#laFLEalMassimo -episodio 91- Fare la festa ai lavoratori
youtube.com/embed/8YAgP7gXKAY?…
Come sempre apriamo con un pensiero per il popolo ucraino ingiustamente invaso e oppresso dalla Russia
Proseguiamo con alcune riflessioni sulla festa dei lavoratori che come sempre offre a una serie di sciacalli politici e mediatici l’occasione per pontificare di sfruttamento, diritti negati e in qualche caso critica perfida del capitalismo e degli schiavi del profitto
Io vorrei invece celebrare la denuncia dell’ipocrisia e della demagogia legata al lavoro
In un articolo di cui trovate i riferimenti nella descrizione del podcast
ourworldindata.org/a-history-o…
il sito ourworld ci mostra il gigantesco miglioramento nelle condizioni di vita del genere umano registrato negli ultimi 2 secoli. Questo scenario riflette anche un fondamentale miglioramento delle condizioni dei lavoratori e soprattutto delle prospettive di miglioramento della propria condizione alla nascita che si possono realizzare attraverso il lavoro onesto nelle economie di mercato.
Esistono purtroppo ancora casi di sfruttamento dei lavoratori e dovremmo combatterli e ricordarcene tutto l’anno, non solo quando fa notizia, ricordando che i diritti dei lavoratori si tutelano al meglio rispettando interessi e diritti di chi quel lavoro crea assumendo il rischio d’impresa e non va soffocato dall’invadenza parassitaria dei mestieranti della politica.
Con buona pace degli sciacalli mediatici che a parole si ergono a protettori dei lavoratori e nei fatti difendono solo le proprie rendite di posizione e privilegi il modo migliore di celebrare il lavoro è constatare che solo nelle società aperte e democratiche il lavoro è uno strumento fondamentale di miglioramento della condizione umana.
L'articolo #laFLEalMassimo -episodio 91- Fare la festa ai lavoratori proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi: L’Università
8 maggio 2023
Il seminario approfondirà il mondo dell’accademia e le prospettive della ricerca e dell’insegnamento, anche nei rapporti con le imprese e con i progetti di finanziamento europei.
Relatori
Armando Plaia, Ordinario di diritto privato e Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza;
Aldo Schiavello, Ordinario di Filosofia del diritto e Coordinatore del Dottorato in Diritti umani;
Giuseppe Di Chiara, Ordinario di Diritto processuale penale, Coordinatore del Dottorato in Pluralismi giuridici e Direttore della Scuola per le professioni legali.
Progetto Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi
L'articolo Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi: L’Università proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Australia: migliaia in piazza contro la base per i sottomarini nucleari
di Redazione
Pagine Esteri, 6 maggio 2023 – Migliaia di persone si sono mobilitate oggi contro la realizzazione di una base per sottomarini a propulsione nucleare a Port Kembla, nell’Australia orientale, progettata nell’ambito del patto militare AUKUS siglato da Canberra con Stati Uniti e Gran Bretagna.
Per realizzare la nuova base per i sommergibili a propulsione nucleare sulla costa orientale del paese il Dipartimento alla Difesa ha scelto il secondo più grande porto di esportazione di carbone nello stato del New South Wales.
I manifestanti con striscioni e bandiere di sindacati e gruppi politici pacifisti, ecologisti e di sinistra hanno marciato per esprimere la loro opposizione alla realizzazione della base militare nella cittadina che sorge a 102 km a sud di Sydney.
«Sto capendo che l’energia rinnovabile che c’è in questa comunità continua a manifestarsi nelle strade» ha detto alla folla il senatore dei Verdi David Shoebridge, uno tra i principali critici nei confronti di AUKUS.
Il mese scorso il ministro della Difesa australiano Richard Marles ha dichiarato che non è stata presa alcuna decisione su un sito per una nuova base sottomarina della costa orientale.
Il primo ministro Anthony Albanese ha difeso il progetto della base per i sottomarini dopo che due ex leader hanno criticato l’accordo per il suo enorme costo (circa 244 miliardi di dollari statunitensi), la complessità e i potenziali problemi che comporterà per la sovranità dell’Australia.
L’accordo svelato a marzo vedrà l’Australia acquistare sottomarini di classe Virginia degli Stati Uniti prima della produzione congiunta britannica e australiana di una nuova classe di sommergibili da guerra da costruire in Oceania entro i primi anni ’40. – Pagine Esteri
L'articolo Australia: migliaia in piazza contro la base per i sottomarini nucleari proviene da Pagine Esteri.
Taiwan Files – Tempeste politiche
Mancano poco più di 8 mesi alle elezioni presidenziali taiwanesi. Per iniziare a entrare nel clima, su Netflix è uscito da poco Wave Makers, una serie che racconta in maniera puntuale e precisa quello che si muove dietro una campagna elettorale taiwanese. Soprattutto dal punto di vista della comunicazione, visto che tra intrighi e campagne i protagonisti sono proprio i ...
L'articolo Taiwan Files – Tempeste politiche proviene da China Files.
Uccisi altri due palestinesi in Cisgiordania
della redazione
Pagine Esteri, 6 maggio 2023- Due palestinesi sono stati uccisi oggi dagli spari di soldati israeliani nel campo profughi Nur Al Shams (Tulkarem), in Cisgiordania.
Il gruppo armato Battaglione Tul Karm ha annunciato che due suoi uomini, i 22enni Hamza Harwish e Samer Asafi, sono stati colpiti a morte durante scontri a fuoco con le forze israeliane entrate nel campo profughi.
Secondo alcune fonti qualche giorno fa Harwish avrebbe aperto il fuoco in direzione della vicina colonia israeliana di Avnei Hefetz.
Un testimone ha detto che i militari, con la copertura di cecchini, hanno circondato la casa in cui si trovavano Harwish e Asafi e li hanno uccisi mentre i due giovani palestinesi tentavano la fuga da una finestra. Un altro palestinese è stato ferito da colpi alle gambe.
Sono almeno 110 i palestinesi uccisi da forze israeliane dall’inizio dell’anno. Pagine Esteri
L'articolo Uccisi altri due palestinesi in Cisgiordania proviene da Pagine Esteri.
Incostituzionalità Cutro
1
youtube.com/embed/Ny9gmF9LEMM?…
L'articolo Incostituzionalità Cutro proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Si rifiuta di partecipare alla manifestazione filogovernativa, Asra Pahani uccisa dal regime
La nuova generazione di ventenni, che costituisce circa il 60% della popolazione, non è più disposta ad ascoltare la propaganda del regime che per 44 anni ha fomentato odio e divisione nel paese per meglio controllarlo. Nella notte del 29 novembre del 2022, dopo la sconfitta subita dall’Iran nella partita del mondiale di calcio in Qatar con gli Stati Uniti, i giovani iraniani hanno sventolato la bandiera americana per le strade al grido “L’America è dentro di noi”. Erano stati educati a odiare gli Stati Uniti e gli ebrei e a bruciare le loro bandiere. Ora è il sistema teocratico ad essere odiato dalla “Generazione Z”, stufa di questo regime che ha fatto gridare nelle piazze del paese ai loro genitori e ai loro nonni lo slogan “Morte all’America”, fin dalla scuola elementare.
Per 44 anni il regime ha praticato una propaganda asfissiante, un vero e proprio lavaggio del cervello affinché gli iraniani considerassero l’America e Israele come espressione del diavolo.
Il 26 maggio 2022 vi è stato un grande raduno nello stadio Azadi, nel complesso sportivo della parte occidentale di Tehran e nelle aree circostanti, dove alcune decine di migliaia di persone hanno partecipato insieme ai loro figli ad una manifestazione di devozione verso la guida suprema Ali Khamenei. Con le loro voci hanno accompagnato quelle di un coro di artisti professionisti che hanno intonato “Salam Farmandeh!”, nota anche come “Salam Ya Mahdi!” che significa “Ciao Comandante!”.
Una canzone persiana, questa, prodotta dall’artista iraniano, “Abuzar Rouhi”, su Muḥammad ibn al-Ḥasan al-Mahdī, ritenuto dagli sciiti l’ultimo dei dodici imam, il Mahdi escatologico che emergerà alla fine dei tempi per stabilire la pace, la giustizia e per redimere l’Islam.
La figura del Mahdi escatologico è un pilastro anche dello sciismo. L’escatologia islamica studia gli eventi futuri che accadranno alla fine dei tempi. Si basa principalmente su fonti del Corano e della Sunnah. Gli aspetti di questo campo di studio includono i segni dell’era finale, la distruzione dell’universo e il Giorno del Giudizio.
“Salam Farmandeh” è eseguita da un nutrito gruppo di giovani provenienti da tutto il mondo musulmano.
La canzone è stata pubblicata sui social media nel marzo 2022 poco prima dell’inizio del nuovo anno persiano (Farvardin 1401), successivamente è stata riproposta con grande successo ad aprile e maggio 2022. Apparentemente il brano musicale mira a propagandare un supposto sostegno della nuova generazione alla rivoluzione islamica del 1979 e alla sua ideologia. Il regime è molto attivo a mobilitare gli studenti delle scuole elementari e medie per formare cori con un gran numero di fanciulli e fanciulle per far cantare loro nello stadio Azadi questa canzone che è di fatto un vero e proprio inno alla venerazione di Khamenei.
Recentemente, in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della fondazione della Repubblica islamica, l’11 febbraio 1979, il regime ha organizzato un raduno in cui si sono esibiti nella recita del “Salam Farmandeh” oltre 100 mila adolescenti.
Asra Panahi faceva parte di un gruppo di studentesse del Shahed Girls High School di Ardabil, nell’Azerbaijan occidentale, che si erano rifiutate di partecipare a una manifestazione filogovernativa e di eseguire la canzone “Salam Farmandeh”. Le studentesse sarebbero state picchiate brutalmente dalle forze di sicurezza basij (forze volontarie paramilitari del Corpo dei guardiani della rivoluzione islamica) che avevano fatto irruzione nel Liceo, chiamate dal preside.
La giovane è morta il 12 ottobre 2022 all’ospedale Fatemi di Ardabil per le conseguenze delle gravi ferite riportate alla testa.
Asra, aveva 16 anni, era nata il 5 marzo del 2007 ed era di etnia azera. Era conosciuta tra le sue coetanee come una campionessa di nuoto, la disciplina in cui eccelleva era lo stile libero. Nel torneo dell’Azerbaijan Cup 2017 era riuscita a conquistare la medaglia di bronzo nei 50 e 100 metri stile libero; aveva conquistato anche il terzo posto nell’individuale e nel nuoto a squadre nella 4×50 metri. Competizioni, queste, ospitate presso l’Abadgaran Pool di Tabriz.
Nel 2017 era stata selezionata come migliore nuotatrice nella fascia di età tra i 12 e i 14 anni nella lega di nuoto femminile della provincia iraniana dell’Azerbaijan orientale. Nel settembre 2018, ha partecipato come rappresentante della provincia dell’Azerbaijan orientale alle Olimpiadi dei migliori talenti di nuoto dell’Iran. Inoltre, raggiunse il sesto posto nella fascia di età di 13-14 anni nei 50 metri dorso.
I funzionari del Liceo Shahed Girls High School intendevano costringere le studentesse a partecipare a una manifestazione filogovernativa dove avrebbero dovuto cantare “Salam Farmandeh” per elogiare Ali Khamenei. Alcune studentesse hanno fatto squadra e si sono rifiutate di partecipare a questo evento propagandistico per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini, contro il regime teocratico, contro l’hijab obbligatorio e l’apartheid di genere.
Alcuni genitori hanno riferito che le studentesse hanno mostrato grande determinazione e coraggio nell’opporsi all’odiosa costrizione rafforzando il loro rifiuto gridando nei confronti dei funzionari scolastici: “Abbasso il dittatore”. Il preside quindi ha chiesto l’intervento delle forze di sicurezza che, in borghese, hanno fatto irruzione nella scuola e hanno aggredito le ragazze, picchiandole ferocemente e arrestando dodici di loro, tra queste vi era Asra Panahi. Tutte le dodici ragazze sono poi finite in ospedale per le durissime percosse subite. Panahi è morta per emorragia cerebrale.
La morte di Asra è diventata un grido di battaglia durante le manifestazioni per la liberazione dell’Iran dalla Repubblica islamica, soprattutto ad Ardabil.
La rete di informazione Dana, collegata al corpo dei pasdaran, ha realizzato un video in cui un uomo mascherato, presentato come lo zio di Asra, sostiene che la ragazza aveva una malattia cardiaca congenita e che per questo era deceduta nel cuore della notte dopo essere stata portata in ospedale. Ha dunque precisato che la sua morte “non era da collegarsi ad alcuna violenza subita da parte delle forze di sicurezza”.
Anche i parenti di Nika Shakarami, di Sarina Esmailzadeh e di tantissime altre donne ammazzate durante le manifestazioni “Donna, Vita, Libertà”, avevano subito minacce dalle forze basij che avevano loro intimato di non diffondere la notizia dell’aggressione subita dai loro cari “altrimenti avrebbero fatto fare la stessa fine di Mahsa Amini ad altri componenti delle loro famiglie”. Un comportamento, questo del regime iraniano, di stampo prettamente mafioso.
Kazem Musavi, membro dell’assemblea parlamentare di Ardabil, ha ribadito che Panahi si era suicidata.
Il silenzio della comunità occidentale davanti a questi orribili crimini ha l’odore della morte e giorno dopo giorno colpisce al cuore la speranza dei ragazzi e delle ragazze di vivere in un Iran finalmente libero e democratico.
L'articolo Si rifiuta di partecipare alla manifestazione filogovernativa, Asra Pahani uccisa dal regime proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Cambio al vertice delle Forze armate Usa. Ecco il gen. Brown
Sarà l’attuale capo di Stato maggiore della Us Air force, il generale Charles Q. Brown Jr. il prossimo chairman of the Joint chiefs of staff, l’equivalente a stelle e strisce del capo di Stato maggiore della Difesa. La notizia, che la Casa bianca deve ancora ufficializzare, significa che Brown andrà a sostituire, a partire da settembre, l’attuale chairman, il generale dello Us Army, Mark Milley. La decisione, tra l’altro, ha una forte valenza politica, dal momento che il generale Brown si è reso famoso a livello nazionale, e non solo, in occasione delle proteste che interessarono gli Stati Uniti per l’uccisione di George Floyd, quando come comandante delle Forze aeree Usa nel Pacifico, invio un video messaggio della sua esperienza come militare nero nelle Forze armate statunitensi.
Il caso George Floyd
Il video, un raro caso di esposizione pubblica da parte di un alto ufficiale militare americano, fu un segnale importante non solo all’interno dell’Usaf o delle Forze armate, ma a livello nazionale. Il messaggio di Brown, tra l’altro, arrivò poco dopo la richiesta dell’allora presidente Donald Trump di attivare l’Insurrection Act, con la previsione di poter impiegare i militari per reprimere le proteste. Il generale Brown, tra l’altro, era in attesa di un voto al Senato, a maggioranza repubblicana, per diventare il prossimo capo dell’Usaf. “Penso a quanto sono commosso non solo per George Floyd, ma anche per i molti afroamericani che hanno subito la sua stessa sorte”, disse Brown nel video, “penso alle proteste nel mio Paese, all’uguaglianza espressa nella nostra Dichiarazione di Indipendenza e nella Costituzione, che ho giurato di sostenere e difendere per tutta la vita. Penso alla storia delle questioni razziali e alle mie esperienze personali che non sempre hanno cantato di libertà e uguaglianza”.
Cambio ai vertici
Se confermato, tra l’altro, Joe Biden sceglierebbe due afroamericani a guidare il Pentagono, andando ad affiancare l’attuale segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III. Un segnale forte anche per i repubblicani, che hanno di recente accusato il dipartimento della Difesa di essere troppo “woke”, e a Trump, il cui legame con il Pentagono è legato a una fotografia che lo ritraeva con ufficiali esclusivamente bianchi. Un segnale anche all’interno delle Forze armate, formate al 43%, su 1,3 milioni di soldati, da militari neri. Per decenni, la sensazione tra le fila del personale in uniforme, è stata che le decisioni venissero prese esclusivamente da bianchi (maschi).
Il generale Brown
Pilota di F-16 con più di tremila ore di volo, di cui 130 in combattimento, nel 2015 ha assunto il comando dell’U.S. Air Forces Central Command, dirigendo la guerra aerea contro l’Isis. L’anno successivo è diventato vice capo del Comando centrale degli Stati Uniti. Nell’estate 2018, Brown ha assunto il comando delle Forze aeree del Pacifico e nel marzo 2020 è stato nominato capo di Stato maggiore dell’Usaf. Brown è ampiamente rispettato dai vertici della Forza armata e dagli osservatori esterni. Descritto come un leader riflessivo e innovatore. Nei due anni e mezzo trascorsi alla guida dell’Aeronautica militare, Brown ha cercato di rimodellarne la struttura, abbandonando le piattaforme obsolete, ritenute inadatte a una eventuale guerra di nuova generazione, e cercando di modificare il modo in cui l’Usaf si sarebbe dovuta preparare a un eventuale conflitto contro la Cina, uno sforzo che ha definito “accelerare il cambiamento o perdere”.
Foto:USAF
Brasile: Bolsonaro falsificò il certificato anti-Covid per andare negli USA
di Redazione
Pagine Esteri, 5 maggio 2023 – Il giudice della Corte suprema del Brasile, Alexandre de Moraes, ha disposto il sequestro del passaporto dell’ex presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, nell’ambito dell’inchiesta sulla falsificazione dei certificati di vaccinazione che ha portato ieri mattina all’arresto di sei ex collaboratori dell’esponente di estrema destra e alla perquisizione in casa dell’ex capo dello Stato e di altre 13 persone tra Brasilia e Rio de Janeiro. Nel corso dell’operazione a casa di Bolsonaro, la Polizia federale ha anche sequestrato il cellulare dell’ex capo dello Stato.
Intanto Jair Bolsonaro si è rifiutato di deporre davanti alla Polizia. L’ex presidente – ha affermato l’avvocato Fabio Wajngarten – testimonierà davanti alla Polizia federale solo quando la difesa avrà pieno accesso agli atti dell’indagine. Dal canto suo Bolsonaro nega ogni accusa. «Non mi è mai stato chiesto il certificato di vaccinazione. Non ci sono state manomissioni da parte mia. Non mi sono vaccinato, questo non l’ho mai negato. È stata una mia decisione personale. Anche mia figlia Laura di 12 anni non lo ha fatto. Mia moglie ha fatto il vaccino Janssen negli Stati Uniti», ha detto alla stampa nei pressi della sua abitazione al termine della perquisizione.
Secondo le indagini, però, i certificati di vaccinazione sarebbero stati falsificati a dicembre del 2022 perché potessero essere utilizzati per viaggiare negli Stati Uniti, dove all’epoca era ancora richiesto il documento. In particolare, nel sistema del ministero della Salute risulta che Bolsonaro abbia assunto due dosi di vaccino: la prima il 13 agosto e la seconda il 14 ottobre, presso un centro municipale della città di Duque di Caxias, stato di Rio de Janeiro.
I dati, secondo gli inquirenti, sono stati inseriti nel Sistema informativo del Programma nazionale di immunizzazione solo il 21 dicembre, dall’assessore alla sanità del municipio di Duque de Caxias, Joao Carlos de Sousa Brecha. Una settimana dopo, il 27 dicembre, l’informazione è stata cancellata dal sistema da una funzionaria sostenendo un “errore”, ma solo dopo che era servita per produrre i documenti utili per l’ingresso della famiglia dell’ex presidente negli Stati Uniti.
Bolsonaro e la famiglia sono volati a Miami, in Florida, il 30 dicembre del 2022, 24 ore prima della scadenza del mandato presidenziale.
Il ministero della Salute del Brasile ha offerto piena collaborazione a polizia e magistratura nell’inchiesta ed escluso che il sistema di certificazione Conecte Sus sia stato vittima di un attacco informatico, confermando che i dati falsi sono stati illecitamente inserite da un operatore esterno e poi cancellato, senza alcuna irregolarità tecnica.
Secondo la polizia federale, l’obiettivo dell’ex capo dello stato sarebbe stato «mantenere l’elemento identitario coerente rispetto ai propri orientamenti ideologici» di contrarietà alla vaccinazione e negazionismo verso la gravità della pandemia. – Pagine Esteri
L'articolo Brasile: Bolsonaro falsificò il certificato anti-Covid per andare negli USA proviene da Pagine Esteri.
Il gigante dei browser Mozilla decolla con Mastodon
Con Mozilla, un nuovo, grande player sta sbarcando sul Fediverso. Anche altre società e piattaforme stanno lavorando a tali progetti. Il suo ingresso potrebbe potenziare e dare Maggiore risalto a #mastodon e a tutti gli altri software del #fediverso
Fediverse: Browser-Riese Mozilla startet bei Mastodon durch
Mit Mozilla tritt ein neuer, großer Akteur im Fediverse auf. Andere Firmen und Plattformen arbeiten auch an solchen Projekten. Ihr Einstieg könnte das dezentrale soziale Netzwerk beflügeln.netzpolitik.org
like this
reshared this
"Promozione del libro e della lettura": approvate le graduatorie relative alle scuole Capofila per l'iniziativa "Che storia! La lettura come ponte tra scuola e famiglia", ammesse al finanziamento.
Info ▶️ miur.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola "Promozione del libro e della lettura": approvate le graduatorie relative alle scuole Capofila per l'iniziativa "Che storia! La lettura come ponte tra scuola e famiglia", ammesse al finanziamento. Info ▶️ https://www.miur.Telegram
AFRICA. Etiopia, la pace con il Tigray per fare la guerra all’Eritrea
di Lorenzo Scategni*
Pagine Esteri, 5 maggio 2023 – “Se vuoi la guerra, prepara la pace!”. Sembrerebbe questa la paradossale regola secondo cui in Etiopia si procede ad un accordo di pace tra governo centrale e i leaders del Tigray, regione etiope al confine con l’Eritrea.
Sono ormai due anni che è in atto un ferocissimo confronto armato tra l’esercito governativo e la comunità di etnia tigrina, guerra che non ha avuto regole né pietà e che ben presto si è allargata anche ad altre regioni e altre comunità del paese, come ad esempio quella degli Oromo, e ha mietuto sino ad oggi 800 mila vittime e 2 milioni e mezzo di sfollati, di cui oltre 50 mila rifugiati in Sudan, intrappolati da poche settimane in un’altra sanguinosa guerra civile.
Negli ultimi mesi, molti segnali fanno concretamente sperare che le ostilità stiano cessando e che si voglia siglare una pace duratura, che permetta nuove elezioni nella regione del Tigray, il rilascio dei reciproci prigionieri di guerra e, probabilmente, il disarmo dell’esercito tigrino. Se il percorso di pace fa ben sperare, preoccupazione suscita il motivo per cui esso sembra essere stato intrapreso. Fonti ben informate dall’interno della comunità tigrina ci avvisano, infatti, che questa pace serve a entrambi i contendenti perché il governo Etiope avrebbe in programma una nuova guerra contro l’Eritrea, per la quale gli esperti combattenti tigrini possono tornare molto utili.
Il governo di Asmara, servendosi di una paradossale e interessata alleanza con il presidente etiope Abiy Ahmed Ali, aveva partecipato alla guerra contro il Tigray, entrando col proprio esercito nella regione Etiope, col doppio fine di annientare i combattenti tigrini, che si distinsero durante la storica guerra tra Etiopia ed Eritrea, e cercare, per eliminarli, tutti coloro che per ragioni politiche sono fuggiti dal rigidissimo regime eritreo per rifugiarsi in Tigray. L’esercito di Asmara è ancora presente in terra tigrina, anche se si sta lentamente ritirando via via che le ostilità vanno scemando.
Per capire cosa è cambiato durante questi due anni tanto da spingere a una rapida pace e alla preparazione di una nuova guerra, dobbiamo ricordare che il conflitto Ucraina-Russia ha sconvolto gli equilibri non solo in Europa, ma in tutto il mondo, coinvolgendo e sconvolgendo in particolare l’Africa centro-settentrionale, tanto fragile nei suoi assetti interni tanto ricca di risorse che fanno gola ai grandi competitors mondiali: Stati Uniti, Russia e Cina.
Il bisogno di oro e terre rare da parte dei grandi della terra aveva creato già situazioni di conflitti interni in Repubblica Centrafricana, dove le miniere principali sono in mano alla Cina, e in Ciad. Da poche settimane questa esigenza ha scatenato una guerra civile che è e sarà devastante in Sudan. Il materiale estratto, però, deve essere anche trasportato e per questo servono porti sicuri sul Mar Rosso. L’Eritrea, il cui regime è talmente vicino alla Cina da definire questo Stato la Corea del Nord africana, rappresenta lo sbocco sul mare più importante.
L’Etiopia, allora, da paese più filoccidentale della regione, diventa pedina nel risiko mondiale col fine di contrastare la “cinese” Eritrea in una guerra che si spera possa essere ancora scongiurata. Se così non fosse, il famoso motto di Vegezio “Se vuoi la pace prepara la guerra” invertirà i suoi complementi oggetti, scatenando non solo un nuovo paradosso logico, ma anche un vortice reale nel quale saranno risucchiati chissà quanti innocenti per chissà quanto tempo. Pagine Esteri
*Lorenzo Scategni è un volontario italiano a Khartoum e un analista per l’Africa orientale
L'articolo AFRICA. Etiopia, la pace con il Tigray per fare la guerra all’Eritrea proviene da Pagine Esteri.
Brezza - Dialogue Mapping
Brezza è il nome del nuovo inizio per Fabio che in questi ultimi tre anni ha prodotto molto e ricomincia da qui. "Dialogue mapping" è un disco di ambient elettroacustico, nato prendendo le mosse dall'improvvisazione dal vivo alla quale si aggiungono poi elementi diversi, come quando si disegna e si aggiungono linee, oggetti, persone e anche assenze e ombre.
#ambient #liveimpro #brezza #eniac #dialoguemapping #electronic #ambient #drones #electro-acoustic #electronica #glitch
iyezine.com/brezza-dialogue-ma…
Brezza - Dialogue Mapping - 2023
Brezza - Dialogue Mapping - Brezza è il nome del nuovo progetto di Fabio Battistetti già Eniac che conosciamo da anni su queste pagine e che ha pubblicato anche con la nostra label In Your Ears. - BrezzaMassimo Argo (In Your Eyes ezine)
Ministero dell'Istruzione
🎶 #PerChiCrea è un programma promosso dal MiC e gestito da SIAE per favorire la creatività e la promozione culturale nazionale ed internazionale dei giovani.Telegram
Sabato 6 maggio alle 19, il Teatro Niccolini di Firenze ospita l’Orchestra Erasmus che torna ad esibirsi nell’ambito delle iniziative del Festival d’Europa – SOU4YOU 2023.
Info ▶️ indire.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Sabato 6 maggio alle 19, il Teatro Niccolini di Firenze ospita l’Orchestra Erasmus che torna ad esibirsi nell’ambito delle iniziative del Festival d’Europa – SOU4YOU 2023. Info ▶️ https://www.indire.Telegram
LOUD AS GIANTS – EMPTY HOMES
I Loud As Giants sono una coppia di musicisti di cui basta il nome per capire che la materia trattata è di alta qualità : Justin K. Broadrick e Dirk Serries. @Musica Agorà
iyezine.com/loud-as-giants-emp…
Loud As Giants - Empty Homes 2023
Loud As Giants - Empty Homes - I Loud As Giants sono una coppia di musicisti di cui basta il nome per capire che la materia trattata è di alta qualità : Justin K. Broadrick e Dirk Serries. - Loud As GiantsMassimo Argo (In Your Eyes ezine)
like this
reshared this
The Court of Justice confirmed that there is no "threshold" for GDPR damages
La Corte di giustizia ha confermato che non esiste una "soglia" per i danni da GDPR Oggi la CGUE ha emesso la prima decisione sui danni emotivi ai sensi del GDPR.
I miei stupidi intenti - Bernardo Zannoni
"La storia di un animale, di una faina che scopre il mondo, le sue verità e le sue menzogne. Come fosse un personaggio strappato a Camus, e al tempo stesso a un film della Pixar. Un esordio sorprendente.
«Esistono vari modi di strillare un libro magnifico. Ma solo un modo è giusto per I miei stupidi intenti: leggetelo, leggete questo romanzo in stato di grazia».
Marco Missiroli
Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola.
Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne.
I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri."
Roberto Resoli reshared this.
Non solo una questione di #privacy: "Ministro Piantedosi, il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici è una pessima idea!" L'appello di Diletta Huyskes di #PrivacyNetwork_ su Wired
Il riconoscimento biometrico, specie quando implementato da autorità pubbliche, apre a una serie di rischi e minacce che vanno ben oltre, e che riguardano profondamente il cuore della libertà e della democrazia. L’esistenza stessa di questi strumenti nei luoghi pubblici, come le stazioni per esempio, dove transitano migliaia di persone diverse ogni giorno a prescindere da cosa fanno e dove il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, vuole installare telecamere con riconoscimento facciale per questioni di sicurezza, sottopone chiunque a una sorveglianza continua.
wired.it/article/riconosciment…
Piantedosi vuole introdurre il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici
Però non sa che c'è una moratoria fino a fine anno. E che serve il parere del Garante della privacy, che in passato ha bocciato queste iniziativeKevin Carboni (Wired Italia)
like this
reshared this
The Privacy Post likes this.
reshared this
Hanno fatto la festa al lavoro | Coniare Rivolta
"Il Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 sarà ricordato come uno dei momenti più alti dell’odio verso i lavoratori e i poveri manifestato da questo Governo, ma anche come esito prevedibile di una politica economica che la cosiddetta opposizione (politica e sindacale) contesta in maniera ingenua e approssimativa, quando va bene, o esplicitamente da destra (!) quando va male."
Prova senza `titolo` con #hashtag @menzione, _underscore e €strani &simboli
@Test: palestra e allenamenti :-)
Testar non nuoce
skariko likes this.
reshared this
Fr. #29 / Di statali cinesi, scetticismi e cypherpunk
Gli statali cinesi saranno pagati in digital yuan
È notizia della scorsa settimana1 che la città di Changshu, della provincia di Jiangsu, inizierà a pagare i dipendenti pubblici con lo yuan digitale a partire da questo mese. Il progetto è iniziato lo scorso anno e ci sono già stati dei test da luglio a settembre 2022 che hanno incluso circa 4.900 persone e un importo pari a 2.54 milioni di digital yuan.
“Le città di Changshu e Suzhou implementano il pagamento completo dello stipendio in renminbi digitale per i dipendenti pubblici”
In realtà, pare che un altro test fosse già iniziato nella città di Suzhou, che ha da poco concluso il primo quadrimestre del pilot. In 4 mesi sono state accumulate dalla città 8 milioni di transazioni, per un valore cumulativo di 170 miliardi di yuan. La città riporta circa 26 milioni di wallet personali e quasi 2 milioni di wallet “pubblici”.
La provincia di Jiangsu vuole creare un ecosistema integrato che possa portare a un’espansione incrementale già da gennaio 2024, includendo anche aree chiave come il commercio al dettaglio, gli stipendi privati e il turismo. Al momento sembra che ben 26 province siano impegnate in test di vario tipo, ma quella di Jiangsu promette di essere la provincia più all’avanguardia sul fronte del digital yuan entro il 2025.
Tempo fa scrivevo che il modo migliore per abituare le persone a usare le CBDC fosse obbligarle a pagarci tributi, imposte, tasse e bolli di vario tipo. Ma in effetti, la Cina fa ancora scuola: quale modo migliore se non sfruttare i dipendenti pubblici?
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.
Scetticismo verso il dollaro digitale
Michelle Bowman, membro della Federal Reserve Board of Governors, ha di recente offerto la sua opinione in merito all’evoluzione del dollaro in un discorso presso la Georgetown University2.
La sua è un’opinione che non ci si aspetterebbe da parte di chi dovrebbe essere tra i primi e più convinti propositori delle nuove CBDC. Eppure secondo Michelle è difficile pensare che il dollaro digitale possa sostituire sistemi come FedNow, una infrastruttura per i pagamenti elettronici in tempo reale sviluppata dalla Federal Reserve.
Aggiunge poi, c’è il rischio che una CBDC programmabile possa essere in contrasto con la flessibilità e libertà delle monete fisiche o dei depositi bancari, e c’è anche il rischio che questo possa portare alla politicizzazione dei sistemi di pagamento e nel modo in cui la moneta viene usata.
Attenzione però, per quanto ciò sia vero, a Michelle non interessa la vostra di libertà, ma quella della Federal Reserve. Infatti aggiunge: una CBDC con questo tipo di controllo potrebbe minacciare l’indipendenza della Federal Reserve.
Una moneta politicizzata non è altro che un sistema di social scoring sotto mentite spoglie. Negli Stati Uniti qualcuno, anche nella stessa banca centrale, si fa queste domande (anche se per i motivi sbagliati). Da noi, tutto tace. Eppure, l’euro digitale è quasi pronto.
Cypherpunk e altre storie, un viaggio nella storia della sorveglianza di massa
Nell’episodio di oggi del DOMÌNI Podcast parlo di sorveglianza di massa, del movimento cypherpunk e di molto altro, partendo dal 1930. Sì, perché è una storia lunga un secolo ormai.
Perché il Digital Services Act è una legge molto, molto pericolosa
Sempre in tema di interviste, oggi ne è uscita una su Atlantico Quotidiano in cui parlo del Digital Services Act, la nuova legge europea per la “lotta alla disinformazione” e molto altro.
In realtà di lotta alla disinformazione c’è ben poco, come ho già avuto occasione di ripetere più volte. È più una questione di controllo dell’informazione.
Meme del giorno
Citazione del giorno
La rivoluzione in Inghilterra è stata fatta unicamente in vista della libertà, mentre quella di Francia è stata fatta principalmente in vista dell'eguaglianza.
Alexis de Tocqueville
Aiutaci a sostenere Privacy Chronicles!
Due volte a settimana siamo nella tua casella di posta a farti compagnia con notizie e approfondimenti che spesso sembrano usciti da un episodio di Twilight Zone. E speriamo di continuare a farlo!
Da alcune settimane purtroppo Twitter censura le pubblicazioni Substack. Se vuoi aiutarci, condividi la newsletter con i tuoi amici e conoscenti (non su Twitter) e lascia un like o qualche commento!
Se proprio ti senti in vena, puoi anche abbonarti per sostenere il nostro lavoro (anche in Bitcoin).
Oppure, una donazione libera:
Se vuoi donare qualche sat, scansiona il QR code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui!
1
js.people.com.cn/n2/2023/0424/…
cointelegraph.com/news/us-whol…
Il referendum sulle armi in Ucraina è a rischio ammissibilità, perché in una democrazia matura non ci sono scorciatoie
@Politica interna, europea e internazionale
Alcune considerazioni in punta di diritto sui referendum la cui raccolta delle firme è iniziata il 23 aprile scorso, con due quesiti sull’invio di armamenti
È iniziata il 23 aprile scorso la raccolta delle firme per il cosiddetto referendum pacifista, con due quesiti sull’invio di armamenti.Il primo, promosso dal comitato “Generazioni future”, si propone di abrogare la disposizione (d.l. n. 185/2022, convertito in l. n. 8/2023) che proroga «fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina». Il secondo quesito, presentato dal comitato Ripudia la Guerra, intende revocare all’esecutivo il potere di derogare al divieto di esportazione, transito e via dicendo di armi a paesi coinvolti nei conflitti. Il passaggio è nella norma della legge sull’invio di armamenti che consente tale deroga qualora essa sia disposta con «deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere» (n. 185/90).
L'articolo su @Valigia Blu a firma di @Vitalba è il miglior filo d'Arianna nel labirinto della complessità normativa
Qui il testo completo
Il referendum contro l’invio di armi all’Ucraina è a rischio inammissibilità
Il referendum contro l'invio di armi in Ucraina presenta due quesiti che potrebbero non essere ammessi dalla Corte costituzionale.Valigia Blu
like this
reshared this
News da Marte #15 - Coelum Astronomia
"Bentornati su Marte! Oggi abbiamo parecchia carne al fuoco con aggiornamenti da terra, dall’aria e dallo spazio. Iniziamo con questi ultimi. Non solo MRO In questa rubrica vediamo spesso immagini e resoconti del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, ma ci sono numerosi altri satelliti artificiali attorno a Marte."
L'elettrico è il futuro (checchè ne dicano i no-tutto)
L'imprenditore del settore mobilità avveduto ha già capito questo e si è già dato da fare. Da buoni italiani però ci prendiamo sempre all'ultimo e allora corriamo da mamma a piangere inventandoci scuse bambinesche.
lamborghini.com/it-en/modelli/…
Poliverso & Poliversity reshared this.
🔊 #Risentiamoli ⏩ JINGO DE LUNCH "PERPETUUM MOBILE"
Quella dei Jingo De Lunch sarà una parabola ascendente rapidissima, che li consacrerà quasi immediatamente tra le realtà più interessanti, per poi vederli sparire in modo quasi improvviso.
iyezine.com/riascoltiamoli-jin…
RIASCOLTIAMOLI - JINGO DE LUNCH "PERPETUUM MOBILE" 1987
RIASCOLTIAMOLI - JINGO DE LUNCH "PERPETUUM MOBILE" - Quella dei Jingo De Lunch sarà una parabola ascendente rapidissima, che li consacrerà quasi immediatamente tra le realtà più interessanti, per poi vederli sparire in modo quasi improvviso.Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
essebi likes this.
reshared this
Le cinque poesie di Pasolini pubblicate su Paese Sera il 5 gennaio 1974
Il significato del rimpianto
Poesia popolare
Appunto per una poesia lappone
La recessione
Appunto per una poesia in terrone
Pier Paolo Pasolini, La nuova gioventù. Poesie friulane 1941-1974, Torino, Einaudi, 1975
archive.org/details/glistruzzi…
( Gli Struzzi) Pier Paolo Pasolini La Nuova Gioventu Poesie Friulane 1941 1974 Einaudi ( 1975) : Pier Paolo Pasolini : Free Download, Borrow, and Streaming : Internet Archive
La nuova gioventù: poesie friulane 1941-1974, Turin: Einaudi, 1975.Description:La nuova gioventù è l’ultimo libro pubblicato in vita da Pier Paolo...Internet Archive
La lettera di Pasolini a Calvino, intitolata “Quello che rimpiango”
Caro Calvino,
Maurizio Ferrara dice che io rimpiango un’«età dell’oro», tu dici che rimpiango l’«Italietta»: tutti dicono che rimpiango qualcosa, facendo di questo rimpianto un valore negativo e quindi un facile bersaglio.
Ciò che io rimpiango (se si può parlare di rimpianto) l’ho detto chiaramente, sia pure in versi («Paese sera», 5-1-1974). Che degli altri abbiano fatto finta di non capire è naturale. Ma mi meraviglio che non abbia voluto capire tu (che non hai ragioni per farlo). Io rimpiangere l’«Italietta»? Ma allora tu non hai letto un solo verso delle Ceneri di Gramsci o di Calderón, non hai letto una sola riga dei miei romanzi, non hai visto una sola inquadratura dei miei films, non sai niente di me! Perché tutto ciò che io ho fatto e sono, esclude per sua natura che io possa rimpiangere l’Italietta. A meno che tu non mi consideri radicalmente cambiato: cosa che fa parte della psicologia miracolistica degli italiani, ma che appunto per questo non mi par degna di te.
L’«Italietta» è piccolo-borghese, fascista, democristiana; è provinciale e ai margini della storia; la sua cultura è un umanesimo scolastico formale e volgare. Vuoi che rimpianga tutto questo? Per quel che mi riguarda personalmente, questa Italietta è stata un paese di gendarmi che mi ha arrestato, processato, perseguitato, tormentato, linciato per quasi due decenni. Questo un giovane può non saperlo. Ma tu no. Può darsi che io abbia avuto quel minimo di dignità che mi ha permesso di nascondere l’angoscia di chi per anni e anni si attendeva ogni giorno l’arrivo di una citazione del tribunale e aveva terrore di guardare nelle edicole per non leggere nei giornali atroci notizie scandalose sulla sua persona. Ma se tutto questo posso dimenticarlo io, non devi però dimenticarlo tu…
D’altra parte questa «Italietta», per quel che mi riguarda, non è finita. Il linciaggio continua. Magari adesso a organizzarlo sarà l’«Espresso», vedi la noterella introduttiva («Espresso», 23-6-1974) ad alcuni interventi sulla mia tesi («Corriere della Sera», 10-6-1974): noterella in cui si ghigna per un titolo non dato da me, si estrapola lepidamente dal mio testo, naturalmente travisandolo orrendamente, e infine si getta su me il sospetto che io sia una specie di nuovo Plebe: operazione di cui finora avrei creduto capaci solo i teppisti del «Borghese».
Io so bene, caro Calvino, come si svolge la vita di un intellettuale. Lo so perché, in parte, è anche la mia vita. Letture, solitudini al laboratorio, cerchie in genere di pochi amici e molti conoscenti, tutti intellettuali e borghesi. Una vita di lavoro e sostanzialmente perbene. Ma io, come il dottor Hyde, ho un’altra vita. Nel vivere questa vita, devo rompere le barriere naturali (e innocenti) di classe. Sfondare le pareti dell’Italietta, e sospingermi quindi in un altro mondo: il mondo contadino, il mondo sottoproletario e il mondo operaio. L’ordine in cui elenco questi mondi riguarda l’importanza della mia esperienza personale, non la loro importanza oggettiva. Fino a pochi anni fa questo era il mondo preborghese, il mondo della classe dominata. Era solo per mere ragioni nazionali, o, meglio, statali, che esso faceva parte del territorio dell’Italietta. Al di fuori di questa pura e semplice formalità, tale mondo non coincideva affatto con l’Italia. L’universo contadino (cui appartengono le culture sottoproletarie urbane, e, appunto fino a pochi anni fa, quelle delle minoranze operaie – ché erano vere e proprie minoranze, come in Russia nel ’17) è un universo transnazionale: che addirittura non riconosce le nazioni. Esso è l’avanzo di una civiltà precedente (o di un cumulo di civiltà precedenti tutte molto analoghe fra loro), e la classe dominante (nazionalista) modellava tale avanzo secondo i propri interessi e i propri fini politici (per un lucano – penso a De Martino – la nazione a lui estranea, è stato prima il Regno Borbonico, poi l’Italia piemontese, poi l’Italia fascista, poi l’Italia attuale: senza soluzione di continuità).
È questo illimitato mondo contadino prenazionale e preindustriale, sopravvissuto fino a solo pochi anni fa, che io rimpiango (non per nulla dimoro il più a lungo possibile, nei paesi del Terzo Mondo, dove esso sopravvive ancora, benché il Terzo Mondo stia anch’esso entrando nell’orbita del cosiddetto Sviluppo).
Gli uomini di questo universo non vivevano un’età dell’oro, come non erano coinvolti, se non formalmente con l’Italietta. Essi vivevano quella che Chilanti ha chiamato l’età del pane. Erano cioè consumatori di beni estremamente necessari. Ed era questo, forse che rendeva estremamente necessaria la loro povera e precaria vita. Mentre è chiaro che i beni superflui rendono superflua la vita (tanto per essere estremamente elementari, e concludere con questo argomento).
Che io rimpianga o non rimpianga questo universo contadino, resta comunque affar mio. Ciò non mi impedisce affatto di esercitare sul mondo attuale così com’è la mia critica: anzi, tanto più lucidamente quanto più ne sono staccato, e quanto più accetto solo stoicamente di viverci.
Ho detto, e lo ripeto, che l’acculturazione del Centro consumistico, ha distrutto le varie culture del Terzo Mondo (parlo ancora su scala mondiale, e mi riferisco dunque appunto anche alle culture del Terzo Mondo, cui le culture contadine italiane sono profondamente analoghe): il modello culturale offerto agli italiani (e a tutti gli uomini del globo, del resto) è unico. La conformazione a tale modello si ha prima di tutto nel vissuto, nell’esistenziale: e quindi nel corpo e nel comportamento. È qui che si vivono i valori, non ancora espressi, della nuova cultura della civiltà dei consumi, cioè del nuovo e del più repressivo totalitarismo che si sia mai visto. Dal punto di vista del linguaggio verbale, si ha la riduzione di tutta la lingua a lingua comunicativa, con un enorme impoverimento dell’espressività. I dialetti (gli idiomi materni!) sono allontanati nel tempo e nello spazio: i figli sono costretti a non parlarli più perché vivono a Torino, a Milano o in Germania. Là dove si parlano ancora, essi hanno totalmente perso ogni loro potenzialità inventiva. Nessun ragazzo delle borgate romane sarebbe più in grado, per esempio, di capire il gergo dei miei romanzi di dieci-quindici anni fa: e, ironia della sorte!, sarebbe costretto a consultare l’annesso glossario come un buon borghese del Nord!
Naturalmente questa mia «visione» della nuova realtà culturale italiana è radicale: riguarda il fenomeno come fenomeno globale, non le sue eccezioni, le sue resistenze, le sue sopravvivenze.
Quando parlo di omologazione di tutti i giovani, per cui, dal suo corpo, dal suo comportamento e dalla sua ideologia inconscia e reale (l’edonismo consumistico) un giovane fascista non può essere distinto da tutti gli altri giovani, enuncio un fenomeno generale. So benissimo che ci sono dei giovani che si distinguono. Ma si tratta di giovani appartenenti alla nostra stessa élite, e condannati a essere ancora più infelici di noi: e quindi probabilmente anche migliori. Questo lo dico per una allusione («Paese sera», 21-6-1974) di Tullio De Mauro, che, dopo essersi dimenticato di invitarmi a un convegno linguistico di Bressanone, mi rimprovera di non esservi stato presente: là, egli dice, avrei visto alcune decine di giovani che avrebbero contraddetto le mie tesi. Cioè come a dire che se alcune decine di giovani usano il termine «euristica» ciò significa che l’uso di tale termine è praticato da cinquanta milioni di italiani.
Tu dirai: gli uomini sono sempre stati conformisti (tutti uguali uno all’altro) e ci sono sempre state delle élites. Io ti rispondo: sì, gli uomini sono sempre stati conformisti e il più possibile uguali l’uno all’altro, ma secondo la loro classe sociale. E, all’interno di tale distinzione di classe, secondo le loro particolari e concrete condizioni culturali (regionali). Oggi invece (e qui cade la «mutazione» antropologica) gli uomini sono conformisti e tutti uguali uno all’altro secondo un codice interclassista (studente uguale operaio, operaio del Nord uguale operaio del Sud): almeno potenzialmente, nell’ansiosa volontà di uniformarsi.
Infine, caro Calvino, vorrei farti notare una cosa. Non da moralista, ma da analista. Nella tua affrettata risposta alle mie tesi, sul «Messaggero», (18 giugno 1974) ti è scappata una frase doppiamente infelice. Si tratta della frase: «I giovani fascisti di oggi non li conosco e spero di non aver occasione di conoscerli.» Ma: 1) certamente non avrai mai tale occasione, anche perché se nello scompartimento di un treno, nella coda a un negozio, per strada, in un salotto, tu dovessi incontrare dei giovani fascisti, non li riconosceresti; 2) augurarsi di non incontrare mai dei giovani fascisti è una bestemmia, perché, al contrario, noi dovremmo far di tutto per individuarli e per incontrarli. Essi non sono i fatali e predestinati rappresentanti del Male: non sono nati per essere fascisti. Nessuno – quando sono diventati adolescenti e sono stati in grado di scegliere, secondo chissà quali ragioni e necessità – ha posto loro razzisticamente il marchio di fascisti. È una atroce forma di disperazione e nevrosi che spinge un giovane a una simile scelta; e forse sarebbe bastata una sola piccola diversa esperienza nella sua vita, un solo semplice incontro, perché il suo destino fosse diverso.
8 luglio 1974
Calvino e Pasolini. Una polemica letteraria.
Calvino e Pasolini. Una polemica letteraria.
Calvino e Pasolini. Una polemica letteraria. Città PasoliniCittà Pasolini (Pier Paolo Pasolini)
L'euro digitale è quasi pronto
È ufficiale: i lavori per l’euro digitale sono quasi terminati, e da ottobre si inizia a fare sul serio. Così ci dice Fabio Panetta, membro del Board della Banca Centrale Europea, in un comunicato stampa rilasciato il 24 aprile.
“Stiamo entrando nelle fasi finali del processo investigativo. Il Consiglio della BCE ha da poco approvato il terzo set di opzioni di design per l’euro digitale”
Panetta prosegue recitando quasi come un mantra i motivi “ufficiali” che hanno portato la Banca Centrale a voler iniziare un processo di sviluppo per un euro digitale: la rapida digitalizzazione dell’economia ci richiede di evolvere i contanti nella sfera digitale e di fornire uno strumento europeo unico per i pagamenti digitali, universalmente accettato in tutta l’euro-zona.
Vero, ma non proprio. Nessuno infatti sente la mancanza di un euro digitale. Gli strumenti di pagamento attuali, offerti da banche e intermediari, sono più che sufficienti per sopperire alle necessità dell’era dell’informazione. E poi, molte persone sono ancora affezionate ai contanti per diversi motivi.
Questi approfondimenti non li trovi certo su Repubblica. Che aspetti ad iscriverti?
Un complesso di inferiorità
Il motivo che haspinto la BCE verso l’euro digitale non è certo la voglia di svecchiarsi. E infatti la Presidente Lagarde sconfessa la facile retorica di Panetta, spiegando in un recente video la verità dietro a tutta questa fretta di evoluzione digitale: “I dont want euro to be dependent on unfriendly country currency or dependent on a friendly currency that is activated by a private company like Facebook or Google.1”
La Banca Centrale Europea ha davvero una gran paura di perdere il suo monopolio monetario a favore di soggetti come Meta, Google o AWS. La paura, più che fondata, nasce nel 2018, quando Facebook (ora Meta) per la prima volta annuncia al mondo di voler creare il suo "stablecoin”: Libra. Il progetto fu presto messo da parte a causa delle immense pressioni politiche, ma nel frattempo altre istituzioni come Tether e numerosi altri stablecoin hanno risposto alla domanda di mercato per questa nuova forma di moneta.
I complessi di inferiorità rispetto agli stablecoin, che sono comunque ancora una nicchia per nerd, diventano in verità palesi anche nella retorica di Panetta: People should be able to pay and be paid in digital euro anywhere in the euro area, no matter which intermediary they are using to access the digital euro or which country they are in.
È chiaro infatti che strumenti come Tether — o anche Bitcoin — offrano già soluzioni universali e native digitali per scambiare valore ovunque nel mondo in modo standardizzato, mentre non è possibile dire lo stesso per le monete FIAT come l’euro.
Gli strumenti di pagamento elettronici a cui siamo abituati sono infatti servizi privati senza alcun valore legale (inteso come legal tender) e tutt’altro che standardizzati. I commercianti non sono obbligati ad accettare pagamenti con PayPal o con determinati circuiti di carte di credito, né è detto che la diffusione e accettazione di questi strumenti sia omogenea in tutto il mondo. L’unica garanzia, ad oggi, rimane il buon vecchio contante.
Vuoi sostenere Privacy Chronicles? Dona qualche sats scansionando il QR Code con il tuo wallet LN preferito o clicca sul link!
Come funzionerà, nella pratica
L’euro digitale sarà l’equivalente digitale dell’euro fisico. Ciò significa che tra ottobre 2023 e il prossimo anno ci sarà una proposta di legge da parte della Commissione Europea per rendere l’euro digitale legal tender, cioè moneta a corso legale, all’interno dell’Unione Europea. I commercianti saranno così obbligati ad accettare euro digitale come se fossero contanti.
I vari rapporti tecnici usciti finora (tre in totale) spiegano in modo dettagliato le scelte che sono state fatte dalla Banca Centrale e il futuro funzionamento dell’euro digitale. Prima di tutto: l’euro digitale sarà una liability della BCE, esattamente come i contanti. Gli intermediari finanziari, come le banche commerciali, saranno invece incaricati della distribuzione, della gestione dei pagamenti e del processo di onboarding degli utenti.
Passando dagli intermediari le persone potranno quindi convertire i loro euro tradizionali con euro digitale e viceversa. È possibile che il processo sarà facilitato da applicazioni accessibile tramite homebanking fornite direttamente dalla Banca Centrale per standardizzare i processi in tutta UE. Sembra però che le persone potranno detenere solo un quantitativo limitato di euro digitale. Non è chiaro se questo sia un limite temporaneo o se invece una funzione permanente, né è chiaro ancora a quanto ammonti questo limite.
L’ultimo report2 sconfessa invece la possibilità di programmare l’euro digitale. Ci sarà la possibilità di creare dei pagamenti condizionati, ma non sarà invece possibile definire specifiche modalità d’uso per le “monete” digitali, ad esempio limitando le possibilità di spesa solo per specifici beni o servizi, o magari al di fuori del territorio europeo.
Questa sembra una buona notizia, considerando che la programmabilità della moneta creerebbe diversi rischi di abuso, ma non sono ancora del tutto convinto. Altri report precedenti suggerivano diversamente, ad esempio per limitarne l’uso e diffusione al di fuori dei confini geografici europei o per incentivare comportamenti ecosostenibili nella popolazione. Staremo a vedere.
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.
Privacy e anonimato con l’euro digitale
Il primo3 dei tre report sul design dell’euro digitale affronta nello specifico il tema della privacy dei pagamenti, che come saprete è uno degli elementi più critici di tutto lo schema dell’euro digitale.
La prima brutta notizia è che la Banca Centrale Europea sembra aver categoricamente eliminato la possibilità di pagamenti anonimi, nonostante negli scorsi mesi avessero sommessamente accennato a una possibile soglia di esclusione della sorveglianza.
“Full anonymity is not considered a viable option from a public policy perspective. It would raise concerns about the digital euro potentially being used for illicit purposes (e.g. money laundering and the financing of terrorism). In addition, it would make it virtually impossible to limit the use of the digital euro as a form of investment – a limitation that is essential from a financial stability perspective.”
Non si può essere anonimi perché l’euro digitasle potrebbe essere usato per scopi illeciti, come riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo. Okay, prendiamola per buona. E poi, proseguono, sarebbe virtualmente impossibile limitare l’uso dell’euro digitale come forma d’investimento - una limitazione essenziale per avere stabilità finanziaria. In soldoni: niente anonimato perché dobbiamo controllare come lo usate e quanto ne usate.
Un passaggio importante ci spiega poi che dall’euro digitale potremo aspettarci lo stesso livello di privacy degli attuali sistemi di pagamento elettronici, che in effetti non è granché.
“A digital euro would provide a level of privacy equal to that of current private sector digital solutions. Users would need to identify themselves when they start using the digital euro, and intermediaries would perform customer checks during onboarding. Personal and transaction data would only be accessible to intermediaries for the purpose of ensuring compliance with anti-money laundering and combating the financing of terrorism (AML / CFT) requirements and relevant provisions under EU law.
L’attuale scenario scelto dalla BCE prevede l’identificazione del cliente attraverso procedure KYC e la piena trasparenza delle transazioni verso l’intermediario, come accade già oggi per i pagamenti elettronici. Le transazioni saranno inoltre monitorate per anti riciclaggio e anti terrorismo, a prescindere dagli importi.
Pare poi che i dati saranno principalmente detenuti dagli intermediari e non anche dalla Banca Centrale, salvo che la condivisione di questi dati non sia prevista per legge o che sia necessaria a svolgere attività legate all’euro digitale (qualsiasi cosa voglia dire). Che in effetti rischia di tradursi in: sì, saranno disponibili anche alla BCE.
“One euro is one euro, whatever form it takes”, dice Panetta. Eppure, comprare il pane con l’euro digitale invece che con una moneta da due euro farà scattare una serie di misure di sorveglianza e monitoraggio che fanno accapponare la pelle. Siamo proprio sicuri che tutti gli euro nascano uguali?
E sì, è vero: anche gli attuali intermediari di pagamento sono pessimi dal punto di vista della privacy. E sì, ne ho già parlato male. Euro digitale e mezzi di pagamento elettronici come Paypal o Satispay non sono però sullo stesso piano.
Da una parte abbiamo infatti un monopolista che afferma candidamente che nel bilanciamento tra interesse pubblico e privacy prevarrà sempre il primo; dall’altro abbiamo invece attori di mercato in competizione tra loro che hanno incentivi economici a offrire soluzioni privacy-friendly ai loro clienti.
Inoltre, è evidente che la BCE e i governi hanno interessi politici oltre che economici, e si faranno presto ingolosire da questa nuova miniera d’oro di dati. Se non ora, magari fra qualche anno. La Presidente Lagarde, in una video intervista4 ha affermato che il controllo delle transazioni sarà uno degli obiettivi dell’euro digitale.
Non c’è alcun motivo di preferire l’euro digitale
E poi rimane aperta la questione cryptovalute e stablecoin, che certo non spariranno. Grazie al movimento cypherpunk nel mondo crypto c’è già grande attenzione a privacy e anonimato, che non potrà che crescere ancora nel prossimo futuro.
La competizione, prima ancora che sulla comodità e diffusione dello strumento, sarà proprio sulla privacy. Perché mai preferire l’euro digitale se il nostro panettiere accetta contanti, Bitcoin, Monero o perfino Tether? Non c’è alcun motivo razionale per farlo.
I governi e le Banche Centrali lo sanno bene, ed è per questo che oltre che nello sviluppo dell’euro digitale si stanno affrettando per ingabbiare crypto e stablecoin nelle maglie delle leggi KYC e anti riciclaggio. È sempre per questo che persone come Panetta chiedono al legislatore di vietare la diffusione di “crypto-asset energivori”5.
Nonostante la competizione sleale e la violenza politica, non vinceranno, ma sarà una lunga maratona.
In questa intervista Lagarde pensava genuinamente di parlare con Zelensky, ed ha affermato il reale motivo dietro alla spinta verso l’euro digitale: non farsi fregare il monopolio.
In questo report viene descritto lo schema di funzionamento dell’euro digitale
Questo è il report in cui si affronta il tema della privacy
In questa intervista Lagarde pensava genuinamente di parlare con Zelensky, e si è lasciata andare, affermando che l’euro digitale avrà delle forme di controllo delle transazioni: “they will be controlled, you’re right, you’re completely right.”
“Crypto assets deemed to have an excessive ecological footprint should also be banned,” he said, in a likely reference to platforms like Bitcoin that use an energy-intensive mechanism known as "proof-of-work" to validate transactions and secure their network.
A scuola non bevo quasi mai, quindi riempiendo una volta la borraccia (di metallo) posso potenzialmente finire con il non riempirla di nuovo per delle settimane intere, perché non la finisco nel frattempo...
Eh, forse ogni tanto però l'acqua sarebbe buona cosa cambiarla, volevo bere stamattina ma ho dovuto rinunciare, il sapore era terrificante (che significa: stavolta lo era molto molto di più di altre volte) e probabilmente ci stanno pure batteri sussati lì dentro 💀
Nuovo disco dei Metallica
@Musica Agorà
iyezine.com/metallica-72-seaso…
like this
reshared this
Il Processo a Julian Assange - Storia di una persecuzione.
- Nils Melzer, ex relatore ONU sulla tortura
Roberto Resoli reshared this.
informapirata ⁂
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •sempre meglio
@fediverso
Che succede nel Fediverso? reshared this.