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LIVE. GIORNO 24. Israele uccide 4 palestinesi a Jenin, Gaza tagliata in due dai carri armati
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della redazione
(foto: il campo profughi di Jenin, di Michele Giorgio)
Pagine Esteri, 30 ottobre 2023 – Almeno quattro giovani palestinesi sono stati uccisi la scorsa notte durante una incursione dell’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania. Altri cinque palestinesi sono stati feriti, uno è in condizioni critiche. Israele sostiene di aver ucciso uno dei leader della Brigata Jenin del Jihad islamico palestinese. All’attacco hanno preso parte anche droni e due ruspe militari che hanno causato danni ad edifici, case e strade e distrutto di proposito una statua. Lo scorso luglio, durante una operazione militare altamente distruttiva nel campo profughi di Jenin, l’esercito israeliano uccise 12 palestinesi.
Secondo un conteggio fatto da fonti giornalistiche, in Cisgiordania dallo scorso 7 ottobre sono stati uccisi 117 palestinesi dagli spari dei soldati ma anche di coloni israeliani.
Israele nelle scorse ore ha tagliato in due la Striscia di Gaza e sta accerchiando Gaza city, il capoluogo. L’esercito ha pubblicato immagini di carri armati sulla costa di Gaza mentre continuano le incursioni lungo il confine orientale. “Stiamo gradualmente espandendo l’attività di terra e la portata delle nostre forze”, ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. Poco prima erano giunte notizi di combattimenti in cui sarebbero stati uccisi militanti di Hamas ed è rimasto ferito gravemente un soldato. Il movimento islamico da parte sua afferma di aver centrato con missili due mezzi corazzati.
I palestinesi riferiscono che mezzi corazzati stazionano al centro della Salah Edin Road, la principale strada di collegamento tra il nord e il sud di Gaza, e hanno fatto fuoco su alcune auto civili.
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Di pari passo all’aumento dell’intensità degli scontri nel centro-nord di Gaza e quella dei raid aerei, cresce l’allarme per il peggioramento della condizione dei civili in gran parte ammassati nel sud della Striscia. Ieri a migliaia hanno assaltato un magazzino delle Nazioni unite con scorte di farina. Il presidente americano Biden, che pure sostiene l’azione militare di Israele, ha nuovamente esortato il premier Netanyahu a permettere l’ingresso a Gaza di un flusso più sostenuto di aiuti umanitari.
Resta in bilico inoltre la sorte di migliaia di sfollati rifugiati negli ospedali Al Quds e Shifa di cui Israele continua a chiedere l’evacuazione.
Il ministero della sanità a Gaza ha aggiornato a poco più di 8.000 i palestinesi uccisi dai raid aerei. Israele invece ha aumentato a 239 il numero dei suoi cittadini e quelli di altri paesi presi in ostaggio da Hamas. Pagine Esteri
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In Cina e Asia – Forum Xiangshan: militari di Cina e Russia condannano le interferenze americane
Cina, inizia il 10° Forum Xiangshan sulla diplomazia militare
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Tecnocina, alle radici del "red mirror” della nuova era
A proposito di «Tecnocina. Storia della tecnologia cinese dal 1949 a oggi», l’ultimo volume di Simone Pieranni (Add) che indaga alla radice e porta alla luce i fenomeni sociopolitici e le storie dello sviluppo tecnologico della Repubblica popolare
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GAZA. Jabaliya, il campo profughi più grande è una città fantasma
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di Ibrahim Mohammad* – +972
(traduzione di Federica Riccardi)
Nella foto di Suhair Karam (Irin), il campo di Jabaliya prima dei raid aerei
Pagine Esteri, 30 ottobre 2023 – Prima del 7 ottobre, la calma regnava nel nord della Striscia di Gaza, dove oltre 416.000 persone vivevano nell’area a nord di Gaza City. Nonostante la mancanza di infrastrutture, i frequenti blackout, le cattive condizioni economiche e gli alti tassi di disoccupazione, questa relativa tranquillità persisteva nelle città da Jabalia a Beit Hanoun e Beit Lahia, e nel villaggio beduino conosciuto localmente come Um a-Nasir.
Dopo l’attacco di Hamas alle comunità israeliane che circondano Gaza, l’esercito israeliano ha risposto bombardando ampie zone della Striscia, cambiando drasticamente il volto di queste città del nord. A prescindere dalla loro posizione nella Striscia, i palestinesi si trovano ad affrontare una penuria devastante, poiché Israele trattiene le forniture di cibo, acqua, elettricità, carburante e attrezzature umanitarie e mediche. Gli aiuti arrivati in seguito alla mediazione degli Stati Uniti sono stati a malapena una goccia nell’oceano.
Questa situazione pericolosa, unita all’ordine di Israele ai gazesi del nord di fuggire verso sud, ha costretto molti residenti ad andarsene, mentre l’ingresso temporaneo dei carri armati israeliani nel nord della Striscia di Gaza, avvenuto la scorsa notte, ha alimentato le speculazioni sul fatto che l’invasione totale di terra da parte dell’esercito non sarà rimandata a lungo.
I bombardamenti israeliani sul nord di Gaza sono stati particolarmente devastanti per il campo di Jabalia, il più grande campo profughi della Striscia di Gaza, che copre un’area di oltre mezzo miglio quadrato e ha una popolazione di oltre 116.000 persone. Nonostante le minacce di Israele e la mancanza di servizi essenziali, tuttavia, alcuni residenti continuano a insistere per rimanere al loro posto, cercando di adattarsi alla situazione attuale e di resistere ai tentativi di sfollamento.
“Non ci sono aree sicure a Gaza”
Yousef al-Nadi, 43 anni, vive con circa 20 parenti sfollati che hanno cercato rifugio nella sua modesta casa, cercando di sfuggire ai bombardamenti che hanno preso di mira un ampio gruppo di case nel campo sovraffollato. Mancano di tutti i beni di prima necessità e non possono fuggire verso le aree meridionali di Gaza a causa dell’esaurimento del carburante e della conseguente quasi totale assenza di trasporti.
“La mia casa non è isolata dai bombardamenti israeliani”, ha detto al-Nadi. “Le case vicine, a pochi metri di distanza, sono state sottoposte a bombardamenti diretti. Donne e bambini non riescono a dormire durante la notte a causa della paura e del panico, mentre i suoni dei bombardamenti sono più frequenti e intensi durante la notte”.
Nonostante le circostanze già disastrose, al-Nadi prevede un peggioramento della situazione. “Con la minaccia israeliana di lanciare un’operazione di terra su larga scala nella Striscia di Gaza, le cose sembrano diventare più difficili”, ha detto. “La situazione diventerà più difficile per la popolazione in generale e potrebbe causare molte vittime tra i civili disarmati”.
Questa sofferenza non è diversa dall’amara realtà vissuta da Rasheed al-Balbisi, 67 anni, anche lui del campo di Jabalia, dove vive con 29 membri della famiglia. Era tornato nella sua casa nel campo tre giorni prima che gli parlassi da Rafah, nel sud di Gaza, dove era inizialmente fuggito con la sua famiglia dopo che Israele aveva avvertito i residenti del nord di Gaza di fuggire verso sud.
“Quando io e la mia famiglia siamo stati sfollati, abbiamo affittato un piccolo pick-up, solitamente utilizzato per il trasporto di tubi di gas da cucina, per portarci nel sud della Striscia di Gaza”, ha detto al-Balbisi. “Dopo alcuni giorni di permanenza a casa di un parente, ho preferito tornare a casa mia, a causa dell’intensità dei bombardamenti nell’area meridionale e della mancanza di servizi di base come acqua, elettricità e comunicazioni”.
“Non ci sono aree sicure a Gaza”, ha continuato al-Balbisi. “I bombardamenti e le distruzioni hanno colpito tutte le città e i quartieri da nord a sud della Striscia. Siamo miracolosamente sopravvissuti a uno degli attacchi aerei israeliani che ha preso di mira una casa adiacente a quella in cui alloggiavamo”.
Anche se le condizioni a Gaza erano difficili prima di questa guerra, al-Balbisi desidera la “calma e la tranquillità” di poche settimane fa. “I residenti si spostavano facilmente da un’area all’altra della Striscia senza ostacoli e andavano facilmente ai mercati”, ha spiegato.
“Ora queste cose sono diventate quasi impossibili”, ha proseguito al-Balbisi. “Con la violenza e l’intensità dei bombardamenti israeliani, spostarsi da un luogo all’altro o andare ai mercati non è più facile”. Tuttavia, mantiene la speranza che “Gaza si scrollerà di dosso la polvere della guerra”.
“Non c’è stato un giorno tranquillo”
Nasser Abu Toha, 43 anni, è seduto all’ingresso della sua casa nella strada accanto alla casa di al-Balbisi. È circondato da un gruppo di parenti provenienti da Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, che hanno cercato rifugio con lui. “Non lascerò la mia casa nonostante la mancanza di acqua e di elettricità”, ha detto Abu Toha.
Non è l’unica cosa che sta affrontando. “Alcuni giorni fa sono caduti dei missili israeliani vicino alla mia casa”, ha continuato Abu Toha. “Di conseguenza, la casa è piena di crepe. Nonostante tutto, mi impegno a rimanere nella mia casa. Non ci sono città sicure. Tutte le aree della Striscia di Gaza sono prese di mira”.
Abu Toha vive in un quartiere densamente popolato, che ha subito continui bombardamenti dallo scoppio della guerra. “Per più di due settimane non c’è stato un giorno tranquillo”, ha spiegato. “I suoni dei bombardamenti e delle esplosioni sono ovunque, e i bombardamenti hanno colpito vaste aree del quartiere. Ciò che sta accadendo è difficile da comprendere per qualsiasi mente umana. Non sappiamo cosa ci riserveranno i prossimi giorni”.
Il mercato del campo di Jabalia, uno dei più grandi mercati della Striscia di Gaza settentrionale, non è stato risparmiato. Israele ha bombardato il mercato il 9 ottobre, uccidendo più di 50 persone e causando centinaia di feriti. Nell’attacco, Yasser al-Kurdi, 46 anni, ha perso il figlio di 26 anni, Ezz el-Din, circostanza che l’ha gettato in una profonda disperazione.
“A causa dei continui blackout elettrici, mio figlio è andato al mercato del campo vicino a casa per comprare del cibo, come molti residenti che si precipitano nei negozi e nei mercati in condizioni così difficili”, ha raccontato al-Kurdi. “Meno di 30 minuti dopo che era uscito, ho sentito grandi esplosioni che hanno scosso l’intera area. Le informazioni che ci sono giunte indicano che i bombardamenti israeliani avevano preso di mira direttamente il mercato del campo”.
“Dopo aver sentito queste esplosioni, mi sono precipitato fuori”, ha continuato. “Un’enorme nuvola di fumo riempiva il mercato. Quando la nube si è lentamente diradata, la scena del crimine ha cominciato a diventare chiara. Era come se un terremoto avesse colpito il luogo. Molti bambini, donne e persino anziani giacevano a terra, coperti di sangue. Di alcuni di loro c’erano solo i resti”.
Un paramedico accanto ai corpi dei palestinesi uccisi dagli attacchi aerei israeliani, nell’area di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, 11 ottobre 2023. (Atia Mohammed/Flash90)
In stato di shock, al-Kurdi ha iniziato a cercare suo figlio. “L’ho trovato intriso di sangue sotto un mucchio di pietre che coprivano tutto il suo corpo”, ha detto al-Kurdi. “Era sdraiato accanto ad alcuni generi alimentari che aveva appena comprato”.
Al-Kurdi si è rifugiato in un’aula di una scuola gestita dall’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente), temendo che la sua casa venisse distrutta. Secondo lui, il campo di Jabalia e l’area circostante sono diventati una città fantasma a causa degli intensi bombardamenti e degli attacchi aerei israeliani.
“La guerra ha lasciato una profonda ferita nel mio petto”, ha detto. “Dopo aver perso mio figlio e aver assistito alla distruzione e alle uccisioni che non hanno risparmiato gli anziani e i bambini, ora soffro di disturbi neurologici e comportamentali che influenzano notevolmente la mia vita”.
“Quello che sta accadendo non ha precedenti”.
Ahmad Matar, 29 anni, ha subito una tragedia simile, perdendo il fratello Bilal, 33 anni, durante lo stesso bombardamento del campo di Jabalia. “Sto vivendo un vero e proprio incubo”, ha detto, e ha descritto la sua sopravvivenza al bombardamento come “miracolosa”.
“Per sfuggire al blackout elettrico di 36 ore, ero seduto all’ingresso della nostra casa, che si trova a soli 30 metri dal luogo preso di mira dagli aerei israeliani”, ha raccontato. “Mio fratello stava lavorando in un negozio. All’improvviso abbiamo sentito delle forti esplosioni che hanno scosso la zona. Macerie e resti di missili esplosivi si sono sparsi in tutte le direzioni. A causa della polvere lasciata dai missili, non potevamo vedere quali danni avessero causato”.
“Mi sono precipitato a piedi nudi sul luogo del bombardamento, che contiene un affollato mercato popolare visitato da tutti i residenti del nord della Striscia di Gaza, non solo dai residenti del campo di Jabalia”, ha continuato Matar. “I corpi e le parti del corpo delle vittime erano sparsi per la strada, così come centinaia di feriti coperti di sangue e polvere”.
Matar ha affermato che questa guerra è diversa da tutte quelle che ha vissuto nella Striscia. “Alla luce della massiccia distruzione e del gran numero di vittime che ha causato e continua a causare, ciò che sta accadendo in tutte le aree della Striscia di Gaza è senza precedenti. È impossibile paragonare questa guerra con le altre guerre israeliane a cui l’enclave assediata ha assistito per 17 anni”.
Un altro residente del campo di Jabalia che ha assistito al bombardamento del mercato è Yusry Khalil, 43 anni. Secondo lui, il gran numero di vittime ha fatto sì che i soccorritori fossero costretti a usare carretti trainati da asini e motociclette per trasportare i feriti a ricevere le cure.
Khalil ha definito l’entità della distruzione causata dai bombardamenti israeliani “una nuova Nakba palestinese”, aggiungendo: “L’area in cui vivo è diventata come una città fantasma a causa dei bombardamenti degli aerei israeliani. Sono fortunato ad essere ancora vivo con la mia famiglia”.
Amani Mahmoud, consulente per la salute mentale a Gaza City, ha dichiarato a +972 che il tributo psicologico delle ripetute guerre di Israele contro Gaza richiederà un trattamento continuo per cercare di evitare una crisi di salute mentale estesa e prolungata.
“La guerra ha causato traumi gravi e complessi alla popolazione di Gaza, soprattutto ai bambini, come la depressione e la minzione involontaria”, ha detto. “Si tratta di sintomi difficili da trattare e da eliminare nel breve periodo. Nel prossimo futuro, molte istituzioni internazionali che si occupano di salute mentale dovranno affrontare i disturbi comportamentali della popolazione di Gaza derivanti da queste guerre”.
Ibrahim Mohammad è un giornalista palestinese indipendente di Gaza City che si occupa di questioni umanitarie e sociali. Ha conseguito una laurea in giornalismo e media presso l’Università Al-Aqsa. Pagine Esteri
Articolo originale in lingua inglese
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#laFLEalMassimo – Episodio 105: Debito Pubblico e Concorrenza Sleale
Da oltre un anno questa rubrica si apre ricordando l’invasione operata dalla Russia ai danni del popolo Ucraino e precisando che le ragioni di chi ha a cuore la libertà individuale e la democrazia possono stare solo dalla parte del popolo invaso. A questo va aggiunto un pensiero sul conflitto in corso sulla striscia di Gaza e l’augurio che le ostilità possano cessare in tempi brevi e con il minor numero possibile di vittime.
Venendo alle vicende e vicissitudini del nostro paese registriamo che lo stato italiano, che si caratterizza da tempo per un azione invadente e invasiva nel tessuto economico e sociale, ha ventilato di recente una nuova e fantasiosa distorsione dei meccanismi di mercato esentando i Buoni Poliennali del Tesoro dal calcolo dell’ ISEE.
Il governo italiano che già concorre con le aziende private nella raccolta del risparmio ed esercita una concorrenza sleale in virtù della fiscalità agevolata di cui beneficiano i titoli di stato ha quindi deciso che il possesso di BTP non costituisce un indicatore di ricchezza da tenere in considerazione ai fini delle valutazioni per l’accesso a prestazioni sociali agevolate.
Nel merito si tratta di una mera propaganda e marketing elettorale perché è difficile immaginare che una misura di questo genere possa in qualche modo incidere in modo significativo sulle scelte di risparmio degli italiani. Quello che va evidenziato è che ancora una volta la politica, nel tentativo di comprare il consenso degli elettori non esita a introdurre l’ennesimo elemento di distorsione sui mercati.
Dunque lo stato che invade costantemente la vita dei cittadini e delle imprese e che esercita una concorrenza sleale nei confronti di queste ultime in merito alla raccolta del risparmio dopo aver toccato il fondo ha deciso di iniziare a scavare con la proposta di esentare i BTP dal calcolo ISEE
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Come cambia la guerra del ventunesimo secolo secondo il Cepa
Il conflitto in Ucraina ha svolto un ruolo da acceleratore nel processo di sviluppo di nuove tecnologie e nuove metodologie per la conduzione della guerra. A essere protagonista dell’attuale processo di innovazione nel warfare sono senza dubbio gli uncrewed system, sempre più diffusi nei domini di terra, mare e aria. E le attenzioni della comunità strategica si concentrano soprattutto sulle potenzialità di autonomia di tali sistemi. L’implementazione della tecnologia dell’Intelligenza artificiale in queste armi rappresenterebbe una svolta altrettanto epocale di questo lo sia stata l’introduzione di elementi bellici pilotati da remoto: l’applicazione dell’autonomia (comunicare, reindirizzare e prendere decisioni in base ai dati raccolti sull’ambiente circostante, eliminando la necessità di un continuo intervento umano) a una rete di droni rappresenta il passo fondamentale per realizzare il fenomeno noto come drone swarming, in cui una rete di droni esegue le missioni come un’unica entità concentrata.
Il tema viene affrontato dal Center for European Policy Analysis in un report, dove vengono evidenziate alcune questioni centrali al riguardo. L’impiego massiccio di questi sistemi da parte di ambo le fazioni all’interno del teatro ucraino ha portato a svelare sfide e opportunità per contrastare e utilizzare efficacemente i sistemi senza equipaggio autonomi o meno. Grazie alle nuove reti di comunicazione satellitare, i droni possono diventare nodi intelligenti di un articolato sistema autonomo in grado di risolvere collettivamente e in modo collaborativo compiti come la ricognizione in tempo reale di un’intera sezione del fronte, anche se le singole unità si guastano o sono disabilitate.
La Nato si sta muovendo in questa direzione, portando avanti sforzi sia a livello di organizzazione che attraverso i singoli Stati membri. Il “2022 Autonomy Implementation Plan” e la “2021 AI Strategy” rappresentano la spina dorsale del coordinamento di questi sforzi, atti sia ad acquisire nuove tecnologie che a proteggere quelle già disponibili da competitor e avversari. Ma la coesione di oggi non è sufficiente: è necessario un riallineamento più celere da parte di tutti gli Stati membri per affrontare al meglio le sfide in questione.
In particolare, il report del Cepa individua alcune questioni su cui l’Alleanza atlantica deve concentrare la propria attenzione all’interno del macro-tema: il bilanciamento tra sofisticazione tecnica e la facilità d’uso e di implementazione; la cooperazione tra dimensione commerciale e dimensione militare, che si sostanzia al meglio nelle tecnologie dual-use; l’incorporazione dei sistemi autonomi all’interno dei piani di difesa integrata dell’Alleanza; lo sfruttamento multi-dominio dei sistemi autonomi e uncrewed; l’accellerazione dei progressi d’acquisizione degli asset a livello nazionale.
Per approcciare al meglio tali questioni, gli analisti del think thank americano presentano alcune raccomandazioni a chiusura del documento. La prima riguarda la superiorità di dominio, fondamentale con l’accentuarsi della minaccia militare russa e di quella cinese. Attualmente, con la piena autonomia, pochi soldati potrebbero lanciare decine o centinaia di droni aerei in breve tempo, saturando le difese aeree. La Nato deve quindi sviluppare un nuovo modello di superiorità aerea in cui i mezzi tradizionali anti-aerea siano integrati da nuovi sistemi anti-drone potenzialmente autonomi. Considerazioni simili devono essere fatte per affrontare la minaccia di sistemi massicci senza equipaggio anche nel dominio terrestre e in quello marittimo.
La seconda concerne l’uniformità dei software negli strumenti di cui dispone l’apparato militare dell’Alleanza. La capacità di formare e dispiegare formazioni in rete di sistemi autonomi dipende infatti dall’utilizzo di sistemi operativi compatibili, in modo che la stessa applicazione di coordinamento possa essere distribuita su tutti i sistemi contemporaneamente. Mentre le caratteristiche dell’hardware rimangono fondamentali e aiutano a differenziare i fornitori, l’esecuzione di software proprietario e personalizzato compromette le capacità di rete.
Infine, l’ultima raccomandazione presentata dal Cepa riguarda l’adattamento del processo di acquisizione da parte dei governi. Nel caso dei sistemi autonomi, questo approccio è infatti orientato al software, il che significa che il sistema operativo e il software sono più importanti del sistema del drone su cui vengono eseguiti. Il software è fondamentale non solo per le prestazioni dei singoli sistemi, determinando la loro capacità di rilevare le minacce e prendere decisioni, ma anche per la loro capacità di integrarsi in una rete più ampia di sistemi attraverso il coordinamento e lo scambio di dati. I sistemi autonomi richiederanno aggiornamenti continui dei loro sistemi operativi, dei modelli di intelligenza artificiale e dei protocolli di dati per garantire la sicurezza, la capacità e l’interoperabilità, con un impegno costante dei fornitori. In futuro, l’acquisto di sistemi autonomi sarà più simile a quello di attrezzature informatiche che a quello di beni di difesa tradizionali. Il processo di approvvigionamento per gli alleati deve riflettere questa evoluzione nell’uso e nell’implementazione della tecnologia.
X è il social con più disinformazione
X è la piattaforma con più disinformazione tra tutti i social. Secondo il commissario europeo Vera Jourova è un problema. Secondo me è una buona notizia, che dimostra il valore di X in quanto arena epistemologica.
Vera Jourova, commissario per i valori e la trasparenza dell'Unione Europea, ha affermato in una conferenza stampa che X è il social con il rapporto più alto tra post e contenuti di disinformazione. Il social di Musk è recentemente anche uscito dall’Anti-disinformation Code promosso dall’Unione Europea — a cui invece partecipano altri social come Facebook, Google, YouTube, TikTok or LinkedIn.
Perché all’Unione Europea interessa così tanto “combattere la disinformazione”?
È presto detto e non ne fanno mistero: “the upcoming EU elections next year, are particularly relevant, because the risk of disinformation is particulary serious”. Arrivano le elezioni, e tutti sono preoccupati di fare bella figura; che in altre parole significa controllare l’informazione pubblica per evitare fastidiosi colpi di scena.
Il Digital Services Act1 è l’arma prescelta dal legislatore europeo per assicurarsi che le elezioni del prossimo anno filino via lisce come l’olio e che le più grandi piattaforme social non ospitino pericolose opinioni in grado di “indebolire la nostra democrazia”.
Non ci stupisce allora che i vari commissari europei, tra cui anche Thierry Breton2, il papà del Digital Services Act, se la prendano con X — la pecora nera dei social network.
X è un’arena epistemologica
Forse è vero che il rapporto tra disinformazione3 e post è su X più alto rispetto alle altre piattaforme. È anche vero che non esiste un altro social network come X, che è a tutti gli effetti un’arena epistemologica.
Mi spiego. L’epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa della conoscenza. Studia cioè la natura, l’origine e i limiti della conoscenza. In sostanza, lo studio epistemologico si occupa di capire in che modo le persone acquisiscono conoscenza o e giustificano le proprie convinzioni.
X fornisce informazioni, opinioni e narrative in tempo reale su centinaia di migliaia, forse milioni, di eventi e fatti che accadono in giro per il mondo. Attraverso l’osservazione di X, possiamo quindi assistere e cercare di comprendere l’evoluzione stessa della conoscenza umana.
I respiratori dei sub di Hamas sono “made in italy”?
I respiratori di tipo rebreather visti nelle immagini diffuse da Hamas sembrano corrispondere ai modelli Gravity Zero MK II di produzione italiana. Lo scrive H I Sutton, uno dei più maggiori esperti di difesa.
***UPDATE***
Here-> t.co/0fDCoh57bGThe diving gear seen in images released by #Hamas appear to match the Italian Gravity Zero MK II rebreather#Israel pic.twitter.com/VyB1xbb0xJ
— H I Sutton (@CovertShores) October 26, 2023
“I rebreather sono spesso preferiti dai sub militari perché non producono bolle come le tipiche attrezzature subacquee civili ‘a circuito aperto’”, spiega sottolineando comunque che sono disponibili anche al pubblico. L’equipaggiamento Gravity Zero è in vendita a circa 3.000 euro. Ma, avverte Sutton, anche i respiratori di Hamas dovessero essere quelli di Gravity Zero, “non trarrei conclusioni affrettate su come Hamas li abbia acquistati”.
“Parliamo di dotazioni civili, quindi facilmente acquistabili, che comunque poi richiedono l’esperienza di personale che prepari il set”, ha spiegato Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera, su Facebook.
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L’Italia schiera la Marina nel Mediterraneo orientale. Ecco i dettagli
“L’Italia è pronta a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente”, spiega Palazzo Chigi in una nota.
Il pattugliatore polivalente d’altura Thaon di Revel della Marina Militare, precauzionalmente rischierato a Cipro nei giorni scorsi, per poter rapidamente raggiungere le acque antistanti Israele/Gaza, è pronto a imbarcare materiale umanitario in afflusso dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi in afflusso a Cipro con vettori aerei dell’Aeronautica Militare e altro materiale reso disponibile dalla Croce Rossa Italia, si legge nella nota. Inoltre, due fregate multimissione della Marina Militare sono già in zona e una nave anfibia sta raggiungendo l’area per l’eventuale evacuazione umanitaria di personale nonché per il trasporto di ulteriore materiale di prima necessità.
Queste attività sono seguite direttamente dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e coordinate dal Comando operativo di vertice interforze, agli ordini del generale Francesco Paolo Figliuolo.
L’Est del Mediterraneo può già contare sulle task force inviate dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito. Washington ha dispiegato le portaerei USS Gerald R. Ford (a propulsione nucleare) e USS Dwight D. Eisenhower (diretta nel Golfo Persico). Parigi ha schierato la porta elicotteri Tonnerre in supporto all’Alsazia e alla Surcouf. Londra ha optato per un gruppo composto da due navi: la ausiliaria di classe Bay Landing Ship Dock (LSD) RFA Lyme Bay e la RFA Argus.
rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
Riarmo riluttante, le differenze tra Italia e Germania spiegate da Coticchia (UniGe)
“Dalla fine della Guerra fredda abbiamo assistito a un processo di trasformazione delle politiche di difesa di molti Paesi. Per Italia, Germania e Giappone si è trattato di un processo riluttante per via del background di questi Paesi”. Lo spiega Fabrizio Coticchia, professore associato all’Università di Genova, che con Matteo Dian e Francesco Niccolò Moro ha pubblicato “Reluctant Remilitarisation” (Edinburgh University Press).
Che cos’ha spinto l’Italia ad avviare la trasformazione del suo strumento militare?
L’Italia ha sfruttato la giuntura critica di Desert Storm per avviare trasformazione. Lo ha fatto prima della prima Germania, che ha iniziato questo processo alla fine anni Novanta, e del Giappone, che si è mossa ancor più recentemente. Ciò significa per l’Italia poter contare sui feedback dell’esperienza militare, da Desert Storm alla Somalia ai Balcani, nel percorso verso la professionalizzazione delle forze armate e la nuova proiezione internazionale. Al contrario, gli altri due Paesi lo fanno in maniera più lenta e senza i feedback dell’esperienza militare.
Il contesto dell’aggressione russa dell’Ucraina è il momento di svolta per la Germania?
Per la Germania il contesto dell’aggressione russa dell’Ucraina rappresenta una Zeitenwende. Il processo è stato implementato con importanti investimenti. Tuttavia, per un consolidamento c’è bisogno di tempo. Non è ancora chiara la traiettoria anche alla luce del dibattito interno che riguarda sia il pacifismo sia l’equilibro tra welfare e warfare.
E per l’Italia?
La traiettoria dell’Italia, invece, rimane simile a quella del passato. Infatti, non assistiamo a un cambiamento drastico e radicale come fu Desert Storm. Nel Documento programmatico pluriennale della difesa recentemente pubblicato non si parla di strategia di sicurezza nazionale bensì ci si concentra sulle minacce multidimensionali e si sottolinea come il Mediterraneo Allargato sia vitale per i nostri interessi. La Russia, che ha riportato la guerra di conquista in Europa, è percepita come minaccia in quanto tale per gli alleati.
Quali sono le principali differenze nel dibattito in Germina e in Italia?
La Germania ha avviato recentemente una riflessione sugli interessi nazionali che si è tradotta quest’anno nella pubblicazione di una strategia di sicurezza nazionale. In Italia, invece, si fa fatica a sviluppare un approccio istituzionale per via di fenomeni di rimozione, terzomondista nel mondo democristiano e post-democristiano e internazionalista nel mondo comunista e post- comunista. Basti pensare che l’opinione pubblica tedesca è meno pacifista di quella italiana ma in Germania il dibattito arriva a livello politico, cosa che non accade da noi.
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GAZA/ISRAELE. Giorno 22. Truppe israeliane dentro Gaza isolata dal mondo
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della redazione – foto APA
Pagine Esteri, 28 ottobre 2023 – L’ampia incursione militare lanciata ieri sera dall’esercito israeliano – tre settimane dopo l’attacco di Hamas – contro la Striscia di Gaza continua anche oggi. I reparti corazzati e le truppe israeliane hanno occupato diverse porzioni del nord e nell’est di Gaza dopo combattimenti con militanti di Hamas e di altre organizzazioni combattenti palestinesi. Non è facile avere informazioni da Gaza perché il piccolo territorio palestinese resta isolato dal mondo dopo che ieri sera – per il probabile intervento di Israele – si sono interrotte tutte le comunicazioni telefoniche e la rete internet. Le organizzazioni umanitarie hanno perduto ogni contatto con il loro personale a Gaza.
Dal campo sono disponibili solo le informazioni delle forze armate israeliane che riferiscono di 150 “obiettivi di Hamas” colpiti dall’aviazione durante l’ondata di attacchi aerei – descritta come “terrificante” dai civili palestinesi – avvenuta ieri su Gaza prima e durante l’incursione. I comandi israeliani affermano che quella in corso non è l’offensiva di terra di cui si parla da diversi giorni.
E’ accertato comunque che nel cuore della notte altre migliaia di civili palestinesi, in preda al panico, hanno abbandonato le loro abitazioni a Gaza city e altre località e sono fuggite a sud di Gaza dove da giorni si ammassano centinaia di migliaia di sfollati, in condizioni di vita molto difficili. Si è inoltre appreso di bombardamenti che hanno fatto decine di vittime civili nel campo profughi di Shate e in altre aree. Pagine Esteri
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LIVE GIORNO 21. Tagliate tutte le comunicazioni a Gaza. Israele lancia l’attacco di terra
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AGGIORNAMENTI
ORE 24
I palestinesi riferiscono di un massacro di 15-20 persone a causa di un raid aereo sul campo profughi di Shate (Gaza city). I feriti sarebbero decine.
ORE 21
E’ in corso un massiccio attacco israeliano di fanteria e mezzi corazzati a Beit Hanoun e altri centri abitati nel centro-nord di Gaza. Vi partecipano anche aerei ed elicotteri e, pare, anche mezzi navali. Hamas da parte sua dice di aver ingaggiato combattimenti a Beit Hanoun e a Est di Burej e, secondo media arabi, avrebbe sparato razzi anticarro contro i carri armati israeliani. Il bombardamento aereo continua intenso. Notizie di civili in fuga verso sud.
ORE 20.30
Immagini mostrano carri armati israeliani avvicinarsi alla recinzione al confine con Gaza. Manifestazioni nella Cisgiordania occupata, a Nablus, Tulkarem, Ramallah e in altre città, dopo il taglio delle comunicazioni a Gaza e l’inizio del bombardamento più violento del conflitto.
L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato una risoluzione che chiede una “tregua umanitaria immediata”.
ORE 19.30
Le forze armate israeliane hanno dichiarato che stanno estendendo l’attacco di terra a Gaza.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato di non poter in alcun modo comunicare con la propria sala operativa nella Striscia di Gaza, perché le autorità israeliane hanno tagliato tutte le reti di comunicazione, compresa internet e rete telefonica fissa e mobile. “Questa interruzione non ci consente di portare avanti il servizio di emergenza e di smistare le ambulanze verso i luoghi di emergenza e i feriti negli ospedali”.
ORE 18.35
Lanci di razzi da Gaza verso il centro di Israele. Le autorità israeliane segnalano lanci provenienti anche dal Libano. Sirene antirazzo suonano anche a Tel Aviv.
ORE 18.30
Distrutto il memoriale della giornalista Shireen Abu Akleh, costuito a Jenin, nel luogo in cui è stata uccisa l’11 maggio del 2022. La Federazione internazionale dei giornalisti ha condannato l’atto vandalico e ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sull’uccisione della giornalista. Al momento è in corso a Gaza un attacco che alcuni media definiscono “il più violento dall’inizio della guerra”. I cellulari hanno perso completamente la linea e anche i più grandi network, come Al Jazeera, non sono in grado di contattare i propri corrispondenti.
ORE 16.30
“Il comando centrale di Hamas è sotto e all’interno dell’ospedale Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia. Hamas gestisce la guerra dagli ospedali e usa i civili come scudi umani”. L’incredibile affermazione arriva dal portavoce militare israeliano Daniel Hagari.
Da parte sua il presidente francese Emmanuel Macron, che solo pochi giorni fa aveva espresso totale sostegno a Israele, affermando che Hamas è come l’ISIS, oggi è intervenuto affermando che “Il blocco totale, i bombardamenti indiscriminati e la prospettiva di un’operazione di terra non sono in grado di fornire una protezione sufficiente ai civili palestinesi”. “È cruciale che Israele agisca in modo mirato contro i terroristi” ha detto Macron al termine del Consiglio Europeo. “Penso che sia legittimo chiedersi se Israele viola il diritto internazionale dopo aver visto le immagini, la sofferenza e lo sfollamento di oltre un milione di persone da tre settimane” ha detto invece il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.
Gli Stati Uniti impongono sanzioni a otto individui e quattro entità presumibilmente legate a Hamas. Lo ha annunciato il segretario di Stato Antony Blinken.
ORE 13.45
Le Nazioni Unite hanno accusato Israele di commettere crimini di guerra nella Striscia di Gaza avendo messo in atto una ”punizioni collettiva” della popolazione palestinese dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre. ”La punizione collettiva è un crimine di guerra. La punizione collettiva da parte di Israele dell’intera popolazione di Gaza deve fermarsi immediatamente”, ha detto Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. Anche Hamas, spiega l’Agenzia Onu, ha commesso crimini di guerra e atrocità lo scorso 7 ottobre e continua a compirli tenendo in ostaggio civili.
L’Unesco, l’organismo dell’Onu per la Scienza, l’Educazione e la Cultura ha emesso un comunicato in cui chiede “lo stop immediato dei bombardamenti contro le scuole” nonché “la protezione delle strutture educative, che servono spesso da rifugi per la popolazione”. Nel comunicato l’Unesco ricorda che colpire o usare scuole e strutture educative a ” fini militari costituisce una violazione del diritto internazionale”.
Sirene anti missile hanno suonato poco dopo le 14 (le 13 in Italia) a Tel Aviv ed in altre località della zona centrale di Israele oltre che ad Ashdod, una città del sud. A Tel Aviv un razzo ha colpito un edificio ferendo tre persone.
Oggi intanto sono solo 10 i camion carichi di aiuti umanitari che Israele ha fatto entrare nella Striscia di Gaza dall’Egitto dal valico di Rafah.
ORE 12.30
Richard Peeperkorn, responsabile dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Striscia, ha detto che l’agenzia ha ricevuto stime secondo cui circa 1.000 corpi non identificati sono ancora sepolti sotto le macerie di Gaza e non sono ancora inclusi nel bilancio delle vittime.
Il coordinatore generale di Medici Senza Frontiere (MSF) nei territori palestinesi occupati, David Cantero, ha chiesto di mettere fine al “bagno di sangue” provocato dai “bombardamenti indiscriminati” israeliani sulla Striscia di Gaza. .
Il Pentagono ha informato che sta inviando altri 900 militari statunitensi in Medio Oriente che saranno distribuiti in varie basi della regione.
Le forze armate iraniane effettueranno nei prossimi giorni esercitazioni militari su larga scala con veicoli blindati, artiglieria, missili, elicotteri e droni. Le esercitazioni militari dureranno due giorni e si svolgeranno nella provincia di Isfahan, nel centro del paese, ha riferito venerdì l’agenzia Tasnim, legata ai Guardiani della Rivoluzione.
ORE 12.00
La nave portaelicotteri francese Tonnerre potrebbe arrivare già nel fine settimana al largo della Striscia di Gaza. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna in una intervista. Formalmente Parigi ha inviato la nave da guerra per evacuare i 170 cittadini francesi intrappolati nella Striscia di Gaza e per partecipare ad eventuali operazioni di soccorso alla popolazione civile, ma appare chiaro che Macron non vuole lasciare ai soli Stati Uniti la gestione dell’attuale crisi.
Hamas non potrà rilasciare gli ostaggi sequestrati durante l’attacco a Israele del 7 ottobre finché non verrà concordato un cessate il fuoco duraturo. Lo scrive il quotidiano russo Kommersant citando un membro della delegazione di Hamas in visita a Mosca.
Le forze di occupazione israeliane hanno arrestato 1.030 cittadini palestinesi in Cisgiordania dal 7 ottobre. Tra gli arrestati ci sarebbero 670 presunti attivisti di Hamas.
ORE 11,30
Philippe Lazzarini, Commissario generale dell’Unrwa – l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi – stamattina ha tenuto una conferenza stampa presso il quartier generale dell’organizzazione a Gerusalemme. Lazzarini ha confermato che la situazione umanitaria a Gaza è gravissima e che alla popolazione palestinese servono immediatamente ingenti quantità di beni di prima necessità. Agli operatori dell’URNWA a Gaza – ha spiegato Lazzarini – serve il carburante perché altrimenti non sono in grado di continuare l’assistenza della popolazione civile. Il Commissario Generale dell’Urnwa ha detto di non essere a conoscenza di furti di carburante da parte di Hamas ed ha elevato a 57 il numero dei suoi dipendenti palestinesi uccisi dalle bombe israeliane dal 7 ottobre nella Striscia.
Philippe Lazzarini durante la conferenza stampa
ORE 10,50
Secondo le Nazioni Unite nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani hanno ucciso a Gaza 481 persone, di cui 209 bambini. Ieri un bombardamento ha colpito le aree residenziali di Khan Yunis, con circa 40 morti, e quelli a Rafah, vicino al confine con l’Egitto e zona di arrivo degli aiuti umanitari. Quest’ultimo attacco ha ucciso 12 persone, tra cui cinque bambini.
Ancora un bombardamento su territorio egiziano dopo il missile su Taba lanciato nella notte: secondo l’agenzia Reuters che cita due fonti di sicurezza egiziane, un razzo è caduto nella città egiziana di Nuweiba sul Mar Rosso. Secondo le autorità militari israeliane gli attacchi potrebbero essere partiti dallo Yemen; nei giorni scorsi le milizie sciite Houthi avevano già lasciato dei missili che però erano stati intercettati e abbattuti da alcuni navi statunitensi e dall’Arabia Saudita.
ORE 10
Tre palestinesi sono stati uccisi – e altri 12 feriti – dall’esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo ha fatto sapere il direttore dell’ospedale cittadino Wissam Bakr.
Le Nazioni Unite rendono noto che circa 30 mila persone che nei giorni scorsi si erano spostati nel sud della Striscia di Gaza obbedendo alle imposizioni israeliane sono ritornati nel nord del territorio palestinese a causa degli intensi bombardamenti che ci sono anche nel sud del territorio e del sovraffollamento dei rifugi.
Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha informato questa mattina che gli ostaggi israeliani e stranieri nelle mani di Hamas e di altri gruppi e partiti della resistenza palestinese sono 229.
Re Carlo d’Inghilterra, che è presidente della Croce Rossa Britannica, ha incontrato a Buckingham Palace i responsabili delle associazioni Medical Aid for Palestinians, British Red Cross, Unicef Uk e Christian Aid per discutere della crisi umanitaria a Gaza.
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di Redazione
Pagine Esteri, 27 ottobre 2023 – Durante la notte reparti di fanteria israeliani sono di nuovo penetrati all’interno della Striscia di Gaza accompagnati da un certo numero di carri armati. Con il consueto comunicato stereotipato, i comandi militari di Tel Aviv affermano di aver colpito postazioni e infrastrutture di Hamas senza fare alcun riferimento al tipo di resistenza incontrata e al numero di vittime civili. Non si placano comunque i martellanti bombardamenti da parte dei caccia e dei missili israeliani che hanno ridotto in macerie molte località meridionali palestinesi, distruggendo o danneggiando fortemente finora più del 25% di tutti gli edifici della Striscia di Gaza, compresi ospedali, scuole, moschee, chiese, panetterie, supermercati. Sempre secondo Israele sarebbero stati colpiti «più di 250 obiettivi».
La situazione umanitaria all’interno della Striscia diventa sempre più drammatica: la Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato ieri solo 12 camion di aiuti umanitari sono entrati nel territorio assediato attraverso il valico di Rafah con l’Egitto. Israele continua ad opporsi all’invio di carburante necessario ad azionare le pompe che iniettano acqua potabile nelle condutture e a fornire elettricità alle strutture sanitarie.
Ieri, il ministero della Sanità di Gaza ha pubblicato un documento di 212 pagine con l’elenco di tutti i nomi e i numeri di identificazione dei 7.028 palestinesi uccisi dai bombardamenti israeliani dal 7 ottobre scorso, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva messo in dubbio l’attendibilità dei bilanci delle vittime forniti dalle autorità della Striscia. Ieri un portavoce di Hamas ha anche affermato che gli attacchi israeliani hanno finora ucciso circa 50 ostaggi.
Sempre stanotte i caccia di Washington hanno bombardato due postazioni delle milizie sciite filoiraniane in Siria, accusate di aver lanciato nei giorni scorsi degli attacchi contro alcune basi militari statunitensi nel nord-est della Siria e in Iraq. Gli attacchi sono stati condotti dagli F-16 nei pressi di Abu Kamal, una città siriana al confine con l’Iraq.
Sei persone invece sono state ferite da un razzo caduto nella notte su Taba, una cittadina egiziana al confine con Israele (che forse era il reale obiettivo del lancio). Alcuni testimoni hanno riferito che il razzo è caduto sulla dependance di un ospedale in questa città sul Mar Rosso, situata all’estremità nord-orientale del Sinai.
Sul fronte politico, i leader dei 27 Stati membri dell’UE hanno chiesto all’unanimità “corridoi umanitari e pause” nei bombardamenti su Gaza per consentire a cibo, acqua e forniture mediche di raggiungere la popolazione palestinese. In un testo di compromesso, concordato dopo ore di discussioni, i capi di Stato e di governo dei 27 hanno dichiarato che l’UE “ribadisce l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto umanitario internazionale” e che “deplora tutti perdita di vite civili”. Ma nel testo manca ogni riferimento alla richiesta di un cessate il fuoco immediato che invece è richiesto dai paesi arabi, dalla Russia, dalla Cina e da alcuni paesi dell’America Latina. – Pagine Esteri
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LIVE GIORNO 21. Tagliate tutte le comunicazioni a Gaza. Israele lancia l’attacco di terra
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AGGIORNAMENTI
ORE 21
E’ in corso un massiccio attacco israeliano di fanteria e mezzi corazzati a Beit Hanoun e altri centri abitati nel centro-nord di Gaza. Vi partecipano anche aerei ed elicotteri.
ORE 20.30
Immagini mostrano carri armati israeliani avvicinarsi alla recinzione al confine con Gaza. Manifestazioni nella Cisgiordania occupata, a Nablus, Tulkarem, Ramallah e in altre città, dopo il taglio delle comunicazioni a Gaza e l’inizio del bombardamento più violento del conflitto.
ORE 19.30
Le forze armate israeliane hanno dichiarato che stanno estendendo l’attacco di terra a Gaza.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha dichiarato di non poter in alcun modo comunicare con la propria sala operativa nella Striscia di Gaza, perché le autorità israeliane hanno tagliato tutte le reti di comunicazione, compresa internet e rete telefonica fissa e mobile. “Questa interruzione non ci consente di portare avanti il servizio di emergenza e di smistare le ambulanze verso i luoghi di emergenza e i feriti negli ospedali”.
ORE 18.35
Lanci di razzi da Gaza verso il centro di Israele. Le autorità israeliane segnalano lanci provenienti anche dal Libano. Sirene antirazzo suonano anche a Tel Aviv.
ORE 18.30
Distrutto il memoriale della giornalista Shireen Abu Akleh, costuito a Jenin, nel luogo in cui è stata uccisa l’11 maggio del 2022. La Federazione internazionale dei giornalisti ha condannato l’atto vandalico e ha chiesto alla Corte penale internazionale di indagare sull’uccisione della giornalista. Al momento è in corso a Gaza un attacco che alcuni media definiscono “il più violento dall’inizio della guerra”. I cellulari hanno perso completamente la linea e anche i più grandi network, come Al Jazeera, non sono in grado di contattare i propri corrispondenti.
ORE 16.30
“Il comando centrale di Hamas è sotto e all’interno dell’ospedale Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia. Hamas gestisce la guerra dagli ospedali e usa i civili come scudi umani”. L’incredibile affermazione arriva dal portavoce militare israeliano Daniel Hagari.
Da parte sua il presidente francese Emmanuel Macron, che solo pochi giorni fa aveva espresso totale sostegno a Israele, affermando che Hamas è come l’ISIS, oggi è intervenuto affermando che “Il blocco totale, i bombardamenti indiscriminati e la prospettiva di un’operazione di terra non sono in grado di fornire una protezione sufficiente ai civili palestinesi”. “È cruciale che Israele agisca in modo mirato contro i terroristi” ha detto Macron al termine del Consiglio Europeo. “Penso che sia legittimo chiedersi se Israele viola il diritto internazionale dopo aver visto le immagini, la sofferenza e lo sfollamento di oltre un milione di persone da tre settimane” ha detto invece il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.
Gli Stati Uniti impongono sanzioni a otto individui e quattro entità presumibilmente legate a Hamas. Lo ha annunciato il segretario di Stato Antony Blinken.
ORE 13.45
Le Nazioni Unite hanno accusato Israele di commettere crimini di guerra nella Striscia di Gaza avendo messo in atto una ”punizioni collettiva” della popolazione palestinese dopo il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre. ”La punizione collettiva è un crimine di guerra. La punizione collettiva da parte di Israele dell’intera popolazione di Gaza deve fermarsi immediatamente”, ha detto Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. Anche Hamas, spiega l’Agenzia Onu, ha commesso crimini di guerra e atrocità lo scorso 7 ottobre e continua a compirli tenendo in ostaggio civili.
L’Unesco, l’organismo dell’Onu per la Scienza, l’Educazione e la Cultura ha emesso un comunicato in cui chiede “lo stop immediato dei bombardamenti contro le scuole” nonché “la protezione delle strutture educative, che servono spesso da rifugi per la popolazione”. Nel comunicato l’Unesco ricorda che colpire o usare scuole e strutture educative a ” fini militari costituisce una violazione del diritto internazionale”.
Sirene anti missile hanno suonato poco dopo le 14 (le 13 in Italia) a Tel Aviv ed in altre località della zona centrale di Israele oltre che ad Ashdod, una città del sud. A Tel Aviv un razzo ha colpito un edificio ferendo tre persone.
Oggi intanto sono solo 10 i camion carichi di aiuti umanitari che Israele ha fatto entrare nella Striscia di Gaza dall’Egitto dal valico di Rafah.
ORE 12.30
Richard Peeperkorn, responsabile dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Striscia, ha detto che l’agenzia ha ricevuto stime secondo cui circa 1.000 corpi non identificati sono ancora sepolti sotto le macerie di Gaza e non sono ancora inclusi nel bilancio delle vittime.
Il coordinatore generale di Medici Senza Frontiere (MSF) nei territori palestinesi occupati, David Cantero, ha chiesto di mettere fine al “bagno di sangue” provocato dai “bombardamenti indiscriminati” israeliani sulla Striscia di Gaza. .
Il Pentagono ha informato che sta inviando altri 900 militari statunitensi in Medio Oriente che saranno distribuiti in varie basi della regione.
Le forze armate iraniane effettueranno nei prossimi giorni esercitazioni militari su larga scala con veicoli blindati, artiglieria, missili, elicotteri e droni. Le esercitazioni militari dureranno due giorni e si svolgeranno nella provincia di Isfahan, nel centro del paese, ha riferito venerdì l’agenzia Tasnim, legata ai Guardiani della Rivoluzione.
ORE 12.00
La nave portaelicotteri francese Tonnerre potrebbe arrivare già nel fine settimana al largo della Striscia di Gaza. Lo ha annunciato la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna in una intervista. Formalmente Parigi ha inviato la nave da guerra per evacuare i 170 cittadini francesi intrappolati nella Striscia di Gaza e per partecipare ad eventuali operazioni di soccorso alla popolazione civile, ma appare chiaro che Macron non vuole lasciare ai soli Stati Uniti la gestione dell’attuale crisi.
Hamas non potrà rilasciare gli ostaggi sequestrati durante l’attacco a Israele del 7 ottobre finché non verrà concordato un cessate il fuoco duraturo. Lo scrive il quotidiano russo Kommersant citando un membro della delegazione di Hamas in visita a Mosca.
Le forze di occupazione israeliane hanno arrestato 1.030 cittadini palestinesi in Cisgiordania dal 7 ottobre. Tra gli arrestati ci sarebbero 670 presunti attivisti di Hamas.
ORE 11,30
Philippe Lazzarini, Commissario generale dell’Unrwa – l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi – stamattina ha tenuto una conferenza stampa presso il quartier generale dell’organizzazione a Gerusalemme. Lazzarini ha confermato che la situazione umanitaria a Gaza è gravissima e che alla popolazione palestinese servono immediatamente ingenti quantità di beni di prima necessità. Agli operatori dell’URNWA a Gaza – ha spiegato Lazzarini – serve il carburante perché altrimenti non sono in grado di continuare l’assistenza della popolazione civile. Il Commissario Generale dell’Urnwa ha detto di non essere a conoscenza di furti di carburante da parte di Hamas ed ha elevato a 57 il numero dei suoi dipendenti palestinesi uccisi dalle bombe israeliane dal 7 ottobre nella Striscia.
Philippe Lazzarini durante la conferenza stampa
ORE 10,50
Secondo le Nazioni Unite nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani hanno ucciso a Gaza 481 persone, di cui 209 bambini. Ieri un bombardamento ha colpito le aree residenziali di Khan Yunis, con circa 40 morti, e quelli a Rafah, vicino al confine con l’Egitto e zona di arrivo degli aiuti umanitari. Quest’ultimo attacco ha ucciso 12 persone, tra cui cinque bambini.
Ancora un bombardamento su territorio egiziano dopo il missile su Taba lanciato nella notte: secondo l’agenzia Reuters che cita due fonti di sicurezza egiziane, un razzo è caduto nella città egiziana di Nuweiba sul Mar Rosso. Secondo le autorità militari israeliane gli attacchi potrebbero essere partiti dallo Yemen; nei giorni scorsi le milizie sciite Houthi avevano già lasciato dei missili che però erano stati intercettati e abbattuti da alcuni navi statunitensi e dall’Arabia Saudita.
ORE 10
Tre palestinesi sono stati uccisi – e altri 12 feriti – dall’esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo ha fatto sapere il direttore dell’ospedale cittadino Wissam Bakr.
Le Nazioni Unite rendono noto che circa 30 mila persone che nei giorni scorsi si erano spostati nel sud della Striscia di Gaza obbedendo alle imposizioni israeliane sono ritornati nel nord del territorio palestinese a causa degli intensi bombardamenti che ci sono anche nel sud del territorio e del sovraffollamento dei rifugi.
Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha informato questa mattina che gli ostaggi israeliani e stranieri nelle mani di Hamas e di altri gruppi e partiti della resistenza palestinese sono 229.
Re Carlo d’Inghilterra, che è presidente della Croce Rossa Britannica, ha incontrato a Buckingham Palace i responsabili delle associazioni Medical Aid for Palestinians, British Red Cross, Unicef Uk e Christian Aid per discutere della crisi umanitaria a Gaza.
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di Redazione
Pagine Esteri, 27 ottobre 2023 – Durante la notte reparti di fanteria israeliani sono di nuovo penetrati all’interno della Striscia di Gaza accompagnati da un certo numero di carri armati. Con il consueto comunicato stereotipato, i comandi militari di Tel Aviv affermano di aver colpito postazioni e infrastrutture di Hamas senza fare alcun riferimento al tipo di resistenza incontrata e al numero di vittime civili. Non si placano comunque i martellanti bombardamenti da parte dei caccia e dei missili israeliani che hanno ridotto in macerie molte località meridionali palestinesi, distruggendo o danneggiando fortemente finora più del 25% di tutti gli edifici della Striscia di Gaza, compresi ospedali, scuole, moschee, chiese, panetterie, supermercati. Sempre secondo Israele sarebbero stati colpiti «più di 250 obiettivi».
La situazione umanitaria all’interno della Striscia diventa sempre più drammatica: la Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato ieri solo 12 camion di aiuti umanitari sono entrati nel territorio assediato attraverso il valico di Rafah con l’Egitto. Israele continua ad opporsi all’invio di carburante necessario ad azionare le pompe che iniettano acqua potabile nelle condutture e a fornire elettricità alle strutture sanitarie.
Ieri, il ministero della Sanità di Gaza ha pubblicato un documento di 212 pagine con l’elenco di tutti i nomi e i numeri di identificazione dei 7.028 palestinesi uccisi dai bombardamenti israeliani dal 7 ottobre scorso, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva messo in dubbio l’attendibilità dei bilanci delle vittime forniti dalle autorità della Striscia. Ieri un portavoce di Hamas ha anche affermato che gli attacchi israeliani hanno finora ucciso circa 50 ostaggi.
Sempre stanotte i caccia di Washington hanno bombardato due postazioni delle milizie sciite filoiraniane in Siria, accusate di aver lanciato nei giorni scorsi degli attacchi contro alcune basi militari statunitensi nel nord-est della Siria e in Iraq. Gli attacchi sono stati condotti dagli F-16 nei pressi di Abu Kamal, una città siriana al confine con l’Iraq.
Sei persone invece sono state ferite da un razzo caduto nella notte su Taba, una cittadina egiziana al confine con Israele (che forse era il reale obiettivo del lancio). Alcuni testimoni hanno riferito che il razzo è caduto sulla dependance di un ospedale in questa città sul Mar Rosso, situata all’estremità nord-orientale del Sinai.
Sul fronte politico, i leader dei 27 Stati membri dell’UE hanno chiesto all’unanimità “corridoi umanitari e pause” nei bombardamenti su Gaza per consentire a cibo, acqua e forniture mediche di raggiungere la popolazione palestinese. In un testo di compromesso, concordato dopo ore di discussioni, i capi di Stato e di governo dei 27 hanno dichiarato che l’UE “ribadisce l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto umanitario internazionale” e che “deplora tutti perdita di vite civili”. Ma nel testo manca ogni riferimento alla richiesta di un cessate il fuoco immediato che invece è richiesto dai paesi arabi, dalla Russia, dalla Cina e da alcuni paesi dell’America Latina. – Pagine Esteri
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Pichetto Fratin al convegno della Fondazione Luigi Einaudi: “La decarbonizzazione è un’opportunità per la nostra economia”
“L’Unione europea si è data obiettivi sfidanti di decarbonizzazione di medio e di lungo periodo e l’Italia condivide la necessità di ‘decarbonizzare’ il sistema, anche perché per la nostra economia può essere un’opportunità: ridurre l’indipendenza dai combustibili fossili vuol dire da un lato incrementare la nostra indipendenza e la sicurezza energetica e dall’altro restituire competitività al nostro sistema”. È quanto ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso del convegno “PPAs and Energy Communities: Opportunities and Challenges for Europe”, organizzato in Senato dalla Fondazione Luigi Einaudi, durante il quale sono state presentate due pubblicazioni sul ‘Green Deal’ realizzate dalla Fondazione in collaborazione con European Liberal Forum.
“Quello presentato oggi alla Fondazione Einaudi è uno studio importante, realistico”, ha aggiunto il ministro, “che dà un contributo al percorso che abbiamo iniziato e che stiamo perseguendo con determinazione e con realismo. Il raggiungimento di un’economia net-zero al 2050 e un primo step di abbattimento del 55% al 2030 sono gli obiettivi per cambiare la ‘pelle’ energetica del Paese facendolo diventare anche un brand, qualificando i nostri prodotti e il nostro sistema di produzione”.
Dopo i saluti scritti del Senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, ha aperto l’incontro il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini. “Abbiamo preso atto con infantile stupore che è stato un errore metterci nelle mani di una Russia con vocazione imperiale per quanto riguardava il gas, non vorrei che replicassimo l’errore consegnandoci mani e piedi all’impero Cinese per l’elettrico”, ha detto Cangini. “Sui materiali necessari alla costruzione di batterie e pannelli solari la Cina ha quasi il monopolio globale, rompere quel monopolio è importante tanto quanto rispettare le scadenze del Green Deal”. Hanno partecipato Marco Mariani, vicepresidente di European Liberal Forum, Tsvetelina Penkova, parlamentare europea, Paolo Arrigoni, presidente di GSE, Francesco Grillo, presidente di Vision, Chicco Testa, presidente di Assoambiente, e la coordinatrice del dipartimento Politiche Ambientali della Fondazione Einaudi, Simona Benedettini, in veste di moderatrice e di curatrice dei paper.
“Non si è padroni del proprio futuro, del proprio sistema produttivo, del proprio peso geostrategico, se non si è sovrani nel produrre l’energia indispensabile a far marciare il mondo nel quale viviamo”, ha detto Benedetto. “Troppo facilmente, ha aggiunto, “l’Italia ha creduto di poter fare a meno del nucleare. Il mix energetico, l’avere diverse fonti, è la sola garanzia di sovranità”. Serve buon senso, ha concluso Benedetto, “abbandonare il ‘cretinismo ideologico’, educare al pensiero critico chi ha come unico modello pensiero, quello alla Greta Thunberg”.
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Con l’intesa Leonardo-Fincantieri l’Italia può essere leader dell’underwater. Il commento di Nones
Dopo l’annuncio, ecco la firma dell’intesa tra Leonardo e Fincantieri sul dominio underwater. Gli amministratori delegati delle due società, Pierroberto Folgiero e Roberto Cingolani, alla presenza del capo di Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Enrico Credendino, hanno sottoscritto un memorandum d’intesa dedicato al dominio dell’underwater. L’obiettivo è mettere insieme le capacità di entrambi i principali gruppi industriali della Difesa italiani e mettere a fattor comune le sinergie delle due società per rafforzare le capacità di ricerca e innovazione nel settore sottomarino. “Il nostro obiettivo è continuare a innovare il settore con soluzioni all’avanguardia” ha spiegato Folgiero, a cui ha fatto eco Cingolani: “L’approccio [al dominio subacqueo] non può che essere multidisciplinare, attraverso la forte sinergia dell’industria nazionale, che può vantare competenze uniche, allo stato dell’arte e riconosciute anche a livello internazionale”. L’iniziativa nasce anche alla luce della imminente costituzione del Polo nazionale della subacquea, il centro italiano che funzionare da hub italiano della ricerca nel settore, puntando a candidare il nostro Paese quale leader nell’evoluzione del comparto.
Il patto Leonardo-Fincantieri
Nello specifico, l’accordo impegna le due società a sviluppare insieme una rete di piattaforme e sistemi di sorveglianza, controllo e protezione delle infrastrutture critiche e aree marittime subacquee, per rispondere alle esigenze indicate a livello nazionale e nell’ambito di iniziative europee. L’accordo, dunque, copre gli ambiti più disparati del nuovo dominio underwater, dalla protezione di reti strategiche sottomarine, cavi, dorsali di comunicazione e infrastrutture offshore, sistemi di allerta da minacce sottomarine, nonché la messa in sicurezza delle attività di prospezione, sea-mining ed estrattive sul fondale del mare per l’accesso a risorse minerarie preziose. In particolare, Leonardo e Fincantieri lavoreranno insieme per sviluppare soluzioni all’avanguardia per i cosiddetti droni sottomarini, e la loro integrazione delle unità navali, che saranno i grandi protagonisti dello spazio sottomarino.
L’importanza dell’intesa
“L’accordo tra le due grandi imprese nazionali è un segnale importante di un nuovo modo di affrontare le sfide del futuro, sia sul piano tecnologico, sia industriale”, ha spiegato ad Airpress il vice presidente dell’Istituto affari internazionali, Michele Nones, definendo l’intesa una “impostazione corretta” e aggiungendo: “Spero che siano definitivamente consegnate alla storia le ostilità fra grandi gruppi che in passato hanno indebolito la crescita del Paese e delle stesse imprese interessante”. “Un tassello alla volta stiamo procedendo verso l’identificazione dell’importanza dell’ambiente sottomarino”, ha continuato Nones, ribadendo come “in un clima di collaborazione fra il principale produttore di piattaforme navali e il principale produttore di apparati tecnologici ed elettronici, l’Italia potrebbe in questo settore ad ambire a diventare leader, ripercorrendo il successo che abbiamo già avuto anche in altri settori” dove si è riusciti “a integrare capacità di piattaforma e di sistema”.
L’evoluzione underwater
Come illustrato dal vice presidente dello Iai, la situazione che si apre per la dimensione subacquea e in qualche modo simile “a quando, per lo spazio extra-atmosferico, si è passati da una esclusiva presenza delle grandi nazioni a una pluralità di soggetti medi e piccoli, anche civili”. Le profondità marine, dunque, rimarranno il dominio dei sottomarini, nucleari e convenzionali. Ma la prospettiva sta cambiando. L’ambiente underwater è una “fondamentale dimensione attraverso la quale passano gasdotti, oleodotti e, ovviamente, le reti cablate, e quindi Internet”. A questi elementi noti, si sta poi aprendo l’ulteriore evoluzione dell’approvvigionamento di materie rare dai fondali marini. “Tutto questo dimostra la crescente attenzione nei confronti dell’ambiente subacqueo, testimoniata dalla firma tra i due grandi gruppi industriali e il prossimo avvio del Polo nazionale della subacquea”, ha ribadito Nones.
Un controllo molto più esteso
In questo quadro si inserisce anche la proposta, contenuta nel nuovo Piano del mare, redatto dal Comitato interministeriale per le politiche del mare del ministero del Mare, di costituire una nuova autorità per il controllo del traffico subacqueo. “Questa capacità dovrebbe appoggiarsi, espandendole, alle già presenti capacità della Marina”. Uno del uno i problemi che si porranno sempre di più, spiega ancora Nones, è quello di riuscire a verificare cosa succede sotto sott’acqua in uno spazio geografico molto più esteso di quello delle acque territoriali o della sona economica esclusiva. “La protezione delle infrastrutture subacquee deve cominciare laddove queste entrano in mare e finisce quando ritornano a terra”. Questo significa spingersi molto in là nelle acque internazionali, fin quasi al limite della competenza del Paese di partenza. “Ecco perché in questo ambito è essenziale il ruolo, che deve essere prioritario, svolto dalla Marina”.
Deterrenza convenzionale sottomarina
Tra l’latro, nel dominio sottomarino si sta assistendo anche un’evoluzione tecnologica i cui effetti strategici sono potenzialmente rivoluzionari. “Il salto generazionale nella subacquea – dice ancora Nones – si è già avuto con lo sviluppo dei sistemi di propulsione anaerobica Aip (air-independent propulsion)”, che consentono ai sottomarini convenzionali di avere un tempo di immersione significativamente maggiore rispetto al classico sistema misto diesel-elettrico. Combinato con lo sviluppo di batterie ad altissima capacità, “avremo sottomarini convenzionali la cui autonomia è simile a quelli nucleari”. L’effetto è quello di avere, attraverso l’installazione di missili superficie-superficie o antinave, “sommergibili convenzionali in grado di svolgere un’azione di deterrenza, in passato prerogativa esclusiva dei sottomarini nucleari”. Questo apre una sfida sul piano strategico e militare “ma è sicuramente una novità di cui l’Italia dovrà assolutamente tener conto”.
PODCAST. UNRWA: “Non ci risulta che Hamas ci abbia rubato carburante”
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Pagine Esteri, 27 ottobre 2023. Natalie Boucly, vice commissaria generale dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, ha risposto alle domande relative alla scarsità di carburante: “non ce n’è per tutti. Il poco che rimane lo dividiamo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri partner internazionali per rifornire gli ospedali”.
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Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta la Scuola primaria “Francesco Rossi” di Paganica, frazione del Comune dell’Aquila, che sarà demolita e ricostruita grazie alla linea di investimento dedicata dal PNRR alla realizzazione di 212 Nuove Scuole …Telegram
PODCAST ONU: “Non ci risulta che Hamas abbia rubato carburante a Gaza”
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Pagine Esteri, 27 ottobre 2023. Natalie Boucly, vice commissaria generale dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, ha risposto alle domande relative alla scarsità di carburante: “non ce n’è per tutti. Il poco che rimane lo dividiamo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri partner internazionali per rifornire gli ospedali”.
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Il MIM ha assegnato 12 milioni di euro in più per contratti Ata nelle scuole del Sud Italia con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni scolastiche del Mezzogiorno e di ridurre i divari territoriali.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
Il MIM ha assegnato 12 milioni di euro in più per contratti Ata nelle scuole del Sud Italia con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni scolastiche del Mezzogiorno e di ridurre i divari territoriali. Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.miur.gov.Telegram
La Cina al centro
Un’ideologia imperiale durata 2000 anni, un leader autoritario – Xi Jinping – che la ripropone per spostare il baricentro della leadership mondiale da Washington a Pechino e sovvertire l’attuale ordine globale. Ma il realizzarsi di queste ambizioni richiede qualcosa che la Cina di oggi non è in grado di esprimere: quella forza di attrazione che solo una cultura fondata sulla ...
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In Cina e Asia – Morto improvvisamente l’ex premier cinese Li Keqiang
Morto improvvisamente l'ex premier cinese Li Keqiang
Cina-Usa: Wang Yi incontra Blinken
Cina e Russia pronte a "rafforzare la cooperazione verso una nuova era" delle relazioni bilaterali
Cina: il Partito rafforza il controllo sul settore finanziario e sul flusso di dati
La Cina sta accelerando la sostituzione della tecnologia occidentale con quella prodotta "in casa"
Bloomberg: i chip del Mate 60 Pro di Huawei sono stati prodotti con macchinari dell'olandese ASML
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GAZA/ISRAELE. GIORNO 21. Nuovo blitz a Gaza, gli USA bombardano in Siria
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di Redazione
Pagine Esteri, 27 ottobre 2023 – Durante la notte reparti di fanteria israeliani sono di nuovo penetrati all’interno della Striscia di Gaza accompagnati da un certo numero di carri armati. Con il consueto comunicato stereotipato, i comandi militari di Tel Aviv affermano di aver colpito postazioni e infrastrutture di Hamas senza fare alcun riferimento al tipo di resistenza incontrata e al numero di vittime civili. Non si placano comunque i martellanti bombardamenti da parte dei caccia e dei missili israeliani che hanno ridotto in macerie molte località meridionali palestinesi, distruggendo o danneggiando fortemente finora più del 25% di tutti gli edifici della Striscia di Gaza, compresi ospedali, scuole, moschee, chiese, panetterie, supermercati. Sempre secondo Israele sarebbero stati colpiti «più di 250 obiettivi».
La situazione umanitaria all’interno della Striscia diventa sempre più drammatica: la Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato ieri solo 12 camion di aiuti umanitari sono entrati nel territorio assediato attraverso il valico di Rafah con l’Egitto. Israele continua ad opporsi all’invio di carburante necessario ad azionare le pompe che iniettano acqua potabile nelle condutture e a fornire elettricità alle strutture sanitarie.
Ieri, il ministero della Sanità di Gaza ha pubblicato un documento di 212 pagine con l’elenco di tutti i nomi e i numeri di identificazione dei 7.028 palestinesi uccisi dai bombardamenti israeliani dal 7 ottobre scorso, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva messo in dubbio l’attendibilità dei bilanci delle vittime forniti dalle autorità della Striscia. Ieri un portavoce di Hamas ha anche affermato che gli attacchi israeliani hanno finora ucciso circa 50 ostaggi.
Sempre stanotte i caccia di Washington hanno bombardato due postazioni delle milizie filoiraniane e dei Guardiani della Rivoluzione di Teheran in Siria, accusate di aver lanciato nei giorni scorsi degli attacchi contro alcune basi militari statunitensi nel nord-est della Siria e in Iraq. Gli attacchi sono stati condotti dagli F-16 nei pressi di Abu Kamal, una città siriana al confine con l’Iraq.
Sei persone invece sono state ferite da un razzo caduto nella notte su Taba, una cittadina egiziana al confine con Israele (che forse era il reale obiettivo del lancio). Alcuni testimoni hanno riferito che il razzo è caduto sulla dependance di un ospedale in questa città sul Mar Rosso, situata all’estremità nord-orientale del Sinai.
Sul fronte politico, i leader dei 27 Stati membri dell’UE hanno chiesto all’unanimità “corridoi umanitari e pause” nei bombardamenti su Gaza per consentire a cibo, acqua e forniture mediche di raggiungere la popolazione palestinese. In un testo di compromesso, concordato dopo ore di discussioni, i capi di Stato e di governo dei 27 hanno dichiarato che l’UE “ribadisce l’importanza di garantire la protezione di tutti i civili in ogni momento in linea con il diritto umanitario internazionale” e che “deplora tutti perdita di vite civili”. Ma nel testo manca ogni riferimento alla richiesta di un cessate il fuoco immediato che invece è richiesto dai paesi arabi, dalla Russia, dalla Cina e da alcuni paesi dell’America Latina. – Pagine Esteri
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PD a Governo e ACN: “Perché viene liberalizzato il trasferimento del 95% dei dati PA in cloud di società extra UE”
Interrogazione in Senato del dem Nicola Irto, firmata anche dal senatore PD Antonio Nicita: “L’ACN ha abolito l’obbligo di autorizzazione da parte dell’amministrazione e di comunicazione all’Agenzia per il trasferimento al di fuori dell’Unione europea dei dati conservati in cloud dalle pubbliche amministrazioni qualificati come “ordinari” e “critici”, liberalizzando così de facto la pratica di trasferimento del 95 per cento dei dati che la PA detiene in cloud in tutti i Paesi del mondo…”.
Il testo dell'interrogazione parlamentare è nell'articolo di Luigi #Garofalo su #CybersecurityItalia
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ChatControl: la pedopornografia non si batte con la sorveglianza di massa
La proposta di legge Ue Child Sexual Abuse Regulation nota come ChatControl ha il nobile intento di lottare contro la pedopornografia, ma lo fa esaminando i contenuti di tutti i messaggi e le foto private scambiate tra utenti sulle piattaforme di messaggistica. Una misura sproporzionata, oltre che potenzialmente inefficace
L'articolo di @Vittorio Bertola Patrizia #Felettig @quinta :ubuntu: e @Valentino Spataro è stato pubblicato qui su Agenda Digitale
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#PNRR, firmati i decreti che disciplinano i concorsi per i docenti.
I primi due bandi - infanzia, primaria e scuola secondaria - saranno per circa 30mila posti e i successivi concorsi raggiungeranno il target di 70mila unità.
Ministero dell'Istruzione
#PNRR, firmati i decreti che disciplinano i concorsi per i docenti. I primi due bandi - infanzia, primaria e scuola secondaria - saranno per circa 30mila posti e i successivi concorsi raggiungeranno il target di 70mila unità.Telegram
Palestina: sabato 28 ottobre corteo nazionale a Roma per fermare bombardamenti su Gaza
Rifondazione Comunista partecipa e invita a partecipare alle manifestazioni che si terranno il 27 ottobre in tante città italiane e a quella nazionale di sabatRifondazione Comunista
Historic agreement on child sexual abuse proposal (CSAR): European Parliament wants to remove chat control and safeguard secure encryption
This week, the European Parliament’s negotiators reached a broad majority agreement on a common position concerning the controversial EU chat control bill. The Commission’s bill proposes bulk scanning and reporting of private messages for allegedly suspicious content by using error-prone algorithms, including „artificial intelligence“. But the European Parliament’s position removes indiscriminate chat control and allows only for a targeted surveillance of specific individuals and groups reasonably suspicious of being linked to child sexual abuse material, with a judicial warrant. End-to-end encrypted messengers are exempted. Instead, internet services will have to design their services more securely and thus effectively prevent the sexual exploitation of children.
EU lawmaker Patrick Breyer of the Pirate Party, a digital freedom fighter who negotiated the parliamentary position on behalf of his group Greens/EFA, explains:
“Under the impression of massive protests against the looming indiscriminate chat control mass scanning of private messages, we managed to win a broad majority for a different, new approach to protecting young people from abuse and exploitation online. As a pirate and digital freedom fighter, I am proud of this breakthrough. The winners of this agreement are on the one hand our children, who will be protected much more effectively and in a court-proof manner, and on the other hand all citizens, whose digital privacy of correspondence and communication security will be guaranteed.
Even if this compromise, which is supported from the progressive to the conservative camp, is not perfect on all points, it is a historic success that removing chat control and rescuing secure encryption is the common aim of the entire Parliament. We are doing the exact opposite of most EU governments who want to destroy digital privacy of correspondence and secure encryption. Governments must finally accept that this highly dangerous bill can only be fundamentally changed or not be passed at all. The fight against authoritarian chat control must be pursued with all determination!
In detail, our position will protect young people and victims of abuse much more effectively than the EU Commission’s extreme proposal:
- Security by design: In order to protect young people from grooming, internet services and apps shall be secure by design and default. It must be possible to block and report other users. Only at the request of the user should he or she be publicly addressable and see messages or pictures of other users. Users should be asked for confirmation before sending contact details or nude pictures. Potential perpetrators and victims should be warned where appropriate, for example if they try to search for abuse material using certain search words. Public chats at high risk of grooming are to be moderated.
- In order to clean the net of child sexual abuse material, the new EU Child Protection Centre is to proactively search publicly accessible internet content automatically for known CSAM. This crawling can also be used in the darknet and is thus more effective than private surveillance measures by providers.
- Providers who become aware of clearly illegal material will be obliged to remove it – unlike in the EU Commission’s proposal.
- Law enforcement agencies who become aware of illegal material must report it to the provider for removal. This is our reaction to the case of the darknet platform Boystown, where the worst abuse material was further disseminated for months with the knowledge of Europol.
At the same time, we are pulling the following poisonous teeth out of the EU Commission’s extreme bill:
- We safeguard the digital secrecy of correspondence and remove the plans for blanket chat control, which violate fundamental rights and stand no chance in court. The current voluntary chat control of private messages (not social networks) by US internet companies is being phased out. Targeted telecommunication surveillance and searches will only be permitted with a judicial warrant and only limited to persons or groups of persons suspected of being linked to child sexual abuse material.
- We safeguard trust in secure end-to-end encryption. We clearly exclude so-called client-side scanning, i.e. the installation of surveillance functionalities and security vulnerabilities in our smartphones.
- We guarantee the right to anonymous communication and remove mandatory age verification for users of communication services. Whistleblowers can thus continue to leak wrong-doings anonymously without having to show their identity card or face.
- Removing instead of blocking: Internet access blocking will be optional. Under no circumstances must legal content be collaterally blocked.
- We prevent the digital house arrest: We don’t oblige app stores to prevent young people under 16 from installing messenger apps, social networking and gaming apps ‘for their own protection’ as proposed. The General Data Protection Regulation is maintained.”
The EU Parliament’s civil liberties committee is due to confirm the agreement on 13 November.
Ben(e)detto del 25 ottobre 2023
GAZA/ISRAELE. Giorno 20. Blitz dei tank israeliani. Beit Hanoun in macerie
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Aggiornamenti
Ore 10.30
Secondo varie fonti il rilascio di un “numero significativo” di ostaggi nelle mani di Hamas e di altri gruppi della resistenza palestinese potrebbe avvenire nel giro di “pochi giorni”. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz.
Almeno 24 giornalisti sono stati uccisi in Medio Oriente dal 7 ottobre, giorno dall’attacco di Hamas verso Israele e dell’inizio della punizione collettiva israeliana. Lo rende noto il Comitato per la protezione dei giornalisti. 20 dei giornalisti uccisi sono palestinesi
di Redazione
Pagine Esteri, 26 ottobre 2023 – Nel ventesimo giorno di attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza alcuni reparti della fanteria di Tel Aviv e di carri armati hanno compiuto un blitz all’interno del territorio palestinese. Secondo i comandi delle forze armate dello “stato ebraico”, i propri militari sono entrati a Gaza per distruggere «cellule terroristiche di Hamas, infrastrutture e postazioni di lancio di missili» attraverso una incursione definita “selettiva”.
Ma i raid israeliani contro il territorio palestinese sono sempre più micidiali e indiscriminati. Una immagine pubblicata dal Jerusalem Postdi Beit Hanoun che mostra la città della Striscia prima e dopo le operazioni militari di Israele, la dice lunga sull’entità delle distruzioni causate dai martellanti bombardamenti. Una situazione comune a tutta la parte centrale e settentrionale del territorio palestinese: edifici rasi al suolo o gravemente danneggiati, strade e infrastrutture cancellate.
Al momento, secondo le autorità sanitarie della Striscia di Gaza, le persone uccise nei bombardamenti sono almeno 6500 di cui 2700 bambini e minori.
Questa notte almeno 18 persone sono state uccise e altre 40 sono state ferite in un raid aereo israeliano condotto a Khan Yunis, nel sud della Striscia, cioè esattamente dove da giorni Tel Aviv invita gli abitanti del nord di Gaza a trasferirsi per sfuggire ai bombardamenti. «Alla gente non restano che scelte impossibili. Nessun luogo è sicuro a Gaza» ha dichiarato Lynne Hastings, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati.
Smentendo alcune voci che davano l’offensiva terrestre per abortita, in un discorso alla nazione pronunciato ieri sera Benjamin Netanyahu ha ribadito che “ci sarà un intervento di terra a Gaza” ma ha assicurato che non riporterà “i dettagli su quando, come e quanto, né specificherò le varie considerazioni di cui stiamo tenendo conto”. Il ministero della Difesa di Israele ha intanto fatto sapere che intende estendere l’evacuazione delle comunità lungo i confini di Gaza e del Libano fino al 31 dicembre prossimo; finora sono circa 200 mila gli israeliani che sono stati evacuati dal sud e dal nord a causa degli attacchi provenienti dalla Striscia e da Hezbollah.
Da parte sua la rete televisiva libanese Al-Mayadeen ha riferito di alcuni attacchi missilistici notturni contro le truppe statunitensi di stanza presso l’aereoporto di Abu Hajar, nel nord-est della Siria. – Pagine Esteri
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informapirata ⁂
in reply to Privacy Pride • • •grazie a Felettig @quinta @iusondemand e @vbertola per l'articolo chiaro e ricco di elementi
@privacypride@feddit.it
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quinta - Stefano Quintarelli reshared this.