“Lasciatemi morire ridendo” a Milano – Proiezione con Marco Cappato e Diego Silvestri
Milano – Cinema Beltrade, Via Nino Oxilia 10
Giovedì 21 novembre 2025
Ore 19:20
Una serata da non perdere con la proiezione del docufilm “Lasciatemi morire ridendo”, diretto da Massimiliano Fumagalli, che racconta la storia di Stefano Gheller, primo in Veneto e secondo in Italia ad ottenere l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, secondo i criteri fissati dalla Corte costituzionale.
Introduzione a cura di Marco Cappato, tesoriere di Associazione Luca Coscioni e Diego Silvestri, Consigliere Generale di Associazione Luca Coscioni;
Dibattito post proiezione con Massimiliano Fumagalli, regista Virginia Rosaschino e Alessandro Conconi, produttori
Un evento organizzato in collaborazione con la Cellula Coscioni di Milano,
Per informazioni: cellulamilano@associazionelucacoscioni.it
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Matteo D’Angelo interviene all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti”
Dolo (VE) – Circolo del Partito Democratico, Piazza Cantiere 4
Sabato 15 novembre 2025
Ore 9:45
Matteo D’Angelo, avvocato e attivista dell’Associazione Luca Coscioni, interverrà all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti” organizzato dal Partito Democratico
Modera Mattia Garzana (Giovani Democratici Venezia), saluti di Chiara IULIANO(Coordinatrice PD Riviera del Brenta) e Massimo IOVINE (Presidente Giovani Democratici Veneto), intervengono Jonatan MONTANARIELLO e Francesca BRESSANIN (candidati al Consiglio Regionale) e Iryna SHAPARAVA (attivista LGBT+)
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Sotto Siri si nasconde Gemini?
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A poche settimane dal rumoroso addio di Ke Yang, approdato in Meta subito dopo esser stato messo al comando di uno dei team al lavoro sull'Ai proprietaria di Apple, prende nuovamente vigore l'indiscrezione che la Siri destinata a debuttare nel 2026 sia in realtà Gemini
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126° Nexa Lunch Seminar – Il lato oscuro dei social network
Le notizie dal Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino su @Etica Digitale (Feddit)
26 novembre 2025 | SERENA MAZZINI (Esperta di social media strategy)
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nexa.polito.it/lunch-126/
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126° Nexa Lunch Seminar – Il lato oscuro dei social network
26 novembre 2025 | SERENA MAZZINI (Esperta di social media strategy)#SerenaMazzini #Upcoming
Tutto sull’accordo da 38 miliardi tra OpenAi e Amazon
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OpenAI comincerà subito a utilizzare la capacità computazionale di Amazon. Aws ha raddoppiato la sua portata negli ultimi tre anni e startmag.it/innovazione/tutto-…
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L’Europa senza IA rischia di diventare un rentier senza potere
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L’intelligenza artificiale non è più una tecnologia emergente, ma è il fondamento del potere moderno. Il controllo sull’infrastruttura dell’IA determinerà quali economie saranno leader e quali
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Oggi, 4 novembre, nel 1950 veniva firmata la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo
La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nota anche come CEDU, è un trattato multilaterale redatto e adottato nell'ambito del Consiglio d'Europa, firmato a Roma il 4 novembre 1950 e entrato in vigore il 3 settembre 1953.
È considerata il principale strumento regionale di tutela dei diritti umani, dotato di un meccanismo giurisdizionale permanente che consente a ogni individuo di ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo con sede a Strasburgo per ottenere la tutela dei diritti garantiti. I 46 Stati membri del Consiglio d'Europa sono parti contraenti della Convenzione (la Federazione Russa, espulsa dal Consiglio d'Europa dal 16 marzo 2022, ha cessato di essere parte della Convenzione dal 16 settembre 2022).
La Convenzione è stata successivamente integrata da 16 Protocolli aggiuntivi, che hanno ampliato la gamma dei diritti tutelati e modificato il meccanismo di controllo giurisdizionale Tra i principali diritti riconosciuti vi sono il diritto alla vita, la proibizione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti, la libertà e la sicurezza, il diritto a un equo processo, il rispetto della vita privata e familiare, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, la libertà di espressione, la libertà di riunione e di associazione, nonché il divieto di discriminazione. Il Protocollo n. 13, entrato in vigore nel 2003, ha stabilito l'abolizione della pena di morte in ogni circostanza
La Corte europea dei diritti dell'uomo, istituita dalla Convenzione, è composta da un numero di giudici pari a quello degli Stati contraenti (attualmente 47), eletti dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa per un mandato di nove anni. I giudici siedono a titolo individuale, garantendo indipendenza e imparzialità. La Corte può essere investita da ricorsi individuali, interstatali o da organizzazioni non governative, e le sue sentenze sono vincolanti per gli Stati parte Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa è responsabile del controllo dell'esecuzione delle sentenze della Corte.
La Convenzione è considerata uno "strumento vivente", in quanto la sua interpretazione evolve attraverso la giurisprudenza della Corte, che ha esteso la tutela a nuove situazioni, come il diritto a un ambiente salubre o alla protezione dei dati personali.
In Italia, la Convenzione è entrata in vigore il 10 ottobre 1955, e la sua cogenza è stata rafforzata dalle sentenze gemelle della Corte costituzionale del 2007, che hanno stabilito che gli enunciati convenzionali non possono essere interpretati in modo diverso da quanto previsto dalla Corte di Strasburgo. Inoltre, la legge 24 marzo 2001, n. 89 (Legge Pinto) ha introdotto il diritto a una "equa riparazione" per chi subisce violazioni della ragionevole durata del processo, come previsto dall'articolo 6 della CEDU.
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L'immagine mostra un documento aperto su una superficie bianca. Il documento è composto da due pagine, che vengono visualizzate affiancate. Ogni pagina presenta blocchi di testo formattati con una spaziatura regolare e firme scritte a penna nella parte inferiore. Ci sono sigilli di ceralacca rossa, con sigilli in rilievo, attaccati lungo i bordi sinistri di ciascuna pagina. Il testo è leggibile, ma non è chiaro di cosa tratti il documento.
"Art. I. Il governo degli Stati Uniti riconosce il diritto del Popolo Navajo a formare un governo autonomo.
Art. II. Il governo degli Stati Uniti riconosce il diritto del Popolo Navajo ad esercitare la sua sovranità.
Art. III. Il governo degli Stati Uniti intraprenderà misure ragionevoli per proteggere le risorse naturali del territorio Navajo.
Art. IV. Il governo degli Stati Uniti intraprenderà misure ragionevoli per proteggere la cultura e la lingua del Popolo Navajo.
Art. V. Il governo degli Stati Uniti intraprenderà misure ragionevoli per garantire che il Popolo Navajo abbia pari opportunità di istruzione e occupazione."
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Immagine in tonalità blu scuro con un motivo a griglia diagonale. Al centro c'è il testo: "CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UMANO" in grassetto. Sotto il testo principale c'è un'immagine stilizzata di due sedie, con il testo "EUROPEAN COURT OF HUMAN RIGHTS" e "COUR EUROPEENNE DES DROITS DE L'HOMME" sotto le sedie. Nell'angolo in alto a destra si trova un logo circolare con il testo "COUNCIL OF EUROPE".
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Una forma rettangolare blu scuro riempie lo sfondo dell'immagine. Nella metà superiore, sopra il centro, è presente un logo bianco. Il logo consiste in una forma a spirale che si arriccia a spirale verso l'interno e poi si riapre verso l'esterno. All'interno della spirale ci sono dodici stelle a cinque punte, allineate in modo uniforme. Sopra il logo c'è il testo "COUNCIL OF EUROPE" in maiuscolo. Sotto il logo c'è il testo "CONSEIL DE L'EUROPE" in maiuscolo.
alt-text: Un rettangolo blu scuro contiene il logo bianco dell'organizzazione Council of Europe. Il logo consiste in una forma a spirale bianca con dodici stelle a cinque punte all'interno. Sopra il logo si trova il testo "COUNCIL OF EUROPE" e sotto il testo "CONSEIL DE L'EUROPE".
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Al via la Contro-Conferenza della società civile “”Sulle droghe abbiamo un piano”
Il 6, 7 e 8 novembre si tiene a Roma la Contro-Conferenza sulle droghe, autoconvocata dalla rete di associazioni della società civile, attiva da anni per riforme puntuali e onnicomprensive di leggi e politiche in materia di stupefacenti proibiti.
La tre giorni si tiene in concomitanza con la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe che, contrariamente a quanto propagandato, ha sistematicamente evitato qualsiasi coinvolgimento di voci critiche all’approccio proibizionista, punizionista e paternalista del Governo Meloni.
Il programma inizia giovedì 6, alla Città dell’Altra Economia, alle ore 17:30, con tre sessioni con ospiti internazionali che affronteranno quanto avviene in seno all’Onu e l’Ue in materia droghe. Ci saranno approfondimenti, esperienze e storie di successo di riduzione del danno di accesso alle cosiddette terapie psichedeliche.
Venerdì 7, alla Città dell’Altra Economia, dalle ore 9, verrà presentato il piano di politiche alternative a quelle governative. La proposta affronterà la stigmatizzazione delle persone che usano droghe, il carcere e le misure alternative alla restrizione della libertà personale, l’impatto delle nuove misure repressive sulle politiche sociali, le riforme e le sinergie necessarie tra servizi su dipendenze e salute delle persone che usano sostanze. Per finire, è previsto un confronto tra realtà provenienti da zone o quartieri nell’occhio del ciclone repressivo e mediatico.
Alle ore 21, al Cinema Troisi si terrà una puntata live del podcast Illuminismo Psichedelico, seguita dalla proiezione del film All the beauty and the Bloodshed di Laura Poitras.
Sabato 8, alla Sala della Protomoteca in Campidoglio, dalle ore 9, dopo i saluti istituzionali del Comune di Roma, si terrà un dibattito sulla regolamentazione delle sostanze a partire dalle realtà tedesche e maltesi sulla cannabis, un confronto con i membri della rete nazionale degli Enti Locali per l’Innovazione sulle Droghe (ELIDE) e una conferenza stampa di presentazione del documento finale della Contro-Conferenza e le conclusioni. Dalle 14, in piazza Ugo La Malfa, inizierà il ritrovo per la Million Marijuana March, che dal Circo Massimo arriverà in Piazza Vittorio passando per il Colosseo.
L’articolo 15 della legge 309/90 sulle droghe prevede che: “15. Ogni tre anni venga convocata una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti, alla quale si invitano soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza”. La chiusura del governo alle proposte e alle critiche da parte di associazioni e reti civiche ha reso necessaria l’organizzazione di un incontro che denunciasse i passi indietro istituzionali, avvenuti dalla VI Conferenza convocata dal Governo Draghi a Genova nel 2021, dove analisi e contributi indipendenti erano stati parte integrante dell’incontro ufficiale.
Il copione della Conferenza governativa appare già scritto, e da mesi, dalle norme repressive dal decreto anti-rave, dal decreto cosiddetto Caivano, che ha riempito di minori le carceri, dalla trasformazione del codice stradale in una legge che criminalizza ulteriormente i consumatori di droghe, nonché dal cosiddetto Decreto Sicurezza che restringe le libertà individuali, assimilando sostanze senza effetti psicoattivi, come la cannabis light, a sostanze psicotrope proibite. Un copione che, come a norma della legge “Fini-Giovanardi”, prevede che “le conclusioni della Conferenza vengano comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa” e che quindi lascia presagire ulteriori giri di vite illiberali e criminogeni.
La Controconferenza è convocata da: A Buon Diritto, ARCI, Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, CNCA, Comunità di San Benedetto al Porto, Forum Droghe, Gruppo Abele, ItaNPUD, ITARDD, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, L’Isola di Arran, LILA, Meglio Legale e Tutela Pazienti Cannabis Medica.
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Anna Pompili a “50 anni di storia e storie dei consultori” – Quali presìdi di cura e di diritti
Roma – Sala Consiliare del Municipio I, Circonvallazione Trionfale 19
Giovedì 7 novembre 2025
Ore 15:00
, Anna Pompili, ginecologa e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, interverrà in occasione dell’incontro pubblico “50 anni di storia e storie dei consultori. Quali presìdi di cura e di diritti”, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità del Municipio I Roma Centro.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per celebrare i 50 anni dalla nascita dei consultori in Italia, ripercorrendone la storia attraverso esperienze e testimonianze, e discutere il loro futuro come presìdi di prossimità per la salute e la libertà delle persone.
Tra gli interventi, insieme ad Anna Pompili:
- Lorenza Bonaccorsi, Presidente del Municipio I
- Claudia Santoloce, Assessora alle Politiche sociali e Pari opportunità del Municipio I
- Laura Anelli, ginecologa coordinatrice dei consultori ASL RM1
- Monica Moriconi, delegata del Sindaco ASL RM1
- Silvia Ippolito, medico referente rapporti con le scuole del Distretto 1
Modera Daniela Spinaci, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Municipio I.
L’incontro è aperto a studenti, cittadine e cittadini, associazioni e comitati.
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Francesca Re e Mario Riccio all’incontro “Scelte di fine vita: ragioni e limiti del diritto penale”
Roma – Dipartimento di Giurisprudenza, Università Roma Tre
Via Ostiense 159, Aula 9Martedì 4 novembre 2025
Ore 10:00 – 12:00
Mario Riccio, Consigliere Generale e medico anestesista, e l’avv. Francesca Re, dottoressa di ricerca in diritto penale e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, intervengono all’interno del corso di Diritto Penale II e Diritto Penale Europeo del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, si terrà un incontro pubblico dal titolo:
“Scelte di fine vita: ragioni e limiti del diritto penale”.
L’appuntamento si inserisce nel quadro delle attività accademiche ma sarà aperto anche al pubblico interessato, fino a esaurimento posti.
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Domani si svolgerà l’udienza in Corte costituzionale sulla legge regionale della Toscana sul Fine vita
L’Associazione Luca Coscioni ha depositato un’opinione scritta
“La legge toscana è pienamente legittima, rientra nelle competenze regionali”, dichiara Filomena Gallo. Le fa eco Marco Cappato: “Il Parlamento sospenda l’esame della legge governativa in attesa del pronunciamento della Consulta”
Domani, 4 novembre, si terrà in Corte costituzionale l’udienza relativa al ricorso del Governo contro la legge della Regione Toscana n. 16/2025, frutto dell’iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, che regola nel dettaglio le modalità e i tempi per la verifica dei requisiti per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita, così come stabilita dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. La normativa si colloca pienamente nell’ambito delle competenze regionali in materia di tutela della salute, come stabilito dall’articolo 117 della Costituzione sulla ripartizione del potere legislativo esercitato da Stato e Regioni.
L’Associazione Luca Coscioni, per prospettare alla Corte le motivazioni sulla legittimità della legge toscana, ha depositato un’opinione scritta a titolo di amicus curiae, in cui evidenzia come la normativa regionale garantisca diritti fondamentali nel pieno rispetto della cornice costituzionale e del principio di autodeterminazione sancito dalla stessa Corte.
“La Regione Toscana ha operato nel pieno rispetto della Costituzione, introducendo una procedura trasparente e verificabile, che risponde direttamente ai requisiti stabiliti dalla Corte stessa: requisiti che la legge toscana non modifica né amplia rispetto alla sentenza “Cappato”, ma si limita ad attuare con chiarezza e uniformità, eliminando disparità di accesso alle verifiche e all’assistenza. Se questa legge dovesse cadere, chi vive una condizione di sofferenza irreversibile si vedrebbe privato di strumenti per esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione in tempi certi”, dichiara Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni.
Appare paradossale che, mentre impugna la legge toscana sostenendo una presunta interferenza con le competenze statali, lo stesso Governo – nel caso di “Libera” – abbia dichiarato, in sede giudiziaria, che la fornitura dei dispositivi necessari all’autosomministrazione del farmaco per la morte volontaria assistita rientra nelle competenze delle Regioni.
“In attesa del pronunciamento della Consulta, il Parlamento dovrebbe sospendere l’esame della legge proposta dal Governo, che, tra le altre modifiche, cancellerebbe proprio il ruolo del Servizio sanitario nazionale e quindi delle Regioni , pur stabilito con chiarezza della Corte costituzionale”, afferma Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
L’Associazione Luca Coscioni auspica che la Corte costituzionale confermi il testo il rispetto delle competenze regionali e respinga il ricorso governativo, a tutela dei diritti fondamentali delle persone malate.
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Il made in Italy era fatto ... in Romania. La Guardia di Finanza di Gorizia scopre l’inganno
I finanzieri del Comando Provinciale di Gorizia hanno scoperto un'organizzazione criminale coinvolta nella produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento fabbricati in Romania ma falsamente etichettati come "Made in Italy".
L'indagine, che ha ricostruito l'intera filiera produttiva illecita, è stata avviata grazie al monitoraggio territoriale effettuato nella provincia dell'Isonzo, punto di accesso chiave della cosiddetta "Rotta Balcanica". Durante un normale controllo di frontiera, è stato individuato un camion con targa rumena che trasportava 1.600 capi di abbigliamento femminile recanti la fuorviante etichetta "Made in Italy".
Successive indagini, condotte dai finanzieri con il coordinamento della Procura della Repubblica locale, hanno portato alla luce un traffico di capi di abbigliamento femminile prodotti in una fabbrica rumena e destinati alla vendita in Italia tramite due aziende con sede in Lombardia.
Le perquisizioni effettuate presso le due aziende italiane e i loro principali clienti in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto hanno portato al sequestro di ulteriori 1.900 capi di abbigliamento con etichette di origine ingannevoli. Attraverso approfondite indagini, gli agenti sono stati in grado di ricostruire le fasi produttive e commerciali alla base della creazione e della vendita di questi capi, identificando i soggetti responsabili dell'intera operazione.
Le indagini si sono concluse con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di Gorizia di 5 soggetti, responsabili della frode, e con lo smantellamento di un collaudato sistema produttivo in grado di immettere nei circuiti commerciali italiani ed europei quasi 3 milioni di capi di abbigliamento negli ultimi 5 anni.
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Che combinano Microsoft e OpenAi con i chip di Nvidia negli Emirati?
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Microsoft è la prima azienda a ricevere dal governo degli Stati Uniti l'autorizzazione a vendere i microchip di Nvidia negli Emirati Arabi Uniti. La società, assieme a OpenAi, punta a espandersi nel paese, dove ha
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Chinese Civilization and the Computerization of the World
Le notizie dal Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino su @Etica Digitale (Feddit)
This project aims to analyse the historical, economic, political/institutional, cultural, and philosophical background behind the computerization process that China has developed since the 1980s, with a focus on Artificial
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A Firenze una nuova data per lo sportello informativo sul Testamento Biologico
SMS Rifredi, Via Vittorio Emanuele II 303
Venerdì 7 novembre 2025
Dalle ore 17:00 alle 19:00
Aperto ogni primo venerdì del mese
In collaborazione con la Cellula Coscioni di Firenze, lo SMS Rifredi ospita uno sportello informativo mensile dedicato al testamento biologico (Disposizioni Anticipate di Trattamento – D.A.T.).
Lo sportello è pensato per fornire informazioni utili a comprendere, compilare e depositare correttamente il proprio testamento biologico, un documento fondamentale che permette a ogni persona di esprimere in anticipo la propria volontà sui trattamenti sanitari in caso di futura incapacità di decidere.
Per informazioni:
cellulafirenze@associazionelucacoscioni.it
info@smsrifredi.it
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Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Salvatore Luongo, in visita in Argentina, Paese membro della FIEP
Nella circostanza si sono svolti incontri per il rafforzamento della cooperazione con il Direttore Nazionale della Gendarmería Nacional, Comandante Generale Claudio Miguel Brilloni, e il Commissario Generale Luis Alejandro Rolle, Capo della Policía Federal Argentina.
Lo Stato sud-americano partecipa con la sua Gendarmeria Nazionale alla #FIEP (fiep.org/), un'associazione di Gendarmerie e Forze di Polizia nazionali con Status Militare.
L'obiettivo della FIEP (che iniziò la sua attività con le forze militari di Francia, Italia, Spagna e Portogallo) è quello di ampliare e rafforzare le relazioni reciproche, promuovere una riflessione innovativa e attiva sulle forme di cooperazione di polizia e valorizzare il suo modello di organizzazione e strutture all'estero.
L'Associazione facilita, in conformità agli accordi internazionali vigenti e alle normative nazionali, lo scambio di informazioni ed esperienze nei seguenti settori: Risorse umane (compresa la formazione e il reclutamento); Organizzazione del servizio; Nuove tecnologie e logistica; Affari Internazionali.
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A corollario della sua visita il Comandante Generale #Luongo è stato insignito della Medaglia d’Onore d’Oro della Policía Federal Argentina. \
A seguire, si é tenuto l’incontro con l’Ambasciatore d’Italia, Min. Plen. Fabrizio Lucentini, e i Carabinieri in servizio presso l'Ambasciata di Buenos Aires.
fabrizio reshared this.
Il TAR Sicilia accoglie il nostro ricorso per la mancata adozione del PEBA da parte del Comune di Catania
Il commento dell’avvocato Alessandro Gerardi: “Passo avanti verso il rispetto dei diritti delle persone con disabilità”
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia – sezione staccata di Catania – ha accolto l’istanza presentata da Filippo Tagnese e dall’Associazione Luca Coscioni, nominando un commissario ad acta (funzionario pubblico nominato da un giudice) per garantire che il Comune di Catania dia finalmente seguito alla domanda volta a ottenere l’adozione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).
La decisione del TAR arriva dopo la sentenza del 12 maggio 2025, con la quale il Tribunale aveva già accertato il silenzio-inadempimento del Comune e lo aveva obbligato a emanare un provvedimento entro 45 giorni. Poiché l’Amministrazione non ha rispettato i termini, il TAR ha ora disposto la nomina del Segretario Generale della Città Metropolitana di Messina come commissario ad acta, incaricato di assicurare, entro 180 giorni, la conclusione del procedimento con il quale è stata chiesta l’adozione del PEBA.
“Si tratta di un risultato importante – dichiara l’avvocato Alessandro Gerardi, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni – perché il TAR ha riconosciuto la fondatezza della nostra iniziativa e l’obbligo del Comune di rispondere alla diffida che avevamo presentato. Ora attendiamo che le istituzioni adempiano a quanto ordinato dal Tribunale, fornendo una risposta formale e motivata sulla richiesta di adozione del PEBA. È un passo avanti significativo verso il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, ma la partita non è ancora chiusa”.
La Cellula di Catania dell’Associazione Luca Coscioni continuerà a monitorare l’evoluzione del procedimento, affinché l’Amministrazione comunale rispetti le tempistiche e gli obblighi stabiliti dal TAR e si arrivi finalmente a un piano concreto per rendere la città accessibile a tutte e a tutti.
L'articolo Il TAR Sicilia accoglie il nostro ricorso per la mancata adozione del PEBA da parte del Comune di Catania proviene da Associazione Luca Coscioni.
Ecco chi ci rimette davvero col bando di Meta alla pubblicità politica nell’Ue
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Stando a un articolo della Columbia Journalism Review, lo stop di Meta alla pubblicità politica nell’Ue, sta tagliando fuori un gran numero di articoli, compromettendo
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OpenAI rivela quante persone mostrano problemi di salute mentale su ChatGPT
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Oltre 1 milione di utenti di ChatGPT mostrano intenti suicidi e circa 560.000 startmag.it/sanita/openai-rive…
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Un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa
Il rapporto ESPAD 2024 “School Survey on Alcohol and Other Drugs”, pubblicato recentemente da #EUDA (l’ Agenzia dell'Unione europea sulle droghe il cui obiettivo generale è contribuire a migliorare la preparazione dell'Unione europea in materia di droghe), fornisce un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa. Questo rapporto approfondisce i risultati di sintesi pubblicati inizialmente a maggio 2025, descrivendo una generazione in fase di significativa trasformazione. Per garantire un'ampia accessibilità, il rapporto ESPAD 2024 è corredato da una serie di strumenti aggiuntivi. I risultati dell'ESPAD 2024 si riferiscono alle esperienze e alle percezioni degli studenti riguardo a una varietà di sostanze, tra cui tabacco, alcol, droghe illecite, inalanti, prodotti farmaceutici e nuove sostanze psicoattive (NPS). Vengono affrontati anche l'uso dei social media, dei videogiochi e del gioco d'azzardo.
Come detto, una sintesi dei principali risultati è stata pubblicata dalle organizzazioni a maggio 2025 ed è disponibile in 25 lingue sul sito web dell'EUDA (euda.europa.eu/index_en).
I punti salienti indicano che il consumo di alcol, tabacco e cannabis tra gli adolescenti continua a diminuire, ma che nuovi rischi comportamentali e per la salute sono in aumento. Il rapporto solleva crescenti preoccupazioni circa l'aumento dell'uso di sigarette elettroniche, l'uso non medico di farmaci da prescrizione e un aumento significativo dell'uso di social media, giochi online e gioco d'azzardo tra gli adolescenti. Queste tendenze sono più pronunciate tra le ragazze, dove i divari di genere di lunga data nell'uso di sostanze sembrano ridursi o addirittura invertirsi. Secondo il rapporto: "Sebbene il continuo calo dell'uso di sostanze già note sia positivo, ciò non corrisponde necessariamente a una riduzione del rischio. Infatti, l'interazione tra l'uso di sostanze psicoattive e i comportamenti digitali a rischio rappresenta una nuova e complessa sfida per la salute pubblica".
Lo studio, condotto in collaborazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (#EMCDDA) e coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (#CNR), si basa su un'indagine del 2024 condotta in 37 paesi europei, inclusi 25 Stati membri dell'UE. Si tratta dell'ottava ondata di raccolta dati condotta dal progetto ESPAD dal 1995 e la prima condotta dopo la pandemia di COVID-19. Un totale di 113.882 studenti di età compresa tra 15 e 16 anni hanno partecipato a quest'ultima indagine, rispondendo a un questionario anonimo. Questa edizione segna 30 anni di monitoraggio dei comportamenti a rischio degli adolescenti in tutta Europa.
Tra le nuove sfide per le politiche e le pratiche, il rapporto evidenzia tre priorità strategiche: 1) Ampliare la prevenzione basata sull'evidenza scientifica: sono necessari approcci più ampi e basati sull'evidenza scientifica per affrontare l'intero spettro dei comportamenti a rischio dei giovani di oggi. 2) L'implementazione del Curriculum di Prevenzione dell'Unione Europea (EUPC), un programma di formazione per i professionisti della prevenzione ampiamente adottato dall'EMCDDA, rappresenta un passo avanti positivo, così come il registro Xchange dei programmi di prevenzione valutati dall'agenzia. 3) Dare priorità alla salute mentale e al benessere: le nuove vulnerabilità richiedono maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere nelle scuole e nelle comunità. Approcci sensibili al genere nella promozione della salute sono necessari per affrontare i rischi emergenti tra le ragazze adolescenti.
Affrontare gli ambienti digitali
E’ necessaria un'azione urgente per sviluppare interventi che limitino l'esposizione dei giovani ai rischi digitali. Tra queste, la lotta ai potenziali danni del gioco online (ad esempio, la progettazione che crea dipendenza) o la prevenzione dell'accesso al gioco d'azzardo online da parte dei minori (ad esempio, una verifica più efficace dell'identità digitale e dell'età).
Il rapporto si conclude sottolineando la necessità di comprendere e rispondere meglio ai cambiamenti complessi e dinamici che plasmano la vita dei giovani e di costruire fiducia attraverso interventi multisettoriali e flessibili. "Solo attraverso una prospettiva così sistemica il rischio può essere trasformato in resilienza e si possono creare ambienti che supportino lo sviluppo di giovani più sani e consapevoli di sé". Il monitoraggio continuo e collettivo del progetto #ESPAD svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione dei comportamenti a rischio degli adolescenti e nel fornire prove solide e comparabili nel tempo e tra i diversi paesi per orientare il processo decisionale.
Il rapporto ESPAD 2024 offre spunti unici per orientare la prevenzione e le politiche. A seguito della pandemia di COVID-19 e nel contesto dei conflitti in corso in Europa e Medio Oriente, l'ESPAD ha inoltre rafforzato la sua attenzione sul benessere mentale degli adolescenti. Questo ciclo di indagini ha incluso una nuova enfasi sul benessere mentale e sulle attività di prevenzione, riconoscendo la crescente importanza di questi fattori nel plasmare i risultati di salute degli adolescenti.
Il Rapporto è scaricabile qui: espad.org/sites/default/files/…
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“Inammissibile per difetto di giurisdizione”: quando la democrazia resta senza giudice
Con la sentenza n. 3488 del 30 ottobre 2025, il tribunale amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e dai promotori della proposta di legge popolare “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito.
In parole semplici, il TAR ha deciso di non potersi pronunciare sul merito del ricorso, ritenendo che l’atto impugnato — la deliberazione del Consiglio regionale che, nel novembre 2024, aveva bloccato la discussione della proposta — sia un atto politico-legislativo e non amministrativo. Per questo motivo, secondo i giudici, nessun tribunale può sindacare una scelta di questo tipo.
Cosa significa “difetto di giurisdizione”? Il “difetto di giurisdizione” è una formula tecnica, ma le sue conseguenze sono molto concrete. Significa che il giudice non può entrare nel merito della questione, anche se riconosce che esiste un problema giuridico o democratico. Nel nostro caso, il TAR non ha potuto valutare se la Regione Lombardia abbia agito correttamente nel bloccare la proposta di legge popolare: ha semplicemente stabilito che non ha il potere di giudicarlo.
In termini democratici, questo lascia senza tutela i diritti dei cittadini che si sono attivati, numerosi, per esercitare l’iniziativa legislativa popolare. Non perché la loro richiesta sia infondata, ma perché non esiste un giudice competente a controllare l’operato politico di un Consiglio regionale.
Abbiamo così un diritto senza garanzie.
La nostra iniziativa “Liberi Subito” aveva raccolto oltre 8.000 firme, era stata dichiarata ammissibile dagli uffici del Consiglio regionale, e rispondeva alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, che riconosce il diritto al suicidio medicalmente assistito in casi precisi.
Nonostante ciò, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una pregiudiziale di incostituzionalità, fermando la proposta prima della discussione in Aula. Abbiamo chiesto al TAR di intervenire per difendere il diritto dei cittadini a vedere discussa la loro proposta, non per imporne l’approvazione. Ma la risposta è stata che nessun giudice può intervenire, perché la decisione è “politica”.
Ecco il paradosso: i cittadini hanno un diritto previsto dalla legge — quello di iniziativa legislativa popolare — ma nessuno può garantirne l’effettività. Questa interpretazione svuota di significato lo strumento dell’iniziativa popolare. Se anche una proposta conforme alla legge e alla Costituzione può essere esclusa dal dibattito pubblico senza rimedio, allora il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi è solo formale.
La nostra Costituzione si fonda sul principio della partecipazione democratica, non sulla discrezionalità politica di chi governa. Quando le istituzioni si sottraggono al confronto, e i giudici dichiarano di non poter intervenire, si crea un vuoto di responsabilità. Un vuoto che nessun cittadino dovrebbe accettare. Non è un problema solo lombardo. Questa sentenza riguarda tutti. Perché non si parla di diritto di iniziativa popolare: uno strumento che dovrebbe garantire ai cittadini la possibilità di proporre leggi e costringere le istituzioni a discuterle.
Se un Consiglio regionale può bloccare qualsiasi proposta con una votazione interna e se nessun giudice può intervenire, allora ogni iniziativa popolare può essere vanificata. Oggi tocca a “Liberi Subito”, domani potrebbe riguardare qualunque altro tema.
Chiediamo allora che il Parlamento e le Regioni introducano norme chiare che obblighino le assemblee elettive a discutere pubblicamente le proposte popolari, almeno una volta. Chiediamo che la giustizia amministrativa possa vigilare sulle garanzie procedurali legate alla partecipazione dei cittadini. E chiediamo che la Corte costituzionale si esprima presto, per ristabilire un equilibrio tra autonomia politica e tutela dei diritti.
L’Associazione Luca Coscioni continuerà a battersi perché l’iniziativa popolare non resti una finzione, ma torni a essere uno strumento effettivo di democrazia. Non ci fermeremo davanti a una dichiarazione di “difetto di giurisdizione”, perché il vero difetto, oggi, è quello di giustizia e di rappresentanza.
La libertà di scegliere, di partecipare e di essere ascoltati non può essere fermata da un voto procedurale. E continueremo, nelle aule dei tribunali* e in quelle della politica, a farlo capire.
*Collegio di difesa per l’Associazione Luca Coscioni: avvocati Filomena Gallo, Giulia Crivellini e Massimo Rossi.
Approfondimenti:
Link decisione
Link scheda tecnica
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Due anni fa, l’attrice e regista Sibilla Barbieri era costretta ad andare in Svizzera per il suicidio assistito dopo il diniego della sua ASL in Italia
Sei procedimenti ancora sospesi per Cappato e gli altri volontari di Soccorso Civile che hanno aiutato malati a morire all’estero
A due anni dalla morte in Svizzera di Sibilla Barbieri, attrice, regista e paziente oncologica romana con prognosi infausta breve, sono ancora in corso le indagini presso la Procura di Roma sul caso. L’attrice morì in Svizzera tramite suicidio assistito il 31 ottobre 2023. La Commissione aziendale aveva negato a Sibilla la possibilità di accedere in Italia all’aiuto medico alla morte volontaria, sostenendo che non vi fosse un “trattamento di sostegno vitale” e che “le condizioni attuali non fossero coerenti con sofferenze fisiche intollerabili”.
Si è appreso, tuttavia, solo dopo la sua morte, che il Comitato etico — prima ancora della decisione dei medici dell’ASL — aveva confermato la sussistenza di tutti i requisiti previsti dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale.
In realtà, Sibilla dipendeva dall’ossigenoterapia e da farmaci per il dolore, che, se interrotti, le avrebbero causato una morte rapida e dolorosa. Tramite i suoi legali, si era opposta al diniego dell’ASL, ma la sua opposizione non aveva trovato alcun riscontro da parte dell’Azienda sanitaria.
Sibilla è stata accompagnata dal figlio Vittorio Parpaglioni e da Marco Perduca. Entrambi si autodenunciarono per aiuto al suicidio, reato punito fino a 12 anni di reclusione, insieme a Marco Cappato, presidente e rappresentante legale di Soccorso Civile, l’associazione che offre supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. Alla loro azione di disobbedienza civile hanno contribuito anche Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto e Riccardo Magi.
A oggi, sono sei i procedimenti aperti in quattro città italiane, a carico di tredici persone, per casi analoghi di accompagnamento alla morte volontaria in Svizzera.
Oltre al caso di Sibilla Barbieri a Roma, i procedimenti aperti sono:
- Milano – per l’aiuto prestato al signor Romano, lombardo (morto in Svizzera a novembre 2022) e alla veneziana Elena Altamira (morta in Svizzera ad agosto 2022). Il primo affetto da parkinsonismo atipico e la seconda paziente oncologica. Attualmente, a seguito della decisione della Corte costituzionale (sentenza 66/2025) il procedimento risulta ancora pendente dinanzi al tribunale di Milano, nello specifico il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale.
- Milano – per l’aiuto fornito a Margherita Botto, milanese (morta in svizzera a novembre 2023). Indagini in corso.
- Firenze – per l’aiuto fornito al toscano Massimiliano (MIB), affetto da sclerosi multipla, morto in Svizzera l’8 dicembre 2022, è stato sollevato un incidente di costituzionalità, che ha portato all’intervento della Corte costituzionale con la sentenza n. 135/2024. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha disposto l’imputazione coatta per Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli. All’udienza del 4 giugno 2025, il giudice dell’udienza preliminare (GUP) ha deciso il trasferimento degli atti alla Procura di Como.
- Bologna – per l’aiuto fornito a Paola, bolognese, morta in Svizzera 8 febbraio 2023. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale (Maltese, Fiume, Cappato).
In aggiunta ai 6 procedimenti aperti, ci sono stati 3 casi di accompagnamenti in Svizzera da parte di volontari di Soccorso Civile, ai quali non è seguita una autodenuncia (ma l’aiuto fornito è stato reso noto con conferenza stampa), senza che siano state ancora aperte inchieste.
- “Ines”, donna lombarda di 51 anni, affetta da sclerosi multipla, morta il 30 luglio 2024, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
- Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla, morta il 31 luglio 2025, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
- “Fabrizio”, 79enne ligure, affetto da patologia neurodegenerativa, morto il 24 settembre 2025, aiutato da Cinzia Fornero e Roberta Pelletta e Marco Cappato.
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La Gallery di Ottobre
Ecco un po’ di foto dalle nostre Cellule Coscioni in giro per l’Italia, dagli eventi tematici sul Testamento biologico a Lizzano in Belvedere (Bologna), Torino e Travacò Siccomario (Pavia) alla raccolta firme sulle terapie psichedeliche, organizzata dalla Cellula Coscioni di Roma. Clicca sull’icona della macchina fotografica per scorrere le foto!
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Serata informativa sul Testamento Biologico – DAT a Fossano
Hostello Sacco, Via Cavour 33/35, Fossano (CN)
Martedì 4 novembre 2025
Ore 21:00
Ingresso libero
La Cellula Coscioni di Cuneo partecipa e promuove, insieme a Partito Democratico, Democratiche e Fossano Democratica, una serata dedicata al Testamento Biologico e alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).
Un appuntamento pubblico per informare i cittadini sui propri diritti in ambito sanitario, anche in caso di perdita della capacità di intendere e volere.
Durante l’incontro sarà possibile chiarire dubbi e approfondire la procedura di redazione e deposito delle DAT, previste dalla legge 219/2017.
Intervengono:
- Prof. Oscar Bertetto – Fondatore della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta
- Avv. Maria Grazia Soleri – Foro di Cuneo, docente in corsi di formazione sulle DAT
- Don Luca Margaria – Sacerdote e docente di Filosofia
Modera Rosita Serra, PD Fossano
Per maggiori informazioni:
cellulacuneo@associazionelucacoscioni.it
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Liberi subito Lombardia, il TAR dichiara inammissibile il nostro ricorso
Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Così viene vanificata l’iniziativa popolare. Valutiamo nuove azioni legali”
Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e rigetta la richiesta delle Regione e le associazioni “Pro Vita”
Con sentenza depositata il 30 ottobre 2025, il TAR per la Lombardia – Sezione Quinta – ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e da alcuni cittadini lombardi contro la deliberazione del Consiglio regionale che, a novembre scorso, aveva dichiarato inammissibile la proposta di legge di iniziativa popolare n. 56/XII sul suicidio medicalmente assistito.
Secondo il TAR, la decisione del Consiglio regionale di non discutere la proposta, tramite la messa al voto di una questione pregiudiziale di costituzionalità, rientra nell’attività legislativa interna dell’assemblea e non può essere oggetto di sindacato giurisdizionale.
L’Associazione sottolinea che questa interpretazione svuota di significato l’iniziativa legislativa popolare a livello regionale: anche quando una proposta è formalmente ammissibile e coerente con la normativa statale, può essere sottratta alla discussione senza possibilità di controllo o rimedio.
Dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni:
Il TAR ha ritenuto di non potersi esprimere, ma così facendo consente che un Consiglio regionale possa impedire ai cittadini di vedere anche solo discussa una proposta di legge di iniziativa popolare, anche se conforme al quadro normativo regionale sulle proposte di legge per cui tantissimi cittadini hanno firmato affinché fosse discussa.È una ferita alla democrazia partecipativa. L’iniziativa popolare non può ridursi a un atto simbolico: va garantita la discussione pubblica nelle sedi istituzionali. È un modo per svuotare il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi.
Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e afferma che deve rigettare la richiesta delle controparti – Regione e le associazioni “Pro Vita” – di rinviare l’udienza (quella che si era tenuta il 22 settembre scorso) per attendere la pronuncia della Corte costituzionale del prossimo 4 novembre sulla competenza tra Stato e regioni in materia di procedure attuative di suicidio medicalmente assistito, poiché le esigenze rappresentate dalle associazioni intervenienti (le associazioni “pro vita”) sono del tutto indipendenti rispetto al sindacato di legittimità sugli atti del presente giudizio.
L’Associazione valuterà ora nuove iniziative legali e politiche per garantire che l’iniziativa legislativa popolare – strumento previsto dallo Statuto regionale e dalla Costituzione – torni a essere effettiva e vincolante almeno per la discussione pubblica nelle assemblee elettive.
Approfondimento: Scheda tecnica
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Chi paga la bolletta dell’intelligenza artificiale
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Dietro la promessa dell’intelligenza artificiale si nasconde una vorace macchina energetica: data center che consumano quanto interi Paesi, nuove centrali a gas e una corsa globale all’elettricità per alimentare il cervello digitale del
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Nvidia e Palantir, la strana coppia
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Parole, affari, sintonie e divergenze fra Nvidia e Palantir. L'approfondimento di Alessandro Aresu
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Il grande Indiano che sconfigge BlackRock con la non-violenza e dà inizio allo... scoppio della bolla dei fondi di investimento.
@Politica interna, europea e internazionale
Nuova Delhi:
In quello che viene descritto come un atto di frode finanziaria "mozzafiato", la divisione di investimento nel credito privato della società di investimenti globale BlackRock e diversi importanti istituti di credito stanno ora cercando di recuperare più di 500 milioni di dollari persi in una frode sui prestiti presumibilmente orchestrata dal dirigente indiano del settore delle telecomunicazioni Bankim Brahmbhatt.
Secondo un rapporto esclusivo del Wall Street Journal , i creditori, tra cui HPS Investment Partners di BlackRock, hanno accusato Brahmbhatt, proprietario delle società di servizi di telecomunicazione Broadband Telecom e Bridgevoice, di aver falsificato fatture e crediti commerciali che erano stati dati in garanzia per prestiti ingenti. La causa, intentata ad agosto negli Stati Uniti, sostiene che la rete di società di Brahmbhatt abbia costruito sulla carta l'illusione di una solida situazione finanziaria, trasferendo denaro all'estero, in India e Mauritius.
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Porno, AI, big tech: un approccio adeguato alla rivoluzione digitale è indispensabile
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L’intelligenza artificiale è uno strumento formidabile per chi lo sappia usare tecnicamente e possieda la consapevolezza adeguata dei contenuti da reperire,
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L’ombra cinese non raffredda i conti di Apple
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Trimestre oltre le attese per il gigante tech di Cupertino, con fatturato e utili in aumento. Boom dei servizi, che compensa il calo vendite in Cina. Il ceo Cook startmag.it/innovazione/lombra…
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Dalla nona conferenza globale sulle finanze criminali e le criptovalute emerge la necessità di standard e cooperazione più forti
I partecipanti all'evento di Vienna – organizzato congiuntamente da #Europol, #UNODC e dall'Istituto di governance di Basilea (#BaselInstituteonGovernance) – hanno acquisito nuove informazioni sui modi in evoluzione in cui le #criptovalute e la tecnologia #blockchain vengono utilizzate dalla criminalità. La conferenza del 28 e 29 ottobre 2025 ha riunito più di 250 partecipanti presenti (e più di 1 000 online) provenienti da un'ampia gamma di settori, tra cui forze dell'ordine, pubblici ministeri, regolatori, ricercatori e importanti società di intelligence blockchain.
La crescente sofisticazione delle tattiche criminali comporta rischi, non solo per il settore delle criptovalute e per le vittime della truffa, ma per la società in generale. Questi rischi includono crimini gravi come il traffico di droga, il finanziamento del terrorismo e l’evasione delle sanzioni.
Le forze dell'ordine, i partner del settore privato e il mondo accademico stanno rapidamente facendo progredire la loro capacità di contrastare le minacce poste dai sofisticati crimini legati alle criptovalute e dal riciclaggio di denaro. Gli strumenti avanzati stanno riducendo la dipendenza dal tracciamento manuale, mentre una serie di operazioni transfrontaliere di successo mostrano il potere della collaborazione.
Anche la ricerca e dati affidabili sull’uso delle criptovalute per scopi criminali sono fondamentali affinché i governi possano valutare i rischi e rispondere in modo appropriato.
La natura senza confini delle blockchain significa che i proventi criminali possono attraversare il globo in pochi secondi, mentre la cooperazione formale tra le autorità può richiedere ancora giorni o settimane. Canali interagenzia più rapidi sono vitali, hanno affermato i partecipanti, nonché un più stretto coordinamento tra investigatori e pubblici ministeri.
I partenariati pubblico-privato sono stati fondamentali per interrompere le attività illecite sulla blockchain, ma devono essere migliorati e ridimensionati. Questo è stato un tema chiave del primo giorno, dedicato alla collaborazione intersettoriale.
Anche un evento collaterale guidato dal Gruppo Wolfsberg ha sottolineato l'importanza della cooperazione tra privati.
Le criptovalute sono ora una caratteristica comune delle indagini sulla criminalità finanziaria, ma molte agenzie non hanno ancora le competenze e le risorse per perseguire piste o recuperare beni. Lo sviluppo di team specializzati e il miglioramento delle competenze degli ufficiali e funzionari in prima linea sono essenziali.
Con l’espansione e l’evoluzione dell’uso delle criptovalute, la Conferenza globale congiunta rimane una piattaforma unica per il dialogo e la cooperazione pratica.
Sviluppando standard chiari, rafforzando la cooperazione e sviluppando capacità, si possono garantire collettivamente le innovazioni finanziarie affinchè siano sfruttate per il bene pubblico prevenendone al tempo stesso gli abusi da parte dei criminali.
Scopri di più sulla conferenza e trova i collegamenti a eventuali registrazioni sul Pagina dell'evento della 9a Conferenza globale sulle finanze penali e le criptovalute a questo link baselgovernance.org/9crc
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Musica, cosa cela la pace tra Universal Music e Udio sull’IA
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Universal Music Group e la startup Udio chiudono la disputa legale sul copyright e annunciano per il 2026 una piattaforma musicale basata su intelligenza artificiale addestrata su brani concessi in licenza dagli
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Half-good new Danish Chat Control proposal
Denmark, currently presiding over the EU Council, proposes a major change to the much-criticised EU chat control proposal to search all private chats for suspicious content, even at the cost of destroying secure end-to-end encryption: Instead of mandating the general monitoring of private chats (“detection orders”), the searches would remain voluntary for providers to implement or not, as is the status quo. The presidency circulated a discussion paper with EU country representatives today, aiming to gather countries’ views on the updated (softened) proposal. The previous Chat Control proposal had even lost the support of Denmark’s own government.
“The new approach is a triumph for the digital freedom movement and a major leap forward when it comes to saving our fundamental right to confidentiality of our digital correspondence”, comments Patrick Breyer (Pirate Party), a former Member of the European Parliament and digital freedom fighter. “It would protect secure encryption and thus keep our smartphones safe. However, three fundamental problems remain unsolved:
1) Mass surveillance: Even where voluntarily implemented by communications service providers such as currently Meta, Microsoft or Google, chat control is still totally untargeted and results in indiscriminate mass surveillance of all private messages on these services. According to the EU Commission, about 75% of the millions of private chats, photos and videos leaked every year by the industry’s unreliable chat control algorithms are not criminally relevant and place our intimate communication in unsafe hands where it doesn’t belong. A former judge of the European Court of Justice, Ninon Colneric (p. 34-35), and the European Data Protection Supervisor (par. 11) have warned that this indiscriminate monitoring violates fundamental rights even when implemented at providers’ discretion, and a lawsuit against the practice is already pending in Germany.
The European Parliament proposes a different approach: allowing for court orders mandating the targeted scanning of communications, limited to persons or groups connected to child sexual abuse. The Danish proposal lacks this targeting of suspects.
2) Digital house arrest: According to Article 6, users under 16 would no longer be able to install commonplace apps from app stores to “protect them from grooming”, including messenger apps such as WhatsApp, Snapchat, Telegram or Twitter, social media apps such as Instagram, TikTok or Facebook, games such as FIFA, Minecraft, GTA, Call of Duty, and Roblox, dating apps, video conferencing apps such as Zoom, Skype, and FaceTime. This minimum age would be easy to circumvent and would disempower as well as isolate teens instead of making them stronger.
3) Anonymous communications ban: According to Article 4 (3), users would no longer be able to set up anonymous e-mail or messenger accounts or chat anonymously as they would need to present an ID or their face, making them identifiable and risking data leaks. This would inhibit, for instance, sensitive chats related to sexuality, anonymous media communications with sources (e.g. whistleblowers), and political activity.
All things considered, the new Danish proposal represents major progress in terms of keeping us safe online, but it requires substantially more work. However, the proposal likely already goes too far already for the hardliner majority of EU governments and the EU Commission, whose positions are so extreme that they will rather let down victims altogether than accept a proportionate, court-proof and politically viable approach.”
Intelligenza artificiale e PMI: a Bruxelles il confronto sulle sfide europee e regionali
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L’intelligenza artificiale non è più soltanto un tema per esperti o grandi multinazionali. A Bruxelles, presso la Camera di Commercio
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Tutte le iniziative africane di PagoPa
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PagoPA ai tavoli internazionali per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione in Africa
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Che succede a Prysmian in borsa?
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I risultati di Prysmian nel terzo trimestre del 2025 superano le attese e la società alza le previsioni per l'intero anno. Il titolo, però, crolla in borsa: ecco cosa è successo.
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Microsoft batte le attese ma spende (troppo) per l’AI
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Microsoft cresce (oltre le attese) ma spende troppo per il cloud AI: titolo giù del 4% dopo la trimestrale
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Chi era Dracula? La vera storia del conte Vlad, da Focus.it
In Romania Vlad III Dràculea (il Diavolo) è un eroe nazionale: vissuto alla metà del '400 è considerato un padre della patria.
La propaganda nemica ne fece invece un mostro assetato di sangue.
Molto di quel che si dice di lui deriva da racconti sensazionalistici diffusi proprio alla fine del XV secolo, che poi ispirarono (nel nome almeno) il vampiro protagonista del romanzo gotico Dracula (1897) di Bram Stoker
Scopri tutto qui
focus.it/cultura/storia/30-ott…
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[AF]2050
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IZ5WGA
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