I servizi a tutela di industria, spazio e difesa. Ecco la Relazione dell’Intelligence
L’industria nazionale dell’aerospazio e della difesa (As&d) non solo ricopre un ruolo fondamentale all’interno dell’architettura di sicurezza del Paese in quando fornitore di piattaforme e sistemi, ma è essa stessa un asset strategico fondamentale sia come principale fonte di innovazione tecnologica, sia come strumento di proiezione commerciale italiana all’estro. A riportarlo è stata l’ultima Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza presentata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, l’insieme degli organi di Intelligence della Repubblica (Cisr, Dis, Aise e Aisi) al Parlamento. Il documento, che ogni anno informa sulla politica dell’informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti l’anno precedente dal comparto, ha sottolineato in particolare quanto, “anche alla luce della crescente conflittualità che caratterizza il contesto internazionale” l’industria As&d continui “a costituire un presidio strategico per la tutela della sicurezza nazionale”.
Come registra la Relazione, però, proprio per questa centralità e strategicità l’intero settore ha attirato l’interesse anche di attori stranieri, le cui intenzioni e obiettivi non sempre sono in linea con quelli del sistema-Paese. Ne è un esempio proprio il comparto della difesa, che come registra il documento nel 2023, “in un quadro di aumentati attriti geopolitici”, è stato attivato nel contesto del “processo di rinnovamento di taluni sistemi d’arma, soprattutto nel comparto terrestre”. Se i vari programmi, e le relative gare di assegnazioni, hanno richiamato l’interesse anche di operatori stranire, con opportunità positive per le realtà nazionali, è altrettanto vero che queste stesse attenzioni portano con sé alcuni rischi. Primo fra tutti quello di una “marginalizzazione nell’ambito di possibili partnership” delle aziende italiane attraverso una “suddivisione non favorevole per i nostri operatori” di rischi e opportunità. Altra minaccia, più diretta in questo caso, sono le “ingerenze all’interno di progetti europei o di joint venture” e le “interferenze straniere nella proiezione degli attori italiani sui mercati internazionali”, a cui le Agenzie di sicurezza hanno rivolto particolare attenzione, cogliendone eventuali segnali e monitorando i tentativi di acquisizione di realtà italiane, in particolare “di piccole e medie realtà di settore, talvolta connotate da elevato contenuto tecnologico”.
Un approccio simile è stato mantenuto dalla nostra Intelligence anche per quanto riguarda il settore spaziale, riconoscendone il ruolo ormai centrale all’interno della competizione internazionale, le cui tensioni si riverberano ormai in maniera sempre più decisa anche oltre l’atmosfera. In particolare, a interessare i nostri servizi di sicurezza è la nuova evoluzione che sta assumendo il comparto con l’ingresso nel settore dei privati. Anche in questo caso, infatti, il ruolo dei Servizi è stato quello di monitorare sulla sicurezza e la tutela delle realtà nazionali, soprattutto alla luce della proiezione globale delle aziende italiane all’estero. Naturalmente, l’attenzione del Sistema di informazione si è rivolta a tutti i segmenti dello spazio italiano, uno tra i pochi a livello globale a poter esprimere una filiera completa dall’osservazione della Terra all’accesso alle orbite.
Un’area dove si è rivolto in particolare il focus dell’Intelligence è stata quella dei lanciatori, un settore dove l’Italia gioca un ruolo da protagonista soprattutto a livello europeo e dove si concentra in particolare la presenza dei privati e l’introduzione di nuove tecnologie. Nel 2023, del resto, si è tenuto il summit spaziale dell’Esa a Siviglia, che ha posto il tema del futuro dei vettori europei al centro dell’agenda. In Spagna, l’Agenzia europea ha anche presentato l’intenzione di separare la commercializzazione dei servizi messi a disposizione dalle due famiglie di lanciatori europei, l’Ariane francese e il Vega italiano, con l’accordo tra Arianespace (che attualmente si occupa della commercializzazione di entrambi) e Avio (che realizza i Vega) da finalizzare entro la metà del 2024.
Altro settore al quale si è rivolta l’azione del Sistema di informazione della Repubblica è stato quella dei satelliti, Del resto, è ormai assodato il ruolo cruciale che i satelliti giocano nell’architettura della sicurezza nazionale: dall’osservazione delle attività sulla superficie terrestre, al rilevamento di potenziali minacce, fino alle comunicazioni strategiche, l’infrastruttura orbitale è una componente essenziale della difesa e della sicurezza del nostro Paese. Anche in questo caso, assicurare la protezione di un asset così strategico passa per la tutela delle aziende che mettono a disposizione i loro sistemi e le loro piattaforme. Per questo l’Intelligence nazionale si è mossa a tutela dell’intera catena del valore, in un segmento – tra l’altro – interessato dalla presenza di rilevanti joint venture europee.
Riforma dell’intelligence. Ecco cosa dicono Mantovano e Guerini
La scossa di Draghi all’Ue
Educazione, ricerca, formazione, energia, dazi, Cina, mercato unico, investimenti, transizione ecologica, intelligenza artificiale, Stato sociale e debito pubblico. Ruota attorno a queste parole l’intervento che Mario Draghi ha fatto ieri al Parlamento di Strasburgo davanti alla conferenza dei presidenti di commissione. Il terzo confronto con i rappresentanti delle principali istituzioni Ue, dopo quelli avuti con il collegio dei commissari e con l’Ecofin. Ed è proprio agli eurodeputati che l’ex premier ha rivelato di aver lanciato una stoccata ai ministri delle Finanze, dunque ai governi, nell’incontro di sabato allo stadio di Gand: «Mi hanno chiesto qual è l’ordine in cui queste riforme andrebbero fatte – ha raccontato Draghi –. Io non ho idea di quale sia l’ordine, ma posso dire solo una cosa: per favore fate qualcosa. Scegliete voi cosa, ma fatelo. Non potete passare altro tempo dicendo di no a tutto».
Chi lo ha ascoltato ha colto un messaggio indirizzato in particolar modo al governo tedesco, anche se l’ex numero uno della Bce non ha citato per nome nessuno dei ministri. Al di là di questo dettaglio, il suo ragionamento ha fatto trasparire una visione dell’Europa dai tratti federalista, soprattutto quando – in risposta a chi gli ricordava che spesso negoziare con i governi è difficile – ha invitato gli eurodeputati a non abbassare la testa. «Il Parlamento europeo è molto più ambizioso dei vari Consigli e se posso permettermi un consiglio, dovreste mantenere questa ambizione. Spero che gli altri vi seguiranno». Nel futuro immediato bisognerà prendere «decisioni cruciali» che comporteranno «discussioni difficili» e che richiederanno «alle nostre istituzioni e ai governi nazionali di fare scelte difficili». Ma si tratta di decisioni fondamentali perché «determineranno la capacità dell’Europa di tenere il passo con i suoi concorrenti globali negli anni a venire».
Draghi, su mandato di Ursula von der Leyen, sta lavorando a un rapporto sulla competitività che sarà presentato dopo le elezioni e che servirà da base di lavoro alla prossima Commissione. Ma, a giudicare dai suoi interventi, «il livello di ambizione» del suo lavoro sembra destinato ad andare al di là della questione competitività. Dalle sue parole emerge una chiara visione dell’Unione europea che a suo modo di vedere è chiamata a fare passi decisi e decisivi in avanti per non rimanere indietro. Ma lui stesso ha avvertito chi coltiva aspettative eccessive: «Io non ho la bacchetta magica”. Piuttosto bisogna definire «il minimo comune denominatore» per «ritrovare la capacità di agire insieme nell’interesse collettivo». Il problema è che la ricerca del minimo comune denominatore, soprattutto tra i governi, spesso si trasforma in un gioco al ribasso.
Anche in un altro passaggio del suo intervento Draghi è sembrato lanciare un messaggio alla Germania e agli altri Paesi che hanno puntato i piedi sulla riforma del Patto di Stabilità. Sul compromesso uscito dal negoziato traspare un giudizio piuttosto critico perché le nuove regole non sembrano favorire la competitività, che richiede una mole enorme di investimenti privati e pubblici. «Qual è il livello di debito pubblico tollerabile? Quello degli Stati Uniti (circa il 123% del Pil, ndr) oppure il 60% previsto dal vecchio e dal nuovo Patto di Stabilità?». Una domanda alla quale Draghi ha indubbiamente una sua risposta. C’è poi la questione del debito comune a livello europeo e qui ha rivelato nuovamente di aver avuto un acceso confronto con un ministro: «All’Ecofin ho menzionato un fondo dedicato – ha raccontato agli eurodeputati – e uno subito mi ha detto che allora serve una vera unione fiscale. A me non importa: scegliete qualsiasi cosa risulti la migliore, anche un mix, ma fate qualcosa».
Oltre al confronto con gli Stati Uniti, ha fatto poi un riferimento all’altro attore globale con il quale l’Europa dovrebbe cercare di competere meglio: la Cina. «Come può l’Ue continuare con i dazi sull’import di auto dalla Cina al 10%, quando gli Usa hanno il 27% e Donald Trump ha già detto che, se eletto, li porterà al 67%?». Pechino «negli ultimi 15 anni ha largamente sovrainvestito in molte cose, una delle quali sono le auto elettriche, ma anche le tecnologie legate alle batterie, sussidiando tutto. Ora hanno un’immensa sovracapacità produttiva che scaricano su di noi».
Sul piano interno ha poi insistito sulla mancanza di formazione che provoca una carenza di forza lavoro, sulla scarsità dei finanziamenti privati alla ricerca, sull’importanza dell’educazione per garantire l’innovazione e sulla necessità di rivedere il funzionamento del mercato elettrico «perché il prezzo resta alto nonostante il gas sia sceso». Insomma, secondo Draghi le riforme non sono più rinviabili. Ma vanno fatte «con il consenso dei cittadini».
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Difesa comune europea, anche il Parlamento Ue accelera
Dopo l’annuncio da parte di Ursula von der Leyen di un Commissario europeo ad hoc per la difesa, la plenaria di Strasburgo compie un altro passo concreto verso la difesa comune: la prossima apertura dell’Ufficio per Innovazione Difesa a Kiev non solo ha lo scopo di dimezzare le distanze tra l’Ucraina e l’Europa, ma si pone come cemento per strutturare, in maniera ampia e condivisibile, l’innovazione della Difesa industriale. L’annuncio della presidente della Commissione europea in occasione del dibattito sul rafforzamento della Difesa europea, nella plenaria del Parlamento europeo, rappresenta un ulteriore step di una precisa politica continentale, resa ancora più urgente dai fronti bellici e dalla dipendenza europea dagli Usa.
Architettura di sicurezza europea
La posizione espressa da von der Leyen è che bisogna “iniziare a lavorare sul futuro dell’architettura di sicurezza europea, in tutte le sue dimensioni e con tutta la rapidità e la volontà politica necessarie, perché la verità è che non conviviamo con il conflitto solo dal 2022, ma da molto più tempo”. Individua due tipi di minacce, quelle più facilmente riconoscibili e quelle più confuse, come il soft power che incide nelle infrastrutture critiche più che sul campo di battaglia. Rivendicazioni che sono state portate avanti da tempo dal governo italiano, sia per bocca del presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che del ministro degli esteri Antonio Tajani.
Parola d’ordine, dunque, efficienza, un traguardo che si può raggiungere concordando “su una migliore integrazione degli eserciti nazionali e su una produzione comune degli armamenti, che costa ma è necessaria, che, se fatta insieme, può consentirci di spendere e meglio Servono coraggio, realismo e buon senso”, come osservato in aula dal copresidente del gruppo ECR al Parlamento europeo Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia, che ha chiesto un cambio di passo.
Ovvero, mentre negli ultimi 5 anni in quest’aula si è parlato molto di monopattini elettrici e farfalle, adesso è arrivato il momento di concentrarsi su geopolitica e di difesa militare. “L’idea della sinistra rossa e verde di fare dell’Europa una superpotenza erbivora ha occupato interamente l’agenda della Commissione europea e di conseguenza quella parlamentare”.
L’obiettivo adesso, secondo Procaccini, deve essere quello di rendere più saldo ed efficiente il pilastro europeo della Nato, mossa che servirà a rafforzare anche l’alleanza atlantica. “Per favore, non scandalizziamoci quando Trump viene a svegliarci dal nostro sogno verde. Non possono essere sempre gli altri a pagare o a morire per noi. Comunque oggi non è necessario dividersi sulla prospettiva di un esercito europeo. Che, consentitemi la digressione personale, la destra italiana sostiene da cinquant’anni, quando altri sostenevano l’Armata Rossa”.
Usa e Ue
Proprio il tema del legame militare tra vecchio continente e Stati Uniti è stato citato dal presidente del Partito popolare europeo (Ppe), Manfred Weber, secondo cui Washington non può difendere l’Europa per sempre ma “dobbiamo pensare a farlo da soli e per questa ragione rafforzare la difesa europea non è in contraddizione col dire che rafforzare le Nato è un pilastro per l’ Ue”. Il ragionamento riguarda in concreto l’ottimizzazione di risorse e mezzi, nella consapevolezza che “stiamo sprecando denaro”. Weber spiega nel dettaglio che è necessario, oggi più che mai, realizzare il mercato unico europeo, dal momento che gli americani hanno un tipo di carro armato, mentre l’Europa 17; gli americani hanno 30 sistemi d’armamento, l’Europa 160.
Le critiche
Dura la reazione del Movimento 5 Stelle, che definisce il piano riarmo von der Leyen un piano che rinuncia alla pace e si mette elmetto: “Fanno rabbrividire le parole della von der Leyen sulla necessità dell’Europa di prepararsi alla guerra con un piano straordinario di riarmo europeo. La nuova strategia di difesa europea preannunciata dal presidente della Commissione è la massima espressione di una politica bellicista che, di fronte al rischio di escalation della tensione con la Russia, invece di lavorare per riportare la pace in Ucraina e ricostruire una nuova architettura di sicurezza europea in un’ottica di distensione con una nuova conferenza di Helsinki, preferisce mettersi l’elmetto e imbracciare il fucile preparandosi allo scontro”.
Tabacco riscaldato e approccio all’innovazione: sistemi normativi a confronto
Indice dei documenti:
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Italia, Europa, Cina: influenze accademiche e squilibri economici
6 marzo 2024, ore 17:00 presso Sala Zuccari, Palazzo Giustiniani, Via della Dogana Vecchia, 29 – Roma
APERTURA
Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata, Presidente 4′ Commissione Politiche dell’UE
L’INFLUENZA CINESE NEL MONDO ACCADEMICO E CULTURALE ITALIANO
PRIMA SESSIONE: 17.00 – 18.30
Giulia Pompili, Giornalista de Il Foglio
André Gattolin, già Senatore e Vice Presidente della Commissione affari esteri del Senato francese, membro onorario GCRL
Andrea Merlo, Membro del Consiglio scientifico GCRI
Antonio Stango, Presidente della Federazione Italian Diritti Umani
Luke de Pulford, Direttore esecutivo Inter-Parliamentary Alliance on China
Matteo Angioli, Moderatore
GLI INVESTIMENTI CINESI NELLE INFRASTRUTTURE MARITIME ITALIANE E EUROPEE
SECONDA SESSIONE: 18.30 – 20.00
Gianni Vernetti, Editorialista de La Repubblica, già Senatore e Sottosegretario agli Affari esteri
Marco Casale, Direttore responsabile di PortNews
Claudio Pagliara, Corrispondente Rai dagli Stati Uniti
Plamen Tonchev, Direttore unità Asia presso l’Institute of International Economic Relations; MERICS EU-China Policy Fellow
Simona Benedettini, Consulente indipendente politiche energetiche
Francesco Galietti, Scenarista e docente di analisi di rischio politico, LUISS Guido Carli; fondatore di Policy Sonar
Nicola Iuvinale, Analista presso Extrema Ratio
Ottavia Munari, Moderatore
CHIUSURA DEI LAVORI
Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata, Presidente 4′ Commissione Politiche dell’UE
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XVIII Concorso Nazionale "Tricolore Vivo" anno scolastico 2023/2024, promosso da A.Ge. Associazione italiana genitori della Regione Sicilia, è rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.
Ministero dell'Istruzione
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In Cina e Asia – Qin Gang si è dimesso dalla carica di deputato
I titoli di oggi: Cina, l’ex ministro degli Esteri Qin Gang si è dimesso dalla carica di deputato Segreti di stato, Pechino approva emendamenti e preoccupa le aziende straniere Cina, pronta la normativa nazionale per regolare e-bike e scooter elettrici Coree, Cuba ufficializza le relazioni diplomatiche con il Sud Cina, Qin Gang si è dimesso dalla carica di deputato L’ex ...
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Lapidi, la Grande carestia in Cina
Il libro-inchiesta che ha portato alla luce l’immane eccidio provocato dal regime maoista dal 1958 al 1962.
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Forse non tutti i Friulinuxiani sanno che... esiste un'istanza mastodon del LUG di Trieste
L'istanza è amministrata da @AdminLug@mastodon.lug.ts.it e si trova a questo indirizzo:
mastodon.lug.ts.it/public/loca…
Mastodon | Lug Trieste
Un'istanza di mastodon per la cittá di Trieste, ospitata sul server del Linux user Group TriestinoMastodon hosted on mastodon.lug.ts.it
I'm grateful for the service your account offers, but it's a shame that it's not possible to sort servers by number of active users. Unfortunately, the number of overall users is a value that rewards very old instances, even if they are practically dead
fediverseobserver likes this.
Weekly Chronicles #65
Questo è il numero #65 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti racconta l’Era Digitale e ti aiuta a preservare la tua libertà e la tua privacy.
Cronache della settimana
- Le vending machines ti osservano
- L’AI Act europeo è stato finalizzato, cosa ci aspetta
- Londra potenzia la sorveglianza di massa
Lettere Libertarie
- In Argentina arriva il carcere per chi stampa denaro
Rubrica OpSec:
- I consigli della NSA per usare lo smartphone
Le vending machines ti osservano
Vending.FacialRecognition.App.exe - Application Error
È il messaggio di errore che è apparso a uno studente della University of Waterloo mentre cercava di comprare una merendina da una vending machine del campus.
Lo studente ha poi postato l’immagine su Reddit, da cui è scaturito un intenso dibattito: “okay, perché le vending machines hanno il riconoscimento facciale?”
Qualcuno ha anche postato parte della privacy policy della vending machine:
“The facial recognition camera and video display signage on the front of the vending machine can collect data about the customer’s age and gender. Once the data has been sent to the control unit, the data can be combined with other information, such as local weather conditions and time of day. The platform can then send a message back to the video display to trigger targeted promotions to stimulate add-on sales in a single transaction.”
In generale gli utenti che hanno postato nel thread su Reddit sembravano abbastanza stupiti dalla possibilità che una vending machine avesse tali capacità — tanto da protestare con l’amministrazione dell’università, che è stata poi costretta a disabilitare la macchina.
Bene, ma non proprio. Purtroppo non è una novità che le macchinette abbiano capacità di riconoscimento facciale. Lavorando nel settore della privacy posso dirvi che da diversi anni il settore del vending ha fatto grandi passi in avanti nell’acquisizione di dati personali: riconoscimento facciale, profilazione, concorsi a premi e molto altro.
Per quanto riguarda il riconoscimento facciale, la questione è più complessa di ciò che sembra. Prima di tutto, bisogna distinguere tra riconoscimento facciale e analisi facciale.
Il primo implica la creazione di dati biometrici attraverso modelli applicati da algoritmi sulle immagini del viso in tempo reale. I dati biometrici creano poi dei codici univoci che descrivono e identificano matematicamente un singolo volto.
Viceversa, gli algoritmi di analisi facciale non creano modelli biometrici ma sono in grado di identificare caratteristiche comuni e distinguere tra vari elementi. Ad esempio, sono in grado di distinguere il genere di una persona (over 9000), esaminando il volto.
Nel secondo caso la macchina sa che siamo esseri umani, magari di genere maschile o femminile e di età compresa tra i 25 e i 30 anni, ma non crea dati biometrici che possono essere usati per identificarci tra miliardi di altre persone.
Inutile dire che il primo caso è molto peggio del secondo. Purtroppo non è facile come sembra scoprire con quale tipo di sistema abbiamo a che fare. Molte aziende produttrici di software e macchine usano il termine riconoscimento facciale impropriamente, per vendere meglio i loro prodotti. Altri invece lo usano davvero.
In alcuni casi addirittura le macchine vengono vendute con la capacità di riconoscimento facciale, senza neanche che il commerciante che le installa lo sappia.
Una cosa è certa: nell’Era Digitale dobbiamo presumere che ogni macchina abbia telecamere, microfoni e sensori ad hoc per acquisire i nostri dati e profilarci.
Il mondo sta cambiando: stupirsi di queste cose significa essere preda delle macchine, degli algoritmi, delle corporazioni e dei governi. Prenderne atto, usare la tecnologia con accortezza, e adeguarsi.
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L’AI Act europeo è stato finalizzato, cosa ci aspetta
Dopo lunghi anni di discussioni e ripensamenti, il testo finale dell’IA ACT è stato approvato dall’Unione Europea e sarà pubblicato in Gazzetta ad aprile 2024. Da quel momento inizieranno a decorrere i vari termini di efficacia delle diverse disposizioni.
Prima proiezione internazionale per “La rivoluzione di Ayten”
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Pagine Esteri, 28 febbraio 2024. Si è tenuta a Londra la prima proiezione internazionale del documentario “La rivoluzione di Ayten”, realizzato da Eliana Riva e prodotto da Pagine Esteri. Dopo la presentazione ufficiale del lavoro, è cominciato il tour di presentazioni che farà tappa in diversi Paesi europei e città italiane.
Il documentario racconta la storia di Ayten Öztürk, l’oppositrice politica turca che ha denunciato di essere stata rapita e torturata per sei mesi in un centro segreto di detenzione ad Ankara. La campagna per la sua liberazione ha coinvolto centinaia di persone in tutto il mondo ma la battaglia per la chiusura dei centri di tortura ha significato per Öztürk una repressione giudiziaria che l’ha costretta per tre anni agli arresti domiciliari. Pochi giorni fa è stata arrestata e rimane tutt’ora in carcere.
I raid della polizia turca hanno portato al fermo di decine di persone, tra cui gli avvocati della stessa Ayten, intervistati nel documentario insieme ad alcune delle madri degli oppositori politici arrestati o uccisi dalla polizia.
Il docufilm ripercorre la storia recente della repressione dentro e fuori dalle carceri, delle campagne di sciopero della fame per opporsi agli arresti di avvocati, insegnanti, musicisti e dell’uso politico dei tribunali e della giustizia.
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L'articolo Prima proiezione internazionale per “La rivoluzione di Ayten” proviene da Pagine Esteri.
controinformazione.info/per-la…
📌 L'associazione Italiana Oncologia Toracica, in collaborazione con il #MIM indice, per l'anno scolastico 2023/2024, la terza edizione del #Concorso Nazionale "Respiriamo insieme".
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola 📌 L'associazione Italiana Oncologia Toracica, in collaborazione con il #MIM indice, per l'anno scolastico 2023/2024, la terza edizione del #Concorso Nazionale "Respiriamo insieme".Telegram
Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel
E gli Erotik Twist fanno proprio questo: mantengono le promesse evocate dal loro nome, dai titoli della maggior parte delle loro canzoni e, perché no, dalla copertina di questo album. @Musica Agorà
iyezine.com/erotik-twist-the-s…
Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel - 2024
Erotik Twist: un album affilato come un lama di rasoio in un thriller italiano degli anni settanta, di quelle che colpiscono senza dare scampo alla vittima.In Your Eyes ezine
RECs Report: Towards a Continental Approach to Data Protection in Africa
On July 28, 2022, the African Union (AU) released its long-awaited African Union Data Policy Framework (DPF), which strives to advance the use of data for development and innovation, while safeguarding the interests of African countries. The DPF’s vision is to unlock the potential of data for the benefit of Africans, to “improve people’s lives, safeguard collective interests, protect (digital) rights and drive equitable socio-economic development.” One of the key mechanisms that the DPF seeks to leverage to achieve this vision is the harmonization of member states’ digital data governance systems to create a single digital market for Africa. It identifies a range of focus areas that would greatly benefit from harmonization, including data governance, personal information protection, e-commerce, and cybersecurity.
In order to promote cohesion and harmonization of data-related regulations across Africa, the DPF recommends leveraging existing regional institutions and associations that are already in existence to create unified policy frameworks for their member states. In particular, the framework emphasizes the role of Africa’s eight Regional Economic Communities (RECs) to harmonize data policies and serve as a strong pillar for digital development by drafting model laws, supporting capacity building, and engaging in continental policy formulation.
This report provides an overview of these regional and continental initiatives, seeking to better clarify the state of data protection harmonization in Africa and to educate practitioners about future harmonization efforts through the RECs. Section 1 begins by providing a brief history of policy harmonization in Africa before introducing the RECs and explaining their connection to digital regulation. Section 2 dives into the four regional data protection frameworks created by some of the RECs and identifies key similarities and differences between the instruments. Finally, Section 3 of the report analyzes regional developments in the context of the Malabo Convention through a comparative and critical analysis and, lastly, provides a roadmap for understanding future harmonization trends. It concludes that while policy harmonization remains a key imperative in the continent, divergences and practical limitations exist in the current legal frameworks of member states.
ONU: Israele deve smettere di attaccare ambulanze e convogli umanitari
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Pagine Esteri, 27 febbraio 2024. In una dichiarazione pubblicata il 27 febbraio, le Nazioni Unite hanno denunciato gli attacchi continui ai convogli umanitari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alle ambulanze e ai membri della Mezzaluna Rossa Palestinese. I raid avvengono nonostante le missioni umanitarie e di soccorso siano regolarmente comunicate e coordinate con l’esercito israeliano, il quale pretende la trasmissione preventiva dei dati dei pazienti trasportati e degli stessi operatori sanitari. Questi ultimi vengono fermati, spogliati e spesso arrestati per giorni, senza notizie sulle accuse né sui luoghi di detenzione. I convogli di aiuti, denunciano le Nazioni Unite, sono attaccati e bloccati e viene sistematicamente negato l’accesso ai beni da parte delle persone che stanno patendo la fame.
“Il 25 febbraio, la Società della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) e le Nazioni Unite hanno evacuato 24 pazienti dall’ospedale Al Amal di Khan Younis, tra cui una donna incinta e una madre e un neonato. L’ospedale Al Amal è stato all’epicentro delle operazioni militari a Khan Younis per oltre un mese. Quaranta attacchi all’ospedale, dal 22 gennaio al 22 febbraio, hanno ucciso almeno 25 persone.
Nonostante il precedente coordinamento per tutti i membri del personale e i veicoli con la parte israeliana, le forze israeliane hanno bloccato il convoglio guidato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per molte ore nel momento in cui ha lasciato l’ospedale. L’esercito israeliano ha costretto i pazienti e il personale a uscire dalle ambulanze e ha spogliato tutti i paramedici dei loro vestiti. Tre paramedici PRCS sono stati successivamente arrestati, anche se i loro dati personali erano stati condivisi con le forze israeliane in anticipo, mentre il resto del convoglio è rimasto sul posto per oltre sette ore. Un paramedico è stato rilasciato e facciamo appello per il rilascio immediato degli altri due e di tutti gli altri operatori sanitari detenuti.
Questo non è un incidente isolato. I convogli di aiuti sono sotto tiro e viene sistematicamente negato l’accesso alle persone bisognose. Gli operatori umanitari sono stati molestati, intimiditi o detenuti dalle forze israeliane e le infrastrutture umanitarie sono state colpite. Poco prima dell’incidente di domenica, due familiari di Medici Senza Frontiere sono stati uccisi in un attacco non sollecitato dalle forze israeliane contro un complesso in conflitto dove dormivano il loro personale e i loro familiari.
L’inadeguata facilitazione per la consegna degli aiuti in tutta Gaza significa che gli operatori umanitari sono soggetti a un rischio inaccettabile di essere arrestati, feriti o peggio; lasciando noi e i nostri partner incapaci di raggiungere in sicurezza Gaza settentrionale e sempre più parti di Gaza meridionale.
L’ONU e i partner hanno costantemente comunicato alle autorità israeliane i requisiti per una facilitazione significativa degli sforzi di soccorso in tutta Gaza. Il minimo indispensabile è questo: riconoscere in anticipo la notifica di una missione umanitaria comporta la responsabilità di facilitare un passaggio sicuro, regolare e rapido sul terreno. Continueremo il nostro impegno con le forze israeliane affinché tali requisiti siano soddisfatti, in modo che la risposta umanitaria assolutamente necessaria sia abilitata.
L’ONU e il PRCS hanno dovuto lasciare altri trentuno pazienti non critici all’ospedale Al Amal”.
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UCRAINA. I russi avanzano, Macron propone l’invio di truppe occidentali
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di Marco Santopadre
Pagine Esteri, 27 febbraio 2024 – Il presidente ucraino ha di nuovo ammesso il fallimento della controffensivalanciata da Kiev parecchi mesi fa, ma ha promesso che presto le sue truppe torneranno all’attacco fino alla “vittoria finale”.
Ma per ora ad avanzare è l’esercito russo che dopo la conquista strategica di Avdiivka – ridotta ad un cumulo di macerie dopo quattro mesi di feroci combattimenti – si è impossessato di altri territori in Donbass. In vari punti le truppe di Mosca hanno sfondato le linee difensive ucraine, soverchiando i militari ucraini ormai sfiancati e a corto di munizioni.
I russi avanzano in Donbass
Ad Avdiivka inizialmente i comandi ucraini avevano imposto alle proprie truppe la resistenza ad oltranza, nonostante la “Brigata Autonoma d’Assalto Azov” – com’è stato ribattezzato il Battaglione Azov, l’unità militare costituita da gruppi di estrema destra nel 2014 – fosse quasi interamente circondata dalle truppe russe. Poi però, non è chiaro se in seguito ad un ordine di ritirata da parte dei comandi o ad una iniziativa delle truppe, la Azov ed altri reparti hanno abbandonato le posizioni ritirandosi oltre la “linea di difesa” già realizzata a qualche chilometro di distanza.
Nei mesi scorsi, infatti, quando ormai era chiaro che la controffensiva ucraina non stava producendo affatto i progressi decantati ed anzi l’apparato militare russo si preparava a nuovi assalti, forte del potenziamento dell’industria militare interna, il governo di Kiev ha ordinato la costruzione di una linea di difesa fortificata a poca distanza dal fronte, proprio per evitare un possibile sfondamento da parte russa.
Ma neanche il licenziamento del comandante in capo delle forze armate del generale Valery Zaluzhny e la sua sostituzione da parte di Zelensky con Oleksandr Syrsky, suo fedelissimo, ha impedito alla truppe di Mosca di approfittare dell’estrema debolezza di Kiev causata da fattori interni ma anche dal parziale allentamento del sostegno statunitense ed europeo.
I russi hanno preso prima il villaggio di Lastochkine, che si trova a circa 10 km ad ovest di Avdiivka, e poi i villaggi di Stepnoye e Severnoye, segno che l’avanzata di Mosca in Donbass sta procedendo in maniera spedita dopo la conquista, a metà febbraio, di un nodo strategico costato centinaia, forse migliaia di vittime da entrambe le parti.
Da alcuni giorni scontri molto violenti si stanno verificando a Marinka e a Vuhledar, ad ovest e a sud-ovest di Donetsk; le truppe russe stanno tentando una manovra a tenaglia contro alcuni reparti nemici, e di allontanare il più possibile il fronte dalla città oggetto di continui bombardamenti ucraini fin dal 2014, quando una parte della popolazione del Donbass, dopo il regime-change avvenuto a Kiev, si sollevò e proclamò un’indipendenza di fatto così come avvenne nel confinante oblast di Lugansk.
Mosca continua nel frattempo a martellare le città ucraine, mirando soprattutto alle infrastrutture e ai depositi di armi e munizioni. Durante la scorsa notte l’esercito russo ha lanciato una pioggia di droni e missili sulle regioni ucraine orientali e centrali, da Kharjiv a Sumy, da Dnipropetrovsk a Khmelnytska,
Di fronte ad una situazione che si aggrava di ora in ora e alla mancanza di rifornimenti di munizioni, il presidente Zelensky – scagliandosi in particolare contro Donald Trump e i repubblicani – ha avvertito Washington che senza la ripresa di aiuti militari massicci il suo paese non otterrà “alcun nuovo successo”.
Funerale di un militare ucraino
Macron: “truppe occidentali in Ucraina”
Nelle ultime ore quindici paesi europei si sarebbero detti favorevoli a sostenere la proposta ceca di acquistare munizioni in Europa per inviarle a Kiev, ma non si tratterebbe di un contributo risolutivo. Oltretutto il cancelliere tedesco Scholz ha ribadito che la Germania non ha per ora intenzione di consegnare agli ucraini i missili Taurus, come hanno fatto invece Francia e Regno Unito.
A prendere l’iniziativa è stato il presidente francese Emmanuel Macron, che al vertice internazionale sull’Ucraina tenutosi ieri a Parigi ha annunciato la volontà di creare una nuova coalizione per fornire a Kiev missili e munizioni, aggiungendo di non escludere l‘invio di truppe europee per contrastare l’avanzata russa.
Secondo le indiscrezioni finora filtrate, il leader francese non avrebbe parlato di una missione militare della Nato – coalizione guidata dagli Stati Uniti all’interno della quale Parigi si è spesso mossa in autonomia se non in antagonismo con Washington – ma di una coalizione di “paesi occidentali volontari”. Macron ha affermato che bisogna rendersi contro «che siamo sempre stati in ritardo di sei-otto mesi» per quanto riguarda le iniziative di sostegno all’Ucraina.
Lo scetticismo degli alleati, il rischio è la guerra totale
La proposta di Macron – che potrebbe essere una boutade propagandistica, strumentale a concedere alla Francia un maggiore ruolo internazionale nel momento in cui Washington si sta parzialmente sfilando da un sostegno all’Ucraina che non ha prodotto i risultati sperati – è stata accolta con estremo scetticismo tra i rappresentanti dei governi presenti a Parigi. La maggior parte dei rappresentanti europei avrebbero polemizzato con Macron.
Da parte sua un funzionario della Casa Bianca ha spiegato all’agenzia Reuters che Washington non ha alcuna intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina, anche se è noto che un certo numero di consiglieri militari e uomini dei corpi speciali statunitensi e di vari paesi occidentali sono presenti a Kiev ormai da anni a supporto delle truppe ucraine.
Ovviamente un coinvolgimento diretto degli eserciti europei nei combattimenti con le forze armate russe causerebbe una escalation ulteriore che potrebbe sfociare in un conflitto su vasta scala, ma Macron non sembra preoccuparsene. Anche in patria la proposta del capo dell’Eliseo ha provocato contestazioni e polemiche, sia tra le opposizioni di sinistra che tra quelle di destra. Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto e Berria
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L'articolo UCRAINA. I russi avanzano, Macron propone l’invio di truppe occidentali proviene da Pagine Esteri.
Vane tentazioni
Guardate come sono futili le tentazioni proposte dal diavolo in questo racconto e dunque vano tutto quello che propone. Propone di sfamarsi come un gioco di prestigio, di buttarsi dall’alto del pinnacolo, in una vana dimostrazione di coraggio, propone tutti i regni del mondo con la loro gloria che è vana, perché sono soggetti alla distruzione e alla morte.
Invece, Gesù Cristo, come risorto, vincendo la morte, e quindi i poteri del mondo, che sulla paura della morte basano il loro potere, ci dà una speranza viva. E un dono reale ed eterno, non vano. Per questo non ha senso arrenderci al male e agli errori, ma è pieno di futuro il tentare il bene nuovamente e nuovamente in ogni tempo.
pastore D'Archino - Vane tentazioni
Il racconto delle tentazioni di Gesù annuncia che Egli è veramente il Figlio di Dio. Infatti, Gesù viene tentato, anzi messo alla prova come sarebbe più corretto tradurre, come Figlio di Dio. Viene…pastore D'Archino
Nel nuovo decreto legge #PNRR, approvato dal Consiglio dei Ministri, sono presenti le misure proposte dal Ministro Giuseppe Valditara.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/cdm-le…
Ministero dell'Istruzione
Nel nuovo decreto legge #PNRR, approvato dal Consiglio dei Ministri, sono presenti le misure proposte dal Ministro Giuseppe Valditara. Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.miur.gov.it/web/guest/-/cdm-le-misure-del-mim-per-il-nuovo-dl-pnrrTelegram
Analisi della geopolitica occidentale: ipocrisia e genocidio - Giornalismo Libero
Nel panorama geopolitico attuale, emergono chiaramente le disparità di trattamento riservate a Russia ed Israele da parte dell'Occidente.homo vivo giuseppe rago (Giornalismo Libero)
Il Medio-Oriente nel mondo multipolare. L’analisi di Saïd Boumama l Contropiano
«Per contrastare l’immenso progetto cinese di infrastrutture di trasporto della Via della Seta, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sviluppato un progetto concorrente che richiede il controllo di Gaza.
Annunciato al vertice del G20 a settembre 2023, questo progetto chiamato “Corridoio India-Europa-Medio Oriente” è stato presentato da una nota della Casa Bianca del 9 settembre.»
Potresti aver notato che alcune persone pubblicano post molto più lunghi rispetto al solito limite di 500 caratteri. Ci sono tre modi in cui ciò è possibile:
-Il proprietario del server ha personalizzato il software del proprio server Mastodon per modificare il limite di caratteri
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Colloqui di lavoro a norma di privacy. Durante un colloquio di lavoro vietato chiedere ai candidati se sono stati licenziati o se hanno intenzione di avere figli. Nemmeno se l’intervistato è consenziente. Vietato, inoltre, pescare dati dai social
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A riguardo delle basi giuridiche, il Codice specifica che non ci vuole il consenso per verificare le informazioni sul candidato mediante consultazione di un social network, purché sia di natura professionale.Il Codice riprende anche la regola, ancora spesso disattesa nella prassi, per cui non è dovuto il consenso al trattamento dei dati presenti nei curricula spontaneamente trasmessi dagli interessati, ai quali deve essere fornita un'informativa privacy al primo successivo contatto utile.
Quanto alle operazioni di trattamento, il Codice dà una serie di prescrizioni. Durante le selezioni di personale, non si devono scremare i candidati sulla base di informazioni che riguardano stato matrimoniale, gravidanza, handicap, neanche con il consenso dei candidati.
Non si possono, poi, acquisire referenze professionali del candidato presso precedenti datori di lavoro e comunicarle ai chi ha commissionato una ricerca di personale, senza una previa autorizzazione esplicita del candidato.
Infine, non si possono trattare, neanche con il consenso del candidato, informazioni relative a illeciti disciplinari o procedimenti giudiziari (salvi obblighi di legge).
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Peraltro, la comunicazione dei dati dei candidati tra Apl e clienti è ammessa, senza necessità di consenso, per finalità strettamente connesse al perfezionamento dell'assunzione.Quanto all'uso di algoritmi e decisioni automatizzate, materia che dovrà essere necessariamente revisionata a seguito dell'entrata in vigore del regolamento UE sull'Intelligenza Artificiale, il codice riprende le disposizioni del Gdpr (obbligo di redazione della valutazione di impatto privacy e di informativa, rispetto dei diritti degli interessati all''intervento umano, ad esprimere la propria opinione e a contestare la decisione)
Con il citato provvedimento 12/2024 l'autorità guidata da Pasquale Stanzione ha, infine, accreditato l'Organismo di monitoraggio, un ente indipendente, chiamato a verificare l'osservanza del Codice e a gestire eventuali reclami.
Sapetevate che c'è uno sviluppatore italiano che si sta cimentando con lo sviluppo di un'app per Lemmy? L'app si chiama #Raccoon...
Lo sviluppatore è @Dieguito 🦝 e qui potete trovare la sua app, qui la comunità Lemmy dedicata e qui il canale Matrix dedicato allo sviluppo.
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Sangue, sangue e ancora sangue l La Città Futura
"Per la quarta volta il Paese capofila dei guerrafondai ha posto il veto all’ONU su una risoluzione che chiedeva l'immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Dall’inizio del conflitto gli statunitensi si riempiono la bocca di pace con proclami ipocriti e poi operano per tenere non solo aperto il conflitto -continuando a vendere armi a Israele- ma ne aprono di nuovi come quello in Yemen."
Fin dove si estende la Fascia di Kuiper? I Passione Astronomia
"Il team ha scoperto un certo numero di oggetti trans-nettuniani (KBO) ben oltre il tradizionale bordo esterno della fascia di Kuiper. Si pensava che questo bordo esterno (dove la densità degli oggetti inizia a diminuire) si trovasse a circa 50 UA, ma le ultime osservazioni suggeriscono che potrebbe estendersi fino a 80 UA ed oltre."