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Fine vita: l’umanità di un magistrato riesce ad arrivare dove la politica non sa e non vuole: per timori, titubanze, o che altro


«Ora puoi utilizzare qualsiasi app mobile #Mastodon con #Pixelfed!
Abbiamo appena inviato una serie di correzioni per la compatibilità di mastoapi, se noti bug o problemi faccelo sapere!»
mastodon.social/@pixelfed/1080…


:mastodon: + :pixelfed:

You can now use any Mastodon mobile app with Pixelfed!

We just shipped a number of mastoapi compatibility fixes, if you notice any bugs or issues let us know! #pixelfed


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War has come back to Europe just as the world’s centre of gravity was shifting from Europe to Asia. If today’s focus is on supporting Ukraine’s fight to resist the Russian invasion, long-term concerns for European security remain centred in Asia.


Noi, l’Occidente, possiamo mettere nel conto le carneficine e l’avanzare degli invasori russi, ma non possiamo mettere nel conto la resa.





#Garantismi – Riconoscimento facciale. Russia e Ukraina


Torniamo sul caso Clearview AI, questa volta perché i “servizi” della società sarebbero usati anche in zona di conflitto. Ne parliamo con Matteo Flora nella…

Torniamo sul caso Clearview AI, questa volta perché i “servizi” della società sarebbero usati anche in zona di conflitto. Ne parliamo con Matteo Flora nella nuova puntata di #Garantismi.

Guarda il video:

youtube.com/embed/bVOayBc8tDI?…


guidoscorza.it/garantismi-rico…



Data breach: “Ecco perché non bisogna aver paura di informare gli interessati”


Se vi sono i presupposti, bisognerebbe sempre procedere alla notifica di una violazione agli interessati non solo perché lo impone la legge quanto perché è…

Se vi sono i presupposti, bisognerebbe sempre procedere alla notifica di una violazione agli interessati non solo perché lo impone la legge quanto perché è la cosa giusta da fare. La decisione del Garante privacy nel caso Minelli Spa.

Guarda il mio video intervento su Agenda Digitale.

youtube.com/embed/kjKjNyUXi_g?…


guidoscorza.it/data-breach-e-i…



Privacy Daily – 23 marzo 2022


Come le società di sorveglianza utilizzano la guerra Reuters ha riferito che Clearview AI, la famigerata società di sorveglianza online, ha offerto i suoi servizi…

Come le società di sorveglianza utilizzano la guerra
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Reuters ha riferito che Clearview AI, la famigerata società di sorveglianza online, ha offerto i suoi servizi al ministero della Difesa ucraino. In un’intervista per TechCrunch , il vice primo ministro e ministro per la trasformazione digitale dell’Ucraina, ha confermato che la partnership con Clearview AI sia “attualmente in fase di sviluppo”.

privacyinternational.org/news-…


Biden rafforza la sicurezza informatica degli Stati Uniti contro le minacce russe
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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha esortato a rafforzare i sistemi di sicurezza informatica a fronte dll’aumento del potenziale di attacchi informatici russi”, occorre ha aggiunto il Presidente USA “rafforzare immediatamente le difese informatiche”. aggiungendo che le aziende hanno “il potere, la capacità e la responsabilità” di aumentare le difese su servizi e tecnologie critiche su cui gli americani fanno affidamento”.

Biden warns Russian cyberattacks ‘coming’ – POLITICO


USA – India prospettive di cooperazione sui flussi di dati
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Il Consiglio Atlantico ha pubblicato un documento politico che delinea la necessità per le delegazioni statunitensi e indiane di definire politiche per flussi di dati transfrontalieri. Justin Sherman, membro del Consiglio Atlantico, ha spiegato come le due parti abbiano “reali opportunità di identificare un terreno comune sulla politica dei dati e lavorare per massimizzare i benefici reciproci in essa contenuti”. Il brief ha delineato gli obiettivi chiave che gli Stati Uniti e l’India potrebbero esplorare, tra cui l’accesso delle forze dell’ordine ai dati, i requisiti di elaborazione e localizzazione dei dati e la sicurezza dei dati.

Trading in US-India data flows: Prospects for cooperation in US-India data policy – Atlantic Council


guidoscorza.it/privacy-daily-2…



Il gruppo criminale Lapsus$ annuncia di avere derubato Microsoft di alcuni gioielli di famiglia come i codici informatici di Bing, Bing Maps e Cortana, rispettivamente il motore di ricerca e l’assistente virtuale. Questo per ricordarci, semmai ce ne fossi

Lapsus$ ha rubato Cortana e Bing a Microsoft

I criminali di lingua spagnola hanno divulgato su Telegram un archivio compresso di software che pare essere originale. Non ci sono tracce dei codici che fanno girare Windows e Office

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/ La Repubblica del 22 Marzo 2022

Il gruppo criminale Lapsus$ annuncia di avere derubato Microsoft di alcuni gioielli di famiglia come i codici informatici di Bing, Bing Maps e Cortana, rispettivamente il motore di ricerca e l’assistente virtuale. Questo per ricordarci, semmai ce ne fossimo dimenticati, che mentre siamo tutti col fiato sospeso per le sorti della guerra in Ucraina i cybercriminali non dormono mai.


dicorinto.it/testate/repubblic…



Sono su un autobus e l'autista sta ascoltando la zanzara, aiuto!!!




Sono benvenuti eventuali commenti o link ad altri materiali... @maupao @Notizie da Poliverso @Carlo Gubitosa :nonviolenza: @filippodb @Ca_Gi @Informa Pirata @admin @Yaku


Esiste una #fediquette?
La risposta breve è sì, ma abbiamo creato un post per spiegarlo meglio.
E ricordiamoci sempre che la parola #fediverso contiene le radici delle due parole più importanti per la socialità universale: alleanza e diversità.

informapirata.it/2022/03/22/fe…

#Netiquette #mastodon #pixelfed #friendica #peertube #mobilizon #misskey


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Il deepfake e le risposte normative delineate dal legislatore europeo


Nei giorni scorsi, abbiamo assistito alla diffusione in rete di un video falso in cui compare il Presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj che, rivolgendosi ai propri connazionali, li invita a deporre... L'articolo [url=https://www.e-lex.it/it/il-deepfake-

Nei giorni scorsi, abbiamo assistito alla diffusione in rete di un video falso in cui compare il Presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj che, rivolgendosi ai propri connazionali, li invita a deporre le armi incoraggiandoli alla resa. Ciò, è stato reso possibile grazie ad un uso malevolo dell’intelligenza artificiale e, più in particolare, della tecnica del deepfake.

La vicenda descritta non rappresenta certamente il principale problema di quanto sta accadendo, a livello mondiale, a causa del triste conflitto in corso, tuttavia suscita alcune riflessioni rispetto al fenomeno dei deepfakes e sui rischi ad esso connessi, nonché sulle risposte normative che il legislatore europeo ha, in tempi recenti, cercato di dare al problema.

Cos’è il deepfake

Anzitutto, il deepfake è una tecnica che sfrutta l’intelligenza artificiale per creare ex novo dei contenuti digitali falsi oppure per manipolare contenuti già esistenti al fine di mistificare la realtà in essi rappresentata.La parola è un neologismo nato dalla fusione dei termini fake, ovvero “falso”, e deep learning, una particolare tecnologia basata sull’apprendimento profondo delle macchine.

La recente proposta di Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale, pubblicata lo scorso 21 aprile dalla Commissione Europea, all’art. 52, comma 3, definisce il deepfake come “sistema di intelligenza artificiale che genera o manipola immagini o contenuti audio o video che assomigliano notevolmente a persone, oggetti, luoghi o altre entità o eventi esistenti e che potrebbero apparire falsamente autentici o veritieri per una persona”.

Nella vicenda che ha visto coinvolto il Presidente ucraino, la tecnica descritta non è stata utilizzata in maniera del tutto efficace, per cui il tentativo di disorientare i destinatari non si è affatto compiuto. Tuttavia, talvolta, i contenuti sono creati e/o manipolati con un’accuratezza tale da rendere difficile anche ad altri sistemi IA di rilevarne la falsità.

Per tale motivo, un controllo ed una regolamentazione del fenomeno si ritengono essere più che mai necessari, visti i possibili rischi sottesi ad un improprio uso di tale tecnologia.

In uno studio sui falsi digitali pubblicato nel luglio 2021 dall’European Parliament Research Service, “EPRS”, consultabile qui, è stato rilevato come, nel giro dei prossimi cinque anni, gli strumenti per creare deepfakes diverranno ancora più alla portata e semplici da utilizzare.

L’attuale ascesa delle deepfake-as-a-service companies renderà la tecnicacomunemente usata ed integrata nelle varie tipologie di software prodotte, facendo acquisire agli utenti una sempre maggiore familiarità con tale applicazione IA; familiarità che, naturalmente, comporterà anche una più elevata possibilità di abuso nel prossimo futuro.

Il quadro normativo di riferimento

Dal momento che, come detto, il deepfake costituisce una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale, rilevano innanzitutto le regole per l’uso delle applicazioni IA che nella recente proposta di Regolamento il legislatore europeo ha cercato di delineare.

In secondo luogo, posto che la creazione di un falso contenuto digitale comporta, tipicamente, anche il trattamento di dati personali, trovano applicazione le disposizioni del Regolamento UE 679/2016, “GDPR”.

La proposta di Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale sopra richiamata, come noto, ha l’obiettivo di consentire un uso affidabile e sicuro dell’IA, nel rispetto dei valori e dei diritti fondamentali degli individui.

A tal fine, stabilisce regole armonizzate per lo sviluppo, l’immissione sul mercato e l’utilizzo dei sistemi IA.

In estrema sintesi, il quadro normativo proposto adotta un approccio basato sul rischio, distinguendo tra “rischio minimo”, “rischio limitato”, “rischio elevato” e “rischio inaccettabile” per i diritti e le libertà fondamentali. Esso è volto a vietare l’uso di sistemi che presentino un rischio inaccettabile, mentre per i sistemi che rientrano nella categoria ad alto rischio prevede l’obbligo di effettuare dettagliate analisi e valutazioni d’impatto, nonché di garantire una fase di controllo e di supervisione “umani”.

Con particolare riguardo alla tecnica del deepfake, la proposta di Regolamento consente tale tecnologia, ma articola alcuni requisiti minimi e prevede un obbligo di trasparenza in capo a chi ne fa uso.

Nello specifico, l’art. 52, comma 3, della proposta impone ai creatori di deepfakes di etichettare il contenuto generato in modo che sia chiaro a chiunque che si tratti di un contenuto digitale artificialmente creato e/o manipolato.

Tuttavia, successivamente, lo stesso art. 52 prevede che tale obbligo non si applica “quando l’uso è autorizzato dalla legge per accertare, prevenire, indagare e perseguire reati o se è necessario per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla libertà delle arti e delle scienze garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, e fatte salve le tutele adeguate per i diritti e le libertà dei terzi.”

Un obbligo di etichettatura dei deepfakes potrebbe essere un primo passo verso la mitigazione dei potenziali impatti negativi del fenomeno. Nondimeno, come rilevato dall’EPRS nello studio citato, la natura e la portata della disposizione sono ad ora poco chiare e si rinviene, complessivamente, una certa timidezza regolatoria da parte del legislatore, il quale non prevede neppure una sanzione per l’ipotesi di mancato rispetto dell’obbligo previsto dall’art. 52.

Inoltre, la possibilità di deroga, prevista dalla norma, laddove l’uso del deepfake sia “necessario per l’esercizio del diritto alla libertà di espressione e del diritto alla libertà delle arti e delle scienze”, include un raggio di ipotesi così ampio da svuotare di significato l’obbligo di trasparenza sancito.

Pertanto, la risposta normativa tratteggiata, in tale sede, dal legislatore europeo non è attualmente ritenuta sufficiente a contrastare il problema.

Con riguardo, poi, all’aspetto relativo al trattamento dei dati personali, è da rilevare che, nel contesto dei deepfakes, i dati personali vengono trattati non soltanto nella fase di creazione dei contenuti, ma anche per addestrare il software che, a tal fine, viene utilizzato. Per tale motivo, è bene innanzitutto precisare che il GDPR, in relazione al suo ambito di applicazione, rileva in entrambe le fattispecie.

Con particolare riferimento al requisito di liceità del trattamento, di un certo interesse è la ricerca della base giuridica.

Secondo l’EPRS, nel caso specifico della generazione dei deepfakes, due sono le basi giuridiche cui i creatori potrebbero appellarsi: l’interesse legittimo ed il consenso esplicito dell’interessato. Nel caso in cui il creatore sostenga di vantare un interesse legittimo, quest’ultimo, come noto, per costituire fondamento di liceità, deve prevalere sugli interessi o sui diritti e libertà dell’interessato.

Quando la base giuridica dell’interesse legittimo non è applicabile, l’uso di dati personali per la creazione e diffusione di deepfakes deve essere sottoposto al consenso informato delle persone raffigurate nei contenuti. È importante notare, qui, che il consenso deve essere ottenuto sia dai soggetti del contenuto originale, che dai soggetti che appaiono nel contenuto “fabbricato”.

Il GDPR offre dei rimedi alle vittime dei falsi digitali, attraverso la previsione di alcuni diritti in capo agli interessati, quali il diritto alla correzione dei dati inesatti o il diritto alla cancellazione dei propri dati.

Nel contesto dei deepfakes, il percorso legale può essere piuttosto impegnativo, da intraprendere, per le vittime. In molti casi, è impossibile per la vittima identificare l’autore, che opera quasi sempre in modo anonimo ed illecito.

L’Autorità italiana Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato, sul proprio sito istituzionale, un vademecum sul tema consultabile qui.

Conclusioni

La tecnica del deepfake, se utilizzata illecitamente, pone seri rischi in termini di diritti e libertà dei soggetti coinvolti. Notevoli ripercussioni, poi, possono essere prodotte laddove i deepfakes abbiano ad oggetto contenuti di un certo impatto sociale e politico, come da ultimo accaduto nel contesto del conflitto russo-ucraino.

Non vi sono soluzioni rapide di contrasto al fenomeno, né la risposta normativa di recente approntata dal legislatore europeo, che sopra si è brevemente descritta, sembra adeguata a mitigare i possibili danni derivanti dalla divulgazione illecita di falsi digitali.

Attualmente, dunque, il primo e più efficace strumento di difesa è rappresentato da una maggiore consapevolezza nella navigazione in rete, dalla responsabilità e dall’attenzione degli utenti. Nella speranza che, frattanto, venga apprestato un quadro regolatorio più appropriato da parte delle istituzioni europee, che giocano un ruolo primario in tale contesto.

Gabriella Amato

L'articolo Il deepfake e le risposte normative delineate dal legislatore europeo proviene da E-Lex.



Privacy Daily – 22 marzo 2022


EDPB: linee guida sui dark pattern L’EDPB ha pubblicato le Linee guida sui cosiddetti “dark pattern” sulle piattaforme dei social media e sulle loro potenziali…

EDPB: linee guida sui dark pattern
560326
L’EDPB ha pubblicato le Linee guida sui cosiddetti “dark pattern” sulle piattaforme dei social media e sulle loro potenziali violazioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE. Le linee guida delineano i principi per la trasparenza, la responsabilità e la protezione dei dati fin dalla progettazione, nonché le disposizioni del GDPR che possono aiutare le valutazioni dei “dark pattern”. L’EDPB ha anche redatto una checklist per identificare particolari “dark pattern” La scadenza per i commenti pubblici sulle linee guida è il 2 maggio.

edpb.europa.eu/our-work-tools/…


Come l’UE sta combattendo i giganti delle tecnologia con Margrethe Vestager
560328
Margherita Vestager nominata commissario alla concorrenza della Commissione europea nel 2014 e vicepresidente esecutivo nel 2019, ha portato avanti cause antitrust contro Apple, Google, Meta (ex Facebook) e Amazon, tra gli altri. Ora, con l’UE punta ad attuare una nuova legge antitrust chiamata Digital Markets Act e prepara le sue prossime mosse. Lintervista su The Verge.

theverge.com/22981261/margreth…


I trend dell’intelligenza artificiale del 2022
560330
Ha fatto notizia il pronunciamento di un tribunale di Hangzhou, città a 140 chilometri da Shanghai, oltre che sede del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, che ha dato ragione a Guo Bing, professore di giurisprudenza presso l’Università Tecnica Zhejiang nonché cliente tutt’altro che soddisfatto del Safari Park cittadino. Nel 2019 il professor Bing si era lamentato perché il safari park chiedeva obbligatoriamente a tutti i clienti di essere ripresi dal sistema di riconoscimento facciale, pena il mancato ingresso allo zoo. Secondo il cliente tale requisito violava le norme cinesi a protezione dei consumatori. In questi giorni il tribunale cinese gli ha dato ragione, ha condannato il safari park al rimborso dell’abbonamento annuale e ha dichiarato illegale la cattura dei dati biometrici del volto senza il consenso degli interessati.

notizie.ai/i-trend-nellintelli…


guidoscorza.it/privacy-daily-2…




[share author='Informa Pirata #WeAreAllAssange #PiratesForAssange' profile='https://twitter.com/informapirata' avatar='https://pbs.twimg.com/profile_images/1362822279810449412/luhv2IGn_400x400.jpg' link='https://twitter.com/informapirata/status/1505922582171820033' posted='2022-03-21 15:01:36']Elogio del #Fediverso
"In troppi sono già stati danneggiati dalla pessima moderazione delle piattaforme #BigTech. Dobbiamo provare a migliorare le piattaforme, ma anche a renderle meno importanti , dando alle persone l'autodeterminazione tecnologica."
Di @doctorow per @EFF

twitter.com/doctorow/status/15…






Si comunica che è stato pubblicato sull’Albo pretorio l’avviso esplorativo per manifestazione di interesse finalizzata al servizio di redazione e sottoscrizione di quattro contratti di appalto con i rispettivi aggiudicatari.




@m4cchia Se fosse così, è quello che fa Microsoft da anni, come Google, Apple, Amazon, Facebook, #GAFAM #PRISM #NSA . Ricordando che nella P.A. si sarebbero dovuti usare software #opensource e #freesoftware. Da decenni danni da miliardi di euro. Tanto per essere chiari ed equidistanti.


Kaspersky: “Col nostro software non si fa la guerra” La famosa azienda russa di antivirus prende le distanze dalla guerra e spiega perché i suoi prodotti sono sicuri dopo l’annunciato decreto che li mette fuori dal mercato italiano di ARTURO DI CORINTO pe

Kaspersky: “Col nostro software non si fa la guerra”

La famosa azienda russa di antivirus prende le distanze dalla guerra e spiega perché i suoi prodotti sono sicuri dopo l’annunciato decreto che li mette fuori dal mercato italiano

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 20 Marzo 2022

Il decreto arriva nella serata di venerdì direttamente dal Consiglio dei ministri e mette fuori gioco Kaspersky per il timore che i suoi software possano essere usati contro gli stessi clienti che serve in Italia. Ovviamente nel provvedimento, in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale della versione finale, non si nomina Kaspersky, ma si parla di come la cyber security del Paese potrebbe essere messa a rischio dall’utilizzo di software russi – di cui Kaspersky è produttrice di punta -, perché le aziende di Mosca potrebbero smettere di fornire aggiornamenti e, quindi, esporre i clienti italiani a maggiori rischi, e ne chiede la sostituzione.



"SCONTO ACCISE CARBURANTI"
Quindi sembra che lo sconto accise carburanti ci sarà...
Addirittura per 1 Mese Intero...Bisogna aggiungere Altro?


📣È online ukrainehelp.emergenzehack.info progetto di #CivicHacking a cura di @UkrainehelpIT per raccogliere e diffondere info utili&solidali a supporto di #Ucraina e #rifugiati ucraini.
➡️Fai segnalazione qui ukrainehelp.emergenzehack.info…
➡️Telegram https://t.me/ukrainehelpit

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L’ipocrisia è oggi il mio nemico.


L’ipocrisia di un governo che parla di pace inviando armamenti ad un paese in guerra sanzionando nel contempo l’altro belligerante, una chiara posizione interventista, stessa posizione adottata da UE sostenuta dalla NATO.

iyezine.com/il-vero-nemico-e-c…



Il 17 marzo del 1997 si è insediato il primo Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, composto da: Stefano Rodotà (Presidente) Giuseppe Santaniello (Vicepresidente) Claudio Manganelli (Componente) Ugo De Siervo (Componente)

informapirata ⁂ reshared this.



Ucraina: aperta istruttoria su antivirus Kaspersky Saranno verificate le modalità del trattamento dei dati degli italiani Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria per valutare i potenziali rischi relativi al trattament...



Mass surveillance and attack on encryption: Civil society protests against EU chat control plans


35 civil society organisations, including European Digital Rights (EDRi), the Electronic Frontier Foundation (EFF), the German Bar Association and the Committee to Protect Journalists (CPJ), are raising the alarms on legislation the EU Commission is to present on 30 March. Similar to Apple’s highly controversial “SpyPhone” scheme, the EU Commission intends to oblige all providers of e-mail, chat or message services to search for and report CSAM by bulk intercepting, monitoring and scanning the content of all citizens’ communications – even where they are so far securely end-to-end encrypted.

The human rights watchdogs call on the EU Commission to „ensure that people’s private communications do not become collateral damage of the forthcoming legislation“, to target suspects rather than roll out mass surveillance and to prevent the creation of CSAM in the first place by exploring social and human interventions. In its press release EDRi warns that the proposal „would undermine the essence of end-to-end encryption“ and would „make the EU a world leader in the generalised surveillance of whole populations“. „How, then, would the EU be able to speak out when undemocratic regimes enact the same measures?“

MEP and civil liberties defender Patrick Breyer (German Pirate Party) comments:

“This EU Big Brother attack on our mobile phones by error-prone denunciation machines searching our entire private communications is the first step in the direction of a Chinese-style surveillance state. Will the next step will be for the post office to open and scan all letters? Organised child pornography rings don‘t use e-mail or messengers. Indiscriminately searching all correspondence violates fundamental rights and will not protect children. It actually puts their private pictures at risk of falling into the wrong hands and criminalises children in many cases.“

In an expert opinion a former ECJ judge pointed out last year that the warrantless interception of private communications violates the case law of the European Court of Justice. According to a poll 72% of citizens oppose the indiscriminate scanning of their private communications.


patrick-breyer.de/en/mass-surv…

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Job offer: Patrick Breyer is looking for an Administrative Assistant in Brussels


Member of the European Parliament Patrick Breyer (Pirate Party, Greens/EFA group) is looking for an Accredited Parliamentary Assistant to work in Brussels, with a focus on administration and communications.

Patrick works in the LIBE and JURI committees with a focus on privacy and Internet freedom.

Your tasks will include

  • Managing the MEP’s agenda, mailbox and calendar;
  • organising events and visits to the EP;
  • managing the various budgets;
  • supporting and assisting in communications activities;
  • coordinating the work with policy advisers in Brussels and local assistants in Berlin and Kiel;
  • communicating with institutions and citizens;
  • carrying out parliamentary administrative duties.

Requirements

  • a general understanding of the European Union and the European Parliament;
  • studies or experience in a field relevant to the position;
  • organisational skills, flexibility, reliability, proactive approach to work;
  • experience with office software;
  • fluency in both German and English; proficiency in French, Czech or other languages is an asset;
  • an understanding of the core values of the Pirate movement;
  • personal integrity and professional approach to work;
  • passion for Open Source Software and other open technologies;
  • willingness to occasionally travel abroad (mainly to Strasbourg and Germany);
  • enthusiasm for working in an international team;
  • full support for transparency in public affairs and full respect for privacy in personal matters.

The offer

  • Full-time position as Accredited Parliamentary Assistant (APA) in Brussels
  • The position will initially be a six months contract as an accredited assistant in the European Parliament, to be extended until the end of the mandate in 2024;
  • The salary will depend on experience and will be determined in accordance with parliamentary regulations;
  • The opportunity to participate in a meaningful and transparent policy.

See also the brochure “Your job as an Accredited Parliamentary Assistant [en, fr, de]”

Application

  • Apply by 28 March 2022 by sending an e-mail to europa@patrick-breyer.de (PGP key), with a curriculum vitae and a cover letter (in English) explaining your motivation and skills. Please use the subject line “Administrative Assistant – YOUR NAME”
  • Preferred starting date: 1 May 2022.

patrick-breyer.de/en/job-offer…



Sconto Carburanti!


L'obiettivo del governo è quello di arrivare a ridurre di circa 20 centesimi per tre mesi il prezzo alla pompa utilizzando come copertura l'extragettito Iva accumulato. Una toppa, non una soluzione a lungo termine. Ma è quel che passa il convento. In un quadro internazionale così critico come quello attuale, fare previsioni su cosa avverrà nei prossimi mesi è pressochè impossibile: si parte dal mini-taglio, che dovrebbe essere immediato e che riporterà con ogni probabilità già a inizio settimana prossima il prezzo al di sotto dei 2 euro al litro per benzina senza piombo e gasolio.

Cos'è l'accisa mobile
L'accisa mobile cala al crescere del prezzo di benzina e gasolio per alleggerire il carico complessivo. C'è un ben noto precedente su cui hanno lavorato i tecnici del Mef. Bisogna andare a 15 anni fa, era il 2007-2008 quando, di fronte a un prezzo del petrolio triplicato in 18 mesi nel contesto della crisi finanziaria globale, la manovra di quell’anno stabilì che le accise sarebbero state "diminuite al fine di compensare le maggiori entrate Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio".
Fonte:Today.it



Bisogna proprio Ringraziare la Ministra che a suo tempo aveva Imposto l'acquisto di questa Immondizia...Ennesima VERGOGNA Italiana!!


EMERGENZA UCRAINA: GLI ORARI DELL’UFFICIO DIVISIONE STRANIERI DI ROMADalla Questura di Roma informano e precisano che, per quanto concerne le procedure burocratiche per i rifugiati ucraini, è necessario recarsi all’ufficio divisione stranieri central…