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Anche l'Italia partecipa alle operazioni delle Forze di Polizia europee per sequestrare giocattoli contraffatti e pericolosi


Le operazioni #LUDUS IV e V hanno coordinato gli sforzi delle forze dell'ordine dell' #UE, che hanno portato al sequestro di 16,6 milioni di giocattoli contraffatti per un valore di 36,8 milioni di euro e alla segnalazione di 555 persone alle autorità.

Questi giocattoli falsi presentano gravi rischi per la salute dei bambini, tra cui l'esposizione a sostanze chimiche tossiche, rischi di soffocamento, livelli di rumore eccessivi che causano danni all'udito e rischi di incendio dovuti a componenti elettrici non conformi.

Le operazioni hanno coinvolto 26 paesi (Italia compresa), coordinate da #Europol, con il supporto di #EUIPO e #OLAF, e hanno preso di mira le reti criminali che sfruttano il mercato globale dei giocattoli (300 miliardi di euro,) che risulta essere il secondo settore più colpito dalla contraffazione al mondo. E'0 stato calcolato che il commercio di giocattoli contraffatti causa annualmente circa 1 miliardo di euro di mancate vendite nell' UE e comporta una perdita di 3.600 posti di lavoro, evadendo al contempo ingenti entrate fiscali.

Per saperne di più sulla contraffazione dei giocattoli e come difendersi:
uibm.mise.gov.it/attachments/c…

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Ecco i piani di Merz per far germogliare innovazione e digitale in Germania

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Merz accelera su uno degli eterni cantieri tedeschi, l'innovazione e il digitale. Il cancelliere ha deciso di creare un nuovo “Gruppo strategico per la tecnologia e l’innovazione” per recuperare il ritardo tedesco su digitale e AI,

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Il Risarcimento per Danno Biologico non è Reddito! Il TAR Napoli dà ragione ai cittadini disabili.


Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania, Sezione Nona, con la recente Sentenza N. 06288/2025, ha stabilito un principio fondamentale a tutela delle persone con disabilità, accogliendo il ricorso di un cittadino che si è visto revocare l’assegno di cura a causa di un ISEE gonfiato.

La Controversia: Assegno di Cura Revocato per ISEE “Falsato”


Il caso ha origine dalla revoca dell’assegno di cura da parte del Comune di Teano (Comune capofila dell’Ambito territoriale dei servizi sociali C03) nei confronti del coniuge del ricorrente. La misura era stata revocata a seguito di un’attestazione ISEE rilasciata dall’INPS ritenuta errata.

L’errore risiedeva nell’aver incluso nel calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) le somme percepite a titolo di risarcimento per danno biologico. Secondo l’INPS, tale risarcimento avrebbe dovuto figurare come componente reddituale o patrimoniale mobiliare.

I ricorrenti hanno impugnato tale decisione, lamentando la violazione dell’art. 4 del DPCM 159/2013. La loro tesi era chiara: le somme risarcitorie non sono tassabili e non sono reddito. In ricorso, si è dedotto che la dicitura “ogni altro componente reddituale esente da imposta” si riferisce ad un reddito e non già ad un risarcimento per perdite “non reddituali”.

Il Principio Giuridico: Funzione Compensativa, Non di Arricchimento


Il TAR della Campania ha dato pieno accoglimento al ricorso, aderendo all’orientamento consolidato del Consiglio di Stato (sentenza n. 838/2016).

Il Collegio ha ribadito che il regolamento ISEE (D.P.C.M. 5 dicembre 2013 n. 159) è illegittimo nella parte in cui include, tra i trattamenti fiscalmente esenti ma rilevanti, l’indennità o il risarcimento a favore delle situazioni di «disabilità». Tali somme, inclusi gli indennizzi da danno biologico invalidante, devono essere considerate per ciò che essi sono, perché poste a fronte di una condizione di disabilità grave e già in sé non altrimenti rimediabile.

Il TAR ha respinto la tesi dell’INPS secondo cui il risarcimento del danno costituirebbe comunque componente patrimoniale mobiliare nell’ambito dell’attestazione ISEE.

Il ragionamento seguito dal Giudice di appello e fatto proprio dal TAR è il seguente:

  • Le forme risarcitorie e l’indennità di accompagnamento non servono a remunerare alcunché, né all’accumulo del patrimonio personale.
  • La loro funzione è compensare un’oggettiva ed ontologica situazione d’inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale.
  • Il risarcimento viene accordato per pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva.


Di conseguenza, lo strumento ISEE, che misura il livello economico del nucleo familiare, non può definire reddito ma neppure patrimonio un’indennità o un risarcimento.

Ripercussioni e Normativa Successiva


L’accoglimento del ricorso comporta che il coniuge dei ricorrenti ha diritto ad essere reinserito nell’elenco degli ammessi alla erogazione dell’assegno di cura. Il Collegio ha altresì condannato l’INPS e il Comune di Teano al pagamento delle spese di lite.

È importante sottolineare, come rilevato nella sentenza, che l’orientamento giurisprudenziale è stato recepito anche a livello normativo dal d.P.C.M n. 13 del 14 gennaio 2025. Tale decreto ha modificato l’art. 4 del D.P.C.M. 159/2013, escludendo esplicitamente dal calcolo dell’ISEE i trattamenti percepiti in condizione di disabilità laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF.

In sintesi: La sentenza del TAR conferma che i risarcimenti per danno biologico e le indennità di disabilità non sono strumenti di arricchimento, ma di ristoro, e pertanto la loro inclusione nell’ISEE penalizza ingiustamente le famiglie che già vivono una condizione di svantaggio, distorcendo l’accesso alle prestazioni sociali agevolate.

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Reality Check: EU Council Chat Control Vote is Not a Retreat, But a Green Light for Indiscriminate Mass Surveillance and the End of Right to Communicate Anonymously


Contrary to headlines suggesting the EU has “backed away” from Chat Control, the negotiating mandate endorsed today by EU ambassadors in a close split vote paves the way for a permanent infrastructure of mass surveillance. Patrick Breyer, digital freedom fighter and expert on the file, warns journalists and the public not to be deceived by the label “voluntary.”

While the Council removed the obligation for scanning, the agreed text creates a toxic legal framework that incentivizes US tech giants to scan private communications indiscriminately, introduces mandatory age checks for all internet users, and threatens to exclude teenagers from digital life.

“The headlines are misleading: Chat Control is not dead, it is just being privatized,” warns Patrick Breyer. “What the Council endorsed today is a Trojan Horse. By cementing ‘voluntary’ mass scanning, they are legitimizing the warrantless, error-prone mass surveillance of millions of Europeans by US corporations, while simultaneously killing online anonymity through the backdoor of age verification.”

The Three Hidden Dangers of the Council’s “Voluntary” Deal


The Council’s mandate stands in sharp contrast to the European Parliament’s position, which demands that surveillance be targeted only at suspects and age checks are to remain voluntary. The Council’s approach introduces three critical threats that have largely gone unreported:

1. “Voluntary” Means Indiscriminate Mass Scanning (The Chat Control 1.0 Trap)
The text aims to make the temporary “Chat Control 1.0” regulation permanent. This allows providers like Meta or Google to scan all private chats, indiscriminately and without a court order.

  • The Reality: This is not just about finding known illegal images. The mandate allows for the scanning of private text messages, unknown images, and metadata using unreliable algorithms and AI.
  • The Failure: These algorithms are notoriously unreliable. The German Federal Police (BKA) has warned that 50% of all reports generated under the current voluntary scheme are criminally irrelevant.
  • Breyer’s comment: “We are talking about tens of thousands of completely legal, private chats being leaked to police annually due to faulty algorithms and AI. This is no more reliable than guessing. Calling this ‘voluntary’ does not make the violation of the digital secrecy of correspondence any less severe.”

2. The Death of anonymous communications: Age Checks for Everyone
To comply with the Council’s requirement to “reliably identify minors,” providers will be forced to verify the age of every single user.

  • The Reality: This means every citizen will effectively have to upload an ID or undergo a face scan to open an email or messenger account.
  • The Consequence: This creates a de facto ban on anonymous communication—a vital lifeline for whistleblowers, journalists, political activists, and abuse victims seeking help.
  • Unworkable alternative: Experts have warned that other methods for “Age assessment cannot be performed in a privacy-preserving way with current technology due to reliance on biometric, behavioural or contextual information… In fact, it incentivizes (children’s) data collection and exploitation. We conclude that age assessment presents an inherent disproportionate risk of serious privacy violation and discrimination, without guarantees of effectiveness.”

3. “Digital House Arrest” for Teenagers
Under the guise of protection, the Council text proposes barring users under 17 from using apps with chat functions—including WhatsApp, Instagram, and popular online games—unless stringent conditions are met.

  • The Reality: This amounts to a “Digital House Arrest,” isolating youth from their social circles and digital education.
  • Breyer’s comment: “Protection by exclusion is pedagogical nonsense. Instead of empowering teenagers, the Council wants to lock them out of the digital world entirely.”

A Dangerous Road to 2026

Today’s vote was far from unanimous, with the Czech Republic, the Netherlands, and Poland voting against, and Italy abstaining, reflecting deep concerns within the EU about the legality and proportionality of the measure.

Negotiations (“Trilogues”) between the Council and the European Parliament will soon begin, with the aim of finalizing the text before April 2026.

“We must stop pretending that ‘voluntary’ mass surveillance is acceptable in a democracy,” Breyer concludes. “We are facing a future where you need an ID card to send a message, and where foreign black-box AI decides if your private photos are suspicious. This is not a victory for privacy; it is a disaster waiting to happen.”

Background Information & Contact

About the Vote: The Council mandate was today endorsed by the Committee of Permanent Representatives (COREPER).
About the Procedure: The text will now be negotiated with the European Parliament. The Parliament’s mandate (adopted in Nov 2023) explicitly rules out indiscriminate scanning and demands targeted surveillance based on suspicion.

More information: chatcontrol.eu


patrick-breyer.de/en/reality-c…

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Vivere la fine: psicologia e diritti


📍Barco Teatro, Via Orto Botanico 12 – Padova
🗓10 dicembre 2025
🕗Ore 20:00 aperitivo | Ore 21:00 inizio evento


Tania Re, psicoterapeuta, antropologa, terapista complementare e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni, parteciperà al dialogo aperto sul tema del fine vita tra etica, psicologia e diritti, organizzato dall’Università degli Studi di Padova nell’ambito del Progetto Terza Missione 2024.

Insieme a lei interverranno: Ines Testoni, psicologa e docente Università di Padova Edoardo Camurri, giornalista e scrittore e Daniele Costa, autore e regista.

Durante la serata sarà proiettato materiale video tratto dal documentario Seeing beyond fading di Daniele Costa.

Prenotazione tramite il sito Eventbride.

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La gravidanza per altri a un anno dall’entrata in vigore del reato universale


Sono passati dodici mesi dall’entrata in vigore della legge n. 169 del 2024, la cosiddetta “legge Varchi”, che ha esteso il reato di surrogazione di maternità anche quando compiuto all’estero da cittadini italiani. Una norma formalmente efficace da dicembre 2024, ma che nella realtà ha iniziato a produrre effetti solo nove mesi dopo: lo stesso tempo di una gravidanza. Eppure, alcune Procure hanno provato a forzarne un’applicazione immediata, fingendo di non sapere ciò che tutta la dottrina penalistica ripete da anni: il reato non “nasce” con il bambino, ma con il trasferimento dell’embrione — o, al limite, con la sua formazione.

Proprio ora, dunque, stanno arrivando i primi casi concreti, con famiglie che rischiano fino a due anni di reclusione e un milione di euro di multa per essersi rivolte alla gravidanza per altri per ragioni mediche o sociali. L’Italia si propone così come esportatrice di un “reato universale”, calpestando i principi fondamentali del nostro ordinamento, come fatto in fondo molteplici volte con la legge 40. Non a caso: la legge 40 è stata dichiarata incostituzionale almeno quattro volte. Eppure eccoci qui, a ripetere gli stessi errori, tentando addirittura di imporli al resto del mondo. Una vera universalizzazione dell’assurdo.

Non sorprende, quindi, che la ministra Roccella abbia sfruttato la presentazione alle Nazioni Unite del rapporto della Special Rapporteur Reem Alsalem per rilanciare una narrazione priva di basi solide. Il rapporto parla di gravidanza per altri mescolando luoghi comuni e timori astratti; interrogata sui dati, la stessa Alsalem ha ammesso che non ce ne sono. E certo che mancano: il proibizionismo crea clandestinità, e dunque procedure sommerse che spesso determinano abusi. Inoltre il rapporto afferma che molto spesso il consenso delle donne gestanti non c’è, e se c’è, non è valido, perché viziato dal solo fatto di essere una gestante. Un corto circuito di cui sarebbe interessante sapere cosa pensa anche Giorgia Meloni a seguito della riforma del reato di violenza sessuale che introduce il consenso come elemento per il quale “se non c’è consenso è violenza sessuale.” Secondo quanto afferma il rapporto di Reem Alsalem, nonché tutti i sostenitori del reato universale, il reato di surrogazione di maternità, a tutela della dignità della gestante, si applica anche quanto il consenso c’è. Dunque il consenso assume caratteristiche e valore completamente diverso a seconda dell’uso strumentale e ideologico che la politica ne sta facendo. Sarebbe come dire che in certi casi non graditi al governo, il reato di violenza sessuale che tutela solo ed esclusivamente la libertà personale, si applica anche se c’è il pieno consenso della donna.

In Europa, la direttiva anti-tratta condanna solo la surrogazione che comporta sfruttamento, lasciando agli Stati la possibilità di regolare la GPA. La recente risoluzione del Parlamento europeo, nell’ambito della Gender Equality Strategy (Strategia per l’eguaglianza di genere) però, ha aggiunto ambiguità: il passaggio secondo cui “la maternità surrogata, che comporta sfruttamento, deve essere condannata” può essere interpretato in modi diversi. La lettura più coerente è quella che distingue chiaramente tra pratiche sfruttative — da condannare — e percorsi autodeterminati e tutelati. Ma resta urgente una chiarezza normativa e linguistica che oggi manca.

Ecco perché, su un tema tanto delicato, dovremmo tornare alla realtà, ai dati, ai diritti. Oggi si respira una profonda preoccupazione nell’affrontare i temi legati alla surrogazione di maternità, è difficile trovare o promuovere dibattiti pubblici perché la formulazione del reato, che estende la perseguibilità anche a varie e ambigue forme di pubblicizzazione, di fatto spaventa con effetti deterrenti. Occorre quindi riportare il tema tra le persone, non per promuovere una procedura di fecondazione assistita che sicuramente coinvolge molti aspetti personali e delicati, ma per informare correttamente le persone che esistono forme regolamentate e rispettose dei diritti e le volontà di tutte le persone coinvolte.

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Perché l’Antitrust italiana sfruculia ancora Meta e le nuove regole WhatsApp Business

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L'Antitrust italiana ritiene che le nuove condizioni contrattuali di WhatsApp Business introdotte lo scorso 15 ottobre e l’integrazione di nuovi strumenti di interazione o funzionalità di Meta

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Gemini 3 di Google è davvero la fine del regno di Nvidia?

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Il rilascio di Gemini 3, addestrato con le Tpu di Google, è stato avvertito dai mercati come una minaccia al dominio (pressoché incontrastato, ad oggi) di Nvidia sui chip per l'intelligenza artificiale. Fatti, numeri e startmag.it/innovazione/nvidia…

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Risposta immediata alla campagna “Oggi scegli tu”, scaricati in un mese oltre 16mila moduli DAT


La campagna Oggi scegli tu, lanciata lo scorso ottobre grazie alla disponibilità di Cristiano a raccontare la storia della compagna Patrizia, nasce da una constatazione semplice e drammatica allo stesso tempo: in Italia il diritto di decidere sulle proprie cure e sulla fase finale della propria vita, previsto dalla legge 219/2017, sembra ancora troppo spesso esistere solo sulla carta. La distanza tra la norma e la sua reale applicazione è dimostrato dalle decine di segnalazioni che ogni settimana l’Associazione Luca Coscioni riceve attraverso il Numero Bianco per i diritti alla fine della vita.

I cittadini che desiderano depositare le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento a volte si trovavano di fronte a informazioni incerte, Comuni che aggiungono burocrazia e in molti casi di fronte a una totale assenza di consapevolezza dei cittadini sul ruolo del fiduciario o sulle modalità di consultazione delle DAT da parte delle strutture sanitarie.Il risultato è una disuguaglianza strutturale: a seconda del Comune di residenza e delle informazioni in possesso della persona, i diritti previsti dalla legge possono quindi essere garantiti o ostacolati.

Per questo la campagna di sensibilizzazione Oggi Scegli Tu è intervenuta simultaneamente su più fronti, unendo informazione, supporto diretto ai cittadini e pressione istituzionale. In poche settimane siamo riusciti a far sapere agli italiani tramite cinema, radio, quotidiani e tv cosa prevede la legge e che sì, oggi abbiamo uno strumento per decidere sui nostri corpi.

La risposta dei cittadini è stata immediata. In un solo mese dal sito dell’Associazione sono stati scaricati oltre 16mila moduli DAT: un numero straordinario se confrontato con gli 11mila download dell’intero 2024. Già questo dato, da solo, mostra quanto fosse necessaria una campagna di questo tipo. Ma allo stesso tempo, da tutta Italia sono arrivate segnalazioni di incrementi significativi negli appuntamenti presso gli uffici comunali per il deposito delle DAT, così come gli sportelli informativi allestiti dall’Associazione e dalla rete di attivisti hanno registrato un’affluenza sorprendente, mentre il Numero Bianco ha visto aumentare in modo sensibile le chiamate: domande, dubbi, richieste di chiarimento, necessità di orientamento.

Anche sul piano istituzionale gli effetti sono stati visibili. Decine di Comuni hanno aggiornato o pubblicato sui loro siti istituzionali le informazioni circa le procedure per depositare le DAT, alcune amministrazioni locali hanno chiesto supporto all’Associazione per adeguarsi alla legge.

La campagna ha anche rivelato altro: l’autodeterminazione non può essere un privilegio legato al Comune in cui si è residenti. Se il deposito delle DAT è semplice in un Comune e quasi impossibile in un altro, si crea una disuguaglianza inaccettabile tra cittadini che hanno stessi diritti. Ridurre questa asimmetria significa intervenire su un aspetto cruciale della giustizia sociale.

Nonostante i risultati ottenuti, resta ancora molta strada da fare. È necessario completare l’attuazione della legge 219/2017 attraverso formazione adeguata per gli operatori degli uffici pubblici, per i notai e per i sanitari che quelle DAT devono attuare. Per questo continuiamo a chiedere al Ministero della Salute una campagna informativa istituzionale ad oggi mai realizzata.

Se Oggi Scegli Tu ha fatto conoscere lo strumento delle DAT a tantissimi italiani, occorre ancora un impegno costante delle istituzioni. Come Associazione Luca Coscioni sicuramente continueremo il nostro impegno per raggiungere questo obiettivo.

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“Sul matrimonio egualitario, dall’UE un richiamo potente anche per l’Italia”


Dichiarazione di Filomena Gallo


“La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea rappresenta un principio fondamentale di civiltà giuridica e un messaggio politico inequivocabile: in Europa i diritti non sono opzionali. Quando un matrimonio tra persone dello stesso sesso è legalmente contratto in uno Stato membro, ogni altro Stato ha il dovere di riconoscerlo. Non è una concessione, non è un favore. È un obbligo giuridico derivante dalla cittadinanza europea.

La Corte afferma con nettezza che la libertà di circolazione e di soggiorno dei cittadini dell’Unione non può essere limitata dall’orientamento sessuale né da leggi nazionali che cancellano diritti già acquisiti altrove. Il mancato riconoscimento di un matrimonio validamente contratto in un altro Stato membro viola non solo questa libertà, ma anche il diritto al rispetto della vita privata e familiare, uno dei pilastri dei diritti fondamentali europei.

La Corte ricorda inoltre che, pur restando il matrimonio materia di competenza degli Stati, tale competenza non può essere esercitata in contrasto con il diritto dell’Unione. Nessun governo può invocare le proprie leggi interne per comprimere diritti europei consolidati.

Il caso dei due cittadini polacchi sposati in Germania è emblematico della deriva che è in atto in diversi Paesi europei: tentativi di creare zone franche dove le famiglie LGBTQ+ vengono discriminate e rese invisibili. La Corte oggi dice chiaramente che queste strategie non sono compatibili con l’ordinamento dell’Unione.

Questa decisione costituisce un precedente giuridico di enorme rilievo per l’Italia: un richiamo vincolante ogni volta che nel nostro Paese vengono compressi o negati diritti della persona che invece sono pienamente riconosciuti a livello europeo. È un monito alle istituzioni italiane: quando il diritto dell’Unione garantisce libertà e tutele, nessuna legislazione interna può legittimamente ridurle o eludere.

È anche un richiamo politico potente per l’Italia. Il nostro Paese resta infatti tra gli ultimi in Europa a non riconoscere il matrimonio egualitario, e questa è una scelta politica che produce disuguaglianze e limita la piena cittadinanza di migliaia di coppie e di famiglie. L’Italia non può continuare a voltarsi dall’altra parte mentre l’Europa avanza sul terreno dei diritti.

L’Europa oggi ci ricorda che i diritti fondamentali non possono essere cancellati per il solo fatto di attraversare un confine. Ora tocca alla politica italiana dimostrare di essere all’altezza di questo principio e di voler garantire davvero pari diritti a tutte le persone”.

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Oggi è la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne


Dichiarazione di Filomena Gallo, Chiara Lalli e Francesca Re


La violenza sulle donne e sulle bambine è una violazione dei diritti fondamentali e può avere moltissime forme. Dalla violenza fisica a quella psicologica, dal mancato accesso all’educazione alla parità di diritti e alla libertà.

Anche decidere se e come avere un figlio è un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutte le donne.

La legge 40 ancora vieta l’accesso alle tecniche riproduttive alle donne singole e alle coppie di donne. Questo è un divieto che non ha alcuna ragione se non una convinzione ideologica e discriminatoria (è per questo che abbiamo avviato la campagna PMA per tutte). E la gravidanza per altri, già vietata dal 2004, è dallo scorso anno perseguibile anche se delle cittadine italiane accedono a questa pratica in un paese in cui è legale.

Così come la garanzia dell’accesso alla interruzione volontaria della gravidanza fa parte dell’autodeterminazione delle donne.

Vietare o rendere difficile l’accesso all’aborto è una violazione dei diritti fondamentali delle donne. Se nel mondo ancora in molti paesi abortire è illegale – e questo costituisce un grave pericolo per la salute e per la vita delle donne – in Italia, nonostante la legge 194 si basi su un diritto fondamentale come quello alla salute, questo servizio medico non è garantito in modo uniforme e le informazioni sono incomplete e insoddisfacenti (vedi Mai Dati). Inoltre, sebbene le linee di indirizzo ministeriali nel 2022 abbiamo stabilito che è possibile ricorrere all’aborto farmacologico deospedalizzato, questa modalità è davvero garantita in pochissime Regioni, limitando la scelta. La campagna Aborto senza ricovero vuole garantire a tutte le donne la possibilità di scegliere.

Che si tratti di avere un figlio da sole o con un’altra donna, di portare avanti una gravidanza per qualcun altro o di interrompere una gravidanza le decisioni delle donne vengono sistematicamente considerate incomplete, sospette, bisognose di una validazione esterna. È come se il loro consenso fosse, per definizione, “viziato” e la loro autodeterminazione un diritto sempre negoziabile.

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Felicetta Maltese e Leonardo Pinzi a “Il coraggio di Pietro Leopoldo e della Toscana”

📍 Complesso di San Micheletto, Via S. Micheletto 3 – Lucca🗓 Mercoledì 10 dicembre 2025🕓 Ore 16:00


In occasione dell’anniversario dell’abolizione della pena di morte da parte del Granducato di Toscana, e dell’adozione della prima legge regionale sul fine vita, Felicetta Maltese, consigliera nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e Leonardo Pinzi, attivista dell’Associazione Luca Coscioni interverranno a Lucca presso l’evento pubblico “Il coraggio di Pietro Leopoldo e della Toscana”.

Con loro: Luciano Luciani, storico e docente, Mons. Riccardo Mensuali, della Pontificia Accademia della Vita,Carmela Piemontese, avvocata e docente universitaria,Gilberto Martinelli, medico, cofondatore di STML,Antonio Salvati, insegnante, scrittore, membro della Comunità Sant’Egidio,Federica Guerra, attrice, lettura dei testi poetici

Con la partecipazione dell’Ensemble vocale diretto dalla Prof.ssa Ausilia Cristofaro.

L’evento è accreditato per la formazione forense: la partecipazione dà diritto a 3 crediti formativi, di cui 2 in materia obbligatoria. Iscrizioni tramite piattaforma Sfera.

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Sportello Testamento Biologico – TREVISO


📍Libreria San Leonardo, Piazza Santa Maria dei Battuti 16 – Treviso🗓Sabato 13 Dicembre 2025
🕙Dalle 10:00 alle 12:00 (4 appuntamenti individuali di circa 30 minuti)


Una mattinata di colloqui individuali e riservati su temi fondamentali di fine vita, organizzati dalla Cellula Coscioni di Treviso presso la Libreria San Leonardo.

Lo sportello è coordinato da un volontario esperto e si svolgerà con la presenza del Dott. Antonio Orlando, oncologo palliativista, già responsabile sanitario dell’Hospice Casa dei Gelsi.

Durante gli incontri si potranno ricevere informazioni e chiarimenti su:

  • D.A.T. (Disposizioni Anticipate di Trattamento – Testamento Biologico)
  • Pianificazione condivisa delle cure
  • Consenso informato
  • Rifiuto di trattamenti sanitari
  • Cure palliative e sedazione palliativa profonda
  • Morte volontaria medicalmente assistita

La partecipazione è gratuita ma su prenotazione, fino a esaurimento disponibilità al

+39 328 69 66 553

cellulatreviso@associazionelucacoscioni.it

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Open Source: un bene comune globale per abilitare la sovranità digitale

In un mondo sempre più dominato dal software, i paesi di tutto il mondo si stanno rendendo conto della loro dipendenza da servizi e prodotti stranieri. I cambiamenti geopolitici spingono la sovranità digitale in cima all'agenda politica in Europa e in altre regioni. Come possiamo garantire che le normative a tutela dei nostri cittadini siano effettivamente applicate? Come possiamo garantire la continuità delle operazioni in un mondo potenzialmente frammentato? Come possiamo garantire che l'accesso ai servizi critici non venga preso in ostaggio nei futuri negoziati commerciali internazionali?

opensource.org/blog/open-sourc…

@Etica Digitale (Feddit)



Biografie Convegno Nexa su Internet & Società 2025

Le notizie dal Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino su @Etica Digitale (Feddit)

Biografie 17° Convegno Nexa su Internet & Società | Contro la casa di vetro. Opacità schedatura e potere nell'età digitale | 2025
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Cos’è LingGuang, l’app cinese che tutti stanno correndo a scaricare

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Sviluppata da Cai Wei, ex dipendente di Google, per conto del colosso cinese Ant Group strettamente connesso ad Alibaba, LingGuang promette di costruire da zero app sulla base delle istruzioni date all'Ai. In pochi giorni ha



Protected: 17° Convegno Nexa su Internet & Società

Le notizie dal Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino su @Etica Digitale (Feddit)

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nexa.polito.it/conv2025/

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Libertà di scegliere: Dialogo sulle Disposizioni anticipate di trattamento a Costabissara

📍 Centro Culturale E. Conte – Sala delle Rose, Via Mazzini 36, Costabissara (VI)🌐 Mercoledì 3 dicembre 2025, ore 20:45


In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, la Cellula Vicenza Padova in collaborazione con il Comune di Costabissara, promuove un confronto aperto a tutta la cittadinanza per conoscere meglio le Disposizioni Anticipate di Trattamento, uno strumento che consente ad ogni persona di indicare preventivamente le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari.

Interverranno:

  • Dott. Diego Silvestri, medico, Cellula Vicenza Padova
  • Dott. Domenico Farano, attivista Cellula Vicenza Padova

L’iniziativa è parte delle attività dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Costabissara, rappresentato dall’Avv. Ilaria Dal Santo.

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Con Qwen di Alibaba la Cina mette il turbo all’intelligenza artificiale?

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L'intelligenza artificiale cinese corre e spera di superare i rivali statunitensi. Il chatbot di IA Qwen di Alibaba ha registrato oltre 10 milioni di download nei 7 giorni successivi al suo rilancio, facendo salire le



Menomanels: strumenti e linee guida per non sbagliare panel – Con Marco Perduca

📅 Lunedì 24 novembre 2025 – ore 18:30-19:30📍 Online – In occasione de L’Eredità delle Donne 2025


Marco Perduca, ex senatore, co-fondatore di Science for Democracy e responsabile delle attività internazionali di Associazione Luca Coscioni, interverrà nel laboratorio “Prospettive e strumenti per una rappresentanza equa”, offrendo una riflessione sul ruolo della parità di genere nei processi decisionali e nel dibattito pubblico.

Il laboratorio moderato da Giorgia Ortu La Barbera, psicologa e consulente DE&I vedrà la partecipazione anche di Luciana De Laurentiis (EquALL) Anna Doro (ADvisory e #nonsitornaindietro) Monia Azzalini (Osservatorio di Pavia, 100esperte.it)e sarà facilitato da Lucrezia Fortuna, Virginia Fiume e Simone Sapienza (Associazione Fondamenta)

Le conclusioni saranno a cura di Miriam Mastria (Semia – Fondo delle Donne)

Evento gratuito – Registrazione obbligatoria su Eventbrite

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Nuova svolta nel caso di “Libera”: il Tribunale di Firenze ordina al CNR la realizzazione e la fornitura della tecnologia per l’autosomministrazione del farmaco entro 90 giorni


“Libera”: sono grata al giudice di Firenze, ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano. Pronta a ricevere aiuto a morire tramite un’azione di disobbedienza civile”

Filomena Gallo: “è una corsa contro il tempo”


La vicenda di “Libera” è tornata davanti al Tribunale di Firenze. Con un’ordinanza del 16 ottobre, il giudice aveva fissato, entro 15 giorni e quindi per la fine del mese, il termine entro cui fornire la strumentazione necessaria a consentire, tramite comando oculare, l’infusione endovenosa del farmaco per il fine vita. Nessuna delle aziende inizialmente disponibili ha però prodotto il dispositivo richiesto.

Di fronte all’impossibilità di reperire la tecnologia, la USL Toscana nord-ovest ha presentato ricorso al Tribunale chiedendo indicazioni sui provvedimenti idonei a superare l’impasse. I legali* di “Libera”, coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, dopo ulteriori verifiche tra enti pubblici e privati, hanno individuato da settembre nel Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) l’ente pubblico competente e dotato delle tecnologie necessarie.

All’udienza del 19 novembre, il CNR ha confermato la possibilità di realizzare un macchinario che permetta a “Libera” di attivare autonomamente l’autosomministrazione del farmaco letale, precisando che saranno necessari circa 90 giorni per la sua progettazione e la messa a punto.

Con il provvedimento emesso successivamente all’udienza, il giudice ha ordinato alla USL Toscana nord-ovest di avviare immediatamente la procedura con il CNR e di sostenerne tutti i costi. Contestualmente, il CNR è stato nominato ausiliario dell’autorità giudiziaria, ricevendo mandato diretto a predisporre e fornire la tecnologia all’azienda sanitaria entro 90 giorni.

Una volta ricevuto il dispositivo, la USL dovrà consegnarlo a “Libera” insieme al farmaco, affinché la paziente possa finalmente decidere in autonomia se e quando procedere con il suicidio medicalmente assistito.

Dichiara “Libera”:

Ho vissuto una vita ricca di amore, relazioni e significato, ma oggi sono imprigionata in un corpo che non risponde più, completamente paralizzata con sofferenza, e privata di ogni autonomia. Grazie alla “sentenza Cappato” posso accedere all’aiuto medico alla morte volontaria, ma poiché non posso farlo da sola devo attendere altri. Eppure chi chiede la sedazione palliativa profonda ottiene che un medico somministri un farmaco, perché per me non può essere attivato dallo stesso medico invece il farmaco che mi fa morire subito? Avevo chiesto solo che la mia volontà fosse rispettata e che un medico potesse essere autorizzato a intervenire su mia richiesta. Invece, la Consulta ha rimandato la decisione al giudice di Firenze, costringendo a ripetere indagini già svolte e imponendo nuovi passaggi burocratici su dispositivi che esistono, ma che le aziende non adattano per la mia situazione. Ogni rinvio è un tempo che io passo nella sofferenza, nella paura concreta di una fine dolorosa che non ho scelto. Sono grata al giudice di Firenze, ai miei legali, che hanno agito con serietà e rispetto, ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano.

Per questo oggi dichiaro che se in tempi brevissimi non riceverò la strumentazione necessaria sono pronta a ricevere l’aiuto a morire sotto forma di azioni di disobbedienza civile: un atto pubblico, nonviolento e trasparente, per porre fine alla violenza che sto vivendo.

Non voglio vie oscure, non cerco scorciatoie pericolose. Chiedo che venga finalmente riconosciuto il mio diritto a una scelta libera e umana con l’aiuto di strumentazioni o di una persona che mi somministri il farmaco letale.


Commenta Filomena Gallo: “’Libera’ oggi è stanca, sofferente e in reale pericolo: potrebbe andare incontro a una morte improvvisa e atroce, come accaduto pochi giorni fa ad Ancona a una persona malata, morta soffocata mentre attendeva il pieno riconoscimento della sua condizione per accedere alla morte assistita. Per evitare che si ripeta una simile tragedia, stiamo valutando tutte le soluzioni nel pieno rispetto della legge. È una corsa contro il tempo”.

* Collegio legale di studio e difesa di “Libera” coordinato dall’avvocata Filomena Gallo e composto dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli

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Cosa ci racconta il DNA di Hitler?

Un articolo di History Extra (BBC History Magazine) svela i risultati di una ricerca unica: per la prima volta, è stato analizzato il DNA di Adolf Hitler, prelevato dal sangue su un pezzo di tessuto del divano dove si suicidò nel 1945. Una ricerca effettuata da Turi King (genetista) e Alex J Kay (storico), che hanno sposato la genetica con la storia. A 80 anni dalla sua morte, Hitler's DNA: Blueprint of a Dictator, un documentario innovativo prodotto da Blink Films e attualmente in onda su Channel 4, ha svelato una nuova fonte presentando i risultati dell'analisi.

Ecco le scoperte più sorprendenti:
- Nessuna origine ebraica: il mito che circolava dagli anni ’20 è stato definitivamente smentito.
- Una rara mutazione genetica: Hitler aveva la sindrome di Kallmann, che può causare bassa produzione di testosterone, anomalie nello sviluppo sessuale e ridotta libido. Questo spiegherebbe il suo apparente disinteresse per le relazioni intime e la vita privata, a differenza di altri leader nazisti.
- Punteggi genetici eccezionali: il suo DNA lo collocava nell’1% più alto per predisposizione a schizofrenia, autismo e disturbo bipolare. Ma attenzione: non significa che avesse queste condizioni, solo che il suo profilo genetico era estremamente raro.

La genetica non giustifica le azioni di una persona, ma può aiutare a comprendere aspetti della sua vita che la storia ha lasciato in ombra.

Il link all'articolo (che è in inglese e leggibile dietro accettazione di condizioni)
historyextra.com/period/second…

#Hitler
#genetica
#Dna

@Storia

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Proiezione “Lasciatemi morire ridendo” a Rho

📍Cin&Città – Auditorium Comunale di Rho, Viale Filippo Meda
🗓Lunedì 1 dicembre 2025
🕘Ore 21:00


Nell’ambito della campagna nazionale di presentazione del documentario Lasciatemi morire ridendo, la Cellula Coscioni di Lainate in collaborazione con UAAR MILANO invita alla proiezione del film dedicato alla storia di Stefano Gheller, primo cittadino veneto a ottenere il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria..

In sala durante la proiezione saranno presenti il regista Massimo Fumagalli e la produttrice Virginia Rosaschino.

L’appuntamento è un’occasione per riflettere sui diritti ancora negati nel fine vita e sull’urgenza di garantire piena libertà di scelta alle persone in condizioni di sofferenza estrema.

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Ecco come Google vince la partita del cloud Nato

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Dalla Nato accordo multimilionario a Google Cloud per la fornitura di una soluzione di cloud sovrano "altamente sicura, destinata alla gestione dei carichi di lavoro classificati startmag.it/innovazione/ecco-c…

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Fox News si affida a Palantir per portare l’IA in redazione

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La collaborazione di Fox News con Palantir punta a ottimizzare i flussi di lavoro digitali, senza cedere contenuti né delegare la produzione editoriale

startmag.it/innovazione/fox-ne…

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Perché AI Overview di Google è una rovina per tutti?

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Google AI Overview non è solo una catastrofe per gli editori, che in alcuni casi negli Usa hanno già visto crollare del 40-50% il traffico sui siti, ma anche per gli utenti che non si confrontano più con un motore di ricerca ma con “un'opinionista” che elabora



L’Ue sta cambiando idea sulle norme per il digitale? Report Nyt

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Preoccupata per l'impatto della regolazione sulla crescita economica, la Commissione europea sta ridimensionando e semplificando le sue norme sull'intelligenza startmag.it/innovazione/commis…



Arattai, il sogno indiano di indipendenza da WhatsApp

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L’autosufficienza tecnologica di Nuova Delhi dalle big tech americane passa anche da Arattai, il WhatsApp made in India sviluppato dalla multinazionale Zoho, che solo nell’ultimo mese è stato scaricato da 12 milioni di utenti.



Stanchi di lavorare? Tranquilli, tra poco ci sostituiranno i robot. Parola di Musk

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Se la pensione sembra solo un lontano miraggio è perché non siamo lungimiranti come Elon Musk. Secondo lui infatti “tra 20 anni il lavoro sarà opzionale” e il denaro



Beni digitali comuni, cosa farà l’Unione europea (e l’Italia)

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La Commissione europea istituirà il Dc-Edic, un consorzio per un'infrastruttura europea sui beni digitali comuni. L'obiettivo è rafforzare l'autonomia dell'Unione in un settore startmag.it/innovazione/dc-edi…

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Per il garantismo


Anno 2017.

….RITENUTA quindi l’infondatezza della notizia di reato in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio, visti gli artt. 408/411 c.p.p., 125 D.Lv. 271/89 CHIEDE che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre l’archiviazione del procedimento e ordinare la conseguente restituzione degli atti al proprio ufficio. Milano, 2 maggio 2017.

IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA Tiziana Siciliano – sost. Sara Arduini


Anno 2023.

D’altronde la stessa Corte di Cassazione recentemente ha stabilito che: “Non integra il reato di alterazione di stato previsto dall’art. 567 comma 2 c.p., la trascrizione in Italia di un atto di nascita legittimamente formato all’estero, non potendosi considerare ideologicamente falso il certificato conforme alla legislazione del paese di nascita del minore, neppure nel caso in cui la procreazione sia avvenuta con modalità non consentite in Italia….., per tali motivi, ritenuto quindi che la notizia di reato è infondata; visti gli artt. 408/411 c.p.p., 125 d.lgs. n. 271/1989, chiede che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre l’archiviazione del procedimento e ordinare la conseguente restituzione degli atti all’ufficio in intestazione.

IL PUBBLICO MINISTERO


Anno 2025.

Sussistono i presupposti di legge per l’archiviazione del procedimento penale in epigrafe. …..Ciò che è emerso è la presenza di THC ma senza indicare una percentuale, per cui, essendo lecita la vendita di cannabis sativa purché con un contenuto di THC inferiore allo 0,6%, potrebbe operare una causa di esclusione dell’antigiuridicità”.

Da qui l’istanza della Procura “di disporre l’archiviazione del procedimento” (artt. 408, 411 c.p.p.).


Anno 2025.

Nel secondo anniversario della morte di Sibilla Barbieri, avvenuta in Svizzera, la Procura della Repubblica di Roma ha notificato all’avvocata Filomena Gallo, difensore degli indagati Marco Cappato, Vittorio Parpaglioni e Marco Perduca, l’avviso di richiesta di archiviazione per l’autodenuncia presentata dai tre dopo aver aiutato la regista romana ad accedere alla morte assistita volontaria.

La richiesta di archiviazione riguarda l’ipotesi di “aiuto al suicidio”, in seguito all’iniziativa dei tre esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, che avevano accompagnato Sibilla Barbieri in Svizzera nel 2023, dopo il rifiuto della ASL 1 di Roma di autorizzare la procedura in Italia. Spetterà ora al giudice per le indagini preliminari (GIP) decidere se accogliere la richiesta della Procura o disporre un’udienza per valutare un’eventuale imputazione coatta. Solo dopo la pubblicazione delle motivazioni del Pubblico Ministero sarà possibile comprendere le basi giuridiche della richiesta di archiviazione.


E così via.

Gli esempi citati sono di richieste di archiviazione da parte di chi rappresenta l’accusa nel processo penale in Italia. È un fenomeno molto frequente: il 64% (quasi 2 su tre) dei procedimenti che escono dalle procure dopo la fine delle indagini preliminari non va a giudizio ma viene archiviato.

Ciò che caratterizza l’accusatore italiano così spesso descritto come un mastino, è in realtà una prima importante funzione di garanzia per l’Imputato. Se non convinto della colpevolezza l’accusatore, [il pubblico ministero (P.M.)] la cui carriera si vuole ora separare da quella dei giudici, è libero di chiedere il proscioglimento e spesso lo fa, proprio perché la cultura in cui si è formato ed opera è quella di capire come sono davvero andate le cose. Non di ottenere una condanna.

In altre parole, nell’ordinamento attuale e salvo eccezioni che sempre esistono, il P.M. prima di esser un accusatore è un magistrato che cerca di capire. Perdere tale cultura e formazione non farà bene alla giustizia. E soprattutto se il P.M. divenisse dipendente dagli indirizzi governativi (p.es su temi come i diritti civili perseguiti negli esempi) potrebbe trovarsi in difficoltà a chiedere un’archiviazione qualora lo ritenesse necessario.

Il Ministro Nordio afferma che finché ci sarà lui come Ministro della Giustizia, questo rischio di riduzione dell’indipendenza del P.M. non si porrà. E bisogna credergli. Ma una volta scardinate le funzioni di garanzia affidate agli accusatori dalla Costituzione e protette dai complessi meccanismi di revisione della Carta costituzionale, la graduale sottoposizione di quei magistrati accusatori al Governo potrebbe facilmente diventare possibile con leggi ordinarie, votabili dal Parlamento in seduta singola da semplici maggioranze parlamentari del 51% su indicazione di qualunque futuro Presidente del Consiglio e/o Ministro della Giustizia.

Per ammissione degli stessi proponenti, la legge 253 del 30 ottobre 2025 sulla separazione delle carriere poco o nulla contribuirà a rendere la giustizia più efficace e veloce. Cosa questa sì, più che mai urgente per noi tutti. Visto che una giustizia che arriva tardi non è mai vera giustizia.

Le misure per ottenerla sono note e richieste da anni a tutti i governi ma da nessuno di questi ultimi mai messe in opera come si dovrebbe. Suggerendo ciò che una giustizia rapida ed efficace interessa a (troppo) pochi.

  1. Piante organiche a completamento (magistrati, cancellieri e personale amministrativo)
  2. Ambienti (Uffici, Aule) adeguati
  3. Strumenti informatici adeguati, sottoposti a manutenzione regolare ed interventi tecnici tempestivi
  4. Più multe e misure alternative, meno carcere
  5. Condizioni carcerarie adeguate ad un paese civile
  6. Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) adeguate ad un paese civile
  7. Limite ad accusa e difesa di parole scritte per tipologia di reato e posizione esaminata
  8. Limite ad accusa e difesa di tempo di arringa per tipologia di reato e posizione esaminata
  9. Limite ad accusa e difesa della possibilità di impugnazione ai soli casi più gravi (con pene previste più alte), rendendo le decisioni di primo grado subito definitive per quelli meno gravi (con pene previste più basse)

Senza fare questo, la velocità dei processi non cambierà e la separazione dei P.M. dai giudici non farà altro che diminuire le garanzie per i cittadini. Per questo io voterò NO al referendum confermativo.

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Gli USA sull’orlo della bolla dell’IA, il rischio non risparmia nemmeno l’Europa

L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
L’isteria di Trump ha a che fare con i decisi segnali di una profonda crisi economica e finanziaria. La bolla dell’Intelligenza Artificiale continua a gonfiarsi,


in reply to Informa Pirata

Secondo me, un testo di propaganda contro minacce fittizie, come tanti altri testi, non da meno quello al link: difesa.it/assets/allegati/8369… dove l'autorevole autore, secondo me, si fa solo tante seghe mentali in 120 pagine su una minaccia ibrida tuttosommato ridicola.

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Testamento biologico e futuro consapevole – Incontro ad Alba con la Cellula Coscioni di Cuneo


📍 Sala Vittorio Riolfo, Via Vittorio Emanuele – Alba🗓 Mercoledì 26 novembre 2025🕕 Ore 18:00


In occasione dell’incontro pubblico “Testamento biologico e futuro consapevole”, la Cellula Coscioni di Cuneo sarà presente con un tavolo informativo per offrire materiali, rispondere alle domande e fornire strumenti concreti per approfondire il tema delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Un’occasione utile per chi desidera conoscere meglio i propri diritti sul fine vita e capire come esercitarli.

Durante l’incontro, si terrà un confronto sul tema con la Dott.ssa Mavi Oddero Avv.ta Margherita Fenoglio.

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Io Coltivo: che fine ha fatto la proposta di legge popolare?


📍 Roma Senato della Repubblica – Sala Nassirya
🗓 Giovedì 20 novembre 2025
🕓 Ore 16:00


Giovedì 20 novembre alle ore 16:00 si terrà, presso la Sala Nassirya del Senato, la conferenza stampa “Io Coltivo: che fine ha fatto la proposta di legge popolare?”, dedicata al Disegno di Legge di iniziativa popolare S.1317 – Depenalizzazione della coltivazione per uso personale e in forma associata della cannabis, promosso da Meglio Legale, Associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, con il sostegno di oltre 70 organizzazioni.

A quasi un anno dal deposito e a dieci mesi dall’assegnazione alle Commissioni Giustizia, Sanità e Lavoro, il Senato non ha ancora avviato l’esame del testo, in aperta violazione dell’art. 74 del Regolamento parlamentare.

Una scelta grave che ignora oltre 54.000 firme certificate, svilisce lo strumento della proposta di legge popolare e mina la partecipazione democratica.

Interverranno: Antonella Soldo, presidente Meglio Legale e vicesegretaria +Europa, Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni, Francesca Druetti, segretaria nazionale Possibile, Leonardo Fiorentini, Forum Droghe, Mattia Cusani, Canapa Sativa Italia,Denise Amerini, CGIL.

Sono invitati a partecipare parlamentari, rappresentanti istituzionali, stampa e organizzazioni.

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