A Firenze una nuova data per lo sportello informativo sul Testamento Biologico
SMS Rifredi, Via Vittorio Emanuele II 303
Venerdì 7 novembre 2025
Dalle ore 17:00 alle 19:00
Aperto ogni primo venerdì del mese
In collaborazione con la Cellula Coscioni di Firenze, lo SMS Rifredi ospita uno sportello informativo mensile dedicato al testamento biologico (Disposizioni Anticipate di Trattamento – D.A.T.).
Lo sportello è pensato per fornire informazioni utili a comprendere, compilare e depositare correttamente il proprio testamento biologico, un documento fondamentale che permette a ogni persona di esprimere in anticipo la propria volontà sui trattamenti sanitari in caso di futura incapacità di decidere.
Per informazioni:
cellulafirenze@associazionelucacoscioni.it
info@smsrifredi.it
L'articolo A Firenze una nuova data per lo sportello informativo sul Testamento Biologico proviene da Associazione Luca Coscioni.
Il TAR Sicilia accoglie il nostro ricorso per la mancata adozione del PEBA da parte del Comune di Catania
Il commento dell’avvocato Alessandro Gerardi: “Passo avanti verso il rispetto dei diritti delle persone con disabilità”
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia – sezione staccata di Catania – ha accolto l’istanza presentata da Filippo Tagnese e dall’Associazione Luca Coscioni, nominando un commissario ad acta (funzionario pubblico nominato da un giudice) per garantire che il Comune di Catania dia finalmente seguito alla domanda volta a ottenere l’adozione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).
La decisione del TAR arriva dopo la sentenza del 12 maggio 2025, con la quale il Tribunale aveva già accertato il silenzio-inadempimento del Comune e lo aveva obbligato a emanare un provvedimento entro 45 giorni. Poiché l’Amministrazione non ha rispettato i termini, il TAR ha ora disposto la nomina del Segretario Generale della Città Metropolitana di Messina come commissario ad acta, incaricato di assicurare, entro 180 giorni, la conclusione del procedimento con il quale è stata chiesta l’adozione del PEBA.
“Si tratta di un risultato importante – dichiara l’avvocato Alessandro Gerardi, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni – perché il TAR ha riconosciuto la fondatezza della nostra iniziativa e l’obbligo del Comune di rispondere alla diffida che avevamo presentato. Ora attendiamo che le istituzioni adempiano a quanto ordinato dal Tribunale, fornendo una risposta formale e motivata sulla richiesta di adozione del PEBA. È un passo avanti significativo verso il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, ma la partita non è ancora chiusa”.
La Cellula di Catania dell’Associazione Luca Coscioni continuerà a monitorare l’evoluzione del procedimento, affinché l’Amministrazione comunale rispetti le tempistiche e gli obblighi stabiliti dal TAR e si arrivi finalmente a un piano concreto per rendere la città accessibile a tutte e a tutti.
L'articolo Il TAR Sicilia accoglie il nostro ricorso per la mancata adozione del PEBA da parte del Comune di Catania proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Inammissibile per difetto di giurisdizione”: quando la democrazia resta senza giudice
Con la sentenza n. 3488 del 30 ottobre 2025, il tribunale amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e dai promotori della proposta di legge popolare “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito.
In parole semplici, il TAR ha deciso di non potersi pronunciare sul merito del ricorso, ritenendo che l’atto impugnato — la deliberazione del Consiglio regionale che, nel novembre 2024, aveva bloccato la discussione della proposta — sia un atto politico-legislativo e non amministrativo. Per questo motivo, secondo i giudici, nessun tribunale può sindacare una scelta di questo tipo.
Cosa significa “difetto di giurisdizione”? Il “difetto di giurisdizione” è una formula tecnica, ma le sue conseguenze sono molto concrete. Significa che il giudice non può entrare nel merito della questione, anche se riconosce che esiste un problema giuridico o democratico. Nel nostro caso, il TAR non ha potuto valutare se la Regione Lombardia abbia agito correttamente nel bloccare la proposta di legge popolare: ha semplicemente stabilito che non ha il potere di giudicarlo.
In termini democratici, questo lascia senza tutela i diritti dei cittadini che si sono attivati, numerosi, per esercitare l’iniziativa legislativa popolare. Non perché la loro richiesta sia infondata, ma perché non esiste un giudice competente a controllare l’operato politico di un Consiglio regionale.
Abbiamo così un diritto senza garanzie.
La nostra iniziativa “Liberi Subito” aveva raccolto oltre 8.000 firme, era stata dichiarata ammissibile dagli uffici del Consiglio regionale, e rispondeva alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, che riconosce il diritto al suicidio medicalmente assistito in casi precisi.
Nonostante ciò, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una pregiudiziale di incostituzionalità, fermando la proposta prima della discussione in Aula. Abbiamo chiesto al TAR di intervenire per difendere il diritto dei cittadini a vedere discussa la loro proposta, non per imporne l’approvazione. Ma la risposta è stata che nessun giudice può intervenire, perché la decisione è “politica”.
Ecco il paradosso: i cittadini hanno un diritto previsto dalla legge — quello di iniziativa legislativa popolare — ma nessuno può garantirne l’effettività. Questa interpretazione svuota di significato lo strumento dell’iniziativa popolare. Se anche una proposta conforme alla legge e alla Costituzione può essere esclusa dal dibattito pubblico senza rimedio, allora il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi è solo formale.
La nostra Costituzione si fonda sul principio della partecipazione democratica, non sulla discrezionalità politica di chi governa. Quando le istituzioni si sottraggono al confronto, e i giudici dichiarano di non poter intervenire, si crea un vuoto di responsabilità. Un vuoto che nessun cittadino dovrebbe accettare. Non è un problema solo lombardo. Questa sentenza riguarda tutti. Perché non si parla di diritto di iniziativa popolare: uno strumento che dovrebbe garantire ai cittadini la possibilità di proporre leggi e costringere le istituzioni a discuterle.
Se un Consiglio regionale può bloccare qualsiasi proposta con una votazione interna e se nessun giudice può intervenire, allora ogni iniziativa popolare può essere vanificata. Oggi tocca a “Liberi Subito”, domani potrebbe riguardare qualunque altro tema.
Chiediamo allora che il Parlamento e le Regioni introducano norme chiare che obblighino le assemblee elettive a discutere pubblicamente le proposte popolari, almeno una volta. Chiediamo che la giustizia amministrativa possa vigilare sulle garanzie procedurali legate alla partecipazione dei cittadini. E chiediamo che la Corte costituzionale si esprima presto, per ristabilire un equilibrio tra autonomia politica e tutela dei diritti.
L’Associazione Luca Coscioni continuerà a battersi perché l’iniziativa popolare non resti una finzione, ma torni a essere uno strumento effettivo di democrazia. Non ci fermeremo davanti a una dichiarazione di “difetto di giurisdizione”, perché il vero difetto, oggi, è quello di giustizia e di rappresentanza.
La libertà di scegliere, di partecipare e di essere ascoltati non può essere fermata da un voto procedurale. E continueremo, nelle aule dei tribunali* e in quelle della politica, a farlo capire.
*Collegio di difesa per l’Associazione Luca Coscioni: avvocati Filomena Gallo, Giulia Crivellini e Massimo Rossi.
Approfondimenti:
Link decisione
Link scheda tecnica
L'articolo “Inammissibile per difetto di giurisdizione”: quando la democrazia resta senza giudice proviene da Associazione Luca Coscioni.
Due anni fa, l’attrice e regista Sibilla Barbieri era costretta ad andare in Svizzera per il suicidio assistito dopo il diniego della sua ASL in Italia
Sei procedimenti ancora sospesi per Cappato e gli altri volontari di Soccorso Civile che hanno aiutato malati a morire all’estero
A due anni dalla morte in Svizzera di Sibilla Barbieri, attrice, regista e paziente oncologica romana con prognosi infausta breve, sono ancora in corso le indagini presso la Procura di Roma sul caso. L’attrice morì in Svizzera tramite suicidio assistito il 31 ottobre 2023. La Commissione aziendale aveva negato a Sibilla la possibilità di accedere in Italia all’aiuto medico alla morte volontaria, sostenendo che non vi fosse un “trattamento di sostegno vitale” e che “le condizioni attuali non fossero coerenti con sofferenze fisiche intollerabili”.
Si è appreso, tuttavia, solo dopo la sua morte, che il Comitato etico — prima ancora della decisione dei medici dell’ASL — aveva confermato la sussistenza di tutti i requisiti previsti dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale.
In realtà, Sibilla dipendeva dall’ossigenoterapia e da farmaci per il dolore, che, se interrotti, le avrebbero causato una morte rapida e dolorosa. Tramite i suoi legali, si era opposta al diniego dell’ASL, ma la sua opposizione non aveva trovato alcun riscontro da parte dell’Azienda sanitaria.
Sibilla è stata accompagnata dal figlio Vittorio Parpaglioni e da Marco Perduca. Entrambi si autodenunciarono per aiuto al suicidio, reato punito fino a 12 anni di reclusione, insieme a Marco Cappato, presidente e rappresentante legale di Soccorso Civile, l’associazione che offre supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. Alla loro azione di disobbedienza civile hanno contribuito anche Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto e Riccardo Magi.
A oggi, sono sei i procedimenti aperti in quattro città italiane, a carico di tredici persone, per casi analoghi di accompagnamento alla morte volontaria in Svizzera.
Oltre al caso di Sibilla Barbieri a Roma, i procedimenti aperti sono:
- Milano – per l’aiuto prestato al signor Romano, lombardo (morto in Svizzera a novembre 2022) e alla veneziana Elena Altamira (morta in Svizzera ad agosto 2022). Il primo affetto da parkinsonismo atipico e la seconda paziente oncologica. Attualmente, a seguito della decisione della Corte costituzionale (sentenza 66/2025) il procedimento risulta ancora pendente dinanzi al tribunale di Milano, nello specifico il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale.
- Milano – per l’aiuto fornito a Margherita Botto, milanese (morta in svizzera a novembre 2023). Indagini in corso.
- Firenze – per l’aiuto fornito al toscano Massimiliano (MIB), affetto da sclerosi multipla, morto in Svizzera l’8 dicembre 2022, è stato sollevato un incidente di costituzionalità, che ha portato all’intervento della Corte costituzionale con la sentenza n. 135/2024. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha disposto l’imputazione coatta per Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli. All’udienza del 4 giugno 2025, il giudice dell’udienza preliminare (GUP) ha deciso il trasferimento degli atti alla Procura di Como.
- Bologna – per l’aiuto fornito a Paola, bolognese, morta in Svizzera 8 febbraio 2023. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale (Maltese, Fiume, Cappato).
In aggiunta ai 6 procedimenti aperti, ci sono stati 3 casi di accompagnamenti in Svizzera da parte di volontari di Soccorso Civile, ai quali non è seguita una autodenuncia (ma l’aiuto fornito è stato reso noto con conferenza stampa), senza che siano state ancora aperte inchieste.
- “Ines”, donna lombarda di 51 anni, affetta da sclerosi multipla, morta il 30 luglio 2024, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
- Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla, morta il 31 luglio 2025, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
- “Fabrizio”, 79enne ligure, affetto da patologia neurodegenerativa, morto il 24 settembre 2025, aiutato da Cinzia Fornero e Roberta Pelletta e Marco Cappato.
L'articolo Due anni fa, l’attrice e regista Sibilla Barbieri era costretta ad andare in Svizzera per il suicidio assistito dopo il diniego della sua ASL in Italia proviene da Associazione Luca Coscioni.
La Gallery di Ottobre
Ecco un po’ di foto dalle nostre Cellule Coscioni in giro per l’Italia, dagli eventi tematici sul Testamento biologico a Lizzano in Belvedere (Bologna), Torino e Travacò Siccomario (Pavia) alla raccolta firme sulle terapie psichedeliche, organizzata dalla Cellula Coscioni di Roma. Clicca sull’icona della macchina fotografica per scorrere le foto!
L'articolo La Gallery di Ottobre proviene da Associazione Luca Coscioni.
Serata informativa sul Testamento Biologico – DAT a Fossano
Hostello Sacco, Via Cavour 33/35, Fossano (CN)
Martedì 4 novembre 2025
Ore 21:00
Ingresso libero
La Cellula Coscioni di Cuneo partecipa e promuove, insieme a Partito Democratico, Democratiche e Fossano Democratica, una serata dedicata al Testamento Biologico e alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).
Un appuntamento pubblico per informare i cittadini sui propri diritti in ambito sanitario, anche in caso di perdita della capacità di intendere e volere.
Durante l’incontro sarà possibile chiarire dubbi e approfondire la procedura di redazione e deposito delle DAT, previste dalla legge 219/2017.
Intervengono:
- Prof. Oscar Bertetto – Fondatore della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta
- Avv. Maria Grazia Soleri – Foro di Cuneo, docente in corsi di formazione sulle DAT
- Don Luca Margaria – Sacerdote e docente di Filosofia
Modera Rosita Serra, PD Fossano
Per maggiori informazioni:
cellulacuneo@associazionelucacoscioni.it
L'articolo Serata informativa sul Testamento Biologico – DAT a Fossano proviene da Associazione Luca Coscioni.
Liberi subito Lombardia, il TAR dichiara inammissibile il nostro ricorso
Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Così viene vanificata l’iniziativa popolare. Valutiamo nuove azioni legali”
Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e rigetta la richiesta delle Regione e le associazioni “Pro Vita”
Con sentenza depositata il 30 ottobre 2025, il TAR per la Lombardia – Sezione Quinta – ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e da alcuni cittadini lombardi contro la deliberazione del Consiglio regionale che, a novembre scorso, aveva dichiarato inammissibile la proposta di legge di iniziativa popolare n. 56/XII sul suicidio medicalmente assistito.
Secondo il TAR, la decisione del Consiglio regionale di non discutere la proposta, tramite la messa al voto di una questione pregiudiziale di costituzionalità, rientra nell’attività legislativa interna dell’assemblea e non può essere oggetto di sindacato giurisdizionale.
L’Associazione sottolinea che questa interpretazione svuota di significato l’iniziativa legislativa popolare a livello regionale: anche quando una proposta è formalmente ammissibile e coerente con la normativa statale, può essere sottratta alla discussione senza possibilità di controllo o rimedio.
Dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni:
Il TAR ha ritenuto di non potersi esprimere, ma così facendo consente che un Consiglio regionale possa impedire ai cittadini di vedere anche solo discussa una proposta di legge di iniziativa popolare, anche se conforme al quadro normativo regionale sulle proposte di legge per cui tantissimi cittadini hanno firmato affinché fosse discussa.È una ferita alla democrazia partecipativa. L’iniziativa popolare non può ridursi a un atto simbolico: va garantita la discussione pubblica nelle sedi istituzionali. È un modo per svuotare il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi.
Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e afferma che deve rigettare la richiesta delle controparti – Regione e le associazioni “Pro Vita” – di rinviare l’udienza (quella che si era tenuta il 22 settembre scorso) per attendere la pronuncia della Corte costituzionale del prossimo 4 novembre sulla competenza tra Stato e regioni in materia di procedure attuative di suicidio medicalmente assistito, poiché le esigenze rappresentate dalle associazioni intervenienti (le associazioni “pro vita”) sono del tutto indipendenti rispetto al sindacato di legittimità sugli atti del presente giudizio.
L’Associazione valuterà ora nuove iniziative legali e politiche per garantire che l’iniziativa legislativa popolare – strumento previsto dallo Statuto regionale e dalla Costituzione – torni a essere effettiva e vincolante almeno per la discussione pubblica nelle assemblee elettive.
Approfondimento: Scheda tecnica
L'articolo Liberi subito Lombardia, il TAR dichiara inammissibile il nostro ricorso proviene da Associazione Luca Coscioni.
Abbiamo lanciato “Oggi scegli tu”, la più grande campagna italiana sul testamento biologico
Con la voce di Luciana Littizzetto e la testimonianza di Cristiano su come le DAT avrebbero potuto evitare una drammatica agonia
Lo spot sarà diffuso in 67 cinema e 306 schermi italiani, oltre che su TV, radio e quotidiani, per informare sull’importanza di depositare le Disposizioni Anticipate di Trattamento, rimediando all’assenza di campagne di informazione pubblica
L’Associazione Luca Coscioni lancia “Oggi scegli tu”, la più ampia campagna mai realizzata in Italia sul testamento biologico, diffusa in 67 cinema e 306 schermi in tutto il Paese, oltre che sui principali canali TV, radio e stampa nazionale, fino al 19 novembre.
L’obiettivo è informare i cittadini sul diritto, sancito dalla Legge 22 dicembre 2017, n. 219 (DAT), di decidere in anticipo come essere curati – o non curati – nel caso in cui, un giorno, non siano più in grado di esprimere la propria volontà.La legge riconosce a ogni persona il diritto fondamentale di scegliere liberamente e consapevolmente i trattamenti sanitari a cui sottoporsi o da cui astenersi, tutelando l’autodeterminazione fino alla fine della vita.
Al centro della campagna, lo spot “Oggi scegli tu”, prodotto grazie alle donazioni e al 5×1000, con la voce di Luciana Littizzetto.
Lo spot, realizzato con la direzione creativa di Flavio Avy Candeli e la regia di Anton Lucarelli, nasce dalla testimonianza di Cristiano, un cittadino piemontese che ha contattato l’Associazione dopo aver vissuto il dramma della compagna Patrizia, colpita da un ictus che l’ha resa incapace di comunicare le proprie volontà. Patrizia non aveva redatto le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), e così – in assenza di una sua scelta – sono stati lo Stato e i medici a decidere per lei.
“Patrizia non avrebbe voluto vivere in quelle condizioni, ma non aveva potuto scriverlo – racconta Cristiano –. Oggi voglio aiutare altri a non subire la stessa sorte”.
Lo spot invita tutti a informarsi e scegliere consapevolmente, offrendo la possibilità di scaricare gratuitamente un modello aggiornato di testamento biologico sul sito dell’Associazione Luca Coscioni curato da giuristi, esperti e medici.
Nel finale, la voce di Luciana Littizzetto accompagna il messaggio: “Scopri come fare il testamento biologico. Scarica il modello gratuito su associazionelucacoscioni.it. Oggi, scegli tu”.
Credits video “Oggi scegli tu”:
- Art direction: Carlotta Inferrera
- Copywriting: Cristiano Susta e Avy Candeli
- Regia: Anton Lucarelli
- DOP: Lorenzo Gonnelli
- Producer: Giovanni di Modica
- Musica: Vittorio Cosma/Music Production
- Audio: Disc2Disc
- Speaker: Luciana Littizzetto
- Direzione creativa: Avy Candeli
L'articolo Abbiamo lanciato “Oggi scegli tu”, la più grande campagna italiana sul testamento biologico proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione e dibattito a Vicenza con Diego Silvestri
Vicenza – Cinema Odeon, Corso Andrea Palladio 176
lunedì 3 novembre 2025
Ore 20:30
In collaborazione con la Cellula Coscioni Vicenza-Padova, Mescalito Film presenta “Lasciatemi morire ridendo”, il documentario di Massimiliano Fumagalli che racconta la storia di Stefano Gheller, giovane veneto che ha chiesto di poter accedere all’aiuto medico alla morte volontaria in Italia.
Dopo la proiezione è previsto un dibattito pubblico con la partecipazione di Diego Silvestri, in rappresentanza dell’Associazione Luca Coscioni, per approfondire i temi legati al diritto al fine vita e all’autodeterminazione.
Un appuntamento di sensibilizzazione e confronto sui diritti ancora negati e sulle battaglie civili per la libertà di scelta.
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione e dibattito a Vicenza con Diego Silvestri proviene da Associazione Luca Coscioni.
La Cellula Coscioni di Orvieto al Disability Pride – Corteo e incontro pubblico per l’autodeterminazione
Orvieto – Piazza della Repubblica e Sala del Governatore, Palazzo dei Sette, Corso Cavour 87
Sabato 25 ottobre 2025
Ore 09:30 – Incontro pubblico
Ore 16:00 – Corteo
In occasione del Disability Pride Orvieto 2025, la Cellula Coscioni di Orvieto parteciperà con entusiasmo e determinazione a una giornata dedicata ai diritti, all’inclusione e alla libertà di scelta delle persone con disabilità.
Dalle ore 9.30 nella Sala del Governatore di Palazzo dei Sette, si terrà un incontro pubblico con attivisti, esperti ed esponenti istituzionali. Sarà l’occasione per affrontare, insieme alla Cellula Coscioni di Orvieto, i nodi ancora irrisolti legati alle barriere – fisiche, culturali e istituzionali – che limitano la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società.
Il corteo inizierà alle ore 16:00 in Piazza della Repubblica e attraverserà il centro storico per rivendicare pari diritti, accessibilità e autodeterminazione per tutte e tutti.
Al centro del dibattito anche la necessità di garantire l’accesso ai diritti fondamentali: dalla salute all’autonomia, dalla libertà personale al diritto a scegliere sul proprio corpo e sul proprio futuro.
L'articolo La Cellula Coscioni di Orvieto al Disability Pride – Corteo e incontro pubblico per l’autodeterminazione proviene da Associazione Luca Coscioni.
Avanguardie psichedeliche australiane
Testo preparato con Peppe Brescia
La crescente attenzione agli psichedelici nell’ambito della salute mentale vede nell’Australia uno dei paesi più all’avanguardia tra quelli in cui sono in corso sperimentazioni.
Dopo che nel 2023 sono stati regolamentati gli utilizzi medici dell’MDMA, la ricerca australiana sulle molecole psichedeliche è attualmente protagonista di ulteriori e interessanti sviluppi. La principale novità arriva da Optimi Health Corp., azienda canadese produttrice di MDMA e psilocibina nel rispetto della Good Medical Practice (GMP) necessarie per il riconoscimento in quanto farmaco.
La società ha recentemen annunciato l’inclusione delle capsule di psilocibina da 5 mg di propria produzione all’interno del programma di psicoterapia sostenuto da Medibank, compagnia assicurativa australiana intenzionata a offrire ai propri clienti un’importante alternativa terapeutica. L’iniziativa, avviata già nel 2023 mediante la copertura economica della terapia per il disturbo da stress post-traumatico a base di MDMA, viene ora significativamente ampliamenta.
Le capsule di psilocibina sono state rese disponibili sulla scorta dell’Authorized Prescribers Scheme, istituto che consente al personale medico autorizzato la prescrizione di determinati medicinali non approvati in un’ottica di facilitazione all’inserimento dei pazienti in percorsi terapeutici alternativi. In un primo momento, la sperimentazione è stata limitata alla città di Perth. La responsabilità della fornitura dei servizi clinici e della selezione della coorte è stata affidata a Emyria Limited, che opererà tramite il Centro Empax, situato a Perth e di proprietà della stessa agenzia.Per quanto riguarda invece la distribuzione del farmaco, Optimi ha delegato l’incarico a Mind Medicine Australia.
Il finanziamento è il risultato della partnership tra Optimi Health e Medibank, una delle maggiori compagnie assicurative sanitarie private operanti in Australia, e il progetto si inserisce nell’ambito di un investimento da 50 milioni di dollari da parte di Medibank, attiva da oltre cinque anni nella promozione dei programmi di salute mentale nonché nello sviluppo di terapie innovative. Dall’inizio di Ottobre 2025, Brisbane si è aggiunta a Perth tra le municipalità che consentono l’accesso al programma di Medibank: nel capoluogo del Queensland il trattamento verrà erogato nel comune di Windsor presso l’Avive Health, ospedale privato specializzato in salute mentale.
In linea con i regolamenti della Therapeutic Goods Administration (TGA), la terapia assistita da psilocibina potrà essere prescritta solo a fronte della presenza di una condizione patologica di depressione resistente al trattamento e a seguito del fallimento di tutte le precedenti opzioni terapeutiche. La somministrazione avrà luogo in un ambiente clinico controllato sotto supervisione psichiatrica. Il monitoraggio delle condizioni del paziente potrà essere protratto per un periodo di tempo fino a un anno.In ragione del fatto che la realizzazione del programma ha richiesto lo stanziamento di fondi privati, le terapie non saranno coperte dal sistema sanitario pubblico australiano, e saranno esclusivamente rivolte ai clienti Medibank.I primi risultati delle sperimentazioni avvenute in Australia si sono dimostrati promettenti: secondo il primo studio nazionale in merito, portato avanti dalla Swinburn University of Technology, un trattamento di dodici settimane comprendente due sessioni di somministrazione di psilocibina si è mostrato significativamente efficace nella riduzione dei sintomi depressivi.Nell’ambito della ricerca è stato inoltre osservato come i pazienti che non hanno manifestato miglioramenti non abbiano allo stesso tempo subito effetti avversi né conseguenze negative a livello psicologico.
Dane Stevens, amministratore delegato di Optimi Health, ha dichiarato: “L’inclusione delle nostre capsule di psilocibina nel programma assicurativo di Medibank per la depressione resistente al trattamento riflette il ruolo crescente dei farmaci psichedelici standardizzati nell’assistenza sanitaria mentale assicurata”, concludendo che lo sviluppo del programma “contribuisce a garantire ai pazienti di Medibank l’accesso a terapie precedentemente fuori dalla portata finanziaria e segna un passo importante verso l’integrazione di Optimi nell’assistenza sanitaria regolamentata e garantita dalle assicurazioni”.
L'articolo Avanguardie psichedeliche australiane proviene da Associazione Luca Coscioni.
La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile – a Roma lo spettacolo su Sibilla Barbieri
La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile
31 ottobre 2025 – ore 21.00
Auditorium municipale Pasquale De Angelis
(c/o Polo Civico di Viale Aldo Ballarin – ingresso/parcheggio via Renato Cesarini 2, Municipio Roma VIII – Ottavo Colle/Tintoretto) Ingresso gratuito
All’interno della rassegna “Città Visibile – La città diventa palcoscenico”, va in scena “La valigia della libertà. Storia di una disobbedienza civile”, uno spettacolo di e con Valentina Petrini. un racconto teatrale che restituisce voce e dignità alla vicenda di Sibilla Barbieri, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, che ha deciso di porre fine alle proprie sofferenze attraverso il suicidio medicalmente assistito in Svizzera, accompagnata dal figlio.
Con:
- Pasquale Filastò, violoncello
- Paola Bivona, voce e ukulele
- Alessio Podestà, fisarmonica
Regia di Norma Martelli
Uno spettacolo che racconta la forza della libertà e della disobbedienza civile attraverso parole, musica e storie potenti. Un evento accessibile anche a persone con disabilità, raggiungibile con i mezzi pubblici (716 / 772 – capolinea Ballarin/Cesarini).
Info: 334.2022448
info@cittavisibile.com
www.cittavisibile.com
L'articolo La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile – a Roma lo spettacolo su Sibilla Barbieri proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Lasciatemi morire ridendo” arriva a Saronno (VA) – Proiezione del documentario su Stefano Gheller e tavolo informativo sul testamento biologico
“Lasciatemi morire ridendo” arriva a Saronno – Proiezione del documentario e tavolo informativo sul testamento biologico
Cinema Prealpi – Saronno (VA)
Giovedì 13 novembre 2025
Ore 20:45
Giovedì 13 novembre, alle ore 20:45, presso il Cinema Prealpi di Saronno, si terrà la proiezione del documentario “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli, che sarà presente in sala insieme a Virginia Rosaschino, produttrice del film, per introdurre la serata.
Alle ore 21:00 inizierà la proiezione del film.
Durante l’evento sarà attivo un tavolo informativo sul testamento biologico a cura della Cellula Coscioni di Varese, per fornire materiali e rispondere a domande su diritti e autodeterminazione.
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” arriva a Saronno (VA) – Proiezione del documentario su Stefano Gheller e tavolo informativo sul testamento biologico proviene da Associazione Luca Coscioni.
Mina Welby alla presentazione del libro “Roma anni zero – Cronache dal Municipio Ribelle”
Caffetteria Coppi, Largo dei Quintili 16 – Roma (Quadraro)
Sabato 25 ottobre 2025
Ore 18:00
La Caffetteria Coppi ospita la presentazione del libro “Roma anni zero – Cronache dal Municipio Ribelle”, edito da Momo Edizioni, una raccolta di esperienze, memorie e riflessioni su un’epoca politica che ha attraversato la Capitale e lasciato un segno profondo nel Municipio VII.
All’incontro parteciperanno:
- Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni
- Fabio Galati, giornalista
- Sandro Medici, già presidente del Municipio Roma X
Modera: Gianmarco Mecozzi
Un’occasione per discutere di politica dal basso, partecipazione attiva e libertà civili, a partire dalle testimonianze di chi ha contribuito a un’esperienza municipale fuori dagli schemi.
L'articolo Mina Welby alla presentazione del libro “Roma anni zero – Cronache dal Municipio Ribelle” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Mario Riccio a Pegognaga (MN) – “Per una buona legge sul fine vita”
Mario Riccio a Pegognaga – “Per una buona legge sul fine vita”
Incontro pubblico promosso dal Circolo PD di Pegognaga
Sala civica “G. Bombetti”, Pegognaga (MN)
Giovedì 23 ottobre 2025
Ore 20:45
Il Circolo PD di Pegognaga organizza un incontro pubblico sul tema del fine vita, con l’obiettivo di promuovere un confronto aperto e informato su come costruire una legge giusta e rispettosa dell’autodeterminazione.
Tra gli ospiti, Mario Riccio, che nel 2006 è stato il medico che ha assistito Piergiorgio Welby nella sua decisione di rinunciare ai trattamenti sanitari. Nel 2022 è stato il medico che ha gestito il primo caso in Italia (Federico Carboni, conosciuto come “Mario”) di assistenza alla morte volontaria ai sensi della sentenza 242/2019 della Corte di Costituzionale sul caso DjFabo/Cappato. È membro del consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni.
Interverranno inoltre:
- Alessandra Tellini, consigliera comunale di “RiAttiviamo Pego”
- Gabriele Tessari, componente del direttivo PD Pegognaga
Un appuntamento importante per discutere delle proposte legislative in campo, del ruolo delle istituzioni e del diritto delle persone a decidere della propria vita, fino alla fine.
L'articolo Mario Riccio a Pegognaga (MN) – “Per una buona legge sul fine vita” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Proiezione a Torino – Lasciatemi morire ridendo – dibattito sul fine vita
Proiezione a Torino – Lasciatemi morire ridendo
Il documentario di Massimiliano Fumagalli su Stefano Gheller arriva al Cine Teatro Baretti
Cine Teatro Baretti, Via Baretti 4 – Torino
Mercoledì 23 ottobre 2025
Ore 21:00
“Lasciatemi morire ridendo”, il documentario firmato da Massimiliano Fumagalli con la partecipazione di Stefano Gheller, arriva a Torino per una proiezione pubblica organizzata dalla Cellula Coscioni Torino.
Un racconto potente e toccante sulla libertà di scegliere come e quando morire, il documentario intreccia riflessioni intime e pubbliche, individuali e politiche, mettendo al centro il diritto all’autodeterminazione nel fine vita, a partire dalla vicenda di Stefano Gheller.
Interverrà in sala Diego Silvestri, medico psichiatra e psicoterapeuta, coordinatore della Cellula Coscioni Vicenza – Padova.
Un’occasione per riflettere sul significato della dignità, sulla legge 219/2017, sul diritto a essere liberi fino alla fine e sull’urgenza di norme più giuste e rispettose delle scelte individuali.
Produzione: Dreamscape Film in collaborazione con Real Game, con il supporto di Accademia09 e Associazione Luca Coscioni.
Con il sostegno di: Banca Etica, Mescalito Film.
L'articolo Proiezione a Torino – Lasciatemi morire ridendo – dibattito sul fine vita proviene da Associazione Luca Coscioni.
Valentina Petrini porta in scena La valigia della libertà a Cagliari
Storia di una disobbedienza civile – Spettacolo di teatro civile
Teatro Massimo, Sala M2 – Cagliari
Mercoledì 3 dicembre 2025
Ore 21:00
Valentina Petrini, attrice e giornalista, sarà protagonista a Cagliari dello spettacolo “La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile”, un racconto teatrale che restituisce voce e dignità alla vicenda di Sibilla Barbieri, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, che ha deciso di porre fine alle proprie sofferenze attraverso il suicidio medicalmente assistito in Svizzera, accompagnata dal figlio.
Attraverso parole, musica e immagini, “La valigia della libertà” invita lo spettatore a riflettere sul significato della dignità, della libertà individuale, e sulla necessità di una legge giusta per il fine vita.
Alessio Podestà – fisarmonica
Pasquale Filastrò – violoncello
Fabia Salvucci – voce
Coordinamento artistico a cura di Norma Martelli
Lo spettacolo è parte della rassegna di Teatro Civile del Teatro Massimo di Cagliari, promosso da Sardegna Concerti, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione di Sardegna e Medinsard Produzioni.
Per info e aggiornamenti: @teatromassimocagliari
L'articolo Valentina Petrini porta in scena La valigia della libertà a Cagliari proviene da Associazione Luca Coscioni.
Relazione di Filomena Gallo al XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
Care amiche, cari amici, congressiste e congressisti,
ogni volta che ci ritroviamo qui, insieme, non stiamo solo adempiendo a un obbligo statutario. Ogni volta che ci ritroviamo qui, onoriamo un’idea. Rinnoviamo una speranza. Celebriamo la vita, la visione politica e il coraggio di Luca Coscioni, che ha trasformato la sua battaglia personale in una serie di azioni per la libertà e per i diritti da conquistare promuovendo riforme possibili.
Un uomo che ha trasformato la sua fragilità in una forza collettiva. Un uomo che ha saputo rendere possibile l’impossibile: far nascere un movimento capace di cambiare leggi, di cambiare la vita delle persone. Marco Pannella, nel suo ultimo saluto a Luca, disse: “Luca, riposa anche in mare. e tu sei un po’ un mare, senza sosta, e continuerai a muovere e commuovere maree.” E così è stato.
Oggi, qui nella sua Orvieto, ricordiamo quelle maree che in ventitré anni hanno attraversato tribunali e parlamenti, piazze e istituzioni, per affermare libertà e diritti. Maree che in ventitré anni non si sono mai fermate nel coinvolgere decine di migliaia di persone come iscritte e milioni per la presentazione di referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare nazionali e regionali. La storia della nostra Associazione è la storia di Luca, ma è anche la storia di tutte le persone che hanno dato corpo alle nostre azioni.
Non sono solo numeri: sono volti, sono vite.
- È la storia di Laura Santi, che dopo la sentenza Cappato del 2019 ha dovuto lottare per 2 anni e 8 mesi per vedere rispettate le sue scelte di fine vita. Ha guidato la campagna per la legge regionale “Liberi Subito” perché nessuno debba più lottare come lei per porre fine alle proprie sofferenze.
- È la storia di Martina Oppelli e di Fabrizio, costretti a un doloroso esilio in Svizzera, abbandonati dallo Stato, ma sostenuti dai disobbedienti civili – che ringraziamo.
- È la storia di Vittoria e Serena, che in altre Regioni hanno potuto scegliere senza dover attendere l’agonia del tempo.
- È la storia di Coletta che si chiama Ada e che oggi 4 ottobre 2025, l’Italia ha conosciuto in video, Ada che lotta in Campania per avere rispetto della libertà di scelta e un’assistenza dignitosa.
- È la storia di “Libera”, prigioniera del suo corpo e di un Paese che ancora le nega libertà, negando l’eutanisia.
- È la storia di Evita e Serena, e con loro di tante donne e coppie dello stesso sesso, costrette ad andare all’estero per avere un figlio con l’aiuto della PMA.
- È la storia delle coppie che devono accedere alla PMA con gravidanza per altri, e che oggi rischiano di essere criminalizzate da un governo che vuole perseguire non solo una pratica, ma una scelta personale portata avanti dove ci sono leggi lo prevedono.
- È la storia di Maurizio, malato di Parkinson, che chiede che la ricerca con uso di embrioni sia possibile anche in Italia per la sua malattia e non solo in Svezia, e che chiede speranza.
- È la storia di 63 mila detenuti italiani che non ricevono cure adeguate.
- È la storia di Christian D’Urso, Marco e Carlo Gentili, persone con disabilità che lottano per studiare, per uscire di casa, per avere ausili idonei e assistenza.
- È la storia di Carlo Gentili, malato di SLA, che oggi può partecipare alla vita politica sottoscrivendo una lista elettorale, grazie alla firma digitale, dopo una battaglia vinta in Corte costituzionale.
Storie diverse. Percorsi diversi. Ma un filo comune: la volontà di persone che vogliono essere libere di scegliere. E insieme, noi conquistiamo quella libertà per tutti. Questa è la ragione più profonda della nostra esistenza Perché queste sono solo alcune delle storie che avete conosciuto, non sono casi isolati. Sono la testimonianza di un Paese intero. In questi 12 mesi, abbiamo dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dell’eredità di Luca.
A fronte della politica che è ferma, noi abbiamo agito. Oggi abbiamo 39 procedimenti in corso nei tribunali.
- 24 procedimenti sul fine vita di cui 18 civili e 6 penali. Di questi 10 sono al momento in tribunale e gli altri in fase stragiudiziale, per un totale di 12 persone indagate, di cui 3 persone su cui pende una imputazione coatta e altre decine che potrebbero essere presto indagate.
- Stiamo seguendo 15 casi sul tema della fecondazione assistita nei tribunali, di cui oltre 10, su gravidanza per altri. Di questi 10, almeno 7 anche sul fronte penale.
Sono oltre 50 i casi su cui abbiamo fornito pareri in fase stragiudiziale.
Le conquiste di questo ultimo anno su cui vi saranno anche approfondimenti nel corso di questo Congresso. Abbiamo ottenuto in Toscana e in Sardegna l’approvazione della nostra legge di iniziativa popolare per avere tempi certi di risposta e l’erogazione di prestazioni sanitarie, indicate dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato del 2019. Nel pieno rispetto delle competenze regionali.
Il governo, che oltre a proporre un disegno di legge che mira a cancellare diritti sulle scelte di fine vita che sono già in vigore, ha da subito fatto capire che vuole impedire l’applicazione della sentenza Cappato in tutti i modi possibili e lasciare tempi di risposta diversa per le persona malate in base alla regione di residenza. La presidenza del Consiglio dei Ministri ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge Toscana e a novembre si terrà l’udienza. L’Associazione Luca Coscioni ha presentato osservazioni in difesa.
- L’Associazione Luca Coscioni ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare al Senato sull’aiuto medico alla morte volontaria, opponendoci a un serie di proposte normative che vogliono cancellare quanto conquistato con la sentenza del 2019 e quanto previsto dalla legge 219/17 e dalla Costituzione.
- Abbiamo difeso la scienza e il diritto alla salute. Abbiamo aperto interlocuzioni su temi nuovi, come quello delle psicoterapie assistite da psichedelici. Pure sempre in dialogo con chi istituzionalmente prende decisioni e adotta leggi.
Abbiamo agito in linea con la convinzione che i diritti umani non debbano sottostare a dogmi, ideologie o interessi politico-elettorali, ma che debbano essere goduti nella loro universalità e individualità da tutte le persone ovunque nel mondo. Grazie alle nostre azioni, si sono aperte nuove strade davanti alla Corte Costituzionale. Solo nell’ultimo anno è intervenuta ben quattro volte: cancellando leggi ingiuste che limitavano diritti sociali o civili, fornendo interpretazioni di sue decisioni e moniti al Parlamento.
La Corte costituzionale ha interpretato il requisito del trattamento del sostegno vitale, previsto nella sentenza Cappato di sei anni fa. Ha affermato che le terapie fornite da familiari e caregiver sono da considerarsi sostegno vitale e così anche l’indicazione medica a terapie invasive anche se rifiutate è da valutare come se fosse in corso. La Corte ha ribadito che il SSN deve dare pronta applicazione della sentenza Cappato oltre a ribadire l’invito al legislatore per una legge che parta dal giudicato costituzionale.
Presto saremo nuovamente in Corte a seguito dell’ordinanza del 30 settembre con cui il GIP di Bologna ha sollevato la questione di legittimità costituzionale nuovamente sul requisito di sostegno vitale per l’aiuto fornito alla signora Paola da Marco, Felicetta e Virginia, per poter porre fine alle sue sofferenze in Svizzera.
Questa ultima questione di legittimità costituzionale dimostra che la Corte sarà spesso chiamata sul tema che crea discriminazione tra malati che ha lasciato aperto:
- la strada sull’eutanasia (e penso che a breve potrebbe tornare sulla questione).
- sull’accesso alla procreazione medicalmente assistita per donne singole e coppie dello stesso sesso, pur non accogliendo la questione di legittimità costituzionale, ha evidenziato che la cancellazione del divieto previsto dall’articolo 5 della legge 40 del 2004, non incontra ostacoli costituzionali.
Certo avrebbe potuto accogliere, ma non ci fermiamo. Stiamo procedendo con petizioni e proposte al parlamento per la modifica normativa e siamo nei tribunali.
Ha dichiarato incostituzionale l’impossibilità per persone disabili di poter sottoscrivere digitalmente candidature o liste elettorali e ora possono procedere con firma digitale. Con gli amicus curiae in Corte costituzionale anche nei procedimenti non seguiti da noi, abbiamo contribuito alla piena tutela dei diritti di famiglie e minori.
Se oggi in Italia è possibile accedere al suicidio medicalmente assistito, è perché qualcuno – e quel qualcuno è qui – ha aperto la strada.
Per tutti questi motivi, ringraziamoci. Non per autocompiacimento, ma perché non dobbiamo mai perdere la consapevolezza della straordinarietà e della efficace singolarità della nostra azione, che rende fondamentale non solo il ruolo dell’Associazione stessa, ma di ciascuna e ciascuno di noi al suo interno.
A fronte di tutto questo, la politica ufficiale resta troppo spesso distante dai bisogni reali delle persone più fragili, e di chi le accompagna quotidianamente. A volte si ricorda di menzionare diritti fondamentali in campagna elettorale, magari a parole dice di sostenere chi avanza proposte, ma poi ha sistematicamente altre priorità. Tranne poche, e per questo ancora più lodevoli, eccezioni come quelle di parlamentari che anche per il 2025 hanno preso la tessera dell’Associazione.
Nella stragrande maggioranza dei casi riceviamo attestazioni di stima ma non modifiche di leggi su cui ci battiamo. Non si tratta di una novità. Il rispetto dei diritti è l’unica vera misura della liberal-democrazia.
Che si parli del diritto di scegliere come vivere e morire, del diritto a una cura, o del diritto a diventare genitori. Quando un Paese nega questi diritti, indebolisce sé stesso. Il nostro impegno non guarda solo all’Italia, è globale.
In Europa e nel mondo ci sono Paesi che hanno aperto nuove strade alla libertà di scelta e alla ricerca scientifica, mentre altrove i diritti vengono ancora limitati, la ricerca censurata, le persone perseguitate.
Nel 2025 vediamo ancora guerre, profughi, violazioni dei diritti umani. Di fronte a tutto questo possiamo sentirci impotenti, ma credo che la nostra azione concreta per i diritti delle persone più fragili sia la risposta più forte: ogni conquista locale diventa speranza anche dove oggi ci sono dittature e conflitti.
Per questo l’Associazione Luca Coscioni non è mai stata solo italiana: siamo parte di una rete globale per libertà, scienza, presenti all’ONU con Science for Democracy e Cesare Romano con la Loyola Law School. Le nostre azioni sono parte della lotta per la pace, la giustizia e la democrazia globale.
Lo dimostrano anche le oltre 70.000 firme raccolte per l’iniziativa europea My Voice My Choice, che chiede accesso sicuro all’aborto per tutte le donne dell’Unione. Perché dove si nega la libertà di scegliere sul proprio corpo, altrove si rischia di perdere la libertà di parlare, di studiare, di vivere in pace.
Ogni passo avanti o indietro da noi diventa un modello per il mondo. Ecco perché ricordiamolo sempre: agire a livello locale significa incidere a livello globale.
Prima di concludere, voglio ricordare chi è morto, ma il cui impegno vive in questa Associazione: Giulia Simi, pioniera instancabile della libertà di ricerca scientifica, sempre accanto a Luca Coscioni e capace di far nascere incontri memorabili come quello con José Saramago. Massimo Clara, avvocato generoso e competente, che nei tribunali ha portato avanti senza sosta la lotta contro le discriminazioni. Paolo Cardoni, la cui matita e il cui entusiasmo hanno animato per anni la nostra Agenda Coscioni e le nostre iniziative, con leggerezza e determinazione.
Infine, il ricordo commosso di Vladimiro Zagrebelsky, giurista di straordinaria lucidità e maestro prezioso, sempre pronto a difendere i diritti fondamentali e a smascherare le ingiustizie legislative.
Il loro contributo continua nella nostra azione. Ringrazio tutti i colleghi avvocati per lo studio e la difesa di questioni in tribunale. Concludo e guardo al futuro.
Questo Congresso è un appuntamento con la storia. La storia non la fanno i governi da soli. La storia la fanno le persone che hanno il coraggio di cambiare. Noi siamo qui per dire che la libertà e le nostre vite non possono aspettare.
Non possono essere condizionate da calcoli elettorali, da convenienze di partito, da paure di perdere consenso. Siamo qui per ricordare che dietro ogni firma, dietro ogni ricorso, dietro ogni battaglia legale, c’è un volto. Un volto che chiede ascolto, rispetto. Un volto che chiede libertà.
E allora la domanda che dobbiamo porci oggi non è: ce la farà l’Associazione Luca Coscioni a portare avanti le urgenze che condividiamo nella nostra agenda politica? La vera domanda è: ce la farà l’Italia? Ce la farà l’Italia a essere un Paese che non discrimina? Un Paese che non costringe i suoi cittadini a fuggire? Un Paese che considera la scienza, la ricerca e la libertà come valori fondanti e non come minacce? Noi crediamo di sì.
E crediamo che dipenda anche da noi tutti. Dipende da quanto saremo capaci di unire la forza delle idee con la concretezza delle azioni. Dipende da quanto ognuno di noi si sentirà non solo spettatore, ma pure protagonista di questa sfida. Perché la libertà non è un dono.
La libertà si difende, si conquista. Ogni giorno. Con coraggio, con pazienza, con determinazione e responsabilità. E allora oggi, da Orvieto, dalla città di Luca, lanciamo un messaggio al Paese: l’Italia può essere un luogo di libertà, di scienza, di diritti, se tutti insieme scegliamo di muovere e commuovere nuove maree. La nostra storia conferma che possiamo farcela. Lo abbiamo già fatto sull’inizio vita e sul fine vita.
Oggi, qui con voi, rinnovo il mio impegno a guidare quanto insieme decideremo di continuare a fare. Confermo la mia candidatura a Segretaria, con Marco Cappato Tesoriere, Mina Welby, Marco Gentili e Michele De Luca copresidenti, e con il gruppo dirigente che vi presenteremo.
Perché la nostra storia non si ferma. Perché il nostro cammino continua. E insieme possiamo percorrerlo anche se sappiamo che spesso sarà in solitaria o in salita…senza rassegnarci mai! Grazie.
L'articolo Relazione di Filomena Gallo al XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS proviene da Associazione Luca Coscioni.
Accessibilità: l’indifendibile difesa di Roma Capitale
Solitamente non do sfogo alla mia indignazione per il comportamento dell’essere umano e delle amministrazioni pubbliche.
Ma oggi sono uscito dall’udienza tenuta dinanzi al Tribunale Ordinario di Roma, Sezione XVIII, con un profondo senso di inutilità e frustrazione.
Oggi ho capito che quel muro di gomma di cui parlavo nella dedica inserita nella mia tesi di laurea in giurisprudenza, tanti anni or sono, non sono ancora riuscito a trasformarlo in pietra per distruggerlo.
Con profondo rammarico e indignazione mi vedo costretto a esprimere il mio sdegno per le argomentazioni contenute nella comparsa di costituzione depositata da Roma Capitale, nel giudizio che mi vede ricorrente per ottenere marciapiedi realmente utilizzabili dalle persone in sedia a rotelle, e ribadite oggi dinanzi al Giudice.
Nel testo difensivo di Roma Capitale si afferma che non sussisterebbe alcuna condotta discriminatoria, poiché l’Amministrazione avrebbe predisposto servizi alternativi di trasporto per le persone con disabilità, e che dunque non vi sarebbe obbligo di consentire l’uso diretto del marciapiede da parte del sottoscritto.
Tale impostazione non solo nega i principi fondamentali di uguaglianza e dignità sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, ma si traduce essa stessa in una affermazione gravemente discriminatoria.
Sostenere che una persona con disabilità non debba esercitare il diritto di muoversi liberamente sui marciapiedi, al pari di ogni altro cittadino, perché può usufruire di un servizio sostitutivo, significa ridurre la disabilità a una condizione di segregazione tollerata, e non di piena partecipazione alla vita civile.
L’uguaglianza sostanziale non si realizza garantendo un “mezzo alternativo” o “separato”, ma rimuovendo gli ostacoli che impediscono l’esercizio dei diritti comuni.L’idea che la libertà di spostamento del cittadino disabile possa essere limitata a un servizio dedicato – invece che riconosciuta nella piena fruizione degli spazi pubblici – è una visione arcaica e offensiva, che contraddice decenni di progresso giuridico e civile.
Per tali motivi ritengo che la stessa difesa di Roma Capitale, nel suo contenuto e nella sua impostazione culturale, configuri un atto discriminatorio, in quanto nega il principio di pari dignità e autonomia delle persone con disabilità.
Mi auguro che l’Amministrazione voglia riflettere sul significato profondo delle parole che utilizza e sull’impatto che simili argomentazioni producono, non solo sul piano giudiziario, ma soprattutto su quello umano e istituzionale.
Con rinnovato rispetto per le Istituzioni, ma con ferma indignazione.
L'articolo Accessibilità: l’indifendibile difesa di Roma Capitale proviene da Associazione Luca Coscioni.
Una condizione imprescindibile
Il 23 marzo del 1944, 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca, furono uccisi in un attentato partigiano in via Rasella a Roma, compiuto da membri dei GAP romani. Il giorno dopo, 24 marzo 1944, Adolf Hitler venuto a conoscenza dell’attentato, ordinò una rappresaglia tale “da fare tremare il mondo”. Si parlò di trenta-cinquanta italiani giustiziati per ogni tedesco morto. La decisione sul come eseguire la rappresaglia fu poi presa durante una conversazione telefonica tra il generale Mälzer, comandante militare della città di Roma, l’ufficiale delle SS Herbert Kappler (capo della Gestapo di Roma , avente il controllo dell’ordine pubblico in città) e il generale Eberhard von Mackensen (comandante della 14ª Armata). Il generale von Mackensen, che era a conoscenza delle pretese provenienti dal quartier generale di Adolf Hitler, ritenne, dopo essersi consultato con il colonnello Kappler, che fosse sufficiente fucilare dieci italiani per ogni tedesco morto in via Rasella. E così fu. L’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma. Fu anche la maggiore strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l’Olocausto; almeno 75 delle vittime erano in stato di arresto per motivi razziali.
Il 7 ottobre 2023, il gruppo armato palestinese Hamas, con il sostegno di altre milizie palestinesi. effettuò una serie di attacchi terroristici provenienti dalla Striscia di Gaza, con conseguente uccisione di 1200 civili e militari israeliani, e nel rapimento di circa 250 di questi, avvenuto nel territorio di Israele. L’attacco di Hamas, ufficialmente intrapreso con l’intento di rispondere alle azioni provocatorie delle forze israeliane svolte nella Moschea al-Aqsa di Gerusalemme e alle violenze perpetrate nei campi dei rifugiati in Cisgiordania è avvenuto nel giorno del cinquantesimo anniversario dello scoppio della guerra arabo-israeliana del 1973. Sono stati segnalati numerosi casi di stupri e violenze sessuali contro donne israeliane. Il giorno dopo, 8 ottobre 2023, dopo il ritiro di Hamas con gli ostaggi israeliani portati dentro la Striscia di Gaza, Israele ha dichiarato lo stato di guerra avendo come obiettivo ufficiale la loro liberazione, la cancellazione definitiva di Hamas e l’occupazione militare permanente della Striscia di Gaza, iniziando prolungati bombardamenti su tutto il territorio. Tale guerra ha portato a morte almeno 65000 palestinesi. Secondo alcune fonti ONU il 70% delle vittime del conflitto sarebbero bambini o donne. L’impreciso e macabro rapporto tra vittime della rappresaglia ed azioni iniziali di terrorismo in questo nostro tempo è quindi di 65000/2000 = oltre 30 palestinesi morti per ogni israeliano. Un orrore più che triplo rispetto a quello delle Fosse Ardeatine.
Sembra quindi che all’odio non ci sia limite, che l’orrore subito nelle precedenti generazioni non sia di insegnamento a quelle seguenti e che israeliani e palestinesi prima o poi torneranno ad ammazzarsi.
Può non finire così, come dimostrano tedeschi ed italiani che dopo tanti anni dalle Fosse Ardeatine non hanno certo dimenticato ma sono andati avanti in pace e collaborazione nei loro rispettivi paesi.
La tragedia del conflitto israelo/palestinese ha la sue radici nel 1948 quando fu possibile affidare al popolo di Israele massacrato dalla Shoah una Terra in cui vivere e ritrovare un futuro ma non altrettanto fu possibile per quello palestinese.
Solo il disegno di sicuri confini di uno stato palestinese che possa nascere, crescere e garantire pace e diritti ai propri cittadini ed a quelli di tutti gli stati confinanti, in primis Israele, con la fine di ogni aggressione reciproca, potrà portare pace.
L'articolo Una condizione imprescindibile proviene da Associazione Luca Coscioni.
Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente di Parma – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”
Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata” Parma – Festival Futuro Presente
Venerdì 24 ottobre ore 19.15 , Piazza Giuseppe Garibaldi, 19
Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS e Chiara Lalli, Consigliera Generale dell’associazione, giornalista e bioeticista, parteciperanno all’incontro dal titolo “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”.
L’appuntamento è per venerdì 24 ottobre alle ore ore 19.15 , in Piazza Giuseppe Garibaldi, 19, a Parma.
Un dialogo che affronta le questioni bioetiche, giuridiche e sociali legate alla genitorialità e alla gestazione per altri, con un focus sul diritto all’autodeterminazione, sulla libertà riproduttiva e sulle famiglie reali, troppo spesso escluse dal dibattito pubblico e normativo.
L’incontro si inserisce nel programma del Festival Futuro Presente.
Università di Parma
Info: festivalfuturopresente.com
L'articolo Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente di Parma – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Surrogazione di maternità e Nazioni Unite: cosa dice davvero il rapporto Alsalem
a cura di Francesca Re, Filomena Gallo e Marco Perduca
QUI la versione in Inglese
Da luglio 2025, diversi media italiani hanno rilanciato con enfasi il rapporto delle Nazioni Unite “Violence against women and girls, its causes and consequences” spacciandolo per un documento sulla maternità surrogata, attribuendogli, tra le altre cose, un valore che non possiede.
In particolare, è sata la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella che, intervistata dall’Italpress in occasione della Missione Italiana all’ONU di New York, ha dichiarato: “Il rapporto di Reem Alsalem stabilisce che la maternità surrogata è una forma di violenza contro le donne. È una forma di sfruttamento e cosificazione del corpo femminile e di mercificazione”.
Queste parole hanno contribuito a diffondere la “nozione” che l’ONU ha assunto una posizione ufficiale e vincolante contro la maternità surrogata. Tale interpretazione non corrisponde però alla realtà dei fatti. Il documento in questione non è un atto normativo né rappresenta una decisione delle Nazioni Unite.
Che cos’è un “Rapporto Speciale” per l’ONU
Il testo prodotto dalla Relatrice Speciale Reem Alsalem rientra nei cosiddetti “meccanismi speciali” del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, un sotto-organo dell’Assemblea Generale. I Relatori speciali sono esperti indipendenti, nominati indipendentemente dalla loro nazionalità per monitorare e riferire all’organo che ha affidato loro il mandato specifiche questioni o situazioni inerenti a Paesi o territori riconosciuti delle Nazioni unite. Questi documenti non parlano a nome dell’ONU nel suo complesso né hanno potere di adottare e imporre norme.
I loro rapporti vengono:
- discussi ma non votati;
- non approvati formalmente dal Consiglio dei diritti umani o dall’Assemblea Generale;
- talvolta avviene una “presa d’atto” (taken note of) o “accolti con favore” (welcomed), ma tramite risoluzioni separate e politiche, che a loro volta non sono vincolanti per gli Stati Membri.
In termini giuridici, i rapporti costituiscono strumenti di cosiddetta soft law: hanno valore politico e interpretativo, ma non creano obblighi legali per gli Stati membri e/o le agenzie del sistema delle Nazioni Unite.
Il rapporto “Violence against women and girls, its causes and consequences” pubblicato a metà luglio 2025, in linea con il titolo, si concentra sulle presunte forme di violenza nel contesto della maternità surrogata, come dichiarato sin dal suo preambolo.
Purtroppo, a un’attenta lettura, il testo presenta pregiudizi ideologici, carenze metodologiche e gravi violazioni di imparzialità che ne inficiano l’imparzialità che dovrebbe essere tipica di questo tipo di documenti.
Tra le criticità più rilevanti si evidenzia:
- Eccesso (esondazione) di mandato: la Relatrice va oltre il compito affidatole di analizzare la violenza di genere, entrando nel merito di questioni bioetiche e di diritto della riproduzione che esulano dal suo mandato.
- Assenza di pluralismo: non si evince alcun ascolto o consultazione con membri o rappresentanti di famiglie nate da GPA né le persone adulte nate grazie a questa pratica.
- Uso distorto delle fonti: studi scientifici peer-reviewed sono stati citati in modo selettivo, alterandone il significato.
- Coinvolgimenti ideologici: la Relatrice ha interagito pubblicamente e a più riprese con gruppi contrari ai diritti delle persone LGBTQIA+ e alla libertà riproduttiva, violando il principio di neutralità previsto dal suo incarico.
Queste criticità non potevano che portare a una rappresentazione parziale e molto orientata della realtà, ignorando esperienze concrete e normative che mostrano come la gravidanza per altri possa essere praticata in modo regolamentato e solidale in numerosi Stati Membri. La gravidanza per altri regolamentata è una realtà.
In molti Stati membri delle Nazioni Unite, la gravidanza per altri è regolata da leggi che proteggono la libertà e la dignità di tutte le parti coinvolte a partire dai soggetti più fragili.
Un esempio recente è l’Assisted Human Reproduction Act 2024 approvato in Irlanda, che disciplina la gravidanza per altri in forma non commerciale e con tutele specifiche per le gestanti, i genitori intenzionali e bambini. Un altro esempio è l’ Assisted Human Reproduction Act (AHRA, 2004) che in Canada prevede che la maternità surrogata è legale, esclusivamente in forma altruistica: infatti la legge proibisce il pagamento o la pubblicità di compensi.
Questi modelli dimostrano che criminalizzare o stigmatizzare tale pratica significa ignorare la complessità delle situazioni a cui questa vuole rispondere e, quindi, e dei diritti in gioco.
Proprio a tale proposito, durante la conferenza stampa tenuta da Rim Alsalem a seguito della presentazione del rapporto alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale lo scorso 10 ottobre a New York, un giornalista di un’agenzia cinese ha chiesto alla Special Rapporteur su quali dati abbia fondato le sue conclusioni, e dunque quali siano i numeri relativi al contesto della maternità surrogata. A questa domanda Rim Alsalem risponde di non averne (“In fact, I don’t”). Il fatto che non vi siano dati certi è strettamente connesso alla mancanza, nella maggior parte dei casi, di quadri normativi che regolamentano la gravidanza per altri. L’obiettivo di fondo più volte evidenziato non solo nel rapporto, ma ribadito anche nella conferenza stampa e supportato dalla ministra Roccella, è quello di arrivare ad un divieto universale della maternità surrogata, obiettivo che si pone in netto contrasto proprio con il fenomeno che si vorrebbe combattere. Vietare la pratica della maternità surrogata significa lasciarla nelle mani del mercato nero, della clandestinità e degli abusi. Individuare, invece, le condizioni in base alle quali la gravidanza per altri possa essere praticata nel rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte, significa garantire protezione e tutele.
La posizione dell’Associazione Luca Coscioni
L’Associazione Luca Coscioni, insieme a una rete di organizzazioni europee, ha chiesto il ritiro del rapporto Alsalem e la sua sostituzione con una nuova figura che possa mantenere un approccio imparziale di fronte a questioni così complesse e variegate.Occorre che alle e dalle Nazioni Unite giunga un messaggio di neutralità che possa evidenziare tutte le necessità e criticità necessarie all’affermazione di diritti in onore dei principi di trasparenza, rigore scientifico e pluralismo che devono guidare le istituzioni internazionali, specie quando si discute della libertà delle persone.
Occorre inoltre presentare il lavoro dei vari meccanismi delle Nazioni Unite per quel che è e non mistificare il mandato di un Rapporto a seconda del favore o vicinanza eitco-morale che i governi possono avere con i documenti prodotti come “Rapporti speciali”.
Infine, nessun rapporto privo di valore normativo può:
- abrogare o delegittimare le leggi nazionali che regolano la GPA o sono in corso di normazione;
- imporre a Stati o territori visioni etiche;
- negare la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte, prevedendo sistemi sanzionatori nazionali o internazionali.
L’Associazione Luca Coscioni continuerà a promuovere un modello di gravidanza per altri solidale nonché un dialogo tra chi è portatore di interessi basato su dati verificabili, esperienze concrete e principi di autodeterminazione e non discriminazione.
Promuovere e proteggere i diritti umani significa, tra le altre cose, ascoltare tutte le voci: quelle delle donne che scelgono liberamente di portare avanti una gravidanza per altri, dei genitori intenzionali e di figli e figlie nati da GPA.
Ridurre tutto ciò a “mercificazione del corpo femminile” o a “violenza universale” e “sfruttamento” significa oscurare la complessità delle vite reali dietro le parole.
Tra gli obiettivi delle Nazioni Unite c’è quello di tutelare la libertà, non di restringerla. Nel remoto caso in cui l’Assemblea Generale dovesse dare mandato alla sua Commissione Affari Legali (VI) di avviare un lavoro preparatore di una bozza di convenzione che, sulla base della legge italiana – cosiddetta Legge Varchi -, l’Associazione Luca Coscioni si adopererà, come già fatto con successo 20 anni fa in occasione della “clonazione umana”, per deragliare tale processo.
L'articolo Surrogazione di maternità e Nazioni Unite: cosa dice davvero il rapporto Alsalem proviene da Associazione Luca Coscioni.
Caso di “Libera”, 55enne toscana paralizzata: non esiste alcun dispositivo per l’autosomministrazione del farmaco letale. “Il limite della mia sopportazione è stato superato. Chiedo l’aiuto di un medico per poter morire”
Dopo quasi 6 mesi dal primo ricorso di “Libera” e dopo più di un anno dal riconoscimento dei requisiti per accedere al suicidio assistito arriva la risposta nazionale e internazionale sul dispositivo da attivare non manualmente (perché “Libera” è completamente immobile)
Sono arrivati, nei termini ordinati dal giudice di Firenze, i pareri tecnici da parte del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità sulla esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco letale per “Libera”” tramite comando oculare o vocale o altre modalità non manuali.
La 55enne toscana, completamente paralizzata a causa della sclerosi multipla, aveva fatto richiesta di accesso al suicidio assistito. La donna ha ottenuto il via libera dalla sua ASL a luglio 2024, ma essendo paralizzata dal collo in giù, non è in grado di assumere autonomamente il farmaco letale. Per questo, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, (e composto anche dal professor Giacomo D’Amico, dalle avvocate Francesca Re e Alessia Cicatelli e dagli avvocati Angioletto Calandrini e Rocco Berardo) ha presentato nel marzo 2025 un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze affinché il suo medico fosse autorizzato a somministrare il farmaco.
Il giudice aveva poi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale che configura il reato di omicidio del consenziente – la somministrazione del farmaco da parte del medico a “Libera” rientrerebbe in questa fattispecie di reato. La Corte costituzionale si è infine espressa a luglio scorso chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale e internazionale, e non solo regionale, dell’esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco per il suicidio assistito.
Gli organismi tecnici indicati dalla Corte costituzionale, a seguito di ordine del giudice di Firenze, hanno ora comunicato l’esito delle ricerche.
Commenta “Libera”: “ho letto i pareri e devo constatare quindi che non esiste una soluzione per me e che non c’è alcuna garanzia che possa essere realizzato un dispositivo idoneo in tempi compatibili con il mio livello di sofferenza. Il limite della sopportazione umana del dolore fisico e psichico, per quanto mi riguarda, è stato superato. La mia volontà e richiesta di essere aiutata a morire hanno assunto un carattere di urgenza assoluta e non più rinviabile. Chiedo che venga immediatamente autorizzata l’unica modalità di assistenza compatibile con la mia richiesta: l’aiuto medico alla somministrazione della sostanza letale. In mancanza di tale autorizzazione, ogni ulteriore rinvio sarà per me equivalente a un diniego, di fronte al quale mi vedrò costretta a intraprendere un’altra strada, a effetto immediato”.
Dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “A Libera è già stato riconosciuto il diritto a essere aiutata a morire, ma ora sta subendo una odiosa discriminazione per le sue condizioni di totale disabilità che le impediscono l’assunzione del farmaco letale per potere interrompere la condizione di sofferenza insopportabile. Se lo Stato italiano non troverà il modo di porre immediatamente fine allo scaricabarile istituzionale contro Libera, ci assumeremo la responsabilità di aiutarla con azioni di disobbedienza civile contro la violenza che sta subendo”.
L'articolo Caso di “Libera”, 55enne toscana paralizzata: non esiste alcun dispositivo per l’autosomministrazione del farmaco letale. “Il limite della mia sopportazione è stato superato. Chiedo l’aiuto di un medico per poter morire” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Luigi Recupero reshared this.
Clicca a questo link per partecipare anche tu: psychedelicare.eu/
reshared this
Quando Strasburgo guarda indietro: sulla PMA e i diritti dei bambini ha ragione la Corte costituzionale italiana
La CEDU nel caso X c. Italia ha negato la violazione dell’articolo 8, ignorando la svolta della Corte costituzionale italiana che ha riconosciuto il diritto dei bambini nati da PMA a essere figli di entrambe le madri
La sentenza X c. Italia della Corte europea dei diritti dell’uomo segna un punto critico nel dialogo tra Strasburgo e Roma.
Con sei voti contro uno, la CEDU ha stabilito che non vi è stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione nel caso di un bambino nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (PMA) praticata all’estero da una coppia di donne, ritenendo che la mancata iscrizione della madre intenzionale nell’atto di nascita non ledesse la vita privata e familiare del minore.
È una decisione che ignora la svolta costituzionale italiana.
La sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale ha infatti dichiarato illegittimo il divieto di riconoscimento della madre intenzionale, affermando che ogni bambino ha diritto, fin dalla nascita, a una filiazione stabile con entrambe le madri che hanno condiviso il progetto genitoriale.
La Consulta ha posto al centro il diritto del minore all’identità personale e alla parità di trattamento, restituendo certezza e dignità a una realtà familiare già viva nella società.
La Corte di Strasburgo, invece, si è fermata al quadro normativo precedente, scegliendo un approccio di pura legalità formale. Ha valutato i fatti come se la pronuncia costituzionale non fosse mai intervenuta, preferendo il criterio cronologico a quello sostanziale. In nome del “margine di apprezzamento” nazionale, ha considerato sufficiente il rimedio dell’“adozione in casi particolari” – un istituto che la stessa Corte costituzionale in Italia ha giudicato inadeguato e privo di effettività, perché non assicura al bambino una piena stabilità giuridica e identitaria.
Così facendo, Strasburgo ha rinunciato alla sua funzione evolutiva, quella di guida nella protezione dei diritti umani. Lo ricorda con forza la giudice Anna Adamska-Gallant nella sua opinione dissenziente: il lungo periodo di incertezza e l’errore delle autorità hanno inciso sull’identità del minore e lo Stato aveva il dovere di intervenire tempestivamente. È un richiamo al cuore stesso dell’articolo 8 CEDU: la tutela concreta della persona, non la salvaguardia delle procedure.
Non sarebbe la prima volta che la Grande Camera corregge una simile miopia. Nel caso S.H. e altri c. Austria, la Corte europea ribaltò la precedente condanna a Vienna, riconoscendo la legittimità della normativa nazionale dopo il confronto con la Corte costituzionale austriaca.
Oggi lo stesso può accadere: la Grande Camera ha l’occasione di ristabilire il dialogo tra Strasburgo e Roma, allineando la giurisprudenza europea al progresso costituzionale italiano.
Perché, in fondo, il tema è semplice e universale: ogni bambino ha diritto, fin dalla nascita, a essere riconosciuto figlio di entrambi i genitori che hanno scelto di amarlo e crescerlo.
Nessuna Corte può dimenticarlo, se davvero vuole parlare il linguaggio dei diritti.
L'articolo Quando Strasburgo guarda indietro: sulla PMA e i diritti dei bambini ha ragione la Corte costituzionale italiana proviene da Associazione Luca Coscioni.
Il benessere psicologico è un diritto fondamentale e la cura non può ridursi ai soli farmaci: serve dialogo e servizi pubblici gratuiti accessibili. Xciò ho firmato la proposta di legge “Diritto a stare bene”👉firmereferendum.giustizia.it/referendum/ope…
reshared this
Oggi ricorre la Giornata mondiale per la Salute mentale
Chiediamo di istituire una rete pubblica di servizi di psicologia di territorio e promuovere la ricerca sugli psichedelici
L’Associazione Luca Coscioni aderisce alla proposta di legge di iniziativa popolare Diritto a stare bene e Psychedelicare, l’iniziativa dei Cittadini Europei per chiedere alla Commissione UE di investire nella ricerca sugli psichedelici
“Istituire una rete pubblica di servizi di psicologia di territorio, accessibile gratuitamente, presente in scuole, ospedali, luoghi di lavoro e carceri, per garantire a tutti ascolto, prevenzione e presa in carico”. Queste, le parole di Marco Perduca e di Claudia Moretti, dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni, che per questo ha deciso di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene”, che riconosce il benessere psicologico come diritto fondamentale della persona, al pari di quello alla salute fisica.
Questo iniziativa si inserisce nell’impegno dell’Associazione per la salute mentale, e nella convinzione che il diritto alla cura significhi prima di tutto garantire il diritto alla relazione terapeutica.
“La terapia della parola – continua l’Associazione – è uno strumento essenziale per restituire centralità alla persona e per depotenziare la deriva farmacocentrica che domina oggi i servizi di salute mentale, spesso organizzati secondo logiche custodiali e, talvolta, utilizza pratiche illegali di contenzione meccanica e farmacologica. Psicologi e psicoterapeuti sono troppo pochi e troppo assenti nei servizi pubblici di salute mentale, nelle equipe territoriali e negli SPDC, che rimangono troppo spesso luoghi inespugnabili. A questo link la descrizione, il testo integrale della proposta e l’accesso alla piattaforma istituzionale per sottoscriverla.
A livello europeo, l’Associazione Luca Coscioni sostiene l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Psychedelicare per chiedere alla Commissione UE di investire nella ricerca sull’efficacia degli psichedelici in ambito terapeutico, di riclassificarle a livello globale e di promuovere linee guida per le terapie. L’iniziativa chiede alla Commissione di affrontare l’emergenza salute mentale – che colpisce più di 1 europeo su 6 – finanziando ricerca scientifica indipendente sugli psichedelici, per verificarne l’efficacia nei percorsi terapeutici e svilupparne applicazioni cliniche sicure.
L'articolo Oggi ricorre la Giornata mondiale per la Salute mentale proviene da Associazione Luca Coscioni.
In Parlamento si ritiri la legge “Zanettin-Zullo” che impone a tutte le “Ada” di continuare a subire una tortura
“Il diritto di essere aiutati a morire inizia a essere rispettato: è stato finora riconosciuto a 18 persone. Il Parlamento non distrugga sulla pelle dei malati quanto stabilito dalla Corte costituzionale”
Se la legge “Zanettin-Zullo”, in discussione in Parlamento, fosse già stata in vigore, Ada non avrebbe potuto essere libera di scegliere (se e quando vorrà) l’aiuto medico alla morte volontaria. Né avrebbero potuto scegliere Laura Santi e Federico Carboni (primo caso in Italia) in Italia, e nemmeno Fabiano Antoniani, la persona a partire dalla quale la Corte costituzionale aveva definito i criteri per la depenalizzazione dell’“aiuto al suicidio”. Così come non avrebbero potuto scegliere Gloria, Anna, Serena, Vittoria.
Per Ada, infatti, non soltanto sarebbe stato estromesso il servizio sanitario nazionale (cioè la Asl che ha verificato le sue condizioni), ma non sarebbe nemmeno stato riconosciuto uno dei quattro criteri stabiliti dalla Corte nella versione che il testo di legge all’esame del Parlamento vuole modificare: non più “trattamenti di sostegno vitale” (come scritto dalla Consulta, includendo esplicitamente i trattamenti forniti da caregiver e familiari), ma “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”. Se la legge “Zanettin-Zullo” entrasse in vigore, le persone come Ada torneranno a essere costrette a subire condizioni che Ada stessa definisce di “tortura” contro la loro volontà.
È dunque necessario che in Parlamento maggioranza e opposizione convergano nel ritiro della legge “Zanettin-Zullo” per aprire un vero confronto, attraverso una sessione plenaria che discuta in modo libero dai dettami di partito e di coalizione.
L'articolo In Parlamento si ritiri la legge “Zanettin-Zullo” che impone a tutte le “Ada” di continuare a subire una tortura proviene da Associazione Luca Coscioni.
Beppino Englaro a Civezzano – “Sul fine vita posso scegliere io?”
Beppino Englaro sarà protagonista della serata informativa dal titolo “Sul fine vita posso scegliere io?”.
Dialogherà con Alexander Schuster, giurista e attivista, in un incontro promosso dal Comune di Civezzano in collaborazione con l’associazione Trentino Laica.
Teatro Comunale “Luigi Pirandello”, via Murialdo 30, Civezzano
Mercoledì 15 ottobre 2025
Ore 20:45
Durante la serata sono previste letture a cura di Chiara Turrini.
Ingresso libero e gratuito.
Un’occasione preziosa per riflettere pubblicamente sulla libertà di scegliere sul proprio corpo e sulla propria vita, in un momento in cui il dibattito sui diritti nel fine vita torna a essere centrale nel nostro Paese.
L'articolo Beppino Englaro a Civezzano – “Sul fine vita posso scegliere io?” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Al PizzAut di Monza una cena di raccolta fondi con Marco Cappato e le Cellule Lombarde
Venerdì 24 ottobre Marco Cappato parteciperà alla cena di raccolta fondi organizzata nel locale PizzAut di Monza, e con lui ci saranno le cellule lombarde dell’Associazione Luca Coscioni, in una serata all’insegna dei diritti e delle libertà.
Per un’occasione così speciale è stato pensato un luogo altrettanto speciale che ha fatto dell’inclusività la sua bandiera: PizzAut.
La partecipazione è aperta a tutte le persone che vogliono conoscere e sostenere le attività e le iniziative dell’Associazione in Lombardia.
L’appuntamento è per venerdì 24 ottobre alle 19:30, presso PizzAut, in via Philips 12, Monza. È richiesta la prenotazione a questo link bit.ly/cena-pizzaut, versando una quota minima di 35 euro per persona: ogni euro in più permetterà di dare ancora più forza alle campagne dell’Associazione.
Per segnalare eventuali intolleranze o allergie alimentari mail a: cristiana.zerosi@associazionelucacoscioni.it indicando gli allergeni e, se possibile, eventuali necessità specifiche (es. senza glutine, senza lattosio, ecc).
L'articolo Al PizzAut di Monza una cena di raccolta fondi con Marco Cappato e le Cellule Lombarde proviene da Associazione Luca Coscioni.
Medioevo psichiatrico
Questo mio contributo è triste, buio, in contrapposizione alla radiosa fiducia con la quale guardiamo al futuro psichedelico. Volevo descrivere con alcune pennellate, parziali e sintetiche, la situazione attuale della Psichiatria in cui si colloca la rinnovata richiesta psichedelica degli ultimi anni, denominata Rinascimento psichedelico e la pressione che sta portando avanti l’Associazione Luca Coscioni, denominata Illuminismo psichedelico.
L’attuale situazione complessiva in cui si trova la cura della salute mentale assomiglia all’epoca medioevale. Perché ho pensato al Medioevo?
Innanzi tutto perché è un’epoca storica radicata nel nostro passato, agganciata a cose vecchie.
L’uso degli psicofarmaci si basa sui piedistalli della cosiddetta psichiatria biologica. Che questo approccio riduzionista abbia portato scarsi progressi alla definizione delle cause biologiche delle malattie psichiatriche è palese, lo dicono i sacri testi di psicofarmacologia da tempo, come Stahl.1
Le attuali ipotesi che le singole malattie siano sostenute da singole lesioni biochimiche della neuro-trasmissione come causa di uno specifico disturbo è superata, ma, di fatto, gli psicofarmaci prescritti si basano su quelle teorizzazioni, agiscono sulla neuro-trasmissione.
I primi anti-psicotici appaiono negli anni 50 e, dopo il risperidone, capostipite degli atipici di cosiddetta seconda generazione, non ne sono apparsi altri di significativamente nuovi. Le formulazioni long acting anche a lunghissimo deposito non sono certo novità e innovazione. Tra l’altro i vecchi depot sono scomparsi per lasciar spazio ai nuovi farmaci deposito che non hanno dimostrato migliore efficacia dei vecchi. Il risperidone viene approvato dalla FDA nel 1993. (Tra parentesi la spesa consistente della ricerca per queste novità che non sono novità dal risperidone in poi testimoniano proprio il paradosso della loro scarsissima capacità di agire sulla riduzione della prevalenza di psicosi, a fronte di investimenti cospicui).
Il litio, farmaco stabilizzatore dell’umore tutt’ora molto in uso per la sua efficacia è stato approvato da FDA nel 1970. In seguito non sono apparse molecole di efficacia superiore al Litio, ma solo cosiddette seconde scelte. L’azione del sale a grande concentrazione nel cervello agisce quale stabilizzatore in modo non del tutto conosciuto sulla membrana della cellula nervosa, a riprova che l’efficacia dei trattamenti sulla mente, in questo caso sull’umore, non va di pari passo con un preciso conosciuto funzionamento che spieghi la stabilità umorale.
Le benzodiazepine sono antichissime. Il clordiazepossido viene scoperto nel 1957, il diazepam data 1960. Da allora si sono sintetizzate tante altre molecole, ad emivita lunga o a emivita corta, ma nessuna novità sostanziale riguardante calmanti con minori effetti collaterali, con assenza di dipendenza e assuefazione, che sono le problematiche maggiori di questa categoria di farmaci molto in uso.
Gli antidepressivi? Il Prozac, cosiddetta pillola della felicità, entra nel mercato come SSRI attorno al 1990 e segna una grande differenza rispetto agli anti-depressivi precedenti. I successivi farmaci mee too non presentano un’efficacia sostanzialmente superiore. Su questo fronte siamo fermi a 35 anni fa. Un’eccezione è rappresentata dalla sola esketamina, unica novità relativamente recente, isomero della ketamina, un’anestetico, che ha portato novità nel trattamento della depressione proprio per la sua proprietà d’azione. L’esketamina rappresenta però anche quella novità che rischia di essere inglobata nella modalità di azione classica dello psicofarmaco e di far perdere di vista la potenzialità innovativa trasformativa, avendo un’azione sulla mente di tipo parziale psichedelico e quindi non solo in senso di recupero sintomatologico di un umore depresso.
In sintesi abbiamo a che fare con una farmacopea di capostipiti antichi.
In questa assenza di novità farmacologiche vere si apre l’offerta degli psichedelici. Se andiamo a vedere in quali disturbi questa nuova modalità di fare medicina e psicoterapia è più efficace, scopriamo che sono aree di sofferenza in cui ben poco sono stati efficaci i farmaci classici, per non dire per nulla anche se prescritti comunque
Nel disturbo post traumatico da stress non ci sono indicazioni farmacologiche, solo indirizzi di tipo psicologico. L’angoscia del trauma antico ri-attualizzato si spegne, usando farmaci, spegnendo la persona interamente, non esiste una chimica specifica che spenga solo il tasto del trauma pregresso.
Nella depressione farmaco-resistente è indicata nelle linee guida quale alternativa l’elettroshock, la stimolazione magnetica transcranica, gli ormoni tiroidei, un mescolamento con altri farmaci e l’esketamina.
L’angoscia di morte nel fine vita viene trattata non come entità a sé, ma coi sedativi a disposizione, minori o maggiori.
Nelle dipendenze e nel craving impulsivo si usa quello che abbiamo secondo sintomatologia astinenziale e prove empiriche. Nei SerD si usano un sacco di farmaci, ma ben sappiamo la difficoltà di distogliere l’attenzione mentale sul contenuto del desiderio compulsivo. Bupropione, un antidepressivo, per il tabacco; valproato di sodio, un anti epilettico, per il craving alimentare; la clonidina, un anti-ipertensivo, per gli oppioidi sono esempi di una varietà di magazzino estremamente ampia.
Come imperava nel Medioevo, abbiamo a che fare nella Psichiatria attuale con una “verità” metafisica, fuori dal mondo, un concetto sospeso per aria che è quello delle malattie mentali. Le malattie mentali non esistono, amici coscioniani. Esistono categorie dove incasellare le forme di espressione della sofferenza e del disagio e questo per motivi di ricerca, per parlare un linguaggio comune tra psichiatri, come ci hanno insegnato. Dicendo che le malattie mentali non esistono sto rischiando l’ennesimo rogo entro il quale sono stati già bruciati anti-psichiatri, sociologi spinti e antropologi vari. Le malattie mentali sono una nostra astrazione, come l’occhio di Dio, la mano di Dio, astrazioni utilissime per guidare il popolo, ma fra di noi, amici, dobbiamo dircelo: secondo la metodologia della scienza in Psichiatria abbiamo a che fare non con quello che chiamiamo patologia, ma con un insieme di segni e sintomi che chiamiamo complesso sindromico, non una vera malattia, come lo è la polmonite da pneumococco, un tumore del cervello o l’infarto del miocardio. Impostare la cosa così non significa negare la sofferenza della mente e attribuire tutte le colpe alla società, sbrigativamente, ma significa proprio nel rigore scientifico: stiamo attenti che quello che vediamo nel cervello non sia qualcosa di parziale, vedi la neurotrasmissione, o l’esito della malfunzione e non la causa, vedi le placche di amiloide nella demenza. Le cause delle cosiddette malattie mentali sono molteplici e integrate fra loro, vedi modello bio psico sociale, concetto che fatica a tradursi nella pratica, come il concetto di complessità non era presente nel medioevo, dove prevaleva invece l’unicità del punto di vista.
La povertà epistemologica fondamentale della Psichiatria, come dice bene Benedetto Saraceno, non ha impedito costruzioni diagnostiche o categorie, che significano cosa fare e come andrà a finire quella persona ammalata di quella malattia, cioè fare terapia e fare prognosi. “La pretesa stabilità e coerenza dei sistemi diagnostici, dice Saraceno2 è un delitto di superbia in quanto scotomizza la fluidità, occulta il dubbio, asserisce la certezza”.
È del 1992 uno studio pionieristico dell’istituto Mario Negri3 dove si evidenziava come in una popolazione di pazienti dimessi da un servizio ospedaliero il più potente determinante di ri-ammissione, di ri-ospedalizzazione, di ricaduta, di necessità di ricovero era la tipologia organizzativa del servizio psichiatrico che aveva in carico il paziente, come dire sono altri i fattori che incidono, non quelli della presunta verità diagnostica.
Se una diagnosi medica non incornicia completamente il processo che spiega la sofferenza mentale e se ci sono altri determinanti, oltre a quelli che abbiamo rintracciato come alterazioni nel cervello sinora, significa che dobbiamo aprirci a conoscere tutto quello che concorre al bene e al male di una mente, ricordandoci che la mente non è il cervello.
Ha a che fare col Medioevo anche un altro aspetto, che ho battezzato col binomio di contrasto: umiltà e potere. Credo che l’epoca medioevale della nostra storia così come ce l’hanno riportata, sia stata costellata da persone piene di umiltà, i santi e non solo, e in netta contrapposizione con loro, i potenti, i Papi ma non solo. Riflettendo sulle buone pratiche in salute mentale, mi è venuta la parola umiltà, in contrapposizione a pratiche prevaricatorie, personalistiche, narcisistiche ahinoi presenti nei contesti organizzati di un Dipartimento di salute mentale.
Non è forse l’umiltà che sta alla base dell’armata quasi cavalleresca che porta avanti la pratica della de-prescrizione psicofarmacologica? Meglio togliere, aiutare le persone a ridurre gli psicofarmaci, a pensare di assumere qualcosa per un periodo limitato, non per tutta la vita, meglio andare in accordo con l’interessato che non li assume volentieri ‘sti farmaci, affrontando assieme la desistenza, contro un accanimento che non è sicuro che dia risultati. Ne ha parlato il dott. Giuseppe Tibaldi, presente al webinar precongressuale del 17 settembre scorso sulla salute mentale.
Non è qualcosa che ha a che fare con umiltà quello che fa dire al dott. Raffaele Barone, presente pure lui al webinar, “gli psichiatri devono non essere più esperti”, togliere cioè loro il camice bianco del sapere potente come nella spoliazione di certi umili; soprattutto di umile ci trovo questo: importare dalla Finlandia, dove è nato il Dialogo aperto, qualcosa che là funziona, studiarlo, formarsi e applicarlo da noi. Tollerare l’incertezza, uno dei principi ispiratori del modello del Dialogo aperto, mi pare molto umile.
La presenza in tutti i contesti di cura della salute mentale degli esperti per esperienza, degli esperti in supporto fra pari, i cosiddetti ESP, sono uno spazio di eccellente umiltà, rosicchiano con gentilezza il marmoreo statuario indiscutibile fare dello strizzacervelli. Il fare-assieme-tutto-attaccato partito da Trento mi pare sia una pratica collaborativa che sta da tutt’altra parte rispetto alla gestione autoritaria o paternalistica o educativa verso chi ha bisogno di aiuto. L’utente alla pari funge da garante di un equilibrio tra chi ha bisogno e chi offre aiuto che deve essere assicurato nel rispetto reciproco di competenza ed esperienza, senza sopraffazione alcuna nelle varie relazioni complementari che il paziente incontra nel suo percorso di cura.
L’elenco di buone pratiche potrebbe continuare perché esistono in Italia, nel senso trasformativo auspicato anche di recente dall’OMS4. Ma la scarsa capillarità, nonostante le società nazionali varie, di queste buone pratiche fa pensare ai castelli medioevali, belle realtà chiuse non diffuse e poco conosciute anche dagli addetti ai lavori.
Note
1Stephen Stahl, Psicofarmacologia essenziale, Centro Scientifico Editore, 2002, pag.102
2 Benedetto Saraceno, Sulla povertà della psichiatria, Ed comunità concrete, 2017
3 Barbato, Terzian, Saraceno, Montero Barquero, Tognoni, Patterns of aftercarefor psychiatric patients discharged after short inpatient treatment: an italian collaborative study, Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, n.27, 1992
4 Luke Taylor, One billion people have mental health conditions, WHO says, BMJ 2025 del 04/09/2025
L'articolo Medioevo psichiatrico proviene da Associazione Luca Coscioni.
La ASL conferma che Ada ha i requisiti per l’accesso al suicidio assistito previsti dalla sentenza della Corte costituzionale
Il commento di Ada: “Da oggi sono padrona della mia vita e del mio corpo”
A seguito di una nuova verifica delle condizioni di salute da parte dell’ASL competente, Ada, 44enne campana affetta da SLA, ha ricevuto in data 7 ottobre la conferma di possedere tutti i requisiti previsti dalla sentenza “Cappato” della Corte costituzionale n. 242/2019 e dalle successive pronunce n. 135/2024 e n. 66/2025.
Con una comunicazione ufficiale inviata ai suoi legali e alla stessa Ada, l’azienda sanitaria ha reso noto che procederà ora con le fasi consequenziali previste dalla sentenza n. 242/2019, ovvero con l’individuazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione. Ada, quando e se lo vorrà, potrà quindi procedere con l’aiuto alla morte volontaria, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e delle pronunce della Corte.
Dichiara Ada:
“Dopo mesi di attesa e di battaglie, il Comitato etico ha espresso parere favorevole alla mia richiesta. Non ci sono parole adatte a descrivere il mio stato d’animo, ma proverò a rendere l’idea. Quando ho letto le parole “parere favorevole”, ho sentito letteralmente un peso scivolare dalle mie spalle.La SLA ha perso, io ho vinto. Non trascorrerò nemmeno un minuto in più ad avere paura di ciò che può farmi. Da oggi esiste solo il presente, e ogni giorno è prezioso. Da oggi sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo. Auspico la stessa serenità per tutte le persone che affrontano la mia stessa condizione, e che ogni essere umano possa un giorno esercitare questo diritto senza dover lottare fino all’ultimo respiro. Grazie a chi mi ha ascoltata, sostenuta e accompagnata in questo percorso”.
Dichiara l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa (composto anche dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re, Alessia Cicatelli e Rocco Berardo):
“Oggi Ada non riceve semplicemente un parere favorevole: ottiene il pieno riconoscimento del suo diritto costituzionale a decidere sul proprio corpo e sulla propria vita.L’ASL, dopo l’accordo raggiunto in Tribunale di Napoli, ha applicato in modo corretto e completo la sentenza Cappato e le successive decisioni della Corte, procedendo con le verifiche previste e avviando le fasi successive. Questo percorso dimostra che, quando le istituzioni rispettano la legge, è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento.”
Dopo il diniego da parte della ASL, Ada, aveva presentato, tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli. Durante l’ultima udienza con l’azienda sanitaria si era concordata una nuova valutazione delle sue condizioni.
Negli scorsi giorni, Ada, inizialmente conosciuta col nome “Coletta”, aveva deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole, la sorella Celeste poiché Ada, colpita dalla SLA diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare. A seguito di un decorso molto veloce della grave patologia neurodegenerativa di cui è affetta, diagnosticata a giugno 2024, “Coletta” non riesce più a parlare e deve quindi utilizzare il puntatore oculare. Non riesce nemmeno più a camminare e ha bisogno dell’assistenza continua dei suoi familiari per svolgere qualsiasi tipo di attività. Senza i suoi caregiver non potrebbe alimentarsi, bere, assumere la terapia farmacologica ed espletare le sue funzioni vitali, morirebbe di stenti e in modo atroce e doloroso.
L'articolo La ASL conferma che Ada ha i requisiti per l’accesso al suicidio assistito previsti dalla sentenza della Corte costituzionale proviene da Associazione Luca Coscioni.
A Milano l’evento sul testamento biologico “Prendiamoci cura oggi delle decisioni di domani”
“Prendiamoci cura oggi delle decisioni di domani” – Incontro informativo a Milano sulle DAT e la donazione di organi
La Cellula di Milano dell’Associazione Luca Coscioni organizza un evento pubblico dedicato alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e alla donazione degli organi, strumenti fondamentali per garantire il diritto all’autodeterminazione nella fase finale della vita.
Auditorium di Cascina Brandezzata, via Giuseppe Ripamonti 428 – Milano
Sabato 18 ottobre 2025
Ore 14:30 (rinfresco di benvenuto dalle ore 13:30)
L’iniziativa si svolge con la collaborazione e il patrocinio del Municipio 5 e con il contributo di:
Fondazione Luvi, Policlinico Milano, Fondazione Trapianti ONLUS
Intervengono:
- Bruno Andreoni – Fondazione Luvi
- Cristiana Zerosi – Associazione Luca Coscioni
- Patrizia Toietta – Policlinico Milano
- Luisa Gerosa – Assessora Municipio 5
- Loredana Tavolaro – Cellula Coscioni Milano
- Roberto Moroni – Policlinico Milano
- Michelangela Verardi – Consigliera Municipio 5
- Sergio Vesconi – Fondazione Trapianti ONLUS
- Natale Carapellese – Presidente Municipio 5
Un’occasione di confronto e informazione per fare chiarezza su come esprimere e registrare le proprie volontà attraverso le DAT e come avvicinarsi al tema della donazione di organi in modo consapevole.
L'articolo A Milano l’evento sul testamento biologico “Prendiamoci cura oggi delle decisioni di domani” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Il Congresso mi ha rieletto Tesoriere. Sono grato e fiero di servire chi, come Ada, lotta per la libertà.
- YouTube
Profitez des vidéos et de la musique que vous aimez, mettez en ligne des contenus originaux, et partagez-les avec vos amis, vos proches et le monde entier.www.youtube.com
reshared this
Filomena Gallo a Lecce per il talk “Fine vita: il diritto di scegliere”
Domenica 19 ottobre 2025
Ore 11:45 – 12:45
Convitto Palmieri, Lecce
Nell’ambito del festival “Conversazioni sul futuro”
Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, sarà tra le protagoniste del talk dedicato al tema del fine vita e alla libertà di scelta individuale.
Accanto a lei interverranno:
Marianna Aprile, Valeria Imbrogno, Francesca Mannocchi, ed Evelina Pedaci.
Un confronto aperto e pubblico su uno dei temi più urgenti del dibattito civile, in cui si intrecciano diritti fondamentali, salute, autodeterminazione e dignità.
L’incontro si inserisce nel programma ufficiale del festival Conversazioni sul Futuro, in collaborazione con ASL Lecce – Puglia Salute.
Maggiori info: www.conversazionisulfuturo.it
L'articolo Filomena Gallo a Lecce per il talk “Fine vita: il diritto di scegliere” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Fine vita, l’appello di Ada: “Politici, medici, giudici, guardatemi negli occhi: ogni attesa imposta è una tortura in più”
Domani mattina Ada e la sorella Celeste interverranno al Congresso dell’Associazione Luca Coscioni in corso da oggi ad Orvieto
Dopo il diniego da parte della ASL alla sua richiesta di accesso al “suicidio assistito”, – Ada (prima conosciuta come Coletta) – è in attesa degli esiti delle nuove visite mediche.
Aveva scelto il nome “Coletta” per raccontare la sua storia senza rivelare la propria identità, ma ora Ada, 44enne campana, ha deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole, la sorella Celeste poiché Ada, colpita dalla SLA diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare.
↓ ASCOLTA LA TESTIMONIANZA ↓
youtube.com/embed/McAPHkYxhuw?…
“In meno di 8 mesi la malattia mi ha consumata. Con una violenza fulminea mi ha tolto le mani, le gambe, la parola. La vita è una cosa meravigliosa finché la si può vivere e io l’ho fatto. Ho vissuto con ardore gioie e dolori, e ho sempre combattuto per quello in cui credo, come la libertà di scelta. Mi sono rivolta alla mia ASL, coinvolgendo anche il tribunale, chiedendo ora quella libertà per me stessa: poter scegliere una vita dignitosa e una morte serena, vicino alla mia famiglia, nel mio Paese, quando la mia condizione diventerà definitivamente insopportabile. E ho intenzione di combattere per questo diritto finché ne avrò le forze. Ma quanto è crudele dover sprecare le ultime forze per una guerra?”, si chiede Ada.
Ada, infatti, dopo aver ricevuto dalla propria azienda sanitaria il diniego al suicidio assistito, ha dovuto presentare, tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli, a seguito dell’opposizione al diniego, visto che l’azienda sanitaria non dava seguito alle richieste. Durante l’udienza con l’azienda sanitaria si è concordata una nuova valutazione delle condizioni di Ada. Le visite sono state effettuate e ora è in attesa degli esiti.
Il diniego iniziale si basava sull’assenza di tre dei quattro requisiti stabiliti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale (“Cappato-Antoniani”) per accedere alla morte volontaria assistita in Italia. L’unico requisito riconosciuto era la patologia irreversibile di cui soffre Ada. Mancavano, secondo l’azienda sanitaria, la volontà di procedere con la morte volontaria assistita, la dipendenza da trattamento di sostegno vitale e la presenza di sofferenze ritenute intollerabili dalla paziente.
Filomena Gallo, avvocata, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni: “Ada sta affrontando una prova straordinariamente difficile. La legge e la Corte costituzionale tutelano il diritto all’autodeterminazione dei cittadini, anche nelle scelte riguardanti la vita e la morte. È responsabilità delle istituzioni e delle autorità sanitarie garantire che questo diritto venga rispettato senza indugi. Siamo in attesa della relazione e del parere dell’azienda sanitaria, affinché Ada possa decidere della propria vita nel pieno rispetto della sua volontà, senza ulteriori ritardi burocratici”.
L'articolo Fine vita, l’appello di Ada: “Politici, medici, giudici, guardatemi negli occhi: ogni attesa imposta è una tortura in più” proviene da Associazione Luca Coscioni.
XXII Congresso: bozza della Mozione generale
A prima firma Filomena Gallo
L’Assemblea generale dell’Associazione Luca Coscioni, riunitasi in congresso presso la Sala dei 400 di Palazzo del Popolo a Orvieto il 4 e 5 ottobre 2025, udite le relazioni degli organi dirigenti, le approva.
Nel prendere atto delle discussioni e proposte emerse durante le sessioni precongressuali e il dibattito assembleare, ringrazia le oltre 5.335 persone che si sono iscritte per il 2025, le 11.212 che hanno effettuato una donazione, le 36.113 che hanno destinato il 5×1000 all’Associazione, chi l’ha inclusa nel proprio testamento solidale e/o ne ha sostenuto le attività dedicando tempo o risorse rilanciandole a livello locale a partire da quanto organizzato dalle 49 Cellule Coscioni e da altri gruppi attivi in tutta Italia.
Il Congresso esprime la sua più sincera riconoscenza a: Alessandra, Carmen, Daniela, Elda, Franco S., Franco Z., Gigliola, Giuliano, Giuseppina, Leonardo, Lucia, Maria Pia, Maria Vittoria, Paola, Rita, Stefano Antonio, Susanna, che dal 2019, con grande generosità, hanno scelto di sostenere le attività dell’Associazione con un lascito.
Il loro lascito rappresenta un atto significativo che rafforza e dà continuità al nostro impegno quotidiano.
Sulla base di quanto conquistato e rilanciato negli ultimi 12 mesi, l’Assemblea dà mandato agli organi dirigenti, ciascuno per ciò che è di sua responsabilità, a partire da Segretaria e Tesoriere, di agire nel perseguimento degli obiettivi storici dell’Associazione per come qui aggiornati:
Diritti umani e progresso scientifico
- Proseguire con denunce di violazioni dei Diritti umani, con particolare attenzione al diritto a beneficiare del progresso scientifico e delle sue applicazioni, segnalando ogni violazione alle competenti giurisdizioni nazionali, regionali e internazionali e meccanismi ONU.
Finanziamento e governance della ricerca
- Promuovere una riforma profonda delle modalità di finanziamento della ricerca pubblica che privilegi trasparenza, tracciabilità e efficienza e con criteri di valutazione qualitativi, a partire dalla bozza di Statuto di una Agenzia Nazionale della Ricerca.
- Proseguire con le iniziative mirate al rilancio di Ricerca e Innovazione in Europa: a livello italiano, affinché il Ministero per la ricerca si allinei alle iniziative prese dall’UE per aumentare gli stanziamenti alla Ricerca e creare un ambiente accogliente per gli scienziati stranieri che vogliano lasciare il loro Paese perché vessati da politiche antiscientifiche; a livello europeo, affinché l’Europa si impegni a creare un fondo UE da 100 miliardi di euro per realizzare nuove istituzioni di ricerca avanzata e attrarre studiosi dagli USA e dal mondo senza gravare sui singoli Stati membri.
- Operare per una semplificazione delle procedure burocratiche relative agli acquisti di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca (come già stabilito nella Legge n° 159 del 20/12/2019), modificando le modalità di utilizzo delle Convenzioni Consip e della piattaforma MePA per adeguarle alle procedure, anche improntate a trasparenza e tracciabilità, in atto in altri Paesi europei.
- Promuovere misure di contrasto al declino di integrità della Ricerca Scientifica, che incentivino la valorizzazione qualitativa piuttosto che quantitativa della ricerca, la formazione di studenti e personale in linea con quanto contenuto nella Dichiarazione di San Francisco e nel Manifesto di Leiden, il contrasto al conflitto di interessi finanziario e non.
- Operare per conoscibilità e applicazione del Piano nazionale Scienza Aperta.
Ricerca scientifica e malattie rare
- Riaffermare il sostegno alle iniziative portate avanti con Science for Democracy all’Onu e per la preparazione della VII Sessione del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica.
- Rilanciare azioni in favore della ricerca scientifica sulle Cellule staminali embrionali, anche attraverso la tecnica del trasferimento del nucleo cellulare.
- Promuovere l’istituzione di un fondo incentivato per la ricerca sulle malattie rare e ultra-rare e per il suo trasferimento clinico. Azioni:
- Promuovere la ricerca di terapie avanzate cellulari e geniche (anche a base di cellule staminali) per malattie rare e ultra-rare tramite un modello di finanziamento orientato ai contributi privati non-profit che preveda altresì meccanismi di “matching” da parte dello Stato.
- Facilitare il contributo del settore privato grazie a incentivi fiscali e bonus mirati (inclusi i “super-voucher” per i grandi finanziatori).
- Creare un sistema agile e flessibile, che garantisca l’uso efficiente dei fondi e la riduzione delle barriere burocratiche.
- Promuovere il percorso clinico dopo la fase preclinica mediante: (1) creazione di una infrastruttura GMP pubblica con una piattaforma (anche regolatoria) trasversale adatta allo sviluppo delle sperimentazioni cliniche emergenti dalla ricerca ed esclusivamente dedicata alle malattie rare e ultra-rare; (2) prevedere l’utilizzo della suddetta infrastruttura GMP per fornire le terapie avanzate ai malati rari e ultra-rari secondo uno schema non-profit.
- Richiedere che una terapia avanzata ad alto costo – quando sicura, con prove certe documentabili e inoppugnabili di efficacia e approvata dagli enti regolamentatori – sia obbligatoriamente riconosciuta e rimborsata.
Servizio sanitario nazionale e Livelli Essenziali di Assistenza
- Rilanciare le proposte avanzate negli anni relative al Servizio sanitario nazionale (SSN) con iniziative mirate a migliorare:
- il livello di governo del sistema (nuovo Piano Sanitario Nazionale, più efficace misura dei LEA con conseguenze stringenti sulle regioni inadempienti, gestione dell’Accreditamento delle strutture private in base alla misura delle reali necessità sanitarie da parte del settore pubblico);
- la determinazione del finanziamento (nuovo dimensionamento del finanziamento che privilegi i servizi di medicina territoriale e il settore della cronicità – disabilità – non autosufficienza, incremento del finanziamento complessivo finalizzato a specifiche esigenze di salute, introduzione di meccanismi di finanziamento anche derivanti dalla lotta all’evasione fiscale);
- l’erogazione delle prestazioni – azioni sull’appropriatezza delle prestazioni e sulla effettiva tutela dei diritti dei cittadini nella loro erogazione.
- Agire affinché si istituisca un Comitato “super partes” sui Livelli essenziali di assistenza (LEA).
- Rendere trasparente e senza conflitti di interesse l’attività di verifica dei LEA, escludendo i rappresentanti delle Regioni, in quanto soggetti controllati.
- Proseguire la campagna in corso sulle liste d’attesa, per consentire agli utenti di richiedere l’applicazione del cosiddetto “percorso di tutela” nel caso in cui la struttura sanitaria a cui ci si è rivolti per prenotare una visita o un esame non sia in grado di assicurare l’esecuzione della prestazione entro i tempi massimi previsti per legge.
Salute riproduttiva
- Monitorare la corretta applicazione della legge 40 del 2004 e promuovere tutte le azioni necessarie per garantire il pieno rispetto dei diritti delle persone che desiderano accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Nel rispetto delle Raccomandazioni europee, delle osservazioni del Comitato ONU sui diritti economici, sociali e culturali e delle Carte fondamentali in materia di diritti, l’Associazione individua come priorità:
- garantire l’accesso alla PMA anche a persone singole e a coppie dello stesso sesso, proseguendo e rafforzando la campagna PMA per tutte avviata nell’ottobre 2024 con il deposito di una petizione al Parlamento, che ha già raccolto oltre 45.000 firme. La campagna proseguirà con l’obiettivo di ottenere una modifica concreta dell’articolo 5, affinché l’accesso alla PMA sia finalmente garantito anche a persone singole e a coppie dello stesso sesso.
- Promuovere tutte le azioni possibili per eliminare le discriminazioni tra i bambini nati da PMA eterologa con due genitori e quelli nati da PMA eterologa con un solo genitore, affinché l’atto di nascita possa riportare un solo genitore e non più diciture stigmatizzanti come “sconosciuto” o “n.n.”.
- Regolamentare in Italia la gravidanza per altri (GPA) solidale, attraverso una normativa idonea, e garantire la trascrizione integrale dei certificati di nascita dei bambini nati da GPA all’estero. Per il 2026 l’Associazione intende rilanciare la proposta di legge per la regolamentazione della GPA solidale, percorso che stiamo già costruendo a livello europeo insieme ad associazioni di diversi Paesi, con le quali abbiamo redatto un manifesto comune sulla GPA. In questo quadro, siamo stati ricevuti dal Commissario europeo alla giustizia, che ha chiesto di monitorare con attenzione la situazione italiana.
- Includere nei Livelli Essenziali di Assistenza: indagini diagnostiche sull’embrione prima del trasferimento in utero; rimborso spese per chi dona gameti.
- Integrare i nomenclatori tariffari della fecondazione assistita, inserendovi tutte le tecniche riconosciute a livello scientifico e adeguate tariffe per e tutte le tecniche di PMA .
- Proseguire nell’impegno in tema di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e alla contraccezione.
- Costruire iniziative per la piena applicazione della legge 194/1978 su tutto il territorio nazionale. In particolare:
- ampliare e rafforzare a livello regionale la campagna Aborto senza ricovero, attraverso la raccolta di firme a sostegno di interrogazioni e di mozioni per la deospedalizzazione della procedura farmacologica, con la possibilità di autosomministrazione a domicilio del secondo farmaco, il misoprostolo;
- ampliare la campagna Mai Dati, per la pubblicazione di dati aperti, aggiornati e per singola struttura sanitaria, al fine di valutare l’effettivo stato di applicazione della legge 194 e per evidenziarne le criticità e individuare i possibili interventi per superarle;
- continuare a fare pressione affinché il Ministro della Salute rispetti l’obbligo di presentare annualmente la relazione al parlamento sullo stato di applicazione della legge 194, prevista nel mese di febbraio;
- proseguire il lavoro volto a migliorare le parti della legge che hanno mostrato le maggiori criticità (link), che ha portato alla formazione di un tavolo di lavoro multidisciplinare per elaborare proposte di modifica della legge 194/1978;
- consolidare e ampliare il lavoro che ha portato alla formazione del gruppo interparlamentare sull’IVG (link), impegnato in iniziative per la piena applicazione della legge 194 e per aprire una discussione a livello istituzionale a sostegno delle proposte di modifica della legge 194/78;
- rilanciare la campagna per la contraccezione gratuita per tutte e tutti, per l’accesso a tutti i moderni metodi contraccettivi, reversibili e irreversibili, elemento qualificante per il nostro SSN;
- proseguire e declinare a livello nazionale l’impegno a sostegno dell’iniziativa dei cittadini europei My Voice, My Choice, che ha raccolto oltre un milione di firme, accompagnando l’intero percorso istituzionale – dalle audizioni alla Commissione e al Parlamento europeo fino alla risposta ufficiale attesa per marzo 2026.
Fine vita e autodeterminazione
- Proseguire le iniziative a sostegno delle proposte di legge regionali “Liberi Subito” per garantire tempi e procedure certi a chi intende richiedere la verifica delle proprie condizioni per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita indicate dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e successive.
- Rilanciare azioni pubbliche e nonviolente per la legalizzazione dell’eutanasia e la piena applicazione della legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento, proseguendo le attività dell’Osservatorio permanente sulle DAT, richiedendone la possibilità di deposito diretto presso i Dipartimenti Emergenza Accettazione ed i Pronto Soccorso, sostenendo il Numero Bianco sul fine vita (06 99313409) e valorizzando l’operato di Soccorso Civile (hhtps://soccorsocivile.org) nel fornire informazioni e sostegno a chi chiede aiuto medico per la morte volontaria.
Disabilità
- Rilanciare le iniziative per la piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione attuata nei loro confronti, tra l’altro:
- chiedendo la completa attuazione della riforma in materia di disabilità (Legge 227/2021 e D.lgs. 62/2024), affinché sia superata l’attuale fase di sperimentazione e sia garantita una rapida e omogenea applicazione su tutto il territorio nazionale e per tutte le persone con disabilità;
- continuando a ricorrere in sede giudiziaria affinché vengano rimosse le barriere fisiche, percettive e sensoriali che impediscono il pieno godimento dei diritti fondamentali delle persona e proseguendo l’impegno affinché vengano predisposti e attuati i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), anche attraverso l’istituzione di Registri regionali di controllo;
- richiedendo che i percorsi di assistenza e cura per tutte le persone non autosufficienti, malate e/o con disabilità grave o gravissima siano finanziati con risorse adeguate, garantendo il diritto all’autogestione del budget, anche con il riconoscimento della figura del Caregiver familiare e la realizzazione di processi informatizzati per la piena conoscibilità e accessibilità dei benefici economici, previdenziali e assistenziali;
- promuovendo iniziative affinché: sia discussa una legge sull’assistenza sessuale; sia consentito a persone con gravi disabilità di poter accedere al trasporto aereo rimanendo sedute sulla propria carrozzina e siano garantite regole standard per il trasporto dei dispositivi di cura e salvavita;
- garantire l’aggiornamento del Nomenclatore e ausili con cadenza annuale dei nuovi LEA per l’assistenza protesica relativi al DPCM 12 gennaio 2017 e sia riconosciuto alla persona con disabilità l’ausilio più idoneo alla sua integrazione sociale, evitando che dispositivi delicati e complessi siano acquisiti mediante gare d’appalto che non permettono la loro personalizzazione.
Salute mentale
- Promuovere modelli di accoglienza non ospedaliera delle crisi, l’accesso diretto ai Centri di Salute Mentale, l’attivazione di almeno 1 CSM H24 in ogni DSM, la continuità terapeutica e la presa in carico personalizzata, anche favorendo l’inserimento nei vari contesti di cura e di organizzazione di peer support (ESP/UFE) e progetti di inclusione sociale (relazione, casa, lavoro) attraverso gli strumenti dell’integrazione sociosanitaria e adozione di approcci innovativi come il Dialogo Aperto.
- Predisporre iniziative per garantire fondi vincolati ai servizi territoriali, all’integrazione sociosanitaria e alla varie forme di psicoterapia come LEA.
- Predisporre un Vademecum dei diritti della persona con problemi di salute mentale e attivare uno sportello, anche online, e/o per il tramite di un Numero Bianco, e/o della piattaforma Freedomleaks per la raccolta di segnalazioni e denunce di utenti e famiglie, e organizzare campagne di comunicazione e formazione per caregiver, operatori e cittadinanza, contro stigma e discriminazioni, coinvolgendo voci, volti ed esperienze di chi ha vissuto in prima persona la sofferenza mentale.
- Diffondere e sostenere la possibilità di direttive psichiatriche anticipate (patto di Ulisse) con il ruolo attivo del fiduciario, introducendo in ogni DSM una funzione di deprescrizione controllata come alternativa alla non aderenza e alle interruzioni non concordate della terapia.
- Utilizzare strumenti legali e/o di accesso civico per monitorare e denunciare pratiche e contesti illegittimi e promuovere accessi e sindacato ispettivo negli SPDC e/o nei luoghi di cura dove avvengono pratiche di restrizione della libertà e di contenzione su cui suscitare una revisione normativa.
- Sostenere reti di psichiatri, psicologi altri operatori critici sulle inadempienze del sistema, favorendo la raccolta di testimonianze e “autodenunce etiche”.
Biotecnologie
- Perseguire il corretto recepimento dell’Italia della direttiva Comunitaria 2010/63/UE sulla Protezione degli Animali a fini sperimentali per far sì che le norme siano allineate con quanto vigente nel resto d’Europa anche per sanare procedure di infrazione contro l’Italia.
- Operare per il superamento a livello Comunitario della direttiva del 2001 in materia di organismi geneticamente modificati anche per consolidare ricerche e sperimentazioni in corso in materia di biotecnologie vegetali che utilizzano tecniche come CRISPR-Cas9.
- Proseguire contro le proibizioni imposte in Italia alla cosiddetta “carne coltivata” che ostacolano la ricerca su alternative sostenibili alle carni e proteine tradizionali.
Cannabis terapeutica e terapie psichedeliche
- Perseguire il superamento degli ostacoli alla prescrizione e approvvigionamento della Cannabis terapeutica.
- Sostenere ricerche, individuali o istituzionali, nonché sperimentazioni cliniche di e con piante, molecole e composti sotto controllo Onu per consentire anche in Italia esperienze terapeutiche che altrove hanno dimostrato efficacia.
- Consegnare l’appello “L’italia apra alla terapie psichedeliche” e proseguire a livello nazionale e regionale la Campagna ampliando il dialogo con AIFA e altre istituzioni regolatorie nazionali e internazionali in collaborazione con associazioni e società professionali.
- Suscitare confronti coi Comitati Etici territoriali su iniziative concrete di domande di sperimentazione e uso compassionevole delle molecole psichedeliche.
- Terminare la raccolta firme Psychedelicare.eu, rilanciare a livello europeo e internazionale quanto fatto in Italia favorendo collaborazioni con associazioni e gruppi impegnati presso le istituzioni EU e/o nei vari Paesi per la piena applicazione del Right to Try dalla Dichiarazione di Helsinki sulla biomedicina.
- Prevedere supporto legale, regolatorio e tecnico a medici psichiatri e palliativisti che intendano promuovere l’uso nominale o expanded access del farmaco sperimentale, secondo la normativa vigente (Legge 96/98 e/o Reg. UE 726/2004 – uso compassionevole).
- Collaborare con associazioni e reti impegnate nella riduzione del danno, LEA dal 2017, intervenendo là dove questa non viene adeguatamente sostenuta.
- Dare seguito all’iniziativa internazionale per l’iniqua e ingiusta tabellazione italiana della Ayahuasca.
Salute in carcere
- Proseguire con le iniziative istituzionali e pubbliche necessarie a seguito delle diffide e richieste di accesso agli atti rivolte alle 102 ASL competenti per il diritto alla salute nei 189 penitenziari italiani.
Strumenti di divulgazione
- Rilanciare la produzione di Podcast, a partire dal Maratoneta e Illuminismo Psichedelico, per approfondire, far conoscere e rilanciare le iniziative promosse dall’Associazione.
Deliberazioni finali
Nel confermare la quota associativa minima effettuata personalmente o con proprio mezzo di pagamento di 100 euro annui da effettuarsi personalmente o con mezzo proprio di pagamento, l’Assemblea generale ratifica quale membri del Consiglio generale i rappresentanti designati dalle Cellule Coscioni secondo quanto previsto dallo Statuto dell’Associazione Luca Coscioni agli articoli 17 e 18 e lancia da subito la campagna di iscrizioni per il 2026, le azioni di promozione della scelta del 5X1000 e quelle per i lasciti solidali.
L'articolo XXII Congresso: bozza della Mozione generale proviene da Associazione Luca Coscioni.
Paola: a Bologna il GIP rimette alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sul requisito del trattamento di sostegno vitale
Si tratta dell’ottava volta che il fine vita arriva in Corte costituzionale
Il commento di Filomena Gallo: “Il GIP di Bologna ha confermato che il requisito del sostegno vitale non ha alcuna ragionevolezza”
Cappato commenta: “È ora che la Corte costituzionale superi questa discriminazione tra malati. Ci prepariamo a nuove azioni di disobbedienza civile”
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale, sul caso della signora Paola, 89 anni, affetta da parkinsonismo irreversibile. Al centro, di nuovo il requisito del “trattamento di sostegno vitale”.
Il procedimento riguarda Felicetta Maltese, Virginia Fiume e Marco Cappato, indagati per avere aiutato nel 2023 a raggiungere la Svizzera la signora Paola (qui la vicenda), affetta da parkinsonismo avanzato, patologia irreversibile e fonte di intollerabili sofferenze. Pur lucida e consapevole, la signora non era dipendente da nessun trattamento di sostegno vitale e non avrebbe potuto morire neppure attraverso un semplice rifiuto delle cure, ma solo mediante suicidio medicalmente assistito.
Il GIP ha rilevato che il limite del requisito del trattamento di sostegno vitale, imposto dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, che ha legalizzato il “suicidio assistito” in Italia a determinate condizioni, crea una discriminazione tra pazienti, impedendo a chi soffre in modo irreversibile di esercitare pienamente il diritto all’autodeterminazione. La questione riguarda il rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, libertà personale e diritto alla vita privata, nonché dell’articolo 8 della CEDU.
Il Giudice scrive nelle motivazioni:
Il requisito dei trattamenti di sostegno vitale non contribuisce in alcun modo a misurare la capacità di intendere e di volere, la libertà e autonomia di scelta o le sofferenze fisiche o psicologiche dei soggetti malati, risultando irrilevante ai fini della dimostrazione della patologia e della sua irreversibilità.(..) La presenza di una patologia seria e irreversibile, unitamente a sofferenze fisiche o psicologiche gravi, è già pienamente assicurata dai requisiti previsti dalla legge. Pertanto, il dubbio di costituzionalità riguarda il fatto che solo le persone malate che si trovino a dipendere da un presidio medico o trattamento farmacologico di sostegno vitale possano legittimamente usufruire dell’aiuto al suicidio, mentre agli altri infermi è precluso ricorrere a tale pratica nei tempi e modi da loro scelti, dovendo attendere il peggioramento delle condizioni patologiche.” (p.8 ord.)”
Filomena Gallo, avvocata difensore di Marco Cappato e coordinatrice del collegio di studio e difesa – composto anche da Francesco Di Paola, Francesca Re, Rocco Berardo, Alessia Cicatelli e Iole Benetello – di Maltese e Fiume, ha dichiarato: “Il GIP di Bologna ha confermato ciò che già altri giudici hanno evidenziato: il requisito del sostegno vitale non ha alcuna ragionevolezza. La stessa Corte nella propria giurisprudenza in passato ha evidenziato che la regola da seguire, perché tali limiti siano ammissibili, deve sempre essere quella della ‘necessarietà e ragionevolezza della limitazione’. Le storie delle persone portano i Tribunali a riconoscere l’irragionevolezza di un requisito che si rivela arbitrario e lesivo dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Pertanto, fino a quando tale requisito resterà in vigore i Tribunali riporteranno ai giudici delle leggi la questione di legittimità costituzionale”.
Marco Cappato, Presidente dell’associazione Soccorso Civile, dichiara: “ In assenza di un intervento del Parlamento che mira anche a cancellare la giurisprudenza costituzionale, è ora che la Corte costituzionale riconosca a tutte le persone, senza arbitrarie esclusioni, il diritto di scegliere come porre fine alle proprie sofferenze. Proseguiremo con le azioni di disobbedienza civile attraverso l’associazione Soccorso civile per fare valere questo diritto.” Soccorso Civile è l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato.
Il procedimento è stato sospeso e gli atti sono stati trasmessi alla Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell’articolo 580 del codice penale nella parte contestata.
Le prossime azioni saranno discusse in occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, che si terrà a Orvieto sabato 5 e domenica 6 ottobre.
L'articolo Paola: a Bologna il GIP rimette alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sul requisito del trattamento di sostegno vitale proviene da Associazione Luca Coscioni.
Marco Cappato al KUM! Festival a Pesaro – Dialogo con Monsignor Vincenzo Paglia
Marco Cappato al KUM! Festival – Dialogo con Vincenzo Paglia
Venerdì 17 ottobre 2025
Ore 17:30
Auditorium Scavolini, Pesaro
Modera Antonio Sanfrancesco
CURA, DIRITTO, LIBERTÀ
Un confronto tra Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, e mons. Vincenzo Paglia, sul significato della cura, le libertà individuali e i diritti fondamentali alla fine della vita.
Siamo di fronte a una rivoluzione demografica senza precedenti.
Il calo delle nascite, l’allungamento della vita media e le innovazioni della medicina contemporanea stanno trasformando profondamente la struttura della nostra società, così come i modi di vivere e di morire.
Le categorie tradizionali – fede contro ragione, necessità di cura contro libertà di scelta, salute contro malattia – non bastano più a orientarci.
Da qui l’urgenza di nuove categorie concettuali, etico-politiche, pratiche e giuridiche, capaci di dare senso alle scelte che ciascuno di noi è chiamato a fare.
Un’occasione per approfondire uno dei dibattiti più attuali e urgenti del nostro tempo.
Info: www.kumfestival.it
L'articolo Marco Cappato al KUM! Festival a Pesaro – Dialogo con Monsignor Vincenzo Paglia proviene da Associazione Luca Coscioni.
Al via dal 4 ottobre il XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni
Appuntamento sabato 4 ottobre alle 9.30 al Palazzo del Capitano del Popolo, in piazza del Popolo 1 ad Orvieto. Il Congresso si svolgerà anche nella giornata di domenica 5 ottobre
Il titolo si ispira a una frase di Laura Santi: “Non rassegnatevi mai”
Oltre 170mila persone hanno sostenuto le nostre richieste alla politica per rimuovere le discriminazioni su fine vita, PMA, aborto e psichedelici. Sono 39 le azioni legali intraprese, 241 le richieste di accesso agli atti. Il Congresso sarà anche l’occasione per fare il punto sui nuovi obiettivi e le azioni politiche del 2026. Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Non stiamo ad aspettare che vengano tempi migliori per i diritti civili, altrimenti si rischia di tornare indietro come negli USA“.
Nonostante l’ostilità o l’inerzia dei vertici della politica ufficiale e dei partiti, il 2025 è stato un anno di conquiste e azioni concrete per la libertà di scelta, l’autodeterminazione e il diritto alla salute. Dall’approvazione di due leggi regionali per tempi certi di erogazione delle prestazioni sul “suicidio assistito” in Toscana e Sardegna, con proposte analoghe depositate in tutte le Regioni fino alla proposta di legge nazionale in Parlamento per legalizzare l’eutanasia.
E poi, quattro sentenze della Corte costituzionale ottenute tramite procedimenti giudiziari accanto alle persone: due sul fine vita (sentenze 66/2025 e 132/2025) che interpretano come deve essere considerato il requisito del trattamento di sostegno vitale, una sull’accesso alla procreazione medicalmente assistita per donne singole che evidenzia che la cancellazione del divieto non incontra ostacoli costituzionali; una sentenza che ammette con sentenza di incostituzionalità, la firma certificata per le persone che non possono firmare manualmente le liste elettorali, attuando piena partecipazione politica alla vita del paese senza discriminazioni.
La richiesta di garantire l’aborto farmacologico senza obbligo di ricovero e la possibilità alle persone con disabilità di viaggiare in aereo con la propria carrozzina; la pressione sulle ASL per il diritto alla salute in carcere; liste di attesa azioni per garanzie nell’ accesso alle prestazioni. L’Associazione Luca Coscioni ha trasformato nell’ultimo anno le battaglie civili in conquiste di libertà.
Il XXII Congresso, in programma il 4 e 5 ottobre 2025 a Orvieto porrà le basi per le azioni future nella nella Regione dove sono nati Luca Coscioni, pioniere della libertà di ricerca scientifica, e Laura Santi, leader e volto della campagna sul fine vita, che dopo un calvario giudiziario di tre anni ha ottenuto il diritto ad accedere al “suicidio assistito” nel suo Paese, sostenuta dall’Associazione. “Non rassegnatevi mai”, le sue ultime parole, insieme alla memoria di Luca, saranno il filo conduttore del Congresso e delle strategie future dell’Associazione.
Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale dell’Associazione e Tesoriere dell’Associazione, hanno dichiarato: “La nostra missione è quella di dare voce e volto alle persone rese invisibili dalla ottusità e dalla violenza delle istituzioni ancora di più che dalla malattia o dalla disabilità e di consentire loro di battersi in prima persona. Non aspettiamo che ‘vengano tempi migliori’ per le libertà civili, perché rischierebbero di non arrivare mai. Infatti, in assenza di lotte sociali nonviolente, in grado di imporsi nell’agenda della politica ufficiale, si rischia anche nel nostro Paese, come sta avvenendo negli USA e in altri Paesi formalmente democratici, un arretramento sul piano dei diritti civili“.
Oltre 170mila firme raccolte
Nell’ultimo anno l’Associazione Luca Coscioni ha raccolto le firme di oltre 170 mila persone in tutta Italia sui temi principali delle sue ventennali battaglie: eutanasia e fine vita, procreazione medicalmente assistita, gravidanza per altri, Aborto senza ricovero, per garantire la possibilità di deospedalizzare l’aborto farmacologico, disabilità, terapie assistite da psichedelici, cannabis legale e firma digitale.
A queste si aggiungono le firme 65.000, raccolte in questi anni su Liberi Subito, la proposta di legge regionale che garantisce il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi e adeguati.
Sono state intraprese 39 azioni legali
Fine vita: 24 procedimenti di cui 18 civili e 6 penali, riguardo l’accesso al “suicidio assistito” in Italia e le disobbedienze civili per l’accompagnamento in Svizzera. Di questi 10 sono attualmente in tribunale e gli altri in fase stragiudiziale. Mentre per i procedimenti penali: un procedimento con tre persone sulle quali pende una imputazione coatta (Felicetta Maltese, Chiara Lalli e Marco Cappato) e altre nove indagate nei cinque procedimenti in cui sono in corso le indagini.
PMA: 15 casi sul tema della fecondazione assistita nei tribunali, di cui oltre 10 sul tema della gravidanza per altri (GPA). Di questi 10, almeno 7 anche sul fronte penale. Sono oltre 50 i casi su cui sono stati forniti pareri in fase stragiudiziale. Sul tema della PMA, è stata ottenuta una sentenza della Corte costituzionale in merito all’accesso alla PMA per donne singole a partire del caso di Evita, 40enne torinese, cui è stata negato l’accesso in Italia alla PMA.
Sono stati condotti 241 accessi agli atti
Salute in carcere: a seguito delle diffide per verificare le condizioni igienico-sanitarie negli istituti penitenziari, sono state effettuate 102 richieste di accesso agli atti a tutte le ASL italiane per ottenere le relazioni delle visite in carcere in modo da monitorare le condizioni degli istituti.
Fine vita (“suicidio assistito”): sono state effettuate 93 richieste di accesso agli atti tra Regioni e ASL per conoscere il numero di richieste di accesso al “suicidio assistito” effettuate in Italia dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019 sul caso Cappato-Dj Fabo che ha di fatto legalizzato l’accesso alla morte volontaria assisita in Italia a determinate condizioni.
Sempre in tema di fine vita, oltre 16.000 cittadini hanno ricevuto informazioni tramite il Numero Bianco su diritti legati a fine vita. Le iniziative popolari hanno portato all’approvazione di 2 leggi regionali sul suicidio assistito, al deposito in tutte le Regioni (discussa in 6), mentre sono state ottenute 2 udienze in Corte costituzionale sul fine vita. A livello nazionale, è stata depositata una proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia. Sono 16.000, inoltre, i testamenti biologici scaricati dal sito dell’Associazione.
Barriere architettoniche: L’Associazione sta conducendo anche una attività di ricognizione dei Piani di Eliminazione delle barriere architettoniche nei comuni capoluoghi italiani. A fronte delle informazioni reperite sui siti di 60 capoluoghi, sono state promosse 46 richieste di accessi agli atti nelle restanti città. All’accesso, per il momento, hanno risposto 17 capoluoghi.
Partecipazione e mobilitazione
Oltre 585 eventi pubblici in tutta Italia hanno portato nelle piazze e nelle città temi sociali e scientifici spesso ignorati dalla politica, coinvolgendo 45.000 persone in campagne, petizioni e azioni politiche. Sono state inoltre depositate 2 proposte di legge in Parlamento, una sul fine vita e una sulla legalizzazione della gravidanza per altri.
L'articolo Al via dal 4 ottobre il XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni proviene da Associazione Luca Coscioni.
deny
in reply to Lista Referendum e Democrazia • • •Lista Referendum e Democrazia likes this.
Lista Referendum e Democrazia
in reply to deny • •