Raid israeliano a Nablus, ucciso un giovane palestinese
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della redazione
Pagine Esteri, 15 giugno 2023 – Un giovane palestinese, Khalil Yahya, è stato ucciso la scorsa notte da spari di militari israeliani durante una incursione massiccia di reparti dell’Esercito dello Stato ebraico nella città di Nablus, nella Cisgiordania occupata. Yahya è stato colpito alla testa durante, secondo una versione, un intenso scontro a fuoco tra combattenti palestinesi e soldati israeliani. Portato all’ospedale è morto poco dopo il ricovero per la gravità delle ferite subite.
Il nuovo raid israeliano è scattato per distruggere la casa di Osama Tawil, accusato da Israele di aver ucciso lo scorso anno un soldato, Ido Baruch. L’abitazione, situata nel quartiere di Rafidiya, è stata fatta saltare in aria mentre intorno proseguivano intensi i combattimenti. La Mezzaluna Rossa ha comunicato di aver assistito 187 persone, 3 delle quali colpire da proiettili, 3 da proiettili rivestiti di gomma e le rimanenti intossicate da gas lacrimogeni. L’esplosione della casa di Osama Tawil ha inoltre provocato danni gravi ad altre due abitazioni.
Negli ultimi giorni le forze militari israeliane hanno effettuato irruzioni in particolare a Balata, un campo profughi palestinese adiacente a Nablus, provocando vittime e distruggendo alcune case. Pagine Esteri
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Accomunati
Una morte non inattesa ha messo il mondo della comunicazione nelle condizioni di prepararsi. Fin troppo, visto il diluvio di parole e pagine sulla scomparsa di Silvio Berlusconi. Le parole più interessanti, però, sono le poche usate da Romano Prodi (cui va un pensiero per la scomparsa della moglie): siamo stati rivali, non nemici, accomunati dall’idea che la sorte dell’Italia sia legata a quella dell’Unione europea. Due concetti semplici, che dovrebbero essere scontati. Ma c’è almeno un’altra cosa che li accomuna: sono stati sconfitti. E ci riguarda tutti.
Berlusconi e Prodi si sono stati vinti e vincenti a turno. Il secondo è stato il solo avversario elettorale capace di battere il primo. Ovvio che si tratta di persone e storie completamente diverse, ma poterono gareggiare e misurarsi sul filo di lana perché entrambi incarnazione di un’Italia reale. Tutti e due cattolici senza venature mistiche. Prodi era democristiano, Berlusconi raccontava con orgoglio le giovanili campagne fatte per la Democrazia cristiana. Tutti e due interpreti in continuità della politica estera italiana, atlantista quanto basta e mediterranea nell’anima. Nella mente di molti, complice il modo in cui interpretarono quella stagione di battaglia elettorale, sono uno l’opposto dell’altro, ma nella realtà avrebbero anche potuto governare assieme. Al di là di questo, che a taluni sembrerà una bestemmia, c’è qualche cosa di assai più profondo: divennero ciascuno espressione di un’Italia gemella, che si specchia nell’altra e non si riconosce. È quello il nostro problema collettivo: non le differenze – che siano benedette – ma le somiglianze pretestuosamente neglette.
Jorge Luis Borges immagina, in bellissime pagine, l’epico scontro dottrinale fra due teologici, che si combattono con ogni mezzo; una volta morti potranno trovarsi al cospetto della divinità e chiedere chi dei due avesse ragione; saranno sorpresi dall’apprendere che dio non distingue l’uno dall’altro e forse crede siano la stessa persona. Ecco, più o meno. Ma i nostri due connazionali erano divisi proprio da quello che li univa: il bipolarismo praticato a forza, sicché ciascuno, per battere l’altro, s’alleava con chi effettivamente detestava e sentiva come nemico l’altro o taluni degli alleati dell’altro. E ciascuno vinse e perse la partita elettorale, salvo poi non riuscire a governare non per la forza degli oppositori, ma per l’interdizione di una parte degli alleati arruolati per vincere. Un labirinto culturale e morale che forse avrebbe affascinato Borges, ma che ha imprigionato l’Italia.
La morte può portare commozione o meditazione, non c’è alcun motivo per cui debba portare falsificazione. Berlusconi è stato un combattente epico, tenace, indomito. Ha resistito ad assalti che avrebbero stroncato chiunque. Nulla toglie a questa sua determinazione il fatto che sia stato sconfitto. Berlusconi e Prodi hanno perso la loro partita politica. E non è affatto un caso che siano stati sconfitti dal lievitare di un mondo, a destra e a sinistra, che s’è presentato antieuropeista e anche più mistico che devoto. Non è un caso, ma un sintomo rilevante: l’Italia che s’indebolisce e perde ruolo internazionale, perché perde visione, si rattrappisce e cerca nel nazionalismo provinciale le ragioni di un’identità folkloristica, sconoscendone le altre radici. Prodi battuto dalla sinistra che lui aveva portato alla vittoria, Berlusconi dalla destra che lui aveva portato al mondo. L’uno costretto a contare i franchi tiratori, l’altro a contare i punti di una dichiarazione al Quirinale, dove gli avevano tolto la parola.
Si è generato un vuoto di idee che destra e sinistra sperano di nascondere dietro le presunte identità, che sono faziosità. Un vuoto che si è misurato di recente, con un governo di passaggio che visione europea e globale ne aveva in abbondanza. Vissuto come il farmaco che viene somministrato nei Risvegli di Oliver Sacks, quando il paziente ritrova la propria vita. Ma dura poco. E due citazioni sono già troppe, che sembra ci sia della cultura.
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⚠️⚠️⚠️ ATTENZIONE: OGGI ALLE 14.00 FEDDIT.IT SI FERMA PER QUALCHE MINUTO PER ESSERE AGGIORNATO ALLA VERSIONE LEMMY 0.17.4. ⚠️⚠️⚠️
Il messaggio di servizio di @skariko :
Oggi (15 giugno) verso le 14 aggiornerò Feddit alla versione di Lemmy 0.17.4.Come le altre volte ci dovrebbero essere solo 10-15minuti al massimo di spegnimento per permettere, tra le altre cose, di fare backup sani.
Questa versione avrà anche un’ottimizzazione del database (github.com/LemmyNet/lemmy/rele…) che potrebbe far durare un po’ di più del solito l’aggiornamento.
Gli aggiornamenti che verranno anche nelle prossime release sono soprattutto lato ottimizzazione.
In Cina e in Asia – Pechino presenta una proposta per il conflitto israelo-palestinese
Pechino presenta una proposta per il conflitto israelo-palestinese
Lascia il capo delle comunicazioni dell’Aiib
La Germania approva il piano strategico sulla sicurezza e guarda alla Cina
New Delhi avrebbe minacciato la chiusura di Twitter
Il Bhutan si lancia nel settore delle criptovalute
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PRIVACYDAILY
Finalmente è stata creata su feddit.it la prima comunità italiana dedicata alla cucina e alle ricette!
Grazie a @OdinoThePine per averla creata!
Potete trovarla a questo indirizzo e questo è il primo post:
@Luca le due istanze sono perfettamente federate, ma le istruzioni che hai letto in realtà sono destinate agli utenti di Lemmy, Anche se questo non viene specificato correttamente.
Per seguire una comunità da mastodon devi inserire la chiocciola e non il punto esclamativo. Meglio ancora se inserisci proprio il link della comunità.
Quindi, ricapitolando, dovresti inserire nella casella di ricerca del tuo mastodon:
1) o l'utenza @Cucina e ricette. ( @ + cucina + @ + feddit.it )
2) o il link feddit.it/c/cucina
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@Luca Se hai qualche problema, puoi scrivermi qui oppure su @informapirata :privacypride:
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Strage di migranti al largo della Grecia. “Nella stiva donne e bambini”
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Pagine Esteri, 14 giugno 2023. Le persone a bordo del peschereccio che è affondato a largo delle coste greche erano circa 750. Sono decine i corpi recuperati, 78 al momento.
Le operazioni di soccorso non sono ancora terminate e fino ad ora sono state tratte in salvo un centinaio di persone.
Il peschereccio era partito da Tobruch, in Libia e si è capovolto nei pressi di Pylos, nel Peloponneso. La Guardia Costiera greca sta guidando le operazioni di soccorso.
La Guardia Costiera italiana ha dichiarato di avere allertato martedì mattina Frontex e le autorità greche. Alarm Phone è rimasto in contatto con il barcone fino alla mezzanotte di martedì, quando ha fatto sapere di non riuscire più a parlare con le persone a bordo. Prima che la comunicazione fosse interrotta, i migranti avevano informato i soccorritori che a bordo del peschereccio erano presenti 750 persone.
Yesterday, we were alerted by a boat in distress in the Greek SAR zone. It had left from #Libya. According to the people, there were 750 people on board. Authorities were alerted. Contact was lost shortly after midnight. We now hear reports of a shipwreck and fear they are true. pic.twitter.com/NTyhmTIHQD
— Alarm Phone (@alarm_phone) June 14, 2023
Alarm Phone è un progetto costituito con l’obiettivo di rispondere alle richieste di aiuto da parte dei migranti in difficoltà nel Mediterraneo per poi allertare le autorità competenti dei vari Stati e supportare le attività di salvataggio. I volontari hanno reso pubblica una timeline che riporta tutti i contatti ricevuti con i naufraghi e con le autorità.
Secondo i superstiti la barca era carica di persone e nella stiva c’erano soprattutto donne e bambini che si teme siano rimaste intrappolate nel relitto affondato. Il naufragio potrebbe configurarsi come uno dei peggiori della storia del Mediterraneo: il numero dei dispersi è destinato, purtroppo, a salire.
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La fame nel Tigray e lo scandalo della deviazione degli aiuti alimentari tra WFP ed Etiopia
Rimaniamo perplessi sul perché le misure drastiche vengano prese solo per il Tigray, in vista del furto organizzato di aiuti alimentari in tutto il paese… L’aiuto alimentare destinato ai tigrini affamati che è stato sostanzialmente rubato e portato in località come Gambela e persino in Kenya è il discorso della città di Mekelle.
Fonte: Professor Jan Nyssen
Negli ultimi tre mesi più di 270 persone sono morte di fame solo nella zona nord-occidentale del Tigray. I decessi sono stati segnalati dai centri per sfollati interni (IDP) e dai villaggi della zona. In precedenza, avevamo riferito della terribile situazione della fame nei campi per sfollati a Mekelle. Le cose vanno peggio di prima: le persone muoiono ogni giorno di fame. Inoltre, anche migliaia di sfollati appena arrivati dal Tigray occidentale hanno bisogno di un sostegno alimentare immediato.
Secondo il Tigray Regional Health Bureau, tra marzo e aprile, c’è stato un aumento del 28% nel numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono per malnutrizione acuta. La colpa è principalmente della cessazione degli aiuti al Tigray. In un lungo thread su Twitter, la giornalista spagnola Ximena Borrazas riporta ulteriormente la fame in corso nel Tigray.
Stanno ora emergendo maggiori dettagli sui motivi della sospensione degli aiuti alimentari da parte del WFP e di USAID (di gran lunga il più grande donatore di aiuti alimentari all’Etiopia), e ha a che fare con furti su larga scala che si verificano da diversi anni, ma che ora si stanno intensificando.
Dopo che è stata avviata un’inchiesta interna sulla diversione degli aiuti alimentari, The New Humanitarian ha annunciato che il 2 giugno il direttore e vice del WFP in Etiopia si è dimesso, un’informazione che il WFP ha negato. I risultati dell’indagine devono ancora essere pubblicati.
L’indagine ha esaminato la possibile diversione degli aiuti alimentari, in cui il cibo presumibilmente destinato al Tigray è stato invece venduto sul mercato aperto: i volumi di cereali per aiuti sono stati rintracciati in varie parti dell’Etiopia. Per questo motivo, l’assistenza al Tigray è stata interrotta fino al termine delle indagini.
Ho assistito a una distribuzione di aiuti alimentari (PSNP) nel Tigray intorno al 2016. Villaggio per villaggio, le persone sono venute con i loro asini. Mi hanno detto che avrebbero preferito noleggiare un camioncino Isuzu per caricare tutti i bagagli per il loro villaggio; ma era condizione che venissero con i loro asini. Non dovrebbero esserci camion vicino al centro di distribuzione, per evitare la rivendita all’ingrosso da parte di chi si occupava della distribuzione degli aiuti.
Certo, qualche grosso camion potrebbe essere andato direttamente ai mulini, ma secondo i contadini, a livello di distribuzione nei villaggi, non ci sono stati furti.
L’anno scorso, il commissario della National Disaster Risk Management Commission (NDRMC) Mitiku Kassa era già stato messo da parte per corruzione riguardante la distribuzione di aiuti, il che non ha fermato i furti in corso.
Ad aprile, gli sfollati nella zona di Aba’ala, nella regione di Afar, hanno già lanciato proteste per il ruolo svolto dai funzionari governativi nell’appropriazione indebita dei fondi di soccorso. In quell’occasione, Melese Awoke, responsabile della comunicazione presso il WFP Etiopia, ha affermato che la corruzione degli aiuti è comune.
Nelle prossime settimane sono previste altre dimissioni del WFP poiché si ritiene che anche le scorte di cibo siano state dirottate nella regione somala che già soffre di siccità.
Ora, fonti interne affermano che lo scandalo di corruzione degli aiuti alimentari coinvolge anche l’esercito etiope (ENDF) e otto governi regionali, oltre a figure di alto rango del WFP e dell’USAID. Funziona da anni (prima della guerra) ma si è intensificato durante la guerra. Il grano viene deviato verso i commercianti e le grandi fabbriche di farina. La corruzione sarebbe addirittura collegata a sospetti di inflazione delle statistiche demografiche dell’Etiopia da 100 milioni a 120 milioni, che hanno consentito di gonfiare i volumi degli aiuti alimentari, quindi possibilità di dirottarli.
L’aiuto alimentare destinato agli affamati tigrini che è stato sostanzialmente rubato e portato in località come Gambela e persino in Kenya è oggetto di discussione nella città di Mekelle. Il primo ministro etiope ha recentemente dichiarato con grande orgoglio che il suo paese ora esporta grano.
Fortunatamente per le persone affamate in altre regioni dell’Etiopia, fuori dal Tigray, lì gli aiuti alimentari non sono stati interrotti. Ma rimaniamo perplessi sul perché le misure drastiche vengano prese solo per il Tigray, in vista del furto organizzato di aiuti alimentari a livello nazionale. Pertanto, è fondamentale allentare i vincoli sugli aiuti alimentari al Tigray pur essendo completamente trasparenti sulle strategie di furto che sono state scoperte e sui principali colpevoli.
Sviluppi
Il 9 giugno USAID ha deciso di sospendere gli aiuti alimentari all’intero Paese Etiopia.
Un diplomatico europeo ad Addis Abeba (che è sempre stato affidabile negli ultimi anni) ha confermato che il grano che il premier Abiy si vantava di esportare era in realtà grano prelevato dalle spedizioni di aiuti del WFP/USAID. Quindi, la dichiarazione del primo ministro è stata probabilmente una trovata di pubbliche relazioni per nascondere ciò che stava realmente accadendo.
Il diplomatico ha detto che c’è un crescente consenso sul fatto che i comuni cittadini del Tigray e dell’Etiopia, vittime di questa colossale frode, non debbano essere ancora una volta il bersaglio dell’interruzione degli aiuti. L’assistenza in denaro è un metodo per aiutare i più poveri tra i poveri poiché ci sono meno possibilità di furto e non interferisce con la produzione agricola da parte degli agricoltori locali. In ogni caso, è incoraggiante sentire che c’è almeno il desiderio di riprendere gli aiuti al Tigray. Possiamo solo sperare che possano trovare una soluzione per compensare l’enorme carenza e l’inerzia.
Le misure dovrebbero prendere di mira i colpevoli, non le vittime!
FONTI:
- Addis Standard, 29 May 20.23: Hunger related death rises in Tigray amidst ongoing investigation into food aid diversion, persistent aid suspension
- The New Humanitarian, 5 June 2023: WFP leadership in Ethiopia resigns amid aid diversion probe
- Addis Standard, 13 July 2022: Fed. police detain Ethiopia disaster risk management chief on suspicion of corruption
- The Reporter, 22 April 2023: “Aid corruption” angers beneficiaries in Afar
- Addis Standard, 5 June 2023: Under five children dying of acute malnutrition in Tigray sharply increasing amid dire humanitarian crisis
- Duke Burbridge, 8 May 2023: The suspension of food aid to Tigray expected to kill innocent civilians(Tghat)
- The Washington Post, 8 June 2023: USAID cuts food aid supporting millions of Ethiopians amid charges of massive government theft
- Addis Standard, 8 June 2023: Donor-funded food diversion in Ethiopia ‘coordinated, criminal scheme’; covers seven regions, involves fed gov’t, regional entities
- Twitter: Mukesh Kapila, Lauren Blanchard
- Martin Plaut: Ethiopia: Behind the World Food Programme apparent resignations
- Teklehaymanot Weldemichel, 12 May 2023: USAID, WFP aid suspension in Tigray will hinder peace process (Devex)
- Further Africa, 15 February 2023: Ethiopia fulfils its vision of becoming a wheat export nation – Abiy Ahmed
- Private information from Tigray and from Addis Ababa
FONTE: martinplaut.com/2023/06/09/sta…
Ministero dell'Istruzione
#Maturità2023 📚 oggi parliamo della seconda prova, che si svolgerà il 22 giugno e riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio.Telegram
TUNISIA. Italia ed Europa pensano solo a fermare i migranti mentre Saied viola diritti umani
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della redazione
Pagine Esteri, 14 giugno 2013 – L’Italia e la Commissione europea si preoccupano solo di arginare il flusso di migranti e rifugiati dalla Tunisia e dimenticano la gestione del potere autoritaria da parte del presidente Kais Saied. Lo denunciano i centri per la tutela dei diritti umani.
L’accordo con la Tunisia proposto nei giorni scorsi dall’Ue su iniziativa del governo Meloni, “rafforzerà le forze di sicurezza tunisine, tra cui la polizia e la guardia nazionale che hanno commesso gravi abusi contro migranti e richiedenti asilo”, ha denunciato oggi all’emittente tedesca Deutsche-Welle, Lauren Seibert di Human Rights Watch. In precedenza, erano giunti dubbi e critiche anche da Amnesty International.
La visita europea domenica scorsa a Tunisi ha visto la partecipazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dei primi ministri italiano e olandese Giorgia Meloni e Mark Rutte. L’Ue ha poi annunciato un pacchetto di aiuti per oltre 1 miliardo di euro. L’accordo include 105 milioni di euro per la gestione delle frontiere, le operazioni di ricerca e salvataggio e le iniziative contro il contrabbando. I gruppi per i diritti umani affermano che ciò rafforzerà solo l’apparato di sicurezza del Paese, che negli ultimi mesi hanno colpito duramente i dissidenti all’interno del Paese nonché i rifugiati e i migranti che transitano per la Tunisia. Con l’aggravarsi della svolta autoritaria, decine di dissidenti, attivisti, giornalisti ed esponenti dell’opposizione sono stati arrestati.
Saeid, il giorno prima della visita dei rappresentanti europei, ha dichiarato che la Tunisia non diventerà una guardia di frontiera per altri Paesi, in contrasto con il suo discorso del 21 febbraio in cui ha esortato le forze di sicurezza ad agire contro le persone provenienti dall’Africa subsahariana, affermando che portano violenza e criminalità in Tunisia. Parole a cui sono seguiti attachi razzisti e una repressione su vasta scala.
L’Italia è la destinazione della maggior parte delle partenze di rifugiati e migranti dalla Tunisia e bloccare questa rotta dei migranti è una priorità per Meloni. Secondo i difensori dei diritti umani, nel tentativo di fermare le partenze il governo di Roma è disposto ad ignorare abusi e violazioni dei diritti umani poiché la sua unica priorità è tenere lontani rifugiati e migranti. Le autorità tunisine sostengono di aver impedito a 13.000 persone di tentare partire per l’Italia dalla città costiera orientale di Sfax nei primi tre mesi di quest’anno. Pagine Esteri
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Historic vote: EU Parliament to ban biometric mass surveillance
Strasbourg, 14/06/2023 – Today, the European Parliament voted to ban real-time facial surveillance in public spaces in the EU’s new Artificial Intelligence Act (AI Act). Automated behavioural surveillance, on the other hand, is not to be banned (277:306:38 votes). With this position, the European Parliament enters trilogue negotiations with EU governments on the final legislation.
EU lawmaker and digital freedom fighter Patrick Breyer (Pirate Party) comments:
“Even if we were not able to secure a majority for a ban on automated behavioural surveillance: The fact that the European Parliament is pushing for a ban on real-time face surveillance in public spaces is a historic success for the civil rights movement and a clear vote against a dystopian future of Chinese-style biometric mass surveillance in Europe. After all, biometric real-time surveillance has never been able to prevent a terrorist attack, as advocates would have us believe. With false alarm rates as high as 99%, these technologies are not nearly reliable enough to be of any use. These technologies systematically discriminate against underrepresented groups and have a chilling effect on a free and diverse society.
„The ‘exceptions’ demanded by EU governments and the Commission would effectively remove the ban, as there are always many people who are wanted by judicial warrant. To look even for a single person, facial surveillance would still have to be applied on everyone – which is exactly what mass surveillance is. Worse, such exceptions are used by governments as ‘instruction manuals’ to legitimise new mass surveillance laws.
„People who feel constantly watched and monitored cannot freely and courageously stand up for their rights and for a just society. In the upcoming negotiations with EU governments, we must fight for a Europe free of dystopian mass surveillance.”
In the run-up, a petition of 250,000 citizens had called for a ban on error-prone and discriminatory facial surveillance.
Plenary speech by Patrick Breyer yesterday: patrick-breyer.de/en/artificia…
Failed motion to ban automated behavioural surveillance:
europarl.europa.eu/doceo/docum…
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Accelerare l’export della Difesa. Ecco il piano del Pentagono
Migliorare la comprensione dei requisiti dei partner, consentire revisioni efficienti per il rilascio della tecnologia, fornire rapidamente agli alleati le capacità necessarie, accelerare il supporto all’acquisizione di sistemi, espandere la capacità della base industriale della difesa e garantire l’ampio sostegno governativo. Sono questi i sei punti-chiave per migliorare e accelerare l’impegno del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti a migliorare il programma Foreign military sales (Fms) evidenziati dal Tiger team, una task force istituita nell’agosto del 2022 dal segretario della Difesa, Lloyd Austin per affrontare le inefficienze nel trasferimento di piattaforme di difesa da parte degli Stati Uniti a Paesi alleati e partner.
I Foreign military sales
Il programma Foreign military sales consente al governo degli Stati Uniti di utilizzare il sistema di acquisizione del dipartimento della Difesa per acquistare piattaforme militari per conto dei Paesi amici degli Stati Uniti. Il programma è gestito dalla Defense security cooperation agency ed è autorizzato dall’Arms export control act, sotto la supervisione del dipartimento di Stato. L’obiettivo del Tiger team voluto da Austin, un termine nato in ambito militare che definisce una squadra incaricata di mettere sotto pressione le difese amiche per identificarne le vulnerabilità, è quello di portare avanti la direzione della strategia di difesa nazionale Usa. Il team ha analizzato tutte le fasi del processo del programma Fms, individuando best practice e identificando le vulnerabilità sistemiche. Il team ha anche incorporato il feedback delle nazioni partner e dell’industria statunitense sui modi per migliorare l’efficienza dell’attuazione del processo Fms.
Riforme del DoD
Il Team voluto da segretario è composto da rappresentanti di alto livello provenienti da tutto il dipartimento della Difesa, co-diretto dal vice-sottosegretario alla Difesa per le acquisizioni e la manutenzione, Radha Plumb, e dal vice-sottosegretario alla Difesa per le politiche, Sasha Baker. Inoltre, per attuare le raccomandazioni elaborate dal Tiger team, il dipartimento ha istituito l’Fms Continuous process improvement board (Cpib) che fungerà da struttura interna di governance permanente. Il Cpib, che riferisce direttamente al segretario della Difesa, sarà responsabile dell’attuazione delle raccomandazioni, della misurazione dell’impatto e della continua ricerca di aree di miglioramento del processo complessivo.
Misure per migliorare la collaborazione
Il segretario Austin ha quindi dato istruzioni alle agenzie che si occupano dell’Fms di implementare i risultati del Tiger team. In primo luogo, accelereranno le discussioni con gli alleati sui requisiti per accedere al programma, in modo da ridurre eventuali ritardi. A questo proposito, il dipartimento ha intenzione di modificare il modo gestisce l’intera materia di cooperazione di sicurezza, istituendo un servizio di cooperazione per la sicurezza della Difesa parallelo a quello degli addetti militari presenti nelle varie ambasciate. Inoltre, per ridurre gli ostacoli all’esportazione di capacità-chiave, il dipartimento statunitense rivedrà e aggiornerà le politiche pertinenti e conferirà ai funzionari responsabili il potere di migliorare l’efficienza della revisione e del rilascio di tecnologia per la difesa agli alleati e ai Paesi partner.
Accelerare i programmi Fms
Per sostenere ulteriormente le esigenze di sicurezza dei Paesi alleati, il dipartimento della Difesa svilupperà una metodologia per facilitare i Non-programs of record, ovvero l’invio all’estero di attrezzature che non fanno più parte dell’inventario militare statunitense. Per far avanzare le priorità di acquisizione Fms e le tempistiche di aggiudicazione per gli alleati e le nazioni partner, il dipartimento stabilirà nuovi standard di aggiudicazione dei contratti e svilupperà nuovi sistemi per monitorare i processi Fms.
Riforme interne
Guardando verso il lato domestico della questione, per ridurre i tempi di produzione dei sistemi militari il dipartimento incorporerà i requisiti degli alleati e dei partner negli sforzi in corso per espandere la capacità produttiva della Difesa statunitense. Ciò comprenderà lo sviluppo di uno studio completo per incentivare gli investimenti e la creazione di nuove capacità per quelle piattaforme, sistemi e servizi necessari ma la cui disponibilità risulti limitata. Su questo, la strategia individuata dal Pentagono comprenderà l’uso di contratti pluriennali, un maggiore utilizzo del Fondo speciale per le acquisizioni della difesa, analisi previsionali quinquennali della domanda dei partner e un impegno costante con la base industriale nazionale. Infine, il dipartimento della Difesa ha intenzione di potenziare la propria collaborazione con il dipartimento di Stato e con le altre istituzioni parte dei processi per l’Fms, compreso il Congresso.
Pechino ribadisce appoggio a diritti dei palestinesi
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della redazione
Pagine Esteri, 14 giugno 2023 – Pechino appoggia con forza il diritto dei palestinesi all’indipendenza e alla sovranità nazionale. Lo scrive l’agenzia di stampa China News Service, riferendo dei colloqui oggi a Pechino tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il primo leader arabo ricevuto a Pechino quest’anno. “La Cina è stato uno dei primi Paesi a riconoscere l’Organizzazione per la liberazione della Palestina e lo Stato palestinese e sostiene da sempre con fermezza la giusta causa intrapresa dal popolo palestinese per la restaurazione dei suoi legittimi diritti nazionali”, ha dichiarato Xi Jinping. I due presidenti hanno annunciato l’istituzione di un “partenariato strategico”.
Ieri si erano incontrati i ministri degli esteri, il cinese Qin Gang e il palestinese Riyad Al Malki. Qin ha ribadito che la Cina continua a sostenere la soluzione dei due Stati (Israele e Palestina, ndr) per risolvere la questione dei milioni di palestinesi che vivono da 56 anni sotto occupazione militare israeliana. Pagine Esteri
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La Velocità delle Navi a Vela nell’Antichità
La velocità della navi a vela dall’antichità all’avvento delle navi a motore è un argomento che mi ha sempre affascinato. Da un lato, mi impressiona pensare a questi navigatori che attraversavano il Mediterraneo in lungoContinue reading
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L’impronta
Dire che Silvio Berlusconi ha impresso un’impronta profonda nella storia d’Italia è dire una cosa ovvia. Si deve essere capaci di andare oltre ed esprimere un giudizio. La sua scomparsa dovrebbe aiutare a farlo senza più il bisogno di contrastarlo od osannarlo per convenienza e senza l’ipocrisia del cordoglio di maniera. Lui ha seguito una sua traiettoria. Quanti lo hanno accompagnato o contestato non sono stati in grado di farlo in modo efficace e guardando al futuro.
Partire dalla televisione aiuta molto a capire quel che è poi successo in politica. Tanto la sinistra comunista quanto il centro democristiano s’illusero di fermare il suo irrompere nei teleschermi accampando ostacoli di ordine tecnologico (la limitatezza delle frequenze) o giuridico (l’assenza di legittimità alle trasmissioni nazionali). Erano balle. Non capirono nulla di quel che stava succedendo e finirono con il favorirlo: le frequenze c’erano ed erano abbondanti, come sarebbe stato in grado di dimostrare chiunque possedesse un telecomando, mentre un anacronistico divieto d’interconnessione era aggirabile mettendo in onda la stessa cosa, nello stesso momento, da punti diversi d’emissione. Quando s’accorsero di star difendendo l’impossibile s’incattivirono, perdendo ulteriormente lucidità.
Fu un cambiamento positivo? Sì. Gli italiani ebbero a disposizione più contenuti e più voci. Quel che interessava al protagonista del nuovo mercato non era convincere gli italiani di un’idea o un’altra, ma di attirarne l’attenzione e vendere pubblicità. Nessuno volle ammettere quel che accadde allora e che poi sarebbe accaduto pari pari in politica: per contrapporsi a Berlusconi e fermarlo, la Rai (di Biagio Agnes) si berlusconizzò. Finanziata dal canone si mise masochisticamente a fare la gara dell’audience, perdendo identità. Ancora oggi la si lottizza, ma supporre che sia un’operazione culturale è potentemente ridicolo.
In politica portò, nel 1994, un’idea inedita non solo in Repubblica ma in tutta intera la storia democratica italiana: il bipolarismo. Prendo chiunque pur di battere gli “altri”. Nel breve volgere di due anni la sinistra fu berlusconizzata: mettiamoci con chiunque pur di batterlo. Sono e siamo ancora lì. E, scomparso l’innovatore, c’è il forte rischio che ci si resti.
Fu un cambiamento positivo? Sì e no. Fu positivo perché interdisse la vittoria annunciata di chi aveva vilmente cavalcato il giustizialismo antipolitico e antiparlamentare. La sinistra pagò un prezzo altissimo all’avere regolato in quel modo i conti con i socialisti di Bettino Craxi e, ancora oggi, non è capace di analizzare quell’errore. Ma la medaglia aveva un risvolto: dominando il polo di centrodestra, Berlusconi finì con il bloccare l’evoluzione della destra. Quella che era stata nostalgica del fascismo – sotto la guida prima di Giorgio Almirante e poi del suo delfino Gianfranco Fini – capì di dovere liberarsi da quel passato, ma pagò il provare a far concorrenza alla forza di Berlusconi. Perse. Mentre cresceva un’altra destra, che non era nostalgica del ventennio ma che si era formata negli anni Settanta e nello squadrismo in lotta con la violenza dell’estrema sinistra, allora molto forte. Di questa destra è figlia Giorgia Meloni, che l’ha corroborata con un nazionalismo antieuropeista che oggi è la sua più nociva zavorra, tanto da esporla alle incursioni della destra che la avversa e lì vuole farla restare. Si è smarrito il lavoro dei padri e si sono inchiodati i figli a un’era, scomparsa, di sprangate e pistolettate.
Berlusconi perse la forza di cambiare gli equilibri, dopo averli dominati. Quando tutti impararono da lui a sondare e seguire gli istinti dell’opinione pubblica (anziché indirizzarli), lui rimase solo a pensare che, però, dei limiti ci sono e che non si può vendere qualsiasi cosa pur di far fatturato o prendere voti. Oggi che se ne va un innovatore si spera che, almeno, una cosa da lui si sia imparata: chi pensa di occupare il futuro con gli schemi del passato è un bene che sia sconfitto.
L'articolo L’impronta proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Concorso "Diffusione della cultura della legalità e promozione del merito": approvata la graduatoria delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado vincitrici del concorso.
Info ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
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“Intelligenza artificiale (AI) nella comunità accademica e della ricerca – Quali opportunità e quali rischi?”
Domani 15 giugno dalle ore 11.30 parteciperò a Firenze alla Conferenza GARR 2023 nel panel “Intelligenza artificiale (AI) nella comunità accademica e della ricerca – Quali opportunità e quali rischi?”. Per informazioni eventi.garr.it/it/conf23/progr… Qui il link al live streaming eventi.garr.it/it/conf23
In Cina e Asia – Qin Gang sente Blinken prima della visita in Cina
Qin Gang sente Blinken prima della visita in Cina
Gli Usa rientrano nell'Unesco per sfidare la Cina
Calo record dei matrimoni in Cina
La Cina si spopola di milionari
Mar cinese meridionale, test nucleari Usa responsabili della radioattività
Lo yuan cinese garantisce il petrolio russo al Pakistan
Violenze in Myanmar: almeno 6mila civili uccisi in un anno e mezzo
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CILE. La stella di Gabriel Boric non brilla più
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di Tiziano Ferri*
Pagine Esteri, 14 giugno 2023 – Le difficoltà per attuare il programma progressista del presidente Gabriel Boric erano previste, dati i numeri al congresso di Santiago. Nella patria del liberismo latinoamericano, il primo “governo ecologista” del Cile doveva necessariamente scendere a patti col vecchio sistema; non solo ben rappresentato in parlamento, ma addirittura egemone in economia, potere mediatico, apparato militare. L’unico punto a favore di Boric era il percorso partecipato, frutto delle rivendicazioni sociali espresse dal 2019 in poi, che stava redigendo una nuova costituzione. L’approvazione di questo testo avrebbe sostituito lo Stato liberista ereditato dalla dittatura con uno “Stato sociale e democratico di diritto”. Il suo rigetto nel referendum del settembre scorso (62% di contrari) ha privato Boric del sostegno popolare, aprendo la strada alla controffensiva delle forze reazionarie.
In quanto presidente e capo del potere esecutivo, l’ex leader studentesco avrebbe potuto limitarsi a favorire l’autonomia del processo costituente, anziché parteggiare per l’approvazione della costituzione popolare. Così facendo, ha coalizzato nel rifiuto tutti i suoi oppositori (politici e mediatici), finendo per essere associato alla sconfitta di tutto il percorso. Le elezioni del 7 maggio per il nuovo Consiglio costituente, infatti, hanno decretato una maggioranza di destra, riconoscendo un ruolo di primo piano allo sconfitto delle presidenziali, José Antonio Kast, incarnazione della tradizione pinochettista. Questa consultazione, largamente boicottata dall’elettorato (al 16,5% di astensione – in un’elezione con voto obbligatorio – va sommato un inedito 21,5% di schede nulle e bianche), ha pure permesso alla destra autoritaria di marginalizzare la destra liberale. Con gli attuali rapporti di forza, il nuovo testo costituzionale non includerà le innovazioni contenute nella “costituzione popolare” respinta, quali diritto all’aborto, formazione basata sui diritti umani per chi integra polizia e forze armate, stato plurinazionale, diritti dei popoli originari su territori e risorse.
Il governo cileno
Al di là del tema costituente, è proprio nell’azione di governo che Boric sembra aver subito l’egemonia culturale della destra, non riuscendo a imporre la “sicurezza sociale” sulla “sicurezza pubblica”. Sebbene abbia ottenuto alcuni provvedimenti cari al suo elettorato di riferimento (indulto per i manifestanti incarcerati negli anni scorsi, settimana lavorativa di 40 ore, innalzamento del salario minimo di circa 100 euro), la sua politica economica mira a rassicurare mercati e ceto medio, mentre sul piano della sicurezza accetta e rilancia il discorso sull’ordine pubblico con affermazioni come “abbiamo bisogno di più carabinieri nelle strade”. Allo stesso modo, ha imposto lo stato d’eccezione nei territori mapuche, parlando di vittime di “violenza e terrorismo”. Sulla sentita questione dei migranti, il presidente cileno sottolinea la diminuzione degli ingressi illegali nel paese e l’aumento dei provvedimenti di espulsione, ringraziando il patriottismo delle forze armate. E annuncia una nuova politica sulle migrazioni “per dare dignità a chi lo merita”, mentre non ha ancora messo mano alla promessa riforma dei carabineros, ed è stata approvata una legge che garantisce loro una legittima difesa privilegiata.
Col recente discorso annuale di fronte al Congresso, Boric abbandona la prospettiva di fare del Cile “la tomba del neoliberismo”, come annunciato il giorno in cui fu eletto. Al contrario, rivendica una gestione economica responsabile che ha portato a un avanzo di bilancio per la prima volta in 10 anni, all’aumento degli investimenti esteri, e all’apprezzamento sul dollaro. L’aspirazione del governo è di fare del Cile il primo produttore mondiale di litio; quanto all’annuncio relativo alla sua nazionalizzazione, di difficile approvazione al Congresso, riguarderebbe comunque le concessioni di licenze di sfruttamento future, garantendo i profitti delle attuali imprese, nazionali e straniere. Il paese andino, inoltre, ha aderito al partenariato Trans Pacifico (TTP), un’alleanza commerciale contro le tariffe doganali che include diversi stati che si affacciano sull’oceano, tra cui Giappone, Australia, Canada e Messico; accordo osteggiato da Boric nella passata esperienza da parlamentare. Per finire, ancora non si intravede un sistema pensionistico alternativo al contestato sistema dei fondi pensione privati (AFP); al contrario, il governo si è opposto alla restituzione dei prelievi forzati, richiesta dai lavoratori.
Questo approccio ha fatto perdere a Boric molto dell’appoggio popolare a sinistra, senza peraltro convincere l’elettorato moderato, che ha preferito rafforzare, sia per le ricette economiche che per le politiche sulla sicurezza, l’estrema destra del Partido republicano di Kast. Dall’altro lato, la classe dirigente progressista, occupando i posti di governo, ha lasciato sguarnita la canalizzazione della protesta, in cui si è inserita la destra reazionaria. Pagine Esteri
*Collaboratore per L’antifascista (ANPPIA). Social media manager. Tesi: “Il Plan Colombia e la politica strategica statunitense nella regione amazzonica”. Reportage: “Dentro e fuori la redazione: i 50 anni del quotidiano comunista”. Video inchiesta: “Pfas, dall’acqua al sangue”.
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PRIVACYDAILY
#35 / Paladini dei bambini e sorveglianza di massa
Apple difende i bambini con sorveglianza e censura
Con il nuovo iOS17 Apple promette di diventare la paladina dei bambini, difendendoli da foto e video non appropriati1.
Coi nuovi sistemi operativi sarà infatti presente una funzionalità in grado di scansionare immagini e video in arrivo sul dispositivo e verificare, con un algoritmo di machine learning, se si tratta di nudità oppure no.
In caso di esisto positivo, il sistema operativo mostrerà all’utente una schermata di avviso e censura del contenuto: “When enabled, the feature currently detects if a child is sending or receiving images that could contain nudity, subsequently warning the child and blurring the photograph before it’s viewed on the minor’s device.”
Scusa, ma che aspetti a iscriverti e ricevere tutte queste belle notizie ogni settimana?
La notizia è in realtà vecchia, ma non proprio.
Già nel 2021 provarono ad attivare una funzionalità del genere con la versione 15 del sistema operativo. L’operazione però non andò in porto perché l’aggiornamento prevedeva anche un algoritmo di analisi e scansione della memoria del dispositivo chiamato NeuralHash per la rilevazione di contenuti pedopornografici. La sorveglianza di massa sui dispositivi non piaceva ai clienti di un’azienda che fa della privacy il suo cavallo di battaglia, e così Apple rimandò l’aggiornamento.
Oggi ci riprovano passando dalla finestra, ma non sarò certo io a dovervi suggerire i rischi di un algoritmo che scansiona in automatico tutti i messaggi che i nostri figli inviano e ricevono, no?
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Calenda torna a chiedere la schedatura dei minori
Continuando a parlare di bambini, il nostro prode Calenda torna all’attacco con uno dei suoi cavalli di battaglia: la verifica dell’età per i minori (under 13) che accedono ai social2.
La soluzione è a portata di mano: attraverso un processo di certificazione dell’età, ma senza consegnare i dati personali alle piattaforme. L’utente che intenda registrarsi su un social verrebbe subito rimandato a un servizio di identità digitale (come la carta d’identità elettronica lo Spid): il social riceverà quindi conferma del requisito anagrafico e consentirà o meno la registrazione. Sarebbe così fatta salva la possibilità di aprire profili online in forma anonima.
La proposta, che per i non addetti e per gli elettori di Calenda può sembrare innocua e doverosa, costringerebbe minori e adulti ad essere schedati digitalmente tramite carta d’identità elettronica o Spid. Ricordo agli amici lettori che in Italia non è obbligatorio possedere un documento d’identità, né dotarsi di Spid. Purtroppo il legislatore sta però trovando sempre più espedienti per incentivare le persone a sottoporsi alla schedatura il prima possibile. In Cina hanno iniziato a schedare i neonati; noi ci accontentiamo dai 13 in su.
E poi, fatto forse ancora più grave, è che ogni social network sarebbe costretto a registrare e inviare dati di autenticazione e accesso allo Stato (o agli organi federati che gestiscono lo Spid), per verificare il possesso dei requisiti normativi. Se da un lato i social network già mantengono log con questi dati, è anche vero che ora non c’è alcuna interazione diretta con i sistemi della pubblica amministrazione: tutti i dati rimangono sulle piattaforme.
In ultimo, ma non meno importante: una volta accettato di poter usare i social solo tramite identificazione, sarà molto semplice estendere l’ambito degli elementi richiesti per accedere. Oggi è l’età, domani sarà altro. Ci siamo già passati col green pass. Non è una buona idea.
Il governo francese potrà accedere da remoto agli smartphone
Nel 1966 la Corte Suprema degli Stati Uniti affermò che un sospettato avesse il diritto di rimanere in silenzio per non auto-incriminarsi e il diritto di essere informato che tutto ciò che avrebbe detto sarebbe potuto essere usato contro di lui (il cosiddetto Miranda warning). Una decisione di civiltà coerente con l’intera cultura giuridica occidentale.
Oggi il Senato francese ci informa di pensarla diversamente: pare sia stata approvata una modifca al codice penale che amplia i poteri di intercettazione e perquisizione degli smartphone da parte delle forze dell’ordine3. Su autorizzazione del giudice le autorità potranno ottenere l’attivazione da remoto dei telefoni degli indagati per accedere a funzionalità di localizzazione, telecamera e microfono senza che gli questi lo sappiano.
Altro che Miranda warning: tutto ciò che farai o dirai potrà essere usato contro di te, a tua insaputa.
Eppure non dovrebbe stupirci, sono i nostri telefoni ad essere progettati così. Ad esempio, anche nel caso di chiamate d’emergenza (112) i sistemi operativi Android e iOS sono progettati per riattivare automaticamente ogni funzionalità disattivata dall’utente, compresa quella della localizzazione. Era solo questione di tempo prima che gli Stati iniziassero a sfruttare le capacità di controllo del sistema operativo da parte di Google o Apple anche in ambito penale.
I Parlamenti dei civilissimi paesi dell’Unione Europea non si fanno alcuno scrupolo nell’approvare leggi di sorveglianza che riducono sempre più le nostre aspettative di privacy e che vanno contro ai principi penali che da secoli guidano la nostra società.
Il consiglio, in ottica futura, è di iniziare a capire come installare e usare sistemi operativi alternativi sui nostri smartphone, prima che sia troppo tardi.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“When law and morality contradict each other, the citizen has the cruel alternative of either losing his moral sense or losing his respect for the law.”
Frédéric Bastiat
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theverge.com/2023/6/6/23750666…
Kosovo: cappio al collo per la Serbia |Marx21
«Come avevo scritto mesi fa negli ultimi due articoli sulla situazione, il nodo Kosovo sta avanzando a tappe forzate verso l’ultima stazione, come da progetto USA/NATO, con le pressioni, provocazioni, minacce al governo serbo, intensificatesi negli ultimi mesi con il diktat: o con la Russia o con l’occidente. Ora con il fronte ucraino aperto, quanto sta accadendo non è casuale, è un messaggio chiaro, possente, se la Serbia non sceglie “la parte giusta”, andrà verso la sua destabilizzazione e il conflitto.»
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I ragazzi che muoiono sul lavoro. Sono stati 74 in soli cinque anni | Contropiano
"A rivelarlo però non sono stati l’Inail o l’Istat ma addirittura l’Unicef, il dipartimento delle Nazioni Unite che si occupa dell’infanzia e dei giovani. In Italia in cinque anni, tra il 2017 e il 2021 sono stati 74 i ragazzi morti in incidenti sul lavoro. 67 di loro 67, aveva un’età compresa tra 15 e 19 anni, gli altri 7 meno di 14 anni."
Una sola cosa Berlusconi non “inventò”: il bipolarismo
Era mosso da quegli istinti primordiali che l’economista John Maynard Keynes chiamava “spiriti animali” e che appartengono agli imprenditori geniali: coloro che vedono quel che gli altri non vedono e di conseguenza realizzano quel che gli altri non immaginano. L’imprenditore Silvio Berlusconi era così, il politico Berlusconi Silvio tutto sommato pure. Perciò, dalla prima emittente televisiva privata nazionale al partito di Forza Italia, i giornali di oggi danno conto con dovizia di particolari del caleidoscopio delle “invenzioni” indiscutibilmente attribuibili alla visione berlusconiana. Tutto vero, tutto giusto. C’è solo un’invenzione oggi attribuita da quasi tutti al talento del Cavaliere che in realtà non fu merito suo: il bipolarismo.
Silvio Berlusconi non ha, come hanno scritto in molti, “inventato il bipolarismo”. Il bipolarismo l’hanno inventato, o per meglio dire importato, Mario Segni e Marco Pannella attraverso i referendum del 1991 e del 1992. E gli italiani hanno fatto propria la novità tanto da obbligare il Parlamento a trasformarla in legge. Accadde con l’approvazione, nell’estate del ‘93, della legge elettorale che portava il nome dell’attuale presidente della Repubblica. La legge Mattarella.
Silvio Berlusconi scese in campo sei mesi dopo e poiché le regole del gioco partitico erano quelle bipolari ne sfruttò al massimo le potenzialità. Si fosse trovato in un contesto proporzionale avrebbe puntato tutto solo su Forza Italia, magari cercando di cooptare i partitini estranei alla sinistra. Trovandosi, invece, in un contesto maggioritario diede forma al centrodestra riunendo in un’alleanza tutti i soggetti politici estranei alle sinistre.
Il genio visionario di Berlusconi consistette, allora, nel dare per scontato che un partito ferocemente secessionista come la Lega potesse convivere e governare con un partito orgogliosamente nazionalista come il Movimento sociale italiano. Ma non scommise su un possibile comune denominatore politico: scommise su se stesso. Così come fece politica estera confidando non nelle potenzialità del Paese e nella storia d’Italia, ma nelle proprie capacità di mediazione umana ancor prima che politica, con lo stesso spirito il Cavaliere mise Bossi insieme a Fini e diede vita al centrodestra di governo. Una formula che si reggeva sul suo carisma, sulla sua capacità di mediazione e sulla centralità della sua creatura politica. Forza Italia. Non è un caso che, pur avendo la Lega abbandonato il secessionismo e la destra superato il post fascismo, da quando il carisma di Silvio Berlusconi ha cominciato ad appannarsi e Forza Italia ha iniziato a perdere voti, quella formula coalizionale sopravviva solo grazie all’ambizione dei singoli contraenti ma con una conflittualità interna che mai si era vista prima. Una conflittualità che, in tempi recenti, indusse Berlusconi a confidare tutta la propria amarezza per “essere costretto” dal sistema maggioritario e bipolare a convivere con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
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Cisgiordania. Esercito uccide palestinese, feriti tre soldati e due coloni israeliani
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della redazione
Pagine Esteri, 13 giugno 2023 – Un palestinese, Fares Hashash, 19 anni, è stato ucciso da forze israeliane entrate oggi nel campo profughi di Balata (Nablus) con l’intento di effettuare arresti. Almeno altri 8 palestinesi sono stati feriti secondo i dati riferiti della Mezzaluna Rossa durante l’incursione dei militari a cui è seguito un intenso scontro a fuoco. Hashash era un militante del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina secondo un comunicato diffuso dalla organizzazione, la più importante della sinistra palestinese.
Si tratta del secondo raid a Balata nel giro di poche settimane. Il mese scorso tre palestinesi furono uccisi e le ruspe dell’esercito israeliano demolirono alcuni edifici palestinesi.
Intanto continua la caccia all’uomo dell’esercito israeliano agli autori di un attacco armato a ovest di Jenin in cui sono rimasti feriti tre soldati e due coloni israeliani. Pagine Esteri
GUARDA IL VIDEO
pagineesteri.it/wp-content/upl…
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“Quali sono i rischi che una azienda deve affrontare per una mancata armonizzazione al quadro regolatorio con particolare attenzione alla protezione dei dati e ai rischi connessi”
Domani dalle 18.45, interverrò al Global Risk Forum nel panel “Quali sono i rischi che una azienda deve affrontare per una mancata armonizzazione al quadro regolatorio con particolare attenzione alla protezione dei dati e ai rischi connessi”, organizzato da Business International, gruppo Fiera Milano. Per info qui businessinternational.it/Event…
Artificial intelligence: We are no longer free under constant surveillance!
On the day before the crucial vote on the European Parliament‘s negotiating mandate on artificial intelligence, Pirate Party MEP Patrick Breyer levelled serious accusations against EU governments, the EU Commission and conservative MEPs who want to allow automated facial recognition in public spaces. At the same time, Breyer justified the cross-party motion to add automated behavioural surveillance to the list of prohibited technologies.
His speech in full:
“Governments in France and elsewhere dream that machines could rid the world of all evil if only they could whisper to us who is going where with whom and when, or who is behaving ‘abnormally’.
In reality, not a single terrorist has been found with biometric mass surveillance, not a single attack has been prevented, instead countless arrests of innocent citizens have been made, up to 99% of citizens have been falsely reported as suspects.
Your supposed exceptions are window dressing – thousands are wanted by judge’s order at any time.
You open a Pandora’s box and lead us into a dystopian future of a distrustful high-tech surveillance state based on the Chinese model. You are willing to hand authoritarian governments of the present and the future an unprecedented weapon of oppression.
Under constant surveillance we are no longer free!
Automatic behavioural surveillance destroys freedom, diversity, protest. We don’t want to live in a dead, conformist consumer society of yes-sayers.
Let’s secure a future free of biometric mass surveillance for Europe, and a future of freedom and diversity for our children!”
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Carlo Bo – Ungaretti
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L'articolo Carlo Bo – Ungaretti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
🎧 #RECENSIONE: 👉 AA.VV. - Femirama
Ristampa in vinile da 180 grammi da parte della Munster Records di una raccolta di brani di soliste o gruppi musicali femminili della scena alternativa elettronica e oltre degli anni ottanta.
#iyezine #inyoureyesezine #alternative #experimental #industrial #minimalsynth @munsterrecords
Spotify fined € 5 Million for GDPR violation
Spotify multato per 5 milioni di euro per violazione del GDPR A seguito di una denuncia e di un contenzioso per inattività, l'Autorità svedese per la protezione dei dati (IMY) ha emesso una multa di circa 5 milioni di euro contro Spotify.
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Leak: Data retention and encryption: EU Government’s “Going Dark” program to attack citizen’s rights with PR
A German diplomatic correspondence that was leaked by netzpolitik.org on Friday and other documents reveal the insistence by EU member state governments in blanket mass surveillance in the form of data retention and ideas to make secure encryption illegal. The fundamental rights jurisdiction of the highest EU Court is seen as a problem, while Governments are wishing for a new narrative that would change the way we look at privacy and surveillance.
The documents talk about the Swedish Presidency’s “Going Dark” program that aims to extend law enforcement capabilities with a focus on over-the-top (OTT) media services, End-to-end encryption (E2EE), the Electronic Evidence Regulation, the ePrivacy Regulation, the Media Freedom Act, the retention of citizen’s communications meta data and access to Whois data. According to the German diplomatic correspondence member state governments share a “a largely homogeneous opinion” about that program.
Data retention: Insisting in illegal mass surveillance
The Swedish Presidency complains that “the impact of limitations to data retention requires to be aware of the loss of data” (PDF). This interpretation is in line with the overall debate in the Council but ignores the actual situation: The ECJ has constantly expanded the exceptions to the general rejection of blanket retention of citizen’s communication data over the years. Nevertheless, governments repeatedly violated the Court’s rulings causing a crisis of the Rule of Law in the EU. As a consequence, too much rather than too little of citizens’ communications data is being stored for no reason. Addressing a “loss of data” in this situation ultimately refers to the Government’s actual desire: a nation- and EU-wide, round-the-clock retention of everybody’s communications meta data, which has consistently been ruled illegal. The Belgian government that has again passed a law that provides for illegal mass surveillance only recently, declares in a Council document: “we need to strike the right balances (…) but also with regard to commercial interests and business models that guide the industry”. Likewise, the Czech Republic proposes a new argument as an attempt to justify the retention of citizen’s communication meta data to “distinguish legitimate calls from fakes using combination of contact number spoofing with AI voice manipulation.” Member state governments appear to have no other idea of how to design police work on the Internet but by means of mass surveillance.
The German correspondence notes: “Currently, an “outcry” from law enforcement agencies is clearly perceptible.” In March this “Outcry” became publicly visible when the European Police Chiefs released a Joint Declaration that likewise blames jurisprudence: “The case law of the CJEU (…) presents a significant hurdle to Law Enforcement Agencies” (PDF). Seen from a fundamental rights perspective the opposite is true.
Case law allows for extensive retention of citizen’s communication data and provides law enforcement agencies a legal frame for their work. Neither the CJEU’s jurisdiction nor citizen’s rights present a hurdle but Governments that repetitively passed illegal laws on data retention that foreseeable failed in courts created that hurdle over a course of 15 years. The representative of the Estonian government for example completely rejects the Court’s jurisdiction: “it is not possible to implement the solutions proposed by the ECJ.” The ignorant will to mass surveillance has prevented reliable solutions as digital rights experts have explained.
Unsubstantiated claims in the loop
The Joint Declaration of the European Police Chiefs keeps following a downward spiral by repeating unsubstantiated claims: “Unclear and insufficient retention periods in the case of storage of data for commercial purposes. This is particularly problematic in countries that do not (in accordance with the rulings of the CJEU) have any legal obligation for service providers to retain non-content data (…).” Fact is, that data retention laws have no measurable effect on the crime rate or the crime clearance rate in any EU country as a study by the European Parliament’s Research Service (EPRS) finds.
Public relations against fundamental rights
Because there is a great deal of resistance from civil society and from constitutional courts when it comes to data retention, the Presidency wants to develop “a better and more complete narrative” (PDF) to achieve its goals.
Responding to that, the Austrian Government suggest to add rules of criminal procedure to Single Market Dossiers and emphasises that it is of importance to not only take legislative action but also to do “Public Relations” work, for example to raise awareness accordingly in the European Parliament. The representative of the Lithuanian government welcomes that PR approach as “it offers the opportunity to change the narrative (…) turn around the wrong impression that law enforcement is the main source of risk to the fundamental rights.” (PDF)
Is the door weaker if someone has the key?
Referring to the Member States debate of the “Going Dark” program, the German diplomatic correspondence reads: “The question arises whether legal adjustments might be necessary in view of the fact that encryption technologies such as Encrochat could be legally distributed up to now. (…) With end-to-end encryption, it is impossible to intercept information, which is why, for example, there are discussions about the Media Freedom Act. (…) There is therefore a need for good instruments that are in line with EU values and do not prevent encryption altogether.” Adding to the ongoing debate, the representative of Estonia is asking: “is the door weaker if someone has the key?”
A Crisis of the Rule of Law
The documents show a considerable distrust of fundamental rights and the Rule of Law on the part of the member state governments. The German diplomatic correspondence refers to the view of the Swedish government: “It was astonishing how much the ECJ prioritized privacy over other legal rights and principles. The IRL und LVA also commented accordingly on the ECJ decision.” The representative of Estonia is of the opinion that the CJEU is “forced to always refer to the Charter of Fundamental Rights (…) until the EU comes up with a solution that would allow them to reassess the principles and approach to this”.
“Going Dark” is a myth
The notion of “Going Dark” refers to the phenomena that “criminals can commit crimes in ways that law enforcement cannot detect and intercept.” This is a myth created by US intelligence agencies. In truth authorities have never had access to information on our private lives as comprehensive and all-encompassing as in today’s digital era.
Instead of concentrating on repeatedly successful means of targeted investigations that focus on suspects and perpetrators, the EU member state governments try to interfere with the foundation of the Internet and the Rule of Law in a way that affects everybody’s privacy and fundamental rights. Alternatives, amongst others, a democratic improvement of policing through better trained and equipped personnel and better child protection through more competent and better equipped authorities are not considered. This gap is all the more problematic as there is no evidence that there is a legal lack of law enforcement capabilities in the European Union. Laws were much more tightened and expanded and with the new Electronic evidence regulation yet another tool for law enforcement will help to improve investigations which are in general already highly successful, if governments provide sufficient personal and technical resources.
anonymiss likes this.
Mechanize
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Una Nota: la versione 0.17.4 sembra avere un problema noto che provoca la stagnazione dei post se ordinati con "Hot" dopo qualche tempo che il server non viene riavviato (issue#3076).
Nel caso succeda consiglio di usare il "New Comments" o "Top Day" come ordinamenti per leggere il feed!
Scheduled tasks thread permanently crashes due to database deadlocks (causes "hot" to stop updating) · Issue #3076 · LemmyNet/lemmy
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skariko, Lx32 e Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ like this.