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I musei aziendali della moda in italia. Economia e prospettive – Imprenditoria e impresa nel settore AFAM


Parte oggi il corso organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi in collaborazione con Euracus, AreaSud e l’Accademia di Belle Arti di Catania, rivolto agli allievi di II livello dell’Accademia di Belle Arti di Catania e agli studenti dell’Università degli

Parte oggi il corso organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi in collaborazione con Euracus, AreaSud e l’Accademia di Belle Arti di Catania, rivolto agli allievi di II livello dell’Accademia di Belle Arti di Catania e agli studenti dell’Università degli Studi di Catania.

I MUSEI AZIENDALI DELLA MODA IN ITALIA. ECONOMIA E PROSPETTIVE – IMPRENDITORIA E IMPRESA NEL SETTORE AFAM

(Alta Formazione Artistica e Musicale)

I musei della moda e del costume sono parte della vasta platea che oggi alimenta il “Sistema Produttivo Culturale e Creativo” della nostra nazione – il dato è circoscritto alle sole istituzioni di proprietà statale – con l’1,6% del Prodotto Interno Lordo 2019 (Fonte: Antonello Cherchi, I musei statali valgono 27 miliardi di euro (l’1,6% del Pil italiano), ilsole24ore, 7 ottobre 2019).

Rispetto al tradizionale impianto, negli ultimi anni si sono imposti alcuni modelli conservativi e fruitivi che stanno in bilico tra una museologia e museografia convenzionale, ovverosia finalizzata al restauro, alla conservazione e alla pubblica fruizione del reperto tessile e vestimentario e nuove modalità di pubblicità, commercializzazione e vendita del prodotto di moda. Sconfinando il principio normativo del gadget museale – disciplinato in Italia dalla L. n. 4 del 14 gennaio 1993, cosiddetta Legge Ronchey, e successive modifiche, integrazioni – tali modelli presentano veri e propri shop in intima osmosi – architettonica, ambientale, concettuale – con lo spazio museale. I casi studio più eclatanti e recenti in Italia sono rappresentati da Armani/Silos Milano, Gucci Garden Archetypes, Firenze, Bulgari Domus Aurea, Roma.

Attraverso un programma di conversazioni/interviste con gli ideatori, curatori, direttori creativi dei casi studio portati, si intende fare luce sulle strategie di marketing culturale che vi stanno dietro, ma, soprattutto, sulla “visione” che la moda italiana intende perseguire per il prossimo futuro, nel suo ruolo di colonna portante dell’economia nazionale.

Docenti: Salvatore Spagano (Docente UNICT), Vittorio Ugo Vicari (Docente ABACT), esperti del settore

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In Ucraina la Russia è “condannata a vincere”


A dieci mesi dall'invasione dell'Ucraina, la Russia è condannata a vincere lo scontro con l'Alleanza Atlantica. Mosca martella le infrastrutture civili ucraine mentre i combattimenti si intensificano in Donbass, dove tutto è iniziato nel 2014 L'articolo

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 16 dicembre 2022 – La guerra in Ucraina sta per entrare nel decimo mese ma i combattimenti sembrano tutt’altro che vicini alla conclusione.
Il fronte occidentale continua a sostenere politicamente, economicamente e militarmente Kiev affermando di mirare – come d’altronde ripete quotidianamente Volodymyr Zelensky – alla definitiva sconfitta della Federazione Russa e al completo ritiro delle sue truppe da tutto il territorio ucraino.

La Russia non può perdere
Ma la verità – e lo sanno bene le cancellerie dei paesi aderenti al Patto Atlantico – è che la Russia non può perdere, perché un passo falso in Ucraina potrebbe segnare la fine del potere di Vladimir Putin e gravi conseguenze per la Federazione.
Nei giorni scorsi Zelensky ha affermato che «se morisse Putin la guerra finirebbe», ma non è affatto scontato. Certo, a Mosca potrebbe prevalere la corrente pragmatica dell’establishment, cosciente dei limiti oggettivi della macchina militare e dell’economia russa e magari incline a cercare una ricomposizione con la Nato, alla quale del resto la Russia si era fortemente avvicinata a metà degli anni ’90 del secolo scorso (ai tempi della “Partnership for Peace”), prima che Washington la escludesse e iniziasse l’assedio.
Il contesto internazionale attuale, però, non sembra certo evolvere verso una ricomposizione tra i vari poli della competizione globale tra potenze e blocchi geopolitici. La sconfitta del più consistente tentativo finora intrapreso da Mosca di riprendersi un pezzo importante dello spazio territoriale e geopolitico occupato prima dall’impero russo e poi dall’Urss, costituirebbe un grave shock non solo per l’attuale dirigenza russa ma soprattutto per le correnti ancora più radicali dello scenario politico russo, nel quale nazionalismo e sciovinismo prendono sempre più piede.
In caso di fallimento, è proprio da questi ambienti radicali che dovrebbe difendersi Putin, la cui caduta potrebbe innescare un’ulteriore escalation da parte della Russia nello strenuo tentativo di evitare un possibile collasso in uno scontro con la Nato sempre più diretto, per quanto per ora combattuto sul suolo ucraino. Le difficoltà di Mosca stanno già creando scompiglio negli “stan” dell’Asia Centrale, dove i vari regimi cercano di limitare la tradizionale influenza russa rafforzando le relazioni economiche e militari con la Cina, la Turchia e i paesi occidentali.

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Qual è l’obiettivo di Mosca?
Non è affatto chiaro, però, cosa Putin consideri sufficiente per dichiararsi vincitore. Nelle prime settimane dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe, sembrava che la cosiddetta “operazione militare speciale” puntasse non solo alla conquista del maggior numero di territori possibile ma anche a imporre a Kiev un governo fantoccio o comunque incline ad una trattativa impari con Mosca.
Poi, fallita la presa di Kiev e la decapitazione della leadership ucraina, la strategia del Cremlino sembrava mirare a occupare quantomeno tutta l’Ucraina sud-orientale per conquistare una stabile continuità territoriale con la Crimea e assimilare la maggior parte dei territori abitati dai russofoni, appropriandosi oltretutto delle zone più ricche di risorse naturali e infrastrutture industriali.
Nelle ultime settimane, invece, la strategia di Mosca sembra essere ulteriormente mutata: ora sembra che Putin miri a tenersi almeno alcuni dei territori annessi dopo aver deciso di abbandonare Kherson e le zone sulla sponda destra del fiume Dnipro, la cui difesa sarebbe costata un prezzo eccessivo, puntando nel contempo a fiaccare l’Ucraina per obbligare la sua la leadership a trattare.

Mosca martella città e infrastrutture
A questo mirano gli incessanti e implacabili bombardamenti, con droni e missili, delle infrastrutture civili (soprattutto centrali elettriche e sistemi idrici) e delle città ucraine realizzati dalle forze russe guidate da ottobre dal generale Sergej Surovikin.
Anche se Putin ha avvisato che i bombardamenti delle infrastrutture nevralgiche ucraine continueranno “in risposta” al sabotaggio del ponte di Kerč’ da parte di Kiev, appare evidente che Mosca intende piegare la popolazione civile lasciandola al buio, al freddo e senz’acqua durante il lungo e duro inverno ucraino.
Il premier ucraino Denys Smyhal ha avvisato che se gli attacchi ai sistemi elettrici ed idrici continueranno, il Pil del paese potrebbe crollare quest’anno del 50%.
Una relativa pausa invernale dei combattimenti a terra, inoltre, è utile a Mosca anche per addestrare ed inviare al fronte forze fresche, mobilitate in autunno, e riorganizzarsi logisticamente.

Usa e Ue aumentano aiuti e forniture militari
Per tentare di impedire il collasso dell’Ucraina l’Unione Europea si è impegnata a fornire a Kiev, nel corso del 2023, un pacchetto di aiuti pari a 18 miliardi, superando il veto del governo ungherese minacciato da Bruxelles del blocco dei fondi europei.
Dopo aver a lungo tentennato, invece, Washington sembra intenzionata ad inviare alcune batterie di Patriot a Kiev per migliorare la difesa antiaerea ucraina almeno sulla capitale del paese. Fornendo i Patriot, in grado di individuare e distruggere aerei e missili nemici anche a notevole distanza (ma non i droni), gli Stati Uniti sperano di diminuire l’intensità dei bombardamenti russi e dare un po’ di respiro a Kiev.
La formazione del personale in grado di utilizzare questo scudo antiaereo, però, è una procedura che richiede mesi; Mosca teme quindi che la Nato decida di far gestire inizialmente i Patriot al proprio personale militare, il che aumenterebbe ulteriormente il grado coinvolgimento dell’Alleanza Atlantica nel conflitto in corso.
Proprio nei giorni scorsi, d’altronde, il tenente generale Robert Magowan, ex comandante dei Royal Marine di Londra, ha ammesso esplicitamente che alcune unità d’élite della marina britannica hanno partecipato a missioni «ad alto rischio politico e militare» e ad «operazioni segrete» sul suolo ucraino.
Gli Usa – che in totale hanno finora fornito all’Ucraina 19,3 miliardi di aiuti militari – hanno già inviato a Kiev alcuni missili HIMARS, imponendo però agli ucraini di utilizzarli solo per colpire le forze di Mosca sul suolo del paese invaso e non oltre il confine russo.
All’inizio di dicembre, comunque, Kiev ha deciso di bombardare, con droni dell’epoca sovietica potenziati, le basi russe di Ryazan ed Engels e un impianto petrolifero vicino a Kursk, centinaia di chilometri oltre il confine. Se gli attacchi hanno avuto un innegabile effetto psicologico sia in patria sia oltreconfine, la sortita non ha certo inciso sugli equilibri bellici. Mosca ha infatti risposto con massicci bombardamenti lanciando missili di ultima generazione realizzati negli ultimi mesi nonostante l’embargo alla quale la Russia è sottoposta da parte di Usa ed Ue.

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La guerra sarà lunga
Da parte sua la Nato continua a inviare segnali contraddittori. Da una parte frena, tendenzialmente, gli impeti ucraini nel timore che Mosca si convinca ad usare tutti i mezzi a sua disposizione alzando il livello dell’asticella. D’altra parte, però, l’Alleanza Atlantica non ha nessun interesse ad un cessate il fuoco che concederebbe ossigeno a Mosca e potrebbe fomentare le contraddizioni interatlantiche tra Bruxelles – fortemente penalizzata dalla polarizzazione dello scenario mondiale sia sul fronte economico che militare – e Washington e Londra – che invece se ne avvantaggiano.
La Nato sembra puntare ad un lungo conflitto nella speranza non che Kiev cacci definitivamente i russi dal proprio territorio – possibilità alquanto remota – ma che la continuazione dei combattimenti sfianchi a lungo andare la Russia causando una crisi che ridimensioni fortemente le aspirazioni geopolitiche di Mosca.
Parlando al “Consiglio per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani” Putin ha avvisato il popolo russo che la guerra in Ucraina sarà lunga e che sussiste il pericolo che si trasformi in un conflitto nucleare, anche se nessuna delle parti ammette di poter utilizzare per prima l’opzione atomica. Il presidente russo ha però vantato alcuni risultati positivi, come «l’acquisizione di nuovi territori» e il fatto che «il Mar d’Azov è diventato un mare interno della Russia».
Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ammesso che la guerra sarà lunga, insistendo sul fatto che sarà il campo di battaglia a decidere dove e quando si terranno eventuali colloqui di pace, escludendo quindi una trattativa con Mosca. Una trattativa che in realtà esiste già, per quanto dietro i riflettori, come dimostra il recente scambio tra un’atleta statunitense arrestata in Russia per traffico di stupefacenti e Viktor Bout, un ex ufficiale dell’aeronautica sovietica arrestato dagli Usa perché accusato di trafficare armi. A rivelare i contatti tra Russia e USA anche le reazioni infastidite e preoccupate di Kiev dei giorni scorsi; evidentemente gli ucraini temono un accordo tra le potenze nucleari che li bypassi.

Il Donbass sempre più martoriato
Paradossalmente, sia Putin che Stoltenberg hanno convenuto su un fatto che spesso l’informazione e la politica tendono a dimenticare: la guerra in corso non è iniziata il 24 febbraio scorso ma nel 2014, quando con il sostegno della Nato le correnti nazionaliste e scioviniste ucraine presero il potere a Kiev lanciando una “operazione militare speciale” contro le popolazioni russofone del Donbass che si opponevano al nuovo regime, a loro volta sostenute da Mosca che decise di annettersi la Crimea.
Il Donbass rimane il territorio più martoriato nei combattimenti, con le forze russe impegnate da settimane a tentare di strappare a Kiev la città di Bakhmut, strategica per l’eventuale conquista di centri come Kramatorsk, Slovjansk, Lyman e Izium.
Nelle ultime ore sembrerebbe che le forze di Mosca stiano avendo la meglio e stiano lentamente avanzando, dopo che negli ultimi due mesi non si sono registrati cambiamenti significativi della linea del fronte. Dal canto loro, le autorità dell’ormai ex Repubblica Popolare di Donetsk denunciano i più massicci bombardamenti dal 2014, che stanno riducendo le città in macerie e terrorizzando quella parte della popolazione che ha deciso di non evaquare in Russia. – Pagine Esteri

4274300* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora anche con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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PERÙ. Castillo rimarrà in carcere per 18 mesi. Sale il numero dei manifestanti uccisi


La detenzione preventiva terrà l'ex presidente in carcere fino a giugno 2024. Così ha deciso il giudice supremo. Si aggrava il bilancio degli scontri tra polizia e manifestanti pro-Castillo L'articolo PERÙ. Castillo rimarrà in carcere per 18 mesi. Sale i

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 16 dicembre 2022 – L’ex presidente del Perù Pedro Castillo, maestro elementare e dirigente sindacale, sorpresa delle elezioni del 2021 in Perù, rimarrà in prigione per 18 mesi come misura di carcerazione preventiva. La decisione è stata presa oggi (alle 20.00 in Perù) dal giudice supremo Juan Carlos Checkley, che ha giudicato gravi le misure annunciate dallo stesso Castillo il 7 dicembre scorso. Il presidente-maestro, in un discorso alla nazione aveva denunciato tentativi di golpe da parte delle destre e, per questo motivo, aveva dichiarato di voler sciogliere il parlamento e dar vita subito ad un processo di riforma costituzionale.

I suoi avvocati hanno immediatamente presentato ricorso ma Castillo rimane imputato dei reati di ribellione, associazione a delinquere e alterazione della quiete pubblica. La difesa, curata da Torres Vásquez, dichiara insensata l’accusa di ribellione dal momento che non ci sono state azioni violente di alcun tipo, organizzate da Castillo o dai suoi sostenitori.

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Manifestazioni pro-Castillo nella regione di Ayacucho

Ma la decisione del giudice supremo ha gettato benzina sul fuoco delle manifestazioni che si stanno tenendo da giorni ormai in varie città del Perù. La situazione diventa ora dopo ora più drammatica, aumenta la violenza della repressione delle forze dell’ordine e cresce il numero dei manifestanti uccisi dalla polizia, al momento 18. I manifestanti chiedono la scarcerazione di Pedro Castillo e la convocazione di una nuova assemblea costituente.

Ad Ayacucho si sono tenuti, nelle ultime ore, gli scontri più violenti, con 7 manifestanti uccisi e 52 feriti. Il governo regionale ha accusato la premier Dina Boluarte, che ha preso il posto di Castillo dopo la mozione di sfiducia da parte del parlamento, di essere la responsabile, insieme ai ministri della difesa e dell’interno, delle uccisioni tra i manifestanti. Lo stesso governatore ha chiesto alla presidente di ordinare alla polizia di interrompere l’utilizzo di armi da fuoco contro chi protesta. Ma il governo ha, al contrario, dichiarato lo Stato di Emergenza nelle regioni più coinvolte dalle manifestazioni. La detenzione preventiva terrà l’ex presidente in carcere fino a giugno 2024. Così ha deciso il giudice supremo. Si aggrava il bilancio degli scontri tra polizia e manifestanti pro-Castillo

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Canapa: gli Stati Uniti puntano tutto su ricerca e sviluppo


I ricercatori del Texas hanno avviato un ambizioso progetto per sviluppare varietà di canapa per la doppia coltivazione di fibre e cereali che possano prosperare nelle condizioni climatiche dello Stato. Si prevede di sviluppare da dieci a venti varietà entro l’inizio del 2024, con l’obiettivo di rilasciarne altre 20-50 un anno dopo, nell’ambito di un […]

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A Pagamento


Quel che sta succedendo attorno al Parlamento Europeo merita una riflessione un po’ meno superficiale e un po’ meno di impatto. Chiaramente vedere, neanche le “bustarelle” ma le valigiate di quattrini non può che essere ripugnante, e quindi ci si augura

Quel che sta succedendo attorno al Parlamento Europeo merita una riflessione un po’ meno superficiale e un po’ meno di impatto. Chiaramente vedere, neanche le “bustarelle” ma le valigiate di quattrini non può che essere ripugnante, e quindi ci si augura che la magistratura, in questo caso belga, vada avanti con le indagini e che si arrivi al più presto ad un processo che stabilisca chi è il colpevole ed esattamente di cosa, e quindi venga poi inviato a scontare la pena.

Ma guardando un po’ più dentro, questo non sembra essere un capitolo di corruzione per interessi specifici, materiali, come quando un’azienda paga la tangente per ottenere l’appalto o la norma di legge che la favorisce in maniera particolare (che è sempre un reato, ma che inquina il mercato, la convenienza, la regolarità dentro un paese). Queste sono storie – non a caso sembrerebbe che la notizia venga da un’indagine dei servizi segreti prima esclusivamente belgi e poi allargato ad altri servizi di sicurezza nei paesi europei – questa è una storia che aggredisce non il regolare funzionamento del mercato all’interno dell’Unione Europea ma tenta di influenzarne le politiche, di indirizzarne le simpatie e le antipatie.

Non era mai successo? No, era già successo, non era successo che si trovassero le valigiate di quattrini, ma diciamo che la Russia di Putin aveva scelto la destra e la finanziava con i soldi, non solamente con le pacche sulle spalle. Le Pen in Francia aveva la campagna elettorale in gran parte finanziata da soldi e da prestiti russi. Quindi no, questa roba non è nuova, si può dire che la Russia aveva scelto la destra e sembrerebbe che il Qatar (o forse il Marocco, staremo a vedere) abbia una simpatia a sinistra. Ma più che simpatie questi sono agganci, cioè oggetti disponibili, il che ci porta alla seconda considerazione.

Posso capire chi prende soldi – per convenienza materiale – ma chi invece i soldi li dà, perché lo fa? Perché i russi finanziano la campagna elettorale di Le Pen e di qualche altro movimento di destra in Austria? Perché il Qatar dà tutti quei quattrini? Perché loro hanno capito quello che a molti europei sembra essere ancora oscuro: il Parlamento Europeo conta, la politica europea conta, e influenzarla è un vantaggio. Questo forse dovremmo cercare di capirlo anche noi, cioè vedere anche noi che quell’impiego di soldi denota un significato di quella istituzione.

Terzo elemento: il nostro e tutti i paesi dell’Unione Europea sono stati di diritto, quindi esiste – grazie al cielo – la possibilità che qualcuno indaghi e che qualcun altro – distinto da chi è indagato – giudichi, e questa è la vicenda di giustizia. Ma a noi importa anche che funzioni il Parlamento Europeo, perché i nostri sono Stati di diritto ma sono anche delle democrazie, e un parlamentare eletto deve poter esprimere liberamente il suo pensiero. Se una persona al Parlamento Europeo è convinta che nella vicenda della guerra in Ucraina abbia ragione Putin, anche se io la penso all’opposto, deve essere libero di poterlo dire, altrimenti finisce l’esistenza stessa del Parlamento. E nell’ essere libero di poterlo dire deve essere anche affrancato dall’accusa di ricevere dei soldi, altrimenti gli viene contestato un reato.

Quindi è necessario distinguere la parte criminale dall’attività politica, e nel farlo bisogna accorgersi anche di una cosa, che è successa nell’occasione di questa operazione sul Qatar, in cui un parlamentare greco è stato arrestato dalla procura belga. Bisogna fare attenzione perché (l’immunità parlamentare ovviamente non può estendersi a prendere quattrini) quel principio può essere pericoloso un domani in cui qualcuno di sgradito a un altro paese dovesse andarci a fare una conferenza e si inventano delle prove che non esistono. Sono tutti elementi di delicatezza e di importanza che però ci dicono che quello cui stiamo assistendo non è un capitolo dell’eterno libro della corruzione e della tentazione, è un capitolo dell’importanza dell’Unione Europea, dell’importanza del Parlamento Europeo e dell’importanza di difendere la propria sovranità dalle influenze pagate altrui.

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Svelate le 5 mani di poker più famose della storia


Il poker ha una storia lunga e ricca di storie e il poker moderno è diventato un vero e proprio spettacolo mediatico. Molte mani sono diventate famose nel corso degli anni per uno o più dei seguenti motivi: • luci abbaglianti • Le Telecamere, o telecamere a circuito chiuso, sono un modo efficace per migliorare […]

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Auto a noleggio lungo termine per privati e professionisti: le differenze


Noleggiare un’auto a lungo termine? Una soluzione che oggi viene scelta da tantissimi automobilisti della Penisola. Ci si trova infatti di fronte ad un sistema che propone dei vantaggi innegabili, non solo per i privati, ma anche per i professionisti e dunque per coloro che hanno aperto partita IVA. Nella guida di oggi, quindi, andremo […]

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Il Qatargate è un colpo all’italiana. Pregiudizio? Non tanto


La vicenda che ha sconvolto l’Europarlamento viene iscritta al nostro carattere nazionale: “The italian job”, intendendo che noi italiani siamo più inclini alla corruzione. L’espressione offende, certo. Ma prima o poi dovremo iniziare a domandarci per qua

La vicenda che ha sconvolto l’Europarlamento viene iscritta al nostro carattere nazionale: “The italian job”, intendendo che noi italiani siamo più inclini alla corruzione. L’espressione offende, certo. Ma prima o poi dovremo iniziare a domandarci per quale oscura ragione ce l’abbiano tutti con noi

Il cosiddetto “quatargate” che sta sconvolgendo l’Europarlamento si presta a diverse chiavi di lettura. La più facile ha a che fare con l’eclissi ufficiale del mitico primato morale della sinistra. Gli eredi del partito che per decenni si finanziò con i soldi di una potenza nemica e dittatoriale (l’Unione Sovietica), poi con i soldi dell’universo cooperativo emiliano, poi con i soldi di alcuni istituti di credito nazionali (“abbiamo una banca!”) e infine, da Buzzi a Soumahoro, con i soldi destinati all’assistenza dei migranti, ebbene, gli eredi di Enrico Berlinguer e i cantori della “questione morale” non sono migliori degli altri. Sono solo meglio organizzati e più ipocriti. Lettura sfiziosa, ma poco originale.

Più interessante, anche se più doloroso, provare a indagare le radici del fenomeno. Fenomeno che a Bruxelles viene iscritto addirittura al nostro carattere nazionale. “The italian job”, dicono. E lo dicono intendendo che noi italiani siamo più inclini di altri al sotterfugio e alla corruzione. Un pregiudizio? Mica tanto. È la conclusione cui giunsero un po’ tutti i viaggiatori europei che a partire dal Settecento attraversavano il Belpaese ammirandone le meraviglie artistiche ma deprecandone l’immoralità degli abitanti. È la conseguenza dell’aver inventato la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra e di averne fatto con indiscutibile successo prodotto da esportazione. È la conseguenza di quel “familismo amorale” che ci venne attribuito dal sociologo statunitense Edward C. Banfield negli anni Cinquanta. È la conseguenza, forse, della mancata riforma protestante e di troppe dominazioni straniere. È la logica che spinse le classi dirigenti italiane dei primi anni Novanta ad aderire a Maastricht per obbligarci, grazie al “vincolo esterno”, a quella virtù contabile che assai poco ci appartiene. Pregiudizi? Fino a un certo punto.

Qualche anno fa, due ricercatori della Columbia University e dell’Università della California passarono in rassegna le contravvenzioni per divieto di sosta inflitte ai diplomatici delle Nazioni Unite a New York. Poiché il personale dell’Onu gode dell’immunità, pagare le multe è faccenda che attiene all’educazione e al carattere personale. Ma educazione e carattere personale vantano anche una dimensione nazionale. Ebbene, nella classistica stilata dai due ricercatori americani i diplomatici italiani risultavano tra i più morosi del mondo. Per capirci, i nostri connazionali figuravano cento posizioni più in basso rispetto ai rappresentanti di nazioni considerate virtuose come Svezia e Norvegia…

“Italian job” è espressione che offende, certo. Ma prima o poi dovremo pure cominciare a domandarci per quale oscura ragione ce l’abbiano tutti con noi.

Huffington Post

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Il pescarese Jacopo D’Andreamatteo premiato a Roma per il suo volume – hgnews.it


A inizio dicembre a Roma, nella splendida sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, si è tenuto l’evento commemorativo per il 60° anniversario di attività della Fondazione Luigi Einaudi. Tra i partecipanti, autore anche di un testo pubblicato all’interno del v

A inizio dicembre a Roma, nella splendida sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, si è tenuto l’evento commemorativo per il 60° anniversario di attività della Fondazione Luigi Einaudi. Tra i partecipanti, autore anche di un testo pubblicato all’interno del volume celebrativo dal titolo “Sessant’anni di diffusione del pensiero liberale” c’era anche Jacopo D’Andreamatteo, pescarese, da anni componente della direzione della Fondazione Luigi Einaudi nonché referente in Abruzzo della stessa. Il volume, presentato anche con interventi oltre che del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, del presidente della Fondazione Luigi Einaudi Giuseppe Benedetto anche di lhan Kyuchyuk presidente di Alde e parlamentare europeo del gruppo Renew Europe, Hakima El Haité presidente di Liberal International e del senatore Matteo Renzi.

“È stato un vero privilegio poter scrivere delle pagine della nostra fantastica storia racconta Jacopo D’Andreamatteo – figlio del compianto onorevole Piero D’Andreamatteo – e del rapporto che lega la Fondazione a Liberal International anche grazie a Giovanni Malagodi che ne è stato presidente per ben due mandati”.

Hg News

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A destra del Mes


Possono inghiottirlo come un boccone amaro, consapevoli di doverlo comunque deglutire, con il volto accartocciato e i lucciconi del piccolo cui non è stato lasciato scampo: apri la bocca. Ma possono anche masticarlo bene, traendone giovamento. Perché la r

Possono inghiottirlo come un boccone amaro, consapevoli di doverlo comunque deglutire, con il volto accartocciato e i lucciconi del piccolo cui non è stato lasciato scampo: apri la bocca. Ma possono anche masticarlo bene, traendone giovamento. Perché la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità è, per la maggioranza di destra, un’occasione. Un modo per cominciare a non fare la fine della sinistra, afflitta non tanto dall’avere perso le elezioni, ma dall’avere perso il senso dell’orientamento, dal ritrovarsi in stato confusionale. Non commetta la destra l’errore che fece la sinistra.

L’errore fu fare i furbi, finendo fessi. Archiviarono il comunismo (crollato) senza averlo rinnegato. Anzi, proprio per non rinnegarlo cambiarono nome e si finsero una cosa nuova. Da antieuropeisti divennero europeisti; da anti Nato divennero atlantisti; da comunisti si pretesero liberisti. E così via andando, ma senza mai fare i conti non con il passato remoto, ma con il loro passato personale, con le cose che le medesime persone avevano sostenuto. Ripresero identità per contrapposizione, l’antiberlusconismo al posto di falce e martello, sedendo ai governi per “senso di responsabilità”, che sarebbe la versione poetica dell’adattabilità. Il risultato è che non sanno più riconoscersi, per avere rifiutato di conoscersi.

La destra s’appresta a commettere lo stesso errore. Sono molto apprezzabili le parole di Giorgia Meloni sulle leggi razziali. Dispiace che non siano riprese con più evidenza. Sono importanti perché collocano sotto la guida di Benito Mussolini il momento vergognoso e più umiliante della nostra storia nazionale. Per molti di noi è scontato, per molti di loro no. Apprezzabili e importanti, ma è pur sempre la storia degli altri, antecedente alla nascita degli odierni politici. I conti devono farli con loro stessi, che quelli con il fascismo li ha già fatti la storia.

Il Mes è un’occasione. Siamo i soli a non avere ratificato la riforma, posto che il Mes già lo ratificammo ed è già operativo. Aspettare la Germania è stato un errore di sudditanza e ignoranza, perché la Germania lo aveva già ratificato. Comunque, ora è anche sentenziato. Siamo soli. E nel torto. Al governo lo sanno e devono trovare il modo per ratificare. Si può prendere la versione di Guido Crosetto: lo Stato è uno solo, quell’impegno è stato preso, noi siamo persone responsabili e ratifichiamo. È una via, ma anche un rimpiattarsi. Su quella strada si troveranno, fra qualche tempo, a non riconoscersi. Come capita alla sinistra che fu comunista.

Possono, invece, imboccare la più saggia alternativa: lo ratifichiamo perché è giusto farlo, perché molte delle cose che dicemmo (il guinzaglio, il cappio, lo strangolare…) erano spropositi insensati, questo non significa che il Mes sia perfetto, anzi proporremo di modificarlo ancora, il che, però, è impossibile, ci toglie voce in capitolo, se nel ratificarlo non ne riconosciamo l’indispensabilità. Eviterebbero così di far credere di scapolarla cambiando nome, perché può pure esserci qualche allocco convinto che siccome Fratelli d’Italia non è mai stato al governo si tratti di tutti debuttanti, laddove si tratta di già collaudati governanti, ma il trucchetto del nome, se abusato come fece la sinistra, porta a perdere l’identità.

Del resto, guardino al capitolo giustizia: lì non hanno giocato a nascondino, ma scelto un ministro che è l’opposto del giustizialismo della destra sventolante cappi e stazionante davanti alle procure, negli anni temperato dall’innocentismo (che è l’opposto del garantismo) berlusconiano. Sono andati dritto e sono bastate le parole di Nordio per far esplodere la sinistra, che sa quanto siano giuste, ma non trova il modo e il coraggio di riconoscerlo. Certo, ora si tratta di fare e non solo di dire, ma se avessero provato a mascherarsi, tenendo assieme giustizialismo e aggiustamenti, non avrebbero ottenuto alcun risultato. Sarebbero stati indistinguibili. E perdenti. Approfittino del Mes, che certe occasioni non si presentano tutti i giorni.

La Ragione

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Costruzione dei dispositivi di IA: quali costi sociali?


Il costo sociale nella costruzione dei sistemi di Intelligenza Artificiale è alto. Ancora oggi, la produzione di questi sistemi è alimentata da lavoratori spesso sfruttati e sottopagati in tutto il mondo, che svolgono compiti ripetitivi in condizioni di l

Partendo dalla visione che il mondo delle Big Tech ci propone dell’intelligenza artificiale (IA) come dello strumento che darà un nuovo volto all’umanità, è necessaria una riflessione su come effettivamente l’IA impatti la vita dell’uomo. Come vedremo più avanti, analisi e reportage hanno svelato la matrice invisibile del lavoro umano e dell’impatto ambientale che si nascondono dietro costruzione...

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Questo lettore l’ha usato per chiedere al software di creare delle immagini di copertina per Privacy Chronicles:

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Il software si chiama Midjourney ed è davvero semplice da usare. Bisogna soltanto scaricare Discord, creare un account e poi entrare nel server del bot (discord.gg/midjourney).

Una volta dentro, sarà sufficiente entrare in una delle stanze denominate #newbies e chiedere al bot di creare qualcosa con il comando /imagine. Qui trovate tutte le istruzioni per conoscere le varie configurazioni del bot e avere risultati ottimali, ma in verità non ce n’è neanche bisogno.

Crea un’immagine a tema Privacy Chronicles


Ho giocato anch’io un po’ con il bot, e mi è piaciuto così tanto che ho pensato: hey, perchè non vedere cosa riescono a tirar fuori anche gli altri lettori di Privacy Chronicles?

E allora eccoci qui, vediamo cosa riuscite a tirare fuori dal cappello — o meglio, dall’intelligenza artificiale.

Stimoliamo la fantasia con un po’ di sana competizione tra noi. I lettori che riusciranno a creare l’immagine più bella vinceranno un abbonamento a Privacy Chronicles.

Ecco le regole:

  • Crea un’immagine a tema Privacy Chronicles — cioè un’immagine che raffiguri ciò che per te rappresenta Privacy Chronicles. Senza alcun limite, se non quello di spiegarmi l’immagine se eccessivamente astratta.
  • Inviami via posta elettronica (crypt04n4rch1st@tutanota.com) la tua immagine con titolo “IA prompt PC” (max 1 a persona)
  • Descrivi brevemente l’immagine (anche solo col prompt usato per crearla). Se non la capisco non la prendo in considerazione!

Le prime tre immagini che mi piaceranno di più vinceranno un abbonamento gratuito a Privacy Chronicles, in questi termini:

1° classificato/a: sei mesi di abbonamento gratuito

2° classificato/a: tre mesi di abbonamento gratuito

3° classificato/a: un mese di abbonamento gratuito

N.B. gli abbonati riceveranno un’estensione all’abbonamento già attivo

Verranno prese in considerazione solo le immagini inviate entro le 23:59 del 23 dicembre 2022. Non so quanti di voi parteciperanno a questa piccola gara amichevole, ma siete migliaia e mi ci potrebbe volere del tempo per scegliere i vincitori. Abbiate pazienza 😁

Cercherò comunque di postare le immagini che mi hanno colpito di più sul canale telegram, a prescindere dai primi tre posti. Se non sei ancora iscritto/a, è un buon momento per farlo!

Vi lascio con delle immagini che ho creato oggi e che mi piacciono particolarmente. Al software ho chiesto di immaginare una società in cui le persone sono valutate e punite per ciò che pensano:

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privacychronicles.substack.com…



#NotiziePerLaScuola

Percorso sperimentale integrato per l’anno scolastico 2023/2024: al via le candidature per l’indirizzo Trasporti e logistica, Conduzione di apparati e impianti marittimi (CAIM)/Conduzione di apparati e impianti elettronici di …



È da direi parecchio tempo che uso Standard Notes come app di note personali. Anni fa l'avevo scelta per il suo essere libera e open-source, ma allo s...


La NATO è un moltiplicatore di conflitti: provocazioni anche contro la Serbia - Kulturjam

"Il piano contro la Serbia rischia di aprire un nuovo fronte bellico nel cuore dell’Europa, mentre prosegue il conflitto ucraino. Naturalmente, colpire la Serbia per la NATO significa soprattutto colpire la Russia, storica alleata di Belgrado."

kulturjam.it/politica-e-attual…



Statement on EU Comission adequacy decision on US


Dichiarazione sulla decisione di adeguatezza della Commissione europea nei confronti degli USA La nostra breve dichiarazione sulla bozza di decisione di adeguatezza UE-USA da parte della Commissione europea. Duct Taped Executive Order?


noyb.eu/en/statement-eu-comiss…



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@Friendica Support I can't understand one thing: from the main screen of one of my friendica forums I don't see notifications or messages. But the browser tab shows me a number of notifications.
Why is there this difference?

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

🔶 Valditara: “Per docenti e personale più di 2.



Poliversity è una comunità Mastodon italiana dedicata all'università, alla ricerca, alla scuola e al giornalismo. Promuoviamo il Diritto alla Conoscenza e la corretta informazione: è aperta a ricercatori, giornalisti, operatori dell'informazione, fotoreporter, bibliotecari, archivisti, studenti ed educatori di tutti i livelli, editor, tecnologi, dirigenti di istituzioni scolastiche e chiunque sia coinvolto nel mondo dell'istruzione e del giornalismo.
Poliversity è uno spin-off del progetto friendica Poliverso.org.
La comunità è focalizzata sull'ambiente accademico, scientifico, scolastico e su quello dell'informazione e del giornalismo.
In un momento in cui la cultura scientifica e il mondo dell'informazione sembrano assediati dalla disinformazione, le fake news e il pensiero magico, Poliversity vorrebbe diventare una sorta di piazza accademica del Fediverso italiano per la promozione dell'incontro tra conoscenza e informazione.

I nomi reali e le credenziali sono consigliati solo se vorrai utilizzare il tuo account su questa istanza con l'obiettivo di fare rete, ma non sono assolutamente obbligatori.
poliversity.it




"Il consiglio dei supervisori di San Francisco, ovvero l’organo legislativo della città, ha sospeso il progetto di dotare la polizia di robot in grado di uccidere. [...]
La norma dovrà comunque affrontare un’ulteriore revisione, al termine della quale si deciderà se approvarla con alcune modifiche – magari imponendo limiti più severi all’utilizzo dei robot – o se abbandonarla del tutto."

ilpost.it/2022/12/07/san-franc…

@energiepirat reshared this.



La Città da 15 minuti


Le grandi città sono invivibili. Nel 2016 un professore propose una soluzione. Oggi l'idea è stata ripresa in chiave statalista da diverse città, anche in Italia, e non è una buona notizia.

Oggi vi racconto di come, grazie a un’idea apparentemente buona, le più grandi città europee potrebbero trasformarsi nel prossimo futuro in un agglomerato di quartieri recintati digitalmente e fisicamente, pensati per dare ai cittadini una parvenza di libertà e appagamento, ma rendendoli al tempo stesso più sorvegliabili e controllabili.

L’idea è quella della “Città dei 15 minuti”, popolarizzata nel 2016 dal professore della Sorbonne Université Carlos Moreno.

Il professore parte da una constatazione semplice: le nostre città si sono sviluppate senza tener conto delle reali necessità delle persone, che oggi devono adattarsi ai tempi dilatati della città, al traffico, all’inquinamento e al rumore. La città da 15 minuti rivoluziona l’ingegneria delle città per creare dei quartieri auto sufficienti, dove le persone possono trovare tutto ciò di cui hanno bisogno entro un raggio temporale di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla propria abitazione.

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Idea interessante, che però cadde nel dimenticatoio per anni — fino all’arrivo del Covid. Le politiche di lockdown e le ampie limitazioni agli spostamenti che hanno costretto milioni di persone a rimanere confinate nei loro quartieri hanno fatto sì che l’idea dei quartieri auto sufficienti riprendesse vigore tra politici e intellettuali, in preparazione di future pandemie.

L’agenda climatica ha ulteriormente contribuito al diffondersi di questa nuova teoria di città dove tutto è magicamente accessibile senza automobili. Basta fare una ricerca online per rendersi conto della quantità di articoli che oggi parlano del tema. Ce ne sono almeno un paio che meritano attenzione:

Il 26 febbraio 2021 le Nazioni Unite pubblicarono un articolo intitolato “The 15 Minute city: Can a new concept of urban living help reduce our emissions?”. Nell’articolo si legge:

“La pandemia COVID ci ha fatto mettere in dubbio il modo di vivere tradizionale e a causa delle misure sanitarie (sì, sanitarie, certo) molte persone sono state costrette a vivere entro un raggio di pochi chilometri dalle loro case. Un modo di vivere diverso può allora aiutarci a cambiare il modo in cui pensiamo ai nostri quartieri e città, aiutandoci anche a fermare il riscaldamento climatico?

Ecco che allora può aiutarci il concetto della Città da 15 minuti, dove tutto ciò di cui abbiamo bisogno è entro 15 minuti a piedi o in bici. Le città diventerebbero più decentralizzate e ci sarebbe meno bisogno di automobili. L’idea di quartieri auto sufficienti non è nuova — molte città erano già così. Tuttavia, data l’urgenza della lotta al cambiamento climatico, molte città stanno cercando modi per ridurre le emissioni e migliorare la qualità di vita dei cittadini.”


Della città da 15 minuti ha parlato anche più recentemente il World Economic Forum, in un articolo di marzo intitolato “The surprising stickiness of the “15-minute city”:

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"La nozione di occupabilità viene parametrata nel contesto familiare dimenticando che la presenza in una famiglia di soggetti lavorativi con contratti a poche ore non determina l’emersione dalla povertà, i poveri ormai non sono solo gli inoccupati ma anche lavoratori precari con salari da fame e la condizione di miseria e precarietà riguarda l’intero nucleo familiare.
La nozione di occupabilità della destra è solo funzionale a tagliare il Rdc diminuendone i percettori e i mesi dell’assegno, non guarda alla sostanza del mercato del lavoro e all’assenza di politiche attive, resta indisponibile ad una nuova leva di lavori socialmente utili finanziati dallo Stato per la cura e manutenzione della persona e del territorio.
Per questo si alimentano campagne di odio contro i nuovi fannulloni (un tempo erano i dipendenti della PA oggi sono i percettori del Reddito) nell’ottica di restituire i fondi destinati agli ultimi con il Rdc ad altre fasce delle popolazioni, quelle decisamente non ascrivibili alle classi sociali meno abbienti. "

cumpanis.net/si-fa-presto-a-di…



#NotiziePerLaScuola

Rendicontazione nella piattaforma PimerMonitor. Prorogata al 31 agosto 2023 la rendicontazione del potenziamento dei Centri Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo per l’istruzione degli adulti.

Info ▶️ https://www.





Maria Laura Mantovani: "No a Microsoft e Google nelle scuole, seguiamo l'esempio della Francia"


Segnalo l'articolo di Maria Laura Mantovani, (ex senatrice e portavoce m5s):

agendadigitale.eu/sicurezza/pr…

Cito il passo secondo me più saliente:

> Possiamo da genitori pretendere per i nostri figli che vengano messi nelle condizioni di comprendere il mondo digitale contemporaneo e possano acquisire gli strumenti di libertà per condurre la vita o dobbiamo accontentarci del lavoretto socialmente utile deciso per loro da entità lontane che li sfrutterà come schiavi? Educhiamo i bambini all’umile lavoretto socialmente utile, affinché possano accettarlo anche da grandi? Oppure al contrario possiamo pretendere che si fornisca la comprensione della differenza tra essere dipendenti da una piattaforma informatica che ti guida ovvero stabilire come essa funziona e saperla programmare?

Maria Laura Mantovani è prima firmataria del disegno di legge UNIRE[1] di cui potete leggere anche su Friendica[2].

[1] parlamento18.openpolis.it/sing…
[2] poliverso.org/display/0477a01e…



@Friendica Admins Venera.social and Libranet.de, the two most active #friendica instances in the world are currently offline

This is probably a problem with the Finnish server farm itself. Do you have any news?

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Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Steffen K9 🐰 Thank you! However, it's really a strange coincidence: it was three instances residing on Hetzner's Finnish server farm that went offline.

Friendica Admins reshared this.

Unknown parent

friendica - Collegamento all'originale
utzer [Friendica]
@Steffen K9 🐰 ah, I assumed it is the same machine. Thanks

Friendica Admins reshared this.




La sinistra dei pesci rossi - Contropiano

"Poi ci sono le elezioni e qui compare la recita. Più a sinistra che nella destra, che per sua natura in guerra e liberismo ci sguazza.

Invece la sinistra deve fare molta più commedia. Deve scoprirsi rivoluzionaria e trovare dei candidati che siano meno impresentabili dei suoi leader ufficiali. E poi deve naturalmente innalzare lo stendardo della lotta alla destra. Cosa che fa regolarmente da trent’anni, diventando sempre più di destra ad ogni appuntamento elettorale."

contropiano.org/news/politica-…



Il liberismo atlantista di Meloni, 'sovranista' solo in campagna elettorale - Kulturjam

"Giorgia Meloni è stata conservatrice solo nelle campagne elettorali, una volta salita al timone del paese, si è accodata al carrozzone del liberismo atlantista. Quando cadrà un posto per lei nel rotary di Renzi e Calenda è già pronto."

kulturjam.it/politica-e-attual…



Cosa sono questi “Twitter Files”? Di @violastefanello su @ilpost


COSA SONO QUESTI “TWITTER FILES "?

Segnaliamo a tutta la comunità di !Giornalismo e disordine informativo questo articolo de #IlPost, a firma di @Viola Stefanello 👩‍💻

Un noto giornalista americano ha pubblicato alcune mail – forse fornite da Elon Musk – su come fu presa una delle più controverse decisioni di moderazione nella storia della piattaforma

CONTINUA QUI



La fotografia di Yangkun Shi


Il lavoro fotografico del fotografo cinese Yangkun Shi è incentrato sul rapporto tra il singolo e la sua libertà personale, con l’ambiente e la comunità sociale.
La “nuova generazione” cinese ha vissuto un rapido sviluppo e sconvolgimenti politici. Il lavoro fotografico di Yangkun Shi rappresenta visivamente uno scorcio delle ambizioni e delle problematiche dei giovani cinesi. Una fotografia che unisce documentalismo e ricerca personale, concentrandosi su tematiche inerenti la relazione del singolo nei confronti della società.
fotografiaartistica.it/la-foto…


tumblr.com/levysoft/6835436325…


Promuovere la mobilità in bicicletta attraverso misure di pianificazione urbana


Ecco la seconda traduzione dalla newsletter di #RecuperarLaCiudad (Riprendersi la città)

Qui sotto trovate la traduzione parziale della newsletter del 25 novembre 2022 intitolata:
Come promuovere la mobilità in bicicletta attraverso misure di pianificazione urbana

A partire da uno studio sulle caratteristiche delle infrastrutture ciclabili olandesi, danesi e tedesche, l’articolo presenta alcune delle misure di pianificazione urbana necessarie a garantire un uso comodo e sicuro della #bicicletta in città.

Il testo completo dell’articolo si può scaricare da qui:
nilocram.eu/edu/Riprendersi-la…

Buona lettura e... pedalate piano 😀

Come promuovere la mobilità in bicicletta attraverso misure di pianificazione urbana

"Se lo costruisci, allora verranno", dice una voce nel film "Field of Dreams" (1989) a Kevin Costner. Questa regola si applica spesso al settore della mobilità: quando si costruisce un'infrastruttura, compaiono i suoi utenti. Questo fenomeno è noto come domanda indotta (l'offerta di un bene ne aumenta il consumo).
La domanda indotta spiega, tra l'altro, come l'aumento delle infrastrutture automobilistiche sia una misura inutile per ridurre la congestione, che anzi aumenta. La domanda indotta può essere utilizzata per promuovere la mobilità sostenibile? Per rispondere a questa domanda, nel 2008 John Pucher e Ralph Buehler hanno condotto un’ analisi bibliografica presso la Rutgers University, esaminando le caratteristiche delle infrastrutture ciclabili olandesi, danesi e tedesche.
Spoiler: può funzionare e funziona benissimo.

Uso massiccio della bicicletta

I tre Paesi presi in esame erano, al momento dello studio, i tre Paesi europei con i più alti livelli di mobilità ciclistica. Gli spostamenti giornalieri in bicicletta (con distanze medie massime di 2,5 km nei Paesi Bassi, 1,6 km in Danimarca e 0,9 km in Germania), queti paesi sono anche quelli con la più alta percentuale di spostamenti effettuati pedalando (27% nei Paesi Bassi, 18% in Danimarca e 10% in Germania).
Tuttavia, non è sempre stato così. Tra il 1950 e il 1975 il numero di spostamenti in bicicletta in tutti e tre i Paesi è diminuito dal 50-85% degli spostamenti a solo il 14-35%, un periodo che coincide con la promozione dell'uso dell'automobile da parte di tutti e tre gli Stati, aumentando la capacità delle strade e aumentando l'offerta di parcheggi. Se le costruisci, allora verranno. I governi si sono resi conto dell'errore e hanno cercato di correggere le tendenze.
A metà degli anni '70 le politiche di mobilità sono cambiate, concentrandosi sui pedoni, la bicicletta e il trasporto pubblico. La maggior parte delle città ha migliorato le infrastrutture ciclabili, ha introdotto restrizioni all'uso dell'auto e ne ha reso più costoso l'utilizzo. Tra il 1975 e il 1995, l'uso della bicicletta ha raggiunto il 20-43% di tutti gli spostamenti in tutti e tre i Paesi. Il caso di Berlino è particolarmente impressionante, con un aumento del 275% degli spostamenti in bicicletta tra il 1975 e il 2001. [...]

Qui il testo completo dell’articolo:
nilocram.eu/edu/Riprendersi-la…
@Informa Pirata @Marcos Martínez @Rivoluzione mobilità urbana🚶🚲🚋

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