Sangiuliano mostra a Formigli il braccialetto con scritto “siete dei poveri comunisti” | VIDEO
@Politica interna, europea e internazionale
L’ex ministro Gennaro Sangiuliano, ora candidato di Fratelli d’Italia alle regionali in Campania, ha fatto parlare di sé per aver mostrato durante il programma Piazzapulita un braccialetto con la scritta “Siete dei poveri comunisti”. Il conduttore
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Learn What a Gaussian Splat Is, Then Make One
Gaussian Splats is a term you have likely come across, probably in relation to 3D scenery. But what are they, exactly? This blog post explains precisely that in no time at all, complete with great interactive examples and highlights of their strengths and relative weaknesses.Gaussian splats excel at making colorful, organic subject matter look great.
Gaussian splats are a lot like point clouds, except the points are each differently-shaped “splats” of color, arranged in such a way that the resulting 3D scene looks fantastic — photorealistic, even — from any angle.
All of the real work is in the initial setup of the splats into the scene. Once that work is done, viewing is the easy part. Not only are the resulting file sizes of the scenes small, but rendering is computationally simple.
There are a few pros and cons to gaussian splats compared to 3D meshes, but in general they look stunning for any kind of colorful, organic scene. So how does one go about making or using them?
That’s where the second half of the post comes in handy. It turns out that making your own gaussian splats is simply a matter of combining high-quality photos with the right software. In that sense, it has a lot in common with photogrammetry.
Even early on, gaussian splats were notable for their high realism. And since this space has more than its share of lateral-thinkers, the novel concept of splats being neither pixels nor voxels has led some enterprising folks to try to apply the concept to 3D printing.
Red Hot Cyber lancia il servizio gratuito “CVE Enrichment” in tempo reale
La tempestività è fondamentale nella cybersecurity.
Red Hot Cyber ha recentemente lanciato un servizio completamente gratuito che permette a professionisti IT, analisti della sicurezza e appassionati di tenere sotto controllo le vulnerabilità più critiche pubblicate sul National Vulnerability Database (NVD) degli Stati Uniti.
CVE critiche emesse negli ultimi 3 giorni
Il servizio consente di visualizzare le ultime CVE (Common Vulnerabilities and Exposures) critiche emesse negli ultimi tre giorni, con la possibilità di filtrare le informazioni in base allo score di gravità e visualizzare i bug emessi dai vendor più noti. In questo modo, le organizzazioni possono subito identificare le minacce più rilevanti per i propri sistemi e applicazioni.
Ma il vero valore aggiunto del servizio di Red Hot Cyber risiede nell’arricchimento delle informazioni e nella sua integrazione in un unico advisor.
Secondo gli esperti di Red Hot Cyber, questa piattaforma non solo aiuta a monitorare le vulnerabilità in tempo reale, ma costituisce anche un strumento educativo per comprendere l’impatto e la probabilità di sfruttamento delle minacce emergenti.
Arricchimento dei dati per singola CVE
Per ogni CVE, gli utenti possono accedere a una pagina dedicata che raccoglie e consolida dati provenienti da diverse fonti autorevoli:
- NIST (National Institute of Standards and Technology): il database ufficiale delle vulnerabilità negli Stati Uniti.
- FIRST (Forum of Incident Response and Security Teams): organizzazione globale che coordina la risposta agli incidenti di sicurezza.
- EPSS (Exploit Prediction Scoring System) e EPSS Percentile: metriche che stimano la probabilità di sfruttamento della vulnerabilità.
- CISA KEV (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency Known Exploited Vulnerabilities): elenco delle vulnerabilità già sfruttate attivamente.
Oltre a questi dati, la piattaforma integra gli articoli di approfondimento di Red Hot Cyber e gli exploit disponibili su GitHub, permettendo così di avere una visione completa dello stato della vulnerabilità e delle possibili minacce.
Per chi desidera analizzare una CVE specifica, il servizio offre una funzione di ricerca dedicata: basta inserire l’identificativo della CVE per accedere immediatamente a tutte le informazioni e agli exploit correlati.
Con questa iniziativa, Red Hot Cyber conferma la sua missione di rendere la sicurezza informatica più accessibile, offrendo strumenti avanzati ma semplici da usare, senza alcun costo per gli utenti.
Il servizio è già disponibile sul sito ufficiale di Red Hot Cyber, pronto a diventare uno strumento indispensabile per chiunque voglia rimanere un passo avanti rispetto alle minacce informatiche.
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Sorge vor US-Sanktionen: Internationaler Strafgerichtshof kickt Microsoft aus seiner Verwaltung
Etappensieg: Dänemark nimmt Abstand von verpflichtender Chatkontrolle
@Roberto Burioni lascia Facebook, nonostante le decine di migliaia di follower.
E loro lo seguono...
Questo dimostra che c'è la possibilità di avere contatti social con migliaia di persone anche senza dover sottostare per forza alle forche caudine di Meta e senza dover scendere a compromessi avvilenti con la propria morale.
Speriamo non sia il primo e speriamo che qualcuno di loro si accorga anche del Fediverso, perché pur con tutto l'apprezzamento per certe prese di posizione resto convinto del fatto che se lasci un social commerciale per andare su un altro social commerciale forse stai un po' girando in tondo.
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Inni al duce e cori fascisti nella sede dei giovani di Fratelli d’Italia a Parma, il Pd: “Meloni non ha niente da dire?” | VIDEO
@Politica interna, europea e internazionale
Inni al duce e cori fascisti: è quello che si sente in un video registrato fuori dalla sede di Fratelli d’Italia a Parma. Registrato il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, e diffuso sui social dal presidente del
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"La direttiva dell'Unione europea 2014/24, valida in tutti i paesi membri, stabilisce che se i costi di un'opera pubblica aumentano di oltre il 50% rispetto al contratto iniziale, bisogna indire una nuova gara d'appalto aperta a tutte le imprese europee. Nel caso del Ponte, il contratto originale del 2006 prevedeva circa 4,6 miliardi di euro, mentre oggi la stima dei costi arriva a 13,5 miliardi, quasi tre volte tanto. Ciò significa che, secondo la normativa europea, il governo avrebbe dovuto avviare una nuova gara internazionale, invece di riattivare semplicemente il vecchio contratto con Eurolink, il consorzio incaricato della costruzione."
direi che l'obiezione della corte è sensibile e NON politica. il rispetto delle regole degli appalti è importante. come non pulirsi il culo dei regolamenti europei che ci siamo impegnati a rispettare.
in sostanza la corte ha bocciato l'opera solo perché è stata finanziata con i soliti metodi mafiosi all'italiana. e non è un nodo politico.
la corte dei conti, che fa un vaglio tecnico finanziario e non politico, ha solo dimostrato di essere un'istituzione più seria e rispettosa delle regole del governo.
Ponte sullo Stretto, perché la Corte dei conti ha bocciato il progetto e cosa succede ora
I magistrati contabili negano il visto alla delibera Cipess da 13,5 miliardi approvata ad agosto per il ponte sullo Stretto. Le motivazioni entro 30 giorniRiccardo Piccolo (Wired Italia)
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freezonemagazine.com/articoli/…
Questa autrice della Repubblica Ceca ci ha abituati a romanzi profondi ed emozionanti, tra i quali Il lago, Mona, L’isola e con L’uomo invisibile conferma una volta di più le sue eccezionali doti narrative e scrittorie. Come accade in altri romanzi della Bellová, il luogo in cui si svolge la vicenda non è reale, o […]
L'articolo Bianca Bellová – L’uomo invisibile proviene da FREE ZONE
freezonemagazine.com/news/linw…
In libreria dal 7 Novembre 2025 Un thriller soprannaturale alla Stephen King, un romanzo che fa per i trenini giocattolo ciò che Chucky ha fatto per le bambole. Annie Blunt, illustratrice di libri per bambini, ha vissuto un anno devastante: la morte improvvisa del marito e una controversia legata a una delle sue opere […]
L'articolo Linwood Barclay – Whistle. Trenini
Hai il browser con l'ai? hai hai hai!
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/ai-brows…
I nuovi browser con AI integrata escono delle fottute pareti. Perché? Beh, non certo per il nostro bene... diciamo che non è manna dal cielo. Clicca qui per contribuire al mio lavoro L'argomento è divisivo e polarizzante: c'è chi li ama e chi li odia.
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Vulnerabilità in ChatGPT Atlas consente di manipolare la memoria dell’AI: come difendersi
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
È stata scoperta una vulnerabilità nel browser agentico ChatGPT Atlas di OpenAI che, qualora venisse sfruttata, consentirebbe a un attaccante di iniettare istruzioni malevole nella memoria dell’IA ed eseguire codice remoto sul
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There’s Nothing Boring About Web Search on Retro Amigas
Do you have a classic Amiga computer? Do you want to search the web with iBrowse, but keep running into all that pesky modern HTML5 and HTTPS? In that case, [Nihirash] created BoringSearch.com just for you!
BoringSearch was explicitly inspired by [ActionRetro]’s FrogFind search portal, and works similarly in practice. From an end-user perspective, they’re quite similar: both serve as search engines and strip down the websites listed by the search to pure HTML so old browsers can handle it.Boring search in its natural habitat, iBrowse on Amiga.
The biggest difference we can see betwixt the two is that FrogFind will link to images while BoringSearch either loads them inline or strips them out entirely, depending on the browser you test with and how the page was formatted to begin with. (Ironically, modern Firefox doesn’t get images from BoringSearch’s page simplifier.) BoringSearch also gives you the option of searching with DuckDuckGo or Google via the SerpAPI, though note that poor [Nihirash] is paying out-of-pocket for google searches.
BoringSearch is explicitly aimed at the iBrowse browser for late-stage Amigas, but should work equally well with any modern browser. Apparently this project only exists because FrogFind went down for a week, and without the distraction of retrocomptuer websurfing, [Nihirash] was able to bash out his own version from scratch in Rust. If you want to self-host or see how they did it, [Nihirash] put the code on GitHub under a donationware license.
If you’re scratching your head why on earth people are still going on about Amiga in 2025, here’s one take on it.
Il Mossad, la supply chain truccata e i giudici intimiditi
Yossi Cohen, ex direttore del Mossad, ha detto pubblicamente due cose che di solito restano chiuse in una stanza senza registratori.
Primo: Israele avrebbe piazzato nel tempo una rete globale di sabotaggio e sorveglianza inserendo hardware manomesso in dispositivi commerciali usati dai suoi avversari. Parliamo di radio, pager, apparati di comunicazione “normali” che in realtà possono localizzare, ascoltare o esplodere. Questa infrastruttura, dice lui, è stata distribuita “in tutti i paesi che puoi immaginare”. Lo ha detto in un’intervista recente, rilanciata da testate come Middle East Monitor e da media israeliani che citano il podcast “The Brink”.
Secondo: lo stesso Cohen viene accusato di aver preso parte a una campagna di pressione e intimidazione contro magistrati e funzionari delle corti internazionali dell’Aia la Corte penale internazionale (ICC) e la Corte internazionale di giustizia (ICJ) per frenare indagini su possibili crimini di guerra israeliani. Queste accuse, pubblicate già nel 2024 dal Guardian insieme a +972 Magazine e Local Call, parlano di sorveglianza personale sui procuratori della Corte, raccolta di informazioni private e messaggi molto poco diplomatici, fino a minacce velate.
C’è poi un’altra voce pesante: Tamir Pardo, che è stato direttore del Mossad prima di Cohen, ha definito queste presunte tecniche “stile mafia”, quindi fuori da quello che lui considera accettabile per il servizio segreto israeliano.
Questo quadro, sabotaggio fisico attraverso la supply chain e pressione diretta sulla magistratura internazionale, non è folklore. È il modo in cui viene raccontata oggi, in pubblico, la sicurezza nazionale israeliana. E ci riguarda più di quanto ci piaccia ammettere.
1. Sabotaggio integrato nella filiera
Cohen descrive così la tecnica, che lui chiama “metodo del pager”: intercettare l’hardware che un avversario comprerà e userà, modificarlo prima della consegna, riconsegnarlo “come nuovo”, e tenerlo in campo come arma remota.
Secondo la sua versione, questo lavoro è iniziato tra il 2002 e il 2004, quando lui guidava le operazioni speciali del Mossad. Il sistema sarebbe stato usato contro Hezbollah nel 2006, e sarebbe poi diventato un modello operativo stabile. Oggi, dice Cohen, dispositivi manipolati in questo modo sono operativi “in tutti i paesi che puoi immaginare”.
Non stiamo parlando di un malware infilato in una rete aziendale. Qui il concetto è molto più diretto: prendo il tuo apparato di comunicazione, lo trasformo in un localizzatore, in un microfono e, se serve, in un detonatore.
Questa è supply chain interception applicata a strumenti fisici, non solo a software e firmware. È l’arma perfetta per conflitti asimmetrici: ti lascio usare la tua infrastruttura, ma quella infrastruttura in realtà è mia. Quando voglio, ti ascolto. Se serve, ti elimino.
Chi conosce la storia dei servizi occidentali non cade dalla sedia. Gli Stati Uniti (NSA/CIA) e il Regno Unito (GCHQ) sono stati accusati e documentati mentre intercettavano apparati di rete durante le spedizioni internazionali per inserirci componenti hardware clandestini o firmware manipolato, e poi lasciarli arrivare “intatti” al bersaglio. Questo è uscito negli Snowden leaks anni fa e non è mai stato seriamente smentito sul piano tecnico. L’unica differenza è che loro non lo raccontavano così apertamente davanti a un microfono.
Cohen sì. E questa è già un’operazione psicologica: farti sapere che potrebbe essere successo anche a te.
2. L’arma psicologica è parte della strategia
Annunciare al mondo “abbiamo disseminato hardware truccato ovunque” non serve solo a intimidire Hezbollah o Hamas. Serve a qualcos’altro, molto più sottile: introdurre paranoia diffusa nelle catene di approvvigionamento tecnologico di tutti gli altri.
Il messaggio indiretto verso l’Europa è questo: guardate i vostri apparati radio tattici, le vostre reti di campo, i vostri droni commerciali, i vostri sensori industriali. Quanti di questi device sono davvero “puliti”? Quanti possono essere stati aperti, modificati, richiusi e spediti?
Obiettivo: costringerti a dubitare del tuo stesso hardware, cioè a spendere soldi e capitale politico per ricontrollare tutto. È sabotaggio economico indiretto. E fa parte del gioco.
Questo è un concetto chiave del 2025: la guerra non è solo sparare. È costringere il nemico a spendere.
3. Il fronte giudiziario: pressione sui tribunali internazionali
Passiamo all’altro pezzo, che è quello più tossico dal punto di vista diplomatico.
Secondo l’inchiesta pubblicata dal Guardian Israele avrebbe condotto per anni una campagna sistematica per indebolire e intimidire la Corte penale internazionale (ICC) e, più in generale, per limitare l’azione delle corti internazionali dell’Aia sulle responsabilità israeliane nei conflitti.
La ricostruzione racconta questo: il Mossad avrebbe monitorato, spiato e fatto pressione sulla procuratrice dell’ICC Fatou Bensouda e, successivamente, su altri funzionari, per dissuaderli dall’andare avanti su possibili crimini di guerra israeliani nei Territori occupati. Parliamo di pedinamenti, profiling personale e familiare, raccolta di materiale potenzialmente ricattabile e messaggi recapitati direttamente, senza troppi giri di parole.
In queste ricostruzioni Cohen è indicato come l’uomo incaricato di “parlare” direttamente con la Corte. “Parlare” qui non è inteso come canale diplomatico. È inteso come far capire che certe indagini non devono andare avanti.
Tamir Pardo, suo predecessore al vertice del Mossad, ha commentato queste accuse in modo netto: roba “da Cosa Nostra”, inaccettabile per quello che secondo lui dovrebbe essere il perimetro operativo del servizio.
Tradotto senza filtri: se queste ricostruzioni sono corrette, Israele non si è limitato a fare pressione politica sugli organismi internazionali. Ha trattato la Corte come un bersaglio ostile da neutralizzare. È un salto di qualità. E lo hanno capito tutti.
4. Il quadro reale del 2025
Sommiamo le due cose:
- Sabotaggio fisico piazzato nella supply chain degli avversari (e, volendo, di chiunque), con capacità di intercettazione e distruzione selettiva.
- Pressione diretta su chi, nelle istituzioni giudiziarie internazionali, potrebbe qualificare quelle stesse operazioni come crimini di guerra.
Questo è il paradigma operativo che sta emergendo allo scoperto: intelligence tecnica + sabotaggio fisico + lawfare aggressivo. Tutto insieme. E dichiarato pubblicamente.
Non c’è più separazione tra campo di battaglia, cyberspazio, logistica industriale e tribunale dell’Aia. È la stessa storia, con gli stessi protagonisti.
5. Perché ci riguarda (sì, anche qui)
Quando Cohen dice “abbiamo piazzato dispositivi manipolati in tutti i paesi che puoi immaginare”, non sta dicendo “in Libano e basta”. Sta dicendo: ovunque. Quindi anche in Paesi europei. Anche in contesti NATO. Anche in filiere industriali e infrastrutturali dove passa tecnologia dual use, civile-militare.
Questo apre un punto critico per l’Europa: la sicurezza delle nostre infrastrutture tecnologiche non è più solo una questione di patch e antivirus. È una questione di controllo reale della filiera hardware. Parliamo di radio tattiche, droni commerciali, apparati di rete, sensori industriali, componenti OT/SCADA. Tutte cose che usiamo ogni giorno in energia, trasporti, telecomunicazioni, sanità.
Domanda secca: chi ci garantisce che quello che arriva in casa nostra non sia già stato toccato da qualcuno, da qualche parte, prima di arrivare qui?
Secondo punto. Se è vero e le inchieste lo raccontano con estrema dovizia di nomi e date — che un servizio di intelligence nazionale è disposto a mettere pressione personale sui magistrati internazionali, allora siamo fuori dalla normalità diplomatica. Siamo in un mondo dove la legalità internazionale diventa un altro fronte operativo. Chi ha più leve, detta il perimetro di ciò che è “accettabile”.
È il 2025. La sicurezza non è più discussione astratta. È potere materiale.
Conclusione
Cohen oggi si sta costruendo un profilo pubblico: l’uomo che ha protetto Israele usando tutti i mezzi. Sta normalizzando un messaggio molto chiaro: sabotaggio nella supply chain, sorveglianza permanente, azione chirurgica sul campo e pressione diretta su chi prova a qualificare tutto questo come “crimine di guerra”.
Tradotto: la guerra moderna non è più separata in “cyber”, “intelligence”, “diplomazia” e “diritto internazionale”. È un unico blocco operativo.
La vera notizia non è che Israele faccia queste cose. Chiunque abbia seguito gli ultimi vent’anni di operazioni clandestine sa benissimo che tutti i player di fascia alta lavorano così, dagli Stati Uniti alla Russia, passando per la Cina e l’Iran. La vera notizia è che ora lo si dice ad alta voce, davanti alle telecamere, con la stessa naturalezza con cui si presenta un prodotto.
Quando un ex capo del Mossad ti guarda e ti dice: abbiamo dispositivi modificati “in ogni paese che puoi immaginare”, il messaggio è uno solo.
Non è avviso. È avvertimento.
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Nvidia investe 1 miliardo di dollari in Nokia per lo sviluppo delle reti 6G con AI
Jen-Hsun Huang ha lanciato una bomba: Nvidia avrebbe investito 1 miliardo di dollari in Nokia. Sì, è proprio la Nokia che ha reso i telefoni Symbian così popolari 20 anni fa.
Nel suo discorso, Jensen Huang ha affermato che le reti di telecomunicazione stanno attraversando una profonda trasformazione, passando dalle architetture tradizionali ai sistemi nativi basati sull’intelligenza artificiale, e l’investimento di Nvidia accelererà questo processo.
Pertanto, Nvidia, attraverso il suo investimento, sta collaborando con Nokia per creare una piattaforma di intelligenza artificiale per le reti 6G, potenziando le reti RAN tradizionali con l’intelligenza artificiale.
La forma specifica dell’investimento è che Nvidia sottoscriverà circa 166 milioni di nuove azioni Nokia al prezzo di 6,01 dollari ad azione, il che darà a Nvidia una partecipazione di circa il 2,9% in Nokia.
Nel momento in cui è stata annunciata la partnership, il prezzo delle azioni Nokia è aumentato del 21%, registrando il guadagno maggiore dal 2013.
Che cos’è AI-RAN?
RAN sta per Radio Access Network, mentre AI-RAN è una nuova architettura di rete che integra direttamente le capacità di elaborazione basate sull’intelligenza artificiale nelle stazioni base wireless. I sistemi RAN tradizionali sono principalmente responsabili della trasmissione dei dati tra stazioni base e dispositivi mobili, mentre AI-RAN aggiunge funzionalità di edge computing e di elaborazione intelligente.
Ciò consente alle stazioni base di applicare algoritmi di intelligenza artificiale per ottimizzare l’utilizzo dello spettro e l’efficienza energetica, migliorare le prestazioni complessive della rete e sfruttare le risorse RAN inutilizzate per ospitare servizi di intelligenza artificiale edge, creando nuovi flussi di entrate per gli operatori.
Gli operatori possono eseguire applicazioni di intelligenza artificiale direttamente presso la stazione base, senza dover inviare tutti i dati al data center centrale per l’elaborazione, il che riduce notevolmente il carico di rete.
L’esempio di Huang
Huang ha fatto un esempio: quasi il 50% degli utenti di ChatGPT accede tramite dispositivi mobili. Inoltre, ChatGPT conta oltre 40 milioni di download mensili da dispositivi mobili. In un’epoca di crescita esponenziale delle applicazioni di intelligenza artificiale, i sistemi RAN tradizionali non sono in grado di gestire l’intelligenza artificiale generativa e le reti mobili basate su agenti.
AI-RAN, fornendo funzionalità di inferenza AI distribuite, consente risposte più rapide da parte delle future applicazioni di intelligenza artificiale, come agenti intelligenti e chatbot. Allo stesso tempo, AI-RAN prepara le applicazioni integrate di rilevamento e comunicazione nell’era del 6G.
Huang ha citato una previsione della società di analisi Omdia, secondo cui il mercato RAN crescerà fino a superare i 200 miliardi di dollari entro il 2030, con l’AI-RAN come segmento in più rapida crescita.
Una riprogettazione completa del 5G e 6G
In una dichiarazione congiunta, il presidente e CEO di Nokia Justin Hotard ha affermato che la partnership metterà i data center AI alla portata di tutti, consentendo una riprogettazione radicale dal 5G al 6G.
Ha menzionato specificamente che Nokia sta collaborando con tre diverse tipologie di aziende: Nvidia, Dell e T-Mobile. T-Mobile, uno dei primi partner, inizierà i test sul campo della tecnologia AI-RAN nel 2026, concentrandosi sulla verifica dei miglioramenti in termini di prestazioni ed efficienza.
Justin ha affermato che questi test forniranno dati preziosi per l’innovazione del 6G, aiutando gli operatori a costruire reti intelligenti che si adattino alle esigenze dell’intelligenza artificiale.
Basato su AI-RAN, NVIDIA ha rilasciato un nuovo prodotto chiamato Aerial RAN Computer Pro (ARC-Pro), una piattaforma di elaborazione accelerata predisposta per il 6G. La sua configurazione hardware principale include due tipi di GPU NVIDIA: Grace CPU e Blackwell GPU
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Parole condivise per esplorare il nostro patrimonio culturale
La Biblioteca nazionale centrale di Firenze e il Museo Galileo uniscono le forze in un progetto innovativo che unisce musei, archivi e biblioteche per viaggiare nel sapere in modo semplice e smart.
Vincitore del bando Digital MAB, promosso dalla Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali, nell’ambito di Dicolab – Cultura al digitale, il progetto intende svolgere ricerche integrate tra patrimoni differenti (fotografie, stampe, manoscritti, oggetti). A partire dalla interoperabilità dei dati, l’obiettivo è la realizzazione di un modello di archivio iconografico di risorse di varia tipologia consultabile in modo trasversale con un’interfaccia di ricerca per l’accesso alla teca digitale del Museo Galileo tramite parole chiave controllate nel Thesaurus della Biblioteca nazionale centrale di Firenze per creare collegamenti con risorse di altre biblioteche, di archivi e di musei.
L'articolo Parole condivise per esplorare il nostro patrimonio culturale proviene da Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
Bug nel Task Manager di Windows 11: come risolverlo
Gli aggiornamenti di Windows 11 di Microsoft spesso contengono bug inspiegabili, in particolare patch per nuove funzionalità, come la KB5067036 rilasciata di recente. Sebbene KB5067036 sia un aggiornamento facoltativo, ha introdotto un menu Start completamente nuovo e aggiornamenti alla barra delle applicazioni e a Esplora file, rendendolo molto atteso.
Tuttavia, è stato riscontrato un bug nel Task Manager.
Il bug è che quando un utente chiude la finestra del Task Manager come di consueto, il programma non viene effettivamente chiuso e rimane in background.
Se il programma viene riaperto, verrà rigenerato. Nel test, sono stati generati un massimo di 100 processi in background.
Considerando che consuma anche memoria e risorse della CPU, questo bug può rallentare il sistema e persino causare il blocco dei computer.
Come risolvere questo bug?
Ci sono soluzioni sul forum di Reddit, dove è stato segnalato il problema. Una soluzione è utilizzare la funzione “Termina processo” in Task Manager per terminare i processi in esecuzione in background. Basta terminare ogni processo in background.
Se hai più finestre aperte, i passaggi precedenti potrebbero risultare un po’ macchinosi. In tal caso, puoi provare la riga di comando: apri CMD e digita il seguente comando:
taskkill /im taskmgr.exe /f
Questo comando può terminare contemporaneamente tutti i programmi in background in Task Manager, portando pace e tranquillità nel mondo.
Naturalmente, la soluzione definitiva dipende ancora da Microsoft. Questa patch è ancora un’anteprima e la versione finale verrà rilasciata entro due settimane. Microsoft dovrebbe avere il tempo di risolvere il problema. Non preoccuparti se non hai ancora effettuato l’aggiornamento: potrebbero esserci altri bug non ancora scoperti. Non c’è fretta di provare il nuovo menu Start.
L'articolo Bug nel Task Manager di Windows 11: come risolverlo proviene da Red Hot Cyber.
maurozena
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