Il Regno Unito renderà reato i “deepfakes” sessualmente espliciti
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
La creazione e la condivisione di “deepfakes” sessualmente espliciti diventerà un reato penale nel Regno Unito, ha dichiarato il governo martedì (7 gennaio), nel tentativo di affrontare l’aumento
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SAHEL, CRISI SENZA FINE. IL RUOLO DELLA CRIMINALITA' ED IL CONTRASTO INTERNAZIONALE
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La regione del Sahel, che ospita oltre 300 milioni di persone tra Burkina Faso, Camerun, Chad, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, sta affrontando una crisi dovuta a insicurezza cronica, shock climatici, conflitti, colpi di stato e all'ascesa di reti criminali e terroristiche.
Circa 40 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, in continuo aumento negli anni.
La sicurezza della regione è una preoccupazione dal 2011, con l'intervento militare guidato dalla NATO in Libia che ha portato a una continua destabilizzazione. I gruppi armati ora controllano ampie fasce della Libia, che è diventata un centro di traffico.
Inoltre vi è stato un crescente risentimento verso l'influenza e il ruolo della Francia nella regione, con alcuni paesi del Sahel che hanno scelto di allontanarsi dalla presenza militare francese. Il tutto conferma un profondo malcontento verso decenni di sfruttamento, povertà e dominio straniero. Emerge quindi l'esigenza di trovare soluzioni di governance più locali e inclusive.
Il traffico di medicinali è spesso mortale, con 500.000 africani subsahariani uccisi ogni anno.
Il carburante è un'altra merce trafficata da gruppi terroristici, reti criminali e milizie locali.
Per combattere i traffici e altre minacce in evoluzione, è stata costituita una piattaforma di coordinamento internazionale che riunisce 27 organizzazioni e paesi con il supporto dell'ONU: la Forza congiunta del Gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel). L'assetto militare di questa organizzazione è penalizzato per il dispiegamento limitato e l'equipaggiamento militare limitato e contrasta con difficoltà l'aumento dei rischi militari dovuti ai militanti islamici armati. Questi problemi logistici ostacolano le operazioni antiterrorismo efficaci e sono limitati da fattori climatici come la pioggia. Le forze jihadiste sono state in grado di espandere le loro azioni e lanciare nuovi attacchi nella regione del Sahel, destabilizzando le comunità locali, causando conflitti tra le forze militari e generando panico. Comunque, la cooperazione transfrontaliera e le misure repressive contro la corruzione sono in aumento, con le autorità nazionali che hanno sequestrato tonnellate di merci di contrabbando e misure giudiziarie che smantellano le reti.
L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) è un attore di primo piano negli sforzi per rafforzare la sicurezza fermando i tentativi di traffico. I nuovi rapporti dell'UNODC mappano gli attori, i facilitatori, le rotte e l'ambito del traffico, rivelano fili conduttori tra instabilità e caos e forniscono raccomandazioni per l'azione. La corruzione è uno dei fili conduttori e l'azione giudiziaria e il sistema carcerario devono essere impegnati per combattere la criminalità organizzata.
Nel 2020, ad esempio, KAFO II, un'operazione UNODC-INTERPOL, ha bloccato con successo una rotta di rifornimento terroristica diretta al Sahel, ed è stato sequestrato una grande quantità di bottino di contrabbando: 50 armi da fuoco, 40.593 candelotti di dinamite, 6.162 proiettili, 1.473 chilogrammi di cannabis e khat, 2.263 scatole di droga di contrabbando e 60.000 litri di carburante.
INTERPOL ha assistito i paesi del Sahel nel migliorare la gestione e il controllo delle frontiere. Ciò include l'installazione di sistemi di controllo e la formazione del personale di frontiera sull'utilizzo delle banche dati INTERPOL. Nel contrasto al traffico di esseri umani INTERPOL ha coordinato operazioni congiunte per smantellare le reti di traffico di esseri umani nella regione. Ad esempio, l'Operazione Epervier nel 2018 ha portato all'arresto di 40 trafficanti e al salvataggio di oltre 500 vittime. Riguardo alla formazione e sviluppo delle capacità INTERPOL organizza regolarmente corsi di formazione per le forze di polizia dei paesi del Sahel, concentrandosi su tematiche come investigazioni, intelligence e gestione delle frontiere.
#sahel #INTERPOL #UNODC
@Politica interna, europea e internazionale
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I due problemi di sicurezza consentono ad aggressori remoti di ottenere privilegi di root su dispositivi vulnerabili e di eseguire comandi arbitrari, che potrebbero portare all’esecuzione di codice arbitrario.
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La recente compromissione di 35 estensioni per Chrome ha esposto milioni di utenti al furto di dati sensibili. Un attacco che rappresenta un chiaro monito sulla vulnerabilità dei software di uso comune e sulla necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza nel ciclo di sviluppo e distribuzione
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Ecco cosa abbiamo scoperto sugli hacker cinesi del “Typhoon” che si preparano alla guerra
Tra i rischi per la sicurezza informatica che gli Stati Uniti devono affrontare oggi, pochi sono più grandi delle potenziali capacità di sabotaggio poste dagli hacker sostenuti dalla Cina, che alti funzionari della sicurezza nazionale degli Stati Uniti hanno descritto come una “minaccia epocale”.
Tim Brooks, uno dei co-responsabili del generatore video di OpenAI, Sora , che a ottobre è passato al laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale di Google , Google DeepMind, guiderà il nuovo team, ha annunciato in un post su X. Sarà parte di Google DeepMind.
Si legge SpaceX, ma è presumibilmente una cattiva interpretazione dell’accordo. E’ molto più plausibile che tale servizio venga erogato da Starlink, sempre di proprietà di Elon Musk.
I dati mostrano che il rimbalzo di Bluesky dovuto all’esodo di X sta rallentando
La crescita esponenziale del social network e concorrente X Bluesky ha subito un rallentamento a dicembre negli Stati Uniti, dopo essere passata da oltre 9 milioni di utenti a settembre a oltre 20 milioni di utenti a novembre.
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Storia della Befana
Originariamente la Befana era simbolo dell’anno appena passato, un anno ormai vecchio proprio come lo è la Befana stessa. I doni che la vecchietta portava erano dei simboli di buon auspicio per l’anno che sarebbe iniziato.
In un centro delle Marche, Urbania, in provincia di Pesaro, si festeggia il 6 gennaio di ogni anno la Befana.
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festadellabefana.com/storia-de…
La storia della Befana – Festa della Befana
Come nasce la storia della befana: dalle magiche tradizioni di un tempo, alle rivisitazioni moderne, donando dolcetti e altri regali a tutti i bambini.Festa della Befana
Oggi, 5 gennaio, nel 1948
Nasce a Cinisi, Palermo, Peppino Impastato.
Ruppe con la parte mafiosa della sua famiglia.
Dai microfoni di Radio Aut incalzò politici e capimafia, in particolare il boss Gaetano Badalamenti, che abitava a soli cento passi da casa Impastato.
Venne ucciso nella notte fra l’8 e il 9 maggio del 1978, in una Italia distratta dal ritrovamento del corpo dell' onorevole Moro.
Nel 2002 Badalamenti fu riconosciuto mandante dell’omicidio e condannato all’ergastolo.
La spesa per il cloud raggiungerà la sbalorditiva cifra di 723 miliardi di dollari nel 2025, in parte grazie alla domanda esplosiva di risorse di intelligenza artificiale
- Gartner prevede un'accelerazione della crescita nel 2025 con un incremento del 21,4%
- I servizi di applicazioni cloud rappresenteranno circa 300 miliardi di dollari di business
- Al contrario, il desktop-as-a-service, un tempo un’area di crescita promettente, raggiungerà a malapena i 4 miliardi di dollari
techradar.com/pro/cloud-spendi…
Cloud spending to reach a staggering $723bn in 2025, thanks partly to the explosive demand for AI resources
90% of organizations expected to adopt hybrid cloud by 2027Wayne Williams (TechRadar pro)
GEOPOLITICA ATTRAVERSO LA STORIA. IL LIBRO DI ALDO GIANNULI
Un’attenta rilettura del passato serve anche a capire le cause della conflittualità senza limiti che il mondo sta attraversando oggi. Agli eventi bellici veri propri che fanno migliaia di vittime innocenti si aggiungono guerre economiche per il controllo di risorse naturali o per imporre barriere doganali. Sotto ogni punto di vista è l’epoca della follia eppure un qualche nuovo ordine mondiale deve esserci e “Geopolitica” di Aldo Giannuli aiuta a comprenderlo.
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storiainrete.com/geopolitica-g…
➡️@Storia
Geopolitica: quando la carta geografica spiega come gira il mondo - Storia in Rete
Una disciplina congelata dalla Guerra Fredda che oggi, con la fine della "fine della storia" torna di grande attualitàRedazione Sir (Storia in Rete)
Il 2gennaio del 1960, l'Italia perde uno dei suoi campioni più amati: Fausto Coppi a soli 40 anni muore di malaria, contratta in seguito a una gara in Africa.
È ricordato in una puntata di #Italiani (#Raistoria) su #RaiPlay:
Italiani - Fausto Coppi
Ángela Stella Matutina reshared this.
Ecco una descrizione testuale dell'immagine:
L'immagine in bianco e nero mostra un ciclista in primo piano, concentrato sulla corsa, con una espressione determinata sul viso. Indossa una maglia da ciclismo e pantaloni corti. Alle sue spalle, sfocati, si vedono altri ciclisti e motociclette che sembrano parte di una competizione o di un corteo. Lo sfondo è un paesaggio montuoso.
Fornito da @altbot, generato utilizzando Gemini
Pericolo doppio clic: gli esperti avvertono che bastano due clic per consentire agli aggressori di rubare i tuoi account
I nuovi attacchi "DoubleClickjacking" ingannano gli utenti
Il ricercatore Paulos Yibelo scopre un nuovo attacco che prende di mira gli utenti
L'attacco sfrutta pagine di notifica CAPTCHA false
Gli utenti sono incoraggiati a fare doppio clic mentre l'aggressore inserisce una pagina dannosa
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All'interno della caduta selvaggia e della rinascita dell'ultimo minuto di Bench, la startup di contabilità finanziata da VC che è implosa durante le vacanze
Venerdì 27 dicembre avrebbe dovuto segnare l'inizio di un rilassante fine settimana di vacanza.
Ma è stato un caos per migliaia di titolari di piccole imprese che utilizzano Bench, una startup canadese specializzata in contabilità e fiscalità che ha raccolto 113 milioni di dollari da investitori come Bain Capital Ventures e Shopify.
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e-Giustizia fai da te - «Pickpocket alert», arriva a Roma l'applicazione per segnalare i borseggiatori in metro
Ogni iscritto può inviare segnalazioni in caso di movimenti sospetti, creando una rete collaborativa
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Il modello o3 di OpenAI afferma di avere un'intelligenza di livello umano nel benchmark, ma potrebbe non essere così intelligente
Il modello di intelligenza artificiale o3 di OpenAI ha ottenuto un punteggio dell'85% nel benchmark ARC-AGI, eguagliando il punteggio umano medio
- Il punteggio migliore precedente di un modello di intelligenza artificiale era del 55 percento
- OpenAI non ha condiviso dettagli sull'architettura del modello
- Il test ARC-AGI include una serie di domande di QI basate su schemi
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Le chiusure di Internet imposte dai governi sono costate oltre 7 miliardi di dollari nel 2024 e il Pakistan è stata la nazione più colpita
Anno dopo anno, i governi di tutto il mondo ricorrono alla chiusura di Internet per motivi quali proteste o conflitti, elezioni e persino esami nazionali. Questi incidenti non solo violano i diritti digitali delle persone, ma hanno anche un impatto considerevole sull'economia del paese.
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Tra esse Hide.me e PrivadoVPN. Apple ha detto che la "richiesta" dell'Indian Cyber Crime Coordination Center, agenzia del Ministero dell'Interno, sostiene che l'app viola la legge indiana.
Recentemente #Europol ha rilasciato la annuale relazione dell'Unione europea sul terrorismo e le sue tendenze.
(EU TE-SAT) 2024 è una panoramica della situazione, che presenta dati e tendenze nel panorama del terrorismo nell'UE nel 2023, sulla base di dati qualitativi e quantitativi forniti dagli Stati membri su attacchi terroristici, arresti e decisioni giudiziarie emesse per reati terroristici.
Europol pubblica ogni anno il #TE-SAT dell'UE con l'intento di informare i politici, le forze dell'ordine e il pubblico in generale.
TE-SAT mira a proteggere la sicurezza pubblica e a far progredire la stabilità regionale, permettendo all'UE di continuare a rispondere al terrorismo in modo efficiente e di rendere l'Europa più sicura.
La relazione contiene anche informazioni su arresti e condanne per il terrorismo, nonché sui cambiamenti nella legislazione nazionale.
Analizza inoltre casi specifici, attività e attività estremiste violente.
Nel 2023 sono stati commessi 120 attacchi terroristici in 7 Stati membri dell'UE, con la maggior parte degli attacchi perpetrati da separatisti e da anarchici insurrezionalisti.
Sono stati registrati 14 attacchi terroristici jihadisti, con sei vittime e due morti.
426 persone sono state arrestate per il terrorismo in 22 Stati membri dell'UE, con la maggior parte degli arresti legati al terrorismo jihadista.
La relazione sottolinea la crescente minaccia del terrorismo jihadista, che ha posto in pericolo la sicurezza dell'UE e ha fornito un terreno fertile per la propaganda e la radicalizzazione. La relazione sottolinea inoltra la crescente influenza delle ideologie radicali antistataliste, anticapitalismo, ma anche delle narrazioni legate al clima.
Europol (2024), European Union Terrorism Situation and Trend Report, Publications Office of the European Union, Luxembourg.
La sintesi della Pubblicazione in italiano è reperibile qui:
europol.europa.eu/cms/sites/de…
Il post di Giovanni Ziccardi sul suo canale telegram
A questa pagina della Oxford University Press trovata una breve storia della loro "parola dell'anno" 2024 "Brain Rot", di cui avrete sicuramente letto nelle scorse settimane, e traducibile come "marciume cerebrale".
La parola è stata votata dopo una consultazione con circa 37.000 persone, e viene descritta come il deterioramento delle capacità mentali o intellettuali di una persona a causa del consumo eccessivo di materiale online di scarsa qualità o incapace di stimolare il pensiero critico (o qualsiasi tipo di pensiero).
Si lega, quindi, al fenomeno dell'eccessivo consumo di contenuti online di infima qualità.
Il primo uso "annotato" di "Brain Rot" viene individuato in un'opera del 1854 di Henry David Thoreau (nel libro "Walden") ed è riferito a uno stile di vita semplice, senza pensieri, nella natura e nei boschi.
Thoreau critica la tendenza della società di allora a dare poco valore alle idee complesse, o a idee che possono essere interpretate in tanti modi diversi, a favore di quelle semplici. E vede questo comportamento come un indice generale di declino mentale e intellettuale.
Nella nota, la OUP cita, ad esempio, i contenuti su TikTok e le Gen Z e Gen Alpha, ma anche parte del giornalismo mainstream.
Dopo che è stata annunciata la parola dell'anno, sono fioccate interviste e commenti (trovate tutto online) sugli aspetti patologici (e medici) di tale "abitudine".
Nel comunicato trovate anche un link a una clinica per la salute mentale in Nordamerica che ha pubblicato consigli online su come riconoscere e evitare il "Brain Rot".
Qui il link per un vostro approfondimento, nel caso il tema vi interessi!
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
corp.oup.com/news/brain-rot-na…
https://t.me/ppInforma/10295
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Si dice che le vendite di smartphone e laptop dotati di intelligenza artificiale stiano lentamente calando, ma qualcuno è sorpreso?
Quasi ogni anno riceviamo un rapporto che ci informa che qualcosa nel settore dei PC sta morendo o sta scomparendo, oppure che i giorni di qualche aspetto della tecnologia informatica sono contati.
techradar.com/computing/laptop…
AI smartphone and laptop sales are said to be slowly dying – but is anyone surprised?
This isn't just a flash in the pan, but we need to get a few things straight about AI hereZak Storey (TechRadar)
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Più che altro, riparliamone quando non dovrò collegarmi ad un server chissàddove pagando un abbonamento.
Quando sarà in locale, allora sarà un altro discorso
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Oggi, 1 gennaio, nel 1948
Enrico De Nicola
Entra in vigore la Costituzione italiana, ove sono definiti i principi e la struttura della forma di governo repubblicana che gli italiani hanno preferito alla monarchia.
La carta costituzionale era stata firmata dal capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, primo presidente della Repubblica Italiana.
Fu eletto capo provvisorio dello Stato dall'Assemblea Costituente il 28 giugno 1946 e ricoprì tale carica dal 1 luglio dello stesso anno al 31 dicembre 1947. Il 1 gennaio 1948, a norma della prima disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, esercitò le attribuzioni e assunse il titolo di Presidente della Repubblica Italiana, mantenendoli fino al successivo 12 maggio.
Assistiamo costernati all’andazzo imposto dal Ministro dell’Interno con la circolare del 17 dicembre ai suoi colleghi prefetti mirata alla creazione di zone rosse nei principali centri delle aree metropolitane italiane per evitare disordini nell’ambito delle feste in piazza per il Capodanno a colpi di DASPO urbani. Si tratta, come scrivono i migliori avvocati e i migliori magistrati in due autonome e condivisibili prese di posizione, dell’irrogazione di punizione senza atti illeciti, di allontanamenti decisi dalla polizia giudiziaria a totale arbitrio. Polizia giudiziaria che dovrà ‘a vista’ decidere quale persona o quale pubblico esercizio possa rappresentare un pericolo per la “Sicurezza percepita da residenti e turisti”.
La Costituzione non poteva essere disattesa in modo più plateale: non è solo la libertà di muoversi senza restrizione e di esprimere la propria personalità in un giorno di festa, il problema è che sono misure classiste!
Come scrive MD nel suo comunicato vanno denunciate “le diseguaglianze del tessuto urbano, sempre più spaccato in zone di serie A, riservate a cittadini e turisti benestanti, e zone di serie B, lontane dalle luci del centro e verso le quali “i disturbatori” saranno verosimilmente allontanati”" Speriamo che il Capo dello Stato, cui auguriamo buon 2025, se ne accorga!
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Gianluca Schiavon, Responsabile giustizia, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
PRC: Con Piantedosi è zona nera, Capodanno incostituzionale
Assistiamo costernati all'andazzo imposto dal Ministro dell'Interno con la circolare del 17 dicembre ai suoi colleghi prefetti mirata alla creazione di zone rosRifondazione Comunista
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di Dino Greco -
Agli organizzatori del presidio antifascista del 28 dicembre è stato opposto, dagli esponenti e fautori dell’antifascismo light, una botta e via, il rimprovero peloso di avere dato visibilità ai fascisti.
La memoria mi è subito andata alla legge Mancino del 1993 che, come anche la questura dovrebbe sapere, “condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”. La legge, che per il momento è ancora in vigore, punisce come reato penale grave chi si renda responsabile di questi comportamenti. Anche allora vi fu chi sostenne che la legge era sbagliata. Sapete perché? Perché – così dissero – si trasformavano i fascisti in vittime. La storia, ancora una volta, si ripete, sebbene con le sembianze della farsa.
Silenzio tombale anche sulla legge Scelba del 1953, che in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana introdusse il reato di apologia del fascismo: per questura e procura della Repubblica è come se non esistesse, come uscito da tutti i radar è il reato di ricostituzione del partito fascista. Al punto che i questurini – applauditissimi dall’establishment del potere locale – si sono sentiti in dovere di intervenire a suon di manganelli per strappare dalle mani dei manifestanti uno striscione che ricordava che la Costituzione è antifascista.
Ora però ci viene detto che le regole devono essere rispettate e che all’intimazione della questura di non scendere in piazza bisognava obbedire.
Qui si pone una domanda cruciale: è giusto obbedire alle leggi ingiuste? La storia del nostro Paese è piena di lotte sociali che sono state condotte per cambiare norme, regole, leggi che favorivano i più forti contro i più deboli. Furono lotte che resero l’Italia un pò più civile. Per dirne una sola, lo Statuto dei lavoratori non sarebbe mai nato se per conquistarlo i lavoratori non avessero ingaggiato conflitti molto forti ed impiegato forme di lotta che urtavano contro un legalitarismo formale che fu scatenato contro di loro, manu militari, dai poteri costituiti che inflissero loro un pesante prezzo di sangue.
Diceva don Lorenzo Milani, intorno alla metà degli anni Sessanta, che quando ci si trova di fronte ad una legge ingiusta “non c’è scuola più grande” che essere disponibili a pagare di persona per la propria disobbedienza. E aggiungeva: “Non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo di amare la legge è obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste. Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
I ragazzi e le ragazze che l’altra sera, a prezzo delle botte, rifiutavano di farsi strappare quello striscione che tenevano stretto e che inneggiava alla Costituzione e all’antifascismo erano dei moderni eroi, degni dei partigiani che combatterono e morirono, armi in pugno, per cacciare l’occupante nazista e liquidare il fascismo che aveva portato il paese alla rovina. Personalmente li ringrazio per la speranza che rappresentano in un presente tanto denso di cattivi presagi.
Una risposta al Pd e a tutti i cortigiani dell’antifascismo light
di Dino Greco - Agli organizzatori del presidio antifascista del 28 dicembre è stato opposto, dagli esponenti e fautori dell’antifascismo light, una bottaRifondazione Comunista
marcolo reshared this.
Le Dita Nella Presa, Lista di Natale: i 10 migliori modi per silenziare
Puntata di natale che inizia con un lungo approfondimento sull'uso dei malware in Serbia, con riferimento anche alle tecnologie utilizzate per la loro installazione.
Sempre più chiaro il ruolo attivo di Meta nel silenziare le voci Palestinesi. L'azienda dice che il silenziamento è stato un effetto collaterale non voluto,ma le sue scuse sembrano peggiorare la situazione.
Seguono notizie su Copyright (da youtube alla Serie A), alfabetizzazione informatica, il mondo del bitcoin e altro ancora...
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L’aggressione squadrista all’insegnante di Brescia dimostra che hanno ragione le antifasciste e gli antifascisti che sono scesi in piazza nonostante il divieto.
Torniamo a chiedere le dimissioni del questore che ha lasciato sfilare i neofascisti che hanno imbrattato con svastiche una città che subì la strage di Piazza della Loggia e fatto caricare antifascisti.
Vergognose le dichiarazioni della sindaca che avrebbe dovuto stare in piazza con la fascia tricolore con gli antifascisti. A Brescia ora la destra propone sfacciatamente un ordine del giorno in consiglio comunale di condanna del presidio antifascista.
Ringrazio i compagni di Rifondazione Comunista Dino Greco e Fiorenzo Bertocchi che avevano fatto la comunicazione alla Questura di aver tenuto il punto rifiutando di ottemperare a un divieto che equiparava fascisti e antifascisti e tutte le compagne e i compagni che sono scesi in piazza.
Purtroppo va segnalata negativamente l’incomprensibile posizione del presidente provinciale dell’Anpi e del segretario della Camera del Lavoro che hanno giustificato il divieto di manifestare.
L’aggressione fascista subita dall’insegnante a cui va la nostra solidarietà mostra quanti danni abbia prodotto lo sdoganamento del fascismo.
E’ importante sottolineare che il professore è stato affrontato da 5 ragazzi che tentavano di fargli dire che col fascismo si stava meglio e che avendo ottenuto una dichiarazione opposta lo hanno prima insultato e poi riempito di pugni. È indubbiamente squadrista la sequenza del fatto perché è tipica di una vera e propria spedizione punitiva preordinata. Infatti hanno fermato il professore chiamandolo per nome prima di aggredirlo.
Dovrebbero riflettere quelli che hanno acconsentito al divieto di manifestare.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Acerbo (Prc): aggressione a insegnante a Brescia dimostra che antifasciste/i hanno ragione
L'aggressione squadrista all'insegnante di Brescia dimostra che hanno ragione le antifasciste e gli antifascisti che sono scesi in piazza nonostante il divieto.Rifondazione Comunista
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Raffaele Tecce
Appena ho saputo della scomparsa di Eugenio Donise ho provato un immensa tristezza, per l’affetto fraterno che ho sempre avuto per una figura autorevole,intelligentissima, colta e generosa del PCI a Napoli.
Ho conosciuto personalmente Eugenio Donise nel 1977,io neo eletto segretario provinciale del Pdup per il comunismo e lui segretario provinciale del PCI, durante le consultazioni che Eugenio pazientemente faceva con tutti i partiti della maggioranza che sosteneva il Sindaco Valenzi.
Già in quell’ occasione mi colpirono cortesia, vero rispetto per tutte le forze della Sinistra anche piccole e passione politica.
C ‘ era in Eugenio la consapevolezza del valore nazionale di quella eccezionale esperienza istituzionale di cui era parte, ma anche la certezza che bisognava dare risposta ai bisogni sociali più forti, a partire da casa e lavoro. Tutti ricordiamo, ad esempio, la sua apertura al confronto con il forte movimento dei disoccupati organizzati.
“Napoli non si governa da un solo palazzo”, si ribadiva sempre.
Da segretario regionale Campano nel 1985 ci accolse con apertura e disponibilità quando come Pdup per il comunismo confluimmo nel PCI.
Mi iscrissi alla sezione San Giuseppe Porto, nel centro storico dove abitavo, e li incontrai due compagni importanti per la mia successiva militanza nel Pci: Claudio Massari, il segretario della sezione e Nino Ferraiuolo stimatissimo professore ed organizzatore di iniziative culturali e sociali comuniste.
Ricordo, inoltre, che dopo lo scioglimento del PCI la sua partecipazione a momenti di dibattito difficili, come al seminario di Arco(Tn) nel 1993 , dove con Tortorella ed altre compagne e compagni decise di” stare nel gorgo”.
Guardò sempre con rispetto ed attenzione la nascita nel 1991 del Partito della Rifondazione Comunista, a Napoli e nazionalmente e partecipò attivamente alla importante esperienza della Federazione della Sinistra, a partire dal 2004, di cui fu componente del Comitato nazionale insieme a Nino Ferraiuolo.
Ricordo sempre le nostre chiacchierate a Piazza San Domenico maggiore sempre con Nino, ed in comunicazione sostanziale con tutta la città.
Caro Eugenio, mi hai insegnato molto.
Condoglianze alla sua famiglia
EUGENIO DONISE, UN COMUNISTA ITALIANO VERO
Raffaele Tecce Appena ho saputo della scomparsa di Eugenio Donise ho provato un immensa tristezza, per l'affetto fraterno che ho sempre avuto pRifondazione Comunista
Danilo Dolci, il ricordo del figlio Amico tra libri, musica ed esempio
di LAURA TUSSI Nel centenario della nascita di Danilo Dolci torniamo a parlarvi del suo impegno politico, sociale ed educativo attraverso le paroleRifondazione Comunista
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Con grande gioia abbiamo appreso la notizia dell’incontro tra la delegazione del Dem Parti e il compagno Ocalan nell’isola carcere di Imrali. Si apre uno spiraglio alla speranza che finalmente si ponga fine alla repressione turca contro il popolo curdo. Negli anni scorsi abbiamo temuto per la stessa vita del presidente Ocalan, il Nelson Mandela del popolo curdo, di cui non si avevano più notizie. Non solo Apo è sottoposto dal 1999 a un regime di isolamento duro in violazione delle convenzioni internazionali ma negli ultimi anni erano state impedite anche le visite di familiari e degli stessi legali a loro volta sistematicamente arrestati e condannati per terrorismo.
Era stata impedita la visita persino alla delegazione della Corte Europea per i Diritti Umani (CEDU). Noi stessi avevamo partecipato nel 2022 a una delegazione investigativa internazionale che ha potuto constatare il grado di repressione e di violazione dello stato di diritto nella Turchia di Erdogan con 350.000 detenuti, tra cui parlamentari, sindaci, sindacalisti, intellettuali della sinistra curda e persino medici e avvocati rei di aver assistito perseguitati politici.
L’incontro di ieri segna la riapertura di un possibile dialogo per la soluzione della questione curda. Ocalan si è dichiarato di nuovo disponibile e con prudenza bisognerà verificare se il regime turco sia davvero intenzionato a percorrere la strada di un “nuovo paradigma”. Purtroppo gli attacchi contro il Rojava delle ultime settimane non sono un elemento incoraggiante. Bisogna capire quale sarà la risposta a questo segnale di nuova apertura delle forze armate turche che hanno sempre tentato di impedire una trattativa anche grazie allo spropositato potere che hanno sulla base di una costituzione assai sciovinista.
Come abbiamo sempre sostenuto, la liberazione di Ocalan, come quella di Marwan Barghouti per la Palestina, è la chiave per un’evoluzione democratica e una soluzione di pace in Medio Oriente. Il confederalismo democratico proposto da Ocalan è un progetto che consentirebbe di superare i continui conflitti causati dall’eredità del colonialismo. La proposta di Ocalan non è separatista ma quella del riconoscimento dell’autonomia del Kurdistan turco nell’ambito di una più generale democratizzazione dello stato. E’ un modello di convivenza che il movimento di liberazione curdo propone anche in Siria per il superamento dei conflitti etnici e religiosi. Purtroppo l’Unione europea invece di sostenere un movimento di resistenza laico, democratico e femminista come quello curdo in questi anni è stata complice dell’alleato NATO Erdogan e ha mantenuto il PKK nell’elenco delle organizzazione terroriste.
Noi di Rifondazione Comunista che, con il compagno Ramon Mantovani, cercammo di salvare Ocalan dalla cattura da parte della Turchia ricordiamo che il fondatore del Pkk aveva diritto all’asilo nel nostro paese e che fu catturato grazie all’ignavia dell’allora governo di centrosinistra che obbedì alle pressioni del presidente USA Bill Clinton. Lo stabilì un tribunale dopo la sua cattura e lo aveva anche quando il governo italiano l’ha costretto ad andarsene. In ragione della nostra risoluzione approvata in parlamento che riconosceva l’esistenza di un conflitto armato da risolvere con un negoziato. Sulla base di quella risoluzione l’Italia riconobbe a migliaia di kurdi con passaporto turco l’asilo. Libertà per Ocalan!
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del PRC e Anna Camposampiero, esecutivo Sinistra Europea
PRC: liberazione Ocalan via per la pace e democrazia in Medio Oriente
Con grande gioia abbiamo appreso la notizia dell'incontro tra la delegazione del Dem Parti e il compagno Ocalan nell'isola carcere di Imrali. Si apre uno spiragRifondazione Comunista
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Comunicato di Fiorenzo Bertocchi e Dino Greco a nome di Rifondazione comunista
Brescia, Rifondazione: “nessuna ipocrita acrobazia potrà nascondere la realtà che è ormai squadernata sotto gli occhi di tutte e di tutti”
“Le immagini del pestaggio inflitto dalla polizia ai manifestanti antifascisti che avevano raccolto l’invito a recarsi in piazza per protestare contro la libertà di movimento concessa a Brescia alle formazioni nazifasciste, hanno fatto il giro d’Italia. E nessuna censura, nessuna ipocrita acrobazia potrà nascondere la realtà che è ormai squadernata sotto gli occhi di tutte e di tutti. Dobbiamo confessare la nostra ingenuità: avevamo denunciato l’equidistanza con cui gli organi deputati alla sicurezza pubblica trattavano fascisti e antifascisti. Ci sbagliavamo. Le cose stanno molto peggio di così e i fatti, non le chiacchiere di questi giorni, sono lì a darne plastica dimostrazione.
Il 13 dicembre, il “cartello nero” delle organizzazioni neofasciste bresciane ha dato vita ad una manifestazione pubblica che istiga all’odio razziale ed esibiva una chiara fede nostalgica: “Siamo tornati- gridavano- e lì sono le nostre radici”. Ebbene, costoro hanno potuto impunemente sfilare e imbrattare la città e i suoi monumenti di svastiche. La questura non ha avuto nulla da dire e, soprattutto, da fare. Ieri, lo stesso immobile questore ha inviato uno schieramento possente di polizia con l’ordine tassativo di impedire, a qualsiasi costo, lo svolgimento di un pacifico presidio antifascista. All’apertura di due striscioni che ricordavano la natura antifascista della Costituzione e l’impegno dei cittadini bresciani a farne rispettare lettera e sostanza, è partita l’aggressione che è stata sull’orlo di sconfinare in un generale, drammatico pestaggio che solo la responsabilità dei manifestanti ha saputo evitare.
Ai fascisti che si erano rintanati in un loro covo e’ stato invece permesso di svolgere, all’esterno dell’edificio, un comizietto carico di tutto il loro odio antidemocratico. Ecco dunque la sostanza di tutta la vicenda e del conseguente “avviso ai naviganti” che ne è sortito: alla mobilitazione antifascista non sarà consentito niente! Con riflesso immediato, prima ancora che il famigerato ddl-sicurezza sia approvato dal parlamento, le norme gravemente liberticide in esso contenute diventano pratica ispirazione nella testa e nelle azioni dei cosiddetti organi di sicurezza. Suscitano infine un’infinita tristezza – e creano altrettanti motivi di preoccupazione – i pietosi inviti che da pulpiti insospettabili sono venuti a chiudersi in casa, a disertare la manifestazione antifascista di ieri, ponendo i manifestanti in una condizione di isolamento che i questurini hanno interpretato, come sempre, a loro modo.
Quanto al commento della sindaca, che si unisce solidalmente al pestaggio della polizia, c’è una sola cosa da dire: è vero, Brescia ha un problema, e bello grosso. E la sindaca ne è parte. Una cosa è comunque certa, e lor signori, tutti, è bene lo tengano nel debito conto: l’assemblea permanente antifascista non smobilita sotto le botte della polizia e gli insulti dei suoi corifei. Si andrà avanti, perché la Costituzione antifascista è un lascito troppo importante perché sia lasciato deperire o mortificare.
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Non è accettabile che la polizia abbia oggi manganellato i partecipanti al presidio antifascista a Brescia mentre ai fascisti è stato invece consentito di improvvisare un comizietto e un brindisi fuori dal loro covo.
Vergognoso che la polizia abbia cercato di strappare dalle mani dei manifestanti lo striscione ‘Brescia è antifascista’ nella città della strage di Piazza della Loggia. lI questore di Brescia, dopo aver consentito un vergognoso corteo di neofascisti, ha deciso di negare il permesso al presidio antifascista e poi di tentare di scioglierlo con la forza.
Ringrazio i nostri compagni Dino Greco e Fiorenzo Bertocchi per la determinazione con cui hanno deciso di disobbedire al divieto immotivato che gli è stato comunicato dalla questura e ai mille antifascisti che hanno partecipato al presidio e al corteo mantenendo la calma e garantendo l’ordine pubblico e la legalità costituzionale senza cedere alle provocazioni.
Chiediamo le dimissioni del questore. Il diritto di manifestare è garantito dalla Costituzione e non va consentito al governo Meloni di limitarlo.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
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Oggi, 29 dicembre, nel 2022
Muore all'età di 82 anni la leggenda brasiliana del calcio, Pelé, uno dei più grandi giocatori di questo sport e tra i primi atleti a diventare celebrità globali.
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Etiopia, ENDF in violazione dell’accordo di tregua per il Tigray nelle zone occupate
L'articolo proviene dal blog di @Davide Tommasin ዳቪድ ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Tigray, stato regionale dell’ Etiopia è stato teatro di una guerra genocida dal novembre 2020 al novembre 2022 in cui i gruppi in conflitto
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Il discorso del Generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, pronunciato il 9 novembre 2024, ha suscitato numerosi interrogativi sul futuro dell’esercito italiano e il suo ruolo crescente nella politica interna. Masiello ha affermato che l’esercito non desidera la guerra, ma che la preparazione alla guerra è essenziale per garantire la pace, un concetto che non solo tradisce i principi costituzionali italiani, ma sottolinea una pericolosa visione della forza armata come pilastro della sicurezza e dell’ordine interno. Questo approccio, che implica un esercito sempre pronto ad agire, non solo in scenari di guerra, ma anche per risolvere le crisi interne, segna un cambio di paradigma che merita attenzione.
La proposta di rinominare l’Accademia di Stato Maggiore dell’Esercito in “Scuola di Guerra” è un segnale evidente di un’escalation militare nella visione istituzionale. Non si tratta più solo di una forza di difesa, ma di una forza sempre pronta a rispondere a scenari complessi, interni ed esterni, dove l’esercito potrebbe essere visto come l’attore centrale nel garantire la stabilità. Questo non è solo un cambiamento nell’educazione militare, ma un’apertura a una visione in cui la politica non è più l’unica responsabile nella gestione delle crisi.
Le parole di Masiello, pur non invocando esplicitamente una modifica della Costituzione, rispondono alla logica di un esercito sempre pronto, che va oltre la semplice difesa della patria, con implicazioni che vanno ad intaccare il controllo civile e democratico sulle forze armate. Se l’esercito viene visto come il principale strumento per garantire la sicurezza e la stabilità, è chiaro che si sta minando il ruolo delle istituzioni politiche, sempre più sopraffatte da una crescente influenza militare nelle dinamiche interne. E ciò è tanto più preoccupante se messo in relazione con il rischio di una politicizzazione delle forze armate, che rischia di portare l’Italia verso una deriva autoritaria.
Alla luce dei generali in politica, di questo genere di esternazioni,dei venti di guerra che soffiano forti e della presidenza trump che invita al bilateralismo cercando di affossare, ancora più di quanto non sia già , il rapporto multilaterale delle politica estera USA, impongono una riflessione profonda su quali siano i rischi che stiamo correndo, del destino dei sistemi democratici , del ruolo dell’Unione Europea come possibile rete di protezione. Ricordo le riflessioni di Fabio Mini, che nel suo articolo La Rivincita di Sparta del 2012 evidenziava come il crescente potere militare potesse minacciare la democrazia. Mini parlava di vere e proprie “pulsioni” autoritarie all’interno dell’esercito, e delle pericolose interazioni con le oligarchie economiche, che avrebbero potuto sfociare in un pericoloso intervento militare nella gestione politica del paese. Secondo Mini, le forze armate, pur essendo strutturalmente autoritarie e gerarchiche, sono in grado di farsi protagoniste in tempi di crisi, soprattutto quando la politica civile fallisce nel garantire la stabilità o non sa rispondere ai propri impegni sulla scena internazionale. Mini non metteva in dubbio che l’esercito potesse essere necessario in determinati scenari, ma avvertiva della pericolosità di una politicizzazione delle forze armate, le cui “pulsioni” autoritarie avrebbero potuto emergere se la politica civile avesse perso la sua capacità di governare efficacemente. In un contesto come quello che stiamo vivendo, dove l’esercito sembra acquistare sempre più visibilità e potere, le sue parole risultano estremamente attuali.
Da Vannacci alle parole di Masiello, passando per il DDL Sicurezza, tutti i segnali sembrano indicarci una tendenza inquietante, che va ben oltre la semplice necessità di prepararsi a conflitti esterni. La crescita della militarizzazione della politica interna, insieme all’inasprimento delle pene per chi partecipa a manifestazioni pubbliche e alla possibilità di un intervento delle forze armate nell’ordine pubblico, segnalano un mutamento pericoloso. Questo scenario potrebbe sfociare in un sistema in cui l’esercito e la polizia non sono più semplicemente separati ma diventano strumenti complementari di controllo sociale, mettendo a rischio la libertà di espressione e i diritti civili.
Il DDL Sicurezza 2024, infatti, va nella direzione di un’ulteriore militarizzazione della vita civile. L’introduzione di misure che permettono l’impiego delle forze armate per operazioni di ordine pubblico, oltre alla crescente sorveglianza sociale tramite l’uso dei servizi segreti, ampliano il rischio che il dissenso venga represso con la forza, piuttosto che con il dialogo e la mediazione. L’inasprimento delle pene per i reati commessi durante le manifestazioni, insieme all’espansione dei poteri dei servizi segreti, rappresentano una vera e propria minaccia alla libertà di espressione e alla protezione dei diritti civili. La possibilità che gruppi sociali o politici di opposizione possano essere considerati minacce alla sicurezza è un segnale allarmante, che potrebbe portare alla repressione delle opinioni divergenti e all’imbavagliamento delle voci critiche.
Tutti questi sviluppi si intrecciano con le dichiarazioni del Generale Masiello, che ha affermato la necessità di una preparazione alla guerra per garantire la pace, indicando implicitamente che le forze armate devono essere pronte non solo a difendere il paese ma a intervenire attivamente in scenari di conflitto interno. In altre parole, la crescente enfasi sulla prontezza militare potrebbe aprire la porta a una politicizzazione delle forze armate, con il rischio che queste diventino l’unico strumento per affrontare le crisi politiche e sociali, ignorando i principi costituzionali che separano la politica civile dall’intervento militare.
Da un lato, si promuove una visione bellica delle forze armate, come se la preparazione alla guerra fosse l’unica strada per raggiungere la pace. Dall’altro, il contesto legislativo del DDL Sicurezza fa emergere il rischio di una deriva autoritaria, in cui le forze militari e di polizia si sostituiscono alla politica democratica, reprimendo ogni forma di opposizione.
Le forze democratiche non possono più ignorare questi segnali. La combinazione tra politica e militari, con la crescente centralità delle forze armate nelle scelte politiche interne, costituisce una vera minaccia per la tenuta democratica del paese. Non è più possibile trattare questi sviluppi come se fossero semplici adattamenti alle necessità della sicurezza. Sono i segnali preoccupanti di un cambiamento più profondo, che rischia di minare le basi democratiche e il nostro impegno per una società pacifica e giusta.
Infine, quello che in questo scenario è ancora più preoccupante, è la spinta a ulteriore divisione e frazionamento di quello che a quanto pare dovrebbe invece essere un fronte unito a difesa del difendibile, a salvare quanto ancora è salvabile, e anche in quel caso , che sembra ormai utopico, la battaglia di difesa del sistema democratico sarebbe difficile da combattere . Questo dovrebbe urlare a tutti che è necessario unire tutte le forze sinceramente democratiche per contrastare questa pericolosa evoluzione. L’esercito non deve diventare attore politico, né le forze di polizia e i servizi segreti devono avere il potere di reprimere il dissenso e limitare le libertà civili e non si deve permettere la separazione delle carriere in magistratura fondamento della separazione dei poteri proprio di un sistema pienamente democratico. Se non si interviene ora, potremmo trovarci in un futuro non troppo lontano , in una condizione esistenziale dove la libertà sarà sacrificata sull’altare della sicurezza e dove la democrazia sarà definitivamente sostituita dal controllo autoritario.
IL discorso del Generale Masiello fa eco agli avvertimenti, inascoltati , del Generale Mini in “ la Rivincita di Sparta”, pubblicato su LIMES nel 2012 .
Il discorso del Generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, pronunciato il 9 novembre 2024, ha suscitato numerosi interrogatRifondazione Comunista
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Quando il no di Franca Viola cambiò l’Italia delle donne
Rapita e violentata, Franca Viola fu la prima in Italia a rifiutare le nozze con il suo stupratore, diventando protagonista di un processo che servì a riscrivere la legge e la storia dei diritti delle donne
Lidia Gallanti da StoricaNG
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storicang.it/a/quando-il-no-di…
Quando il no di Franca Viola cambiò l’Italia delle donne
Franca disse di no . Quando le chiesero di sposare l’uomo che l’aveva violentata, scelse sé stessa. Un atto di rispetto e dignità, sostenuto dalla famiglia, che cambiò la legge e il corso della storia .Lidia Gallanti (National Geographic Storica)
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Oggi, 25 dicembre, nel 1223
Francesco d’Assisi allestisce, a Greccio, il primo presepe “vivente”.
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L'immagine raffigura una scena affollata, probabilmente di natura religiosa. Al centro, un uomo in veste chiara è inginocchiato di fronte a una struttura lignea, manipolando un piccolo oggetto. Intorno a lui, un folto gruppo di persone vestite con abiti medievali, molti con cappucci e tuniche, assiste alla scena con espressioni diverse, alcune attente, altre più distaccate. Si notano diversi personaggi in primo piano, vestiti con tonalità di rosso, arancione e blu, che sembrano partecipare attivamente all'evento. Sullo sfondo, una struttura architettonica suggerisce un ambiente interno, probabilmente una chiesa o un edificio pubblico.
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Il Babbo Natale vestito di rosso non è stato inventato dalla Coca-Cola
Secondo una errata credenza popolare, la figura di Babbo Natale sarebbe apparsa per la prima volta nella famosa campagna del 1931 della Coca-Cola.
L’analisi dell’iconografia del personaggio, dimostra che era stato rappresentato in abiti rossi già prima della pubblicità della multinazionale americana.
Nell'immagine: la visione del fumettista politico Thomas Nast che lo rappresentò vestito di rosso in una cartolina di Natale stampata da Louis Prang.
Anna Toniolo su
facta.news/articoli/babbo-nata…
#babbonatale
@Attualità
@Storia
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facta.news/articoli/babbo-nata…
cloud.mastodon.uno/s/EQkaTDz66…
Il Natale attraverso i secoli
Attorno alle feste natalizie si sono accumulate usanze e tradizioni per oltre due millenni, alcune delle quali risalgono al periodo precedente alla festa cristiana vera e propria. Dallo scambio di regali alla sontuosa tavola imbandita per la cena di Natale, questo articolo di Mark Cartwright, tradotto da Federica Lomoro, traccia la storia dei festeggiamenti dall’antica Roma fino all’epoca vittoriana, quando la nostra versione moderna della festa si affermò, sia nelle usanze che nelle fonti letterarie.
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worldhistory.org/trans/it/2-18…
Il Natale attraverso i secoli
Attorno alle feste natalizie si sono accumulate usanze e tradizioni per oltre due millenni, alcune delle quali risalgono al periodo precedente alla festa cristiana vera e propria. Dallo scambio di regali...Mark Cartwright (https://www.worldhistory.org#organization)
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Un tempo esistevano due figure che evocavano il Natale.
Father Christmas era un personaggio antipuritano emerso durante la guerra civile inglese e l'Interregno, quando la celebrazione del Natale era vietata.
Apparendo in opuscoli, contrapponeva il divertimento e i giochi del tradizionale Natale al cupo fondamentalismo dei puritani. Babbo Natale si è sviluppato a New York nel 1800, con il contributo del folklore di San Nicola, portato dagli immigrati europei.
La sua popolarità globale crebbe quando la Coca-Cola lo utilizzò in una campagna pubblicitaria, brevettando addirittura la tonalità di rosso dei vestiti di Babbo Natale (prima era vestito di verde).
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Ecco una descrizione dell'immagine:
Babbo Natale, vestito con il suo tradizionale abito rosso e bianco, sta in piedi vicino a un camino. Tiene in mano due piccoli giocattoli. Vicino a lui, a terra, c'è un sacco pieno di altri giocattoli. L'ambientazione sembra essere una stanza di una casa, con un camino e una tenda rossa in vista.
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Ecco una descrizione dell'immagine: Un uomo barbuto con una corona di foglie sulla testa è seduto a cavalcioni di una capra. Tiene in mano una grande ciotola fumante e porta con sé un bambino in un cesto. Dietro di lui c'è una bottiglia e altri oggetti. Lo sfondo mostra un paesaggio innevato con una piccola casa.
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L'autorità antitrust giapponese scoprirà che Google ha violato la legge nel caso di ricerca: rapporto
La JFTC ha avviato un'indagine su Google per una possibile violazione delle leggi antimonopolio.
- A Google potrebbe essere chiesto di interrompere le pratiche monopolistiche
- La JFTC potrebbe presto emettere un ordine di cessazione e astensione contro Google
- Google non ha ancora reagito alle segnalazioni
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
Alla presidente del consiglio Giorgia Meloni che definisce utili le spese militari con argomentazioni assolutamente ridicole rispondono che l’Italia ha bisogno di ospedali che funzionino non di buttare soldi per arricchire la lobby degli armamenti. In realtà Giorgia Meloni dalla demagogia sovranista è passata al ruolo di zerbino di NATO, USA e Commissione europea e quindi deve addolcire la pillola dei tagli necessari a compensare l’aumento delle spese militari che ci vogliono imporre. Se Giorgia Meloni fosse davvero sovranista dovrebbe rispondere in sede internazionale che l’Italia ha una Costituzione che ripudia la guerra e che l’Italia ha una spesa sanitaria molto al di sotto alla media europea e non possiamo permetterci il lusso di buttare soldi per la guerra. La realtà è che Giorgia Meloni fa la voce grossa solo per dare spettacolo sui tg e sui social ma si guarda bene dal difendere i nostri interessi nazionali. Una vera sovranista risponderebbe a Trump, a Rutte e a Ursula von der Leyen che l’Italia può fare a meno della NATO e che in paesi neutrali come l’Austria e la Svizzera si vive benissimo. Almeno Orban ha il coraggio di alzare la voce in Europa, lei sembra un Draghi anzi un Letta con la parrucca. Trump chiede di portare la spesa al 5% del PIL, Rutte al 3, noi non dobbiamo neanche portarla al 2 anzi andrebbe tagliata perché nessun trattato ci impone la militarizzazione del nostro paese. Se Trump vuole uscire dalla NATO ci fa un piacere. Non vediamo l’ora che lascino le loro basi in Italia portandosi i loro ordigni atomici.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista . Sinistra Europea
Acerbo (PRC): cara Meloni utili sono ospedali non spese militari
Alla presidente del consiglio Giorgia Meloni che definisce utili le spese militari con argomentazioni assolutamente ridicole rispondono che l'Italia ha bisognoRifondazione Comunista
Altbot
in reply to storiaweb • • •Ecco una descrizione alternativa dell'immagine:
L'immagine in bianco e nero mostra un primo piano di un uomo con i capelli scuri e arruffati, una barba folta e un baffo. Indossa un maglione a collo alto scuro. Lo sfondo è sfocato, ma sembra una strada cittadina. L'espressione dell'uomo è seria e leggermente malinconica.
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