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Raid israeliano a Ramallah, feriti almeno sei palestinesi


Le forze armate israeliane sono state affrontate in diversi quartieri di Ramallah da gruppi di decine di giovani con lanci di pietre e bottiglie incendiarie. L'articolo Raid israeliano a Ramallah, feriti almeno sei palestinesi proviene da Pagine Esteri.

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della redazione

Pagine Esteri, 8 giugno 2023Irruzione la scorsa notte di ingenti forze militari israeliane nel cuore di Ramallah, città dove hanno sede la presidenza e il governo dell’Autorità nazionale palestinese. Decine di automezzi blindati hanno circondato l’appartamento della famiglia del prigioniero palestinese Islam Faroukh in un edificio residenziale a più piani nella zona di Ramallah Al-Tahta (la Città Vecchia) e dopo aver fatto uscire i genitori e le sorelle del detenuto, lo hanno fatto saltare in aria, provocando danni gravi anche ad altre abitazioni.

Islam Faroukh è in prigione per aver compiuto lo scorso novembre un doppio attentato a Gerusalemme in cui sono rimasti uccisi due israeliani. Israele oltre al carcere prevede anche la demolizione delle case dei palestinesi responsabili di attacchi e attentati, punendo in questo mondo anche i loro famigliari.

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Le forze armate israeliane sono state affrontate in diversi quartieri di Ramallah da gruppi di decine di giovani palestinesi con lanci di pietre e bottiglie incendiarie. Il Ministero della Salute ha riferito di ​sei feriti portati negli ospedali della città, alcuni dei quali colpiti da proiettili veri. I palestinesi denunciano attacchi di soldati israeliani ai giornalisti che stavano seguendo gli scontri. Un reporter, colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno, è stato portato all’ospedale.

Le forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese sono rimaste nelle loro caserme e non sono intervenute. Pagine Esteri

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PRIVACYDAILY


N. 135/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Gli utenti che caricavano “contenuti legati alla protesta” venivano identificati e monitorati, come sostiene l’ex dirigente di ByteDance Yintao Yu in un documento del tribunale statunitense. Secondo Yu, i membri del PCC erano anche in grado di accedere ai dati degli utenti di TikTok negli Stati Uniti. Un... Continue reading →


Transform! Europa, fondazione politica del Partito della Sinistra Europea (transform-network.net), svolge il proprio incontro/seminario periodico


Laura Tussi* Lo scorso venerdì 2 giugno si è tenuta a Cagliari una manifestazione indetta da A Foras a cui hanno partecipato decine di sigle del pacifismo


“Città ribelli”: dati aperti contro la sorveglianza - by Amnesty International

@Etica Digitale (Feddit)

L'evento si terrà l'8 giugno 2023 dalle h.18:15 alle 19:15 (ora italiana).

> Quando la polizia di New York ha respinto la richiesta della legge sulla libertà di informazione di Amnesty International di rilasciare informazioni sull'uso del riconoscimento facciale utilizzato, abbiamo deciso di mappare le telecamere a circuito chiuso che alimentano la tecnologia. Un anno dopo, abbiamo utilizzato questi dati raccolti in crowdsourcing per sviluppare uno strumento online di advocacy e consapevolezza che dimostra i risultati della nostra ricerca e rende i dati esplorabili. I dati aperti generati sono stati utilizzati per analizzare la relazione tra razza, spazio e sorveglianza e per esporre i modi in cui la piazza pubblica è minacciata come luogo di protesta, in particolare per le comunità di colore. Ma cos'altro possiamo ricavare da questo? In che modo i dati di sorveglianza generati dagli attivisti - in conversazione con set di dati aperti esistenti - possono aiutarci a rivendicare le nostre città? Come possiamo usare i dati aperti, incentrati su geografia e dati demografici in particolare.
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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20 milioni di multa a Microsoft per aver raccolto[/url illegalmente su Xbox i dati personali dei bambini]

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

Microsoft ha accettato di pagare una penale di 20 milioni di dollari per saldare le accuse della Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti secondo cui la società ha raccolto e conservato illegalmente i dati dei bambini che si sono registrati per utilizzare la sua console per videogiochi Xbox all'insaputa o al consenso dei genitori.

"L'ingiunzione da noi proposta rende più facile per i genitori proteggere la #privacy dei propri figli su #Xbox e limita le informazioni che #Microsoft può raccogliere e conservare sui bambini", [url=https://www.ftc.gov/news-events/news/press-releases/2023/06/ftc-will-require-microsoft-pay-20-million-over-charges-it-illegally-collected-personal-information]ha affermato Samuel Levine di FTC . "Questa azione dovrebbe anche chiarire abbondantemente che gli avatar dei bambini, i dati biometrici e le informazioni sulla salute non sono esenti dal COPPA ".

Il post completo è su The Hacker News

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Una guida a Lemmy per la comunità italiana

@Che succede nel Fediverso?

La guida può essere modificata! Quindi se trovate aspetti da migliorare o veri e propri errori, fateci sapere!


Ecco la guida italiana a Lemmy scritta “su Lemmy” per i profughi di Reddit e per gli utenti di Mastodon (e non solo) che vogliono usarla senza iscriversi a Lemmy


Ciao, questo è Lemmy!


Probabilmente sei giunto qui dopo avere saputo che Reddit non si accontenta più di mungere i dati personali degli utenti che si connettono dalla sua app ufficiale, ma ha deciso che fosse una buona idea taglieggiare anche gli sviluppatori di app indipendenti

Forse Reddit farà un passo indietro, ma a noi di feddit.it qusto non interessa.
A noi piace Lemmy e la sua interfaccia d’uso è fatta proprio per offrire agli utenti Reddit un’ambiente piacevole e stimolante ma che sia anche facile da imparare e da usare.

Tuttavia è comunque opportuno spiegare qualcosa per chi non è abituato alla “filosofia del Fediverso”.

A questo proposito suggeriamo anche la lettura di questa breve guida pubblicata proprio all'apertura della nostra istanza


Quanto costa iscriversi a feddit.it?


Nulla. Ma proprio nulla. Lemmy viene offerto gratuitamente e noi abbiamo deciso di sostenere i costi dei server per seguire questa istanza. A differenza di Reddit, infatti, noi non raccogliamo neanche dati personali, comportamentali o tecnici da rivendere a inserzionisti. Questa istanza è stata creata grazie a un progetto congiunto di poliverso.org, la più grande istanza italiana di Friendica nata per creare un’alternativa italiana a Facebook, e del sito lealternative.net.

Se ti è piaciuta questa guida, puoi prendere in considerazione l’idea di fare una donazione a Poliverso qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.

Se invece desideri premiare il lavoro che qui svolge l’infaticabile creatore de lealternative.net puoi sostenere direttamente quel progetto qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.

Cos’è il Fediverso?


Il Fediverso:
- è un’ecosistema di server indipendenti (chiamati “istanze”)
- che eseguono software diversi
- basati quasi sempre su software libero
- che, come i server di posta elettronica, consentono di comunicare tra di loro
- attraverso uno standard chiamato ActivityPub
- e che sono basati su due tipi di oggetti: le utenze e i messaggi.

A ogni istanza corrisponde un indirizzo web unico come nel caso della nostra istanza feddit.it.

Le utenze possono essere i singoli “utenti” oppure alcuni utenti speciali chiamati “gruppi”, che hanno selle proprietà particolari quali per esempio il fatto di essere usati come dei forum, come dei gruppi Facebook, come dei canali Youtube o, appunto, come dei “subreddit”.

A ogni utenza corrisponde un link univoco fatto più o meno così nome_istanza/(sintassi_specifica_di_ciascun_software/)nomeutente ma, come nelle email, gli utenti sono identificabili con un indirizzo standard che è sempre fatto così: @ + nomeutente + @ + nome_istanza
Nel caso della nostra istanza, per esempio, l’utente “poliverso” ha questo link feddit.it/c/poliverso e può essere menzionato con l’indirizzo @poliverso@feddit.it.

I messaggi possono essere anch’essi di due tipi: abbiamo infatti la forma più comune (chiamata “nota”) che è quella usata per sempio da Mastodon per simulare i tweet di Twitter oppure quella usata da tutti i software del fediverso per riepondere a un qualsiasi messaggio; ma abbiamo anche una forma particolare (chiamata “pagina”) che consente di aggiungere un “titolo/oggetto” al post e che è quella usata da software come Friendica quando vogliono pubblicare un post con il titolo, ma è anche quella usata da Peertube quando vuole pubblicare un video ed è quella che usa Lemmy quando vuole aprire un nuovo thread.
A ogni messaggio corrisponde sempre un link che costituisce l’identificativo univoco all’interno di internet; nel caso di questo messaggio, per esempio il link univoco è questo feddit.it/post/285572 ma:
- se leggiamo questo messaggio da un’altra istanza Lemmy come lemmy.ml, allora, nella nostra barra degli indirizzi, lo vedremmo scritto così lemmy.ml/post/1167088
- se lo leggiamo dall’istanza mastodon mastodon.uno lo leggeremmo così mastodon.uno/@informapirata@fe…
- se lo leggiamo dall’istanza mastodon sociale.network lo leggeremmo così sociale.network/@informapirata…
- se lo leggiamo dall’istanza Friendica poliverso.org, lo leggeremo così poliverso.org/display/762a4026…

Questo avviene perché ogni software del fediverso è in grado di riconoscere il link univoco e di “convertirlo” in un link tradotto nel linguaggio della propria piattaforma; per esempio il messaggio di risposta a questo è stato scritto da un software diverso da Lemmy, ossia Friendica (un’alternativa del Fediverso a Facebook): il suo link “vero” è questo XXXXXXXXXXXXXXXXX ma in questa istanza Lemmy, può essere letto anche in questo modo: XXXXXXXXXXXXXXXX

Ogni utente può agire sui messaggi con tutta una serie di azioni (chiamate “attività”) che consentono agli utenti di seguire un altro utente o una comunità, di inserire un like o di condividere un post.

I software del Fediverso sono di due tipi:
- i social network (come Mastodon, Friendica, Misskey, Pleroma, Pixelfed, Bonfire e tanti altri)
- i content aggregator (come Peertube, Funkwhale, Mobilizon, Bookwyrm e, tra tantissimi altri, anche Lemmy)

I content aggregator dispongono generalmente di tutte le funzioni “social” di un social network tranne il fatto che i propri utenti possono seguire solo altre utenze di tipo “gruppo”, ma non possono seguire altri utenti. Tuttavia gli utenti dei “sistemi non social” possono sempre interagire pienamente con gli utenti dei “sistemi social”, salvo il fatto che generalmente possono “incontrare” gli altri utenti solo dentro ai gruppi cui sono iscritti.

Cos’è Lemmy?


Lemmy è un “link aggregator”, ossia un sistema che consente agli utenti iscritti a un’istanza (ossia uno dei tanti server sparpagliati per la rete) di scegliere di seguire (in pratica, di sottoscrivere) le “comunità” tematiche di proprio interesse e di pubblicare un post con:
1) un link a una pagina web
2) un titolo
3) un testo descrittivo con testo formattato, link o immagini

Inoltre un utente può anche rispondere ai post altrui, votare positivamente o negativamente un post iniziale o un messaggio di risposta, quotare del testo, silenziare o bloccare un altro utente.

Infine un utente può anche creare (secondo le regole di ciascuna istanza, ossia di ciascun server) una propria comunità all’interno dell’istanza cui è iscritto e acquisire i privilegi di moderatore che gli consentono di creare una descrizione della propria comunità, di cancellare post o di sospendere gli utenti.
Per evitare la creazione di istanze duplicate o istanze fantasma, abbiamo deciso che nell’istanza feddit.it se un utente vuole creare una nuova comunità deve farsi prima autorizzare dagli amministratori. Il sistma sembra funzionare abbastanza bene e al momento le istanze feddit.it sono quasi tutte piuttosto attive e ben presidiate dai propri moderatori.

Le comunità di feddit.it sono tutte presenti a questo link: feddit.it/communities
Le comunità di tutte le istanze Lemmy sono invece navigabili a una pagina gentilmente creata dagli amministratori dell’istanza tedesca feddit.de: browse.feddit.de/

NB: le comunità di un’istanza sono visibili e sottoscrivibili da tutti gli utenti delle altre istanze: inoltre, l’utente di un’istanza può essere anche nominato moderatore di una comunità residente su un’altra istanza.

Come si usa Lemmy? Dipende…


Il modo in cui si usa Lemmy dipende dall’utente:
- se sei un utente proveniente da Reddit, puoi dare un’occhiata a questa risposta: Come iscriversi all’istanza italiana Lemmy feddit.it e come muovere i primi passi
- se sei un utente già iscritto a Mastodon, Friendica o a un altro software di microblogging del Fediverso, puoi dare un’occhiata a questa risposta: Ho già un account Mastodon o Friendica: come posso partecipare alle discussioni su Lemmy?
- se sei già iscritto su un’altra istanza Lemmy, puoi dare un’occhiata a questa rispostaHo già un account Lemmy: come posso partecipare alle discussioni di un’altra istanza?

Se ti è piaciuta questa guida, puoi prendere in considerazione l’idea di fare una donazione a Poliverso qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.> Ho già un account Lemmy: come posso partecipare alle discussioni di un’altra istanza?


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Paradossale


Per un Paese patologicamente indebitato è buona la notizia che i propri titoli vengano venduti con facilità. Ma prima di esagerare con i festeggiamenti sarà bene tenere presenti alcuni elementi. Si vende bene quel che rende bene e l’ultimo Btp italiano re

Per un Paese patologicamente indebitato è buona la notizia che i propri titoli vengano venduti con facilità. Ma prima di esagerare con i festeggiamenti sarà bene tenere presenti alcuni elementi.

Si vende bene quel che rende bene e l’ultimo Btp italiano rende più di quel che oggi i mercati offrono. Significa però che lo Stato, e per esso i contribuenti italiani, paga di più pur di finanziare il proprio debito. Non è che sia una goduria. Inoltre, il risparmio investito in Btp si traduce in spesa pubblica, non propriamente produttiva, ed è sottratto al finanziamento del sistema produttivo. Anche questo non è uno splendore.

Va così da molti anni. Troppi. Ora, però, è disponibile una cifra enorme – per un terzo regalata e per due terzi prestata a un tasso assai più basso di quello che paghiamo con quei titoli – destinata agli investimenti: i fondi europei Ngeu. Sarebbe orrido e paradossale che si fosse capaci di spendere quel che ci costa di più e non quel che ci è dato a prezzo di favore.

La Ragione

L'articolo Paradossale proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Proteggere i fondali marini. La sicurezza del dominio underwater


La dimensione subacquea sarà sempre più strategica nel futuro, e ormai costituisce quasi un vero e proprio sesto dominio operativo dopo terra, mare, cielo, spazio e cyber. In questo ambiente, distinto da caratteristiche fisiche estreme e complicate, per a

La dimensione subacquea sarà sempre più strategica nel futuro, e ormai costituisce quasi un vero e proprio sesto dominio operativo dopo terra, mare, cielo, spazio e cyber. In questo ambiente, distinto da caratteristiche fisiche estreme e complicate, per agire e garantire la sicurezza di queste infrastrutture, servirà sviluppare nuove tecnologie all’avanguardia. Di questo si è parlato all’evento Explore the unexplored: How to secure the underwater dimension, promosso nel contesto dell’evento Sea Future, a La Spezia, a bordo della Fremm Marceglia, ormeggiata presso l’Arsenale militare spezzino e moderato dal direttore di Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe. Al centro del dibattito, alla presenza del capo di Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Enrico Credendino, e aperto da un keynote speech del presidente del Centro studi internazionali (Cesi), Andrea Margelletti, il fatto che sotto la superficie del mare si toccano il dominio fisico dell’underwater e quello virtuale del cyber. Sui fondali marini, infatti, passa la quasi totalità delle informazioni e dei dati scambiati a livello globale, attraverso una fitta rete di cavi sottomarini.

La strategicità dell’underwater

“Il cosiddetto Mediterraneo allargato è l’area geografica del mondo che secondo Oracle/Renesys presenta alcuni dei Paesi a maggiore rischio di Internet disconnection” ha spiegato il vice presidente Product managment backbone and infrastructure solutions di Sparkle, Giuseppe Valentino, spiegando che questo è dovuto “alla scarsa diversificazione e resilienza di dorsali digitali”. Vista la strategicità delle dorsali, attraverso le quali passa il 98% delle informazioni a livello globale, è quindi fondamentale costruire dei sistemi a prova di attacco. Una necessità importante non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche per il ruolo che l’Italia intende assumere nel bacino del Mare nostrum. “Anche grazie alla capacità di Sparkle di mettere in sicurezza le infrastrutture esistenti – ha continuato il vice presidente – con misure fisiche e anche cyber, e sviluppandone di nuove e innovative, in particolare nel Mediterraneo, può emergere ancor di più il ruolo di hub digitale regionale del nostro Paese”

Come proteggere le piattaforme?

Per monitorare gli ampi fondali marini, indispensabile per garantire la sicurezza delle infrastrutture, dovranno essere sviluppati mezzi sempre più autonomi e in grado di raccogliere e analizzare i dati grazie all’impego avanzato dell’intelligenza artificiale. “A differenza di quanto accada in altri domini applicativi” ha spiegato il professor Giovanni Indiveri, docente di Informatica, bioingegneria robotica e ingegneria dei sistemi all’università di Genova e direttore del Centro nazionale ISME sui sistemi integrati per l’ambiente marino “nel caso di robot autonomi sottomarini cooperanti, le comunicazioni (acustiche) supportano anche la navigazione, oltre che la normale gestione della missione”. Obbiettivi di potenziali minacce, dunque, non sono solo le infrastrutture, ma anche i mezzi autonomi deputati alla loro protezione. “La cybersecurity è quindi ancora più importante, perché una minaccia cyber avrebbe un impatto sulla localizzazione, la navigazione ed il controllo della squadra oltre che sul payload dei dati”.

Cyber-sicurezza subacquea

In questo senso, allora, bisognerà sviluppare capacità avanzate di IA “per il supporto all’attività di analisi per prevenire e difendersi dagli attacchi cibernetici” ha spiegato il capo divisione formazione di Deas, Pietro Luciano Ricca. Capacità, quelle sviluppate dall’azienda, che sono state testate di recente nel corso dell’esercitazione di cyber-sicurezza della Marina militare Chironex 2023/1. Importante, per Ricca, sarà lo sviluppo proprio a La Spezia del Polo nazionale della subacquea, “dove le competenze relative alla cyber sicurezza potranno essere valorizzate, sia per l’uso della intelligenza artificiale, sia per la difesa dalle possibili minacce fisiche alla sicurezza materiale dei cavi sottomarini, sia per la sicurezza dei flussi dati e delle comunicazioni subacquee, che potrebbero essere minacciate da attività malevoli di spionaggio e furto di dati”.

Secure by design

A essere minacciati, infatti, saranno gli stessi canali di comunicazione impiegati dai mezzi autonomi, sia per coordinarsi tra loro, sia per comunicare con i centri di comando e controllo, come ha spiegato la professoressa Chiara Petrioli, docente di Informatica della Sapienza e ceo di Wsense. Per questo, sarà necessario sviluppare sistemi che abbiano nei prerequisiti quello di essere cyber-sicuri fin dalle prime fasi di progettazione (secure by design). Una necessità che coinvolgerà non solo i mezzi subacquei autonomi, ma in generale tutte le piattaforme che saranno chiamate ad operare nel dominio underwater.

Prevenire la minaccia

Un concetto confermato anche dall’ammiraglio Francesco Procaccini, capo reparto C4S e capo dell’Ufficio generale spazio e innovazione dello Stato maggiore della Marina: “Le implicazioni sulla sicurezza cibernetica derivanti dalla dimensione subacquea avranno sempre più, nel prossimo futuro, una rilevanza fondamentale per chi si confronta con lo sviluppo tecnologico e capacitivo.” Di fronte a questa consapevolezza, diventa “indispensabile pensare in anticipo alla protezione cyber delle nuove tecnologie subacquee che puntiamo a sviluppare”. Per riuscire in questa sfida, sarà necessario attuare una “innovazione culturale”, una radicale evoluzione del modo in cui si pensa alla commistione tra questi due mondi apparentemente distanti. “sostenendo lo sviluppo di un forte ecosistema nazionale basato sulla sinergia tra enti governativi, cluster industriale e il settore accademico e della ricerca”. Come ha sottolineato l’ammiraglio Procaccini, dovremo mitigare la minaccia cyber prima ancora che arrivi nella dimensione subacquea, “sviluppando sistemi nativamente cyber resilienti”.


formiche.net/2023/06/cyber-und…



AI Act: For a Europe free of dystopian mass surveillance!


Brussels, 07/06/2023 – One week before the plenary vote on the new EU regulation on artificial intelligence (the AI Act), biometric mass surveillance turns out to be the main point of …

Brussels, 07/06/2023 – One week before the plenary vote on the new EU regulation on artificial intelligence (the AI Act), biometric mass surveillance turns out to be the main point of contention. Amendments could be submitted until today. While the Conservatives are asking for the ban on facial surveillance in public to be made irrelevant through exceptions, MEPs from four political groups (liberals, socialists, greens and left) are requesting an additional ban on automated behavioural surveillance in public spaces.

Pirate Party lawmaker and digital freedom fighter Patrick Breyer comments:

“With the AI law, we have the unique chance to give Europe a future free of China-style ubiquitous techno-mass surveillance.

Contrary to a conservative myth, there is not a single example of biometric real-time surveillance ever having prevented a terrorist attack or other events of this kind. With false alarm rates as high as 99%, these technologies are not nearly reliable enough to be of any use. Requiring a court order as proposed by conservative hardliners is a mere formality, a smokescreen for mass surveillance. Their proposed ‘exceptions’ to the ban would in fact justify the pervasive deployment of facial surveillance technology to search for thousands of “victims”, “threats” and suspects of “serious crimes” who are wanted at any given moment. We must not normalise a culture of mistrust and side with authoritarian regimes that use AI to suppress civil society!

France and Hamburg are threatening to introduce technology that will automatically report us for ‚anormal‘ behaviour to the police. Such suspicion machines wrongly report countless citizens, are discriminatory, educate to conformist behaviour and are absolutely no good for arresting criminals, as studies and experience prove.

We will fight against the gradual suppression of diversity and creation of a conformist consumer society as in China!”


patrick-breyer.de/en/ai-act-fo…



Rifondazione Comunista: Caro Sangalli i lavoratori si trovano. Basta eliminare le paghe da fame! (oppure: ci vuole un salario minimo di 10 euro l’ora oppure dignitoso)


⏩ Alberica Sveva Simeone - The wormcave


📖 LEGGIAMOLO

⏩ Alberica Sveva Simeone - The wormcave

“The wormcave” è un romanzo diciamo weird, e nella prefazione Girola ci dà un'ottima interpretazione del termine, con tanto horror dentro e anche un'altissima dose pop nel senso di cultura anni ottanta che è una delle passioni di Sveva, e anche di Alessandro. Eppure la definizione di weird, horror e pop non soddisfa ciò che regala questo romanzo della scrittrice romana.
@L’angolo del lettore
iyezine.com/alberica-sveva-sim…

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Rgowans, un odiatore e diffamatore seriale ha oggi un nome ed un volto. Dietro questo profilo twitter si celava una persona che dal 2017 plaudiva in 5 lingue gl


Bashar Assad: la Siria non interferirà nell’elezione del presidente libanese


Il 14 giugno è prevista una nuova seduta del Parlamento per l’elezione del presidente. Durante le precedenti undici sessioni, i deputati non hanno trovato un accordo per nominare il successore di Aoun, il cui mandato è scaduto il 31 ottobre 2022. L'artic

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della redazione

Pagine Esteri, 7 giugno 2023La Siria non interverrà in alcun modo nella scelta del presidente del Libano. Lo avrebbe assicurato, secondo quanto riporta la stampa libanese, il presidente Bashar Assad, durante l’incontro che ha avuto ieri a Damasco con l’ex capo dello Stato libanese, Michel Aoun. Assad ha affermato che “la stabilità del Libano è nell’interesse della Siria e dell’intera regione mediorientale”. Il presidente siriano – di recente riammesso nella Lega araba dopo più di dieci anni di esclusione e dopo essersi riconciliato con la monarchia saudita – ha previsto che “il riavvicinamento intra-arabo emerso durante il vertice arabo di Gedda avrà un impatto positivo anche su Siria e Libano”.

Questa è la prima visita dal 2009 di Aoun in Siria, paese che ha combattuto durante la guerra civile libanese (1975-1990) ma al quale si è avvicinato al suo rientro in Libano nel 2008 dall’esilio francese.

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Michel Aoun

La visita è avvenuta mentre proseguono le manovre a Beirut per l’elezione del capo dello Stato, che secondo la costituzione libanese, deve essere un cristiano. Aoun è contro la candidatura del leader della corrente filo-siriana Marada, Sleiman Frangieh, sostenuta dai movimenti sciiti Hezbollah e Amal, entrambi alleati di Damasco. E suo genero e attuale leader della Corrente dei liberi patrioti, Gebran Bassil, andando contro le posizioni di Hezbollah e Amal, che formalmente sono suoi alleati, appoggia la candidatura dell’ex ministro delle Finanze e attuale direttore del Fondo monetario internazionale per il Medio Oriente, Jihad Azour.

Indiscrezioni di stampa dicono che Aoun avrebbe chiesto ad Assad di persuadere i movimenti sciiti libanesi a rinunciare alla candidatura di Sleiman Frangieh, non condivisa dalla maggioranza dei cristiani libanesi.

Il 14 giugno è prevista una nuova seduta del Parlamento per l’elezione del presidente. Durante le precedenti undici sessioni, i deputati non hanno trovato un accordo per nominare il successore di Aoun, il cui mandato è scaduto il 31 ottobre 2022. Pagine Esteri

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L'articolo Bashar Assad: la Siria non interferirà nell’elezione del presidente libanese proviene da Pagine Esteri.



È stata presentata una interrogazione parlamentare su Giove, il sistema predittivo della polizia

@Etica Digitale (Feddit)

Il sistema Giove sarebbe in grado di prevedere crimini futuri, ma alcuni parlamentari chiedono al ministero dell'Interno più informazioni su #privacy e algoritmo utilizzati.

Il testo, che vede come primo firmatario il senatore dem Filippo Sensi (già attivo nella precedente legislatura sul tema delle intelligenze artificiali), chiede al ministero dell'Interno delucidazioni in merito alla

“capacità di previsione di una serie di reati in base allo sviluppo di un algoritmo di intelligenza artificiale - sulla carta controllato e gestito da operatori della Polizia di Stato - come supporto alle indagini preliminari”

e di chiarire

“quali interventi intenda mettere in atto per introdurre il sistema #Giove in Italia, se esistono altri software di questo tipo già in uso o dei quali si prospetta l'utilizzo, quali aziende siano state coinvolte nella definizione di questa tecnologia, della sua implementazione e del suo sviluppo”.

L'articolo di Laura Carrer è su Wired Italia



SFiducia


Una parte della destra non vede l’ora di poter dire che si deve finirla, che non si possono tollerare oltre le invasioni di campo europee, che i soldi non devono essere condizionati o condizionanti e che, comunque, sono soltanto ulteriore debito, sicché a

Una parte della destra non vede l’ora di poter dire che si deve finirla, che non si possono tollerare oltre le invasioni di campo europee, che i soldi non devono essere condizionati o condizionanti e che, comunque, sono soltanto ulteriore debito, sicché al diavolo il Pnrr, tanto più che lo hanno scritto “quelli di prima”. La destra al governo non dice nulla di simile, ma al governo c’è arrivata anche coltivando roba simile. A una parte, ampia, della sinistra non gli par vero di potere accusare la destra di volersi svincolare da ogni controllo, sicché denuncia con veemenza il vile tentativo di togliere alla Corte dei conti il diritto di sindacare le cose nel mentre si prova a farle, aggiungendo – a dimostrazione della deriva ungherese – che vogliono anche togliere l’abuso d’ufficio. La sinistra che ha governato e governa non osa dire simili sciocchezze, sapendo come (non) funziona la Corte dei conti e che non si contano i sindaci di sinistra finiti nella tagliola di un reato evanescente in tribunale ed effervescente per lo sputtanamento. E vabbè, questo è quel che passa la conventicola della politica fatta di evocazioni e tirchia di realizzazioni. Il guaio è che c’è poco d’altro.

Oramai avviato il mese di giugno, non è possibile continuare a leggere interviste di ministri con idee su come sarebbe bene modificare il Pnrr. Perché buone, curiose o bislacche che siano, dovrebbero essere progetti e documentazioni sul tavolo della Commissione europea, non sulle pagine dei giornali, andando a orecchio. L’Italia che continua a crescere non s’interessa per nulla alla destra che non vede l’ora e alla sinistra cui non par vero; sa che per far passare una legge la strada è quella del decreto e della fiducia; come sa che la Corte dei conti era sempre lì nel mentre l’amministrazione sprofondava; quindi non si agita per la fiducia messa sul decreto relativo alla pubblica amministrazione, ma continua a pedalare se la fiducia si può ragionevolmente metterla nel successo del Pnrr, che è poi la sola condizione per cui la crescita economica possa e dovrebbe essere sostenuta anche nei prossimi anni. Altrimenti ritira la fiducia e succede quello che le forze politiche – di destra e di sinistra – strombazzavano in campagna elettorale: si recede. Quando lo strombettavano, per prendere i voti di quelli che ancora pensano di potere avere favori e quattrini, era falso, ma se si perde l’occasione dei fondi europei diventa vero.

Mi par di capire che, incapaci d’altro, si sia maturata la convinzione che quei soldi sarà meglio metterli a disposizione delle grandi imprese di Stato, con contentini alle imprese private. Non è in sé giusto o sbagliato, ma serve a “spenderli”. Solo che la finalità non è quella di riuscire a liberarsi dei soldi che si ricevono, ma degli squilibri e dei guasti che rallentano la nostra crescita. Esempio: se metto più soldi a disposizione di chi gestisce monopoli (di fatto) e non varo serie riforme sulla concorrenza (siamo ancora a balneari e tassisti, roba da matti), i soldi li spendo ma gli squilibri li aumento. Secondo esempio: se i soldi vengono spesi in una sana logica aziendale, quindi puntando al massimo ritorno, saranno giustamente indirizzati a investimenti con quella finalità, con tanti saluti agli squilibri territoriali che penalizzano il Sud e che dovrebbero essere invece fra gli obiettivi del Pnrr.

Nel mentre altri fingono di dibattere su presunte grandi questioni, tirando in ballo sovranità e legalità, provate a compulsare il sito “italiadomani”, che dovrebbe informare sul Pnrr: tutti gli obiettivi sono «conseguiti», figurine illustrative, niente cronoprogramma e distanza lunare dal dibattito in corso. I siti statali non hanno gran fortuna, ma questo sarebbe utilissimo se dotato di trasparenza e tracciabilità di ogni progetto e voce di spesa in corso. Sarebbe assai più efficace di quel che non ha funzionato. Ma non c’è, costa due soldi e farebbe fare la figura degli arruffapopolo a molti degli astanti.

La Ragione

L'articolo SFiducia proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Sorrisi e strette di mano tra Blinken e Mbs ma resta ampia la distanza tra Usa e Arabia saudita


Il clima cordiale dell'incontro ha rivitalizzato solo in parte i legami logori tra i due paesi a causa di disaccordi sempre più profondi un po' su tutto. E la normalizzazione tra Riyadh e Israele resta lontana. L'articolo Sorrisi e strette di mano tra B

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di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 7 giugno 2023 – Una conversazione “aperta e sincera”. Così un funzionario del Dipartimento di stato ha descritto il colloquio avuto questa mattina dal Segretario di stato Blinken con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (noto anche come Mbs). Eppure il clima cordiale non è servito a rivitalizzare i legami logori tra i due paesi – stretti alleati per decenni – a causa di disaccordi sempre più profondi un po’ su tutto, dalla politica verso l’Iran alle questioni di sicurezza regionale, dai rapporti dei sauditi con Russia e Cina al prezzo del petrolio. Senza dimenticare che Riyadh non intende normalizzazione le relazioni con Israele, come chiede l’Amministrazione Biden, senza soddisfare prima le sue condizioni, a partire dall’appoggio Usa al suo programma atomico ad uso civile che non piace allo Stato ebraico.

“Hanno discusso del potenziale per la normalizzazione delle relazioni con Israele e hanno concordato di proseguire il dialogo sulla questione”, ha detto il funzionario statunitense, senza fornire ulteriori dettagli.

L’Arabia Saudita, ha dato la sua benedizione nel 2020 alla decisione degli Emirati e del Bahrain di stabilire le relazioni con Israele sotto l’Amministrazione Trump. Ma Riyadh poi non si è unita agli Accordi di Abramo affermando che deve essere realizzato prima l’obiettivo di uno Stato palestinese indipendente. E ad aprile si è riconciliata, almeno formalmente, con l’Iran, rivale regionale e arcinemico di Israele. Per questo prima di partire per il Medio oriente Blinken ha detto che gli Stati Uniti hanno “un vero interesse” per la normalizzazione dei legami tra sauditi e israeliani, ma ha messo in guardia sui tempi. “Non ci illudiamo che questo possa essere fatto rapidamente o facilmente”, ha avvertito.

In ogni caso la monarchia saudita, sotto la guida dell’erede al trono Mbs – spregiudicato in politica estera ma noto anche per la sua brutalità nei confronti di rivali, dissidenti e oppositori politici – non ha alcuna intenzione di invertire la rotta. Al contrario prosegue la politica “multilaterale” che l’ha portata a stringere i rapporti con Russia e Cina contro i desideri di Washington. L’altro giorno ha accolto con calore il presidente venezuelano Nicolas Maduro e il mese scorso aveva fatto altrettanto con il siriano Bashar Assad, entrambi “nemici” degli Stati uniti. Senza dimenticare che l’Iran ieri ha riaperto la sua ambasciata nella capitale saudita.

Un segnale conciliante, ma solo a metà, la monarchia saudita l’ha indirizzato agli alleati Usa, spingendo l’Opec e una decina di Paesi produttori partner (l’Opec+), a prorogare al 2024 i tagli alla produzione di petrolio stabiliti nei mesi scorsi. Il ministro dell’energia saudita, Abdelaziz bin Salman, ha spiegato che la proroga dei tagli è stata decisa «con l’intento di aiutare a migliorare la stabilità dei mercati e di evitarne la volatilità». Allo stesso tempo, per sostenere il prezzo del greggio, Riyadh ha annunciato la riduzione unilaterale a partire da luglio di un milione di barili della quantità di petrolio che esporta.

La libertà di movimento dei Saud non è in linea con ciò che Washington sta cercando di realizzare in Medio oriente incoraggiando l’istituzione di un sistema di sicurezza regionale con un accordo di cooperazione per la difesa aerea. Questa è la logica alla base dell’iniziativa israeliana del marzo 2022 di istituire il Forum del Negev – che comprende Israele, Usa, Bahrain, Egitto, Marocco ed Emirati – che di fatto è un accordo politico-militare contro l’Iran. Il Forum ha tenuto diversi incontri ma non ci sono progressi. Il fatto che l’Arabia saudita non ne sia un membro rende impalpabile l’iniziativa e questa condizione non cambierà fino a quando Riyadh non accetterà di normalizzazione i rapporti con Israele.

In questo contesto l’Arabia saudita – come riportato sia dal Wall Street Journal che dal New York Times – vuole dagli Stati uniti il sostegno ad un suo programma nucleare, garanzie di sicurezza e accesso senza restrizioni all’acquisto delle armi Usa più sofisticate. In poche parole, vuole godere presso gli Usa di uno status simile a quello di Israele. Perché, pensano a Riyadh, la normalizzazione con Tel Aviv nelle condizioni attuali perpetuerebbe solo il potere, di fatto assoluto, dello Stato ebraico nella regione. Pagine Esteri

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Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” 10 giugno 2023, Sant’Angelo Lomellina


Presenta: MATTEO GROSSI, Sindaco di Sant’Angelo Lomellina e Referent FLE in Lombardia Introduce: SABINA MONSINI, Vicesindaco di Sant’Angelo Lomellina Alla presenza di LETIZIA MORATTI Intervengono: DAVIDE GIACALONE, Direttore de “La Ragione” ALFREDO ROBLED

Presenta:
MATTEO GROSSI, Sindaco di Sant’Angelo Lomellina e Referent FLE in Lombardia

Introduce:
SABINA MONSINI, Vicesindaco di Sant’Angelo Lomellina

Alla presenza di LETIZIA MORATTI

Intervengono:
DAVIDE GIACALONE, Direttore de “La Ragione”
ALFREDO ROBLEDO, già Magistrato presso la Procura di Milano

Rassegna stampa


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In Cina e Asia – Primo calo dell’export cinese in tre mesi


In Cina e Asia – Primo calo dell’export cinese in tre mesi export
Primo calo dell'export cinese in tre mesi
Hong Kong vuole vietare l'inno "secessionista"
Una delegazione tedesca in visita a Pechino
Voli verso la Cina compromessi dalla guerra russo-ucraina
L'Istituto Confucio inaugura la prima sede in Arabi Saudita
Inaugurata la prima grande nave crociera cinese
Il più grande exchange di criptovalute denunciato negli Usa per gravi violazione
Ex dirigente denuncia TikTok: ha fornito dati al Pcc

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PRIVACYDAILY


N. 135/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Microsoft pagherà 20 milioni di dollari (16 milioni di sterline) alle autorità federali statunitensi dopo aver scoperto che ha raccolto illegalmente dati sui bambini che hanno aperto un account Xbox.La Federal Trade Commission (FTC) ha raggiunto lunedì scorso un accordo con l’azienda, che prevede anche maggiori tutele per... Continue reading →


#34 / Tutto è previsto e prevedibile


Il VisionPro di Apple, più di un visore per la realtà aumentata / Giove, il Dio della polizia predittiva / Il green pass globale, ma era prevedibile / Meme e citazione del giorno.

Il VisionPro di Apple è più di un visore per la realtà aumentata


La notizia della settimana è l’annuncio del nuovo visore per la realtà aumentata prodotto da Apple, che dovrebbe vedere gli scaffali il prossimo anno. Sul sito c’è già una presentazione del prodotto in cui Apple ci spiega tutte le meraviglie di questo nuovo gioiellino da 3.500 dollari.

Da quello che ho potuto leggere è in realtà molto più di un semplice visore per la realtà aumentata, perché si porta dietro un sistema operativo fondato sullo “spatial computing”. Con il visore sarà infatti possibile interagire con un sistema operativo virtuale che gli utenti potranno controllare con occhi, gesti e voce. Le app saranno visualizzate direttamente all’interno del campo visivo dell’utente e potranno anche interagire con le luci e ombre della stanza in cui si trova. Lo spatial computing sembrerebbe una piccola rivoluzione in grado di portarci verso un nuovo modo di intendere e usare anche i nostri computer e dispositivi.

Tutto molto bello, se non fosse che il progetto VisionPro nasce sotto l’ombrello del dipartimento di ricerca sulle neurotecnologie di Apple. Un utente su Twitter, ex-dipendente Apple che ha lavorato per diversi anni proprio al VisionPro, ha spiegato in queste ore alcuni brevetti dietro al progetto.

Hey, guarda qui. No — non serve un visore da $3.500 per iscriversi a Privacy Chronicles.

In generale, scrive Sterling Crispin, il suo lavoro è stato incentrato nello sviluppare la capacità di rilevare lo stato mentale degli utenti sulla base dei dati raccolti dalle attività motorie e cerebrali durante esperienze immersive. Lo scopo è sempre il solito: prevedere le reazioni, stati cognitivi e pensieri dell’utente. Sei curioso, spaventato, attento… o magari stai ricordando un’esperienza passata? Tutti questi stati mentali possono essere inferiti grazie alla misurazione del movimento degli occhi, dell’attività elettrica nel cervello, del ritmo cardiaco, dell’attività muscolare e tanto altro.

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Il VisionPro. Chissà se quella banda dietro la testa è solo per tener fermo il visore o se magari invece raccoglie dati sull’attività cerebrale?

Una delle tecnologie brevettate da Apple permette ad esempio di prevedere dove cliccherà la persona prima che lo faccia, grazie alla risposta delle pupille e dei “biofeedback” analizzati in tempo reale dal software. O ancora, un altro brevetto per inferire lo stato mentale dell’utente e quindi anticiparne le azioni prevede di inviare input visivi o suoni non percettibili dalla persona, ma a cui il corpo e il cervello reagiscono.

Stiamo insomma parlando di lettura e controllo indiretti del pensiero umano attraverso l’estrazione e analisi forzata di dati (esperienze e azioni) degli utenti che useranno questi dispositivi.

Quello che insomma tentano di fare da decenni Google e Facebook. Diamo quindi ufficialmente il benvenuto anche ad Apple nel club dei “capitalisti della sorveglianza”, che con il VisionPro sposta decisamente l’asticella in avanti.

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Giove, il Dio della polizia predittiva


Continuiamo a parlare di tecnologie predittive con una notizia direttamente dall’Italia. Pare che le forze dell’ordine italiane saranno presto dotate di un software di analisi automatizzata per la prevenzione e repressione del crimine, e si chiamerà “Giove”.

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Al software saranno dati in pasto database già esistenti delle forze dell’ordine e tutti i dati creati nel corso delle indagini. Questo potrà quindi da un lato rendere più efficienti e automatiche alcune attività investigative, e dall’altro esaminare i dati per identificare pattern ripetitivi e quindi prevedere anche alcuni fenomeni criminali. Il software, dicono, potrà interfacciarsi anche ad altri sistemi come il SARI (software per il riconoscimento facciale in dotazione delle forze dell’ordine) per automatizzare e potenziare le attività di identificazione.

A tutti gli effetti, questo sembra un software in grado di prendere decisioni automatizzate in base agli algoritmi di profilazione e previsione. Un fatto che mi lascia qualche perplessità, considerando che la normativa europea attuale vieta l’uso di software di questo tipo per finalità di polizia — salvo che non siano autorizzate dalla legge. Vedo però che non interessa a nessuno: né alle istituzioni che impiegano i nostri soldi per profilarci, né ai giornalisti che diffondono la notizia.

Chiariamoci, non c’è nulla di strano. La legge infatti arriva sempre dopo, come fu anche per l’Europol due anni fa. Un’altra cosa che certamente arriverà dopo? L’approvazione del Garante Privacy.

Magari, fra qualche tempo Giove potrà integrarsi direttamente con il VisionPro di Apple per prevedere il nostro rischio di criminalità in base alla dilatazione della pupilla mentre guardiamo Netflix.

Il green pass globale, ma era prevedibile


Un comunicato stampa della Commissione Europea ci informa del lancio di un’importantissima partnership tra UE e OMS per la creazione di un “green pass globale”: “WHO will take up the European Union (EU) system of digital COVID-19 certification to establish a global system that will help facilitate global mobility and protect citizens across the world from on-going and future health threats.”

Questo sarà il primo passo verso il Global Digital Health Certification Network (GDHCN) dell’OMS, un pacchetto di prodotti digitali per “tutelare meglio la salute di tutti”.

L’idea dietro al GDHCN è di sviluppare sistemi digitali che possano risultare interoperabili e standardizzati a livello globale, ad esempio attraverso la digitalizzazione dei certificati vaccinali o delle profilassi. E poi… chissà.

Oggi l’OMS e l’Unione Europea ci dicono che è assolutamente necessario creare un framework globale sulla base del green pass per agevolare gli spostamenti in caso di pandemia e mitigare le minacce alla salute.

L’affermazione è però in netto contrasto con ciò che diceva proprio l’OMS non più di due anni fa. Le linee guida del 27 agosto 2021 sulle certificazioni covid19 dell’OMS affermavano infatti che l’uso di green pass avrebbe in realtà potuto aumentare il rischio di diffusione del virus, per ovvi motivi. Oggi lo sappiamo bene tutti, così come sappiamo bene che non si tratta di strumenti per agevolare gli spostamenti, ma per limitare la libertà di spostamento di determinati gruppi di persone in base al possesso (o meno) di specifici requisiti di legge. Lo sappiamo tutti, tranne l’OMS, che oggi sembra aver dimenticato ciò che loro stessi affermavano nel 2021.

Noto che ci sono molte persone scandalizzate da questo comunicato stampa. Ma perché mai? Era più che prevedibile, anche senza particolari algoritmi. Per gli italiani poi non cambierà nulla: il nostro green pass non ha mai smesso di funzionare. La piattaforma nazionale è ancora attiva, così come lo sono i certificati emessi — che vengono rinnovati ogni 540 giorni in automatico. Per chi se lo fosse perso, ne parlavo qui lo scorso anno.

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In ogni caso, ancora una volta l’Unione Europea è pronta ad insegnare al mondo come si fa a trasformare la libertà in privilegio politico, convincendo le persone che sia per il loro bene.

Meme del giorno


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Citazione del giorno

“I have always thought the actions data of men the best interpreters of their thoughts.”
John Locke

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di Paolo Favilli, 07.06.2023 - Ma quale egemonia - Nell’editoriale del 4 giugno Norma Rangeri ha scritto che l’attuale forma fascismo («fascistoide)


Il Partito della Rifondazione Comunista esprime costernazione e indignazione per i reati contestati a un ispettore e quattro agenti di PS a Verona tra il luglio


Lo sciopero odierno delle lavoratrici e dei lavoratori delle telecomunicazioni ha sacrosante ragioni che dovrebbero essere al centro del dibattito politico e me

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Il governo Meloni prende le distanze dall’italiano torturato negli Emirati


Andrea Costantino fu arrestato a Dubai e portato nella prigione di Al Wathba dove, denuncia, è stato torturato. Chiede un risarcimento agli Emirati ma l'Italia prende le distanze. L'articolo Il governo Meloni prende le distanze dall’italiano torturato ne

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della redazione

Pagine Esteri, 6 giugno 2023 – «Le dichiarazioni e le iniziative giudiziarie annunciate da Andrea Costantino nei confronti degli Emirati Arabi Uniti non sono condivise dal governo italiano che coglie l’occasione per ringraziare gli Emirati per la collaborazione dimostrata nel caso, prova dell’amicizia con l’Italia». Con questa nota di Palazzo Chigi, il governo Meloni ha preso le distanze dall’imprenditore milanese Andrea Costantino che si è rivolto a uno studio legale di Miami al fine di ottenere un risarcimento per le torture fisiche e psicologiche che ha detto di aver subito nei mesi tra il 2021 e il 2022 che ha trascorso nelle carceri di Abu Dhabi con l’accusa, risultata infondata, di aver “finanziato il terrorismo”.

Costantino, 51 anni, trader, fu arrestato all’ingresso di un hotel di Dubai nel marzo del 2021, davanti alla compagna e alla figlioletta di tre anni, e portato nella prigione di massima sicurezza Al Wathba per “crimini di terrorismo”. Accuse mai formalizzate e cadute poco dopo. Poi l’uomo è rimasto confinato nell’ambasciata italiana ad Abu Dhabi, senza poter tornare in Italia, fino allo scorso dicembre. In cella Costantino ha fatto lo sciopero della fame e urlato la sua innocenza ricevendo in cambio, così racconta, abusi e torture.

Costantino si è convinto di aver subito una vendetta per il blocco (temporaneo) della vendita di armi italiane agli Emirati e all’Arabia saudita, attuato dal governo Conte. Quello guidato da Giorgia Meloni ha poi «sistemato» la questione revocando il divieto di esportazione di armi e l’imprenditore è tornato a casa. I servizi segreti ora gli “consigliano” di rinunciare aòla sua richiesta di risarcimento per gli abusi e le torture subite nel Golfo per non danneggiare le relazioni tra l’Italia e la potente e ricca monarchia del Golfo. Quindi oggi è arrivato il comunicato della presidenza del consiglio.

Di recente Amnesty International ha nuovamente accusato gli Emirati di non rispettare la libertà di espressione e di prendere di mira giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. Nelle carceri emiratine sono abituali i maltrattamenti fisici e psicologici durante l’interrogatorio, abusi sessuali, privazione del sonno, umiliazioni e minacce. Pagine Esteri

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La rottura della diga di Kakhovka. Possibili risvolti militari (e nucleari)


Alcuni video diffusi durante la notte tra il 5 e il 6 Giugno mostrano immensi flussi d’acqua che fuoriescono dalla diga di Nova Kakhovka, un grande impianto idroelettrico costruito in epoca sovietica per rifornire di energia buona parte della circostante

Alcuni video diffusi durante la notte tra il 5 e il 6 Giugno mostrano immensi flussi d’acqua che fuoriescono dalla diga di Nova Kakhovka, un grande impianto idroelettrico costruito in epoca sovietica per rifornire di energia buona parte della circostante area di Kherson. Non è ancora chiaro cosa abbia provocato la breccia nella struttura di cemento armato, né a chi sia attribuibile la colpa, con un ovvio scambio di accuse tra Mosca e Kyiv sulla responsabilità di questo atto pieno di rischiose conseguenze.

Per consentire il corretto funzionamento dell’intera infrastruttura idroelettrica, il bacino della diga è stato progettato per contenere al suo interno 18 chilometri cubici di acqua; più o meno lo stesso volume del Great Salt Lake dello Utah. Le autorità di Kherson hanno già avviato i preparativi per reagire al verificarsi di un’emergenza: si stima che tra le 16.000 e le 50.000 persone nell’intera area meridionale della regione siano soggette a rischio inondazione. Al momento, 1300 persone sono già state evacuate.

Oltre al rischio alluvionale, la rottura della diga di Nova Kakhovka potrebbe avere ripercussioni sul funzionamento di quella centrale nucleare di Enerhodar (piccolo insediamento nei pressi della più nota Zaporizhia) che sin dall’inizio del conflitto ucraino è divenuta sorvegliata speciale della comunità internazionale. Dall’impianto di Kakhovka affluisce alla centrale nucleare l’acqua necessaria al raffreddamento dei reattori. Al momento non ci sono rischi di carattere nucleare, stando a quanto riferisce l’International Atomic Energy Agency, ma ulteriori sviluppi negativi non sono da escludere in toto. Difatti, se il livello del serbatoio scendesse sotto ad una soglia minima, sarebbe impossibile proseguire con le operazioni di pompaggio.

La perdita che si sta verificando nella diga ha anche un risvolto ambientalistico: secondo l’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, assieme all’immensa quantità di acqua sono fuoriuscite anche 150 tonnellate di lubrificante industriale, a cui potrebbero presto aggiungersi ulteriori 300 tonnellate.

Ma mentre ci si prepara ad affrontare le conseguenze più immediate di questo avvenimento, ci si pone anche un quesito: è stata una fatalità o un atto deliberato?

Con sguardo cinico, non è difficile trovare moventi validi per entrambi le fazioni coinvolte nel conflitto. Tanto Kyiv quanto Mosca potrebbero aver deciso di colpire volutamente la struttura per sfruttare le potenzialità propagandistiche della questione, secondo dinamiche simili a quelle già viste in precedenza con la centrale di Enerhodar. Ma ci sono anche risvolti di carattere operativo.

La Russia, che al momento ha il controllo della struttura e dell’intera area in cui essa si trova, indica le forze armate ucraine come le autrici del bombardamento che ha causato la breccia nel cemento armato. La ratio di quest’azione è individuabile nel ruolo fondamentale che la diga ha nel garantire il corretto funzionamento del North Crimea Canal, la principale via di approvvigionamento idrico della penisola di Crimea. La Crimea, come abbiamo già scritto, rappresenta per Kiyv una Mela d’Oro, tanto ambita quanto difficile da espugnare con operazioni militari standard. Ma un approccio basato sulla logica d’attrito e sull’interruzione dei collegamenti logistici tra la terraferma e la penisola incrementerebbe le possibilità di realizzare quest’ambizione: in quest’ottica, un danneggiamento intenzionale della diga di Nova Kakhovka da parte delle truppe ucraine risulterebbe molto più verosimile.

Allo stesso tempo, anche Mosca avrebbe modo di trarre un vantaggio dalla rottura della diga.
Nel libro VI della sua opera somma, Della Guerra (Vom Kriege), il grande stratega tedesco Carl von Clausewitz definisce l’allagamento intenzionale di intere porzioni di territorio come uno dei più validi espedienti tattici che una forza armata possa realizzare. Gli esempi, anche recenti, non mancano: dall’allagamento belga del proprio territorio adurante la Battaglia dell’Yser del 1914, alla guerra sino-giapponese, quando le forze di Chiang Kai-Shek ruppero gli argini del fiume Giallo per tentare di bloccare l’avanzata nipponica, arrivando al conflitto tra Iran e Iraq del 1980.

Con la controffensiva ucraina che si fa sempre più vicina (se non addirittura già in atto), l’allagamento dell’area attorno alla diga di Nova Kakhovka, posizionata all’interno di una delle possibili direttrici dell’azione militare nemica, garantirebbe alle forze armate russe un vantaggio difensivo tutt’altro che superficiale. In un momento così cruciale del conflitto, nulla può essere dato per scontato.

(Foto tratta da qui)


formiche.net/2023/06/diga-kakh…



📚 Vi state preparando per la #Maturità2023? Ecco alcune date utili da ricordare.

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La lezione di Cambridge Analytica: leggere prima di accettare, per sopravvivere nell’universo digitale


Secondo il giudice, Facebook ha fornito le necessarie informazioni ai propri utenti e non è responsabile del fatto che non abbiano fatto quanto potevano per evitare di ritrovarsi monitorati, profilati e tracciati per finalità politiche da uno squalo digitale. Potete leggere l’articolo completo qui huffingtonpost.it/rubriche/gov…


guidoscorza.it/la-lezione-di-c…



Adam Smith a trecento anni dalla nascita


L’evento è stato organizzato da Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli. Sono intervenuti: Giovanna Vallanti, ordinario di Economia Politica alla LUISS Guido Carli Andrea Prencipe, rettore dell’Università LUISS Guido Carli di Roma

L’evento è stato organizzato da Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli.

Sono intervenuti:

Giovanna Vallanti, ordinario di Economia Politica alla LUISS Guido Carli
Andrea Prencipe, rettore dell’Università LUISS Guido Carli di Roma
Alberto Petrucci, oridnario di Economia Politica alla LUISS Guido Carli
Lorenzo Infantino, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza Sociali alla LUISS Guido Carli
Pietro Reichlin, ordinario di Economia Politica alla LUISS Guido Carli

radioradicale.it/scheda/699265…

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Giusto riportare la Corte dei Conti alla propria funzione costituzionale


Una delle ragioni per cui dopo il terremoto del 2016 la ricostruzione dell’Italia centrale è andata a passo di lumaca è stata la straordinaria mole di controlli preventivi cui cittadini e aziende delle Marche, dell’Abruzzo, del Lazio e dell’Umbria dovette

Una delle ragioni per cui dopo il terremoto del 2016 la ricostruzione dell’Italia centrale è andata a passo di lumaca è stata la straordinaria mole di controlli preventivi cui cittadini e aziende delle Marche, dell’Abruzzo, del Lazio e dell’Umbria dovettero sottostare. Già lenta di suo, la macchina burocratica si ingolfò in partenza. Anche in quel caso, come accade oggi a proposito dei controlli “contestuali” sul Pnrr attribuiti alla Corte dei Conti che il governo intende smantellare, chi suggeriva di fare controlli a campione ex post piuttosto che a tappeto ex ante fu accusato di favorire il malaffare e la criminalità organizzata. Una polemica surreale, il cui costo fu pagato unicamente dagli italiani terremotati. Cornuti e mazziati.

È noto che in difesa della legittimità costituzionale della scelta del governo sulla Corte dei Conti sia sceso in campo il presidente emerito della Consulta Sabino Cassese. Le tesi di Cassese sono state riprese dal Corriere della Sera con un editoriale a firma Federico Fubini. “La magistratura contabile e la Commissione europea non hanno ragione di preoccuparsi. Una revisione meticolosa dei lavori da parte di un’autorità nazionale indipendente è prevista dai regolamenti europei ed è sacrosanta. Guai a toccarla. Ma tenere il revisore in cabina in cabina di pilotaggio con l’attuatore, nel migliore dei casi rallenta il processo e nel peggiore porta a confondere il secondo con il primo”, ha scritto Fubini.

Argomenti di buonsenso, da cui dipendono l’efficacia del processo amministrativo oltre allo stato di salute del principio noto come “primato della politica”. Un principio caro anche a Massimo D’Alema. Il quale, come ricorda oggi sul Qn Raffaele Marmo, ai tempi della Bicamerale ipotizzò di togliere alla magistratura contabile la funzione giurisdizionale. Nel libro “La grande occasione”, scritto con Gianni Cuperlo, D’Alema racconta che quando le sue intenzioni divennero pubbliche ricevette “una lettera anonima in una busta intestata della Corte dei conti con la quale un sedicente gruppo di magistrati mi consigliava minacciosamente di sostenere un certo nucleo di emendamenti” ovviamente favorevoli alla Corte. La conclusione di D’Alema fu amara: “Il tragitto da compiere per far approdare il Paese a una democrazia matura è ancora lungo”, scrisse.

Curioso osservare come il Pd oggi sostenga la tesi radicalmente opposta. Del resto, è lo stesso Pd che nel 2016 previde quella fitta selva di controlli preventivi che impedirono di rialzarsi ai cittadini dell’Italia centrale atterrati dal terremoto.

formiche.net

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Che cosa significa essere liberale?


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L'istanza Mastodon insicurezzadigitale sospenderà la sua presenza nel Fediverso per concentrarsi su progetti più ambiziosi come il Dashboard Ransomware Monitor. Ma ci si vedrà su poliversity.it

@Che succede nel Fediverso?

Il post di @N_{Dario Fadda}

> «Si chiude un capitolo (almeno per ora), per concentrare le proprie energie su altri progetti. Dashboard Ransomware Monitor è sicuramente il più ambizioso!

Il mio account Mastodon ora lo trovate qui su Poliversity, già migrato!»



Si chiude un capitolo (almeno per ora), per concentrare le proprie energie su altri progetti. Dashboard Ransomware Monitor è sicuramente il più ambizioso!

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Guerra Russia-Ucraina. Salta la diga di Nova Kakhovka, il Dnepr inonda vaste regioni


Secondo Kiev la responsabilità dell’accaduto è da attribuire interamente alle forze russe che hanno fatto saltare in aria che la diga, situata nei territori controllati da Mosca. L'articolo Guerra Russia-Ucraina. Salta la diga di Nova Kakhovka, il Dnepr

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della redazione

Pagine Esteri, 6 giugno 2023 – Questa notte è stata fatta saltare la diga di Nova Kakhovka, situata sul fiume Dnepr, nella regione ucraina di Kherson che ora rischia inondazioni diffuse. Nella stessa città di Kherson il quartiere di Korabel è già stato scollegato dalla linea elettrica per motivi di sicurezza e sarà sospesa la distribuzione del gas.

Ottanta località rischiano di essere inondate e si sta procedendo all’evacuazione dei residenti delle aree allagate o che rischiano di essere inondante a partire dal quartiere di Ostriv di Kherson. Sono pronti treni per sfollare Mykolaiv.

L’esplosione della diga minaccia anche la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, visto che il bacino della diga era utilizzato per il raffreddamento dell’impianto. Inoltre, sono forti i rischi ambientali. Più di 150 tonnellate di olio per motori si sono riversate nel fiume Dnepr e c’è il rischio di ulteriori perdite per oltre 300 tonnellate.

Secondo le autorità ucraine la responsabilità dell’accaduto è da attribuire interamente alle forze russe che hanno fatto saltare in aria che la diga, situata nei territori controllati da Mosca. Secondo gli analisti militari, con la distruzione della diga, le forze russe hanno voluto complicare le manovre delle forze armate ucraine impegnate a lanciare una vasta offensiva su vari fronti di guerra. Pagine Esteri

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Privacy aziendale, problema o opportunità’


Nella “società digitale” si moltiplicano i canali di promozione commerciale e di marketing. In questo quadro la tutela della privacy diventa un elemento centrale. Avrò il piacere di discuterne all’incontro organizzato dalla Camera di Commercio di Bolzano il prossimo 9 di giugno a partire dalle 10.20 Qui il link alle informazione completehttps://www.camcom.bz.it/it/novità/eventi/privacy-aziendale


guidoscorza.it/privacy-azienda…



Issa Amro: “L’importanza della disobbedienza civile contro l’oppressione”


Micol Meghnagi intervista l'attivista palestinese Issa Amro, fondatore del movimento nonviolento Youth Against Settlement (Giovani contro gli insediamenti) che dal 2006 organizza campagne e manifestazioni di protesta contro la confisca delle terre e la co

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di Micol Meghnagi –

Pagine Esteri, 6 giugno 2023. Ho conosciuto Issa Amro anni fa, durante un tour coordinato dall’organizzazione israeliana Breaking the Silence, nella città di Hebron (Al-Khalil). Basta qualche minuto ad Hebron per realizzare il significato profondo che vi è dietro la parola “occupazione”. La città di Hebron è stata divisa in modo tale che alcuni attraversano una città vuota, fantasma, mentre altri una città colorata e vivace, delimitata da recinzioni, muri e checkpoint oltre i quali inizia il vuoto. Scontrarsi con il vuoto vuol dire comprendere alcuni degli effetti dell’occupazione militare israeliana. Ma guardarlo attraverso gli occhi dei palestinesi, assume tutt’altro significato. Issa Amro è uno storico attivista palestinese della città di Hebron. È il fondatore del movimento nonviolento Youth Against Settlement (Giovani contro gli insediamenti) che dal 2006 organizza campagne e manifestazioni di protesta contro la confisca delle terre e la costruzione di insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata militarmente dall’esercito israeliano. Issa lavora con numerose organizzazioni per i diritti umani palestinesi, israeliane e internazionali, tra cui l’Arab Non-Violence Network, B’tselem e l’International Solidarity Movement. Negli anni ha subito e documentato innumerevoli aggressioni, minacce di morte e arresti arbitrari per mano di soldati e coloni israeliani. In questi giorni si trova in Italia per una lecture presso l’Università di Padova e degli incontri alla Camera dei deputati, organizzati dall’associazione AssoPacePalestina.

La spettacolarizzazione della violenza continua a dominare la narrazione mediatica occidentale di quello che accade in Israele e in Palestina. Come fanno gli attivisti palestinesi a prendere le distanze da una narrativa escludente e a riappropriarsi della propria soggettività?

Nel 2006 abbiamo dato vita al progetto Youth Against Settlements (YAS). L’obiettivo era quello di incoraggiare i giovani, le donne e le famiglie palestinesi a raccontare le proprie storie e a denunciare l’occupazione israeliana attraverso l’uso strategico di dispositivi audio-visivi, come le telecamere. Documentiamo le violazioni dei diritti umani, ma anche i nostri sogni, le nostre sofferenze e i nostri desideri. In questo senso, i social media hanno contribuito a diversificare il tipo di storie che ricevono attenzione. La nostra è una resistenza nonviolenta e pacifica che viene costantemente criminalizzata. Sei colpevole fino a prova contraria. Ma arrendersi non è un’opzione. Soltanto nel 2022 sono stato detenuto più di dieci volte delle forze di occupazione israeliane.

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Checkpoint che divide H1 da H2, Hebron, 28 luglio 2022, foto di Micol Meghnagi

In che modo queste iniziative si intrecciano alla storia della lotta palestinese e alla resistenza nonviolenta nel territorio?

Mi ispiro alle iniziative di disobbedienza civile nonviolenta palestinese degli anni Ottanta e alle persone della mia comunità che vi hanno preso parte: vicini di casa, persone comuni e donne leader che rimangono sconosciute ai mass media. Il movimento di disobbedienza civile a Beit Sahour ne è un esempio… Le famiglie locali, cristiane e musulmane, bruciarono i loro documenti e si rifiutarono di comprare il latto israeliano, allevando loro stesse delle mucche. La resistenza nonviolenta costringe le vostre istituzioni ad essere attive e forti di fronte all’occupazione. Con YAS, registriamo quotidianamente le violazioni dei diritti umani e cerchiamo di opporci in sede legale all’amministrazione israeliana. Portiamo avanti campagne internazionali, come quella per riaprire Shuhada Street. Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento Europeo e Presidente di AssoPacePalestina, è stata una delle principali voci del progetto. Recuperiamo gli spazi pubblici inutilizzati, come la nostra stessa sede che in precedenza era un avamposto militare israeliano, poi abbandonato nel 2006. I coloni minacciano noi e le famiglie che collaborano con YAS. Ad Hebron, se sei palestinese, non hai il diritto di muoverti liberamente tra le strade della tua città. Ci viene negato anche il diritto di espressione e di opinione. Lavoriamo con centinaia di israeliani contro l’occupazione, ebrei della diaspora e internazionali. Organizziamo scioperi, manifestazioni e tour per la città di Hebron per mostrare il vero volto dell’occupazione. Ovviamente, neppure la solidarietà viene risparmiata. Insieme a Adam Broomberg, attivista ebreo sudafricano che vive a Berlino, abbiamo lanciato un progetto per portare artisti provenienti da ogni parte del mondo nella città occupata di Hebron. Sono dell’idea che ebrei, cristiani, musulmani (ma non solo!) hanno il diritto vivere insieme in questa terra…Ma non in una dimensione dove un gruppo etnico esercita il proprio dominio su un altro. Ogni anno organizzo nella mia casa il “Freedom Seder” (n.d.r. il pasto rituale della Pasqua ebraica) con centinaia di attivisti e attiviste di ogni credo che combattono insieme a noi per la fine dell’occupazione.

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Issa Amro, coordinatore del gruppo “Youth Against Settlements”, viene deriso dai coloni israeliani durante un tour nel quartiere di Tel Rumeida in Hebron, 25 ottobre 2013 foto di Oren Ziv.

Opporsi all’occupazione israeliana ha un prezzo…

Organizzare la raccolta delle olive non è consentito se sei un palestinese che vive sotto la legge militare israeliana. Rifiutarsi di camminare chilometri sotto il sole e il freddo per raggiungere la propria casa a causa della chiusura “improvvisa” di una strada è illegale secondo la legge militare israeliana. È considerato incitamento alla violenza. Filmare e documentare gli abusi dei coloni e dei soldati israeliani significa rischiare ulteriori soprusi sulla propria pelle. In altre parole, la propria vita. Sono stato arrestato dall’esercito di occupazione dopo essere stato preso a calci e pugni dai coloni israeliano… Quante volte? Ho perso il conto. Sono stato condannato per sei capi d’accusa: tre per aver “partecipato a manifestazioni senza permesso”, due per “ostruzione delle forze di sicurezza” e uno per “aggressione”. Le condanne riguardano la mia partecipazione a una serie di proteste pacifiche che risalgono al 2010. L’accusa di ostruzione si riferisce ad un sit-in del 2012, durante il quale ho chiesto la riapertura dell’edificio dove un tempo sorgeva il municipio di Hebron. E poi mi hanno accusato di aver “spinto” un soldato…! Un episodio che risale a dieci anni fa, dove le affermazioni dei soldati non solo non sono verificabili, ma sono avvenute in una situazione in cui sono stato ferito dallo stesso soldato che poi mi ha accusato di averlo aggredito. Queste condanne sono il frutto di un sistema militare che punisce ogni forma di resistenza pacifica. Mira a sopprimere la nostra voce e a porre fine a qualsiasi forma di attivismo contro l’occupazione israeliana. L’Autorità nazionale palestinese rappresenta un ulteriore barriera. È corrotta e viola costantemente i nostri diritti. Nel 2017 l’Autorità mi ha arrestato senza un mandato con l’accusa di “incitamento alla discordia”.

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Issa Amro, dopo essere stato rilasciato su cauzione dall’Autorità nazionale palestinese, nella città di Hebron il 10 settembre 2017 (AFP)

Negli ultimi mesi si è registrata un’impennata della violenza ai danni dei palestinesi. Siamo di fronte ad una svolta peggiorativa delle tensioni?

In seguito alle recenti elezioni, le restrizioni e gli attacchi contro la popolazione civile palestinese sono incrementati vertiginosamente sia da parte del corpo di polizia e dell’esercito che da parte dei coloni. Le maggior parte degli abusi che ho riportato alla polizia israeliana non sono stati neanche oggetto d’indagine. È evidente che le autorità israeliane non lavorano per condannare la violenza dei coloni, ma anzi, la appoggiano e certe volte vi partecipano in prima persona. La causa è sempre l’occupazione. E l’occupazione serpeggia non da oggi, ma da oltre mezzo secolo. Oggi il Ministro della Sicurezza Nazionale è Itamar Ben Gvir, colono della città di Hebron e cultore del khanismo, movimento dichiarato razzista dalla stessa Corte suprema di Israele nel 1988. Itamar Ben Gvir incarna il suprematismo ebraico. Fino a poco tempo fa, nel suo ufficio troneggiava una grande foto di Baruch Goldestein, il colono kahnista che nel 1994 uccise a sangue freddo 29 musulmani palestinesi in preghiera presso la Tomba dei Patriarchi di Hebron….

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via Shuhada – un mercato fiorente prima del 1994, ora una strada vuota dove non è permesso l’accesso ai palestinesi (pubblicato da B’Tselem)

Che cosa significa per un palestinese vivere nella città di Hebron?

Il Protocollo di Hebron del 1997, che faceva parte degli accordi di Oslo del 1994, ha diviso la città in due parti: H1 e H2. La prima, amministrata dall’Autorità nazionale palestinese, comprende l’80% del territorio, mentre la seconda corrisponde all’area dove circa 800 coloni vivono a stretto contatto con gli oltre 40mila palestinesi limitati nei loro spostamenti e costretti a passare quotidianamente per rigidi e umilianti controlli. Oltre 200 militari presiedano giorno e notte i checkpoint che costellano il cuore della città vecchia di Hebron e che ostacolano la vita quotidiana dei palestinesi, impossibilitati a percorrere certe strade o obbligati ad attraversarne altre unicamente a piedi anziché che con i propri mezzi. Io, per esempio, non ho accesso alla casa dei miei nonni…! La zona H2 è una terribile rappresentazione della sofferenza quotidiana del popolo palestinese costretto a vivere sotto occupazione. Ti sono negati i servizi più basilari: elettricità, acqua, assistenza sanitaria. Ad ogni checkpoint gli uomini devono alzare la maglia e l’orlo dei pantaloni, le donne svuotare le borse e farsi controllare dalle soldatesse mentre i bambini sono obbligati a mostrare il contenuto dei loro zaini. Dopo il massacro del 1994 e la firma del Protocollo di Hebron nel 1997, tutto è cambiato. Ci hanno negato persino la vita sociale. Un tempo Hebron era la forza economica di tutta la Cisgiordania. Ad oggi oltre 520 negozi della città Vecchia sono stati chiusi per ordine militare e mai riaperti. Motivi di sicurezza, dicono. Oltre 1000 negozi sono stati abbandonati dai proprietari per mancanza di clienti. La gente non riesce a raggiungere le attività commerciali a causa degli oltre 100 blocchi: muri, blocchi stradali, checkpoint. Ma non solo. Si vive nella paura e nell’ansia costante che possa succedere qualcosa ai propri cari. Oggi, l’esercito di occupazione non ti caccia dalla tua casa, ma ti rende la vita impossibile e quindi sei costretto ad andartene. È evidente che l’obiettivo del governo israeliano è quello di annettere la zona H2 a Israele. La catastrofe continua.

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Un bambino palestinese in Shuhada Street nella città vecchia di Hebron, 2012.4 ottobre 2012 Foto di Oren Ziv.

Secondo l’ultimo report di Amnesty International, l’utilizzo dei sistemi di riconoscimento facciale segna un nuovo approccio nella violazione dei diritti umani…

Lo Stato di Israele sta utilizzando in maniera sempre più estesa nuove tecnologie di sorveglianza, per monitorare ogni nostro movimento. Nella città di Hebron e a Gerusalemme Est le autorità israeliane stano sperimentando senza il nostro consenso il sistema di riconoscimento facciale noto come “red wolf”. Questo sistema si basa sullo scaglionamento dei volti delle persone per poi essere comparato con dati biometrici presenti nell’enorme archivio “wolf pack”, consentendo ogni informazione personale sui palestinesi che abitano nei territori occupati e accessibile in ogni momento alle forze di occupazione israeliane attraverso l’applicazione “blue wolf”. Ovviamente queste forme di sorveglianza capillare non si limitano ai check-point. Come ha riportato Amnesty International, nella città di Hebron, le telecamere montate sono ovunque, dai lampioni ai tetti degli edifici. Un vero e proprio regime di apartheid digitale….

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Issa Amro tiene un discorso durante una manifestazione per commemorare il massacro della Moschea di Ibrahimi del 1994, chiedendo l’apertura di Shuhada Street, 20 febbraio 2019, foto di Oren Ziv.

Insieme all’organizzazione israeliana Breaking the Silence, abbiamo scritto un report per denunciare la situazione attuale dei fatti. Solo nel posto di blocco 56 nel quartiere di Tel Rimedia abbiamo individuato almeno 24 dispostivi di sorveglianza audio-visiva e altri sensori. Il sistema di smart city adottato ad Hebron rappresenta quindi un ulteriore deterioramento delle modalità di controllo ai danni dei palestinesi. Sebbene le autorità israeliane adducano motivi di sicurezza interna come giustificazione a tali controlli, sappiamo bene che sono condotti su base etnica, razzista e discriminante. Tutto questo avviene nel silenzio e con la complicità della comunità internazionale…

A proposito di comunità internazionale. Nel recente incontro alla Camera dei deputati, hai invitato alcuni membri del Parlamento italiano a visitare la città di Hebron e a prendere parola contro loccupazione israeliana…

Le strade della zona H2 di Hebron sono state pattugliate per oltre venti anni dalla Tiph (Temporary international Presence in Hebron), il contingente di osservatori di sei paesi – Italia, Norvegia, Svezia, Svizzera e Turchia. Le testimonianze che riportano gli abusi quotidiani dei coloni ai danni della popolazione palestinese sono migliaia. Dovrebbe essere tutto custodito presso il Ministero degli Esteri in Italia…Ma nessuno di questi coloni è stato mai condannato per le proprie azioni. Se è vero che la maggioranza supporta ed è complice dell’occupazione israeliana, ci sta chi ha il coraggio di perseguire la strada della giustizia. Questo ci restituisce speranza. Ci sono persone pronte a imparare dai palestinesi, ad andare guardare l’occupazione con i propri occhi e a raccontarla senza censure. La presenza e il supporto internazionale è fondamentale. Perché senza azioni concrete, l’occupazione non cesserà. Il nostro legame con la società civile italiana è profondo e antico. La cultura, il calcio, il cibo, la moda… E la solidarietà! Battersi per il diritto dei palestinesi di vivere in giustizia, significa lottare contro ogni forma di oppressione, razzismo, islamofobia e antisemitismo.

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Issa Amro parla ai sostenitori durante il suo processo al tribunale militare israeliano di Ofer, gennaio 2020. foto di Mati Milstein

Che cosa ci riserva il futuro?

Il presente è buio. Ma conservo la capacità interiore di immaginare un futuro diverso e di giustizia sociale. La pace arriverà grazie a noi palestinesi, agli israeliani che hanno scelto di lottare al nostro fianco contro l’occupazione, ai palestinesi e agli ebrei della diaspora e a tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani. Pace significa giustizia… E gli occupanti dovranno essere perseguiti legalmente per i loro quotidiani abusi e le gravi violazioni ai danni della popolazione palestinese. Lavorare insieme ci da protezione. Senza la presenza degli attivisti e delle attiviste, non sarei qui ora a parlare con te. Noi palestinesi viviamo senza alcun tipo di diritto. Insieme possiamo apportare un cambiamento significativo per rendere l’apartheid e l’occupazione sempre un passo più vicina alla sua fine. La nostra lotta riguarda l’occupazione, la storia – e quindi il passato – ed il futuro.

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Issa Amro, coordinatore del gruppo “Youth Against Settlements”, viene deriso dai coloni israeliani durante un tour nel quartiere di Tel Rumeida in Hebron, 25 ottobre 2013 foto di Oren Ziv.

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10 years after the revelations of Edward Snowden: Let‘s defend anonymity and secure communication online!


Today marks the tenth anniversary of the day Edward Snowden revealed the mass surveillance programmes of intelligence agencies worldwide. EU lawmaker and privacy activist Patrick Breyer (Pirate Party) acknowledges this milestone …

Today marks the tenth anniversary of the day Edward Snowden revealed the mass surveillance programmes of intelligence agencies worldwide. EU lawmaker and privacy activist Patrick Breyer (Pirate Party) acknowledges this milestone as a key moment for the right to privacy and the defence of fundamental rights. At the same time, he calls for protecting the anonymity and encryption that whistleblowers need to expose such abuses of power.

Breyer comments, “For the Pirate Party, Edward Snowden is a hero: By revealing the mass surveillance practices of the U.S. intelligence agency NSA and its partners, he selflessly defended the privacy of all and sacrificed his freedom. Even today he relentlessly fights for our fundamental right to privacy.

The future of privacy is the central question of power in the age of mass surveillance and surveillance capitalism. Knowledge is power, and absolute knowledge is absolute power. I am ashamed that Snowden has so far only found protection from persecution in authoritarian Russia because Western governments are too cowardly to stand up to the U.S. and offer him the safe refuge he deserves.”

Most recently Snowden sounded the alarm about the EU‘s chat control plan („child sexual abuse regulation“) as a “planetary, machine-enforced restriction of basic human liberty” and questioned the EU’s transformation into an „authoritarian cabal“. Breyer comments: “Revelations by whistleblowers are to this day often only possible under the protection of anonymity and using secure communication channels. Chat control threatens to destroy our digital secrecy of correspondence, making secure leaks impossible. The Pirate movement is therefore fighting against this globally unprecedented attack on the security of our smartphones and communications.”

Breyer concludes by pointing out the importance of the EU‘s ePrivacy reform, by which the the European Parliament wants to make private communications encrypted by default to prevent interception and eavesdropping by foreign intelligence intelligence services.


patrick-breyer.de/en/10-years-…



La Conferenza di Darmouth del 1956: la nascita dell’Intelligenza Artificiale


La Conferenza di Darmouth, nel 1956 rappresenta uno dei turning point nella storia del progresso tecnologico successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Di fatto, sancisce l’inizio della discussione accademica sull’Intelligenza Artificiale Introduzione Era l’estate del 1956,Continue reading

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