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#NotiziePerLaScuola

📌 Il #MIM, insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, bandisce, per l'anno scolastico 2023/2024, il concorso dal titolo "Da uno sguardo: film di studentesse e studenti contro la violenza sulle donne".



La narrazione trionfalistica delle destre sull’occupazione è stata demolita dai dati forniti ieri dall’Istat che fotografano il record dell’incidenza del


Putin ha superato in astuzia l'Occidente?
suvvia… per non accorgersi che in questa vicenda ucraina putin di calcoli ne ha sbagliati non pochi ci vuole abbastanza poco.. è evidente che un genio non è. ha ottenuto però vari risultati: 1) allontanare l'europa occidentale 2) annullare la dipendenza europea dalle energie russe 3) far entrare nella nato stati che neppure ci pensavano 4) tornare a essere in cattivo del mondo 5) rinvigorire e legittimare la nato 6) decine di migliaia di morti 7) problemi di approvvigionamento di varie parti elettroniche 8) acquisita dipendenza dalla cina 9) perdita di immagine come super potenza 10) rendere evidente dall'europa occidentale che è ancora il nemico numero 1, dai tempi del muro di berlino. 11) varie ed eventuali. E cosa ha ottenuto? pezzettini di terra che non può neppure usare perché sono minati e pure lui avrebbe problemi a costruirci? la ricostruzione dell'ucraina, che sia russa o altro sarà costosissima, questo è certo. e il tutto solo per un'ideologia. neppure attuale ma ottocentesca. con tutti i problemi che ci sono al mondo. giusto per crearne uno nuovo. grazie Putin.. ti amiamo. tutti noi cittadini consapevoli di questo piccolo delicato pianeta. sei come la grandine. qualcuno definirebbe putin una forza utile del mondo?


In Cina e Asia – Regno Unito, Usa e Nuova Zelanda accusano hacker cinesi di attacchi informatici


In Cina e Asia – Regno Unito, Usa e Nuova Zelanda accusano hacker cinesi di attacchi informatici hacker cinesi
Regno Unito, Usa e Nuova Zelanda accusano hacker cinesi di attacchi informatici
China Development Forum: Pechino invita investitori stranieri, ma serve reciprocità
Cina: funzionari di Sri Lanka e Nepal in visita nel paese per “rafforzare i legami”
I giovani cinesi vanno a lavoro in pantofole
L'appello di Pechino alla diaspora cinese in giro per il mondo

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AFGHANISTAN: Ricomincia la scuola, ma non per le ragazze


Oltre un milione di bambine saranno escluse anche per quest’anno dall’accesso all’istruzione. Il governo de facto talebano vieta l’educazione femminile oltre il sesto grado: le classi hanno riaperto le porte agli studenti mercoledì 20 marzo, ma le student

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di V.C.

Pagine Esteri, 25 marzo 2024 – M. è un pediatra dai modi gentili. Ha una penna viola nel taschino, ma mi chiede di poterla scambiare con la mia che è nera. Teme forse che quel colore sfarzoso possa intaccare la sua virilità agli occhi del personale. E’ di guardia anche oggi perché sta sostituendo un collega in congedo di paternità. “Ha avuto un bambino o una bambina?”, gli chiediamo. Sorride imbarazzato, dicendo che non lo sa, che nessuno gliel’ha chiesto. Poi aggiunge: “In questo Paese, nessuno vuole avere delle bambine. Mia madre, lei ha avuto dieci figlie femmine e tre maschi. Le mie sorelle più grandi hanno studiato tutte, sono di gran lunga più brave di me, due sono ostetriche, due dottoresse. Adesso ho tre sorelle più piccole, ma hanno superato tutte e tre il sesto grado. Questo significa che non possono più andare a scuola, non possono più studiare, perché sono femmine. Hanno passato gli ultimi giorni chiuse a piangere in cucina”.

La mattina di mercoledì 20 marzo, infatti, in Afghanistan è iniziato il nuovo anno scolastico, ma non per tutti. Il governo de facto talebano ha proibito alle bambine afghane di frequentare la scuola oltre il sesto grado, che corrisponderebbe all’ultimo anno della scuola primaria. Secondo le Nazioni Unite, oltre un milione di ragazze, a causa di questo bando, sono state tagliate fuori dal sistema educativo.

Il nuovo anno accademico è stato celebrato con una cerimonia dalla quale le reporter donne sono state escluse. Nell’invito inviato agli addetti stampa, la limitazione sarebbe stata attribuita alla carenza di “un posto adeguato per le sorelle”. Durante l’inaugurazione, il ministro dell’istruzione talebano Habibullah Agha ha ribadito l’impegno a migliorare “la qualità dell’educazione delle scienze religiose e moderne il più possibile”.

Per il terzo anno consecutivo, però, le ragazze che hanno più di dodici anni non avranno accesso all’istruzione. “Le mie sorelle passano le giornate a fissare nel vuoto, mi fa male vederle così”, dice S., che si definisce “fortunata” perché a differenza loro ha avuto la possibilità di studiare “come un uomo”. Non è ancora sposata, nonostante abbia ventisette anni, un’età avanzata qui per non avere un marito. Non le interessa, dice, quello che le sta più a cuore sono il suo lavoro e la sua famiglia. Vuole essere solo una brava infermiera, e se arriverà l’amore sarà felice, ma non rientra nei suoi piani “essere data in moglie a qualcuno a tavolino per tenere pulita la casa ai suoceri”. “Chi mi preoccupa sono le mie sorelle, che non possono studiare. Che futuro potranno sognare, se non quello di diventare le donne di qualcuno e di dargli dei figli? Tra qualche anno in questo Paese ce lo dimenticheremo anche, che un tempo le donne potevano studiare e lavorare e che erano in grado di farlo meglio degli uomini”.

Quello del diritto all’istruzione negato alle bambine è il tema più discusso e criticato dalle istituzioni internazionali. L’Afghanistan è diventato l’unico Paese al mondo a praticare l’apartheid di genere nel sistema educativo – proprio come era accaduto all’inizio degli anni ’90 con il primo governo talebano – ed è questa politica quella che più di tutte sta costando all’attuale governo de facto la possibilità di essere legittimato dall’estero. Dal canto loro, i talebani hanno lanciato dichiarazioni contraddittorie a proposito dell’accesso delle ragazze all’istruzione, dividendosi tra un’ala più “moderata” e un’altra più conservatrice. Il governo ha, tuttavia, più volte ribadito l’impegno ministeriale a cercare una soluzione che permetta alle studentesse di ritornare a scuola secondo nuove regole che garantiscano il rispetto della Sharia, la legge sacra dell’Islam.

Questa “soluzione” tarda ancora ad arrivare. Mercoledì scorso, la Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha dichiarato sul suo account X: “Mentre il nuovo anno scolastico inizia in Afghanistan, sono oltre 900 giorni che alle ragazze con più di dodici anni viene vietato di andare a scuola e all’università. UNAMA sollecita le autorità de facto a porre fine a questo bando ingiustificabile e dannoso. L’educazione è essenziale per la pace e la prosperità”.

Per il momento, per le ragazze l’unica educazione accessibile sono le scuole coraniche. “Per due ore al giorno, possono andare alla madrasa, studiare il Corano, e poi tornare a casa”, mi spiega G., che ha dovuto ritirare due figlie dalla scuola perché avevano superato il sesto grado e che adesso le manda alla madrasa perché almeno possano continuare a leggere.

“Sono preoccupato che la qualità dell’educazione in questi istituti”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres in un report al Consiglio di Sicurezza “non possa preparare adeguatamente le ragazze o i ragazzi a ricevere una formazione di alto livello e un training professionale per entrare a far parte di un’efficiente forza lavoro in futuro”. Secondo il rapporto, sarebbero attive almeno 7.000 madrase in Afghanistan, 400 delle quali riservate alle ragazze “senza limiti di età”.

F. si tormenta il velo mentre mi parla, scopre una treccia perfetta che le incornicia il capo come una corona. “Ho una sorella ancora abbastanza piccola da poter andare a scuola. L’altra, invece, ha dovuto smettere. Ha quattordici anni e passa le giornate a fare i lavori di casa. Era brava a scuola”, mi dice. “Sapeva già cosa avrebbe voluto fare da grande?”, le chiedo. “Sì!”, si illumina nel rispondere, “voleva fare la giornalista”. A questo vengono relegati i sogni delle bambine nel Paese, al condizionale o al tempo imperfetto.

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Il Niger: «via le truppe USA». Washington prova a trattare


Dopo aver cacciato le truppe francesi, la giunta golpista del Niger vuole espellere le truppe USA. Washington, preoccupata per l'aumento dell'influenza russa nel Sahel, prova a negoziare L'articolo Il Niger: «via le truppe USA». Washington prova a tratta

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 26 marzo 2024 – Desta profonda apprensione a Washington la decisione della giunta militare del Nigerdi chiedere che le truppe statunitensi presenti nel paese lo abbandonino quanto prima.

Dopo la cacciata delle truppe francesi e la rottura degli accordi con l’Unione Europea, in un messaggio trasmesso il 16 marzo dalla tv pubblica “Rtn” il colonnello Amadou Abdramane – portavoce del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria, insediato dopo il colpo di stato del 26 luglio scorso – ha infatti annunciato la sospensione, «con effetto immediato», della cooperazione militare con gli Stati Uniti. Il portavoce ha definito la presenza militare statunitense “illegale” e “incostituzionale” in quanto basata su un accordo illegittimo, «imposto unilateralmente dagli Stati Uniti tramite una semplice nota verbale» il 6 luglio 2012.

“Ingerenze intollerabili”
La decisione è probabilmente maturata da mesi, ma le autorità di Niamey la giustificano anche come una reazione alle intromissioni di Washington nei suoi affari interni.

Durante una recente visita nel paese di una delegazione statunitense guidata da Molly Phee, assistente segretaria di Stato per gli Affari Africani, accompagnata dal generale Michael Langley, comandante del Comando Usa per l’Africa (Africom), i rappresentanti statunitensi avrebbero minacciato ritorsioni contro Niamey criticando la scelta della giunta golpista di vendere uranio all’Iran e di intrattenere relazioni economiche e militari sempre più privilegiata con Russia e Cina. La tensione era così alta che il generale Abdourahamane Tchiani, a capo della giunta golpista, si è rifiutato di ricevere la delegazione.

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Amadou Abdramane

Un duro colpo per Washington
La richiesta di un ritiro completo della propria presenza militare in Niger rappresenta un duro colpo per lo schieramento strategico di Washington nel Sahel, giustificato con la necessità di contrastare il terrorismo jihadista e diretto a frenare l’espansione dell’influenza di Mosca e Pechino nella regione.

Da anni Niamey è al centro delle operazioni statunitensi nell’Africa occidentale e settentrionale, e attualmente nel paese sono dispiegati tra i 650 e i 900 effettivi, dopo il ridimensionamento del contingente deciso a settembre in seguito al golpe.

L’esercito statunitense gestisce nel paese un’importante base aerea (la Base 201, ristrutturata recentemente con una spesa di 100 milioni di dollari) ad Agadez, 920 chilometri a nord-est della capitale Niamey, utilizzata dal 2018 per colpire i combattenti dello Stato islamico e del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), affiliato ad al Qaeda. Nella base sono dispiegati due ricognitori, due elicotteri e una decina di droni che permettono all’Africom di controllare l’intero Sahel e la Libia.

La Cedeao ritira le sanzioni
Per evitare di dover abbandonare il paese recentemente la Casa Biancasi era mostrata conciliante con i golpisti. A dicembre l’inviato Usa in Africa aveva affermato che Washington era disponibile a ripristinare gli aiuti finanziari sospesi dopo la deposizione del presidente Mohamed Bazoum.

Inoltre alla fine di febbraio la Comunità Economica dei Paesi dell’Africa Occidentale (Cedeao), che inizialmente aveva iniziato a discutere la possibilità di un intervento militare contro Niamey per “ripristinare la legalità”, ha invece deciso di revocare la maggior parte delle sanzioni commerciali ed economiche imposte al Mali e al Niger (che nel frattempo hanno annunciato di voler abbandonare l’organismo regionale entro il 2025) dopo i rispettivi colpi di stato.

Recentemente la Nigeria si è assicurata un finanziamento di 1,3 miliardi di dollari per completare un progetto ferroviario che collegherà Kano, la più grande città del nord del Paese, a Maradi, in Niger. L’85% dei fondi necessari sarà fornito da un consorzio guidato dalla China Civil Engineering Construction Company (Ccecc), mentre il restante 15% sarà coperto dal governo nigeriano, dall’Africa Export-Import Bank e dalla Banca africana di sviluppo (Afdb).

Il Niger ha già rotto con Francia e Ue
Le mosse di Washington e della Cedeao, però, non sembrano essere servite a molto.
Dopo le richieste della giunta e consistenti manifestazioni popolari, lo scorso 24 settembre il presidente Macron aveva dovuto annunciare il ritiro del continente militare francese presente in Niger, completato poi il 22 dicembre. Un duro colpo per Parigi, che dal 2015 dispiegava in Niger ben 1500 soldati impegnati nel contrasto alle organizzazioni jihadiste.

In seguito, a dicembre, i golpisti hanno sospeso gli accordi di difesa e sicurezza con Bruxelles, revocando in particolare l’accordo stipulato con l’Ue relativo alla missione civile europea denominata Eucap Sahel Niger, attivata nel 2012. La giunta ha anche ritirato il consenso al dispiegamento della Missione di partenariato militare dell’Ue (Eumpm).

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Proteste antifrancesi in Niger

Washington prova a negoziare
Ora la Casa Bianca cerca di negoziare con la giunta nigerina nel tentativo di mantenere un minimo di presenza militare nel paese. «Stiamo lavorando per trovare il modo di far rimanere le truppe statunitensi nel paese» ha spiegato nel corso di una conferenza stampa la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh, che si è detta preoccupata per i crescenti legami di Niamey con Russia e Iran. Anche il vice portavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patel, ha raccontato di essere in contatto con il Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria per convincerlo a tornare sui suoi passi.

«Questo è il fianco meridionale della Nato. Dobbiamo essere in grado di mantenere l’accesso e l’influenza in tutto il Maghreb, dal Marocco alla Libia» ha detto il generale Langley, sottolineando che nel continente Russia e Cina stanno perseguendo strategie a lungo termine, «cercando di conquistare l’Africa centrale e il Sahel».

La Russia si rafforza
In effetti i legami tra Mosca e altri paesi del Sahel sono sempre più consolidati, soprattutto con il Mali e il Burkina Faso, anch’essi guidati da giunte militari insediate in seguito ad altrettanti golpe.

In Burkina Faso la Federazione Russa ha già schierato centinaia di militari dell’Africa Corps – l’entità che ha preso il posto della Compagnia militare privata “Wagner” dopo la morte di Yevgeny Prigozhin – mentre un migliaio di combattenti russi sta supportando l’esercito del Mali contro i jihadisti. Inoltre a novembre i golpisti di Bamako hanno firmato un accordo con Mosca che include la realizzazione di una raffineria d’oro.

Con i due paesi dell’area il Niger sta costruendo un’alleanza regionale di tipo militare ed economico– si parla addirittura del varo di una moneta unica – ed a dicembre a Niamey è arrivato il viceministro della Difesa russo, Junus-bek Yevkurov, che con la giunta locale ha firmato un accordo di cooperazione militare.

Rimangono gli italiani
Se dovesse essere confermata la partenza delle truppe di Washington, nel paese resterebbe solo il contingente italiano inviato in Niger nell’ambito della “Missione bilaterale di supporto” (Misin). La missione italiana conta attualmente su 350 militari e 13 mezzi terrestri e la sua area di intervento si estende fino alla Mauritania, alla Nigeria e al Benin. Il contingente è dislocato dal giugno del 2022 in un’area all’interno dell’aeroporto di Niamey ed ora, ammesso che la giunta nigerina non cacci anche il Misin resterebbe l’unica forza militare occidentale nel paese.

Per ora i rapporti con i golpisti sarebbero ottimi: il 9 marzo una delegazione italiana guidata dal generale Figliuolo e dal segretario generale della Farnesina, Riccardo Guariglia, ha concordato il riavvio dei corsi formativi a favore dell’esercito e della polizia nigerini.

Intanto l’insorgenza jihadista continua a colpire duramente. Venerdì scorso 23 militari di Niamey sono stati uccisi nel corso di un’imboscata, poi rivendicata dallo Stato Islamico, avvenuta nelle regioni occidentali del paese, vicino al confine con il Burkina Faso e il Mali. Pagine Esteri

13942299* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, El Salto Diario e Berria

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GAZA. Sotto assedio altri due ospedali. Israele vieta all’Unrwa la distribuzione degli aiuti al Nord


Come lo Shifa di Gaza city, anche il Nasser e l'Amal di Khan Yunis sono circondati. Guterres: è un oltraggio morale la mancata distribuzione del cibo alla popolazione L'articolo GAZA. Sotto assedio altri due ospedali. Israele vieta all’Unrwa la distribuz

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di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 25 marzo 2024 – Mentre continua la pesante incursione dell’esercito israeliano nell’ospedale Shifa di Gaza city – dove Tel Aviv afferma di aver ucciso circa 200 combattenti e dirigenti di Hamas e Jihad islami e di averne catturato altre centinaia, invece i palestinesi denunciano l’uccisione e il ferimento di numerosi civili all’interno del complesso ospedaliero -, altri due ospedali della Striscia, il Nasser e l’Amal di Khan Yunis, sono finiti di nuovo sotto assedio. La Mezzaluna Rossa inoltre denuncia che le forze israeliane bloccano i movimenti delle sue squadre mediche con colpi di arma da fuoco e che uno dei suoi dipendenti è stato ucciso da raffiche di carri armati. “Tutte le nostre squadre sono in estremo pericolo in questo momento e completamente paralizzate”, si legge in un comunicato della Mezzaluna Rossa.

Come per lo Shifa, l’esercito israeliano sostiene che combattenti palestinesi si sarebbero rifugiati all’interno di questi due ospedali. Reparti corazzati hanno circondato l’ospedale di Al-Amal ed effettuato estese operazioni di demolizione nelle sue vicinanze. Le forze israeliane intimano la completa evacuazione del personale, dei pazienti e degli sfollati dai locali dell’Amal e hanno lanciato fumogeni per costringere le persone ad uscire.

Abitanti di Khan Younis hanno aggiunto che le truppe israeliane sono avanzate e hanno circondato l’ospedale Nasser, nella parte occidentale della città, sotto la copertura di un pesante fuoco aereo e terrestre. A Rafah al confine con l’Egitto, l’ultimo rifugio per oltre la metà della popolazione di Gaza, un attacco aereo israeliano su una casa ha ucciso sette persone. Almeno 32.226 palestinesi sono stati uccisi, di cui 84 ​​nelle ultime 24 ore, e 74.518 feriti nell’offensiva aerea e terrestre israeliana dal 7 ottobre.

Intanto la mediazione del Qatar e dell’Egitto, appoggiata dagli Stati Uniti, non è riuscita finora a raggiungere il cessate il fuoco tra Hamas e Israele, lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri politici palestinesi e un aiuto umanitario senza limiti agli oltre due milioni di civili di Gaza che affrontano la carestia. Hamas vuole che qualsiasi accordo di tregua includa l’impegno israeliano a porre fine alla sua offensiva e a ritirare le forze da Gaza. Israele lo ha escluso e afferma che continuerà a combattere finché “Hamas non sarà sradicato come forza politica e militare”.

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La quantità e la distribuzione degli aiuti alimentari a Gaza restano tra i principali problemi. Israele peraltro ha comunicato che non permetterà più all’Unrwa, l’agenzia per i profughi palestinesi, di consegnare il cibo e altri generi di prima necessità nel nord della Striscia. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha descritto la mancata consegna degli aiuti destinati a Gaza come un “oltraggio morale” durante una visita sabato al lato egiziano del valico di frontiera di Rafah. Parlando ieri al Cairo, Guterres ha affermato che l’unico modo efficace ed efficiente per consegnare merci e soddisfare i bisogni umanitari di Gaza è la strada, ossia il trasporto con i camion. Gli Stati Uniti e altri paesi utilizzano lanci aerei e navi per fornire aiuti, ma i funzionari delle Nazioni Unite ripetono che le consegne possono essere aumentate solo via terra e accusano Israele di ostacolare le operazioni umanitarie. Pagine esteri

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  di Laura Tussi   Le risoluzioni ONU in merito sono sempre state disattese e l’opinione pubblica è sempre più omertosa sulla questione pales

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Quelli che oggi ci fanno la morale su come si trattano i terroristi in un "paese civile" che rispetta lo stato di diritto, sono gli stessi che nel corso della storia si sono macchiati di torture e violazioni di diritti umani indicibili.

Sono gli stessi che quando gli Stati Uniti d'America, con la collaborazione anche dell'Italia e di quasi tutto il "buono e democratico occidente", ne combinavano di ogni in Iraq, in Afghanistan e a Guantanamo anche sui civili, anzi, spesso sui civili, se ne stavano zitti o ci raccontavano la storia dell'esportazione della democrazia, della lotta al terrorismo e della guerra del bene contro il male.

Sono gli stessi che stanno facendo marcire in carcere Julian Assange solo perché quei crimini li ha fatti conoscere al mondo intero. Sono gli stessi che stanno torturando un giornalista che ha fatto solo ed esclusivamente il suo lavoro.

Sono gli stessi che stanno permettendo a Israele di commettere stupri e torture raccontandoci che si tratta di "diritto di difendersi".

Cari pennivendoli, voglio essere impopolare anche stavolta ma si parla con i fatti, non con la propaganda e le menzogne: seppur i terroristi catturati in Russia non stiano assolutamente subendo un trattamento con i guanti bianchi, sappiate che in confronto alle torture inflitte in giro per il mondo dai vostri padroni, sembra che siano in un hotel a cinque stelle.

Solo che per voi, maledetti suprematisti, esiste la categoria di serie A e di serie B. Sia sui morti sia sui terroristi. In base a come vi ordina la Cada Bianca di classificarli. Quindi per favore risparmiateci lezioni e morale. Avete ampiamente rotto i cog***ni...

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T.me/GiuseppeSalamone



di Paolo Ferrero - Voglio esprimere la mia piena solidarietà al Senato Accademico dell’Università di Torino che martedì scorso ha deciso di non partecip


Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale: le nostre proposte


Approvato l’AI Act dal Parlamento europeo, ora tocca agli Stati membri garantirne la corretta applicazione creando un'autorità nazionale per il governo dell'IA indipendente. The post Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale: le nostre proposte a

Approvato l’AI Act dal Parlamento europeo, ora tocca agli Stati membri garantirne la corretta applicazione creando un’autorità nazionale per il governo dell’IA indipendente.

Insieme a Privacy Network, The Good Lobby, e molte altre organizzazioni italiane, abbiamo pubblicato un documento con le nostre raccomandazioni a politici e istituzioni che presto dovranno decidere quali caratteristiche dovrà avere l’autorità italiana.

Autorita-AI-Ita-2024-1Download

Di seguito riportiamo in sintesi le caratteristiche principali che l’autorità nazionale per l’intelligenza artificiale dovrà possedere, per essere in gradi di affrontare il compito che la attende:

Indipendenza e Autonomia Politica.

Questa Autorità dovrebbe, innanzitutto, essere indipendente e autonoma da influenze politiche e interessi economici. Per questo raccomandiamo che i componenti del collegio vengano nominati attraverso un percorso parlamentare trasparente e possibilmente partecipativo.

Multidisciplinarietà.

L’autorità dovrà disporre di personale competente ed esperto con una conoscenza approfondita e multidisciplinare dell’IA, dei dati e dell’informatica, dei diritti fondamentali, dei rischi per la salute e per la sicurezza ,delle norme e dei requisiti giuridici esistenti. Devono essere inclusi esperti in scienze sociali e umanistiche per assicurare un’analisi esaustiva degli impatti dell’IA sulla società.

Etica e Standardizzazione.

Con un’autorità indipendente per l’IA ci sarebbe maggiore chiarezza nella distribuzione delle competenze, facilitando e uniformando l’applicazione delle norme. Un ente ad-hoc potrebbe concentrarsi sulle implicazioni etiche e legali, fornendo linee guida e supporto alle organizzazioni che sviluppano e impiegano l’IA.

Trasparenza e Accesso alle Informazioni.

La nuova autorità indipendente per l’IA dovrebbe sfruttare il proprio mandato per offrire una supervisione trasparente e mettere cittadine e cittadini nelle condizioni di comprendere le applicazioni dell’IA, i dati coinvolti e le decisioni adottate. Per questo suggeriamo all’autorità di istituire un registro algoritmico nazionale.

Apertura.

In linea con i principi dell’open governmenti, è importante che l’autorità si doti anche di meccanismi di apertura nei confronti della società civile. Tavoli di lavoro, commissioni miste, protocolli di intesa, sono “strumenti” che possono facilitare il dialogo tra l’autorità e i soggetti che da anni si occupano del tema, rendendone l’operato più efficace.

Capacità Finanziaria.

Ci auguriamo che l’autorità sia fornita di risorse economiche e strumentali adatte: questo significa disporre di personale interno adeguato, formato e remunerato adeguatamente. Consigliamo anche di prevedere fondi per realizzare studi finalizzati ad aggiornare periodicamente la fotografia dello stato dell’arte dell’IA in Italia.

Rappresentatività del Collegio.

Le persone nominate nel board dell’autorità dovranno rappresentare il più ampio spettro sociale possibile, anche in termini di genere, etnia, background culturale e di rappresentazione generazionale.

Agilità Operativa.

L’autorità indipendente si troverà nelle condizioni di dover rispondere con immediatezza alle sfide poste dalle rapide innovazioni nel campo dell’IA. Per questo servono validi meccanismi di controllo per verificare che ciò avvenga in maniera etica e rispettosa dei diritti fondamentali.

Meccanismi di controllo.

L’Agenzia nominata dovrà essere in grado di implementare misure e linee guida a supporto di chi sviluppa o adotta sistemi di IA. Dovrà, inoltre, sviluppare meccanismi di controllo per intervenire quando non vengono rispettate. Questi meccanismi di controllo dovranno essere tanto reattivi quanto accurati, assicurando che le decisioni automatizzate siano prese con una piena consapevolezza di tutte implicazioni etiche e sociali.

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libertà non è anarchia... e comunque non possibilità di fare del male a chi ti sta vicino (es. no vax). quella non è libertà ma bullismo. e a volte gli italiani più che voler essere liberi, rivendicando il diritto di poter essere bulli. anche voler togliere la libertà agli altri è bullismo.


ITS Academy, l’87% dei diplomati trova #lavoro a un anno dal diploma. Sono stati presentati a Fiera Didacta Italia, i dati del monitoraggio nazionale 2024 sul sistema ITS Academy.


GAZA. Sotto assedio altri due ospedali. Israele vieta all’Unrwa la distribuzione degli aiuti al Nord


Come lo Shifa di Gaza city, anche il Nasser e l'Amal di Khan Yunis sono circondati. Guterres: è un oltraggio morale la mancata distribuzione del cibo alla popolazione L'articolo GAZA. Sotto assedio altri due ospedali. Israele vieta all’Unrwa la distribuz

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di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 25 marzo 2024 – Mentre continua la pesante incursione dell’esercito israeliano nell’ospedale Shifa di Gaza city – dove Tel Aviv afferma di aver ucciso circa 200 combattenti e dirigenti di Hamas e Jihad islami e di averne catturato altre centinaia, mentre i palestinesi denunciano l’uccisione e il ferimento di numerosi civili all’interno del complesso ospedaliero -, altri due ospedali della Striscia, il Nasser e l’Amal di Khan Yunis, sono finiti di nuovo sotto assedio. La Mezzaluna Rossa inoltre denuncia che le forze israeliane bloccano i movimenti delle sue squadre mediche con colpi di arma da fuoco e che uno dei suoi dipendenti è stato ucciso da raffiche di carri armati. “Tutte le nostre squadre sono in estremo pericolo in questo momento e completamente paralizzate”, si legge in un comunicato della Mezzaluna Rossa.

Come per lo Shifa, l’esercito israeliano sostiene che combattenti palestinesi si sarebbero rifugiati all’interno di questi due ospedali. Le forze corazzate hanno circondato l’ospedale di Al-Amal ed effettuato estese operazioni di demolizione nelle sue vicinanze. Le forze israeliane intimano la completa evacuazione del personale, dei pazienti e degli sfollati dai locali di Al Amal e hanno lanciato fumogeni per costringere le persone ad uscire.

Abitanti di Khan Younis hanno aggiunto che le truppe israeliane sono avanzate e hanno circondato l’ospedale Nasser, nella parte occidentale della città, sotto la copertura di un pesante fuoco aereo e terrestre. A Rafah al confine con l’Egitto, l’ultimo rifugio per oltre la metà della popolazione di Gaza, un attacco aereo israeliano su una casa ha ucciso sette persone. Almeno 32.226 palestinesi sono stati uccisi, di cui 84 ​​nelle ultime 24 ore, e 74.518 feriti nell’offensiva aerea e terrestre israeliana dal 7 ottobre.

Intanto la mediazione del Qatar e dell’Egitto, appoggiata dagli Stati Uniti, non è riuscita finora a raggiungere il cessate il fuoco tra Hamas e Israele, lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri politici palestinesi e un aiuto umanitario senza limiti agli oltre due milioni di civili di Gaza che affrontano la carestia. Hamas vuole che qualsiasi accordo di tregua includa l’impegno israeliano a porre fine alla sua offensiva e a ritirare le forze da Gaza. Israele lo ha escluso e afferma che continuerà a combattere finché “Hamas non sarà sradicato come forza politica e militare”.

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La quantità e la distribuzione degli aiuti alimentari a Gaza restano tra i principali problemi. Israele peraltro ha comunicato che non permetterà più all’Unrwa, l’agenzia per i profughi palestinesi, di consegnare il cibo e altri generi di prima necessità nel nord della Striscia. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha descritto la mancata consegna degli aiuti destinati a Gaza come un “oltraggio morale” durante una visita sabato al lato egiziano del valico di frontiera di Rafah. Parlando ieri al Cairo, Guterres ha affermato che l’unico modo efficace ed efficiente per consegnare merci e soddisfare i bisogni umanitari di Gaza è la strada, ossia il trasporto con i camion. Gli Stati Uniti e altri paesi utilizzano lanci aerei e navi per fornire aiuti, ma i funzionari delle Nazioni Unite ripetono che le consegne possono essere aumentate solo via terra e accusano Israele di ostacolare le operazioni umanitarie. Pagine esteri

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🔶 Viaggi di istruzione e visite didattiche, proseguono le agevolazioni
🔶 #Scuola, protocollo tra #MIM e Consiglio Nazionale dell'Ordine deg…



che non ci sia modo di realizzare uno stupido ponte come quelli che fanno ovunque nel mondo dovrebbe preoccupare il popolo italiano ben più della possibilità di aver speso per niente nel tentativo di farcela. non è più un progetto ambizioso. non è più niente. siamo diventati veramente un popolo solo di paXXXXXXXX. e comunque se sai che una cosa è ovviamente utile (e ogni ponte è utile per definizione) è peggio non averci neppure provato o aver fallito? pure la rinuncia a qualsiasi progetto di sviluppo a priori in Italia è *IL problema e non UN problema. gli italiani sembrano un po' come della carne secca messa sotto il sole a essiccare. nessuna prospettiva. nessuna ambizione. nessun futuro. nessuna volontà. nessuna ricerca. nessuna valore. niente saggezza. gli italiani buoni sono quelli cacciati che sono andati a tentare fortuna all'estero.
in reply to simona

eh, ad avere i soldi, bisognerebbe fare il ponte e anche le strade

Io mi ricordo l'impatto mistico che ebbi la prima volta che, dovendo andare in Svezia per lavoro, presi un treno dall'aereoporto di Copenaghen, che passava sull'Oresund Bridge.

in reply to Luca Sironi

@Luca Sironi si immagino. è il bello è che in questi anni un progetto che pera fantascienza 50 anni fa è stato replicato in tutto il mondo. il ponte di messina è stato costruito. ma non a messina. come ogni cosa costruita in tutto il mondo meno che in italia. che tristezza. è come un bambino che si rifiuta di crescere. ma nel dire questo sono molto molto buona. si potrebbe dire peggio di così.
in reply to Luca Sironi

@Luca Sironi è quello che non riesco a far capire a nessuno. al momento costruire in sicilia costa tutto il triplo. prima fai le vie per arrivarci e dopo costruisci. la sequenza logica può essere solo questa. mi fa pensare a uno che vuole avere la casa bella e con tutti i mobili ma prima non ha pensato a fare l'ingresso abbastanza largo da fare passare i mobili... e se gli chiedi qualcosa ti dice: ma io entro con al massimo la borsa della spesa... a me basta. a che serve allargare l'ingresso? a me interessa solo come ci vivo dentro. non che l'ingresso sia agevole. ecco... questo dicono gli italiani quando parlano di strade, acquedotti, treni e ogni cosa. non ha neppure senso di parlarne perché si possono fare. ma a quale costo? il non ponte non giustifica tutto quello che non è stato fatto? certo che no. ma è anche vero che il ponte è un requisito necessario ma non sufficiente... qualcuno conosce la matematica?


La scuola va alla guerra? Disarmiamo la scuola l Rivoluzione Anarchica

Contemporaneamente alla privatizzazione e precarizzazione del sistema educativo, stiamo assistendo a un soffocante processo di militarizzazione delle istituzioni scolastiche e degli stessi contenuti culturali e formativi. Come accadeva ai tempi del fascismo, le scuole tornano a essere caserme mentre le caserme si convertono in aule e palestre per formare lo studente-soldato votato all’obbedienza perpetua.

rivoluzioneanarchica.it/la-scu…



https://it.quora.com/Possibile-che-Zelensky-e-lOccidente-non-si-rendano-conto-che-la-Russia-NON-PU%C3%92-PERDERE-in-Ucraina-a-costo-di-scatenare-un-guerra-nucleare-contro-la-NATO-ed-a-costo-di-venire-distrutta-essa-stessa/answer/Simona-Pisano-1?prompt_topic_bio=1

Possibile che Zelensky e l'Occidente non si rendano conto che la Russia NON PUÒ PERDERE in Ucraina, a costo di scatenare un guerra nucleare contro la NATO, ed a costo di venire distrutta essa stessa?

secondo il calcolo costi/benefici, per le importanti perdite di risorse e umane, la Russia potrebbe anche ottenere dei risultati ma di fatto ha GIÀ perso. e comunque il rapporto di fiducia e collaborazione con l'Europa dell'ovest è gravemente compromesso per generazioni...

la guerra nucleare? davvero? ma proprio il calcolo costo benefici non importa a nessuno quando si fanno le cose? la guerra nucleare nessuno la vince. non ha neppure senso parlarne. se un giorno ti dicessero che o l'Italia si arrende oppure la guerra nucleare tu cosa rispondi? io rispondo che se non è possibile vivere liberi, la vita non ha valore, e quindi tanto vale distruggere tutto. il ricatto sul nucleare ha senso per autodifesa ma non può essere usato per conquistare il mondo.

questa domanda è tipica della propaganda russa.



Oggi #25marzo è il #Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri!

Il #MIM ha previsto un'esposizione di volumi visitabile fino al 19 aprile presso la Sala di Lettura della Biblioteca.



quanto mi rompe che la gente si riferisce agli animali come se fossero una cosa diversa dall'uomo, quando anche la specie umana appartiene al regno animale. al limite quando ti riferisci agli "animali" volendo escludere la specie umana puoi dire "gli altri animali"


Tanti i messaggi di coloro che oggi piangono la scomparsa di Maurizio Buzzani, ne pubblichiamo alcuni ma sappiamo bene che il dolore attraversa le tante e i tan

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Threads has entered the fediverse with an open beta. Fediforum happened this week, showcasing a dizzying amount of fediverse demos.


L'ottantesimo anniversario dell'Eccidio delle Fosse Ardeatine è l'occasione in cui Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e altri esponenti del partito erede del fas






Fedeltà questione esistenziale


La fedeltà non ha a che fare con dei calcoli cinici o ragionamenti auto-assolutori, è una questione esistenziale profonda.
Il Signore Gesù lo aveva predetto a Pietro, ed era dunque qualcosa di importante restagli fedele almeno a parole!
Il pianto amaro di Pietro parla della mancata fedeltà sia alle promesse fatte e sia alla propria vita. Non è solo una questione di coraggio, è una questione di identità: infranta, negata, perduta.
Però Gesù lo ha guardato! Ed è così che Pietro si ricorda e quindi prende coscienza della sua infedeltà e del suo tradimento. Lo sguardo di Gesù svela la sua mancanza e però insieme lo salva. Il pianto amaro di Pietro è una ammissione di colpa e prepara il perdono. Lo sguardo di Gesù è una grazia per Pietro.
pastoredarchino.ch/2024/03/10/…


Is Threads Hiding Mentions of Pixelfed?


Despite assurances that Threads wants to be good neighbors in the Fediverse, some think Meta might be pulling out some old tricks. The post Is Threads Hiding Mentions of Pixelfed? appeared first on We Distribute. https://wedistribute.org/2024/03/is-thre

More than a few Meta employees showed up at FediForum earlier this week, doubling down on their commitment to open protocols and “being a good neighbor on the Fediverse”. While there were some demos and fruitful conversations, one public concern flew under the radar.

An eagle-eyed Threads user noticed that their status giving Pixelfed a positive mention was seemingly hidden from the tree of a public conversation. From there, coverage picked up across the network, and even made it back to Daniel Supernault, Pixelfed’s creator.

“Meta is free to do whatever they want on their platforms,” the developer mentioned, “and I hope this is a bug.”

For now, no one’s quite sure. Various people have tried to recreate the same situation with their Threads accounts, and their comments are still publicly available. We have yet to see a statement from the Threads team on the situation.

Bug or not, a vocal part of the network is apprehensive about Meta’s true intentions with the platform, ranging from pessimism on how much effort Threads is really putting in to the Fediverse, to accusations of hostile behavior. Dropping the ball like this can hurt user confidence, especially when building community goodwill is so crucial.

Prior History


Pixelfed has something of an established history with being at odds with Meta. Some of that points to Pixelfed’s form factor, which bears more than a passing resemblance to Instagram.
Left: my Pixelfed, Right: my Instagram
In the past, the project was warned by a Meta employee about using the same filter names and styles for images, citing a potential violation of Meta’s intellectual property. Pixelfed complied, and changed their image filters and styles in hopes of sidestepping the issue. It never came up again.

Pixelfed filters

Additionally, there have been situations in the past where both Twitter and Facebook have censored posts linking to open source Fediverse alternatives. Even if Threads is an effort to right wrongs of the past, these situations don’t reflect well on Threads or its parent company.

When is a bug just a bug?


For all we know right now, this is very likely an unfortunate bug. However, it’s important for the Threads team to nip this in the bud, if they really want to establish good vibes about their efforts.

FediPact is an Organized Effort to Block Meta’s ActivityPub Platform


wedistribute.org/2023/06/fedip…

On the other hand, it’s important to acknowledge that there’s a segment of the network that won’t be satisfied with an explanation, no matter how much evidence is presented. Some people will block Meta no matter what, and that’s their choice.

Regardless, we’ll keep you posted if we learn anything more.

The post Is Threads Hiding Mentions of Pixelfed? appeared first on We Distribute.


Despite assurances that Threads wants to be good neighbors in the Fediverse, some think Meta might be pulling out some old tricks.

wedistribute.org/2024/03/is-th…




New Report Explores Privacy Implications of Driver Safety Systems


Report Offers Recommendations for Organizations Developing, Implementing, and Regulating Technologies Today, the Future of Privacy Forum (FPF) is releasing a new report explaining how safeguarding driver privacy and data protection will be critical to ens

Report Offers Recommendations for Organizations Developing, Implementing, and Regulating Technologies

Today, the Future of Privacy Forum (FPF) is releasing a new report explaining how safeguarding driver privacy and data protection will be critical to ensuring widespread acceptance of new safety technology in vehicles. This report comes as the National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) is in the process of establishing new requirements for safety technology that vehicle manufacturers will soon integrate into vehicles of the future.

FPF’s report explores the privacy implications of vehicle safety systems – including Advanced Driver Assistance Systems (ADAS) and Driver Monitoring Systems (DMS) – and impairment detection technologies, which use automated technology to enhance vehicle safety. In addition to core recommendations for public and private entities developing and enforcing these technologies, the report includes insights from a survey completed with the Automotive Coalition for Traffic Safety, which gauges individuals’ attitudes toward the use of Vehicle Safety Systems and explores how to prioritize privacy.


“Vehicle safety systems can save lives and reduce injuries–but only if people use them. Policy makers and auto manufacturers must consider the privacy and data protection implications for all drivers when incorporating new technology into vehicles to bolster driver trust and adoption.”
Adonne Washington, Policy Counsel of Data, Mobility, and Location


The 2021 Infrastructure Investment and Jobs Act requires NHTSA to establish a new Federal Motor Vehicle Safety Standard surrounding impaired driving technology. In response, the report identifies five core recommendations for organizations developing, implementing, and regulating these technologies:

  • Regulators, technology developers, and technology deployers should ensure that privacy is a foundational principle for any Vehicle Safety System and should implement appropriate legal, policy, and technical safeguards when personal information is implicated, including measures that:
  • Technology developers and technology deployers should de-identify data collected by Vehicle Safety Systems as appropriate.
  • Impairment-detection systems should be accurate, should be tested for potential bias, and should not produce false-positive results more often for people from underrepresented, marginalized, and multimarginalized communities. Well-defined standards for consistent deployment and alignment across the industry may be beneficial.
  • Driver acceptance should be promoted through transparency about Vehicle Safety Systems functions and operations, as well as the handling of personal data.
  • Regulators, technology developers, and technology deployers should identify and mitigate, to the extent possible, potential future harms to drivers, especially to people from underrepresented, marginalized, and multimarginalized communities.


The survey results informed the recommendations. The key findings from the survey revealed that many individuals value advanced vehicle safety technologies but worry about the privacy risks, accuracy of the technology, cost, and data transfers to third parties. Additionally, individuals indicated that they generally trust carmakers’ data practices more than online companies and the government but worry about vehicle systems that collect information about occupant behaviors. Individuals want to incorporate these technologies for safety but need privacy and data protection practices like disclosure limits, encryption, on-car storage, and de-identification to trust these systems.


“Ensuring privacy protections in vehicles is necessary. Privacy protections can’t be considered at the end of the process when developing technology and shouldn’t be considered in a vacuum, but rather privacy should be continually considered in regard not only to every stage of the development pipeline but also to any unique risks for marginalized or multimarginalized individuals and communities.”
Adonne Washington, Policy Counsel of Data, Mobility, and Location


The report examines the strategies needed to protect consumer privacy when technologies, especially those to detect impairment, are included in vehicles. Washington underscored that policy leaders, regulators, and automakers should use the resources published to better understand drivers’ knowledge of data collection and safety systems in and around new and advanced vehicles.

FPF will also host a panel discussion and reception on the report. Learn more about the event here.

DOWNLOAD THE REPORT


fpf.org/blog/new-report-explor…



Ecco Friendica 2024.03: è disponibile la nuova versione stabile “Yellow Archangel” 2024.03.

Siamo molto felici di annunciare la disponibilità della nuova versione stabile di Friendica “Yellow Archangel” 2024.03. Oltre a numerosi miglioramenti e nuove funzionalità, questa versione contiene diverse correzioni per i problemi di sicurezza segnalati da snajafov, arcanicanis e r1pu5u – Grazie per le segnalazioni! Consigliamo vivamente a tutti gli amministratori di Friendica di aggiornare le proprie installazioni a questa versione stabile.

I punti salienti di Friendica 2024.03 sono

Sono state ottimizzate le prestazioni in alcune aree.
- È stato aggiunto un componente aggiuntivo OCR basato su Tesseract per creare facoltativamente descrizioni di immagini mancanti dal testo contenuto in un'immagine.
- La funzionalità Canali, l'algoritmo definito dall'utente per ordinare il flusso di rete introdotto con Friendica 2023.12, è stata migliorata e ampliata.
- La gestione di video e immagini è stata migliorata ed è stato aggiunto il supporto per WebP

@Che succede nel Fediverso?

friendi.ca/2024/03/21/friendic…


We are very happy to announce the availability of the new stable release of Friendica “Yellow Archangel” 2024.03. In addition to several improvements and new features, this release contains several fixes for security issues reported by snajafov, arcanicanis and r1pu5u – Thank you for the reports! We strongly recommend all Friendica admins to update their installations to this stable release.

The highlights of Friendica 2024.03 are

  • We could optimize the performance in some areas.
  • An OCR addon based on Tesseract was added to optionally create missing image descriptions from the text containd in an image.
  • The Channels feature–our user defined algorithm to sort the network stream that was introduced with Friendica 2023.12–has been improved and expanded.
  • The handling of videos and images has been improved and support for WebP has been added.

Note that the minimal PHP version for Friendica was raised to PHP 7.4 with this release.

For details, please the CHANGELOG file in the repository.

What is Friendica


Friendica is a decentralised communications platform, you can use to host your own social media server that integrates with independent social networking platforms (like the Fediverse or Diaspora*) but also some commercial ones like Tumbler and BlueSky.

How to Update
Updating from old Friendica versions


If you are updating from an older version than the 2022.12 release, please first update your Friendica instance to that version as it contained some breaking changes.

Pre-Update Procedures


Ensure that the last backup of your Friendica installation was done recently.

Using Git


Updating from the git repositories should only involve a pull from the Friendica core repository and addons repository, regardless of the branch (stable or develop) you are using. Remember to update the dependencies with composer as well. So, assuming that you are on the stable branch, the commands to update your installation to the 2024.03 release would be
cd friendicagit pullbin/composer.phar install --no-devcd addongit pull
If you want to use a different branch than the stable one, you need to fetch and checkout the branch before your perform the git pull.

Pulling in the dependencies with composer will show some deprecation warning, we will be working on that in the upcoming release.

Using the Archive Files


We experience some problem with the build process for the addon archive of the stable branch and will add instruction how to upgrade your installation using the archive files as soon as possible.

Post Update Tasks


The database update should be applied automatically, but sometimes it gets stuck. If you encounter this, please initiate the DB update manually from the command line by running the script
bin/console dbstructure update
from the base of your Friendica installation. If the output contains any error message, please let us know using the channels mentioned below.

Please note, that some of the changes to the database structure will take some time to be applied, depending on the size of your Friendica database.

Known Issues


At the time of writing this, none

How to Contribute


If you want to contribute to the project, you don’t need to have coding experience. There are a number of tasks listed in the issue tracker with the label “Junior Jobs” we think are good for new contributors. But you are by no means limited to these – if you find a solution to a problem (even a new one) please make a pull request at github or let us know in the development forum.

Contribution to Friendica is also not limited to coding. Any contribution to the documentation, the translation or advertisement materials is welcome or reporting a problem. You don’t need to deal with Git(Hub) or Transifex if you don’t like to. Just get in touch with us and we will get the materials to the appropriate places.

Thanks everyone who helped making this release possible, and especially to all the new contributors to Friendica, and have fun!



friendi.ca/2024/03/21/friendic…

#release



in reply to macfranc

condivido pienamente, ma ci sono molti aspetti da considerare (la strategia da usare, la preparazione degli insegnanti, il supporto "dal basso",...).
Hai per caso voglia di fare una chiacchierata?
Mi trovi qui alle 15:00
bbb.f-si.org/rooms/wtx-e9k-rlr…
(se qualcun altro volesse unirsi -ben volentieri)

@notizie @programmailfuturo @fediverso @programma_il_futuro

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in reply to Luca Alloatti

@luca

> ci sono molti aspetti da considerare (la strategia da usare, la preparazione degli insegnanti, il supporto "dal basso",...).

Vero. È importante lavorare sulla formazione (e l'autoformazione) degli insegnanti oltre che preparare dei "menù pronti" da poter modificare a seconda del contesto

> Hai per caso voglia di fare una chiacchierata?

Volentieri, ma non questa settimana. Se vuoi, possiamo sentirci da lunedì in poi

@notizie @programmailfuturo @fediverso @programma_il_futuro



"Pagare o andare bene": 1.500 € all'anno per la vostra privacy online? Se "Pay or Okay" dovesse essere legittimato per Meta, le aziende di tutti i settori potrebbero seguirne l'esempio. Ma qual è la situazione attuale negli Stati membri? Pay or Okay Bathroom Stall


noyb.eu/it/pay-or-okay-1500-eu…

dlag19 reshared this.



Privacy and the Rise of “Neurorights” in Latin America


Authors: Beth Do, Maria Badillo, Randy Cantz, Jameson Spivack “Neurorights,” a set of proposed rights that specifically protect mental freedom and privacy, have captured the interest of many governments, scholars, and advocates. Nowhere is that more appar

Authors: Beth Do, Maria Badillo, Randy Cantz, Jameson Spivack

“Neurorights,” a set of proposed rights that specifically protect mental freedom and privacy, have captured the interest of many governments, scholars, and advocates. Nowhere is that more apparent than in Latin America, where several countries are actively seeking to enshrine these rights in law, and some even in their Constitutions.

The rapid global proliferation of neurotechnology—devices that can access mental states by decoding and modulating neural activity—has generated a large amount of consumer neurodata (also known as neural, brain, or cerebral data; brain information; mental activity; etc.). As most existing privacy laws do not separately or explicitly regulate neurodata—even though such data is normally covered by the broad definitions of “personal data” in such legislation—several governments and international bodies have begun to develop specific legal protections for this type of personal data.

This analysis focuses on current legislative efforts in Chile, Mexico, and Brazil, which are indicative of how far the conversation in Latin America has progressed. Other jurisdictions, such as the United States, Israel, South Korea, and Europe, are also in the nascent stages of discussing protections for mental privacy. As neurotechnologies continue to evolve, industry and regulatory bodies alike should look to Latin America for developing trends and best practices.

1. What is neurotechnology?

Neurotechnology is an umbrella term for technologies that allow access to neurodata. Raw neurodata is collected from an individual’s central nervous system (the brain and spinal cord) and/or peripheral nervous system (the nerves outside the brain and spinal cord), including electrical activity between these systems. Neurotechnology includes both traditional techniques such as electroencephalography (EEG) testing and magnetic resonance imaging (MRI) scans, as well as new methods that can monitor or modulate brain activity.

Neurodata is valuable and uniquely sensitive as it can access a person’s emotions, biases, and memories. For example, EEGs can measure inattention, as brainwaves can indicate whether someone’s mind is focused or wandering. With sufficient data over a period of time, brainwave patterns may also even be more uniquely identifying than fingerprints.

2. What are neurorights?

“Neurorights” have been formulated to encompass mental privacy, integrity, and liberty. They are not yet widely recognized at the national level or codified in an international human rights framework, and there is disagreement about their usefulness as a conceptual framework. Some prefer using other terms such as “mental privacy” or “cognitive liberty;” others question the necessity of introducing new rights, or if current legal frameworks are sufficient or could be strengthened to account for them. Neurorights can be simplified into five fundamental rights:

  • Mental Privacy: Personal neurodata should be private, and should not be stored or sold without consent.
  • Personal Identity: Neurotechnology should not alter “mental integrity,” or an individual’s sense of self.
  • Free Will: Individuals should retain decision-making control, without unknown manipulation via neurotechnology.
  • Fair Access to Mental Augmentation: Cognitive enhancement neurotechnology should be accessible to everyone.
  • Protection from Bias: Neurotechnology algorithms should not discriminate.


3. The emergence of neurorights

Advances in neurotechnology, partly funded by large research programs such as the US-based Brain Research Through Advancing Innovative Neurotechnologies (BRAIN) Initiative, have spurred global interest in establishing legal safeguards for the brain and neurodata. In 2019, the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) developed the first international standards to respond to neurotechnology’s ethical, legal, and social challenges. The OECD’s Recommendation on Responsible Innovation in Neurotechnology provides guiding principles to prioritize safety, inclusivity, collaboration, and trust in neurotechnology. In 2022, the UNESCO International Bioethics Committee issued a report on the ethical issues of neurotechnology and advocated for a comprehensive governance framework.

On a regional level, the Inter-American Juridical Committee of the Organization of American States (OAS) issued a Declaration on neuroscience and neurotechnologies and human rights in 2021. Two years later, the OAS followed up with a set of Principles to align international standards to national frameworks. In the same year, the Ibero-American Network of Data Protection Authorities (RIPD), the main forum for Spanish- and Portuguese-speaking data protection regulators, declared support for the OAS Declaration and Principles and announced the establishment of a working group on neurodata.

Perhaps the most consequential call for action was the 2022 Neurorights Model Law, drafted by the Latin American and Caribbean Parliament (Parlatino), a regional organization that promotes regional integration through legislative harmonization. The model law provides both structure and foundational concepts to regulate neurotechnology, including establishing an independent oversight authority and providing redress mechanisms.

Transnational stakeholders such as the OAS and Parlatino have played large roles in establishing Latin America as a leading player in the neurorights discussion. However, legislative initiatives at the domestic level may prove more influential, as their impact continues to reverberate in Latin America and beyond.

4. Chile: The first country to protect “mental integrity” in its Constitution

As a pioneer in the neuroprivacy movement, Chile was the first country to amend its Constitution to protect “mental integrity” and neurodata in 2021. Specifically, the provision states that “the law shall regulate the requirements, conditions, and restrictions for [neurodata], and shall especially protect brain activity, as well as the information derived from it.” Furthermore, scientific and technological developments are to be conducted with “respect for […] physical and mental integrity.”

Led by Senator Guido Girardi Lavín and several other legislators, the amendment centered on the individual identity as an intrinsic value of human evolution and referred to physical and psychic integrity as its main elements. The legislators asserted that any technological development affecting mental integrity, as a fundamental right, should be authorized by law. Simultaneously, the same legislators introduced Bill 13.828-19, which aimed to further regulate neurotechnology by requiring consent to use neurotechnology and establishing penalties for noncompliance.

In 2023, only two years after the country’s Constitution was amended, Chile’s Supreme Court became the first court to rule on aneuroprivacy case. The plaintiff, Senator Girardi, alleged that his brain data was insufficiently protected by the US-based Emotiv’s “Insight” device, a headband that records detailed information about the brain’s electrical activity. The Court ultimately found thatEmotiv violated Sen. Girardi’s constitutional rights to physical and psychological integrity as well as the right to privacy, setting aside Emotiv’s arguments that the harms were hypothetical. Citing both Chilean domestic law and international human rights law, the Court focused on the fact that Emotiv retained Sen. Girardi’s data for research purposes, even in anonymized form, without obtaining prior consent for this specific purpose. In addition to setting a precedent for neuroprivacy litigation, this case reflects the neurorights movement’s influence beyond the policy sphere.

5. Mexico: Proposed constitutional amendment for neuroprivacy rights

As of March 2024, there are two pending neuroprivacy bills that seek to amend Mexico’s Constitution. The first bill, proposed by Deputy María Eugenia Hernández Pérez, would include the right toindividual identity, as well as physical and psychological integrity. The Chilean constitutional amendment’s influence is noticeable throughout the Mexican bill, including language requiring the State to respect mental privacy and integrity. Moreover, the proposal has the same wording as Chile’s constitutional amendment and similarly spotlights the value of individual identity.

The proposal centers on human identity and its relation to technology, and not solely privacy and data protection, which are already recognized as two separate fundamental rights under Article 16 of Mexico’s Constitution. It includes broad legal safeguards to ensure the confidentiality of neurodata collection, informed consent before access, clear limits on neurotechnologies, and anti-discrimination measures. Moreover, the bill notes that while some local laws protect human rights and neurodata in the context of medical and scientific uses, there is a lack of regulation for non-medical uses.

The second Mexican bill, spearheaded by Senator Alejandra Lagunes Soto Ruiz, would amend Article 73 of the Constitution to provide congressional authorization to pass federal legislation related to artificial intelligence (AI), cybersecurity, and neurorights. Under this authority, Congress could safeguard mental privacy, cognitive autonomy, informed consent for the use of brain data, identity and self-expression, non-discrimination, and equal access to technology.

Both bills acknowledge that neuroprivacy is an emerging concept and focus on how neurotechnology could jeopardize fundamental rights. Although these bills approach the issue from different viewpoints, they both seek to protect personal data and build citizen trust. Additionally, in November 2023 the Mexican Data Protection Authority published a Digital Human Rights Charter that recognizes the five fundamental neurorights.

6. Brazil: Proposed constitutional amendment and neuroprivacy rights in privacy law

Several neuroprivacy initiatives have gained traction in Brazil. Bill 29/2023, introduced by Senator Randolph Frederich Rodrigues Alves in June 2023, seeks to amend the Brazilian Constitution to include protections for mental integrity and algorithmic transparency. In particular, the proposal highlights that recognizing “mental integrity” is essential to expand the “legal and normative understanding of human dignity in this new digital context” that protects both personal data and the “psychic and physical integrity of human beings.” The proposal was presented to the Senate in June 2023 and is pending until a Rapporteur is appointed to review the bill. 1 Of note, the Brazilian Constitution was amended in February 2022 to include a right to the protection of personal data, distinct from the right to privacy.

Separately, Bill 522/2022, introduced by Deputy Carlos Henrique Gaguim in March 2022, would amend Brazil’s General Data Protection Law (LGPD) to regulate neurodataas a category of sensitive data. The bill would add a new section to regulate the processing of neurodata, emphasizing that therequest for consent must “clearly and prominently indicate the possible physical, cognitive and emotional effects” of processing neurodata. Currently, Article 5 of the LGPD establishes racial and ethnic origin; religious, political, and philosophical affiliations; health, sexual and life data; and genetic and biometric data as categories of sensitive data. However, the proposal highlights the need to include neurodata as a distinct category of sensitive data, not to be confused or associated with biometric data. The bill was approved by the Health Commission Rapporteur in October 2023 and awaits further consideration.

The neurorights discussion has also made its way into Brazil’s Federal Civil Code. In December 2023, the Sub-Committee on Digital Law of the Commission of Jurists, who are responsible for reviewing the Civil Code, submitted a report that seeks to recognize neuroprivacyunder the LGPD. Independently, in December 2023, Río Grande do Sul, Brazil’s fifth-largest state by population, amended its Constitution to include neurorights, specifying mental integrity as a constitutional principle.

7. Other regional initiatives

Similar legislative efforts are underway in the region, with some variations:

  • Costa Rica proposed amending the country’s data protection law to include a definition of biometric data which, in contrast to Brazil’s proposal, categorizes neurodata as biometric data.
  • Colombia is considering updating its data protection law to include a section specific to the processing of data through AI and neurotechnologies. The proposal sets out specific obligations for accessing and processing neurodata.
  • Argentina has two pending bills: Bill 2446/23 proposed the creation of a bicameral committee to develop a neurorights framework. Separately, another bill would amend the Federal Code of Civil Procedure to allow neurotechnologies that infer mental activity as admissible evidence.
  • Uruguay’s Parliament reported that elected officials have met with their Chilean counterparts to discuss neurorights. In February 2024, Deputy Rodrigo Goñi indicated that Parliament is considering regulating neurotechnologies and providing safeguards for brain integrity and neurodata.


As neurotechnology continues to advance, it raises key questions about how the data involved should be regulated. Latin America is at the forefront of that conversation and has paved the way in recognizing neuroprivacy, from Chile’s Constitution, to Mexico and Brazil’s pending legislation. Regional frameworks, such as the OAS Declaration and Principles, illustrate that neurorights are coalescing on the international level as well. The groundswell of legislative proposals and domestic laws demonstrates that the fight for neuroprivacy is here to stay—and for now, at least, Latin America is the place to watch.

1 According to the Brazilian Chamber of Deputies Internal Rules, Art. 56, committee bills and other proposals will be examined by a Rapporteur who must issue an opinion.


fpf.org/blog/privacy-and-the-r…



Weekly Chronicles #68


Droni, parchimetri e quantum computing

Questo è il numero #68 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era Digitale: sorveglianza di massa e privacy, sicurezza dei dati, nuove tecnologie e molto altro.

Cronache della settimana

  • Privacy Chronicles, ma alla radio
  • Il futuro è dei droni
  • A Como il parchimetro è anche esattore

Lettere Libertarie

  • La sciagurata condizione di “cittadino”

Rubrica OpSec

  • Raccogli ora, decifra dopo: i rischi del quantum computing

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Privacy Chronicles, ma alla radio


Il 26 marzo, dalle 22 alle 24, ti aspetta un’ora di pensieri in libertà da parte del sottoscritto su NO LIMITS Radio. Insieme a Luca, il conduttore, abbiamo iniziato un percorso di due episodi che porterà gli ascoltatori ad approfondire molti dei temi trattati regolarmente su queste pagine.

Siamo partiti dalle basi: cos’è la privacy e qual è la differenza tra privacy, segretezza e anonimato. Da qui, ci siamo lanciati in voli pindarici che ci hanno fatto toccare vette metafisiche: siamo pronti a vivere nell’Era Digitale? I nostri cervelli sono in grado di riconoscere pericoli immateriali o c’è bisogno di un “salto” intellettuale e spirituale? Una prima risposta forse arriva dal passato, coi primi Cypherpunk, che prospettavano un futuro che si avvicina a velocità fotonica: neurotecnologie, intelligenza artificiale, falsificazione della realtà e standardizzazione dell’essere umano. Non sarà però solo la tecnologia a salvarci.

La prima intervista andrà in onda il 26 marzo su nolimitsradio.it dalle 22 alle 24, con replica il 27 marzo dalle 10 alle 12. Non perderla!

Il futuro è dei droni


“Li abbiamo presi di sorpresa, non se l’aspettavano, ne abbiamo ammazzati un sacco […] i droni sono le nostre forze aeree…”

I ribelli del Myanmar hanno costruito una flotta di droni che in breve tempo è diventata un grosso problema per la fanteria militare del Tatmadaw (l’esercito), che dopo un colpo di stato nel 2021 ha preso il controllo del Paese.

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Nella guerra in Myanmar tra ribelli e governo militare, pare che generalmente stesse vincendo il governo. Questo fino a quando i ribelli non hanno iniziato a usare stampanti 3D per costruire droni d’attacco fatti in casa. I droni hanno l’enorme vantaggio di poter essere estremamente mobili e letali — lo vediamo, purtroppo — dai video che arrivano dal fronte ucraino.

Soprattutto, però, possono essere operati da chiunque con un minimo di allenamento, al contrario dei veicoli militari. Inoltre, grazie alle nuove tecnologie di stampa 3D ne possono essere costruiti a centinaia in una capanna in mezzo al bosco.

Il futuro, nel bene e nel male, sarà dei droni e dell’intelligenza artificiale, e non solo in campo militare.

Già oggi è possibile costruire in casa piccoli droni con sistemi d’intelligenza artificiale di riconoscimento biometrico in grado di identificare e sorvegliare da lontano una o più specifiche persone anche in mezzo a grandi folle. Di nuovo: è sufficiente una stampante 3D, il giusto software e qualche competenza informatica ed elettronica per assemblare il tutto. Un lavoro che con un pizzico di buona volontà e l’aiuto di chatGPT può essere alla portata di chiunque.

In futuro, ma in verità già oggi, non servirà più neanche operarli manualmente. Lo stesso piccolo drone con riconoscimento biometrico può essere programmato per identificare e seguire a distanza (o schiantarcisi addosso..) una persona specifica, senza alcun bisogno di essere operato manualmente. Le capacità di questi strumenti automatizzati lasciano a bocca aperta e onestamente fanno anche molta paura. Questo video vale più di mille parole (clicca qui).

La tecnologia ICT è da sempre un grande equalizzatore e al contrario di veicoli militari, cannoni, razzi e aerei, non conosce padroni. Chiunque potrà costruire e dotarsi di questi strumenti, sia per autodifesa che per aggressione. I tempi che s’annunciano saranno certamente titanici… e quando i nostri cieli saranno sorvolati da centinaia di droni sarà fondamentale pensare alla nostra privacy e incolumità tridimensionalmente.

A Como il parchimetro è anche esattore


Gli amministratori di Como non trovano pace. Dopo aver tentato di essere precursori di telecamere illegali con riconoscimento biometrico alcuni anni fa, oggi provano ancora a farsi notare sul fronte della sorveglianza di massa dei loro stessi cittadini. E lo fanno in un modo che mai avrei pensato: col parchimetro esattore.

I parchimetri a Como potranno verificare in tempo reale i dati della persona che inserisce la targa per pagare il parcheggio e, nel caso in cui tale persona sia residente a Como e in regola con il pagamento dei tributi, allora avrà diritto a uno sconto sulla tariffa oraria. Viceversa, dovrà pagare prezzo pieno e visualizzerà un avviso con invito a recarsi in Comune per saldare i debiti (ma se la persona che paga il parcheggio non è la proprietaria dell’auto?).

In sostanza è una query incrociata con il database tributario del comune senza però alcuna conseguenza concreta, se non la facile propaganda elettorale. Il sindaco era infatti molto felice di essere ospite in TV per spiegare la nuova trovata “anti-evasori”.

Il problema però, oltre che nella morale, sta anche nello strumento: i sistemi ICT dei parchimetri sono operati da aziende terze, che in questo modo avranno accesso a dati eccedenti rispetto a ciò che è meramente necessario per pagare il parcheggio. Questo aumenterà a dismisura il rischio di violazione degli stessi, oltre ad aumentarne l’accessibilità a terzi.

L’amministrazione di Como dimostra ancora di non avere alcun interesse nel tutelare gli interessi dei propri cittadini e di essere disposta a tutto pur di fare facile propaganda elettorale. Anche se la domanda resta: chi mai è così scemo da votare gente del genere?

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La sciagurata condizione di “cittadino”


Ieri ho letto su X una notizia: “Illegal immigrants can now carry guns, a federal judge has ruled”. Gli immigrati clandestini potranno possedere armi da fuoco, così ha deciso un giudice federale.

Il caso è quello di Heriberto Carbajal-Flores, un immigrato clandestino imputato per violazione dello statuto federale 18 U.S.C § 922, che vieta agli immigrati illegali di portare con sé armi o munizioni. Secondo il giudice federale però la legge viola il secondo emendamento e anche i migranti irregolari dovrebbero poter portare con sé armi e munizioni.

Il caso mi suscita una riflessione libertaria sulla condizione di “cittadino”, in contrapposizione con l’immigrato irregolare, cioè il non-cittadino per definizione.

Nel mondo progressista del “volemosebbene” non esistono confini; siamo tutti uguali e tutti titolari degli stessi diritti universali — soprattutto quelli di welfare. Il problema risiede però proprio nella contraddizione in termini di questa favola che ci piace raccontarci: non siamo tutti uguali. Alcuni animali, per citare Orwell, sono più uguali degli altri.

Il cittadino è infatti sottoposto, fin dalla nascita, a un programma di sorveglianza ed estrazione di risorse che non tocca, se non distrattamente, il migrante irregolare. Il neonato cittadino acquisisce fin da subito un codice identificativo alfanumerico che lo immette negli ingranaggi burocratici statali da cui poi sarà impossibile uscire (se non acquisendo esso stesso lo status di immigrato irregolare in altro paese).

Il cittadino poi, durante l’età adulta, sarà chiamato a dotarsi di numerosi documenti identificativi che gli consentiranno, se il Dio stato vuole, di vivere e lavorare: carta d’identità, patente, certificati di studi, dichiarazioni dei redditi, partita IVA e molto altro.

Viceversa, l’immigrato illegale può vivere e lavorare nei paesi occidentali senza alcun tipo di sottomissione a tale sistema burocratico e di sorveglianza di massa. Nella migliore delle ipotesi godrà anche degli stessi diritti di welfare del cittadino stesso, che invece deve pagarli di tasca propria, attraverso l’altissima esazione fiscale.

Con l’evoluzione dell’identità digitale la forbice si allargherà sempre più: gli immigrati illegali infatti saranno sempre più estraniati dal sistema statale digitalizzato. Viceversa, il cittadino sarà sempre più schiavo di sistemi automatizzati, codici QR e algoritmi pensati per tracciare ogni suo movimento, pensiero e azione.

Essere “cittadini” di uno stato occidentale oggi è divenuta una condizione sciagurata che ricorda molto da vicino quella dei servi della gleba, ma in versione globalista-tecnocratica.

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Raccogli ora, decifra dopo: i rischi del quantum computing


L’avvento dei computer quantistici mette a repentaglio i sistemi di crittografia più diffusi, come RSA (Rivest-Shamir-Adleman), DSA (Digital Signature Algorithm) e ECC (Elliptic Curve Cryptography).

La crittografia moderna si basa sulla difficoltà di risolvere certi problemi matematici, come la capacità di fattorizzare grandi numeri composti. I computer quantistici possono però elaborare informazioni in modi che permettono di risolvere questi problemi matematici molto più rapidamente, grazie a algoritmi quantistici specifici come l’algoritmo di Shor.

Il motivo è che avranno un potere computazionale superiore ai computer tradizionali, grazie allo stato fisico particolare dei "qubit", la loro unità di dati. Grazie alla “sovrapposizione quantistica” i qubit possono essere costantemente in una sorta di stato "ibrido" tra 0 e 1, o in una combinazione di entrambi. I bit a cui siamo abituati possono essere invece solo in uno stato di 0 o 1.

In risposta, sono stati già sviluppati nuovi algoritmi di crittografia progettati per essere sicuri anche nell'era quantistica. Ad esempio, Tutanota ha recentemente aggiornato di aver sostituito i propri algoritmi di crittografia (RSA-2048) con una combinazione di algoritmi “quantum safe”: un “post-quantum Key Encapsulation Mechanism” e un “Elliptic-Curve-Diffie-Hellmann Key exchange” per creare un protocollo chiamato TutaCrypt.

La questione però è più complessa. Se infatti gradualmente tutti i fornitori di servizi, sistemi di pagamento e monete digitali passeranno ad algoritmi di crittografia resistenti ad attacchi quantistici, lo stesso non potrà dirsi per i milioni di dati conservati con algoritmi obsoleti.

Ecco allora che il grosso problema della crittografia non sarà da ricercarsi nel presente o nel futuro, ma nel passato! Se un attaccante, anche a livello governativo, iniziasse ad ammassare grandi quantitativi di dati cifrati con algoritmi che saranno obsoleti, potrà in futuro decodificarli facilmente e acquisire infine il tesoro d’informazioni che cercavamo di proteggere. In gergo questo attacco si chiama “harvest now, decrypt later”, cioè “raccogli adesso, decifra dopo”.

Come proteggersi? Non è facile: è doveroso aggiornare periodicamente i nostri dati cifrati con gli ultimi algoritmi disponibili, avendo però anche cura di cancellare definitivamente le vecchie copie e aver cura di non diffonderle in giro. Nel caso in cui la diffusione fosse inevitabile, allora sarà opportuno modificare nel corso del tempo le informazioni, così da rendere obsolete, e quindi inutilizzabili, le precedenti versioni.


privacychronicles.it/p/weekly-…

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Cruciale


A volte c’è una relativizzazione della verità della croce di Cristo. Come fosse un evento lontano nel tempo, che perde valore per noi oggi. Invece, il sacrificio di Cristo è l’evento centrale della storia della salvezza e dunque umana. Cruciale, si direbbe, guarda un po', più precisamente in lingua italiana.
È prezioso e supremo il sacrificio di Cristo, ci dice l’apostolo, più di ogni argento ed oro a cui gli umani danno così grande importanza, che invece ci fanno vivere in un modo falso.



Our Live Coverage of FediForum March 2024!


We're attending the Fediverse's most popular unconference, and providing updates of the talks, along with commentary! The post Our Live Coverage of FediForum March 2024! appeared first on We Distribute. https://wedistribute.org/2024/03/fediforum-live/ h

FediForum is a wonderful unconference intended for builders, designers, and thinkers to come together and have discussions about the Fediverse.

wedistribute.org/2024/03/fedif…
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Don’t Forget: FediForum is Coming Soon!
FediForum is the Fediverse’s recurring unconference where developers, community members, designers, and thinkers come together to share their ideas!

We’re trying something new this year: we’re live-blogging the event from on the page. It’s largely an experiment, but it’s an effort to provide deeper insight into the various events happening throughout the day. Keep an eye on the updates below!



When does it start?


FediForum starts at 8am Pacific Daylight Time, on Tuesday, March 19th, and again at the same time on Wednesday, March 20th.

What is the schedule?


A tentative schedule can be found on the site here. We’re going to do our best to cover the presentations, discussions, and demos as they come up.

Where can the readers hang out?


Regardless of whether you’re attending the conference, or just checking out updates from this page, you’re welcome to come hang out in our Matrix Space, under our Off-Topic Island channel.

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Emissione di raggi X su Urano: l’inquietante scoperta l Passione Astronomia

"Una delle possibilità più accreditate è che gli anelli di Urano emettano raggi X, come nel caso di Saturno. Urano, d’altronde, è circondato da particelle cariche di elettroni e protoni. Quando queste particelle energetiche entrano a contatto con gli anelli, emettono radiazioni facendoli brillare. Un’altra teoria sostiene che i raggi X provengano dalle aurore di Urano, che si verificano quando particelle ad alta carica di energia interagiscono con l’atmosfera."

passioneastronomia.it/emission…



Emissione di raggi X su Urano l Passione Astronomia

"Una delle possibilità è che gli anelli di Urano emettano raggi X come nel caso di Saturno. Urano è circondato da particelle cariche di elettroni e protoni. Quando queste particelle entrano a contatto con gli anelli, emettono radiazioni facendoli brillare. Un’altra teoria sostiene che i raggi X provengano dalle aurore di Urano che si verificano quando particelle ad alta carica di energia interagiscono con l’atmosfera."

passioneastronomia.it/emission…