Meta hit with €1.2bn fine, ordered to halt EU-US data transfers
Meta has received a record €1.2 billion fine and the order to stop moving EU personal data to the United States in a landmark decision that found such data transfers illegal.
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L’occasione mancata dello Statuto speciale – La Sicilia
L'articolo L’occasione mancata dello Statuto speciale – La Sicilia proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Dorthia Cottrell - Death Folk Country
Dorthia Cottrell arriva dalla Virginia, East Coast, dove nasce cresce, insieme a poche migliaia di anime, in un ambiente di provincia decisamente conservatore. La sua esigenza di alienarsi da un contesto sociale che le sta stretto, la porta nella vicina Richmond, dove in breve tempo riesce a fondare gli Windhand, band doom che, grazie ai quattro album realizzati fino ad oggi, è riuscita a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto in ambito metal.
#musica #folk iyezine.com/dorthia-cottrell-d…
Dorthia Cottrell – Death Folk Country 2023
Dorthia Cottrell: “Death Folk Country” è un album che ti scalda il cuore, andando a toccare quelle corde da troppo tempo nascoste e soffocate da un frastuono esistenziale divenuto ormai insopportabile.Marco Valenti (In Your Eyes ezine --)
noyb win: € 1.2 billion fine against Meta over EU-US data transfers
vittoria della noyb: multa da 1,2 miliardi di euro contro Meta per i trasferimenti di dati tra UE e USA Facebook deve interrompere ulteriori trasferimenti di dati personali europei verso gli Stati Uniti, dato che Facebook è soggetto alle leggi di sorveglianza statunitensi (come la FISA 702 e la EO 12.333).
Sovranamente
S’avanza uno strano sovrano, che vuole andare a fondo. Caracolla quanto basta per indurre il sospetto che il Fondo sovrano – previsto dal governo con il provvedimento linguisticamente non sovrano, ovvero “Made in Italy” – possa cascarci addosso come una sovrana corbelleria. Intanto perché disvela un equivoco sulla natura stessa di cosa sia un Fondo di quel tipo, facendo finta di non sapere e vedere quale sia il ruolo delle casse statali nella struttura produttiva italiana.
I Fondi sovrani nascono in Paesi con un forte avanzo valutario, quindi prevalentemente esportatori di materie prime (ad esempio i Paesi petroliferi). Il loro scopo non è quello di sostenere le imprese nazionali, il Made in Arabia, ma acquistare quote di produttori all’estero. In questo modo compensano lo squilibrio (per loro positivo) della bilancia valutaria, accrescono influenza in altri mercati, acquisiscono tecnologie e mettono i quattrini dove suppongono che le cose andranno bene, quindi guadagnandoci. E il sovrano, che colà c’è per davvero, ingrassa felice.
Da quel che si capisce e legge, invece, il Fondo sovrano italiano servirebbe a investire in Italia, acquisendo quote di minoranza in aziende che si ritiene bene sostenere. Quindi ce la suoniamo e ce la cantiamo da soli, ma con due terribili stonature. La prima è che toccherebbe al management nominato dalla politica («Lo voglio amico mio», «No, sarà amico mio», «Vabbè, purché non sia amico loro») stabilire quali aziende meritino aiuto. Che già il fatto di chiedere aiuto è segno che non stanno in piedi da sole, ma come fa un finanziere politicamente nominato a sapere cosa sarà promettente o cosa determinante per il futuro delle produzioni nazionali? Non può sapere cosa piacerà, cosa venderà o cosa farà far soldi. E se lo sapesse col piffero che si farebbe nominare nel Fondo, andrebbe a spalar quattrini per i fatti suoi.
La seconda stonatura è che lo Stato italiano già possiede quote di minoranza in società ritenute strategiche e, in questo modo, riempie di sé più della metà delle quotazioni di Borsa. Tipo: Leonardo, Eni, Enel, Fincantieri, tutte le grandi municipalizzate, Ferrovie, Poste e via andando. Ergo il nuovo Fondo, avendo una dotazione finanziaria di appena un miliardo (le aziende elencate ne fanno decine di utili) e dovendo investire in diverse speranze del futuro e dell’identità nazionale (diviso 10 fa 100 milioni; diviso 20 fa 50 e continuate voi), investirà in aziende piccole. Ma che non sono startup perché già esistono da tempo. E da tempo non sono cresciute. E in fretta si dirà, c’è da scommetterci, che non è giusto dare soldi pubblici a chi ha già soldi e profitti, dovendoli destinare ai derelitti, che si accingono a licenziare. Quindi destinati a essere persi. Faranno anche un bando per selezionare gli amici fortunati destinatari o provvederanno con la rubrica personale?
Un Fondo così concepito non ha funzione né respiro. La presenza e l’influenza imprenditoriale italiana nel mondo esistono già. E non ‘fortunatamente’, ma grazie al lavoro e alla visione di tante imprese, alla preparazione dei collaboratori e all’ingegnosità degli innovatori. Sono quelli i grandi ambasciatori del Made in Italy. Per niente disposti a perdere soldi, ma costantemente tenuti a rischiare. Se fai un Fondo sovrano e lo alimenti con credito venduto al risparmio (che sia postale, tramite Cassa depositi e prestiti o bancario, mediante obbligazioni) altro non farai che togliere alimento al credito e al risparmio disponibile per quei campioni delle esportazioni e dell’innovazione. Come se lo Stato non risucchiasse già tanta parte del risparmio privato, per tenere in equilibrio l’enorme debito pubblico.
S’avanza uno strano sovrano, ma prima che proceda alla ulteriore sovrana dilapidazione, impegnato a farsi reuccio accanto allo sceicco, qualcuno avverta la sora Cesira e il sor Augusto – cittadini esemplari nonché contribuenti fedeli – e suggerisca loro di nascondere il portafoglio. Che il reuccio sovrano immaginario ha bisogno di altro frusciante.
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Elementare
Tornare alla scuola elementare sarà utile a capire molto del Paese in cui viviamo. Perché la nostra scuola elementare funziona bene e consegna risultati ragguardevoli. La pandemia ha arrecato danni notevoli, costringendo a tenere i bambini a casa in un’età in cui per apprendere non basta certo un collegamento audio e video, ma quando la scuola elementare può funzionare funziona bene, visto che il 97% dei bambini di quarta elementare sa leggere e – cosa ancora più importante – leggendo apprende. I test fatti nel 2021 da Iea Pirls (Progress in International Reading Literacy Study, test a cura della International Association for the Evaluation of Educational Achievement), collocano l’Italia sopra la media dei Paesi presi in esame, al 14esimo posto su 43. Singapore fa meglio di tutti, totalizzando 587 punti di valutazione dei loro giovani studenti, ma noi ne prendiamo 537. Per dire: la Francia arriva a 514 e si colloca al 23esimo posto, tanto che il titolo di testa di “Le Monde” gridava con dolore questo risultato.
Si può sempre fare meglio, ma evviva le maestre e i maestri. Ma c’è già da considerare una prima nota orribile: la distanza fra il Nord e il Sud dell’Italia non solo si produce già alle scuole elementari, ma in 15 anni è triplicata. Vuol dire che i bambini del Nord se la potrebbero giocare con quelli di Singapore, ma quelli del Sud sarebbero sotto la media. Intollerabile. Per capire il perché dobbiamo guardare a cosa succede dopo.
Quegli stessi bambini, dieci anni dopo, saranno pronti per l’esame di maturità, dove arriveranno sotto la media Ocse (in questo caso il misuratore sono i test Pisa, Programme for International Student Assessment), totalizzando in matematica 487 punti rispetto alla media di 489, in lettura 476 rispetto a 487 (gli estoni sono sopra 500) e in scienze lo sprofondo, con 468 rispetto a 489. Alle elementari andavano meglio dei coetanei francesi o tedeschi, mentre alla fine della secondaria superiore vanno peggio degli uni e degli altri. Si sono rincretiniti? Loro no, sono gli adulti che li circondano ad avere trasformato la scuola in uno stipendificio senza valutazione del merito, degli insegnanti prima e degli studenti dopo. Metterlo, il merito, nel nome del Ministero serve a nulla: va messo nel contratto.
Anche nei buoni risultati delle elementari – aiutati dalla naturale tendenza dei bimbi a crescere, imparare e misurarsi, cosa che splendidamente fanno pure giocando – più si scende verso Sud, considerandolo un ‘posto’ anziché una vocazione, e più i risultati si fanno deludenti. E spesso al Nord gli insegnanti sono del Sud. Non è una questione genetica, ma una degenerazione disoccupazionale.
Siamo noi che ci siamo costruiti questa roba. Ma la cosa più grave non è tanto che la scuola abbia preso la deriva sindacal-assistenziale, ma che attorno a quella si sia costruita una (in)cultura del compatimento, talché tutti i ragazzi sono a rischio trauma se solo qualcuno gli fa osservare che sono capoccioni e che dovrebbero studiare. La cosa grave non è che tanti cerchino di sistemarsi e avere il posto fisso, ma che alle famiglie stia bene così. Guardiamo quei numeri, torniamo alle elementari e tocchiamo con mano come si faccia a rovinare l’avvenire dei ragazzi e quello collettivo.
A questo punto arriva quello che crede di avere un pensiero ficcante e dice: non è vero, sono i più bravi, hanno successo all’estero e se ne vanno perché li pagano di più. Vero, ma non sono la media dei ragazzi che vengono culturalmente impoveriti da questa scuola: sono i privilegiati dalla natura perché più svegli o intraprendenti, dall’avere frequentato una scuola migliore della media offerta in Italia o da una famiglia che li ha mandati all’estero a farsi lingua e ossa. È così che abbiamo realizzato l’inferno classista inseguendo l’illusione egualitaria.
Si può cambiare, anche se temo sia più facile spiegarlo a un bambino di 9 anni che al politicante che prova a prendere il voto dei suoi genitori.
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Disponibile la nuova puntata del format “Il Ministro risponde” 📲
In questo quinto...
Disponibile la nuova puntata del format “Il Ministro risponde” 📲
In questo quinto appuntamento si parla dei recenti impegni internazionali del Ministro, il Summit sulla professione docente a Washington e il G7 sull'istruzione svoltosi a Toyama; de…
Ministero dell'Istruzione
Disponibile la nuova puntata del format “Il Ministro risponde” 📲 In questo quinto appuntamento si parla dei recenti impegni internazionali del Ministro, il Summit sulla professione docente a Washington e il G7 sull'istruzione svoltosi a Toyama; de…Telegram
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📌 “La Biblioteca scolastica fiorisce con poco e può nascere ovunque”.
Concludiamo così le nostre attività di quest’anno al Salone internazionale del libro 📚 vi aspettiamo per gli ultimi appuntamenti in collaborazione con il Senato della Repubblica, …
In Cina e Asia – G7: la Cina convoca l’ambasciatore giapponese
G7: la Cina convoca l'ambasciatore giapponese
Metà dei cinesi approva una “riunificazione” armata di Taiwan
La Cina supera il Giappone come principale paese esportare di auto
Agenti di pubblica sicurezza cinesi responsabili a vita per la gestione dei casi
Carenza di scimmie da laboratorio cinesi negli Usa
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NABLUS. Esercito uccide 3 palestinesi a Balata. Demolite case
della redazione
Pagine Esteri, 22 maggio 2023 – Tre combattenti palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani penetrati nella notte nel campo profughi di Balata (Nablus), in Cisgiordania. I tre sono stati identificati come Muhammad Zaytoun, 32 anni, Fathi Rizk, 30, e Abdullah Abu Hamdan, 24. Facevano parte delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, un gruppo armato politicamente vicino al partito Fatah. E’ stata la stessa organizzazione a comunicarne i nomi.
I tre uccisi si trovavano insieme nell’abitazione di Rizk quando sono stati circondanti dalle unità speciali dell’esercito israeliano.
Almeno sei palestinesi sono stati feriti da proiettili – uno è in condizioni critiche – durante gli scontri a fuoco, secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese. Sono stati portati all’ospedale Rafidia.
Altri palestinesi sono rimasti feriti durante la demolizione di alcune case da parte di buldozer dell’esercito israeliano. Secondo il portavoce militare uno degli edifici sarebbe stato un “laboratorio per la fabbricazione di armi”. Gli abitanti del campo invece parlano di “punizione collettiva” inflitta a scopo di avvertimento a coloro che danno rifugio ai combattenti palestinesi. Pagine Esteri
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Elezioni in Grecia, per Syriza è una disfatta
di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 22 maggio 2023 – La destra al governo supera il 40% e guadagna 150 mila voti, doppia letteralmente il partito di Alexis Tsipras che perde 600 mila voti e scende al 20%.
Il risultato delle elezioni di ieri in Grecia smentisce in parte sia i sondaggi della vigilia sia gli exit poll diffusi dopo la chiusura delle urne dalla Tv pubblica ellenica ERT. Lo spoglio ha infatti confermato la preannunciata vittoria della destra ma con dimensioni assai più soverchianti per la coalizione di sinistra che subisce una disfatta senza precedenti.
Nei giorni scorsi Alexis Tsipras aveva dichiarato di sperare nella mobilitazione del voto giovanile – più favorevole a Syriza che alla destra di Mitsotakis – per ribaltare i rapporti di forza o quantomeno accorciare il distacco con Nea Dimokratia a pochi punti percentuali per poter poi unire i propri seggi a quelli conquistati dai socialisti e formare un governo alternativo.
Ma per Syriza il risultato del voto di ieri è catastrofico.
Riferendosi alla sconfitta del 2019, durante la campagna elettorale Tsipras aveva esplicitamente affermato di aver «imparato dai suoi errori» lasciando intendere di aver usato in passato toni populisti e di aver promesso svolte irrealizzabili.
La “Coalizione della Sinistra Radicale” (Sy.Riz.A) mantiene lo stesso nome del partito che nel 2015 promise la rottura con l’austerità imposta dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale ma decise poi di accettare il disastroso terzo memorandum, seppur tentando di applicare una qualche riduzione del danno. Ma l’Alleanza Progressista non è più lo stesso partito dell’epoca. Negli ultimi quattro anni, pur stando all’opposizione, ha accentuato il suo profilo socialdemocratico e governista. Se da una parte migliaia di dirigenti e militanti radicali hanno abbandonato la coalizione – per fondare gruppi dissidenti alla sua sinistra o più spesso per tornare alle lotte tematiche o territoriali quando non a casa – dall’altra il suo organigramma è stato rimpolpato da migliaia di quadri provenienti dal Partito Socialista e da altre organizzazioni moderate.
Ma la moderazione evidentemente non ha pagato, e paradossalmente una parte degli elettori in fuga hanno premiato il Partito Socialista, che dopo la crisi verticale degli anni scorsi sembra risollevarsi e cercare un ruolo di primo piano nello scenario politico. Il Pasok passa dall’8,10 all’11,46 e si afferma come terzo partito.
Per il resto hanno pesato la delusione, la disillusione e la rassegnazione. A sinistra l’unica formazione a beneficiare – senza grandi exploit – del tracollo di Syriza è il Partito Comunista di Grecia (KKE), che dal 5,3 sale al 7,2 superando il 10% in numerose circoscrizioni.
Della crisi di Syriza non riescono ad approfittare invece due formazioni create da transfughi e che rimangono sotto la soglia di sbarramento del 3%. Il risultato peggiore lo ottiene Mera25, movimento fondato dall’ex ministro delle Finanze Yannis Varoufakis che nel 2015 ruppe con Tsipras dopo la decisione del governo di non difendere il ‘no’ uscito vittorioso dal referendum popolare e di accettare le imposizioni della Troika. Alle scorse elezioni il movimento socialdemocratico di sinistra aveva ottenuto il 3,44% e 9 deputati, ma questa volta il 2,62% condanna Mera25 a rimanere fuori dal parlamento. Un po’ meglio è andata a “Plefsi Eleftherias”, il movimento di sinistra libertaria dell’ex presidente del Parlamento Zoi Konstantopoulou, che con il 2,89% manca di poco la soglia di sbarramento necessaria per ottenere rappresentanti.
Un buon risultato – considerando la tenuta di Nuova Democrazia, movimento teoricamente di centrodestra ma dall’identità politica spesso oltranzista su molti temi – lo ha ottenuto “Soluzione greca”, movimento di destra nazionalista che ha di fatto sostituito Alba Dorata nel panorama politico. Elliniki Lysi prende il 4,45 mentre nel 2019 si era fermato al 3,70.
Non ce l’ha fatta invece il movimento di destra clericale “Niki”, che avrebbe potuto fornire una sponda a Mitsotakis per formare una maggioranza al Vouli ton Ellinon (l’assemblea nazionale). Il movimento fondato nel 2019 dal teologo e scrittore Dimitris Natsios a Salonicco (dove supera il 5%) rimane di pochissimo al di sotto del 3%.
Nonostante la vittoria schiacciante riportata da Nea Dimokratia sull’opposizione e la crescita dell’1% rispetto alla precedente tornata elettorale – dal 39,85 al 40,8 – che gli dà diritto a 146 deputati (solo 5 in meno della maggioranza assoluta) Kyriakos Mtsotakis ha ribadito quanto già affermato durante la campagna elettorale. Il premier uscente non ha nessuna intenzione di negoziare un governo di coalizione con i socialisti, che al pari di Syriza considera un «ostacolo per la stabilità finanziaria e la modernizzazione del paese».
Il leader della destra ha subito annunciato ieri sera che rifiuta il mandato della presidente della Repubblica di cercare alleati al Vouli e che punta a votare di nuovo il 25 giugno, una settimana prima di quanto preventivato nelle scorse settimane nel caso in cui il voto di ieri non gli avesse consegnato la maggioranza assoluta. Mitsotakis spera così di allungare ancora di più il suo vantaggio, sottraendo consensi – in nome del “voto utile” – alle piccole formazioni della destra che ieri non hanno superato lo sbarramento, ma soprattutto di approfittare del premio di maggioranza assegnato al partito che arriva in testa.
Nel 2016 l’esecutivo guidato da Syriza aveva abolito aveva abolito la misura – un premio da 20 a 50 seggi sul totale di 300, concesso in proporzione al risultato raggiunto – che la legge elettorale assegnava alla formazione politica più votata.
Non avendo ottenuto all’epoca il sostegno di almeno due terzi dei parlamentari, come prevede la Costituzione, la riforma elettorale di Syriza non era entrata in vigore subito – e infatti nel 2019 Nea Dimokratia, giunta in testa, si avvalse del premio di maggioranza – slittando alle elezioni di ieri. Il meccanismo maggioritario è stato tuttavia subito ripristinato dal governo di Nuova Democrazia, ma anche in questo caso senza una maggioranza dei due terzi, e quindi tornerà in vigore alla prossima tornata elettorale.
Per l’esponente di una delle famiglie più potenti e politicamente longeve del paese – il padre Konstantinos è stato premier negli anni ’90, mentre la sorella Dora Bakoyanni ha ricoperto la carica di Ministro degli Esteri – quello di ieri è stato un trionfo, sorretto oltretutto da un aumento della partecipazione al voto. Se nel 2019 l’affluenza era stata del 57,8%, alle urne ieri si sono recati il 60,9% degli aventi diritto.
Le sinistre avevano sperato che i passi falsi dell’oligarca potessero intaccare la sua popolarità, soprattutto dopo la rabbia e l’indignazione generati in settori consistenti della società greca dal terribile incidente ferroviario di Tempe, costato la vita il 28 febbraio a 57 persone.
In piazza, in ripetute occasioni, sono scese circa due milioni di persone, per denunciare che all’origine della tragedia ci sono la privatizzazione e la svendita ai privati – compresa Trenitalia – delle ferrovie elleniche.
Ma in campagna elettorale Mitsotakisha potuto snocciolare una serie di dati economici apparentemente positivi: dal 2019 al 2022 il Pil è cresciuto di 11 miliardi, la disoccupazione è ufficialmente scesa dal 17,3 al 12%, l’inflazione ha rinculato al 5,4% e per l’anno prossimo la Commissione Europea ha previsto per il paese una crescita del 2,4%.
Le opposizioni hanno denunciato che spesso si tratta di dati manipolati, che nascondono una situazione sociale di crescente degrado: la disoccupazione è diminuita solo perché un numero enorme di giovani è emigrato all’estero, i contratti di lavoro sono sempre più precari e milioni di persone hanno visto peggiorare le proprie condizioni di vita negli ultimi anni, a partire dall’erosione dei salari per colpa dell’aumento del prezzo dei generi alimentari e dei carburanti.
Approfittando delle procedure d’urgenza adottate durante la pandemia, il capo del governo ha regalato a oligarchi greci e multinazionali straniere decine miliardi di euro in appalti, ha aumentato il controllo della destra sul sistema mediatico e ha attaccato i sindacati, la contrattazione nazionale e la tenuta dei servizi pubblici; ha avvicinato ancora di più il paese a Washington e a Israele.
Neanche gli scandali che lo hanno visto protagonista hanno impedito il nuovo trionfo di Mitsotakis. Quando è venuto fuori che i servizi segreti spiavano esponenti dell’opposizione, giornalisti e militari utilizzando lo spyware Predator, il premier si è difeso affermando che i responsabili erano non meglio definiti “attori privati”. Anche quando media e ong lo hanno accusato di ributtare in mare i profughi provenienti dalla Turchia – come dimostrato alla vigilia del voto dal filmato pubblicato dal New York Times che ritrae 12 migranti mentre vengono costretti dalla Guardia Costiera a salire su una zattera al largo dell’isola di Lesvos – Mitsotakis ha negato e minimizzato. Il voto di ieri gli ha dato ragione. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.
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Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi: L’Università: La politica e le istituzioni
22 maggio 2023
Luigi Einaudi, Uomo politico consente di affrontare tematiche legate ai temi attuali, quali l’impianto costituzionale, il ruolo dei referendum, il ricorso eccessivo alla normazione anche in sede penale, il mutato ruolo del Presidente della Repubblica, le autonomie regionali etc.
Relatori
Bartolomeo Romano, Ordinario di Diritto Penale nell’Università di Palermo e Consigliere giuridico del Ministro della Giustizia
Antonella Sciortino, Ordinario di Diritto costituzionale
Gaetano Armao, Associato di Diritto amministrativo
Progetto Università, Economia, Politica, Istituzioni e Giornalismo nell’opera di Luigi Einaudi
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Lo Sinn Fein vince le elezioni amministrative in Irlanda del Nord
di Redazione
Pagine Esteri, 21 maggio 2023 – Il partito indipendentista di sinistra Sinn Féin ha ottenuto una vittoria storica nelle elezioni amministrative celebrate alla fine della settimana in Irlanda del Nord.
Alle amministrative lo Sinn Féin ha conquistato il 31% dei voti, aumentando di quasi 8 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2019. I repubblicani sono avanzati ovunque e sono giunti per la prima volta in testa anche nelle circoscrizioni di Banbridge e Craigavon.
La destra unionista del Dup ha invece ottenuto solo il 23,3% (calando dello 0,8%), nonostante avesse presentato la tornata elettorale come l’occasione per dimostrare che le richieste della comunità filobritannica – che pretende il ristabilimento delle barriere doganali tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda – sono maggioritarie.
Il Partito dell’Alleanza, di natura intercomunitaria e centrista, ha avuto un risultato più limitato di quanto sperato dopo il successo alle regionali, così come gli estremisti unionisti della “Voce Unionista Tradizionale”, che critica il Dup da posizioni oltranziste.
Nelle undici circoscrizioni in cui è diviso il territorio irlandese sotto amministrazione britannica, lo Sinn Féin ha conquistato 144 eletti (+39); il Dup ha riconfermato i suoi 122; l’Alliance Party è salita a 67 (+14); l’Ulster Unionist Party è sceso a 54 (-21); i Socialdemocratici e Laburisti (centrosinistra repubblicano) si sono fermati 39 consiglieri (-20); Traditional Unionist Voice ha ottenuto 9 rappresentanti (+3), i Verdi 5 (-3), la sinistra socialista di People Before Profit solo 2 (-3) e Aontú, piccola scissione tradizionalista e conservatrice del Sinn Féin, ha perso il suo unico consigliere. Le candidature indipendenti hanno invece ottenuto 19 rappresentanti.
I nazionalisti, favorevoli all’unificazione al resto dell’Irlanda delle province del nord sotto amministrazione britannica, erano già stati il partito più votato alle elezioni “regionali” di un anno fa, ma il principale partito di destra filobritannico, il Partito Democratico Unionista (Dup), ha continuato a boicottare la formazione di nuovo governo di coalizione – imposto dagli Accordi del Venerdì Santo del 1998, che portarono allo scioglimento dell’Esercito Repubblicano Irlandese e alla fine dell’attività armata da parte delle milizie unioniste – per evitare che la leader repubblicana Michelle O’Neill possa guidare l’esecutivo di Stormont.
Il Dup ha deciso di paralizzare le istituzioni locali nordirlandesi per protestate contro il Protocollo per l’Irlanda, l’accordo siglato dopo la Brexit tra Londra e Bruxelles. Neanche il cosiddetto Accordo quadro di Windsor, che in parte corregge il Protocollo, firmato dal premier britannico Rishi Sunak con l’UE, ha convinto la destra unionista a cambiare atteggiamento.
Dopo la chiusura delle urne Michelle O’Neill ha sollecitato Londra e Bruxelles a premere sugli unionisti per convincerli a consentire la formazione del governo dell’Irlanda del Nord. – Pagine Esteri
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L'intellighenzia finalmente libera di esprimere "idee" al #SalTo23, grazie alla repressione del "fascismo degli antifascisti" commissionata alla Digos:
torino.repubblica.it/cronaca/2…
La destra sbarca al Salone del libro: “Zerocalcare? Un cretino. E Murgia sfrutta la sua malattia”
Gli intellettuali vicini a Meloni riuniti all'incontro "La destra e la cultura", il critico Luca Beatrice attacca la scrittrice: "Se ne appr…Sara Strippoli (la Repubblica)
Ora è il momento degli F-16 a Kiev. L’appello di Tricarico
Mai momento fu e sarà più propizio per equipaggiare l’aeronautica ucraina con velivoli F-16.
Una congiuntura favorevole sotto molti aspetti, a iniziare da quello operativo, quello della pressante esigenza di un paese in conflitto e sprovvisto di una componente aerotattica di qualità, da inserire in uno scenario molto peculiare, alquanto anomalo e bizzarro, uno scenario in cui non sembra essere stato compreso il principio cardine che l’acquisizione della superiorità aerea è una precondizione irrinunciabile all’avvio e alla prosecuzione di ogni operazione bellica.
Anche il calendario di rinnovo dei sistemi d’arma di svariate aeronautiche occidentali sembra stranamente fasato con le esigenze di Volodymyr Zelensky: Olanda, Danimarca, Portogallo, Norvegia, e in prospettiva Grecia (che di F-16 ne ha molti) stanno dismettendo le loro flotte per equipaggiarsi con F-35. Oltre agli USA che, all’occorrenza, potrebbe privarsi del significativo sovrappiù nei loro hangar.
Per cedere i propri F-16 all’Ucraina, i paesi donatori dovranno essere agevolati mediante un rifasamento del calendario generale di consegna degli F-35 da parte della casa costruttrice Lockheed Martin, in modo che il rimpiazzo degli F-16 ceduti non comporti discontinuità operativa.
Circolano poi le più disparate stime sui tempi necessari all’Ucraina a gestire il nuovo sistema d’arma, stime sulle quali va fatta chiarezza e molte volte forse costruite ad hoc per prender tempo, per frenare la legittima aspirazione ucraina ad avere una componente aerotattica degna di questo nome. O semplicemente perché formulate a caso da soggetti inesperti.
In effetti, tenendo in considerazione che si tratta di una conversione operativa in tempo di guerra, molti passaggi ordinari potrebbero essere saltati a piè pari, soprattutto quelli attinenti alla sicurezza del volo che in condizioni di pace assorbono molto tempo.
L’impegno più oneroso in termini calendariali riguarderebbe un doppio ordine di provvedimenti, il primo riguardante le infrastrutture di volo, hangar, piazzali, pista di volo, vie di rullaggio. Lo F-16, più di ogni altro velivolo simile, succhia impurità da terra, è una sorta di “aspirapolvere” molto performante che ha bisogno di aree di operazioni molto pulite, e a occhio e croce quelle “sovietiche” non lo sono. Pena l’ingestione di oggetti letali per il velivolo; anche una sola vite ingerita nel motore provoca danni irreparabili: il notorio Fod (Foreign object damage), un vero spauracchio per operazioni a terra su superfici poco accudite.
L’altra isteresi significativa riguarda la manutenzione quotidiana dei velivoli, la capacità dei tecnici di metter mano a piccole e grandi riparazioni o interventi di routine sui vari apparati, meccanici, elettronici, idraulici, elettrici.
In termini di tempo, per questo duplice ordine di approntamenti, sarebbero ipotizzabili più o meno sei mesi ognuno, da condurre ovviamente in contemporanea.
Più semplice il discorso dei piloti, volare è un po’ come nuotare o andare in bici, una volta appreso, si può cambiare macchina agevolmente; probabilmente la difficoltà maggiore potrebbe essere la lingua inglese con cui sono scritti i manuali o contrassegnati i vari interruttori e comandi in cabina. Anche avuto riguardo a questa peculiare difficoltà, un pilota esperto potrebbe aver bisogno di massimo due mesi per “volare” la macchina e di altrettanto per usarne correttamente i sistemi e l’armamento.
Da tener presente che lo F-16 è il caccia più maturo al mondo, ne sono stati costruiti in diverse migliaia nelle più disparate varianti, è un velivolo che non riserva più alcun segreto nella manutenzione e nell’impiego e può assolvere a una pluralità di missioni a seconda delle peculiari necessità; in altre parole, se si ritenga di contenere l’uso alla sola difesa aerea, lo si può fare dotando Zelensky della variante e dell’armamento specifici.
In conclusione, non esistono motivi per non rimboccarsi tutti le maniche e dar corso alla transizione dell’Aeronautica ucraina su un sistema d’arma che, più di ogni altro finora fornito, potrebbe riequilibrare le capacità militari tra Davide e Golia.
Mettendo anche fine a una serie di titubanze che non avevano e non hanno motivo di esistere e che hanno finora un atto dovuto e di grande contenuto operativo.
Polvere da sparo, crittografia e Individui Sovrani
Chi siamo, dove siamo, ma soprattutto: dove stiamo andando?
Oggi faremo insieme un piccolo viaggio nella storia, per capire meglio alcune dinamiche a cui siamo sottoposti oggi, come sorveglianza e manipolazione di massa da parte di governi e corporazioni. Partiremo dalla rivoluzione della polvere da sparo del XIV secolo per arrivare fino ad oggi, passando per la rivoluzione industriale.
Lo faremo grazie al contributo di grandi pensatori come Murray Rothbard, James Dale Davidson e Lord William Rees-Mogg, Ted Kaczynski e Timothy May. Consiglio di leggere direttamente il pensiero di questi autori, ma la speranza è che questo articolo possa offrire un’interpretazione fruibile per tutti e spunti di riflessione sulla società attuale e sul futuro che ci aspetta.
Chi sei e dove vai? In realtà non mi interessa. A Privacy Chronicles puoi iscriverti anche con un alias.
Dalla società agraria alla rivoluzione della polvere da sparo
Nel corso della nostra lunga storia, l’umanità ha percorso e superato diverse tappe che hanno segnato incommensurabili trasformazioni sociali.
James Dale Davidson e Lord William Rees-Mogg, che scrissero nel 1997 il libro chiamato “The Sovereign Individual: Mastering the Transition to the Information Age”, definiscono queste imponenti trasformazioni sociali, che spesso richiedono diversi secoli, come “megapolitiche”. Secondo gli autori le trasformazioni megapolitiche sono provocate da eventi che in qualche modo destabilizzano gli equilibri e rapporti di forza, come grandi scoperte tecnologiche.
Una delle più recenti trasformazioni megapolitiche fu quella che segnò il passaggio dal sistema feudale all’attuale sistema degli stati-nazione. Il principale fattore che nel corso di cinque secoli determinò la fine del sistema feudale fu la cosiddetta rivoluzione della polvere da sparo.
La diffusione delle armi da fuoco ebbe un profondo impatto sulla società: pistole, fucili e cannoni resero inutili e obsolete armi e armature che per migliaia di anni avevano definito i rapporti di forza a livello globale. I nuovi strumenti di offesa e difesa erano però molto più costosi rispetto a spade, archi e balestre.
Il sistema feudale, composto di tanti piccoli sovrani feudali in competizione tra loro, non era più efficiente per estrarre dal popolo le risorse necessarie per permettersi e sostenere milizie armate di fucili e cannoni.
Prosegue il Salone internazionale del libro! 📚 Oggi si svolgerà il terzo evento sul tema delle Biblioteche scolastiche. Vi aspettiamo al nostro stand!
Qui il programma ▶️ miur.gov.it/documents/20182/0/…
Ministero dell'Istruzione
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Grecia al voto: destra favorita, Syriza spera nei giovani
di Redazione
Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – Domenica 21 maggio gli elettori della Greciasono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento. Gli aventi diritto sono circa 10 milioni mentre i partiti ammessi alla competizione sono complessivamente 36. All’assemblea accederanno però soltanto quelli che riusciranno a superare la soglia di sbarramento del 3%.
La sfida per conquistare la maggioranza dei 300 seggi parlamentari è tra il premier uscente Kyriakos Mitsotakis (Nuova Democrazia, destra) e Alexis Tsipras (Syriza-Alleanza Progressista, centrosinistra) che invece ha guidato il paese tra il 2015 e il 2019. Tutti i sondaggi danno Nuova Democrazia in vantaggio di 4-6 punti percentuali sull’ex formazione di sinistra radicale.
Dei 300 seggi totali, 285 vengono assegnati in via proporzionale, 12 dalle cosiddette liste bloccate, che non prevedono voti di preferenza, e tre dai greci all’estero, che per la prima volta hanno la possibilità di esprimere la loro preferenza alle urne direttamente nel luogo di residenza.
Nel 2016 l’esecutivo guidato da Syriza ha abolito il premio di maggioranza di 50 seggi – sui 300 totali – che la legge elettorale assegnava alla formazione politica più votata.
Non avendo ottenuto all’epoca il sostegno di almeno due terzi dei parlamentari, come prevede la Costituzione, la riforma elettorale non è entrata in vigore subito – e infatti nel 2019 Nea Dimokratia, giunta in testa, si avvalse del premio di maggioranza – slittando alle elezioni di domenica prossima. Il premio di maggioranza – dai 20 ai 50 seggi in proporzione alle percentuali conquistate – è stato tuttavia già ripristinato dal governo Mitsotakis – anche in questo caso senza una maggioranza dei due terzi – e tornerà pertanto in vigore alla prossima tornata elettorale, che si potrebbe tenere già nel mese di luglio qualora i risultati di domenica non dovessero consentire la formazione di un esecutivo.
Ad oggi, sulla base delle posizioni mostrate dai principali leader politici greci durante la campagna elettorale, risulta complicato prevedere quali equilibri e scenari si possano creare una volta chiuse le urne. Mitsotakis ha più volte ribadito di voler tornare al voto a luglio nel caso in cui Nuova Democrazia non dovesse conquistare la maggioranza assoluta in autonomia. Risulta assai improbabile che da sola la destra ottenga il 45% che gli consentirebbe di ottenere la maggioranza assoluta.
Tsipras si è invece detto disponibile a discutere la formazione di un governo con la coalizione di centrosinistra Movimento per il cambiamento guidata dai socialisti del Pasok. La coalizione, presieduta da Nikos Androulakis, dovrebbe piazzarsi in terza posizione con circa il 10% dei voti, dopo Nea Dimokratia (35-38%) e Syriza-Alleanza progressista (29-32%). Alle scorse elezioni ND aveva ottenuto il 39,9% e Syriza il 31,5%.
Per ribaltare quanto previsto dai sondaggi, Alexis Tsipras auspica una massiccia partecipazione alla tornata elettorale delle fasce più giovani della popolazione (tra i 17 e i 45 anni) che, secondo le rilevazioni sulle intenzioni di voto, preferirebbero di gran lunga Syriza a Nea Dimokratia. Rispetto all’ultima elezione del 2019, hanno diritto al voto circa 439 mila giovani tra i 17 e i 21 anni.
Da parte sua, Mitsotakis ha più volte ribadito di essere certo di vincere, sostenendo che l’unica proposta di governo realizzabile è quella della sua formazione il cui programma si basa sulla “modernizzazione” e su un ulteriore piano di privatizzazioni di ciò che resta del patrimonio pubblico.
Stando ai sondaggi, tra le restanti formazioni politiche elleniche, quelle che potrebbero conquistare l’accesso al Parlamento sarebbero tre: il Partito comunista della Grecia (Kke), di Dimitris Koutsoumpas, dovrebbe ottenere tra il 6 e il 7%, i socialdemocratici di sinistra del Fronte della disobbedienza realistica europea (MeRA25) guidato dall’ex ministro delle Finanze di Tsipras, Yanis Varoufakis, che potrebbe conquistare il 3,5%, e infine Soluzione greca, partito nazionalista di estrema destra guidato da Kyriakos Velopoulos, che dovrebbe superare di poco lo sbarramento del 3%.
Qualche possibilità di oltrepassare il 3%, affermano i sondaggi, ce l’ha anche “Creazione nazionale” (Ethniki Dimiourgia), formazione di destra liberal-conservatrice con un discorso anticomunista e anti-immigrazione.
Dalle elezioni è stato invece escluso un altro partito di estrema destra, denominato “Partito Nazionale dei Greci” e recentemente fondato dall’ex dirigente di Alba Dorata Ilias Kasidiaris che si trova in carcere, condannato a 13 anni per associazione a delinquere insieme ad altri leader della formazione neonazista sciolta dopo l’omicidio del rapper e attivista antifascista Pavlos Fyssas (2013). – Pagine Esteri
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Venezia - Il 30 maggio 2023 alle ore 18:30 presso l’associazione About ci sarà la prima presentazione pubblica dell’esercizio dei diritti per impedire alla Smart Control Room di Venezia e agli operatori telefonici di tutta Italia di elaborare dati sulla vostra posizione.
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Rilasciata la rel. 2023.05-rc (release candidate).
Se vuoi aiutare a trovare qualche bug e, si spera, risolverlo prima del prossimo rilascio, dai un'occhiata al nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.
Il motivo principale di questo primo RC è la correzione di un bug nell'area di notifica. Inoltre i punti salienti della prossima versione sono:
- correggere un bug che impediva la ricerca di @-handles, e
- un'implementazione OWA migliorata.
News da Marte #16 | Coelum Astronomia
"In questo 16esimo appuntamento della rubrica vediamo le ultime notizie sulla missione del rover cinese Zhurong e le più recenti operazioni di Curiosity e Perseverance. Ne approfittiamo anche per un piccolo approfondimento tecnico di astrofotografia marziana."
Proiezione HACKING JUSTICE
v.o. sub ita. 89 min.
ingresso libero gratuito
Sala CGIL
Via E. Dandolo 8
22 maggio 2023
Ore 20.
FREE ASSANGE Italia
Proiezione HACKING JUSTICE v.o. sub ita. 89 min. ingresso libero gratuito Sala CGIL Via E. Dandolo 8 22 maggio 2023 Ore 20.Telegram
Friendica and Bluesky's AT protocol
Friendica has always stood out for being able to manage multiple communication protocols, surpassed in this only by Hubzilla (a software that I have never been able to appreciate, however).
It would be nice if Frindica could integrate Bluesky's AT protocol as well. Do you know if there is any feasibility study on this new frontier?
@Fediverse News @Hypolite Petovan @Michael Vogel @Tobias
The AT Protocol
In the spring, we released “ADX,” the very first iteration of the protocol. Over the summer we improved ADX’s design, and today we’re sharing a preview of what’s to come.blueskyweb.xyz
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La banca centrale turca ha presentato le sue prime misure dopo le elezioni presidenziali di domenica, aggiungendosi a un groviglio di regole utilizzate per gestire il sistema finanziario.
@Politica interna, europea e internazionale
L'obiettivo delle nuove normative, entrate in vigore martedì, è quello di ridurre la domanda di oro tra le famiglie e dissuaderle dal prelevare contanti utilizzando le carte di credito, un'opzione sempre più favorita dalle persone come alternativa più economica ai prestiti.
Turkey Central Bank to Limit Gold, Cash Demand in Post-Vote Move
Turkey’s central bank unveiled its first measures after Sunday’s presidential elections, adding to a tangle of rules it’s used to manage the financial system.Beril Akman (Bloomberg)
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L'Esercito italiano fa propaganda bellicista in un centro commerciale di Catania | L'Indipendente
«In particolare, Cobas e Osservatorio si scagliano contro la “campagna acquisti sempre più invasiva che invita i giovani ad intraprendere un percorso di futuro garantito in un territorio, la Sicilia, dove il tasso di abbandono scolastico si è attestato al 21,2% e la disoccupazione giovanile al 22%”, ricordando come le normative scolastiche impongano che “ogni attività didattica esterna sia coerente con il lavoro curricolare e la programmazione”.»
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Propaganda politica, opinioni sbagliate, fake news e intolleranza. La posizione di Poliverso
@Politica interna, europea e internazionale
Poliverso.org è ormai diventata un'istanza generalista, ma è nata per creare uno spazio di dibattito politico aperto, laico e libero.
Abbiamo ricevuto diversi messaggi che ci rimproveravano di avere dato spazio a voci contrarie all'Ucraina e ostili verso la strenua difesa del popolo ucraino. A volte siamo stati addirittura accusati di diffondere fake news.
Ricordiamo a tutti che le opinioni non sono fatti e che un'opinione non è una fake news, anche se dovesse essere un'opinione sbagliata.
Polemizzare, anche utilizzando toni molto accesi, non può essere derubricato a comportamento tossico solo perché non esprime l'opinione desiderata.
In questa istanza pertanto verrà sempre consentita la libera espressione del proprio pensiero.
Tuttavia ricordiamo anche che la nostra tolleranza verso gli account di propaganda militarista, filo-occidentale o filo-russa che siano, è limitata!
Poliverso è un servizio gratuito (se volete contribuire potete farlo qui) e proprio per questo non è uno spazio che verrà concesso ad account che praticano 24×7 l'attacco sistematico verso profili che non la pensano come loro.
Poliverso.org è una piattaforma di discussione. Se volete fare marketing diretto per le vostre idee politiche o, peggio ancora, molestie mirate, verrete spazzati via!
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MICHAEL KHILL – INFIERIRE SUL MALESSERE
Debutto discografico per il mostro musicale chiamato Michael Khill, un concentrato di deathcore, hardcore, crust, metal, grindcore e anche beatdown.
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Dopo l'ennesima campagna di spam prodotta nell'istanza del fondatore di mastodon, sempre più amministratori di istanza stanno silenziando distanza più grande al mondo
Ci auguriamo che gli amministratori di mastodon.social riescano a risolvere questo ennesimo problema di spam, anche solo limitando le nuove iscrizioni, ma siamo piuttosto pessimisti.
È sempre più chiaro che i gestori di mastodon.social puntano ad avere il massimo numero di utenti, probabilmente perché questo numero incide direttamente sui potenziali investimenti da parte dei finanziatori.
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@gubi
aspetta scusa, non ho capito, una volta che hai segnalato gli account molesti di turno (in realta’, ne faccio una, non dodici, assumo che quando lo spam arriva a me, social avra’ gia’ avuto centinaia di segnalazioni), silenziare mi sembra l’opzione temporanea piu’ sana. Fa parte del processo.
Anzi, visto che i messaggi sono tutti uguali e pubblicitari di qualcuno, su pleroma silenzio per regexp , neanche per utenti fake.
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@gubi con me sfondi una porta aperta. All’ondata di spam precedente ho letto di cose folli come defederazioni fatte intenzionalmente o per errore.
Milioni di persone che si vedono sparire decine di follower e manco se ne possono accorgere
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@sparkit
se il discorso è più grande, non prendiamo a pretesto per polemiche pretestuose questa ondata di spam.
(che peraltro era gestibile in cinque minuti senza scatenare polemiche per cinque giorni. Cfr. sociale.network/@gubi/11037744… )
Proprio perché il discorso è molto grande e complesso, ogni parte del discorso va affrontata nelle sedi opportune.
Ad esempio, chi non ha gradito le feature algoritmiche può dirlo chiaramente su github:
github.com/mastodon/mastodon/i…
Make it possible for admins to turn off account suggestions · Issue #24474 · mastodon/mastodon
Pitch I think it would be good if admins could turn off "account suggestions". Currently, turning off "Enable trends" switches off trending posts, trending hashtags and trending news-posts, and sin...GitHub
🧨 Intervista a Bernardino Costantino
Mi chiamo Bernardino Costantino, vivo e lavoro a Mestre in provincia di Venezia ed ho cinquantuno anni. Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video. Collaboro con diversi musicisti dell’area dark/wave, post/punk ed industrial nella realizzazione di art work,illustrazioni, video e riviste di matrice sperimentale.
iyezine.com/bernardino-costant…
Bernardino Costantino
🧨 Intervista a Bernardino Costantino : Il mio percorso creativo spazia in diversi ambiti: disegno, pittura, scrittura, musica e video.In Your Eyes ezine --
Il Parlamento UE approva: sì al taglio delle spese sociali per finanziare le armi | L'Indipendente
"Tutti i partiti italiani del governo di centrodestra hanno votato a favore della proposta, e lo stesso ha fatto il Partito Democratico (insieme a tutto il partito socialista europeo), ad esclusione di due suoi membri. Hanno invece votato contro i parlamentari europei di Sinistra Italiana e del Movimento 5 Stelle."
Il Lazio destina 23 milioni alle cliniche private in un enorme caso di conflitto d’interesse | L'Indipendentr
"Lo stupore di fronte alla logica neoliberista ha già da tempo lasciato spazio alla consapevolezza. Destinare 23 milioni di euro non per migliorare la sanità pubblica ma per potenziare quella privata è il chiaro segnale del trionfo dell’ideologia che da circa quarant’anni domina su scala globale. Non stupiscono nemmeno i giochi di potere che si nascondono alle spalle di questi massicci investimenti ai privati."
Intervista a Davide Dormino lo scultore autore dell'opera ‘Anything to Say?’ L’opera d’arte per Assange, Snowden e Manning
Dai più piccoli borghi del Belpaese alla Città Eterna, da Parigi all’Est-Europa, dalla vicina Svizzera fino alla terra dei canguri: queste solo alcune delle tappe che dal 2015 Davide Dormino – artista e scultore romano – ha percorso per esporre nelle maggiori piazze la sua opera più importante. Si chiama Anything to Say? ed è una scultura in bronzo a grandezza naturale raffigurante Julian #Assange, Edward #Snowden e Chelsea #Manning, ciascuno in piedi su una sedia. Al loro lato ce n’è una quarta, questa volta vuota per invitare noi spettatori a salire al fianco di coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare le peggiori malefatte dei governi mondiali. Ma quali importanti incontri hanno scaturito l’idea dell’opera? Quanto tempo e sacrifici ci sono voluti per realizzarla?
L'articolo completo
Intervista all’autore di ‘Anything to Say?’ L’opera d’arte per Assange, Snowden e Manning - L'INDIPENDENTE
Dai più piccoli borghi del Belpaese alla Città Eterna, da Parigi all’Est-Europa, dalla vicina Svizzera fino alla terra dei canguri: queste solo alcune delle tappe che dal 2015 Davide Dormino - artista e scultore romano - ha percorso per esporre nelle…Iris Paganessi (Lindipendente.online)
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La mafia è digitale: così la criminalità prolifera sui social network | L'Indipendente
«Le mafie, estremamente abili a trovare metodi all’avanguardia per pubblicizzarsi e comunicare nel mondo digitale, sono sempre più “influencers” della rete. È quanto spiega il nuovo report della Fondazione Magna Grecia, presieduta da Nino Foti, a cura di Marcello Ravveduto (professore di Digital Public History dell’Università di Salerno), in cui sono stati analizzati di 90 GB di video TikTok, due milioni e mezzo di tweet, 20mila commenti a video YouTube e centinaia fra profili e pagine di Facebook e Instagram.»
Signor Amministratore ⁂
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Elena Noal
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Hypolite Petovan
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Hypolite Petovan
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branch on both Friendica Core and Friendica Addon.reshared this
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Hypolite Petovan
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