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Un QR Code è come un Bacio: esaltante, ma spesso ci sono delle complicazioni.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/baci-e-q…
Questo titolo potrebbe tranquillamente essere scritto dentro la carta dei cioccolatini... Oops! I Baci Perugina (che Dio li benedica) sono leggendari, il cioccolatino per eccellenza. Sul pianeta, chiunque sa che questi

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"....L’Argentina oggi sembra piuttosto essere il laboratorio dell’estrema destra globale in cui sperimentare fino a dove si può spingere il limite di sopportazione della società, come in America Latina hanno già fatto le dittature nel secolo scorso."

Eccolo qui l'amichetto della Benita, di trump e di musk.
La descrizione della macelleria sociale che sta attuando fa accapponare la pelle.

A me sfugge il motivo per cui più sei povero più voti certi fenomeni da baraccone, ma cosa speri, che un miliardario faccia i tuoi interessi?
Ora cominciate pure ad avere paura, il futuro ci aspetta...

valigiablu.it/argentina-econom…

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Comunicato di Fiorenzo Bertocchi e Dino Greco a nome di Rifondazione comunista

Brescia, Rifondazione: “nessuna ipocrita acrobazia potrà nascondere la realtà che è ormai squadernata sotto gli occhi di tutte e di tutti”

“Le immagini del pestaggio inflitto dalla polizia ai manifestanti antifascisti che avevano raccolto l’invito a recarsi in piazza per protestare contro la libertà di movimento concessa a Brescia alle formazioni nazifasciste, hanno fatto il giro d’Italia. E nessuna censura, nessuna ipocrita acrobazia potrà nascondere la realtà che è ormai squadernata sotto gli occhi di tutte e di tutti. Dobbiamo confessare la nostra ingenuità: avevamo denunciato l’equidistanza con cui gli organi deputati alla sicurezza pubblica trattavano fascisti e antifascisti. Ci sbagliavamo. Le cose stanno molto peggio di così e i fatti, non le chiacchiere di questi giorni, sono lì a darne plastica dimostrazione.

Il 13 dicembre, il “cartello nero” delle organizzazioni neofasciste bresciane ha dato vita ad una manifestazione pubblica che istiga all’odio razziale ed esibiva una chiara fede nostalgica: “Siamo tornati- gridavano- e lì sono le nostre radici”. Ebbene, costoro hanno potuto impunemente sfilare e imbrattare la città e i suoi monumenti di svastiche. La questura non ha avuto nulla da dire e, soprattutto, da fare. Ieri, lo stesso immobile questore ha inviato uno schieramento possente di polizia con l’ordine tassativo di impedire, a qualsiasi costo, lo svolgimento di un pacifico presidio antifascista. All’apertura di due striscioni che ricordavano la natura antifascista della Costituzione e l’impegno dei cittadini bresciani a farne rispettare lettera e sostanza, è partita l’aggressione che è stata sull’orlo di sconfinare in un generale, drammatico pestaggio che solo la responsabilità dei manifestanti ha saputo evitare.

Ai fascisti che si erano rintanati in un loro covo e’ stato invece permesso di svolgere, all’esterno dell’edificio, un comizietto carico di tutto il loro odio antidemocratico. Ecco dunque la sostanza di tutta la vicenda e del conseguente “avviso ai naviganti” che ne è sortito: alla mobilitazione antifascista non sarà consentito niente! Con riflesso immediato, prima ancora che il famigerato ddl-sicurezza sia approvato dal parlamento, le norme gravemente liberticide in esso contenute diventano pratica ispirazione nella testa e nelle azioni dei cosiddetti organi di sicurezza. Suscitano infine un’infinita tristezza – e creano altrettanti motivi di preoccupazione – i pietosi inviti che da pulpiti insospettabili sono venuti a chiudersi in casa, a disertare la manifestazione antifascista di ieri, ponendo i manifestanti in una condizione di isolamento che i questurini hanno interpretato, come sempre, a loro modo.

Quanto al commento della sindaca, che si unisce solidalmente al pestaggio della polizia, c’è una sola cosa da dire: è vero, Brescia ha un problema, e bello grosso. E la sindaca ne è parte. Una cosa è comunque certa, e lor signori, tutti, è bene lo tengano nel debito conto: l’assemblea permanente antifascista non smobilita sotto le botte della polizia e gli insulti dei suoi corifei. Si andrà avanti, perché la Costituzione antifascista è un lascito troppo importante perché sia lasciato deperire o mortificare.

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di Dino Greco -

Agli organizzatori del presidio antifascista del 28 dicembre è stato opposto, dagli esponenti e fautori dell’antifascismo light, una botta e via, il rimprovero peloso di avere dato visibilità ai fascisti.
La memoria mi è subito andata alla legge Mancino del 1993 che, come anche la questura dovrebbe sapere, “condanna frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali”. La legge, che per il momento è ancora in vigore, punisce come reato penale grave chi si renda responsabile di questi comportamenti. Anche allora vi fu chi sostenne che la legge era sbagliata. Sapete perché? Perché – così dissero – si trasformavano i fascisti in vittime. La storia, ancora una volta, si ripete, sebbene con le sembianze della farsa.

Silenzio tombale anche sulla legge Scelba del 1953, che in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana introdusse il reato di apologia del fascismo: per questura e procura della Repubblica è come se non esistesse, come uscito da tutti i radar è il reato di ricostituzione del partito fascista. Al punto che i questurini – applauditissimi dall’establishment del potere locale – si sono sentiti in dovere di intervenire a suon di manganelli per strappare dalle mani dei manifestanti uno striscione che ricordava che la Costituzione è antifascista.
Ora però ci viene detto che le regole devono essere rispettate e che all’intimazione della questura di non scendere in piazza bisognava obbedire.

Qui si pone una domanda cruciale: è giusto obbedire alle leggi ingiuste? La storia del nostro Paese è piena di lotte sociali che sono state condotte per cambiare norme, regole, leggi che favorivano i più forti contro i più deboli. Furono lotte che resero l’Italia un pò più civile. Per dirne una sola, lo Statuto dei lavoratori non sarebbe mai nato se per conquistarlo i lavoratori non avessero ingaggiato conflitti molto forti ed impiegato forme di lotta che urtavano contro un legalitarismo formale che fu scatenato contro di loro, manu militari, dai poteri costituiti che inflissero loro un pesante prezzo di sangue.

Diceva don Lorenzo Milani, intorno alla metà degli anni Sessanta, che quando ci si trova di fronte ad una legge ingiusta “non c’è scuola più grande” che essere disponibili a pagare di persona per la propria disobbedienza. E aggiungeva: “Non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo di amare la legge è obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste. Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.

I ragazzi e le ragazze che l’altra sera, a prezzo delle botte, rifiutavano di farsi strappare quello striscione che tenevano stretto e che inneggiava alla Costituzione e all’antifascismo erano dei moderni eroi, degni dei partigiani che combatterono e morirono, armi in pugno, per cacciare l’occupante nazista e liquidare il fascismo che aveva portato il paese alla rovina. Personalmente li ringrazio per la speranza che rappresentano in un presente tanto denso di cattivi presagi.

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in reply to Randahl Fink

sounds like a good advert to move to the EU
This entry was edited (3 weeks ago)

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Profitti alle stelle, salari al palo. In Italia il sistema delle relazioni industriali è completamente saltato: non resta che il conflitto. Tre documenti, letti in successione, possono aiutarci a mettere a fuoco la situazione dell’Italia di oggi e a capire meglio le cose giuste da fare. Il 29 settembre l’area studi di Mediobanca ha pubblicato il [...]

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Violenza, lettera al Ministro da un docente della “trincea”


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2024/11/violenz…
Egregio Ministro, Le scrivo dalla solitudine e dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, insieme a straordinarie studentesse e studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la

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Articolo del prof. Ugo Bardi, traduzione italiana dell' originale della statistica-attuariale Gail Tverberg, ben nota economista ed analista delle risorse mondiali.
L' analisi si fonda sulla ridotta quantità di Uranio 235 futura (in realtà già attuale) per poter alimentare le nuove straenfatizzate mini centrali nucleari e considerazioni sui prezzi dell' Uranio.
elettricosempre.substack.com/p…

L' articolo in inglese originale
ourfiniteworld.com/2024/11/11/…


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If you hate protesters blocking roads in the name of taking immediate #ClimateAction, you’re going to really hate how Climate Change itself blocks roads.

A picture today from Valencia, Spain where they received 500mm of rain, a year’s worth, in one day on Tuesday. >95 dead.
#ClimateEmergency #ClimateChange

edit: More Pictures. Valencia is the third largest city in Spain. It affected towns just to the south (Sedavi) of it mainly as well as other areas of Southeast Spain.

This entry was edited (2 months ago)
in reply to Chris Alemany🇺🇦🇨🇦🇪🇸

#KochNetwork spent a lot of money on climate denying Republicans and a corrupt Supreme Court willing to kneecap the EPA.

This is the result. Billions in damages, pennies in recompense.
epa.gov/enforcement/koch-indus…

theintercept.com/2022/06/30/su…

Charles Koch has set aside $5 billion to finish what he started.

Ending Democracy. Frying the planet.

Embedding public corruption everywhere.
popular.info/p/charles-kochs-5…

Unknown parent

Hey @GottaLaff! You know how Project 2025 proposes to get rid of things like the NOAA and FEMA? Well the left-wing government in the Valencia region got replaced last year with a right wing government and lo-and-behold:

"Valencia’s regional government has also been forced to defend its decision to scrap the Valencia Emergency Unit, which had been set up by the previous government to tackle natural disasters such as flooding and wildfires.”

bbc.com/news/articles/c99ry7x9…


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Facciamo un po’ di chiarezza sulla piattaforma pubblica per i referendum in vista di prossimi quesiti


In un’intervista di Federico Novella del 21 ottobre per La Verità l’amico Alfonso Celotto infila qualche imprecisione circa la piattaforma online per la raccolta firme per referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare e scansa il nocciolo della questione.

All’indomani della prima raccolta firme interamente online, quella per il referendum cannabis del 2021, Massimo Cacciari dichiarò di non “mettere in discussione l’istituto referendario, ma la situazione generale in cui oggi se ne colloca la pratica”, cioè la cosiddetta “spid democracy”, perché Chiara Ferragni “coi clic ne potrebbe indire 500 al giorno”. Sarà perché in tutt’altre faccende affaccendata ma né Ferragni (oltre 25 milioni di follower sui social) né altri “creatori di contenuti” online si sono dedicati all’impresa. Come il Professor Celotto ben sa, per scrivere un referendum occorrono conoscenze specifiche relative alle norme che si vogliono eliminare e competenze tecniche per un ritaglio che non sia manipolativo di leggi la cui abrogabilità è consentita dalla Costituzione. Altrettanto occorre per le memorie a sostegno dei quesiti da presentare alla Consulta. Ferragni, Tony Effe o Rocco Siffredi saprebbero mettere in campo tutto ciò grazie alle risorse di cui dispongono ma cliccare sarebbe la parte “finale” dell’impresa, necessaria ma non sufficiente.

Nel 2021 l’Associazione Luca Coscioni ha raccolto oltre 900.000 firme online sui referendum Eutanasia e Cannabis reperendo, sempre online, le risorse necessarie per pagare (circa 1 euro a sottoscrizione) una piattaforma privata. Talmente tanta fu la partecipazione (la cannabis in una settimana raccolse 500.000 firme!) e il sostegno (anche) economico, che in fase di “ammissibilità”, la paura di vedere in faccia l’entusiasmo riformatore del popolo sovrano fece bocciare (a maggioranza) entrambi i quesiti dalla Consulta, come il professor Celotto ben sa.

Questa riforma strutturale non è frutto di leggi avanzate da movimenti populisti (che pure non mancano in Italia) è invece il risultato di una campagna referendaria non andata a buon fine promossa da Radicali italiani nell’estate del 2013. La determinazione dell’allora segratario Mario Staderini, e le competenze del Professor Cesare Romano, resero possibile un “ricorso” alle Nazioni unite contro gli “irragionevoli ostacoli” che le norme italiane in materia di referendum imponevano a chi li promuove. La procedura iniziata nel 2015 all’Onu di Ginevra si concluse con osservazioni comunicate all’Italia nel 2019, tra queste l’ampliamento della platea di chi autentica le firme, il ricorso al digitale – non creando diritti speciali per le persone disabili – e l’informazione da parte del servizio pubblico.

L’emendamento di Riccardo Magi, sottoscritto da tutti i gruppi, anticipò l’entrata in vigore di una norma adottata dal Governo Conte 2 nel 2020 che doveva esser operativa dal gennaio 2022. Mentre Magi vinceva il voto alla Camera, il Ministro Vittorio Colao mi assicurava il suo nulla osta all’uso di un piattaforma privata.

Buona parte delle critiche circolate a seguito della raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza emersero già tre anni fa. Senza troppo approfondire il “fenomeno”, costituzionalisti e politici paventarono una delegittimazione parlamentare e/o il timore che non meglio specificati influencer avrebbero dettato l’agenda politica. A parte ricordare che il quesito contro il green pass pubblicizzato ogni sera per settimana a reti unificate raccolse qualche migliaio di firme online, come del resto quelli sulla giustizia del centrodestra più il Partito Radicale, e il recente azzeramento dei costi grazie alla piattaforma pubblica, non abbiamo assistito allo tsunami referendario.

Marco Pannella denunciava il regime partitocratico italiano qualificandolo una “democrazia reale”, un sistema in cui le dinamiche istituzionali contraddicono lo Stato di Diritto e “attentano” ai diritti civili e politici” delle persone; per una volta che abbiamo una riforma strutturale non mi preoccuperei di come o dove si firma ma di far sì che la partecipazione sia senza “irragionevoli ostacoli” e debitamente informata. Certo, resta la slealtà del quorum che favorisce la conservazione, ma di questo, come dell’astensionismo, se ne parla un’altra volta.

L'articolo Facciamo un po’ di chiarezza sulla piattaforma pubblica per i referendum in vista di prossimi quesiti proviene da Associazione Luca Coscioni.

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uaar@mastodon.uno - #Belgio, l'anno scorso 14.251 persone hanno chiesto lo #sbattezzo. Il trend aumenta da 1.200 a 5.000 nel 2021 fino al picco del 2023. Pesano le coperture clericali su abusi dei preti e dichiarazioni di papa Francesco durante il viaggio apostolico.👇
rtbf.be/article/nouveau-record…


RICHIESTE ALLE NAZIONI dagli estensori del Report dell' ONU riguardo agli impegni: incrementare gli sforzi di riduzione delle emissioni

Link al Report in Inglese
doi.org/10.59117/20.500.11822/…

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Le riduzioni emissive per il 2030 e 2035 sono elevate, ma il tempo è poco e richiede una accelerazione nelle politiche e nel loro finanziamento. È importante notare che grande potenzialità c'è nello sviluppo di fotovoltaico ed eolico, tecnologie già ben assestate. Il 27% delle riduzioni di emissioni per il 2030 si potrebbero ottenere con loro due e bel il 38% delle riduzioni per il 2035!
Il 19% aggiuntivo delle riduzioni per il 2030 si potrebbe ottenere tramite le foreste (ridotte deforestazioni, riforestazioni e miglioramenti della gestione forestale).

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I paesi del G20 hanno la responsabilità di ridurre il divario emissivo e farlo è sia economicamente efficiente che anche giusto.

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Se si continua come adesso, è molto probabile che ci sarà un riscaldamento globale di oltre 3 gradi. [N: Questo significherebbe il superamento di diversi punti di svolta climatici irreversibili che modificherebbe stabilmente e in modi impredicibili il clima del pianeta ]
Per avere qualche possibilità di evitare quel livello di riscaldamento globale (cui stiamo andando) servono impegni molto maggiori da parte delle Nazioni.

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Per raggiungere gli obiettivi di Parigi al 2030 e 2035 ci saranno delle grandi differenze rispetto alla situazione attuale di consumi ed emissioni. Anche perché, rispetto alle precedenti valutazioni del 2020, si è perso tempo ed è cambiato davvero poco.
È importante che ci sia un netto cambio di rotta e che si inizi subito (N: frase già detta mille volte e mai seguita dai fatti).

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Ci sono grosse disparità tra le nazioni, sia a livello generale che pro capite dei cittadini, con ad esempio quelli degli Usa che consumano tre volte la media globale e quelli africani un terzo della media globale.

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La crescita (crescita, NON riduzione) delle emissioni globali nel 2023 rispetto al 2022 è stata dell1,3% , con un totale emesso di 57,1 Miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (inclusi quindi tutti i gas serra).
Il settore dell' energia è quello più emissivo, per generare elettricità ma anche per i trasporti e l' industria.

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Emission Gap Report 2024

È stato pubblicato dall' ONU il Report sulla distanza che ci separa dal raggiungere le riduzioni alle emissioni di gas climalteranti necessarie per raggiungere gli obiettivi dell' Accordo di Parigi. È prodotto in vicinanza della prossima COP internazionale a Baku e pochi mesi prima dell' ufficializzazione degli NDC (i contributi dichiarati dalle nazioni alla riduzione di emissioni climalteranti), a Febbraio 2025.

Non sono buone notizie (ed è un eufemismo).

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Una crociera/evento di dipendenti di Advance Cruise non attracca ad Amsterdam per una manifestazione di Extinction Rebellion.
Per "precauzione a causa di proteste previste per venerdì e sabato".

Ohhhhhhhhh. Che pericolosi questi Extinction Rebellion, che già in passato avevano bloccata la discesa di crocieristi incatenandosi a terra.
Pericolosissimi.
Da fermare con battaglioni di assalto? Forse meglio col lanciafiamme? Niente è abbastanza per questi terroristi!
/S



Articolo recente sul traffico indotto da nuove strade. E perché è male per il cambiamento climatico. Intervista. In inglese.

Why widening highways doesn’t reduce traffic congestion
It has to do with a phenomenon called induced demand.

Interview with Amy Lee, a postdoctoral scholar at the UCLA Institute of Transportation Studies, has spent years studying induced travel and the politics of highway expansions in California.

yaleclimateconnections.org/202…

its.ucla.edu/



Siamo sicuri che le VPN proteggono l'anonimato?

Alcune (le maggiori?) hanno un chiaro profumo di Israele...

ExpressVPN, CyberGhost, Private Internet Access, ZenMate --- Kape Technologies products

mintpressnews.com/exposed-how-…


in reply to Daniele 🇦🇷🇮🇹

@tiziodcaio che poi me domando se tutta sta sbatta su l'informazzione è proprio necessaria. Gli itagliani sò così boccaloni de natura. Figurati che credono ancora a la cosa de le accise 😆
in reply to Stefano Tartarotti

Sarebbe bello avere altre storie come questa raccolte in un bel libro tutto giallo?
Eh, sì. (sospirone)
Ma si può!
Questo è il link al libro su Amazon amzn.to/3NGdy2e
Qui al sito dell'editore
www.peoplepub.it/pagina-prodotto/la-cana-spiega-le-cose

OpenSoul ✅ reshared this.


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Eversione contro il potere autonomo della magistratura
Repressione feroce del dissenso
Sprechi di denaro pubblico per campagne xenofobe
Sdoganamento della cultura di matrice fascista
Devastazione di ogni ramo del settore pubblico
Che altro vi serve per parlare di regime?

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