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Si chiama Europa l’ultima speranza degli Stati nazione


Sondaggi alla mano, eravamo, noi italiani, il popolo europeo più europeista finché le cose andavano bene; siamo diventati il meno europeista dal momento in cui, con la crisi finanziaria del 2008, le cose hanno cominciato ad andar male. Ora che le cose van

Sondaggi alla mano, eravamo, noi italiani, il popolo europeo più europeista finché le cose andavano bene; siamo diventati il meno europeista dal momento in cui, con la crisi finanziaria del 2008, le cose hanno cominciato ad andar male. Ora che le cose vanno così così, siamo nel mezzo della classifica degli Stati membri. È il segno che manca qualcosa. Manca qualcosa, per esempio lo spirito di sacrificio, a noi italiani. E manca qualcosa, per esempio il sentimento di un comune destino fondato su una reale comunanza politica, all’Europa.

Del resto, gli intellettuali lo sostengono da tempo. Ralph Dahrendorf nel 1994, ad esempio: “Oggi la Comunità europea è prevalentemente una Comunità di protezione di rami dell’economia un po’ depressi… è un parto della testa… non suscita e non sviluppa sentimenti di appartenenza”. E senza sentimenti nessuna identità politica è possibile.

Eppure, negli ultimi anni sono successe cose un tempo impensabili. L’aver fatto fronte comune sul Covid, l’aver impostato il Next generation Eu con stanziamenti a fondo perduto rappresentano non dei passi, ma dei balzi in avanti nella direzione di una Comunità realmente tale. E a quanti lamentano, sulla scorta di vecchie ideologie e ordinarie ossessioni, l’asservimento degli stati europei all’America nella crisi ucraina, va risposto che, posto che è evidentemente meglio trovarsi nello spazio geopolitico degli Stati Uniti piuttosto che in quello russo o cinese, l’alternativa è solo una: che l’Europa si dia una struttura istituzionale “politica” per poter poi darsi una difesa comune e di conseguenza poter avere una politica estera credibile ed effettivamente autonoma.

Del resto, non abbiamo alternative. In un mondo ormai globalizzato, nessuno Stato europeo può pensare di cavarsela da solo. Men che meno l’Italia, Stato strutturalmente fragile, per giunta da sempre ritenuto poco affidabile dalla comunità internazionale.

Anni fa chiesi a Francesco Cossiga, che allora era presidente della Repubblica, cosa spinse la classe dirigente italiana ad aderire a Maastricht. «La sfiducia nel carattere degli italiani – fu la risposta -. Cioè la consapevolezza che la virtù contabile non ci appartiene e che, pertanto, il male minore per l’Italia fosse quello d’essere obbligata alla moralità politica e alla morigeratezza economica da un vincolo esterno. Il vincolo europeo». Rabbrividii. Crescendo, e maturando esperienza, compresi che, per quanto amaro, quel ragionamento era fondato. E non valeva solo per l’Italia.

L’attuale conflitto politico-diplomatico tra l’Italia e la Francia, ad esempio, si presta a diverse letture, ma leggerlo alla luce della crisi degli Stati nazione aiuta, forse, a comprenderne meglio il senso più profondo. Osservate da questa prospettiva, infatti, le cose appaiono diverse. Meloni e Macron sembrano ammiragli nel pieno di un conflitto navale, sì, ma imbarcati sulla stessa barca. Una barca di cui si contendono la guida. È la barca dello Stato nazione. Una barca alla deriva.

Gli Stati nazionali hanno cominciato ad imbarcare acqua quarant’anni fa con l’avvio dei processi di finanziarizzazione dell’economia, di globalizzazione dei mercati, di cessione di sovranità ad organismi, autorità e istituzioni multinazionali, di migrazioni bibliche. È stato un crescendo. Ed è stato presto chiaro a molti quali effetti avrebbero avuto questi quattro colossali processi storici sulla tenuta di quella forma di ordine interno ed internazionale che ci rappresenta da un paio di secoli: lo Stato nazione, appunto.

Già negli anni Novanta a livello accademico il dibattito sembrava concluso con il generale riconoscimento di una verità di fondo: lo Stato nazione è in crisi. E si tratta di una crisi irreversibile. ”La fine dello Stato nazione” è il titolo, lapidario, di un saggio pubblicato nel 1995 dal politologo nippoamericano Kenichi Ohmae. Parlando delle élite politiche nazionali e locali, Ohmae la mise così: “Le aspettative crescenti degli elettori hanno in effetti modificato il loro ruolo: oggi essi sono soprattutto mercanti di denaro pubblico”. Cioè a dire che lo sviluppo del nuovo ordine nazionale ed internazionale lascia ai singoli governi i margini per dispensare qualche marchetta, non più quelli per impostare alcuna strategia.

Può non piacere, ma questa è la realtà. E in questa realtà si dibatte un Emmanuel Macron che finge di governare la Grande Francia e una Giorgia Meloni, che sembra aver capito quanto pensare di poter governare l’Italia contro l’Europa sia il proposito dei folli, ma che fatica ad affrancarsi dalla demagogia degli anni passati all’opposizione cavalcando tutte le onde “anti”: anche quella antieuropea incarnata da Marine Le Pen. Cosa che, con tutta evidenza, i francesi non le perdonano.

Perciò, essendo oggi la Giornata dell’Europa, è bene dare per acquisito che nessuno può fare a meno di coltivarne politicamente il sogno. Tanto meno noi italiani. È, dunque, bene aderire, e farlo anche con un certo entusiasmo, alle parole scritte nel lontano 1929 da Josè Ortega y Gasset ne “La ribellione delle masse”: «Se si facesse un’ideale esperimento di ridursi a vivere puramente con ciò che siamo, come “nazionali”, mediante un processo di pura immaginazione si estirpasse dell’uomo medio francese tutto quel che usa, pensa, sente per il tramite degli altri paesi continentali, sentirebbe terrore. Vedrebbe che non gli è possibile vivere di quello soltanto e che i quattro quinti del suo capitale intimo sono beni comuni europei».

Auguri di buon futuro all’Europa, la Patria dove risorge l’interesse nazionale.

Huffington Post

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Congo: i paesi dell’Africa Australe schierano un contingente contro i ribelli


I Paesi della Comunità economica dell’Africa australe hanno deciso di schierare un contingente militare nell’est della Repubblica democratica del Congo per contrastare i gruppi ribelli L'articolo Congo: i paesi dell’Africa Australe schierano un contingen

di Redazione

Pagine Esteri, 9 maggio 2023 – I Paesi della Comunità economica dell’Africa australe (Sadc) hanno deciso di schierare un contingente di forze militari nell’est della Repubblica democratica del Congo (Rdc) allo scopo di contrastare i gruppi ribelli.
La decisione è stata presa al termine di una riunione della troika – responsabile delle questioni di difesa e sicurezza dell’organizzazione regionale – che si è tenuta a Windhoek, in Namibia. Il vertice, ospitato dal presidente namibiano Hage Geingob, ha riunito il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, quello congolese Felix Tshisekedi e quello tanzaniano Samia Suluhu Hassan. Angola, Malawi e Zambia erano invece rappresentati dai rispettivi ministri degli Esteri.

«Il vertice ha preso atto con grande preoccupazione dell’instabilità e del deterioramento della situazione nell’est della Rdc e ha ribadito la sua ferma condanna per la recrudescenza dei conflitti e delle attività dei gruppi armati, compresi i ribelli dell’M23 (Movimento 23 marzo)» ha affermato l’organizzazione in un comunicato diffuso dopo una giornata di discussioni.
Il vertice di Windhoek ha anche chiesto «un approccio coordinato» in vista degli schieramenti esistenti «nell’ambito di accordi multilaterali e bilaterali» nella travagliata regione orientale della Rdc e invita il governo di Kinshasa a « mettere in atto le condizioni e le misure necessarie per garantire un coordinamento efficace».
Restano tuttavia ancora da definire diversi dettagli, come la data e le zone di schieramento delle truppe della coalizione di paesi. Dal dicembre scorso una forza militare regionale della Comunità dell’Africa orientale (Eac) è già dispiegata nella parte orientale della Rdc, principalmente in risposta alla minaccia rappresentata dal gruppo ribelle M23, che Kinshasasostiene sia appoggiato militarmente e finanziariamente dal Ruanda e, in misura minore, dall’Uganda.

I combattenti del movimento nei giorni scorsi hanno conquistato la città di Goma, capitale provinciale del Nord-Kivu, dopo che i soldati governativi si sono ritirati e le forze di pace delle Nazioni Unite hanno rinunciato a difenderla. Successivamente i miliziani dell’M23 hanno preso la vicina città di Sake.
La violenza ha costretto alla fuga più di 100.000 persone, più della metà delle quali sono bambini, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia.

Intanto nei giorni scorsi quasi 400 persone sono morte nell’est della Repubblica democratica del Congo (Rdc) a causa delle inondazioni provocate dalle forti piogge che hanno colpito il Paese. Giovedì, le forti piogge cadute nella regione di Kalehe, nel Sud Kivu, hanno causato lo straripamento dei fiumi, provocando frane che hanno inghiottito i villaggi di Bushushu e Nyamukubi. – Pagine Esteri

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📚 Con una ricca raccolta di testi sulle tappe della costituzione dell’Unione Europea e sullo sviluppo dei sistemi scolastici europei, la Biblioteca del Ministero celebra questo mese la Giornata dell'Europa.



Rifondazione: "Superate le 100 mila richieste di dimissioni a Ignazio Benito La Russa. Il 24 maggio la consegna" "Oltre 100 mila persone hanno raccolto il no


La vicenda denunciata dalla nostra giovane compagna Francesca Sparacino, è la dimostrazione concreta di quali siano oggi le condizioni in cui si sviluppano i r


Oggi è la Giornata dell’Europa 🇪🇺
Anche il Ministero si unisce alle celebrazioni con un evento che vedrà la partecipazione di 80 tra studenti e docenti in arrivo da tutta Italia, protagonisti di un laboratorio di tre giorni, che si concluderà proprio…


Buona Festa dell’Europa!


Nell’ambito del Maggio dei Libri, in occasione della Festa dell’Europa, Michele Gerace legge Alessandro Manzoni. La lettura è tratta dall’Ode civile “Marzo 1821”, Alessandro Manzoni, Tutte le opere (Giunti Barbera, 1966) L'articolo Buona Festa dell’Europ

Nell’ambito del Maggio dei Libri, in occasione della Festa dell’Europa, Michele Gerace legge Alessandro Manzoni.

La lettura è tratta dall’Ode civile “Marzo 1821”, Alessandro Manzoni, Tutte le opere (Giunti Barbera, 1966)

youtube.com/embed/YV2B861oeMs?…

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Festa dell’Europa 2023 – Michele Gerace legge Alessandro Manzoni


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PAKISTAN. Arrestato l’ex premier Imran Khan


L'ex Primo Ministro pachistano, Imran Khan, è stato arrestato durante un'udienza nel tribunale di Islamabad L'articolo PAKISTAN. Arrestato l’ex premier Imran Khan proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/05/09/medioriente/pakistan-arresta

Pagine Esteri, 9 maggio 2023 – L’ex Primo Ministro pachistano, Imran Khan, è stato arrestato durante un’udienza nel tribunale di Islamabad.

La zona che circonda l’Alta Corte della capitale è stata occupata dai paramilitari, i Rangers pakistani. Fawad Chaudhry, membro del Movimento per la Giustizia del Pakistan, partito di Imran Khan, ha scritto in un tweet che gli avvocati della difesa sono stati “torturati” dai Rangers.

Former PM Imran Khan has been abducted from Court premises, scores of lawyers and general people have been tortured, Imran Khan has been whisked away by unknown people to an unknown location, CJ Islamabad HIgh Court has ordered Secy interior and IG police to appear within 15 min…

— Ch Fawad Hussain (@fawadchaudhry) May 9, 2023

Khan era in udienza presso la Corte di Islamabad per un caso di corruzione del quale era imputato. Poco dopo l’ingresso dell’ex premier gli ingressi sono stati bloccati e l’edificio è stato circondato dai paramilitari. Khan è stato scortato all’esterno e caricato su una automobile.

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Andrea Pamparana – Tiffany


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MA.CA.BRO -MECHANÈ


Secondo disco per i Ma.Ca.Bro, al secolo il duo Stefano Danusso e Cristiano Lo Mele il chitarrista dei Pertubazione, intitolato Mechanè. I due musicisti vantano una lunga militanza sulla scena musicale italiana, e si sono incontrati all’inizio degli anni duemila grazie al musicista Totò Zingaro e da quel momento hanno cominciato a collaborare componendo colonne sonore molto valide come “La passione di Anna Magnani” di Enrico Cerasuolo, “Manuale di storie dei cinema” di Stefano D’Antuono e Bruno Ugioli,“Linfe” di Lucio Viglierchio, “Incontro con le macchine” di Alessandro Bernard,“Phonetrip” di Moomie. #elettronica #chitarre #minimalismo #colonnesonore #macabro #mechanè @icebergrecords

iyezine.com/ma-ca-bro-mechane



In Cina e Asia – Qin Gang incontra l’ambasciatore Usa in Cina


In Cina e Asia – Qin Gang incontra l’ambasciatore Usa in Cina ambasciata Usa in Cina qin gang
I titoli di oggi:
Qin Gang incontra l'ambasciatore Usa in Cina
Ottawa espelle il diplomatico cinese accusato di minacce verso un politico canadese
Cina, alla Commissione centrale Xi chiede attenzione su demografia e tecnologia
ChatGPT, in Cina la prima detenzione legata all'utilizzo del bot per produrre fake news
LinkedIn chiude la app pensata per il mercato cinese
Giappone, la Camera dei rappresentanti vota una controversa legge sui rifugiati

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Il 9 maggio si celebra il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice.


Ora le opposizioni colgano l’occasione: non agguati, ma confronto serio e nel merito


Il Dubbio, 9 maggio 2023, pagina 4 L'articolo Ora le opposizioni colgano l’occasione: non agguati, ma confronto serio e nel merito proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/ora-le-opposizioni-colgano-loccasione-non-aggu


Attacco improvviso israeliano su Gaza, numerosi morti e feriti tra i palestinesi


I raid hanno preso di mira alcuni comandanti del Jihad Islami ma sono stati uccisi anche civili, tra cui almeno tre bambini. L'articolo Attacco improvviso israeliano su Gaza, numerosi morti e feriti tra i palestinesi proviene da Pagine Esteri. https://p

della redazione

Pagine Esteri, 9 maggio 2023Almeno 12 palestinesi sono stati uccisi e altri 20 feriti nell’attacco improvviso lanciato nella notte da Israele contro la Striscia di Gaza. Tra i morti ci sono tre bambini e una o più donne. Obiettivo ufficiale dell’offensiva aerea denominata “Scudo e Freccia” sono stati alcuni leader di spicco del Jihad Islami colti di sorpresa nelle loro abitazioni ed uffici. Inizialmente il bombardamento condotto, pare, anche con droni killer, ha preso di mira Jihad al-Ghanam, Khalil al-Bahtini, membro del Consiglio militare e comandante della regione settentrionale nelle Brigate al-Quds (l’ala armata del Jihad) e Tariq Ezz al- Din e i suoi due figli, Ali e Mayar.

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Tra gli uccisi figura anche il dottor Jamal Khaswan, direttore del consiglio di amministrazione dell’ospedale Al-Wafa.

Poi l’aviazione israeliana ha preso di mira numerosi obiettivi che il portavoce militare israeliano ha descritto come campo militari e siti per la fabbricazione di razzi ed esplosivi. Gli attacchi hanno provocato altre vittime, alcune delle quali civili. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha scritto su Twitter che “l’esercito e lo Shin Bet (intelligence, ndr) hanno svolto la loro missione con precisione, contro la leadership del Jihad islami nella Striscia di Gaza”. Non ha fatto alcun riferimento ai bambini e alle altre vittime civili.

In previsione di una probabile escalation, le autorità di Gaza hanno annunciato la chiusura degli istituti scolastici e il rinvio degli esami previsti per oggi fino a nuovo avviso. L’orario di lavoro nelle istituzioni governative è stato ridotto al minimo necessario. Anche l’Unrwa (Onu) ha annunciato che, al fine di garantire la sicurezza degli studenti e del personale docente e scolastico, le lezioni saranno sospese. Altrettanto avverrà nelle università.

A Gaza tutti si attendono una guerra ampia. Il Jihad, si prevede, lancerà i suoi razzi contro Israele in risposta agli attacchi subiti e alle uccisioni. Poi dovrebbe cominciare un attacco massiccio da parte di Israele che ha già avvertito la sua popolazione nei pressi di Gaza di restare in casa e nei rifugi. I media israeliani sostengono che il governo Netanyahu vorrebbe tenere fuori dal conflitto il movimento Hamas, la principale forza militare a Gaza. Ma il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha replicato che “il nemico ha fatto un errore nelle sue stime e pagherà il prezzo del suo crimine” e che “l’aggressione ha preso di mira tutto il nostro popolo e la resistenza è unita nell’affrontarla”. Pagine Esteri

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Gli Usa "arruolano” l’Asia-Pacifico, ma c’è chi protesta


Gli Usa
In Australia manifestazione contro la base per sottomarini a propulsione nucleare Aukus. Nelle Filippine si contesta la reintroduzione dell'addestramento militare obbligatorio per gli studenti universitari. In Giappone e Corea del Sud malumori sul disgelo suggellato dal vertice tra Kishida e Yoon a Seul

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Pier Paolo Pasolini - Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia - 10/06/1974


2 giugno: sull'«Unità» in prima pagina c'è il titolo delle grandi occasioni e suona: «Viva la repubblica antifascista.»
Certo, viva la repubblica antifascista. Ma che senso reale ha questa frase? Cerchiamo di analizzarlo.
Essa in concreto nasce da due fatti, che la giustificano del resto pienamente: 1) La vittoria schiacciante del «no» il 12 maggio, 2) la strage fascista di Brescia del 28 dello stesso mese.
La vittoria del «no» è in realtà una sconfitta non solo di Fanfani e del Vaticano, ma, in certo senso, anche di Berlinguer e del partito comunista. Perché? Fanfani e il Vaticano hanno dimostrato di non aver capito niente di ciò che è successo nel nostro paese in questi ultimi dieci anni: il popolo italiano è risultato - in modo oggettivo e lampante - infinitamente più «progredito» di quanto essi pensassero, puntando ancora sul vecchio sanfedismo contadino e paleoindustriale.

Ma bisogna avere il coraggio intellettuale di dire che anche Berlinguer e il partito comunista italiano hanno dimostrato di non aver capito bene cos'è successo nel nostro paese negli ultimi dieci anni. Essi infatti non volevano il referendum; non volevano la «guerra di religione» ed erano estremamente timorosi sull'esito positivo delle votazioni. Anzi, su questo punto erano decisamente pessimisti. La «guerra di religione» è risultata invece poi un'astrusa, arcaica, superstiziosa previsione senza alcun fondamento.
Gli italiani si sono mostrati infinitamente più moderni di quanto il più ottimista dei comunisti fosse capace di immaginare. Sia il Vaticano che il Partito comunista hanno sbagliato la loro analisi sulla situazione «reale» dell'Italia.
Sia il Vaticano che il partito comunista hanno dimostrato di aver osservato male gli italiani e di non aver creduto alla loro possibilità di evolversi anche molto rapidamente, al di là di ogni calcolo possibile.
Ora il Vaticano piange sul proprio errore. Il pci invece, finge di non averlo commesso ed esulta per l'insperato trionfo.

Ma è stato proprio un vero trionfo?
Io ho delle buone ragioni per dubitarne. Ormai è passato quasi un mese da quel felice 12 maggio e posso perciò permettermi di esercitare la mia critica senza temere di fare del disfattismo inopportuno.
La mia opinione è che il cinquantanove per cento dei «no», non sta a dimostrare, miracolisticamente, una vittoria del laicismo, del progresso e della democrazia: niente affatto: esso sta a dimostrare invece due cose:
1) che i «ceti medi» sono radicalmente - direi antropologicamente - cambiati: i loro valori positivi non sono più i valori sanfedisti e clericali ma sono i valori (ancora vissuti solo esistenzialmente e non «nominati») dell'ideologia edonistica del consumo e della conseguente tolleranza modernistica di tipo americano. E' stato lo stesso Potere - attraverso lo «sviluppo» della produzione di beni superflui, l'imposizione della smania del consumo, la moda, l'informazione (soprattutto, in maniera imponente, la televisione) - a creare tali valori, gettando a mare cinicamente i valori tradizionali e la Chiesa stessa, che ne era il simbolo.
2) che l'Italia contadina e paleoindustriale è crollata, si è disfatta, non c'è più, e al suo posto c'è un vuoto che aspetta probabilmente di essere colmato da una completa borghesizzazione, del tipo che ho accennato qui sopra (modernizzante, falsamente tollerante, americaneggiante ecc.).
Il «no» è stato una vittoria, indubbiamente. Ma la reale indicazione che esso dà è quella di una «mutazione» della cultura italiana: che si allontana tanto dal fascismo tradizionale che dal progressismo socialista.
Se così stanno le cose, allora, che senso ha la «strage di Brescia» (come già quella di Milano)? Si tratta di una strage fascista, che implica dunque una indignazione antifascista? Se son le parole che contano, allora bisogna rispondere positivamente. Se sono i fatti allora la risposta non può essere che negativa; o per lo meno tale da rinnovare i vecchi termini del problema.
L'Italia non è mai stata capace di esprimere una grande Destra. E' questo, probabilmente, il fatto determinante di tutta la sua storia recente. Ma non si tratta di una causa, bensì di un effetto. L'Italia non ha avuto una grande Destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla. Essa ha potuto esprimere solo quella rozza, ridicola, feroce destra che è il fascismo. In tal senso il neo-fascismo parlamentare è la fedele continuazione del fascismo tradizionale. Senonché, nel frattempo, ogni forma di continuità storica si è spezzata. Lo «sviluppo», pragmaticamente voluto dal Potere, si è istituito storicamente in una specie di epoché, che ha radicalmente «trasformato», in pochi anni, il mondo italiano.
Tale salto «qualitativo» riguarda dunque sia i fascisti che gli antifascisti: si tratta infatti del passaggio di una cultura, fatta di analfabetismo (il popolo) e di umanesimo cencioso (i ceti medi) da un'organizzazione culturale arcaica, all'organizzazione moderna della «cultura di massa». La cosa, in realtà, è enorme: è un fenomeno, insisto, di «mutazione» antropologica. Soprattutto forse perché ciò ha mutato i caratteri necessari del Potere. La «cultura di massa», per esempio, non può essere una cultura ecclesiastica, moralistica e patriottica: essa è infatti direttamente legata al consumo, che ha delle sue leggi interne e una sua autosufficienza ideologica, tali da creare automaticamente un Potere che non sa più che farsene di Chiesa, Patria, Famiglia e altre ubbìe affini.

L'omologazione «culturale» che ne è derivata riguarda tutti: popolo e borghesia, operai e sottoproletari. Il contesto sociale è mutato nel senso che si è estremamente unificato. La matrice che genera tutti gli italiani è ormai la stessa. Non c'è più dunque differenza apprezzabile - al di fuori di una scelta politica come schema morto da riempire gesticolando - tra un qualsiasi cittadino italiano fascista e un qualsiasi cittadino italiano antifascista. Essi sono culturalmente, psicologicamente e, quel che è più impressionante, fisicamente, interscambiabili. Nel comportamento quotidiano, mimico, somatico non c'è niente che distingua - ripeto, al di fuori di un comizio o di un'azione politica - un fascista da un antifascista (di mezza età o giovane: i vecchi, in tal senso possono ancora esser distinti tra loro). Questo per quel che riguarda i fascisti e gli antifascisti medi. Per quel che riguarda gli estremisti, l'omologazione è ancor più radicale.
A compiere l'orrenda strage di Brescia sono stati dei fascisti. Ma approfondiamo questo loro fascismo. E' un fascismo che si fonda su Dio? Sulla Patria? Sulla Famiglia? Sul perbenismo tradizionale, sulla moralità intollerante, sull'ordine militaresco portato nella vita civile? O, se tale fascismo si autodefinisce ancora, pervicacemente, come fondato su tutte queste cose, si tratta di un'autodefinizione sincera? Il criminale Esposti - per fare un esempio - nel caso che in Italia fosse stato restaurato, a suon di bombe, il fascismo, sarebbe stato disposto ad accettare l'Italia della sua falsa e retorica nostalgia? L'Italia non consumistica, economa e eroica (come lui la credeva)? L'Italia scomoda e rustica? L'Italia senza televisione e senza benessere? L'Italia senza motociclette e giubbotti di cuoio? L'Italia con le donne chiuse in casa e semi-velate? No: è evidente che anche il più fanatico dei fascisti considererebbe anacronistico rinunciare a tutte queste conquiste dello «sviluppo». Conquiste che vanificano, attraverso nient'altro che la loro letterale presenza -
divenuta totale e totalizzante - ogni misticismo e ogni moralismo del fascismo tradizionale.
Dunque il fascismo non è più il fascismo tradizionale. Che cos'è, allora?
I giovani dei campi fascisti, i giovani delle SAM, i giovani che sequestrano persone e mettono bombe sui treni, si chiamano e vengono chiamati «fascisti»: ma si tratta di una definizione puramente nominalistica. Infatti essi sono in tutto e per tutto identici all'enorme maggioranza dei loro coetanei. Culturalmente, psicologicamente, somaticamente - ripeto - non c'è niente che li distingua. Li distingue solo una «decisione» astratta e aprioristica che, per essere conosciuta, deve essere detta. Si può parlare casualmente per ore con un giovane fascista dinamitardo e non accorgersi che è un fascista. Mentre solo fino a dieci anni fa bastava non dico una parola, ma uno sguardo, per distinguerlo e riconoscerlo.
Il contesto culturale da cui questi fascisti vengono fuori è enormemente diverso da quello tradizionale. Questi dieci anni di storia italiana che hanno portato gli italiani a votare «no» al referendum, hanno prodotto - attraverso lo stesso meccanismo profondo - questi nuovi fascisti la cui cultura è identica a quella di coloro che hanno votato «no» al referendum.
Essi sono del resto poche centinaia o migliaia: e, se il governo e la polizia l'avessero voluto, essi sarebbero scomparsi totalmente dalla scena già dal 1969.
Il fascismo delle stragi è dunque un fascismo nominale, senza un'ideologia propria (perché vanificata dalla qualità di vita reale vissuta da quei fascisti), e, inoltre, artificiale: esso è cioè voluto da quel Potere, che dopo aver liquidato, sempre pragmaticamente, il fascismo tradizionale e la Chiesa (il clerico-fascismo che era effettivamente una realtà culturale italiana) ha poi deciso di mantenere in vita delle forze da opporre - secondo una strategia mafiosa e da Commissariato di Pubblica Sicurezza - all'eversione comunista. I veri responsabili delle stragi di Milano e di Brescia non sono i giovani mostri che hanno messo le bombe, né i loro sinistri mandanti e finanziatori. Quindi è inutile e retorico fingere di attribuire qualche reale responsabilità a questi giovani e al loro fascismo nominale e artificiale. La cultura a cui essi appartengono e che contiene gli elementi per la loro follia pragmatica è, lo ripeto ancora una volta, la stessa dell'enorme maggioranza dei loro coetanei. Non procura solo a loro condizioni intollerabili di conformismo e di nevrosi, e quindi di estremismo (che è appunto la conflagrazione dovuta alla miscela di conformismo e nevrosi).
Se il loro fascismo dovesse prevalere, sarebbe il fascismo di Spinola, non quello di Caetano: cioè sarebbe un fascismo ancora peggiore di quello tradizionale, ma non sarebbe più precisamente fascismo. Sarebbe qualcosa che già in realtà viviamo, e che i fascisti vivono in modo esasperato e mostruoso: ma non senza ragione.

pubblicato sul Corriere della Sera il 10 giugno 1974 con il titolo «Gli italiani non sono più quelli»

da: pasolinipuntonet.blogspot.com/…



Va ricordato al ministro Calderoli che la destra non ha ricevuto alle ultime elezioni il voto della maggioranza degli italiani e nemmeno quello dei votanti. Il



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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Disponibile da oggi la nuova puntata del format “Il #MinistroRisponde” 📲

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In questo terzo appuntamento viene presentato il Piano triennale di semplificazione del Mim, un progetto volto a snellire la burocrazia, semplificare le procedure e, con l’au…



Tonia Guerra* Marina Boscaino** La macchina infernale dell’autonomia differenziata corre a folle velocità. Al volante c’è il ministro Calderoli, che gui


Il gigante dei browser Mozilla decolla con Mastodon

@Che succede nel Fediverso?

Con Mozilla, un nuovo, grande player sta sbarcando sul Fediverso. Anche altre società e piattaforme stanno lavorando a tali progetti. Il suo ingresso potrebbe potenziare e dare Maggiore risalto a #mastodon e a tutti gli altri software del #fediverso

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Brezza - Dialogue Mapping


Brezza è il nome del nuovo inizio per Fabio che in questi ultimi tre anni ha prodotto molto e ricomincia da qui. "Dialogue mapping" è un disco di ambient elettroacustico, nato prendendo le mosse dall'improvvisazione dal vivo alla quale si aggiungono poi elementi diversi, come quando si disegna e si aggiungono linee, oggetti, persone e anche assenze e ombre.

#ambient #liveimpro #brezza #eniac #dialoguemapping #electronic #ambient #drones #electro-acoustic #electronica #glitch


iyezine.com/brezza-dialogue-ma…



LOUD AS GIANTS – EMPTY HOMES


I Loud As Giants sono una coppia di musicisti di cui basta il nome per capire che la materia trattata è di alta qualità : Justin K. Broadrick e Dirk Serries. @Musica Agorà

iyezine.com/loud-as-giants-emp…

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The Court of Justice confirmed that there is no "threshold" for GDPR damages


La Corte di giustizia ha confermato che non esiste una "soglia" per i danni da GDPR Oggi la CGUE ha emesso la prima decisione sui danni emotivi ai sensi del GDPR. (c) Katarina Dzurekova


noyb.eu/en/court-justice-confi…




Per colpa di gente che non sa leggere delle regole, mi sono venuti i demoni in capa mentre svolgevo un esame che doveva essere facilissimo.


I miei stupidi intenti - Bernardo Zannoni


"La storia di un animale, di una faina che scopre il mondo, le sue verità e le sue menzogne. Come fosse un personaggio strappato a Camus, e al tempo stesso a un film della Pixar. Un esordio sorprendente.

«Esistono vari modi di strillare un libro magnifico. Ma solo un modo è giusto per I miei stupidi intenti: leggetelo, leggete questo romanzo in stato di grazia».

Marco Missiroli

Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola.
Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne.
I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri."

sellerio.it/it/catalogo/Miei-S…

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Non solo una questione di #privacy: "Ministro Piantedosi, il riconoscimento facciale nei luoghi pubblici è una pessima idea!" L'appello di Diletta Huyskes di #PrivacyNetwork_ su Wired


Il riconoscimento facciale mina i diritti di movimento, di espressione e di partecipazione. È una questione che va oltre la privacy e la sicurezza e dobbiamo affrontarla consci dei rischi e degli impatti sulle nostre vite.

@Etica Digitale (Feddit)

Il riconoscimento biometrico, specie quando implementato da autorità pubbliche, apre a una serie di rischi e minacce che vanno ben oltre, e che riguardano profondamente il cuore della libertà e della democrazia. L’esistenza stessa di questi strumenti nei luoghi pubblici, come le stazioni per esempio, dove transitano migliaia di persone diverse ogni giorno a prescindere da cosa fanno e dove il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, vuole installare telecamere con riconoscimento facciale per questioni di sicurezza, sottopone chiunque a una sorveglianza continua.

wired.it/article/riconosciment…

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi MASSIMO DI VITA/ARCHIVIO MASSIMO DI VITA/MONDADORI PORTFOLIO VIA GETTY IMAGES

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)
in reply to The Privacy Post

@The Privacy Post diffondere la paura così da portare le persone a chiedere "sicurezza" in cambio di libertà: è la strategia della destra

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Hanno fatto la festa al lavoro | Coniare Rivolta

"Il Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 sarà ricordato come uno dei momenti più alti dell’odio verso i lavoratori e i poveri manifestato da questo Governo, ma anche come esito prevedibile di una politica economica che la cosiddetta opposizione (politica e sindacale) contesta in maniera ingenua e approssimativa, quando va bene, o esplicitamente da destra (!) quando va male."

coniarerivolta.org/2023/05/02/…



Prova senza `titolo` con #hashtag @menzione, _underscore e €strani &simboli

@Test: palestra e allenamenti :-)

Testar non nuoce

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Fr. #29 / Di statali cinesi, scetticismi e cypherpunk


Nel frammento di oggi: Statali cinesi pagati in digital yuan / Scetticismo verso il dollaro digitale ai piani alti / Cypherpunk e altre storie (DOMÌNI Podcast) / Un'intervista sul Digital Services Act

Gli statali cinesi saranno pagati in digital yuan


È notizia della scorsa settimana1 che la città di Changshu, della provincia di Jiangsu, inizierà a pagare i dipendenti pubblici con lo yuan digitale a partire da questo mese. Il progetto è iniziato lo scorso anno e ci sono già stati dei test da luglio a settembre 2022 che hanno incluso circa 4.900 persone e un importo pari a 2.54 milioni di digital yuan.

6907527“Le città di Changshu e Suzhou implementano il pagamento completo dello stipendio in renminbi digitale per i dipendenti pubblici”

In realtà, pare che un altro test fosse già iniziato nella città di Suzhou, che ha da poco concluso il primo quadrimestre del pilot. In 4 mesi sono state accumulate dalla città 8 milioni di transazioni, per un valore cumulativo di 170 miliardi di yuan. La città riporta circa 26 milioni di wallet personali e quasi 2 milioni di wallet “pubblici”.

Iscriviti adesso

La provincia di Jiangsu vuole creare un ecosistema integrato che possa portare a un’espansione incrementale già da gennaio 2024, includendo anche aree chiave come il commercio al dettaglio, gli stipendi privati e il turismo. Al momento sembra che ben 26 province siano impegnate in test di vario tipo, ma quella di Jiangsu promette di essere la provincia più all’avanguardia sul fronte del digital yuan entro il 2025.

Tempo fa scrivevo che il modo migliore per abituare le persone a usare le CBDC fosse obbligarle a pagarci tributi, imposte, tasse e bolli di vario tipo. Ma in effetti, la Cina fa ancora scuola: quale modo migliore se non sfruttare i dipendenti pubblici?

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Scetticismo verso il dollaro digitale


Michelle Bowman, membro della Federal Reserve Board of Governors, ha di recente offerto la sua opinione in merito all’evoluzione del dollaro in un discorso presso la Georgetown University2.

La sua è un’opinione che non ci si aspetterebbe da parte di chi dovrebbe essere tra i primi e più convinti propositori delle nuove CBDC. Eppure secondo Michelle è difficile pensare che il dollaro digitale possa sostituire sistemi come FedNow, una infrastruttura per i pagamenti elettronici in tempo reale sviluppata dalla Federal Reserve.

Aggiunge poi, c’è il rischio che una CBDC programmabile possa essere in contrasto con la flessibilità e libertà delle monete fisiche o dei depositi bancari, e c’è anche il rischio che questo possa portare alla politicizzazione dei sistemi di pagamento e nel modo in cui la moneta viene usata.

Attenzione però, per quanto ciò sia vero, a Michelle non interessa la vostra di libertà, ma quella della Federal Reserve. Infatti aggiunge: una CBDC con questo tipo di controllo potrebbe minacciare l’indipendenza della Federal Reserve.

Una moneta politicizzata non è altro che un sistema di social scoring sotto mentite spoglie. Negli Stati Uniti qualcuno, anche nella stessa banca centrale, si fa queste domande (anche se per i motivi sbagliati). Da noi, tutto tace. Eppure, l’euro digitale è quasi pronto.

Cypherpunk e altre storie, un viaggio nella storia della sorveglianza di massa


Nell’episodio di oggi del DOMÌNI Podcast parlo di sorveglianza di massa, del movimento cypherpunk e di molto altro, partendo dal 1930. Sì, perché è una storia lunga un secolo ormai.

6907531

Ascolta il Podcast su Spotify

Perché il Digital Services Act è una legge molto, molto pericolosa


Sempre in tema di interviste, oggi ne è uscita una su Atlantico Quotidiano in cui parlo del Digital Services Act, la nuova legge europea per la “lotta alla disinformazione” e molto altro.

In realtà di lotta alla disinformazione c’è ben poco, come ho già avuto occasione di ripetere più volte. È più una questione di controllo dell’informazione.

Leggi l'intervista

Meme del giorno


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Citazione del giorno

La rivoluzione in Inghilterra è stata fatta unicamente in vista della libertà, mentre quella di Francia è stata fatta principalmente in vista dell'eguaglianza.

Alexis de Tocqueville

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1

js.people.com.cn/n2/2023/0424/…

2

cointelegraph.com/news/us-whol…


privacychronicles.substack.com…



Il referendum sulle armi in Ucraina è a rischio ammissibilità, perché in una democrazia matura non ci sono scorciatoie

@Politica interna, europea e internazionale

Alcune considerazioni in punta di diritto sui referendum la cui raccolta delle firme è iniziata il 23 aprile scorso, con due quesiti sull’invio di armamenti

È iniziata il 23 aprile scorso la raccolta delle firme per il cosiddetto referendum pacifista, con due quesiti sull’invio di armamenti.

Il primo, promosso dal comitato “Generazioni future”, si propone di abrogare la disposizione (d.l. n. 185/2022, convertito in l. n. 8/2023) che proroga «fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina». Il secondo quesito, presentato dal comitato Ripudia la Guerra, intende revocare all’esecutivo il potere di derogare al divieto di esportazione, transito e via dicendo di armi a paesi coinvolti nei conflitti. Il passaggio è nella norma della legge sull’invio di armamenti che consente tale deroga qualora essa sia disposta con «deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere» (n. 185/90).

L'articolo su @Valigia Blu a firma di @Vitalba è il miglior filo d'Arianna nel labirinto della complessità normativa

Qui il testo completo



News da Marte #15 - Coelum Astronomia

"Bentornati su Marte! Oggi abbiamo parecchia carne al fuoco con aggiornamenti da terra, dall’aria e dallo spazio. Iniziamo con questi ultimi. Non solo MRO In questa rubrica vediamo spesso immagini e resoconti del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, ma ci sono numerosi altri satelliti artificiali attorno a Marte."

coelum.com/news/news-da-marte-…

#15


L'elettrico è il futuro (checchè ne dicano i no-tutto)


Scherzi a parte, la mobilità elettrica è il futuro. Se anche Lamborghini (non Elettra) sta pensando ad una top-car elettrica non ci possono essere dubbi.
L'imprenditore del settore mobilità avveduto ha già capito questo e si è già dato da fare. Da buoni italiani però ci prendiamo sempre all'ultimo e allora corriamo da mamma a piangere inventandoci scuse bambinesche.
lamborghini.com/it-en/modelli/…

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🔊 #Risentiamoli ⏩ JINGO DE LUNCH "PERPETUUM MOBILE"


@Musica Agorà

Quella dei Jingo De Lunch sarà una parabola ascendente rapidissima, che li consacrerà quasi immediatamente tra le realtà più interessanti, per poi vederli sparire in modo quasi improvviso.
iyezine.com/riascoltiamoli-jin…

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Viaggiare in elettrico




Per chi dice che non si possono fare viaggi lunghi con le auto elettriche. Questa è una Skoda Enyaq parcheggiata in un campeggio vicino a Valeggio sul Mincio ed arriva dall'Olanda