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L’Alta Corte Britannica due giorni fa ha respinto l’appello di Julian Assange contro l’ordine di estradizione firmato dall’allora ministro dell’interno inglese Priti Patel.

@Giornalismo e disordine informativo

Una sentenza di tre pagine del giudice #Swift che prosegue la persecuzione contro Julian #Assange.

Da un tweet di Stella Assange apprendiamo che martedì prossimo verrà presentato un nuovo ricorso affinché il caso venga giudicato da altri due giudici.
#FreeAssange
#Dropthecharges
#Journalismisnotacrime

👉link all’articolo di Reporters without borders

👉 link al tweet di Stella Moris Assange



In Cina e Asia – Cuba, pronta base militare cinese?


In Cina e Asia – Cuba, pronta base militare cinese? cuba
I titoli di oggi:

Cuba, l'intelligence Usa: pronta una base militare cinese
Cina o Usa? L'Arabia Saudita vuole entrambi
Cina: un nuovo libro analizza l'unificazione nazionale dei Qing
Il Regno Unito rimuoverà le telecamere cinesi dai siti governativi sensibili
Stati Uniti, Taiwan e Giappone condivideranno tra loro i dati dei droni da ricognizione navale
Il Giappone rielabora la sua politica per gli aiuti allo sviluppo
Myanamar, la morte della cantante vicina alla giunta infiamma il dibattito pubblico

L'articolo In Cina e Asia – Cuba, pronta base militare cinese? proviene da China Files.



PRIVACYDAILY


N. 136/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: In futuro le aziende potrebbero utilizzare la tecnologia di monitoraggio cerebrale per sorvegliare o assumere i lavoratori, così afferma il Garante per i dati personali in UK. Ma esiste un rischio reale di discriminazione se la “neurotecnologia” non viene sviluppata e utilizzata in modo appropriato, afferma l’Information Commissioner’s... Continue reading →


Africa rossa – Più Africa nei Brics


Africa rossa – Più Africa nei Brics brics
Il vertice dei Brics, la visita in Cina del presidente della Repubblica democratica del Congo, il calo dell'appeal di Cina e Stati Uniti tra l'opinione pubblica africana. Di questo e molto altro ci siamo occupati nell'ultima puntata di Africa rossa, la rubrica a cura di Alessandra Colarizi.

L'articolo Africa rossa – Più Africa nei Brics proviene da China Files.



TikTok enquiry: French executives ‘do not know what to say’


The French Senate questioned two French senior managers of the successful social network TikTok, who repeatedly admitted that they were unable to answer the questions put to them.


euractiv.com/section/data-priv…



L'annuncio sull'implementazione dei gruppi federati in Bonfire. Il software più interessante del Fediverso (ancora in beta) si appresta a supportare una delle migliori potenzialità di ActivityPub

@Che succede nel Fediverso?

Il post di @Bonfire

Come parte del nostro impegno per potenziare le comunità con strumenti per favorire il coordinamento, comunicazioni significative e un maggiore senso di cura e appartenenza, siamo entusiasti di annunciare lo sviluppo di gruppi federati in Bonfire. In questo post del blog, approfondiremo il lavoro in corso di implementazione delle funzionalità principali dei gruppi ed esploreremo i potenziali vantaggi che questa funzionalità può apportare all'intero fediverso.

Il potere dei gruppi

Con i gruppi gli utenti possono creare spazi contestuali e cross-instances, definire le proprie regole e governance, per organizzare al meglio la loro partecipazione attraverso il fediverso. Le caratteristiche principali dei gruppi in Bonfire finora includono:

Creazione e scoperta

Gli utenti di Bonfire avranno la possibilità di creare i propri gruppi, specificando lo scopo, le regole e altre impostazioni del gruppo. Ogni gruppo avrà un nome utente univoco, basato sull'istanza in cui è stato creato (ad es. @climatenews@zomia.zone) e sarà individuabile (a seconda delle impostazioni sulla privacy) in tutto il fediverse per consentire agli utenti di trovare e unirsi ai gruppi in linea con i propri interessi, facendo in modo che tutti possano trovare o costruire le proprie comunità sul fediverso.

Confini e privacy

I custodi del gruppo avranno un controllo granulare sulle impostazioni della privacy, consentendo loro di determinare se un gruppo è aperto, visibile o privato. Questa flessibilità garantisce che gli utenti possano partecipare a gruppi che si adattano ai loro livelli di comfort e mantenere il controllo sui propri dati personali. I gruppi privati ​​mostreranno le loro attività solo ai membri, mentre i gruppi aperti o visibili consentono a chiunque di leggere i contenuti del gruppo e i membri possono aggiungere post o partecipare a conversazioni.

Ruoli e moderazione

I custodi del gruppo avranno anche la possibilità di definire ruoli personalizzati e assegnarli a determinati membri, semplificando e decentralizzando così la gestione e la moderazione dei gruppi. I membri a cui viene concesso un ruolo pertinente possono vedere e indirizzare le attività segnalate, invitare altri utenti, modificare l'aspetto e i dettagli del gruppo, creare e modificare ruoli o pubblicare annunci, ecc.

Quando un utente contrassegna un'attività o un membro del gruppo, i moderatori del gruppo sono i primi a ricevere la notifica. Questo aiuta a distribuire il carico di lavoro di moderazione e riduce il carico sui moderatori dell'istanza. Se un utente segnalato infrange non solo le regole del gruppo ma anche quelle delle rispettive istanze, i moderatori del gruppo hanno la possibilità di inoltrare il caso ai moderatori dell'istanza, per aiutare a mantenere un ambiente sano e rispettoso in tutto il fediverso.

Per garantire la migliore esperienza utente possibile, intendiamo lanciare una versione iniziale sui gruppi da testare all'interno della nostra istanza playground. Questo ci consentirà di raccogliere preziosi feedback dalla nostra community e di impegnarci in discussioni collaborative per perfezionare e migliorare la piattaforma man mano che avanziamo.

In un prossimo post, approfondiremo maggiori dettagli, comprese le nostre idee per la federazione dei gruppi e le sfide tecniche che stiamo affrontando. Stay tuned 😎


🔥 📣🔥 Dive into our latest #Bonfire blog post where we explore the development of federated #Groups
bonfirenetworks.org/posts/dev_…

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)


OpenAI e ChatGPT sono stati citati in giudizio per diffamazione: il chatbot ha falsamente identificato un uomo come imputato per appropriazione indebita, coinvolto in una fondazione pro-armi

@Etica Digitale (Feddit)

È la prima causa di questo tipo intentata contro OpenAI sostenuta da Microsoft e potrebbe costituire un precedente per futuri casi intentati contro la società tecnologica con sede in California.

Secondo la causa, ChatGPT identifica erroneamente l'uomo - il cittadino statunitense Mark Walters - come il Chief Financial Officer della Second Amendment Foundation (SAF), un gruppo pro-armi nello stato di Washington.

L'articolo di Stefanie Schappert è pubblicato da Cybernews

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Le parole di Flavio Tosi sono gravissime, degne di un fascista come lo definì una volta Umberto Bossi. D'altronde lo stesso Mauro Tosi pare che si sia autodefi

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Il C-27J Spartan di Leonardo vola a Baku. Tutti i dettagli dell’accordo


Il velivolo C-27J Spartan di Leonardo è pronto a volare in Azerbaijan. Questo è il risultato dell’accordo stretto tra Roma e Baku in occasione della visita in Italia di una delegazione azera. Nel corso dei diversi colloqui, hanno avuto l’opportunità di in

Il velivolo C-27J Spartan di Leonardo è pronto a volare in Azerbaijan. Questo è il risultato dell’accordo stretto tra Roma e Baku in occasione della visita in Italia di una delegazione azera. Nel corso dei diversi colloqui, hanno avuto l’opportunità di incontrarsi anche il vice ministro alla Difesa del Paese, Agil Gurbanov, e il ministro della Difesa italiana, Guido Crosetto. “L’Azerbaigian riveste ruolo centrale nell’area Euroasiatica. Sono state analizzate opportunità per rafforzare ulteriormente le relazioni tra i nostri Paesi attraverso la cooperazione nel settore energetico e della Difesa”. Così il ministro Crosetto ha commentato il bilaterale, che segue la sua visita di gennaio a Baku. Già operativo in 16 diversi Paesi e con più di 170mila ore di volo, il C-27J Spartan è in grado di svolgere diverse tipologie di missioni dall’ambito della Difesa a quello della protezione civile, e rappresenta un chiaro segnale del consolidamento della collaborazione tra i due Paesi, in un ambito che va anche oltre il tradizionale settore energetico.

Il velivolo

Lo C-27J Spartan è un velivolo da trasporto tattico e viene impiegato nei contesti geografici, ambientali e operativi più variegati e sfidanti. L’esperienza accumulata a livello internazionale presso le diverse Forze armate lo rende particolarmente adatto al trasporto militare, all’aviolancio di paracadutisti e materiali, così come al supporto tattico alle truppe nel cosiddetto “ultimo miglio”. A queste funzioni si aggiunge anche il supporto nelle operazioni dei corpi speciali, e in quelle destinate all’assistenza umanitaria o al portare aiuto alle popolazioni colpite da disastri ambientali.

Una collaborazione a tutto tondo

L’Italia ha un interesse diretto nella regione, e già il governo Draghi si era mosso per differenziare le proprie forniture, soprattutto di gas naturale, riducendo in questo modo la dipendenza da Mosca. Uno sforzo che ha visto l’attivismo di Roma in diverse regioni, a partire dal Mediterraneo e il Golfo, e che vede nell’Azerbaigian un nodo centrale. Ora la collaborazione tra Roma e Baku si estende anche ai prodotti dell’industria della Difesa, grazie all’impegno e al contributo del ministero della Difesa italiano. Il programma di acquisto del C-27J di Leonardo, si inserisce infatti in un più ampio programma di ammodernamento delle Forza armate azere, che le vede guardare con sempre più interesse ai prodotti e alle tecnologie nostrane.

Le Difese si avvicinano

Il rafforzamento della cooperazione nel campo della Difesa, come anticipato, è un tema che è già stato affrontato nel corso della visita ufficiale del ministro Crosetto a Baku, svolta a gennaio, dove vi era stata la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per rafforzare la cooperazione militare, soprattutto nel campo della formazione e dell’istruzione delle Forze armate azere. In quell’occasione il ministro aveva intrattenuto una serie di colloqui istituzionali con il presidente della Repubblica azera, Ilham Aliyev, il ministro della Difesa, Zakir Hasanov, e con il capo dei servizi di sicurezza, Ali Naghiyev. Non solo, “l’Italia – aveva spiegato Crosetto – conferma il suo contributo per un’ulteriore rafforzamento delle relazioni tra Azerbaigian e Nato e tra Azerbaigian e Unione europea”, un obiettivo “condiviso anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni”.


formiche.net/2023/06/accordo-c…



Parliamone eccome, di Bibbiano. Ma parliamone non come dei forsennati forcaioli si permisero di parlarne: parliamone per parlare di noi stessi, del modo in cui il senso di giustizia è calpestato da una spettacolarizzazione incivile dell’accusa, del livell

Parliamone eccome, di Bibbiano. Ma parliamone non come dei forsennati forcaioli si permisero di parlarne: parliamone per parlare di noi stessi, del modo in cui il senso di giustizia è calpestato da una spettacolarizzazione incivile dell’accusa, del livello imbarazzante di cultura della classe (presunta) dirigente, che non si sottrae alla corrida pur di acchiappare qualche consenso, pur di infilare qualche banderilla sul groppone degli avversari, finendo con il matar quel che resta della giustizia.

Pochi si possono permettere il lusso di ripetere oggi le parole che dissero e scrissero nel 2019: tocca alla Procura dimostrare l’esistenza del reato presupposto e la colpevolezza degli indagati (allora tratti in custodia cautelare); nel frattempo vige la garanzia costituzionale della presunzione d’innocenza. Vale sempre e per tutti. Oggi sappiamo una cosa in più, rispetto ad allora: l’imputato principale è stato assolto in appello. La faccenda non è chiusa, potrebbe esserci un ricorso della Procura in Cassazione (vedremo), ma per come funziona il processo accusatorio, dovendo essere dimostrata la colpevolezza «al di là di ogni ragionevole dubbio», l’assoluzione quel dubbio dovrebbe ingigantirlo.

Il problema non è soltanto nelle Aule di giustizia, ma soprattutto fuori. Ci riguarda tutti, nessuno escluso. Se lo spettacolo dell’accusa ha preso il posto del racconto della giustizia è perché si vive nell’oscurantismo giuridico. Se i mezzi di comunicazione pompano quello scempio è perché cercano clienti e li cercano fra i forcaioli della porta accanto. Se i politici cavalcano lo spettacolo e si mettono sulla scia della comunicazione è perché sanno che scarseggiano i voti di quanti credono si possa avere una giustizia migliore, mentre abbondano quelli che cercano nella colpevolezza altrui un pezza per coprire la propria cattiva coscienza. Ed è questa broda maleodorante che da lustri inonda la nostra vita collettiva.

Vi pare possibile che un’inchiesta penale si chiami “Angeli e demoni”? È deviata la mente del titolatore ed è cancellata la coscienza dei copisti in veste di giornalisti. “Angeli” sono i bimbi innocenti, “demoni” gli indagati. E in piazza s’allestisce il rogo mediatico. Poi arriva la notizia che il “demone” sarebbe innocente, ma questo è niente rispetto al fatto che degli “angeli” non frega niente a nessuno: se è innocente è stato fatto del male a quanti sono stati tirati dentro un orrore che per loro resta tale.

La faziosità politica non mitiga la scena, ma la impreziosisce d’ignoranza e bassezza. Le bande che si scontrano – armate di mazze diffamatorie – cambiano colore, ma i due fronti sono sempre gli stessi: da una parte i colpevolisti e dall’altra gli innocentisti. Nessuna delle due parti è compatibile con la giustizia, che nel garantismo ha i baluardi del rispetto dei diritti e della certezza della pena. Mentre ai colpevolisti serve dire che è tutto evidente e «si butti via la chiave» (che quando la senti sai già d’avere innanzi un troglodita) e agli innocentisti serve dire che è «giustizia persecutoria e a orologeria» (che quando la senti vedi già la chilometrica coda di paglia). Per Bibbiano i criminali erano del Pd, per Metropol erano della Lega e per le froge sbuffanti delle rispettive fazioni sembra impossibile capire che si possa dissentire e avversare senza sentire il bisogno di criminalizzare.

Il nostro problema è questo. Nulla di ciò che ci accompagna da anni sarebbe mai stato possibile senza il consenso urlato e il dissenso vilmente taciuto. A proposito: va bene che si contesti alla Polonia la riforma della giustizia, ma va male che l’inciviltà della giustizia belga e l’uso di una bambina di 22 mesi per ricattare la madre siano stati accompagnati dal cacasottismo del Parlamento europeo, tremulo nel temere per ciascuno dei componenti, intanto in corsa per raccattare i peggiori istinti dell’opinione pubblica. C’è del marcio nella nostra scena pubblica. Tacerlo lo diffonde. Parliamone, quindi, di Bibbiano.

La Ragione

L'articolo Parliamone proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Kuwait, opposizione vince elezioni. Tra gli eletti solo una donna


Le correnti religiose dei salafiti e dei Fratelli Musulmani hanno mantenuto la loro posizione all'interno del parlamento, mentre le forze populiste, liberali e sciite appaiono ridimensionate. L'articolo Kuwait, opposizione vince elezioni. Tra gli eletti

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della redazione

Pagine Esteri, 8 giugno 2021L’opposizione ha ottenuto 29 dei 50 seggi del Parlamento del Kuwait alle elezioni del 6 giugno. Tra questi solo uno è andato a una donna, l’ex ministra dell’edilizia Janan Bushehri, che ha detto di voler contribuire alla “stabilità e al progresso su questioni in sospeso, sia politiche che economiche”. Le correnti religiose dei salafiti e dei Fratelli Musulmani hanno mantenuto la loro posizione all’interno del parlamento, mentre le forze populiste, liberali e sciite appaiono ridimensionate. È probabile che il deputato Ahmed Al-Sadoun diventi il presidente dell’Assemblea.

Tre mesi fa i risultati delle elezioni parlamentari del 2022 erano stati annullati dalla Corte Costituzionale a causa di irregolarità. Quindi sono state indette nuove consultazioni alle quali hanno partecipato appena 207 candidati, tra cui 15 donne: in 20 anni, mai un’elezione parlamentare ha visto così pochi aspiranti alla carica di deputato. Nel paese si spera che dopo le elezioni possano sbloccarsi situazioni che hanno impedito ai legislatori di approvare le riforme economiche necessarie. In Kuwait si registrano ripetuti deficit di bilancio e bassi investimenti esteri.

Il Parlamento del Kuwait non è consultivo come nelle altre monarchie arabe del Golfo. Sebbene il giudizio finale spetti sempre all’emiro Al Sabah, l’assemblea ha il potere di approvare e bloccare leggi e presentare mozioni di sfiducia. Una diversità dagli altri Parlamenti dell’area che, tuttavia, non è garanzia di stabilità. In Kuwait l’emiro ha sciolto il parlamento ben dieci volte nell’ultimo decenni a causa degli scontri tra i poteri esecutivo e legislativo.

La prima sessione del nuovo Parlamento è prevista per il prossimo il 20 giugno. Pagine Esteri

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L'articolo Kuwait, opposizione vince elezioni. Tra gli eletti solo una donna proviene da Pagine Esteri.



Oggi il Ministro Giuseppe Valditara insieme al Maestro Andrea Bocelli e ai vertici della Fondazione hanno firmato il rinnovo del Protocollo d’Intesa tra MIM e ABF per la promozione di progetti in campo educativo, con l’obiettivo di garantire il dirit…


Le difficoltà delle democrazie nei contesti di guerra


Nulla in modo più netto e più drammatico delle guerre è in grado di portare alla luce certe fragilità delle democrazie. Le democrazie moderne (quelle antiche erano un’altra cosa) vivono con molto più disagio dei regimi autocratici le guerre in cui sono co

Nulla in modo più netto e più drammatico delle guerre è in grado di portare alla luce certe fragilità delle democrazie. Le democrazie moderne (quelle antiche erano un’altra cosa) vivono con molto più disagio dei regimi autocratici le guerre in cui sono coinvolte. Si capisce perché: la democrazia è un sistema costruito per risolvere pacificamente (attraverso elezioni e pubblici dibattiti) le dispute fra i suoi cittadini. Essendo l’antitesi della risoluzione pacifica dei conflitti, la guerra la mette in gravi difficoltà.

Da un lato, mentre la democrazia esige, nel suo funzionamento quotidiano, trasparenza , pubblicità degli atti compiuti dai governanti (perché solo la pubblicità, la trasparenza, consente agli elettori di giudicare il governo), la guerra, per sua natura, richiede, in molte decisioni, opacità, riservatezza, assenza di trasparenza: non è alla luce del sole che si possono fare piani di guerra né si possono sbandierare, se non per grandissime linee, i piani di sostegno militare a chi, come oggi gli ucraini, è impegnato a combattere. Dall’altro lato, se e quando una democrazia è coinvolta direttamente in una guerra che rappresenti per essa una minaccia esistenziale, deve rinunciare a certe libertà il cui godimento è o dovrebbe essere pacifico in tempo di pace. Durante la Seconda guerra mondiale le democrazie occidentali adottarono, come era inevitabile, forme di censura e di controllo della popolazione che, fortunatamente, finita l’emergenza bellica, poterono abbandonare.

Infine, la democrazia deve fare costantemente i conti con gli umori dell’opinione pubblica. Con il rischio di oscillazioni nella condotta internazionale dei suoi governi che, in caso di crisi bellica, possono compromettere o frustrarne gli obiettivi e lederne gli interessi.
A una ragione per così dire «strutturale» (legata alle caratteristiche della democrazia in generale) va aggiunta, nel caso dei Paesi europei, una ragione storica. Che è poi una felice circostanza: la lunga pace di cui le democrazie europee hanno goduto e che spiega lo stato di disorientamento delle loro opinioni pubbliche di fronte all’invasione russa dell’Ucraina, di fronte al ritorno della guerra nel cuore dell’Europa. È vero: c’era stato il precedente delle guerre jugoslave ma esse avevano coinvolto solo piccole potenze non in grado, a differenza della Russia, di minacciare una guerra generale.

Una spia evidente delle difficoltà delle democrazie europee di fronte alla guerra in Ucraina è data non tanto dalla continua richiesta di «soluzioni diplomatiche» che dovrebbero essere sponsorizzate da «terze parti» non coinvolte direttamente nel conflitto, quanto dal modo in cui si pretende che tali soluzioni diplomatiche vengano cercate: alla luce del sole, in modo trasparente, visibile a tutti.
Le opinioni pubbliche, o parti di esse, hanno bisogno di sentirsi dire che qualcuno sta facendo qualcosa. Naturalmente, di questo «qualcosa» che si sta facendo per porre termine al conflitto devono essere date al pubblico prove tangibili. Da qui la lunga serie, fin da quando è iniziata l’invasione russa, di tentativi di mediazione ben documentati e pubblicizzati dalle televisioni e dagli altri mezzi di comunicazione. Quale ne sia la funzione è chiaro: rassicurare il pubblico («stiamo cercando una soluzione diplomatica») . Ma, di sicuro, se un giorno soluzioni diplomatiche al conflitto emergeranno non saranno certo colloqui alla luce del sole che ne porranno le premesse. Saranno invece quei canali di comunicazione, informali e al riparo dalla pubblica curiosità, che (spesso se non sempre), durante le guerra, vengono attivati fra i nemici e fra i loro sponsor e principali alleati. La democrazia vorrebbe trasparenza persino nelle trattative e nelle negoziazioni condotte in parallelo ai combattimenti sul terreno. Ma si può scommettere che quando i rapporti di forza ( a loro volta decisi dall’andamento delle battaglie per la difesa o la riconquista dei territori) consentiranno di fare tacere le armi, le negoziazioni sotterranee — fra americani, russi e cinesi, fra ucraini e russi — daranno a quell’esito un contributo molto più importante delle conferenze stampa e di tutti gli altri atti pubblici e ampiamente pubblicizzati.

L’emergenza della democrazia fra Otto e Novecento fece pensare che essa avrebbe inaugurato una nuova fase delle relazioni diplomatiche fra gli Stati, che l’antica diplomazia basata su colloqui riservati e soffusa di segretezza avrebbe lasciato il campo a una diplomazia trasparente, alla luce del sole. Ma fu una ingenuità, una illusione. Anche in età democratica, per essere davvero efficace, la diplomazia richiede riservatezza. La vera differenza è che i governi delle democrazie, mentre si dedicano alla tradizionale attività diplomatica, devono anche giustificare le loro scelte di fronte all’ opinione pubblica. Per non perderne il sostegno.

Un grande teorico della politica, Alexis de Tocqueville, pensava che la democrazia, a differenza dei regimi autoritari, fosse inadatta ad agire con successo, efficacemente, di fronte alle sfide e alle crisi internazionali. Non è necessariamente così. Le democrazie hanno mostrato in tante occasioni di fronteggiare quelle sfide meglio dei regimi autoritari. Per il fatto che sanno motivare i propri cittadini, nelle situazioni di emergenza, molto più efficacemente di quanto sappiano fare, con i loro sudditi, i regimi autoritari. Però è una illusione pericolosa ritenere che ciò sia inevitabile. Il consenso dei cittadini deve essere alimentato e sostenuto. Non è un mistero la ragione per cui Putin si augura ancora di prevalere in Ucraina. Egli pensa che alla lunga le democrazie occidentali si stancheranno di sostenere Kiev. Spera che gli argomenti di coloro che, in Occidente, sono contrari a quel sostegno, finiranno per spostare dalla loro parte il grosso delle opinioni pubbliche. Spetta a chi è di parere contrario non smettere di rintuzzare quegli argomenti.

Corriere della Sera

L'articolo Le difficoltà delle democrazie nei contesti di guerra proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Einaudi: il pensiero e l’azione – “Il Politico” con Giuseppe Benedetto


Con Giuseppe Benedetto, Presidente della FLE, ripercorriamo la carriera politica di Luigi Einaudi: dall’Assemblea Costituente all’incarico di Presidente della Repubblica. Rubrica “Einaudi: il pensiero e l’azione” L'articolo Einaudi: il pensiero e l’azion

Con Giuseppe Benedetto, Presidente della FLE, ripercorriamo la carriera politica di Luigi Einaudi: dall’Assemblea Costituente all’incarico di Presidente della Repubblica.

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Rubrica “Einaudi: il pensiero e l’azione”

L'articolo Einaudi: il pensiero e l’azione – “Il Politico” con Giuseppe Benedetto proviene da Fondazione Luigi Einaudi.


in reply to Informa Pirata

it might indeed be a mastodon specific issues and getting one of the mastodon forks to fix it there first may be the best way to handle it. I wonder if someone like @noellabo might want to take a look at the issue for their fedibird.com fork
in reply to wakest ⁂

@liaizon Is there anything that needs to be improved regarding compatibility between Lemmy and Mastodon?

Where can I find discussions pointing out issues?



#Qatargate: New Ethics Body is toothless


Today, the European Commission presented its plans for an inter-institutional Ethics Body in response to the “Qatargate” corruption scandal in the European Parliament to increase transparency in … https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_

Today, the European Commission presented its plans for an inter-institutional Ethics Body in response to the “Qatargate” corruption scandal in the European Parliament to increase transparency in nine major EU institutions. But the proposed measures, such as a creating an ethics supervisory body without investigative and enforcement powers, are toothless, criticise MEPs from the Pirate Party, who recently presented their own proposals to increase transparency and integrity.

Patrick Breyer, German Pirate Party Member of the European Parliament, comments:

“The EU is in an existential an existential crisis of confidence – not only because of the Qatargate corruption scandal. Our European Union is far too much controlled by industry and governments instead of acting in the interests of the citizens, whose will hardly counts.

“The ethics reform that the von der Leyen Commission wants to fob us off with today is toothless and ultimately means ‘business as usual’. The answer to corruption and lobbying is supposed to be a committee of blabbermouths, with no investigation or enforcement powers, leaving MEPs and key politicians in charge of controlling their peers. In this way, the powerful industry lobbies will continue to hold the EU in a headlock.

“The proposal even offers the European Parliament a pretext to postpone overdue reforms, for example concerning MEP side jobs, cooling-off periods for ex-MEPs, lobby meetings and the prevention of corruption. We Pirate Party MEPs have since presented a comprehensive transparency and integrity plan: We not only demand full disclosure of all MEPs’ expenses, we Pirates have been doing this voluntarily since the beginning of our mandate.

“One year before the European elections, we must not allow the Europeans’ trust in politics to be further damaged by inactivity and turning a blind eye. The end of von der von der Leyen’s political term is overdue.”


patrick-breyer.de/en/qatargate…



E’ partita la campagna per la raccolta firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo legale a 10 euro l’ora indicizz


Paolo Ferrero* Draghi ha detto in modo chiaro che per l’occidente non c’è alternativa alla vittoria dell’Ucraina in questa guerra. Si tratta di una af


Kbin è finalmente disponibile in italiano!

@Che succede nel Fediverso?

Siamo molto contenti! La nostra chiamata alle armi di pochissimi giorni fa è andata a buon fine: Kbin è disponibile anche in italiano!



C'è qualcuno che vuole contribuire alla traduzione di Kbin in Italiano?

@[url=https://friendica.me/profile/che]Christoph Heher[/url] succede nel Fediverso?

Kbin è stato creato da uno sviluppatore che non dispone certo di risorse paragonabili a quelle di una BigTech., ma il progetto è già disponibile in quattro lingue: Inglese, Polacco, Olandese e Giapponese.
Se volete aiutare questo progetto a essere conosciuto in Italia e se volete aiutare gli utenti italiani a utilizzarlo, potete registrarvi su Codeberg e andare a questo link

Per informazioni, potete chiedere a @ernest

@ernest@kbin.social:

That's cool!
translate.codeberg.org/project…



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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Ma un sano spiegone ?
Io non ancora capito cosa e' / in cosa differisce da lemmy e iscrivermi all'istanza di test per scoprirlo mi pare eccessivo 🙂
in reply to Luca Sironi

@Luca Sironi ho impiegato quasi tre giorni per pensare come realizzare questa guida... 🙁

Abbi pazienza e tirerò fuori anche una guida a Kbin... 😀


Ecco la guida italiana a Lemmy scritta “su Lemmy” per i profughi di Reddit e per gli utenti di Mastodon (e non solo) che vogliono usarla senza iscriversi a Lemmy


Ciao, questo è Lemmy!


Probabilmente sei giunto qui dopo avere saputo che Reddit non si accontenta più di mungere i dati personali degli utenti che si connettono dalla sua app ufficiale, ma ha deciso che fosse una buona idea taglieggiare anche gli sviluppatori di app indipendenti

Forse Reddit farà un passo indietro, ma a noi di feddit.it qusto non interessa.
A noi piace Lemmy e la sua interfaccia d’uso è fatta proprio per offrire agli utenti Reddit un’ambiente piacevole e stimolante ma che sia anche facile da imparare e da usare.

Tuttavia è comunque opportuno spiegare qualcosa per chi non è abituato alla “filosofia del Fediverso”.

A questo proposito suggeriamo anche la lettura di questa breve guida pubblicata proprio all'apertura della nostra istanza


Quanto costa iscriversi a feddit.it?


Nulla. Ma proprio nulla. Lemmy viene offerto gratuitamente e noi abbiamo deciso di sostenere i costi dei server per seguire questa istanza. A differenza di Reddit, infatti, noi non raccogliamo neanche dati personali, comportamentali o tecnici da rivendere a inserzionisti. Questa istanza è stata creata grazie a un progetto congiunto di poliverso.org, la più grande istanza italiana di Friendica nata per creare un’alternativa italiana a Facebook, e del sito lealternative.net.

Se ti è piaciuta questa guida, puoi prendere in considerazione l’idea di fare una donazione a Poliverso qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.

Se invece desideri premiare il lavoro che qui svolge l’infaticabile creatore de lealternative.net puoi sostenere direttamente quel progetto qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.

Cos’è il Fediverso?


Il Fediverso:
- è un’ecosistema di server indipendenti (chiamati “istanze”)
- che eseguono software diversi
- basati quasi sempre su software libero
- che, come i server di posta elettronica, consentono di comunicare tra di loro
- attraverso uno standard chiamato ActivityPub
- e che sono basati su due tipi di oggetti: le utenze e i messaggi.

A ogni istanza corrisponde un indirizzo web unico come nel caso della nostra istanza feddit.it.

Le utenze possono essere i singoli “utenti” oppure alcuni utenti speciali chiamati “gruppi”, che hanno selle proprietà particolari quali per esempio il fatto di essere usati come dei forum, come dei gruppi Facebook, come dei canali Youtube o, appunto, come dei “subreddit”.

A ogni utenza corrisponde un link univoco fatto più o meno così nome_istanza/(sintassi_specifica_di_ciascun_software/)nomeutente ma, come nelle email, gli utenti sono identificabili con un indirizzo standard che è sempre fatto così: @ + nomeutente + @ + nome_istanza
Nel caso della nostra istanza, per esempio, l’utente “poliverso” ha questo link feddit.it/c/poliverso e può essere menzionato con l’indirizzo @poliverso@feddit.it.

I messaggi possono essere anch’essi di due tipi: abbiamo infatti la forma più comune (chiamata “nota”) che è quella usata per sempio da Mastodon per simulare i tweet di Twitter oppure quella usata da tutti i software del fediverso per riepondere a un qualsiasi messaggio; ma abbiamo anche una forma particolare (chiamata “pagina”) che consente di aggiungere un “titolo/oggetto” al post e che è quella usata da software come Friendica quando vogliono pubblicare un post con il titolo, ma è anche quella usata da Peertube quando vuole pubblicare un video ed è quella che usa Lemmy quando vuole aprire un nuovo thread.
A ogni messaggio corrisponde sempre un link che costituisce l’identificativo univoco all’interno di internet; nel caso di questo messaggio, per esempio il link univoco è questo feddit.it/post/285572 ma:
- se leggiamo questo messaggio da un’altra istanza Lemmy come lemmy.ml, allora, nella nostra barra degli indirizzi, lo vedremmo scritto così lemmy.ml/post/1167088
- se lo leggiamo dall’istanza mastodon mastodon.uno lo leggeremmo così mastodon.uno/@informapirata@fe…
- se lo leggiamo dall’istanza mastodon sociale.network lo leggeremmo così sociale.network/@informapirata…
- se lo leggiamo dall’istanza Friendica poliverso.org, lo leggeremo così poliverso.org/display/762a4026…

Questo avviene perché ogni software del fediverso è in grado di riconoscere il link univoco e di “convertirlo” in un link tradotto nel linguaggio della propria piattaforma; per esempio il messaggio di risposta a questo è stato scritto da un software diverso da Lemmy, ossia Friendica (un’alternativa del Fediverso a Facebook): il suo link “vero” è questo XXXXXXXXXXXXXXXXX ma in questa istanza Lemmy, può essere letto anche in questo modo: XXXXXXXXXXXXXXXX

Ogni utente può agire sui messaggi con tutta una serie di azioni (chiamate “attività”) che consentono agli utenti di seguire un altro utente o una comunità, di inserire un like o di condividere un post.

I software del Fediverso sono di due tipi:
- i social network (come Mastodon, Friendica, Misskey, Pleroma, Pixelfed, Bonfire e tanti altri)
- i content aggregator (come Peertube, Funkwhale, Mobilizon, Bookwyrm e, tra tantissimi altri, anche Lemmy)

I content aggregator dispongono generalmente di tutte le funzioni “social” di un social network tranne il fatto che i propri utenti possono seguire solo altre utenze di tipo “gruppo”, ma non possono seguire altri utenti. Tuttavia gli utenti dei “sistemi non social” possono sempre interagire pienamente con gli utenti dei “sistemi social”, salvo il fatto che generalmente possono “incontrare” gli altri utenti solo dentro ai gruppi cui sono iscritti.

Cos’è Lemmy?


Lemmy è un “link aggregator”, ossia un sistema che consente agli utenti iscritti a un’istanza (ossia uno dei tanti server sparpagliati per la rete) di scegliere di seguire (in pratica, di sottoscrivere) le “comunità” tematiche di proprio interesse e di pubblicare un post con:
1) un link a una pagina web
2) un titolo
3) un testo descrittivo con testo formattato, link o immagini

Inoltre un utente può anche rispondere ai post altrui, votare positivamente o negativamente un post iniziale o un messaggio di risposta, quotare del testo, silenziare o bloccare un altro utente.

Infine un utente può anche creare (secondo le regole di ciascuna istanza, ossia di ciascun server) una propria comunità all’interno dell’istanza cui è iscritto e acquisire i privilegi di moderatore che gli consentono di creare una descrizione della propria comunità, di cancellare post o di sospendere gli utenti.
Per evitare la creazione di istanze duplicate o istanze fantasma, abbiamo deciso che nell’istanza feddit.it se un utente vuole creare una nuova comunità deve farsi prima autorizzare dagli amministratori. Il sistma sembra funzionare abbastanza bene e al momento le istanze feddit.it sono quasi tutte piuttosto attive e ben presidiate dai propri moderatori.

Le comunità di feddit.it sono tutte presenti a questo link: feddit.it/communities
Le comunità di tutte le istanze Lemmy sono invece navigabili a una pagina gentilmente creata dagli amministratori dell’istanza tedesca feddit.de: browse.feddit.de/

NB: le comunità di un’istanza sono visibili e sottoscrivibili da tutti gli utenti delle altre istanze: inoltre, l’utente di un’istanza può essere anche nominato moderatore di una comunità residente su un’altra istanza.

Come si usa Lemmy? Dipende…


Il modo in cui si usa Lemmy dipende dall’utente:
- se sei un utente proveniente da Reddit, puoi dare un’occhiata a questa risposta: Come iscriversi all’istanza italiana Lemmy feddit.it e come muovere i primi passi
- se sei un utente già iscritto a Mastodon, Friendica o a un altro software di microblogging del Fediverso, puoi dare un’occhiata a questa risposta: Ho già un account Mastodon o Friendica: come posso partecipare alle discussioni su Lemmy?
- se sei già iscritto su un’altra istanza Lemmy, puoi dare un’occhiata a questa rispostaHo già un account Lemmy: come posso partecipare alle discussioni di un’altra istanza?

Se ti è piaciuta questa guida, puoi prendere in considerazione l’idea di fare una donazione a Poliverso qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.> Ho già un account Lemmy: come posso partecipare alle discussioni di un’altra istanza?




  È una sentenza per omicidio colposo aggravato quella che ha sancito la condanna a 12 anni di carcere, più l’interdizione per 5 anni dai pubblici u


“Principali sviluppi del diritto della concorrenza dell’unione europea e nazionale”


Domani avrò il piacere di partecipare al convegno “Principali sviluppi del diritto della concorrenza dell’unione europea e nazionale” organizzato a Firenze dall’ Associazione Antistrust Italiana. A partire dalle 12.00 interverrò per parlare di antitrust, PCS e tutela della privacy Qui il link alle informazioni complete aaiantitrustconference.it/


guidoscorza.it/principali-svil…



MASARAT AL-FUNUN. Oggi a Napoli hanno inizio i percorsi artistici della cultura palestinese


Teatro, cinema, letteratura, poesia, musica. All'ex Asilo Filangieri otto giorni di eventi con ospiti nazionali e internazionali. L'articolo MASARAT AL-FUNUN. Oggi a Napoli hanno inizio i percorsi artistici della cultura palestinese proviene da Pagine Es

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Di Maria Rosaria Greco, curatrice di Femminile palestinese –

Pagine Esteri, 8 giugno 2023. Da oggi, 8 giugno e fino al 15 giugno p.v. a Napoli, presso l’ex Asilo filangieri si parla di cultura palestinese con la rassegna Masarat al-funun – percorsi artisti مسارات الفنـــون , il nuovo progetto a cura della Comunità Palestinese Campania che si snoda fra differenti linguaggi, come teatro, poesia, cinema, letteratura, musica, cucina.

Sono molti gli ospiti di questa prima edizione che raccontano la Palestina attraverso la sua cultura, fra questi solo alcuni nomi come il poeta Ibrahim Nasrallah, la scrittrice Suad Amiry, il regista e attore Mohamad Bakri, che si alternano in un calendario ricco di appuntamenti che prevede spettacoli teatrali, proiezioni di film e documentari, performance musicali, mostre fotografiche, bazar di prodotti tipici e degustazioni varie di cucina palestinese.

Ne abbiamo parlato con l’ideatore Omar Suleiman della Comunità palestinese Campania, ma anche attore, cuoco, a Napoli molto conosciuto per lo storico caffè arabo di piazza Bellini.

“Masarat al-funun” come nasce questo progetto e come si sviluppa?

O.S. Masarat al-funun nasce come esigenza di comunicare la cultura palestinese in modo più programmatico e non con eventi saltuari, augurandomi che possa avere lunga vita. Questa è una prova di una prima edizione, spero di poter proseguire in seguito. È un chiodo fisso che avevo da molti anni, da quando cioè ho incominciato ad accorgermi, verso il 2004-2005, che non erano le conferenze e i convegni politici che potevano spiegare al meglio la questione palestinese. Ho visto invece l’efficacia del lavoro culturale attraverso i libri, il teatro, il cinema. Ho capito l’importanza della diffusione della cultura palestinese, una cultura che ha radici profonde, nella terra e nella popolazione palestinese.
Fino ad oggi non c’erano state le opportunità per avviare il progetto, ma questo mi era sembrato l’anno giusto. Ovviamente è molto faticoso, per ora mancano risorse, finanziamenti pubblici e quindi è autofinanziato dai componenti della Comunità palestinese Campania.

Quali sono i percorsi artistici che verranno attivati

O.S. Innanzitutto il teatro. Quest’anno non siamo riusciti a coinvolgere tutti gli amici che volevamo, ma mi auguro, visto che già esistono accordi precisi, che in una seconda edizione potremo reclutare tutti gli altri. L’obiettivo è quello di coinvolgere amici italiani che fanno teatro o narrazione sulla questione palestinese e ci sono molti lavori che meritano attenzione. Il teatro è sicuramente il percorso più importante su cui vorremmo puntare. Presentiamo un paio di spettacoli nostri: “Mi chiamo Omar” scritto e diretto da Luisa Guarro, “Finalmente fioriti i mandorli” adattamento e regia di Patrizia Di Martino. Poi la performance di Carlo Cerciello con Imma Villa, “Alla frontiera israeliana” di Kalife, che è tratta dallo spettacolo “Il cielo di Palestina” a cui ho avuto l’onore di partecipare come attore nel 2016.
Altro percorso artistico è sicuramente il cinema, che oggi arriva a partecipare anche agli oscar talmente è alta la qualità. Ci sono nomi di eccellenza nel nostro cinema palestinese conosciuti in tutto il mondo. Ci viene a trovare il carissimo amico, regista e attore, Moahmed Bakri perseguitato dal regime sionista per il suo lavoro, per l’affermazione della sua identità profondamente palestinese, nonostante lui abbia la cittadinanza israeliana.
Poi la poesia. Mahmoud Darwish insegna visto che è diventato un poeta senza cittadinanza, un poeta punto e basta, né palestinese né arabo, solo un poeta tradotto in 24 lingue del mondo. Nostro ospite è Ibrahim Nasrallah un carissimo amico che è venuto tante volte qui a Napoli ed anche a Salerno nel 2016. Per la letteratura, abbiamo con noi la scrittrice Suad Amiry che ha pubblicato molto in Italia e quindi è conosciutissima.

Insomma noi ce la stiamo mettendo tutta. Come Comunità palestinese della Campania abbiamo compagni di viaggio di eccellenza: Assopace Palestina, Femminile palestinese, Pagine Esteri, l’Asilo (ex Asilo Filangeri) Invicta Palestina, Edizione Q, Cultura è libertà per la Palestina. Molti ragazzi volontari ci stanno aiutando nella comunicazione e organizzazione e gli amici della comunità palestinese si stanno attivando tantissimo. Il nostro progetto Masarat al-funun è dedicato all’amico scomparso Ali Orani.

Se tu dovessi descriverti come ti definiresti? Un attore, un cuoco, un narratore? Forse tu racconti la Palestina da quando vivi a Napoli attraverso molteplici percorsi artistici che spaziano dalla cucina al teatro, e altro ancora. Un po’ come il tuo progetto Masarat al-funun

O.S. Si, io ritengo di essere un narratore. Racconto la Palestina attraverso vari modi, vari linguaggi. Prima, dall’inizio della mia presenza in Italia, l’ho fatto attraverso la diffusione della storia della Palestina e della sua situazione politica, poi con la mia cucina, il mio lavoro, perchè anche quello è narrare: la storia del cibo, i profumi, i sapori. Per ultimo ho iniziato a raccontare con il teatro. Le situazioni che più mi piacciono sono le più semplici. Quando vado nelle scuole, nelle Università in mezzo ai ragazzi o nei gruppi di amici a raccontare. Mi piace raccontare le storie scritte da palestinesi che parlano della propria terra, dei profumi e delle radici di quella terra”.


Pagine Esteri parteciperà a MASARAT AL-FUNUN con il documentario da noi prodotto, “Il cielo di Sabra e Chatila”, che sarà proiettato lunedì 11 giugno alle ore 19.30.

IL PROGRAMMA COMPLETO DI MASARAT AL-FUNUN:

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EU policymakers inch toward deal on trade secrets in new data law


EU institutions’ approach to the thorny issue of trade secrets in the new EU rulebook for data sharing is shaping up, according to a document seen by EURACTIV. The Data Act is a flagship legislative proposal to regulate how data...


euractiv.com/section/data-priv…



u’UE dovrebbe istituire un meccanismo di revisione indipendente per monitorare, su larga scala, l’implementazione dei sistemi informatici per la gestione delle frontiere, ha dichiarato l’Agenzia per i diritti fondamentali dell’UE (FRA) nella sua relazione annuale 2023. La relazione, pubblicata giovedì...


🔎 Banchetto cuore delle bands


Oggi vi voglio parlare di una argomento che a me sta particolarmente a cuore facendo parte di quelli che la musica anche la fanno ( ci proviamo se non altro) .

iyezine.com/banchetto-cuore-de…

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Ben(e)detto – 8 giugno 2023


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In Cina e in Asia – L’Ue verso lo stop di Huawei per le reti 5G


In Cina e in Asia – L’Ue verso lo stop di Huawei per le reti 5G huawei
L'Ue verso lo stop di Huawei per le reti 5G

La gran parte degli europei preferisce la neutralità in caso di guerra a Taiwan

Partecipazione record di candidati per il gaokao
La Cina vuole limitare la funzione AirDrop di Apple

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Dialoghi – Poster di propaganda cercasi


Dialoghi – Poster di propaganda cercasi poster
Da prodotto culturale per mobilitare le masse, nel corso dei decenni i poster di propaganda sono finiti per essere oggetti di collezione, se non quando gadget per turisti curiosi. “Dialoghi” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio di Milano

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La Nato si espande in Asia e corteggia il Giappone


La Nato coinvolge Australia, Nuova Zelanda, Filippine e Giappone nella sua strategia anticinese e apre un ufficio di collegamento a Tokyo, che aspira al ruolo di grande potenza militare L'articolo La Nato si espande in Asia e corteggia il Giappone provie

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 8 giugno 2023 – «La NATO rimarrà in Nord America e in Europa e non diventerà un’alleanza globale che include membri dall’Asia. Le nostre garanzie di sicurezza includeranno solo il territorio della NATO» ha affermato il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg in un’intervista concessa al Washington Post. Ma i fatti lo smentiscono: negli ultimi anni il Patto Atlantico, e Washington in particolare, non hanno certo nascosto la propria volontà di allargare il proprio raggio d’azione ad est e nel Pacifico, ben oltre la regione “nord atlantica” richiamata nel trattato costitutivo della più estesa coalizione militare esistente sul pianeta.

L’Alleanza persegue esplicitamente, ad esempio, un ulteriore allargamento della cosiddetta “Nato Plus”, un secondo livello di integrazione che comprende già Israele ma anche la Sud Corea, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone. Nel tentativo di contrastare la crescita della potenza cinese, Washington intende infatti coinvolgere anche l’India, una potenza emergente che ha buoni rapporti con la Russia ma che intrattiene però relazioni altalenanti con Pechino, storica rivale nello scacchiere asiatico. La “Commissione Cina” del Congresso Usa, allo scopo, ha proposto all’amministrazione Biden di sostenere l’ingresso di New Delhi – che fa già parte dell’accordo di sicurezza “Quad” formata con Usa, Australia e Giappone – proprio nella Nato Plus, anche se inizialmente in veste di osservatore.

La Nato corteggia il Giappone
Ma è soprattutto su Tokyo che si appuntano le attenzioni dell’Alleanza Atlantica, che si prepara ad aprire un ufficio di collegamento nella capitale nipponicaper rafforzare la cooperazione militare con gli alleati asiatici. «Nessun partner della Nato è più vicino o capace del Giappone», ha chiarito a gennaio Stoltenberg durante un incontro a Tokyo col premier Fumio Kishida e il ministro della Difesa Yasukazu Hamada. Allora il governo nipponico aveva annunciato l’apertura di una missione diplomatica permanente presso il quartier generale della Nato.

Nella strategia di Washington e Bruxelles, Tokyo dovrebbe rappresentare un nuovo pilastro dello schieramento militare atlantista all’interno di una vera e propria manovra a tenaglia che mira a contrastare la Russia – considerata apertamente una “minaccia” – ma anche la Cina – definita una “sfida sistemica” globale durante l’ultimo vertice della Nato tenutosi a Madrid nel giugno del 2022. L’Alleanza accusa Pechino di intraprendere «operazioni informatiche e operazioni ibride dannose» e di «restare opaca nella propria strategia, nelle proprie intenzioni e nell’accumulo di forze e rifornimenti militari». Ad agitare gli animi e ad accelerare la militarizzazione dell’Indo-Pacifico ci pensa poi la recrudescenza del contenzioso su Taiwan, un’isola cinese ribelle divenuta indipendente de facto nel 1949 grazie alla protezione militare di Washington ma di cui Pechino vuole rientrare in possesso.

«Ciò che accade nell’Europa orientale non si limita solo a essere un problema dell’Europa orientale, ma influisce direttamente sulla situazione nel Pacifico. Ecco perché la cooperazione tra noi, nell’Asia orientale, e la NATO diventa sempre più importante» ha spiegato nei giorni scorsi, in un’intervista alla Cnn, il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi, confermando la volontà dell’Alleanza Atlantica di aprire un ufficio di collegamento a Tokyo entro il 2024. Sarà il primo del genere inaugurato nella regione asiatica, dopo quelli già attivi in Ucraina, Georgia, Moldavia, Bosnia e Kuwait.

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Il premier giapponese Fumio Kishida

La competizione tra Tokyo e Pechino
Hayashi ha rassicurato sul fatto che la mossa non intende costituire una minaccia contro nessuno, ma poi ha spiegato che il riarmo della Cina (con la costituzione di una grande flotta navale e l’accelerazione della produzione di armi nucleari), le minacce a Taiwan e le pratiche commerciali aggressive di Pechino, per non parlare della minaccia permanente rappresentata dalla Nord Corea, costringerebbero il suo paese ad adottare delle contromisure e a rafforzare la cooperazione militare con gli Stati Uniti.

Anche sul fronte economico Tokyo soffre molto la competizione con Pechino. Il Giappone può ancora vantare una potenza economica non indifferente, ma negli ultimi anni ha perso il primato in molti settori – soprattutto industriali – nei quali era protagonista assoluta, come quello dei semiconduttori. Recentemente, poi, la Cina ha strappato al Sol Levante lo status di primo paese esportatore di auto al mondo: nel primo trimestre del 2023, le esportazioni cinesi di automobili hanno registrato un balzo record del 58%, trainate dalla crescente domanda mondiale di auto elettriche e dall’aumento delle esportazioni sul mercato della Russia reso disponibile dalle sanzioni statunitensi, europee e giapponesi.

Gli accordi con Bruxelles e Londra
Il primo ministro giapponese ha intanto annunciato la propria partecipazione al prossimo vertice della Nato che si terrà l’11 e il 12 luglio a Vilnius, in Lituania. Nel frattempo Giappone e Patto Atlantico hanno anche in programma la firma di un “Programma di partenariato su misura” (Itpp) che rafforzi da subito la cooperazione in tema di sicurezza.
Inoltre, i primi ministri di Giappone e Regno Unito hanno concordato l’adozione di un nuovo partenariato strategico globale, denominato “Accordo di Hiroshima”, che comporta una serie di impegni reciproci sul piano della cooperazione militare. Tra le altre cose l’accordo prevede il raddoppio del numero dei militari britannici che prendono parte a esercitazioni sul territorio giapponese e l’invio del gruppo da battaglia della portaerei britannica Queen Elizabeth nell’Indo-Pacifico entro il 2025.

in occasione dell’incontro, il premier britannico Rishi Sunak ha visitato la portaerei nipponica Izumo, la prima di una classe di “cacciatorpediniere portaelicotteri” che include anche la Kaga. Le due navi sono state progettate come portaerei leggere, ma sono state classificate inizialmente come portaelicotteri per adeguarle alle restrizioni imposte dal dettato costituzionale che il governo di Tokyo aggira ormai sistematicamente.

Tokyo cerca un ruolo da protagonista nello scacchiere mondiale
La recrudescenza della competizione globale tra potenze e poli geopolitici causata dall’invasione russa dell’Ucraina e dallo scontro strategico tra Pechino e Washington pare fornire a Tokyo il contesto utile ad affermare maggiormente il proprio ruolo internazionale. Tradizionalmente Tokyo, uscita sconfitta e sotto tutela statunitense dalla Seconda Guerra Mondiale, si è dovuta accontentare di esercitare un ruolo secondario nell’ordine globale basato sul “soft power” derivante dalla propria potenza economica.
Kishida, però, procede nel solco della strategia nazionalista e militarista del suo predecessore Shinzo Abe, tentando di ritagliare per il Giappone una maggiore centralità geopolitica e militare.
Lo scorso anno il partito liberaldemocratico al potere ha ottenuto una radicale revisione delle linee guida di sicurezza nazionale scardinando il pacifismo imposto dalla Costituzione scritta dai vincitori dopo il 1945. Il governo ha varato un piano per trasformare le cosiddette “Forze di autodifesa” in un esercito possente, armato fino ai denti e proiettato sullo scenario internazionale. Tokyo ha deciso di costituire uno stato maggiore congiunto che riunisca tutti i comandi delle Forze Armate ed ha previsto il raddoppio della spesa militare entro il 2027 fino a impiegare per il comparto bellico il 2% del Pil.

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Forze speciali dell’esercito giapponese

Kishida vuole fare del Giappone una potenza militare
In particolare, il Giappone mira a diventare rapidamente una potenza missilistica. Secondo un piano reso noto dal Ministero della Difesa, Tokyo intende sviluppare missili ipersonici con l’aiuto degli Stati Uniti, e di acquistare bombe plananti ad alta velocità, missili da crociera Tomahawk, mine e missili anti-nave, veicoli aerei e sottomarini senza pilota. Il Giappone sta poi collaborando, insieme all’Italia e alla Gran Bretagna, al “Global Combat Air Programme” allo scopo di sviluppare un caccia da combattimento di sesta generazione.
Inoltre il Sol Levante prevede di lanciare nello spazio, a partire dal 2024, una rete di 50 piccoli satelliti militari per estendere le proprie capacità di intelligence e sorveglianza.

A marzo una visita a Tokyo del presidente della Sud Corea, Yoon Suk-yeol – la prima di un capo di stato di Seoul in 12 anni – ha gettato le basi per un completo ripristino delle relazioni tra i due alleati di Washington in nome delle sfide geopolitiche comuni.

Per consolidare il proprio ruolo, Kishida ha sfruttato la presidenza di turno del G7 ed ha operato per aumentare l’isolamento economico e politico internazionale della Russia. Durante una visita in India il premier giapponese ha annunciato che il suo paese investirà 75 miliardi di dollari nell’area dell’Indo-Pacifico entro il 2030 allo scopo di contrastare la crescente influenza cinese, ed ha invitato il suo omologo indiano Narendra Modi a partecipare al vertice dei “sette grandi” che si è svolto a maggio a Hiroshima, nel tentativo di allontanare New Delhi da Mosca.

Kishida punta poi a liberarsi dei vincoli all’esportazione di armamenti contenuti nella propria Costituzione. Nel corso di un incontro a margine del G7 di Hiroshima, Kishida ha promesso a Zelenskyi la fornitura di un centinaio di mezzi militari e si è impegnato a stanziare altri 470 milioni di dollari per la ricostruzione del sistema energetico del paese invaso. Ma il primo ministro, che a marzo ha realizzato un viaggio a sorpresa a Kiev, vuole assolutamente ritagliarsi un ruolo di primo piano nella fornitura di armi all’Ucraina.

Tokyo, infine, punta ad assumere un ruolo di primo piano nell’assistenza militare alle Filippine, ovviamente in funzione anticinese, e a proiettare la presenza delle proprie forze armate al di fuori dei confini nazionali. Proprio in questi giorni le guardie costiere di Stati Uniti, Giappone e Filippine stanno tenendo la loro prima esercitazione congiunta al largo della provincia filippina di Bataan, nel Mar Cinese Meridionale.

La reazione di Pechino
Le esercitazioni sono destinate ad alimentare la tensione con Pechino, che guarda con crescente inquietudine al consolidamento della cooperazione militare tra USA, Giappone e Filippine in vista di un eventuale conflitto. Washington e Manila hanno già eseguito esercitazioni militari su vasta scala ad aprile, dopo che le Filippine hanno garantito alle forze armate statunitensi l’accesso a quattro nuove basi militari, tre delle quali non molto lontane da Taiwan.

«La Nato ha esteso i suoi tentacoli alla regione dell’Asia Pacifico e cerca di esportare la mentalità della guerra fredda (…) La continua espansione verso est della Nato minerà inevitabilmente la pace e la stabilità dell’Asia esportando lo scontro tra blocchi esistente in Europa» aveva commentato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese quando sono cominciate a circolare le prime indiscrezioni sull’apertura dell’ufficio di collegamento della Nato a Tokyo. Dopo l’annuncio ufficiale, Pechino ha esplicitamente accusato Kishida di voler riconquistare il potenziale militare che portò il Sol Levante a invadere gran parte dell’Asia orientale prima e durante il Secondo Conflitto Mondiale. – Pagine Esteri

7597165* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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Raid israeliano a Ramallah, feriti almeno sei palestinesi


Le forze armate israeliane sono state affrontate in diversi quartieri di Ramallah da gruppi di decine di giovani con lanci di pietre e bottiglie incendiarie. L'articolo Raid israeliano a Ramallah, feriti almeno sei palestinesi proviene da Pagine Esteri.

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della redazione

Pagine Esteri, 8 giugno 2023Irruzione la scorsa notte di ingenti forze militari israeliane nel cuore di Ramallah, città dove hanno sede la presidenza e il governo dell’Autorità nazionale palestinese. Decine di automezzi blindati hanno circondato l’appartamento della famiglia del prigioniero palestinese Islam Faroukh in un edificio residenziale a più piani nella zona di Ramallah Al-Tahta (la Città Vecchia) e dopo aver fatto uscire i genitori e le sorelle del detenuto, lo hanno fatto saltare in aria, provocando danni gravi anche ad altre abitazioni.

Islam Faroukh è in prigione per aver compiuto lo scorso novembre un doppio attentato a Gerusalemme in cui sono rimasti uccisi due israeliani. Israele oltre al carcere prevede anche la demolizione delle case dei palestinesi responsabili di attacchi e attentati, punendo in questo mondo anche i loro famigliari.

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Le forze armate israeliane sono state affrontate in diversi quartieri di Ramallah da gruppi di decine di giovani palestinesi con lanci di pietre e bottiglie incendiarie. Il Ministero della Salute ha riferito di ​sei feriti portati negli ospedali della città, alcuni dei quali colpiti da proiettili veri. I palestinesi denunciano attacchi di soldati israeliani ai giornalisti che stavano seguendo gli scontri. Un reporter, colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno, è stato portato all’ospedale.

Le forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese sono rimaste nelle loro caserme e non sono intervenute. Pagine Esteri

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PRIVACYDAILY


N. 135/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Gli utenti che caricavano “contenuti legati alla protesta” venivano identificati e monitorati, come sostiene l’ex dirigente di ByteDance Yintao Yu in un documento del tribunale statunitense. Secondo Yu, i membri del PCC erano anche in grado di accedere ai dati degli utenti di TikTok negli Stati Uniti. Un... Continue reading →


Transform! Europa, fondazione politica del Partito della Sinistra Europea (transform-network.net), svolge il proprio incontro/seminario periodico


Laura Tussi* Lo scorso venerdì 2 giugno si è tenuta a Cagliari una manifestazione indetta da A Foras a cui hanno partecipato decine di sigle del pacifismo


“Città ribelli”: dati aperti contro la sorveglianza - by Amnesty International

@Etica Digitale (Feddit)

L'evento si terrà l'8 giugno 2023 dalle h.18:15 alle 19:15 (ora italiana).

> Quando la polizia di New York ha respinto la richiesta della legge sulla libertà di informazione di Amnesty International di rilasciare informazioni sull'uso del riconoscimento facciale utilizzato, abbiamo deciso di mappare le telecamere a circuito chiuso che alimentano la tecnologia. Un anno dopo, abbiamo utilizzato questi dati raccolti in crowdsourcing per sviluppare uno strumento online di advocacy e consapevolezza che dimostra i risultati della nostra ricerca e rende i dati esplorabili. I dati aperti generati sono stati utilizzati per analizzare la relazione tra razza, spazio e sorveglianza e per esporre i modi in cui la piazza pubblica è minacciata come luogo di protesta, in particolare per le comunità di colore. Ma cos'altro possiamo ricavare da questo? In che modo i dati di sorveglianza generati dagli attivisti - in conversazione con set di dati aperti esistenti - possono aiutarci a rivendicare le nostre città? Come possiamo usare i dati aperti, incentrati su geografia e dati demografici in particolare.
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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20 milioni di multa a Microsoft per aver raccolto[/url illegalmente su Xbox i dati personali dei bambini]

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

Microsoft ha accettato di pagare una penale di 20 milioni di dollari per saldare le accuse della Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti secondo cui la società ha raccolto e conservato illegalmente i dati dei bambini che si sono registrati per utilizzare la sua console per videogiochi Xbox all'insaputa o al consenso dei genitori.

"L'ingiunzione da noi proposta rende più facile per i genitori proteggere la #privacy dei propri figli su #Xbox e limita le informazioni che #Microsoft può raccogliere e conservare sui bambini", [url=https://www.ftc.gov/news-events/news/press-releases/2023/06/ftc-will-require-microsoft-pay-20-million-over-charges-it-illegally-collected-personal-information]ha affermato Samuel Levine di FTC . "Questa azione dovrebbe anche chiarire abbondantemente che gli avatar dei bambini, i dati biometrici e le informazioni sulla salute non sono esenti dal COPPA ".

Il post completo è su The Hacker News

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Una guida a Lemmy per la comunità italiana

@Che succede nel Fediverso?

La guida può essere modificata! Quindi se trovate aspetti da migliorare o veri e propri errori, fateci sapere!


Ecco la guida italiana a Lemmy scritta “su Lemmy” per i profughi di Reddit e per gli utenti di Mastodon (e non solo) che vogliono usarla senza iscriversi a Lemmy


Ciao, questo è Lemmy!


Probabilmente sei giunto qui dopo avere saputo che Reddit non si accontenta più di mungere i dati personali degli utenti che si connettono dalla sua app ufficiale, ma ha deciso che fosse una buona idea taglieggiare anche gli sviluppatori di app indipendenti

Forse Reddit farà un passo indietro, ma a noi di feddit.it qusto non interessa.
A noi piace Lemmy e la sua interfaccia d’uso è fatta proprio per offrire agli utenti Reddit un’ambiente piacevole e stimolante ma che sia anche facile da imparare e da usare.

Tuttavia è comunque opportuno spiegare qualcosa per chi non è abituato alla “filosofia del Fediverso”.

A questo proposito suggeriamo anche la lettura di questa breve guida pubblicata proprio all'apertura della nostra istanza


Quanto costa iscriversi a feddit.it?


Nulla. Ma proprio nulla. Lemmy viene offerto gratuitamente e noi abbiamo deciso di sostenere i costi dei server per seguire questa istanza. A differenza di Reddit, infatti, noi non raccogliamo neanche dati personali, comportamentali o tecnici da rivendere a inserzionisti. Questa istanza è stata creata grazie a un progetto congiunto di poliverso.org, la più grande istanza italiana di Friendica nata per creare un’alternativa italiana a Facebook, e del sito lealternative.net.

Se ti è piaciuta questa guida, puoi prendere in considerazione l’idea di fare una donazione a Poliverso qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.

Se invece desideri premiare il lavoro che qui svolge l’infaticabile creatore de lealternative.net puoi sostenere direttamente quel progetto qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.

Cos’è il Fediverso?


Il Fediverso:
- è un’ecosistema di server indipendenti (chiamati “istanze”)
- che eseguono software diversi
- basati quasi sempre su software libero
- che, come i server di posta elettronica, consentono di comunicare tra di loro
- attraverso uno standard chiamato ActivityPub
- e che sono basati su due tipi di oggetti: le utenze e i messaggi.

A ogni istanza corrisponde un indirizzo web unico come nel caso della nostra istanza feddit.it.

Le utenze possono essere i singoli “utenti” oppure alcuni utenti speciali chiamati “gruppi”, che hanno selle proprietà particolari quali per esempio il fatto di essere usati come dei forum, come dei gruppi Facebook, come dei canali Youtube o, appunto, come dei “subreddit”.

A ogni utenza corrisponde un link univoco fatto più o meno così nome_istanza/(sintassi_specifica_di_ciascun_software/)nomeutente ma, come nelle email, gli utenti sono identificabili con un indirizzo standard che è sempre fatto così: @ + nomeutente + @ + nome_istanza
Nel caso della nostra istanza, per esempio, l’utente “poliverso” ha questo link feddit.it/c/poliverso e può essere menzionato con l’indirizzo @poliverso@feddit.it.

I messaggi possono essere anch’essi di due tipi: abbiamo infatti la forma più comune (chiamata “nota”) che è quella usata per sempio da Mastodon per simulare i tweet di Twitter oppure quella usata da tutti i software del fediverso per riepondere a un qualsiasi messaggio; ma abbiamo anche una forma particolare (chiamata “pagina”) che consente di aggiungere un “titolo/oggetto” al post e che è quella usata da software come Friendica quando vogliono pubblicare un post con il titolo, ma è anche quella usata da Peertube quando vuole pubblicare un video ed è quella che usa Lemmy quando vuole aprire un nuovo thread.
A ogni messaggio corrisponde sempre un link che costituisce l’identificativo univoco all’interno di internet; nel caso di questo messaggio, per esempio il link univoco è questo feddit.it/post/285572 ma:
- se leggiamo questo messaggio da un’altra istanza Lemmy come lemmy.ml, allora, nella nostra barra degli indirizzi, lo vedremmo scritto così lemmy.ml/post/1167088
- se lo leggiamo dall’istanza mastodon mastodon.uno lo leggeremmo così mastodon.uno/@informapirata@fe…
- se lo leggiamo dall’istanza mastodon sociale.network lo leggeremmo così sociale.network/@informapirata…
- se lo leggiamo dall’istanza Friendica poliverso.org, lo leggeremo così poliverso.org/display/762a4026…

Questo avviene perché ogni software del fediverso è in grado di riconoscere il link univoco e di “convertirlo” in un link tradotto nel linguaggio della propria piattaforma; per esempio il messaggio di risposta a questo è stato scritto da un software diverso da Lemmy, ossia Friendica (un’alternativa del Fediverso a Facebook): il suo link “vero” è questo XXXXXXXXXXXXXXXXX ma in questa istanza Lemmy, può essere letto anche in questo modo: XXXXXXXXXXXXXXXX

Ogni utente può agire sui messaggi con tutta una serie di azioni (chiamate “attività”) che consentono agli utenti di seguire un altro utente o una comunità, di inserire un like o di condividere un post.

I software del Fediverso sono di due tipi:
- i social network (come Mastodon, Friendica, Misskey, Pleroma, Pixelfed, Bonfire e tanti altri)
- i content aggregator (come Peertube, Funkwhale, Mobilizon, Bookwyrm e, tra tantissimi altri, anche Lemmy)

I content aggregator dispongono generalmente di tutte le funzioni “social” di un social network tranne il fatto che i propri utenti possono seguire solo altre utenze di tipo “gruppo”, ma non possono seguire altri utenti. Tuttavia gli utenti dei “sistemi non social” possono sempre interagire pienamente con gli utenti dei “sistemi social”, salvo il fatto che generalmente possono “incontrare” gli altri utenti solo dentro ai gruppi cui sono iscritti.

Cos’è Lemmy?


Lemmy è un “link aggregator”, ossia un sistema che consente agli utenti iscritti a un’istanza (ossia uno dei tanti server sparpagliati per la rete) di scegliere di seguire (in pratica, di sottoscrivere) le “comunità” tematiche di proprio interesse e di pubblicare un post con:
1) un link a una pagina web
2) un titolo
3) un testo descrittivo con testo formattato, link o immagini

Inoltre un utente può anche rispondere ai post altrui, votare positivamente o negativamente un post iniziale o un messaggio di risposta, quotare del testo, silenziare o bloccare un altro utente.

Infine un utente può anche creare (secondo le regole di ciascuna istanza, ossia di ciascun server) una propria comunità all’interno dell’istanza cui è iscritto e acquisire i privilegi di moderatore che gli consentono di creare una descrizione della propria comunità, di cancellare post o di sospendere gli utenti.
Per evitare la creazione di istanze duplicate o istanze fantasma, abbiamo deciso che nell’istanza feddit.it se un utente vuole creare una nuova comunità deve farsi prima autorizzare dagli amministratori. Il sistma sembra funzionare abbastanza bene e al momento le istanze feddit.it sono quasi tutte piuttosto attive e ben presidiate dai propri moderatori.

Le comunità di feddit.it sono tutte presenti a questo link: feddit.it/communities
Le comunità di tutte le istanze Lemmy sono invece navigabili a una pagina gentilmente creata dagli amministratori dell’istanza tedesca feddit.de: browse.feddit.de/

NB: le comunità di un’istanza sono visibili e sottoscrivibili da tutti gli utenti delle altre istanze: inoltre, l’utente di un’istanza può essere anche nominato moderatore di una comunità residente su un’altra istanza.

Come si usa Lemmy? Dipende…


Il modo in cui si usa Lemmy dipende dall’utente:
- se sei un utente proveniente da Reddit, puoi dare un’occhiata a questa risposta: Come iscriversi all’istanza italiana Lemmy feddit.it e come muovere i primi passi
- se sei un utente già iscritto a Mastodon, Friendica o a un altro software di microblogging del Fediverso, puoi dare un’occhiata a questa risposta: Ho già un account Mastodon o Friendica: come posso partecipare alle discussioni su Lemmy?
- se sei già iscritto su un’altra istanza Lemmy, puoi dare un’occhiata a questa rispostaHo già un account Lemmy: come posso partecipare alle discussioni di un’altra istanza?

Se ti è piaciuta questa guida, puoi prendere in considerazione l’idea di fare una donazione a Poliverso qui tramite KOFI o qui tramite LIBERAPAY.> Ho già un account Lemmy: come posso partecipare alle discussioni di un’altra istanza?


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Paradossale


Per un Paese patologicamente indebitato è buona la notizia che i propri titoli vengano venduti con facilità. Ma prima di esagerare con i festeggiamenti sarà bene tenere presenti alcuni elementi. Si vende bene quel che rende bene e l’ultimo Btp italiano re

Per un Paese patologicamente indebitato è buona la notizia che i propri titoli vengano venduti con facilità. Ma prima di esagerare con i festeggiamenti sarà bene tenere presenti alcuni elementi.

Si vende bene quel che rende bene e l’ultimo Btp italiano rende più di quel che oggi i mercati offrono. Significa però che lo Stato, e per esso i contribuenti italiani, paga di più pur di finanziare il proprio debito. Non è che sia una goduria. Inoltre, il risparmio investito in Btp si traduce in spesa pubblica, non propriamente produttiva, ed è sottratto al finanziamento del sistema produttivo. Anche questo non è uno splendore.

Va così da molti anni. Troppi. Ora, però, è disponibile una cifra enorme – per un terzo regalata e per due terzi prestata a un tasso assai più basso di quello che paghiamo con quei titoli – destinata agli investimenti: i fondi europei Ngeu. Sarebbe orrido e paradossale che si fosse capaci di spendere quel che ci costa di più e non quel che ci è dato a prezzo di favore.

La Ragione

L'articolo Paradossale proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Proteggere i fondali marini. La sicurezza del dominio underwater


La dimensione subacquea sarà sempre più strategica nel futuro, e ormai costituisce quasi un vero e proprio sesto dominio operativo dopo terra, mare, cielo, spazio e cyber. In questo ambiente, distinto da caratteristiche fisiche estreme e complicate, per a

La dimensione subacquea sarà sempre più strategica nel futuro, e ormai costituisce quasi un vero e proprio sesto dominio operativo dopo terra, mare, cielo, spazio e cyber. In questo ambiente, distinto da caratteristiche fisiche estreme e complicate, per agire e garantire la sicurezza di queste infrastrutture, servirà sviluppare nuove tecnologie all’avanguardia. Di questo si è parlato all’evento Explore the unexplored: How to secure the underwater dimension, promosso nel contesto dell’evento Sea Future, a La Spezia, a bordo della Fremm Marceglia, ormeggiata presso l’Arsenale militare spezzino e moderato dal direttore di Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe. Al centro del dibattito, alla presenza del capo di Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Enrico Credendino, e aperto da un keynote speech del presidente del Centro studi internazionali (Cesi), Andrea Margelletti, il fatto che sotto la superficie del mare si toccano il dominio fisico dell’underwater e quello virtuale del cyber. Sui fondali marini, infatti, passa la quasi totalità delle informazioni e dei dati scambiati a livello globale, attraverso una fitta rete di cavi sottomarini.

La strategicità dell’underwater

“Il cosiddetto Mediterraneo allargato è l’area geografica del mondo che secondo Oracle/Renesys presenta alcuni dei Paesi a maggiore rischio di Internet disconnection” ha spiegato il vice presidente Product managment backbone and infrastructure solutions di Sparkle, Giuseppe Valentino, spiegando che questo è dovuto “alla scarsa diversificazione e resilienza di dorsali digitali”. Vista la strategicità delle dorsali, attraverso le quali passa il 98% delle informazioni a livello globale, è quindi fondamentale costruire dei sistemi a prova di attacco. Una necessità importante non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche per il ruolo che l’Italia intende assumere nel bacino del Mare nostrum. “Anche grazie alla capacità di Sparkle di mettere in sicurezza le infrastrutture esistenti – ha continuato il vice presidente – con misure fisiche e anche cyber, e sviluppandone di nuove e innovative, in particolare nel Mediterraneo, può emergere ancor di più il ruolo di hub digitale regionale del nostro Paese”

Come proteggere le piattaforme?

Per monitorare gli ampi fondali marini, indispensabile per garantire la sicurezza delle infrastrutture, dovranno essere sviluppati mezzi sempre più autonomi e in grado di raccogliere e analizzare i dati grazie all’impego avanzato dell’intelligenza artificiale. “A differenza di quanto accada in altri domini applicativi” ha spiegato il professor Giovanni Indiveri, docente di Informatica, bioingegneria robotica e ingegneria dei sistemi all’università di Genova e direttore del Centro nazionale ISME sui sistemi integrati per l’ambiente marino “nel caso di robot autonomi sottomarini cooperanti, le comunicazioni (acustiche) supportano anche la navigazione, oltre che la normale gestione della missione”. Obbiettivi di potenziali minacce, dunque, non sono solo le infrastrutture, ma anche i mezzi autonomi deputati alla loro protezione. “La cybersecurity è quindi ancora più importante, perché una minaccia cyber avrebbe un impatto sulla localizzazione, la navigazione ed il controllo della squadra oltre che sul payload dei dati”.

Cyber-sicurezza subacquea

In questo senso, allora, bisognerà sviluppare capacità avanzate di IA “per il supporto all’attività di analisi per prevenire e difendersi dagli attacchi cibernetici” ha spiegato il capo divisione formazione di Deas, Pietro Luciano Ricca. Capacità, quelle sviluppate dall’azienda, che sono state testate di recente nel corso dell’esercitazione di cyber-sicurezza della Marina militare Chironex 2023/1. Importante, per Ricca, sarà lo sviluppo proprio a La Spezia del Polo nazionale della subacquea, “dove le competenze relative alla cyber sicurezza potranno essere valorizzate, sia per l’uso della intelligenza artificiale, sia per la difesa dalle possibili minacce fisiche alla sicurezza materiale dei cavi sottomarini, sia per la sicurezza dei flussi dati e delle comunicazioni subacquee, che potrebbero essere minacciate da attività malevoli di spionaggio e furto di dati”.

Secure by design

A essere minacciati, infatti, saranno gli stessi canali di comunicazione impiegati dai mezzi autonomi, sia per coordinarsi tra loro, sia per comunicare con i centri di comando e controllo, come ha spiegato la professoressa Chiara Petrioli, docente di Informatica della Sapienza e ceo di Wsense. Per questo, sarà necessario sviluppare sistemi che abbiano nei prerequisiti quello di essere cyber-sicuri fin dalle prime fasi di progettazione (secure by design). Una necessità che coinvolgerà non solo i mezzi subacquei autonomi, ma in generale tutte le piattaforme che saranno chiamate ad operare nel dominio underwater.

Prevenire la minaccia

Un concetto confermato anche dall’ammiraglio Francesco Procaccini, capo reparto C4S e capo dell’Ufficio generale spazio e innovazione dello Stato maggiore della Marina: “Le implicazioni sulla sicurezza cibernetica derivanti dalla dimensione subacquea avranno sempre più, nel prossimo futuro, una rilevanza fondamentale per chi si confronta con lo sviluppo tecnologico e capacitivo.” Di fronte a questa consapevolezza, diventa “indispensabile pensare in anticipo alla protezione cyber delle nuove tecnologie subacquee che puntiamo a sviluppare”. Per riuscire in questa sfida, sarà necessario attuare una “innovazione culturale”, una radicale evoluzione del modo in cui si pensa alla commistione tra questi due mondi apparentemente distanti. “sostenendo lo sviluppo di un forte ecosistema nazionale basato sulla sinergia tra enti governativi, cluster industriale e il settore accademico e della ricerca”. Come ha sottolineato l’ammiraglio Procaccini, dovremo mitigare la minaccia cyber prima ancora che arrivi nella dimensione subacquea, “sviluppando sistemi nativamente cyber resilienti”.


formiche.net/2023/06/cyber-und…



AI Act: For a Europe free of dystopian mass surveillance!


Brussels, 07/06/2023 – One week before the plenary vote on the new EU regulation on artificial intelligence (the AI Act), biometric mass surveillance turns out to be the main point of …

Brussels, 07/06/2023 – One week before the plenary vote on the new EU regulation on artificial intelligence (the AI Act), biometric mass surveillance turns out to be the main point of contention. Amendments could be submitted until today. While the Conservatives are asking for the ban on facial surveillance in public to be made irrelevant through exceptions, MEPs from four political groups (liberals, socialists, greens and left) are requesting an additional ban on automated behavioural surveillance in public spaces.

Pirate Party lawmaker and digital freedom fighter Patrick Breyer comments:

“With the AI law, we have the unique chance to give Europe a future free of China-style ubiquitous techno-mass surveillance.

Contrary to a conservative myth, there is not a single example of biometric real-time surveillance ever having prevented a terrorist attack or other events of this kind. With false alarm rates as high as 99%, these technologies are not nearly reliable enough to be of any use. Requiring a court order as proposed by conservative hardliners is a mere formality, a smokescreen for mass surveillance. Their proposed ‘exceptions’ to the ban would in fact justify the pervasive deployment of facial surveillance technology to search for thousands of “victims”, “threats” and suspects of “serious crimes” who are wanted at any given moment. We must not normalise a culture of mistrust and side with authoritarian regimes that use AI to suppress civil society!

France and Hamburg are threatening to introduce technology that will automatically report us for ‚anormal‘ behaviour to the police. Such suspicion machines wrongly report countless citizens, are discriminatory, educate to conformist behaviour and are absolutely no good for arresting criminals, as studies and experience prove.

We will fight against the gradual suppression of diversity and creation of a conformist consumer society as in China!”


patrick-breyer.de/en/ai-act-fo…



Rifondazione Comunista: Caro Sangalli i lavoratori si trovano. Basta eliminare le paghe da fame! (oppure: ci vuole un salario minimo di 10 euro l’ora oppure dignitoso)