Se la bandiera dell’Europa sventola a Tblisi
Ieri è girato molto il video di una donna nel fuoco delle proteste di Tblisi, Georgia, mentre sventolala bandiera d’Europa. I georgiani stanno manifestando contro una legge in discussione al Parlamento e ricalcata su quella russa che ha consentito a Vladimir Putin di chiudere i giornali e mandare in galera giornalisti e blogger a lui ostili. Putin, nel nostro disinteresse, ha invaso la Georgia nel 2008, quattordici anni prima di invadere l’Ucraina, s’è preso l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia, ne ha riconosciuto l’indipendenza e ne ha fatto roba sua.
Da allora, l’Unione europea valuta l’ammissione della Georgia, con le sue classiche infinite cautele, e il terrore della gente in piazza è di finire nelle grinfie russe. Non voglio rifare qui la storia della Georgia, voglio soltanto ricordare rapidamente Mikheil Saakashvili, il più celebre e discusso leader europeista georgiano, uno che Putin disse di volere vedere “appeso per le palle”. Ora è in carcere, dove pochi mesi fa un avvocato lo trovò coperto di lividi e con tracce di avvelenamento nel sangue. Così va il mondo, non soltanto dove s’allunga l’ombra di Putin, ma dove s’allunga va così, sempre.
Le Georgia è ancora più lontana dell’Ucraina, è al di là del Mar Nero, sopra le estremità orientali della Turchia e sopra l’Azerbaijan. E da così lontano, abbiamo visto quella donna sventolare la bandiera d’Europa, mentre la polizia cercava di respingerla con gli idranti. Lei è riuscita a evitare il getto, e poi un gruppo di uomini l’ha accerchiata per proteggerla e permetterle di tenere alta la bandiera. E io pensavo che così, da noi, non l’ho vista sventolare mai.
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The Green/Digital/Society è una conferenza che riunisce attori chiave che discutono di ecologia, tecnologia, diritti umani e politica in Europa.
Sebbene la tecnologia sia spesso promossa come la soluzione ai problemi ambientali, le prove dimostrano che la sua crescita vertiginosa, la produzione di massa di dispositivi e infrastrutture, la massiccia raccolta di dati e il capitalismo della sorveglianza estraggono duramente risorse dalla Terra, creando conflitti umani su terra, acqua, energia e informazioni .
Se sei un attivista per i diritti ambientali o digitali, un ricercatore, un decisore politico, un membro della comunità o semplicemente un essere umano preoccupato della regione SEE o dell'Europa, unisciti alla discussione sulle sfide attuali e sui potenziali piani di difesa per il futuro su questioni all'intersezione della politica verde , diritti umani e tecnologia.
Qui il programma con più informazioni sull'evento
Domande: info@sharedefense.org
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Presentazione del libro “L’inganno” di Alessandro Barbano
Mercoledì 14 marzo, alle ore 18.00, presso l’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, in via della Conciliazione 10, si terrà la presentazione del libro “L’inganno – Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene” di Alessandro Barbano.
Intervengono
Alessandro Barbano
Giovanni Pellegrino
Modera
Andrea Cangini
L’ingresso all’evento sarà libero
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Crisi del Maggio Musicale verso una soluzione
La crisi ai vertici del Maggio Musicale fiorentino è in via di la soluzione: il Consiglio d’indirizzo della Fondazione Teatro del Maggio, presieduto dal Come si di Firenze Dario Nardella, ha indicato all’unanimità il nome del candidato alla carica di Sovrintendente nella persona del dott. Angelo Cutaia, attuale dirigente presso, il Ministero della Cultura. Tale […]
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Gli ucraini non si arrenderanno mai. Per quanto tempo potranno ancora contare sull’Occidente?
Nessun ucraino dimenticherà mai la mattina del 24 febbraio 2022, quando la vita come la conoscevamo fu sconvolta dall’enormità dell’invasione su vasta scala della Russia. Quella mattina a Lviv sono stato svegliato da un flusso costante di telefonate di persone che chiedevano aiuto. Non era una novità, poiché avevo sostenuto l’esercito ucraino sin dall’inizio dell’attacco […]
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La guerra in Ucraina spacca la Georgia
Con le proteste che si sono diffuse a Tbilisi e in altre città georgiane in reazione a una legge sugli agenti stranieri modellata sull’equivalente russo del 2012 (un disegno di legge che è stato ritirato all’inizio di giovedì), il crescente divario tra una società che favorisce l’integrazione europea e un governo apparentemente ostile a tale […]
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Scuola e opportunità europee, parte la formazione Erasmus+ ed eTwinning rivolta a docenti e dirigenti scolastici.
Info ▶️ erasmusplus.
Ministero dell'Istruzione
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Anticipare l’ambiente operativo di domani. La missione della Nato secondo Zuliani
Più di un anno fa, la Russia ha realizzato il suo piano per invadere l’Ucraina, mentre la comunità internazionale guardava incredula. Questa brutale aggressione di una nazione sovrana ha segnato il ritorno della guerra sul suolo europeo e la fine di un’era. Ora, si sta affrontando una nuova realtà per la nostra sicurezza.
L’Europa e il Nord America continuano a essere forti insieme nella Nato per difendere i nostri valori e scoraggiare ulteriori aggressioni. In tale ambito vi è la necessità per l’Alleanza Atlantica di proporre l’adattamento, l’evoluzione e la trasformazione dello strumento militare, al fine di adempiere alle missioni e all’ambizione della Nato. Per fare questo è necessario anticipare l’ambiente operativo futuro. Quindi, come potrebbe essere la guerra di domani?
In estrema sintesi: di più, e più veloce! Di più, di tutto: più missili; più sciami vaganti di droni; più concorrenza nella sfera dell’informazione; più minacce alle nostre economie, sovranità e così via. Più Veloce. Pensiamo all’ipersonico, all’Intelligenza artificiale e al calcolo quantistico.
Queste nuove minacce assumeranno molteplici forme, attraverso diversi strumenti di potere e scale temporali, e su uno spazio di battaglia notevolmente ampliato. Nuove minacce, sì, ma anche nuove opportunità. La missione della Nato è identificare queste opportunità e fare tutto il possibile per garantire che sia in grado di coglierle e sfruttarle. A tal fine, si sta sviluppando una visione per il futuro dello strumento militare dell’Alleanza.
Una visione basata su operazioni multi-dominio, che permetterà di pensare, pianificare e agire più velocemente dei nostri avversari, in tutti i domini. Le operazioni multi-dominio si baseranno sulla trasformazione digitale, che il nuovo concetto strategico spinge ad accelerare. Dobbiamo sapere più precisamente, non solo dove stiamo andando, ma anche quando e come. Sono stati individuati quattro argomenti che sono fondamentali per questa trasformazione.
Il primo deriva direttamente dall’aggressione russa contro l’Ucraina. Le prime osservazioni sottolineano la necessità per l’Alleanza di anticipare meglio l’ambiente operativo in rapida evoluzione. Per fare questo, non è più solo una questione dello strumento militare, ma di poter pensare agli altri strumenti di potere. Oggi possiamo vedere tale bisogno attraverso le interdipendenze – pensiamo alla sicurezza energetica. Ad esempio, dobbiamo guardare alla nostra capacità industriale di produrre a lungo termine, in caso di guerra. Così come dell’importanza della resilienza nella postura di deterrenza.
Il secondo argomento riguarda l’innovazione. L’innovazione è un modo diverso di affrontare lo sviluppo delle capacità: risolutamente incentrato sui dati, modulare e agile. Ma, allo stesso tempo, offre soluzioni pratiche ai problemi del mondo reale che le Forze armate potrebbero affrontare oggi o domani. È pertanto necessario continuare a sviluppare la comunità e rete aperta di innovazione, attraverso le nazioni e con il mondo accademico e l’industria. Si deve sperimentare di più, con test di prova realistici e con input e requisiti reali, che aiutino a migliorare i prodotti per una risposta immediata ai nostri soldati, gli utenti finali.
Il terzo argomento riguarda l’interoperabilità, che è in qualche modo la parte più militare della trasformazione digitale della Nato. L’interoperabilità è il valore aggiunto dell’Alleanza Atlantica alle capacità delle nazioni. Questa è una sfida duratura, e si deve fare attenzione che nei prossimi anni non diventi sempre più difficile da raggiungere. Non si deve perdere mai di vista il fatto che il futuro riguardi i dati, gli standard civili, l’architettura aperta e lo sviluppo agile. Gli Stati devono recuperare la proprietà della propria trasformazione.
L’ultimo argomento riguarda la “Cognitive warfare”. La guerra della Russia contro l’Ucraina dimostra infatti anche l’importanza della dimensione psicologica. Mentre l’uso delle operazioni di propaganda e influenza è sempre esistito, ciò che è nuovo con la Cognitive warfare è il suo uso strategico e la sua portata senza precedenti. Nella guerra cognitiva, la mente umana diventa il campo di battaglia; e un evento locale può avere ripercussioni globali, quasi istantaneamente. Quindi, questa è una necessità urgente. Alcuni degli avversari della Nato vogliono realizzare l’antico sogno di Sun Tzu “vincere senza combattere”. L’Alleanza deve prendere l’iniziativa nella dimensione psicologica, riconoscendo la minaccia di attacchi cognitivi persistenti e il conseguente rischio per lo strumento militare. Adottando così misure proattive per comprendere ed educare, e dunque modellare l’ambiente e contrastare la minaccia della guerra cognitiva.
Controllo dei cieli e più personale. La ricetta di Goretti per l’Aeronautica
Dal ruolo strategico della tecnologia e dei dati per la difesa aerea, all’importanza dell’accordo sul Global combat air programme (Gcap), fino alla carenza di personale come personale criticità e la relativa necessità di investimenti in formazione e addestramento. Questi i temi al centro dell’audizione del capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare (AM), Luca Goretti, di fronte alla commissione Difesa della Camera. Tra i punti affrontati vi sono state anche la dislocazione delle basi operative dell’AM e la revisione dei programmi di munizionamento della Forza armata, il che, come precisa il generale Goretti, “non significa andare verso una escalation del riarmo ma significa dotarsi di capacità di Difesa adeguate alle esigenze di oggi, ma ancora di più a quelle di domani”. Un particolare riferimento ha riguardato nel dettaglio l’importanza di assicurare adeguate dotazioni di scorta del munizionamento di precisione, senza il quale l’intervento militare rischia di essere inefficace. Argomenti condiviso anche dal presidente della commissione Difesa della Camera, Nino Minardo: “Le richieste provenienti dalle Forze armate non possono essere considerate o peggio liquidate come banali richieste di riarmo ma riguardano il mantenimento di capacità di difesa del Paese che deve essere adeguato agli scenari presenti e a quelli futuri”. L’Aeronautica militare, inoltre, è nel pieno dei preparativi e dei molti eventi organizzati in occasione del centenario dell’Arma.
I velivoli
Secondo Goretti è fondamentale definire la sostituzione del velivolo Eurofighter, e in questo contesto si inserisce l’accordo siglato con Regno Unito e Giappone sul Gcap. Una necessità di rinnovamento che non riguarda però solo i caccia di sesta generazione, ma anche i velivoli ad ala rotante, come ribadito dal generale nel corso dell’audizione. I velivoli, però, non potrebbero essere efficaci senza i loro piloti. Ed è a questo scopo che la Scuola di Volo internazionali in Sardegna mira ad aprire un nuovo hub, così da affiancare alle capacità di volo anche quelle ingegneristiche. Qui si inserisce la collaborazione tra lo Stato e il comparto industriale per la creazione del velivolo T-346 di ultima generazione. Mentre, guardando al panorama internazionale, il generale Goretti ha voluto sottolineare l’importanza della partecipazione italiana al programma Joint strike fighter: l’F-35 è infatti considerato il sistema più avanzato disponibile e di grande importanza strategica. I velivoli dell’Arma azzurra non sono però impiegati soltanto per operazioni militari, ma anche in ambito civile e umanitario, come dimostrano in ultimo i velivoli C-130 messi a disposizione per il trasporto di aiuti o il ponte aereo che nel 2021 permise l’evacuazione umanitaria dall’Afghanistan di oltre 5000 afghani.
Il cruciale controllo dei cieli
Senza un controllo dei cieli, “anche le forze di terra e di mare diventano vulnerabili. È impensabile operare senza un adeguato ‘ombrello’ protettivo”, ha osservato il capo di Stato maggiore. Secondo lui, anche questo è mancato nel conflitto russo-ucraino, dal momento che lo stallo delle forze terrestri russe in Ucraina “è attribuibile alla mancata conquista del controllo dei cieli. La componente aerea di combattimento è importante”. Il conflitto russo-ucraino ha infatti confermato la necessità di poter schierare in tempi rapidi le forze di terra verso ogni area di intervento; per questo è essenziale dotarsi di una capacità di trasporto adeguato, anche tenendo in considerazione il fatto che il continente africano e indopacifico potrebbero diventare aree di intervento del prossimo futuro. Per tali ragioni, secondo il generale, sarà fondamentale ricercare soluzioni tecniche innovative così da mettere in difficoltà gli schemi degli avversari. Di fronte all’impossibilità di sottrarsi alla guerra moderna, per via di sistemi d’arma in grado di superare ogni limite geografico, è infatti fondamentale dotarsi di un’adeguata forza aerea – che spesso è la prima a intervenire in caso di conflitto o calamità –, così come di sistemi di difesa aerea e antimissile, ripensando al concetto di dispersione sul territorio. L’Aeronautica mira dunque a ripensare alla distribuzione dei depositi di stoccaggio del materiale e del carburante, dei nodi di comando e controllo e della distribuzione delle basi aeree.
Serve più personale
Grazie al volume operativo accresciutosi negli ultimi anni e al crescente affollamento dei cieli, è il momento per l’Aeronautica di ripensare il modello organizzativo del passato. La tecnologia, anche se all’avanguardia come quella dell’AM, non può nulla senza un adeguato numero di personale addestrato. Per questo, a detta di Goretti, si rende sempre più necessario puntare sul consolidamento delle competenze del personale e sull’aumento del numero a disposizione che ad oggi risulta insufficiente per la gestione dei programmi e dello scenario internazionale. È infatti fondamentale “possedere una forza aerea capace, ben addestrata e opportunamente dimensionata” ed è in corso un un’attività per ridisegnare le professionalità del personale militare e i relativi percorsi di formazione, indagando più a fondo anche le collaborazioni con l’industria e il mondo accademico.
Cyber e Spazio
Secondo Goretti serve un’unica cabina di regia per dotare l’Italia di un ‘ombrello’ protettivo nel cyber, e questa deve essere dello Stato maggiore della Difesa, per evitare duplicazioni inutili e ottimizzare le competenze “non bisogna procedere a compartimenti stagni”. Le innovazioni normative, introdotte a partire dall’Agenzia per cybersicurezza nazionale (Acn), hanno infatti determinato un punto di svolta sul piano cibernetico, a cui però l’Arma azzurra deve uniformarsi. Tra le nuove sfide, accanto a quelle dettate dal cyber, vi sono anche quelle riguardanti lo spazio che “è il nuovo dominio di confronto”. L’AM, a detta del generale, “è pronta a valorizzare il proprio personale in questo nuovo scenario”, e in questo senso “si impone di intraprendere un nuovo processo produttivo”, affiancando adeguati livelli di difesa e deterrenza anche nei confronti dello Spazio sempre più conteso.
Le lentezze della burocrazia
Afferente al dominio cibernetico è il predominio sui dati. Spesso la burocrazia secondo Goretti “porta via tempo”, mentre invece è fondamentale disporre rapidamente dei dati di Intelligence che sono strettamente collegati all’operatività dell’Aeronautica. “Spesso e volentieri chiediamo dei dati e perdiamo tempo, peccato che questi dati servono ora, la dinamicità delle operazioni aeree richiede anche un cambiamento degli ordini di operazioni e il dato conta moltissimo”, ha spiegato il capo di Stato maggiore. Oggi infatti “vince chi è il detentore dei dati, chi è in grado di possedere informazioni, e vince chi è in grado di impedire che altri abbiano i dati”.
Il minuto di silenzio per l’incidente di Guidonia
Lo scontro di Guidonia, che ha coinvolto due aerei dell’Aeronautica e visto la tragica scomparsa dei loro piloti, è stato ricordato con un minuto di silenzio presso la Commissione Difesa della Camera. Per Goretti si è trattato di “un evento terribile che ci ha scosso profondamente e le cui cause, ancora da verificare, saranno accertate dalle autorità competenti”. Al momento, come spiega ancora il generale, “ci sono due commissioni al lavoro, magistratura e Aeronautica. Noi ci stringiamo alle famiglie che arrivano da Potenza e Verona; questo pomeriggio le incontrerò. Non posso non ricordare quanto questo mestiere sia difficile e rischioso. I due piloti sono un esempio di coraggio e passione e io li ringrazio per quanto hanno fatto per la nostra Forza armata”.
Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore. Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebb
Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.
Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Questa sera vi parlerò dei viaggi della speranza di milioni di italiani verso le Americhe.
Spesso su navi carretta di terza classe
Non erano certo barchini o carrette del mare, ma quei viaggi della speranza erano veramente sicuri?
E allora una domanda sorge spontanea.
Perché avevano tutti una paura folle di salire su quelle navi e fare quel viaggio?
Giudicate voi.
Furono milioni gli emigranti italiani che si imbarcarono su navi e piroscafi obsoleti e fatiscenti in rotta verso le Americhe.
Erano chiamati “vascelli della morte” perché avevano molti anni di navigazione.
Partivano, stipati, senza nessuna certezza di arrivare a destinazione.
Molti emigranti non avevano mai visto una nave. Paura, ansia, angoscia, batticuore, seguiti da tanta malinconia, erano i sentimenti che provavano mentre salivano su quelle navi.
Seppur a conoscenza del rischio altissimo di non arrivare vivi, niente li avrebbe potuti fermare.
Anno 1884 - Sul "Matteo Brazzo" c’erano 1.333 passeggeri in condizioni igieniche precarie.
Ci fu un’epidemia di colera con venti morti e centinaia di ammalati.
La nave fu respinta prima dal Brasile e poi respinta a cannonate a Montevideo per il timore di contagio.
Argentina e Uruguay vietarono per un certo periodo l’approdo a navi italiane.
Anno 1888 - Sul "Carlo Raggio", una nave da carico trasformata in trasportare emigranti, ci furono 18 morti per fame nel suo primo viaggio.
E nel 1894, sempre sulla stessa nave che aveva imbarcato 1.400 emigranti a Napoli, scoppiò un’altra epidemia di colera.
Il contagio si estese rapidamente obbligando il comandante a dare l’ordine di gettare i morti in mare. I morti furono 206.
La nave fu rispedita in Italia.
Nel 1888 sul "Cachar" morirono 34 italiani per fame e asfissia
Nel 1889 - Sul "Frisia 27 i morti italiani per asfissia.
Sul "Parà" 34 italiani morti di morbillo.
Nel 1893 - Sul "Remo" 96 morti italiani per colera e difterite
Nel 1894 - Sul "Vincenzo Florio" 20 morti italiani
Utopia era un piroscafo inglese.
Era partito da Trieste e aveva fatto scalo a Napoli. Aveva a bordo 3 passeggeri di prima classe, 3 clandestini, 60 membri dell’equipaggio e 813 emigranti.
Era il 17 marzo 1891 quando davanti al porto di Gibilterra, con tempo pessimo e visibilità ridotta, sbagliò manovra e andò a sbattere contro una corazzata alla fonda e colò a picco in pochi minuti.
I morti, quasi tutti italiani, furono 576.
“Le grida si udivano da lontano. I poveri emigranti, pazzi dal terrore, facevano ressa dalla parte dove il bastimento era ancora fuori d’acqua […] Repente, un terribile colpo di mare mandò in pezzi tutta questa parte del piroscafo”.
Il 4 luglio 1898 furono 549 i morti (moltissimi dei quali italiani) nella tragedia della "Bourgogne" al largo della Nuova Scozia in seguito a una collisione.
Il comandante finì sotto inchiesta.
Quasi tutti i superstiti erano membri dell’equipaggio.
Nel 1905 sul piroscafo "Città di Torino" morirono 45 italiani sui 600 imbarcati.
Il 4 agosto 1906 centinaia (nessuno conosce la cifra esatta perché a bordo c’erano molti clandestini) furono gli emigrati italiani vittime del naufragio del "Sirio" in Spagna.
25/10/1927 - 314 morti (secondo la conta ufficiale, ma le vittime furono almeno il doppio) nel naufragio al largo del Brasile del piroscafo "Principessa Mafalda".
Ricordato come il "Titanic italiano".
Era il suo ultimo viaggio.
Aveva alle spalle 20 anni di mancata manutenzione.
“Il panico si manifestò particolarmente fra le donne e i bambini. Le donne con i bambini aggrappati alle gonne squarciavano l’aria con i loro urli. I passeggeri di terza classe invasero il ponte di seconda. Subito dopo avvennero due nuove esplosioni e la nave affondò”
Milioni di emigranti italiani cercarono lontano un futuro migliore.
Molti ce la fecero, molti annegarono, molti morirono di malattie.
Per molti di loro un futuro migliore rimase solo un sogno.
Per non dimenticare.
Link al thread originale
La sua Mia
Non è facile smontare una misura assistenzialista, quale è il Reddito di cittadinanza. Il suo scopo dichiarato era quello di favorire il reinserimento nel mercato del lavoro, cosa che è avvenuta per una percentuale minima, un percorso intrapreso da appena il 12.7% dei beneficiari. I Navigator non pervennero. I Centri per l’impiego latitarono. Un fallimento. Ugualmente non è facile smontarlo, perché quando si distribuiscono quattrini senza produrre ricchezza, aumentando la povertà anziché ridurla, poi ogni stretta retromarcia sarà attaccata quale schiaffo alla miseria. Come non ne avesse ricevuti abbastanza.
Premesso che stiamo parlando di anticipazioni, mentre ancora il governo meritoriamente studia il modo per uscire da quel dispendioso fallimento, alcune delle idee che girano meritano una critica specifica, sperando sia utile ad evitare possibili e ulteriori errori.
Quotare a 500 euro il contributo a chi è povero e non può lavorare, non sembra risolvere il suo problema. La prima cosa da farsi, se si vuole aiutare chi è povero e non può lavorare, è istituire una banca dati unica dell’assistenza, perché scoprendo le sovvenzioni sovrapposte si individuerà chi fa il povero di mestiere e si libereranno risorse da destinare ai servizi di cui ha bisogno chi versa in condizioni d’indigenza. Quotare a 375 euro il contributo a chi è povero, può lavorare, ma non lavora, riduce, come l’altro livello citato, la spesa, ma si tratta dello stesso schema che ha fallito, solo dotato di meno quattrini. Posto che dei circa 400mila percettori di sovvenzioni abili al lavoro la gran parte non sa fare niente, il problema è insegnare loro qualche cosa e restituirgli la dignità del guadagno, non solo la sovvenzione della spesa.
C’è un altro aspetto, che mi pare preoccupante: si ipotizza uno sgravio fiscale, pari al 100% dei contributi previdenziali, per la durata di 24 o 12 mesi (a seconda che il contratto sia a tempo pieno o parziale), a favore del datore di lavoro che assumerà un percettore di quella che si chiamerà Mia (Misura inclusione attiva), ovvero la rimodulazione del precedente sistema. Ora, a parte il fatto che i contributori previdenziali, in Italia, sono troppo pochi e non troppi, e a parte che il contributo della fiscalità generale (le tasse che non pagano proprio tutti, ma che chi le paga ne paga troppe) alla spesa previdenziale è già molto alto, a parte questi dettagli, in quel modo chi ha avuto soldi dallo Stato, quindi è stato favorito, avrà un favore in ragione del favore, ovvero una dote fiscale che gli altri in cerca di lavoro non avranno. Avendo la “colpa” di non avere preso quei soldi.
Il che comporta alcune pericolose distorsioni. 1. Ci sarà la ragionevole corsa a rientrare nei parametri per prendere Mia, altrimenti sarà poi ben più difficile trovare lavoro. 2. Una simile misura, non rispondendo ad alcun criterio, asseconda solo la voglia statale di liberarsi di un sovvenzionato, accettando di sovvenzionare chi se lo accolla. 3. Le imprese saranno spinte a privilegiare l’assunzione dei Mia-tenenti, visto il loro ridotto costo totale, magari a discapito di un altro lavoratore già più esperto e formato, il che non giova di sicuro alla produttività. 4. Senza contare che chi si vedrà posposto perché non ha la sua Mia, magari dopo avere frequentato, lui sì, un corso di aggiornamento o formazione, maturerà una delusione che sarà già molto se non si trasformerà in rabbia.
Il tutto in un Paese in cui l’economia cresce, l’occupazione anche e non mancano i posti di lavoro, ma i lavoratori che sappiano fare quel che serve e siano nelle condizioni economiche e di servizi per trovarsi dove è necessario.
Il male italiano della produttività (media, perché dove andiamo forte battiamo gli altri europei) è curabile, con formazione ed elasticità contrattuale. Non è una buona idea trattarlo con la sedazione e terapie di mantenimento, altrimenti si riproporrà in continuazione, come la roba indigeribile.
L'articolo La sua Mia proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
In Cina e Asia – Xi invita i militari a rafforzare l’esercito per vincere le guerre
Due sessioni, Xi invita i militari a rafforzare l’esercito per vincere le guerre TikTok lavora per proteggere i dati europei mentre subisce gli attacchi degli Usa Fallito il lancio del razzo H3 giapponese Le città cinesi sono alle prese con debiti da miliardi di dollari Via libera di Seul a Varsavia per la fornitura di armi a Kiev Due sessioni, ...
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Da #Mastodon alla stampa: #ChieseBrutte, il progetto più improbabile del #Fediverso, diventa un calendario
Quanti calendari abbiamo visto con centinaia di cattedrali gotiche europee tutte uguali sparpagliate qua e là? O i calendari turistici di Roma con la nidiata di basiliche paleocristiane restaurate in serie o con le indistinguibili facciate barocche di travertino ammorbato? E invece stavolta le protagoniste del calendario pubblicato dall'istanza romana puntarella.party sono le #ChieseBrutte!
Come le passaporte di Harry Potter, le chiese acquisiscono le forme più impensabili: scaldabagni, sarcofagi nucleari, imbuti e addirittura riproduzioni in scala 1:1 della torre di Barad Dûr! Il calendario di Puntarella andrebbe studiato nelle facoltà di teologia e in quelle di architettura per capire se ad aver prodotto questi mostri in calcestruzzo è stato l'ingegno depravato e blasfemo di un collettivo di architetti satanisti oppure una semplice e ancora più interessante incontenibile predisposizione verso il brutto della scuola urbanistica italiana.
Ora attendiamo che vengano prodotti anche un diario per la scuola e una linea completa di cancelleria per i giovani virgulti.
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Grazie alla partnership tra Better World Books e Internet Archive, i libri che le biblioteche non possono più conservare, possono essere resi accessibili alle generazioni a venire
Da quando hanno formato una partnership globale per l'alfabetizzazione nel 2019, Better World Books (BWB) e Internet Archive hanno offerto alle biblioteche un percorso unico per garantire che i libri di cui non hanno più bisogno nelle loro collezioni possano essere conservati e resi accessibili alle generazioni a venire.
Il servizio fornito da BWB è importante per le biblioteche. BWB raccoglie libri usati da biblioteche, librai, college e università in sei paesi, che vengono poi rivenduti online, donati o riciclati. Ad oggi, Better World Books ha donato oltre 35 milioni di libri in tutto il mondo, ha raccolto quasi 34 milioni di dollari per biblioteche e alfabetizzazione e ha salvato più di 450 milioni di libri dalle discariche. Attraverso la partnership con Internet Archive, BWB ha donato più di un milione di libri ogni anno per la conservazione e la digitalizzazione, per un totale di 4 milioni di libri fino ad oggi.
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Gli eurodeputati svolgono secondi lavori e, anche se questo è perfettamente legale, eticamente è discutibile, soprattutto dopo lo scandalo Qatargate
@Politica interna, europea e internazionale
I casi dell'eurodeputato polacco Radosław Sikorski, di Angelika Niebler e Rainer Wieland del PPE o quello del potentissimo Axel Voss che sta scontando il suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale ed è stato fondamentale per l'approvazione del regolamento sulla protezione dei dati dell'UE, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).
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Netanyahu a Roma. Alleanza ancora più stretta tra Italia e Israele, politica e militare
di Antonio Mazzeo
Pagine Esteri, 9 marzo 2023 – L’attesa è tanta ma l’esito della visita in Italia del premier israeliano Benjamin Netanyahu, la prima dopo quella di otto anni fa in occasione dell’Expo di Milano, appare scontato: Roma e Tel Aviv rafforzeranno ulteriormente la partnership diplomatico-militare e l’interscambio dei sistemi di guerra. L’appuntamento di giovedì 9 marzo tra Netanyahu e Giorgia Meloni è stato preparato in tutti i dettagli e i possibili accordi tra le rispettive forze armate e le industrie del comparto bellico sarebbero stati predisposti il 18 gennaio scorso in occasione dell’incontro ufficiale tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e l’Ambasciatore dello Stato d’Israele in Italia, Alon Bar. “Durante l’Incontro è emersa la volontà di intensificare la collaborazione tra Italia e Israele”, ha riferito l’ufficio stampa della Difesa. “Rapporti bilaterali, cooperazione in ambito difesa (G2G – Government to Government), Ucraina e Mediterraneo allargato sono stati i temi principali al centro del colloquio”.
Benjamin Netanyahu arriva a Roma a vent’anni di distanza dalla firma del memorandum d’intesa Italia-Israele in materia di cooperazione nel settore militare, accordo che pone particolare attenzione all’interscambio di materiale di armamento, all’organizzazione delle forze armate, alla formazione e all’addestramento del personale e alla ricerca e sviluppo in campo industriale-militare. Il memorandum prevede inoltre la realizzazione di “scambi di esperienze tra esperti delle due parti” e la “partecipazione di osservatori a esercitazioni militari”. A sottoscriverlo, per il nostro paese, l’allora ministro della difesa Antonio Martino (governo Berlusconi II); la ratifica del Parlamento, con voto quasi unanime, è avvenuta invece nel maggio 2005.
La collaborazione tra le forze armate israeliane e quelle italiane si è sviluppata in questi ultimi anni particolarmente in ambito addestrativo-operativo. “L’Aeronautica Militare d’Israele è stata schierata diverse volte in Sardegna e ha svolto esercitazioni di notevoli dimensioni con l’Aeronautica italiana”, riporta una nota del Ministero della Difesa israeliano del 2 novembre 2018. “Le due forze aeree hanno inoltre tenuto regolarmente scambi di equipaggi e il rispettivo personale partecipa a vari corsi di formazione”. L’Aeronautica Militare italiana è impegnata ad addestrare i piloti israeliani presso l’International Training Centre (ITC) di Pisa per il conseguimento dell’abilitazione sul velivolo C-130J “Super Hercules”; al contempo, personale italiano si reca ciclicamente presso la base aerea di Palmachim (nei pressi della città di Rishon LeZion, sulla costa mediterranea) per svolgere corsi di qualificazione alla conduzione dei velivoli a controllo remoto. In più occasioni gli addetti militari israeliani sono stati ospiti del Centro Sperimentale Volo e del Reparto Medicina Aeronautica e Spaziale di Pratica di Mare (Roma): si tratta di due enti preposti alle prove in volo dei velivoli e dei sistemi d’arma e all’addestramento e alla sperimentazione nel settore della medicina aeronautica e spaziale.
A fine luglio 2022 quattro cacciabombardieri F-35 del 32° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza nello scalo aeroportuale di Amendola (Foggia) sono stati inviati nel deserto del Negev per partecipare a una complessa esercitazione aerea (Lightning Shield, letteralmente Scudo di Fulmine) con i velivoli “cugini” delle forze armate israeliane (gli F-35I “Adir” del 118° Squadrone Sud e del 140° Golden Eagle, predisposti per il trasporto di testate atomiche). Tutti i velivoli hanno operato dalla base aerea di Nevatim, nel deserto del Negev, a meno di dieci km di distanza dalla città di Be’er Sheva. Come rilevato dal sito specializzato The Avionist l’esercitazione è stata pianificata in vista dell’impiego dei cacciabombardieri in “un’ampia varietà di teatri operativi”, dato che l’F-35 è considerato “un aereo ominruolo contro differenti minacce aeree e terrestri avanzate”. Due mesi prima di Scudo di Fulmine, i cacciabombardieri israeliani erano stati impegnati in una lunga attività addestrativa in cui erano stati simulati attacchi contro l’Iran con l’impiego di armi nucleari.
Le forze aeree di Italia e Israele svolgono annualmente pure gli Airmen to Airmen Talks, colloqui-incontri in cui vengono pianificati le attività addestrative ed eventuali programmi di acquisizione comune di velivoli e sistemi di guerra.
L’ultimo faccia a faccia si è svolto in Israele nella prima settimana del novembre 2002: il Comandante logistico dell’Aeronautica Militare, generale Roberto Comelli, ha incontrato a Tel Aviv il suo omologo israeliano Shlomi Konforty per “consolidare future cooperazioni militari nel settore della logistica e della manutenzione delle infrastrutture e dei sistemi d’arma in dotazione nei rispettivi paesi”, così come riporta la nota dello Stato Maggiore dell’Aeronautica. Al centro dell’interesse delle due delegazioni lo sviluppo di nuove tecnologie per la gestione dei processi manutentivi dei diversi sistemi d’arma a disposizione. Ai colloqui tecnici hanno poi fatto seguito le visite degli alti ufficiali italiani ad alcune delle più importanti basi militari israeliane, come il centro logistico-manutentivo della base aerea di Tel-Nof (nei pressi della città di Rehovot, regione centrale) e lo scalo aereo di Nevatim, quartier generale degli squadroni dell’Israeli Air Force dotati dei nuovi cacciabombardieri a capacità nucleare F-35 e dei sofisticati velivoli di intelligence e riconoscimento Gulfstream G-550. Il generale Comelli e il suo staff hanno poi raggiunto gli stabilimenti dell’aziende leader del complesso militare-industriale nazionale, IAI – Israel Aerospace Industries, dove sono state illustrate le linee di ricerca e sviluppo dell’industria aerospaziale israeliana. “A conclusione dell’incontro – aggiunge lo Stato Maggiore dell’Aeronautica – la visita presso Hatzerim AFB, sede della IAF Flight Academy, ha fornito l’opportunità di comprendere i processi relativi alla formazione dei piloti militari destinati alle diverse linee volo, e di analizzare più da vicino gli aspetti tecnici del velivolo Alenia Aermacchi M-346, utilizzato per l’addestramento avanzato dei piloti militari israeliani destinati alle linee da caccia”.
Nel 2012 Israele ha acquistato 30 caccia-addestratori M-346 “Master” prodotti a Venegono Inferiore negli stabilimenti di Leonardo/Finmeccanica SpA; i velivoli sono stati assegnati alle Tigri volanti del 102° squadrone dell’Aeronautica di stanza nella base aerea di Hatzerim per preparare i piloti alla guida dei cacciabombardieri di nuova generazione, ma sono stati utilizzati anche per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave. L’Aeronautica italiana ha ricambiato acquistando lo scorso anno in Israele due sofisticati velivoli spia CAEW (Conformal Airborne Early Warning & Control System) basati sulla piattaforma del jet Gulfstream G550 sviluppato dall’azienda statunitense Gulfstream Aerospace, appositamente modificato e potenziato da Elta Systems Ltd, società del gruppo IAI – Israel Aerospace Industries. Valore della commessa 550 milioni di dollari, con tanto di fornitura dei servizi di supporto e logistica a terra.
Nel dicembre 2022 sono stati i vertici della Marina italiana ad ospitare una delle figure più rilevanti delle forze armate israeliane, il generale Itai Veruv, comandante degli istituti di formazione militare ma soprattutto capo delle Depth Forces, i corpi d’élite creati nel 2011 per operare in tempi rapidissimi “in profondità in territorio nemico”, specie contro le milizie di Hamas e Hezbollah. Il generale Veruv si è recato in visita alle strutture della Brigata Marina “San Marco” e alla base navale di Brindisi. “Egli ha potuto osservare alcuni mezzi terrestri e anfibi impiegati dai Fucilieri, tra cui l’Amphibious Assault Vehicle (AAV-7) – veicolo cingolato anfibio in grado di navigare e muoversi su terra”, annota lo Stato Maggiore della Marina. “Al termine della visita, presso il Castello Federiciano di Brindisi, il generale Veruv, apprezzate le specificità e la versatilità della Forza Anfibia, ha precisato l’evidente e reciproco interesse conoscitivo tra i Paesi e la volontà futura di poter programmare attività congiunte tra le Marine dei due paesi”.
Ma sono soprattutto i manager del gruppo Leonardo a sperare in un fruttuoso esito della visita di Netanyahu in Italia. Dopo aver venduto alle forze armate israeliane elicotteri multiruolo AgustaWestland AW119, i caccia-addestratori M-346 “Master”, tecnologie di telecomunicazione, ecc., nell’ultimo biennio le relazioni della holding italiana con le aziende militari israeliane si sono fatte fittissime al punto che il 21 giugno 2022 la controllata statunitense Leonardo DRS con quartier generale ad Arlington, Virginia, ha firmato un accordo di fusione con RADA Electronic Industries Ltd., società con sede a Netanaya (a una trentina di km da Tel Aviv), specializzata nella produzione di radar tattici militari e software avanzati. Nello specifico DRS ha acquisito il 100% del capitale sociale di RADA in cambio dell’assegnazione del 19,5% delle proprie azioni ai titolari della società israeliana. Fondata nel 1970, RADA Electronic Industries Ltd. occupa più di 250 dipendenti e possiede anche un centro di ricerca nell’High-Tech Park di Beer’Sheva (Negev) e uno stabilimento nella città settentrionale di Beit She’an.
Con la fusione il nuovo assetto societario Leonardo-Rada punta a ottenere importanti commesse dal Pentagono per l’arsenale delle forze terrestri USA. Inoltre si guarda con particolare attenzione alla crescente domanda internazionale di droni-kamikaze, i velivoli a pilotaggio remoto che si fanno esplodere dopo aver raggiunto l’obiettivo: i dirigenti di Leonardo DRS hanno reso noto che l’unità commerciale dei sistemi terrestri di St. Louis, Missouri, ha stipulato il 6 ottobre 2022 un accordo con un’altra società israeliana, SpearUAV Ltd. (sede a Tel Aviv) per sviluppare una versione delle munizioni aeree Viper su scala nanometrica.
Un mese fa l’ufficio stampa di Leonardo SpA ha infine reso noto di aver concluso due importanti accordi in Israele: il primo è stato stipulato con l’Israel Innovation Authority (IIA), un’agenzia pubblica indipendente che supporta tecnicamente e finanzia progetti innovativi promossi da start-up, aziende, multinazionali e università israeliane e internazionali; il secondo è stato siglato con Ramot – Technology Transfer Company per la “valorizzazione di attività di ricerca e della proprietà intellettuale dell’Università di Tel Aviv”, ateneo con oltre 16.000 ricercatori. “Le partnership, promosse da Leonardo e sostenute e coordinate dall’Ambasciata d’Italia in Israele, con il contributo dell’Ambasciata d’Israele in Italia e la Missione Economica d’Israele a Milano, mirano al potenziamento della cooperazione in materia di scouting e sviluppo di startup, facendo leva sull’esperienza e sul track record registrato dalla Start-up Nation, forte di oltre 7.000 start-up, circa 430 fondi di Venture Capital operanti nell’ecosistema dell’innovazione, 100 acceleratori e 37 incubatori attivi”, spiega la holding militare-industriale-finanziaria italiana. “Il dinamico e competitivo ecosistema israeliano delle start-up sviluppa soluzioni high-tech in molteplici settori, compresi quelli d’interesse strategico per il business di Leonardo, quali difesa, cybersicurezza, aeronautica, intelligence e spazio”.
Le attività di sviluppo e ricerca delle start-up israeliane opereranno nell’ambito dell’acceleratore Business Innovation Factory (BIF), il programma di durata triennale avviato il 24 gennaio 2023 da Leonardo SpA in collaborazione con LVenture Group SpA, azienda di partecipazioni con sede a Roma e controllata per il 13,6% dall’Università LUISS “Guido Carli”. Il Business Innovation Factory è indirizzato a sostenere una decina di start-up l’anno “in grado di ampliare l’offerta di servizi digitali e soluzioni innovative nei settori cyber security” di Leonardo.
L'articolo Netanyahu a Roma. Alleanza ancora più stretta tra Italia e Israele, politica e militare proviene da Pagine Esteri.
Fr.#21 / Di truffatori e complottisti
Come polli d’allevamento
Ieri ho fatto una chiacchierata insieme a Francesco Carbone, nel suo podcast “Il Truffone”.
Un’oretta estremamente piacevole passata a discutere principalmente di sorveglianza digitale e identità digitale. Centrale il concetto di nudging, cioè quei meccanismi opachi che portano a standardizzare i comportamenti umani e renderli prevedibili. Un concetto estremamente potente che quando arriva sulle scrivanie dei ministeri e dei pianificatori centrali si trasforma in uno strumento di ingegneria sociale delle masse.
Ogni tentativo, da parte dello Stato, di razionalizzare, semplificare e standardizzare la società ha sempre portato alla creazione di forze autoritarie, che spesso sfogano in veri e propri totalitarismi e tragedie umane.
E poi abbiamo parlato anche di come funziona Substack e del motivo che mi ha portato a sceglierlo. La chiusura, in bellezza, su Bitcoin: spenderlo o non spenderlo?
Vuoi dirmi che ancora non sei iscritto a Privacy Chronicles!?
Devi ricaricare l’iPhone? Sì, ma mettiti in fila…
L’aggiornamento iOS 16.1 ci ha portato una nuova funzionalità che per un momento placherà, forse, la sete di sangue degli eco-socialisti. Pare infatti che gli iPhone siano ora in grado di ottenere una previsione in tempo reale delle emissioni di CO2 nella zona in cui si trova il dispositivo, per attivare o disattivare la ricarica in base a queste.
In sostanza: se la rete elettrica nella tua zona sta inquinando “troppo”, il tuo iPhone smette di caricarsi. Se invece sta inquinando “poco”, allora puoi ricarcare. La funzione è attiva by default e — per ora è attiva solo per gli utenti degli Stati Uniti e può essere disattivata.
Che dire, credevo che i lockdown energetici sarebbero arrivati dalla fonte, e invece pare che saranno i nostri dispositivi a impedirci la ricarica. Sarà certamente molto interessante quando sistemi del genere saranno connessi a identità digitale e conto bancario — pardon, wallet CBDC. I soliti noti vi diranno che è giusto così. Che anche ricaricare il telefono è una questione di responsabilità sociale. E in fondo, devi anche meritartelo…
Smettetela di fare i complottisti!
L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse. I complottisti accusano: "Altro che smog: volete solo controllarci"
È inutile che ci giriamo intorno. Siamo tutti dei maledetti complottisti. Così scrive Jaime D’alessandro su Repubblica: tutto quello che vi ho detto è falso. Non c’è alcun desiderio di controllarci e limitare sempre di più le nostre libertà. I quartieri chiusi da cui non si può entrare e uscire liberamente sono per il nostro bene; per avere una metropoli più equa e sostenibile.
Se ci tieni a leggere l’articolo…
All’autrice dell’articolo non posso rispondere se non con la Scommessa di Pascal:
“Esaminiamo allora questo punto, e diciamo: “Un piano per sorvegliare, controllare e soggiogare la popolazione mondiale esiste o no?” Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito.
All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla.
[…] Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità.
Mettiamola così: se ho ragione io, probabilmente non finirò ghettizzato in una metropoli piena di telecamere, riconoscimento biometrico, identità digitale e social scoring pure per pisciare il cane e divieto di possesso di qualsiasi tipo di proprietà privata. L’autrice di Repubblica invece sarà lì a contare i punti che le rimangono sul wallet con l’iPhone che non si carica.
Se invece ha ragione lei e siamo dei poveri complottisti, vivremo tutti felici e contenti nel miglior mondo possibile. Fate la vostra scommessa, amici. Perché come disse Ayn Rand: puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze dell’aver ignorato la realtà.
Meme del giorno
Citazione del giorno
“Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse. Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.
Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo —
'No, muovetevi voi.’
Captain America
Un servizio per l'intera comunità all'interno del Politecnico di Bari
rainews.it/tgr/puglia/video/20…
punto-informatico.it/privacy-c…
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garanteprivacy.it/finalmente-u…
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L’ora dei carosElly | La Fionda
«Poco importa se poi tra il dire “cose di sinistra” e il farle sul serio, c’è di mezzo il mare. Poco importa se l’orizzonte resta sempre quello di un riformismo buono per ogni stagione, in cui la rappresentanza degli interessi dei ceti subalterni rimane confinata in una vaga lotta alle diseguaglianze che negli ultimi anni ha prodotto risultati pressoché nulli. Poco importa se il primato del mercato e il credo atlantista non siano sostanzialmente in discussione. Se i proclami di voler porre un freno alla precarietà arrivino dopo quindici anni di scelte liberiste ed antipopolari, se la guerra va alimentata con nuove armi “finché ci sarà bisogno”. E nulla conta neppure il fatto che fino all’altroieri l’autonomia differenziata, un progetto che potrebbe scardinare l’unità nazionale del paese, piacesse tanto alla neo-segretaria quanto al suo sfidante, quasi al pari dei governatori di centrodestra.»
Ucraina: nove anni di guerra e di menzogne | AFV
«Mentre i media occidentali hanno celebrato il falso storico del “primo anniversario della guerra”, sono in realtà nove anni che il popolo ucraino è vittima delle politiche criminali del proprio governo, controllato dai burattinai occidentali e dalle milizie neonaziste.»
Oggi, 8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Qui il videomessaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶ youtu.be/Sjcft9U1_pQ
Ministero dell'Istruzione
Oggi, 8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Qui il videomessaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶ https://youtu.be/Sjcft9U1_pQTelegram
INTERVISTA A TAMARA ESSENZA E A MR FA
Oggi presentiamo TAMARA ESSENZA e MR FA. Salve a tutti sono tamara_essenza, questo è un nome inventato. Penso tantissimo, sento tantissimo, ho amato tre volte nella vita, adoro gli animali.
New Kind of Kicks-Febbraio 2023
🎧 #RECENSIONE:
👉 New Kind of Kicks-Febbraio 2023
Questo mese vi presentiamo :66cl, Adwud,Autobahns/S.G.A.T.V., Beta Maximo/Teo Wise/Deebeat Ramone/Emitter, Bibione, Duodenum, Punk Xerox, Buio Omega, Burnout Ostwest, Carvento, Falana, Class, Contra/Spam , Day Residue, Flipe VI/Kamuflase, Geishas Of Doom, Gobs, Joaco Van, Les Lullies , Mind/Knot , Mirth ,Ponys Auf Pump, Schwund, Splizz, Szlauch, Tetsuo Punk Terror/Dr. Wolfenstein, Yonic South....
iyezine.com/new-kind-of-kicks-…
New Kind of Kicks-Febbraio 2023
66cl, Adwud,Autobahns/S.G.A.T.V., Beta Maximo/Teo Wise/Deebeat Ramone/Emitter, Bibione, Duodenum, Punk Xerox, Buio Omega, Burnout Ostwest, Carvento, Falana, Class, Contra/Spam , Day Residue, Flipe VI/Kamuflase, Geishas Of Doom, Gobs, Joaco Van, Les L…Tommaso Salvini (In Your Eyes ezine)
Come procede l'integrazione di Fediverso in Tumblr?
Stanno testando "tutti i protocolli", inclusi ActivityPub, Bluesky e Nostr.
Uno dei loro timori è che Tumblr possa sopraffare qualsiasi protocollo decida di utilizzare.
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Sarebbe una cosa graduale, e comunque al momento vedo poco probabile che un'istanza diventi tanto grossa da "fagocitare" gli altri.
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@Alessandro :fediverso: con gli attuali ritmi di crescita, nessuna istanza può diventare così grande da ospitare 420 milioni di utenti. Almeno non nei prossimi 10 anni! 😅
Il punto però è che non devono esserci istanze troppo grandi e già il volume in cui è arrivata attualmente mastodon.social sono abnormi.
Quando gli utenti complessivi del fediverso saranno dell'ordine di qualche decina di milioni, si ragionerà sul carico reciproco tra istanze
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
RILEGGIAMO: L’agente segreto di Joseph Conrad
Londra 1894: Verloc conduce una vita tranquilla insieme alla moglie Winnie con la quale gestisce un piccolo negozio; con loro vive Stevie, fratello minore di Winnie.
Da anni, Verloc lavora come agente segreto per il governo del suo paese che lo ha incaricato di infiltrarsi in un gruppo di anarchici e di organizzare un attentato. Costretto ad agire nel silenzio, convince Stevie ad aiutarlo, senza immaginare che questa scelta metterà in moto conseguenze drammatiche. #LIBRO @L’angolo del lettore #rileggiamo
Sul muro di scudi invocato a Firenze da Azione Studentesca
#AzioneStudentesca a #Firenze è rimasta coinvolta in un piccolo incidente di percorso, con sei militanti (i due terzi degli effettivi, verrebbe da malignare) che hanno fatto il pieno di capi d'accusa per essere venuti alle mani durante un #volantinaggio davanti a un obitoriale #liceo cittadino.
Non avevano calcolato il fatto che ormai ci sono due cellulari per ogni suddito, tutti dotati di fotocamere per lo meno passabili.
Nell'immediato i risultati sono stati la fine dell'agibilità politica -pare che alcuni dei coinvolti abbiano addirittura cambiato scuola, date le attestazioni non proprio di stima ricevute dai compagni- il rinvio di iniziative pianificate da mesi e una manifestazione di segno contrario che ha convogliato in piazza #SantaCroce una ragguardevole quantità di detrattori.
Adesso invocano il muro di scudi.
Contestualizzando la cosa, si capisce che in un'epoca in cui da una parola in su sono cause e querele come se piovesse, ai risultati immediati farà seguito un futuro gramo.
Più che un muro di scudi farà comodo una pila di quattrini.
Che difatti è quello che chiedono, battendo cassa come #punkabbestia qualsiasi.
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WhatsApp commits to comply with EU consumer rules over policy updates
The Meta-owned messaging service agreed on Monday (6 March) to a series of commitments to settle an EU consumer probe over how it pushes out updates to its terms of services.
Le notizie di sport... quelle belle!!!
Incontrare Ronaldo: il sogno realizzato di Rabeeh, bimbo siriano sopravvissuto al terremoto
Il ragazzino aveva espresso il desiderio alla squadra di soccorso saudita che stava operando nelle zone colpite dal sisma, ed era stato filmato in un video diventato viraleRaiNews
Monitorare la trasformazione digitale italiana: il caso del reddito di cittadinanza
Molti governi europei utilizzano sempre di più algoritmi e processi automatizzati per la trasformazione digitale dei servizi pubblici. In questo articolo vi raccontiamo un’esperienza pratica del team di Privacy Network che da anni vuole monitorare l’uso di tecnologie digitali usate per predisporre servizi ai cittadini, in questo caso l’assegnazione di un sussidio statale. Dal 2021...
Affacciarsi alla finestra
Tommaso Pincio - Diario di un'estate marziana
Il cielo sotto Skynet
Skynet esiste già, ed è in Cina. È questo il nome con cui amichevolmente ci si riferisce al sistema interconnesso di sorveglianza presente su tutto il territorio cinese. Un nome, una garanzia, direi.
Mi piace sempre parlare di Cina, perché credo che purtroppo sia una finestra di Overton1 sul nostro futuro. Non è più un paese lontano pieno di comunisti mangia-bambini che fanno paura.
L’unica protezione da Skynet è l’iscrizione a Privacy Chronicles. Forse. Okay… non è vero, ma è un buon punto di partenza.
Oggi la Cina è una potenza globale fondata su economia mista e capitalismo di relazione (clientelismo), come qualsiasi altro stato occidentale. La sua influenza è molto sottile: commerciale, politica, e sì — anche culturale. Non c’è scampo, e le prove sono già state portate alla vostra attenzione su queste pagine23.
Qualche dato sulla sorveglianza cinese
Dal 2018 al 2020 l’apparato di videosorveglianza in Cina è aumentato del +75%, e poi ancora del +70% dal 2020 a oggi, che si contano circa 600 milioni di telecamere. Il dato equivale a circa 62 telecamere per km quadrato.
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E se qu dati non vi fanno sollevare un sopracciglio, forse vale la pena pensare al fatto che in Cina vivono circa 1 miliardo e mezzo di persone. È molto probabile che presto ci sarà una telecamera per ogni persona vivente sul territorio cinese.
Come si vive sotto il cielo di Skynet?
Ma come si vive in Cina, sotto gli occhi di Skynet4? Non male — se si ignora l’enorme apparato oppressivo, ma invisibile, su cui è costruito l’intero paese. La comodità della tecnologia fa miracoli. Come da noi, insomma. Ma un po’ di più.
Eleonora
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