7 ottobre e Gaza: card. Parolin, “nessun ebreo deve essere attaccato o discriminato in quanto ebreo, nessun palestinese deve essere attaccato o discriminato perché potenziale terrorista”
“Viviamo di fake news, della semplificazione della realtà. E ciò porta chi si alimenta di queste cose ad attribuire agli ebrei in quanto tali la responsabilità per ciò che accade oggi a Gaza.
Truffa del “Bonus Cultura”: spid clonati, furti d’identità e l’ombra del riciclaggio per traffico di droga
[quote]TORINO – Spid clonati per entrare sulla piattaforma 18app.italia.it e riscuotere i bonus, utilizzarli in esercizi commerciali gestiti da loro stessi e ottenere i rimborsi dal Ministero della Cultura. È…
L'articolo Truffa del
Pensioni, congelato l’incremento di tre mesi ma solo per gli over 64
ROMA – Per chi aspetta di andare in pensione di vecchiaia e per chi punta allo sconto Irpef ci sono delle novità, tutte nel Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp).…
L'articolo Pensioni, congelato l’incremento di tre mesi ma solo per gli over 64 su Lumsanews.
Certificates, l’investimento delle famiglie tra protezione e rischi nascosti
[quote]Due uomini facoltosi stanno scommettendo al tavolo della roulette. Il primo punta ogni volta su un numero. Sta festeggiando con una bottiglia di champagne perché la pallina si è fermata…
L'articolo Certificates, l’investimento delle famiglie tra protezione e rischi nascosti
Nobel Medicina 2025 a Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi per le scoperte sul sistema immunitario
[quote]STOCCOLMA – Il Nobel per la Medicina 2025 è degli americani Mary E.Brunkow e Fred Ramsdell e del giapponese Shimon Sakaguchi. Premiata la loro scoperta del meccanismo con cui il…
L'articolo Nobel Medicina 2025 a Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi per le
Bonifici istantanei per tutti dal 9 ottobre. Cosa cambia per i clienti
ROMA – Novità in arrivo per i bonifici bancari in Italia. A partire dal 9 ottobre 2025 saranno attivi i bonifici istantanei in tutte le banche europee. La misura, prevista…
L'articolo Bonifici istantanei per tutti dal 9 ottobre. Cosa cambia per i clienti su Lumsanews.
Droni nei cieli europei, disagi all’aeroporto di Oslo. Zelensky: “Usa e Ue devono agire”
[quote]OSLO – Continuano le tensioni tra Europa e Russia. Nella notte di oggi, lunedì 6 ottobre, droni non identificati sono stati avvistati nei pressi dell’aeroporto Gardermoen di Oslo, in Norvegia.…
L'articolo Droni nei cieli europei, disagi all’aeroporto di Oslo.
Atp Shanghai, Sinner si ritira al terzo turno per i crampi. Agli ottavi Griekspoor
[quote]SHANGHAI – I crampi alla gamba poi il ritiro. Jannik Sinner è costretto ad ascoltare gli infortuni del suo corpo e agli Atp di Shanghai cede la vittoria a tavolino…
L'articolo Atp Shanghai, Sinner si ritira al terzo turno per i crampi. Agli ottavi Griekspoor su
Perché il male
Il grande problema del male, del che cosa è, da dove viene, e perché esiste, è al centro non solo del dibattito della teologia, ma anche delle umane reazioni di fronte alla sofferenza.
In questo libro, Paolo Marino Cattorini, filosofo e già docente di Bioetica clinica all’Università dell’Insubria, affronta questo abissale interrogativo. Lo fa ripercorrendo il cammino delle interpretazioni dell’Antico e Nuovo Testamento, di san Paolo, di sant’Agostino, della filosofia (in particolare Schelling e Pareyson).
È un’antica questione che sfiora anche interpretazioni lontane dalle fonti citate: ad esempio, il teismo, vale a dire l’ammissione che ci possa essere un Dio persona e una sua rivelazione; il deismo, che è invece il semplice riconoscimento di un ente supremo creatore dell’universo; non ignorando le tesi dualistiche e manichee, secondo le quali il bene (lo spirito) e il male (la materia) sono due princìpi radicalmente distinti.
Ma, al di là di ogni pretesa ideologica, si staglia come presenza risolutiva la figura del Cristo: egli è icona del Dio che redime attraverso il suo sacrificio e che è «un Dio della vita» (p. 53).
Il fatto è che la tentazione di ripiegarsi in giustificazioni unicamente razionali è destinata a insabbiarsi di fronte al limite della parzialità delle interpretazioni, e soprattutto delle disquisizioni sottili che rischiano di diventare fini a sé stesse. E infatti emerge qui il punto di vista dell’A.: Dio è sentito come Padre e come un «Alleato affidabile e libero» (p. 85).
Si arriva così all’enigma di un male che esiste nonostante la fede in quella paternità amorevole. Perché questo amore oltrepassa i limiti dell’umana comprensione e si inoltra, come nel caso della consegna della stessa paga a operai che hanno lavorato per un numero diverso di ore (cfr Mt 20,1-16), nel mistero di un concetto di giustizia, quella divina, assai differente da quella della ragione umana.
Ma proprio perché il punto di vista umano è limitato, l’A. suggerisce che la presenza del male nel mondo non può essere unicamente legata all’evidente debolezza umana, ma a qualcosa di più profondo. E qui si apre una questione che investe la responsabilità divina, fino a far ipotizzare che il male possa «esistere prima dell’inizio dell’attività di YHWH» (p. 94).
Dio permette il male? O il male è una componente enigmatica che ha a che fare con la stessa essenza divina e rappresenta, tra le varie ipotesi, la tentazione a ripiegarsi su sé stesso, rinunciando ad accompagnare l’uomo per la sua strada terrena? O forse Dio si comporta come un medico che, non avendo una medicina risolutiva per ogni patologia, può solo piangere «assieme a noi che piangiamo»? (p. 99).
Quello che emerge da alcune pagine di questo libro è l’affascinante immagine di una divinità che, muovendo da una base fatta di tenebra primordiale, viene incontro alla sua creazione in uno slancio di amore assoluto. Il male è forse quella tenebra – afferma Cattorini, citando alcuni autori –, quella tentazione a tornare all’isolamento, a «l’essere-in-sé-e-per-sé». La presenza di un Grund, ossia di un fondamento abissale, potrebbe essere interpretata, secondo alcuni, come la fonte primordiale del male.
E fa bene l’A. a individuare i limiti delle interpretazioni citate e a ricorrere alla dimensione dell’icona attraverso la mediazione di Jean-Luc Marion (anche se altri, tra i quali Florenskij ed Evdokimov, hanno offerto fondamentali interpretazioni sul fascino dell’apparente semplicità dell’icona): essa rivolge su di sé l’attenzione di chi guarda, e nello stesso tempo è essa stessa che guarda, guidando nel passaggio della soglia tra il visibile e l’invisibile.
L’abbandono a Dio è uno dei modi per ritrovare il Senso primigenio dell’esistenza, anche quando, come nel Salmo 22, tutto sembra perduto.
The post Perché il male first appeared on La Civiltà Cattolica.
La corruzione oltre il fatto economico
Il volume è frutto di una ricerca sul tema della «corruzione», vista non solo dal punto di vista giuridico, economico e finanziario, ma soprattutto teologico e filosofico e in sinergia con un ampio progetto triennale che ha visto come protagonisti gli studenti del liceo «Euclide» di Cagliari.
Il gesuita Carlo Manunza conduce la sua indagine sulla «corruzione» partendo dal significato che propone il dizionario «Treccani», per poi entrare nell’ambito biblico, analizzando il contesto linguistico ebraico e greco. La corruzione ha un significato sia corporeo ed esistenziale, legato alla morte del corpo, sia economico: un «regalo […] offerto e ricevuto con fini ingiusti» (p. 18), un dono che diventa inevitabilmente un danno tanto per colui che lo riceve quanto per colui che lo fa. Come ha affermato papa Francesco, «la corruzione odora di putrefazione» (p. 23).
Gianmichele Marotta analizza il termine da un punto di vista più fenomenologico, illustrando la complessità di un sistema che, purtroppo, spesso viene messo a regime, come hanno mostrato le indagini di Mani pulite, che sono sfociate in Tangentopoli, fino a Mafia Capitale. Il presidente Sergio Mattarella descrive il fenomeno della corruzione come un «cancro […], un furto di democrazia. Crea sfiducia, inquina le istituzioni, altera ogni principio di equità, penalizza il sistema economico, allontana gli investitori e impedisce la valorizzazione dei talenti» (p. 41).
L’indagine, dunque, verte sulla misurabilità della corruzione, proponendo diversi indicatori e statistiche anche internazionali, che mostrano come essa non appartenga soltanto al nostro Paese, ma sia diffusa a livello globale. La ricerca si apre, in tal modo, alla questione se questo fenomeno antropologico, in quanto appartenente a tutte le società, sia un problema culturale e se possa avere strategie di cambiamento.
Giulio Parnofiello analizza il tema della corruzione ripercorrendo il pensiero di Jorge Mario Bergoglio, da quando era arcivescovo di Buenos Aires fino alla sua elezione al soglio pontificio. La Conferenza internazionale organizzata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace nel 2006 ha mostrato come il tema della corruzione sia sempre sensibile, sia nei Paesi più ricchi sia in quelli più poveri. Ma anche la Chiesa non è esente dal pericolo di corruzione, come ha evidenziato papa Francesco, continuando con caparbietà la riforma finanziaria della Santa Sede già iniziata dal suo predecessore. Il tema della corruzione è presente nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium e nell’enciclica Laudato si’, mentre più volte papa Francesco ne ha parlato nei discorsi, con tre immagini: come malattia dello spirito, come puzza e come cancro sociale.
Il testo, infine, illustra un esperimento, durato tre anni, in un liceo cagliaritano, che ha avuto come obiettivo un’educazione alla coscienza, partendo dalla Divina Commedia di Dante: tre tappe di un cammino che ha visto una crescita nel costruire un ambiente inclusivo, una coscienza politica orientata ai valori della solidarietà e un rispetto alle regole comuni per una reale possibilità di convivenza.
Il volume presenta una dettagliata analisi delle opere degli studenti, corredata di foto e immagini dei loro lavori. Un’appendice, a cura di Daniele Vinci, introduce il concetto recente della «semplessità», una crasi tra le parole «semplice» e «complesso», introdotto da Berthoz.
Questo testo presenta spunti teologici, filosofici, esperienziali, a partire dai quali è possibile pensare in maniera differente e da un punto di vista più creativo il problema della corruzione.
The post La corruzione oltre il fatto economico first appeared on La Civiltà Cattolica.
Narrare l’Antropocene
Fin dalle prime pagine questo volume rivela l’ambizione di ricucire lo storico divorzio tra scienze della Terra, scienze sociali e tradizioni umanistiche. Il testo assume come proprio punto di partenza la «grande cecità» individuata da Amitav Ghosh, vale a dire l’incapacità della cultura contemporanea di percepire l’impatto dell’umanità sul «sistema-Terra». Muovendo da tale consapevolezza, i curatori orchestrano un mosaico disciplinare che, più che come un semplice affiancamento di saperi, si configura come un vero esercizio di ibridazione retorica, concettuale e metodologica.
Nella prima parte, l’ecologo Emilio Padoa Schioppa offre un quadro lucido delle prove stratigrafiche, biogeochimiche e climatiche che giustificano il ricorso alla categoria di Antropocene, discutendone la datazione convenzionale alla metà del Novecento e l’idea della «Grande accelerazione» come svolta irreversibile. In tal modo l’A. non solo fornisce dati, ma mostra come essi implichino un ripensamento etico-politico del rapporto fra umanità e geosfera.
Come contrappunto, il giurista Domenico Amirante scandaglia le narrazioni «catastrofista» ed «eco-modernista», evidenziandone aporie e punti di forza, e propone un modello di governance multilivello che non elimini, bensì trasfiguri, la dimensione democratica attraverso forme di coordinamento dell’azione ambientale locale con quella planetaria, restituendo così all’Antropocene la sua necessaria valenza istituzionale.
Nella seconda parte, si delinea una genealogia italiana della cli-fi e dell’ecocritica che parte da Italo Calvino: La speculazione edilizia e Il barone rampante vengono riletti come testi anticipatori di una critica al consumo di suolo e a un progresso disancorato dai limiti naturali. Da qui l’itinerario si prolunga fino alla contemporaneità della climate fiction, dove Arianna Mazzola individua la convivenza di distopia, thriller ecologico e narrazione epica, nell’intento di ridefinire il concetto stesso di «umano» sotto la pressione della crisi climatica. Giuseppe Langella indaga la dimensione emotiva della catastrofe; Francesco Sielo illumina la lezione bioetica di Primo Levi; Stefania Segatori mappa un filone di green poetry che, da Maria Grazia Calandrone ad Antonella Anedda, rende la natura soggetto di giudizio morale; e Niccolò Scaffai riflette sulla «profondità» come metafora e metodo di un immaginario in grado di intrecciare geologia, archeologia e psiche. Ciò che accomuna questi saggi è la convinzione che la letteratura non sia mero abbellimento del discorso ecologico, bensì laboratorio cognitivo dove si sperimentano forme di conoscenza capaci di mobilitare tanto l’intelletto quanto la sfera affettiva.
La terza parte sposta l’asse verso il diritto e la politica. Pasquale Viola conia il neologismo «nomocene» per indicare l’era in cui il diritto non si limita a regolare l’ambiente, ma diviene esso stesso fattore ecologico, insistendo sulla necessità di un diritto «multispecie» che superi l’antropocentrismo normativo. Luigi Colella ripercorre l’evoluzione del pensiero cattolico attraverso l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, mostrando come l’ecologia integrale abbia innervato il magistero recente; Gianfranco Pellegrino invita a non confondere la fascinazione narrativa con l’analisi empirica, riaffermando il primato dell’alfabetizzazione scientifica e della discussione pubblica informata; Carmine Petteruti esamina gli strumenti di democrazia deliberativa come argine al negazionismo climatico e come palestra di cittadinanza globale. Infine, Vincenzo Pepe propone un «ambientalismo realista» imperniato su transizione energetica digitale, rigenerazione territoriale e partecipazione civica.
Tra i meriti maggiori del volume spiccano la prospettiva multidisciplinare, la scelta di alternare voci consonanti e dissonanti e la chiarezza di un lessico che, pur specializzato, rimane accessibile a un vasto pubblico. Qualche limite si riscontra nella poca attenzione agli strumenti economico-finanziari della transizione (carbon price, incentivi verdi, finanza climatica). Nondimeno l’opera si impone come lettura imprescindibile per giuristi ambientali, comparatisti, ecocritici e policymakers, perché dimostra con chiarezza che «narrare» l’Antropocene non significa attenuare il rigore scientifico, bensì dotarlo di quelle forme simboliche capaci di convertire la conoscenza in responsabilità collettiva. In questa prova di equilibrio fra dati, diritto e narrazione risiede la forza teorica e la stringente attualità di un libro che contribuisce in modo sostanziale alla definizione di una cultura pubblica dell’Antropocene.
The post Narrare l’Antropocene first appeared on La Civiltà Cattolica.