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Mentre @carolafrediani sfreccia per le piste di Ovindoli, gustandosi gli ultimi scampoli di settimana bianca, noi ci facciamo in quattro per approntare una finta @GuerrediRete che aiuterà a non sentirne troppo la mancanza: #TregueDiRete
informapirata.it/2023/02/11/tre…

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Niente più telecamere di sorveglianza di fabbricazione cinese nei siti critici per la sicurezza nazionale dell’Australia. La decisione è stata presa dopo che un audit ha rilevato la presenza di 900 dispositivi di sorveglianza costruiti da aziende cinesi nelle disponibilità del governo. Anche l’Australia segue così la linea di Regno Unito e Stati Uniti che...




La mia partecipazione al talk di Sky “Per un pugno di dati. Come tutelare la nostra Privacy nel web”, per sensibilizzare i giovani sul valore dei dati personali online. L’iniziativa nasce nell’ambito del Safer Internet Day. Grazie a Lavinia Spingardi per l’ospitalità.

Sabrina Web 📎 reshared this.



Indo-Pacifico: USA, priorità alla sicurezza rispetto all’economia


Sotto il Presidente Joe Biden, gli Stati Uniti hanno intensificato la loro campagna per costruire ed espandere la propria posizione geostrategica nell’Indo-Pacifico. La recente visita alla Casa Bianca del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida è stata una ricompensa significativa per questa strategia. La visita è stata preceduta dagli annunci del Giappone nel dicembre 2022 di […]

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Kazakistan sotto la giurisdizione russa?


Secondo ogni stima, il 2022 è stato un anno molto buono per coloro che hanno favorito e continuano a favorire il mantenimento del russo come, di fatto, la prima, se non l’unica lingua ufficiale della Repubblica del Kazakistan, sebbene non sia stabilito dalla Costituzione kazaka, e che erano e sono ancora intenzionati a rendere il […]

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USA – Cina: pallone-spia, acqua al mulino dei ‘falchi’


La vicenda del ‘pallone-spia’ cinese intercettato la scorsa settimana nei cieli degli Stati Uniti e successivamente abbattuto sopra l’oceano Atlantico apre un nuovo fronte caldo nelle già complesse relazioni fra Washington e Pechino. I contorni della vicenda non sono ancora del tutto chiari. Nell’annunciare l’individuazione del dispositivo, fonti militari statunitensi hanno dichiarato di averne seguito […]

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La sanità della Chiesa lombarda: il ‘sacro’ dell’umanizzazione e il ‘profano’ della tecnica


Tutti sanno che l’offerta sanitaria della Chiesa, nella lingua d’uso la ‘sanità religiosa’, ha avuto periodi di grande sviluppo ed è stata in molti territori antesignana riguardo all’assistenza socio sanitaria. La risposta degli ordini religiosi ai bisogni della gente è proverbiale per la sua prossimità e per i servizi sanitari che ha offerto sia in emergenza […]

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Chiude l'istanza mastodon.lol a causa dei #SJW di #HogwartsLegacy


L'istanza mastodon.lol, un server da 18.000 utenti chiuderà a breve. Troppe polemiche scatenate dalla campagna spoiler di #HogwartsLegacy

@Che succede nel Fediverso?

Questo è lo sfogo dell'amministratore

Mastodon.lol chiuderà il 9 maggio 2023, 3 mesi da oggi.
Informazioni su come migrare su un server diverso: docs.joinmastodon.org/user/mov…

Non lo farò più. Non ne vale la pena. Attacchi personali che mi chiamano tra tutte le persone un nazista, un TERF, un antisemita...
Congratulazioni per aver distrutto qualcosa a cui tenevo così profondamente. Spero tu sia felice.
Un ultimo messaggio prima che qualcuno cerchi di assassinare ulteriormente il mio personaggio: Fanculo i nazisti. Fanculo i TERF. JK Rowling può morire in un incendio per quello che mi interessa.

L'autore non voleva dare spazio ai Social Justice Warrior che hanno deciso di spoilerare l'ultimo videogioco basato sulla saga di Harry Potter e di distruggere l'ambiente di un'istanza mastodon gestita per amore e piacere. E loro l'hanno accusato di essere un nazista.
Perché? ma naturalmente... "per un bene superiore"!


Mastodon.lol will shut down on May 9, 2023, 3 months from today.

Information on how to migrate to a different server: docs.joinmastodon.org/user/mov…

I'm not doing this anymore. It's not worth it. Personal attacks calling me of all people a Nazi, a TERF, an antisemite...

Congrats on destroying something I cared so deeply about. I hope you're happy.

One last message before anyone tries to further assassinate my character:

Fuck Nazis.
Fuck TERFs.
J.K. Rowling can die in a fire for all I care.


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L’interesse


L’Italia è una sola. L’occasione dei fondi europei Ngeu e del connesso piano Pnrr è una sola. Il governo italiano è uno solo e quello in carica non so se durerà un’intera legislatura (che poi il problema non è durare, bensì operare), ma è sicuramente in c

L’Italia è una sola. L’occasione dei fondi europei Ngeu e del connesso piano Pnrr è una sola. Il governo italiano è uno solo e quello in carica non so se durerà un’intera legislatura (che poi il problema non è durare, bensì operare), ma è sicuramente in carica nel tempo determinante perché quei vitali investimenti siano realizzati. Uno solo è l’interesse dell’Italia, sicché sperare, per faziosità, che fallisca è una follia autolesionista. Non di meno che fallisca è possibile e alcune avvisaglie ci sono. Di questo dovrebbe occuparsi chi non vive solo di rivalse del passato e di tifo nel presente.

Gli interessi dell’Italia non sono gli interessi di una parte. Sbagliano gli oppositori che rimproverano al governo l’assenza a una cena. Sbaglia il governo a ingrugnirsi per l’assenza. Quel che conta è che Zelensky viene a consolidare la via d’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea e che quella fu idea che nessuno più del governo italiano caldeggiò, lavorandoci concretamente. Non un “altro” governo, ma “il” governo. Il solo esistente. Patriottismo è questo, non la fanfara, il dir “Nazione” o il far spettacolo della Costituzione.

Nella convivenza europea il problema non è la farina di grilli o la classe energetica delle case, che son cretinate demagogiche messe in giro fidandosi del fatto che chi ascolta non sappia di che si tratta, nel mentre mangia lumache e controlla il bollino blu della caldaia. Il nostro problema è il debito. E non lo si gestisce salmodiando “elasticità, elasticità”. Se si hanno delle idee, devono essere europee.

1. Abbiamo il debito pubblico più alto, in rapporto al prodotto interno lordo, con la sola e non esaltate eccezione della Grecia. 2. Ma il club che supera il 100% si allarga e il nostro debito complessivo, pubblico più privato, è in linea con quello degli altri grandi europei. 3. Il debito complessivo, nel mondo, è oggi pari ad uno spaventoso 420% del prodotto globale. 4. I tassi d’interesse crescono e quello sarà un problema di tutti. Allora non mi metto a dire che se i tedeschi spendono di più per sostenere le loro aziende allora io devo potere indebitarmi di più, perché quel maggiore debito diventerà un peso per le mie, mica per le loro aziende. Non spero che tutto il debito italiano sia posseduto da italiani, perché è come dire che i risparmi degli italiani servono ad alimentare la spesa pubblica corrente, impoverendosi e perdendo occasioni di crescita nel mondo. Provo a pensare europeo e proporre una strada.

A. L’euro e il mercato comune europeo sono un vantaggio competitivo, una parte considerevole dei debiti nazionali è posseduto dalla Banca centrale europea, che se ne disfaccia è un bene, che finisca sul mercato può essere un problema, la cosa migliore sarebbe disporre di un’agenzia Ue del debito. B. Quei debiti non saranno mai cancellati (salvo che non si vada in bancarotta, nel qual caso averli venduti solo ai propri cittadini sarebbe una brutale fregatura) o ripagati, ma vanno assorbiti. C. Per farlo l’agenzia del debito aiuta a tenere i tassi reali bassi. D. L’Italia ha interesse, ma nessuna credibilità a proporlo se non ci sbrighiamo almeno a ratificare la riforma del Mes.

Non basta. Ha ragione Meloni a dire che il modo per tenere in equilibrio il debito è crescere. Per crescere serve competitività, che è data da innovazione e concorrenza. Ma se vedo il governo inchiodato sui balneari ne deduco che non cresceranno mai. In tutti i sensi.

Il pubblico di casa può essere intrattenuto in vario modo, ma alla fine conta il risultato. Meloni (e con lei Giorgetti) hanno assimilato la lezione impartita dal disastro del primo governo Conte, con i Salvini e i Di Maio che volevano dar lezioni all’“Europa”. L’odierna consapevolezza della delicatezza dei conti è molto apprezzabile. Si perde tempo, però, se si pensa di rappresentare gli interessi italiani in Ue, laddove si devono indirizzare gli interessi Ue a essere coerenti con quelli nazionali. Fa tenerezza sentir reclamare più Europa e più unità, da chi ha predicato meno integrazione e più nazionalità. Pensare europeo o non pesare nazionale.

La Ragione

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Si chiamava Alberto Motta il giovane operaio di 29 è morto stamani all’alba mentre lavorava nel porto di Civitavecchia; Quest’ennesimo delitto si consuma a


Un nuovo laboratorio di analisi letteraria – Gazzetta del Sud


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Ucraina: la globalizzazione illegale è il principale ‘alleato’ della Russia contro l’Occidente


Il 24 febbraio 2023 sarà un anno da quando la Russia ha invaso il territorio dell’Ucraina indipendente e ha dato il via a una guerra su vasta scala. Allo scoppio della guerra, la prima risposta dell’Occidente fu annunciare sanzioni economiche alla Russia. Questo può essere interpretato come l’inizio di una guerra fredda , introdotta dall’Occidente […]

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Biden accelera sulla Nato asiatica e accusa la Cina


Nel discorso sullo "stato dell'Unione" Biden ha tuonato contro la Cina. Washington si rivolge sempre più anche all’Asia-Pacifico, dove la rivalità strategica tra Pechino e Washington potrebbe scatenare prima o poi una guerra tra le prime due economie del

di Michelangelo Cocco*
Pagine Esteri, 9 febbraio 2023 – I pochi minuti del suo “Discorso sullo stato dell’unione” che ieri Joe Biden ha riservato alla politica estera sono quasi tutti indirizzati all’avversario con il quale gli Stati Uniti sono ormai entrati in rotta di collisione, quella che l’ultima Strategia di sicurezza nazionale ha definito «la sfida geopolitica più significativa per l’America»: la Repubblica popolare cinese.

«Non mi scuserò per il fatto che stiamo investendo per rendere forte l’America – ha affermato il presidente degli Stati Uniti -, nell’innovazione americana, nelle industrie che definiranno il futuro e che il governo cinese intende dominare». Con un evidente riferimento alla vicenda del pallone aerostatico cinese, Biden ha ammonito Pechino: «Non commettete errori: come abbiamo chiarito la scorsa settimana, se la Cina minaccia la nostra sovranità, agiremo per proteggere il nostro Paese. E lo abbiamo fatto!».

Biden ha rappresentato ancora una volta quella con la Cina una “competizione” tra democrazie e autoritarismi, sostenendo che – grazie ai provvedimenti della sua amministrazione – le prime, guidate da Washington, si sono rafforzate rispetto alle seconde. La narrazione di Washington, ampiamente condivisa dai repubblicani, raffigura uno scontro tra il bene e il male, come ai tempi della Guerra fredda. Biden ha insistito sulla necessità di «modernizzare il nostro esercito per difendere la stabilità e impedire aggressioni» e di «lavorare assieme ai nostri alleati per proteggere le nostre tecnologie avanzate in modo che non possano essere utilizzate contro di noi».

Il discorso annuale dell’inquilino della Casa bianca è stato preceduto di qualche giorno dalle ultime mosse della Nato, la cui attenzione – mentre in Ucraina è in corso un’escalation bellica, con l’impiego di armi più letali da una parte e dall’altra – si rivolge sempre più anche all’Asia-Pacifico, dove la rivalità strategica tra Pechino e Washington potrebbe scatenare prima o poi una guerra tra le prime due economie del pianeta, entrambe potenze nucleari.

L’Alleanza Atlantica – che con il conflitto tra Mosca e Kiev ha riguadagnato protagonismo politico e militare (si pensi, ad esempio, al prossimo ingresso di Svezia e Finlandia e alla candidatura dell’Ucraina, all’incremento delle spese per la difesa negli stati membri e all’aumento previsto, da 40.000 a 300.000, delle sue truppe pronte a combattere) sta spingendo per un coordinamento più stretto con i paesi partner dell’Asia orientale, con l’obiettivo di contenere la Repubblica popolare nell’area che Washington vuole evitare che divenga il “cortile di casa” di Pechino. È in questo scenario che s’inquadra la missione di Jens Stoltenberg in Corea del sud e Giappone (29 gennaio-1° febbraio).

Nel discorso pronunciato il 1° febbraio alla Keio University di Tokyo il segretario generale della Nato ha sostenuto che «l’idea che la Cina – che ha definito una “potenza sempre più autoritaria” – non abbia importanza per la Nato non funziona» e che «siamo prontissimi a rafforzare ulteriormente ed espandere la partnership con questa regione». Il giorno prima, incontrando il premier Fumio Kishida, aveva accusato Pechino di «prevaricare i suoi vicini e minacciare Taiwan», sottolineando che «sta guardando da vicino la guerra in Ucraina, imparando lezioni che potrebbero influenzare le sue decisioni future. Ciò che sta accadendo in Europa oggi potrebbe succedere in Asia orientale domani». A Tokyo, come nei giorni precedenti a Seul, l’ex premier laburista norvegese ha usato toni durissimi.

Siamo già entrati nella fase della preparazione di una nuova campagna bellica? La Nbc ha rivelato il memo con il quale, il 27 gennaio scorso, il generale Mike Minihan, a capo dello Air Mobility Command (circa 50 mila uomini e 500 aerei) ha previsto una guerra tra Stati Uniti e Cina nel 2025, innescata da uno scontro nel Pacifico, su Taiwan.

Pechino osserva con preoccupazione questa escalation retorica: «La Nato continua a oltrepassare le sue zone e aree di difesa tradizionali ed esagera la minaccia della Cina», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning.

Il decennale “Strategic Concept” approvato dal vertice Nato di Madrid (29-30 giugno 2022) ha identificato la Cina come «sfida sistemica alla sicurezza euro-atlantica». Stoltenberg ha elogiato i piani recentemente varati d Tokyo che spalancano le porte al raddoppio delle spese per la difesa, perché «la deterrenza (la corsa agli armamenti, ndr) è un modo di difendere la pace e prevenire le aggressioni». Il premier Fumio Kishida ha annunciato «il rafforzamento dell’attuale cooperazione Giappone-Nato a nuovi livelli che riflettano le sfide di una nuova era», attraverso l’apertura quest’anno di una rappresentanza diplomatica presso il quartier generale della Nato a Bruxelles e la partecipazione di funzionari nipponici ai vertici del Consiglio nordatlantico e dei ministri della difesa della Nato.

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Il Giappone (dove sono di stanza circa 50.000 soldati Usa) ha un ruolo fondamentale nel dispositivo militare statunitense nel Pacifico. Assieme a Taiwan (sempre più massicciamente armata da Washington, e dove – come confermato dalla presidente Tsai Ing-wen – sono presenti da anni istruttori militari Usa) e alle Filippine, che il 3 febbraio hanno concesso l’utilizzo agli Stati Uniti di altre quattro basi militari per monitorare Taiwan e il Mar cinese meridionale (portandone a nove il numero complessivo), fanno parte della “Prima catena di isole” il cui controllo nel 1951 (durante la Guerra di Corea) fu individuato dal diplomatico e futuro segretario di stato repubblicano John Foster Dulles come essenziale per “contenere” l’Unione Sovietica e la Cina. E negli ultimi giorni i media giapponesi hanno rilanciato indiscrezioni su un possibile accordo Tokyo-Washington per il dispiegamento di missili balistici Usa a medio raggio nell’isola giapponese di Kyushu, vicino a Taiwan.

«Non c’è alcuna giustificazione per le minacce della Cina contro Taiwan», ha sostenuto Stoltenberg dopo lo scoop della Nbc sul documento del generale Minihan. Sull’isola che Xi Jinping ha promesso di “riunificare” alla Rpc intende recarsi in primavera Kevin McCarthy, replicando il viaggio (la “provocazione”, secondo Pechino) del 2 agosto scorso della sua predecessora, Nancy Pelosi, che indusse l’Esercito popolare di liberazione a inscenare le più grandi esercitazioni militari mai condotte intorno all’Isola. Secondo i media Usa, il Pentagono si sta già preparando ad affrontare le ripercussioni della mossa del nuovo speaker della Camera.

Stoltenberg ha sottolineato che «noi vediamo come la Cina e la Russia si muovono sempre più assieme» e che «siamo sicuri che con la presidenza del G7 il Giappone continuerà a concentrarsi sull’importanza delle sanzioni economiche contro la Russia». Il giorno prima a Seul (dove si trovava anche il ministro della difesa Usa Lloyd Austin) aveva invitato il governo a fornire sostegno militare diretto all’Ucraina, superando la politica sudcoreana di non vendere armi ai paesi in guerra. Secondo i media Usa, a Kiev potrebbero arrivare – venendo prima acquistati da un paese terzo – i tank “K2 Panther” e centinaia di migliaia di munizioni d’artiglieria prodotte in Corea del sud. Sotto la supervisione dello U.S. Indo-Pacific Command, gli USA hanno circa 25 mila militari in Corea del sud.

Secondo Cho Han-bum, ricercatore del sudcoreano Korea Institute for National Unification, la combinazione della cooperazione trilaterale Stati Uniti-Corea del sud-Giappone con l’accordo di sicurezza Aukus (Australia, Regno Uniti, Stati Uniti) crea di fatto una Nato asiatica che mira a contrastare la Cina.

Il pallone aerostatico cinese che il Pentagono ha seguito dal 1° febbraio scorso e che per giorni ha sorvolato lo spazio aereo statunitense – passando anche sul Montana, dove sono custoditi i missili balistici intercontinentali “Minuteman III” – è stato avvistato poco dopo l’ufficializzazione di queste ultime “grandi manovre” di contenimento della Cina, che non sono soltanto di carattere militare.

Negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno convinto i governi di Giappone e Olanda – sedi dei colossi Tokyo Electron e Asml – a imporre restrizioni all’esportazione in Cina di macchinari per la fabbricazione di microchip, i cervelli dell’industria e della difesa moderne. Il Dipartimento del Commercio ha spiegato che «i controlli multilaterali sono più efficaci dei controlli unilaterali, e l’impegno straniero su questi controlli è una priorità». Lo stesso ministero ha esteso il divieto di export Usa a Huawei a ulteriori tecnologie (meno avanzate di quelle già proibite): il colosso cinese sta accusando un colpo dopo l’altro.

È in questo contesto più ampio che va inquadrato l’annullamento della visita a Pechino (prevista per domenica scorsa) del segretario di stato Usa, Antony Blinken, rispetto al quale l’incidente di quello che per il ministero della difesa Usa è “sicuramente” un pallone-spia rappresenta solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una controversia che non è ancora chiaro quanto Washington sia tentata di trasformare in un caso internazionale, provando a mettere sotto accusa Pechino (dal Pentagono sono filtrate notizie secondo cui i “palloni-spia” cinesi spierebbero tutti e cinque i continenti).

Come che sia, la vicenda del pallone aerostatico cinese è anzitutto la cartina al tornasole che rivela che, dall’insediamento dell’amministrazione Biden, il dialogo tra Pechino e Washington si è limitato soprattutto alla retorica, all’enunciazione – da parte sia di Pechino sia di Washington – di buoni propositi, a fini mediatico-propagandistici. La realtà invece parla di mosse sul terreno e di alleanze che preparano uno scontro, di un “dialogo” prigioniero di una rivalità strategica che rischia di andare fuori controllo a ogni errore o provocazione, di una parte o dell’altra. – Pagine Esteri

5324712*Giornalista professionista, China analyst, scrivo per il quotidiano Domani. Ho pubblicato “Xi, Xi, Xi – Il XX Congresso del Partito comunista e la Cina nel mondo post-pandemia (Carocci, 2022), e “Una Cina perfetta – La Nuova era del Pcc tra ideologia e controllo sociale (Carocci, 2020). Habitué della Repubblica popolare dal 2007, ho vissuto a Pechino nel 2011-2012, corrispondente per il quotidiano il manifesto nello scoppiettante e nebbioso crepuscolo della tecnocrazia di Hu Jintao & Co. Sono rientrato in Cina nel gennaio 2018, anno I della Nuova era di Xi Jinping, quella in cui il Partito-Stato regalerà a tutti “una vita migliore” e costruirà “un grande paese socialista moderno”. Racconto storie, raccolgo dati e cito fatti evitando di proiettare le mie ansie e le mie (in)certezze su un popolo straordinario che se ne farebbe un baffo.

L'articolo Biden accelera sulla Nato asiatica e accusa la Cina proviene da Pagine Esteri.



"Abbiamo provato a gestire un'istanza Mastodon ed è stato terribile!" E no, non stiamo parlando di poliversity.it :-)


Allevare un mastodonte in giardino è pericoloso!

@Che succede nel Fediverso?

FT Alphaville è un servizio quotidiano di notizie e commenti per i professionisti dei mercati finanziari creato dal Financial Times nell'ottobre 2006. A novembre scorso i responsabili del sito hanno pensato di aprire un'istanza Mastodon, ma hanno dovuto confrontarsi con la tipica flessibilità e il leggendario coraggio che contraddistingue gli Inglesi quando il rischio di un'iniziativa non ricade su una société anonyme o una limited company o più semplicemente qualche outsourcer indiano o maltese...
Ecco tutta la storia

Qualche mese fa, FT Alphaville ha pensato che sarebbe stato divertente ospitare un server Mastodon. Ragazzi, abbiamo sbagliato!

È quindi con sollievo e rammarico che annunciamo la chiusura di Alphaville.club, la casa completamente non ufficiale di questo blog sul Fediverso. Le nostre ragioni sono elencate di seguito per intero ma, per riassumere, Mastodon si è rivelato più fastidioso di quanto valesse.

Se ti sei registrato tramite Alphaville.club, il passaggio a un server esistente dovrebbe essere semplice . Intendiamo dare a tutti tre mesi per liberare (come suggerisce il Mastodon Server Covenant ) anche se se il traffico scende a zero ci riserviamo il diritto di staccare la spina prima.

Nel frattempo, a beneficio dei miliardari bisognosi e/o del team Distressed Debt & Special Situations di Morgan Stanley, ecco alcune cose che abbiamo imparato sul perché assumersi la responsabilità di un sito di social media è una cattiva idea:

I rischi di conformità, sicurezza e reputazione sono sostanziali e crescono in modo imprevedibile. Sebbene in gran parte ipotetici, questi rischi sono stati giudicati abbastanza seri da esercitare una gestione ai massimi livelli . Quelle persone hanno cose migliori da fare che ripulire il nostro casino.

Il lato legale è tutto questo ancora una volta mille volte. Prendiamo, ad esempio, lo UK Investigatory Powers Act 2016. Le persone diligenti hanno passato anni a capire come le sue parole imprecise si applicano alle organizzazioni dei media. Queste stesse conclusioni valgono per una sorta di silos di contenuti generati dagli utenti, ma non realmente decentralizzato? Non so. L'unico posto per scoprirlo con certezza sarebbe in tribunale, e preferiremmo proprio di no.

I proprietari dei server Mastodon sono responsabili delle diffamazioni dei loro utenti? È improbabile ma, quando la diffamazione coinvolge i giudici, non impossibile. Ancora una volta, il valore della scoperta è controbilanciato dal costo della scoperta.

Gli amministratori di Mastodon hanno accesso ai messaggi diretti di tutti per impostazione predefinita. FTAV non ha alcun interesse a scivolare senza invito nei DM di nessuno e il modo migliore per dimostrarlo è rimuovere tutte le opportunità.

Tutto quanto sopra è scritto dal punto di vista del Regno Unito, ma gli avvocati sono letteralmente ovunque . Probabilmente ce n'è uno dietro di te in questo momento.

E il GDPR ? Rimozione del Digital Millennium Copyright Act? Normative sul commercio elettronico ? CAN-SPAM? FTAV tratta i dati degli utenti con una combinazione di disinteresse e disinteresse, ma ciò non è sufficiente a garantire il rispetto di tutte le leggi e normative globali pertinenti.

Per ovvi motivi, non possiamo usare il trucco di BigTech di concentrare gli sforzi di lobbying mettendo tutti i nostri server in Lussemburgo o in Irlanda.

La proprietà responsabile di una rete di social media richiede backup giornalieri, memorizzazione nella cache dei livelli, monitoraggio dei tempi di inattività, bilanciamento del carico e un mucchio di cose tecnologiche che probabilmente non darebbero problemi a una persona che non possiede una rete di social media.

Nessuna delle cose appena citate è divertente.

I servizi cloud funzionano secondo il principio del California Hotel: è facile iniziare, ma non appena entri, sei bloccato. Dopo appena un mese la nostra presenza Fediverse appena visibile occupava 160 gigabyte e ogni aggiornamento obbligatorio del server ha avuto un effetto esponenziale sul costo, misurato in contanti o carbonio. Nuclearizzare tutto sembra davvero l'unica via d'uscita.

L'utilizzo di build software e servizi cloud di terze parti significa fidarsi dei loro termini e condizioni, il che richiede di leggerli effettivamente.

Una rata di interessi sul nostro debito sindacato scadrà già alla fine di gennaio e non possiamo licenziare il personale o riconquistare inserzionisti, non avendo nessuno dei due.

Come abbiamo detto a novembre, Alphaville.club era una cosa non ufficiale che sarebbe vissuta o sarebbe morta in base ai propri meriti. Abbiamo scoperto che la risposta è stata "sarebbe morta" - ma per quanto gli esperimenti falliti non siano piacevoli, il nostro non è costato a nessuno $ 44 miliardi. Questo è già qualcosa,

Qui il link al canto funebre di FT alphaville.club è qui...

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Accipuffa, dobbiamo lavorare per gestire un server e un'applicazione con utenti. Eccheccazzo: noi mica ci si vuole sbattere, ti pare? Non siamo abituati a lavorare: noi scriviamo su un social e qualcun altro fa il resto. Già scrivere 140 caratteri fa sudare...

🤦🏻‍♂️ Vabbè, meglio perderli che trovarli.
@fediverso @informapirata

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)


GERUSALEMME. «Ora i coloni israeliani attaccano anche noi cristiani»


Crescono ansie e timori nella comunità palestinese cristiana nella città santa per l'aumento di intimidazioni e aggressioni da parte di estremisti religiosi israeliani. L'articolo GERUSALEMME. «Ora i coloni israeliani attaccano anche noi cristiani» provi

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 10 febbraio 2023 – «Sai dell’ultimo attacco? Hanno distrutto una statua di Gesù alla Flagellazione. Coloni ed estremisti israeliani prendono di mira anche i cristiani», ci dice Sami nel suo negozio di alimentari affollato di bambini usciti da scuola. Si riferisce all’attacco compiuto il 2 febbraio alla Cappella della Condanna, dietro il complesso della Flagellazione, da un uomo che le autorità israeliane hanno descritto come un turista americano, uno «squilibrato». E che invece il Patriarcato latino (cattolico) ha indicato come un «estremista ebreo». A fermarlo è stato il portiere del sito religioso, Majed Al Rishek, un musulmano. Le immagini del placcaggio rugbistico dell’aggressore hanno fatto il giro del web. «Qui a Porta Nuova siamo preoccupati» aggiunge Sami «prima (gli estremisti) sputavano quando, durante i nostri riti religiosi, vedevano la croce. Adesso sono violenti, ci urlano di andare via perché, dicono, Israele è solo degli ebrei. Qualcuno di noi ora chiude prima del solito». Qualche sera fa, davanti al ristorante Taboun, decine di religiosi estremisti hanno inveito contro turisti e proprietari dei locali. Ne è seguita una violenta rissa in strada andata avanti per mezz’ora con lanci di sedie e bottiglie e tavoli rovesciati.

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Porta Nuova con i suoi vicoli stretti che corrono fino alla Porta di Giaffa e al Santo Sepolcro è la manifestazione storica oltre che religiosa della comunità palestinese cristiana. Negli ultimi due-tre anni Porta Nuova è diventata anche un punto di ritrovo serale. Lo scorso Natale, tra luci colorate e ricchi addobbi, ha ospitato la soprano italiana Giuliana Mettini che si è esibita con canti festivi apprezzati da abitanti e turisti. Il comune israeliano di Gerusalemme, mosso anche da intenti turistici, ha dato alla comunità cristiana a Porta Nuova una ampia possibilità di organizzare eventi e attività. «Ma agli estremisti israeliani non piace questa libertà e che i cristiani possano mostrarsi attivi nel professare la loro fede ed esibire la croce», spiega Mariam, cattolica impegnata in attività di sostegno agli anziani. «Per loro» aggiunge la donna «tutti gli arabi, musulmani e cristiani, devono lasciare questa terra».

Le Chiese da tempo denunciano gli atti vandalici che subiscono dagli estremisti non solo a Gerusalemme. E hanno chiesto alle autorità israeliane di agire con polso fermo per mettere fine a queste intimidazioni. Nelle ultime settimane gli avvertimenti minacciosi si sono moltiplicati. Un cimitero cristiano ortodosso a Gerusalemme è stato devastato, la scritta «Morte ai cristiani» è stata lasciata sui muri di un monastero nel quartiere armeno e sono stati vandalizzati i locali del centro maronita di Maalot. «Non è un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell’opinione pubblica e nell’attuale scenario politico israeliano si traduca poi anche in atti di odio e di violenza contro la comunità cristiana», denuncia il Patriarcato latino facendo riferimento al nuovo governo israeliano di cui fanno parte partiti di destra estrema e suprematisti come il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir.

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A un paio di centinaia di metri dalla Porta di Giaffa, la Cattedrale di San Giacomo – o meglio, di due distinti santi di nome Giacomo – costruita nel 1163 ancora oggi viene illuminata senza l’elettricità, solo dalla luce del sole, da candele e lampade ad olio. È il motore che anima il quartiere armeno della città vecchia di Gerusalemme e la sua comunità – meno di mille persone – per la maggior parte composta da profughi e sopravvissuti al genocidio in Turchia. Alcuni vantano origini antiche a Gerusalemme che vanno indietro di mille anni. Pur vivendo con i palestinesi e considerati da questi parte integrante del loro popolo, gli armeni hanno buoni rapporti con gli israeliani e si mantengono relativamente «autonomi» rispetto al conflitto. «Siamo orgogliosi del nostro passato e teniamo alla nostra identità, riconosciamo i diritti di tutti e vogliamo vivere in pace», ci dice Hagop Djernazian, un giovane attivista armeno. Da qualche tempo le cose si sono complicate per la sua comunità. Djernazian spiega che «sempre più spesso giovani estremisti ebrei scrivono frasi minacciose sui muri, e strappano i nostri manifesti funebri perché sopra c’è la croce».

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George Kahkedijan

All’interno del convento armeno ci attende George Kahkedijan, un giovane che qualche sera fa prima è stato percosso e arrestato dalla polizia e poi detenuto per 16 ore. «Poco prima» racconta «la nostra chiesa era stata attaccata, (gli estremisti) hanno strappato la nostra bandiera. Siamo scesi in strada per allontanarli ma quelli hanno subito cominciato a urlare mekhablim mekhablim (terroristi,ndr) e la polizia è intervenuta solo contro di noi». Pagine Esteri

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Borsa: canapa, l’Indice Globale è in rosso ma USA e Canada sono ok


Un panorama borsistico abbastanza particolare quando ci si avvia alla metà del mese di febbraio 2023, infatti, l’Indice Globale degli Investimenti nei settori Canapa e Cannabis è in rosso, quindi con valori negativi mentre le Borse USA e Canada chiudono, però, con valori positivi. Grande volatilità e incertezza quindi ma bisogna pur registrare due settimane […]

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Le foibe sono un'invenzione fascista, come scrisse Predrag Matvejević in un articolo che dovrebbero andare a rileggere gli esponenti del governo ma anche del c


In occasione del Giorno del Ricordo saranno esposti, presso la Biblioteca del Ministero “Luigi De Gregori” per l’iniziativa “Il libro del mese”, una selezione di libri legati alla storia, al diritto e alla geografia della Venezia Giulia, dell’Istria,…


Solidarietà piena all'Anpi di Ostia (Rm), che aveva organizzato un evento in occasione del Giorno del ricordo, nel municipio. Non è possibile accettare che la


Registrazione video della manifestazione "Serata di chiusura della campagna elettorale di Unione Popolare", registrato a Roma giovedì 9 febbraio 2023 alle ore


La Russia di Putin sta andando al collasso come i suoi predecessori zaristi e sovietici?


Il 31 gennaio, i delegati si sono riuniti al Parlamento europeo a Bruxelles per una conferenza che esplora le prospettive della ‘decolonizzazione’ della Russia. Organizzato da eurodeputati del gruppo politico dei conservatori e riformisti europei (ECR) all’interno del Parlamento europeo, questo evento ha evidenziato il crescente riconoscimento internazionale dell’identità imperiale della Russia moderna e la […]

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#laFLEalMassimo – Episodio 82 – Sanremo Zelensky Pizza e Mandolino


Mentre agli occhi del mondo l’invasione dell’Ucraina appare come una evidente tragedia i media italici sono invasi dalla farsa legata all’intervento a Sanremo del presidente Zelensky prima promesso e poi sostituito dalla lettura di un messaggio a cura del

Mentre agli occhi del mondo l’invasione dell’Ucraina appare come una evidente tragedia i media italici sono invasi dalla farsa legata all’intervento a Sanremo del presidente Zelensky prima promesso e poi sostituito dalla lettura di un messaggio a cura del bravo presentatore.

La fugace parentesi della presidenza Draghi ci aveva illuso per qualche momento che l’Italia potesse posizionarsi tra le società aperte e le democrazie libere, quelle capaci di gestire i rigurgiti interni di intolleranza, la fascinazione dei miserabili verso il totalitarismo e non ultimo il criminale sostegno di pochi alla sanguinaria espansione di Putin.

Ma l’episodio di Sanremo ci riporta alla realtà dove il nostro paese , da Lampedusa a Bolzano, rimane il paese della pizza e del mandolino, che non mescola la serietà delle canzonette con gli spettri lontani di una guerra che rimane sullo sfondo della televisione per chi la guarda ancora.

Poco altro da dire e da commentare se non la traduzione di qualche passaggio del discorso di Roberta Metsola: “Siamo qui oggi, in questa occasione storica, per dare il benvenuto al Parlamento europeo al Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy. È passato quasi un anno dalla brutale e illegale invasione dell’Ucraina sovrana da parte della Russia.

In tutto questo tempo, signor Presidente, la sua leadership ha ispirato il suo popolo e ha ispirato ogni angolo del mondo. Quando il mondo pensa all’Ucraina, pensa a eroi che lottano contro le avversità, a Davide che batte Golia. Nonostante le bombe che cadono ogni giorno, il suo grano continua a nutrire il mondo. Quando un terremoto devastante ha colpito la Turchia e la Siria, vi siete alzati e avete inviato soccorritori, attrezzature e competenze. Questa è vera solidarietà.

Capiamo che non state combattendo solo per i vostri valori, ma anche per i nostri. Per quegli ideali che ci legano come sorelle e fratelli. Che ci rendono tutti europei. Perché l’Ucraina è Europa e il futuro della vostra nazione è nell’Unione Europea. E voglio ripetere la promessa che vi ho fatto quando ci siamo incontrati a Kiev lo scorso aprile: vi copriamo le spalle. Eravamo con voi allora, siamo con voi ora, saremo con voi fino a quando sarà necessario.

La libertà prevarrà. La pace regnerà. Voi vincerete.”

Slava Ukraini

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UNESCO - Ecco le Linee guida per la regolamentazione delle piattaforme digitali: un approccio multilaterale per salvaguardare la libertà di espressione e l'accesso alle informazioni".


L'UNESCO ha pubblicato la prima bozza delle "Linee guida sulla regolamentazione delle piattaforme digitali: un approccio multistakeholder" (documento guida) con l'obiettivo di sostenere la libertà di espressione e la disponibilità di informazioni accurate e affidabili nella sfera pubblica.

@Giornalismo e disordine informativo

L'UNESCO invierà la seconda bozza a tutti i partecipanti alla Internet for Trust Global Conference. La Conferenza globale dell'UNESCO si terrà dal 21 al 23 febbraio presso la sede dell'UNESCO a Parigi. Il documento di orientamento si concentrerà su strutture e processi per aiutare a proteggere gli utenti da contenuti che danneggiano la democrazia e i diritti umani, rispettando allo stesso tempo la libertà di espressione.

Il progetto di linee guida evidenzia i presupposti cruciali per un'autorità di regolamentazione indipendente e invita a rafforzare l'indipendenza e la trasparenza dei sistemi di regolamentazione . Qualsiasi sistema normativo dovrebbe essere:

- finanziato in modo sufficiente e trasparente
- "indipendente e libero da pressioni economiche o politiche"
- basato su “un processo di nomina dei membri indipendente e basato sul merito , supervisionato da un organo di controllo” e un processo di licenziamento debitamente giustificato e approfondito
- trasparente su ogni possibile conflitto di interessi tra i suoi membri.
- responsabile nei confronti di un organismo indipendente
- consapevole del diritto internazionale dei diritti umani.

Le linee guida saranno presentate e discusse alla Global Conference Internet for Trust il 21-23 febbraio 2023. Una versione finale è prevista nei mesi successivi alla conferenza.

@Scuola - Gruppo Forum

La bozza completa



Nikki Haley, un ritorno alle politiche della linea dura


Secondo quanto riferito, Nikki Haley annuncerà l’inizio della sua campagna per la nomination presidenziale repubblicana il 15 febbraio, diventando la prima candidata del GOP 2024 dopo Donald Trump. Dal momento che è probabile che Haley enfatizzerà le questioni di politica estera nel presentare la sua candidatura, vale la pena esaminare più da vicino il suo […]

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1a relazione del #SEAE sulla manipolazione delle informazioni estere e sulle minacce di interferenza


Il Servizio Diplomatico dell'Unione Europea presentato la prima edizione del rapporto sulle minacce di manipolazione e interferenza di informazioni estere (FIMI) è informata dal lavoro della divisione Stratcom del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) nel 2022. Sulla base di un primo campione di casi FIMI specifici, delinea come costruire su tassonomie e standard condivisi può alimentare la nostra comprensione collettiva della minaccia e contribuire a fornire adeguate contromisure a breve e lungo termine.

@Giornalismo e disordine informativo

Il rapporto è stato presentato dall'alto rappresentante dell'UE Josep Borrell a una conferenza dell'UE di alto profilo sulla manipolazione e l'interferenza delle informazioni straniere (FIMI), che si svolge a Bruxelles.

Il rapporto mira a creare una comprensione comune e formulare una risposta collettiva e sistematica alla FIMI.

L'analisi si basa su 100 casi FIMI (incidenti) continuamente rilevati e analizzati tra il 1 ottobre e il 5 dicembre 2022. L'ecosistema della propaganda russa è stato coinvolto in 88 casi, mentre i canali ufficiali cinesi sono stati segnalati attivi in ​​17 casi, operando congiuntamente in cinque incidenti, principalmente legati a contenuti anti-occidentali.

Tra i risultati chiave del rapporto, Josep Borrell ha citato prove evidenti che la Russia ha mobilitato tutti i suoi strumenti per le campagne di disinformazione (le sue agenzie di stampa controllate dallo stato, le reti diplomatiche e attraverso i suoi delegati) per distorcere sistematicamente la realtà e distogliere l'attenzione pubblica dalla sua invasione militare dell'Ucraina. In particolare, i canali diplomatici della Russia fungono regolarmente da facilitatori delle operazioni della FIMI.
Il rapporto conferma inoltre che esiste una nuova ondata di tecniche di disinformazione utilizzate dalla Russia, con tecnologie economiche per fabbricare immagini e video falsi.

“Non esitano a creare falsi siti Web per impersonare media attendibili. Il contenuto viene amplificato alla velocità della luce e pubblicato su social network, servizi di messaggistica e canali di propaganda"


, ha affermato Borrell.

"La Russia ha costruito reti e un'infrastruttura per fuorviare, mentire e destabilizzare... Per erodere la fiducia nelle istituzioni", ha concluso Borrell. “…L'informazione è l'olio del motore della democrazia. Dobbiamo prenderci cura della qualità dell'informazione perché è la linfa, il sangue, il petrolio, ciò che fa funzionare la democrazia”.

Questo è il motivo per cui questo rapporto potrebbe essere utile per i media, i governi e le istituzioni dell'UE, ha affermato Borrell.

I principali risultati di questo rapporto, sulla base dei campioni utilizzati, sono:

- L'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia domina l'attività FIMI osservata. L'Ucraina ei suoi rappresentanti sono stati l'obiettivo diretto di 33 incidenti. In 60 incidenti su 100, sostenere l'invasione è stata la motivazione principale dietro l'attacco.

- I canali diplomatici sono parte integrante degli incidenti FIMI. I canali diplomatici della Russia fungono regolarmente da facilitatori delle operazioni della FIMI. Sono distribuiti su un'ampia gamma di argomenti. La Cina utilizza anche canali diplomatici, prendendo di mira principalmente gli Stati Uniti.

- Le tecniche di impersonificazione diventano più sofisticate. Le imitazioni di organizzazioni e individui internazionali e fidati sono utilizzate da attori russi in particolare per prendere di mira l'Ucraina. I media cartacei e televisivi sono spesso imitati, con le riviste che vedono copiato il loro intero stile.

- La collusione tra attori FIMI esiste ma è limitata. Gli attori russi ufficiali sono stati coinvolti in 88 incidenti FIMI analizzati. In 17 sono stati coinvolti attori cinesi. In almeno 5 casi, entrambi gli attori si sono impegnati congiuntamente.

- FIMI è multilingue. Gli incidenti non si verificano in una sola lingua; il contenuto è tradotto e amplificato in più lingue. Gli incidenti hanno riguardato almeno 30 lingue, 16 delle quali sono lingue dell'UE. La Russia utilizzava una maggiore varietà di lingue rispetto agli attori cinesi, ma il 44% dei contenuti russi era rivolto a popolazioni di lingua russa, mentre il 36% era rivolto a popolazioni di lingua inglese.

- FIMI ha principalmente lo scopo di distrarre e distorcere. La Russia (42%) e la Cina (56%) intendono principalmente attirare l'attenzione su un attore o una narrazione diversa o spostare la colpa ("distrarre"). La Russia tenta di cambiare l'inquadratura e la narrazione ("distorcere") relativamente più spesso (35%) rispetto alla Cina (18%).

- FIMI rimane principalmente basato su immagini e video. La produzione e la distribuzione online di immagini e video in modo semplice ed economico rende questi formati ancora i più comunemente utilizzati.

Qui la pagina da cui è possibile scarivcare il rapporto



Inflessibili


Oggi è riunito il Consiglio europeo, i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Unione europea. Si chiuderà domani e i temi in agenda sono diversi. Due spiccano sugli altri: l’impegno al fianco dell’Ucraina e la gestione di bilancio e fondi esistenti, co

Oggi è riunito il Consiglio europeo, i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Unione europea. Si chiuderà domani e i temi in agenda sono diversi. Due spiccano sugli altri: l’impegno al fianco dell’Ucraina e la gestione di bilancio e fondi esistenti, con sullo sfondo la possibilità di alimentarne altri mediante ulteriore debito comune. Un modo piccino e provinciale di guardare le cose consiste nel concentrarsi sul presunto “peso” dell’Italia, che è poi un modo per usare le questioni europee a fini interni. Più serio capire che non si tratta più di stabilire quanto ciascuno sia rilevante, ma quanto le decisioni prese saranno rilevanti per ciascuno. E i due temi citati sono decisivi per l’Ue e determinanti per l’Italia.

A Kiev non ci sarebbe stato motivo, nel mentre si è in guerra, per aprire questioni di avvicendamenti ministeriali. Lo hanno fatto perché la loro difesa dipende dalla solidarietà occidentale e dal procedere dell’integrazione in Ue, ponendo poi il problema Nato. Per questa ragione si adeguano alle nostre regole e Zelensky prenderà parte, da esterno, alla riunione.

È stato il governo italiano il primo e il più netto nell’affermare che l’Ucraina sarebbe dovuta entrare nell’Ue. Lo fece quando le titubanze di altri erano forti e non prive di fondamento. Draghi trascinò Macron e Scholz su un treno, verso Kiev. Attenzione, questo è un punto rilevantissimo: non è che “capeggiò” o “contò”, serve a nulla questo approccio miserrimo, ma ragionò da europeo, dentro il meccanismo istituzionale e decisionale europeo, proponendo una scelta europea. Il passato in Bce lo ha aiutato. Si è affermato un indirizzo politico che si propone come europeo, inflessibile. Non si disperda quel patrimonio, perché la riunione che comincia oggi, su quel fronte, è un nostro successo.

Le polemicuzze vernacolari dicono: i ministri dell’economia francese e tedesca sono andati negli Usa assieme e senza gli altri, senza di noi. Irrilevante, perché l’interesse che rappresentavano, ovvero che gli aiuti di Stato Usa non squilibrino la concorrenza, è comune. Questa partita si gioca pensando europeo, altrimenti resta la scopetta al bar sotto casa. Al Consiglio, però, si confronteranno punti di vista e interessi diversi. Il perdente per vocazione ci tiene a far sapere d’essersi battuto. Il vincente è disposto a tacere il proprio successo, puntando alla sostanza.

Polemizzare con l’aumento dei tassi d’interesse è da perdenti. All’Italia farebbe comodo che un’istituzione europea, per esempio il Mes, che la viltà e stoltezza impediscono ancora di ratificare, si faccia carico dei titoli del debito pubblico che, lentamente, la Bce dismetterà. Significa debito comune. I tedeschi e non solo, giustamente, fanno osservare che di quattrini ce ne sono fin troppi, in giro, e che la caratteristica dei fondi europei è che tutti ne vogliono di più, ma poi se ne spendono di meno. E qui arriva una delle richieste del governo italiano: usare quelli non spesi per potenziare il Pnrr, tenendo conto dell’inflazione. Terreno scivoloso, sul quale non faranno fatica a spingerci per poi vederci pattinare, perché è come dire: siamo stati incapaci di spendere, consentiteci di riprovarci nel mentre abbiamo un’altra montagna di fondi da investire. Non è una posizione esaltante.

Invece d’invocare flessibilità, che alle orecchie altrui suona come “incapacità”, si faccia valere che sull’Ucraina l’iniziativa fu nostra perché fu europea e su quel tema abbiamo una maggioranza politica che supera quella di governo, ben più di quel che accade in altri Paesi, mentre sul Pnrr l’impostazione si deve a un governo sostenuto da quasi tutti e l’inflessibile impegno a realizzarlo richiede solo d’essere accompagnato dalla collaborazione della Commissione Ue. Nel frattempo ricordando che sia per l’Ucraina che per i conti, la difesa comune europea passa dall’industria europea della difesa. E la nostra è forte. Il solo modo per portare a casa dei risultati è pensare europeo. Inflessibilmente.

La Ragione

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Governo Meloni: addio Francia, destinazione Ungheria


A fare le vittime siamo tutti bravi, molto bravi, specie i nostri politicanti. A fare i gradassi pure, siamo tutti bravissimi e i nostri politicanti sono i primi della classe. A essere superficiali e strafottenti, siamo tutti bravi, specie i nostri politicanti, ma è un fatto generalizzato, questo. Da tempo, dall’inizio improvvido e improvvidamente gestito […]

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Giù le mani russe dal granaio-Ucraina


Mentre i Paesi occidentali stanno fornendo al governo ucraino un sostegno militare ed economico di cui ha disperatamente bisogno, le imprese private in Ucraina stanno lottando in gran parte da sole per sopravvivere alla devastazione causata dall’invasione russa in corso del loro Paese. Questa situazione semplicemente non è sostenibile. La mia azienda, Nibulon, è uno […]

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L’8 febbraio 2023, in un articolo bomba, il veterano giornalista investigativo Seymour Hersh afferma che gli Stati Uniti hanno distrutto i gasdotti Nord Strea


Quel pasticcio italiano del PM a due teste – Il Giornale


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Separazione delle carriere: la riforma ora o mai più – Gazzetta di Reggio


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Tempi durissimi per l’industria della cannabis in Canada


Health Canada ha iniziato a chiedere ad alcune aziende di marijuana con licenza federale di smettere di vendere alcuni prodotti di cannabis ingeribili che, secondo l’agenzia di regolamentazione, sono erroneamente classificati ed etichettati come “estratti” piuttosto che come “edibles”, secondo quanto ha appreso da media ufficiali del settore. La mossa potrebbe costare alle aziende di […]

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In Sicilia l’alternanza scuola-lavoro si farà anche alla base NATO di Sigonella | L'Indipendente

"Oltre 350 studenti potranno ora svolgere percorsi di alternanza scuola-lavoro (i cosiddetti percorsi di PCTO) all’interno della base militare NATO di Sigonella, dedicandosi in particolare alle attività di riparazione e manutenzione dei veicoli di guerra. L’iniziativa è stata immediatamente contestata dagli attivisti NoWar siciliani, dai sindacati di base del personale scolastico (tra i quali Cobas e Usb), dall’Arci Sicilia e dal Movimento No MUOS, che chiedono lo stop una volta per tutte alla militarizzazione della scuola."

lindipendente.online/2023/02/1…



Separazione delle carriere, ne parla Benedetto – ilrestodelcarlino.it


Sarà presentato stasera alle 18 alla Sala del Palazzo del Capitano dell’Hotel Posta in piazza del Monte 2 il libro “Non diamoci del Tu” di Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi. “I tempi sono maturi per la separazione delle carrier

Sarà presentato stasera alle 18 alla Sala del Palazzo del Capitano dell’Hotel Posta in piazza del Monte 2 il libro “Non diamoci del Tu” di Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi.

“I tempi sono maturi per la separazione delle carriere tra Magistratura giudicante e Magistratura requirente – spiega Benedetto – Il mio libro “Non diamoci del tu”, cerca di spiegare perché questa non possiamo che definirla la “riforma delle riforme”, senza la quale nessun approccio riformatore per la Giustizia è attuabile in Italia. L’anomalia tutta nostra della carriera unica va superata nell’interesse della Giustizia stessa e del Paese”.

Il prof Benedetto dialogherà con altri ospiti della serata: il sottosegretario alla Giustizia senatore Andrea Ostellari, l’onorevole Benedetta Fiorini, l’avvocato. Giuseppina Rubinetti e il prof Giulio Garuti.

Abbiamo chiesto all’onorevole Fiorini il suo punto di vista: “Il libro del Presidente Giuseppe Benedetto evidenzia una stortura, che con il Governo Meloni abbiamo finalmente la possibilità di risolvere, auspicando un cambiamento radicale del sistema giustizia, illustrando l’urgente necessità della separazione delle carriere affinché si possa raggiungere realmente l’autonomia della giurisdizione. Questo vuole essere un momento di confronto, di dialogo per parlare di un tema così importante ma così ostico per molti dei cittadini fino a quando poi non tocca la vita di ciascuno di noi… la giustizia non ha e non deve avere colori politici”.

L’evento sarà moderato da Stefano Zurlo de “Il Giornale”, che saprà sviscerare le insidie e le peculiarità di un argomento tanto fondamentale quanto di difficile trattazione nel nostro Paese.

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