brutale compiuto dai servizi di sicurezza egiziani di Giulio Regeni, per discutere di forniture di gas, cooperazione industriale e collaborazione nel respingimento dei migranti nel Mediterraneo.
Sempre il 6 novembre scorso, mentre veniva inaugurata la COP27, non troppo lontano dalle sontuose sale della conferenza adibite per ospitare i leader mondiali, in un carcere egiziano succedeva qualcos’altro. Alaa Abd El Fattah iniziava lo sciopero della sete. L’informatico e attivista in carcere per la sua partecipazione alle manifestazioni della primavera araba, dopo 218 giorni di sciopero della fame il 6 novembre ha annunciato che avrebbe rinunciato anche all’acqua. Una decisione durissima in segno di protesta contro il suo arresto illegale e contro quello di migliaia di detenuti delle prigioni egiziane per reati di opinione (ne avevamo parlato qui), proprio in occasione del più importante evento sul clima che riunisce i rappresentanti di quasi tutto il mondo nel Paese che li detiene ingiustamente.
Dell’incompatibilità di un evento internazionale sull’ambiente con un sistema dittatoriale, che reprime con torture e arresti qualsiasi forma di dissenso, si erano accorti in molti, nei mesi scorsi, e non solo attivisti come Naomi Klein. In una lettera pubblicata mercoledì scorso, quindici premi Nobel hanno chiesto che in occasione della COP27 gli Stati chiedano libertà per Alaa Abd El Fattah e gli altri prigionieri politici egiziani. A firmare la lettera, indirizzata a diversi capi di Stato, Svetlana Alexievich, J. M. Coetzee, Annie Ernaux, Louise Gluck, Abdulrazak Gurnah, Kazuo Ishiguro, Elfriede Jelinek, Mario Vargas Llosa, Patrick Modiano, Herta Muller, Orhan Pamuk, Roger Penrose, George Smith, Wole Soyinka, and Olga Tokarczuk. Nel loro appello si legge “La voce potente di Alaa Abd El Fattah per la democrazia è vicina ad essere estinta, vi chiediamo di rifarle fiato leggendo le sue parole”. Ai premi Nobel, si sono uniti in questi giorni intellettuali e scrittori da tutto il mondo. fb.watch/gFJY3wqHk1/
Nel video, la scrittrice Arundhati Roy che aderisce all’appello #FreeAlaa Da Amnesty International, Greenpeace a diversi attivisti contro il cambiamento climatico hanno denunciato l’ipocrisia epocale di questo evento. Prima tra tutti Greta Thumberg, che non ha accettato che la conferenza climatica venga ospitata in un Paese dittatoriale che uccide gli attivisti per i diritti umani. Non parteciperà, quindi, alla COP27, neanche per gridare in faccia ai potenti che lì fanno solo “blah blah blah”, come aveva fatto un anno fa. Quest’anno, con la COP27 faranno qualcosa di peggiore: Thumberg parla di “greenwashing”. Sui suoi account social, ha denunciato le violazioni dei diritti umani nel Paese e l’ingiusta detenzione di Abd El Fattah. Il 30 ottobre, poi, si è unita al sit-in di fronte all’ufficio del Commonwealth e dello Sviluppo Estero a Londra organizzato dalle sorelle di Abd El Fattah per chiedere al governo inglese di intervenire per la sua scarcerazione.
Abd El Fattah sarebbe, infatti, cittadino egiziano e inglese, e secondo le sorelle Sanaa e Mona Seif Londra dovrebbe intervenire per liberarlo e riportarlo in Gran Bretagna. Secondo quanto dichiarato in questi giorni dal governo di Al Sisi, invece, Abd El Fattah non avrebbe mai completato le pratiche per ottenere la cittadinanza britannica e sarebbe “solo” un cittadino egiziano. E come tale verrà trattato. “Non è affatto una rassicurazione”, hanno risposto le sorelle. Quando le porte della COP27 si sono aperte, è proprio sugli account twitter di Sanaa Seif che si è letto che il fratello avrebbe bevuto il suo ultimo bicchiere d’acqua. Ore di tensione, durante le quali la stessa Sanaa si è recata direttamente a Sharm El Sheikh, per portare fisicamente la sua protesta nella sede della COP27. Per suo fratello, se nessuno tra i leader impegnati a promettersi svolte ecologiche e rivoluzioni verdi tra poltroncine e coffee break interverrà, la sopravvivenza potrebbe essere una questione di ore o di una manciata di giorni.
Il 7 novembre, con una climax di tweet pubblicati da Mona Seif, la famiglia ha fatto, inoltre, presente che dopo ore di attesa in carcere, la lettera settimanale di Alaa, l’unico strumento per il detenuto per comunicare con i familiari e con il mondo, non le è stata consegnata. Le guardie carcerarie avrebbero affermato che il prigioniero non aveva voglia di scrivere. Poco credibile, secondo i Seif, che iniziano a domandarsi se l’uomo sia ancora in vita.
twitter.com/AgnesCallamard/sta… Mentre Alaa Abd El Fattah smetteva di bere e Al Sisi stringeva la mano ai leader mondiali, per le strade egiziane almeno un centinaio di altri attivisti erano già stati arrestati, secondo l’Egyptian Commission for Rights and Freedoms, sempre per reati di opinione sui social. Sono vietate le manifestazioni nel Paese – mentre nei padiglioni della COP27 c’è un’intera area “Verde” apparentemente dedicata agli scambi di opinione liberi e democratici tra i giovani di tutto il pianeta. “Sulla strada verso la COP27, ricordate che molti Egiziani stanno pagando un prezzo pesante per la vostra presenza. Stanno avvenendo arresti per onorare la vostra presenza. Il minimo che possiate fare sarebbe mostrare un po’ di rispetto alle decine di migliaia nelle prigioni di Al Sisi”, ha scritto Sanna Seif. Sharm El Sheikh è militarizzata e costellata di posti di blocco, dove un controllo sul cellulare e un tweet di troppo potrebbe costare la prigione. Molte serrande sono chiuse. Il Paese tace imbavagliato. Il messaggio è chiaro: nessuno in Egitto deve parlare e raccontare, mentre i grandi del pianeta passeggiano a Sharm El Sheikh. Pagine Esteri
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Il governo ruba i soldi ai poveri - Contropiano
Le “modifiche” del reddito di cittadinanza annunciate dal sottosegretario al lavoro Durigon sono una porcata schiavista contro i poveri. Passa infatti un Il messaggio di fondo del provvedimento è infatti: dovete lavorare anche per 500 euro al mese, anche in nero, perché sennò morite di fame. Saranno i poveri a subire il semplice e brutale ricatto della fame: non vuoi fare lo schiavo?, non ci sarà più il reddito a farti mangiare.
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Week-end a Ischia, consigli per il viaggio
Ischia è una bellissima isola di origine vulcanica, situata nel Golfo di Napoli. È una delle mete turistiche più ambite d’Italia e ha molto da offrire ai suoi visitatori. L’isola offre spiagge uniche nel loro genere, il cibo è da leccarsi i baffi e sono presenti alcuni dei paesaggi più belli d’Italia. Nei prossimi paragrafi […]
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Piantedosi, la porcata della ‘selezione’, la Costituzione, la Francia
Il diritto d'asilo, l'obbligo di salvare vite umane in mare, il diritto di uscire dal proprio Paese e andare in Europa. E poi la follia di selezionare tra i naufraghi le persone da sbarcare e quelle da lasciare a bordo delle navi, che ricorda molto da vicino altre 'persone' che selezionavano persone da inviare qua o là. Infine, arriva Macron
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Norme e messaggi, se la legge diventa un simbolo
Provvedimenti dal contenuto volutamente vago e impreciso, che lasciano una amplissima sfera di libertà nell’interpretazione che ne daranno amministratori e magistrati
Dalla legge-comando alla legge-simbolo. Forse i giuristi devono rivedere il modo in cui suddividono e classificano la legislazione. Il decreto sul rave party ha suscitato e sta suscitando proteste per il fatto che i suoi contenuti potrebbero in futuro prestarsi a interpretazioni lesive del diritto costituzionale di radunarsi e manifestare. Il Foglio ha subito indicato alcune evidenti somiglianze fra questo decreto e il disegno di legge Zan, bocciato dal Parlamento nella passata legislatura. In entrambi si intravvede una ispirazione panpenalista (anche se di segno politico opposto), la spinta ad allargare l’area dei comportamenti penalmente punibili.
Ma c’è forse anche un altro aspetto da considerare. I due provvedimenti in questione ma anche tanti altri decreti e tante altre leggi che non hanno attirato uguale attenzione da parte dell’opinione pubblica, hanno una cosa in comune. Non sono complessi di norme che, grazie alla loro chiarezza, al loro rigore e alla loro precisione, debbano essere applicati da un’amministrazione a cui restano margini di interpretazione ristretti e sul cui rispetto sia chiamata a vegliare la magistratura. No, sono leggi dal contenuto volutamente vago e impreciso, leggi che, a causa della loro fattura, lasciano una amplissima sfera di libertà nell’interpretazione che ne daranno amministratori e magistrati. I giuristi si mettono le mani nei capelli e parlano di analfabetismo giuridico dei nostri politici.
Ma a parte il fatto che nella schiacciante maggioranza, se non nella totalità di questi testi, ci mettono le mani i funzionari, il problema è che invocare una vera o presunta incapacità tecnico-giuridica non è sufficiente. E forse è persino sbagliato. Perché potrebbero essersi verificati cambiamenti strutturali, che, giunti a questo punto, rendono superflua la competenza giuridica. Anzi tale competenza, in molti casi, potrebbe essere addirittura un ingombro. Questo vale per molte leggi e, sicuramente, per tutte le leggi che hanno, dal punto di vista di chi le confeziona, un valore politico-identitario.
In questi casi ciò che conta della legge non è altro che il «messaggio» che si manda ai propri elettori nonché l’indirizzo di massima a cui si invitano amministratori e magistrati ad attenersi. Tanto, comunque, toccherà a loro, (amministratori e magistrati), e solo a loro, dare delle norme l’interpretazione che preferiscono e, eventualmente — ma è raro che ciò avvenga — sostituire rigore a sciatteria, chiarezza a confusione. Se la legge non è altro che un messaggio e un indirizzo politico di massima non c’è bisogno di altra competenza se non quella politica, la capacità di agire con efficacia entro l’arena politica.
Il cambiamento strutturale riguarda il declino relativo della politica rappresentativa e il contestuale rafforzamento della potenza delle magistrature e dei vertici dell’amministrazione civile. È un processo in atto da decenni, da quando entrò in crisi il sistema dei partiti che aveva dominato la Repubblica dalla fine della Seconda guerra mondiale fino ai primi anni Novanta.
Da allora, ai partiti con il fortissimo radicamento sociale di un tempo si sono sostituite formazioni politiche molto più fragili al servizio dei rispettivi leader. Inoltre, causa la forte eterogeneità delle coalizioni di governo , non è mai stato possibile dare vita a esecutivi forti e stabili. La debolezza della politica, mentre, dal lato dell’elettorato, generava frustrazione, elevata mobilità elettorale, alto astensionismo e movimenti di protesta, dal lato dei rapporti fra governi, amministrazione e magistrature, consolidava una tendenza i cui inizi risalgono alla rivoluzione giudiziaria dei primi anni Novanta: lo spostamento del baricentro del potere dalla politica rappresentativa alle istituzioni amministrative e giudiziarie.
Oggi, si dice (forse troppo frettolosamente) che si è ricostituito un potere politico forte con la vittoria delle destre. Per giunta, lo stato comatoso dell’opposizione lascia pensare che la destra potrebbe governare più o meno indisturbata per più di una legislatura. Vedremo. Ma resta comunque il fatto che anche una leader con la forza e le capacità di Giorgia Meloni si trova alla testa di una coalizione di governo sgangherata. Come tutte le precedenti coalizioni di governo.
C’è da dubitare che possa riuscire a ribaltare i rapporti di forza fra politica rappresentativa e Stato burocratico-giudiziario. E, anzi, potrebbe contribuire ad aggravare il problema. Più leggi-simbolo vengono accatastate, più libertà di interpretazione si assegna a amministratori e magistrati e più si espande lo spazio della politica «burocratico-giudiziaria» (l’autonoma attività degli apparati dello Stato) a scapito dello spazio di cui dispone la politica rappresentativa.
Al momento, ciò che chiamiamo democrazia, ossia la politica rappresentativa, è ancora insostituibile. Fornisce la necessaria legittimazione, e le necessarie coperture, senza le quali lo Stato burocratico-giudiziario non potrebbe reggersi in piedi. La democrazia rappresentativa è ancora l’unico gioco politico ufficialmente possibile, l’unico che porti stampato il bollino della legalità (costituzionale). Legalità e legittimità politica non sono sinonimi e possono non coincidere ma in questo caso sì.
Al momento, e nonostante tutti gli sfilacciamenti, anche gravi, che si verificano praticamente ovunque, la democrazia rappresentativa gode ancora di forti protezioni nel mondo occidentale. Basti pensare al club europeo. Non se ne può fare parte se non si è una democrazia. L’Ungheria che ne ha indebolito alcuni istituti, è diventata un sorvegliato speciale. Anche la Polonia era nella stessa condizione ma poi la guerra in Ucraina, la sua posizione anti-russa e la sua collocazione strategica, hanno messo momentaneamente la sordina alle proteste per certe sue scelte istituzionali di segno illiberale.
In ogni caso, la democrazia, in Occidente, gode ancora di forti sostegni interni e di una rete di ancoraggi internazionali. Ma se quella rete si indebolisse troppo, che accadrebbe a un Paese come il nostro? Al momento, e si spera anche in futuro, lo Stato burocratico-giudiziario non può disfarsi della politica rappresentativa. Non può farlo perché ha cento teste e non una soltanto. E non può farlo perché non dispone di una fonte di legittimazione autonoma. Ma se la crisi della democrazia in Occidente dovesse aggravarsi, un giorno le cose potrebbero cambiare. Chi continua ad apprezzare la democrazia nell’unica forma possibile, quella rappresentativa, spera che quel giorno non arrivi mai.
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Midterm 2022: la politica estera che verrà
Se i repubblicani prenderanno il controllo del Congresso degli Stati Uniti, le conseguenze si faranno sentire in tutto il mondo, dicono gli osservatori di Washington. Ecco come potrebbe cambiare la politica estera di Biden: dall'Ucraina, alla Cina, passando per l'Iran, l'Arabia Saudita, l'Afghanistan
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La posizione della Germania nel nuovo ordine mondiale americano
La Germania è diventata un satellite economico della Nuova Guerra Fredda americana con la Russia, la Cina e il resto dell’Eurasia. Alla Germania e ad altri paesi della NATO è stato detto di imporre sanzioni commerciali e di investimento su se stessi che sopravviveranno all’odierna guerra per procura in Ucraina. Il presidente degli Stati Uniti […]
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Cina e Stati Uniti: guerra o pace
Uno sviluppo importante ma poco segnalato nella politica globale si è verificato di recente quando, dopo la fine del 20° congresso del Partito Comunista Cinese, il 27 ottobre il presidente Xi Jinping ha affermato che la Cina è disposta a collaborare con gli Stati Uniti per trovare il modo di andare d’accordo con il beneficio […]
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USA: il trumpismo è una minaccia più seria dello stesso Trump
La domanda fondamentale per molti osservatori internazionali e persino cittadini americani in vista delle elezioni del Congresso è il posto di Trump o del trumpismo nella struttura politica americana. Dopo una serie di eventi amareggiati per Trump e i suoi gruppi di sostegno, tra cui il fallimento delle elezioni presidenziali, l’attacco dei sostenitori di Trump […]
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Ucraina: la battaglia decisiva per Kherson
Con aspri combattimenti che continuano nella regione meridionale di Kherson, l’esercito ucraino sta perseguendo una controffensiva lungo l’intera linea del fronte da Zaporizhzhia a Mykolaiv, sulla riva destra del fiume Dnipro. Mentre le forze ucraine si avvicinano a Kherson, il centro regionale con una popolazione prebellica di 290.000 persone che era in mano russa dall’inizio […]
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Midterm 2022: le linee del confronto
Alle elezioni di medio termine per il Congresso negli Stati Uniti, in cui sono in palio tutti i 435 seggi alla Camera dei rappresentanti e un terzo dei seggi al Senato, oltre ai 39 voti dei governatori statali, le battaglie tra candidati repubblicani e democratici si stanno facendo più feroci. Mentre i democratici cercano di […]
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USA: Midterm 2022, cosa cambia per la guerra in Ucraina
Dall’inizio della guerra in Ucraina, gli sviluppi e le notizie del campo di battaglia sono state narrate dalla maggior parte dei media che l’esito della guerra è cambiato a favore dell’Ucraina con l’intervento degli Stati Uniti nella guerra. Anche se non giudichiamo se la notizia della guerra sia vera o falsa, il campo di battaglia […]
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Al ‘Festival dei Popoli’ storie di speranza e disperazione
A metà percorso, il ‘Festival dei Popoli’, rassegna internazionale del cinema documentario, già si distingue nel panorama culturale fiorentino, come uno degli eventi più interessanti e significativi, capace di offrire in più sale di proiezione e luoghi pubblici frequentati da appassionati e giovani, uno sguardo sul mondo, sulle storie di ieri e di oggi, com’è […]
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USA: Midterm 2022, perché gli arabi americani sono pronti a non votare i Dem
Negli Stati Uniti, accanto alla teoria storica secondo cui il partito del Presidente di solito perde seggi al Senato e alla Camera dei rappresentanti nelle elezioni di medio termine, i Democratici hanno mostrato molti difetti negli ultimi due anni. Questa teoria andrà a beneficio del Partito Repubblicano nelle prossime elezioni. Tuttavia, tutti i segnali indicano […]
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USA, Midterm 2022: Neri, un elettorato (democratico) non più così scontato
Un blocco di 32,7 milioni di votanti, che potrebbe svolgere un ruolo importante nel determinare l'esito delle principali gare in bilico. Elettorato dato per scontato dai democratici che ora gli stessi potrebbero non essere in grado mantenere, i repubblicani infatti crescono
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Italy a national network to fight LNG regasifiers
LA LOTTA DI PIOMBINO FA NASCERE LA RETE NO RIGASSIFICATORI NO GNL NAZIONALE
LA LOTTA DI PIOMBINO FA NASCERE LA RETE NO RIGASSIFICATORI NO GNL NAZIONALE ASSEMBLEA NAZIONALE DEI COMITATI A PIOMBINO IL ...nadia darco (Blogger)
USA, Midterm 2022: il ‘voto latino’ non esiste
Ammessi alle elezioni di Midterm circa 34,5 milioni di persone, il che fa dei latini il gruppo razziale ed etnico in più rapida crescita nell'elettorato statunitense dalle ultime elezioni di medio termine. Fattori religiosi e geografici alla base della scelta in cabina elettorale … per un voto sempre più 'americano' e sempre meno 'latino'
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USA, Midterm 2022: gli asiatici possono fare la differenza
Sempre più descritti come un potenziale blocco elettorale, gli asiatici sono per la gran parte democratici. La maggior parte degli elettori registrati degli asiatici americani (56%) vive in soli cinque Stati, California, New York, Texas, Hawaii, New Jersey. Molte le differenze in base ai gruppi etnici di appartenenza
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Su Repubblica l’intervista del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Potete leggerla qui ▶️ repubblica.it/cronaca/2022/11/…
Ministero dell'Istruzione
Su Repubblica l’intervista del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Potete leggerla qui ▶️ https://www.repubblica.it/cronaca/2022/11/07/news/valditara_scuola_merito_studenti_contratto-373320415/Telegram
La Vie En Rose per la cooperazione militare tra Meloni e Macron
di Antonio Mazzeo*
(la foto in apertura è di Marie-Lan Nguyen/wikimedia commons)
Pagine Esteri, 8 novembre 2022 – “Ho avuto un dialogo telefonico con il ministro francese ed uno dei temi affrontati è la possibilità per le nostre Marine militari di cooperare sempre di più sul Mediterraneo. Pensiamo alle enormità di cavi, per non parlare del gas che transita nel Mediterraneo, per cui non possiamo permetterci eventi come quello accaduto al Nord Stream. Ormai, viviamo in un mondo diverso e questo ci impone una rivoluzione culturale per adeguarci ai cambiamenti ed il Mediterraneo va difeso. Il Mediterraneo è una priorità per l’Italia che deve riscoprire il suo ruolo con l’Africa e con gli altri paesi che sono ad Ovest ed a Est”. (1) Cannoniere italiane e francesi schierate nel Mare Nostrum, dunque, a difesa di reti di comunicazione digitale ed energia. Ad annunciarlo Guido Crosetto nella sua prima uscita da ministro della Difesa in un convegno internazionale, quello dal significativo titolo “Sicilia, Mediterraneo, Europa: le sfide dell’energia e della sicurezza”, svoltosi a Siracusa dal 27 al 29 ottobre scorso, presenti pure l’ex presidente Ue Romano Prodi, il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, il Comandante in capo della Squadra navale della Marina Aurelio De Carolis e l’ex Capo di Stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini.
Temi chiave del meeting i cambiamenti nello scacchiere internazionale dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le nuove strategie globali della NATO e il ruolo economico e militare della Sicilia nel Mediterraneo. “L’Isola è cruciale per l’Europa in due settori vitali: le comunicazioni e l’energia”, spiegano gli organizzatori del convegno. “Davanti alle coste siciliane c’è il Flag (Fiber-Optic Link Around the Globe) su cui viaggiano dati dall’Inghilterra al Giappone. A Palermo è presente un data center neutrale della Sparkle collegato a 18 cavi internazionali che fornisce connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa e gli hub europei. Nel triangolo Siracusano, tra Priolo, Melilli, Augusta vi è inoltre uno dei poli chimici più importanti d’Europa, mentre altre raffinerie sono presenti a Gela e a Milazzo”. Un occhio infine al ruolo “rilevante” della Sicilia per la difesa europea e i rapporti transatlantici. “A Sigonella è ospitata una delle basi americane più importanti al mondo”, ricordano gli organizzatori. “A Niscemi insiste il Muos (Mobil User Objective Sistem) parte di un sistema globale e che consente comunicazioni sicure per l’Europa, il Mediterraneo e il continente africano. Infine, Lampedusa è sede di un importante osservatorio radar, mentre ad Augusta vi è uno strategico porto militare”. (2)
Dopo la crisi politico-diplomatica tra Roma e Parigi al tempo dei bombardamenti NATO alla Libia di Gheddafi, principale causa il pressing dei colossi energetici francesi per soffiare all’ENI una parte delle fonti petrolifere esistenti nel martoriato paese nordafricano, adesso si punta a fare fronte comune nel Mediterraneo per “stabilizzare” il nord Africa e la regione sub-sahariana. Progetto militare ambizioso che l’esecutivo di estrema destra Meloni-Crocetto eredita per intero dai predecessori Draghi-Guerini (quest’ultimo ministro della difesa Pd anche con il governo Conte bis).
“In virtù della propria storia, delle ottime relazioni e delle ambizioni condivise, Italia e Francia non possono che essere protagoniste attive del futuro, come del presente, dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, anche a fronte delle sfide inedite poste dallo scenario internazionale”, aveva espresso con fin troppo enfasi Lorenzo Guerini in occasione della telefonata a Sébastien Lecornu, neoministro delle Forze Armate della Repubblica francese (8 giugno 2022). “Rimarcando l’ottima collaborazione sul piano militare, il Ministro Guerini si è inoltre soffermato sulle attività comuni svolte nelle aree di prioritaria importanza strategica, come il Sahel, la cui stabilità è decisiva per gli equilibri di sicurezza dell’intera Europa, confermandosi reciprocamente la convinta volontà di cooperare con la massima efficacia”, riportava l’ufficio stampa del Ministero della Difesa. In chiusura di colloquio, Guerini e Lecornu affrontavano il tema della cooperazione militare-industriale “indispensabile anche ai fini del conseguimento del progetto di Difesa Europea e della compiuta autonomia strategica dell’Europa”. (3)
A sigillo della ritrovata amicizia diplomatico-militare il 26 novembre 2021 era stato firmato a Roma dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”. Sicurezza comune, proiezione nello scacchiere africano, rafforzamento del pilastro europeo NATO e sostegno dei gruppi industriali-militari nazionali gli obiettivi strategici delineati dal Trattato. “Le Parti s’impegnano insieme a rafforzare le relazioni dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri con il continente africano, con particolare attenzione al Nord Africa, al Sahel e al Corno d’Africa”, si legge all’art. 1 (Affari esteri). All’art. 2 (Sicurezza e difesa) i due governi si dichiarano pronti “a promuovere le cooperazioni e gli scambi sia tra le proprie forze armate (formazione, addestramento, transito e stazionamento sul territorio, ecc.), sia sui materiali di difesa e sulle attrezzature” e a “sviluppare sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo ovunque i loro interessi strategici s’incontrino. Roma e Parigi si dicono concordi nel promuovere “alleanze strutturali” con la “costituzione di partnership industriali in specifici settori militari, nonché dei progetti congiunti nell’ambito della cooperazione strutturata permanente (PESCO), con il sostegno del Fondo europeo per la difesa”.
Ampia attenzione è riservata al potenziamento del settore spaziale. In particolare all’art. 7 del Trattato si riporta che Italia e Francia “favoriscono il coordinamento e l’armonizzazione delle loro strategie ed attività nel campo dell’esplorazione e dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico a fini pacifici e dell’accesso autonomo allo spazio da parte dell’Europa”, puntando a “consolidare la competitività e l’integrazione dell’industria spaziale” e a sostenere direttamente i “lanciatori istituzionali” Ariane e Vega e la base europea di lancio di Kourou (Guyana francese). “Nel settore dei sistemi orbitali, si intende incoraggiare e sviluppare la cooperazione industriale nel settore dell’esplorazione, dell’osservazione della terra e delle telecomunicazioni, della navigazione e dei relativi segmenti terrestri”, si specifica sempre all’art. 7. Infine l’impegno comune nel campo della cooperazione transfrontaliera tra le forze dell’ordine. “Le Parti lavorano alla creazione di un’unità operativa italo-francese per sostenere le forze dell’ordine in funzione di obiettivi comuni, in particolare nella gestione di grandi eventi e per contribuire a missioni internazionali di polizia”, si legge ancora nel Trattato. Previste a tal fine “attività di formazione comune e di scambio professionale e di conoscenze e competenze in ambito securitario”. (4)
In verità la collaborazione delle forze di polizia dei due paesi “contro il terrorismo e l’immigrazione irregolare” era stata rafforzata dopo l’incontro a Roma del 5 novembre 2020 tra l’allora ministra dell’interno Luciana Lamorgese e l’omologo francese Gerald Darmanin. “Per tale ragione, Parigi e Roma stanno per realizzare un piano sperimentale in cui brigate miste, ovvero pattuglie congiunte, verranno dispiegate per un periodo di sei mesi al confine franco-italiano”, aveva specificato la titolare del Viminale. Oltre alle operazioni alle frontiere furono concordate anche attività di contrasto dei flussi migratori provenienti dalla Tunisia, con lo schieramento di unità militari e delle forze di polizia al largo del Paese nordafricano e in collaborazione con le autorità di Tunisi. (5)
Si è assistito negli ultimi anni pure alla crescita del numero e delle dimensioni delle esercitazioni militari tra le unità navali, di terra e aeree italiane e francesi. Tra le più rilevanti va annotata la lunga campagna addestrativa di una decina di piloti e operatoti specialisti del 4° Gruppo Elicotteri della Marina militare di stanza a Grottaglie, a bordo della portaelicotteri anfibia Mistral e della fregata Guepratte. Le due unità della Marine Nationale dopo aver lasciato il 26 febbraio 2020 il porto di Tolone hanno raggiunto prima l’Oceano Indiano per collaborare con la “Combined Task Force 150”, la forza multinazionale sotto la guida del Comando navale USA in Bahrein che opera nell’area per “contrastare la pirateria e il terrorismo internazionale”; poi si sono spinte in navigazione fino all’Australia e alla Nuova Caledonia.
Intenso periodo addestrativo (primavera 2020) nel Golfo di Leone (Mediterraneo nord-occidentale) per la fregata multi-missione Carlo Margottini a fianco del gruppo navale francese composto dalle navi Ducuing e Provence. “L’esercitazione organizzata dalla Marine Nationale, con il supporto del personale del Centro di Addestramento Aeronavale di Taranto, è stata indirizzata principalmente alla lotta anti-sommergibile”, ha spiegato lo Stato Maggiore della Marina. “Sotto la superficie del mare, invisibili agli occhi ma non ai moderni sonar delle unità navali, due sottomarini nucleari francesi hanno simulato lo schieramento delle forze nemiche per l’intera durata dell’esercitazione”. (6)
foto di Dimitri Torterat
Il 6 e 7 marzo 2021 si è tenuto nelle acque del Mediterraneo centrale un altro importante addestramento navale, con tre fregate “cugine” Fremm, un paio di sottomarini, un pattugliatore marittimo francese ATL2 proveniente dalla base siciliana di Sigonella e un elicottero SH101 ASW di Maristaeli Catania. (7) Ancora più complessa l’esercitazione “Polaris 21” (acronimo di Préparation Opérationnelle en Lutte Aéromaritime, Résilience, Innovation et Supériorité) nel novembre 2021, con assetti aereo-spaziali, terrestri, navali e subacquei di Italia (la fregata multi missione Carlo Bergamini), Francia, Grecia, Spagna, Regno Unito, USA e NATO (un aereo-radar E-3 “Awacs”). Ai war games hanno partecipato pure la portaerei nucleare Charles de Gaulle con una ventina di cacciabombardieri “Rafale”, un pattugliatore marittimo P-8A “Poseidon” di US Navy e un “Atlantique 2” transalpino decollati entrambi da Sigonella. (8) Quasi in contemporanea, presso il Massiccio dei Cerces, sulle Alpi francesi, si svolgeva l’esercitazione “Cerces 2021”, con la partecipazione del 9° Reggimento alpini dell’Aquila, del 32° Reggimento genio di Fossano (Cuneo) e della 27ª Brigade d’infanterie de montagne francese. “Lo scambio di esperienze nell’impiego di armi ed equipaggiamenti e l’integrazione delle procedure tattiche utilizzate dai reparti dei due Paesi, contribuisce ad incrementare l’interoperabilità e il coordinamento addestrativo e operativo, soprattutto nel cosiddetto Mountain Warfare, ossia la capacità di muovere e combattere in ambiente montano mediante l’impiego combinato di assetti di fanteria leggera, artiglieria, genio e unità”, riportava lo Stato Maggiore dell’Esercito. L’attività veniva condotta a seguito di specifici accordi bilaterali, nell’ambito del progetto Not Standing Bi-National Brigade Command che “prevede la costituzione di un comando brigata bi-nazionale non permanente e periodiche esercitazioni tra le unità della brigata alpina Taurinense e la 27ª brigata di fanteria francese – e che ne ha visto l’impiego all’estero nell’operazione UNIFIL in Libano nel 2015-16”. (9)
Nel febbraio 2022 Italia e Francia hanno promosso una serie di operazioni congiunte nel Mediterraneo tra le portaerei Cavour e Charles de Gaulle. Dal 24 febbraio (giorno dell’invasione russa dell’Ucraina) e fino al 2 marzo si è tenuta invece l’esercitazione multinazionale “Aster-X 2022”, promossa dal Ministero della Difesa francese per potenziare le capacità di “tracciamento di oggetti spaziali e flussi di comunicazione satellitare” e che ha visto il coinvolgimento del neocostituito Comando delle Operazioni Spaziali di Roma, del Centro Interforze di Gestione e Controllo SICRAL di Vigna di Valle e del Centro di Telerilevamento Satellitare di Pratica di Mare, i tre organismi a capo dell’onerosa strategia nazionale nel settore militare spaziale. (10) Infine ancora un’esercitazione alla guerra anti-sottomarini a metà giugno (“Squale 22”) nelle acque tra la Corsica e la Costa Azzurra, presenti le fregate Alpino, Languedoc, Alsace e Chavalier Paul, l’unità d’assalto anfibio Dixmude, il sommergibile nucleare Emeraude e il cacciatorpediniere statunitense USS Arleight Burke.
Numerosi i progetti di sviluppo industriale nel settore bellico proposti, avviati o ampliati con la firma del “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata” di fine 2021. Già in occasione del vertice di Roma del 9 luglio 2020, gli allora ministri Lorenzo Guerini e Florence Parly si erano detti “orgogliosi di constatare che Italia e Francia si distinguono nella cooperazione europea, la PESCO, dove complessivamente guidano 20 progetti su 47 e compartecipano in numerosi altri”. I due ministri si dichiaravano d’accordo nel prendere a “esempio virtuoso” l’accordo siglato tra le grandi aziende Fincantieri SpA e Naval Group per dar vita ad una joint venture italo-francese della cantieristica navale militare, riproponendo lo schema anche per altri settori come ad esempio quello dello spazio e dei sistemi di difesa antimissile, della “progettualità multilaterale” per un drone armato europeo e per un mezzo pesante di nuova generazione per gli eserciti dei due paesi. (11)
In occasione degli ultimi Scambi per la dottrina, lezioni idendificate e simulazioni (i cosiddetti Colloqui Fidelis che si tengono annualmente tra i due eserciti nazionali), la delegazione italiana ha presentato agli alleati le nuove concezioni operative 2020-2035 e quelle per il “Dominio Spazio”, nonché i risultati della campagna di sperimentazione dei nuovi sistemi robotizzati e interamente automatizzati (Robotics and Autonomous Systems) e di quelli previsti dal “Programma Forza NEC (Network Enabled Capabilities)”, il progetto congiunto Difesa-Industria nato per “abbattere i tempi di comunicazione e di acquisizione delle informazioni” per la conduzione delle operazioni belliche più moderne. La delegazione francese ha invece presentato i programmi di rinnovamento e modernizzazione delle capacità di combattimento terrestre “Scorpion”, “Vulcain” e “Titan”. (12)
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e il generale francese Thierry Burkhard (foto dello Stato Maggiore della Difesa).
Il 23 giugno 2022, nel corso di un vertice tra il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e l’omologo francese generale Thierry Burkhard, è stato deciso di rafforzare i rapporti tra i due Stati Maggiori con la firma di un Military Cooperation Framework. “Si tratta del documento quadro concettuale per la cooperazione bilaterale, discendente dal Trattato del Quirinale, entro il quale si svilupperanno le future aree di collaborazione tra Francia e Italia”, ha spiegato il Ministero della Difesa, omettendo però di fornirne i contenuti e le immaginabili ricadute di politica industriale-militare. Qualcosa di più è trapelata a conclusione dell’incontro a Napoli del 22 settembre 2022 tra il comandante logistico della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Abbamonte, e il direttore centrale del servizio per il sostegno alla flotta francese, Guillaume de Garidel-Thoron. “Alla luce dei positivi ritorni degli accordi tecnici in vigore per la classe di fregate-cacciatorpediniere Orizzonte, su delega dei rispettivi Ministeri della Difesa, sono stati firmati due accordi tecnici dedicati al supporto comune delle unità navali Classe Fremm: uno per lo scambio di informazioni tecniche, l’altro per lo scambio di parti di ricambio”, annota l’ufficio stampa della Marina. “Dell’attuazione degli accordi beneficeranno gli impianti comuni installati a bordo di 18 fregate multi- missione, 10 italiane e 8 francesi”. (13)
L’affaire militare più redditizio per le industrie militari italo-francesi riguarda però lo sviluppo di una nuova generazione del sistema missilistico superficie-aria di “media portata terrestre” SAMP/T. Il 19 marzo 2021 l’Agenzia OCCAR (Organizzazione Congiunta per la Cooperazione negli Armamenti) ha stipulato a Parigi l’emendamento al preesistente contratto sottoscritto con il consorzio EUROSAM (composto dal gruppo aerospaziale francese Thales e dall’holding missilistica MBDA, controllata da Airbus, BAE Systems e dall’italiana Leonardo SpA) per dare il via alla progettazione del SAMP/T NG (New Generation) che impiegherà missili intercettori ipersonici con capacità di colpire bersagli fino a 1.000 km di distanza. “Il SAMP/T NG è l’evoluzione, più performante dell’omonimo sistema missilistico terrestre di difesa di area antiaereo ed antimissile sviluppato negli anni ’90 e in dotazione all’Esercito Italiano ed all’Aeronautica francese dal 2013”. spiega la Difesa. “In ambito nazionale è stato schierato, dal dicembre 2015 al dicembre 2016 per la sorveglianza dello spazio aereo della città di Roma, in occasione del Giubileo straordinario della misericordia mentre dal giugno 2016 al dicembre 2019 è stato schierato a ridosso del confine turco con la Siria, come assetto di difesa aerea della NATO (missione Active Fence)”. Allo sviluppo della nuova generazione di missili superficie-aria, oltre a MBDA Italia e Leonardo partecipano le aziende Avio e Simmel nella realizzazione dell’unità di controllo del fuoco, della testata di guerra e del radar Kronos GMHP. (14)
La firma del Trattato di cooperazione bilaterale del 26 novembre 2021 ha contribuito anche a una maggiore condivisione tra Roma e Parigi delle politiche di approvvigionamento energetico ed investimento finanziario a favore dei gruppi industriali che operano nel settore energia (gas, petrolio e nucleare di ultima generazione). “I rapporti italo-francesi nel campo energetico sono operativi già da decenni (possiamo citare ad esempio le presenze in territorio francese di ENI, ENEL, Saipem ed ERG e di EDF – Electricitè de France – attraverso il controllo di Edison nel nostro Paese), e si sviluppano soprattutto nell’ambito delle interconnessioni per la trasmissione di energia elettrica e il trasporto di gas naturale con infrastrutture già esistenti e funzionanti che con progetti in via di realizzazione”, rileva l’esperto di politiche e infrastrutture energetiche Antonello Assogna (Fondazione Tarantelli), già responsabile aziendale di Italgas Roma. “I rapporti italo-francesi nel comparto delle reti energetiche sono in via di potenziamento attraverso l’impegno, per quanto riguarda la competenza italiana, delle aziende Terna Spa (holding pubblica che controlla la rete di trasmissione e trasporto di energia elettrica) e Snam Spa (società sempre a maggioranza pubblica che gestisce i 32.000 km di metanodotti italiani)”.
Ancora Antonello Assogna ricorda come il gruppo Terna SpA, in collaborazione con la Società francese Réseau de Transport d’Electricité, stia sovrintendendo all’interconnessione elettrica tra Francia/Corsica e Italia e alla realizzazione di un nuovo collegamento di rete tra Piossasco (Torino) e Grande Ile (Savoia). “La Snam dal 2013 è azionista di maggioranza relativa della Terega SpA (nel 2013 TIGF), uno dei principali operatori di trasporto e stoccaggio del gas naturale, la cui rete è collocata in una vasta area territoriale in grado di garantire il flusso del gas naturale tra l’est e l’ovest e il nord e il sud dell’Europa”, conclude l’esperto della Fondazione Tarantelli. (15)
La guerra in Ucraina ha esso a nudo la fragilità e le contraddizioni dei sistemi di fornitura e produzione energetica, accelerando i processi di militarizzazione a “difesa” di rotte, reti e impianti. Il neo-ministro Crocetto a Siracusa ha delineato una visione strategica chiara e netta: nuove armi, nuovi eserciti e nuove flotte per l’espansione dei fatturati e dei dividendi dei colossi transnazionali dell’energia, con un’Italia sempre più guardia armata del Mediterraneo allargato, dall’Atlantico al mar Nero e dai mari del Nord fino al Golfo di Guinea, al Corno d’Africa e al Mozambico. Pagine Esteri
*Antonio Mazzeo è un giornalista ecopacifista e antimilitarista che scrive della militarizzazione del territorio e della tutela dei diritti umani. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa). Del 2010 è il suo I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).
Note:
1) siracusapress.it/cronaca/sirac…
2) https://www.blogsicilia.it/siracusa/geopolitica-difesa-meeting-mannino-crosetto-prodi/793279
4) governo.it/sites/governo.it/fi…
5) menanews.info/2020/11/07/franc…
6) marina.difesa.it/media-cultura…
7) marina.difesa.it/media-cultura…
8) navalnews.com/naval-news/2021/…
9) esercito.difesa.it/comunicazio…
10) reportdifesa.it/esercito-itali…
11) difesa.it/Pagine/PageNotFoundE…
12) esercito.difesa.it/comunicazio…
13) marina.difesa.it/media-cultura…
14) difesa.it/SGD-DNA/InfoCom/News…
15) geopolitica.info/rapporti-ener…
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Elezioni USA midterm. Biden: “si tratta di difendere la democrazia”
di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 8 novembre 2022 – Le prime grandi elezioni dopo l’assalto del parlamento dopo l’assalto a Capitol Hill. Particolarmente importanti, contengono la questione della legittimità del processo democratico.
Al centro del dibattito i diritti civili, l’aborto in particolare ma la crisi economica ha preso il centro della scena nelle ultime settimane, penalizzando il partito del presidente.
Il risultato sarà determinante per gli equilibri della politica americana. Si prevede una vittoria dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti. Mentre lo scenario è incerto al Senato.
Una vittoria Repubblicana significherebbe, in politica estera, un minor sostegno militare all’Ucraina, cosa che potrebbe cambiare le sorti della guerra.
Abbiamo intervistato sull’argomento Antonio Perillo, storico ed esperto di questioni politiche.
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III edizione Concorso nazionale per promozione di percorsi di educazione alla Cittadinanza europea ispirati al Manifesto di Ventotene per l'Europa unita e ai valori della Costituzione.
Info ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola III edizione Concorso nazionale per promozione di percorsi di educazione alla Cittadinanza europea ispirati al Manifesto di Ventotene per l'Europa unita e ai valori della Costituzione. Info ▶️ https://www.miur.gov.Telegram
European Health Data Space: Threat to self-determination and privacy
This afternoon, the EU Commission will present draft legislation to the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs (LIBE) to create a “European Health Data Space” (EHDS). The proposal aims to connect patients‘ health data across Europe. For example, patients’ medical histories, test results or prescriptions are to be shared with hospitals and doctors treating a patient throughout the EU, unless the patient restricts access. Industry, research and authorities would also be given access to personal health data.
Member of the European Parliament Patrick Breyer (Pirate Party) is shadow rapporteur in the LIBE committee and comments on the proposal:
“Information revealing my physical and mental health is extremely sensitive. If I can’t rely on this information being treated confidentially by my attending physicians, then I may no longer feel confident to seek treatment at all. This puts sick people and their families at risk. That’s why the proposed EU-wide exchange of health data needs to meet the following requirements:
- Only the attending physician should have access to their own health records in the absence of the patient’s free consent. This includes the fact that a person is being treated by a particular doctor in the first place. There are good reasons, for example, to obtain a second opinion without the doctors involved knowing about each other.
- Without the free consent of the patient, treatment information may only be stored locally by the patient‘s trusted doctor and not automatically in centralised databases, where patients lose control over it. There is a risk that in the event of a loss of centrally stored data, the data of the entire population will suddenly be lost.
- If there is ever to be access by industry, by research or even by politics, then only to anonymised and aggregated data. It is not enough to simply remove the names of the patients. After all, treatment histories are so unique making it is easy to reassign them to the person in question.
The EU Commission’s legislative proposal fullfills none of these requirements. Obviously, the proposal was not designed in the interest of the patients, but of industry. There is a lot of work ahead to ensure that patients can continue to trust in the confidentiality and security of their highly sensitive health information and that their right to self-determination over their data is respected!”
PODCAST. Israele: vittoria larga della destra, Meretz (sinistra) fuori dalla Knesset
AGGIORNAMENTI 2 NOVEMBRE
ANCORA PIÙ AMPIA LA VITTORIA DELLA DESTRA
Con il 97% dei voti contati, il blocco religioso e di estrema destra di Benjamin Netanyahu si avvia a una vittoria ancora più larga, mentre lo storico partito di sinistra Meretz guidato da Zahava Gal On è fuori dalla Knesset, perché non ha superato la soglia di sbarramento elettorale (3,25%) di un soffio. Avrebbe ottenuto il 3,2. Si avvicina alla soglia anche il partito di opposizione arabo Tajammo/Balad con il 3,04% dei voti totali.
Sulla base del conteggio quasi definitivo, il blocco di Netanyahu otterrebbe 65 seggi su 120 della Knesset. Questo numero potrebbe cambiare man mano che saranno elaborate più schede, comprese circa 500.000 “buste doppie” contenenti schede espresse da soldati, detenuti e diplomatici che, peraltro, in genere favorisce i partiti di destra.
Attualmente, il Likud ne ha 31; Yesh Atid, 24; Sionismo religioso, 14; Unità nazionale, 12; Shas, 12; Ebraismo della Torah unita, 8; Yisrael Beytenu, 5; Ra’am, 5; Hadash-Ta’al, 5 e Labour ne ha 4.
Il partito islamista Ra’am è oltre la soglia elettorale, al 4,33%, così come la lista araba Hadash-Ta’al cal 3,91%.
Se Balad o Meretz non riusciranno a ottenere la rappresentanza alla Knesset, aumenteranno ulteriormente le prospettive di Netanyahu di formare una coalizione fondata su una ampia maggioranza di destra.
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Pagine Esteri, 1 novembre 2022 – Benyamin Netanyahu ha ottenuto la sua rivincita. La più alta affluenza alle urne registrata in Israele da 22 anni a questa parte ha dato al blocco di destra la maggioranza che il leader della destra desiderava per riprendersi la poltrona di primo ministro.
Gli exit polls diffusi alla chiusura delle urne alle 21 italiane, hanno inoltre evidenziato il trionfo della destra più estremista e razzista. Sionismo religioso, la lista elettorale guidata da Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, ha conquistato 14-15 seggi, il doppio di quelli ottenuti nel 2021.
Ben Gvir, che ha oscurato lo stesso Netanyahu per tutta la campagna elettorale, ha festeggiato per ore con i suoi fedelissimi. Magro risultato per il centro sinistra. I partiti arabi conquistano, nonostante un aumento dell’affluenza del suo elettorato rispetto al 2021, è riuscito a confermare solo i deputati della passata legislatura e la lista Tajammo/Balad ha mancato l’ingresso in parlamento per pochi voti. Abbiamo intervistato a Gerusalemme il direttore di Pagine Esteri, Michele Giorgio.
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La Vie En Rose per la cooperazione militare tra Meloni e Macron
di Antonio Mazzeo*
(la foto in apertura è di Marie-Lan Nguyen/wikimedia commons)
Pagine Esteri, 8 novembre 2022 – “Ho avuto un dialogo telefonico con il ministro francese ed uno dei temi affrontati è la possibilità per le nostre Marine militari di cooperare sempre di più sul Mediterraneo. Pensiamo alle enormità di cavi, per non parlare del gas che transita nel Mediterraneo, per cui non possiamo permetterci eventi come quello accaduto al Nord Stream. Ormai, viviamo in un mondo diverso e questo ci impone una rivoluzione culturale per adeguarci ai cambiamenti ed il Mediterraneo va difeso. Il Mediterraneo è una priorità per l’Italia che deve riscoprire il suo ruolo con l’Africa e con gli altri paesi che sono ad Ovest ed a Est”. (1) Cannoniere italiane e francesi schierate nel Mare Nostrum, dunque, a difesa di reti di comunicazione digitale ed energia. Ad annunciarlo Guido Crosetto nella sua prima uscita da ministro della Difesa in un convegno internazionale, quello dal significativo titolo “Sicilia, Mediterraneo, Europa: le sfide dell’energia e della sicurezza”, svoltosi a Siracusa dal 27 al 29 ottobre scorso, presenti pure l’ex presidente Ue Romano Prodi, il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, il Comandante in capo della Squadra navale della Marina Aurelio De Carolis e l’ex Capo di Stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini.
Temi chiave del meeting i cambiamenti nello scacchiere internazionale dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le nuove strategie globali della NATO e il ruolo economico e militare della Sicilia nel Mediterraneo. “L’Isola è cruciale per l’Europa in due settori vitali: le comunicazioni e l’energia”, spiegano gli organizzatori del convegno. “Davanti alle coste siciliane c’è il Flag (Fiber-Optic Link Around the Globe) su cui viaggiano dati dall’Inghilterra al Giappone. A Palermo è presente un data center neutrale della Sparkle collegato a 18 cavi internazionali che fornisce connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa e gli hub europei. Nel triangolo Siracusano, tra Priolo, Melilli, Augusta vi è inoltre uno dei poli chimici più importanti d’Europa, mentre altre raffinerie sono presenti a Gela e a Milazzo”. Un occhio infine al ruolo “rilevante” della Sicilia per la difesa europea e i rapporti transatlantici. “A Sigonella è ospitata una delle basi americane più importanti al mondo”, ricordano gli organizzatori. “A Niscemi insiste il Muos (Mobil User Objective Sistem) parte di un sistema globale e che consente comunicazioni sicure per l’Europa, il Mediterraneo e il continente africano. Infine, Lampedusa è sede di un importante osservatorio radar, mentre ad Augusta vi è uno strategico porto militare”. (2)
Dopo la crisi politico-diplomatica tra Roma e Parigi al tempo dei bombardamenti NATO alla Libia di Gheddafi, principale causa il pressing dei colossi energetici francesi per soffiare all’ENI una parte delle fonti petrolifere esistenti nel martoriato paese nordafricano, adesso si punta a fare fronte comune nel Mediterraneo per “stabilizzare” il nord Africa e la regione sub-sahariana. Progetto militare ambizioso che l’esecutivo di estrema destra Meloni-Crocetto eredita per intero dai predecessori Draghi-Guerini (quest’ultimo ministro della difesa Pd anche con il governo Conte bis).
“In virtù della propria storia, delle ottime relazioni e delle ambizioni condivise, Italia e Francia non possono che essere protagoniste attive del futuro, come del presente, dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, anche a fronte delle sfide inedite poste dallo scenario internazionale”, aveva espresso con fin troppo enfasi Lorenzo Guerini in occasione della telefonata a Sébastien Lecornu, neoministro delle Forze Armate della Repubblica francese (8 giugno 2022). “Rimarcando l’ottima collaborazione sul piano militare, il Ministro Guerini si è inoltre soffermato sulle attività comuni svolte nelle aree di prioritaria importanza strategica, come il Sahel, la cui stabilità è decisiva per gli equilibri di sicurezza dell’intera Europa, confermandosi reciprocamente la convinta volontà di cooperare con la massima efficacia”, riportava l’ufficio stampa del Ministero della Difesa. In chiusura di colloquio, Guerini e Lecornu affrontavano il tema della cooperazione militare-industriale “indispensabile anche ai fini del conseguimento del progetto di Difesa Europea e della compiuta autonomia strategica dell’Europa”. (3)
A sigillo della ritrovata amicizia diplomatico-militare il 26 novembre 2021 era stato firmato a Roma dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”. Sicurezza comune, proiezione nello scacchiere africano, rafforzamento del pilastro europeo NATO e sostegno dei gruppi industriali-militari nazionali gli obiettivi strategici delineati dal Trattato. “Le Parti s’impegnano insieme a rafforzare le relazioni dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri con il continente africano, con particolare attenzione al Nord Africa, al Sahel e al Corno d’Africa”, si legge all’art. 1 (Affari esteri). All’art. 2 (Sicurezza e difesa) i due governi si dichiarano pronti “a promuovere le cooperazioni e gli scambi sia tra le proprie forze armate (formazione, addestramento, transito e stazionamento sul territorio, ecc.), sia sui materiali di difesa e sulle attrezzature” e a “sviluppare sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo ovunque i loro interessi strategici s’incontrino. Roma e Parigi si dicono concordi nel promuovere “alleanze strutturali” con la “costituzione di partnership industriali in specifici settori militari, nonché dei progetti congiunti nell’ambito della cooperazione strutturata permanente (PESCO), con il sostegno del Fondo europeo per la difesa”.
Ampia attenzione è riservata al potenziamento del settore spaziale. In particolare all’art. 7 del Trattato si riporta che Italia e Francia “favoriscono il coordinamento e l’armonizzazione delle loro strategie ed attività nel campo dell’esplorazione e dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico a fini pacifici e dell’accesso autonomo allo spazio da parte dell’Europa”, puntando a “consolidare la competitività e l’integrazione dell’industria spaziale” e a sostenere direttamente i “lanciatori istituzionali” Ariane e Vega e la base europea di lancio di Kourou (Guyana francese). “Nel settore dei sistemi orbitali, si intende incoraggiare e sviluppare la cooperazione industriale nel settore dell’esplorazione, dell’osservazione della terra e delle telecomunicazioni, della navigazione e dei relativi segmenti terrestri”, si specifica sempre all’art. 7. Infine l’impegno comune nel campo della cooperazione transfrontaliera tra le forze dell’ordine. “Le Parti lavorano alla creazione di un’unità operativa italo-francese per sostenere le forze dell’ordine in funzione di obiettivi comuni, in particolare nella gestione di grandi eventi e per contribuire a missioni internazionali di polizia”, si legge ancora nel Trattato. Previste a tal fine “attività di formazione comune e di scambio professionale e di conoscenze e competenze in ambito securitario”. (4)
In verità la collaborazione delle forze di polizia dei due paesi “contro il terrorismo e l’immigrazione irregolare” era stata rafforzata dopo l’incontro a Roma del 5 novembre 2020 tra l’allora ministra dell’interno Luciana Lamorgese e l’omologo francese Gerald Darmanin. “Per tale ragione, Parigi e Roma stanno per realizzare un piano sperimentale in cui brigate miste, ovvero pattuglie congiunte, verranno dispiegate per un periodo di sei mesi al confine franco-italiano”, aveva specificato la titolare del Viminale. Oltre alle operazioni alle frontiere furono concordate anche attività di contrasto dei flussi migratori provenienti dalla Tunisia, con lo schieramento di unità militari e delle forze di polizia al largo del Paese nordafricano e in collaborazione con le autorità di Tunisi. (5)
Si è assistito negli ultimi anni pure alla crescita del numero e delle dimensioni delle esercitazioni militari tra le unità navali, di terra e aeree italiane e francesi. Tra le più rilevanti va annotata la lunga campagna addestrativa di una decina di piloti e operatoti specialisti del 4° Gruppo Elicotteri della Marina militare di stanza a Grottaglie, a bordo della portaelicotteri anfibia Mistral e della fregata Guepratte. Le due unità della Marine Nationale dopo aver lasciato il 26 febbraio 2020 il porto di Tolone hanno raggiunto prima l’Oceano Indiano per collaborare con la “Combined Task Force 150”, la forza multinazionale sotto la guida del Comando navale USA in Bahrein che opera nell’area per “contrastare la pirateria e il terrorismo internazionale”; poi si sono spinte in navigazione fino all’Australia e alla Nuova Caledonia.
Intenso periodo addestrativo (primavera 2020) nel Golfo di Leone (Mediterraneo nord-occidentale) per la fregata multi-missione Carlo Margottini a fianco del gruppo navale francese composto dalle navi Ducuing e Provence. “L’esercitazione organizzata dalla Marine Nationale, con il supporto del personale del Centro di Addestramento Aeronavale di Taranto, è stata indirizzata principalmente alla lotta anti-sommergibile”, ha spiegato lo Stato Maggiore della Marina. “Sotto la superficie del mare, invisibili agli occhi ma non ai moderni sonar delle unità navali, due sottomarini nucleari francesi hanno simulato lo schieramento delle forze nemiche per l’intera durata dell’esercitazione”. (6)
foto di Dimitri Torterat
Il 6 e 7 marzo 2021 si è tenuto nelle acque del Mediterraneo centrale un altro importante addestramento navale, con tre fregate “cugine” Fremm, un paio di sottomarini, un pattugliatore marittimo francese ATL2 proveniente dalla base siciliana di Sigonella e un elicottero SH101 ASW di Maristaeli Catania. (7) Ancora più complessa l’esercitazione “Polaris 21” (acronimo di Préparation Opérationnelle en Lutte Aéromaritime, Résilience, Innovation et Supériorité) nel novembre 2021, con assetti aereo-spaziali, terrestri, navali e subacquei di Italia (la fregata multi missione Carlo Bergamini), Francia, Grecia, Spagna, Regno Unito, USA e NATO (un aereo-radar E-3 “Awacs”). Ai war games hanno partecipato pure la portaerei nucleare Charles de Gaulle con una ventina di cacciabombardieri “Rafale”, un pattugliatore marittimo P-8A “Poseidon” di US Navy e un “Atlantique 2” transalpino decollati entrambi da Sigonella. (8) Quasi in contemporanea, presso il Massiccio dei Cerces, sulle Alpi francesi, si svolgeva l’esercitazione “Cerces 2021”, con la partecipazione del 9° Reggimento alpini dell’Aquila, del 32° Reggimento genio di Fossano (Cuneo) e della 27ª Brigade d’infanterie de montagne francese. “Lo scambio di esperienze nell’impiego di armi ed equipaggiamenti e l’integrazione delle procedure tattiche utilizzate dai reparti dei due Paesi, contribuisce ad incrementare l’interoperabilità e il coordinamento addestrativo e operativo, soprattutto nel cosiddetto Mountain Warfare, ossia la capacità di muovere e combattere in ambiente montano mediante l’impiego combinato di assetti di fanteria leggera, artiglieria, genio e unità”, riportava lo Stato Maggiore dell’Esercito. L’attività veniva condotta a seguito di specifici accordi bilaterali, nell’ambito del progetto Not Standing Bi-National Brigade Command che “prevede la costituzione di un comando brigata bi-nazionale non permanente e periodiche esercitazioni tra le unità della brigata alpina Taurinense e la 27ª brigata di fanteria francese – e che ne ha visto l’impiego all’estero nell’operazione UNIFIL in Libano nel 2015-16”. (9)
Nel febbraio 2022 Italia e Francia hanno promosso una serie di operazioni congiunte nel Mediterraneo tra le portaerei Cavour e Charles de Gaulle. Dal 24 febbraio (giorno dell’invasione russa dell’Ucraina) e fino al 2 marzo si è tenuta invece l’esercitazione multinazionale “Aster-X 2022”, promossa dal Ministero della Difesa francese per potenziare le capacità di “tracciamento di oggetti spaziali e flussi di comunicazione satellitare” e che ha visto il coinvolgimento del neocostituito Comando delle Operazioni Spaziali di Roma, del Centro Interforze di Gestione e Controllo SICRAL di Vigna di Valle e del Centro di Telerilevamento Satellitare di Pratica di Mare, i tre organismi a capo dell’onerosa strategia nazionale nel settore militare spaziale. (10) Infine ancora un’esercitazione alla guerra anti-sottomarini a metà giugno (“Squale 22”) nelle acque tra la Corsica e la Costa Azzurra, presenti le fregate Alpino, Languedoc, Alsace e Chavalier Paul, l’unità d’assalto anfibio Dixmude, il sommergibile nucleare Emeraude e il cacciatorpediniere statunitense USS Arleight Burke.
Numerosi i progetti di sviluppo industriale nel settore bellico proposti, avviati o ampliati con la firma del “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata” di fine 2021. Già in occasione del vertice di Roma del 9 luglio 2020, gli allora ministri Lorenzo Guerini e Florence Parly si erano detti “orgogliosi di constatare che Italia e Francia si distinguono nella cooperazione europea, la PESCO, dove complessivamente guidano 20 progetti su 47 e compartecipano in numerosi altri”. I due ministri si dichiaravano d’accordo nel prendere a “esempio virtuoso” l’accordo siglato tra le grandi aziende Fincantieri SpA e Naval Group per dar vita ad una joint venture italo-francese della cantieristica navale militare, riproponendo lo schema anche per altri settori come ad esempio quello dello spazio e dei sistemi di difesa antimissile, della “progettualità multilaterale” per un drone armato europeo e per un mezzo pesante di nuova generazione per gli eserciti dei due paesi. (11)
In occasione degli ultimi Scambi per la dottrina, lezioni idendificate e simulazioni (i cosiddetti Colloqui Fidelis che si tengono annualmente tra i due eserciti nazionali), la delegazione italiana ha presentato agli alleati le nuove concezioni operative 2020-2035 e quelle per il “Dominio Spazio”, nonché i risultati della campagna di sperimentazione dei nuovi sistemi robotizzati e interamente automatizzati (Robotics and Autonomous Systems) e di quelli previsti dal “Programma Forza NEC (Network Enabled Capabilities)”, il progetto congiunto Difesa-Industria nato per “abbattere i tempi di comunicazione e di acquisizione delle informazioni” per la conduzione delle operazioni belliche più moderne. La delegazione francese ha invece presentato i programmi di rinnovamento e modernizzazione delle capacità di combattimento terrestre “Scorpion”, “Vulcain” e “Titan”. (12)
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e il generale francese Thierry Burkhard (foto dello Stato Maggiore della Difesa).
Il 23 giugno 2022, nel corso di un vertice tra il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e l’omologo francese generale Thierry Burkhard, è stato deciso di rafforzare i rapporti tra i due Stati Maggiori con la firma di un Military Cooperation Framework. “Si tratta del documento quadro concettuale per la cooperazione bilaterale, discendente dal Trattato del Quirinale, entro il quale si svilupperanno le future aree di collaborazione tra Francia e Italia”, ha spiegato il Ministero della Difesa, omettendo però di fornirne i contenuti e le immaginabili ricadute di politica industriale-militare. Qualcosa di più è trapelata a conclusione dell’incontro a Napoli del 22 settembre 2022 tra il comandante logistico della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Abbamonte, e il direttore centrale del servizio per il sostegno alla flotta francese, Guillaume de Garidel-Thoron. “Alla luce dei positivi ritorni degli accordi tecnici in vigore per la classe di fregate-cacciatorpediniere Orizzonte, su delega dei rispettivi Ministeri della Difesa, sono stati firmati due accordi tecnici dedicati al supporto comune delle unità navali Classe Fremm: uno per lo scambio di informazioni tecniche, l’altro per lo scambio di parti di ricambio”, annota l’ufficio stampa della Marina. “Dell’attuazione degli accordi beneficeranno gli impianti comuni installati a bordo di 18 fregate multi- missione, 10 italiane e 8 francesi”. (13)
L’affaire militare più redditizio per le industrie militari italo-francesi riguarda però lo sviluppo di una nuova generazione del sistema missilistico superficie-aria di “media portata terrestre” SAMP/T. Il 19 marzo 2021 l’Agenzia OCCAR (Organizzazione Congiunta per la Cooperazione negli Armamenti) ha stipulato a Parigi l’emendamento al preesistente contratto sottoscritto con il consorzio EUROSAM (composto dal gruppo aerospaziale francese Thales e dall’holding missilistica MBDA, controllata da Airbus, BAE Systems e dall’italiana Leonardo SpA) per dare il via alla progettazione del SAMP/T NG (New Generation) che impiegherà missili intercettori ipersonici con capacità di colpire bersagli fino a 1.000 km di distanza. “Il SAMP/T NG è l’evoluzione, più performante dell’omonimo sistema missilistico terrestre di difesa di area antiaereo ed antimissile sviluppato negli anni ’90 e in dotazione all’Esercito Italiano ed all’Aeronautica francese dal 2013”. spiega la Difesa. “In ambito nazionale è stato schierato, dal dicembre 2015 al dicembre 2016 per la sorveglianza dello spazio aereo della città di Roma, in occasione del Giubileo straordinario della misericordia mentre dal giugno 2016 al dicembre 2019 è stato schierato a ridosso del confine turco con la Siria, come assetto di difesa aerea della NATO (missione Active Fence)”. Allo sviluppo della nuova generazione di missili superficie-aria, oltre a MBDA Italia e Leonardo partecipano le aziende Avio e Simmel nella realizzazione dell’unità di controllo del fuoco, della testata di guerra e del radar Kronos GMHP. (14)
La firma del Trattato di cooperazione bilaterale del 26 novembre 2021 ha contribuito anche a una maggiore condivisione tra Roma e Parigi delle politiche di approvvigionamento energetico ed investimento finanziario a favore dei gruppi industriali che operano nel settore energia (gas, petrolio e nucleare di ultima generazione). “I rapporti italo-francesi nel campo energetico sono operativi già da decenni (possiamo citare ad esempio le presenze in territorio francese di ENI, ENEL, Saipem ed ERG e di EDF – Electricitè de France – attraverso il controllo di Edison nel nostro Paese), e si sviluppano soprattutto nell’ambito delle interconnessioni per la trasmissione di energia elettrica e il trasporto di gas naturale con infrastrutture già esistenti e funzionanti che con progetti in via di realizzazione”, rileva l’esperto di politiche e infrastrutture energetiche Antonello Assogna (Fondazione Tarantelli), già responsabile aziendale di Italgas Roma. “I rapporti italo-francesi nel comparto delle reti energetiche sono in via di potenziamento attraverso l’impegno, per quanto riguarda la competenza italiana, delle aziende Terna Spa (holding pubblica che controlla la rete di trasmissione e trasporto di energia elettrica) e Snam Spa (società sempre a maggioranza pubblica che gestisce i 32.000 km di metanodotti italiani)”.
Ancora Antonello Assogna ricorda come il gruppo Terna SpA, in collaborazione con la Società francese Réseau de Transport d’Electricité, stia sovrintendendo all’interconnessione elettrica tra Francia/Corsica e Italia e alla realizzazione di un nuovo collegamento di rete tra Piossasco (Torino) e Grande Ile (Savoia). “La Snam dal 2013 è azionista di maggioranza relativa della Terega SpA (nel 2013 TIGF), uno dei principali operatori di trasporto e stoccaggio del gas naturale, la cui rete è collocata in una vasta area territoriale in grado di garantire il flusso del gas naturale tra l’est e l’ovest e il nord e il sud dell’Europa”, conclude l’esperto della Fondazione Tarantelli. (15)
La guerra in Ucraina ha esso a nudo la fragilità e le contraddizioni dei sistemi di fornitura e produzione energetica, accelerando i processi di militarizzazione a “difesa” di rotte, reti e impianti. Il neo-ministro Crocetto a Siracusa ha delineato una visione strategica chiara e netta: nuove armi, nuovi eserciti e nuove flotte per l’espansione dei fatturati e dei dividendi dei colossi transnazionali dell’energia, con un’Italia sempre più guardia armata del Mediterraneo allargato, dall’Atlantico al mar Nero e dai mari del Nord fino al Golfo di Guinea, al Corno d’Africa e al Mozambico. Pagine Esteri
*Antonio Mazzeo è un giornalista ecopacifista e antimilitarista che scrive della militarizzazione del territorio e della tutela dei diritti umani. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa). Del 2010 è il suo I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).
Note:
1) siracusapress.it/cronaca/sirac…
2) https://www.blogsicilia.it/siracusa/geopolitica-difesa-meeting-mannino-crosetto-prodi/793279
4) governo.it/sites/governo.it/fi…
5) menanews.info/2020/11/07/franc…
6) marina.difesa.it/media-cultura…
7) marina.difesa.it/media-cultura…
8) navalnews.com/naval-news/2021/…
9) esercito.difesa.it/comunicazio…
10) reportdifesa.it/esercito-itali…
11) difesa.it/Pagine/PageNotFoundE…
12) esercito.difesa.it/comunicazio…
13) marina.difesa.it/media-cultura…
14) difesa.it/SGD-DNA/InfoCom/News…
15) geopolitica.info/rapporti-ener…
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