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Possono convivere privacy e moderni sistemi di videosorveglianza, basati sull'intelligenza artificiale?

Un recente articolo apparso su safetysecuritymagazine.com (safetysecuritymagazine.com/art…) analizza le possibilità di convivenza tra garanzie per la privacy dei cittadini e operatività degli apparentemente sempre più pervasivi moderni sistemi di viedosorveglianza.

L'approfondito articolo illustra diverse tecnologie di tutela della privacy applicabili alla videosorveglianza, evidenziandone la maturità e il potenziale di implementazione nel mondo reale. La privacy differenziale aggiunge rumore calibrato ai dati video per proteggere le identità individuali preservandone al contempo l'utilità statistica. Il calcolo multipartitico sicuro consente a più organizzazioni di collaborare all'analisi video senza condividere dati privati. L'apprendimento federato consente l'addestramento dell'intelligenza artificiale su dati distribuiti senza centralizzarli. Il mascheramento dinamico è la tecnologia più matura, che utilizza la visione artificiale per oscurare volti e figure umane mantenendo visibili i dettagli di sicurezza rilevanti. Queste tecnologie supportano la privacy nei moderni sistemi di sorveglianza.

Prosegue poi nel portare esempi dell’implementazione delle tecnologie privacy-preserving nelle smart cities (Singapore, Barcellona, etc.)

Dopo una analisi economica delle tecnologie privacy-preserving per la videosorveglianza (che rivela dinamiche complesse che vanno ben oltre la semplice valutazione di costi e benefici per toccare questioni fondamentali di equità sociale e accesso democratico ai diritti) il saggio si occupa del General Data Protection Regulation, e di come dopo sette anni di implementazione, abbia profondamente trasformato il modo in cui le organizzazioni approcciano la videosorveglianza. L’Articolo 35 GDPR, che richiede obbligatoriamente Data Protection Impact Assessment per la “sorveglianza sistematica di aree pubbliche su larga scala”, ha costretto migliaia di organizzazioni europee a ripensare radicalmente i loro approcci alla sicurezza video.
Tutto ciò mentre l’EU AI Act (formalmente denominato Regulation EU 2024/1689) disattivare o modificare sistemi di videosorveglianza che utilizzano riconoscimento facciale automatico in aree pubbliche.

Si passa poi a parlare delle sfide tecniche e dell'implementazione pratica delle tecnologie di tutela della privacy nella videosorveglianza, evidenziando i seguenti punti chiave:

  • [
]Sovraccarico computazionale e limitazioni prestazionali: le tecnologie di tutela della privacy come il mascheramento dinamico richiedono hardware di fascia alta (ad esempio, GPU specializzate) e comportano una latenza più elevata (160-200 ms), che può essere critica nelle applicazioni di sicurezza.
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]Precisione e vincoli ambientali: la precisione del riconoscimento di volti e figure varia in base a diverse condizioni di illuminazione, occlusione e altre condizioni ambientali, richiedendo sistemi e protocolli di backup.Problemi di larghezza di banda e interoperabilità: i flussi video crittografati o elaborati richiedono una maggiore larghezza di banda (dal 30 al 50% in più rispetto allo standard) e presentano problemi di interoperabilità con sistemi legacy e protocolli proprietari, aumentando i costi e i rischi di dipendenza da un fornitore.


Uno sguardo alle Tecnologie emergenti:

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]Sensori neuromorfici: imitano il sistema visivo umano e offrono vantaggi intrinseci in termini di privacy, ma sono attualmente troppo costosi e privi di ecosistemi software maturi.
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]Federated Learning (FL): consente l'addestramento dell'IA senza dati centralizzati, ma introduce un sovraccarico di comunicazione e problemi di sincronizzazione.
[]Differential Privacy (DP): aggiunge rumore calibrato per proteggere la privacy individuale nell'analisi dei dati, ma richiede un attento bilanciamento tra privacy e utilità dei dati.


Strategie di implementazione e best practice
Le organizzazioni devono condurre una valutazione approfondita delle proprie esigenze, inclusi i requisiti di privacy, le prestazioni e il budget. Un quadro di conformità strutturato è essenziale, che integri considerazioni legali, tecniche e operative. Privacy by design, minimizzazione dei dati e crittografia sono principi raccomandati per sistemi sicuri.
Prospettive future

  • []Sebbene siano improbabili innovazioni, si prevedono miglioramenti incrementali nelle tecnologie crittografiche e di IA.
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]Si prevede una crescita del mercato, trainata dalla conformità normativa e dalla consapevolezza dei consumatori.
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]Interoperabilità e standardizzazione sono fondamentali per ridurre la frammentazione e consentire un'adozione più ampia.

Contesto sociale e normativo:

  • [
]Il GDPR europeo e l'AI Act stanno plasmando il panorama normativo, promuovendo tecnologie che tutelano la privacy.
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]Un'implementazione di successo richiede non solo soluzioni tecniche, ma anche accettazione sociale, governance e collaborazione interdisciplinare.


#ai #videosorveglianza #privacy #gdpr #safetysecuritymagazine #euaiact


Scompaginata a Milano rete di riciclaggio tra Italia e Francia che utilizzava il sistema Hawala


Un network composto principalmente da criminali di origine siriana ed egiziana operava dal Nord Italia, offrendo quello che viene denominato ‘#crimeasaservice ’ (crimine come servizio), organizzando il riciclaggio di denaro per altri gruppi criminali attraverso il cosiddetto sistema "hawala".
Questo sistema prevede l'occultamento di profitti illeciti attraverso una serie di promesse o garanzie per il trasferimento di ingenti somme di denaro da riciclare. A tal fine, si avvale di una rete di "hawaladar", che creano una miriade di trasferimenti di denaro difficili da tracciare (leggi la nota esplicativa sottostante).
Nel caso del gruppo criminale smantellato, venivano acquistati e scambiati anche lingotti d'oro per nascondere i proventi illeciti, rendendoli ancora più difficili da rintracciare. I sospettati arrestati erano anche coinvolti nel traffico di droga, utilizzando veicoli con scomparti nascosti. Il valore stimato dei proventi e dei fondi illeciti è stimato in almeno 30 milioni di euro.

La cooperazione tra le autorità francesi e italiane è stata istituita tramite #Eurojust nel dicembre 2024, incluso l'avvio della squadra investigativa comune (#JIT) composta da elementi della Gendarmerie Nationale di Marsiglia – Section de Recherches e e della Guardia di Finanza - Nucleo Polizia Finanziaria di Milano, Unità Investigativa Criminalità Organizzata (GICO). Inoltre, #Europol ha coordinato le recenti operazioni per effettuare gli arresti e ha fornito supporto giudiziario transfrontaliero. Gli specialisti di Europol in materia di riciclaggio di denaro e analisi finanziaria hanno fornito la propria competenza alle controparti francesi e italiane. Durante le operazioni, gli investigatori di entrambi i paesi hanno utilizzato la piattaforma di comunicazione sicura di Europol per lo scambio di informazioni.

Durante le azioni congiunte in Francia e Italia, sono stati sequestrati i lingotti d'oro, ed anche contanti, auto di lusso e vari orologi costosi per un valore complessivo stimato di 8 milioni di euro.
Le autorità giudiziarie coinvolte sono state per la Francia la Jurisdiction Interrégionale Specialisée (JIRS) di Marsiglia e per l'Italia la Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia.

#Hawala è una parola araba che significa “scambiare” o “trasformare” e indica un sistema di rimessa alternativo, fortemente radicato nella cultura islamica e basato sulla fiducia, che trova le sue fondamenta nei testi dalla giurisprudenza islamica dell’VIII secolo. Nato per trasferire fondi legittimi e con finalità lecite, elimina il rischio legato al trasporto internazionale delle valute e fornisce supporto nelle aree del globo in cui il sistema bancario è carente. Oggi la hawala è ancora considerata legale in alcuni stati del Asia e del Medio Oriente.
La hawala è caratterizzata dalla presenza di due agenti denominati hawaladar, il primo situato nel luogo di partenza del denaro e l’altro nel luogo di ricezione, ai quali si rivolgono rispettivamente il cliente che vuole trasferire il denaro e il beneficiario.
Il cliente per trasferire dei fondi al beneficiario residente nel paese del hawaladar B si rivolge al hawaladar A con il quale concorderà le commissioni applicate sulla transazione nonché l’eventuale tasso di cambio che verrà applicato nel caso in cui il trasferimento avvenga in due valute differenti; la transazione viene autorizzata in base ad una parola d’ordine che il cliente comunica al hawaladar A in fase di consegna dei fondi, successivamente la stessa viene comunicata dal Cliente al Beneficiario; l’hawaladar A contatta l’hawaladar B informandolo dei dettagli dell’operazione e comunica allo stesso la parola d’ordine che dovrà essere comunicata dal beneficiario in fase di ritiro dei fondi; l’hawaladar B trasferisce i fondi al Beneficiario; l’hawaladar A e l’hawaladar B regoleranno successivamente le partite di debito/credito mediante compensazioni periodiche fra gli stessi.

@Attualità, Geopolitica e Satira


Anche l'Italia nella task force internazionale contro lo sfruttamento sessuale minorile


Oltre 20 paesi hanno partecipato all'operazione, ospitata presso la sede centrale di Europol all'Aia

Un totale di 51 bambini vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante la 17a edizione della Victim Identification Task Force (#VIDTF17). L'operazione si è svolta nel corso di due settimane, dall'8 al 19 settembre 2025, presso la sede di #Europol. 27 esperti di Europol, #INTERPOL e 22 paesi in tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per analizzare le immagini di bambini vittime di abusi non identificati, per identificarli e salvaguardarli.
Gli esperti partecipanti alla task force hanno analizzato oltre 300 set di dati raffiguranti vittime di sfruttamento sessuale minorile (CSE). Gli analisti hanno visto vittime di entrambi i sessi, dai bambini agli adolescenti, con una varietà di origini etniche e di molte nazionalità diverse. A seguito dell'operazione, alle autorità nazionali sono state inviate 213 piste per ulteriori indagini.

La Victim Identification Task Force (#VIDTF) è stata organizzata per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, insieme al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici di sfruttamento sessuale minorile.

Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico (CSAM) sembra ora essere molto più frequente rispetto al passato, probabilmente a causa dell'accessibilità e della grande capacità di archiviazione dei telefoni cellulari. Parallelamente, il CSAM generato dall’intelligenza artificiale è diventato uno dei modi principali in cui i trasgressori producono, acquisiscono e immagazzinano tale materiale.
Nel corso degli anni, i delinquenti hanno anche avuto accesso a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono anche tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare CSAM iperrealistico generato dall’intelligenza artificiale.

Oltre 1 000 vittime salvaguardate riunendo le forze

Le autorità nazionali spesso non dispongono degli strumenti e delle risorse umane per far fronte alla quantità di CSAM creato e diffuso. Questo è il motivo per cui la Task Force per l’identificazione delle vittime è così preziosa nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori: riunisce esperti di molteplici nazionalità, facilita la comunicazione e rafforza la cooperazione tra le forze dell’ordine di tutto il mondo.
Nelle precedenti sedici edizioni del VIDTF, le autorità hanno salvaguardato un totale di 1 010 vittime, arrestato 301 autori di reato, analizzato 8 005 set di dati e diffuso 2 266 pacchetti di intelligence ai partner di Europol.

L'appello di Europol

Europol ha recentemente rilasciato nuove immagini sulla piattaforma “Stop agli abusi sui minori – Trace an Object” (europol.europa.eu/stopchildabu…), che invita tutti i cittadini a esaminare gli oggetti provenienti da casi irrisolti di abusi sessuali su minori e vedere se ne riconoscono qualcuno. Nessun indizio è troppo piccolo: anche il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a identificare e salvaguardare un bambino abusato sessualmente.

L'obiettivo principale è risalire all'origine degli oggetti raffigurati. Chiunque ne riconosca uno può fornire informazioni a Europol in modo anonimo. Una volta identificato il paese o il luogo, Europol informerà l'autorità competente di contrasto per indagare ulteriormente. L'obiettivo è quello di accelerare l'identificazione sia della vittima che dell'autore del reato.

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Importazioni cinesi fraudolente in Ue. L'operazione Calypso di EPPO, la Procura europea che tutela gli interessi finanziari dell’Unione. Bloccati dalle autorità europee merci (soprattutto biciclette) per un valore di 250 milioni di euro


L’Ufficio del procuratore europeo (#EPPO) ha annunciato l’incriminazione di sei persone per il loro presunto coinvolgimento nell’ingresso fraudolento di merci cinesi (soprattutto biciclette e monopattini elettrici) nel porto greco del #Pireo. I sequestri di navi container sono avvenuti alla fine di giugno, per un totale di 2.435 container coinvolti e un valore della merce pari a 250 milioni di euro.
L’accusa dell’ufficio europeo fa parte dell’inchiesta “Calypso”, che quest’estate ha coinvolto numerosi scali dell’Unione Europea. La procuratrice capo europea, Laura Codruța Kövesi (nell'immagine), ha affermato: “Si trattava di un gruppo molto organizzato di criminali, specializzato in questo tipo di frodi. L’operazione Calypso manda a questi criminali un messaggio semplice: le regole del gioco sono cambiate, non ci sono più rifugi sicuri per voi!”.

Le autorità della dogana greca, a seguito delle prime prove ottenute, hanno accusato due doganieri, uno dei quali fermato venerdì, per false certificazioni e favoreggiamento. Inoltre, tra i fermati ci sono quattro spedizionieri frontalieri, già arrestati dalle autorità greche a giugno.
Il meccanismo fraudolento era in atto da almeno otto anni e ha causato una perdita stimata intorno ai 350 milioni di euro in dazi europei e 450 milioni di euro in IVA. L’EPPO ha stimato che, in media, solo “il 10-15 per cento del numero effettivo di biciclette elettriche in un container è stato dichiarato”.
Il modus operandi utilizzato dai contrabbandieri consisteva nel far entrare la merce dal porto del Pireo, dichiarando un valore molto basso. Operatori doganali, come spedizionieri o fornitori di servizi, facilitavano lo sdoganamento verso altri Paesi dell’Unione attraverso un meccanismo ideato per evadere il pagamento dell’IVA. Lo scopo era quello di assicurarsi un esenzione dal pagamento dell’IVA attraverso l’applicazione della Procedura Doganale 42 (CP42) che permette un esenzione se la merce viene venduta ad altre società comunitarie. In realtà, questi acquirenti finali non esistevano ed erano usati solamente come prestanome per evadere l’imposta. Le merci venivano, invece, stoccate in hub illegali cinesi e poi distribuite con documenti falsi in giro per l’Unione.

L’operazione Calypso, tenutasi quest’estate, è il più grande sequestro di container mai effettuato nell’Ue. L’indagine condotta dall’EPPO riguarda 14 Paesi: Bulgaria, Cina, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. La fese operativa di “Calypso” è iniziata il 26 giugno con l’esecuzione di 101 perquisizioni presso gli uffici di spedizionieri doganali. A giugno sono stati arrestati dieci individui in vari punti d’Europa. Nelle loro abitazioni, sono stati trovati circa 5,8 milioni di euro (di cui 4,75 milioni in Grecia e i restanti in Francia e Spagna), in diverse valute, tra cui dollari di Hong Kong ed euro, spesso custoditi in portafogli digitali e criptovalute.
L'EPPO, o Procura Europea, è un'agenzia dell'Unione Europea istituita nel 2017 per indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE, come frodi, corruzione o riciclaggio di denaro. È caratterizzata dall'essere la prima Procura sovranazionale dell'UE, con giurisdizione in 22 Stati membri; avere poteri di indagine e di azione penale diretti a livello transnazionale; essere indipendente sia dalle istituzioni dell'UE che dai singoli Stati membri; mirare a garantire un'applicazione uniforme del diritto penale dell'UE in tutta l'Unione.

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Ecuador: missione dei carabinieri forestali del centro di eccellenza di Sabaudia


A Quito una missione dei carabinieri forestali guidata dal Colonnello Cristina Avanzo, Comandante del Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale (#CoEEP) di Sabaudia. La missione è stata organizzata dall'Ambasciata attraverso la sede dell'Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (Aics, nell'ambito del programma #AMAZONIA+ che è finanziato dal #GlobalGateway dell' #UnioneEuropea.
Nel 2024, anno di particolare siccità, quasi 40mila ettari di territorio sono bruciati in #Ecuador a causa di incendi causati dall'uomo. Dopo una prima missione del Comandante dei #Carabinieriforestali, generale Andrea Rispoli, sono state prese ulteriori iniziative di solidarietà del nostro Paese.
A una riunione con il sottosegretario al Ministero dell'ambiente e il Capo della Protezione Civile, è seguito un incontro con i pompieri di Quito con i quali i #carabinieri hanno partecipato ad una esercitazione anti-incendio e ad un'informativa sull'incendio che ha colpito la città un anno fa, domato anche grazie al contributo dell'ambasciata d'Italia che mise a disposizione un elicottero. La delegazione si è recata anche presso la Procura Generale dello Stato per uno scambio di opinioni sulle normative e sui metodi investigativi per reprimere e punire gli incendi e ha infine ha avuto un incontro con rappresentanti della Polizia Nazionale.

I termini dell'accordo

Ecuador e Italia hanno concordato di rafforzare la loro collaborazione nella prevenzione e nel controllo degli incendi boschivi, a seguito della visita della Missione Esplorativa dei Carabinieri Forestali, rinomati a livello mondiale per la loro competenza nella protezione delle risorse naturali. Tra i risultati raggiunti, è stato presentato l'innovativo Dispositivo Integrato di Gestione degli Incendi nelle Aree Protette, implementato nella Riserva Geobotanica di Pululahua, che fungerà da modello per l'intero Paese.
Inoltre, oltre 400 guardie forestali sono stati formati in materia di monitoraggio ambientale, controllo forestale e risposta alle emergenze. L'accordo prevede l'istituzionalizzazione di un programma di formazione continua, la partecipazione di delegazioni ecuadoriane a corsi di formazione in Italia nel biennio 2025-2026 e la promozione di una legislazione specifica sugli incendi boschivi, oggi considerati un reato ambientale. Dal 2017, attraverso il programma Amazonía Sin Fuego Ecuador e con il supporto del governo italiano e dell'Unione Europea, oltre 1.200 brigadisti sono stati formati in materia di politiche pubbliche, monitoraggio satellitare e alternative all'uso del fuoco. Questi sforzi proseguiranno fino al 2027 con il programma Ukumary Forest Partnership. "Questa missione dimostra che la cooperazione internazionale è uno strumento potente per costruire un Ecuador più verde, più equo e più resiliente", ha sottolineato Byron Lagla, sottosegretario al Patrimonio Naturale presso il Ministero dell'Ambiente e dell'Energia (MAE). Il MAE ha ribadito il suo impegno a collaborare con alleati internazionali, comunità e organizzazioni nazionali per proteggere le foreste e rafforzare la gestione ambientale nel Paese.

Che cos'è il Centro di Eccellenza di Sabaudia?

Il Centro di Eccellenza per la Tutela Ambientale (CoEEP) di Sabaudia è un'istituzione internazionale situata all'interno del Parco Nazionale del Circeo, che opera come punto di riferimento per la formazione e la promozione della governance ambientale. Il centro, gestito dall'Arma dei Carabinieri, è nato dalla riqualificazione del Centro di Addestramento Forestale di Sabaudia e rappresenta un polo di eccellenza per l'ambiente, la biodiversità e la gestione delle aree naturali. Il suo obiettivo principale è fornire competenze teoriche e pratiche a funzionari e ufficiali provenienti da paesi in via di sviluppo, al fine di sostenere uno sviluppo economico sostenibile dal punto di vista ecologico.
Il CoEEP ospita corsi e attività formative rivolte a partecipanti da tutto il mondo, con un'attenzione particolare ai paesi africani e a quelli dell'Unione Europea. Recentemente, il centro ha accolto una delegazione della Macedonia del Nord nell'ambito di un progetto dell'Unione Europea. Inoltre, il centro è stato oggetto di una visita da parte della prefetta Vittoria Ciaramella, che ha potuto apprezzare le sue strutture ammodernate, che includono aule didattiche multimediali, una sala conferenze con servizio di interpretariato e camere per gli ospiti.
Il CoEEP è anche sede della scuola di formazione europea per il progetto LIFE Train2K, un'iniziativa finanziata con 1,5 milioni di euro e coordinata dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità. Questo progetto mira a migliorare la gestione della Rete Natura 2000 attraverso l'istituzione di un master universitario e la creazione di nuovi profili professionali come i "Natura 2000 Coach", gli "Eco-Restorer" e i "Ranger Natura 2000". Le attività formative si svolgono in modalità teorica e pratica, con esercitazioni dimostrative presso siti Natura 2000 nazionali ed europei.
Il centro ha ricevuto un forte interesse internazionale, testimoniato da missioni di presentazione in paesi come l'Etiopia, dove una delegazione dell'Arma dei Carabinieri ha presentato le potenzialità del CoEEP ai rappresentanti dell'Unione Africana. L'idea fondante del centro è quella di instaurare partnership istituzionali con le agenzie ONU impegnate in questioni ambientali per promuovere piani di formazione a favore dei paesi in via di sviluppo. L'Arma dei Carabinieri si è inoltre impegnata a promuovere la sua expertise in materia ambientale anche a livello europeo, essendo stata designata come Drivership per il settore crimini ambientali per il periodo 2022-2025.

#lifetrain2k

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Riciclaggio di denaro in tutto il mondo: un Manuale fornisce strumenti pratici per la cooperazione


Il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (#GAFI), il Gruppo #Egmont, l' #INTERPOL e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (#UNODC) chiedono una maggiore collaborazione globale tra analisti, investigatori, pubblici ministeri e altri soggetti, con il lancio di un pratico Manuale sulla Cooperazione Internazionale contro il Riciclaggio di Denaro, che fornisce strumenti essenziali per aiutare i Paesi ad accelerare le indagini e assicurare alla giustizia un maggior numero di criminali.
Il riciclaggio di denaro attraversa quasi sempre i confini nazionali e i criminali sfruttano le lacune tra i sistemi giuridici nazionali per nascondere le proprie attività ed evitare le sanzioni. Tuttavia, le valutazioni del GAFI mostrano costantemente che indagare, perseguire e sanzionare il riciclaggio di denaro rimane uno degli ambiti più deboli a livello mondiale. Senza una cooperazione più efficace, i Paesi non possono fermare sul nascere la criminalità finanziaria.
"Una minaccia internazionale richiede una risposta internazionale. Una vittima può spesso trovarsi dall'altra parte del mondo rispetto ai criminali che stanno distruggendo le loro vite o i loro mezzi di sussistenza, quindi dobbiamo vedere i paesi collaborare in modo più efficace e moltiplicare le nostre difese per garantire la sicurezza delle persone, assicurare più criminali alla giustizia e recuperare i profitti illeciti" è stata la dichiarazione di Elisa de Anda Madrazo, Presidente del GAFI

Globalizzazione dei sistemi finanziari e rapidi progressi tecnologici

Il manuale risponde alla globalizzazione dei sistemi finanziari e ai rapidi progressi tecnologici, che richiedono intelligence e azioni più rapide per tenere il passo con i criminali.
La risposta è promuove quindi la cooperazione informale, come canali di comunicazione sicuri, meccanismi di risposta rapida e analisi congiunte, che possono consentire indagini più rapide, flessibili e mirate, integrando i processi formali, solitamente legali, che sono spesso più lenti e proceduralmente complessi.

Collaborazione efficace

Il manuale evidenzia casi concreti che dimostrano l'impatto della cooperazione internazionale: le Unità di Intelligence Finanziaria in Italia, Spagna e Paesi Bassi hanno scoperto un sistema di riciclaggio transfrontaliero da 95 milioni di euro attraverso analisi congiunte e condivisione di informazioni. L'operazione AVARUS-X in Australia, supportata dalla Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ha smantellato una rete di riciclaggio che sfruttava le società di servizi finanziari per trasferire miliardi di dollari australiani all'anno. Le autorità statunitensi e indiane si sono coordinate in tempo reale per sequestrare asset in criptovaluta per un valore di 150 milioni di dollari, collegati al traffico di droga. Un'indagine multinazionale supportata dall'INTERPOL sul traffico di corni di rinoceronte ha ottenuto condanne a Singapore, supportate da prove provenienti dal Sudafrica.
Le organizzazioni avvertono che i criminali continueranno a sfruttare le scappatoie legali a meno che le unità di informazione finanziaria, le forze dell'ordine e i pubblici ministeri non cooperino in modo più efficace.
Quali le sfide

Le giurisdizioni devono affrontare diverse sfide nella gestione dei casi di riciclaggio di denaro, tra cui: accesso e poteri diseguali: le autorità competenti hanno livelli diversi di accesso alle informazioni, limitando la loro capacità di indagare efficacemente; volume crescente di dati e casi: l'aumento dei casi e delle richieste internazionali richiede risorse e capacità adeguate per gestirli; differenze nelle priorità: le giurisdizioni possono avere priorità diverse riguardo ai casi, complicando la cooperazione internazionale e l'efficacia delle indagini.
L'approccio delle autorità competenti nella cooperazione internazionale contro il riciclaggio di denaro è evoluto verso una strategia più mirata, in risposta all'aumento della complessità e del volume dei casi. Le autorità ora identificano specificamente quando e quali informazioni richiedere, cercando di massimizzare l'efficacia degli scambi di cooperazione. Inoltre, si è assistito a un passaggio da un approccio reattivo a uno più proattivo, anticipando nuove minacce e sfide nel panorama del crimine finanziario.

Cooperazione informale

Le autorità competenti possono utilizzare quattro principali tipi di cooperazione informale per assistenza: la cooperazione multilaterale: scambi di informazioni tra più giurisdizioni su piattaforme stabilite; quella bilaterale: scambi diretti tra due giurisdizioni; la così detta diagonale: collaborazione tra giurisdizioni diverse che non sono necessariamente collegate.
Inoltre possono approdare ad analisi e indagini congiunte: lavoro collaborativo su casi specifici per approfondire l'analisi e le indagini.
Le autorità competenti possono migliorare l'efficacia delle richieste internazionali di informazioni attraverso: la formazione e consapevolezza: garantire che il personale sia formato sui canali di assistenza disponibili e su come utilizzarli efficacemente; l' utilizzo di formati standardizzati: adottare modelli di richiesta standardizzati per facilitare la condivisione e la comparazione dei dati, riducendo il rischio di malintesi; la comunicazione continua: mantenere una comunicazione costante con le autorità richiedenti e riceventi per garantire che le esigenze siano soddisfatte e per fornire feedback tempestivi.
Esistono diversi strumenti e reti di cooperazione per facilitare lo scambio di informazioni tra le autorità competenti, tra cui:
- Piattaforme di comunicazione sicure: come il sistema Secure Web dell'Egmont Group (ESW), I-24/7 di INTERPOL e SIENA di Europol, che garantiscono comunicazioni criptate.
- Reti multilaterali: come il gruppo Egmont delle FIUs e INTERPOL, che offrono quadri per analisi congiunte e indagini collaborative.
- Protocolli standardizzati: linee guida e pratiche comuni che facilitano uno scambio di informazioni più coerente e affidabile.


Per saperne di più fatf-gafi.org/content/dam/fatf…


UNA ANALISI GLOBALE SUI CRIMINI CHE COLPISCONO L' AMBIENTE

Crimini forestali: Deforestazione illegale e abbattimento di alberi. Il ruolo dei Carabinieri Forestali italiani

In un suo recente documento che analizza i crimini che impattano sull'ambiente, UNODC (l'Agenzia delle Nazioni Unite contro la criminalità) sottolinea come quella forestale porta a significativi danni ambientali, riducendo la biodiversità e compromettendo la salute degli ecosistemi. Inoltre, minaccia i mezzi di sussistenza delle comunità locali che dipendono dalle foreste per il cibo e il reddito. Le pratiche illegali, come il disboscamento e la corruzione, possono anche portare a violazioni dei diritti umani, come il lavoro minorile e il lavoro forzato. Quando la criminalità forestale si sovrappone ad altre attività illegali, come il traffico di droga o il commercio di esseri umani, le conseguenze sono amplificate, causando danni significativi alle comunità e all'ambiente. Questa convergenza crea reti criminali complesse che facilitano la corruzione e l'inefficienza nelle forze dell'ordine, rendendo più difficile il monitoraggio e l'applicazione delle leggi.
L'obiettivo principale degli sforzi per fermare la perdita di foreste e la degradazione del suolo entro il 2030 è quello di "fermare e invertire" tali fenomeni, promuovendo al contempo uno sviluppo sostenibile e una trasformazione rurale inclusiva. Questo è cruciale per contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, poiché le foreste assorbono una quantità significativa di CO2. Inoltre, si mira a proteggere la biodiversità e garantire i mezzi di sussistenza delle comunità locali che dipendono dalle foreste.
Per combattere la criminalità forestale, sono necessari meccanismi di monitoraggio che includano tecnologie avanzate per la tracciabilità e la verifica della legalità del legname. È fondamentale migliorare la cooperazione internazionale e stabilire accordi bilaterali tra paesi produttori e consumatori per prevenire l'importazione di legname illegalmente estratto. Inoltre, l'applicazione delle leggi deve essere rafforzata attraverso l'istituzione di unità specializzate e l'integrazione di misure anti-corruzione nelle strategie nazionali. È necessario implementare meccanismi di monitoraggio avanzati, inclusi tecnologie geospaziali e cooperazione internazionale, per tracciare e verificare la legalità delle fonti di legname. Le normative devono essere costantemente valutate e rafforzate per chiudere le lacune legislative e adattarsi a nuove strategie illegali. Inoltre, è fondamentale coinvolgere le autorità di regolamentazione e le ONG nella supervisione delle attività forestali e nella promozione della trasparenza nella catena di approvvigionamento.
Le normative esistenti possono essere utilizzate per affrontare i crimini forestali attraverso l'applicazione di sanzioni penali e amministrative per le violazioni legate alla gestione forestale. È possibile migliorare la trasparenza e la responsabilità nella catena di approvvigionamento, imponendo requisiti di due diligence per garantire che i prodotti siano privi di deforestazione illegale. Inoltre, le leggi internazionali, come la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transnazionale, possono essere sfruttate per affrontare i crimini forestali a livello globale, integrando le politiche nazionali con strategie di enforcement più efficaci. La cooperazione internazionale di polizia può facilitare lo scambio di informazioni e intelligence tra le forze dell'ordine di diversi paesi per identificare e smantellare reti criminali coinvolte nella criminalità forestale. Può anche supportare operazioni congiunte per il monitoraggio e l'applicazione delle leggi, migliorando l'efficacia delle indagini su attività illegali transnazionali. Inoltre, la cooperazione può promuovere la formazione e lo sviluppo delle capacità delle forze di polizia locali per affrontare in modo più efficace i crimini ambientali.

Il ruolo dei Carabinieri Forestali italiani

In questo contesto i Carabinieri Forestali italiani rappresentano una componente peculiare nel panorama delle forze di polizia europee e mondiali. Essi uniscono le funzioni tradizionali di tutela ambientale e forestale con quelle di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, cosa non comune in altri Paesi (dove le polizie forestali non hanno poteri così estesi). Le loro competenze si estendono dalla tutela delle foreste, biodiversità, fauna e flora protette, al contrasto ai reati ambientali (inquinamento, traffico illecito di rifiuti, disboscamento illegale, commercio illegale di specie protette), gestione e protezione di aree naturali protette, parchi nazionali e siti UNESCO e supporto in emergenze ambientali (incendi boschivi, disastri naturali, dissesti idrogeologici).

Essi sono quindi considerati un modello europeo di polizia ambientale.
Contribuiscono a programmi di capacity building e formazione di altre forze di polizia o ranger in Paesi in via di sviluppo (es. lotta al bracconaggio in Africa, gestione forestale sostenibile nei Balcani e in Asia) e sono punto di riferimento in reti come INTERPOL Environmental Crime Working Group ed EUROPOL per reati legati a rifiuti e traffici di specie protette.
A differenza di altri corpi simili, non operano solo come law enforcement, ma anche come scienziati, tecnici forestali e investigatori, poiché hanno reparti specializzati in analisi ambientali, genetica forestale, balistica e tossicologia ambientale, che forniscono supporto tecnico anche a livello internazionale.

La loro presenza nelle missioni internazionali porta quindi con sé un forte valore simbolico: protezione del territorio e della natura come parte integrante della sicurezza globale. Inoltre, rappresentano uno strumento di diplomazia ambientale, perché uniscono sicurezza, sostenibilità e cooperazione multilaterale.
In sintesi, i Carabinieri Forestali si distinguono perché sono l’unica forza di polizia a carattere militare con specializzazione ambientale a livello mondiale, capace di operare sia sul fronte della sicurezza sia su quello della protezione della natura, e per questo sono particolarmente preziosi nella cooperazione internazionale.

Per saperne di più: unodc.org/documents/data-and-a…

UNODC, Global Analysis on Crimes that Affect the Environment – Part 2a: Forest Crimes: Illegal deforestation and logging (United Nations publication, 2025)

@Ambiente - Sostenibilità e giustizia climatica


CITTADINO CINESE FUGGITO DALL'ITALIA, ARRESTATO IN SPAGNA ANCHE GRAZIE ALLE RETE "ENFAST"

Un cittadino cinese evaso dalla Questura di Prato il 10 luglio scorso è stato catturato a Barcellona, in Spagna, ed estradato in Italia. Il fuggitivo è stato rintracciato dalla Squadra #FAST Italia (Fugitive Active Search Team) con il supporto delle reti di cooperazione internazionale di polizia #Eurojust ed #Europol/ENFAST. L'individuo ha utilizzato un passaporto autentico intestato a un altro cittadino cinese e si è affidato a una rete criminale per la logistica, il trasporto e il rifugio in diversi paesi europei. L'operazione, che ha visto la collaborazione tra le autorità italiane e spagnole, ha portato ad esecuzione con successo un Mandato di Arresto Europeo (#MAE), emesso dalla Procura di Prato.

La Rete Europea delle Squadre per la Ricerca Attiva dei Fuggitivi (ENFAST) è una cooperazione di polizia degli Stati membri dell'Unione Europea, con il supporto di Europol, volta a rafforzare la sicurezza all'interno dell'UE localizzando e arrestando criminali ricercati a livello internazionale che hanno commesso reati gravi. La rete è stata istituita il 1° gennaio 2013, a seguito di un'iniziativa proposta nel 2010 in una conferenza a cui hanno partecipato 24 nazioni dell'Unione Europea, con l'obiettivo di consentire una collaborazione più efficiente tra le unità di polizia nazionali responsabili della ricerca attiva dei fuggitivi (FAST). #ENFAST è attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo alle sue squadre di intervenire immediatamente per localizzare e arrestare i fuggitivi.
Le attività di ENFAST portano all'arresto di circa 400 criminali gravi ogni anno. La rete è gestita da una delle nazioni partecipanti per mandati presidenziali di due anni; alcuni Stati non membri dell'UE godono dello status di osservatori senza diritto di voto per facilitare la cooperazione con i paesi in cui potrebbero nascondersi i fuggitivi. Un elemento chiave della strategia di ENFAST è il sito web EU Most Wanted (www.eumostwanted.eu), lanciato nel gennaio 2016, che elenca i latitanti ricercati a livello internazionale e soggetti a Mandati di Arresto Europei.

Questi latitanti sono condannati o sospettati di aver commesso crimini di alto profilo o atti terroristici in Europa. Il sito web ha elencato 454 profili di latitanti tra la sua creazione e dicembre 2024, e l'Europol ha attribuito 53 dei 164 arresti all'inclusione di profili sul sito.
Il pubblico è attivamente incoraggiato a contribuire alla ricerca di questi latitanti attraverso il sito web, dove è possibile segnalare indizi in forma anonima e da cui è possibile ricevere una newsletter di aggiornamento. Questo coinvolgimento del pubblico si è dimostrato efficace: 36 dei 454 latitanti presenti sul sito web sono stati arrestati dal suo lancio, almeno 11 dei quali sono stati fermati grazie a informazioni fornite dal pubblico. Vengono lanciate periodicamente campagne mirate a individuare specifici latitanti, compresi quelli legati alla criminalità organizzata, con il supporto di Europol. Gli sforzi della rete sono cruciali per contrastare le sfide poste dalla criminalità transfrontaliera, in particolare nel contesto della libera circolazione di persone e merci all'interno dell'UE e dell'area Schengen.


DROGHE SINTETICHE: UN PROBLEMA GLOBALE. E LA SALUTE DELLE DONNE è PIù A RISCHIO

Le droghe sintetiche presentano sfide uniche rispetto a quelle derivate da piante, poiché la loro produzione non è geograficamente vincolata. Mentre la produzione di droghe come cocaina e eroina richiede specifiche aree agricole, le droghe sintetiche possono essere fabbricate ovunque, a seconda della creatività umana e di alcuni prodotti chimici chiave. Ciò rende difficile il controllo e la regolamentazione della loro produzione e distribuzione.
L'emergere di nuove sostanze psicoattive (NPS) ha raggiunto oltre 1.000 sostanze in 120 paesi.
La crisi degli oppioidi, in particolare il fentanyl, ha avuto un impatto devastante, specialmente in Nord America.
La strategia dell'UNODC (l'Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga ed alla criminalità organizzata) riconosce che le donne che usano droghe, comprese quelle sintetiche, affrontano sfide specifiche, come una maggiore vulnerabilità a malattie infettive e barriere nell'accesso ai servizi di salute e trattamento. La strategia mira a promuovere l'accesso a servizi di salute e trattamento specifici per genere, a ridurre lo stigma sociale e a garantire che le donne ricevano il supporto necessario per affrontare le loro esigenze uniche.

Infatti è fondamentale migliorare l'accesso a servizi di salute e trattamento per le popolazioni vulnerabili, in particolare donne e giovani. Le donne che usano droghe sintetiche sono a maggior rischio di malattie infettive, come HIV e epatite C, e rappresentano un terzo degli utenti di droga a livello globale. Affrontano anche sfide specifiche, come la mancanza di servizi di salute e trattamento adeguati, stigma sociale e timori legati a sanzioni legali o alla perdita della custodia dei figli. Inoltre, la ricerca su questo tema è limitata, evidenziando la necessità di dati più completi e disaggregati per genere. Secondo il World Drug Report 2020, le sostanze più comunemente abusate tra le donne includono i farmaci per la perdita di peso come sibutramina e anfetamine, oltre a stimolanti farmaceutici come il metilfenidato. Inoltre, l'uso non medico di oppioidi e tranquillanti è paragonabile o superiore a quello degli uomini. Queste sostanze rappresentano un'area significativa di preoccupazione per la salute delle donne.
Quali le Lezioni Apprese e le Raccomandazioni
Un processo multilaterale informato dalla scienza è essenziale per politiche efficaci. Inoltre è necessario un monitoraggio continuo per adattare le risposte alle dinamiche del mercato delle droghe sintetiche. Infine la raccolta di dati affidabili e comparabili è cruciale per rispondere alle minacce emergenti.
Le Aree Chiave di Azione

  • [
]Cooperazione Internazionale: Sostenere deliberazioni scientifiche e normative per affrontare le sfide delle droghe sintetiche.
[
]Allerta Precoce: Promuovere sistemi di allerta per identificare minacce emergenti e migliorare la capacità di risposta.
[]Risposte Sanitarie Informate dalla Scienza: Garantire accesso a servizi di salute e trattamento per le persone che usano droghe.
[
]Capacità di Contrasto: Rafforzare le operazioni internazionali per interrompere il traffico di droghe sintetiche e i loro precursori.

L'azione delle Forze di Polizia in ambito globale

Con riguardo all'aspetto del rafforzamento della capacità di lotta alla droga e di supporto alle operazioni internazionali per contrastare il traffico di droghe sintetiche, appare necessario sfruttare l'innovazione e la tecnologia per rendere la scienza accessibile alle forze dell'ordine e per informare e facilitare meglio le operazioni antidroga e le decisioni di interdizione, tra cui l'identificazione delle droghe, la manipolazione sicura e lo smaltimento delle droghe sintetiche e dei loro precursori. In questo contesto sorge la necessità di promuovere partenariati pubblico-privato per supportare la capacità di lotta alla droga di contrastare e interdire il traffico di droghe sintetiche, incluso lo smaltimento di sostanze chimiche tossiche e precursori utilizzati nella produzione di droghe sintetiche, nonché migliorare la capacità delle unità investigative online di identificare, intercettare, interdire e interrompere il traffico online di droghe sintetiche, nonché di sequestrare le criptovalute utilizzate per gestire tale traffico. Ciò significa rafforzare la capacità delle forze dell'ordine e del personale forense in prima linea per interrompere la catena di approvvigionamento e ampliare le attività di contrasto al traffico sia tradizionale che online, quindi migliorare l'accesso delle forze dell'ordine e dei sistemi di giustizia penale a servizi di scienza forense nazionali affidabili e di qualità, gestiti secondo standard riconosciuti a livello internazionale.
In sintesi, si tratta di adottare una strategia che mira a proteggere e responsabilizzare le popolazioni vulnerabili, affrontando le sfide globali delle droghe sintetiche in modo coordinato e scientifico.
Per approfondire: syntheticdrugs.unodc.org/uploa…


31 agosto, Giornata internazionale di sensibilizzazione sull'overdose: in Europa preoccupa la cocaina


L' #overdose continua a mietere migliaia di vittime in Europa, sottolineando la necessità di un'azione urgente. La Giornata internazionale di sensibilizzazione sull'overdose (organizzata dal 2012 dall'ente australiano no-profit per la salute pubblica, il Penington Institute) cade il 31 agosto. L'agenzia europea per le droghe, l' #EUDA, segnala a riguardo la sua risorsa on-line sui decessi indotti da droghe in Europa, evidenziando la portata della crisi e identifica la cocaina, i nuovi oppioidi sintetici (nitazeni) e il consumo combinato di più sostanze come principali preoccupazioni.

In tutta l'UE, l'overdose rimane una delle principali cause di morte prevenibili tra i consumatori di droghe. Nel 2023, oltre 7.500 persone nell'UE hanno perso la vita per overdose, cifra che sale a circa 8.100 se si includono Turchia e Norvegia. In particolare, quattro vittime su cinque erano uomini, la maggior parte dei quali tra la fine dei trent'anni e l'inizio dei quarant'anni. Gli oppioidi sono stati coinvolti in oltre due terzi dei decessi indotti da droghe in Europa, sebbene i modelli nazionali varino. I decessi correlati al fentanil e ai suoi derivati sono rimasti stabili nel 2023, con alcuni casi collegati a farmaci derivati piuttosto che a fentanil illegale.

La cocaina è stata coinvolta in oltre un quarto dei decessi indotti da droghe nei 20 paesi che hanno fornito dati sia per il 2022 che per il 2023, con numeri in aumento da 956 nel 2022 a 1.051 nel 2023. In alcuni paesi, la cocaina è stata segnalata in percentuali più elevate di decessi indotti da droghe rispetto al resto d'Europa, tra cui Portogallo (65%), Spagna (60%) e Germania (30%). L'evidenza di un consumo di più sostanze era comune, con gli oppioidi presenti in molti decessi correlati alla cocaina.

Gli oppioidi nitazenici sono stati collegati a epidemie di avvelenamento localizzate in tutta Europa, in particolare in Estonia e Lettonia. In Estonia, i decessi indotti da droghe sono balzati da 82 casi nel 2022 a 119 nel 2023, con i nitazeni implicati in oltre la metà (52%) di questi decessi. La Lettonia ha registrato un aumento ancora più marcato, da 63 decessi nel 2022 a 154 nel 2023, con i nitazeni presenti in due terzi (66%) dei casi.

Si evidenzia anche il ruolo dei farmaci nei decessi per poliassunzione, con benzodiazepine rilevate in oltre un terzo dei casi nella maggior parte dei paesi che hanno riportato risultati autoptici. L'alcol è stato menzionato in oltre il 20% dei casi in almeno sei paesi e sono stati segnalati anche decessi correlati a farmaci oppioidi, come ossicodone e tramadolo.

L'EUDA sottolinea che i decessi per overdose sono influenzati da molti fattori, tra cui il tipo di droga, le modalità di utilizzo, le interruzioni del trattamento e la ridotta tolleranza. L'intento suicidario è stato segnalato più spesso tra i decessi indotti da droghe nelle donne rispetto agli uomini, sottolineando la necessità di una prevenzione attenta al genere.

Prevenire i decessi per overdose è una priorità della Strategia e del Piano d'azione dell'UE in materia di droga 2021-25, che include misure come la personalizzazione degli interventi per i gruppi ad alto rischio, l'aumento della disponibilità e dell'uso del naloxone e l'espansione dei trattamenti basati sull'evidenza.

#Giornatainternazionalesensibilizzazioneoverdose

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Se il cybercrime arriva dall'Africa: Interpol e Operazione Serengeti


Smantellata rete composta da 1.000 persone

Un'operazione su larga scala delle forze dell'ordine coordinata dall?interpol, nome in codice Operazione Serengeti 2.0, ha smantellato con successo una rete di criminali informatici composta da 1.000 persone e recuperato 97,4 milioni di dollari di fondi rubati da oltre 88.000 vittime.

L'operazione, svoltasi da giugno ad agosto 2025, ha coinvolto le forze dell'ordine del Regno Unito e di 18 paesi africani, oltre ad aziende private e organizzazioni no-profit.

I principali risultati dell'operazione includono:


  • L'arresto di 1.209 criminali informatici
  • Lo smantellamento di 11.432 risorse infrastrutturali dannose
  • Il recupero di 97.418.228 dollari
  • L'identificazione di 87.858 vittime e una perdita monetaria stimata di 484.965.199 dollari


L'operazione ha preso di mira vari tipi di reati informatici, tra cui ransomware, truffe online e compromissione della posta elettronica aziendale (BEC). Gli sforzi dei partner privati e delle organizzazioni no-profit che hanno collaborato hanno fornito informazioni essenziali alle forze dell'ordine, consentendo loro di identificare e arrestare i criminali.

Il successo dell'Operazione #Serengeti 2.0 evidenzia la crescente portata e l'impatto delle operazioni guidate dall' #Interpol. La rete globale di contrasto al crimine continua a rafforzarsi, producendo risultati concreti e tutelando le vittime. L'operazione sottolinea inoltre l'importanza della cooperazione internazionale e della condivisione delle informazioni nella lotta alla criminalità informatica.

Oltre agli arresti e ai recuperi, l'operazione ha dato priorità alla prevenzione attraverso una partnership con l'International Cyber Offender Prevention Network (#InterCOP), un'alleanza di 36 nazioni guidata dai Paesi Bassi. InterCOP mira a spostare la lotta alla criminalità digitale dalla reazione all'interruzione proattiva, identificando e neutralizzando le minacce informatiche prima che colpiscano.

L'Operazione Serengeti 2.0 si è svolta nell'ambito dell'Operazione Congiunta Africana contro la Criminalità Informatica, finanziata dal Ministero degli Esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo (FCDO) del Regno Unito. Tra i paesi africani partecipanti figurano Angola, Benin, Camerun, Ciad, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana, Kenya, Mauritius, Nigeria, Ruanda, Senegal, Sudafrica, Seychelles, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.

Il successo dell'operazione dimostra l'efficacia degli sforzi collaborativi nella lotta alla criminalità informatica e sottolinea l'importanza di una continua cooperazione internazionale e della condivisione delle informazioni nella lotta alle minacce digitali.

#cybercrime

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Fentanyl: La Molecola del Diavolo in America


Un podcast intitolato "Fentanyl, la molecola del diavolo", prodotto da Il Sole 24 Ore e narrato da Biagio Simonetta esplora l'epidemia di Fentanyl negli Stati Uniti, evidenziando come questo potente oppioide sintetico, inizialmente un farmaco per il dolore, sia diventato una piaga sociale che trasforma le persone in "zombie". Il racconto approfondisce le cause di questa crisi, dalle prescrizioni eccessive di oppioidi da parte delle case farmaceutiche ai canali di produzione e traffico gestiti dai cartelli messicani con precursori provenienti dall'Asia. Viene anche esaminato l'impatto economico, sociale e politico del Fentanil, nonché i rischi di una sua diffusione in Europa e in Italia, dove sono già stati registrati i primi casi di consumo illecito.

Rinviando all'ascolto dei complessivi sette episodi del podcast, disponibile sulle principali piattaforme e sul sito del giornale a questo indirizzo podcast.ilsole24ore.com/serie/… , l'occasione è utile per fare il punto - oltre che sulla crisi del fentanyl negli Stati Uniti - sulla sua potenziale minaccia per l'Europa. Le cause, come abbiamo accenato, sono complesse e multifattoriali, e vanno dall'eccessiva prescrizione di farmaci al traffico internazionale di sostanze sintetiche.


Come nasce l'epidemia da fentanyl

Origine e sviluppo della crisi Inizialmente, l'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti è nata da una massiccia e incontrollata prescrizione di farmaci antidolorifici a base di oppioidi come Percocet e OxyContin. Questi farmaci, sebbene efficaci per il dolore cronico, hanno creato una generazione di persone dipendenti. La situazione è stata aggravata da una "tempesta perfetta" di fattori:


  • una generazione che raggiungeva l'età con dolori cronici dovuti a lavori manuali nelle fabbriche e miniere.
  • miglioramenti nelle terapie oncologiche che portavano a trattamenti più lunghi e dolorosi.
  • una crescente sensibilità medica verso il dolore del paziente, che ha portato a un aumento delle prescrizioni di oppioidi.
  • le case farmaceutiche, come la Purdue Pharma (produttrice di OxyContin), hanno aggressivamente promosso questi farmaci presentandoli come sicuri ed efficaci, mentre i medici erano incentivati a prescriverli e i pazienti li richiedevano attivamente.
  • il sistema sanitario americano, quasi interamente privato, ha visto medici che prescrivevano, case farmaceutiche che producevano e assicurazioni che rimborsavano, creando un ciclo in cui "tutti erano apparentemente contenti e nessuno si accorgeva di anomalie, abusi, eccessi".


Quando le restrizioni governative hanno reso più difficile l'accesso agli oppioidi legali, molti consumatori si sono rivolti al mercato nero, prima all'eroina e poi al fentanyl, che è diventato il passo successivo.

Il Fentanyl: la molecola del diavolo
Il fentanyl è un oppioide sintetico sviluppato negli anni '60 come potente analgesico. È un farmaco eccezionale per il trattamento del dolore acuto o cronico, usato anche in sala operatoria per la sua azione rapidissima (30-90 secondi). Tuttavia, la sua potenza estrema (circa 50 volte più potente dell'eroina e 100 volte più potente della morfina) lo rende letale se usato in modo non controllato. Basta una dose di 2 milligrammi per uccidere una persona.


Produzione in Messico e precursori chimici da Cina ed India

Per gli aspetti che maggiormente interessano il nostro blog, un focus particolare va fatto specificamente riguardo alla produzione in Messico e alla provenienza dei precursori chimici dall'Asia.

Produzione in Messico
La produzione di fentanyl in Messico è dominata da due principali cartelli della droga: il cartello di Sinaloa e il cartello Jalisco Nueva Generación (CJNG). Il CJNG è considerato l'organizzazione criminale più potente del Messico, controllando porti fondamentali come Manzanillo e Lázaro Cárdenas, cruciali per la ricezione dei precursori chimici.

I laboratori messicani si trovano principalmente lungo la costa del Pacifico, in stati come Jalisco, Michoacán, Guanajuato e Zacatecas. Questi non sono semplici capanni fumanti, ma spesso sono capanni mimetizzati tra la vegetazione, ranch abbandonati o case anonime alla periferia delle città, operando con un alto livello di professionalità. I cartelli hanno assunto chimici esperti per migliorare le formule e la conoscenza della produzione è stata affinata nel tempo. Lavorano a ritmi incessanti, spesso di notte, con finestre coperte, e usano presse a mano per compattare le pillole.

Un punto di dibattito riguarda il ruolo del Messico nella produzione. Il governo messicano sostiene di limitarsi a trasportare fentanyl già processato dall'Asia, mentre la DEA (l'Agenzia americana anti-roga) afferma che in Messico esistono laboratori per la lavorazione del fentanyl.

Provenienza dei precursori chimici dall'Asia (Cina e India)
I precursori chimici, ovvero le molecole di base necessarie per la sintesi del fentanyl, provengono in gran parte dalla Cina e dall'India.


  • Produzione legale: Decine di aziende farmaceutiche ufficialmente registrate in zone industriali cinesi come Guangzu, Shenzhen e Wuhan producono queste molecole, che sono perfettamente legali nei loro paesi d'origine.
  • Vendita e spedizione: I precursori vengono venduti liberamente sul mercato chimico, spesso etichettati come "prodotti per la ricerca". Vengono ordinati online, pagati in criptovalute e spediti tramite corrieri tradizionali.
  • Itinerario e difficoltà di intercettazione: Una volta in viaggio, questi precursori possono cambiare destinazione più volte, passando per snodi come Singapore, Panama, Rotterdam, Belize e Canada prima di arrivare in Messico. Sono estremamente difficili da intercettare perché:


    • Richiedono quantitativi minimi (1 kg di fentanyl può generare 500.000 dosi).
    • Non hanno un odore, rendendoli non intercettabili dai cani antidroga alle frontiere.
    • Possono viaggiare tramite canali ufficiali o come "prodotti per la ricerca", bypassando i controlli doganali.
    • La loro sintesi chimica è relativamente semplice e non dipende da fattori agricoli (come i campi di papaveri per l'oppio), garantendo una produzione rapida, veloce e in grandi quantità.


La redditività e il traffico: Un chilogrammo di fentanyl puro può essere prodotto a meno di $1000, ma genera guadagni che superano facilmente i 10 milioni di dollari. Questa enorme redditività ha rivoluzionato le dinamiche del narcotraffico. Una volta prodotto in Messico, il fentanyl viene impacchettato in piccoli carichi (1-2 kg) e nascosto in modi ingegnosi (batterie d'auto, scocche di televisori, piatti di ceramica). Viene poi trasportato attraverso il confine statunitense da corrieri umani, spesso ragazzini messicani o cittadini americani reclutati tra i tossicodipendenti e i disperati.


La minaccia del fentanyl per Europa ed Italia: reale e silenziosa

La minaccia del fentanyl per l'Europa, e in particolare per l'Italia, è una preoccupazione crescente, nonostante finora il Vecchio Continente sia stato in gran parte risparmiato da un'epidemia paragonabile a quella statunitense.

Riguardo a questa minaccia si deve tener conto, in primis, delle differenze nell'approccio al farmaco come fattore protettivo iniziale:


  • L'Europa, a differenza degli Stati Uniti, ha un approccio al farmaco diverso che, per fortuna, ha contribuito a evitare una dipendenza di massa iniziale. Negli Stati Uniti, l'epidemia è nata da una massiccia e incontrollata prescrizione di antidolorifici oppioidi, spinta da case farmaceutiche, medici e un sistema sanitario privato.
  • In Italia, un farmaco come il Fentanil non si trova facilmente in farmacia come negli Stati Uniti. Lo si trova, ad esempio, sotto forma di cerotto per il dolore. L'uso di oppioidi in ambito intraoperatorio e post-operatorio in Europa è sempre stato diverso rispetto agli Stati Uniti.

    Segnali di allarme e casi specifici in Italia e Europa

  • Nonostante la minore diffusione, ci sono però già casi di tossicodipendenza in Italia legati al fentanyl. Alcune persone ottengono il cerotto di fentanyl tramite prescrizioni e lo masticano per assorbire la sostanza, aggiungendolo a volte al metadone.
  • Sono stati registrati pochi casi di decesso riconosciuti con presenza di fentanyl tra le sostanze d'abuso in Italia, si parla di una decina di casi o meno. Tuttavia, negli ospedali italiani arrivano soggetti che risultano positivi al fentanyl.
  • È stato segnalato un episodio in cui a Perugia è stato riscontrato un campione di sostanza rivelatosi fentanyl.
  • Un caso di cronaca ha visto un piacentino coinvolto nello spaccio internazionale di fentanyl, che veniva fatto arrivare in carceri statunitensi tramite pagine di libri impregnate della sostanza, con canali di approvvigionamento anche dalla Cina.
  • Il giornalista italocanadese Antonio Nicaso ha evidenziato che il Canada, in proporzione, ha più vittime di overdose da fentanyl degli Stati Uniti. Ha anche espresso la preoccupazione che l'epidemia possa arrivare in Europa, con il rischio che l'Europa diventi "destinataria anche del fentanyl o quantomeno di un fentanyl meno letale".


    Rimane il fatto che il fentanyl è una minaccia persistente per l'Europa, per una serie di motivazioni:

  • Facilità di produzione e traffico: Il fentanyl è un oppioide sintetico che non richiede piantagioni come l'oppio, ma può essere sintetizzato in laboratorio con precursori chimici che arrivano principalmente da Cina e India.
  • Invisibilità e difficoltà di intercettazione: I precursori chimici possono essere ordinati online, pagati in criptovalute e spediti tramite corrieri tradizionali, spesso etichettati come "prodotti per la ricerca". Sono difficili da intercettare perché richiedono quantitativi minimi (1 kg di fentanyl può generare 500.000 dosi), non hanno un odore (indetectabili dai cani antidroga) e viaggiano tramite canali che aggirano i controlli doganali.
  • Altissima potenza: Essendo circa 50 volte più potente dell'eroina e 100 volte più potente della morfina, basta una dose minima di 2 mg per essere letale. La sua azione rapida (30-90 secondi) crea una forte dipendenza psicologica.
  • Redditività: I cartelli messicani producono il fentanyl a un costo inferiore ai 1000 dollari al chilo, generando guadagni che superano facilmente i 10 milioni di dollari. Questa enorme redditività lo rende estremamente attraente per le organizzazioni criminali.

    Le sfide per l'Europa e l'Italia

    In conclusione:

  • Le organizzazioni criminali, come la rete criminale canadese di origine cinese "Bit Circle Boys", sono coinvolte nell'importazione di precursori chimici e fentanyl, sfruttando porti come quello di Vancouver. Se le mafie italiane dovessero interessarsi al fentanyl, potrebbe esserci un'escalation. Attualmente, il basso costo e la breve durata del "cliente" di fentanyl potrebbero renderlo meno attraente per alcune mafie rispetto alla cocaina. Tuttavia, un fentanyl meno letale potrebbe cambiare questo scenario.
  • L'Italia sta monitorando la situazione con "antenne alte", controllando sequestri, acquisti, intercettazioni e gli effetti sulla salute delle persone. Tuttavia, c'è il timore che, avendo "disimparato alcune attenzioni di base" dall'era dell'eroina, l'Italia possa trovarsi impreparata di fronte a una "supereroina" come il fentanyl.
  • Un'altra preoccupazione attuale per l'Italia e parte dell'Europa è il consumo di crack, per il quale non esistono antidoti o trattamenti efficaci come il metadone, o il Narcan per gli oppioidi.


In sintesi, la minaccia del fentanyl in Europa e Italia è reale e silenziosa. Sebbene i sistemi di controllo sui farmaci abbiano finora agito da scudo, le caratteristiche intrinseche del fentanyl (potenza, basso costo, facilità di produzione e difficoltà di intercettazione) lo rendono un pericolo imminente. I segnali di presenza ci sono già, e gli esperti avvertono che è fondamentale non abbassare la guardia e aumentare l'informazione, in particolare nelle scuole, perché "senza informazione questa guerra la perdiamo prima ancora di combatterla".

#fentanyl #fentanil
@Podcast


Silver Notice colpisce il crimine organizzato … nelle sue tasche. L'insegnamento di Giovanni Falcone ("segui il denaro") trova concreta applicazione


Globalmente, i criminali riescono a mantenere circa il 99 per cento dei loro guadagni illegali. L'iniziativa "Silver Noice" di INTERPOL mira a modificare tale dato, dando visibilità globale su miliardi di dollari in beni illegali e supportando il loro recupero e il loro ritorno al loro proprietario legale.

Silver Notice è il più recente "codice a colori" di Interpol, e consente ai paesi di condividere avvisi e richieste di informazioni in tutto il mondo. È stato lanciato sperimentalmente lo scorso gennaio 2025, con 51 paesi partecipanti e alla fine di giugno sono stati pubblicati oltre 50 avvisi, coinvolgendo paesi da tutto il mondo. Tutte le richieste di pubblicazione di un Silver Notice sono esaminate dal team di operazioni e specialisti legali e, per coloro che sono ammessi alla pubblicazione, la unità di criminalità finanziaria specializzata lavora a stretto contatto con le giurisdizioni coinvolte per tracciare e identificare i beni ricercati. Partendo da contanti o criptovaluta a immobili, yacht di lusso o automobili, questi beni sono i proventi illegali di attività criminali come frode, corruzione, droga, armi e traffico di esseri umani, e la criminalità ambientale. Sono spesso rapidamente spostati oltre i confini, rendendo il recupero altamente complesso e dipendente dall'efficace cooperazione internazionale che solo INTERPOL può fornire. Dice Valdecy Urquiza, Segretario Generale di INTERPOL (immagine sottostante): “Dal punto di vista dei loro guadagni finanziari, stiamo lavorando per interrompere le reti criminali e ridurre il loro impatto dannoso sulle comunità in tutto il mondo”

Il primo Silver Notice è stato richiesto in gennaio dall'Italia: la Guardia di Finanza era alla ricerca di informazioni sui beni appartenenti ad un appartenente alla mafia. Da allora, è anche diventata una delle prime storie di successo del nuovo strumento, con oltre 1,7 milioni di dollari in attività illegali – che vanno da contanti e immobili a veicoli e persino bovini – identificati e situati in Brasile. A seguito dei primi contatti tra gli organi giurisdizionali nazionali in Italia e in Brasile, la pubblicazione della Silver Notice ha consentito un coordinamento diretto tra Forze di polizia, sostenuto dall’unità specializzata di criminalità finanziaria di INTERPOL. Ciò a sua volta ha portato alla cooperazione con l'appropriata corte brasiliana a livello locale e alla riuscita identificazione dei beni illegali, con il coordinamento per garantire il loro sequestro in corso. “L’iniziativa Silver Communication dà alla legge il suo primo strumento globale per rendere questo tipo di risultato una realtà”, afferma Claudio Marinelli, Coordinatore Operativo, INTERPOL Financial Crime and Anti-Corruption Centre. “Fino al suo lancio, abbiamo avuto zero visibilità sul valore del danno creato da criminali organizzati a livello globale, ma ora i dati delle comunicazioni e delle diffusioni già pubblicate ci danno un quadro chiaro di miliardi di dollari in beni illeciti, con centinaia di obiettivi identificati e centinaia di nuovi indizi da indagare. ”

Seguendo i soldi in tutto il mondo Oltre a fornire un caso di coordinamento per sostenere i paesi che seguono questi obiettivi, gli esperti di criminalità finanziaria hanno anche organizzato workshop per dare ai professionisti dell'applicazione della legge e della giustizia in tutte le regioni una migliore comprensione di come utilizzare lo strumento nella sua fase pilota. Il loro impatto è stato chiaro, con il numero di richieste di pubblicazione moltiplicato cinque volte dopo il primo workshop solo nelle Americhe. “I partecipanti ai workshop sono stati molto entusiasti del potenziale dell’Avviso d’Argento”, afferma Theos Badege, Director pro tempore, INTERPOL Financial Crime and Anti-Corruption Centre. “Lo sanno che il denaro è il filo che attraversa quasi ogni forma di crimine organizzato e che per smantellare le reti criminali, dobbiamo seguire i soldi – identificarlo, rintracciarlo, interrompere l’infrastruttura finanziaria che consente loro di riciclare denaro attraverso i confini e lavorare per restituire beni rubati al loro legittimo proprietario,” conclude.

Si può quindi affermare che il mai dimenticato insegnamento di Giovanni Falcone nella lotta alle mafie ("follow the money - segui il denaro") trova in ambito internaionale concreta attuazione mediante l'applicazione del Silver Notice

#silvernotice #interpol #followthemoney


Lotta alla criminalità organizzata e al degrado ambientale. L'azione dell'Interpol


I gruppi della criminalità organizzata prendono di mira specie protette, come rinoceronti, pangolini e pesci totoaba, per ottenere profitti elevati e bassi rischi.

La criminalità ambientale ha un impatto devastante sul clima, sulla biodiversità e sugli habitat locali, generando centinaia di miliardi di dollari all'anno.

L'unità di sicurezza ambientale dell'INTERPOL, parte della Direzione per la criminalità organizzata, lavora a stretto contatto con i paesi membri e i partner esterni per identificare, tracciare e smantellare queste reti.

Le specie protette, come i rinoceronti e i pesci totoaba, rischiano l'estinzione a causa dell'elevata domanda di prodotti da parte della criminalità organizzata. I criminali utilizzano tecniche sofisticate, come la falsificazione delle etichette di carico e delle dichiarazioni doganali, per contrabbandare merci come legname protetto e animali vivi. L'Operazione Thunder dell'INTERPOL, un'operazione annuale della durata di un mese, ha portato quest'anno al sequestro di migliaia di animali e all'arresto di centinaia di sospettati.

Si tratta di un'operazione su larga scala, condotta a livello globale per combattere il traffico di fauna selvatica e di prodotti forestali. Questa operazione ha coinvolto le forze dell'ordine di molti paesi che hanno collaborato per sequestrare e indagare su casi di traffico illegale di fauna selvatica e prodotti forestali. Il traffico illegale di fauna selvatica è il commercio illegale di animali, piante e loro parti. Include animali come grandi felini, uccelli e rettili, nonché piante e alberi. Il traffico illegale di fauna selvatica può danneggiare l'ambiente, causare l'estinzione di specie e persino alimentare conflitti e instabilità. Il traffico illegale di legname è il commercio illegale di legname e prodotti forestali. Può includere alberi, legname e altri prodotti forestali. Il traffico illegale di legname può danneggiare l'ambiente e contribuire al cambiamento climatico.

Durante l'operazione, le forze dell'ordine hanno collaborato per:

  • Sequestrare fauna selvatica e prodotti forestali, inclusi animali vivi, piante e legname.
  • Indagare su casi di traffico illegale di fauna selvatica e prodotti forestali, incluse attività online e profili di sospetti.
  • Condividere informazioni e intelligence tra loro per costruire un quadro globale di intelligence sul traffico di fauna selvatica e legname.
  • Arrestare e perseguire i presunti trafficanti.


L'operazione ha portato al sequestro di:


  • Oltre 2.200 sequestri di fauna selvatica e prodotti forestali in tutto il mondo
  • Centinaia di migliaia di parti e derivati di animali protetti
  • Migliaia di alberi e piante
  • Armi da fuoco, veicoli e attrezzature per il bracconaggio


Raccolta di intelligence globale

La portata transnazionale unica dell'INTERPOL e l'accesso al più grande database di polizia al mondo consentono all'organizzazione di guidare la lotta globale contro la criminalità organizzata contro la fauna selvatica. I suoi team specializzati condividono informazioni di intelligence e facilitano le indagini tra le forze di polizia nazionali, con conseguente pubblicazione di notifiche viola e rosse per informare i paesi membri su nuovi modus operandi o latitanti ricercati a livello internazionale.

Successo nell'applicazione della legge a livello globale

Una recente notifica rossa (red notice) emessa dall'INTERPOL ha portato all'arresto di una donna ucraina in Thailandia per aver contrabbandato 116 tartarughe protette dalla Tanzania. Dopo essere sfuggita alla cattura in Thailandia, la donna è stata fermata in Bulgaria e infine estradata in Tanzania. L'arresto della sospettata e il ritorno delle tartarughe nel loro paese d'origine dimostrano la portata globale dell'INTERPOL e la sua capacità di coordinare gli sforzi delle forze dell'ordine internazionali per combattere la criminalità transnazionale.

#interpol #wildlifecrime


Rete criminale organizzata albanese smantellata


Una serie di perquisizioni in Albania, nei giorni scorsi, ha portato all'arresto di 10 presunti membri di una rete criminale organizzata albanese coinvolta nel traffico di cocaina e nel riciclaggio di denaro. La rete, che aveva legami con organizzazioni internazionali, è stata presa di mira dalle forze dell'ordine albanesi in coordinamento con Belgio, Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi.

Durante l'operazione, le autorità hanno sequestrato ingenti beni, tra cui immobili, veicoli e azioni di società per un valore di diversi milioni di euro. L'indagine ha inoltre portato alla luce una serie di prove fisiche e digitali, inclusi i dati della piattaforma di comunicazione criptata Sky ECC, che è stata disattivata nel 2021 ma ha comunque prodotto risultati operativi.

Il capo della rete era coinvolto nell'organizzazione di spedizioni e nell'investimento in grandi quantità di cocaina, ed era ricercato per una condanna a 21 anni di carcere emessa da un tribunale italiano per omicidio e altri reati. L'operazione ha segnato un successo basato sui dati: gli investigatori hanno ricostruito consegne di tonnellate di cocaina verso i porti dell'UE e sequestrato milioni di euro di beni.

#SKYECC #criminalitàalbanese


Arrestato in Colombia il narcotrafficante Federico Starnone, anche grazie alla rete anti-'Ndrangheta I-CAN di Interpol


Si tratta di un latitante 44enne, ricercato dalle autorità italiane per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con le aggravanti connesse a due distinti tentativi di importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica.

E' ritenuto legato alla 'Ndrangheta. E' stato catturato in un appartamento nel quartiere residenziale di Cali.

A carico di Starnone è stata già emessa una sentenza di condanna a 5 anni e mezzo per reati di droga. L'uomo è stato catturato dalla polizia colombiana mentre si trovava in un appartamento nel quartiere residenziale nel capoluogo del dipartimento Valle del Cauca.

Essenziale l'apporto del progetto INTERPOL Cooperation Against ‘Ndrangheta (I-CAN).

Si tratta di un'iniziativa lanciata dall'Italia e dall'INTERPOL nel gennaio 2020 per contrastare la minaccia globale rappresentata dalla ‘Ndrangheta, come noto un'organizzazione criminale transnazionale altamente organizzata e potente.

Finanziato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano, il progetto mira a rafforzare la cooperazione internazionale tra forze di polizia sfruttando le capacità dell'INTERPOL di condividere intelligence, competenze e best practice, trasformando così le informazioni in arresti e smantellando le reti criminali.

Avviato a Reggio Calabria l'obiettivo principale del progetto è stato - da subito - quello di istituire un sistema globale di allerta precoce contro questo "nemico invisibile". I-CAN opera attraverso una rete di paesi pilota, che inizialmente includevano Australia, Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay, che si è espanso a 13, tra cui Austria, Belgio e Spagna.

Il progetto facilita operazioni coordinate transfrontaliere, come dimostrato dall'operazione globale del 2020 che ha portato all'arresto di sei latitanti legati alla 'Ndrangheta in Albania, Argentina e Costa Rica, con conseguente sequestro di 400 kg di cocaina e smantellamento del clan Bellocco. Le operazioni successive hanno continuato a dare risultati, tra cui l'arresto nel 2023 di un latitante di 16 anni, Edgardo Greco, in Francia, con il supporto di I-CAN.

Il progetto si è evoluto oltre la sua fase iniziale, con iniziative in corso tra cui la Conferenza I-CAN del 2022 a Roma, che ha riunito le forze dell'ordine di 14 paesi per definire una strategia unitaria contro la 'Ndrangheta, oggi considerata un'entità criminale "silenziosa e pervasiva" che si infiltra nelle economie legittime attraverso la corruzione e il riciclaggio di denaro.

Il successo del progetto si basa su una combinazione di condivisione di intelligence, coordinamento internazionale e utilizzo di strumenti analitici avanzati per esplorare dati provenienti da diverse fonti, consentendo indagini transnazionali. Il suo quadro continua a sostenere gli sforzi in corso, tra cui il progetto I-FORCE, incentrato sulla cooperazione regionale nell'Europa orientale e sudorientale.


#ndrangheta #ican #interpol #iforce

@Attualità e Geopolitica - Gruppo di discussione


A Roma il Corso CEPOL di formazione-per-formatori per lo scambio di informazioni dell'UE

Il Corso CEPOL Train-the-Trainer 54/2025/ONS sugli sstrumenti per lo scambio di informazioni dell'UE si è svolto recentemente a Roma; l'attività è stata ospitata dalla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, che è l'Unità Nazionale Italiana CEPOL.

Il corso, dal portfolio del Centro di conoscenza CEPOL sulla cooperazione tra le forze dell'ordine (CEPOL CKC), sullo scambio di informazioni e sull'interoperabilità, è stato incentrato sul dotare i professionisti della formazione delle forze dell'ordine degli strumenti necessari per progettare e svolgere la formazione nazionale, trasmettere conoscenze e sviluppare competenze degli utenti finali confrontati con lo scambio di informazioni e l'uso dei rispettivi strumenti e strumenti dell'UE. In totale, 24 partecipanti provenienti da 15 Stati membri dell'UE e 1 paese associato sono stati formati da esperti della Commissione europea, Polonia, Europol, eu-LISA e CEPOL.

Il corso è iniziato con un'intera giornata di sessioni che hanno riguardato gli strumenti, gli strumenti e i meccanismi per lo scambio di informazioni tra le forze dell'ordine disponibili a livello europeo. Comprendeva inoltre un corso di aggiornamento sulla base giuridica per la cooperazione nell'ambito della componente di scambio di informazioni, compreso il ruolo delle agenzie GAI, la qualità e la protezione dei dati e la tutela dei diritti fondamentali. Nei giorni successivi, il programma di attività si è arricchito di conferenze e numerose esercitazioni pratiche relative alle metodologie di progettazione dei prodotti formativi in conformità con principi chiave, approcci e un processo che è alla base di un'efficace progettazione ed erogazione della formazione.

#CEPOL è l'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto, è un'agenzia dell'UE istituita nel 2005
1 per offrire corsi di formazione alle forze di polizia e altri funzionari delle autorità di contrasto.
La sua missione è migliorare la sicurezza dell'UE attraverso attività di formazione e condivisione delle conoscenze.
Il CEPOL CKC (Centro di conoscenza sulla cooperazione tra le forze dell'ordine, sullo scambio di informazioni e sull'interoperabilità) riunisce esperti degli Stati membri e degli organismi competenti dell'UE per progettare il portafoglio di formazione di CEPOL in questo settore specifico. Ciò include il curriculum per ciascuna attività di apprendimento, i risultati dell'apprendimento, una descrizione dei gruppi target nonché il profilo dei formatori che svolgono le attività. Il CEPOL Knowledge Center (CKC) fornisce inoltre consulenza sui risultati della ricerca scientifica e su particolari approcci metodologici per ciascuna attività di formazione. Il portafoglio di formazione è pluriennale e viene rivisto su base annuale per rispondere alle minacce emergenti e ai nuovi sviluppi a livello strategico e operativo e per soddisfare le esigenze di formazione in evoluzione.


La banda rumena che rubava dai bancomat in tutta Europa smantellata anche grazie alla rete antimafia @ON (guidata dalla DIA italiana)

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Una indagine e la finale "giornata d’azione" sono state supportate dalla rete @ON Network finanziata dall’Unione Europea (Progetto ISF4@ON), guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) italiana

I Partner coinvolti nelle indagini sono stati: Romania (Polizia Nazionale (Poliția Română)) e Procura; Regno Unito: Crown Prosecution Service, Eastern Region Special Operations Unit; nonché Eurojust ed Europol.

La banda si spostava dalla Romania verso diversi paesi dell’Europa occidentale, principalmente nel Regno Unito, dove prelevava ingenti somme di denaro da sportelli bancomat (ATM). Successivamente riciclava i proventi investendo in immobili, aziende, vacanze e prodotti di lusso, tra cui auto e gioielli.

I membri del gruppo usavano ostentatamente un soprannome dispregiativo nei confronti della polizia, che veniva mostrato sulle targhe delle auto in loro possesso, sulle magliette o altri capi d’abbigliamento, in post sui social network, o persino inciso sul cancello in metallo all’ingresso della casa di uno dei membri.

Nel dicembre 2024, le forze dell’ordine hanno condotto un’operazione contro il gruppo nel Regno Unito. Il 23 luglio 2025, è seguita una seconda azione contro la banda a Bacău, in Romania, che ha portato a:

- 2 arresti
- 18 perquisizioni domiciliari
- Sequestro di immobili, auto di lusso, dispositivi elettronici e contanti.

Guarda il video qui https://youtu.be/uFotVzHx9D8

Il ruolo di Europol

Europol ha fornito un’analisi dati approfondita basata sulle informazioni raccolte dagli investigatori rumeni e britannici, risultata fondamentale per il successo dell’operazione. Durante le indagini, Europol ha inoltre ospitato diverse riunioni operative e ha inviato un analista in Romania per assistere le autorità nazionali nelle attività esecutive.

Europol ha supportato anche la squadra investigativa congiunta (JIT) formata presso Eurojust da Romania e Regno Unito.

Il ruolo di Eurojust

Eurojust ha contribuito alla creazione della squadra investigativa congiunta, ha fornito assistenza giudiziaria transfrontaliera e ha collaborato alla preparazione della giornata d’azione in Romania.

Il metodo “TRF”

La banda commetteva le frodi con il metodo denominato Transaction Reversal Fraud (TRF). I sospettati rimuovevano lo schermo di un bancomat, inserivano una carta e richiedevano un prelievo. Prima che il denaro venisse erogato, annullavano l’operazione (o la invertivano), riuscendo così a infilare la mano nel dispositivo e sottrarre il denaro prima che venisse ritirato dalla macchina.

Gli investigatori ritengono che, con questo metodo, la banda abbia sottratto una cifra stimata in 580.000 euro.

La Rete @ON

La Rete @ON consente ai Paesi partner di ottenere informazioni mirate e svolgere in tempi brevi servizi di cooperazione di polizia sul campo, al fine di poter smantellare le Organizzazioni Criminali (OC) di alto livello delle reti della criminalità organizzata, comprese quelle mafiose italiane, russe, di etnia albanese, nonché le bande dei motociclisti e le attività di riciclaggio connesse.

Grazie ad @ON, è stato possibile accrescere la cooperazione tra le autorità di polizia dei Paesi membri e scambiarsi le prassi migliori, potenziando lo scambio informativo, definire un miglior quadro di intelligence e dispiegare investigatori @ON, specializzati nel fenomeno criminale oggetto d’indagine.

@Notizie dall'Italia e dal mondo


Oggi 29 luglio è la giornata mondiale della tigre. La caccia illegale e il commercio di parti (pelle, ossa e organi) rappresentano la minaccia più grave per la sua sopravvivenza. Come può intervenire la cooperazione internazionale di polizia


Lo sviluppo umano, come l'espansione dell'agricoltura, l'urbanizzazione e le infrastrutture, sta riducendo e frammentando gli habitat naturali delle tigri, limitando il loro spazio vitale. Quando le tigri entrano in contatto con le comunità umane, possono verificarsi attacchi a persone e bestiame, portando a ritorsioni e uccisioni da parte degli esseri umani.

Le tigri possono essere vulnerabili a malattie trasmesse dagli animali domestici, come cani e bestiame, presenti nelle aree circostanti i loro habitat. Alcune popolazioni di tigri hanno una bassa diversità genetica a causa di piccole dimensioni e isolamento, il che le rende più vulnerabili a malattie e cambiamenti ambientali.

I cambiamenti climatici, come l'aumento delle temperature e la modifica dei regimi di pioggia, possono influenzare negativamente gli habitat e le prede delle tigri.

La conservazione delle tigri richiede sforzi coordinati a livello internazionale per affrontare queste minacce e proteggere i loro habitat naturali.

Le tigri, insieme ad altri grandi felini, siano oggetto di una pressione crescente per il commercio delle loro parti, in particolare le ossa, principalmente destinate all'uso medicinale in Asia. Sebbene le ossa di tigre siano la materia prima più ricercata, vi è una crescente preoccupazione per la sostituzione con ossa di altri grandi felini, come leoni e giaguari, sia per aumentare l'offerta, sia per aggirare le normative.

Un aspetto cruciale per la tutela delle tigri riguarda lo sviluppo di operazioni di allevamento in cattività. Dal 1990, si è assistito a un aumento di queste strutture, create in parte per rispondere alla diminuzione delle tigri selvatiche e all'inasprimento delle restrizioni sul commercio internazionale di specie provenienti da fonti selvatiche. Sebbene il commercio internazionale di parti provenienti da allevamenti in cattività sia generalmente permesso dalla #CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), con requisiti regolatori diversi rispetto al commercio da fonti selvatiche, le parti contraenti CITES hanno mantenuto una posizione precauzionale e restrittiva riguardo al commercio di tigri provenienti da allevamenti in cattività per scopi commerciali. Le preoccupazioni principali riguardano i rischi per le popolazioni selvatiche che potrebbero derivare dalla legalizzazione dei mercati di destinazione.

È stata osservata una fuoriuscita di ossa da allevamenti di tigri per alimentare il mercato medicinale, spesso in violazione delle leggi nazionali. Per quanto riguarda i leoni, il Sudafrica ha permesso l'esportazione legale di scheletri di leone verso il Sud-Est asiatico, derivanti da popolazioni in cattività legate all'industria della caccia sportiva. Tuttavia, questo mercato è ora sospeso e il governo sudafricano ha manifestato l'intenzione di porre fine all'industria di allevamento di leoni in cattività. La sospensione di queste esportazioni legali solleva il rischio di un aumento del traffico di ossa provenienti da fonti captive.

I documenti sottolineano la persistenza dei mercati di destinazione per le parti di grandi felini e indicano che, anche se la produzione di prodotti medicinali avviene prevalentemente nei paesi consumatori, c'è un potenziale aumento della lavorazione delle ossa più vicino alla fonte, creando paste o colle. Questa innovazione nel traffico rappresenta un rischio da monitorare attentamente per le tigri e altre specie.

Pertanto, gli aspetti chiave sono:


  • Controllo rigoroso degli allevamenti in cattività: Limitare la proliferazione non regolamentata e prevenire la fuoriuscita di parti di tigri dal mercato legale.
  • Contrastare la domanda di prodotti derivati da tigri: Attraverso campagne di sensibilizzazione e politiche che riducano l'uso di queste parti nella medicina tradizionale.
  • Monitorare e reprimere il traffico illegale: Sia dalle popolazioni selvatiche che dagli allevamenti in cattività.
  • Evitare la sostituzione con altre specie: Assicurarsi che le restrizioni sul commercio di parti di tigre non portino a un aumento del traffico di altre specie di grandi felini.


In definitiva, la necessità di preservare le tigri selvatiche richiede un approccio integrato che affronti sia la domanda di mercato che la gestione delle fonti di approvvigionamento, inclusa la rigorosa supervisione degli allevamenti in cattività.

Con riguardo alla cooperazione internazionale (inspecie di polizia) gli aspetti salienti riguardano:

  • Contrasto al bracconaggio e al commercio illegale:
    • Scambio di informazioni e intelligence tra le forze di polizia di diversi paesi per identificare e smantellare le reti di bracconaggio e traffico.
    • Operazioni congiunte di contrasto al bracconaggio e sequestro di prodotti illegali a base di tigre.
    • Rafforzamento della cooperazione doganale per impedire il contrabbando transfrontaliero.
  • Applicazione della legge e perseguimento dei criminali:
    • Armonizzazione e applicazione di leggi severe contro il bracconaggio e il commercio illegale di specie protette.
    • Condivisione di prove e prove forensi per perseguire i trafficanti a livello internazionale.
    • Formazione congiunta delle forze dell'ordine sulle tecniche di indagine e applicazione della legge.
  • Protezione degli habitat delle tigri:
    • Coordinamento transfrontaliero per la gestione e la protezione di aree protette condivise.
    • Scambio di conoscenze e migliori pratiche sulla conservazione degli habitat delle tigri.
    • Monitoraggio e sorveglianza congiunti delle aree di confine per prevenire l'intrusione e il bracconaggio.
  • Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità locali:
    • Campagne di sensibilizzazione internazionali per ridurre la domanda di prodotti a base di tigre.
    • Programmi di sviluppo sostenibile per le comunità che vivono vicino agli habitat delle tigri.
    • Coinvolgimento delle comunità locali nella protezione e nella sorveglianza delle tigri.


Una cooperazione internazionale efficace, in particolare tra le forze di polizia, è essenziale per affrontare le minacce multidimensionali alla sopravvivenza delle tigri a livello globale.

#giornatainternazionaledellatigre

@Ambiente - Gruppo sulla sostenibilità e giustizia climatica


La Relazione sulla situazione e le tendenze del terrorismo nell'Unione Europea (EU TE-SAT). Preoccupano le comunità di culto online

Nel 2024, 14 Stati membri dell'UE hanno segnalato un totale di 58 attacchi terroristici. Di questi, 34 sono stati completati, 5 sono falliti e 19 sono stati sventati. Complessivamente, 449 persone sono state arrestate per reati legati al terrorismo in 20 Stati membri.


Sono dati provenienti dalla Relazione sulla situazione e le tendenze del terrorismo nell'Unione Europea 2025 (TE-SAT) di Europol, pubblicata recentemente. La relazione di punta, unica nel suo genere in Europa, descrive i principali sviluppi e tendenze nel panorama del terrorismo nell'UE nel 2024, sulla base di informazioni qualitative e quantitative fornite dagli Stati membri dell'UE e da altri partner di #Europol, la cui Direttrice esecutiva, Catherine de Bolle, a proposito, ha dichiarato: "il terrorismo e l'estremismo violento sono priorità assolute per gli Stati membri dell'UE. Il teso contesto geopolitico ha continuato ad amplificare le narrazioni estremiste violente, alimentando la radicalizzazione all'interno dell'UE. Abbiamo anche assistito a un preoccupante aumento del numero di minori e giovani coinvolti in attività terroristiche ed estremiste violente in tutta l'UE. I gruppi terroristici prendono di mira individui vulnerabili, in particolare coloro che soffrono di problemi di salute mentale, isolamento sociale o dipendenza digitale. Queste minacce stanno diventando sempre più complesse, il che ci ricorda che la minaccia del terrorismo all'interno dell'UE non è né statica né lontana.


La minaccia delle comunità online che incitano alla violenza


Quasi 1 sospettato su 3 arrestato per reati legati al terrorismo nel 2024 era minorenne o giovane adulto. Il più giovane autore del reato aveva 12 anni ed è stato arrestato per aver pianificato un attacco.


Alcuni recenti casi di omicidio e attacchi sono stati collegati a comunità di culto online che sfruttano le piattaforme digitali per condividere e normalizzare atti di crudeltà estrema, estorcere denaro alle vittime e radicalizzare i giovani spingendoli a compiere atti di violenza. I membri di questi gruppi prendono di mira specificamente i minori vulnerabili, di età media compresa tra gli 8 e i 17 anni. Molti di questi gruppi violenti hanno legami ideologici con il terrorismo jihadista e l'estremismo di destra violento, l'occultismo e il satanismo.


Sviluppi geopolitici che incidono sulla sicurezza dell'UE


Il conflitto a Gaza ha continuato ad avere un impatto significativo sulla minaccia terroristica nell'UE. Si sono verificati numerosi attacchi e inviti alla violenza in tutto lo spettro ideologico. La propaganda terroristica e estremista violenta online ha strumentalizzato il conflitto e fomentato l'odio, con l'antisemitismo come denominatore comune in entrambi i casi. La guerra di aggressione russa contro l'Ucraina è stata un altro fattore trainante per la diffusione di narrazioni estremiste violente, la radicalizzazione e la mobilitazione.


In Siria, il crollo del regime di Bashar al-Assad all'inizio di dicembre 2024 e la formazione di un governo guidato dal leader di Hay'at Tahrir al-Sham (HTS) hanno segnato un cambiamento significativo con potenziali maggiori implicazioni geopolitiche regionali a medio e lungo termine. Crescono le preoccupazioni circa la capacità della nuova leadership di combattere il terrorismo, le segnalazioni di estremisti violenti radicalizzati che esprimono la loro disponibilità a recarsi nella regione, nonché l'incerto futuro di migliaia di prigionieri detenuti nelle prigioni e nei campi ora controllati dalle Forze Democratiche Siriane (SDF). Questi fattori, nel loro insieme, costituiscono una crescente fonte di preoccupazione per le future minacce alla sicurezza dell'UE. Abuso di tecnologie emergenti


L'uso dell'IA generativa per creare e diffondere propaganda e incitamento all'odio ha raggiunto livelli senza precedenti, soprattutto nell'ambito della destra estremista.


Le piattaforme di comunicazione crittografate end-to-end hanno inoltre continuato a fornire canali sicuri per la comunicazione, il coordinamento, il reclutamento, la diffusione di propaganda e l'incitamento alla mobilitazione e alla violenza.


Il report [en] è scaricabile qui europol.europa.eu/publication-…


La Minaccia Silenziosa in Tavola: Contraffazione Alimentare, Pericoli e la Risposta cooperativa delle Forze di Polizia


La domanda "Cosa c’è in tavola?", posta dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (#EUIPO) in occasione della Giornata mondiale contro la contraffazione nel giugno scorso, accende un faro su una delle emergenze più subdole e dannose del nostro tempo: la contraffazione alimentare.

Lungi dall'essere un problema marginale o confinato ai beni di lusso, il fenomeno colpisce quotidianamente le tavole dei consumatori, minando la salute pubblica, dilapidando le economie nazionali e internazionali e intaccando la reputazione delle eccellenze agroalimentari, in particolare quelle a Indicazione Geografica. L'allarme lanciato dall'EUIPO, supportato da dati concreti e dalle operazioni condotte dalle forze dell'ordine a livello internazionale, rivela la portata di una criminalità organizzata che richiede una risposta sistemica e coordinata.

L'Entità del Fenomeno e l'Impatto Economico

La contraffazione di alimenti e bevande si manifesta come un'emergenza silenziosa, ma dagli effetti devastanti. Solo in Italia, il comparto dei vini e degli alcolici ha registrato perdite per 302 milioni di euro a causa di questa piaga, secondo le stime dell'EUIPO.

A livello europeo, l'impatto economico è ancora più drammatico: tra il 2013 e il 2017, il settore europeo del vino e degli alcolici ha subito una perdita complessiva di 2,3 miliardi di euro all'anno, con quasi 5.700 posti di lavoro perduti. Le perdite fiscali per gli Stati membri superano i 2 miliardi di euro annuali. Il fenomeno non risparmia neppure prodotti quotidiani come biscotti, pasta e dolciumi, che, secondo la valutazione 2022 della minaccia dei reati contro la proprietà intellettuale, sono stati la seconda categoria più sequestrata alle frontiere esterne dell'UE nel 2020. La Cina e la Turchia emergono come i principali Paesi di origine di questi prodotti contraffatti.

I Pericoli per la Salute Pubblica

Ben oltre il danno economico, la contraffazione alimentare cela un rischio ben più grave: quello per la salute pubblica. Dalle indagini e dai sequestri, è emerso che alcuni prodotti fraudolenti contengono sostanze altamente pericolose. La relazione SOCTA 2021 di Europol ha evidenziato la presenza di metanolo, mercurio, fipronil e vari pesticidi in alimenti e bevande contraffatti. Questi contaminanti, spesso utilizzati per ridurre i costi di produzione o alterare le caratteristiche del prodotto, rappresentano una minaccia diretta e gravissima per i consumatori, che inconsapevolmente introducono nel proprio organismo elementi tossici e nocivi. La sofisticazione dei metodi criminali, che includono la manipolazione di etichette e imballaggi o il riutilizzo di bottiglie originali, rende ancora più difficile per il consumatore medio distinguere il prodotto autentico da quello fraudolento.

Le Indicazioni Geografiche e la Loro Vulnerabilità

Il sistema delle Indicazioni Geografiche (IG), che include DOP, IGP e STG, rappresenta un baluardo di qualità, autenticità e valore territoriale per l'Europa, con oltre 3.600 prodotti registrati. Paesi come Francia, Italia e Germania sono leader in questo settore. Tuttavia, proprio la loro reputazione e il loro successo li rendono bersagli privilegiati per la contraffazione. Il vino, che da solo costituisce oltre il 50% del consumo totale di prodotti IG nell'UE, è particolarmente esposto a frodi e imitazioni. La contraffazione delle IG non solo danneggia i produttori legittimi e l'economia locale, ma compromette anche la fiducia dei consumatori in un sistema nato per garantire eccellenza e tracciabilità.

La Risposta delle Forze dell'Ordine in ambito Internazionale

La crescente portata e sofisticazione del fenomeno impongono una risposta robusta e coordinata a livello internazionale. L'EUIPO collabora attivamente con le forze di polizia e le istituzioni europee per rafforzare i controlli e smantellare le reti criminali. L'evoluzione del commercio elettronico, che ha offerto ai contraffattori nuove vie di distribuzione, ha reso ancora più impellente la collaborazione trasnazionale. Un esempio lampante di questa sinergia è l'operazione congiunta Europol-Interpol #OPSON 2024.

Questa operazione, specificamente mirata alla contraffazione alimentare, ha portato a risultati impressionanti: il sequestro di 22.000 tonnellate di alimenti e 850.000 litri di bevande contraffatte, per un valore commerciale stimato in 91 milioni di euro. L'operazione ha inoltre permesso di smantellare undici reti criminali e di segnalare 278 persone all'autorità giudiziaria. Questi successi dimostrano che la lotta alla contraffazione alimentare è intrinsecamente legata alla lotta contro la criminalità organizzata, poiché i proventi di queste attività illecite spesso finanziano altri reati gravi come il traffico di droga, il riciclaggio e persino il terrorismo.

Il Ruolo del Consumatore e la Prevenzione

La campagna "Cosa c’è in tavola?" dell'EUIPO, oltre a sensibilizzare, offre consigli pratici ai consumatori per proteggersi:


  • È fondamentale acquistare prodotti solo da rivenditori e canali di distribuzione ufficiali, inclusi i siti web dei marchi.
  • I consumatori dovrebbero verificare attentamente l'etichettatura del prodotto, la sua origine e la presenza dei loghi di certificazione IG (DOP, IGP, STG). La presenza di errori di stampa, confezioni difettose o altri segni sospetti deve far scattare un campanello d'allarme.
  • L'utilizzo di strumenti di autenticazione, come QR code o ologrammi, può ulteriormente aiutare a garantire l'autenticità.


La contraffazione alimentare è una minaccia complessa e multifaccettata che incide profondamente sulla salute dei cittadini, sull'economia e sul patrimonio culturale e produttivo europeo. La sua natura criminale, spesso legata a reti organizzate transnazionali, richiede una risposta integrata che veda le autorità, le forze di polizia, i produttori e i consumatori agire in sinergia. Le operazioni di successo come OPSON 2024 e le campagne di sensibilizzazione come quella dell'EUIPO dimostrano che, pur essendo una "battaglia che dobbiamo combattere insieme", la costante vigilanza e la cooperazione internazionale sono gli strumenti essenziali per proteggere la nostra tavola e garantire la sicurezza e l'autenticità dei prodotti alimentari che consumiamo.


VITA DIGITALE ED ATTIVITà DI POLIZIA: QUALI ADATTAMENTI?

Un rapporto dell'Innovation Lab di Europol esplora come la polizia può adattarsi alla vita sempre più digitale dei cittadini europei. I mondi online sono sempre più percepiti come senza legge e, mentre gli agenti di polizia di comunità svolgono un ruolo chiave nel mondo fisico, gli equivalenti della polizia di prossimità sono spesso agli inizi o assenti nei mondi virtuali.

Polizia online nell'UE

L’Unione Europea sta lavorando per combattere la criminalità online stabilendo una forte presenza online per le forze dell’ordine. L'Innovation Lab di Europol e il gruppo strategico sulla polizia online dell'European Clearing Board hanno creato un documento concettuale sulla polizia in un mondo online. Questo documento fornisce linee guida affinché le forze dell’ordine siano visibili, trasparenti e affidabili online e creino fiducia nelle comunità difficili da raggiungere.

Punti chiave:


  • L'Innovation Lab di Europol mira a identificare e sviluppare soluzioni innovative a sostegno dell'applicazione della legge.
  • L'European Clearing Board for Innovation riunisce i punti di contatto unici degli Stati membri dell'UE per condividere progetti e strumenti innovativi.
  • Il documento concettuale fornisce linee guida per la polizia online, inclusa la visibilità, la trasparenza e l'affidabilità.


In particolare, sulle linee guida per la polizia online, come evidenziate nel concetto di "polizia in un mondo online" di Europol:

Visibilità online


  • La polizia deve essere presente ovunque i cittadini siano online, per fornire sicurezza e protezione come nel mondo fisico.
  • Molti cittadini sono più a loro agio nel contattare la polizia online piuttosto che per telefono, quindi è importante abbassare la soglia per il contatto.


Trasparenza online


  • La polizia deve essere visibile e trasparente nelle sue interazioni online con i cittadini.
  • Questo aiuta a costruire fiducia con gruppi target difficili da raggiungere e a rischio.


Affidabilità online


  • La polizia deve creare fiducia con i cittadini nelle comunità virtuali, proprio come nel mondo fisico.
  • Questo è essenziale per combattere le reti criminali che si stanno espandendo nelle comunità virtuali.


In sintesi, queste linee guida mirano a rendere la polizia una presenza rassicurante e affidabile nell'ambiente online, in modo da prevenire che le comunità online diventino spazi senza legge. La visibilità, la trasparenza e l'affidabilità sono elementi chiave per raggiungere questo obiettivo.

La pubblicazione Europol, Policing in an online world - relevance in the 21st century, Publications Office of the European Union, Luxembourg, 2025 è scaricabile qui europol.europa.eu/publications…

@Informatica (Italy e non Italy 😁)


Il 30 luglio è la giornata mondiale contro il traffico di esseri umani

"La tratta di esseri umani è criminalità organizzata: poniamo fine allo sfruttamento"

La tratta di esseri umani continua a essere una minaccia globale, alimentata dalla criminalità organizzata. Ogni anno vengono trafficate sempre più vittime, su distanze maggiori, con maggiore violenza, per periodi di tempo più lunghi e per maggiori profitti. Dal 2020 al 2023, sono state rilevate oltre 200.000 vittime a livello globale, il che rappresenta solo la punta dell'iceberg. Si ritiene che il numero effettivo di casi non segnalati sia significativamente più alto.

Le reti criminali organizzate alimentano questa vittimizzazione e sfruttamento, utilizzando flussi migratori, catene di approvvigionamento globali, scappatoie legali ed economiche e piattaforme digitali per facilitare la tratta transfrontaliera su larga scala. Traggono profitto dal lavoro forzato, dallo sfruttamento sessuale e dalla coercizione ad attività criminali, come le truffe online e il traffico di droga.

Nonostante alcuni progressi, le risposte della giustizia penale sono insufficienti nell'affrontare questo crimine in rapida evoluzione.

Per porre fine alla tratta di esseri umani, le forze dell'ordine devono applicare leggi rigorose, condurre indagini proattive, rafforzare la cooperazione transfrontaliera, contrastare il finanziamento del crimine e sfruttare la tecnologia per identificare e smantellare le reti di tratta.

Garantire giustizia alle vittime richiede che i responsabili siano chiamati a rispondere delle proprie azioni e che venga fornito un approccio incentrato sulla vittima per quanto riguarda protezione, supporto e accesso alla giustizia.

La campagna di quest'anno di UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) sottolinea il ruolo fondamentale delle forze dell'ordine e del sistema giudiziario penale nello smantellare le reti di tratta organizzate, garantendo al contempo un'assistenza centrata sulle vittime.

Il Rapporto Globale UNODC sulla Tratta di Persone del 2024, l'ottavo in ordine di tempo ed ultimo pubblicato, commissionato dall'Assemblea Generale attraverso il Piano d'Azione Globale delle Nazioni Unite del 2010 per combattere la Tratta di Persone, fornisce un'istantanea dei modelli e dei flussi della tratta a livello globale, regionale e nazionale. Copre 156 paesi e garantisce una panoramica della risposta alla tratta di persone analizzando i casi di tratta rilevati tra il 2019 e il 2023. Un focus principale di questa edizione del Rapporto è sui trend di rilevamenti e condanne, che mostrano i cambiamenti rispetto ai trend storici da quando l'UNODC ha iniziato a raccogliere dati nel 2003 e a seguito della pandemia di Covid-19.

I risultati sono ulteriormente arricchiti dall'analisi delle sintesi di oltre 1000 casi giudiziari giudicati tra il 2012 e il 2023, fornendo approfondimenti sul crimine, sulle sue vittime e sui suoi autori, e su come la tratta di persone giunge all'attenzione delle autorità.

L'edizione presenta un quadro globale delle tendenze, dei modelli e dei flussi della tratta (Capitolo 1), insieme ad analisi regionali dettagliate (Capitolo 3). Vi è inoltre un capitolo speciale sull'Africa (Capitolo 2), prodotto allo scopo di svelare i modelli e i flussi della tratta all'interno del continente africano. Il capitolo si basa su un numero senza precedenti di paesi africani presi in considerazione nel Rapporto Globale.

Il Rapporto [en] è scaricabile qui unodc.org/documents/data-and-a…

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#trattadipersone #trafficodiesseriumani


RECUPERATE FALSE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA IN TRAFFICI ILLECITI TRANSNAZIONALI

L’indagine denominata “Minotauro bis”, condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e delegata al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma e coordinata a livello europeo dal desk italiano dell’Agenzia #Eurojust, ha portato al sequestro di 104 opere di arte contemporanea false.

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre 2022 e hanno consentito il recupero di centinaia di opere contraffatte di Picasso, Edvard Munch e Paul Klee, vendute come originali e spedite in particolare negli Stati Uniti d’America.

Sono stati accertati i reati di concorso in falsificazione e commercializzazione di beni d’arte contemporanea, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato.

Ai fini della falsificazione venivano utilizzati fogli di carta con le filigrane “Vollard” e “Picasso”; successivamente, tramite un programma di grafica, si scannerizzavano le immagini delle opere da falsificare ed un esperto creava le pellicole fotografiche positive che venivano trasformate in polimeri (matrici di stampa).

I polimeri, insieme ai fogli di carta filigranata, venivano poi stampati al fine di realizzare le copie false; per conferire autenticità alle opere, la cartaveniva sottoposta a trattamenti di invecchiamento artificiale, come bagni di caffè o the, previa apposizione delle firme degli autori imitati. Infine, le opere contraffatte venivano spedite a case d’asta all’estero, corredate da attestati dilibera circolazione falsificati, allo scopo di aggirare eventuali controlli ed attestarne la genuinità.

L’operazione ha anche permesso di sottrarre dal mercato dell’arte opere che, se non fossero statetempestivamente individuate e bloccate, avrebbero avuto quotazioni identiche a quelle dei lavori originali degli artisti; in particolare le stesse, qualora vendute, avrebbero provocato un danno economico agli acquirenti di circa unmilione di euro.

La Procura della Repubblica di Roma, con il coordinamento internazionale dell’Assistente al Membro Nazionale per l’Italia a Eurojust, ha emesso 13 Ordini di Indagine Europeo e 9 richieste di Assistenza Giudiziaria in ambito extra U.E. in Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e USA, eseguiti in collaborazione con le Polizie dei rispettivi Paesi. Successivamente è stato emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, convalidato dal GIP, che ha disposto il sequestro di cinque conti correnti bancari e due autovetture per una somma complessiva di circa 300 mila euro.

#Armadeicarabinieri #TPC

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UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

"Pregiudizi dell'intelligenza artificiale nelle forze dell'ordine: una guida pratica", recente pubblicazione di Europol (Innovation Lab), esplora i metodi per prevenire, identificare e mitigare i rischi nelle varie fasi dell'implementazione dell'intelligenza artificiale.
Il rapporto mira a fornire alle forze dell’ordine linee guida chiare su come implementare le tecnologie di intelligenza artificiale salvaguardando i diritti fondamentali.

L’intelligenza artificiale può essere una risorsa importante per le forze dell’ordine, per rafforzare le proprie capacità di combattere le minacce emergenti (amplificate dalla digitalizzazione) attraverso l’integrazione di nuove soluzioni tecniche, quali come la polizia predittiva, l'identificazione automatica di pattern e l'analisi avanzata dei dati.
L’intelligenza artificiale può aiutare le forze dell’ordine: a. ad analizzare set di dati ampi e complessi, b. automatizzare compiti ripetitivi e c. supportare un processo decisionale più informato.
Impiegata in modo responsabile, può potenziare le capacità operative e migliorare la sicurezza pubblica.

Tuttavia, questi benefici devono essere attentamente valutati rispetto ai possibili rischi posti dai pregiudizi (intesi come una tendenza o inclinazione che si traduce in un giudizio ingiusto o in un pregiudizio a favore o contro una persona, un gruppo o un'idea) sull'utilizzo, che possono apparire in varie fasi di sviluppo e implementazione del sistema di intelligenza artificiale.
Questi rischi derivano da pregiudizi insiti nella progettazione, nello sviluppo e nell'implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale, che possono perpetuare la discriminazione, rafforzare le disuguaglianze sociali e compromettere l'integrità delle attività delle forze dell'ordine.
Tali pregiudizi devono essere controllati per garantire risultati equi, mantenere la fiducia del pubblico e proteggere i diritti fondamentali. Il rapporto fornisce alle autorità di contrasto le intuizioni e le indicazioni necessarie per identificare, mitigare e prevenire pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale. Questa conoscenza può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere l’adozione sicura ed etica dell’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia venga utilizzata in modo efficace, equo e trasparente al servizio della sicurezza pubblica.

Le Raccomandazioni chiave per le forze dell'ordine che emergono dal Rapporto riguardano:

- Documento: mantenere una documentazione dettagliata di tutte le fasi del ciclo di vita dell'IA. Ciò garantisce tracciabilità, responsabilità e aiuta a identificare dove possono verificarsi pregiudizi.
- Valutare: sviluppare un quadro socio-tecnico completo, coinvolgendo un gruppo eterogeneo di parti interessate, per valutare l'accuratezza tecnica e considerare attentamente i contesti storici, sociali e demografici.
- Formare tutto il personale delle forze dell’ordine coinvolto con gli strumenti di intelligenza artificiale per approfondire la propria comprensione delle tecnologie di intelligenza artificiale per enfatizzare il valore della valutazione umana nella revisione dei risultati generati dall’intelligenza artificiale per prevenire pregiudizi.
- Testare le prestazioni, l'impatto e rivedere gli indicatori di potenziale distorsione prima dell'implementazione.
- Eseguire analisi caso per caso e addestrarsi a comprendere i diversi pregiudizi dell’intelligenza artificiale, la loro relazione con i parametri di equità e implementare metodi di mitigazione dei pregiudizi.
- Valutare continuamente attraverso l'implementazione di test regolari e la rivalutazione dei modelli di intelligenza artificiale durante tutto il loro ciclo di vita per rilevare e mitigare i pregiudizi.
- Applicare tecniche di test di equità e di mitigazione dei pregiudizi post-elaborazione sia sugli output del sistema di intelligenza artificiale che sulle decisioni finali prese da esperti umani che si affidano a tali output.
- Valutare il contesto e gli obiettivi di ciascuna applicazione di intelligenza artificiale, allineando le misure di equità con gli obiettivi operativi per garantire risultati sia etici che efficaci.
- Garantire la coerenza contestuale e statistica durante l’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale.
- Standardizzare i parametri di equità e le strategie di mitigazione in tutta l’organizzazione per garantire pratiche coerenti nella valutazione dei pregiudizi.

Informazioni sull'Innovation Lab di Europol

Il Lab mira a identificare, promuovere e sviluppare soluzioni innovative concrete a sostegno del lavoro operativo degli Stati membri dell'UE’. Ciò aiuta investigatori e analisti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per evitare la duplicazione del lavoro, creare sinergie e mettere in comune le risorse.

Le attività del laboratorio sono direttamente collegate alle priorità strategiche stabilite nella strategia Europol Fornire sicurezza in partenariato, in cui si afferma che Europol sarà in prima linea nell'innovazione e nella ricerca delle forze dell'ordine.

Il lavoro del Laboratorio di innovazione Europol è organizzato attorno a quattro pilastri: gestione di progetti al servizio delle esigenze operative della comunità delle forze dell'ordine dell'UE; monitorare gli sviluppi tecnologici rilevanti per le forze dell'ordine; mantenimento di reti di esperti; in qualità di segretariato del polo di innovazione dell'UE per la sicurezza interna.

La pubblicazione [en] è scaricabile qui europol.europa.eu/publications…

#AI #artificialintelligence #intelligenzaartificiale

@Intelligenza Artificiale


MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC PATRIMONIO CULTURALE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI

Lo scorso 15 luglio 2025 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, è stato ufficialmente restituito un mosaico romano raffigurante una coppia di amanti, trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manufatto, donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco, è stato restituito dagli eredi del destinatario al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, grazie a una spedizione diplomatica organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.

Il mosaico, datato tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C., fu trafugato a Pompei nel 1944. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha gestito la restituzione del mosaico, coordinandosi con la Procura di Roma e il Parco Archeologico di Pompei per il rimpatrio dell'opera.
Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha ricevuto il mosaico dalle mani del generale Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il Generale Gargaro ha sottolineato l’impegno costante dei Carabinieri TPC nel recuperare il nostro patrimonio culturale sparso per il mondo. “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.”

#ARMADEICARABINIERI #TPC #TUTELAPATRIMONIOCULTURALE #POMPEI

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RICERCATO DALL'INTERPOL, CATTURATO IN COLOMBIA PRESUNTO 'NDRANGHETISTA ACCUSTATO DI SUPERVISIONARE LE SPEDIZIONI DI COCAINA

Le autorità colombiane hanno comunicato di aver catturato un presunto leader della ’ndrangheta in America Latina, accusato di supervisionare le spedizioni di cocaina e di gestire le rotte del traffico illegale verso l'Europa.

Giuseppe Palermo, noto anche come “Peppe,” ricercato con un avviso rosso dell'Interpol, è stato arrestato per strada nella capitale della Colombia, Bogotà, durante un'operazione coordinata tra le autorità colombiane, italiane e britanniche, nonché con #Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione europea.

Si ritiene che Palermo fosse il principale leader della ’ndrangheta in Sudamerica, ha dichiarato Carlos Fernando Triana, capo della polizia colombiana.

Il sospettato “non solo ha guidato l'acquisto di grandi spedizioni di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma ha anche controllato le rotte marittime e terrestri utilizzate per trasportare la droga sui mercati europei", ha aggiunto Triana.

Secondo le Nazioni Unite, la produzione illegale di cocaina ha raggiunto le 3.708 tonnellate nel 2023, con un aumento di quasi il 34% rispetto all’anno precedente, trainato principalmente dall’espansione della coltivazione delle foglie di coca in Colombia.

#COLOMBIA #AVVISOROSSO #REDNOTICE #NDRANGHETA

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I NOSTRI "CUGINI" SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO. COSA PUò FARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


La Giornata Mondiale degli scimpanzé (World Chimpanzee Day) viene celebrata ogni anno il 14 settembre. È una data dedicata alla sensibilizzazione sull'importanza di proteggere queste specie in via di estinzione; è stata istituita nel 2017 dall'organizzazione internazionale "Jane Goodall Institute" per richiamare l'attenzione sulla situazione critica in cui si trovano le scimmie antropomorfe, in particolare i cebi e i scimpanzé.

Gli scimpanzé condividono circa il 98,7% del loro DNA con gli esseri umani: possono imparare il linguaggio dei segni, risolvere problemi e persino costruire utensili. Eppure, nonostante la loro intelligenza e lo stretto legame con noi, gli scimpanzé sono ora classificati come specie in pericolo nella Lista Rossa (Red List) IUCN, con popolazioni in continuo declino a causa della perdita di habitat e del commercio illegale di fauna selvatica.

La Red List IUCN

L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature), fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di "influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo a conservare l'integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali sia equo e ecologicamente sostenibile". La IUCN conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell'ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione.
Il mantenimento e l'aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate (iucnredlist.org) è l'attività più influente condotta dalla Species Survival Commission della IUCN. Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Inizialmente la Lista Rossa IUCN raccoglieva le valutazioni soggettive del livello di rischio di estinzione secondo i principali esperti delle diverse specie. Dal 1994 le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi e scientificamente rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001. Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi a eccezione dei microorganismi, rappresentano lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione. Per l'applicazione a scala non globale, inclusa quella nazionale, esistono delle linee guida ufficiali.

La Convenzione CITES

Gli scimpanzé (Pan troglodytes) sono elencati nell'Appendice I della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES).

Questo significa che:

- Il commercio internazionale di scimpanzé e dei loro prodotti derivati (come pelli, ossa, ecc.) è vietato, a meno che non ci sia un'autorizzazione speciale per scopi non commerciali, come la ricerca scientifica.

- Ogni trasferimento internazionale di scimpanzé deve essere autorizzato con appositi permessi CITES rilasciati dalle autorità nazionali competenti.

- I paesi aderenti alla CITES sono tenuti a vietare il commercio di scimpanzé e a prendere misure per proteggere queste specie a rischio di estinzione.

Una specie primata a rischio

Le informazioni della Wildlife Justice Commission rivelano una tattica inquietante utilizzata dai trafficanti: l'abuso della documentazione CITES. Permessi falsificati o ottenuti fraudolentemente vengono utilizzati per mascherare il commercio illegale di scimpanzé selvatici come legale. Questo sfruttamento del sistema consente alle reti organizzate di trarne profitto, mentre le popolazioni di scimpanzé selvatici continuano a soffrire.
Sussiste l’urgente necessità di rafforzare l’applicazione della legge e di smantellare le reti di traffico che sfruttano questa specie vulnerabile.

Cosa può la cooperazione di polizia?
La cooperazione internazionale di polizia svolge un ruolo importante nella difesa degli scimpanzé, soprattutto per contrastare il bracconaggio e il traffico illegale di questi primati. Ecco alcune delle principali azioni intraprese:

- Operazioni congiunte transfrontaliere:

Le forze di polizia di diversi paesi coordinano operazioni per individuare e fermare i trafficanti che spostano illegalmente gli scimpanzé attraverso i confini.
Vengono effettuati controlli e ispezioni mirate nei porti, negli aeroporti e lungo le rotte di traffico.
Scambio di informazioni e intelligence:

Le agenzie di polizia condividono informazioni sui gruppi criminali coinvolti nel traffico di scimpanzé, sulle loro rotte e sui metodi utilizzati.
Ciò permette di anticipare e intervenire tempestivamente per sventare i traffici.

- Formazione e capacity building:

La cooperazione internazionale supporta la formazione degli agenti di polizia locali sui metodi di riconoscimento, cattura e gestione degli scimpanzé.
Vengono fornite competenze per indagare e raccogliere prove sui crimini legati al traffico di fauna selvatica.
Assistenza legale e giudiziaria:

Quando vengono effettuati arresti, le autorità collaborano per assicurare i trafficanti alla giustizia attraverso procedure legali coordinate.
Vengono forniti supporto e consulenza legale per garantire condanne adeguate.

- Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità:

Vengono realizzate campagne di sensibilizzazione nelle aree a rischio per scoraggiare la domanda di scimpanzé e altri animali selvatici.
Le comunità locali sono coinvolte nella sorveglianza e nella segnalazione di attività sospette.
Questa cooperazione internazionale multi-agenzia è fondamentale per contrastare efficacemente il bracconaggio e il traffico illegale degli scimpanzé, contribuendo così alla loro protezione e conservazione.

Risorse per approfondire:

Jane Goodall Institute: www.janegoodall.it
World Chimpanzee Day: www.worldchimpanzeeday.org


#scimpanzé #CITES #IUCN #WildlifeJusticeCommission

@Scienze


DROGA DAL SUD AMERICA IN ITALIA: SPUNTA L'INTESA TRA 'NDRANGHETA E MAFIA ALBANESE


I #Carabinieri del #ROS (Raggruppamento Operativo speciale) – col supporto in fase esecutiva dei Comandi provinciali dell’Arma territorialmente competenti e dello Squadrone Eliportato Cacciatori "Calabria” – hanno eseguito nelle aree di Roma, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia una misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura Distrettuale.

Interessati 28 indagati italiani e albanesi, gravemente indiziati di aver preso parte ad un’associazione criminale di matrice ‘ndranghetista, con base a Roma ed operante nell’intero territorio nazionale.

Il provvedimento si basa sugli elementi acquisiti dal ROS, nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica – DDA – presso il Tribunale di Roma, su un 57 enne calabrese, già precedentemente condannato in via definitiva per la violazione dell’art. 416 bis Codice Penale, quando fu ritenuto elemento apicale della "locale dii 'ndrangheta" di Volpiano (Torino), promanazione di quella di Platì (Reggio Calabria).

L’uomo, trasferitosi a Roma agli inizi degli anni 2000, aveva assunto il controllo del quartiere capitolino di San Basilio, promuovendo la nascita di un’associazione composta, tra gli altri, anche dai tre figli, con legami stabili con una paritetica struttura criminale albanese, utilizzata per gli aspetti logistici (estrazione dei carichi dai porti spagnoli e olandesi nonché per il successivo trasporto) e per lo smercio del narcotico in altre zone della Capitale.

La cocaina veniva acquisita in Sud America e fatta giungere, tramite container in alcuni porti della Spagna, a Rotterdam (Olanda) e a quello di Gioia Tauro (Reggio Calabria), anche sfruttando l’interazione con altri broker calabresi, per poi giungere sul mercato romano dove veniva smerciata al dettaglio.

Nel complesso sono stati contestati agli indagati 80 capi di imputazione per operazioni di traffico per oltre 1 tonnellata di cocaina e per 1.497 chili di hashish, nonché un episodio di tortura aggravata dal metodo mafioso, contestato a 4 indagati italiani, gravemente indiziati di avere privato della libertà personale uno spacciatore, cagionandogli sofferenze fisiche e un trauma psichico. Le torture inferte, secondo l’accusa, sono state riprese con un telefonino, per diffonderne successivamente il video al fine di generare nella vittima e nei soggetti dediti alle attività di smercio di sostanze stupefacente in zona San Basilio, sentimenti di paura, omertà e assoggettamento al volere del gruppo criminale.

Il complesso scenario emergente dall’attività investigativa ha consentito di accertare l’impiego sistematico da parte degli indagati di sofisticati sistemi criptofonici utilizzati per le comunicazioni operative e per eludere le attività di controllo. Tali dispositivi venivano approvvigionati attraverso una vera e propria centrale di smistamento, individuata a Roma e facente capo ad un 46enne albanese colpito anch’egli dalla misura cautelare per aver concorso nell’associazione.

L’attività investigativa – grazie alla estesa cooperazione internazionale avviata – ha consentito di localizzare in Spagna 5 latitanti per reati materia di stupefacenti il cui arresto, su indicazione del ROS, è stato eseguito dalle autorità di polizia locali.

Complessivamente, l’attività investigativa, conclusa con l’emissione di 28 provvedimenti cautelari detentivi, 6 interrogatori preventivi, l’arresto in flagranza di reato di 11 soggetti, nonché, all’estero, di 5 latitanti ed il sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente (per lo più cocaina ed hashish), ha confermato:

- L’infiltrazione del territorio romano di organizzazioni, dedite al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetista
- L’alleanza, ormai strutturale, nello specifico settore, tra la ‘ndrangheta e paritetiche organizzazioni criminali albanesi che, forti della loro ramificazione in molti paesi europei e non solo, garantiscono canali alternativi di approvvigionamento e, soprattutto, la possibilità di utilizzare porti stranieri, ove esercitano il loro controllo, per diversificare le narco-rotte
- La centralità del Porto di Gioia Tauro per le importazioni di cocaina
- L’esistenza di accordi/regole che consentono a organizzazioni di diversa matrice di spartirsi le più redditizie aree di smercio del narcotico nella Capitale
- L’utilizzo sistemico di strumenti tecnologici evoluti e non direttamente intercettabili, per le comunicazioni operative.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono state condotte in cooperazione internazionale con diverse Polizie estere e sono state supportate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (#DCSA), dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (#SCIP), da #Interpol- Progetto I-CAN (#ICAN), dalla rete @net (#onnet) della #DIA, nonché dalle Agenzie #Europol e #Eurojust.

@Notizie dall'Italia e dal mondo


CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE: IL CRIMINE MINERARIO E L’ESTRAZIONE ILLEGALE DELL’ORO


In un periodo in cui si parla molto di “terre rare” e “minerali critici” appare di interesse il documento redatto nel maggio 2025 dal Research and Trend Analysis Branch dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), ovvero l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine dal titolo Global Analysis on Crimes that Affect the Environment – Part 2b: Minerals Crime: Illegal Gold Mining.

Questo rapporto fa parte di una serie di analisi globali sui crimini che colpiscono l’ambiente. In particolare, la Parte 2b si concentra sul crimine minerario, con un focus sull’estrazione illegale dell’oro. Il documento è stato redatto in risposta alla crescente preoccupazione per:

- l’aumento della domanda di minerali critici per la transizione energetica,

- l’infiltrazione di gruppi criminali organizzati nelle catene di approvvigionamento minerario,

- i gravi impatti ambientali e sociali dell’estrazione illegale,

- e le lacune normative e di enforcement a livello globale.

Il documento si basa su:

- una revisione di oltre 160 fonti aperte,

- analisi di dati commerciali (UN Comtrade),

- casi giudiziari,

- e contributi di esperti internazionali.


Il rapporto analizza i crimini legati al settore minerario, con particolare attenzione all’estrazione illegale dell’oro. Questi crimini includono attività illecite lungo tutta la catena di approvvigionamento dei minerali: dall’esplorazione all’estrazione, raffinazione, commercio e produzione finale. L’obiettivo è comprendere le dinamiche criminali, i danni ambientali e sociali, e proporre risposte politiche efficaci.

In particolare:

Domanda crescente e vulnerabilità: la transizione energetica globale aumenta la domanda di minerali critici (rame, litio, cobalto, ecc.). Questa pressione crea opportunità per attività criminali, corruzione e instabilità nelle catene di approvvigionamento.

L’oro come caso emblematico: l’oro è particolarmente vulnerabile a traffici illeciti per via del suo alto valore, facilità di trasporto e difficoltà di tracciabilità dopo la raffinazione. Le raffinerie internazionali sono punti critici per l’intervento normativo.

Attori coinvolti: gruppi criminali organizzati (OCGs), aziende legittime coinvolte in pratiche illecite, commercianti, raffinerie e minatori artigianali. Le OCGs usano l’oro per finanziare altre attività criminali e mantenere il controllo territoriale.

Impatto ambientale e sociale: uso di mercurio e sostanze tossiche, deforestazione, inquinamento di acqua e suolo.

Violazioni dei diritti umani: lavoro forzato, sfruttamento sessuale, lavoro minorile, violenza e sfollamenti.

Corruzione e riciclaggio: frodi documentali, concessioni ottenute illegalmente, uso di società di comodo per riciclare proventi illeciti. Le lacune normative e la scarsa trasparenza facilitano l’infiltrazione criminale.

Dall’analisi emergono alcune Raccomandazioni Politiche:

Transizione energetica giusta: risposte mirate per ogni tipo di minerale e contesto geografico.

Due diligence e trasparenza: rafforzare i controlli nelle raffinerie e nei centri di commercio. Sistemi di tracciabilità, audit indipendenti e divulgazione pubblica dei dati.
Risposte adattate al contesto locale

Distinguere tra attività illegali e informali: incentivare la formalizzazione dei minatori artigianali.

Responsabilità aziendale: le aziende devono garantire il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo tutta la catena.

Rafforzare l’applicazione della legge: maggiore cooperazione internazionale, uso di tecnologie (droni, AI, blockchain), formazione e risorse per le forze dell’ordine.

Migliorare la raccolta dati: standardizzazione dei dati, criminalizzazione uniforme dei reati minerari, cooperazione tra Stati.

Il crimine minerario, in particolare l’estrazione illegale dell’oro, rappresenta una minaccia globale che richiede risposte coordinate e multisettoriali. È essenziale garantire catene di approvvigionamento trasparenti e responsabili per sostenere una transizione energetica equa e sostenibile.

Il documento (in inglese) è reperibile qui: unodc.org/documents/data-and-a…

#CRIMINIAMBIENTALI #CRIMINEMINERARIO #ESTRAZIONEILLEGALE #ORO

@Ambiente - Gruppo sulla sostenibilità e giustizia climatica


Traffico di specie selvatiche: la Wildlife Justice Commission rende noti i risultati del 2024


La Wildlife Justice Commission (WJC) è una fondazione internazionale senza scopo di lucro, con sede all'Aia, nei Paesi Bassi, fondata nel 2015. La sua missione è contrastare e contribuire allo smantellamento delle reti criminali transnazionali organizzate che trafficano in specie selvatiche protette, legname e prodotti ittici.

La Wildlife Justice Commission: - Conduce indagini sotto copertura e basate su intelligence, utilizzando metodologie di polizia per raccogliere prove verificabili di crimini contro la fauna selvatica; - Fornisce queste prove a governi e forze dell’ordine per favorire arresti e processi contro i trafficanti di alto livello; - Supporta le autorità con assistenza operativa e crea pressione diplomatica sui governi riluttanti ad agire, anche organizzando audizioni pubbliche; - Collabora con enti governativi, organizzazioni intergovernative e ONG per rafforzare la capacità di contrasto ai crimini ambientali e promuovere soluzioni sostenibili.

Il traffico di specie selvatiche è una delle industrie criminali più redditizie al mondo, con un giro d’affari stimato di circa 20 miliardi di dollari l’anno, subito dopo il traffico di droga, esseri umani e armi.
La WJC si concentra sulle specie più vulnerabili, come tigri, rinoceronti ed elefanti, e sui criminali più prolifici, mirando a interrompere le reti criminali e la corruzione che le sostiene.

Nel suo Rapporto sulla attività svolta nel 2024 la Wildlife Justice Commission segnala come quello passato sia stato trasformativo per la WJC, con risultati significativi nella lotta contro il crimine ambientale e il traffico di fauna selvatica. L’organizzazione infatti ha:

- Smantellato 16 reti criminali transnazionali
- Supportato 84 arresti in Africa, Asia e Sud America
- Facilitato sequestri record, tra cui 12.214 kg di squame di pangolino (79% del totale globale)

Tra i Risultati Operativi Chiave vengono indicati:
Nigeria: Sequestrati 11.673 kg di squame di pangolino e 25 kg di avorio. Arrestati 12 sospetti, tra cui broker e spedizionieri di alto livello.
Mozambico: Condannati due noti trafficanti di corni di rinoceronte a 27 e 24 anni di carcere.
Thailandia: Sequestrati oltre 1.200 animali esotici (tartarughe, lemuri) e rimpatriati in Madagascar.
Sudafrica: Arrestato un trafficante vietnamita di grandi felini.
America Latina: Sequestrata oltre una tonnellata di cetrioli di mare e pinne di squalo.

I progetti Speciali attivati sono stati:
Project Galvanise: Rafforzata l’intelligence contro il traffico di fauna selvatica in 16 paesi. Creato l’Online Resource Center for Analysis (ORCA) per analisti di intelligence. Con riguardo alla Formazione: 16 programmi di formazione in Mozambico, Botswana, Filippine e Thailandia per rafforzare le capacità investigative locali.

La WJS ha:
- Partecipato a conferenze ONU e G20.
- Contributo a 5 politiche internazionali e alla nuova Convenzione del Consiglio d’Europa.
- Promosso il riconoscimento del traffico di fauna selvatica come crimine organizzato grave.

Il report (in inglese) è scaricabile qui: wildlifejustice.org/wp-content…

#trafficospecieprotette #wjc

@Ambiente - Gruppo sulla sostenibilità e giustizia climatica


Criminalità organizzata marittima: quale la risposta internazionale?



Fenomeni criminali transnazionali. La necessità di coordinamento

La cooperazione internazionale è fondamentale per contrastare i traffici illeciti marittimi. Si tratta di fenomeni criminali spesso transnazionali che coinvolgono reti organizzate che sfruttano la complessità e la vastità degli spazi marittimi per eludere le autorità di uno o più Stati.

Solo attraverso un coordinamento efficace tra Paesi è possibile superare le difficoltà operative legate alla giurisdizione (come nel caso dell'inseguimento di navi sospette che attraversano acque territoriali diverse), e garantire una risposta tempestiva e coordinata alle minacce.

Inoltre, la cooperazione consente lo scambio di informazioni, la condivisione di intelligence e l’adozione di strategie comuni, elementi indispensabili per prevenire e reprimere efficacemente il traffico illecito, la pirateria e altre forme di criminalità organizzata marittima.

Il contrasto

La strategia per il contrasto ai traffici illeciti marittimi è portata avanti da diverse organizzazioni e istituzioni internazionali, nonché da coalizioni di Stati.

L’Unione Europea, che ha lanciato operazioni militari come la missione “Atalanta” per la lotta alla pirateria al largo delle coste somale, integrando attività di protezione, prevenzione e repressione.

Le Nazioni Unite, con strumenti giuridici come la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (#UNCLOS) che impone agli Stati l’obbligo di cooperare nella repressione della pirateria e di altri traffici illeciti marittimi.

Organizzazioni come l’ #IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), che promuovono norme e fondi per la sicurezza marittima e la gestione dei danni ambientali legati a incidenti marittimi.

Coalizioni multilaterali e accordi bilaterali o trilaterali tra Stati costieri, come quelli in corso tra Francia, Italia e Spagna, per migliorare la cooperazione operativa e giuridica nella lotta ai traffici illeciti via mare.

La lotta ai traffici illeciti marittimi richiede una strategia multilivello e multilaterale, basata su un forte coordinamento internazionale che coinvolge istituzioni sovranazionali, Stati e forze di polizia marittime, per garantire sicurezza, legalità e tutela degli interessi economici e umanitari nel contesto globale

Rotte marittime per il traffico di droga

Il Rapporto Mondiale sulla Droga 2024 dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (#UNODC) rivela una preoccupante tendenza all'aumento delle rotte marittime per il traffico illecito di droga. Nello specifico, i sequestri di cocaina nei porti europei sono aumentati del 18% durante la pandemia di COVID-19, evidenziando la crescente dipendenza da sofisticati “narco-sottomarini” segreti, in grado di trasportare ingenti quantità di droga su lunghe distanze. Pochi giorni orsono la Marina colombiana ha sequestrato al largo del Mar dei Caraibi il primo drone subacqueo utilizzato dai narcotrafficanti: un semisommergibile autonomo senza equipaggio con tecnologia Starlink, probabilmente testato dal cartello Gulf Clan.

L’imbarcazione, lunga circa 10 metri, è stata trovata priva di carico, ma secondo le autorità colombiane rappresenta un prototipo sperimentale in fase di test. Il potente cartello Gulf Clan è già noto per l’impiego di tecnologia avanzata nelle sue rotte clandestine.

Questa tendenza si inserisce in un panorama più ampio di crimini marittimi che minacciano la sicurezza globale, tra cui pirateria, contrabbando di armi, tratta di esseri umani, traffico di migranti, pesca illegale e criminalità ambientale marittima. Questi crimini sono spesso perpetrati dalle stesse reti criminali transnazionali, evidenziando la necessità di un approccio globale per affrontare queste minacce.

In risposta a ciò, il Programma Globale sulla Criminalità Marittima (#GMCP) dell'UNODC fornisce un supporto fondamentale agli Stati membri attraverso iniziative di rafforzamento delle capacità. Le attività del programma prevedono la formazione specializzata per le squadre di interdizione, l'implementazione di tecnologie per la consapevolezza del dominio marittimo e la promozione della cooperazione transfrontaliera nelle indagini penali. Partendo da queste basi, il GMCP mira a istituire quadri sostenibili e basati sullo stato di diritto per l'individuazione, l'intercettazione, il perseguimento e il giudizio dei reati marittimi.

Nel 2024, il GMCP ha compiuto progressi significativi in ​​questo ambito, formando oltre 8.500 agenti in 109 paesi. Questo risultato sottolinea l'impegno del programma nell'aiutare gli Stati membri a rispondere efficacemente alle crescenti minacce marittime transnazionali.

Per saperne di più [en]:

https://youtu.be/c0IjddUfi9c

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CARABINIERI RESTITUISCONO ALLA SPAGNA UN RETABLO E NUMEROSI BENI D’ARTE PROVENIENTI DAL TRAFFICO ILLECITO INTERNAZIONALE



TORINO. Una preziosa scultura in legno intagliato policromo e dorato con scene della Passione di Cristo del XVI secolo e ulteriori 64 beni d’arte tra dipinti, specchiere, arazzi, mobili e sculture, illecitamente esportate dalla Spagna, sono stati restituiti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alle Autorità iberiche, durante la cerimonia che si è svolta ieri, nel “Salone delle Guardie svizzere” di Palazzo Reale a Torino.

L’evento si è svolto alla presenza alla presenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Divisione Gargaro, dei Procuratori della Repubblica di Torino, Bombardieri e di Verbania, Pepe, nonché della Direttrice Generale del Patrimonio e delle Belle Arti del Ministero della Cultura del Regno di Spagna, Ángeles Albert De Leon, del Generale Alfonso Lopez Malò, Comandante della Policia Judicial della Guardia Civil spagnola e del Console Generale di Spagna Álvaro Trejo Gabriel y Galan.


Molti i beni artistici restituiti ala Spagna

I beni sono stati individuati grazie all’attività investigativa iniziata nel 2023, quando i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino sono intervenuti all’interno di un’abitazione privata di Lesa (in provincia di Novara) dopo aver esaminato una segnalazione di beni d’arte di provenienza illecita, procedendo d’iniziativa al sequestro degli oggetti trafugati con il supporto dei Carabinieri territoriali.

L’operazione ha permesso di recuperare tra le opere d’arte presenti un retablo di straordinaria rilevanza storica ed artistica, che da successivi accertamenti è risultato essere stato illecitamente trafugato dalla Spagna dai proprietari (defunti) della villa sottoposta al controllo, in spregio al diniego all’esportazione emesso dalle competenti autorità spagnole.

Il Nucleo TPC, coordinato dalle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Torino e di Verbania, ha condotto le ulteriori indagini in campo internazionale grazie all’utilizzo di Ordini europei di Indagine, cooperando Autorità giudiziarie italiane e spagnole Importante il supporto fornito da EUROJUST nell’aver individuato a Marbella (Spagna) una villa appartenente ai medesimi proprietari, dove originariamente era presente il “Retablo” e dalla quale risultavano mancare ulteriori beni d’arte (conteggiati in 64 oggetti antiquariali tra dipinti, sculture, mobili e beni vari) illecitamente esportati in Italia, alcuni presenti nella villa di Lesa e i restanti presso dei privati e dei commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.

Gli accertamenti svolti in sinergia tra i Carabinieri del TPC e il Dipartimento della Polizia spagnola “Unidad Central Operativa – Departamento de Delincuencia Especializada y Drogas – Grupo de Patrimonio Historico della Guardia Civil”, avvalendosi degli accurati esami compiuti dai funzionari del Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo, hanno confermato l’autenticità dei beni d’arte e l’illecita esportazione degli stessi. L’expertise ha permesso di ottenere dalle autorità giudiziarie italiane i decreti per il dissequestro e restituzione in favore della Spagna.

Il successo dell’indagine, dagli investigatori convenzionalmente soprannominata RETABLO (l’omologa indagine in Spagna è stata denominata ALTARPIECE), ha visto tra i primi casi in Italia l’applicazione del nuovo reato, introdotto nel 2022, di importazione illecita di beni culturali (art. 518 decies Codice Penale.) in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese.

#CARABINIERITPC #ARMADEICARABINIERI #GUARDIACIVIL


Operazione congiunta tra Procura di Verona e GdF e la Procura albanese SPAK contro il riciclaggio di denaro da parte di organizzazioni criminali con sede a Elbasan



La Procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (SPAK) e la Procura di Verona hanno condotto un'operazione congiunta contro un'organizzazione criminale di Elbasan, attiva a Verona, responsabile del trasporto di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America al mercato europeo.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza veronese hanno portato al sequestro preventivo di beni mobili e immobili, risorse finanziarie e quote del patrimonio di una società commerciale, per un valore superiore ai 4 milioni di euro.


Il sequestro è stato eseguito su provvedimento del Tribunale di Verona, in via cautelare, nell'ambito delle indagini in corso.

I beni sequestrati sono:


Un fabbricato, immobile a Nogarole Rocca (Verona)
Un immobile del valore di circa 3 milioni di euro, composto da 30 unità tra uffici e negozi (Verona)
Un conto corrente bancario dove venivano versati gli affitti degli uffici e dei negozi (circa 400 mila euro all'anno)
Società commerciale operante nel settore delle costruzioni, con una quota del 100% in Italia.

Le indagini hanno accertato che tali patrimoni erano stati creati e finanziati con i profitti derivanti dal traffico internazionale di stupefacenti dal Sud America ai mercati europei. L'attenzione si è concentrata su una società immobiliare in Italia, alla quale venivano indirizzate ingenti somme di denaro tramite il sistema bancario. È emerso che il denaro proveniva dall'Albania, poiché l'organizzazione criminale trasferiva i proventi di una società commerciale albanese, di proprietà di due fratelli albanesi, e tali somme venivano investite in Italia nella costruzione e ristrutturazione di edifici, che venivano poi affittati.

Uno dei due fratelli è ricercato a livello internazionale, mentre l'altro si trova in un carcere belga. Quest'ultimo è stato arrestato a Verona nel giugno 2024, in seguito all'esecuzione di un mandato di arresto emesso dalle autorità belghe per sospetto coinvolgimento in un omicidio mafioso ad Anversa, scaturito da conflitti tra gruppi rivali dediti al narcotraffico.

Per quest'ultimo, c'è anche una decisione emessa dal Tribunale di primo grado per la corruzione e la criminalità organizzata, a seguito delle indagini condotte dallo SPAK, per i reati penali: "Omicidio premeditato", "Detenzione e fabbricazione illegali di armi", "Traffico internazionale di droga" e " Riciclaggio dei proventi di un reato o di un'attività criminale".

Grazie al team investigativo congiunto tra la Procura di Verona e la SPAK, è emerso che l'impiego di ingenti risorse finanziarie provenienti dall'Albania nell'economia italiana rappresentava anche l'ultimo anello del riciclaggio di denaro, effettuato dall'estero tramite una società commerciale in Albania, di proprietà dell'organizzazione criminale.

In Albania venivano effettuate operazioni immobiliari sospette, con l'obiettivo di impedire la tracciabilità della provenienza illecita del denaro e in questo modo l'organizzazione beneficiava di servizi "riciclati", con il profitto ricavato dalle operazioni sospette, che poteva essere reimpiegato in investimenti immobiliari in territorio italiano.

Sono stati inoltre sequestrati beni immobili e risorse finanziarie appartenenti all'amministratore di una società immobiliare veronese, di proprietà di una coppia albanese, in passato coinvolta nel traffico di droga. Erano considerati persone di fiducia dei due fratelli e risultavano essere al soldo dell'organizzazione criminale. Sono stati inoltre effettuati accertamenti sui soggetti principali e sui loro collaboratori italiani, al fine di reperire ulteriori elementi di prova.

Per la Procura di Verona si tratta del primo caso di un'organizzazione criminale albanese che investe in immobili nel territorio di uno Stato dell'Unione Europea, in questo caso l'Italia.

#SPAK #GuardiadiFinanza


LOTTA AL TRAFFICO ILLECITO MARITTIMO. L’ESPERIENZA DEL PROGRAMMA SEACOP


La cooperazione internazionale è fondamentale nel contrasto ai traffici illeciti marittimi per diversi motivi: la natura transnazionale dei traffici: le rotte del traffico illecito (droga, armi, esseri umani, legname, ecc.) attraversano più giurisdizioni. Nessun Paese può affrontare efficacemente il problema da solo.La condivisione di informazioni e intelligence: la cooperazione consente lo scambio tempestivo di dati tra forze dell’ordine, dogane e autorità marittime. La standardizzazione delle procedure: operare con protocolli comuni facilita le operazioni congiunte e migliora l’efficacia dei controlli. La formazione e rafforzamento delle capacità: i Paesi con meno risorse possono beneficiare del supporto tecnico e formativo di partner più esperti. La risposta coordinata: le operazioni congiunte permettono di colpire simultaneamente più nodi della rete criminale.

### Il progetto SEACOP dell’Unione Europea

Il SEACOP (Seaport Cooperation Project) è un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea, giunta alla sua sesta fase (SEACOP VI), che mira a rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta contro il traffico illecito via mare.
Obiettivo principale è contrastare il traffico di droga e altri traffici illeciti (come il legname) attraverso il rafforzamento delle capacità operative e di intelligence nei porti di Africa, America Latina e Caraibi.
Le attività principali consistono nella creazione e supporto di Unità di Intelligence Marittima (MIUs) e Unità di Controllo Marittimo Congiunto (JMCUs); nella formazione di agenti locali su tecniche di ispezione, profilazione dei rischi e cooperazione internazionale; nella promozione della condivisione in tempo reale delle informazioni tra Paesi partner e agenzie europee come FRONTEX, MAOC-N, e le forze dell’ordine nazionali.

In sintesi, SEACOP rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione internazionale possa tradursi in azioni operative efficaci contro le reti criminali transnazionali, contribuendo alla sicurezza globale e allo sviluppo sostenibile delle regioni coinvolte.

### SEACOP ed i Paesi del Caribe

Grazie a SEACOP, 13 paesi del Caribe hanno potuto aumentare la loro capacità di risposta ai pericoli marittimi, con oltre 120 sequestri di merci illecite e miglioramento della coordinazione nazionale e regionale.

Il progetto si basa su un approccio decentralizzato e rispondente alle esigenze della regione, formando “equipaggiamenti virtuali”, inter-agenzie che possono rispondere ai pericoli in modo rapido e efficace. In 10 anni, SEACOP ha formato oltre 750 ufficiali e ha migliorato la capacità di risposta dei paesi del Caribe ai pericoli marittimi.

### SEACOP VI


Il progetto SEACOP VI mira a combattere il traffico di stupefacenti e le reti criminali associate in America Latina, Caraibi e Africa Occidentale. L’obiettivo principale è interrompere i flussi illeciti e rafforzare la cooperazione tra le autorità responsabili della sicurezza dei confini e della lotta al crimine organizzato. Il progetto si concentra su tre obiettivi principali: rafforzare le capacità di analisi e identificazione di navi sospette, rinforzare le capacità di ricerca e intercettazione di merci illecite e migliorare la cooperazione e la condivisione di informazioni a livello regionale e transregionale.

Il progetto SEACOP VI è il sesto fase del progetto Seaport Cooperation e si concentra su una gamma più ampia di attività illecite, compresa la criminalità ambientale e i flussi illeciti transatlantici. Il progetto si avvale dell’esperienza di diverse agenzie europee e lavora in stretta collaborazione con le autorità locali per combattere il crimine organizzato e garantire la sicurezza dei confini.

### I principali successi di SEACOP

Operazione GRES-Atlantico-SUR (giugno-luglio 2024)
Questa iniziativa, nata nell’ambito di SEACOP, ha coinvolto Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Senegal e ha ottenuto risultati straordinari in appena un mese: oltre 5 tonnellate di cocaina sequestrate (4 tonnellate in Paraguay, 800 kg in Argentina, 380 kg in Brasile, 1 tonnellata di marijuana sequestrata in Paraguay, più di 10 arresti in operazioni coordinate, controlli su oltre 15 navi e container marittimi, numerosi controlli aerei e nei porti strategici come Santos (Brasile), Montevideo (Uruguay), Dakar (Senegal) e Asunción (Paraguay).
L’operazione ha dimostrato l’efficacia della condivisione di intelligence marittima e fluviale. Ha portato alla creazione di centri di coordinamento operativo in Argentina e Senegal. È in fase di espansione con il progetto GRES-Ports, che mira a rafforzare i controlli nei principali porti del Pacifico e dei Caraibi.
Il successo è stato possibile grazie alla collaborazione con: EMPACT (piattaforma europea contro le minacce criminali), MAOC-N (Centro di analisi e operazioni marittime), Progetto COLIBRI, EUROFRONT, e la Rete Iberoamericana dei Procuratori Antidroga (RFAI).
Questi risultati mostrano come SEACOP stia evolvendo da un progetto di formazione e capacity building a una rete operativa internazionale capace di colpire duramente le reti criminali transnazionali.


#SEACOP #UNIONEEUROPEA #UE #EU

@Politica interna, europea e internazionale


IL REPORT DELL'AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE CONTRO DROGA E CRIMINE SULLE ATTIVITA' DEL 2024



Maggio, tempo di relazioni sulle attività svolte l'anno precedente.
Non sfugge #UNODC ("United Nations Office on Drugs and Crime" in italiano "Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine", l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di traffico di droga, criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo) che ha rilasciato il suo report sul 2024 (il documento [en] è reperibile qui unodc.org/documents/AnnualRepo…).
Viene evidenziato un fatto importante del 2024: con l'adesione di Saint Kitts e Nevis, l'UNCAC conta ora 191 Parti, dimostrando la sua importanza e rilevanza a livello globale.

LE DROGHE

Sul fronte delle droghe, il Rapporto descrive gli sforzi dell'UNODC nel 2024 per affrontare la questione a livello globale, concentrandosi su vari aspetti:
droghe sintetiche: L'UNODC si è attivato per contrastare le droghe sintetiche lanciando strumenti tecnologici come l'app Clandestine Laboratory Investigation Platform, espandendo risorse informative (UN Toolkit), formando personale (ufficiali di prima linea) e monitorando le nuove sostanze in tutto il mondo.
Trattamento degli disturbi legati agli stimolanti: Insieme a WHO ed EUDA, l'UNODC ha avviato un'iniziativa (#ScaleUp) per promuovere la ricerca e trovare soluzioni scalabili per il trattamento delle persone con disturbi legati all'uso di stimolanti, cercando di colmare una lacuna importante nell'assistenza.
Potenziamento dei servizi legati all'uso di droghe: L'UNODC ha lavorato per migliorare la prevenzione, il trattamento e l'assistenza per l'uso di droghe in numerosi Paesi, raggiungendo decine di migliaia di persone con programmi di prevenzione e supporto, formando professionisti e facilitando l'accesso a farmaci controllati in modo sicuro.
Prevenzione rivolta ai giovani: Sono state lanciate due nuove iniziative specifiche per i giovani: CHAMPS, che mira a rafforzare la resilienza dei bambini e ragazzi, e Friends in Focus, che coinvolge giovani leader per sessioni di prevenzione tra pari.
Monitoraggio delle coltivazioni: L'UNODC ha continuato a monitorare le coltivazioni di coca e oppio nelle regioni chiave, evidenziando un aumento nella coltivazione di coca e nella produzione potenziale di cocaina in Colombia, e, nonostante una riduzione in Myanmar, il Paese è diventato il principale produttore di oppio nel 2024 a seguito del divieto in Afghanistan.

CRIMINALITA' ORGANIZZATA

La criminalità organizzata, sfruttando le debolezze a livello globale, rappresenta una grave minaccia che destabilizza le società e ostacola lo sviluppo. Questa minaccia, operando oltre i confini e utilizzando la tecnologia, è troppo complessa per essere affrontata da un singolo Paese.

L'UNODC ha un ruolo centrale nel supportare gli Stati membri nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale. Lo fa principalmente in questi modi:

Promuovendo l'adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il Crimine Organizzato Transnazionale (UNTOC) e ai suoi Protocolli, che sono strumenti giuridici fondamentali.
Aiutando i Paesi a implementare in modo efficace e coerente queste normative, anche attraverso il meccanismo di revisione (UNTOC Review Mechanism).
Fornendo supporto legislativo, aiutando i Paesi a creare leggi adeguate.
Costruendo capacità, formando personale e istituzioni per essere più efficaci.
Facilitando la cooperazione a livello regionale e internazionale tra i diversi Paesi.
L'ambito d'azione dell'UNODC in questo contesto è ampio e include la lotta contro vari tipi di crimini, come il cybercrime, il traffico di persone, il contrabbando di migranti, il traffico di armi e droga, oltre a crimini emergenti come le frodi organizzate.

CORRUZIONE E CRIMINI ECONOMICI

La corruzione e i crimini economici hanno conseguenze enormi e dannose che si ripercuotono su ogni settore. Questi comportamenti illeciti si manifestano ovunque: nelle istituzioni pubbliche, nelle aziende private, nella sanità, nello sport, e persino in ambiti come la protezione della fauna selvatica, dell'ambiente e la sicurezza alimentare. Le situazioni di conflitto e fragilità sono particolarmente esposte a questo problema.
L'UNODC supporta gli Stati nel trasformare gli impegni presi con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (UNCAC) in azioni concrete.
L'UNODC rimane fortemente impegnato nella sua missione di promuovere l'integrità, la trasparenza e la responsabilità a livello mondiale. Lo persegue in vari modi, tra cui:
Supportando il meccanismo di revisione dell'implementazione della Convenzione (Implementation Review Mechanism).
Sostenendo i centri e le piattaforme anti-corruzione a livello regionale.
Impegnandosi in altre iniziative specifiche mirate a contrastare la corruzione.
In poche parole, l'UNODC considera la corruzione un problema pervasivo e dannoso e lavora attivamente per aiutare i Paesi a rispettare i propri impegni anti-corruzione, fornendo supporto pratico e promuovendo una cultura di integrità e trasparenza a livello globale. L'ampia adesione all'UNCAC sottolinea l'importanza riconosciuta a livello internazionale della lotta alla corruzione.

SISTEMI DI GIUSTIZIA PENALE

I sistemi di giustizia penale a livello mondiale affrontano sfide complesse tra cui accesso inadeguato alla giustizia, sovraffollamento carcerario, alti livelli di violenza di genere e crescenti minacce ai minori sia online che offline.
L'integrazione delle tecnologie emergenti e dell'intelligenza artificiale ha creato nuove necessità, richiedendo un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti umani.
Come custode degli standard e delle norme ONU per la prevenzione del crimine e la giustizia penale, l'UNODC supporta gli Stati membri nella loro implementazione, fornendo orientamenti pratici e flessibili sui fondamenti della risposta di giustizia penale.
L'organizzazione adotta un approccio olistico e centrato sulle persone per rafforzare lo stato di diritto attraverso iniziative che:
- Migliorano l'accesso alla giustizia
- Promuovono la prevenzione del crimine basata su evidenze
- Avanzano la giustizia per e con i bambini
- Affrontano la violenza di genere contro le donne
- Supportano riforme carcerarie complete
L'obiettivo è rafforzare le istituzioni di giustizia penale attraverso un impegno sistemico che metta al centro la persona e i suoi diritti.

CONCLUSIONI

In sintesi l'UNODC affronta le crescenti minacce del terrorismo e dell'estremismo violento, aggravate dall'uso improprio delle tecnologie emergenti e dall'instabilità politica globale. L'organizzazione collabora con gli Stati membri per implementare strategie antiterrorismo delle Nazioni Unite, inclusa la Strategia Globale Antiterrorismo dell'ONU e il Piano d'Azione del Segretario Generale per prevenire l'estremismo violento.
Fornisce inoltre assistenza tecnica per rafforzare i quadri normativi, le politiche e le capacità istituzionali degli Stati, promuovendo risposte di giustizia penale che coinvolgano l'intero governo e la società civile.

Focus sulla collaborazione

L'ufficio enfatizza l'importanza di partenariati efficaci tra settore pubblico, privato e società civile, lavorando specificamente con organizzazioni giovanili, femminili e vittime del terrorismo per sviluppare approcci innovativi e comprensivi alla prevenzione dell'estremismo violento.
L'obiettivo è creare una risposta coordinata e inclusiva che coinvolga tutti i settori della società nella lotta contro il terrorismo contemporaneo.


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Operazione internazionale Zoulou: traffico di cocaina coinvolgente Belgio, Germania, Italia e Svizzera

Nell’attività condotta ad aprile 2025 sono stati effettuati arresti (11 in Belgio, 2 in Germania e 1 in Italia), eseguite 11 perquisizioni domiciliari e smantellato un laboratorio clandestino

Le indagini hanno svelato che l’organizzazione criminale era guidata da una famiglia italiana, con collegamenti diretti sia con fornitori in Colombia sia con gruppi di chimici operanti in Belgio. Oltre al traffico di cocaina, il gruppo era anche coinvolto nello spaccio di eroina e in operazioni di riciclaggio di denaro. Queste evidenze rivelano come le reti criminali moderne si strutturino su livelli internazionali, facendo leva su legami trasversali per garantire la continuità e la resilienza delle loro attività illecite. Le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 780 kg di cocaina e intercettato la spedizione di pasta di cocaina originaria della Colombia, destinata al mercato europeo.
Il successo dell’operazione si basa sulla condivisione e sull’analisi reciproca di informazioni tra gli organismi di vari paesi e sulla creazione di un team di indagine congiunto tra le autorità belghe e italiane. Inoltre, l’operazione ha ricevuto il supporto del progetto ISF4@ON, promosso dalla Direzione Investigativa Antimafia italiana (DIA).
Le attività sono state svolte con il sostegno di #Eurojust ed #Europol.

#zoulou #trafficointernazionaledistupefacenti #cooperazioneinternazionaledipolizia #dia #rete@on #onnet

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Relazione della Direzione Investigativa Antimafia sull'attività svolta e i risultati conseguiti nel primo e secondo semestre 2024



La relazione è stata pubblicata il 27 maggio 2025 (è reperibile a questa pagina web direzioneinvestigativaantimafi…) e presentata dal Ministro dell’Interno al Parlamento. Analizza i fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso.
A differenza delle edizioni passate il documento:

  • offre un'analisi più ravvicinata nel tempo, coprendo l'intero anno 2024 per garantire un quadro più aggiornato,
  • è stato snellito e organizzato attorno alle diverse matrici mafiose, descrivendo la loro operatività a livello territoriale e le strategie di contrasto adottate,
  • offre una migliore visualizzazione delle dinamiche criminali per rendere le informazioni più immediate e comprensibili.

Aggiornamenti sulle interdittive antimafia: La relazione dedica particolare attenzione ai provvedimenti delle Prefetture e ai nuovi strumenti giuridici volti a reintegrare le aziende colpite dalla criminalità organizzata nel circuito economico legale.
La dimensione internazionale

Nella relazione 2024 della Direzione Investigativa Antimafia emerge chiaramente come le attività non si siano limitate al solo ambito nazionale, ma abbiano avuto anche una forte dimensione internazionale. In particolare, il documento elenca operazioni condotte sia a livello europeo che internazionale, dimostrando un coordinamento con le autorità di altri paesi e con organismi internazionali. Questo approccio diventa fondamentale per combattere forme di infiltrazione mafiosa che travalicano i confini nazionali e si manifestano in settori strategici, dove il confine tra attività lecite e illecite diventa sempre più labile.
Un esempio evidente riguarda il settore del gioco e delle scommesse online: la relazione evidenzia che, oltre agli interventi a livello locale, sono state realizzate operazioni specifiche che hanno avuto un focus sul mercato americano, riconosciuto come un'area particolarmente vulnerabile alle infiltrazioni e al riciclaggio di denaro. Queste iniziative internazionali prevedono uno scambio costante di informazioni, tecniche investigative e strumenti operativi con partner stranieri, al fine di interrompere le reti criminali e prevenire il consolidamento di rapporti economici illeciti che possano favorire l'espansione delle organizzazioni mafiose.

L'approccio internazionale, dunque, non solo amplia il raggio d'azione della DIA, ma rafforza anche l'efficacia delle misure adottate sul territorio nazionale. La cooperazione transnazionale permette di intercettare flussi finanziari sospetti, monitorare attività economiche a rischio e sviluppare strategie congiunte che rispondano in tempo reale a fenomeni complessi e in rapido mutamento. Queste iniziative sottolineano l'importanza di una risposta globale alla criminalità organizzata, in un contesto in cui i mercati economici e tecnologici rendono il contrasto al crimine organizzato una sfida sempre più articolata.

Vale la pena notare come la Direzione Investigativa Antimafia, oltre a intervenire sul territorio nazionale, stia sviluppando un robusto sistema di cooperazione transnazionale, anche quale leader della rete anti-mafia internazionale @ON. Questo approccio prevede:

  • Operazioni congiunte: La collaborazione con le autorità di altri paesi consente lo scambio tempestivo di informazioni e dati investigativi, fondamentale per intercettare e smantellare reti criminali che operano al di là dei confini nazionali.
  • Focus su settori sensibili: Alcuni interventi sono rivolti a mercati particolarmente vulnerabili, quali il gioco d'azzardo e le scommesse online, dove il riciclaggio di denaro si inserisce in circuiti internazionali complessi.
  • Tecnologie e metodologie condivise: L’impiego di strumenti avanzati per la raccolta e l’analisi dei dati permette alle autorità di monitorare in tempo reale flussi finanziari sospetti, integrando così le informazioni provenienti da svariate giurisdizioni.
  • Integrazione giuridica: Nuovi istituti e interventi normativi favoriscono non solo il contrasto diretto alle infiltrazioni mafiose, ma anche il reinserimento delle aziende “contaminate” nel circuito economico legale, garantendo un bilanciamento tra rigore nell’applicazione della legge e rispetto delle dinamiche di mercato.

Questi aspetti, sviluppati a livello internazionale, mostrano come l’evoluzione delle tecniche investigative e delle collaborazioni transfrontaliere stia diventando cruciale per contenere fenomeni criminali sempre più sofisticati e globalizzati.

#DIA #direzioneinvestigativaantimafia #relazione2024

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La tutela del patrimonio culturale oltre i confini nazionali, assume una dimensione internazionale strategica. L'attività dei carabinieri impegnati in questa particolare attività



I Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno - in ambito nazionale e locale - reso noti i risultati della loro attività operativa nel 2024. Un comunicato stampa del Ministero della Cultura (da cui questi carabinieri funzionalmente dipendono) riporta tali risultati. Ecco i punti principali:

  • Recupero di beni culturali: Sono stati recuperati 80.437 beni d’arte, con un valore stimato di circa 130 milioni di euro.
  • Sequestri di opere contraffatte: Sono stati sequestrati 2.804 falsi, di cui la maggior parte opere d'arte contemporanea, con un valore stimato di 311 milioni di euro.
  • Attività investigativa e repressione: Incremento delle operazioni, con un aumento dei controlli su musei, biblioteche, siti archeologici e mercati antiquariali. Sono state effettuate 505 perquisizioni, denunciate 1.356 persone e arrestate 2 persone.
  • Monitoraggio online: Controllati 696 siti web, recuperati 6.346 beni culturali e deferiti 122 soggetti.
  • Restituzione internazionale: Rimpatriati 882 beni culturali e restituiti 550 beni a Paesi esteri, tra cui Canada, Colombia, Ecuador, Messico e Iraq.
  • Tecnologia e innovazione: Sviluppo del sistema S.W.O.A.D.S. per il monitoraggio automatico delle opere d’arte rubate attraverso l’intelligenza artificiale.

Oltre i confini nazionali


Il lavoro svolto dai Carabinieri TPC continua a essere fondamentale per la tutela del patrimonio culturale italiano e internazionale.
Il Comando TPC ha dimostrato come la tutela del patrimonio culturale vada ben oltre i confini nazionali, assumendo una dimensione internazionale strategica. I Carabinieri hanno effettuato operazioni che hanno portato al rimpatrio di 882 beni culturali e alla restituzione di 550 opere alle ambasciate e istituzioni straniere. Tra gli interventi, spiccano quelle volte in cui oggetti di inestimabile valore sono stati riconsegnati a paesi come il Canada, la Colombia, l'Ecuador, El Salvador, il Guatemala, l'Iraq e il Messico, con una stretta collaborazione con le autorità diplomatiche e culturali dei rispettivi Paesi.
I caschi blu della cultura


Parallelamente alle tipiche operazioni di contrasto al traffico illecito, il Comando TPC si è impegnato anche nella condivisione delle competenze a livello internazionale. Un esempio emblematico è rappresentato dal corso "I Caschi Blu della Cultura" tenutosi a Rio de Janeiro, che ha coinvolto rappresentanti di Brasile, Cile, Colombia e Paraguay. Questa iniziativa formativa mira non solo a trasferire il know-how specifico in materia di tutela e intervento in situazioni di crisi, ma anche a creare un network strutturato per contrastare il traffico illecito dei beni culturali su scala globale.
La piattaforma informatica SWOADSnet


Un ulteriore tassello dell’approccio internazionale è l’avvio delle attività di sviluppo del sistema SWOADSnet. Quest’innovativa piattaforma è studiata per facilitare lo scambio di dati e metadati relativi alle opere d’arte con altri Paesi europei, in modo da monitorare in tempo reale i flussi illeciti e intervenire tempestivamente. La sinergia tra tecnologie avanzate e cooperazione internazionale permette così di creare una rete di sicurezza globale per il patrimonio artistico e culturale.
Questi risultati e iniziative evidenziano come le attività internazionali del Comando TPC siano parte integrante di una strategia più ampia: quella di salvaguardare il patrimonio non solo italiano, ma universale, promuovendo collaborazione, formazione e innovazione tecnologica.
Il documento riportante l'attività operativa del 2024 è reperibile a questa pagina web tpcweb.carabinieri.it/SitoPubb…
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Agromafie: fenomeno di dimensioni internazionali. Serve maggior cooperazione, prima di tutto in ambito europeo


### La presentazione del Rapporto

L'ottavo rapporto sulle #agromafie ( a cura di Fondazione Osservatorio sulla criminalità sull’agricoltura e sul sistema agroalimentare, #Coldiretti ed #Eurispes) rivela un preoccupante aumento del volume d'affari della criminalità organizzata nel settore agroalimentare italiano, passato da 12 miliardi di euro nel 2011 a oltre 25 miliardi attuali.
La crescita è dovuta all'attrattiva economica del settore (620 miliardi di euro, 70 miliardi di export, 4 milioni di occupati).

Le agromafie attuali sono gestite da "colletti bianchi" con competenze specifiche e non da figure tradizionali, e sono infiltrate in tutta la filiera, compresa la ristorazione, i mercati ortofrutticoli e la grande distribuzione.
Investono anche nell'acquisto diretto di terreni e sfruttano la difficoltà di accesso al credito delle aziende agricole, aprendo la strada all'usura.

E' sottolineata la necessità di educazione alimentare nelle scuole per insegnare il valore del cibo e il rispetto delle regole. Coldiretti è in prima linea nella lotta contro le agromafie e il caporalato, chiedendo che i fondi PAC vadano solo a chi rispetta le regole.
Si chiede inoltre di difendere il patrimonio alimentare italiano e scoraggiare le pratiche sleali dall'estero, basandosi sul principio di reciprocità sulle normative. Il governo ha istituito una cabina di regia per i controlli amministrativi e il disegno di legge agroalimentare mira a inasprire le sanzioni contro le frodi e proteggere il Made in Italy.
La presentazione del rapporto ha visto un gesto simbolico: la donazione di un ramoscello dell'albero di Giovanni Falcone, simbolo della lotta alle mafie, che sarà donato a una cooperativa che lavora su terreni confiscati alla camorra. Questo sottolinea il legame tra la lotta alle agromafie e la speranza di riscatto sociale.

### Le dimensioni internazionali del fenomeno ed il caporalato transnazionale

Il fenomeno ha dimensioni internazionali, con reti che reclutano manodopera all'estero (spesso attraverso il caporalato) ed esportano il loro modello di business. L'Italia è all'avanguardia nei controlli, ma il problema è sottovalutato in Europa.
Le agromafie infatti non operano più solo all'interno dei confini italiani, ma stanno attivamente esportando il loro redditizio "modello di business" in altri paesi, in particolare dove la consapevolezza del fenomeno è minore. Questo significa che le tecniche di infiltrazione, sfruttamento e frode sviluppate in Italia vengono replicate e adattate a contesti esteri. Il rapporto menziona specificamente la minor consapevolezza all'estero riguardo il fenomeno delle agromafie. Questo crea un terreno fertile per le organizzazioni criminali italiane che possono sfruttare lacune normative, minore attenzione dei controlli e una generale mancanza di conoscenza dei meccanismi criminali legati all'agroalimentare.
Un aspetto cruciale delle implicazioni internazionali è la creazione di reti criminali transnazionali dedicate allo sfruttamento della manodopera nel settore agricolo. Queste reti coinvolgono soggetti italiani e stranieri.
Il rapporto cita esplicitamente il fenomeno del caporalato, che viene gestito da queste reti criminali internazionali. Organizzazioni italiane e straniere agiscono come "agenzie di intermediazione illecita" per la manodopera agricola, reclutando lavoratori, spesso da paesi come India e Bangladesh, sfruttando anche i "decreti flussi". Questi lavoratori pagano ingenti somme per arrivare in Italia e vengono poi sfruttati, lavorando in condizioni disumane e senza tutele per ripagare il debito contratto. Il fatto che diverse nazionalità siano coinvolte nella gestione del traffico sottolinea la natura transnazionale di questo crimine.
Nonostante l'Italia sia considerata all'avanguardia nei controlli e nel contrasto alle agromafie, il rapporto evidenzia che il fenomeno è ancora largamente sottovalutato in altri paesi europei. Le agromafie italiane possono operare più tranquillamente all'interno del mercato unico europeo, sfruttando le differenze nelle normative e nei livelli di sorveglianza tra i vari stati membri. Prodotti contraffatti o ottenuti attraverso sfruttamento possono circolare più facilmente al di fuori dell'Italia, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e la concorrenza leale a livello europeo. La mancanza di una risposta coordinata a livello UE rende più difficile contrastare le agromafie che operano su larga scala.

Le implicazioni internazionali portano alla forte richiesta di un maggiore coordinamento tra i paesi e l'armonizzazione delle normative per affrontare efficacemente le agromafie.
Coldiretti, insieme ad altre organizzazioni, sta cercando di portare l'attenzione della Commissione Europea sul tema. L'obiettivo è promuovere accordi internazionali basati sul principio di reciprocità. Questo principio implicherebbe che i prodotti che entrano nel mercato europeo, e nello specifico italiano, debbano rispettare gli stessi standard di sostenibilità ambientale, economica e sociale in vigore nell'UE. Un esempio specifico menzionato è la richiesta all'UE di limitare il commercio di prodotti che sfruttano la manodopera minorile, un chiaro esempio di come le problematiche interne si estendano a livello globale e richiedano una risposta coordinata.
I Carabinieri svolgono un ruolo fondamentale nel contrasto al fenomeno delle agromafie in Italia. Il Comando dell' #ArmadeiCarabinieri specificamente dedicato a questi tipi di reati e alla tutela del settore agroalimentare è il Comando delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri (#CUFA), il cui comandante, Generale Parrulli, è a sinistra nella foto sopra.

Le implicazioni internazionali delle agromafie non si limitano all'esportazione di prodotti contraffatti, ma includono l'esportazione di modelli criminali, la creazione di sofisticate reti transnazionali per lo sfruttamento della manodopera e la necessità di una risposta collaborativa a livello europeo e mondiale data la sottovalutazione del fenomeno in molti paesi.

Il Rapporto è reperibile qui eurispes.eu/wp-content/uploads…

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