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alzare il volume 3 / luca zanini. 2025

una parte [quella a] pagina multi grado a secco di] notizie con massime con picchi e alveoli con] riciclo di tele e ragni le conformi a braccia nude *o] nitide come iperspice Between the Supernatural and the Uncanny] forse le maiuscole eliminati] di recente mentre]

[il mondo cinque lettere pezzi un fievole porta le curve in bang da] rotta a occhio nudo oppure] lasciano nello spettro lo spettacolo olle] detriti romance fumano] schiacciati sui lunotti anche [lì blocchetti e comande

#LucaZanini #post2025


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Arrivato nuovo giocattolino


Cosa ci farò? Lo saprete presto (spero) 😅

#riscv #sbc #linux

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acor3 avatar su flickr

una bella vista

#linux #riscv #sbc

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Conclusa la seconda edizione del Carrefour international de la gastronomie du Faso (CIGAF).


[:it]Nigeria e Turchia ospiti d'onore.[:]

Il 27 ottobre 2025, Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha ospitato la cerimonia inaugurale della seconda edizione del Carrefour international de la gastronomie du Faso (CIGAF), evento che si è concluso il 1° novembre presso l’hotel Sopatel Silmandé. Il tema scelto per quest’anno è stato “La gastronomia, vettore di valorizzazione culturale e di unità dei popoli”.

Organizzato dall’Associazione dei cuochi professionisti del Burkina Faso (ACCPF), il CIGAF ha riunito 26 paesi provenienti da Africa, Europa e Asia, con Nigeria e Türkiye come ospiti d’onore. L’ingresso gratuito ed aperto a tutti.

Durante la cerimonia, Benjamin Compaoré, presidente del comitato organizzatore, ha sottolineato il ruolo del CIGAF come piattaforma di diplomazia gastronomica e strumento di sviluppo sostenibile. Ha evidenziato come la cucina sia non solo arte, ma anche economia, capace di valorizzare il sapere locale e promuovere l’orgoglio africano.
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Il programma della settimana comprendeva competizioni professionali di cucina, pasticceria e panificazione, masterclass tenute da chef internazionali, giornate tematiche dedicate ai paesi ospiti, conferenze sulla gastronomia sostenibile e serate culturali. L’evento si è chiuso con la premiazione dei cuochi ed artigiani più meritevoli.

Moctar Démé, CEO della catena “Miche d’Or” e padrino della manifestazione, ha espresso il suo sostegno all’iniziativa, che celebra l’identità culturale e la coesione tra i popoli, promuovendo al contempo i prodotti locali e offrendo opportunità formative ai giovani.

Anche il rappresentante del Ministero del Turismo, Moussa Diallo, ha ribadito che il CIGAF non è solo un festival, ma una vera e propria dichiarazione d’identità. Secondo lui, la gastronomia è un motore economico e culturale che sostiene produttori, ristoratori e artigiani, contribuendo alla costruzione di un’economia culturale forte e alla promozione del consumo locale. Come sappiamo, un po’ di sovranismo da parte del governo non manca mai…

Il chef Malick, vincitore della prima edizione e proveniente dal Mali, ha elogiato il CIGAF come evento utile e ricco, capace di unire le culture africane e rafforzare il senso di famiglia tra i partecipanti.

Tra i paesi presenti figurano Burkina Faso, Côte d’Ivoire, Togo, Bénin, Sudafrica, Marocco, Italia, Senegal, Sudan, Ghana, Nigeria, Liberia, Gabon, Guinea-Bissau, Camerun, Congo, RDC, Angola, Centrafrica, Francia, Montenegro, Ciad, Mali, Türkiye ed Egitto.


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L’astrofisica degli “Intrecci”: lezioni e ispirazioni dal Festival della Scienza 2025

edu.inaf.it/news/eventi/report…

Riflessioni a caldo sui laboratori INAF al Festival di Genova, dove la parola chiave “Intrecci” è diventata metodo, gioco e competenza civica.

#didattica #didatticaAstronomia #FestivalDellaScienzaDiGenova #INAF

@astronomia @astronomia



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Paul Daumont vincitore del Tour du Faso 2025.


[:it]Il ciclista burkinabè si è aggiudicato maglia gialla e maglia verde.[:]

Il burkinabè Paul Daumont si è laureato vincitore del Tour du Faso 2025. Iscritti alla corsa una settantina di ciclisti, in rappresentanza di tredici formazioni. Daumont ha coronato il suo trionfo conquistando anche l’ultima tappa del tour, disputata il 2 novembre 2024, che si è svolta tra Saponé e Ouagadougou. All’arrivo, per la gioia dei fotografi presenti, si trovavano il leader della junta militare al potere nel Paese, il capitano Ibrahim Traoré, il primo ministro Rimtalba Jean Emmanuel Ouédraogo e diversi membri del governo.

La 36ᵉ edizione del Tour du Faso ha avuto inizio ufficialmente il 24 ottobre 2025, dopo una prima tappa annullata a causa dell’assenza della squadra camerunense. Dopo una intensa competizione, il burkinabè Paul Daumont ha confermato la sua supremazia, chiudendo con successo la decima e ultima tappa e portando a casa la vittoria finale. Essa rappresenta la sua seconda vittoria al Tour du Faso, dopo quella del 2023.
La corsa più pazza del mondo. Storie di ciclismo in Burkina Faso e in MaliLa corsa più pazza del mondo. Storie di ciclismo in Burkina Faso e in Mali
Nell’ultima tappa, che si articolava su un circuito chiuso nella capitale, Paul Daumont ha percorso i 113,250 km alla media impressionante di 45,275 km/h, chiudendo la corsa in 2 ore, 30 minuti e 05 secondi. Ha preceduto al traguardo il maliano Tiémoko Diamouténé, giunto secondo, e il marocchino Driss El Alouani, terzo. Daumont ha ottenuto così la sua quarta vittoria di tappa in questo Tour, confermando il proprio dominio sul giro.

Al termine di questa edizione del Tour, Paul Daumont si è imposto con un vantaggio di 41 secondi su Driss El Alouani e di 59 secondi sul belga Yaxano Smet. Oltre alla maglia gialla del leader della classifica generale della competizione, il ciclista burkinabè ha conquistato anche la maglia verde come miglior velocista ed il riconoscimento come primo burkinabè classificato.

Il belga Timmy De Boes poi ha vinto la maglia rossa di leader dei gran premi di montagna, mentre Driss El Alouani è stato insignito del titolo di miglior giovane del Tour du Faso 2025, ovvero la maglia bianca. La classifica generale ha visto il Burkina Faso emergere come la migliore squadra, superando il Marocco, il Belgio, e altre nazionali partecipanti.

ORDINE D’ARRIVO IN CLASSIFICA GENERALE


1 DAUMONT Paul Burkina Faso 03:38:35

2 WOUTERS Rutger Team Flanders ,,

3 SABBAHI El Houcaine Morocco ,,

4 KAMZONG Clovis Cameroon ,,

5 DIALLO Tiermoko Mali 00:04

6 HEYLEN Wannes Team Flanders 00:32

7 ED DOGHMY Achraf Morocco ,,

8 RAWENDE Moucaila Burkina Faso ,,

9 KONE Souleymane Burkina Faso ,,

10 ILBOUDO Mohamadi Equipe régionale du Centre

Vincitori di tappa


– Tappa 1 (tappa annullata) : Ouagadougou-Koudougou – Driss El Alouani (Marocco)
– Tappa 2 : Koudougou-Boromo – Lance De Cabooter (Belgio)
– Tappa 3 : Circuito chiuso Bobo-Dioulasso – Paul Daumont (Burkina Faso)
– Tappa 4 : Bobo-Dioulasso-Diébougou – Tiémoko Diamouténé (Mali)
– Tappa 5 : Gaoua-Dano – Paul Daumont (Burkina Faso)
– Tappa 6 : Ouagadougou-Pô – Timmy De Boes (Belgio)
– Tappa 7 : Guiba-Garango – Mohamadi Ilboudo (Burkina Faso)
– Tappa 8 : Tenkodogo-Zorgho – Paul Daumont (Burkina Faso)
– Tappa 9 : Ouagadougou-Kaya – Achraf Ed-Doghmy (Marocco)
– Tappa 10 : Saponé-Ouagadougou (incluso circuito chiuso a Ouaga) – Paul Daumont (Burkina Faso)

Fonti: tuttobiciweb.it,lefaso.net



La corsa più pazza del mondo. Storie di ciclismo in Burkina Faso e in Mali.


Centotto corridori di diciotto squadre e di quindici Paesi e di tre continenti. Milleduecentosettanta chilometri e mezzo, di cui sessantacinque su piste rosse. È il Tour du Faso, il Giro del Burkina Faso. Ciclismo, ciclismo equatoriale, ma non solo ciclismo. Soprattutto storie di vita. Come quella di Djibril Hassane, diciannove anni, nigerino, studente, che corre da due anni. Prima del Tour du Faso ha rotto la bici, allora ha ricevuto in prestito quella del suo allenatore, che però è più alto di una spanna, ma il problema è quando tornerà a casa: “Chi mi darà una bici per allenarmi?”. O come quella di Herman Beysens, cinquantasei anni, direttore sportivo di una squadra belga: un giorno un amico gli chiese se volesse andare al Tour du Faso, lui pensò alle malattie e ai serpenti, “hai cinque minuti per decidere” gli intimò l’amico, lui rispose sì e appena messo piede in Africa, capì che era casa sua e adesso, ogni anno, da dieci anni, fa costruire sei pozzi d’acqua.

Storie di ciclismo equatoriale, storie divertenti, drammatiche, semplici, incredibili, sconosciute, eroiche. “In Africa c’è il ciclismo ‘altro’, non saprei dire quanto eroico. Ma le divise improvvisate, la penuria di tubolari, il mangiare e dormire come capita, le strade sterrate (rosse qui, non bianche), la passione di fondo sono collegati, se non imparentati.” (dalla prefazione di Gianni Mura).



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registrazione della presentazione di “audio doc sound title”, di pietro d’agostino (roma, folderol studios, 18 ott. 2025)


Folderol Studios presenta Audio Doc Sound Title, di Pietro D’Agostino.
Dialogano con l’autore Giuseppe Garrera e Marco Contini
Registrazione audio della presentazione, avvenuta il 18 ottobre 2025 presso Kappabit, a Roma:

archive.org/embed/audio-doc-so…

archive.org/details/audio-doc-…

Audio Doc Sound Title vuole partecipare e farsi espressione del dialogo e delle relazioni. Trentuno personaggi sonori, tra scrittori e musicisti, hanno collaborato alla realizzazione degli audio documenti. Pietro D'Agostino_ Audio Doc Sound TitlePartire da una sceneggiatura visiva per approdare a un documento sonoro. Il visivo scompare per lasciare spazio all’uditivo. O, forse, a un altro vedere e sentire. Una pratica e un’esperienza dell’ascolto, iniziando dai titoli sonori del cofanetto e delle cinque composizioni relative al progetto. Questo percorso è tentativo di intraprendere una ricerca inerente ad alcuni processi di produzione di senso. Ma è anche quella di sperimentare meticciati, ibridazioni linguistiche trasversali nell’uso di termini specifici all’interno di discipline espressive diverse.

Personaggi sonori, per i testi: Mariangela Guatteri, Giulio Marzaioli, Simona Menicocci, Fabio Teti, Marcello Sambati, Marco Giovenale, Maria Grazia Calandrone, Lidia Riviello, Alessandra Greco, Giorgiomaria Cornelio, Fabio Orecchini, Naoya Takahara, Steven Seidenberg, Prisca Agustoni, Edimilson de Almeida Pereira, Alessandro De Francesco, Francesca Marica, Michele Zaffarano.

Personaggi sonori, per i suoni: Marco Ariano, Luca Venitucci, Alipio Carvalho Neto, Elio Martusciello, Mike Cooper, Stefano Cogolo, Luca Tilli, Marta Raviglia, Christian Muela, Simone Pappalardo, Barbara De Dominicis, Roberto Bellatalla, Katia Pesti, Steven Seidenberg.

Ideazione, regia e montaggio audio: Pietro D’Agostino

Sceneggiature visive: Pietro D’Agostino; Marco Giovenale, Alberto D’Amico

Post-produzione e missaggio audio: Marco Resovaglio – Pesci Rossi Studios

Prodotto da Pietro D’Agostino e Marco Contini

Produzione esecutiva: Marco Contini per Kappabit


Pietro D’Agostino è attivo nel campo dei media visivi e sonori. Si occupa di ricerca e sperimentazione all’interno di alcuni processi relativi alla luce e al suono. Le indagini prendono avvio dall’attività di fotografo per poi estendersi, attraverso la collaborazione con scrittori e musicisti, in ambiti di intermedialità tra linguaggi.
Ha co-fondato i gruppi di ricerca Pan-Ikon, Xubuxue e Index&prologue. Ha ideato e realizzato diversi campi di esplorazione, tra i quali cartafoto da viaggio e Audio Doc Sound Title. È socio dell’associazione culturale Punto di Svista – cultura visuale, progetti, ricerca.

Giuseppe Garrera è storico dell’arte, musicologo e curatore. È coordinatore scientifico del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della 24ORE Business School di Roma e di Milano, dove insegna Fondamenti di Arte contemporanea, e Strategie e modalità del collezionismo. Per il centenario di Pasolini ha curato insieme a Clara Tosi Pamphili e Cesare Pietroiusti la grande mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dal titolo “Tutto è santo. Il corpo poetico”. Recenti sono le uscite di un saggio Pasolini. Il femminile, per le edizioni Cambiaunavirgola; e, per le edizioni Ronzani, del testo Collezionismo di strada. Passaggi e derive per la città di Roma in cerca di tesori.

#AlbertoDAmico #AlessandraGreco #AlessandroDeFrancesco #AlipioCarvalhoNeto #audio #AudioDocSoundTitle #BarbaraDeDominicis #ChristianMuela #EdimilsonDeAlmeidaPereira #ElioMartusciello #FabioOrecchini #FabioTeti #Folderol #FolderolStudios #FrancescaMarica #GiorgiomariaCornelio #GiulioMarzaioli #GiuseppeGarrera #Kappabit #KatiaPesti #LidiaRiviello #LucaTilli #LucaVenitucci #MarcelloSambati #MarcoAriano #MarcoContini #MarcoGiovenale #MarcoResovaglio #MariaGraziaCalandrone #MariangelaGuatteri #MartaRaviglia #MicheleZaffarano #MikeCooper #musicisti #NaoyaTakahara #PesciRossiStudios #PietroDAgostino #PriscaAgustoni #RobertoBellatalla #scrittori #SimonaMenicocci #SimonePappalardo #StefanoCogolo #StevenSeidenberg

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video dell’incontro “la repubblica dei poeti – omaggio a corrado costa e patrizia vicinelli”, a cura di daniela rossi: parma, associazione remo gaibazzi, 18 ottobre 2025


youtube.com/embed/u-jDdYiYiHo?…

Registrazione del 18 ottobre 2025 presso l’Associazione Remo Gaibazzi.
Presenta: Daniela Rossi
Partecipano: Luigi Allegri, Adriano Engelbrecht, Eugenio Gazzola, Marco Giovenale, Rosaria Lo Russo, Fabio Orecchini, Jonida Prifti

#AdrianoEngelbrecht #Argo #Argolibri #AssociazioneRemoGaibazzi #cambioDiParadigma #CorradoCosta #DanielaRossi #EugenioGazzola #FabioOrecchini #JonidaPrifti #LuigiAllegri #MarcoGiovenale #PatriziaVicinelli #poesia #RosariaLoRusso #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca

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oggi, 5 novembre, “terra come terra”, a roma, alla fondazione baruchello


Fondazione Baruchello presenta:

Terra come Terra

Primo capitolo di un progetto in divenire


A cura di
Carla Subrizi e Marcella Muraca

Inaugurazione oggi, 5 novembre 2025

Tavola rotonda ore 18:00 – 21:00
Via del Vascello 35, Roma

Gianfranco Baruchello, TERRA

La “terra di nessuno” non è una patria, non appartiene a nessuno e nessuno le appartiene. […] Nel suo nome è insito il rifiuto della condizione di proprietà e questo ne fa l’emblema dell’inesplorato e del fallito tentativo di esplorazione.

(Gianfranco Baruchello, 2000)

La Fondazione Baruchello è lieta di invitarvi all’inaugurazione di “Terra come Terra”, oggi, mercoledì 5 novembre 2025 dalle ore 18:00 in Via del Vascello 35, un progetto di ricerca e sperimentazione artistica annuale in più capitoli dedicato al tema della “terra” considerata come materia e madre, suolo e sottosuolo, confine, lavoro e trasformazione, ma anche come spazio politico, culturale e simbolico.

Le attività di ricerca, guidate da un guppo di lavoro multidisciplinare, prendono avvio con l’installazione di sette opere filmiche di Gianfranco Baruchello negli spazi della Fondazione (Via del Vascello), tra cui Il grado zero del paesaggio (1963), The sea of tranquillity (2006), Le lieu (2010) e proseguiranno con il coinvolgimento di artisti, curatori, scrittori, filosofi in mostre, incontri, seminari, produzione di oggetti, laboratori, restituiti in un “diario” che ne documenterà il processo, fino alla redazione di un “Manifesto” collettivo.

Durante l’evento inaugurale, una tavola rotonda con Daniela Angelucci, Lucrezia Calabrò Visconti, Alessia Calzecchi, Anna Cestelli Guidi, Felice Cimatti, Silvia Cini, Mattia Cucurullo, Ottavia Galloni, Caterina Iaquinta, Rogelio Lopez Cuenca, Maite Méndez Baiges, Karla Peralta Malaga, Irene Quarantini e altri, offrirà un primo momento di confronto attorno ai temi del progetto, in dialogo con le opere e con l’eredità di Baruchello, che ha a lungo lavorato sul tema della “terra” in relazione all’acqua, al lavoro, alla terra come sostanza, alla stratificazione come misura, alla coltivazione e alla cura.

Una Project Room sarà lasciata disponibile a interventi brevi o più lunghi di artiste e artisti, di scrittrici e scrittori, di filosofi, filmmaker, in dialogo con le questioni che si andranno sviluppando.

Nella sede di Via di Santa Cornelia la Biblioteca e gli archivi saranno il contesto e la fonte per gli ulteriori capitoli del progetto.

Terra come Terra (Earth as Earth)
First chapter of an ongoing project

#AlessiaCalzecchi #AnnaCestelliGuidi #art #arte #CarlaSubrizi #CaterinaIaquinta #DanielaAngelucci #FeliceCimatti #FondazioneBaruchello #GianfrancoBaruchello #IreneQuarantini #KarlaPeraltaMalaga #LucreziaCalabròVisconti #MaiteMéndezBaiges #MarcellaMuraca #MattiaCucurullo #OttaviaGalloni #ProjectRoom #RogelioLópezCuenca #SilviaCini #TerraComeTerra

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Il testo è un estratto di un post del blog di GitHub, intitolato "Octoverse: A new developer joins GitHub every second as AI leads TypeScript to #1", che fornisce una panoramica completa sullo stato della piattaforma e del più ampio ecosistema di sviluppo software nel 2025. Il rapporto evidenzia una crescita record, con oltre 180 milioni di sviluppatori su GitHub, guidata in parte dalla rapida adozione dell'Intelligenza Artificiale (AI), in particolare strumenti come GitHub Copilot. […]

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momenti tosti con la mancanza della distruzione, quindi l’octaggio diventa strategico (sto cercando un’alternativa decente al tagliarmi)


Come avevo vagamente accennato, in questi ultimi giorni, il vuoto oscuro sta ritornando, non so perché. Questo è un problema, sì, ma il vero problema è che, di conseguenza, stanno tornando anche le urge. Le distrazioni ovviamente non funzionano granché, sia perché l’oscurità rende di suo più difficile immergermi bene in esse… ma anche perché, evidentemente, il mio cervello è così fritto da tutte quelle volte in cui ho potuto accogliere le urge senza troppe remore che ora, anche dopo anni in cui non ho rafforzato quelle molto particolari connessioni neuronali, con i giusti sfortunati trigger queste hanno ripreso ad attivarsi spaventosamente forte, quasi come se non fosse passato alcun tempo… 😳
how i look like after thinking of sh [self-harm] the whole day
La soluzione a tutto questo, per quanto ahimè temporanea, sarebbe appunto quella di dare retta alle urge, perché banalmente funziona… ma, purtroppo, da quando questo mio vizio è stato scoperto, mi è stato sostanzialmente vietato; e questo è circa l’unico motivo per cui, per qualche anno, nella pratica ho smesso, ma questa è un’altra storia. Però, dall’altro lato, di questo passo sarebbe questione di settimane al massimo perché io finisca definitivamente di impazzire, temo, quindi in qualche modo devo far stare zitto il cervello. Piccolo nuovo problema, allora: raggiungere questo obiettivo non sembra per niente facile, nel senso che metodi che funzionano davvero per far smettere questo desiderio non se ne trovano. 💔

Quello che sto dunque pensando è che, probabilmente, anche senza procurarmi una ferita, quindi senza avere quel dolore fisico e conseguente rilascio di endorfine, lo stupido inconscio che mi porta a volermi tagliare in primo luogo potrebbe credere che io abbia fatto esattamente quello che vuole, e quindi smetterla per un po’ di rompermi le scatole, se riceve almeno tutti gli altri stimoli che l’azione altrimenti comporta, ma che di per sé non mi sono vietati, in quanto non autolesionismo; quindi, almeno la vista di una ferita di quel tipo sul mio corpo, e una certa sensazione di pressione abbastanza forte concentrata su una linea della pelle nel momento dell’azione stessa… Quindi, farmi dei tagli finti che però la mia mente percepisce come reali, in qualche modo. 😻

Ebbene, credevo, pensavo, di aver appena trovato, con un po’ di sperimentazione, un metodo epico, che avrei voluto dire qui, con appena una matita e dei pennarelli (l’intero mondoctt verrà ricostruito a partire dalla cancelleria, di questo passo, wow); ovviamente, non dannoso per i tessuti, così da non violare il divieto morale, e che non lascia alcun segno persistente, permettendo di far sparire tutto semplicemente lavando se necessario, così da evitare certe conversazioni che non voglio mai più avere nemmeno tra 100 anniPeccato che poi, ben dopo averlo provato, cioè solo quando stasera sotto la doccia ho provato a lavarlo, ho visto che i segni che ho lasciato non sono andati via al 100%… perché a quanto pare, senza volerlo (ho semplicemente fatto troppa forza accidentalmente), ho comunque causato delle abrasioni sulla pelle… che ok, sono minuscole, ordini di grandezza meno peggio di cosa avrei combinato se fare quello fosse stato il mio obiettivo, ma: 💣

  • Se me ne fregassi semplicemente, e lo riutilizzassi altre volte così com’è, allora sarebbe autolesionismo, per quanto minimo e insignificante… e ho detto che ciò mi è proibito, quindi non va bene.
  • Anche se il danno è appena un graffietto sullo strato più superficiale dell’epidermide, che non sanguina, non brucia, non lascia cicatrici e credo sparisce nel giro di qualche giorno, è comunque un minimo visibile, e non si può cancellare a comando, quindi entra in gioco il problema del dover nascondere; perché ok, quando sono uno o due è plausibile siano accidentali, per aver strisciato contro qualcosa o boh… ma, se sono tanti e disposti strani, diventa difficile fingere.

Il metodo non è comunque da buttare, perché ha potenziale (e non c’è nessun altro surrogato del tagliarmi davvero che ce l’abbia così), ma è chiaro che va rivisitato e opportunamente ricalibrato, allora. La falla che va risolta è appena una, cioè evitare che la pelle si “consumi” per l’attrito che la parte fisica della procedura richiede, e le combinazioni che posso ancora provare sono tante — magari usare una matita ancora più morbida di una 2B, magari trovare movimenti diversi ma a cui il mio cervello risponde comunque come mi serve, magari elasticizzare la pelle con oli o cose strane prima della procedura così che non si rompa — quindi ha ancora senso non arrendermi per davvero, a queste urge 👌

La fregatura aggiuntiva però è che qui sono veramente solo io e la mia inventiva, perché dubito ci siano altre persone qui in condizione sia di poter avere a che fare con questi assurdi esperimenti di fisica mischiati a psicologia (e, se non avete esperienza con questa roba, per il vostro bene non vi immischiate, vi prego), sia di volerlo fare (perché c’è chi, non soffrendo sotto il giogo dei divieti, e approfittando della stagione delle maniche lunghe, non perderà tempo a cercare di stare pulito/a)… e ChatGPT qui è alquanto inutile, perché va di continuo in protezione. Vabbè… se sono una ragazza magica, in fondo, ce la farò… credo… 🥴

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in reply to minioctt

comunque ffs, paraculgipiti

gli chiedo come EVITARE di farmi male e lui prima sembra rispondere, ma poi fa come se gli avessi chiesto la cosa contraria (o forse lui pensa di aver risposto male, vai a capire che cavolo succede qua)

ed esce quell’info box “Help is available” e si dimentica dei passaggi


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🔴 In diretta ora! Ci sarà ancora qualcuno online su Mario Kart 7? 📺 Guarda ora su youtube.com/watch?v=WlZ

🔴 In diretta ora![/b]
Ci sarà ancora qualcuno online su Mario Kart 7?

📺 Guarda ora su https://www.youtube.com/watch?v=WlZqGnFcb-A oppure https://www.creeperiano99.it/u/youtubeLive

#live #livestream

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news.creeperiano99.it/2025/11/…

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[film] Dracula – L’amore perduto


Titolo: Dracul – L’amore perduto
Regia: Luc Besson
Soggetto: Bram Stoker, dal suo romanzo “Dracula”
Sceneggiatura: Luc Besson
Scenografia: Hugues Tissandier
Costumi: Corinne Bruand
Altro: durata: 129 minuti; genere: sentimentale, drammmatico, horror; anno: 2025; paese: Francia e Regno Unito; titolo originale: Dracula: A Love Tale; direzione del doppiaggio: Rodolfo Bianchi

Attori:
Caleb Landry Jones: Vlad / Dracula
Christoph Waltz: prete
Zoë Bleu: Elisabeta / Mina
Guillaume de Tonquédec: Dumont
Matilda De Angelis: Maria de Montebello
Ewens Abid: Jonathan Harker
David Shields: Henry Spencer

Voto: 7/10

(dati da wikipedia e AntonioGenna per la direzione del doppiaggio.)

Andare al cinema di lunedì pomeriggio è meraviglioso. Io e Saì, quando siamo arrivati a 20 minuti dall’inizio, eravamo soli. Una intera sala cinematografica per noi. Poi sono arrivate altre sette persone.

Facendo una ricerca su wikipedia per scrivere queste poche righe ho saputo che il personaggio di Dracula compare in circa 160 film fino al 2004. Ora saranno molti di più. Diciamo quindi che la trasposizione cinematografica dell’opera di Stoker non è originale, come iniziativa. Ma Luc Besson ne ha fatta una versione sua, incentrata su una storia d’amore.

Siamo nel 1480 e il principe Vlad (Dracula) è sposato con Elisabbetta. I due sono molto innamorati e passionali, ma il principe è chiamato in guerra, che bisogna difendere l’Europa cristiana dall’invasione degli ottomani. Vlad parte, si fa servo di Dio, ma chiede al vescovo del posto la garanzia che sua moglie rimanga viva, che senza di lei lui sarebbe perso. Il vescovo deve far valere la sua richiesta a Dio. L’unica cosa che può fare il vescovo è pregare.

Ovviamente la mogie Elisabetta muore e il principe Vlad non la prende benissimo: se la prende col vescovo e con Dio. Non potendo prendersela personalmente con Dio – nel senso: non potendo infilzarlo con la spada – Vlad uccide il vescovo. Da allora Vlad è ossessionato dalla morte della sua amata. Pensando che prima o poi si reincarni in un’altra donna, vaga per il mondo alla ricerca di sua moglie Elisabetta. E no, non può morire. La blasfemia dell’uccisione del vescovo, del rifiuto della volontà di Dio, lo bloccano in un eterno e angoscioso presente.

Poi l’ambientazione si sposta a Parigi alla fine del 1800, quando il caso sembra aver fatto confluire la ricerca di Dracula e la ricerca di un prete esorcista specializzato in vampirismo. Non mi spingo oltre per non anticiparvi nulla.

Quasi subito il film mi ha fatto venire in mente una interpretazione psicanalitica: chi non accetta una perdita, rimane bloccato come Dracula. Esattamente in un eterno presente, in un eterno dolore, nel vano tentativo di rimettere le cose come prima. Questa ossessione fa fare cose orribili e veramente “succhia il sangue”, o “l’anima”, alle persone che stanno accanto ai Dracula della vita reale.

C’è una via di uscita, ovviamente, ed è magistralmente spiegata dal prete nel film, verso la fine, anche se con toni religiosi.

Quindi, tutto sommato, il film ha vari piani di lettura: la storia d’amore, la mia lettura psicanalitica da salotto, ma se uno vuole anche religiosa, e una horror.

I costumi sono degni di nota, che mettere insieme varie epoche e vari luoghi per poche immagini non deve essere stato facile.

Buona visione!

#bramStoker #dracula #film #lucBesson #recensione

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Sull’applet Nintendo Switch Online è stata aggiunta una nuova missione che consiste nell’aprire Animal Crossing: New Hor…

Sull’applet Nintendo Switch Online è stata aggiunta una nuova missione che consiste nell’aprire Animal Crossing: New Horizons

Per dire: “Su, dai. Torna a giocare!” (No, ok)

Non sembra personalizzata. Oppure sì?

Continua su Telegram ➡️ Vai al post

news.creeperiano99.it/2025/11/…

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Questa fonte è un estratto da un articolo di Rolling Stone che offre una visione interna della registrazione segreta dal vivo di una rivisitazione dell'album classico di Bruce Springsteen, Nebraska. La narrazione si concentra sulla prospettiva del chitarrista Larry Campbell, che è stato invitato da Springsteen a partecipare a questa performance minimalista, la prima volta che l'intero album veniva eseguito dal vivo in modo fedele alla sua strumentazione essenziale. Campbell descrive la sua […]
Questa voce è stata modificata (1 settimana fa)

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L’estensione del monopolio intellettuale per le “fotografie semplici”, già presente nel DDL Amorese, è stata approvata in Senato come emendamento al decreto “Disposizioni per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese – DDL 1184”. Anche l’emendamento intende ampliare da 20 a 70 anni la […]

aisa.sp.unipi.it/se-20-anni-vi…

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King Burger #Failure 🤣

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malfunzionamento commenti in acor3 dblog

#Failure

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Treno Merci “Il Biancone” con E652.123 + G2000.001 in transito a Castagneto Carducci (15/02/2024)


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youtubica stronzata porta gli innocenti alla fucilazione (YouTube ha bannato senza motivo il canale di Enderman)


Alphabet Inc., o meglio Google, o meglio YouTube, proprio ieri sera ha combinato un’ennesima delle sue stronzate colossali, totalmente a sorpresa… e non mi riferisco ai soliti insensati cambi di policy (che, per giunta, a volte sono fatti esplicitamente, altre volte in completo silenzio; lasciamo stare questo, che è tutto un altro gran casino). Hanno fottutamente terminato — o meglio, il loro sistema di “intelligenza” artificiale del cazzo ci ha pensato — i canali di un utente che non ha commesso assolutamente nessuna infrazione: Enderman, quello che spacca Windows e prova i malware; prima il suo secondo canale, e poi il primo. Tutti i video fottutamente spariti, dunque; e dubito che si possa sperare in un miracolo, perché siamo già al giorno dopo e tutto risulta ancora bandito. 👹

Questa cosa non sta né in cielo, né in terra, e né tantomeno agli inferi: solo a casa di Google, che evidentemente è mille volte peggio del diavolo, si vedono simili schifezze. Enderman ha fatto un post su Telegram dove fa vedere la mail che gli è arrivata da YouTube, dove dicono che il suo (secondo) canale è stato chiuso per sempre, perché i loro sistemi di riconoscimento dei pattern d’uso avrebbero rilevato una corrispondenza con un altro canale terminato per violazione delle norme sul copyright… un canale che con la sua persona non c’entra apparentemente una beata mazza, con un titolo in giapponese che vattelappesca. Senza controllo umano, senza preavviso, solo ban; e, solo poche ore dopo, è arrivata anche la vera batosta, perché gli hanno fatto fuori anche il canale principale. (E, ovviamente, provare a fare appello con il sistema-farsa non ha cambiato la situazione.) 💯
🌐 My YouTube channel has been terminated Welcome to 2025! The year where presumption of guilt was taken to the next level, thanks to AI.The crazy thing is that not only the strike/appeal system is controlled by AI, but «pattern recognition» was entirely handed to it as well.The kind of false positives causing irreversible damage to channels are now completely normal and there's nothing you can do about it.I knew when to bail out, and I knew being a YouTuber is a poor job choice. My livelihood is not at risk, but this is on many levels fucked up.
Ora… potrebbe lui in realtà star mentendo??? È sempre vagamente possibile, ovviamente, ma personalmente la vedo dura. Non è uno sprovveduto lui, quindi immagino che, se quello che è stato rilevato fosse stato davvero un suo vecchio canale, bandito tempo prima, lui avrebbe certamente fatto attenzione a non triggerare il riconoscimento di pattern di merda dell’IA nell’uso dell’account, banalmente assicurandosi di comportarsi diversamente dal passato, e comunque avrebbe già avuto tutti i suoi video sempre disponibili come backup su qualche altra piattaforma di streaming. Ma poi… con tutte le schifezze che ha sempre fatto Google con questi suoi sistemi, vogliamo davvero presumere che siano loro gli innocenti? 😑

Tra l’altro, proprio riguardo i video… non so se sia cambiato qualcosa ultimamente, magari con il GDPR che ha ben radicato i suoi tentacoli in tutto, ma il decennio scorso, quando hanno bandito a me un account GMail da tutto YouTube (e solo da YouTube) non ho avuto neanche un’opzione per esportare i miei (pochi e non importanti, ma comunque che palle), che non avendo salvati altrove ho perso per sempre (ammesso che dal Google Takeout non si possano recuperare, ma mi pare che i video caricati su YouTube non siano a prescindere inclusi lì). Quindi, ora bisogna sperare che Enderman abbia dei backup di tutti i video, se vogliamo che almeno quelli restino al mondo; ma, realisticamente, dubito ne abbia il 100%, anche combinando collezioni private di altri utenti che li hanno scaricati e magari già ricaricati. 🤥

Viviamo proprio in dei tempi oscuri, con queste piattaforme di merda. Il problema grosso però è che i video, a differenza dei miei bellissimi articolini testuali, o anche dei messaggini stupidi con fotine dei più diffusi microblog social, sono costosi da conservare… e quindi, se YouTube ti mette alle strette, le opzioni sono poche, se hai una grossa collezione. Ci sono Dailymotion e Odysee, che sono entrambi meh, e le opzioni finiscono circa qui se non vuoi cacciare soldi dalla tasca; altrimenti, già solo per metter su un tuo server PeerTube, o anche solo un server HTTP statico con una cartella di video buttata sopra, i soldi volano già almeno in memoria di archiviazione. Questo senza nemmeno considerare che YouTube (…a meno di non voler andare su PornHub, come i gamer) è comunque l’unica piattaforma di video effettivamente popolare e popolata, dove i video hanno la possibilità di girare e il canale può crescere; altrove, nisba. 😭

Non possiamo allora veramente fare altro che piangere. Questo fatto che si mette la stupidità artificiale in carico di operazioni amministrative — come bandire un utente di colpo cancellandogli tutti i dati e i numeri raggiunti tecnicamente è, ma anche solo assegnare strike che poi rischiano di diventare un ban — mentre contemporaneamente non si offre alcuna via di comunicazione con qualche fottuto dipendente dell’azienda, perché se non sei all’interno di un cosiddetto network non ti cagano nemmeno taggandoli su Twitter (che poi già che YouTube tratti questo come canale di comunicazione ufficiale, anziché fornire una mail o una propria chat web, è tutto dire). A me, dal mio canto, conviene backupparli per bene tutti i miei video, perché con la mia sfiga qui poco ci manca che anche quelli vengono fucilati… ☠️

#AI #ban #Enderman #Endermanch #Google #IA #YouTube


“Exploring SFW Content On The Hub” — “Esplorando Contenuti SFW Sull’Hub”


Conosco da tempo immemore il famoso meme per cui qualcuno va su PornHub e assolutamente non per guardare contenuti disgustosi, signora mia, ci mancherebbe, ovviamente guardo solo roba per bene lì sopra, che però su altri siti per qualche motivo non è stata caricata, e quindi mannaggia… Eppure, io pensavo fosse appunto un meme; sapevo che stranamente lì sopra si trovano anche video non pornografici, ed esattamente da ciò sarebbe nato il ridere, ma credevo fossero comunque delle rarità… e, invece, sotto sotto, l’ipotetica scusa di cui sopra potrebbe per qualcuno non essere una scusa, ma la verità. (No, dai, non prendiamoci in giro.) 😳

youtube.com/watch?v=ZsxgSk09eD…

PornHub non lo uso (anche perché mi fa paura che, come Facebook, sia fatto in PHP… e intendo PHP vecchio, col routing di merda che negli URL include .php)… ma, di contro, su YouTube ho infatti trovato questo bel video pazzo, dove questo qui spiega le varie cose safe-for-work (cioè, video che potrebbero stare ovunque) che ha trovato proprio lì sopra, e non a caso: A quanto pare, il sito ha proprio una categoria chiamata SFW, dove vengono inserite le cose che porni non sono… e, tutto sommato, non sono affatto poche. 🤯

La cosa che meno mi stupisce è che ci siano video di gaming, perché, come lui stesso dice nel video, i gamer sono praticamente scarafaggi che senza fatica infestano l’intero Internet dall’alba dei tempi — e, aggiungerei io, proprio come scarafaggi temo che riuscirebbero a resistere anche se una bomba atomica virtuale si abbattesse sull’intera rete togliendo di mezzo tutti gli altri — però fa comunque impressione… Soprattutto se il motivo è che su PornHub, contemporaneamente, da un lato si ottengono più visualizzazioni per gli standard di canali medio-piccoli rispetto a YouTube (!), e dall’altro si guadagnano più soldi da queste (e beh, da quel che so PornHub è anche peggio di YouTube senza ad-block, con pubblicità di provenienza più che dubbia, quindi ha senso; i gooner mi correggano se sbaglio). 🥴

Poi, ok, il resto è roba un po’ mista… musica, e anche questo forse non stupisce troppo conoscendo le menti degli artisti, video a caso che ricordano un po’ le istanze PeerTube sfigate, ma direi che se voglio vedere quelli me ne vado appunto su PeerTube, propaganda religiosa, ma anche quella si trova praticamente su qualsiasi sito di condivisione di video, e i commenti dicono che si trovano anche lezioni di matematica, di cui il tizio nel video non ha parlato… e a questo punto io davvero non so più in che linea temporale sto vivendo. Ah e, infine, c’è una specie di meta secondario all’interno di tutto questo, per cui alcuni utenti che caricano video SFW li titolano come se fossero roba NSFW… e un pochino ridere in effetti fa. 💃

La cosa per me relativamente stupefacente, però, è che questa parte del sito non è roba nuova… eppure ha senso, altrimenti non credo che il meme sarebbe mai nato già tanto tempo fa, non essendoci altrimenti stati video SFW caricati in generale, penso. Cercando "pornhub sfw" sul web (virgolette incluse, altrimenti escono solo risultati del sito di PornHub… ‘stammerda sarebbe da chiudere anche solo per la quantità di SEO spam che fa secondo me), infatti, ci sono vari articoli di testate risalenti addirittura al decennio scorso che parlano di questa cosa… e ho trovato un comunicato della piattaforma di fine 2018 dove annunciano la nuova categoria praticamente come una presa per il culo a Starbucks, che ha voluto vietare ai clienti di guardare porno nei loro negozi: pornhub.com/press/show?id=1741. (…Ma chi cazzo è che guarda i porno mentre prende il caffé al gusto di diabete??? Non penso ci sia nessuno che si impegna così nel rovinare contemporaneamente il corpo e la mente!) 🧸


Octt è un’entità completamente safe-for-work, ma forse il suo corpo è comunque interessante. Ora puoi scoprire le conseguenze che ha subito a causa della medicina moderna, su stuffoctt: Intervista alla ragazza magica dopo 50 giorni di terapia riparatoria della discrepanza corporea. (Messaggio promocttionale, ormai ci sto prendendo gusto a fare spam contestualizzato così.)

#pornhub #SFW #video


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Commento al film The Smashing Machine (2025)


Ho visto il film in anteprima, ecco i commenti a caldo di chi segue questo sport da più di 20 anni.

Ho visto il film in anteprima con Giacomo Brunelli e Alex Dandi. Circondato da giornalisti e creators che probabilmente conoscono a malapena le MMA e per i quali il periodo coperto dal film, 1997-2000, è un’incognita.

La mia recensione / commento quindi avrà un taglio diverso. Da fan delle MMA di lunga data (da quando erano vale tudo) quegli anni lì non posso dire di averli vissuti in diretta.

La domanda che mi chiedevo prima di vedere il film era: come poteva una biopic come quella di Safdie aggiungere qualcosa al documentario del 2002 The Smashing Machine: The Life and Times of Extreme Fighter Mark Kerr?

Risponderemo a un po’ di queste cose: mettiti comodo, perdona pure un po’ di spoiler qui e lì… ma se vuoi sapere contro chi ha vinto basta leggere la sua pagina Wikipedia wikipedia.org/wiki/Mark_Kerr_(fighter).

Cosa ne pensa quindi un esperto di MMA sul film The Smashing Machine (2025)?


Quando le MMA erano ancora sporche, vere e bellissime.

The Smashing Machine non è il solito film d’azione sulle MMA. Anzi, le MMA, per quanto permeino tutto il film, sono solo lo sfondo della storia.

The Smashing Machine è una storia fatta da qualcuno che le MMA le ama: tutto il film è costruito con amore per i dettagli.

Girato con una cura maniacale per il periodo e con una comprensione reale di cosa significasse vivere dentro quel mondo tra la fine dei ’90 e i primi 2000.

Benny Safdie costruisce un ibrido sporco e vero, con le immagini che sembrano tirate fuori da una VHS del Pride.
La grana, i toni freddi, i loghi sgranati – tutto ricrea quella Tokyo dorata dove i fighter americani arrivavano gonfi di speranza e dolore.

Se hai visto Kerr, Coleman o Vovchanchyn combattere in quegli anni, capisci subito che nel film non stanno “imitando”: stanno emulando quel periodo.

Ci sono inquadrature tali e quali a quelle iconiche, persino la riproduzione delle corde può trarre in inganno. C’è anche una piccola citazione all’ADCC (Kerr ha dominato sia l’edizione 1999 che quella 2000, vincendo il superfight nel 2001).

Gli attori: Johnson come non l’avevamo mai visto


The Rock qui è enorme, ma non nel modo hollywoodiano. È grosso come Kerr: trapezi fuori scala, sguardo smarrito, un’energia da animale in gabbia.

Ma soprattutto è spento al punto giusto. C’è fatica vera nei movimenti, zoppica e cammina tutto storto. Nelle scene post-fight sembra quasi perdere la lucidità come il vero Mark ai tempi dei painkiller.

Ryan Bader, nei panni di Coleman, non è un attore e si vede – ma probabilmente funziona proprio per quello. È credibile perché lo capisce, quel tipo di dolore: è probabile che quei discorsi li abbia fatti davvero.

E poi c’è Usyk. Pochi minuti, ma ogni volta che entra in scena sembra di avere l’energia di Igor Vovchanchyn in carne e ossa.

Forse sono di parte, ma chi ha amato Vovchanchyn come me sente subito quella presenza magnetica: il peso atomico dei colpi, il silenzio minaccioso prima dell’esplosione. Vovchanchyn era il prototipo di Fedor e Usyk è perfetto per quello.

Usyk buca lo schermo, e basta quello per far tornare alla mente i tempi del Pride Grand Prix 2000.

Bas Rutten interpreta se stesso, altro personaggio secondario ma che tiene insieme tutto. Rutten è il coach che vorresti avere: quello che ti spinge ma non ti giudica, che ride anche quando ti vede devastato.

Il dolore senza retorica


Il film tocca il tema dei painkiller senza fare prediche.
Safdie mostra un mondo dove l’abuso non è “tema sociale”, ma parte del contesto. Tutti sapevano, nessuno interveniva.

La sceneggiatura non cerca redenzioni forzate: Kerr vince, cade, si rialza, ricade. E questo basta. È la realtà di un fighter.

La cosa che ho davvero apprezzato è che il film non ti obbliga a “sentire pena”: ti mette nel contesto. Quel periodo era così: anestesia fisica e mentale, contratti in yen e dolori che nessuno sapeva gestire.

Il finale (piccolo spoiler)


Il finale, poi, è quasi commovente: Kerr vero, in un supermercato, anonimo tra la gente. Nessuna gloria, nessun filtro Instagram. Solo un uomo che ha dato tutto al suo sport e ha perso quasi tutto il resto.

Il suo rapporto col docu-film del 2002 che ha quasi lo stesso titolo: The Smashing Machine: The Life and Times of Extreme Fighter Mark Kerr


Avevo visto il documentario qualche anno dopo l’uscita (Grappling-Italia è del 2008, Kerr in quegli anni ha fatto gli ultimi match) e aveva davvero messo l’attenzione sull’abuso incredibile che fanno i lottatori dei propri corpi. Anche da vincitori perdi tutto. In anni in cui si vincevano monetine anche al livello più alto.

Un gioco che non ha senso giocare. Ma è grazie ai visionari che il mondo va avanti.

Sono partito quindi prevenuto sul film: mi aspettavo il drammone sulla falsa riga di quello. Invece devo dire che sono rimasto sorpreso: il film racconta il bello e il brutto, il correre veloce del tempo, il rapporto tra fighter e compagni di vita.

In sintesi


The Smashing Machine è un film che i fan old skool ameranno. È crudo, rispettoso e anche onesto.

Promosso a pieni voti.

Trivia vari


  • Il film ha vinto un Leone d’Argento a Venezia, all’82ª edizione.
  • Fabio Gurgel, che di Kerr è stato il terzo avversario al World Vale Tudo Championship 3, è interpretato da Cyborg Abreu.
  • Il regista dedica un momento al figlio Cosmo durante una scena, piccolo momento che mi ha toccato. Sono curioso di sapere se il figlio sia stato strumentale per il film o meno.
  • Enson Inoue è interpretato dall’oro olimpico e pro di MMA Satoshi Ishii.
  • Marcus Aurélio, fighter di MMA del Pride (!!), interpreta mestre Hulk.
  • Andre Tricoteux, il Colossus di Deadpool, interpreta Paul Varelans.
  • Nel film si vede, oltre al già citato World Vale Tudo Championship 3, anche l’UFC e il Pride FC 6, Pride 7, Pride Grand Prix 2000 Opening Round e Pride Grand Prix 2000 Final Round.
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Mediterranean Innovation Agrifood Week: un laboratorio di cooperazione e innovazione a Bari.


[:it]Dal 25 al 28 novembre 2025 a Bari Africa e Mediterraneo si incontrano sui temi dell'agricoltura.[:]

Dal 25 al 28 novembre, Bari si trasformerà in un fulcro di innovazione e cooperazione con la Mediterranean Innovation Agrifood Week, un evento organizzato dal CIHEAM Bari che si preannuncia come un’importante piattaforma per affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità. Non si tratta di un semplice incontro, bensì di un laboratorio a cielo aperto dove imprenditori e innovatori provenienti dal Mediterraneo e dall’Africa si riuniranno per condividere soluzioni concrete e sostenibili nel campo del cibo, dell’energia e delle risorse.

Con l’adesione di 60 startup da 12 Paesi, inclusa una significativa partecipazione africana, l’evento vedrà la presenza di 14 organizzazioni internazionali e oltre 50 esperti. Il motto “MEET, SHARE, EMPOWER”, che anima questa iniziativa, sottolinea l’importanza di costruire relazioni paritarie, dove il genio imprenditoriale locale viene valorizzato e messo al centro del dialogo con le istituzioni italiane. Come affermato da Biagio Di Terlizzi, direttore del CIHEAM Bari, l’approccio della Mediterranean Innovation Agrifood Week è “intrinsecamente bottom-up”, evidenziando l’intenzione di identificare, valorizzare e connettere le intelligenze locali piuttosto che imporre soluzioni preconfezionate.

startup Generated by ChatgptInnovazione africana: storie di resilienza e creatività


Le startup africane e mediterranee rappresentano un panorama dinamico e innovativo, con soluzioni ingegnose in grado di rispondere a bisogni critici. Ad esempio, InspCorp dal Kenya sviluppa sistemi agri-fotovoltaici integrati, ottimizzando la coltivazione sotto i pannelli solari e affrontando in modo innovativo le interconnessioni tra cibo, acqua ed energia. Anche Sea Ventures, sempre keniota, adotta un modello di economia circolare per trasformare gli scarti della pesca in fertilizzanti organici, creando valore condiviso nel contesto della blue economy.

L’Egitto è rappresentato da Agricash, che offre soluzioni di credito accessibili per i piccoli agricoltori tramite un modello “Compra ora, paga dopo” a interesse zero, promuovendo l’inclusione finanziaria. AlProtein, un’altra startup egiziana, produce proteine alternative da microalghe e lenticchie d’acqua, contribuendo a migliorare la sicurezza alimentare.

Le storie di innovazione non si esauriscono qui. Dal Libano, Sheghel Emeh utilizza tecniche di disidratazione per trasformare le eccedenze agricole in pasti pronti, mentre Maiti Cosmetics dalla Tunisia crea cosmetici naturali valorizzando le risorse botaniche locali.

Risposte locali a sfide globali


Le succitate startup non sono esempi isolati, ma parte di un ecosistema vivace capace di generare risposte concrete alle maggiori sfide contemporanee. La sicurezza alimentare, la gestione sostenibile delle risorse idriche e la lotta al cambiamento climatico sono i temi centrali delle innovazioni presentate.

AI generatedLe tecnologie sviluppate da AlProtein e dai modelli di smart-water management come quelli proposti da SMART WTI dalla Giordania sono esempi di come le soluzioni locali possano scalare a livello globale. Allo stesso modo, le micro-reti energetiche create da Athel Technology in Kenya e il modello di economia circolare di Sea Ventures dimostrano che l’innovazione può essere sia sostenibile che profittevole.

Come evidenziato da Damiano Petruzzella, responsabile innovazione del CIHEAM Bari, la Mediterranean Innovation Agrifood Week rappresenta un “potente acceleratore” per la creazione di un ecosistema di innovazione permanente. Questo nuovo paradigma non solo valorizza il potenziale creativo dei giovani, ma cambia anche la narrativa sul Mediterraneo e l’Africa, contribuendo a delineare un futuro ricco di connessioni e opportunità.

Ciò grazie a CIHEAM Bari, l’Istituto Agronomico Mediterraneo con sede in Italia, parte di un’organizzazione intergovernativa che promuove lo sviluppo sostenibile nel Mediterraneo. Esso è uno dei quattro istituti del Centro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei (CIHEAM), fondato nel 1962 sotto l’egida dell’OCSE e del Consiglio d’Europa. Gli altri istituti si trovano a Chania (Grecia), Montpellier (Francia) e Saragozza (Spagna), mentre il Segretariato Generale ha sede a Parigi. La missione dell’organizzazione è quella di fornire una formazione post-universitaria in ambito agronomico e ambientale ed effettuare ricerca applicata su agricoltura sostenibile, sicurezza alimentare, gestione delle risorse naturali.

Dunque appuntamento a Bari dal 25 al 28 novembre, con l’auspicio che il ponte fra Africa e Mediterraneo possa apportare un positivo e concreto impatto per le comunità coinvolte.

Fonte: africarivista.it

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7 novembre, pescara, festival fla: giuseppe garrera presenta “la lunga strada di sabbia” (guanda)


FLA, Pescara 2025: Giuseppe Garrera presenta "La lunga strada di sabbia", di Pier Paolo Pasolini (Guanda)
cliccare per ingrandire

pescarafestival.it/fla-2025-gi…

È un Pasolini che si abbandona a momenti di vera e propria gioia quello che tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la lunga strada di sabbia, da Ventimiglia a Palmi e poi, fino al comune siciliano più meridionale, per risalire infine la costa orientale e arrivare a Trieste.
A La Spezia, da dove parte per San Terenzo e Lerici, sente che sta per avere inizio una fra le domeniche più belle della sua vita; a Livorno, non lascerebbe mai «l’enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici»; e, finalmente, al Circeo: «Il cuore mi batte di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo, con la mia mille-cento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia».

A commissionargli il viaggio è stata la rivista «Successo», che pubblicherà il reportage in tre puntate fra luglio e settembre, e Pasolini, spiaggia dopo spiaggia, incontra amici intellettuali e personaggi noti, si lascia incantare dalla gente semplice dei paeselli più remoti (a Portopalo «la gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce») e, portandosi in giro il suo entusiasmo per la scoperta, il suo sguardo emozionato e insieme acuto di futuro regista, annota scorci e impressioni tanto potenti da restituirci un quadro dell’Italia di allora: un’Italia in cui il boom economico, solo presagito, non riesce ancora ad avere la meglio sulla felicità del sogno pasoliniano d’innocenza.

Il libro:
guanda.it/libri/pier-paolo-pas…

Un saggio di Arianna Agudo e Ludovica del Castillo:
engramma.it/eOS/index.php?id_a…

#AriannaAgudo #FLA #GiuseppeGarrera #LaLungaStradaDiSabbia #LudovicaDelCastillo #PaoloDiPaolo #PierPaoloPasolini #presentazione #reportage #successo #viaggio

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Rapiti con Dio.


[:it]La vicenda del rapimento di alcuni missionari da parte di Boko Haram[:]

4 aprile 2014. Gianantonio Allegri, Giampaolo Marta e Gilberte Bussière (due preti fìdei donum di Vicenza e una suora canadese) sono missionari da tempo nel nord del Camerun, al confine con la Nigeria, zona infestata da Boko Haram. Quella notte vengono rapiti da un commando di terroristi. Costretti a trascorrere due mesi nella foresta, vivono un’autentica spogliazione: della libertà, prima di tutto; ma anche dei minimi conforti materiali, come il cibo, l’acqua, un tetto, un giaciglio. L’insperata opportunità – pur limitata ai primi giorni – di celebrare la messa, e poi la scelta di impegnare ogni giornata nella condivisione della parola di Dio e nella preghiera trasformano la loro prova in un autentico cammino di conversione. Lo racconta il diario che suor Gilberte riesce, clandestinamente, a compilare. Subito dopo la liberazione, vi annota infatti: “La vita fraterna eccezionale che abbiamo vissuto ci aiuterà a vivere il rispetto, la pazienza, la tolleranza, l’umiltà, la mitezza, la compassione e l’amore ovunque andremo a vivere”.

Dal libro


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Raimbaut, vida et cansos


Le foto dell’anteprima dello spettacolo, tenuta il 25 novembre 2025 pressoEspaci Occitan a Dronero.

Foto di Paolo Viglione.

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in reply to Matteo Zenatti

sì, bravo il sito che non pubblica il link alla pagina 😕 matteozenatti.net/js_photo_alb…


Raimbaut, vida et cansos


Le foto dell’anteprima dello spettacolo, tenuta il 25 novembre 2025 pressoEspaci Occitan a Dronero.

Foto di Paolo Viglione.


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9 novembre, macerata: argofest


Domenica 9 novembre, dalle 16 alle 23
Circolo Arci Gramaccia – Macerata
viale Leopardi 8

ARGOFEST


25 anni di rivista, 6 anni di Argolibri

Una grande festa con gli autori, le autrici e tutto il collettivo argonautico…

Letture, anteprime, dj-set

ARGO: about
ARGO: libri

#anteprime #Argofest #CircoloArciGramaccia #djSet #FabioOrecchini #letture #Macerata #poesia #rivista #riviste #ValerioCuccaroni

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atto di trasformazione / elio martusciello. 2025


Mi piace immaginare, nutrito sicuramente dalle mie letture di Serres, Bergson, Derrida e altri, ogni corpo, da quello umano a quello di un cerbiatto, ogni oggetto inanimato, da un orologio a una pietra, come a un supporto di memoria. Insomma, qualcosa di non molto diverso da una pergamena, un manoscritto medievale, un libro stampato, una biblioteca, un archivio digitale, un cloud. Un modo per conservare delle informazioni, una certa logica operativa, funzionale, organizzativa, ricombinativa. Forse l’essere è sempre un essere-registrante. Il tema però è che ogni supporto è anche un dispositivo di oblio. Ogni forma di registrazione, che sia pietra, carta o silicio, contiene già in sé il proprio principio di combustione, di consunzione, di deperimento, di degradazione. Hanno bruciato i papiri d’Egitto, le biblioteche di Alessandria e di Baghdad, i manoscritti riscritti sui palinsesti medievali, i libri banditi, le lingue morte, le musiche che nessuno ha più saputo leggere o suonare. Scompare il mondo naturale stesso: piante estinte, animali scomparsi, paesaggi dissolti in altri paesaggi. Internet non fa eccezione. Anzi, rende questo destino più visibile e più rapido: i link scompaiono, i server si spengono, i formati diventano illeggibili. Sembra, quindi, che si tratti di un processo cosmico: l’entropia della memoria. Forse, allora, ciò che dobbiamo imparare a pensare non è tanto quello di conservare ogni ricordo, ma di riconoscerne la finitudine, di apprezzarlo piuttosto come flusso e non come possesso, dove ogni atto di rievocazione è anche un atto di trasformazione.

#archivi #archivio #biblioteca #biblioteche #cloud #ElioMartusciello #memoria #oblio #permanenza #persistenza #registrazione #supportoDiMemoria #teoria

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da oggi al 6 novembre, a roma: ix edizione de “il progetto e le forme di un cinema politico” – liberazione / liberazioni
LIBERAZIONE/LIBERAZIONI
IX edizione de

“Il progetto e le forme di un cinema politico”


dal 4 al 6 novembre 2025:
giornata di studio, rassegna cinematografica e
riflessione critica sull’attualità della Resistenza.

ROMA

Libreria Spazio Sette
Cinema Farnese
Teatro Palladium

Torna a Roma, dal 4 al 6 novembre 2025, Il progetto e le forme di un cinema politico, la rassegna ideata e curata dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) in collaborazione con la Fondazione Gramsci, giunta quest’anno alla sua nona edizione.

Pensata come un laboratorio aperto di pensiero critico e confronto interdisciplinare, l’iniziativa si articola in una giornata di studio e in una rassegna cinematografica, con l’obiettivo di esplorare il cinema non solo come prodotto artistico o documento del reale, ma come strumento attivo di riflessione politica. Il progetto propone una definizione più ampia e profonda di cinema politico: un linguaggio capace di agire sulla percezione del mondo, interrogando la memoria, la storia, i conflitti e le trasformazioni in corso attraverso il potere delle immagini.

Quest’anno, il titolo scelto – Liberazione/Liberazioni – risuona con particolare forza, perché la rassegna si colloca nel quadro dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, ricorrenza che, ben oltre la celebrazione rituale, invita a un rinnovato esercizio di pensiero critico e consapevolezza storica. L’anniversario del 1945 cade infatti in un momento cruciale della storia italiana ed europea, in cui le democrazie sembrano sottoposte a una crescente pressione.

Il cuore della rassegna e della riflessione critica sarà dunque non solo il momento storico della Liberazione e il cinema del dopoguerra – che ha inaugurato la stagione più fertile del cinema italiano – ma anche, e soprattutto, le forme di cinema politico emerse dopo il 25 aprile 1945, con linguaggi e visioni capaci di intercettare il presente e proiettarlo oltre, verso nuove possibilità di resistenza, memoria e trasformazione sociale.

Il programma si apre martedì 4 novembre con una intensa giornata di studio presso la Libreria Spazio Sette di Roma. A inaugurare i lavori saranno i saluti istituzionali di Vincenzo Vita, presidente dell’AAMOD, e di Francesco Giasi, direttore della Fondazione Gramsci. Seguiranno tre momenti di riflessione articolati tra mattina e pomeriggio, con il coinvolgimento di studiosi e studiose che, da prospettive diverse, affronteranno il tema della liberazione, della resistenza e delle sue risonanze nel cinema e nella società contemporanea.

Il primo intervento sarà a cura di Ermanno Taviani, che introdurrà il tema “Cinema e Liberazioni”, ponendo le basi teoriche per l’intera giornata. Paolo Speranza interverrà con una relazione dedicata alla rappresentazione della Resistenza nel cinema italiano, ripercorrendo l’evoluzione di un immaginario cruciale nella narrazione collettiva del dopoguerra. Maurizio Zinni si concentrerà invece sulle revisioni cinematografiche della Liberazione, con un intervento dal titolo provocatorio: Solo un muro pieno di buchi, in cui analizzerà le retoriche e le fratture emerse nel corso degli anni. A dialogare con i relatori sarà Alessia Cervini, nel ruolo di discussant.

Dopo una breve pausa, la sessione proseguirà con due voci che offriranno sguardi non eurocentrici: Samuel Antichi rifletterà sul ruolo della macchina da presa come strumento di lotta e protezione all’interno della pratica documentaria palestinese, mentre Donatella della Ratta porterà una lecture-performance intitolata Violenza speculativa, incentrata sulle promesse non mantenute e sulle contraddizioni della narrazione visiva nei contesti di conflitto. Giacomo Ravesi accompagnerà la discussione con un focus critico su questi contributi.

Nel pomeriggio, coordinati da Christian Uva, si alterneranno le voci di Matteo Cavalleri, che esplorerà l’antropologia etica della Resistenza attraverso l’analisi di soggetti e figure emblematiche, e Micaela Veronesi, con un intervento dedicato alle donne nei documentari resistenziali, mettendo in luce i linguaggi che hanno costruito la memoria femminile del Novecento. Valerio Romitelli proporrà un approfondimento su Il campo giusto di Elio Cicchetti, un film partigiano mancato ma emblematico per le riflessioni che solleva. A chiudere, Alma Mileto offrirà uno sguardo sul cinema contemporaneo, interrogandosi su come il concetto di liberazione venga ereditato e rielaborato dalle nuove generazioni. Il pomeriggio si concluderà con il contributo di Alexander Höbel.

La rassegna cinematografica prenderà il via mercoledì 5 novembre al Teatro Palladium, con una selezione di film che attraversano il cinema della Liberazione e quello più recente, con uno sguardo trasversale sulle estetiche del dissenso e sulle narrazioni di resistenza. A introdurre la serata sarà Stefania Parigi. La prima proiezione sarà Roma città libera, diretto nel 1946 da Marcello Pagliero, un’opera cardine del neorealismo, ambientata in una Roma liberata ma ancora ferita dalla guerra. Il film, girato in gran parte in esterni, racconta la vita di due giovani marginali in una città che cerca di ritrovare un senso e un’identità. Una pellicola dallo stile sobrio e disilluso, che mostra una capitale notturna, cupa e desolata, abitata da piccoli espedienti, generosità improvvise e una malinconia profonda.

Seguirà Corbari di Valentino Orsini, del 1970, che rievoca la vicenda storica di Silvio Corbari, partigiano romagnolo simbolo della resistenza armata. Il film si distingue per un’aderenza rigorosa ai fatti e per la tensione morale che attraversa l’intero racconto, incarnata da un giovane Giuliano Gemma in una delle sue interpretazioni più intense. Girato in pieno clima post-sessantottino, Corbari rilegge la lotta partigiana alla luce delle battaglie politiche del presente, con una regia vibrante e un’impostazione chiaramente militante.

La giornata si chiuderà con Caccia tragica di Giuseppe De Santis, del 1947, una delle opere fondative del cinema neorealista a sfondo sociale. Ambientato nel secondo dopoguerra, il film racconta la caccia a una banda di criminali che ha assaltato un camion di viveri destinato a una cooperativa agricola. In bilico tra western rurale e parabola morale, Caccia tragica mette in scena la fragilità del patto democratico appena nato, il peso delle disillusioni e la necessità di una nuova coscienza collettiva. La proiezione avverrà in pellicola 35mm.

Giovedì 6 novembre, sempre al Palladium, la programmazione proseguirà con Austerlitz di Sergei Loznitsa, film documentario del 2016 che esplora il turismo della memoria nei campi di concentramento nazisti. Attraverso lunghe inquadrature fisse, Loznitsa mostra visitatori che scattano selfie o consumano panini tra le baracche, restituendo un’immagine disturbante della banalizzazione del male e della trasformazione dei luoghi della tragedia in scenari da cartolina.

A seguire sarà proiettato Nome di battaglia: donna, il film di Daniele Segre del 2016, che raccoglie testimonianze vive, potenti e commoventi di partigiane italiane, restituendo loro voce, corpo e spazio. Una pellicola preziosa, in cui la resistenza al fascismo si intreccia con quella contro il patriarcato, e dove la memoria orale diventa una forma attiva di lotta politica.

Chiuderà la giornata A Fidai Film di Kamal Aljafari, presentato nel 2024 e girato tra Palestina, Germania, Brasile, Francia e Qatar. Il film, sperimentale e stratificato, si sviluppa come un dialogo con l’assenza e con le immagini negate, costruendo un montaggio ipnotico tra i resti del cinema palestinese disperso o censurato. Al termine della proiezione è previsto un incontro con il regista, in dialogo con Wasim Dahmash.

La rassegna si concluderà al Cinema Farnese con due opere che riportano il discorso alla memoria famigliare e al contesto storico italiano. Il primo titolo è La Liberazione, un film di famiglia, un progetto firmato da Michele Manzolini e Paolo Simoni, che unisce fonti d’archivio, materiali privati e riflessione storiografica per offrire una visione intima e collettiva insieme del 25 aprile. Presentato da Paolo Simoni, il film invita a rileggere la Liberazione attraverso gli occhi delle famiglie italiane, in un dialogo tra la grande e la piccola storia.

A seguire sarà proiettato Le stagioni del nostro amore di Florestano Vancini (1966), film intenso che narra la storia di un intellettuale disilluso, interpretato da Enrico Maria Salerno, che ripercorre le proprie scelte giovanili e la stagione della Resistenza, interrogandosi sul senso dell’impegno nella società del boom economico. Una riflessione amara e profonda sulla memoria, l’identità e la coerenza etica, resa ancora più attuale dall’instabilità del presente.

informazioni e PROGRAMMA completo:
https://slowforward.net/wp-content/uploads/2025/10/liberazione-liberazioni_-programma-nov-2025.pdf

#AAMOD #cinema #CinemaFarnese #cinemaPolitico #FondazioneArchivioAudiovisivoDelMovimentoOperaioEDemocratico #FondazioneGramsci #Liberazione #Liberazioni #Resistenza #SpazioSette #TeatroPalladium

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Nuovo Piano Regolatore del Porto, cemento e distruzione ambientale


“Apprendiamo con sconcerto che l’Autorità Portuale di Catania, il 29 ottobre 2025 ha approvato il nuovo Piano Regolatore del Porto di Catania”, si apre così il Comunicato di un gruppo di associazioni preoccupate per il gravissimo impatto che gli interventi previsti da questo Piano avranno sulla città.

Le associazioni firmatarie sono LIPU, Volerelaluna, WWF Sicilia NordOrientale e due […]

Leggi il resto: argocatania.it/2025/11/04/nuov…

#Acquicella #AutoritàPortuale #LipuCatania #ParcoMontePoValloneAcquicella #pianoRegolatoreDelPorto #scoglieraDArmisi #SoprintendenzaCatania #Volerelaluna #WWF

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Lightroom Classic v.15


Adobe, con la versione 15.0 di Lightroom Classic, ha introdotto ulteriori funzionalità basate sull’Intelligenza Artificiale

Non installo mai un nuovo aggiornamento al primo giorno di rilascio, per prevenire eventuali bug non ancora scoperti, soprattutto quado prevede, come in questo caso, l’aggiornamento del catalogo di Lightroom Classic.
La schermata Informazioni di Lightroom Classic Versione 15.0La schermata Informazioni di Lightroom Classic Versione 15.0
Ma non ho saputo resistere, viste le novità introdotte da Adobe, e ho subito installato l’aggiornamento alla versione 15.

Premetto che questo articolo è una mia riflessione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale pertanto non andrò ad elencare le funzionalità introdotte con la versione 15 di Lightroom Classic.


Personalmente non sono particolarmente interessato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa cioè le funzionalità per stravolgere una foto togliendo elementi, cambiando sfondi o modificando lo sfocato.

Ma in questo aggiornamento, alcune delle funzionalità introdotte, mi hanno spinto a provarle perché sono di supporto all’utilizzo del software da parte del fotografo.

Mi spiego meglio.
Funzionalità come Culling assistito, Assisted Clulling, (in accesso anticipato), oppure Impilamento automatico, Auto Stacking, aiutano il fotografo nella catalogazione delle foto, andando a ridurre i tempi necessari a svolgere questo compito.

Così come è stato con l’introduzione delle maschere Selezione Cielo, Soggetto, Persone, ecc..
Il nuovo tab Clulling assistito di Lightroom Classic ver. 15.0Il nuovo tab Clulling assistito di Lightroom Classic ver. 15.0
Personalmente trovo molto interessante l’utilizzo di supporto dell’intelligenza artificiale per lo svolgimento di operazioni ripetitive e/o per velocizzare l’utilizzo del software.

E trovo molto meno interessante l’utilizzo generativo dell’intelligenza artificiale come, ad esempio, per generare parti mancanti di una foto, eliminare soggetti, introdurre uno sfocato che non c’è o la sostituzione di uno sfondo.

Premetto che, da malato di tecnologia quale sono, ho un approccio entusiasta alle innovazioni che l’informatica ci propone. Per poi andare a approfondire il tipo di utilizzo e le ricadute che può comportare.

Ovviamente questo è il mio parere di utilizzatore del software Lightroom Classic e ci terrei che, questo breve articolo, sia l’occasione di scambio di opinioni sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.





Tutte le novità introdotte da Adobe con la Versione 15 di Lightroom Classic

Se sei curioso di sapere come è andato l’aggiornamento ti dico che fino ad oggi 🤞non ho riscontrato problemi 😉

Per approfondire gli aggiornamenti introdotti ti consiglio la pagina Adobe con le novità di Lightroom Classic.

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Entrambi disponibili su YouTube anche con la traccia audio tradotta in italiano.

Altro video molto dettagliato, e in italiano, è l'ultimo video pubblicato dal canale Scatta e Impara.
youtube.com/embed/xTYyWZskCM4?…
Scatta e Impara

👋 A presto,
Giovanni


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propaganda e negazionismo antisemiti nel film “theresienstadt” (1944) – analoghi alle prassi sioniste di oggi


copio questo post da
mastodon.uno/@carneade/1150830…

Siccome ci sono “influencer” di #Israele che raccontano che #Gaza è terra di «opportunità e di cibo», penso sia utile ricordare che anche gli “influencer” (*) nazisti, con parole analoghe, descrivevano al mondo le meraviglie del lager di Theresienstadt.

(*) Certo nel 1944, gli “influencer” si chiamavano “propagandisti”. Ma il senso è quello: raccontare bugie ad oltranza, tanto qualche fesso che ci crede si trova sempre.
Filo nazista, ieri. Filo sionista, oggi.

youtube.com/embed/3Y99oXBU3QM?…


filmstudies.princeton.edu/even…

#Gaza #influencer #Israele #KarelPecEny_ #KurtGerron #negazionismo #propaganda #Theresienstadt


Siccome ci sono "influencer" di #Israele che raccontano che #Gaza è terra di «opportunità e di cibo», penso sia utile ricordare che anche gli "influencer" (*) nazisti, con parole analoghe, descrivevano al mondo le meraviglie del lager di Theresienstadt.
Certo nel 1944, gli "influencer" si chiamavano "propagandisti". Ma il senso è quello: raccontare bugie ad oltranza, tanto qualche fesso che ci crede si trova sempre.
Filo nazista, ieri. Filo sionista, oggi.
youtube.com/watch?v=3Y99oXBU3Q…

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lunedì lunatico ma per motivi più soliti che mai (questi lunedì stanno diventando sempre più preoccupanti per me)


Oggi è stato lunedì, e purtroppo, a quanto pare, è ormai pure novembre (…aiuto). Insomma, non solo octtobre è finito, ma oggi è proprio quel classico lunedì stereotipicamente palloso, per me… E in realtà anche lo scorso, e forse vagamente quello ancora prima (o forse quello no, non ricordo bene, eccetto il dettaglio che stavo morendo alzandomi dal letto; ma potrà mai importare davvero qualcosa, a questo punto?)… però oggi davvero, gli astri sono così bruttamente allineati, tanto da costringermi a fare doppio post. (…Come se ieri poi avessi scritto qualcosa qui, e quindi il post di stamattina non andasse tecnicamente a contare indietro per ieri…) 🤷‍♀️

Non posso dire nulla di completamente non scontato in questa condizione, però boh: oggi gaming poco (…solo ai puzzle sul telefono, ops), reading meh, writin’ insomma, programmin’ è complicato, sonno fin troppo, e scrollrotting altrettanto. (Si, proprio quest’ultimo dettaglio sembra strano, visto cosa ho detto a proposito di me e questo comportamento stamattina, ma invece ha senso: quando non ho voglia di fare veramente nient’altro, apro Pinterest e ci spendo i quarti d’ora a trovare immagini realissime che mi distraggono dagli orrori facendomeli rivivere, per salvare così le perle su Pignio… che mai ci possiamo fare?) Ed è a parte gli scherzi un po’ strano, perché anche lunedì scorso mi andò circa esattamente così… ma, evidentemente, sono semplicemente al mio limite esistenziale; oppure, il potere della Luna, che questo giorno possiede, ha iniziato ad infondermi infallibilmente di questa specie di sonno interiore. 🪨

Una piccola differenza però, oggi, c’è stata, nell’andare all’università; o meglio, nel tornare. Le lezioni, soprattutto le due non a scelta libera (ma non solo…), rimangono tutte assolutamente uguali, eh — una palla mortale ogni volta peggio della precedente, che a questo punto davvero mi sorge il dubbio di se ci arriverò mentalmente viva a fine trimestre oppure no, perché attualmente l’assetto non sembra minimamente favorevole alla mia stabilità; e da un lato capisco che l’università è per sua natura pallosa, ma sento che c’è qualcosa fuori posto se mi annoio 3-5 volte di più qui che a scuola, e credo sia a questo punto lecito chiedermi se è informatica ad essere un cimitero o se, piuttosto, questa sensazione di morte colpisce tutte le facoltà di tutti gli atenei — e, tra il professore che il lunedì sparisce per far fare lezione all’assistente al posto suo, e quello che non si sta mai fottutamente fermo e deve girare costantemente tra i banchi manco fossimo alle medie, la tentazione di recarmi in un posto appartato per smolecolarmi è alta. 😇

…Ah, mi dispiace, dovevo parlare di differenze, non di cose fottutamente uguali, errore mio… Beh, di diverso oggi c’era il meteo, che ha deciso di essere brutto adesso — e quindi, si spera di conseguenza che non lo sarà giovedì, come invece ha preso il vizio orribile nelle ultimissime settimane… ma ci credo poco, penso che pioverà ugualmente — ma non per farmi banalmente preoccupare; per sommergermi e farmi diventare inzuppata. Infatti, non so come, ma, con tutto l’ombrello sopra la mia testa, e nonostante non piovesse troppo pesante in quel preciso momento (aveva rallentato proprio da qualche minuto), nell’andare a prendere l’autobus mi sono letteralmente infracicata: gocce d’acqua ovunque sui vestiti di sopra, calzini bagnati che è un piacere, e pantalone completamente sommerso che mi ha tenuto le gambe ghiacciate per tutto il viaggio (appena il tempo di asciugarsi). 🥱

…O meglio, lo so come mai mi sono bagnata così: perché ho voluto prendere l’autobus di 5 minuti prima che finisse la lezione inutile, ma ho sforato di un paio di minuti per andarmene, quindi ho dovuto correre senza neanche il tempo di abbottonarmi i vestiti che avevo addosso, e attraversare la pavimentazione esterna dell’università completamente allagata, facendo quel giro di merda per uscire (gli altri studenti di questo buco di posto capiranno… gli 1 e mezzo che mi seguono, cioè) solo perché non c’è una bella strada in linea d’aria… e, tra il fatto che io correvo, e la pioggia cadeva storta per colpa del vento, l’ombrello è stato completamente inutile; si è bagnato anche lo zaino, e penso che mi sarei bagnata pure la testa se non avessi avuto un cappuccio. La cosa strana è che non mi sono minimamente accorta di tutto ciò mentre raggiungevo l’autobus, ma, una volta completato tale vitale obiettivo, la mia mente si è inevitabilmente spostata sul disastro. 👃
Foto di me sul bus con le frecce a indicare le parti bagnate dei miei vestiti, e del bus
Vabbé. Viste tutte le cose non nuove che ho detto, credo non sia un problema se mi azzardo di aggiungere “fuck my stupid dripping wetcel life“… però ok, dai, questa non è la fine del mondo, dovendo essere onesta. Almeno, l’acqua che mi cade addosso di sorpresa (e quella che si trova dentro l’autobus, che è veramente assurda… la trovo proprio un pochino icky, ma non so perché) mi fa comunque sentire qualcosa, una sensazione sì fastidiosa ma reale… a differenza della mattinata passata, che è quello che è, e la continuazione della giornata, che semplicemente si sfoca in una nube di nulla e di tempo che passa in maniera tanto rapida quanto indefinita, senza portare a niente se non a sprofondare ulteriormente nelle trappole mentali… e vabbé for real. 😵

#giornata #lunedì


tanto programming con poi il malo svegling causa la quasi gran morte dell’octt… (stavo per svenire alzandomi troppo veloce stamattina)


A causa del mio terribile ma solito infognamento di fine settimana, stavo per scherzare sul fatto che troppo programming, con poco gaming e soprattutto niente reading e writing, fa male alla salute… Perché si sta ore fissi davanti al PC, a fare i conti con testi bizzarri in linguaggi decisamente poco umani, per poi andare a dormire incazzati pensando ancora a quella roba (o meglio, quello che non si è fatto), e poi la mattina dopo, ancora prima di riprendere conoscenza (!!!), si pensa automaticamente a quello, e quindi ci si sveglia subito con un bel mal di testa, solo per poi (dopo colazione eh, ma comunque) andare ad incollarsi di nuovo davanti al PC per continuare l’effettivo programming… 😭

Tuttavia, ecco, non immaginavo affatto che il lievissimo mal di testa di 1 o 2 minuti ieri fosse solo il tutorial, mentre l’effettivo momento non epico fosse un ben più lungo (5 minuti???) calo di energia vitale (di pressione, probabilmente, dato che all’effettivo la sensazione è simile a se mi rubano il sangue… tanto sangue) che boh, non mi spiego!!! O meglio, me lo spiego nel fatto che è colpa del programming, per cui scrivere tutti quegli incantesimi così forte assorbe una quantità assurda di energia magica, e quindi succede questo… anche perché, sennò, davvero non si capisce come mai io abbia percepito questo genere di scherzetti solo in queste ultime due mattine, quando guarda caso solo in questo fine settimana ho fatto granché programming, i giorni prima no. Ho già pure dimenticato metà dei sintomi, ma è veramente una cosa assurda, ad un certo punto mi si sono pure ammosciati i 5 sensi, mentre stavo sul divano sperando di non cadere all’aldilà proprio oggi… 🤢

A parte gli scherzi, probabilmente è solo che mi sono alzata troppo di botto dal letto, senza nemmeno accorgermene, e dunque sarà accaduto appunto un calo di pressione… ma il punto è che non me lo spiego così forte, al punto che stavo quasi per cadere per terra ad ogni passo, ad un certo punto dal bagno al divano. Vero è che stanotte ho dormito solo 4 ore circa, perché come ho detto il programming fa male anche solo nella misura in cui offusca la mente di pensieri — riguardo la cosa stessa, o che portano la mente a vagare su altre cose, spesso non buone, come il dolore esistenziale di sottofondo — impedendo di addormentarsi serenamente ed efficientemente, e quando mi sono alzata è stato avendo notato che avevo ignorato la sveglia per 20 minuti e quindi ero in ritardo, però insomma… 😵‍💫

A me comunque pare di non essermi alzata in modo fisicamente meno calmo di altre mattine, ma a questo punto mi viene il dubbio… E se normalmente io mi alzassi con abbastanza calma, ma proprio ieri matttina il programming mind virus mi ha fatta uscire dal letto di fretta per via delle cose da continuare (e non ho avvertito gravi effetti solo perché avevo dormito 9 ore buone), mentre stamattina ci si è messo il tempo tiranno a mettermi fretta? Però, mannaggia a quel gran zio delle pere fritte… se il mio corpo è in uno stato tale che poco mi manca per svenire se mi alzo troppo velocemente, per quale cazzo di motivo le mie gambe me lo permettono??? Con lo stato mentale in cui sto la mattina presto, io certamente non mi posso ricordare di alzarmi piano piano sennò muoio, quindi preferirei che ci fosse un meccanismo di sicurezza automatico… (Anche se, qualora ci fosse, probabilmente pure me ne lamenterei, perché “come è possibile che non riesco a muovere le gambe? e se arrivano le bombe israeliane anche nella mia città e devo scappare come faccio???“… vabbuò.) 🐥
The state my familyfinds me in after standing uptoo quickly:pignio.octt.eu.org/item/105934…
#mattina


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8 novembre, roma: finissage della mostra di magdalo mussio @ bianco contemporaneo: “il segno dell’essere sulla traccia del tempo”

Il segno dell’essere sulla traccia del tempo

di

Magdalo Mussio

presso la galleria BIANCO CONTEMPORANEO

introduzione al testo di Loredana Finicelli e testo critico di Paola Ballesi

Finissage 8 novembre 2025, ore 17:30

Via Reno 18/a Roma



In mostra una serie di 15 opere dell’artista scomparso nel 2006, che mostrano l’ultima fase della sua ricerca: il periodo nel quale egli sembra trovare tenui indizi di alle sue indagini di una vita. Un’ esistenza finalizzata alla comprensione dell’Umano, utilizzando il segno grafico, sia sotto forma di scrittura che di immagine, come medium privilegiato di ricerca.

#art #arte #asemic #asemicWriting #BiancoContemporaneo #finissage #LoredanaFinicelli #MagdaloMussio #materialiVerbovisivi #mostra #PaolaBallesi #scritturaAsemica

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Porsi l’obiettivo di impedire ai minori l’accesso ai contenuti considerati a carattere pornografico pubblicati in Rete è un po’ come provare a svuotare il mare usando un secchiello da spiaggia.

Il Governo ha affidato all’AGCOM questo compito che dovrebbe iniziare a essere messo in pratica il prossimo 12 novembre quando i “soggetti che ad oggi diffondono in Italia contenuti pornografici” […]

pepsy.noblogs.org/2025/11/03/i…

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(Questo articolo è in fase di modifica)
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“oca tre toc to”, di francesca perinelli (déclic, 2025) @ finestra di antonio syxty (podcast)


open.spotify.com/embed/episode…

open.spotify.com/episode/4tmyT…

il libro: declicedizioni.it/prodotto/oca…

L’incontro vede in conversazione Antonio Syxty con Francesca Perinelli e Antonio Francesco Perozzi.

“prima d’allora, venivamo al mondo con platone, plutarco e plotino, che sceglievano noi per vivere la loro vita.”

Quattro linee mimetico-digressive, figlie di un gioco linguistico elementare e portatrici di altrettanti blocchi di disomogeneità stilistica, si incrociano ignorandosi. I loro titoli non suggeriscono un’interpretazione complessiva: l’attribuzione dei referenti è per chi si ostina a cercare una via d’uscita tra false metafore, accostamenti incongrui e coordinate ingannevoli. Meglio sarebbe accettare l’insignificanza dell’accumulo, l’indistinzione cui approda l’autocelebrazione, la ripetizione pornografica degli schemi, adattabili a ogni frangente della vita. la risata come seria ipotesi di salvezza.

Carlo Sperduti: redazione e impaginazione

Progetto grafico e immagine di copertina: Resli Tale

#AntonioFrancescoPerozzi #AntonioPerozzi #AntonioSyxty #CarloSperduti #déclic #déclicEdizioni #FrancescaPerinelli #LaFinestraDiAntonioSyxty #MTM #MTMManifattureTeatraliMilanesi #ocaTreTocTo #ResliTale #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #transgenericità

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Senza parole


Non credo serve spiegare…

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la notizia di “vamp” … giovedì


grazie alla collana Settanta/Milieu, diretta da Sergio Bianchi, che su fb rilancia la notizia di questo giovedì, corredata da alcune annotazioni che avevo steso per ragionare (non più soltanto tra me e me) sul libro Vamp, che appunto giovedì 6 novembre si presenta in (=pubblicato dalla) Camera verde:

Vamp_ segnalazione Settanta,Milieu
cliccare per ingrandire

1_
«VAMP». I temi del piccolo libro (veramente un fascicolo) sono – in ordine sparso e “sfocato” – (a) il film «Vampyr», di Dreyer, tutt’altro che mitizzato; (b) la falsità o meglio capziosità delle entrate-uscite delle inquadrature occidentali del male; (c) una virata verticale sul genocidio del popolo palestinese e sul suo incubo; (d) la totale inaffidabilità dei fantasmi che si incaricherebbero di «risolvere» l’incubo.

2_
Il testo si misura a suo modo anche con le modalità di autoassoluzione che il discorso occidentale mette in atto quando si trova davanti a sadismo e perversione.

3_
La moltiplicazione delle porte, delle cornici, degli stipiti e riquadri, nel film, contribuisce ad alludere a un labirinto o trappola che crea difficoltà a chi guarda ma anche al regista stesso. Queste difficoltà sono (anche) un’anfibologia: possono significare ostacolo e angoscia, come accade negli incubi; ma pure inciampi intenzionali (autoriali?) contro lo svelamento del vampiro.


*

Roma, giovedì 6 novembre 2025, ore 18:00
La camera verde, via G. Miani 20 (Ostiense)

presentazione/lettura di

VAMP


derelizione in prosa (in prosa) su certi ultimi nanosecondi occidentali

di
Marco Giovenale

(Ed. La camera verde, novembre 2025)

Collana Visioni dal Cinematografo
A cura di Giovanni Andrea Semerano

Su Mobilizon:
mobilizon.it/events/5f1991be-9…
Evento facebook:
facebook.com/events/2352745261…

#cambioDiParadigma #laCameraVerde #MG #microprosaInProsa #presentazione #prosa #prosaBreve #ProsaInProsa #reading #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #segnalazione #SergioBianchi #SettantaMilieu #Vamp

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fare politica tra i tavolini: un articolo di alessandra polidori (su ‘micromega’, 20 ott. 2025)


la rivoluzione nasce al bar_ fare politica tra i tavolini
cliccare per leggere

sul piano effettivo/concreto, fisico, sarebbe incompleto quel mio appello a pensare inventare formare costruire e collegare tra loro blog e siti di ricerca letteraria (e impegno politico), se disgiunto dalle connessioni nel …mondo tangibile.
questo articolo, che a me è molto piaciuto, lo sottolinea: micromega.net/la-rivoluzione-n…

#AlessandraPolidori #appello #bar #blog #dialoghi #dialogo #impegnoPolitico #letteratura #MicroMega #militanza #politica #ricercaLetteraria #ristoranti #siti #sollecitazione


exortatio | disseminare la ricerca (militanza = già archivio, ma disperso) / differx. 2024 & ’25


Come accennato più volte, quasi due anni fa mi sono impegnato a indicare, all’interno di un post, tutte o quasi tutte le riviste di letteratura italiana online effettivamente disponibili in quel periodo: agosto ’23. Il numero complessivo mi sembra si aggiri tutt’ora intorno alle 400 / 500 entità.

Con sorpresa ho notato che i siti e blog nutriti di specifica ricerca letteraria oggi raggiungibili sono rappresentati sempre (o: quasi esclusivamente) dallo stesso piccolo o medio & pressoché invariato gruppo che esisteva già circa vent’anni or sono. Rare, per quanto meritevoli (o -issime) le aggiunte.

Questo significa che:

nonostante l’importanza che la scrittura di ricerca / complessa / sperimentale ha assunto in Italia nel primo quarto del nuovo secolo, la sua presenza in rete è ancora assai relativa, in generale, e – anyway – sproporzionatamente minoritaria se la si paragona a quella dei siti più o meno definibili generalisti = di narrativa, di poesia, di romanzi di genere, di recensioni di novità normalmente distribuite nelle librerie di catena eccetera.

Ciò mi porta giocoforza a una riflessione abbastanza amara e direi anche stupefatta sul momento attuale. Perché, se da una parte è vero che sì, certo, la grande distribuzione ha selezionato in maniera feroce la produzione letteraria dagli anni ’80 a oggi, determinando un allargamento di monocolture di media o mediocre letteratura negli scaffali; dall’altra è non meno vero che quel luogo di relativa libertà che è la rete non ha registrato nell’ultimo ventennio un boom di nascite di spazi di sperimentazione, nonostante a nessuno sia impedito di aprire un blog, un sito, un account tumblr, o qualsiasi altro aggeggio che la rete consenta di gestire in indipendenza e senza pressioni.

La lunga e mogia premessa mi serve a dire che occorre non tanto saturare i canali in rete, come qualche tempo fa mi ripromettevo di proporre ai popoli, ma che semmai è prioritario (energicamente prioritario) iniziare, almeno iniziare, a creare qualche canale differente, ex novo, per la ricerca letteraria. Aggiungerne di ulteriori agli esistenti. Anche leggeri, blog e non siti, ma: non esitare assolutamente a farlo.

In sostanza, o italiani, io vi esorto alle lettere in rete. Le lettere sperimentali, complesse. Le lettere di ricerca. (O i saggi sulla).

Don’t be shy. Create il vostro blog, o il vostro sito o la vostra newsletter (substack, mailchimp, ..). Andate in caccia di quei materiali che meritano attenzione o semplicemente segnalate ciò che già esiste e che magari altri non hanno notato. Non pubblicate vostre gemme testuali e recensioni e osservazioni su facebook, create invece una pagina vostra/collettiva. Fate screenshot di testi fuori catalogo. Eccetera. Insomma date & diamo un qualche scossone alla rete per come è adesso.

Lamentarci della situazione presente non licet, io gerontocomicamente bofonchio, senza che almeno un po’ ci si impegni e industri per far sì che qualcosa cambi nell’atro contesto, almeno là dove il contesto è di fatto modificabile, i.e. in rete.

Dico questo anche per un motivo brutalmente (perdonate) generazionale e ricerca-centrato: nel momento in cui (tra qualche manciata di anni) si esauriranno per motivi banalmente anagrafici le esperienze avviate da gammm & sodali, così come quelle pensate da vari altri siti e soggetti ed ensemble, temo proprio che – in assenza di alternative online – rischi di riverificarsi esattamente la iattura che si determinò fra anni ’80 e ’90 nel mondo cartaceo: un diluvio di tanti e parallelli ritorni all’ordine [cfr. qui e qui].

Al tempo, ossia in quegli anni, non era possibile e forse nemmeno pensabile uno scontro frontale con le grosse realtà editoriali, che appunto spingevano per una letteratura pacificata. Oggi invece, ragiono, la cosa – almeno online – è realizzabile. Credo che si debba pensarci molto molto seriamente, e non solo pensarci. Ho iterato questo assillevole appello anche a Napoli il 6 e 7 settembre 2024 in occasione di Esiste la ricerca. E mi interessa ora trasmettere singolarmente, a voi che leggete, ovvero ai precisi destinatari di questo sito, non a una platea indistinta, quello che credo sia un obiettivo particolarmente urgente e cruciale ora. Non procrastinabile.

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