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Almeno un governo che ha le palle di dirgliene quatto agli Yankee.

Il Niger interrompe la cooperazione militare con gli Stati Uniti
agenzianova.com/news/il-niger-…




Emissione di raggi X su Urano: l’inquietante scoperta l Passione Astronomia

"Una delle possibilità più accreditate è che gli anelli di Urano emettano raggi X, come nel caso di Saturno. Urano, d’altronde, è circondato da particelle cariche di elettroni e protoni. Quando queste particelle energetiche entrano a contatto con gli anelli, emettono radiazioni facendoli brillare. Un’altra teoria sostiene che i raggi X provengano dalle aurore di Urano, che si verificano quando particelle ad alta carica di energia interagiscono con l’atmosfera."

passioneastronomia.it/emission…



Emissione di raggi X su Urano l Passione Astronomia

"Una delle possibilità è che gli anelli di Urano emettano raggi X come nel caso di Saturno. Urano è circondato da particelle cariche di elettroni e protoni. Quando queste particelle entrano a contatto con gli anelli, emettono radiazioni facendoli brillare. Un’altra teoria sostiene che i raggi X provengano dalle aurore di Urano che si verificano quando particelle ad alta carica di energia interagiscono con l’atmosfera."

passioneastronomia.it/emission…



Oggi #17marzo, in occasione del 163° anniversario dell’Unità d’Italia, il #MIM celebra la Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera.


🇸🇪 "TRUFFA GIGANTESCA". SVEDESI INGANNATI PER FARE ADERIRE IL PAESE ALLA NATO

⚫️In Svezia, i politici hanno ingannato la popolazione intimidendola con una presunta "minaccia russa".

🗣"La gente è stata indottrinata con la falsa premessa che stiamo affrontando la più grande minaccia dalla Seconda Guerra Mondiale. Spingendo attentamente questo messaggio, la classe dirigente ha ottenuto l'approvazione del popolo svedese e ha fatto passare il suo programma fraudolento basato sull'inganno"
ha dichiarato l'ufficiale militare in pensione Roger Richthoff.

⚫️Il politico ha ricordato che il conflitto in Ucraina è iniziato nel 2014 e che l'Operazione Militare Speciale lanciata nel febbraio 2022 era inizialmente limitata.

🗣"Hanno trasmesso un falso timbro sull' 'invasione su larga scala' dell'Ucraina da parte della Russia, anche se in realtà la portata dell'Operazione Speciale era molto limitata. Questo è stato fatto per creare l'impressione che la situazione della sicurezza fosse radicalmente peggiorata. Siamo portati a credere che la Russia "imperialista" stia minacciando l'Europa, anche se non c'è nulla che lo suggerisca"
ha spiegato l'ufficiale.

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Il “Premio Stefano Chiarini” assegnato al giornalista Raffaele Oriani


Il premio si propone di onorare la memoria del giornalista de Il Manifesto Stefano Chiarini. L'articolo Il “Premio Stefano Chiarini” assegnato al giornalista Raffaele Oriani proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2024/03/16/medioriente/il-pr

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della redazione

Pagine Esteri, 16 marzo 2024 – E’ stato consegnato questa mattina al Palazzo dei Musei di Modena il «Premio Internazionale Stefano Chiarini», promosso dal Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila e assegnato quest’anno al giornalista Raffaele Oriani ex giornalista del quotidiano La Repubblica.

Oriani ha interrotto dopo dodici anni la sua collaborazione con Repubblica scrivendo ai colleghi: “Quanto accaduto il 7 ottobre è la vergogna di Hamas, quanto avviene dall’8 ottobre è la vergogna di noi tutti…la strage in corso a Gaza è accompagnata dall’incredibile reticenza di gran parte della stampa europea, compresa Repubblica. Questo massacro ha una scorta mediatica che lo rende possibile. Questa scorta siamo noi. Non avendo alcuna possibilità di cambiare le cose, con colpevole ritardo mi chiamo fuori”.

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La Giuria ha ritenuto che il gesto di Oriani dovesse essere “oggetto di stima e di dibattito, avendo sollevato una questione etica di enorme rilevanza. Un gesto che non volevamo rimanesse chiuso nelle stanze di Repubblica”, ha spiegato il presidente del Premio Chiarini, Flavio Novara. Presenti alla cerimonia Abeer Odeh, ambasciatrice palestinese a Roma, Andrea Bortolamasi, assessore alla cultura, Kassem Aina, presidente dell’associazione «BeitAtfalAssomoud» di Beirut e Mirca Garuti, Coordinatrice del Premio che si propone da 15 anni di onorare la memoria del giornalista de Il Manifesto Stefano Chiarini valorizzando l’impegni di chi si batte per i diritti del popolo palestinese e per un Medioriente di pace”.

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Nel pomeriggio presso La Tenda, sempre a Modena, sarà assegnato il «Premio Maurizio Musolino» al regista Enrico Frattaroli e all’attore Franco Mazzi per la realizzazione dello spettacolo teatrale «Nakba».

Le premiazioni saranno accompagnate dalla visione di documentari, da interventi di e da un dibattito sui diritti del popolo palestinese e sull’attacco israeliano in corso sui a Gaza. La band Assalti Frontali presenterà il brano «Fckl. Ci siamo anche noi. Palestina». Pagine Esteri.

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L'articolo Il “Premio Stefano Chiarini” assegnato al giornalista Raffaele Oriani proviene da Pagine Esteri.




Pixelfed introduces Loops, a Short-Form Video App


Short-form video might in fact be the next frontier for federated media. The dev behind a popular photo-sharing platform is diving in headfirst. The post Pixelfed introduces Loops, a Short-Form Video App appeared first on We Distribute. https://wedistri

It was bound to happen sooner or later. At least the person behind the reigns already makes great apps. That’s right: Daniel Supernault, creator of Pixelfed, is building a new social video app called Loops.

✨Introducing Loops, a fediverse TikTok platform.

Explore and share short videos on the fediverse using your Pixelfed or Mastodon account.

Available Soon.

loops.video/platform/fediverse…

Follow @loops for early access to the beta and updates.

#loops #pixelfed #pixelfedLoops

— pixelfed (@)2024-03-16T10:24:19.984Z

Not much is known about the app yet beyond what Dansup has said online. According to him, videos are only a maximum of 30 seconds in length, and that the Loops experience will be a separate app/platform from Pixelfed itself. Apparently, Loops is intended to recapture some of the experience of the beloved but short-lived Vine app. In Dansup’s own words, Loops is a revival of an older Pixelfed project, a dedicated UI for looping video.

The developer also stated an intention to assist and mentor the developer behind the similar Goldfish platform, which is intentionally designed to be more like Tiktok rather than Vine. Evidently, both apps are intended to be compatible with one another, as well as other video platforms in the Fediverse, such as PeerTube or Vidzy.

Honestly, I’m stoked about Loops, and can’t wait to beta test it. Maybe we could test it right alongside Dan’s other app, Sup?

The post Pixelfed introduces Loops, a Short-Form Video App appeared first on We Distribute.


Loops are for short duration videos (max 30 seconds) and is a separate app/platform from Pixelfed.

We're also working with @stux and his #Goldfish project so the fediverse will have many options to choose from.

Loops is more like Vine, simple and short, for longer videos we think Goldfish and/or PeerTube can meet your needs.

This is the amazing thing about the fediverse, instead of competing with Goldfish, I'm mentoring/helping them.

In the fediverse, we all win, no matter the platform.

🚀




“Macron pensa di fare De Gaulle e invece è solo una marionetta”
BARBARA SPINELLI - “Fa parte di un’élite vicina all’industria militare, gioca con il fuoco, come se l’escalation fosse naturale”

DI TOMMASO RODANO

Barbara Spinelli, ieri Macron e Scholz avrebbero concordato di “non prendere mai l’iniziativa di un’escalation militare”. È un passo indietro per il presidente francese, ormai calato nelle vesti del falco?
Non credo che Macron abbia fatto marcia indietro. Anche nella conferenza stampa di giovedì aveva parlato di uno scatto in avanti dell’Occidente come reazione militare alle avanzate russe. Non credo nemmeno che Scholz faccia marcia indietro sui missili Taurus da inviare a Kiev. Anche se in Germania si sta discutendo una manovra piuttosto disgustosa, su spinta dei Verdi e Liberali: i missili verrebbero inviati all’Inghilterra affinché siano gli inglesi a inviarli in Ucraina, con esperti britannici che si occupino della loro manutenzione e destinazione. In questo modo i tedeschi eviterebbero di inviare i propri uomini, incaricati di decidere se i missili saranno impiegati sul suolo ucraino o anche su quello russo. Scholz non lo vuole.

Nelle prime fasi del conflitto ricordavamo Macron al tavolo con Putin, tra i pochi leader internazionali a promuovere un dialogo. Poi cosa è successo?
È vero, all’inizio Macron insisteva sulla necessità di non umiliare la Russia. Aveva adottato una logica da prima guerra mondiale (evitare gli errori che seguirono il ‘14-18). Ora è in una logica da seconda guerra mondiale: “guerra esistenziale”, sostegno all’Ucraina per recuperare tutti i territori Crimea compresa, rinuncia a parlare con Putin. È un cambiamento impressionante, Gli occidentali, per fortuna con alcune differenze interne, prendono atto che la controffensiva ucraina è fallita e si stanno preparando a una seconda controffensiva, nella quale l’appoggio dell’Occidente sarà ancora più forte, con l’invio sul territorio ucraino non ancora di soldati, ma sicuramente di consiglieri militari con il controllo sulla destinazione dei missili a lunga gittata. Ci sono rischi molto grandi: il primo è la morte di altre centinaia di migliaia di tutti i soldati ucraini. Quanti ne resteranno alla fine della carneficina? Il secondo è l’incidente nucleare. Oggi i droni ucraini hanno colpito la città di Kaluga, a meno di 160 chilometri da Mosca. Si sta giocando col fuoco.

Anche in Francia c’è un’opinione pubblica contraria all’escalation militare, ma il presidente si muove in direzione opposta.
L’operazione di Macron è condivisa dalle altre forze politiche, tranne l’estrema destra, la sinistra di Mélenchon e i comunisti. Macron sta facendo campagna elettorale, è questo l’aspetto nefasto della faccenda. È la politica interna che spiega il cambio radicale nella politica estera francese. Lui vuole apparire alla vigilia delle elezioni europee come un De Gaulle, dimenticando però che De Gaulle era per l’autonomia della Francia dagli Usa e dalla Nato e per i buoni rapporti con la Russia. È un finto De Gaulle, un finto Churchill. Una marionetta che nasconde la realtà e mente su tutto: sul proprio isolamento mondiale, sulle responsabilità ucraine nel fallimento degli accordi di Minsk, sull’espansione della Nato e le sue responsabilità, sui necessari negoziati, attorno alla neutralità ucraina.

Nell’intervista di giovedì, quando gli hanno domandato se ritenesse possibile l’invio di truppe francesi, Macron ha risposto alla giornalista: “Lei è seduta su una sedia. Può escludere che dopo si alzerà in piedi?”. Come se l’escalation fosse un movimento naturale del corpo.

Macron è al secondo mandato, non potrà ricandidarsi. Che partita sta giocando?
Nell’immediato vuol dare una mano al proprio partito e ai socialisti, che hanno esattamente le stesse idee sull’Ucraina. Poi c’è il lungo termine. Macron fa parte di una élite, non solo francese, molto atlantista, legata all’industria delle armi. Le sue posizioni somigliano a quelle di Draghi. Immagino stia preparando il proprio futuro personale.



“Singapore promuove la tutela dei dati personali nell’intelligenza artificiale”. Il 1° Marzo 2024 la Commissione per la Protezione dei Dati Personali (“PDPC”) di Singapore ha pubblicato le linee guida sull’utilizzo dei dati personali nei sistemi decisionali automatizzati basati sull’intelligenza artificiale.Il provvedimento, di natura consultiva e quindi giuridicamente non vincolante, è stato adottato a valle di …


Bonfire Launches Open Science Network for Academics and Researchers


One of the Bonfire project's partner communities has launched, and it's to support scientific research for the commons. The post Bonfire Launches Open Science Network for Academics and Researchers appeared first on We Distribute. https://wedistribute.or

The Bonfire project made a splash earlier this month by announcing the launch of the Open Science Network, an initiative to build a federated and open academic commons. Their blog post opens with a stirring call-to-action:

The scientific method must be liberated. In an era marked by misinformation, mass surveillance and political propaganda, corporate monopolies and platforms hinder scientific innovation and knowledge sharing.

Scientists, researchers, academics and their affiliated organisations must have control over the tools and medium they use to publish, review, share, study and discuss their work.
Bonfire Project

The platform itself is another one of Bonfire’s Flavors, with features specific to collaboration, publication, and public discussion. The Open Science flavor is currently a prototype, but it’s carefully being built with feedback from members of scientific research cooperatives.

The ultimate goal is to build something that suits the day-to-day needs of that specific community, while building novel features to make their lives earlier.

Features of Open Science


The Open Science Network site describes a handful of features that sets their effort apart from Bonfire Classic or even Mastodon. I could talk about the features and show off some slick screenshots, but I want to also talk about how these things can work together for a heightened user experience.

ORCID Integration


I think this is the first indication that the Bonfire devs really know their audience. ORCID is a single sign-on offering used by researchers and academics alike, and Open Science instantly allows people to use it.

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ORCID is interesting, because it’s not just a login system, but an identity system that ties into a person’s published works. What this means is that it’s possible for Open Science to pull in published papers and research, sort them by publication, and share them to others in a digital space.

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From there, it’s possible to discover other published works from people you follow, or pieces of research shared by people on the timeline. The Bonfire Project indicates that this could be a way for researchers to easily establish their professional work, while also having easy access to other sources of study.

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Open Science also allows people to avoid a cluttered timeline filled with engagement bait, instead offering tools for people to subscribe to publications, research groups, and topics relevant to them. With this model, the whole space can open up for teams conducting research, to talk shop and share ideas.

Collaborative Peer Review


Another big aspect of research is the ability to exchange notes and ideas between peers in a community.

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One area where this really shines in Open Science involves how research can be shared between peers. Researchers can either upload or import their work, which can be read through a built-in PDF reader. People can easily parse through the contents, and the document itself becomes a conversation thread for feedback and suggestions.

The Future Looks Bright


The release of Open Science by the Bonfire project is significant for several reasons. First and foremost, it is the first effort of its kind to attempt leveraging ActivityPub for academic use. It’s also a clear showcase of Bonfire’s modular architecture, composing a series of modules into a coherent distribution.

Most of all, it’s a validation of one of the project’s key pilot programs, where a system is built for a specific group of people, and tailored to their feedback. The idea that researchers and academics could directly benefit from this system, while also pushing Fediverse technology forward, is frankly awesome.

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#Scuola: si sono concluse le prove scritte del #concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria.

I posti messi a bando complessivamente sono 44.654.



Rifondazione Comunista sarà a Napoli domani 16 marzo, insieme ai Comitati, al Tavolo Nazionale “No Autonomia Differenziata” e a tutti i soggetti che lottan


Come predicare bene e razzolare male. Fino a ieri ne ha dette peste e corna ora se ne esce con questa affermazione, mentre comunque invia armi all'estero... 🤬🤬🤬🤬
imolaoggi.it/2024/03/15/mattar…


L'inflazione continua a divorare il potere d'acquisto di salari e pensioni. A febbraio si attesta a +0,8% grazie alla momentanea diminuzione dei costi dell'ener


Gli esportatori di democrazia, sempre a mettere il naso negli affari degli altri, solite ingerenze, solito modus operandi e sono sempre giustificati.
imolaoggi.it/2024/03/15/ambasc…


Non so il tuo nome, non so nulla di te ma so che sei una giovane promessa, per molti un investimento, una speranza per altri. So che lavori ...


Macron: "Se la Russia vincesse questa guerra, la credibilità dell'Europa sarebbe ridotta a zero"
DI QUALE CREDIBILITÁ' PARLA? Continuano a mentire su tutto...🤣😳

twitter.com/BFMTV/status/17683…
twitter.com/BFMTV/status/17683…



Erano tutti civili, in parte donne e bambini. Non è accaduto in uno dei tanti teatri di guerra ufficiali che continuano ad imperversare nel pianeta, È accadut


In modo coattivo ed antidemocratico è stata resa indisponibile per oggi, alla Rete Tutela Roma Sud che l'aveva prenotata da tempo e che nella giornata di merco




RECENSIONE : SECRET AGENT HEADCHEESE – ESCAPE FROM ALCATRAZ


Secret agent headcheese: la prima volta che lo sentirete avrete l’effetto (collaterale) di chi ascoltò gli esordi dei Sex Pistols negli anni ’70: “Cos’è ‘sto macello!”…però poi vi piace.

iyezine.com/secret-agent-headc…

@Musica Agorà

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RECENSIONE : PYRAME – ELECTRONICA MELANCHOLIA (REMIXES)


In questo nuovo ep di remixes del lavoro di Pyrame “Electroncia melancholia” si è proprio scelto la canzone che dà il titolo per nuove vibrazioni elettroniche. I produttori scelti per dare la loro interpretazione del brano sono l’italiano A- Tweed con due remix, il russo Volta Cab e l’ altro italiano Philip Lawns, tutti su Thisbe Recordings.

iyezine.com/pyrame-electronica…

@Musica Agorà

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Open letter: EU lawmakers call on Meta to scrap its ‘pay or okay’ scheme


In an open letter initiated by Pirate Party MEP and digital freedom fighter Patrick Breyer, 36 Members of the European Parliament have expressed a resolute condemnation of Meta’s controversial ‘pay … https://www.patrick-breyer.de/wp-content/uploads/2024/

In an open letter initiated by Pirate Party MEP and digital freedom fighter Patrick Breyer, 36 Members of the European Parliament have expressed a resolute condemnation of Meta’s controversial ‘pay or okay’ scheme to Nick Clegg, President of Global Affairs at Meta. MEPs express deep concerns regarding the “privacy fee” undermining privacy and data protection, presenting a “false choice” and constituting “economic coercion”. The scheme is currently under scrutiny by the European Data Protection Board (EDPB) and the Commission, and is being litigated in court by consumer organisations.

Pirate Party MEP Patrick Breyer comments the letter:

“Privacy is not a commodity – it’s a fundamental human right that should never be subject to commercial transactions. The ‘pay or okay’ model used by Meta perpetuates inequalities, undermines the very essence of personal security and reinforces unjust systems. Meta’s approach fails to seek genuine consent as required by the GDPR, coercing users into acceptance by making privacy unaffordable. The reason Meta insists in an unlawful consent model is because its business model is dependent on pervasive tracking. We need a true alternative to tracking and targeted advertising, with approaches such as contextual advertising. We urge Meta to scrap its ‘pay or okay’ scheme.”


patrick-breyer.de/en/open-lett…

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In Cina e Asia – Una campagna social della CIA per infangare il PCC?


In Cina e Asia – Una campagna social della CIA per infangare il PCC? CIA PCC
I titoli di oggi:

Una campagna social della CIA per infangare il PCC?
Collasso Sichuan Trust, gli investitori protestano contro il piano di rimborso del governo
Cina, giornalisti della CCTV allontanati con forza dalle autorità locali
Pechino assicura politiche flessibili per le nuove tecnologie mentre lancia un piano per rilanciare i consumi
Cambogia, in programma la cos

L'articolo In Cina e Asia – Una campagna social della CIA per infangare il PCC? proviene da China Files.



Africa Rossa – L’Africa alle "Due sessioni”


Africa Rossa – L’Africa alle Africa due sessioni
Africa rossa è la rubrica dedicata alla presenza cinese in Africa, a cura di Alessandra Colarizi.

I temi di questa puntata di:

L'Africa alle "Due sessioni"
Il senso di Julius Maada Bio a Pechino
Dopo il cobalto congolese, la Cina punta al litio zimbabwese
FMI: "Il modello cinese in Africa sta cambiando"
Comunità cinese in Africa ai minimi dal 2015
Pelle di asino, ora c'è il ban dell'UA
AfCFTA contro il de-risking
Crisi Mar Rosso, colpiti gli investimenti cinesi nel Corno d'Africa
Tecno supera Samsung in Africa e Medio Oriente
Cina e Russia: un po' "alleati", un po' avversari

L'articolo Africa Rossa – L’Africa alle “Due sessioni” proviene da China Files.



La guerra in Ucraina, un grande affare per Washington


Comunque vada, per Washington la guerra in Ucraina è stato un grande affare. Gli USA hanno ristabilito il primato militare sull'occidente, sostituito le proprie esportazioni energetiche a quelle russe ed aumentato la vendita di armi in Europa L'articolo

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 15 marzo 2024 – Ormai anche a Washington si ammette pubblicamente che le possibilità che l’Ucraina “vinca” la guerra contro la Russia sono ridotte al lumicino.

Lungi dall’aumentare l’isolamento internazionale di Mosca e dall’indebolire la Russia, come previsto e sperato da Washington, le dure sanzioni imposte alla Federazione hanno forzato l’economia del gigante eurasiatico a riconvertirsi velocemente, potenziando il suo apparato militare-industriale e la sua capacità di produrre armi e munizioni.
Inoltre, venuti meno i mercati occidentali, Mosca ha dovuto volente o nolente riorientare una parte importante delle sue relazioni commerciali verso i paesi dell’Asia e incrementare le relazioni con l’Africa, sfruttando proprio il suo potenziale militare.

L’Ucraina, sedotta e abbandonata?
In molti temono ora che le prossime elezioni presidenziali statunitensi vedano prevalere Donald Trump che non fa mistero di voler mollare l’Ucraina al suo destino per cercare un relativo appeasement con Vladimir Putin e poter concentrare i propri sforzi contro la Cina. Nel frattempo i parlamentari repubblicani bloccano l’approvazione di un megapacchetto di aiuti finanziari e bellici all’Ucraina, il cui esercito è sempre più sfiancato e a corto di munizioni, incapace di contrastare efficacemente l’avanzata delle truppe russe soprattutto in Donbass.

Comunque, per gli Stati Uniti il sostegno all’Ucraina non sembra essere più una novità. Le dimissioni, alcuni giorni fa, del sottosegretario al dipartimento di Stato Victoria Nuland, prima tra i principali attori del cambio di regime a Kiev nel 2014 e poi sponsor fondamentale del sostegno economico e militare all’Ucraina, confermano il disimpegno di Washington.

Mentre l’establishment europeo e in particolare la Francia gonfiano il petto e pensano di sfruttare il parziale dietrofront degli Stati Uniti per ergersi a strenui difensori di Kiev, costi quel che costi – ma saranno in grado di trasformare le altisonanti dichiarazioni in atti concreti, rischiando di entrare in rotta di collisione diretta con la Russia e di scatenare una guerra su vasta scala? – in Ucraina aumenta il numero di quanti nutrono forti dubbi sulla scelta di affidarsi strategicamente a Washington, col rischio di essere sedotti e abbandonati.

La Nato torna in auge e conquista nuovi membri
In fondo, se pure dovesse tirare i remi in barca e lasciare campo libero alla Russia in Ucraina aprendo magari un nuovo fronte con Mosca in un altro quadrante – o potrebbe essere proprio la dirigenza russa a farlo al fine di sfruttare il momento positivo – Washington avrebbe comunque ottenuto numerosi risultati utili a frenare il declino e la crisi della principale superpotenza globale, assediata dalla nascita e dal rafforzamento di una nuova schiera di potenze internazionali e regionali che aspirano ad un posto al sole e ne mettono quindi in discussione il primato.

Innanzitutto gli Stati Uniti sono riusciti a rivitalizzare la NATO – che, non è un segreto, è un’alleanza militare ad uso e consumo dei suoi interessi geopolitici – e a convincere i partner europei ad aumentare in maniera rapida e consistente le spese destinate al comparto difesa e a finanziare l’Alleanza Atlantica. La guerra in Ucraina ha permesso a Washington di vincere le resistenze di alcuni governi europei e di congelare chissà per quanti anni la nascita di un vero esercito europeo che invece, prima dell’invasione russa, sembrava prendere quota. Inoltre Washington ha ottenuto l’ingresso nell’alleanza di Svezia e Finlandia che a lungo erano rimasti neutrali dopo la Seconda Guerra Mondiale.

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Il boom delle esportazioni di armi
Come se non bastasse, come certificato dal Sipri (Stockholm International Peace Research institute) gli Stati Uniti hanno fortemente incrementato la vendita di armi arrivando a fornire più di metà di quelle acquistate dagli eserciti europei. Nell’ultimo quinquennio Washington ha venduto sistemi bellici a ben 107 diversi Stati. Per la prima volta negli ultimi 25 anni, Washington è diventata la principale esportatrice verso l’Asia, anche grazie al boom degli acquisti di armi da parte del Giappone (+155%) e alla crescita della Corea del Sud (+6,5%).

A beneficiare del boom delle esportazioni – e delle vendite al governo statunitense, desideroso di rimpinguare i propri arsenali intaccati dai trasferimenti alle forze armate ucraine – sono stati colossi come la Lockheed Martin, il Northrop Grumman, General Dynamics e Raytheon Technologies, i cui soci nel solo 2022 si sono spartiti dividendi per ben 17 miliardi di dollari, grazie all’aumento del volume d’affari del 49% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati pubblicati dalla Federal Reserve, negli ultimi due anni il comparto difesa statunitense ha aumentato il proprio fatturato del 18%.

Gli USA scalano la classifica degli esportatori di gas e petrolio
Per quanto riguarda il comparto energetico, con la distruzione – anche fisica – dei corridoi tra Germania e Federazione Russa gli Stati Uniti si sono imposti come uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto dei paesi europei, venduto ad un prezzo assai superiore a quello del carburante esportato da Mosca attraverso il Nord Stream ed altre pipeline.

Se le sanzioni imposte a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina avevano l’obiettivo dichiarato di comprimere le esportazioni energetiche russe svuotando le casse di Putin, hanno prodotto soprattutto l’aumento delle esportazioni di idrocarburi statunitensi nel continente europeo, riempiendo le casse di Washington.

Le esportazioni record del 2023 hanno trasformato gli Stati Uniti nel maggior esportatore mondiale di Gnl – estratto in gran parte con il metodo, molto inquinante, della fratturazione idraulica che prevede l’iniezione nel terreno di grandi quantità di acqua e di solventi chimici – davanti al Qatar e all’Australia. Nonostante il calo delle ultime settimane le previsioni indicano che Washington manterrà il primato anche nel 2024.

Anche le vendite di petrolio statunitense ai paesi europei sono cresciute notevolmente; secondo i dati pubblicati dall’Energy Information Administration, ad esempio, nel settembre scorso gli Stati Uniti producevano ogni giorno circa 13,2 milioni di barili di greggio al giorno, il livello più alto mai raggiunto.

Nel 2023 il totale delle importazioni di greggio statunitense da parte dell’Europa ha raggiunto il 46% contro il 37% del 2021. Al contrario, l’Asia ha comprato meno petrolio statunitense, passando dal 47 al 41%, mentre le esportazioni russe – soprattutto a India, Cina e Pakistan – sono salite.

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Victoria Nuland in piazza Majdan a Kiev nel 2013

La crisi tedesca ed europea
Se l’Unione Europea ha insistentemente puntato a ridurre al minimo la propria dipendenza energetica dalla Russia ha però aumentato notevolmente quella nei confronti degli Stati Uniti, e a caro prezzo.

L’aumento del costo delle forniture energetiche e la feroce speculazione innestata dalle sanzioni alla Russia hanno infatti spinto in alto l’inflazione in tutti i paesi europei – e non solo – causando un danno economico enorme ai ceti medi e soprattutto alle fasce più deboli della popolazione che hanno visto erodere in maniera consistente il proprio potere d’acquisto.

L’economia tedesca, poi, ha subito un gravissimo contraccolpo anche a causa dell’interruzione dei flussi commerciali ed energetici con la Russia e della crescente concorrenza cinese e statunitense, entrando in crisi per la prima volta dopo parecchi decenni. L’aumento esponenziale dei costi energetici, infatti, ha ridotto notevolmente la competitività della manifattura europea, soprattutto di quella tedesca.

Al contrario, nell’agosto del 2022, il governo statunitense ha varato il cosiddetto “Inflation Reduction Act”, un enorme piano di sussidi e incentivi alla propria industria per un totale di 400 miliardi di dollari che ha permesso alla produzione industriale di Washington di rimanere competitiva e di attirare sul suolo americano anche produzioni estere o di ottenere il ritorno in patria di produzioni precedentemente esternalizzate.

Comunque vada a finire, gli Stati Uniti hanno tratto enormi vantaggi dalla situazione di polarizzazione bellica venutasi a creare dopo l’invasione russa dell’Ucraina, quantomeno nei confronti dell’Unione Europa il cui rafforzamento, sul piano militare, economico e politico è sempre stato considerato dall’establishment statunitense un processo da contrastare.

Come scrive il Wall Street Journal, i supporters del sostegno all’Ucraina di solito invocano gli interessi strategici dell’occidente o gli obblighi morali degli Stati Uniti nei confronti della difesa della libertà e della democrazia. Ma la verità è che la guerra in Ucraina è stata una vera manna per l’economia statunitense. Pagine Esteri

13612805* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, El Salto Diario e Berria

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LA LEGGE EUROPEA SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE E L'IDENTIFICAZIONE BIOMETRICA DA PARTE DELLE FORZE DI POLIZIA


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La legge europea sull’intelligenza artificiale stabilisce norme per l’uso dell’intelligenza artificiale (#AI) nell’Unione europea (#UE) e mira a garantire che i sistemi di intelligenza artificiale non comportino rischi sistemici per l’Unione. Il testo (europarl.europa.eu/doceo/docum…) non verrà promulgato prima di maggio 2024 e le regole dell’AI Act entreranno in vigore a scaglioni.

Il Regolamento si basa sul livello di rischio, con obblighi graduati in base a esso, dalle pratiche inaccettabili, agli usi ad alto rischio, quelli che necessitano di trasparenza (come chatbot, AI generative e deepfakes) e quelli a basso rischio, regolati da principi generali.

Tra le pratiche vietate di AI rientrano la manipolazione o l'inganno a fini di distorsione del comportamento, i sistemi che sfruttano le vulnerabilità, la categorizzazione biometrica che viola i diritti personali, la classificazione di individui o gruppi sulla base di comportamenti o caratteristiche sociali, l'identificazione biometrica remota in tempo reale in pubblico per le forze dell'ordine, profilazione di individui per comportamenti criminali, database di riconoscimento facciale non autorizzati e deduzione di emozioni nelle istituzioni senza ragioni mediche o di sicurezza. In particolare, i sistemi di AI che non presentano rischi significativi per la salute, la sicurezza o i diritti fondamentali delle persone fisiche non saranno considerati ad alto rischio se soddisfano criteri specifici. I modelli di AI per scopi generali devono soddisfare obblighi quali la manutenzione della documentazione e la cooperazione con le autorità. I deep fake, definiti come contenuti ingannevoli generati dall'intelligenza artificiale, richiedono la divulgazione se non legalmente autorizzati o fanno parte di opere artistiche. Inoltre, il watermarking dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale è obbligatorio per motivi di trasparenza, per cui i fornitori devono garantire una marcatura efficace e la compatibilità con gli standard tecnici.

Sebbene la legge copra vari aspetti della regolamentazione dell’AI, comprese disposizioni per diversi settori, non delinea specificamente cosa una forza di polizia può o non può fare con l’AI.

Gli aspetti maggiormente critici riguardano l'identificazione biometrica.

A tale riguardo l'art. 26, comma 10, così recita: “ nel quadro di un'indagine per la ricerca mirata di una persona sospettata o condannata per aver commesso un reato, il deployer di un sistema di IA ad alto rischio (elenco nell' Allegato III, ndr) per l'identificazione biometrica remota a posteriori chiede un'autorizzazione, ex ante o senza indebito ritardo ed entro 48 ore, da parte di un'autorità giudiziaria o amministrativa la cui decisione è vincolante e soggetta a controllo giurisdizionale, per l'uso di tale sistema, tranne quando è utilizzato per l'identificazione iniziale di un potenziale sospetto sulla base di fatti oggettivi e verificabili direttamente connessi al reato. Ogni uso è limitato a quanto strettamente necessario per le indagini su uno specifico reato. Se l'autorizzazione richiesta di cui al primo comma è respinta, l'uso del sistema di identificazione biometrica remota a posteriori collegato a tale autorizzazione richiesta è interrotto con effetto immediato e i dati personali connessi all'uso del sistema di IA ad alto rischio per il quale è stata richiesta l'autorizzazione sono cancellati.” (...) In nessun caso tale sistema di IA ad alto rischio per l'identificazione biometrica remota a posteriori è utilizzato a fini di contrasto in modo non mirato, senza alcun collegamento con un reato, un procedimento penale, una minaccia reale e attuale o reale e prevedibile di un reato o la ricerca di una determinata persona scomparsa. Occorre garantire che nessuna decisione che produca effetti giuridici negativi su una persona possa essere presa dalle autorità di contrasto unicamente sulla base dell'output di tali sistemi di identificazione biometrica remota a posteriori. (...). Indipendentemente dalla finalità o dal deployer, ciascun uso di tali sistemi di IA ad alto rischio è documentato nel pertinente fascicolo di polizia e messo a disposizione della pertinente autorità di vigilanza del mercato e dell'autorità nazionale per la protezione dei dati, su richiesta, escludendo la divulgazione di dati operativi sensibili relativi alle attività di contrasto

L’AI Act mira a stabilire un quadro per garantire l’uso etico e responsabile dell’AI, che include la gestione dei potenziali rischi e la garanzia del controllo umano sulle decisioni critiche.

Le limitazioni e le normative specifiche riguardanti l’uso dell’intelligenza artificiale da parte delle forze di polizia possono variare tra i diversi Stati membri dell’UE. La legge sull’intelligenza artificiale fornisce un quadro completo per la regolamentazione dell’IA, ma l’attuazione e l’applicazione di tali regolamenti saranno effettuate a livello nazionale.

#ai #ue


GAZA. Nuovo massacro di affamati. Decine di morti e feriti alla rotonda Kuwait


Gli scampati riferiscono che all'improvviso la folla è stata colpita da raffiche sparate da elicotteri e droni. Israele nega di aver fatto fuoco. L'articolo GAZA. Nuovo massacro di affamati. Decine di morti e feriti alla rotonda Kuwait proviene da Pagin

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della redazione

Pagine Esteri, 15 marzo 2024 – Il ministero della sanità di Gaza riferisce che decine di civili palestinesi sono stati uccisi e feriti in un nuovo massacro avvenuto ieri sera alla rotonda Kuwait a Gaza city dove migliaia di persone si erano riunite in attesa di aiuti umanitari. Il morti sono almeno 21 e 150 i feriti, secondo fonti dell’ospedale al Shifa.

Gli scampati riferiscono che all’improvviso la folla è stata colpita da raffiche sparate da elicotteri e droni. Israele nega di aver fatto fuoco.

Un testimone ha dichiarato che si attendeva alle 22 locali l’arrivo di convoglio di camion con cibo e altri aiuti umanitari. Un video ripreso da un giornalista, mostra numerosi corpi sul luogo del massacro, compresi bambini.

Lo scorso 29 febbraio in Rashid Street, a ovest di Gaza City, vicino alla rotonda Nabulsi, almeno 117 palestinesi furono uccisi dal fuoco di soldati israeliani o morirono nella calca poco dopo l’arrivo di 30 autocarri.

Dal 7 ottobre scorso 31.341 palestinesi sono stati uccisi e 73.134 feriti dall’offensiva militare israeliana. Altre migliaia sono dispersi.

Seguono aggiornamenti

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Minacce al consigliere comunale Ciccio Auletta. Solidarietà dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo: “squadrismo verso chi eser


Giovedì (14 marzo) la Commissione europea ha chiesto informazioni a nove grandi piattaforme tecnologiche sul loro utilizzo di pubblicità mirate e intelligenza artificiale generativa (AI) per valutare la conformità con il Digital Services Act (DSA). La Commissione ha chiesto a...


Ah! Questa poi, anche la LePen si è allineata. Dev'essere arrivato un bel assegno gonfio gonfio da qualcuno. 🤦🏼‍♂️🤦🏼‍♂️🤦🏼‍♂️
imolaoggi.it/2024/03/14/marine…


di Paolo Ferrero - Le reazioni dei media e dell’establishment all’appello che il Papa ha fatto al governo ucraino di arrendersi per porre termine e quell


Sottoscritta ieri l’ipotesi del CCNL 2019 – 2021 dell’Area “Istruzione e Ricerca”, tra ARAN e le Organizzazioni Sindacali della dirigenza scolastica.


EU Health Data Space on the finishing line: Will our health data be shared across Europe without giving us a say?


The final negotiations (trilogue) on the European Health Data Space are taking place in Brussels this evening. One of the negotiators, Pirate Party MEP and privacy expert Patrick Breyer, points to …

The final negotiations (trilogue) on the European Health Data Space are taking place in Brussels this evening. One of the negotiators, Pirate Party MEP and privacy expert Patrick Breyer, points to a potentially momentous last-minute change:

“The right of patients to object to cross-border access to their patient file (Article 8F(2)) is in danger of being removed. Any nationally created electronic health record could thus automatically be made available to foreign practitioners, authorities and researchers, among others. This is contrary to the interests and wishes of patients, only a minority of whom, according to a public opinion poll commissioned by consumer organisation BEUC, agree to cross-border access to their patient records. It also does not even come close to doing justice to the sensitivity of the data, which includes records on addictions, mental disorders, abortions, sexually transmitted diseases and reproductive disorders.”

Breyer also points out other sticking points in the negotiations:

“Depending on the outcome of the negotiations, you could see your sexually transmitted diseases and sexual disorders, impotence and infertility, abortions, addictions and mental illnesses transferred to health ministries, universities and health insurance companies – without any patient control, without a guaranteed right to opt-out or any requirement for consent, even for the most intimate conditions. The patient data could be accessible under a pseudonym and remain identifiable. Ultimately, this could mean the end of medical confidentiality and deterring patients from seeking urgently needed treatments for fear of stigmatisation, possibly even resulting in suicides. Profit interests could be blatantly prioritised over the interests of patients.
Independent certification of the security of European health data systems may not be required. And the storage of our patient records threatens to be permitted even outside Europe, for example in the USA.
Overall, EU governments and the EU Commission want to accumulate, interconnect and pass on the most sensitive patient records without wanting to guarantee patients’ control over their data. , ‘Anything goes, no obligations’ is not an approach that patients can trust. Without trust, a European Health Data Space cannot exist. According to surveys, more than 80% of EU citizens want to decide for themselves about the transfer of their patient records to third parties.”


patrick-breyer.de/en/eu-health…



Le badilate sui denti prese dal cancelliere tedesco Scholz a cura del primo ministro della Malesia Anwar Ibrahim hanno una rilevanza storica.

Erano uno accanto all'altro in conferenza stampa e dopo i classici discorsi ipocriti e pieni di doppi standard che ostacolano la pace non solo in Palestina ma in tutto il mondo da parte di Scholz (il cancelliere più imbecille della storia tedesca), Anwar Ibrahim gli ha risposto così:

"Non è possibile trovare una soluzione essendo così unilaterali, guardando solo a una questione particolare e cancellando 60 anni di atrocità. La soluzione non è solo liberare gli ostaggi. E gli insediamenti? Che dire del comportamento dei coloni adesso? Continua ogni giorno! E l'espropriazione? La loro terra, il loro diritto, la loro dignità, i loro uomini, le loro donne, i loro figli? Questi non sono preoccupanti? Dove abbiamo buttato via la nostra umanità? Perché questa ipocrisia?" (Fonte)

Game, set, match!

T.me/GiuseppeSalamone



GAZA. Attacco a un magazzino dell’Unrwa, cinque palestinesi uccisi tra cui un 15enne


Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 69 palestinesi, in totale dal 7 ottobre sono 31.341. L'articolo GAZA. Attacco a un magazzino dell’Unrwa, cinque palestinesi uccisi tra cui un 15enne proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2024/03/14/medi

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della redazione

Pagine Esteri, 14 marzo 2024 – Un dipendente dell’Unrwa è rimasto ucciso e diversi altri feriti nell’attacco aereo israeliano di ieri ad un centro di distribuzione alimentare a Rafah, sul confine con l’Egitto. Nel raid sono rimaste uccise altre quattro persone, tra cui un ragazzo di 15 anni e un dirigente di Hamas, Mohammed Abu Hasna, l’obiettivo dell’attacco secondo il portavoce militare israeliano.

Dura la protesta di Philippe Lazzarini, il commissario generale dell’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, che ha parlato di un attacco “contro uno dei pochi centri di distribuzione dell’Unrwa ancora aperti a Gaza mentre le scorte di cibo per la popolazione civile stanno terminando”. Il personale dell’Unrwa che si trovava nel magazzino ha riferito che i presenti stavano confezionando aiuti da consegnare a famiglie bisognose durante il mese di Ramadan quando sono esplosi due missili.

L’Unrwa riferisce che 165 suoi dipendenti sono morti nei bombardamenti israeliani nei cinque mesi di guerra e più di 400 persone sono state uccise mentre cercavano rifugio sotto la bandiera delle Nazioni Unite. Per Israele invece quella di ieri è stata una operazione mirata, che ha portato all’eliminazione un membro importante delle unità di combattimento di Hamas.

Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 69 palestinesi, in totale dal 7 ottobre sono 31.341.

Nel frattempo, i rapporti tra l’agenzia dell’Onu e lo Stato ebraico restano molto tesi. Israele accusa l’Unrwa di sostenere Hamas e alla fine di gennaio ha denunciato che 12 dipendenti dell’agenzia che avrebbero preso parte il 7 ottobre all’attacco del movimento islamico che ha causato circa 1200 morti israeliani. Subito dopo gli Usa e una ventina di paesi hanno sospeso i finanziamenti all’agenzia dell’Onu e Washington potrebbe non riprenderli più.

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