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Un acceleratore per il caccia del futuro. Ecco l’iniziativa della Difesa


Palazzo Baracchini accelera sul caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap). Il ministero della Difesa ha infatti lanciato la Gcap acceleration initiative destinata a aziende e centri di ricerca per accrescere il network di eccellenze i

Palazzo Baracchini accelera sul caccia di sesta generazione Global combat air programme (Gcap). Il ministero della Difesa ha infatti lanciato la Gcap acceleration initiative destinata a aziende e centri di ricerca per accrescere il network di eccellenze italiane a supporto dell’impegno nazionale volto a realizzare il velivolo del futuro con Regno Unito e Giappone. Quaranta esplorazioni tecnologiche che raccoglieranno le migliori proposte volte per la piattaforma che i tre Paesi stanno sviluppando insieme, destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli oltre duecento Eurofighter di Gran Bretagna e Italia.

Le aree di ricerca

Sistemi di propulsione, sistemi ottici e laser, sensori infrarossi, materiali e metamateriali per bassa osservabilità e a elevate performance termiche, sistemi di navigazione, generazione di modelli e sviluppo di digital twins di sistemi aeronautici, intelligenza artificiale applicata alla gestione di sistemi autonomi e sistemi di missione, cyber security e dispositivi elettronici integrati. Queste solo alcune delle principali aree di indagine che saranno sviluppate dalla Gcap acceleration initiative. Le migliori proposte saranno poi selezionate per la fase di co-progettazione insieme al ministero della Difesa e alle industrie già coinvolte nel programma Gcap.

Supporto industriale

L’iniziativa, infatti, è promossa in collaborazione con la Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), le quattro aziende del consorzio italiano che lavorano sul Gcap, Leonardo, Avio Aero, Elettronica, MBDA Italia, e il Cefriel del Politecnico di Milano. Università, centri di ricerca, imprese e startup saranno coinvolte per condividere idee, competenze e tecnologie di frontiera per lavorare insieme a soluzioni innovative che possano essere applicate nel processo di maturazione tecnologica del Gcap. In particolare l’iniziativa potrà avvalersi di una orma informatica realizzata in collaborazione con Cefriel tramite la quale fare scouting tecnologico.

Il Gcap

Il progetto del Global combat air programme prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al Tempest di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

Il programma congiunto

L’avvio del programma risale a dicembre del 2022, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.


formiche.net/2023/04/caccia-se…



Il mercato si mangia i servizi pubblici | Jacobin Italia

"Accade in Toscana: l’operazione Multiutility, promossa dai sindaci Pd con l’appoggio della destra, trasforma in Spa beni comuni e pezzi di welfare. Ma esiste un’opposizione dal basso che sta mettendo in discussione il progetto."

jacobinitalia.it/il-mercato-si…



In Cina e in Asia – Xi: le forze armate si preparino per i combattimenti veri


In Cina e in Asia – Xi: le forze armate si preparino per i combattimenti veri taiwan
I titoli di oggi:

Xi: le forze armate si preparino per i combattimenti veri
Arrestato per corruzione il giudice della corte suprema cinese
Pechino rafforza il suo ruolo come mediatore nei conflitti internazionali
La Cina riscrive la storia sulla pandemia

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COMMENTO. Israele, Edo Konrad: “Bezelel Smotrich non è una anomalia”


Secondo Konrad, il ministro Smotrich – un uomo che si definisce da sé "omofobo e fascista" e ha una storia ben documentata di commenti violenti sui palestinesi, la comunità LGBTQ e altri gruppi – dovrebbe essere condannato anche all'estero. Ma, sottolinea

di Edo Konrad (+972)

traduzione dall’inglese di Luciano Galliano per Zeitun.info

Pagine Esteri, 13 aprile 2023 – Due settimane dopo aver invocato un’azione genocida contro i palestinesi, uno dei più potenti ministri del governo israeliano sbarcherà negli Stati Uniti dove è destinato a imbattersi in grandi proteste e affrontare quello che probabilmente sarà un rifiuto senza precedenti da parte dei funzionari statunitensi. Bezalel Smotrich, Ministro delle Finanze israeliano e sorvegliante de facto dei territori occupati, ha espresso pubblicamente la convinzione che la città di Huwara in Cisgiordania dovrebbe essere “spazzata via” dopo che due coloni vi sono stati uccisi mentre percorrevano in auto la strada principale. Smotrich ha fatto questi commenti pochi giorni dopo che più di 400 coloni, appoggiati dai soldati israeliani, hanno condotto un pogrom su Huwara e il vicino villaggio di Za’atara dando fuoco a case, attività commerciali e veicoli palestinesi e ucciso il 37enne Sameh Aqtesh.

La dichiarazione di Smotrich è stata ampiamente condannata dai leader dell’opposizione israeliana, dai giornalisti e persino dal Dipartimento di Stato americano, che ha descritto le sue affermazioni come “irresponsabili” e “ripugnanti”. Percependo la furia crescente, e dopo essere stato rimproverato pubblicamente dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu, Smotrich ha provato spudoratamente due volte a ritrattare il suo commento, sostenendo che quando ha insistito esplicitamente che Huwara fosse spazzata via, in qualche modo non stava davvero chiedendo che fosse cancellata.

Con l’annuncio del suo arrivo il 12 marzo per una conferenza sugli Israel Bonds [sottoscrizione statunitense di titoli emessi dallo Stato di Israele, ndt.] a Washington D.C., le organizzazioni dell’establishment ebraico americano così come importanti gruppi sionisti liberali sono entrati in azione chiedendo che il Ministro delle Finanze israeliano fosse trattato come persona non grata. Oltre 120 leader ebrei americani hanno firmato una petizione chiedendo alle comunità ebraiche di boicottare la visita di Smotrich. Il gruppo di pressione J Street [gruppo liberale senza scopo di lucro per la leadership americana nel porre fine diplomaticamente ai conflitti arabo-israeliani, ndt.]. ha chiesto all’amministrazione Biden di “assicurarsi che nessun funzionario del governo degli Stati Uniti legittimerà incontrandolo l’estremismo [di Smotrich]” e che bisognerebbe interpretare quelle affermazioni come “motivi per il riesame di un visto per l’ingresso negli Stati Uniti.” Gruppi come T’ruah [organizzazione senza scopo di lucro di rabbini che si richiamano all’imperativo ebraico di rispettare e proteggere i diritti umani in Nord America, Israele e Territori palestinesi, ndt.] e Americans for Peace Now [organizzazione statunitense non-profit per la risoluzione politica globale del conflitto israelo-palestinese, ndt.] hanno chiesto apertamente la revoca del visto di Smotrich.

Nel frattempo organizzazioni tradizionali come l’Anti-Defamation League [organizzazione statunitense contro l’antisemitismo, ndt.] hanno affermato che “è imperdonabile che [Smotrich] inciti alla violenza di massa contro i palestinesi come forma di punizione collettiva”. William Daroff, l’amministratore delegato della Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane, ha fatto eco alle parole del Dipartimento di Stato definendo i commenti di Smotrich “irresponsabili, ripugnanti e disgustosi”. Nonostante l’indignazione, Smotrich dovrebbe ancora parlare alla conferenza.

Va da sé che a Smotrich – un uomo che si definisce da sé “omofobo fascista” e ha una storia ben documentata di commenti chiaramente odiosi sui palestinesi, la comunità LGBTQ e altri gruppi – dovrebbe essere categoricamente condannato e vedersi negato l’ingresso negli Stati Uniti.

Questo è vero non solo per il puro sadismo genocida dei suoi commenti su Huwara, o per il fatto che Smotrich è diventato ufficialmente quello che lo studioso di diritto Eliav Leiblich ha soprannominato il “signore supremo della Cisgiordania”. Lo è anche perché, in un momento in cui l’incitamento all’omicidio contro i palestinesi continua a dare frutti mortali, la posizione degli ebrei americani sta dimostrando che ci sono passi reali che si possono fare contro un governo che sembra si dedichi oscenamente a bruciare tutto ciò che lo circonda per riconfigurare il paese a sua immagine e somiglianza.

Eppure ci si dovrebbe fermare e meravigliarsi dell’occasione singolarmente rara in cui le principali organizzazioni americane, da sinistra a destra, si uniscono per condannare e mettere in discussione la legittimità di un importante politico israeliano. Non c’è bisogno di sforzarsi per trovare altri funzionari israeliani che hanno analogamente invocato o giustificato retroattivamente massicce violenze contro i palestinesi. E questo è in parte dovuto al fatto che, a differenza di Smotrich, icona dell’estrema destra fondamentalista ebraica, molti di quei politici provengono in realtà dal centro israeliano e dalla sinistra sionista.

Ad esempio Benny Gantz, ex capo di Stato Maggiore dell’Esercito israeliano e poi Ministro della Difesa, ha lanciato la sua campagna elettorale del 2019 come sfida centrista a Netanyahu vantandosi di quanti palestinesi avesse ucciso e di come avesse riportato Gaza “all’età della pietra”. Oppure prendiamo Matan Vilnai del partito laburista, ex viceministro della Difesa, che all’inizio del 2008 avvertì che i palestinesi a Gaza avrebbero dovuto affrontare un “olocausto” meno di un anno prima che Israele lanciasse l’Operazione Piombo Fuso che uccise quasi 1.400 palestinesi in tre settimane.

C’è anche Mordechai Gur, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito israeliano diventato Ministro della Difesa, anche lui laburista, che nel 1978 disse al quotidiano israeliano Al HaMishmar di aver fatto bombardare dalle sue forze quattro villaggi nel sud del Libano “senza autorizzazione” e senza fare distinzioni tra civili e combattenti; Gur ha inoltre affermato di “non aver mai avuto dubbi” sul fatto che i civili palestinesi in quelle aree dovessero essere puniti, dicendo al giornale “sapevo esattamente cosa stavo facendo”. Oppure prendiamo David Ben-Gurion, il primo Primo Ministro israeliano e artefice della Nakba, che quando nel 1948 gli fu chiesto cosa fare dei palestinesi di Lydd e Ramle dopo che le città erano state conquistate dalle milizie sioniste, fece il famigerato cenno con la mano per ordinare loro espulsione (decenni dopo Smotrich si sarebbe rammaricato pubblicamente che Ben-Gurion non avesse “finito il lavoro”).

Come non debellare la piaga

Non si tratta di grandi rivelazioni. La sinistra sionista (e quella parte che è diventata gran parte del centro) ha sempre chiamato in causa le proprie credenziali militariste contro la destra sionista. Il punto, quindi, non è costringere le organizzazioni a prendere posizioni retroattive su azioni passate, ma piuttosto capire che l’indignazione selettiva su Smotrich, sebbene giustificata, rischia di oscurare il fatto che è il prodotto di un sistema più ampio di espropriazione e sottomissione. Come Meir Kahane, che è stato trattato come inaccettabile e isolato nella società israeliana e in gran parte della comunità ebraica americana per il suo sfacciato fascismo, Smotrich viene presentato come un paria ma con l’effetto di legittimare l’apparato di apartheid che ha ereditato dai suoi predecessori .

Raffigurando uno o due politici estremisti come inaccettabili, le comunità ebraiche possono eludere la necessità di fare i conti con il modo in cui Smotrich e Kahane realizzano gli impulsi più profondi del progetto sionista. La stessa elusione si sta operando in luoghi come il Regno Unito, dove il Consiglio dei Deputati degli ebrei britannici, uno dei principali organi della classe dirigente della comunità ha apertamente respinto Smotrich ma continua a incontrare altri estremisti di estrema destra come l’ambasciatrice Tzipi Hotovely o il Ministro degli Affari della Diaspora Amichai Chikly.

In questo modo Smotrich diventa il cattivo contro cui gli ebrei americani possono mobilitarsi: messianico, razzista, impenitente. Personaggi come Ben-Gurion e Gur, nel frattempo, rimangono eroi piuttosto che uomini che hanno soppresso un numero incalcolabile di vite. E mentre i gruppi ebraici americani possono fare i picchetti contro Smotrich alla conferenza degli Israel Bonds di questo mese, nessuno ha chiesto agli Stati Uniti di revocare il visto a Benny Gantz che ha visitato la Casa Bianca l’anno scorso, pochi mesi dopo aver messo fuori legge sei importanti gruppi palestinesi per i diritti umani come “organizzazioni terroriste”. Per le istituzioni pubbliche ebraiche iniziare a mettere in discussione chi rappresenta il “buon Israele” rischia di sgretolare l’intero edificio psicologico del sostegno allo Stato.

Anche Washington, da parte sua, ha interesse a trasformare Smotrich in un evento anomalo. Nell’ambito della sua politica di pacificazione nei confronti del nuovo governo israeliano, l’amministrazione Biden sta cercando di esercitare una certa pressione su Netanyahu almeno per tenere in riga la sua coalizione. Ma in un momento in cui Israele è pervaso dall’instabilità – per la combinazione di un tentativo di colpo di stato giudiziario, incursioni dell’esercito israeliano nelle città palestinesi, violenza sfrenata dei coloni e attacchi palestinesi a soldati e civili – il meglio che la Casa Bianca può sperare è di convincere Israele ad allontanarsi dall’orlo dell’abisso in cui sembra desideroso di buttarsi a capofitto.

Per i funzionari statunitensi si tratta di uno specchietto per le allodole: operare accordi con leader israeliani come Netanyahu o il ministro della Difesa Yoav Galant ed evitare quelli “ripugnanti” come Smotrich o il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, tutto nell’interesse di “stabilizzare” la situazione – un compito che questo governo sta rendendo sempre più irrealizzabile ogni giorno che passa.

In un momento di grave crisi dello Stato israeliano sia gli ebrei americani che l’amministrazione Biden sperano che la loro strategia di controllo dei danni contro lo smotrichismo possa ricondurre Israele verso una versione più accettabile dell’apartheid israeliano. Una in cui l’esercito è legittimato a fare irruzione e uccidere i palestinesi nei campi profughi in cui Israele li ha segregati, ma in cui i massimi ministri non invitino attivamente i vigilantes dei coloni a “prendere in mano la situazione”. Una che mantenga la facciata di una magistratura indipendente, ma distolga lo sguardo quando i tribunali approvano quasi tutte le leggi discriminatorie e le politiche coloniali. Una in cui c’è sempre un individuo anomalo da incolpare, ma non il regime coloniale stesso.

Eppure il miope tentativo di categorizzare gli estremisti israeliani – di trattarli come intrinsecamente più ripugnanti dei falchi e dei nazionalisti “mainstream” – non è semplicemente destinato a fallire. In effetti, consentirà solo più violenza. La società israeliana ha rifiutato di ammettere che il kahanismo attinge dai fiumi del sionismo (e non il contrario) solo per scoprire che è tornato a dominare la vita pubblica. Le organizzazioni ebraiche americane stanno ora commettendo lo stesso errore.

Sperano che in qualche modo, con richiami minimi e forti condanne, sconfiggeranno il flagello Smotrich – senza affrontare l’ideologia e le strutture statali che sostengono la sua richiesta di genocidio e danno a lui e ai suoi successori il potere di realizzarlo. Si sbagliano tragicamente. Pagine Esteri

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PRIVACY DAILY 91/2023


Il Parlamento Europeo potrebbe adottare una risoluzione non vincolante per esortare la Commissione Europea a non approvare il Data Privacy Framework per i flussi di dati transatlantici. Lo ha rivelato Euractiv, secondo cui la risoluzione dovrebbe ricevere un ampio sostegno nella Commissione Libertà civili. L’atto dovrebbe, poi, essere confermato durante il voto in plenaria e... Continue reading →


L’Onu riaccende i riflettori sul Tibet


L’Onu riaccende i riflettori sul Tibet
Secondo un rapporto dell'Onu, circa un milione di bambini tibetani sarebbe stato strappato alle famiglie, ufficialmente per motivi di studio. Il programma prevede l'inserimento dei piccoli in collegi statali dove sono costretti a completare corsi di "istruzione obbligatoria" in mandarino anziché in doppia lingua. Pechino si smarca. Per il ministero degli Esteri cinese, lo studio contiene "bugie” e “voci per diffamare e screditare la Cina".

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Così l’Italia potrebbe attirare investimenti nelle aziende tecnologiche


Come gli effetti della politica fiscale possono attrarre risorse ed investimenti dall’estero L’aspettativa che la situazione economica-finanziaria in Israele si deteriori e l’attesa di eventuali azioni dell’attuale governo per limitare i trasferimenti di

Come gli effetti della politica fiscale possono attrarre risorse ed investimenti dall’estero

L’aspettativa che la situazione economica-finanziaria in Israele si deteriori e l’attesa di eventuali azioni dell’attuale governo per limitare i trasferimenti di risorse finanziarie fuori dal proprio territorio nazionale ha generato molta apprensione nella “startup nation”. Il contesto di percepita instabilità ha determinato iniziative per ricollocare risorse finanziarie e parte delle operations in altri paesi.

Ne è un esempio Riskfied, azienda “tech” quotata al New York Stock Exchange con una capitalizzazione oggi non molto distante da 1 miliardo di dollari, che ha comunicato l’intenzione di trasferire 500 milioni di dollari fuori da Israele (Fonte Globes, 8 Marzo 2023), ha avviato un piano assunzioni nel dipartimento di ricerca e sviluppo a Lisbona e ha comunicato il pieno supporto ai dipendenti che hanno interesse al trasferimento in Portogallo. Certamente la percezione di instabilità internazionale, in particolare in un paese a noi vicino e importante come Israele, non giova al contesto generale, ed è auspicabile che la tensione possa risolversi nel minor tempo possibile.

E’ sempre più evidente, però, che la competitività di un’economia non può essere ridotta solo al PIL ma deve considerare anche la dimensione politica, sociale e culturale. La capacità di attrazione di investimenti esteri, e quindi la presenza di un ambiente caratterizzato da infrastrutture, istituzioni e politiche efficienti che incoraggino la creazione di valore sostenibile da parte delle imprese, consente l’evoluzione del sistema produttivo stesso.

In tale ottica, “l’attesa” riforma della politica fiscale rappresenta un elemento cardine per mantenere la competitività del nostro Paese. La riforma che ci si aspetta dovrebbe favorire la crescita delle imprese sia in termini di giro d’affari che in termini di consistenza patrimoniale, superando alcune delle principali criticità del tessuto produttivo nazionale, da tempo oramai note. In tal senso l’auspicata riduzione progressiva delle aliquote fiscali per le imprese, premiando quelle che investono e assumono a tempo indeterminato in Italia, va in questa direzione.

La riforma della politica fiscale, inoltre, dovrebbe auspicabilmente creare le condizioni per favorire l’ingresso di risorse e competenze da paesi esteri, fronteggiando anche la concorrenza sleale dei paradisi fiscali europei, che invece genera un flusso di risorse e di competenze inverso, ovvero dal nostro territorio nazionale verso altri paesi. Certamente, oltre al vincolo di bilancio dello Stato e dunque di sostenibilità nel tempo, gli interventi di politica fiscale focalizzati e sistemici su specifici settori produttivi o funzioni aziendali hanno mostrato nel tempo una maggiore efficacia e capacità di conseguire i risultati attesi.

Il settore tecnologico rappresenta uno degli elementi principali per mantenere la competitività del Paese, e la capacità di attrarre risorse e competenze qualificate da uno dei Paesi più avanzati in tale ambito, potrebbe rappresentare un’opportunità unica per generare un effetto moltiplicatore sulle competenze già presenti e la creazione di un ecosistema di innovazione attrattivo anche per altri Paesi. Lo sviluppo del settore tecnologico è quello che trasversalmente può generare una crescita in tutti i settori, generando un indotto capace di favorire un impatto sull’ammodernamento di tutto il Paese.

L’Italia ha da sempre un ruolo centrale, seppur faticoso, nell’area del mediterraneo e certamente può rappresentare la porta per l’integrazione europea, per un paese come Israele, con cui si condividono radici culturali e che certamente rispetto al Portogallo rappresenta un contesto economico più avanzato e dimensionalmente assai più consistente, considerato che il nostro PIL è maggiore di quello del Portogallo per circa nove volte.

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Def-inire.


C’è un filo che lega il Def (documento di economia e finanza), approvato ieri dal governo, l’impegno per il pieno successo del Pnrr e le nomine nelle imprese controllate dallo Stato. Che destano nervosismo nella maggioranza. E c’è una partita politica, ch

C’è un filo che lega il Def (documento di economia e finanza), approvato ieri dal governo, l’impegno per il pieno successo del Pnrr e le nomine nelle imprese controllate dallo Stato. Che destano nervosismo nella maggioranza. E c’è una partita politica, che accompagna lo sgranarsi di quella collana.

I dati Eurostat confermano un dato positivo e un danno permanente. Il dato positivo è che, fra il 2021 e il 2022, l’occupazione è cresciuta più della media Ue (+1.9% rispetto a +1.5%). Il danno permanente è che in nessun Paese europeo si lavora in meno numerosi che in Italia: da noi il 60.1% della popolazione attiva; nella media Ue il 69.9; ma in Germania (la prima potenza industriale, noi siamo la seconda) il 77.2%. Queste sono medie, se guardiamo dentro la realtà italiana troviamo aree che superano la quota europea e aree d’inammissibile arretratezza. Non solo lavoriamo in pochi, ma non si trovano italiani disposti o capaci di fare molti lavori. Siccome la crescita della ricchezza è frutto del lavorare e dell’intraprendere, noi sommiamo una crescita inferiore al possibile e uno squilibrio territoriale non sostenibile. E questo ci porta al Def.

La dottrina spendarola, a destra e a sinistra, detta una solenne sciocchezza: più lo Stato spende e più si cresce. Se fosse vero, con il debito che ci ritroviamo e, quindi, la spesa in deficit fatta, dovremmo essere i campioni europei. Ma non è vero. Però è affasciante, specie se si punta a raccattare voti usando i soldi dei contribuenti onesti. Per questo è significativamente positivo che il Def descriva un calo progressivo del peso del debito pubblico sul prodotto interno lordo, in continuità con i conti del governo Draghi. Perché segnala che non si è abbracciata la dottrina spendarola. E questo origina già dalla campagna elettorale, quando Forza Italia e Lega reclamavano lo spendarolo “sfondamento di bilancio” e Fratelli d’Italia s’opponeva. Il partito d’opposizione era più draghista dei due al governo. E questo è il punto relativo alla partita politica. Ci arriviamo.

Nel Def il deficit resta alto (4.5), ma in linea con le previsioni. Il 2023 si conferma anno di crescita (l’opposto della recessione inesistente, di cui si strillazzava in campagna elettorale), semmai più marcata: 1%. Senza, però, che ci sia traccia dei soldi Pnrr. Non che il governo non pensi di utilizzarli (sarebbe una follia), ma, prudentemente, non ne contabilizza gli effetti nell’immediato, guarda un po’ oltre. Se tutto andrà per il meglio, insomma, si rivedrà al rialzo la crescita e il governo (giustamente) s’attaccherà una medaglia al petto. Ma può andare per il meglio? Qui si arriva alle nomine.

Sono sempre state politiche e sono sempre state spartitorie. I moralismi a intermittenza sono immorali. Preferirei meno Stato nel mercato e diversa procedura, ma questa è la zuppa ed è inutile far boccuccia. La novità è un’altra: da quelle grandi società passa parte significativa delle opere Pnrr. Qui non si giocano delle poltrone, ma la testa dell’operazione. Non è che Meloni, come taluni scrivono, voglia tutto per sé, è che non vuole si riproduca la divisione della campagna elettorale sullo sfondamento, per cui taluni puntano al fallimento per poi inscenare il vittimismo e la rottura europea (con il plauso del Cremlino). Sono forze che vogliono ingabbiare una Meloni già impastoiata con le proprie stesse parole sbagliate: si è ancora fermi sulla concorrenza e il 20 aprile si pronuncia la Corte di giustizia sui balneari.

L’interesse dell’Italia è che quegli investimenti riescano. Un dovere da definire e adempiere. Sarebbe interesse comune che anche l’opposizione se ne rendesse conto, anche perché governare dopo un fallimento sarebbe atroce. Ma, riuscendoci, il partito pragmatico di centro diventerà l’attuale destra e quelli che volevano stare al centro verranno sbattuti alla destra protestataria. A quel punto o si fa il salto, portando in Parlamento il dialogo istituzionale, o si resta nella marana delle false alleanze, incapaci di governare.

La Ragione

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Etiopia, 47.000 nuovi sfollati da 10 woreda del Tigray occidentale arrivano a Endabaguna, vicino Shire


“Ieri ho avuto una discussione molto produttiva con Claude Jibidar, direttore nazionale WFP – World Food Programme Ethiopia, sulle operazioni di WFP in Tigray e sulla necessità di coordinare i nostri sforzi per il futuro. Pur elogiando WFP Ethiopia per il
“Ieri ho avuto una discussione molto produttiva con Claude Jibidar, direttore nazionale WFP – World Food Programme Ethiopia, sulle operazioni di WFP in Tigray e sulla necessità di coordinare i nostri sforzi per il futuro. Pur elogiando WFP Ethiopia per il suo impegno nei confronti del popolo del Tigray durante il nostro calvario negli ultimi anni, ho anche evidenziato quali aree vorremmo che i nostri partner estendessero il loro sostegno per aiutare i nostri concittadini laboriosi a rimettersi in piedi, contribuendo così a ridurre la pressione sulla comunità internazionale. Abbiamo anche sottolineato la necessità di lavorare insieme nell’affrontare la crescente sfida della diversione e della vendita di aiuti alimentari destinati ai bisognosi. Abbiamo anche concordato di adottare misure appropriate contro le persone coinvolte in tali comportamenti abominevoli e di garantire che gli aiuti raggiungano effettivamente i beneficiari target in modo tempestivo.”


Queste sono le parole di Getachew Reda, l’odierno capo amministratore regionale ad interim – IRA, dello stato regionale del Tigray, Etiopia. IRA istituita come prassi dettata dall’accordo di Pretoria firmato il 2 novembre 2022. Accordo di cessazione ostilità tra il governo federale etiope ed il TPLF – Tigray People’s Liberation Front dopo più di 2 anni di guerra genocida. Guerra che è stata denunciata come la più atroce degli ultimi anni e per cui è stato stimato un numero superiore alle 600.000 vittime tra i civili.

La dichiarazione di Getachew Reda è del 12 aprile 2023, l’incontro con il funzionario del WFP avvenuto il giorno precedente.

Sostituzione etnica, parole che non sono solo slogan di propaganda come quelle della premier italiana Giorgia Meloni


Il Tigray occidentale è ancora sotto occupazione Amhara. Il governo regionale amhara durante la guerra genocida in Tigray ha occupato quel territorio rivendicandolo storicamente sotto la sua giurisdizione.

Le forze speciali amhara sono state denunciate ed è stato confermato la loro attività di pulizia etnica nei confronti del popolo tigrino, come crimine di guerra per sfollarli forzatamente da quell’area.

Oggi, a più di 5 mesi dell’accordo di Pretoria e che impone il ritiro di tutte le forze esterne dal Tigray, gli amhara sono ancora presenti e stanno perpetrando ancora la loro volontà politica di pulizia etnica.

Tigrai TV in un recente servizio ha riportato la testimonianza per mezzo video delle preoccupazioni di etiopi di origine tigrina che denunciano questi atti rivendicati come atti di sostituzione etnica.

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47.000 nuovi sfollati da 10 woreda [distretti] del Tigray occidentale arrivano a Endabaguna, vicino Shire


Almeno 47.000 nuovi sfollati interni (IDP) che sono fuggiti da dieci woreda [distreetto] nel Tigray occidentale, che è sotto l’occupazione delle forze Amhara, sono arrivati ​​a Endabaguna, vicino alla città di Shire nella zona del Tigray nordoccidentale nell’ultimo mese,

Questa è stata la dichiarazione di Getu Dejen, l’amministratore ad interim dell’Endabaguna Woreda, ad Addis Standard.

Secondo Getu, alcuni degli sfollati si trovavano nel centro per sfollati di Maitsebri, mentre altri hanno lasciato le loro case a Maigaba, Tselemti, Korarit, Welkayit e Qafta woredas, tra gli altri, dall’inizio di marzo a causa delle rinnovate persecuzioni e pressioni sull’etnia tigrina. Anche donne, ragazze e bambini sono tra gli sfollati.

Alcune testimonianze tra i migliaia di sfollati interni IDP


Nigus Teklay (nome cambiato per motivi di sicurezza) un 39enne, fuggito dalla woreda di Tselemti con 3 membri della sua famiglia, un mese fa, ha dichiarato:

“Me ne sono andato prima che accadesse qualcosa di peggio a me e alla mia famiglia”.


Ha aggiunto che un gruppo armato noto come “Fano” ha costretto i tigrini etnici a lasciare l’area.

“Ho contato un mese da quando sono stato trasferito a Endabaguna. Non ci sono aiuti umanitari, cibo e medicine. Sto nutrendo i miei figli chiedendo l’elemosina e vendendo alcuni materiali per strada “


Rahel Hayle, una ragazza di 20 anni, che ha raggiunto Endabaguna da Maitsebri a metà marzo dopo aver viaggiato a piedi per 10 giorni, ha detto che:

“I gruppi armati nella zona stavano molestando donne e ragazze e commettendo crimini contro i tigrini etnici”


Quindi e ha deciso di partire.

Rahel è tra gli sfollati che sono stati accolti nel centro IDP di Maitsebri da quando è scoppiata la guerra nel 2020.

La sua famiglia è fuggita in Sudan e ha vissuto in situazioni precarie senza molti aiuti umanitari per due anni a Maitsebri prima di arrivare a Endabaguna settimane fa.

“Anche dopo il mio arrivo qui tre settimane fa, non ho ricevuto alcuna assistenza. Dormo sul pavimento, è una sfida soprattutto per le ragazze e le donne”


Getu, l’amministratore ad interim, ha affermato che il numero di sfollati interni a Endabaguna era di circa 8000 all’inizio del mese di marzo, ed è salito a 47.000 nelle ultime settimane.

Ha aggiunto che questi sfollati appena arrivati ​​non ricevono aiuti umanitari come cibo e medicine.

Nonostante la denuncia a diverse ONG e agenzie umanitarie, l’amministratore ad interim Getu ha segnalato che non sono state avanzate attività significativa per sopperire al problema ed alla mancanza di consegna di materiale salvavita.

Ha aggiunto che gli sfollati non hanno un riparo adeguato e vivono in condizioni di pericolo di vita con bambini e donne che chiedono cibo per le strade.

Surafel Araya, amministratore della zona nord occidentale del Tigray, ha confermato la gravità del contesto invitando gli organismi interessati a prestare la dovuta attenzione ai nuovi sfollati sfollati che arrivano nella zona.

La questione, la gravità e la precarietà di vita, di sussistenza di decine di migliaia di persone sfollate in Tigray stabile, ma altamente critica: una priorità assoluta quela della tutela alla vita.

Approfondimenti:


tommasin.org/blog/2023-04-12/e…



Tokyo finanzierà un polo industriale in Bangladesh


L'India e il Giappone hanno già sviluppato congiuntamente progetti infrastrutturali in Bangladesh, nello Sri Lanka e in Africa, come alternativa all'iniziativa Belt and Road promossa dalla Cina L'articolo Tokyo finanzierà un polo industriale in Banglades

di Redazione

Pagine Esteri, 12 aprile 2023 – Il governo del Giapponeha proposto di sviluppare un polo industriale in Bangladesh con catene di approvvigionamento verso gli Stati nordorientali dell’India, privi di sbocco sul mare, e verso il Nepal e il Bhutan, realizzando un nuovo porto e i trasporti nella regione.

La proposta giunge dopo la visita, realizzata in Indiail mese scorso, del Primo Ministro giapponese Fumio Kishida. Durante il viaggio Kishida ha promosso l’idea di un nuovo polo industriale per la Baia del Bengala e l’India nord-orientale, che potrebbe sostenere lo sviluppo della regione abitata da 300 milioni di persone.

Dopo la visita di Kishida, il suo governo ha approvato un finanziamento al Bangladesh di 1,3 miliardi di dollari per tre progetti infrastrutturali, tra cui un nuovo porto commerciale nell’area di Matarbari con collegamenti agli Stati indiani adiacenti senza sbocco sul mare, tra cui il Tripura. Il progetto previsto di Matarbari consentirebbe la realizzazione del primo porto in acque profonde del Bangladesh in grado di ospitare navi di grandi dimensioni.

«Può essere un piano vantaggioso per l’India e il Bangladesh», ha detto martedì Hiroshi Suzuki, ambasciatore del Giappone in India, citando la proposta del polo industriale durante un incontro di funzionari indiani, bangladesi e giapponesi ad Agartala, la capitale dello Stato di Tripura (nel nord-est della penisola indiana).

Il rappresentante diplomatico ha detto che il porto marittimo dovrebbe diventare operativo entro il 2027 diventando la chiave per costruire un polo industriale che colleghi la capitale del Bangladesh, Dhaka, alle aree dell’India che non possiedono uno sbocco sul mare. Lo Stato di Tripura si trova a circa 100 chilometri dal porto marittimo proposto e potrebbe rivelarsi una porta d’accesso per gli esportatori regionali (in primis quelli giapponesi), ha dichiarato Sabyasachi Dutta, responsabile di Asian Confluence, un think tank che ha organizzato l’incontro di due giorni.

L’Indiae il Giappone hanno già sviluppato congiuntamente progetti infrastrutturali in Bangladesh, nello Sri Lanka e in Africa, come alternativa all’iniziativa Belt and Road promossa dalla Cina, al fine di contrastare la diffusione dell’influenza di Pechino. Alla fine di dicembre nella capitale Dhaka è stata inaugurata la prima linea di metropolitana attiva in Bangladesh, realizzata grazie a ingenti finanziamenti giapponesi.
Attualmente più di 300 aziende giapponesi operano già in Bangladesh e si prevede che i due Paesi firmino presto un accordo di partenariato economico che potrebbe dare ulteriore impulso all’industria manifatturiera ed attirare altre aziende straniere.

Il Primo Ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina, visiterà il Giappone dal 25 al 28 aprile su invito di Kishida. – Pagine Esteri

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CHARLES MICHEL CONFERMA: L'EUROPA SI STA PREPARANDO ALL'"AUTONOMIA STRATEGICA"

@Politica interna, europea e internazionale

Il presidente del Consiglio europeo afferma che l'UE non può "seguire ciecamente e sistematicamente" Washington.

Mentre la polemica cresce intorno ai commenti di Macron secondo cui l'Europa dovrebbe resistere alle pressioni per diventare "seguace dell'America", Michel ha suggerito che la posizione del politico francese non era isolata tra i leader dell'UE. Mentre Macron ha parlato come presidente francese, le sue opinioni riflettono un crescente cambiamento tra i leader dell'UE, ha affermato Michel.

"C'è stato un balzo in avanti sull'autonomia strategica rispetto a diversi anni fa", ha detto Michel al programma televisivo francese La Faute à l'Europe (che ha una partnership con POLITICO) in un'intervista che andrà in onda mercoledì.

L'articolo di Clothilde Goujard è su Euractiv


Il presidente del Consiglio europeo Charles MichelCharles Michel. foto di John Thys/AFP via Getty Images

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Informa Pirata
@Andrea forse non sarà il momento, ma qui non si tratta più solo di un leader in difficoltà come Macron che cerca di vellicare la grandeure e le reminescenze gaulliste di alterità alla NATO, mentre tenta di nascondere le difficoltà interne con la stessa goffagine con cui prova a sfilarsi il suo Bell & Ross... Qui si tratta del presidente del Consiglio Europeo che, in totale opposizione alla presidente della Commissione, se ne esce con un messaggio che per noi cittadini è confuso, ma che per il suo destinatario è decisamente chiaro. Ma chi è il suo destinatario? I democratici statunitensi? La Cina? La Russia? Non è chiaro...
L'autonomia strategica europea è scritta nero su bianco in un documento di quest'anno, ma che due leader la tirino fuori in questa fase è chiaramente qualcosa che va oltre l'occasionalità
Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Informa Pirata
@Andrea Michel sarà pure una sega come diplomatico, ma ha uno staff di altissimo livello e collabora a stretto contatto con molte cancellerie europee. La sua uscita non è una gaffe


MEPs to call for renegotiation of EU-US data transfer framework


EU lawmakers are set to adopt a non-binding resolution urging the European Commission not to endorse the Data Privacy Framework for transatlantic data flows until fundamental rights concerns are fully addressed. The draft motion, seen by EURACTIV, is expected to...


euractiv.com/section/data-priv…




"Siamo con i comitati e la loro proposta di alternative. Il referendum è una furbizia, altroché democrazia". Saremo con i cittadini e le cittadine il 19 apri


Dopo il riscontro ottenuto nelle prime tre settimane, l’esposizione de “Il libro del mese” dedicata al Centenario dell’Aeronautica Militare proseguirà fino al 28 aprile.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.



MYANMAR. Almeno 80 gli uccisi dall’attacco aereo contro raduno per democrazia


Attorno alle 7:40 di ieri (ora locale) un jet ha sganciato bombe sui civili, sui quali ha aperto il fuoco anche un elicottero. L'articolo MYANMAR. Almeno 80 gli uccisi dall’attacco aereo contro raduno per democrazia proviene da Pagine Esteri. https://pa

della redazione

Pagine Esteri, 12 aprile 2023 – Almeno 80 persone, incluse donne e bambini, sono state uccise a seguito di un raid aereo governativo contro un raduno pro-democrazia nel nord-ovest del Paese. Secondo il quotidiano Nikkei, l’attacco si è verificato durante una cerimonia per l’insediamento dell’amministrazione locale nella regione di Sagaing. Attorno alle 7:40 di ieri un jet ha sganciato bombe sui civili, sui quali poi ha aperto il fuoco anche un elicottero.

Alla fine del mese scorso, durante la parata militare per la Giornata delle forze armate, il capo della giunta Min Aung Hlaing aveva annunciato ribadito che l’esercito intraprenderà “un’azione decisiva” contro gli oppositori e i gruppi armati etnici che li sostengono facendo riferimento indiretto all’esecutivo ombra dell’opposizione formato dai dirigenti della Lega nazionale per la democrazia (Lnd) della deposta leader Aung San Suu Kyi.

La strage di civili è stata seguita da una ampia condanna internazionale della dittatura militare che controlla Myanmar. La giunta ha reagito respingendo accuse e critiche ma poco più di due anni dal golpe del primo febbraio 2021, che ha deposto il governo di Aung San Suu Kyi, il governo militare appare se,mpre più fragile. Il mese scorso la giunta aveva annunciato la proroga dello stato d’emergenza e il rinvio dei piani per un ritorno alle urne, inizialmente fissato per agosto 2023.

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Hikikomori. Un’indagine in Italia | La Città di Sotto

"I ragazzi e le ragazze in ritiro sociale volontario usano l’isolamento come forma di autodifesa, rispondendo con questa forma di resistenza ai principi, ai dettami, ai tempi e alle forme relazionali di una società che li vuole sempre prestazionali, impeccabili, senza possibilità di errore. Abbiamo voluto accendere una luce sulle loro storie e bussare a quelle porte chiuse. Non per giudicarli, ma per provare a riaccompagnarli al mondo."

lacittadisotto.org/2023/04/12/…



Il carburante della Russia arriva in Iran su rotaia


Mosca consegna a Teheran, nei primi 3 mesi dell'anno, 30.000 tonnellate di gasolio e benzina L'articolo Il carburante della Russia arriva in Iran su rotaia proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/04/12/medioriente/il-carburante-della-rus

Pagine Esteri, 12 aprile 2023 – È cominciata negli ultimi mesi l’esportazione di carburante russo verso l’Iran. Il massiccio accordo energetico tra Mosca e Teheran era stato siglato lo scorso anno, per un valore di 40 miliardi di dollari.

Con l’inizio della guerra in Ucraina e in seguito alle sanzioni imposte dai Paesi occidentali alla Russia, il Cremlino aveva necessità di trovare nuove vie di esportazione per i propri carburanti. E così, tra febbraio e marzo, secondo i dati diffusi, attraverso le proprie fonti, dall’agenzia Reuters, la Russia ha consegnato 30.000 tonnellate di gasolio e benzina all’Iran.

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Carri cisterna per il trasporto di petrolio su rotaia

I carichi di carburante hanno attraversato il Kazakistan e il Turkmenistan su rotaia. Non senza difficoltà: è previsto per quest’anno un aumento delle forniture ma la congestione ferroviaria potrebbe rallentare il progetto. Un volta in Iran, parte dei carburanti sono stati inviati su camion ai paesi vicini, compreso l’Iraq.

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Una raffineria di petrolio in Iran

Prima della guerra in Ucraina la Russia forniva piccole quantità di carburante a Teheran e tutte attraverso il Mar Caspio. Come è noto, l’Iran possiede grandi giacimenti e raffinerie ma a quanto pare la produzione interna non riesce più a soddisfare la domanda, che negli ultimi anni è aumentata.

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Gli stipendi devono crescere poco: il governo Meloni lo ha scritto davvero | L'Indipendente

«Il governo Meloni tutelerà la “moderazione della crescita salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”, come si legge nel comunicato stampa dell’ultimo Consiglio dei ministri. In poche parole, gli stipendi devono crescere poco perché tanto, prima o poi, l’inflazione si arresterà risolvendo il problema. A pagarne le spese, nel frattempo, è il potere di acquisto degli italiani che per sopravvivere tra inflazione e caro vita devono attingere ai propri risparmi.»

lindipendente.online/2023/04/1…



In Cina e Asia – Pechino si prepara a regolamentare i chatbot


In Cina e Asia – Pechino si prepara a regolamentare i chatbot 6510535
I titoli di oggi:

Pechino si prepara a regolamentare i chatbot
Gli Usa aiuteranno Taiwan a aumentare la propria partecipazione internazionale
Le preoccupazioni di Seoul per la fuga di documenti del Pentagono
Myanmar, raid aereo fa strage di civili
No allo stress. Sì a lavori ordinari e meditazione

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17-21 aprile, Privacy Symposium


Il 18 e 20 aprile 2023 avrò l’onore di partecipare al Simposio internazionale sulla privacy a Venezia per sostenere il dialogo internazionale e la cooperazione. Scopri di più su privacysymposium.org


guidoscorza.it/12-21-aprile-pr…



Il Cile approva la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore


Questo successo del presidente Boric giunge dopo alcune battute d'arresto, come la bocciatura della nuova costituzione progressista e di un disegno di legge fiscale. L'articolo Il Cile approva la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore proviene da

della redazione

Pagine Esteri, 12 aprile 2023 – Il Congresso cileno ha approvato un disegno di legge per ridurre gradualmente la settimana lavorativa da 45 ore a 40 ore. Si tratta di una vittoria legislativa molto importante per il presidente socialista Gabriel Boric che si è insediato lo scorso anno promettendo un programma ambizioso di riforme sociali ed economiche.

Questo successo, che contribuisce a smantellare il sistema economico cileno fondato sul liberismo, giunge dopo alcune battute d’arresto, come la bocciatura della nuova costituzione progressista e di un disegno di legge fiscale.

La nuova legge prevede un’ora in meno alla settimana di lavoro all’anno fino a quando la settimana lavorativa non raggiungerà le 40 ore, portando il Cile in linea con la maggior parte delle nazioni industrializzate. Al Congresso ha avuto un sostegno schiacciante, con 127 voti a favore e solo 14 contrari.

Diverse aziende in Cile hanno già annunciato che adotteranno il disegno di legge, incluso il gigante statale del rame Codelco, che all’inizio di quest’anno aveva annunciato di voler ridurre la settimana lavorativa a 40 ore entro il 2026. Imprese più piccole invece hanno criticato la nuova legge, affermando di non avere risorse sufficienti per assumere più lavoratori e sostituire le ore di lavoro perse. Il ministro del lavoro Jeannette Jara ha detto ai giornalisti che l’attuazione graduale è stata progettata per affrontare proprio questo problema ma, ha poi sottolineato, “la cosa principale è che dobbiamo fare progressi nei diritti dei lavoratori”.

La società di design Organic Style, che ha introdotto volontariamente la settimana di 40 ore durante la pandemia, ha affermato che il cambiamento si è rivelato positivo. “È un’ottima iniziativa che ha cambiato le nostre vite”, ha dichiarato la proprietaria Danitza Becerra. Pagine Esteri

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pagineesteri.it/2023/04/12/ape…



L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa dell’Est


Reparti italiani erano già stati schierati nella Repubblica Slovacca nell’estate del 2019 per una vasta esercitazione NATO. Ora arrivano una batteria di missili terra-aria e 150 artiglieri L'articolo L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa del

di Antonio Mazzeo

Pagine Esteri, 11 aprile 2023 – I cacciabombardieri dell’Aeronautica italiana prima in Polonia ai confini con l’enclave russa di Kaliningrad e poi, con i velivoli-spia, a Costanza, Romania, nel Mar Nero; oltre 1.550 militari dei reparti di pronto intervento dell’Esercito e centinaia di blindati, obici e carri armati in Lettonia, Ungheria e Bulgaria e, adesso, finanche una batteria di missili terra-aria e 150 artiglieri nella piccola repubblica centro-orientale della Slovacchia.

L’Italia si conferma come uno dei più agguerriti membri della NATO e rafforza ulteriormente la sua presenza nell’insidioso scacchiere geostrategico dell’Europa orientale nell’ambito delle politiche inter-alleate di sostegno alle forze armate ucraine contro la Russia di Putin.

A fine febbraio il Ministero della Difesa, tramite il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha ordinato il rischiaramento del sistema missilistico terra-aria SAMP/T di produzione italo-francese nella base aerea di Malacky, sede del 46° Stormo dell’Aeronautica slovacca.

Il trasferimento della batteria missilistica e del contingente dell’Esercito proveniente in buona parte dal Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia e dal dipendente 4° Reggimento “Peschiera” di Mantova si è concluso a fine marzo e dal 1° aprile missili e militari sono impiegati in Slovacchia nell’ambito dell’operazione NATO denominata “Enhanced Vigilance Activity”.

Al Task Group rischiarato a Malacky hanno fatto visita lunedì 3 aprile il Comandante del COVI, generale Francesco Paolo Figliuolo, e l’ambasciatrice d’Italia in Slovacchia, Catherine Flumiani. “Il contingente sarà impegnato in attività funzionali al raggiungimento della cosiddetta Readiness Verification della NATO, che gli consentirà di conseguire la Piena capacità operativa e al sistema SAMP/T di inserirsi nella rete Integrated Air and Missile Defense dell’Alleanza”, riporta lo Stato Maggiore della difesa. “Si darà così continuità all’iniziativa di rafforzamento della difesa aerea di un Paese Alleato, rafforzando i confini e contribuendo alla deterrenza sul fianco orientale dell’Alleanza Atlantica”. (1)

L’invio in Slovacchia del sistema di guerra terra-aria era stato preannunciato a metà gennaio dal ministro Guido Crosetto in un’intervista all’agenzia ADNKronos. Riferendo di una telefonata avuta con il Segretario alla Difesa USA Lloyd J. Austin, Crosetto aveva aggiunto che una batteria antiaerea e antimissile SAMP/T avrebbe rimpiazzato in Slovacchia i missili Patriot di US Army che “verranno trasferiti in Germania per essere sottoposti a manutenzione”. (2)

Sviluppato nei primi anni 2000 nell’ambito del programma di cooperazione italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria), il SAMP/T – spiega lo Stato Maggiore – è un “sistema missilistico di ultima generazione, caratterizzato da una particolare tecnologia che consente elevate flessibilità, mobilità e rapidità di impiego”.

“Il SAMP/T nasce dall’esigenza di disporre di un sistema a media portata idoneo a operare in nuovi scenari operativi, prioritariamente caratterizzati da ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea ed elevata mobilità”, aggiunge la Difesa. “L’attuale versione del SAMP/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio”.

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Il sistema è stato progettato e realizzato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. Fa uso del missile Aster 30 dotato di una testata esplosiva da 20 kg e una velocità massima di volo di 1.400 metri al secondo. Il missile può volare a un’altitudine di 25 km e ha un raggio d’azione di 100 km per l’intercettazione di aerei e 25 km per quella dei missili. Ogni lanciatore è posizionato su un veicolo Astra/Iveco o Renault-TRM-10000 ed è equipaggiato con otto missili intercettori all’interno di container da trasporto che vengono posti in posizione eretta prima del lancio. Il SAMP/T include anche un sofisticato radar muti-funzione Thompson-CSF “Arabel”. (3) Il costo di ogni singola batteria SAMP/T è stimato in circa 800 milioni di euro.

Attualmente l’Esercito italiano ha in dotazione cinque sistemi SAMP/T, operativi dal 2013. Essi sono stati impiegati fra il 2015 ed il 2016 a Roma per la sorveglianza dei cieli della Capitale in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia; una seconda batteria ha operato in Turchia nell’ambito dell’operazione NATO Active Fence dal giugno 2016 al dicembre 2019, nei pressi della città di Kahramanmaras, sul confine sud-est dell’Alleanza Atlantica. Una batteria di missili terra-aria è attualmente schierata in Kuwait nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve a guida statunitense, contro le milizie dell’ISIS in territorio iracheno e siriano.

Indiscrezioni raccolte dal sito specializzato Analisi Difesa e rese note la scorsa settimana, confermerebbero che un’altra batteria di SAMP/T, “composta da componenti francesi ed italiane”, è stata fornita pure all’Ucraina e “sarebbe già operativa”. (4) La consegna dei missili terra-aria alle forze armate di Kiev era stata concordata dai ministri della difesa di Italia e Francia nel corso di un colloquio telefonico il 3 febbraio scorso. Successivamente è trapelata la notizia che un’aliquota di una ventina di militari ucraini ha concluso una fase di addestramento per l’utilizzo del sistema d’arma a Sabaudia (Latina), presso il Comando Artiglieria Controaerei dell’Esercito, lo stesso a capo della nuova missione in Slovacchia.

Reparti delle forze armate italiane erano state schierate nella Repubblica Slovacca nell’estate del 2019 per partecipare ad una vasta esercitazione NATO (Toxic Valley) in cui sono state testate le capacità delle unità specialistiche nella guerra CBRN (chimica-batteriologica-radiologica-nucleare). Nello specifico nell’area addestrativa di Zemianske Kostol’any il personale del 7° Reggimento Difesa CBRN “Cremona” dell’Esercito di stanza a Civitavecchia ha schierato un laboratorio mobile campale per l’identificazione di agenti chimici, biologici e radiologici al fine di “affinare e validare le procedure di preparazione e analisi di campioni contaminati su matrici di diversa natura (quali gomma, terreno, liquidi, etc.)”. (5)

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, le relazioni militari-industriali tra Italia e Slovacchia si sono fatte più strette. Nella prima settimana di aprile del 2022 l’ambasciatrice d’Italia Catherine Flumiani si è incontrata con il segretario alla Difesa slovacco Marian Majer per discutere “dell’attuale situazione della sicurezza in relazione all’aggressione russa e alle possibilità di approfondire la cooperazione bilaterale esistente”. Sempre secondo l’Ambasciata italiana a Bratislava, il segretario Majer “ha illustrato i passi fatti per la creazione di un gruppo di battaglia tattico avanzato in Slovacchia a rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza”, simile a quello già operativo in Lettonia in ambito NATO con la partecipazione italiana e slovacca. “Majer ha inoltre informato Flumiani delle priorità del governo in tema di difesa, e in particolare l’ammodernamento in corso delle Forze armate; ha inoltre proposto di riprendere le consultazioni su una più stretta cooperazione in campo militare, nonché di esaminare le possibilità di un’eventuale istituzione di un ufficio di addetto militare slovacco in Italia”. (6)

Per rafforzare la partnership italo-slovacca, l’11 maggio il segretario alla Difesa Marian Majer si è recato in visita a Roma dove ha incontrato l’allora sottosegretaria di Stato, Stefania Pucciarelli. “Molti i punti trattati durante l’incontro dalla cooperazione bilaterale nel quadro del comune impegno per la stabilità e sicurezza del continente europeo in tutti i domini militari e nella formazione/addestramento nei vari settori delle forze armate delle due nazioni, alla analisi del conflitto Russo/Ucraino dove il Senatore Pucciarelli ha espresso l’apprezzamento del Governo Italiano per il supporto slovacco alle Forze Armate Ucraine”, riporta in modo contorto l’ufficio stampa della Difesa.

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“Il Ministero della Difesa e l’industria Italiana confermano la piena disponibilità a supportare le esigenze di rinnovamento delle Forze Armate Slovacche, con soluzioni tecnologicamente avanzate e collaborazione con le aziende slovacche per portare lavoro e tecnologia innovativa al paese”, si legge ancora nel comunicato di Palazzo Baracchini. “Entrambe le parti hanno reciprocamente auspicato una sinergia fattiva anche nel settore della Cyber Security, attraverso il Cyber Range che la Difesa Italiana sta sviluppando nell’ambito cooperazione europea”. (7) Il Cyber Range è un poligono virtuale dove le forze armate si addestrano alle guerre cibernetiche ed è stato realizzato in cooperazione con la holding Leonardo SpA.

Dopo il faccia a faccia con la sottosegretaria Pucciarelli, Marian Majer e l’ambasciatrice della Slovacchia in Italia, Karla Wursterová, hanno raggiunto la base aerea di Galatina (Lecce) per vistare la Scuola di Volo internazionale del 61° Stormo dell’Aeronautica Militare, in particolare le strutture dedicate alla preparazione dei piloti di cacciabombardieri all’interno del Ground Based Training System con i simulatori T-346A “Master” prodotti anch’essi dal gruppo Leonardo.

Il 61° Stormo ospita personale militare proveniente da ben otto nazioni straniere (Arabia Saudita, Argentina, Austria, Giappone, Grecia, Qatar, Singapore e Stati Uniti d’America) e il segretario slovacco ha espresso l’interesse ad avvalersi delle infrastrutture addestrative di Galatina. L’Italia è un nostro partner importante con un ruolo fondamentale in ambito NATO ed è nostra ferma intenzione rafforzare questa cooperazione anche nell’ottica di rinnovare settori fondamentali della difesa e sicurezzaa partire dalle progettualità già in atto in ambiente aeronautico”, ha dichiarato Majer prima di rientrare a Bratislava.

Il 4 giugno 2022 è stata la sottosegretaria Stefania Pucciarelli a recarsi in visita in Slovacchia per incontrare Marian Majer e l’omologa rumena Simona Cojocaru e partecipare al Globsec2022 Bratislava Forum, una delle maggiori conferenze internazionali sui temi geo-strategici e delle nuove tecnologie promosso dal Ministero della difesa slovacco in collaborazione con la NATO, l’Unione europea e importanti gruppi industriali.

L’ultimo vertice politico e militare italo-slovacco si è svolto a Roma l’1 febbraio 2023: il neo-ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro degli Affari Esteri ed Europei della Slovacchia Rastislav Káčer si sono confrontati su “cooperazione in materia di sicurezza, cooperazione bilaterale e collaborazione in ambito NATO”, auspicando un “rafforzamento dei rapporti anche attraverso accordi intergovernativi G2Ggovernment to government”. (8)

Adesso la speranza di politici e industriali italiani è che il rischiaramento a Malacky della Contraerea dell’Esercito e dei missili SAMP/T stimoli gli interessi slovacchi per i vecchi e nuovi gioielli di morte made in Italy. In prima linea ci sono innanzitutto i manager di Leonardo (MBDA Italia, co-produttrice del sistema missilistico inviato, è controllata dalla holding). Il gruppo industriale-militare ha già ottenuto importanti commesse nel paese del’Europa orientale. Nell’ottobre del 2014 Alenia Aermacchi/Finmeccanica (oggi Leonardo) ed il Ministero della Difesa slovacco hanno firmato un contratto per la fornitura di due velivoli da trasporto tattico medio C-27J “Spartan” comprensivo del relativo supporto logistico iniziale e dell’ addestramento di piloti e addetti alla manutenzione. (9)

Quattro anni più tardi Leonardo ha siglato un accordo di collaborazione nel settore del munizionamento guidato di precisione con Konstrukta Defence, azienda slovacca leader nella progettazione e nello sviluppo di sistemi di artiglieria. “L’accordo, che prevede l’integrazione della munizione guidata di precisione Vulcano sviluppata da Leonardo nel sistema da 155mm/52cal Zuzana 2 di Konstrukta, consentirà alle due aziende di commercializzare e promuovere congiuntamente questa soluzione sui mercati internazionali, collaborando in maniera efficace e sinergica nell’ottica di un rafforzamento delle capacità di difesa comune europea”, hanno spiegato i dirigenti del gruppo italiano. “La partnership si inquadra a pieno nel contesto della PeSCo (Permanent Structured Cooperation), l’iniziativa europea finalizzata ad accrescere la capacità operativa delle Forze Armate degli Stati membri mettendo in comune risorse e sviluppando gli armamenti in maniera cooperativa”. (10)

Lo scorso anno, nel corso del Piestany Air Show in Slovacchia, Leonardo ha presentato alle autorità militari locali la nuova versione armata dei “caccia-addestratori” M-345. Questi velivoli sono stati progettati per l’addestramento basico e avanzato dei piloti militari ma sono stati poi convertiti per svolgere un’ampia gamma di “combattimenti leggeri negli scenari in evoluzione per le moderne forze aeree”. (11)

“Le elevate prestazioni garantite dall’avionica e la notevole capacità di carico esterno – oltre 1.000 kg, con quattro piloni sotto-ala – consentono all’M-345 di svolgere anche ruoli operativi difesa aria-aria e aria-suolo”, dichiarano enfaticamente i manager di Leonardo. (12) I velivoli sono predisposti all’uso di missili teleguidati aria-aria e di bombe da 500 libbre.

Note:

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PRIVACY DAILY 90/2023


La collaborazione tra Unione Europea e Corea del Sud in materia di privacy è sempre più stretta. Nel loro ultimo incontro, il presidente della Commissione per la protezione dei dati personali coreana Haksoo Ko e il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders hanno accolto con favore il forte partenariato tra la Repubblica di Corea... Continue reading →


Fr. #26 / Di faide social e spioni


Nel frammento di oggi: Scoppia la faida tra Twitter e Substack / Scrivi "based" e finisci nella watchlist dell'FBI / I dipendenti Tesla ti spiano nel garage / Meme e citazione del giorno.

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Elon Musk vs Substack


Paura e delirio nelle strade di Twitter per una faida tra Elon Musk e Substack. Tutto inizia qualche giorno fa, dopo l’annuncio di un nuovo servizio da parte della piattaforma che ospita anche Privacy Chronicles: Substack Notes, una sorta di estensione social che in sarà molto simile al funzionamento di Twitter.

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Re Elon non ha preso bene la notizia, iniziando così una serie di azioni di guerriglia contro tutto ciò che è Substack: tweet, menzioni, link. Ad esempio, negli ultimi giorni era impossibile interagire con i tweet contenenti link ad articoli su Substack, e i link stessi venivano identificati come contenuto potenzialmente malevolo. Una censura di massa che ha colpito anche me.

Twitter è fico, ma vogliamo parlare di Privacy Chronicles?

Oggi Elon sembra invece aver cambiato idea, e la situazione è tornata altrettanto velocemente alla normalità. Come mai? È una questione di proprietà privata e incentivi economici.

Come saprete, se c’è una cosa che Elon Musk odia più della concorrenza sono i mass media mainstream, che ricambiano cortesemente. Censurando Substack, una delle primarie fonti d’informazione alternative, Elon ha però finito per agevolare i primi, censurando la voce di milioni di persone che permettono a Twitter di essere quello che è.

Elon ha ragione da vendere a voler intralciare con ogni mezzo un suo competitor, ma non può farlo: censurare Substack significherebbe contraddire i suoi stessi principi e finire per autodistruggere ciò che rende Twitter un social unico nel suo genere.

Nel diventare il Regno di Elon Musk, Twitter oggi ha chiari incentivi economici per essere molto più equilibrato e libero rispetto a quando era invece una democrazia rappresentativa con un Board eletto, che non avendo skin in the game poteva prendere decisioni scellerate senza alcuna conseguenza.

Based FBI


Secondo un dossier FBI intitolato “Involuntary Celibate Violent Extremism” usare termini sui social come “Chad”, “Based”, “Red Pill”, “Stacy” potrebbe farvi finire in una watchlist di persone considerate a rischio di estremismo violento.

6507285Fonte: zerohedge.com/political/fbi-do…

Non è ben chiaro cosa ci faccia l’FBI con queste watchlist, ma dato che ricadono nell’ambito del terrorismo domestico, certamente nulla di buono.

Se i Twitter Files12 ci hanno insegnato qualcosa, è che della buona sorveglianza non va mai sprecata. Attività di questo tipo, agevolate dai social, possono portare a una profilazione politica delle persone che tornerà molto utile durante le prossime elezioni presidenziali.

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Tesla ti spia nel garage


Secondo il Seattle Times i dipendenti di Tesla avrebbero l’abitudine di guardarsi le registrazioni delle telecamere montate sulle Tesla e condividerle tra loro. Sì, anche i video registrati nei cortili di casa.

Per chi non lo sapesse, le automobili Tesla posseggono telecamere in grado di registrare e analizzare l’ambiente circostante grazie a un servizio chiamato Sentry Mode. Con il Sentry Mode l’auto può anche svolgere delle funzioni automatizzate come far suonare l’allarme nel caso in cui il sistema (dotato di algoritmi di machine learning, presumo) identifichi qualcosa come una minaccia. Le registrazioni sono ovviamente disponibili ai tecnici Tesla per diversi motivi, che ci fanno poi un po’ quello che vogliono.

Il Sentry Mode può essere configurato per evitare le registrazioni in alcuni luoghi e può anche essere disattivato, ma tra il dire e il fare… In ogni caso non c’è nessun problema: pare che Tesla abbia iniziato ad avvertire i clienti che il Sentry Mode potrebbe violare le normative sulla privacy.

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Certo è che il concetto di “auto-sorveglianza” assume tutto un altro significato.3

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Democracy virtually assures that only bad and dangerous men will ever rise to the top of government.”

Hans-Hermann Hoppe

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

La nuova arma legale degli Stati Uniti contro Cina e Russia

Il governo degli Stati Uniti ne è convinto: TikTok è un problema di sicurezza nazionale e va vietato. Il sentimento comune è che il social network di ByteDance potrebbe essere a tutti gli effetti un cavallo di Troia del governo cinese per spiare gli Stati Uniti. Come misura preventiva, già a dicembre l’installazione dell’app è stata vietata su qualsiasi dispositivo federale…
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4 days ago · 5 likes · Matte Galt

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